Appunti dalle lezioni - biozootec.it · convulsioni e paralisi). ... si manifestano con disturbi...

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2014 Coldiretti La Spezia Regione Liguria Repubblica Italiana Commissione Europea Erbe velenose per conigli Appunti dalle lezioni

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2014

Coldiretti La Spezia Regione Liguria Repubblica Italiana Commissione Europea

Erbe velenose per conigliAppunti dalle lezioni

Maurizio Arduin

Dicembre 2014

Erbe velenose per conigliAppunti dalle lezioni

Coldiretti La Spezia Regione Liguria Repubblica Italiana Commissione Europea

“Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale L’Europa investe nelle zone rurali

AZIONE A) – FORMAZIONE PROFESSIONALE - MISURA 111”Progetto Dimostrativo CUNISAFE

AutoreMaurizio Arduin

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Pubblicazione edita da:Centro Studi Règia Stazione sperimentale di pollicolturaVia G.B. Conti n. 24 – Lendinara (Rovigo)Dicembre 2014

È consentita la riproduzione di testi, tabelle, grafici ecc. previa autorizzazione da parte del Centro Studi Règia Stazione sperimentale di pollicoltura, citando gli estremi della pubblicazione.

Pubblicato online nel Dicembre 2014 da Centro Studi Règia Stazione sperimentale di pollicoltura

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Erbe velenose

IndiceIntroduzione ............................................................................................................

Quali sono le piante velenose ......................................................................

Come comportarsi in presenza di avvelenamenti ...........................

Per avere un pascolo sicuro ..........................................................................

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IntroduzioneNegli ultimi anni si è andata diffondendo la tecnica di allevamento del coniglio in garenna o in arche mobili consentendo il pascolamento delle erbe presenti nei pascoli. L’allevamento part-time e l’allevamento biologico hanno inoltre diffuso la raccolta e conservazione di erbe e fronde per l’alimentazione del coniglio.Molte piante però presentano sostanze tossiche come alcaloidi e glucosidi e la loro ingestione è dannosa agli animali. Altre piante invece possono provocare avvelenamento per un elevato contenuto di minerali come i nitrati, il cadmio, ecc. A volte invece alcune piante possono essere tossiche quando sono infestate da parassiti animali o vegetali. Altre piante infine, sono dannose, anche se non contengono sostanze tossiche, perché provocano, con i loro aculei, lesioni traumatiche alla mucosa boccale e alla lingua.

Erbe velenose

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Elenchiamo di seguito le principali piante di cui è riconosciuta l’azione tossica per i conigli. In genere la tossicità delle piante di seguito elencate è riferita allo stadio vegetativo verde ma le cose non cambiano per i relativi fieni o porti essiccate della pianta. Gli animali sono in genere in grado di evitare la maggior parte delle erbe velenose, specialmente quelle che emanano particolari odori. Questa possibilità di scelta viene però molto limitata quando il coniglio si alimenta con foraggi secchi (fieni) dove le varie piante velenose sono mescolate con altre e rendono praticamente impossibile ogni qualsiasi operazione di scelta da parte degli animali. Va inoltre considerato che la fienagione, che tra l’altro è un processo che determina una forte perdita di acqua dei foraggi, favorisce la concentrazione delle sostanze tossiche aumentandone la pericolosità. Alcune erbe comunque (come l’equiseto) sono tossiche solo allo stato verde (fresco) e in questo caso la fienagione previene l’insorgere di intossicazioni da parte di questa pianta.

Abete (Abies alba)Albero maestoso alto fino a 40-50 metri diffuso nelle foreste montane dell’Appennino e delle Alpi. È presente anche nei giardini e nei parchi pubblici e privati.Gli aghi di questa pinta sono tossici.

Acetosella (Oxalis acetosella)Pianta erbacea perenne alta 20-25 cm. diffusa nel sottobosco ombroso e fresco delle zone montane e pedemontane.

Aconito (Aconitum napellus)Pianta erbacea perenne alta 50-90 cm. È spontanea al limite dei boschi e nei prati pascoli umidi e grassi di montagna. Causa paralisi cardiaca o sespiratoria.

Ailanto (Ailanthus glandulosa)Albero di 10-15 metri a chioma espansa. Diffuso negli incolti, scarpate e siepi con la robinia. Sono tossiche le foglie

Anemone (Anemone narcissiflora)Pianta erbacea alta 10-40 cm. È presente nelle praterie e nelle conche erbose dell’Appennino

Quali sono le piante velenose

centrosettentrionale e nelle Alpi. Sono tossici sia quelli primaverili che quelli estivi.

Avorniello (Cytisus laburnum)Arbusto o alberello alto 3-5 metri diffuso nella macchia e nei boschi di collina e di montagna. È facile trovarlo anche nei pendii asciutti e assolati. Sono tossiche le foglie

Belladonna (Atropa belladonna)Pianta erbacea perenne alta oltre un metro. Diffusa nei boschi freschi e cedui delle zone montane e pedemontane. Tollerato in piccole dosi ma già 5-20 bacche possono essere tossiche e mortali con tachicardia e delirio.

Bosso (Buxus semprevirens)Si presenta come un arbusto sempreverde a portamento cespuglioso o in forma di piccolo alberello. In forma selvatica è presente nei terreni calcarei e asciutti delle aree montane e pedemontane dell’Italia centro settentrionale.

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Diffuso anche in giardini e parchi. Le foglie sono altamente tossiche

Cavolaccio (Brassica oleracea)Cavolo selvatico che cresce, nel periodo primaverile – estivo, nelle radure e zone aperte.

Ciclamino (Ciclamen europaeum)Pianta erbacea perenne munita di un grosso tubero. Diffuso nelle macchie e nei sottoboschi ombrosi e freschi di montagna e alta collina. Foglie e frutti non sono tossici ma il bulbo è pericoloso.

Cicuta (Conium maculatum)Pianta erbacea biennale con fusto eretto può superare il metro di altezza. Cresce nei luoghi

erbosi e umidi, dal mare alla zona pedemontana in tutta la penisola e le isoleQuesta ombrellifera che emana un odore piuttosto intenso e sgradevole viene evitata dal coniglio al pascolo. Se la si raccoglie, nel tardo autunno, con i foraggi, e diventa fieno, l’animale non è più in grado di operare una cernita. L’avvelenamento nel coniglio è caratterizzato da aumento della secrezione salivare, disturbi colici e nervosi (tremori, in coordinamento dei movimenti, convulsioni e paralisi).

Colchico autunnale (Colchicum autumnale)Pianta erbacea perenne provvista di bulbo-tubero. Diffusa nei prati pascoli collinari e montani. Conosciuto anche come zafferano bastardo, nel periodo che va da maggio a giugno, cioè quando questa pianta fruttifica, i conigli possono essere esposti a questa forma di intossicazione. I sintomi dell’avvelenamento compaiono in breve tempo e si manifestano con disturbi gastro-enterici e con diarrea spesso sanguinolenta.

Cuscuta europea (Cuscuta epithymum)Pianta erbacea annuale molto diffusa e parassita dei campi di leguminose. È tra le piante più tossiche per il coniglio. Cresce spesso in associazione con le ortiche e nei campi di fave. I conigli avvelenati presentano una enterite iperacuta emorragica alla quale segue, in breve tempo, la morte.

Digitale (Digitalis purpurea)Pianta erbacea biennale diffusa nel prati soleggiati. Può essere coltivata nei giardini.

Edera (Hedera helix)Pianta rampicante con fusti aderenti ai sostegni. Molto diffusa. Sono pericolose le bacche che causano sintomi gastroenterici.

Elleboro (Helleboro radicana e H. viribis)Pianta erbacea rizomatosa molto odorosa. Diffusa nei prati freschi di collina e montagna. Sono tossiche sia le varietà spontanee che quelle ornamentali

Equiseto (Equisetum arvense)Conosciuta anche come coda di gatto o coda cavallina, può essere velenose se ingerita allo stato fresco.

Erba mora (Solanum nigrum)Erba annuale alta 30-50 cm che produce frutti di

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color nero. Diffusa nei prati e aree incolteCausa dolori addominali, vomito e diarrea emorragica.

Felce (Pteridium aquillinum)Pianta erbacea perenne molto diffusa alta fino a 50 cm. A volte questa pianta secca viene utilizzata per la preparazione delle lettiere e occasionalmente ingerita dagli animali.

Gigaro (Arum maculatum)Pianta perenne con rizona tuberoso alta 30-50 cm. Diffusa in luoghi ombrosi e freschi di collina e montagna in special modo ai margini dei boschi, delle siepi e lungo i bordi dei fossi.

Giusquiamo (Hyoscyamus niger)Pianta annua molto odorosa alta fino a 70-90 cm.

È diffusa nelle marcite e spiagge incolte. Contiene alcaloidi che provocano allucinazioni, delirio, alterazione del battito cardiaco e morte.

Grano saraceno (Fagopyrum esculentum)L’ingestione di questo cereale provoca una forma di avvelenamento nota come “fotopirismo”. Il coniglio diventa molto sensibile ai raggi solari con lesioni cutanee e forte prurito.

Lauroceraso (Prunus laurocerasus, Laurocerasus officinalis)Si presenta in forma di arbusto o alberello alto fino a 5-7 metri viene coltivato come pianta ornamentale. Contiene una tossina (acido idrocianidrico e prussico) la cui azione è molto rapida e blocca la “respirazione cellulare” manifestando convulsioni e

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paralisi cerebrale. Sono molto pericolose le foglie.

Loglio (Lolium perenne)Graminacea infestante alta 10-20 cm diffusa nei prati.

Mandorlo (Amygdaluscommunis)Albero coltivato alto 5-10. Sono tossiche le foglie

Mercuriale (Mercurialis annua)Erba annuale alta 20-30 cm a foglia larga diffusa nei prati.

Pesco (Prunus persica)Albero coltivato a medio portamento. Sono tossiche le foglie

Pomodoro Pianta erbacea annuale coltivata. I frutti possono essere somministrati senza problemi, anzi sono anche graditi. Le foglie e gli steli sono tossici.

Ranuncolo (Ranunculus acer)Pianta perenne molto diffusa nei prati.

Segale cornuta Erbacea coltivata. La segale può ospitare un fungo molto tossico che può provocare l’ergotismo nel coniglio e cioè una gangrena secca delle orecchie che si manifesta con una necrosi dei tessuti delle orecchie che si presentano nere, secche e mummificate.

Senape bastarda Erba infestante diffusa. Sono tossiche le radici

Stramonio (Datura stramonium)Pianta erbacea annua con aspetto caratteristico. Frequente nei terreni incolti con preferenza in quelli sabbiosi.

Tabacco (Nicotiana tabacus)Pianta erbacea coltivata. Causa dolori addominali, vomito e diarrea emorragica.

Tasso (Taxus spp.)Albero sempreverde di 10-15 metrisporadico nei boschi e coltivato in parchi e giardini. Piuttosto frequenti nel coniglio dato che è molto ghiotto delle foglie (sono le più pericolose specialmente se di colore intenso) e delle bacche di questa pianta. Un consumo prolungato porta alla manifestazione di forme paralitiche.

Trifoglio (Trifolium pratense)Pianta coltivata molto diffusa. È stato appurato che anche questa pianta può determinare intossicazione con sintomatologia nervosa e disturbi nutrizionali.

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Il coniglio è sempre stato considerato un animale delicato e spesso quando si manifestano situazioni anomale, che portano alla sua morte, si pensa sempre alle solite malattie infettive o parassitarie. Anche portando gli animali ad un Istituto Zooprofilattico spesso viene diagnosticata la causa più evidente senza indagare maggiormente. In genere ad una diagnosi per morte da avvelenamento naturale ci si arriva solo per esclusione cioè quando tutte le altre ipotesi trovano esito negativo. A dire il vero però è quasi impossibile determinare con precisione un avvelenamento da sostanze

Come comportarsi in presenza di avvelenamenti

vegetali naturali. Per fare una diagnosi precisa di avvelenamento è necessario cercare il principio attivo tossico. In questo caso è possibile, presso gli Istituti Zooprofilattici, ricercare l’avvelenamento per sostanze chimiche (diserbanti, ecc.) o per antiossidanti (veleni per topi ecc.) mentre non è possibile risalire ad una morte per veleno vegetale dato che non esistono gli “standard” di confronto e comunque il costo sarebbe molto alto. L’unica possibilità è ricercare, nello stomaco dell’animale, la presenza di residui di piante e in questo caso il lavoro compete più ad un botanico.

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La zona di pascolo deve essere delimitata e all’interno è necessario eliminare quelle piante che vengono considerate nocive per il coniglio. È poi possibile realizzare anche delle semine con essenze particolarmente adatte al coniglio. In questo caso si consiglia di realizzare pascoli in rotazione per consentire uno sviluppo della vegetazione. Un miscuglio consigliato è il seguente: colza, ravizzone, rapa, veccia, carota da foraggio, cavolo

Per avere un pascolo sicuro

da foraggio, lupino dolce, barbabietola da foraggio e da zucchero. In alternativa si possono delimitare delle aree con una rete alta 40 cm., seminare delle essenze utili al coniglio e poi una volta sviluppatasi la vegetazione si toglie la piccola rete di delimitazione e si consente il pascolo ai conigli. Le essenze preferite da seminare sono: barbabietola da foraggio, barbabietola da zucchero, cavolo da foraggio, verza e rape.

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