Appunti di catechismo.1

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APPUNTI DI CATECHISMO Inferno. All’inferno non ci si va per ciò che si fa, ma, essenzialmente, per ciò che si è. In un certo senso l’inferno manifesta ciò che i dannati SONO e non tanto ciò che hanno fatto. Ma, naturalmente, il fare e l’essere sono in stretta relazione, ma non sono la stessa cosa. Faccio un esempio: se ho l’istinto di colpire qualcuno, ma non lo faccio perché non VOGLIO, non sono un violento. Ma anche se lo colpissi istintivamente, ma subito mi pentissi e proponessi di non farlo più, non sarei un violento. Le Opere di Misericordia riportate dal brano evangelico del Giudizio Universale danno, ad un tempo, il senso di come il fare e l’essere sono in stretta relazione, ma non sono la stessa cosa: chi ama, opera spinto dall’amore e, anche avesse compiuto degli errori, questi sono perdonati grazie quello stesso amore che fa compiere le opere di misericordia. Santità. La santità in senso proprio appartiene solo a Dio. In Terra, perciò, a livello fisico la santità di trova in pienezza nell’Eucaristia. Ma la santità viene PARTECIPATA alle anime, per cui, dopo l’Eucaristia, la si può trovare nelle anime dei santi. E può essere MANIFESTATA, allo scopo di essere stimolata nell’uomo, attraverso grazie particolari, quali carismi, pellegrinaggi e luoghi santi, ecc. Frutti. Discernere i frutti spetta alla Chiesa, anche perché non è sempre facile come potrebbe sembrare. Ad esempio: si può erroneamente credere che ci sia un fenomeno di santità la dove non ce n’è, e come conseguenza si possono produrre frutti spirituali buoni. Come mai? Se il presunto fenomeno di santità, essenzialmente innocuo (finché la Chiesa non interviene), è stato la causa prossima di un autentico fervore, i frutti sono dati dalle fede, e non dal fenomeno che non è autentico. Figli di Dio. E’ commovente vedere come il PADRE NOSTRO, lo specchio e il modello di tutte le preghiere (la madre di tutte le preghiere), è composto SOLO di RICHIESTE, nessuna delle quali, però, può essere scambiata per una richieste egoistiche. Anche la lode a Dio viene espressa sotto forma di richiesta. E’ come se a Dio si possa accedere solo attraverso delle richieste. Cioè solo attraverso un rapporto da figli piccoli e bisognosi di tutto. Ed è sorprendente vedere come, in Cristo, è Dio a farsi a sua volta piccolo e chiedere a noi di corrispondere al suo amore che ci salva. Infallibilità. Il Magistero della Chiesa è l’insegnamento con cui la Chiesa Cattolica conserva e trasmette il Deposito della Fede, cioè la Rivelazione di Dio agli Apostoli. Premesso che sta alla Chiesa, con a capo il Papa, precisare i confini della propria infallibilità e del proprio potere, il Magistero può essere ordinario o straordinario . Quello ordinario viene comunicato con una 1

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Considerazioni su temi di dottrina cattolica o di attualità, alla lece della fede

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APPUNTI DI CATECHISMO

Inferno. All’inferno non ci si va per ciò che si fa, ma, essenzialmente, per ciò che si è. In un certo senso l’inferno manifesta ciò che i dannati SONO e non tanto ciò che hanno fatto. Ma, naturalmente, il fare e l’essere sono in stretta relazione, ma non sono la stessa cosa. Faccio un esempio: se ho l’istinto di colpire qualcuno, ma non lo faccio perché non VOGLIO, non sono un violento. Ma anche se lo colpissi istintivamente, ma subito mi pentissi e proponessi di non farlo più, non sarei un violento.Le Opere di Misericordia riportate dal brano evangelico del Giudizio Universale danno, ad un tempo, il senso di come il fare e l’essere sono in stretta relazione, ma non sono la stessa cosa: chi ama, opera spinto dall’amore e, anche avesse compiuto degli errori, questi sono perdonati grazie quello stesso amore che fa compiere le opere di misericordia.

Santità. La santità in senso proprio appartiene solo a Dio. In Terra, perciò, a livello fisico la santità di trova in pienezza nell’Eucaristia. Ma la santità viene PARTECIPATA alle anime, per cui, dopo l’Eucaristia, la si può trovare nelle anime dei santi. E può essere MANIFESTATA, allo scopo di essere stimolata nell’uomo, attraverso grazie particolari, quali carismi, pellegrinaggi e luoghi santi, ecc.

Frutti. Discernere i frutti spetta alla Chiesa, anche perché non è sempre facile come potrebbe sembrare. Ad esempio: si può erroneamente credere che ci sia un fenomeno di santità la dove non ce n’è, e come conseguenza si possono produrre frutti spirituali buoni. Come mai? Se il presunto fenomeno di santità, essenzialmente innocuo (finché la Chiesa non interviene), è stato la causa prossima di un autentico fervore, i frutti sono dati dalle fede, e non dal fenomeno che non è autentico.

Figli di Dio. E’ commovente vedere come il PADRE NOSTRO, lo specchio e il modello di tutte le preghiere (la madre di tutte le preghiere), è composto SOLO di RICHIESTE, nessuna delle quali, però, può essere scambiata per una richieste egoistiche. Anche la lode a Dio viene espressa sotto forma di richiesta.E’ come se a Dio si possa accedere solo attraverso delle richieste. Cioè solo attraverso un rapporto da figli piccoli e bisognosi di tutto. Ed è sorprendente vedere come, in Cristo, è Dio a farsi a sua volta piccolo e chiedere a noi di corrispondere al suo amore che ci salva.

Infallibilità. Il Magistero della Chiesa è l’insegnamento con cui la Chiesa Cattolica conserva e trasmette il Deposito della Fede, cioè la Rivelazione di Dio agli Apostoli.Premesso che sta alla Chiesa, con a capo il Papa, precisare i confini della propria infallibilità e del proprio potere, il Magistero può essere ordinario o straordinario. Quello ordinario viene comunicato con una modalità normale (purché ufficiale, cioè non privata, ma con l’intento di insegnare): cioè attraverso scritti o predicazione del Papa e dei vescovi, mentre il Magistero straordinario, che definisce verità dogmatiche, si esplica o attraverso un Concilio ecumenico (con a capo il Papa), o attraverso un pronunciamento “ex cathedra” del Papa.Di conseguenza sembra che il Magistero ordinario non riguardi tanto le “novità” che si scoprono nel tesoro del Deposito della fede, quanto piuttosto la trasmissione della fede, cioè le verità consolidate (le eventuali novità dovute a idee personali non possono essere considerate Magistero). Cosa che non toglie che tale trasmissione possa avvenire con modi e profondità nuovi e originali, attraverso la manifestazione della Grazia di Dio. Il Magistero straordinario, invece, introduce, nel complesso delle affermazioni dottrinali da credere come certe, delle cose nuove.La Chiesa, inoltre, governa e discerne, due cose strettamente legate fra loro, in quanto il governare è una forma di discernimento. Tale discernimento abitualmente non è infallibile, anche se sostenuto da una speciale grazia, in quanto non si basa sulla direttamente sulla Rivelazione, ma sulla conoscenza umana delle cose, che per vari motivi può essere carente (ad esempio a causa di informazioni non sufficientemente dettagliate). Ma se la Chiesa dichiara che un certo discernimento è materia di infallibilità, come ad esempio quando eleva qualcuno agli onori degli altari, occorre crederlo con certezza. E, in ogni caso, qualunque siano le disposizioni della Chiesa dovute al proprio discernimento, sia con i crismi dell’infallibilità che senza di essi, occorre obbedire.Il Sentire con la Chiesa di deduce dal suo Magistero.

Dio creatore dell’universo. La fisica, essendo finita, non ammette i paradossi come la matematica, che contempla l’infinito. Di conseguenza la matematica è più “vasta” della fisica, cioè del mondo concreto.

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Ma, cosa sorprendente, ogni ambito conosciuto della fisica (almeno fino ad oggi) è spiegabile attraverso modelli matematici. Perciò non è la logica ad essere “fisica” (cioè esclusivo prodotto del cervello materiale), ma è la fisica ad essere logica, cioè frutto di un’Intelligenza.L’unica cosa che si richiede alla matematica è la coerenza logica, perché gli assiomi (cioè i principi assunti come veri, su cui la matematica si sviluppa), li decide il matematico. Perciò possono esistere “molte matematiche”, ognuna delle quali coerente a determinate condizioni.Per in nostro universo, invece, gli assiomi non si possono stabilire arbitrariamente: li ha già stabiliti Dio. Certo, probabilmente molti sono ancora da scoprire, ma sviluppare modelli di possibili universi al di fuori degli assiomi posti da Dio, potrà servire alla logica, ma non alla fisica.I tentativi di certi scienziati di dare all’universo caratteristiche quasi trascendenti, più tipica della divinità che non della materia, quale l’infinità o l’eternità (es. la materia esiste da sempre), si pongono al di fuori della scienza, in quanto non originano da nessuna osservazione né sono comprovate da nessuna verifica (né potrebbero esserlo, visto che le verifiche vanno effettuate su realtà finite e numerabili).Il problema nasce quando ci sono scienziati che pensano di fare i teologi, oggi sono molti scienziati a voler giocare al “piccolo filosofo”. E il bello è che lo fanno prendendosi sul serio.

Paradossi. I paradossi non negano Dio, ma lo affermano. In epoche passate si divertivano ad inventare paradossi come: può Dio creare un macigno che non può sollevare? Dio può tutto, tranne il male (che è assurdo). Ma come il male può essere concepito, così l’assurdo. Ma il male, come l’assurdo, esiste solo come libero rifiuto di bene, e non in se stesso. Esiste “personificato”. Non esiste come creazione, ma come rifiuto di essa.Se creare un macigno che Dio non può sollevare non fosse assurdo, Dio lo potrebbe fare. Dio infatti non manca di potenza, né manca di essenza, ma è l’assurdo che in se stesso manca di essenza.Il male si può concepire come non essere, ma non come essere. Per questo Dio è il compimento di tutto il concepibile, anche del non essere, nel senso che il non essere ha la sua ragione nell’essere (che è stato rifiutato). Il bene è il positivo del male, che esiste solo come negativo del bene e che, perciò, in se stesso non possiede alcuna originalità.Dio è sommamente libero e fa solo ciò che vuole. E vuole solo il bene, per cui non può ne vuole fare il male.I paradossi in matematica e in filosofia possono perciò esprimere che la nostra mente non può tutto e che vacilla di fronte al mistero (e Dio è il mistero dei misteri).I paradossi matematici dimostrano che la matematica è indimostrabile e che non si basa sugli assiomi, ma sulla ragione, cioè sulla logica che richiede la coerenza. Ordine nel mistero e mistero nell’ordine.La ragione, poi, con le sue leggi logiche, si fonda su Dio. Essa, infatti, in se stessa arriva a Dio, ma solo se è retta, cioè se parte da lui che le dà basi sicure dii logica.La fede, poi, illumina la ragione (e con la grazia la potenzia…).In fisica i paradossi non esistono, nemmeno in Meccanica Quantistica, che in parte è inconoscibile, ma che è regolata da leggi precise.I tentativi di trovare una teoria scientifica capace di integrare Relatività e Meccanica Quantistica sono lodevoli, ma non è detto che le due realtà possano essere integrate. Qualunque cosa sia la Meccanica Quantistica, è difficile da immaginare. Essa consiste essenzialmente nelle sue leggi ed è possibile che i suoi “componenti” siano delle “entità” a cui noi diamo il nome di tempo, massa ecc. Cioè entità che matematicamente equivalgono al tempo (che va in ogni direzione), massa, ecc., ma che non sono il tempo (almeno il nostro), la massa, ecc. Il modello non è la realtà. La MQ forse possiede altre leggi fisiche e comunque funziona secondo altri parametri che, però, rispondono bene al linguaggio della matematica, cioè sono regolati da precise leggi matematiche. Ma cosa essa esattamente sia, non si sa.Nulla può andare contro la realtà di certe entità, come il tempo e l’esperienza autentica (anche se limitata) che ne facciamo. Ci sono, infatti, alcune realtà che sono assodate, come il fatto che gli unici elementi chimici che compongono l’acqua sono l’idrogeno e l’ossigeno: tale conoscenza può essere integrata e reinterpretata, ma non cambiata. Perciò, nonostante quello che dicono certi scienziati, tutto ciò che nel nostro universo è assurdo, o perché contrario al principio causa – effetto, o perché presuppone la materia infinita o nel tempo o nello spazio, o per altro motivo, non è reale. Come i viaggi nel tempo. Ma anche i buchi bianchi, i tachioni, ecc. E, per molti, non sarebbero reali nemmeno i worm – hole e perfino i buchi neri.

Azione divina. Dio può risolvere i problemi del mondo con un miracolo, ma ciò non è scontato. Può permettere che i problemi si risolvano sempre quasi “spontaneamente” attraverso la scienza e la tecnica, ma

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anche ciò non è affatto scontato. L’uomo perciò, come collaboratore di Dio, ha il dovere di pensare anche al futuro e alle generazioni che verranno, con fiducia e con fede, ma realisticamente, altrimenti sarebbe tentare Dio e, di conseguentemente, l’aiuto di Dio si manifesterebbe di meno, perché Dio “lascerebbe fare”. Occorre agire in preghiera ma a partire da ciò che si “ha” concretamente. Dio vuole questa collaborazione.

Perdono. Dio richiede necessariamente di PERDONARE perché occorre rispondere al male col bene. Non esiste uno stato di neutralità: o si perdona o si detesta. Il giudice "asettico" e distaccato non può essere imparziale, perché non ama. Per questo la vendetta (e perciò la “giustizia” privata) è sempre un male: perché non contempla l’amore. Ma se non c’è amore c’è necessariamente odio e perciò non c’è giustizia.Perdonare non significa non volere compiere la giustizia, anche terrena: sarebbe non amore, perché chi ama, ama la giustizia anche in questo mondo. Ma chi ama sa che la giustizia è ben altra cosa di quella "degli uomini".

Grazia prima e dopo il peccato. Se si risponde alla grazia, lo stato di grazia della Chiesa può superare quello che avrebbe potuto essere lo stato di grazia di un’umanità e una Chiesa che non fosse stata corrotta dal peccato originale (e dal peccato attuale). La grazia infatti, è in stretta relazione con l’amore.Di fatto, più grazia non significa necessariamente meno peccato e, tanto meno, meno peccati, meno mancanze, cioè meno cose di cui dare conto a Dio.Perciò in questo mondo ci può essere meno armonia “visibile” e qualche ostacolo in più anche con una grazia maggiore perché, anche se la grazia perfeziona la natura, questa, col peccato originale, è comunque in certo modo corrotta. Lo dimostrano certi santi, che ebbero a lottare contro grandi tentazioni e che si confessavano spesso. E ciò che vale per il peccato, vale anche per l’intelligenza e altro.

Squilibri moderni. L’uomo di oggi sotto tanti aspetti è senz’altro cresciuto in sensibilità, ma spesso in modo squilibrato, e per questo ha maturato tante fragilità. Anche a livello sportivo gli allenamenti da una parte si sono perfezionati tanto che un atleta, anche in proporzione alla volontà di applicazione che ci mette, quasi si “robottizza”. Ma si corre il pericolo che certi allenamenti possano essere innaturali e perciò non migliorare la propria natura e personalità, pe peggiorarli. Almeno sotto certi aspetti.

Sogni. I sogni possono essere usati da Dio, ma in essi può intromettersi il demonio. Possono manifestare la nostra psiche, ma possono anche essere assurdi e manifestare ciò che non è. Se nel mondo permane sempre del mistero, tanto più nei sogni. Che, però, mai ci devono turbare e sempre ci devono insegare.

Scienza medica. La medicina, entrando in certo modo direttamente in relazione con l’anima umana, è più di una normale “scienza”. E’ una scienza in cui entra in qualche modo lo spirito umano e, di conseguenza, in cui influisce anche lo Spirito Santo.Perciò, come tutte le altre scienze, e più di tutte, la medicina non va affrontata con una mentalità magica, anche solo dando per scontati in modo ideologico e materialistico certi meccanismi. Perché là dove viene cacciato lo Spirito di Dio e, di conseguenza, viene cacciato l’uomo con la sua ragione, è più facile che entri lo spirito maligno.La visione teillardiana dell’uomo e del mondo e una totale apertura del cuore e della mente, operata però con prudenza, per cui a volte può essere meglio attendere, e soprattutto operata tenendo conto dei punti fermi della ragione (e, per il cristiano, della fede), possono condurre le scienze, e la medicina in particolare, a risultati sorprendenti.

Bellezza. Possiamo pensare che la bellezza fondamentale propria di ogni persona si manifesti in 2 espressioni: la santità (forma essenziale) e l’originalità.Poiché queste 2 forme interagiscono, chi desidera sposarsi deve tenere conto di ambedue.E la bellezza fisica? Occorre certo considerarla, perché essa, essendo espressione visibile della persona, lo è necessariamente anche della sua santità ed originalità, ma occorre anche tenere presente, e a maggior ragione, che la bellezza fisica è, in chi più, in chi meno, corrotta dal peccato, così come lo sono i nostri sensi che dalle forme visibili della bellezza sono attratti.Di fatto, a volte è proprio la penuria e il limite di qualcosa, che diviene mezzo affinché l’originalità (soprattutto dell’anima) risplenda in modo dinamico e la santità aumenti.

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Un certo tipo di bellezza non assoluta (fisica, psicologica, ecc.) ha anche qualcosa di “ambientale” e di circostanza.

Uomo e donna in Paolo apostolo. Nel capitolo 11 della prima lettera ai Corinzi, San Paolo in varie occasioni si esprime in termini simili: “ L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo” (vers. 7), per poi concludere: “Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna” (vers. 12).Paolo, perciò, parla in modo realistico col linguaggio tipico del suo tempo ma conclude con l’affermazione che uomo e donna hanno pari dignità. Cioè: hanno ruoli diversi.Del resto è la stessa Scrittura ad affermare il Figlio discende dal Padre, che Cristo, che è Dio Figlio, ubbidisce al Padre ed è a lui sottomesso, ecc., ma ciò, nel linguaggio biblico, che va letto in modo non fondamentalista e dandogli il senso giusto, non significa che il Figlio sia inferiore al Padre.

Nel poco c’è più vita, dice Papa Francesco. Perciò la rinuncia a tanti piaceri dà più gioia, se le rinunce assecondano e rafforzano la natura umana (la rinuncia di un pasto di chi mangia e beve tutti i giorni è secondo natura, di chi è invece anoressico, è contro natura).Chi, infatti, non è ammalato di attivismo e non cerca le cose grandi, cioè non cerca solo la grandezza superficiale delle cose, significa che delle cose ne sa apprezzare l’essenza che fa da tramite all’essenza del loro fine.E se le cose e ciò che non è l’essenza della vita sono solo mezzi, allora non se ne è schiavi, perché i mezzi si usano. Quando sono i mezzi ad usarci è perché per noi sono diventati un fine.

Particolare e universale. Per la politica, come per il luoghi santi e altre cose, il particolare positivo (e ciò che di esso si percepisce) si universalizza e, dall’universale, si può arrivare ad altro particolare anche opposto al nostro, che tramite l’amore cristiano diviene oggetto del nostro vivere (ama l’idea altrui come la tua, ecc.).

Umiltà. Perché l’umiltà? Perché se lo sguardo non è su di me, dovrei gioire? Semplice: perché sono misteriosamente reso più vicino a Gesù e perché l’amore sensibile distolto da me, va a beneficio di altri.

Male minore e bene minore. Esempio un po’ paradossale, ma che potrebbe rendere l’idea.Come in politica a volte i cristiani devono mediare per il male minore, così Dio nella Rivelazione antica a volte sembra quasi suggerire il male minore.Se il male minore Dio lo permette a causa della durezza del cuore (e comunque in ogni occasione egli parla), il bene minore Dio lo concede a causa dell’inadeguatezza umana.

Realtà. Il pensiero di Dio è verità che fa la realtà. La Chiesa ne è fedele testimone. Se a gloria di Dio a me sta bene e sono contento. Da qui il meglio per me: se meglio per Dio.

Dio bambino. Gesù ama tanto i bambini perché rassomigliano in modo speciale al Padre. Sì, Dio, solitamente rappresentato come un vecchio possente, è anche un Dio “bambino”. E’ in quest’ottica che egli vede in ogni prostituta una dama e in ogni puttaniere un cavaliere. Ed è in quest’ottica che ci rinnova sempre la fiducia, anche se siamo sgangherati e umanamente non certo simpatici, ma pieni di fastidiosi difetti.

Lo “spirito di Assisi”. La Porziuncola è inscindibilmente legata all’indulgenza del Perdono, è soprattutto legato alla salvezza delle anime, e perciò è un luogo di misericordia, penitenza, perdono e pace.Ma tale indulgenza, che oggi alla Porziuncola può essere “lucrata” giornalmente, il giorno della festa del Perdono, il 2 agosto, può essere vissuta in tutte le chiese del mondo. E’come se, quel giorno, tutte le Chiese del mondo siano la Porziuncola.Di più: dall’indulgenza del Perdono scaturisce una grazia perenne che va al di là delle pratiche per ottenere l’indulgenza e, direi, va al di là dell’indulgenza stessa. Questa grazia è quella che Papa Giovanni Paolo II ha chiamato lo Spirito di Assisi, che può essere vissuto da ogni persona in qualunque parte del mondo si trovi, purché abbia un “autentico atteggiamento di penitenza e di perdono” e segua “le orme del Poverello di Assisi”, che conducono alla Porziuncola e all’indulgenza che da essa scaturisce.Orme spirituali che, più che opera di Francesco, che ne è il tramite, sono opera di Dio stesso e di sua Madre e che, perciò, possono essere seguite ovunque e da chiunque.Come se la Porziuncola espandesse i suoi confini fino ai confini del mondo.

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Scrive infatti il Santo Papa Giovanni Paolo II: “A quanti, in autentico atteggiamento di penitenza e di riconciliazione, seguono le orme del Poverello di Assisi e accolgono l’indulgenza della Porziuncola con le interiori disposizioni richieste, auguro di sperimentare la gioia dell’incontro con Dio e la tenerezza del suo amore misericordioso. E’ questo lo “spirito di Assisi”, spirito di riconciliazione, di preghiera, di rispetto reciproco ” (Giovanni Paolo II, Messaggio in occasione della riapertura della Basilica Patriarcale di Santa Maria degli Angeli, 31 luglio 1999, n. 1).Spirito di pace.

Misericordia di Dio. Una delle domande più frequenti (e giuste) è: Perché se uno passa tutta la vita a fare del male e all’ultimo momento si pente, va in Paradiso?Perché il vero pentimento cambia il cuore. Come può Dio mandare all’inferno una persona ormai buona? La giustizia di Dio riguarda soprattutto l’essere. Naturalmente un giorno anche i conti con la giustizia retributiva torneranno, ma questo è un altro discorso.Allora perché Gesù ha detto che in Paradiso ci va chi ha compiuto delle opere di misericordia?Perché Dio ci ha fatto in modo tale che quando ci imbattiamo nelle sofferenze degli altri siamo portati a sentirci coinvolti e interpellati.Le opere di misericordia in qualche modo ci “collegano” con il nostro cuore e con ciò che siamo.

Campanilismo. Quando dei cristiani cadono in quella forma di campanilismo che comporta un certo senso di superiorità e di chiusura, significa che, al di là delle apparenze e delle loro umane convinzioni, in realtà essi, almeno in certi ambiti, non credono affatto nel Vangelo o si limitano a non metterlo in pratica.Di fatto ci possono essere ambiti in cui i cristiani non conoscono Cristo o, se lo conoscono, è attraverso la carne e non in modo soprannaturale. Anche se la differenza fondamentale la fa l’essere o no in grazia di Dio.

Sentire con la Chiesa. Chi ubbidisce alla Chiesa, “sente” con la Chiesa, e gli altri suoi “sentire” e tutti i “sentire” degli altri, li reinterpreta col sentire della Chiesa, in modo da renderli tutti (una volta purificati da ciò che è incompatibile con esso) il sentire stesso della Chiesa.E se il cristiano che ubbidisce alla Chiesa si fosse ingannato? L’inganno, attraverso il sentire della Chiesa, sarebbe solo nei fatti esteriori, ma non nell’anima, perché purificato dal male (che è l’essenza dell’inganno), sarebbe assunto dal sentire della Chiesa. Un po’, ammesso (e non concesso) che non sia mai esistita, la Santa Filomena a cui era tanto devoto il Santo curato d’Ars.

Falsi profeti. Possono i falsi profeti fare, a volte, delle vere profezie? Generalmente no, ma a volte ritengo di sì. Non sono forse uomini, e come tali predestinati alla vita eterna? E molti non sono forse battezzati?Possono fare delle vere profezie così come i mafiosi possono fare dei veri gesti di affetto, che però non cambiano la loro testimonianza malvagia.

Comunicare. Va testimoniato il Vangelo e, di conseguenza, comunicati i principi universali ad esso legati.I principi poi vanno tradotti in pratica. A volte noi, col linguaggio, simuliamo la realtà, ma a certe condizioni semplificate. Spesso ci esprimiamo con espressioni parziali e grossolane, atte però a trasmettere un “nocciolo” che si contestualizza e integra. Dipende anche dai fini che ci si prefigge. Ma va sott’inteso che tutto va interpretato secondo la verità della Chiesa e, se ciò non riesce, allora occorre essere disposti ritrattare. Più vado avanti più mi accorgo dei limiti della comunicazione. La verità, alla fine, la demarcano i principi eterni, che però devono essere percepiti, per come possibile, nella loro sostanza.

Medicina ufficiale. Gran parte della medicina occidentale ufficiale è in gran parte empirica e sempre più sta comprendendo la propria complessità, quanto le varie branche in cui si divide siano connesse e quanto occorra fare un discorso complessivo sull’uomo e sulla persona, cosa che è la base stessa della medicina occidentale, anche quando ce se ne è dimenticati (a causa del positivismo meccanicista). Ma, nonostante certe “dimenticanze” che hanno portato a commettere anche errori, la medicina occidentale ha ottenuto risultati incredibilmente superiori a quelle di altre forme di medicina. Per quale motivo? Gli approcci per rispondere sono molti e quanto scrivo non esclude certo altri modi di affrontare il problema.Premesso che la medicina deve essere sempre aperta, ma anche sempre rigorosa (cosa che dipende molto dagli scienziati, che vanno formati anche filosoficamente), ritengo che la differenza sostanziale sia dovuta al fatto che il pensiero occidentale non confonde la divinità con la materia, anche se la materia dipende sempre da Dio (non c’è posto per la “magia”). E da ciò conseguono molte cose in cui non mi addentro.

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Partiti. I partiti sono leciti per quanto si fondano su principi umani universali (che Cristo ha innalzato all’ordine divino), quali vita e famiglia. Di conseguenza più i partiti di fatto (la sincerità dei politici, che coi partiti sono intimamente connessi, si dimostra coi fatti), si attengono ai principi universali, cioè ai veri valori, più sono leciti. Tali valori devono essere la BASE dei partiti.E’ in sede attuativa che ogni partito dovrebbe trovare la propria originalità, attraverso quelli che potremmo chiamare i principi secondari, principi cioè non universali, ma generali all’interno di un certo partito, da cui origina una dottrina.I principi secondari, perciò, nella loro ESSENZA, sono immutabili: se cambiano, a rigor di logica il partito cessa di esistere (anche se poi l’uomo spesso cambia significato a parole e concetti, spesso però relativizzandolo al solo sentire personale). La dottrina invece può cambiare coi tempi.Ciò non toglie che anche quando i principi secondari cambiano nella SOSTANZA, cioè scompaiono, e il partito, almeno nella sua forma originale, di fatto termina, essi possano lasciare un’eredità buona, una “ispirazione” che può continuare a contribuire a realizzare i principi universali.Le ideologie di fatto tendono a identificare i principi immutabili (che per esse non sono quelli veri, altrimenti non sarebbero ideologie), i principi secondari, la dottrina e, in certo modo, anche le scelte di circostanza, che così diventano quasi “inevitabili”.

Devozioni. A volte i devoti di qualche pratica o di qualche santuario, anche se dovessero ben sapere che l’oggetto della loro devozione è solo una circostanza, mentre è solo la fede e il Vangelo sono l’essenza, un’essenza per tutti e uguale per tutti, insuperabile e che tutto comprende, possono cadere nell’errore DI FATTO di porre l’oggetto della loro devozione come una discriminante, quasi fosse una parte dello stesso Vangelo, come può essere, ad esempio, l’importanza della Madonna nella storia della salvezza.Mi pare che una tentazione del genere la si può riscontrare con particolare pericolosità, ad esempio, tra i devoti della Divina Volontà secondo gli scritti, che io stesso ritengo autentici e un pozzo di sapienza, della Serva di Dio Luisa Piccarreta.Le devozioni sono utili, ma solo come un mezzo, ad esempio come un bicchiere per poter bere. Si può bere anche senza bicchiere, ma in certe circostanze aiuta. E dico UN bicchiere e non IL bicchiere, perché di bicchieri non ce n’è uno solo, ma molti.La realtà è che chi annuncia il Vangelo parla anche delle Divina Volontà secondo lo spirito autentico di Luisa Piccarreta, anche se non lo specifica direttamente, mentre chi annuncia ESCLUSIVAMENTE la devozione della Divina Volontà come bastasse per annunciare tutto il Vangelo, allora non annuncia affatto né il Vangelo, né la Divina Volontà, che ha un grande valore per mettere in luce particolare un aspetto del Vangelo, già operante ed efficace nella Chiesa. E ritengo che chi annuncia il Vangelo beneficia, almeno in germe, dell’essenza di tutte le promesse legate alla diffusione della conoscenza della Divina Volontà, che il Signore vuole far meglio conoscere attraverso un’opera particolare che non è detto non possa essere affiancata da altre simili ma con altre peculiarità.Faccio un esempio approssimativo, generale, semplificato e schematico. Possiamo paragonare il Vangelo ad un immensa residenza con all’interno uno sconfinato palazzo. Si può accedere in questa residenza attraverso una grande entrata che immette in un grandioso parco. Questa entrata, unico accesso alla residenza, è GESU’.Ma chi dal parco, che rappresenta la prima conoscenza di Gesù, spesso una conoscenza più che altro esperienziale, volesse entrare nel palazzo, che rappresenta una conoscenza più profonda e intima del Vangelo, deve prima varcare la porta principale (che rappresenta la Chiesa), dove l’usciere gli consegnerà un pass per accedere nel palazzo anche dalle numerose porte di servizio, tutte diverse. Chi entra dalla porta principale, può entrare e uscire liberamente e visitare in ogni anfratto del palazzo: è uno di casa. E se costui, in date circostanze, trovasse più comodo entrare da una porta di servizio, può farlo. Ma le porte di servizio permettono l’accesso solo in determinati settori del palazzo, che sono delimitati da porte chiuse, che si possono aprire solo col pass ricevuto dall’usciere della porta principale.Perciò: chi crede e annuncia il Vangelo, crede e annuncia tutti i suoi aspetti e, di conseguenza, anche le grazie legate alle devozioni che la Chiesa approva o permette, anche se non lo sa o non lo fa espressamente, mentre chi annuncia solo una devozione, separandola di fatto dal contesto ecclesiale autentico, non annuncia né il Vangelo, né la devozione, in quanto per varcare la “porta” della devozione, occorre essere prima passati dalla porta principale. E se ci si è passati, una volta entrati dalla porta secondaria, occorre usare il pass, in modo da far “comunicare” i “locali” della devozione col Vangelo, altrimenti, senza questa comunicazione che fa accedere ai servizi della cucina, sala da pranzo, ecc., si vive non come a casa, ma come in prigione.

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Sensi umani. Le facoltà umane sono come un tutt’uno, ma il peccato le ha sbilanciate, squilibrate e ridotto la funzionalità.

Nel dubbio, libertà. E’ una delle regole della Chiesa, che vale anche per le visioni e le apparizioni non riconosciute. Alcune di queste hanno dei punti di criticità, che potrebbero però essere agevolmente superati andando alla sostanza delle cose, e hanno dei punti di attendibilità che, però, da soli non rappresentano una garanzia di autenticità. In questi frangenti, possiamo prendere le cose che alla luce della fede ci sembrano buone e che di fatto è da ritenere siano effettivamente buone. Esse possono rappresentare un vero stimolo verso il bene, soprattutto perché è da ritenere che lì sia anche una eventuale specifica grazia.

Il pensiero e lo scritto. In generale si può dire che mentre lo scrivere è per lo più un SERVIZIO, e come tale va pensato e realizzato, il pensare, direttamente, può anche essere solo per se stessi, un po’ come il dono delle lingue in rapporto agli altri carismi. Lo scrivere, come il parlare, non riporta tutto il pensiero e tutta la storia di chi scrive, ma, in ogni caso, trasmette qualcosa della persona, dando espressione al suo essere e, di conseguenza, in qualche modo, anche se non direttamente e distintamente, dando espressione anche all’essenza del suo pensiero (che pur rispettando i “segreti” della persona, si personalizza più o meno direttamente, in tutti in modo originale).Ciò non ha nulla a che vedere coi fenomeni paranormali, ma rappresenta come una sorta di COMUNIONE che dipende dall’anima umana e che è perciò insita e naturale nell’uomo. Ciò però non toglie che tale comunione, si basi su Dio (che è reale ed è naturale per l’uomo entrare in rapporto con lui, anche se come dono). Se Dio, infatti, sostiene il creato, a maggior ragione sostiene l’uomo, che è collegato col resto del creato ma ne è superiore.Tale comunione “naturale”, ordinaria, dipende dall’anima che è in contatto con Dio in modo ad essa naturale, per il solo fatto di esistere (Dio sempre agisce, anche se non necessariamente in modo straordinario, ma in modo solo “ordinario”, come creatore e sostentatore). La grazia di Cristo rafforza, perfeziona ed eleva questa comunione, rendendola soprannaturale.E chi non è in grazia di Dio? Comunica senza Dio, e perciò in modo innaturale e molto più limitato. Comunica col segno negativo e, spesso, comunica una non-comunione anche attraverso il demonio.

Progetto matrimonio. Come per certi animali le tecniche di corteggiamento sono finalizzate ad un progetto, che direttamente consiste nella semplice riproduzione della specie, così nell’uomo l’innamoramento, e perciò l’attrazione, la passione, l’emozione, sono funzionali ad un PROGETTO speciale, che per il cristiano si eleva fino all’ordine divino.Tale progetto, che si concretizza nel MATRIMONIO, è a due ed è sempre unico ed originale. Per questo, per tale progetto, occorre andare oltre ai segni dell’innamoramento e perfino oltre alla bellezza interiore, pure molto importante: occorre cercare di capire la compatibilità della chiamata.Tali progetti non sono schemi, ma richiedono anche la parte umana e proprio per questo è necessario guardare in qualche modo anche alla compatibilità delle chiamate, delle volontà, ecc.Impossibile per l’uomo? Forse, ma non per Dio. Che tutto supplisce. L’uomo è comunque chiamato a fare la sua parte.

Dare la vita. Dare la vita non è sempre sinonimo di morire, che anzi risulta essere un termine riduttivo. Dare la vita non è un modo di dire, ma significa, esattamente, dare-la-vita, cosa che si può fare in vari modi e a vari livelli. Si può fare anche senza morire. Ogni volta che si dà la vita a qualcuno (ad es. un figlio), non solo si dà a costui la possibilità di vivere e vivere in modo più vero, ma si dona anche il proprio essere, cioè si entra in un rapporto di comunione dove anche chi dà, proprio perché dà, riceve vita, perché nell’atto del donare l’uomo realizza se stesso e perciò aggiunge qualcosa al suo cammino e al suo essere. Dando la vita in qualche modo si “prende” la vita degli altri, nel senso che essa diventa propria, diventa parte di sé, non attraverso un processo di assimilazione, ma di comunione, in modo che il proprio sé cresca, diventi più grande e pieno.Dare la vita comporta sempre vita, anche quando si muore, perché è vivere al massimo. Un po’ come fanno gli eroi anche se non muoiono. Il “dare la vita” si realizza in pienezza e in modo soprannaturale in Cristo.Per questo quello che più commoveva i santi riguardo la Croce di Cristo, non era solo la morte innocente del Dio incarnato, ma il suo significato, cioè l’amore infinito e incomprensibile di Dio, che storicamente non si poteva che esprimere meglio che non attraverso la Croce.

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Grazie multiformi. La Chiesa primitiva era molto esigente, soprattutto in campo etico e morale, specie per società libertine come erano spesso quelle pagane di 2000 anni fa. La Chiesa conosceva la misericordia di Dio ma forse non la esprimeva come oggi. Eppure la misericordia era efficace. Eppure il cristianesimo si diffuse rapidamente. Segno evidente della forza della grazia, che si manifesta con caratteristiche tali da essere efficace in ogni tempo.

Consapevolezza e grazia. La consapevolezza, in chi è dotato di ragione, ordinariamente catalizza gran parte della grazia. Ad esempio, la coscienza che la fede dà senso alla croce, catalizza la grazia che Dio dona. Se l’individuo non avesse questa coscienza tramite la ragione, non potrebbe avere (direttamente) fede e la fede non potrebbe dare come frutto la fiducia. Di conseguenza la grazia non avrebbe, in genere, la stessa forza, la stessa libertà di agire, in quanto la natura non partecipa in tutto agli eventi che Dio vuole suscitare a beneficio di tutto l’uomo.La fede dona il senso e la grazia, la ragione le accetta e le grazia può agire.

Differenze. Le differenze intellettuali (e di ogni altro tipo), spesso dovute alle circostanze, sono annullate dalla fede, perché è nella fede la vera sapienza. Non a caso anche a livello umano le verità di fede sono le più soddisfacenti e, nella loro essenza, a disposizione di tutti.Non che riguardo all’ordine spirituale e la grazia le differenze non ci siano, anzi lì le differenze sono ancora maggiori, ma in tale campo, attraverso la fede, la ricchezza di ognuno entra in comunione con quella dei fratelli, in modo che più ci sono le differenze, più esse si comunicano e perciò in un certo senso, più fanno uguaglianza.Tutto è in comunione con gli altri, anche se l’originalità di ognuno rimane. Tutto è compreso in questa comunione spirituale.

Infinito. Se in matematica e in filosofia l’INFINITO è “pane quotidiano”, nella fisica sperimentale, cioè reale e verificabile, tale concetto non è contemplato. Per la fisica sperimentale non tempo, energia, densità… infiniti, non esistono. Perciò non esistono neanche le singolarità come i buchi neri (cioè: probabilmente esistono, ma sono un po’ meno “neri”, cioè non sono delle vere singolarità).Il tentativo di voler infinitizzare l’universo è solo un inconscio tentativo di fare a meno del Creatore, ma così facendo, l’universo viene in qualche modo divinizzato, o meglio viene divinizzata la volontà dell’uomo, che alla fine crede in ciò che vuole, pur non potendolo realizzare.In ogni caso, anche per assurdo l’universo fosse davvero infinito in tutte le sue dimensioni spazio temporali, non sarebbe comunque ETERNO, perché l’ETERNO è un infinito anche in senso TRASCENDENTE. L’Infinito, infatti, più che “estensione” infinita, è “pienezza” infinita, che non può prescindere da Dio.Del resto in matematica tra un punto, che è immateriale, e un altro punto, ci sono infiniti punti, così come tra un numero (immateriale) e un altro. Le grandezze fisiche, invece, cioè quelle “materiali”, non sono continue ma discrete, come la scoperta dei quanti dimostra.Dio può fare tutto, ma se ci ha dato la ragione è per capire la realtà attraverso i parametri della ragione, che non può capire tutto perché solo umana e perché la realtà creata è in qualche modo in relazione con Dio. Di fatto però può accostarsi anche Dio e anche alla stessa Rivelazione con categorie proprie attraverso la teologia, anche se Dio è superiore. Ma se l’uomo non può capire tutto di Dio, non lo può neanche di se stesso e, perfino, della natura materiale, in quanto in relazione col mistero divino e con la Creazione. E non può capire subito tutto. La fretta è cattiva consigliera. Forse una delle cose che più depongono a favore del Modello Standard in fisica è che è a tuttora incompleto.Se tutto conduce a Dio attraverso la contemplazione e la speculazione, la fisica direttamente riguarda la materia, che non è infinita; la matematica riguarda cose che contemplano il concetto di

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infinito senza però arrivare a Dio; la filosofia tratta anche di Dio secondo i criteri della ragione; mentre la teologia tratta direttamente della Rivelazione che Dio ha fatto di se stesso.

Carismi e Gerarchia. Se la Chiesa non può fare a meno dei carismi per essere stimolata, i carismi non possono fare a meno della Chiesa per produrre frutti. Se nel dubbio sull’autenticità di un carisma ti senti stimolato a vivere il Vangelo, ne hai comunque tutta la grazia e ne godi i frutti. Quando si è in dubbio: credere o no? Oppure restare nel dubbio? La risposta ce la dà la ragione illuminata dalla fede. Quella è la via migliore per noi, quella è la concreta e realista volontà di Dio per noi. L’attesa e il non sapere spesso è vivere il Vangelo, è Vangelo vissuto, come il Vangelo stesso ci dice e dimostra.Testimoniare i messaggi? Deve essere testimoniare il Vangelo. E se qualcuno non crede ai messaggi ma è stimolato a credere più nel Vangelo, crede, se sono autentici, anche ai messaggi. Se la fede forte porta a credere, allora occorre credere.Inoltre, se un’apparizione privata legata ad luogo assume le caratteristiche proprie della Chiesa (salvezza, annuncio dei messaggi…), che non è legata ad un luogo in particolare se non come evento storico anche quando questo assume importanza nella storia della salvezza, ma è universale, o la rivelazione non è vera, o, se è vera, va interpretata e relativizzata. Anche fosse approvata dal Vescovo in quanto l’approvazione protegge e giustifica chi vi crede e permette che gli arrivino le grazie secondo quelle pratiche e quella fede espresse secondo la Chiesa, ma non ha il peso della Chiesa universale.E’ la Chiesa gerarchica a esprimersi ufficialmente sui carismi, comprese le apparizioni, e sui fenomeni mistici.L’approvazione della Chiesa legittima il seguire un carisma, ad esempio un’apparizione, e dà più forza alla grazia, aumentandone la “portata”. Se il fenomeno si propone come universale, ad un certo punto è richiesta l’approvazione non più del solo Vescovo locale, ma della Santa Sede.Se la Chiesa riguardo ad un carisma lascia libertà di credere o meno, occorre agire secondo la coscienza, sorretta dalla ragione illuminata dalla fede della Chiesa, e perciò in modo conforme al buon senso. In tal modo, riguardo alle cose conformi alla retta dottrina e comunque alla buona fede, ci saranno comunque dei frutti secondo la volontà di Dio e secondo la fede dei fedeli.Se la Chiesa invece proibisce (cosa diversa dal “non constant…” o dal proibire cose come l’uso di una certa espressione o di una certa azione in se stessa), toglie legittimità ed interrompe, se mai vi sia stato, il flusso della grazia. In modo inappellabilmente definitivo quando a proibire è la Santa Sede.Nessuno è tenuto a essere certo di cose in cui la Chiesa universale non si esprime. Anche i santi si sono a volte sbagliati riguardo ai doni, ai carismi e alle apparizioni. Basti ricordare il Santo Papa Giovanni XXIII che non credeva alla santità di Padre Pio e al Santo Curato d’Ars che non credette alle apparizioni della Salette. O, se le apparizioni di Medjugorje sono false, a San Giovanni Paolo II Papa e al venerabile padre Emiliano Tardif, che credevano alle apparizioni della Madonna.Conta SOLO la fede nella Chiesa. Il resto è circostanza che, autentica o meno, se legittimamente si crede, deve esprimere la vera fede.

La Chiesa e il fenomeno Medjugorje. Medjugorje forse è un inganno e la Chiesa probabilmente a breve interverrà con delle limitazioni a suo riguardo a cui occorre adeguarsi.Ma anche fosse opera del demonio, Dio non abbandona il suo popolo nelle mani del maligno, soprattutto se la Chiesa aveva lasciato liberi nei riguardi del fenomeno. Dio interviene e agisce. Anche per questo è difficile discernere il bene e il male che spesso si possono intrecciare. Basti pensare alle vocazioni sorte con l’ausilio di Medjugorje: difficilmente sono tutte false e la Chiesa cercherà in ogni caso di salvare il salvabile.Il semplicismo in certi casi può essere molto dannoso e certi fenomeni, al di là della loro origine, comunque non sempre così chiara e facilmente definibile, possono essere molto complessi. Il

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semplicismo, perciò, così come il voler sapere tutto e subito, in campo religioso, così come in altri campi, come quello scientifico, può favorire il pensiero ideologico.Se l’origine del fenomeno Medjugorje fosse demoniaco o fosse comunque un imbroglio bene orchestrato (in cui il demonio si insinua), non c’è da meravigliarsi se molti non hanno capito: il demonio è più potente. Anche gli eletti possono non capire, ma non possono essere ingannati perché seguono la Chiesa. Finché la Chiesa non si esprime, si può sbagliare giudizio, ma non essere ingannati. Dopo, però, occorre ubbidire.Chi cerca senza sapere la meta può sbagliare percorso e meta, chi cerca conoscendo la meta, può solo sbagliare percorso e comunque, con la meta davanti, anche quel percorso sarà un passaggio verso la meta. Chi non cerca sicuramente sbaglia tutto e più di tutti, anche se non prendesse nessun percorso.Per chi ha voluto seguire Medjugorje per crescere nella fede della Chiesa, Medjugorje è stato uno strumento autentico di fede, anche se apparizioni non fossero autentiche. Chi cerca Dio lo trova ovunque, anche a Medjugorje, e, alla fine, anche il male viene usato da Dio a fin di bene e anche il demonio, anche se non vuole, opera in qualche modo per la gloria divina.Bene e male non si possono mischiare nella loro essenza, ma spesso è difficile vederli separati con chiarezza perché sono aggrovigliati. La separazione del bene dal male, perciò, non è tanto una separazione fisica e geografica, ma è fatta di scelte e di segni, che a volte possono comportare anche un allontanamento fisico.Non necessariamente gli anticristi devono insegnare cose cattive (anche se di fatto degli errori essenziali poi, alla fine, si trovano sempre, anche se spesso camuffati). Potrebbero dire tutte cose innegabilmente belle, come la preghiera, il digiuno, il Rosario… Cose sante, anche a Medjugorje se fosse tutto falso, se fatte con amore.Più che sulle eventuali eresie dei messaggi, che ci potrebbero essere, io mi soffermerei sul modo in cui si propongono, come una via speciale, non esplicita, ma di fatto. La stessa commissione vaticana, pare, si soffermi più sulla banalità dei messaggi che non sulle eresie (ma se sbaglio ne prendo atto). Del resto i messaggi dicono di fare riferimento al Vangelo (se mai l’errore più che sulle parole, che pure ci saranno, starebbe in ciò in cui insistono e negli accenti e sottintesi che danno). Del resto anche frasi dei santi e perfino della stessa Bibbia, prese fuori dal contesto, possono sembrare contraddittorie con la dottrina della Chiesa.L’errore principale, perciò, potrebbe consistere nel creare una super Chiesa di fatto. Cioè un’altra Chiesa. E questo, nel caso di Medjugorje, autentica o meno che sia, avviene quando una massa di persone comincia a credere che, chi crede a Medjugorje, abbia un’unzione sostanzialmente diversa da quella degli altri fedeli. Anche se i messaggi di Medjugorje non cambiassero nulla del messaggio cristiano, dando però un senso di esclusività o, se vogliamo, non centrandosi su Cristo RISORTO, il Cristo della Chiesa, distorcessero anche impercettibilmente le linee della “mappa”, in modo che, alla fine, non si arriverebbe alla meta che si voleva.Prima di seguire Medjugorje, mi informai bene della posizione della Chiesa ed esaminai i messaggi e i frutti che erano di mia conoscenza. Domandai al mio direttore spirituale e mi disse che si potevo andare. Gli chiesi allora: “E se fosse opera del demonio?”. Mi rispose che (essendoci le condizioni per andare sia per la libertà che la Chiesa lasciava che per la ragione), se andavo per dare culto a Dio e alla Madonna, avrei dato culto a Dio e alla Madonna. La Chiesa è sempre stata il mio punto di riferimento. E se la Chiesa può supplire (supplet ecclesia) riguardo alle azioni sacramentali non valide, rendendo validi i Sacramenti (come a volte è avvenuto con dei falsi sacerdoti), perché non può supplire riguardo gli eventi medjugorjani?

Fenomeni storici. A volte i fenomeni storici sono tanto complessi che spesso chi ha ragione è cattivo e ha torto su varie cose, mentre chi ha torto è buono e ha delle ragioni.

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Solidarietà. Se San Martino avresse diviso il mantello con cento poveri non avrebbe risolto niente. Ma se il ragazzo dei 5 pani e 2 pesci non li avesse messi a disposizione di tutti, non sarebbe avvenuto il miracolo. Nessuno dei due ha sbagliato: occorre sapere quale è la volontà di Dio, che ordinariamente non compie miracoli ma ispira opere umane. Ma è anche innegabilmente (non riguardo San Martino) una questione di fede perché, se ci si fidasse di Gesù, che ha richiesto esplicitamente i pani e i pesci, avverrebbero molti più miracoli e prodigi.

Comunione dei beni spirituali. Se alcuni santi si sono comunicati al Corpo di Cristo attraverso un’Ostia consacrata apparsa misticamente, qualunque altra grazia, che dall’Eucaristia sorge e all’Eucaristia conduce, si può comunicare misticamente.

Creazione. Alcuni scienziati affermano che l’universo è apparso dal nulla. Potrebbe essere, ma essi avrebbero dovuto dire: “teoricamente l’universo potrebbe essere apparso dal nulla a determinate condizioni”. Pare infatti che a certe condizioni energetiche la materia potrebbe sorgere dal “nulla”. Ma c’è un ma. Ammesso che quello che tali scienziati dicono possa essere vero, il nulla a cui essi fanno riferimento, in realtà sarebbe qualcosa e qualcosa che ha a che fare con l’energia e con delle leggi universali, con delle condizioni iniziali e con delle potenzialità.Per una creazione dal nulla occorre Dio. Che è tutt’altro che il nulla. Ma è trascendente alla natura creata. Egli solo può creare ciò che non è.

Fare a Gesù e ricevere da Gesù. Come nel fare il bene occorre vedere negli altri Gesù, occorre vederlo anche in chi ci dona del bene.Solo così il nostro amore in “uscita”, come in “entrata”, può soddisfare pienamente il nostro cuore, desideroso di dare di più di quello che può dare e di ricevere di più di quello che gli altri ci possono dare. Anche se, dice San Francesco, è DANDO che si riceve.

Apparenza ed essenza. Spesso noi vediamo il mondo come se si sovrapponessero due immagini, due visuali. Come vedessimo in due televisioni, una dentro l’altra, dove una ci manda immagini più scarne, ma più importanti, e l’atra invia immagini più ricche e colorate, ma di nessuna o poca importanza.La prima immagine rappresenta ciò che è essenziale e la seconda ciò che è circostanza o totalmente inutile.Di fatto per un credente poche sono le cose da credere per fede e poche sono le cose essenziali da perseguire. Il resto sono idee, opinioni, eventi, spesso, anche buoni, ma non essenziali e in gran parte opinabili.Riconoscere le cose spesso è difficile e, per farlo, occorre cominciare liberarsi dalle idee preconcette.

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