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L’ATTIVITÀ BANCARIA Appunti sul libro Economia della Banca Capitolo 1 Aggiornamento Sett 2017

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L’ATTIVITÀ BANCARIA

Appunti sul libro Economia della Banca

Capitolo 1Aggiornamento Sett 2017

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Agenda

Definizione di banca (dottrina e testo di legge)

Funzione della banca

Importanza della fiducia (art. 47 costituzione)

Storia del sistema bancario italiano

Le leggi rilevanti

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Il TUB (D. Lgs. 385/93) (1)

Il testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (T UB) contiene disposizioni e regole concernenti:

LE AUTORITA’ CREDITIZIE

Il Comitato Interministeriale per il credito e il risparmio (CICR)

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze

La Banca d’Italia

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Il TUB (D. Lgs. 385/93) (2)

LE BANCHE

Nozione di attività bancaria

Autorizzazioni per attività bancaria

Partecipazione al capitale delle banche

Requisiti di partecipanti ed esponenti bancari

Banche popolari e banche di credito cooperativo

Credito fondiario ed altre operazioni di credito

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Il TUB (D. Lgs. 385/93) (3)

LA VIGILANZA

La vigilanza sulle banche

La vigilanza su base consolidata

Il gruppo bancario

Ambito ed esercizio dell’attività di vigilanza

LA DISCIPLINA DELLE CRISI DELLE BANCHE E DEI GRUPPI BANCARI

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Il TUB (D. Lgs. 385/93) (4)

GLI INTERMEDIARI NON BANCARI

LA TRASPARENZA DELLE CONDIZIONI CONTRATTUALI

Credito al consumo

Trasparenza

Reati connessi all’esercizio di attività bancarie e finanziarie e le relative sanzioni

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La definizione del TUB (D. Lgs. 385/93) • Capo I

Nozione di attività bancaria e di raccolta del risparmio

Art. 10 - (Attività bancaria)1. La raccolta di risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito costituiscono l'attività bancaria. Essa ha carattere d'impresa.2. L'esercizio dell'attività bancaria è riservato alle banche.3. Le banche esercitano, oltre all'attività bancaria, ogni altra attività finanziaria, secondo la disciplina propria di ciascuna, nonché attività connesse o strumentali. Sono salve le riserve di attività previste dalla legge.

Art. 11 - (Raccolta del risparmio)1. Ai fini del presente decreto legislativo è raccolta del risparmio l'acquisizione di fondi con obbligo di rimborso, sia sotto forma di depositi sia sotto altra forma.2. La raccolta del risparmio tra il pubblico è vietata ai soggetti diversi dalle banche.3…….

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Quali gamma di attività svolgono le bancheLe banche possono svolgere una serie di attività, tra le

quali:

• Raccolta di depositi con obbligo di restituzione

• Operazioni di prestito (incluso credito al consumo, factoring)

• Leasing finanziario

• Servizi di pagamento

• Rilascio di garanzie e di impegni di firma

• Operazioni in conto proprio o terzi in strumenti del mercato monetario, cambi, strumenti finanziari a termine e opzioni, valori mobiliari

• Gestione e consulenza nella gestione del risparmio

• Custodia e amministrazione di valori mobiliari

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Cosa NON possono fare le banche

Le banche non possono esercitare attività assicurativa (riservata alle imprese di assicurazione)

La banche non possono svolgere la gestione collettiva del risparmio, riservata alle SICAV e alle SGR

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Funzione della banca

La nozione di banca è definita sulla base dell’esercizio congiunto e coordinato delle seguenti funzioni:

Mobilizzazione delle risorse finanziarie (raccolta) +

Funzione creditizia (impiego)

FUNZIONE INTERMEDIAZIONE CREDITIZIA

Funzione monetaria, consistente nella offerta di strumenti di pagamento alternativi rispetto alla moneta legale

Funzione di erogazione dei servizi accessori

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Il testo unico sulla finanza (TUF - D. Lgs. 58/1998) (1)

Il TUF completa la cornice legislativa entro cui si svolgono le attività di intermediazione finanziaria che rientrano nei servizi di investimento:

Ricezione e trasmissione ordini per conto di investitori (su strumenti come futures, opzioni, swaps)

Esecuzione di tali ordini per conto terzi

Gestione su base individuale dei portafogli di investimento

Il TUF viene emendato, nel 2007 tramite il D. Lgs. 164/2007 che recepisce nel nostro ordinamento la Direttiva Comunitaria MIFID

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Il testo unico sulla finanza (TUF - D. Lgs. 58/1998) (2)

• Nel TUF viene delineata la cornice entro cui si svolgono i servizi di investimento

• In particolare, il TUF si concentra su tre grandi argomenti:

1)Disciplina degli intermediari finanziari

2) Disciplina dei mercati finanziari

3) Disciplina degli emittenti

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Il testo unico sulla finanza (TUF - D. Lgs. 58/1998) (3)La disciplina degli intermediari finanziari ha

profondamente riformato il comparto del risparmio gestito che costituisce per le banche uno dei più importanti e remunerativi comparti di attività.

Viene istituita una nuova figura, denominata SGR, ovvero società di gestione del risparmio, autorizzata ad esercitare:

1. L’attività di gestione in monte del risparmio (riservata alle SGR e vietata ad qualsiasi altro soggetto istituzionale)

2. La gestione individuale dei patrimoni (che può essere svolta anche dalle banche)

Inoltre, viene stabilito l’obbligo dell’utilizzo di benchmark, vale a dire l’uso di indici di mercato per parametrare la gestione

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Il testo unico sulla finanza (TUF - D. Lgs. 58/1998) (4)• Con riferimento alla parte dedicata ai

mercati, il TUF è stato emendato in seguito al recepimento della MIFID. La direttiva MIFID ha i seguenti obiettivi:

1)Creazione di un mercato unico europeo dei servizi finanziari

2)Rafforzamento del sistema di tutela per gli investitori

3)Innalzamento del livello di competizione tra le imprese di investimento

4)Innalzamento del livello di competizione tra mercati regolamentati, sistemi multilaterali e internalizzatori sistematici

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Il testo unico sulla finanza (TUF - D. Lgs. 58/1998) (5)

Disciplina degli emittenti di strumenti finanziari:

Obiettivi di maggiore apertura degli assetti proprietari

Autonomia degli amministratori

Tutela dei soci di minoranza e dei creditori

Norme sull’insider trading

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LA VIGILANZA BANCARIA

Appunti sul libro Economia della Banca

Capitolo 2

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Meccanismo Unico di Vigilanza che assegna alla BCE la responsabilità della vigilanza prudenziale sulle banche UE con una ripartizione dei compiti tra BCE e BCN

Meccanismo Unico di risoluzione cui spetta il compito di graduare gli interventi in caso di difficoltà di una banca vigilata, in modo da minimizzare l’effetto sulla stabilità finanziaria e non far gravare il costo dell’eventuale salvataggio sui contribuenti

Sistema europeo di assicurazione dei depositi da completarsi nei prossimi anni, in modo da rafforzare la fiducia dei depositanti nel sistema bancario

Unione Bancaria Europea

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Le banche sono soggette ad un sistema pervasivo di regolamentazione che si esplica in un articolato sistema di regole

Il motivo risiede nel ruolo centrale che il sistema bancario svolge nel sostegno allo sviluppo economico e, con riferimento all’attività bancaria, alla funzione monetaria dei depositi e alla natura fiduciaria del rapporto che si instaura con i depositanti

PERCHE’ LA VIGILANZA BANCARIA

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La Banca d’Italia ha il compito di vigilare sulle banche, sulle SGR, sulle SICAV, sulle SIM, avendo riguardo alla sana e prudente gestione dei soggetti vigilati, alla stabilità complessiva, all’efficienza ed alla competitività del sistema finanziario.

La Banca d’Italia vigila sul sistema bancario insieme al CICR ed al Ministro dell’Economia e delle Finanze.

LE AUTORITA’ CREDITIZIE

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Il Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio è titolare dell’alta vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio

Il Ministro dell’economia, oltre a presiedere il CICR ha alcune competenze specifiche. Definisce, per esempio, i requisiti di onorabilità dei partecipanti al capitale delle banche e scioglie gli organi con funzione di amministrazione e di controllo delle banche in caso di gravi irregolarità.

CICR e Ministro Economia

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Le Autorità di vigilanza

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Il TUB, dopo aver identificato le autorità creditizie e gli obiettivi che esse devono perseguire, delinea il ciclo di vita di una banca, partendo dalla sua costituzione e operatività, per poi passare alle regole che le banche devono rispettare nell’ordinario funzionamento e ai controlli cui devono sottostare, per giungere infine alla disciplina di una eventuale situazione di crisi

La Vigilanza sulle banche

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Ogni fase della vita di una banca, dunque, è scandita dal rispetto delle regole previste dalla normativa

L’esistenza delle regole toglie discrezionalità all’azione delle autorità di vigilanza, garantendo trasparenza ed equità di trattamento tra soggetti vigilati

L’art. 4 del TUB impone alla Banca d’Italia di determinare e rendere pubblici preventivamente i princìpi e i criteri dell’attività di vigilanza

La Vigilanza sulle banche (2)

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Presidio della struttura del mercato:

In termini di contenuto dell’attività bancaria e

Riferimento ai soggetti che possono costituire una nuova azienda bancaria

L’esercizio dell’attività bancaria è permesso , previa iscrizione nell’albo tenuto dalla Banca di Italia:

alle banche autorizzate in Italia

alle succursali delle banche comunitarie stabilite nel territorio Italiano in virtù del “passaporto europeo” (single license)

La Vigilanza sulle banche: Vigilanza strutturale e controlli all’entrata

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La Banca d’Italia procede con l’iscrizione all’albo di un nuovo operatore nazionale ove ricorrano, tra le altre, le seguenti condizioni:

1. 1) forma di spa o scarl

2. 2) Programma di attività

3. 3) capitale sociale minimo di:

10 milioni di euro per spa e popolari

5 milioni di euro per le banche di credito cooperativo

La Vigilanza sulle banche: Vigilanza strutturale e controlli all’entrata (2)

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Il programma di attività (concernente i settoridi intervento, la struttura tecnica,organizzativa e territoriale della costituendabanca e le caratteristiche del sistemainformativo da adottare) deve essereaccompagnato da una relazione tecnicacontenente i bilanci previsionali dei primi treesercizi, da cui risultino gli investimentiprevisti, i risultati economici attesi e ledimensioni operative che la banca vuoleraggiungere

La Vigilanza sulle banche: Vigilanza strutturale e controlli all’entrata (3)

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Le banche possono essere costituite sotto forma di:

1) 1) Società per azioni

2) Società cooperativa per azioni a responsabilità limitata, nelle quali vige il voto capitario:

-banca popolare

- banca di credito cooperativo (Bcc)

La Vigilanza sulle banche: Vigilanza strutturale e controlli all’entrata (3)

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Per le banche popolari è prevista la regola in base alla quale nessuno può detenere un capitale in misura eccedente lo 0,50% del capitale sociale

Il limite minimo per il capitale delle popolari è di 6,3 milioni di euro

Hanno operatività, anche territoriale, maggiore rispetto alle Bcc

La Vigilanza sulle banche: Vigilanza strutturale e controlli all’entrata (3)

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Le banche di credito cooperativo (con capitale minimo di 2 milioni di euro esercitano il credito prevalentemente a favore dei soci, che devono risiedere nel territorio di riferimento della banca

Devono destinare almeno il 70% degli utili netti a riserva legale

Il numero dei soci deve essere almeno pari a 200 e nessuno può detenere più di 100.000 di capitale

Hanno operatività, anche territoriale, limitata rispetto alle popolari

La Vigilanza sulle banche: Vigilanza strutturale e controlli all’entrata (3)

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Le banche popolari il cui attivo sia superiore agli 8 mld di euro hanno l’obbligo di trasformarsi in banche S.p.A.

Le BCC devono partecipare ad un gruppo bancario cooperativo, mediante la sottoscrizione del capitale sociale di una banca capogruppo costituita sotto forma di S.p.A.

Nuove regole su Banche Popolari e BCC

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Definizione delle regole del gioco all’interno delle quali dispiegare la propria imprenditorialità.

La Banca d’Italia, in conformità con le deliberazioni del CICR emana disposizioni aventi ad oggetto:

Adeguatezza patrimoniale

Contenimento del rischio

Partecipazioni detenibili

Organizzazione contabile e controlli interni

La Vigilanza sulle banche: Vigilanza prudenziale ed adeguatezza patrimoniale

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Le norme di vigilanza prudenziale, note come Basilea I, introdotte nel 1988, erano rappresentate dalla definizione di alcuni coefficienti minimi obbligatori ma avevano dei limiti superati grazie all’introduzione di alcune nuove regolamentazioni

La Vigilanza sulle banche: Vigilanza prudenziale ed adeguatezza patrimoniale

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Lo schema del coefficiente patrimoniale di Basilea 1

PV= patrimonio di vigilanza

Ai= attività i-esima

Pi= ponderazione per il rischio dell’attività i-esima

Cosa è inserito nel patrimonio di vigilanza?

1) Patrimonio di base (Tier 1 capital- es. capitale azionario versato, riserve palesi)

2) Patrimonio supplementare (Tier 2 capital- es. riserve di rivalutazione, riserve occulte cioè connesse a plusvalenze non ancora realizzate, strumenti ibridi di capitale)

%8 ii PA

PV

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Federica Miglietta -Università di Bari

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Lo schema del coefficiente patrimoniale di Basilea 1 (2)

Fattori di ponderazione (Pi)

Vengono distinte quattro categorie

Rischio nullo (ponderazione 0)

Rischio basso (ponderazione 20%)

Rischio medio (ponderazione 50%)

Rischio pieno (ponderazione 100%)

Pond. 0% Pond. 20% Pond. 50% Pond. 100%

cassa Crediti vs banche multilaterali

Mutui assistiti da garanzie reali

Crediti vs imprese private

Crediti vs BC Ocse Crediti vs banche OCSE Partecipazioni in imprese private

Debito Sovr. OCSE Crediti vs enti pubblici Crediti vs banche e governi non OCSE

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Federica Miglietta -Università di Bari

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Limiti di basilea 1

Concentrazione sul rischio di credito

Scarsa differenziazione del rischio di credito : lo schema adottato per la ponderazione delle diverse attività in bilancio considera come una unica categoria di rischio (100%) i crediti verso imprese private commerciali ed industriali.

L’ipotesi implicita è che tutte le imprese commerciali ed industriali abbiano uguale capacità di credito

o Scarsa differenziazione rischio di credito: Paese non OCSE più rischioso (es. Cina – A3) di Paese OCSE (es. Turchia – B1)

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Federica Miglietta -Università di Bari

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La necessità di un nuovo accordo sul capitale (Basilea 2)

Il principale dei limiti di Basilea 1 era riferito alla sola concentrazione sul rischio di credito e, dunque, sull’esclusione dei rischi di mercato, in particolare il rischio di tasso di interesse ed il rischio di tasso di cambio.

Tale limite assumeva sempre maggiore evidenza in risposta alla sempre maggiore presenza delle banche sui mercati mobiliari internazionali ed alla negoziazione di strumenti derivati

In risposta a questi problemi, il nuovo accordo, oltre a specificare in modo più preciso i requisiti per il rischio di credito, include dei requisiti sui rischi di mercato e sul rischio operativo

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Federica Miglietta -Università di Bari

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Criteri metodologici di Basilea 2 Il rischio di mercato viene definito come “il rischio di

perdite nelle posizioni in bilancio e fuori bilancio aseguito di variazioni sfavorevoli dei prezzi di mercato”.

Prezzi di mercato:

Tassi di interesse (posizioni in titoli di debito)

Prezzi azionari (posizioni in titoli di capitale)

Tassi di cambio (posizioni in valuta)

AD OGNUNA DI QUESTE TRE CATEGORIE DI RISCHI

DI MERCATO VIENE IMPOSTO UN REQUISITO PATRIMONIALE

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I tre pilastri di Basilea 2

La riforma complessiva dell’Accordo sul Capitale, denominata Basilea 2, si basa sulla previsione di “tre pilastri”.1. Un nuovo sistema di requisiti patrimoniali (come

riassunto poc’anzi), che includa rischio di credito, rischio di mercato. In più, vi è un requisito per il rischio operativo

2. Un ruolo più importante assegnato alle autorità di vigilanza nazionali che devono validare i sistemi di controllo dei rischi adottati dalle banche (le autorità possono, se lo ritengono, imporre requisiti patrimoniali più stringenti)

3. La cd “market discipline”, ovvero l’attribuzione al mercato di un ruolo importante, capace di imporre alle banche un grado di patrimonializzazione coerente con il relativo profilo di rischio

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Il primo pilastro e il rischio di credito

L’approccio del Comitato di Basilea si basa sul riconoscimento di due alternative che le banche possono utilizzare per la stima del rischio di credito:

1. Approccio standardizzato, fondato sull’utilizzo di rating esterni assegnati da società riconosciute a livello internazionale

2. Approccio dei rating interni (IRB), in modo da tenere conto dell’esperienza delle aziende di credito nella stima e nella valutazione del rischio di controparte. L’approccio dei rating interni prevede la presenza, a sua volta, di:

a) un sistema detto “FOUNDATION”

b) un sistema detto “ADVANCED”

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L’approccio internal rating based-IRB

Gli input richiesti dai sistemi IRB, sia nella versione “foundation” che “advanced”, sono:1. PD: probability of default (ad un anno)

2. LGD: perdita in caso di default

3. EAD: esposizione debitoria al momento del default

4. M: durata residuaRequisiti minimi

PD LGD EAD M

Foundation: forniti dalle autorità vigilanzaAdvanced: forniti direttamente dalle banche

Sempre fornita dalla banca

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Basilea 3: alcuni punti rilevanti

Basilea 3 si concentra su:

Problemi relativi alla qualità del capitale→ aumento del “common equity”, ovvero il core tier 1 nel patrimonio di vigilanza (capitale sociale versato e riserve da utili non distribuiti)

Prociclicità → requisiti addizionali di capitale anticiclici in ottica di counter-cyclical buffer. Ciò significa accantonare di più quando c’è più liquidità

Basilea 3 introduce dei coefficienti minimi di liquidità a partire dal 2015.

Per le banche sistemiche, quelle cioè che possono ingenerare un effetto domino, il Comitato di Basilea ha introdotto dei requisiti patrimoniali e di liquidità addizionali

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La Vigilanza sulle banche: vigilanza protettiva e gestione delle crisi

Il TUB dedica una intera sezione alla disciplina delle crisi bancarie e prevede le procedure da attivare in caso non sia possibile evitare il dissesto o sia stata pregiudicata la sana e prudente gestione della banca.

Qualora le Autorità abbiano accertato gravi violazioni amministrative, regolamentari e statutarie, si entra nella cosiddetta “amministrazione straordinaria” nella quale gli organi della banca vengono sostituiti con dei commissari straordinari incaricati della gestione della banca stessa (intervento ex ante)

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La Vigilanza sulle banche: vigilanza protettiva e gestione delle crisi (2)

La dichiarazione della liquidazione coatta amministrativa esaurisce i tentativi di salvataggio della banca in crisi ed avvia una serie di procedure finalizzate all’accertamento del passivo ed al rimborso dei creditori, mediante la cessione sul mercato delle attività. Parallelamente alla liquidazione della banca possono essere avviate soluzioni ex-post per garantire parità di trattamento a tutti i creditori.

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La Vigilanza sulle banche: la fair play regulation

Gli strumenti di fair play regulation sono riconducibili all’esigenza di garantire una adeguata trasparenza del mercato dei servizi finanziari. Gli strumenti possono essere riassunti:

1. Negli obblighi informativi nei confronti della clientela

2. Le norme di comportamento da tenere nei confronti della clientela stessa (per esempio evitare i conflitti di interesse)

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La Vigilanza sulle banche: la vigilanza informativa La vigilanza informativa si realizza

attraverso la richiesta di determinate informazioni da fornire con precise modalità, per esempio supporto magnetico piuttosto che cartaceo, oppure adozione di uno schema particolare per la redazione del bilancio bancario

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La Vigilanza sulle banche: la vigilanza ispettiva

La vigilanza ispettiva si realizza in virtù del potere di effettuare ispezioni presso le banche sottoposte a vigilanza.

Presso la Banca d’Italia esiste un corpo di ispettori che, su ordine del governatore, si recano presso le banche vigilate, in via ordinaria oppure in via straordinaria (se si verificano fatti preoccupanti).