APPROVATA LA LEGGE SULL’AGRICOLTURA SOCIALE · 03 nuova agricoltura rie, le quali verranno...

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M E N SILE DIN FO RM AZIONE TECNICO PROFESSIONALE DELLA CONFEDERAZIONE IT ALIANA AGRICOL TORI - CIA AL T A LO M BARDIA nuova agricoltura Autorizz. Trib. Como 8/77 del 6/4/77 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1, comma 1, DCB Como” - Prezzo dell’abbonamento: Italia Euro 5,50 03 06 n°8 Settembre 2015 CORSI per la sicurezza sui posti di lavoro CIA ALTA LOMBARDIA

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MENSILE D’INFORMAZIONE TECNICO PROFESSIONALE DELLA CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI - CIA ALTA LOMBARDIA

nuovaagricolturaAutorizz. Trib. Como 8/77 del 6/4/77 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1, comma 1, DCB Como” - Prezzo dell’abbonamento: Italia Euro 5,50

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n°8 Settembre 2015

Corsiper la sicurezza

sui posti di lavoro

CiA AltA lombArdiA

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nuova agricoltura

EDITORIALE

Di Peppino Titone

sommArio

Sessanta milioni per l’operazio-ne 4.1.01. Questi i soldi che Regione Lombardia ha allocato sulla misura del PSR 2014-2020 per sostenere gli inve-stimenti nel sistema agricolo regiona-le. Si tratta di uno dei provvedimenti più attesi dagli imprenditori agricoli lombardi, in particolare da coloro che attendevano ai blocchi di partenza la pubblicazione del bando per dare av-vio agli investimenti programmati ma-gari da mesi.

E dopo tanto attendere, eccolo finalmente il bando dell’operazione, pubblicato sul BURL, con diverse so-stanziali novità rispetto all’impianto dell’analoga misura 121 della passata programmazione 2007-2013.

Nel rimandare, per la lettura in-tegrale del bando, al sito www.cia-altalombardia.it da dove è possibile scaricare il documento, proviamo in questa sede ad illustrare sintetica-mente gli aspetti più rilevanti dell’o-perazione, a cominciare dal punto che riguarda i beneficiari, i quali dovranno questa volta soddisfare due essenziali requisiti per potervi accedere: esse-re imprenditori agricoli professionali, eventualmente anche sotto condizio-ne (scelta del tutto condivisibile) e, nel caso, di investimenti che attengono il settore zootecnico, essere in regola con la normativa che riguarda l’inqui-namento delle acque da nitrati; il ché potrebbe sembrare plausibile se non fosse per l’oggettiva impossibilità che molte aziende hanno nel risultare an-che formalmente - oltre che nella so-stanza - conformi alla direttiva nitrati. Il problema, ben noto ai nostri lettori, è quello dei molti terreni che, benché condotti ed utilizzati ai fini della gestio-ne dei reflui dalle nostre aziende, non possono essere dichiarati nei rispettivi fascicoli aziendali a causa dell’indispo-nibilità dei proprietari a formalizzare tali conduzioni; condizione, questa, che rende molte aziende incapaci di rispettare i parametri azoto/superficie previsti dalla direttiva.

Passando al capitolo che descri-ve gli investimenti finanziabili, questi riguardano in primo luogo i miglio-

ramenti fondiari che comportano la costruzione, ristrutturazione, restauro o risanamento conservativo di edifici strumentali per lo svolgimento delle attività agricole, l’acquisto di impian-ti per la lavorazione, conservazione e vendita dei prodotti, l’impianto di col-ture arboree purché dotate di reti anti-grandine. Il sostegno per l’acquisto di nuove macchine è limitato alle parti-colari caratteristiche che tali macchine devono avere, dettagliate nell’allegato 1 delle disposizioni attuative.

Espressamente esclusi da finan-ziamento sono gli edifici destinati ad abitazione, ad ufficio, ad attività agri-turistica (per i quali è previsto uno spe-cifico obiettivo), le scuderie e altri edi-fici destinati al settore equino che non siano inerenti alla produzione di carne, oltre ad una serie di ulteriori interventi dettagliati nel bando al quale si riman-da per la consultazione.

La spesa massima ammissibile per ciascuna domanda presentata è di 3 milioni di Euro (spesa massima di 6 milioni per l’intera programmazione 2014-2020). L’importo minimo della spesa è invece di 20 mila Euro per le aziende operanti in zona montana, di 40 mila Euro negli altri casi.

La percentuale dell’aiuto varia dal 35 al 45%, a seconda dell’ubicazio-ne dell’azienda dove viene effettuato l’investimento (45% in zona montana, 35% nelle altre zone). Tali percentuali risultano inoltre incrementate, rispetti-vamente al 55 e 45%, nel caso in cui l’azienda sia condotta da un giovane agricoltore.

Fin qui, nulla di particolarmente innovativo rispetto alla vecchia Misu-ra 121, fatto salvo, forse, per quanto riguarda il requisito di imprenditore agricolo professionale che nella pas-sata programmazione, a differenza di quella attuale, non risultava essere un fattore discriminante.

Per trovare gli aspetti di sostanziale novità occorre scorrere il bando fino al punto 10 che riguarda i criteri di valu-tazione.

La prima di tali novità è quella che riguarda la formazione delle graduato-

Dal 3 Settembre al via le domande di contributo per gli investimenti aziendali

nuova agricolturaMensile d’informazione tecnico professionale dellaConfederazione Italiana Agricoltori - CIA Alta Lombardia

Direttore responsabile: Peppino Titone (e-mail: [email protected])

Edito da: CO.S.AGR.I. S.c.r.l. - Como via Morazzone, 4

Redazione: Como, via Morazzone, 4Tel. 031.26.45.61 - Fax 031.30.76.55

Stampa: Rindi

Abbonamento annuale Italia: Euro 5,50Spedizione in abbonamento postale 45%Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96.Domanda di iscrizione al Registro degli Operatori diComunicazione (R.O.C.) presentata in data 09/01/2002.

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Merate - Via Statale, 5R - Tel. 039.99.00.553 - Fax 039.99.00.193

Appiano Gentile - Via Volta, 24 Tel. 031.97.03.79/031.97.03.80 - Fax 031.35.33.392

Sondrio - Via Nazario Sauro, 44 Tel. 0342.21.75.63 - Fax 0342.21.42.91

Merone - Via Pertini, 1 Tel. 031.61.73.93 (Inac) Tel. 031.651743 (Cia) - Fax 031.61.84.928

Gorle - via Roma, 85 - Tel. 035.214247 - Fax 035.222017

Comerio - via Piave, 16 - Tel. e Fax 0332.732376

2Dal 3 Settembre al via le domande di contri-buto per gli investimenti aziendali

3 Approvata la legge sull’agricoltura sociale

4Corsi CIA Alta Lombardia per la sicurezza sui posti di lavoro

5 Lombardia, sul latte accordo a metà

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Quote latte, Mipaaf: saranno restituiti 97 mln a oltre 10 mila aziende

Piano da 120 milioni di euro per sostenere il latte italiano

7Granlatte aumenta il prezzo del latte a 37 centesimi di euro al litro

8La Cabina di Regia della «Rete del Lavoro agricolo di qualità”

9 Il regime Pac dei piccoli produttori

10PSR lombardo, sveliamo le misure agroam-bientali

11PSR lombardo, tutti attendono la 16

Sostegno allo sviluppo locale Leader

12“La razza bovina piemontese”, il nuovo ma-nuale d’allevamento del dr. Massimiliano Elli

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Fatturazione elettronica: le novità sugli adempimenti telematici

Vacanze: agriturismi premiati nella prima estate col segno più, presenze in aumento del 5%

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Svolta nell’import-export del vivaismo: mai più piante “figlie di nessuno”

IRAP, Martina propone abolizione per imprese agricole i commenti: innovazione e onestà si traducono in sviluppo

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In cantiere la rimodulazione dell’Iva speciale sulle aziende agricole

Terreni agricoli, IMU entro il 30 ottobre 2015: sarà cosi?

Abuso del diritto ed elusione fiscale: ecco le regole

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rie, le quali verranno ripartite in due distinte sezioni: una prima riservata alle azienda di montagna alle quali viene riservato un plafond di 20 milioni di Euro del totale di 60 milioni, una seconda, nella quale rientreranno tutte le altre aziende,con 40 milioni assegnati. Resta così confermata la volontà di garantire una riserva minima all’agricoltura dei territori più vulnerabili della nostra montagna, sottraendo tali azienda da una competizione con gli altri richiedenti che risulterebbe del tutto impari e, di conseguenza, ecces-sivamente penalizzante.

La vera grande sorpresa del bando, però, che riguarda tutti i richiedenti, siano questi operanti in zona montana o meno, è quella che appare in due distinte tabelle, la nume-ro 3 e la numero 7 (rispettivamente per al montagna e per la “non montagna”) come una sorta di test di ammissione, il quale comporta l’esclusione dalla possibilità di avanzare alcuna domanda da parte di coloro che non riescono ad ac-cumulare un punteggio minimo di 30 rispetto ai pre requisiti richiesti: obiettivo, questo, tutt’altro che scontato anche in quei casi che a prima vista sembrano più degni di premialità.

Nel far la differenza fra i 30 punti necessari per presen-tare la domanda ed una sorta di punteggio base correlato al tipo di investimento concorrono una serie di criteri che riguardano: la sostenibilità ambientale correlata all’inve-stimento, il contributo alla mitigazione dei cambiamen-ti climatici, il contributo al miglioramento della gestione degli effluenti zootecnici (esclusi, però, gli interventi per l’adeguamento alle norme), il ridotto impatto dell’attività agricola sull’aria, sull’acqua e sul suolo ed infine, la sosteni-bilità economica dell’investimento valutata quale rapporto fra costo dell’intervento proposto e “produzione standard aziendale”.

Per quanto riguarda quest’ultimo punto, in particolare,

appare evidente che in molti casi questo rappresenterà uno scoglio contro il quale sono destinate a naufragare molte speranze di finanziamento. Sarà anche motivo, riteniamo, di non poche polemiche e contestazioni per le modalità con cui tale criterio è stato introdotto.

Fatto salvo, infatti, il criterio, per molti aspetti condivi-sibile, che intende privilegiare quegli investimenti che, a parità di costo, si inseriscono nelle realtà produttive più vitali, la soluzione escogitata per conseguire tale obiettivo appare tutt’altro che scevra da criticità.

Se da un lato, infatti, il numeratore del rapporto (il costo dell’investimento) è un dato certo ed incontestabile, per quanto riguarda il secondo fattore che riguarda la capacità produttiva dell’azienda, appare quanto meno discutibile la scelta di misurare tale fattore con il metro della “produ-zione standard aziendale” ricavata dalle tabelle INEA: un dato del tutto virtuale, il quale non tiene conto di alcuni fondamentali elementi, specifici dell’azienda richiedente, i quali possono fare in molti casi la differenza fra un utile contributo e un contributo a perdere.

Un dato che non tiene conto, ad esempio, del valore che deriva dai processi di trasformazione della materia pri-ma effettuati in azienda, così come non tiene conto della diversa efficienza produttiva delle aziende o del maggior valore aggiunto che deriva dalla vendita diretta o dalle co-siddette attività connesse.

E ovvio che una selezione delle domande che tenga in considerazione tutti questi fattori comporterebbe una ben diversa difficoltà rispetto all’applicazione della formuletta che troviamo nel bando della misura; la quale, per quanto banale sia, ha tuttavia il pregio di riuscire a sottrarre la re-sponsabilità della scelte a chi tale responsabilità dovrebbe assumersi. Il ché sembra essere di fatto ciò che importa.

APPROVATA LA LEGGE SULL’AGRICOLTURA SOCIALEApprovata la legge che riconosce e valorizza tutte quelle esperienze nate dalla società civile e dagli imprendi-tori agricoli per unire sostenibilità economica, ambientale e sociale e concepire la multifunzionalità agrico-la anche in ambito sociale.Le principali novità:- Viene introdotta la definizione di

agricoltura sociale. In questo am-bito rientrano le attività che preve-dono:a) l’inserimento socio-lavorativo

di lavoratori con disabilità e la-voratori svantaggiati, persone svantaggiate e minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione sociale;

b) prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali attraverso l’uso di risorse mate-riali e immateriali dell’agricoltu-ra;

c) prestazioni e servizi terapeutici anche attraverso l’ausilio di ani-mali e la coltivazione delle pian-

te; d) iniziative di educazione ambien-

tale e alimentare, salvaguardia della biodiversità animale, an-che attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche;

- le Regioni, nell’ambito dei Piani di Sviluppo Rurale, possano pro-muovere specifici programmi per la multifunzionalità delle imprese agricole, con particolare riguardo alle pratiche di progettazione in-tegrata territoriale e allo sviluppo dell’agricoltura sociale;

- le istituzioni pubbliche che gesti-scono mense scolastiche e ospeda-liere possono inserire come criteri di priorità per l’assegnazione delle gare di fornitura la provenienza dei prodotti agroalimentari da opera-tori di agricoltura sociale;

- i Comuni prevedono specifiche mi-sure di valorizzazione dei prodotti provenienti dall’agricoltura sociale nel commercio su aree pubbliche;

- gli enti pubblici territoriali preve-

dono criteri di priorità per favorire lo sviluppo delle attività di agricol-tura sociale nell’ambito delle pro-cedure di alienazione e locazione dei terreni pubblici agricoli;

- gli enti pubblici territoriali possono dare in concessione, a titolo gratu-ito, anche agli operatori dell’agri-coltura sociale i beni immobili con-fiscati alla criminalità organizzata;

- viene istituito l’Osservatorio sull’a-gricoltura sociale, nominato con decreto del Mipaaf. È chiamato a definire le linee guida in mate-ria di agricoltura sociale e assume funzioni di monitoraggio, iniziativa finalizzata al coordinamento delle iniziative a fini di coordinamento con le politiche rurali e comunica-zione.

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nuova agricoltura

Cia Alta Lombardia organizza una serie di corsi in materia di sicurezza sul lavoro che si svolgeranno a partire dal prossimo ottobre 2015, previsti come obbligatori nel D. Lgs. 81/2008.I corsi, per i quali è in fase di definizione il relativo calendario, sono quelli di seguito elencati:

CORSOOre di

lezione in aula

Ore di formazione

pratica

A Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) interno 32

B Aggiornamento quinquennale per RSPP (solo per chi è in possesso di primo attestato) 10

C Formazione per dipendenti 12

CORSI PER UTILIZZO DI MACCHINE ED ATTREZZATURE

D Utilizzatori di piattaforme mobili elevabili (con e senza stabilizzatori) 4 6

E Utilizzatori di gru montate su autocarro 4 8

F Utilizzatori di trattrici gommate 3 5

G Utilizzatori di macchine per movimento terra (caricatrice frontale, escavatore, terna) 4 12

Le date dei corsi, le sedi e i costi di partecipazione verranno definiti, e comunicati agli interessati, in base alle richieste pervenute.Tutti coloro che fossero interessati alla partecipazione, possono darne comunicazione ai nostri uffici compilando il se-guente modulo. La pre- adesione non è impegnativa per il richiedente.

RICHIESTA DI ADESIONE AI CORSI CIA ALTA LOMBARDIA PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO

AZIENDA:

INDIRIZZO:

CODICE FISCALE: P. IVA:

NOMINATIVO PARTECIPANTE: CODICE FISCALE:

LUOGO DI NASCITA: DATA DI NASCITA:

RESIDENZA:

CORSI PER I QUALI SI CHIEDE L’ISCRIZIONE (vd. Codici tabella sopra)

NOMINATIVO PARTECIPANTE: CODICE FISCALE:

LUOGO DI NASCITA: DATA DI NASCITA:

RESIDENZA:

CORSI PER I QUALI SI CHIEDE L’ISCRIZIONE (vd. Codici tabella sopra)

NOMINATIVO PARTECIPANTE: CODICE FISCALE:

LUOGO DI NASCITA: DATA DI NASCITA:

RESIDENZA

CORSI PER I QUALI SI CHIEDE L’ISCRIZIONE (vd. Codici tabella sopra)

Il modulo, compilato in tutte le sue parti potrà essere consegnato presso uno degli uffici Cia Alta Lombardia o trasmesso via mail/fax (e-mail: [email protected]: fax: 031.3533392)

CORSI CIA ALTA LOMBARDIA PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO

A B C D E F G

A B C D E F G

A B C D E F G

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È un accordo a metà, che sancisce la profonda spac-catura fra produttori e industriali del comparto lattiero caseario, ma allo stesso tempo consente un primo cam-bio di passo del sistema in chiave di accordi sul prezzo di conferimento del latte. Ancora una volta la Lombardia fa da apripista.

A siglare il protocollo di intesa sui meccanismi di de-finizione del prezzo base di riferimento del latte in Lom-bardia sono state le rappresentanze regionali di Coldi-retti, Cia, Confagricoltura e Confcooperative e ci sono i presupposti affinché venga esteso alle altre sigle del sistema cooperativo.

L’industria, rappresentata al Tavolo in Regione Lom-bardia da Assolatte, si è sfilata, pur affermando la validi-tà di un sistema di indicizzazione che tenesse in conside-razione i parametri rilevati dal professor Daniele Rama, direttore dell’Osservatorio Latte dell’Università Cattoli-ca di Piacenza.

L’intesa siglata prevede la “definizione di un indice per il latte lombardo compravenduto che si basa su tre

sotto-panieri definiti sulla base delle risultanze dei lavori del Tavolo tecnico per l’indicizzazione”.

In particolare, “i sotto-panieri, all’interno dell’indice, hanno i seguenti pesi: il primo sotto-paniere, relativo ai prezzi sul mercato nazionale dei derivati del latte, ha un peso pari al 55%; il secondo sotto-paniere, relativo ai prezzi delle materie prime dell’alimentazione zootecni-ca, ha un peso del 20%; il terzo sotto-paniere, relativo ai prezzi sui mercati esteri di latte e derivati, ha un peso pari al 25 per cento”.

Tale indice viene applicato, riporta l’intesa, “al prezzo di riferimento Mipaaf aprile giugno 2007 e porta ad un prezzo base di riferimento per il mese di maggio 2015 pari a 37,004 euro per 100 litri di latte. Per i mesi succes-sivi il prezzo sarà determinato sulla base dell’andamento dell’indice medesimo. Le parti si impegnano ad attiva-re un tavolo di monitoraggio per verificare l’andamento dell’indice e valutare eventuali adattamenti del mecca-nismo di indicizzazione”.

LOmbARDIA, SUL LATTE ACCORDO A mETàAl Tavolo regionale definito un prezzo base di riferimento di 37,004 euro per 100 litri, ma è stata evidente la spaccatura tra produttori e industriali del comparto lattiero caseario

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Si è svolta lo scorso 31 luglio a Roma la riunione del tavolo latte con il Mi-nistro Maurizio Martina, le Regioni e i principali rappresentanti della filiera, dalle organizzazioni agricole alla co-operazione, dall’industria lattiera alla grande distribuzione.Nel corso dell’incontro il Ministro ha presentato le nuove azioni che il Go-verno mette in campo per il settore del latte con investimenti complessivi che superano i 120 milioni di euro nel triennio fino al 2017. Queste misure si aggiungono agli interventi già stabi-liti con la recente approvazione del-la Legge Agricoltura (91/2015), che prevede tra l’altro l’attuazione della rateizzazione in 3 anni senza interes-si e l’ampliamento delle possibilità di compensazione tra produttori per le multe dell’ultima campagna. Ecco le principali azioni.- 65 milioni di euro per sostegno alla liquidità e alla ristrutturazione del debito degli allevatoriNella fase attuativa del Fondo Latte 2015-2017 si prevedono interventi di miglioramento della competitività del sistema e il sostegno all’accesso al cre-dito da parte degli allevatori, dando una prima risposta alle loro necessità di liquidità finanziaria. In particolare, verrà concentrata una quota significa-tiva del Fondo, circa 65 milioni di euro, per interventi di: - ristrutturazione del debito bancario - riduzione del costo del debito a carico delle imprese. Al primo obiettivo si fa fronte azzerando il costo della garanzia con il contribu-to del Fondo. Per questo intervento

alle risorse del Fondo Latte vanno ad aggiungersi i 5 milioni già disponibili presso Ismea per la stessa finalità. Gli allevatori che opteranno per una ridu-zione del costo dei debiti contratti po-tranno invece procedere alla richiesta di un contributo in conto interessi. Le due forme di intervento sono cumu-labili fra loro, nei limiti del contributo complessivo in “de minimis”. Esempio operativo Nel caso un’azienda abbia un debito in scadenza entro l’anno di 100.000 euro, attraverso le misure del Fondo in coordinamento con gli strumenti Ismea, può ottenere una ristrutturazione su 5 anni del debito, non pagando la garanzia che costa 2 mila euro e abbattendo di 13 mila euro gli interessi. In questo modo l’azien-da che avrebbe dovuto sopportare un onere di 21 mila euro, ha un costo complessivo di 6 mila euro, con un ri-sparmio di oltre il 70%.- 0,5 centesimi di euro in più al litro per i produttori di latte attraverso aumento della compensazione ivaSi prevede l’innalzamento dell’aliquo-ta di compensazione IVA dall’8,8% al 10% a favore degli allevatori del set-tore latte, con un conseguente rispar-mio fiscale per le aziende del settore valutabile in circa 0,5 centesimi di euro per litro. Tale misura, da inserire nelle prossima legge di stabilità, sarà ope-rativa da gennaio 2016 e determinerà una maggiore agevolazione per il set-tore per 30 milioni di euro all’anno.- Tavolo tecnico nazionale per me-todo di indicizzazione dei prezzi del latte

È prevista la costituzione presso il Mi-nistero di un gruppo di lavoro, coor-dinato da Ismea, per la definizione a livello nazionale di un Sistema di indi-cizzazione del valore del latte alla stal-la condiviso dagli attori della filiera, riprendendo e potenziando il lavoro svolto in Lombardia.- Piano straordinario di promozione del consumo di latte frescoIl Mipaaf, in accordo con il Ministero della Salute, avvierà dal mese di set-tembre un’apposita campagna in-formativa che punta a stimolare e in-crementare i consumi di latte fresco, soffermandosi sulle proprietà nutriti-ve, salutari e qualitative del prodotto. La campagna è finanziata dal Ministe-ro con uno stanziamento di 8 milioni di euro nel prossimo triennio. La cam-pagna si avvia contestualmente all’u-tilizzo del logo “100% Latte Italiano” (privato e facoltativo) che renderà più facilmente riconoscibile ai consuma-tori la provenienza del latte fresco, at-traverso un segno omogeneo.- Promozione dell’export dei pro-dotti lattiero-caseario italianiI grandi formaggi DOP italiani saran-no protagonisti di specifiche azioni nell’ambito del piano straordinario per il Made in Italy, previsto dalla legge di stabilità 2015 e messo in campo dal Mipaaf insieme al Ministero dello Svi-luppo Economico. Un parte consisten-te della dotazione complessiva di circa 70 milioni di euro per l’agroalimentare è destinata al sostegno di campagne sui prodotti lattiero caseari di qualità, in ottica di contrasto all’italian soun-

QUOTE LATTE, mIPAAf: SARAnnO RESTITUITI 97 mLn A OLTRE 10 mILA AzIEnDEL’Agea (Agenzie per le erogazioni in agricoltura) ha quan-tificato le restituzioni dovute agli allevatori a seguito della definizione del prelievo nazionale da corrispondere all’U-nione Europea per il superamento delle quote latte per l’ultima campagna.Lo ha comunicato il ministero per le Politiche agricole, spiegando che, in base ai calcoli secondo i parametri del-la normativa europea la produzione di latte è stata pari a 11.000.841,389. tonnellate.Su questa cifra è stato calcolato l’esubero nazionale, pari a 115.206,57 tonnellate. All’esubero hanno contribuito in-dividualmente 10.879 aziende che hanno prodotto oltre

la propria quota per un quantitativo pari a 721.213,48 ton-nellate, mentre 19.649 aziende sono risultate senza esu-bero, con una quota non commercializzata di 286.265,97 tonnellate. La parte degli esuberi individuali che supera l’esubero nazionale confermato è stata dunque pari a 606.006,91 tonnellate.Le operazioni di restituzione hanno complessivamente interessato 10.126 aziende per un importo pari a 96,89 milioni di euro.Sul sito del Mipaaf sono spiegati nel dettaglio i criteri adottati per la restituzione, in base al nuovo decreto agri-coltura e i casi di esclusione.

PIAnO DA 120 mILIOnI DI EURO PER SOSTEnERE IL LATTE ITALIAnO

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ding e di sostegno all’export. - Sostegno agli impianti per il bio-metano di aziende zootecnichePer stimolare l’integrazione al reddito degli allevatori il Mipaaf intende so-stenere gli investimenti in impianti di biometano per la valorizzazione delle biomasse residuali e dei sottoprodot-ti della lavorazione agricole. Nel de-creto sulle energie rinnovabili, infatti, il Mipaaf punta su migliori tariffe per gli impianti a biogas di piccole dimen-sioni con una priorità per le aziende agricole, costituite prevalentemente da aziende zootecniche.Le azioni per il settore lattiero casea-rio contenute nella legge agricoltura l. 91/2015 sono invece:- Attuazione della rateizzazione in 3 anni senza interessi per le multe dell’ultima campagnaLa norma prevede l’attuazione della disposizione comunitaria per il paga-mento delle multe per l’ultima cam-pagna lattiera in 3 anni e senza inte-ressi. Il pagamento è ammesso anche con una fideiussione assicurativa, non solo bancaria. Gli allevatori interessati potranno presentare domanda all’A-GEA entro il 31 agosto 2015.- Compensazione quote ultima campagnaPer non gravare ulteriormente sugli allevatori, con la norma si amplia la possibilità di compensazione tra pro-duttori, nell’ambito della quota nazio-nale, per l’ultima campagna consen-tendo a chi ha superato le quote (con tre fasce percentuali ulteriori di supe-ramento della produzione: 12-30%, 30-50%, oltre il 50%) di compensare fino al 6%, cosa che prima non era prevista e che vedeva scattare la san-zione sull’intera percentuale di spla-fonamento oltre il 6%. - Contratti di vendita scritti e con durata minima di un annoCon il provvedimento viene ribadita la necessità del contratto scritto come previsto dall’art. 62 del decreto-legge n. 1 del 2012, e si introducono delle novità rilevanti come la durata mini-ma dei contratti fissata a 12 mesi; e l’espressa indicazione del prezzo da pagare alla consegna che può esse-re fisso o legato a fattori determinati, come indicatori di mercato, volume consegnato e qualità o composizione del latte crudo.- Creazione dell’interprofessione del latte per organizzare la filieraPer rafforzare la filiera si definisce la

creazione di un unico organo inter-professionale, che potrà prendere decisioni sulle regole di produzione, sulla commercializzazione, sulla pro-mozione, sui contratti tipo, sulla tu-tela ambientale e sulla ricerca valide “erga omnes”, a determinate condi-zioni, come accade in altri Paesi euro-pei come la Francia.- Rafforzamento del contrasto alle pratiche sleali di mercato con anti-trustViene rafforzato il livello di tutela de-gli allevatori e dei produttori di lat-te, attraverso una riforma dell’art. 62 che prevede il monitoraggio dei costi medi di produzione del latte crudo da parte di Ismea, secondo le meto-dologie stabilite dal Ministero delle politiche agricole. I dati verranno ela-borati mensilmente e costituiranno un benchmark ai fini delle segnalazio-ni all’Antitrust. Sono previste sanzioni fino al 10% del valore dei contratti in caso di violazione dei contratti-tipo estesi erga omnes e l’Ispettorato re-pressione frodi del Mipaaf (ICQRF) potrà segnalare all’Antitrust le possi-bili violazioni.

GRAnLATTE AUmEnTA IL PREzzO DEL LATTE A 37 CEnTESImI DI EURO AL LITRO

Deliberato dal Consiglio di Amministrazione di Granlatte, la cooperativa di mille allevatori che controlla Granarolo, l’aumento di 1 centesimo per litro del prezzo di riferimento del latte per il tri-mestre luglio-settembre.

“Le condizioni di mercato- ha detto il presidente Giampiero Calzolari- non consentono una remunerazione del latte adegua-to alle legittime aspettative dei produttori ma il nostro Consiglio di Amministrazione ha scelto di aumentare di 1 centesimo per litro il prezzo di riferimento por-tandolo a 37 centesimi, nell’area nord, più premi e qualità.

Siamo consapevoli di muover-ci- ha proseguito- in controten-denza rispetto ad un mercato al ribasso ma abbiamo il dovere di tenere in considerazione le diffi-coltà degli allevatori, negli ultimi giorni ulteriormente aggravate dal calo delle produzioni dovuto alla straordinaria ondata di caldo.

Con questa scelta, come è già stato per il 2014, rispondiamo alla missione cooperativa nei con-fronti dei nostri soci, ma vogliamo anche richiamare ad un maggior senso di responsabilità tutti gli attori della nostra filiera naziona-le, dalla produzione, all’industria di trasformazione, alla coopera-zione, dalla distribuzione fino al consumatore.

Il venir meno del regime del-le quote latte ci rende tutti più deboli- ha concluso- di fronte ai grandi produttori del nord, ma l’Italia produce una qualità sen-za pari che va salvaguardata in primo luogo remunerando ade-guatamente coloro che il latte lo producono ogni giorno, senza ricorrere alle follie della polvere di cui stiamo leggendo in questi giorni”.

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nuova agricoltura

Prima convocazione per la Cabina di regia della «Rete del Lavoro agri-colo di qualità», l’organismo auto-nomo che dovrà contrastare irrego-larità e criticità che caratterizzano le condizioni di lavoro nel settore agricolo. Dal primo settembre le aziende agricole interessate potranno aderi-re alla Rete tramite il sito www.inps.it. Per la prima volta in Italia si istitui-sce un sistema pubblico di certifica-zione etica del lavoro,con al centro proprio l’Istituto di Previdenza,che opererà con le organizzazioni sin-dacali, le organizzazioni professio-nali agricole, ed i rappresentanti dei Ministeri delle Politiche agricole, del Lavoro e dell’Economia e della Conferenza delle Regioni. Fabio Vitale,presidente di questa nuova istituzione,chiarisce che “Il Certificato di qualità,che sarà rila-sciato dalla Cabina di Regia non è un banale ‘bollino’ di natura buro-cratica, ma certificherà un percor-so di innovazione culturale, che a seguito di puntuali verifiche pre-ventive effettuate anche grazie alla preziosa collaborazione delle asso-ciazioni di categoria, andrà a com-porre una ‘griglia selettiva’ atta ad individuare, valorizzare e premiare le aziende virtuose”. Il coordinamento tra istituzioni

e parti sociali sarà ulteriormente rafforzato con il completamento dell’iter parlamentare del collegato agricoltura, che prevede l’adesio-ne alla Rete, attraverso la stipula di convenzioni, degli sportelli unici per l’immigrazione, delle istituzio-ni locali, dei centri per l’impiego e degli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura: per il rilancio del settore e per un raffor-zamento del lavoro sul piano della legalità. Possono fare richiesta per entrare nella Rete le imprese agricole in possesso dei seguenti requisiti: a) non avere riportato condanne penali e non avere procedimenti penali in corso per violazioni del-la normativa in materia di lavoro e legislazione sociale e in materia di imposte sui redditi e sul valore ag-giunto;b) non essere stati destinatari, negli ultimi tre anni, di sanzioni ammini-strative definitive per le violazioni di cui alla lettera a); c) essere in regola con il versamen-to dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.la riunione della Cabina di Regia del-la Rete del Lavoro Agricolo di Quali-tà si è riunito oggi,12 agosto,presso il Ministero Politiche Agricole

LA CAbInA DI REGIA DELLA «RETE DEL LAVORO AGRICOLO DI QUALITà”

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IL REGImE PAC DEI PICCOLI PRODUTTORI

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Agea Coordinamento ha definito le regole per chi intende accedere al si-stema semplificato: requisiti e condi-zioni previsti - La domanda va presen-tata all’Organismo pagatore entro il 15 ottobre 2015L’Area Coordinamento di Agea, con provvedimento n. ACIU.2015.306 del 2 luglio 2015 diretto a tutti gli Organismi pagatori italiani, ha definito le regole per consentire a taluni agricoltori di optare per la partecipazione al regime dei piccoli agricoltori (di seguito «re-gime»). All’interno del quadro giuridico in-trodotto dai regolamenti (UE) n. 1306/2013 e n. 1307/2013, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, con DM n. 6513 del 18 no-vembre 2014, ha disposto l’applicazio-ne del regime. A seguito dell’emana-zione di tale decreto, Agea definisce, con la circolare in questione, le linee guida per poter aderire al regime.Si tratta di un regime specifico per i piccoli agricoltori che introduce nor-me che semplificano le formalità, ri-ducendo così i costi amministrativi di gestione e di controllo del sostegno diretto. Sono ridotti, tra l’altro, gli ob-blighi a carico dei piccoli agricoltori connessi alla domanda di sostegno, alle pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente, ed alla condiziona-lità.

Chi può optare per il regime

Gli agricoltori che, dopo aver presen-tato la domanda unica 2015, hanno ot-

tenuto l’attribuzione di titoli, hanno la facoltà di optare per la partecipazione al regime. L’opzione può essere eser-citata esclusivamente nel 2015.La domanda di partecipazione al re-gime deve essere presentata all’Or-ganismo pagatore competente entro il prossimo 15 ottobre. Ciascun Orga-nismo pagatore dovrà, quindi, definire le modalità di presentazione attraver-so specifici provvedimenti.

I vantaggi nell’esercitare l’opzione

I pagamenti effettuati nell’ambito del regime sostituiscono i pagamenti per il regime di pagamento di base, il pa-gamento per l’inverdimento, il paga-mento per i giovani agricoltori e il so-stegno accoppiato facoltativo, per un importo massimo di 1.250 euro.Gli agricoltori che partecipano al regi-me per i piccoli agricoltori sono eso-nerati dalle pratiche agricole benefi-che per il clima e l’ambiente.Inoltre, gli agricoltori che aderiscono al regime, e che non richiedono altri aiuti, hanno un fascicolo aziendale ag-giornato in forma semplificata, il cui contenuto obbligatorio è limitato.Tuttavia, a partire dal 2016, la doman-da di accesso al regime dovrà conte-nere le informazioni necessarie per poter verificare la conformità all’art. 64 del Reg. (UE) n.1307/2013.

Gli obblighi

Per tutta la durata della partecipazione al regime, i beneficiari devono mante-nere almeno un numero di ettari am-

missibili corrispondente al numero di titoli detenuti; inoltre devono ricevere un pagamento per un importo non in-feriore a 250 euro per gli anni 2015 e 2016 ed a 300 euro a partire dal 2017.

I titoli

I titoli assegnati all’agricoltore che aderisce al regime sono considerati attivati, e devono essere utilizzati, per tutta la durata della partecipazione dell’agricoltore al regime stesso. Inol-tre, i titoli sono soggetti al meccani-smo di convergenza previsto dal prov-vedimento AGEA n. ACIU.2015.276 del 3 giugno 2015.La circolare definisce poi obblighi e possibilità in caso di trasferimento di titoli per successione (effettiva o anti-cipata).Il provvedimento, da ultimo, precisa che esce dal regime l’agricoltore che:- decide di ritirarsi dal regime stesso; - diventa beneficiario del sostegno

concesso nell’ambito della misura “sviluppo delle aziende agricole e delle imprese” dello sviluppo rurale, anche in caso di successione effetti-va o anticipata;

- presenta la domanda unica dal 2016, con richiesta di pagamento, di uno qualsiasi degli aiuti diretti previsti, compresa la richiesta di attribuzione dei titoli dalla riserva nazionale.

Occorre precisare, infine, che regole più dettagliate per la presentazione delle domande di adesione dovranno essere successivamente emanate da ciascun Organismo pagatore.

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PSR LOmbARDO, SVELIAmO LE mISURE AGROAmbIEnTALILa Misura 10 del nuovo PSR della Lombardia contiene le norme per l’accesso ai Pagamenti Agro-Climatico-Ambien-tali (PACA), come definiti dall’ art. 28 del Reg. UE 1305/2013. Si tratta di un pacchetto complesso, composto da due sot-tomisure. La prima riguarda i PACA veri e propri ed è com-posta da ben 12 operazioni attivabili, a loro volta strutturate in un numero variabile di interventi in diversa misura artico-labili tra loro. La seconda sottomisura comprende una sola operazione (“Sostegno alla conservazione della biodiversi-tà animale e vegetale”). Il pacchetto è finanziariamente “pesante”, potendo conta-re su una dotazione prevista di 240 milioni di euro. I bandi contenenti le relative disposizioni attuative non sono anco-ra usciti, ma già da ora è possibile analizzare i contenuti del PSR che ne rappresentano il quadro di riferimento. Un quadro che ha subito nel corso del lungo e per alcuni versi estenuante iter autorizzativo da parte di Bruxelles nume-rose modifiche rispetto alla bozza iniziale. Modifiche che riguardano la sostanza di alcuni impegni, ma anche l’ en-tità dei contributi, rimodulati secondo criteri abbastanza complessi specie per le ipotesi di cumulabilità di più ope-razioni tra loro, anche per evitare sovrapposizioni e “doppi pagamenti” rispetto alla normativa riguardante la PAC e gli aspetti connessi al “greening”.Le operazioni attivabili con i pagamenti agroambientali sono dodici:· 10.1.01 Produzioni agricole integrate · 10.1.02 Avvicendamento con leguminose foraggere · 10.1.03 Conservazione della biodiversità nelle risaie · 10.1.04 Agricoltura conservativa · 10.1.05 Inerbimenti a scopo naturalistico · 10.1.06 Mantenimento di strutture vegetali e fasce tampo-ne realizzate con le op. 4.4.01 e 4.4.02 · 10.1.07 Mantenimento funzionale delle zone umide realiz-zate con l’operazione 4.4.02 · 10.1.08 Salvaguardia di canneti, cariceti, molinieti · 10.1.09 Salvaguardia di coperture erbacee seminaturali · 10.1.10 Tecniche di distribuzione degli effluenti di alleva-mento · 10.1.11 Salvaguardia di razze animali locali minacciate di abbandono · 10.1.l2 Salvaguardia di varietà vegetali minacciate di ab-bandono

L’ op. 10.1.01 “produzioni agricole integrate” è specifi-camente rivolta al riso, alle ortofrutticole ed alla vite. Gli obblighi previsti riguardano:- il rispetto dei disciplinari di produzione relativi all’ uso dei prodotti fitosanitari, che si configurano come “difesa inte-grata volontaria”, quindi di livello più restrittivo rispetto a quelli della difesa integrata obbligatoria come definiti dalla

normativa vigente (PAN e PAR derivante dalla DGR 3233/15 della Lombardia).- il rispetto delle linee guida relative a fertilizzazione ed av-vicendamento. - l’obbligo di utilizzare macchine per la distribuzione dei prodotti fitosanitari sottoposte a certificazione volontaria di regolazione e taratura.- l’obbligo di avvalersi di un consulente fitosanitario qualifi-cato ai sensi del PAN e del PAR.- l’obbligo di acquistare i prodotti fitosanitari previa emis-sione di ricetta da parte del consulente.- il divieto di utilizzare fanghi di depurazione.L’operazione 10.1.04 “Tecniche di agricoltura conservati-va” ripropone in sostanza quanto previsto dalla 214-M del vecchio PSR. Vengono finanziate le tecniche per l’ introdu-zione (non viene finanziato il mantenimento di queste tec-niche per chi ha aderito al precedente PSR) della semina diretta su sodo (intervento 1) o della minima lavorazione (intervento 2). Tra gli impegni connessi da segnalare il di-vieto di utilizzo di fanghi e l’ obbligo di usare sistemi GPS in caso di “strip tillage”.L’impegno base è remunerato con 240 euro per ettaro nel caso di semina su sodo, e con 185 euro per ettaro nel caso di minima lavorazione.A questa operazione si potrà aggiungere il solo impegno supplementare relativo alla cover-crop, che potrà essere devitalizzata con erbicidi, remunerato con 180 _/ha.L’ operazione 10.1.10 “Distribuzione di effluenti di alleva-mento” finanzia le aziende che distribuiscono gli effluenti (trattati o non trattati) utilizzando macchine ad iniezione diretta, dotate di GPS per la mappatura degli appezza-menti oggetto di spandimento. E’ vietato l’ uso di fanghi ed è obbligatoria la redazione del PUA anche se l’ azienda in oggetto risulta esonerata in base alla “direttiva nitrati”. L’ impegno è remunerato con 105 euro per ettaro. Rispetto alla bozza iniziale di PSR questa misura si applica solo alle aziende zootecniche che applicano effluenti di propria pro-duzione, mentre è saltata l’ ipotesi che proponeva di finan-ziare il “trasferimento” di effluenti da zone con alti carichi di azoto zootecnico ad aziende non zootecniche che qual-cuno aveva pittorescamente già ribattezzato “operazione giusodotto”.La combinabilità delle operazioniQuello della combinazione e delle cumulabilità di più ope-razioni ricomprese nei PACA è un aspetto molto comples-so. Dal lungo lavoro di confronto tra Pirellone e Bruxelles è uscito che alcune misure sono tra loro combinabili, ma i relativi indennizzi non sono la somma dei singoli contributi, ma una cifra in varia misura minore, per effetto di un com-plicatissimo sistema di “scorporo” degli aiuti finalizzato ad evitare doppi pagamenti: un vero e proprio rompicapo.

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La Misura 16 del PSR, per la quale mancano ancora le di-sposizioni attuative, riguarda la cooperazione e l’innovazio-ne. La Misura è articolata in sei sottomisure: · la sottomisura 16.1 con l’operazione 16.1.01 “Gruppi ope-rativi PEI (Programmi Europei per l’ Innovazione”; · la sottomisura 16.2, con l’operazione 16.2.01“Progetti pilo-ta e sviluppo di innovazione”; · la sottomisura 16.4, con l’operazione 16.4.01 “Filiere cor-te”; · la sottomisura 16.5, con l’operazione 16.5.01 “Cooperazio-ne per la sostenibilità ambientale”; · la sottomisura 16.9, con l’operazione 16.9.01 “Agricoltura sociale, educazione ambientale ed alimentare” · la sottomisura 16.0, con le operazioni: 16.10.01 ”Progetti integrati di filiera” e 16.10.02 “Progetti integrati d’area”.

La misura 16 rappresenta per molti versi una novità nell’ar-chitettura dei programmi di sviluppo rurale elaborati dall’ Unione Europea. L’ elemento centrale dei programmi di

cooperazione è costituito dai Gruppi Operativi (GO) che dovrebbero essere dei parternariati più elastici e flessibili rispetto ai GAL previsti dall’iniziativa Leader che sottende la misura 19 (alla quale abbiamo dedicato un’analisi ad hoc) anche perché potranno essere costituiti da soli soggetti privati (imprese agricole ed agroindustriali), da altre forme associative (consorzi, associazioni produttori), da enti di ri-cerca, da enti parco e soggetti gestori di aree Natura 2000, senza sottostare ai vincoli imposti ai parternariati GAL. Inoltre la misura 16 si applica all’ intero territorio regionale e non solo alle aree ritenute “deboli” a cui si applica l’ini-ziativa Leader.Lo scenario su cui si potrebbe dare attuazione alla misu-ra 16 è quindi ancora abbastanza indefinito: potrebbe dar luogo a sviluppi interessanti se sarà gestito con la dovuta attenzione, con criteri di assoluta trasparenza e correttezza amministrativa. La dotazione finanziaria non è enorme (7,4 milioni euro) ma neppure del tutto trascurabile: ci sarà pro-babilmente modo di riparlarne

Con decreto n. 6547 del 31 Luglio 2015, la Direzione Generale Agricoltu-ra di Regione Lombardia ha approva-to il bando per la presentazione delle domande della Misura 19 del nuovo Psr “Sostegno allo sviluppo locale Le-ader”.In particolare il bando si propone di selezionare i Piani di Sviluppo Loca-le (PSL) e i Gruppi di Azione Locale (GAL), che attueranno le “strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo” nell’ambito dell’approccio Leader.L’obiettivo della Misura 19 è infatti quello di favorire la costituzione e il rafforzamento dei partenariati locali, capaci di implementare piani e pro-getti integrati di sviluppo socio eco-nomico e territoriale, costruiti intorno a temi legati alle identità, ai valori, ai bisogni delle imprese e delle perso-ne e alle risorse di ogni territorio, che vedano la partecipazione degli attori locali, in grado di dare un contributo allo sviluppo equilibrato e sostenibile di ogni territorio.Per essere ammessi a finanziamen-to i Piani di sviluppo locale devono concentrarsi su un numero di ambiti tematici non superiore a tre, sui quali impostare la progettazione locale, in coerenza con quanto previsto dall’Ac-cordo di partenariato. Gli ambiti di intervento scelti devono essere coe-

renti con i fabbisogni emergenti e le opportunità individuate nei territori, con le competenze e le esperienze maturate dai soggetti partner, devono essere connessi tra loro e prevedere interventi integrati e multisettoriali che portano elementi innovativi nel conte-sto locale.Devono essere declinati nel contesto rurale lombardo tenendo conto degli aspetti socio economici ed ambien-tali che caratterizzano il territorio per

accrescerne gli elementi di attrattività coniugandoli al paesaggio agricolo, ai prodotti agricoli, agroalimentari tradi-zionali ed enogastronomici che lo qua-lificano e lo distinguono.Gli ambiti tematici di intervento all’in-terno dei quali vengono attivate le operazioni sono:- Sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri)- Sviluppo della filiera dell’energia rinnovabile (produzione e risparmio energia)- Turismo sostenibile- Cura e tutela del paesaggio, dell’uso del suolo e della biodiversità (animale e vegetale)- Valorizzazione e gestione delle risor-se ambientali e naturali- Valorizzazione dei beni culturali e pa-trimonio artistico legato al territorio- Accesso ai servizi pubblici essenziali- Inclusione sociale di specifici gruppi svantaggiati e/o marginali- Legalità e promozione sociale nelle aree ad alta esclusione sociale- Reti e comunità intelligenti.La dotazione finanziaria complessiva è di _ 64.300.000. Il periodo per la pre-sentazione delle domande va dal 15 Settembre 2015 al 15 dicembre 2015.

PSR LOmbARDO, TUTTI ATTEnDOnO LA 16

SOSTEGnO ALLO SVILUPPO LOCALE LEADER“

DOmAnDE DAL 15 SETTEmbRE AL 15 DICEmbRE

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La recente normativa sull’etichettatura ha introdotto la possibilità di certifica-re le carni fino al banco della macel-leria, ciò ha determinato un meritato rilancio delle razze bovine autoctone italiane, tra le quali spicca, la razza bo-vina Piemontese, con un ruolo princi-pe essendo la seconda razza italiana più diffusa e popolosa nel nostro pa-ese.In questo contesto è in continua cre-scita l’interesse verso questo tipo di allevamento, sia da parte di allevatori che intendono orientarsi verso la pro-duzione della carne, convertendo in questa direzione altre forme di alleva-mento, sia da parte di agricoltori che individuano in questa attività un’op-portunità per valorizzare aree margi-nali nel rispetto delle sempre più re-strittive normative ambientali.Era dal 1977, ovvero dalla pubblicazio-ne di “la razza Piemontese” di Silvano Maletto,che non veniva più prodotta una monografia su quella che è la più consistente razza autoctona italiana; da quel tempo molto è cambiato: il mercato, le tecniche di allevamento e

certamente anche la stessa razza, per la quale, grazie all’attività di valenti ricercatori, come quella svolta dal Dr. Massimiliano Elli, e dell’associazio-ne di razza ANABORAPI, hanno dato spinta importante all’attività di sele-zione e miglioramento genetico.L’autore de “La razza bovina Piemon-tese” di professione medico e ricer-catore di PMA, già autore di varie pubblicazioni scientifiche sulla ferti-lità bovina, da tempo si dedica con passione all’allevamento di bovine di razza piemontese nella sua azienda in provincia di Como.Questa sua attività di allevatore gli ha consentito di applicare sul campo le sue conoscenze scientifiche, di verifi-care operativamente le teorie e di vi-vere in prima persona le difficoltà che ogni allevatore incontra e deve affron-tare quotidianamente. Dal desiderio di condividere la sua passione con gli altri allevatori e coinvolgerli in questa sua esperienza nasce un manuale che, come detto, sa unire il rigore scientifi-co ad un linguaggio contemporanea-mente specifico, specialistico, sempli-

ce e di facile comprensione.L’agile consultazione lo rende pertan-to un vero “manuale”, nel senso più autentico del termine: un libro che si prende in mano, che si usa, che si vive.Il manuale affronta in senso lato l’al-levamento a partire dal vitello, pas-sando per il vitellone, la manza, per arrivare infine alla vacca, trattando per ogni fase gli aspetti dell’alimentazio-ne, della fisiologia, della riproduzione, fornendo indicazioni puntuali rigorose e pratiche.Partendo dalla convinzione che l’alle-vatore è un manager la cui prepara-zione deve essere solida, sia tecnico-scientifico che pratica; non si può e non si deve più allevare come anni fa, dove l’allevatore viveva solo di con-suetudini; la preparazione scientifica, di chi sta con l’animale, è fondamenta-le; non si può affidare a terzi il futuro del proprio allevamento.Il manuale nasce pertanto dall’idea di poter comunicare all’allevatore la strada didattica per intraprendere l’allevamento di questa razza nobile, la cui conduzione se attuata da meto-

do e rigore scientifico può condurre a soddisfazione e successo.Amore, passione e dedizio-ne sono i motivi che hanno spinto il Dr. Massimiliano Elli a scrivere la nuova edizione del manuale “ La razza bo-vina Piemontese”, spinto da una collaborazione de-cennale con il team ANA-BORAPI, nonché dal lavoro continuo e costante con il Dr Alessio Moretta dell’APA di Torino.Convinto da sempre delle doti produttive e riprodutti-ve di questo bovino, e dal-la voglia di far conoscere a tutti, allevatori compresi, dell’importanza di un bene prezioso quale è “la razza bovina piemontese” per lo sviluppo della zootecnia Ita-liana del terzo millennio.

“LA RAzzA bOVInA PIEmOnTESE”, IL nUOVO mAnUALE D’ALLEVAmEnTO DEL DR. mASSImILIAnO ELLIRecensiamo più che volentieri il nuovo manuale del Dr. massimiliano Elli, una dei massimi studiosi ed allevatori della razza bovina Piemontese, nonché da sempre associato Cia.

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Il giorno 18 agosto 2015 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto sulla fatturazio-ne elettronica (decreto n. 127 del 5.8.2015). Si ricorda che l’uso della fattura elettronica attualmente è obbligatorio solo nei rappor-ti con la Pubblica Amministrazione, mentre è facoltativo tra i soggetti passivi d’imposta. Il decreto prevede che dal 1° luglio 2016 l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione dei contribuenti un servizio gratuito per la generazione, trasmissione e con-servazione delle fatture elettroniche. Dal 1° gennaio 2017, inoltre, l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione dei soggetti passivi Iva, il sistema di interscambio Sid (utilizzato

ora nei rapporti con la Pubblica amministrazione), nell’ottica di facilitare il rapporto tra fornitore e cliente. Sempre dal 1° gennaio 2017, i soggetti non obbligati ad emettere fattura potranno op-tare per la “memorizzazione elettronica e la tra-smissione telematica” all’Agenzia delle Entrate

dei corrispettivi giornalieri delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi. L’opzione avrà effetto

dall’inizio dell’anno solare e durerà almeno 4 anni, se non verrà revocata si estenderà poi ulteriormente di quinquen-nio in quinquennio. La memorizzazione elettronica e la tra-smissione telematica dei corrispettivi sostituirà gli obblighi di registrazione previsti dall’art. 24 del Dpr 633/72.

fATTURAzIOnE ELETTROnICA: LE nOVITà SUGLI ADEmPImEnTI TELEmATICISemplificazioni dal 2017 per chi non è obbligato ad emettere fattura, e sistema gratuito per la gestione delle fatture elettroniche da 1° luglio 2016

Nell’estate della prima inversione di tendenza, con un aumento dell’8% degli italiani che vanno in vacanza ri-spetto al 2014, l’agriturismo si conferma una meta am-bita per i turisti, con oltre 1,4 milioni di ospiti attesi fino alla fine di agosto, soprattutto stranieri (+3%), e una stima di crescita del 5% delle presenze a circa 6 milioni di visitatori per tutta la stagione estiva. E’ quanto affer-ma Turismo Verde, l’associazione agrituristica della Cia-Confederazione italiana agricoltori.Se è vero che torna a salire il numero di italiani che par-te, è altrettanto vero che la scelta per 7 vacanzieri su 10 è quella di non spostarsi troppo, perché la crisi morde ancora e i salari restano fermi. Quindi si scelgono loca-lità vicine, soggiorni brevi e soluzioni “low-cost” -spie-ga Turismo Verde Cia-. Tutti elementi che premiano le strutture agrituristiche, che permettono di ottimizzare il rapporto qualità-prezzo, grazie anche ai listini sostan-zialmente invariati sull’anno scorso e l’aumento di “pac-chetti” personalizzati (offerte coppia, offerte famiglia, percorsi benessere).Negli agriturismi -sottolinea Turismo Verde Cia- c’è il relax della campagna ma non così lontano dal centro urbano; l’opportunità di soggiornare, risparmiando, vici-no al mare o alle città d’arte; e soprattutto c’è l’aspetto enogastronomico, con una ristorazione attenta alla sta-gionalità dei prodotti e menù legati al territorio e alle tradizioni locali. D’altra parte, per metà degli italiani an-dare in vacanza vuol dire proprio questo: riposo (25 per

cento), buona tavola (19 per cento) e attività ricreative e culturali (13 per cento).In Italia -ricorda Turismo Verde- gli agriturismi sono 20.897, con una crescita del 2,1 per cento nell’ultimo anno, per un totale di 224.933 posti letto, 406.957 coper-ti a tavola e 8.180 piazzole di sosta per l’agri-campeggio. In più, oltre la metà delle strutture (12.096) permetto-no di praticare equitazione, escursionismo, trekking, mountain bike, osservazioni naturalistiche, sport, Spa e piscina, corsi vari, soprattutto di cucina.

VACAnzE: AGRITURISmI PREmIATI nELLA PRImA ESTATE COL SEGnO PIù, PRESEnzE In AUmEnTO DEL 5%Secondo Turismo Verde-Cia, chi parte sceglie comunque località vicine e soluzioni low-cost. In questo quadro, il soggiorno in campagna «vince» con oltre 1,4 milioni di ospiti attesi fino alla fine di agosto. Crescono gli stranieri e anche la multifunzionalità delle strutture.

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SVOLTA nELL’ImPORT-ExPORT DEL VIVAISmO: mAI PIù PIAnTE “fIGLIE DI nESSUnO”

Abolire l’Irap per le imprese agrico-le, mettere un freno al caporalato e sgravare il costo del lavoro anche in agricoltura, aspetto che fino a ora non era mai stato preso in conside-razione e che contribuisce ad alleg-gerire il carico fiscale delle imprese per favorire una maggiore redditività e investimenti nell’innovazione. Que-sta l’iniziativa del ministro delle Poli-tiche agricole Maurizio Martina a po-chi giorni dai gravi fatti avvenuti nelle campagne pugliesi.Il ministro Martina ha il nostro pieno sostegno». È la posizione dell’On. Luca Sani, presidente della XIII com-missione Agricoltura della Camera.«il Governo sta affinando il provve-dimento da inserire nella prossima legge di stabilità - aggiunge Sani - Si tratta di individuare le coperture per

200 milioni di Euro, e l’ipotesi tecnica su cui si sta lavorando è una razionaliz-zazione dei costi e una rimodulazione dell’Iva speciale per le grandi impre-se. Delle nuove misure si avvantagge-rebbero 250.000 aziende agricole che non hanno potuto trarre particolari vantaggi dalla decontribuzione per i nuovi contratti a tempo indetermina-to».«Parallelamente a questa misura sull’I-rap - conclude Sani - occorre lavorare al definitivo superamento dell’Imu sui terreni agricoli, con l’obiettivo di ga-rantire prioritariamente un beneficio fiscale a chi vive realmente di agricol-tura. Complessivamente si tratta di un’operazione che vale intorno ai 500 milioni di Euro che può contribuire, insieme ad altre misure, a rilanciare la competitività del nostro settore pri-

mario».“Dal Governo arrivano importanti se-gnali di attenzione verso l’agricoltura. L’eliminazione dell’Irap per le impre-se agricole con un anno di anticipo è un’ottima notizia, che avrà effetti sicu-ramente positivi sulle aziende e sulle loro capacità di investimento. Il set-tore primario è vitale e ha un enorme potenziale di sviluppo, sia sul versante interno che su quello dell’export, con il record a giugno di 18 miliardi di euro in valore. Il Ministro Martina, insieme a Palazzo Chigi, ha svolto un lavoro molto efficace, che inizia a mostrare risultati concreti”.Così il capogruppo del Pd in Com-missione Agricoltura della Camera, Nicodemo Oliverio, ha commentato la notizia dell’eliminazione dell’Irap agri-cola già a partire dal 2016.

IRAP, mARTInA PROPOnE AbOLIzIOnE PER ImPRESE AGRICOLE I COmmEnTI: InnOVAzIOnE E OnESTà SI TRADUCOnO In SVILUPPO

La Cia rende noto che il Mipaaf ha comunicato che sono stati introdotti nuovi codici doganali, nell’ambito del Ca-pitolo 6 «Piante vive e prodotti della floricoltura» della nomenclatura combinata, specifici per alcune tipologie di piante che, fino a oggi, non erano classificate. Secondo l’or-ganizzazione agricola «è una norma a beneficio delle im-prese vivaistiche. Decisivo il nostro sostegno alla proposta presso la Commissione Ue».Il ministero delle Politiche agricole ha emesso una nota sull’introduzione di nuovi codici doganali che saranno in vigore dal primo gennaio 2016. Lo rende noto la Cia-Con-federazione italiana agricoltori, che spiega come questa nuova codificazione consentirà una maggiore possibilità di controllo e studio, anche a livello statistico, dei flussi commerciali relativi a queste tipologie di piante. Inoltre per determinati prodotti della floricoltura commercializzati in pezzi (fiori, piante, alberi e arbusti) è stata anche prevista la dicitura «pezzi» anziché «tonnellate», favorendo quindi le aziende nelle valutazioni commerciali e statistiche.E’ evidente che questa modifica porterà sicuri benefici alle imprese nell’analisi dei mercati, nel marketing di prodotto e nella programmazione della produzione. L’aggiornamen-to dei codici doganali è un importante traguardo di livello globale poiché, nei prossimi mesi, gli accordi commerciali mondiali recepiranno le modifiche omologandole in tutti

i Paesi. Si tratta -evidenzia la Cia- di un risultato ottenu-to dopo alcuni anni di lavoro e trattative. Un’istanza nata dal Tavolo di Filiera del Florovivaismo costituito presso il Mipaaf al fine di migliorare le elaborazioni statistiche e comprendere i reali flussi di merci, cosa che finora risultava piuttosto ambigua, in quanto numerose tipologie di piante venivano inserite nel codice generico «Altri».«Quello che abbiamo raggiunto è un risultato importantis-simo e tutto italiano -sottolinea la Confederazione-. Grazie ai nuovi codici sarà possibile misurare con precisione flussi e andamenti sui mercati. Le nostre imprese così potranno investire con più accuratezza in specifiche produzioni e ca-librarsi alle richieste dei mercati esteri evitando furberie e passaggi poco chiari. Finisce così la storia delle piante ‘fi-glie di N.N.’. Siamo certi che questa novità sarà fondamen-tale per sostenere le imprese vivaistiche, troppo spesso as-similate all’agroalimentare nelle codificazioni internazionali e nelle analisi di settore. In questo senso, questo piccolo passo è invece un grande passo verso il riconoscimento economico-istituzionale del vivaismo come settore spe-cifico. Questa è anche la migliore dimostrazione di come -conclude la Cia- credendo nell’associazionismo, collabo-rando e creando reti a livello nazionale ed europeo, si pos-sono ottenere risultati straordinari per tutto un comparto».

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Palazzo Chigi “sta lavorando” alla rimodulazione dell’Iva speciale sulle aziende agricole. Lo ha dichiarato il mini-stro dell’Agricoltura, Maurizio Martina. “Si tratta - spiega al Meeting di Cl - di allineare il modello italiano a quello europeo. Basta vedere come lavorano Francia, Spagna e Germania sull’Iva per capire che c’e’ la possibilita’ di ag-giornare anche il modello italiano, adeguarlo agli standard europei e in questo modo costruire un’operazione virtuosa per tutti, tanto per le grandi imprese agricole quanto per quelle piccole”.Secondo Martina l’operazione sull’Imu agricola e sull’e-liminazione Irap dal 2016 “puo’ valere anche piu’ di 500

milioni». «Non voglio commentare le stime. Di sicuro e’ importante dire che il 2016 e’ l’anno di una svolta fiscale soprattutto sul settore agricolo e tra correzione, abolizione dell’Imu agricola e abolizione dell’Irap agricola noi possia-mo fare un’operazione molto forte, a tutto vantaggio della difesa del reddito degli agricoltori, in un particolare mo-mento come questo. Stiamo cercando di affrontare, per esempio, il caso delle quote latte e le difficolta’ che stanno avendo i nostri allevatori: questa - conclude Martina - e’ una risposta forte di sistema ai problemi emersi sui fili di anni e anni di difficolta’ che noi dobbiamo cercare di supe-rare anche con questi strumenti».

In CAnTIERE LA RImODULAzIOnE DELL’IVA SPECIALE SULLE AzIEnDE AGRICOLE

E’ stato approvato il decreto legislati-vo in materia di abuso del diritto ed elusione fiscale in attuazione della legge delega 11 marzo 2014, n. 23, con la quale è stata conferita delega al Governo per emanare disposizioni in materia di abuso del diritto ed elusio-ne fiscale, gestione del rischio fiscale, di governance aziendale e di tutorag-gio, nonché in materia di raddoppio dei termini per l’accertamento.

Cosa si intende per abuso del dirit-to o elusione fiscaleIl decreto legislativo n. 128 del 5 ago-sto 2015 è stato pubblicato in GU il 18/8/2015 n.190, all’articolo 1 dà la de-finizione di abuso di diritto:“Configurano abuso del diritto una o più operazioni prive di sostanza eco-nomica che, pur nel rispetto formale delle norme fiscali, realizzano essen-zialmente vantaggi fiscali indebiti.Tali operazioni non sono opponibili all’amministrazione finanziaria, che ne disconosce i vantaggi determinando i tributi sulla base delle norme e dei principi elusi e tenuto conto di quanto versato dal contribuente per effetto di

dette operazioni.”Si considerano elusive tutte le ope-razioni prive di sostanza economica messe in atto solo per raggiungere vantaggi fiscali.Non sono considerate elusive le ope-razioni che sono giustificate da valide ragioni extrafiscali, non marginali, an-che di ordine organizzativo o gestio-nale, che rispondono a finalità di mi-glioramento strutturale o funzionale dell’impresa ovvero dell’attività pro-fessionale del contribuente.Non si considera elusiva la scelta di un regime opzionale offerto dalla legge che da un vantaggio fiscale (ma c’era bisogno di dirlo?)

Operazioni elusive e interpelloSe il contribuente ha dei dubbi sulle operazioni che intende realizzare, per-ché pensa possano essere conside-rate elusive, puo’ proporre interpello prima della scadenza dei termini per la presentazione della dichiarazione o per l’assolvimento di altri obblighi tributari connessi alla fattispecie cui si riferisce l’istanza medesima. L’accerta-mento dell’abuso del diritto, da parte

dell’Agenzia, inizia con la richiesta di chiarimenti da parte dell’Ufficio, che il contribuente deve fornire entro 60 giorni dalla notifica della richiesta.Successivamente l’Ufficio notifica l’at-to impositivo che deve contenere la motivazione della presunta condot-ta elusiva, a pena di nullita’: devono essere indicate le norme o i principi elusi, gli indebiti vantaggi fiscali rea-lizzati, tenendo conto dei chiarimenti forniti dal contribuente.Spetta pertanto all’amministrazio-ne finanziaria l’onere di dimostrare la sussistenza della condotta abusiva e al contribuente dimostrare l’esistenza delle valide ragioni extrafiscali.All’eventuale pagamento delle impo-ste da parte del contribuente accer-tato, corrisponde il diritto al rimborso dei soggetti terzi che hanno pagato le imposte a seguito delle operazioni abusive i cui vantaggi fiscali sono stati disconosciuti dall’amministrazione fi-nanziaria.Le operazioni abusive non danno luo-go a fatti punibili ai sensi delle leggi penali tributarie, ma si applicano le sole sanzioni amministrative tributarie.

AbUSO DEL DIRITTO ED ELUSIOnE fISCALE: ECCO LE REGOLELe norma sull’abuso del diritto ed elusione fiscale sono pronte e il decreto lgsv. 5 agosto 2015, n. 128 è stato pubblicato in Gazzetta

In sede di conversione del D.L.. n. 78/2015 il legislatore ha prorogato il termine per il pagamento della prima rata IMU, anno 2015, sui terreni agricoli al 30 ottobre 2015, a ridosso delle decisioni che dovrà adottare il TAR. Il nuovo inter-vento del legislatore si inserisce in un lungo travaglio normativo, giurisprudenziale e di prassi amministrativa che sta interessando l’imposizione e l’esenzione dei terreni agricoli. Quale sarà la prossima puntata?

TERREnI AGRICOLI, ImU EnTRO IL 30 OTTObRE 2015: SARà COSI?

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