APPROFONDIMENTI -...

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1 © 2016 RCS Libri S.p.A. – Tutti i diritti sono riservati ••• APPROFONDIMENTI ••••• LO SVILUPPO DEL TURISMO NEL SUD D’ITALIA: UN POTENZIALE DA VALORIZZARE di Paola LOBINA L’articolo mette in luce il grande potenziale del turismo come volano per lo sviluppo economico del Sud Italia ed evidenzia le criticità che ne limitano la piena valorizzazione. Il settore turistico, in questi ultimi decenni, ha assunto per il nostro Paese una grande importan- za: nei documenti istituzionali il turismo è con- siderato un settore fondamentale per l’econo- mia italiana principalmente per due ragioni: “Il contributo del turismo al prodotto interno lordo dell’Italia ammonta a oltre 130 miliardi di euro (circa il 9% della produzione nazionale) e le per- sone impegnate in questo settore sono circa 2,2 milioni (un lavoratore su dieci)” 1 . Si sottolinea, ancora, come il turismo offra grandi opportunità in quanto può attrarre nuove risorse necessarie per valorizzare il nostro patrimonio storico e artistico e del paesaggio; valorizzare significa, infatti, non solo svolgere attività di conservazio- ne ma anche di promozione dei beni culturali e paesaggistici dell’Italia 2 . Un altro aspetto evidenziato nei documenti istituzionali riguarda il ruolo che il turismo può assumere nel rafforzamento delle identità territoriali da cui le stesse istituzioni traggono fondamento. Sotto tale profilo è importante segnalare quanto è stato ufficialmente riconosciuto nel corso della riunione plenaria, tenutasi a Katowice nell’aprile 2005, per l’ap- profondimento della Politica turistica nell’Unione allargata: “il turismo è fonte di ricchezza economica e culturale, sprone alla convivenza e contributo all’Europa dei cittadini e, dunque, alla costruzione europea”. La dichiarazione lascia ben sperare nella nascita di una specifica “politica comunitaria del turismo” che, però, allo stato attuale può dirsi non compiuta. 1 Piano strategico per lo sviluppo del turismo in Italia, Roma, 18 gennaio 2013, Turismo Italia 2020. Leadership, lavoro, sud, a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, p. 5. 2 Piano strategico per lo sviluppo…, cit.

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LO SVILUPPO DEL TURISMO NEL SUD D’ITALIA: UN POTENZIALE DA VALORIZZAREdi Paola LOBINA

“L’articolo mette in luce il grande potenziale del turismo come volano per lo sviluppo economico del Sud Italia ed evidenzia le criticità che ne limitano la piena valorizzazione.

Il settore turistico, in questi ultimi decenni, ha assunto per il nostro Paese una grande importan-za: nei documenti istituzionali il turismo è con-siderato un settore fondamentale per l’econo-mia italiana principalmente per due ragioni: “Il contributo del turismo al prodotto interno lordo dell’Italia ammonta a oltre 130 miliardi di euro (circa il 9% della produzione nazionale) e le per-sone impegnate in questo settore sono circa 2,2 milioni (un lavoratore su dieci)”1. Si sottolinea, ancora, come il turismo offra grandi opportunità in quanto può attrarre nuove risorse necessarie per valorizzare il nostro patrimonio storico e artistico e del paesaggio; valorizzare significa, infatti, non solo svolgere attività di conservazio-ne ma anche di promozione dei beni culturali e paesaggistici dell’Italia2.

Un altro aspetto evidenziato nei documenti istituzionali riguarda il ruolo che il turismo può assumere nel rafforzamento delle identità territoriali da cui le stesse istituzioni traggono fondamento. Sotto tale profilo è importante segnalare quanto è stato ufficialmente riconosciuto nel corso della riunione plenaria, tenutasi a Katowice nell’aprile 2005, per l’ap-profondimento della Politica turistica nell’Unione allargata: “il turismo è fonte di ricchezza economica e culturale, sprone alla convivenza e contributo all’Europa dei cittadini e, dunque, alla costruzione europea”. La dichiarazione lascia ben sperare nella nascita di una specifica “politica comunitaria del turismo” che, però, allo stato attuale può dirsi non compiuta.

1 Piano strategico per lo sviluppo del turismo in Italia, Roma, 18 gennaio 2013, Turismo Italia 2020.Leadership, lavoro, sud, a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, p. 5.2 Piano strategico per lo sviluppo…, cit.

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Pertanto si è affermato che il turismo sia un fenomeno che non può essere lasciato all’improvvisazione, ma deve essere gestito in modo professionale. Le competenze richieste sono specifiche e nello stesso tempo trasversali, investendo diversi settori: da quello giuridico a quello economico aziendale, il mondo della cultura attraverso un approccio che sappia tenere conto dei diversi interessi coinvolti che richiedono investimenti di natura pubblico-privata.In Italia i progressi sono stati molto più lenti con la conseguenza che spesso si è assistito ad azioni e comportamenti spontanei di sviluppo, con gravi conseguenze dal punto di vista sia ambientale, sia economico. Con riguardo al Sud – nonostante si fosse riconosciuto lo stretto legame tra gli aspetti paesaggistici (posizione geografica propizia, monumenti storici e artistici e naturali rilevanti) e quelli di carattere strutturale (trasporti, miglioramento dei servizi) – la Cassa per il Mezzogiorno nella distribuzione delle risorse trascurò ampiamente il settore turistico.

Per molti anni il turismo e l’economia del turismo non sono stati oggetto dell’inse-gnamento universitario, infatti i corsi vennero istituiti solo negli anni Novanta. Solo oggi sono operativi corsi di laurea triennali e le lauree specialistiche in Economia del turismo e in Economia e gestione dei servizi turistici e il Corso di laurea per la formazione di operatori turistici, grazie ai quali è possibile connettere conoscen-ze nei vari campi della storia, della geografia, della psico-sociologia del turismo e apprendere capacità professionali nel settore della promozione dei beni culturali e ambientali, in cui gli aspetti tecnici e umanistici sono fortemente intrecciati. Per quanto riguarda le scuole superiori, già nel 1910 erano state istituite delle scuole professionali a indirizzo alberghiero, che assumevano diverse denominazioni, ma solo negli anni 2000 verranno creati gli Istituti tecnici per il Turismo.

IL CONTRIBUTO DEL TURISMO ALL’ECONOMIA

Si può dire che il turismo in Italia rappresenti un potenziale da valorizzare, soprat-tutto al Sud e nelle isole, nonostante il patrimonio storico, artistico, culturale ed enogastronomico di immenso valore posseduto dall’Italia.In altri Paesi (per esempio Francia e Spagna), il contributo del turismo all’economia è maggiore che in Italia. Inoltre, negli ultimi anni, il settore turistico italiano ha perso quote di mercato a livello mondiale: dalla prima posizione occupata a livello europeo all’inizio degli anni Ottanta e ancora verso la metà degli anni Novanta, oggi è soltanto al quinto posto per gli arrivi internazionali e al settimo per gli introiti (www.enit.it, dati del 2014).Osservando i dati si nota, inoltre, una differenza tra il Nord e il Sud, che fa compren-dere quanto siano ampi i margini di sviluppo delle Regioni meridionali e delle isole.

IL TURISMO NEL MEZZOGIORNO D’ITALIA: UNA RICCHEZZA DA VALORIZZARE

Il Mezzogiorno d’Italia è una terra ricchissima dal punto di vista culturale, nella quale si trova un patrimonio diffuso costituito non solo da grandi attrattive culturali, ma da numerosissimi luoghi di fruizione presenti ovunque nel territorio: musei, palazzi storici, aree di interesse naturale e artistico e un’infinità di tradizioni e possibili rievocazioni storiche e popolari.La ricchezza di un Paese può misurarsi anche attraverso parametri diversi da quello del Pil. Il Mezzogiorno possiede infatti risorse naturali e culturali che rappresentano un vero tesoro.

LA CASSA PER

IL MEZZOGIORNO

La Cassa per il Mez-zogiorno, istituita nel 1950, era un ente pub-blico italiano creato dal VI Governo De Gasperi per finanziare iniziative industriali tese allo svi-luppo economico del Meridione d’Italia, allo scopo di colmare il di-vario con l’Italia setten-trionale.

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Alla grande ricchezza del tessuto culturale del Mezzogiorno non corrisponde, però, un’altrettanto ampia fruizione di questo patrimonio.I siti culturali statali del Sud nel 2012 hanno attratto 7,4 milioni di visitatori (esclusi i dati dei siti della Sicilia) e incassato 28 milioni di euro di introiti lordi. I due valori rappresentano rispettivamente il 20,5% e il 24,8% dei totali nazionali3.Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo evidenzia quanto i territori del Mezzogiorno esprimano una propria forza economica anche attraverso l’elevata qualità del proprio patrimonio culturale diffuso e dei paesaggi, le cui straordinarie potenzialità sono ampiamente inespresse. “Per le regioni del Sud (…) il patrimonio culturale ed il paesaggio sono, infatti, non solo elementi fondanti della propria identità ma anche potenziali potenti strumenti di miglioramento della qualità dello sviluppo economico sostenibile e per la creazione di opportunità di lavoro qualificato, in particolare per i tanti professionisti dei beni culturali, formati nelle nostre Università. Tuttavia – constata il documento – ad oggi tali potenzialità non si sono ancora pienamente dispiegate in termini di sviluppo socio-economico, occupazione, benessere diffuso”4.

I PUNTI DI DEBOLEZZA

Il Mezzogiorno, pur trovandosi in un’area strategica dal punto di vista geografico e culturale, mostra capacità non ancora sufficienti nei confronti del mercato turistico internazionale. La scarsa presenza di stranieri e l’elevata stagionalità estiva dei flussi rappresentano i due principali punti di debolezza del Mezzogiorno. Le difficoltà del Mezzogiorno ad affermarsi nel panorama turistico internazionale non dipendono dalla scarsa notorietà di questi luoghi, dal sistema delle infrastrutture in genere e dalla stagionalità dei flussi turistici (il 69,9% delle presenze nel Mezzo-giorno si concentra nel periodo giugno-settembre). Nel 2014 circa il 40% delle presenze complessive registrate in Italia si concentra, in-fatti, nei mesi di luglio e agosto: dato che evidenzia la forte connotazione balneare del mercato turistico italiano. La stagionalità è più elevata per la componente domestica della domanda, con il 43,5% delle presenze nei due mesi estivi, mentre la componente straniera, sebbene anch’essa raggiunga i valori massimi nei mesi di luglio e agosto, registra rilevanti quote di presenze anche nei mesi di giugno, settembre e ottobre.

L’incidenza del patrimonio statale presente nel Mezzogiorno è rilevante: nel Sud si trovano 145 siti tra musei, monumenti e aree archeologiche pari al 34,3% del totale nazionale. Cifra che sale a 256 se si aggiungono i 111 siti siciliani (non di competenza del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), diventando il 48% del totale italiano.Tra i beni culturali del meridione 15 dei 49 siti Unesco italiani fanno parte della lista del Patrimonio dell’Umanità. Sono invece 11.543 i beni immobili (archeologici e architettonici) vincolati presenti nel Meridione, su 46.025 tutelati a livello nazionale. Inoltre, nelle regioni del Sud Italia si trovano 3.634 biblioteche pubbliche pari al 29% delle biblioteche italiane (cifra ragguardevole che appare però meno significativa se si pensa che la sola Lombardia ne ospita 2.142).Secondo i dati del Ministero dell’ambiente, il Mezzogiorno possiede un notevole patrimonio naturale: su 24 parchi nazionali, 14 si trovano nel sud del Paese, il 39,7% del patrimonio nazionale in termini di estensione.

Fonte: Cultura & turismo locomotiva del Paese, www.formez.it/sites/default/files/ricerca-federculture-02.pdf

3 Cultura & turismo locomotiva del Paese, p. 17, Progetto a cura di Costanza Barbi, Flavia Camaleonte, Daniela La Marca, Valentina Modesti, Fe-derculture/Formez, www.formez.it/sites/default/files/ricerca-federculture-02.pdf4 Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_412535073.html

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LE CRITICITÀ

Gli aspetti critici che maggiormente dovrebbero essere affrontati per garantire un miglior sviluppo al settore turistico non riguardano solo il Sud , ma tutta la penisola e possono essere così riassunti5:

1. La qualità del sistema dell’ospitalità turistica: uno degli elementi di debolezza dell’offerta turistica è la non ancora sufficiente affidabilità del livello di qualità dei servizi turistici, troppo differenziato. L’offerta turistica vincente si basa infatti sulla valorizzazione delle specificità territoriali, al fine di raggiungere i diversi segmenti della domanda, ma deve fondarsi sulla garanzia di un livello di qualità dei servizi prevedibile e adeguato al prezzo. Il tema della qualità è fondamentale per il recu-pero della competitività dell’offerta turistica sui mercati internazionali e anche sul mercato domestico.

2. La mobilità: come è stato affermato, l’accessibilità di un luogo non si misura in chilometri ma in ore di tempo necessarie per raggiungere la destinazione desidera-ta. La conformazione geografica dell’Italia rende difficilmente accessibili alcune aree, a partire da quelle interne, dal Mezzogiorno e dalle isole. Da questo punto di vista andrebbe ripensata la rete dei trasporti, in particolare le linee ferroviarie da collegare ai territori con sistemi efficienti. Le carenze ravvisate nella rete e nell’or-ganizzazione della mobilità imporrebbero da un lato l’attivazione di collegamenti stabili, frequenti e poco costosi tra le località e i principali mercati, dall’altro una ristrutturazione delle esistenti linee su ferro e su gomma.

3. La qualità strutturale e gestionale delle strutture di accoglienza turistica (strutture ricettive) e dei servizi: a questo riguardo è urgente l’attivazione di un sistema di certificazione di qualità delle strutture – da accompagnare eventualmente con marchi di prodotto – basato su accordi volontari da parte degli operatori privati che definiscano disciplinari il cui rispetto sia garantito dall’uso del marchio.

4. Un sistema di formazione e istruzione più focalizzato sul settore turistico: ossia la qualità delle risorse umane, per la quale occorre agire sviluppando politiche formative degli operatori e dei lavoratori, anche con specifico riferimento alla sostenibilità ambientale e al turismo sostenibile.

5. Insufficiente competitività dei prezzi dei servizi turistici: i diversi prodotti esposti alla concorrenza internazionale non possono prescindere da una accurata analisi del livello dei prezzi dei servizi turistici, che in Italia non risulta concorren-ziale.

6. L’inserimento del prodotto italiano con riferimento anche ai grandi mercati intercontinentali (es. Cina, India ecc.): si segnalano a questo proposito alcuni progetti che, partendo dalla consapevolezza dell’importanza di tale mercato turistico, intendono valorizzarlo attraverso nuovi approcci al marketing e alla qualità e diffondendo nuove conoscenze e alcuni standard minimi di qualità chinese friendly.

7. L’utilizzo della rete per la promozione e la commercializzazione del settore: su internet avviene già oltre il 50% delle transazioni commerciali di tipo turistico e la percezione di efficienza e organizzazione di un Paese si esprime proprio sulla rete, dove oggi sempre più spesso inizia l’esperienza del viaggio. La mancanza di una efficace comunicazione sul web rappresenta, pertanto, un forte ostacolo per la competitività e lo sviluppo del settore turistico e il suo posizionamento nel mercato internazionale.

5 Le criticità sopra indicate sono il frutto della lettura del saggio Cultura e Turismo…, cit.

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Vi è da dire però che si sta affermando sempre più un approccio non tradizionale del marketing, che valorizza gli strumenti quali l’accoglienza, il racconto, le reti.

Accoglienza significa prima di tutto costruire relazioni e condividere passioni, rac-conti, storie, emozioni, territori. La maggior parte delle persone frequenta i social network perché attraverso essi può condividere esperienze con un gran numero di persone. I social network dunque possono fornire un grande contributo e in questi anni hanno consentito di rendere più umano il rapporto tra le persone coinvolte. Al-cuni studiosi hanno evidenziato come la rivoluzione del web abbia “avuto il grande pregio di tirar fuori dal cassetto la visione italiana o ‘latina’ al mercato, che fa leva sul passaparola, la reputazione e la gestione delle relazioni”6. È necessario, in con-clusione, coinvolgere gli utenti del web nelle reti sociali attraverso il dialogo e la condivisione ed è importante spingere affinché il turismo sia sempre meno standard ma più vero, più relazionale e più umano.

8. La rete tra imprese: il settore turistico, anche al Sud, si basa su un sistema di piccole e medie imprese, spesso a gestione familiare, per quanto riguarda sia le strutture ricettive, sia l’intermediazione (agenzie di viaggi, tour operator) che si presentano sui mercati spesso in modo non coordinato. La mancanza di integrazione delle politiche di sviluppo turistico con le politiche perseguite in altri settori è cruciale nel limitare la loro efficacia.

9. Destagionalizzazione: questa parola dovrebbe diventare la “parola d’ordine” della politica del turismo. È impensabile che l’Italia abbia un parco di posti letto superiore alla Francia e alla Spagna ma ne metta a disposizione, nell’arco di tutto l’anno, solo la metà.

LE POSSIBILI SOLUZIONI

Conoscenza della domanda proveniente da ciascuno dei mercati di riferi-mento

Coordinamento tra i settori economici

La cultura in generale, il patrimonio culturale e ambientale come fattore fondamentale per promuovere e valorizzare il territorio attraendo talenti e turismo

Oggi risulta difficile identificare un “turista tipo”: il comportamento che egli assume è sempre nuovo e mutevole; possiamo dire che oggi il turista non è più un soggetto passivo, ma sempre più autonomo, che intende vivere il turismo come esperienza autentica. Diventa pertanto fondamentale adeguare l’offerta alle esigenze dei viag-giatori per “fidelizzarli” e consolidare la loro presenza sul territorio.

Questi mutamenti sociali e tecnologici non trovano ancora risposte sufficienti nelle istituzioni culturali italiane. Solo il 50% dei luoghi culturali italiani si è dotato di un sito web, e quelli “virtuosi” spesso non rendono fruibile il portale in lingua inglese o sono scarsamente o per nulla indicizzati sui motori di ricerca come Google. Ed ancora solo il 3% si è dotato di una applicazione nativa per essere consultabile tramite smartphone e tablet. Questa mancata raggiungibilità digitale si traduce, soprattutto per i luoghi medio-piccoli, nella impossibilità di essere inclusi nella pianificazione di un viaggio. Un ultimo dato: solo il 5% dei siti culturali italiani consente una qualche forma di prenotazione o acquisto online dei biglietti, visite guidate ed audio/video-guide.Riallinearsi con il pubblico è ormai diventato dirimente per un paese che ambisce ad una alta vocazione culturale e turistica come il nostro.

Fonte: Fabio Vola, Quale cultura per i nativi digitali? http://www.ilgiornaledellefondazioni.com

6 La citazione è di Giancarlo Dall’Ara e può leggersi nel sito di Alessio Carciofi, http://www.alessiocarciofi.com/tag/dallara

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Come affermato anche dall’Ocse, il turismo rappresenta un potenziale elevatissimo per lo sviluppo dell’economia locale del Mezzogiorno avendo forti legami con mol-ti altri settori come agricoltura, artigianato, edilizia e telecomunicazioni.

L’Ocse consiglia l’eliminazione dei deficit strutturali, un miglioramento dell’offerta dei servizi, una pubblica amministrazione forte e un coerente sostegno da parte di politiche nazionali, regionali e locali.

UN MODELLO DI SVILUPPO: L’ALBERGO DIFFUSO

Il mercato di riferimento Il turista che prenota un albergo diffuso desidera vivere in un territorio, organizza autonomamente il viaggio, cerca mete ori-ginali, ama il paesaggio umano almeno tanto quanto ama il con-testo storico-ambientale, cerca nuove proposte, chiede di vivere la cultura dei luoghi e di vivere esperienze più che compiere semplici soggiorni.L’albergo diffuso offre agli ospiti esperienze autentiche di un centro storico di un paese, potendo contare su tutti i servizi al-berghieri. Gli ospiti alloggiano in case di pregio che distano non oltre 200 metri l’una dall’altra. Nell’albergo diffuso, a differenza dell’al-bergo tradizionale, l’ospitalità è offerta non in un’unica area ma in stabili separati: la sala di ricevimento e gli spazi comuni denominati “casa madre “ e gli altri alloggi.

Cooperazione tra il gestore e le aziende operanti sul territorio e le attività culturali presenti nel territorio L’albergo diffuso, un modello di ospitalità originale e di sviluppo turistico dei piccoli centri rurali, è una risposta al problema della crisi in cui essi versano. Attraverso tale modello può attuarsi l’integrazione tra il turismo, l’attività agricola, l’attività artigianale e le attività culturali. L’albergo diffuso è inoltre un modello di sviluppo del territorio che non crea impatto ambientale: non è necessario costruire niente, dato che ci si limita a recuperare e ristrutturare il preesistente. A differenza delle altre strutture ricettive, rappresenta anche “una filosofia dell’ospitalità” in quanto consente di vivere il meglio dell’ospitalità in casa (l’autenticità) e il meglio dell’ospitalità in albergo garantendo agli ospiti tutti i servizi alberghieri.

Il modello di albergo diffuso è stato premiato come best practice “di crescita economica da trasferire nei Paesi in via di sviluppo”, ottenendo il 1° premio delle Nazioni Unite.La premiazione è avvenuta a Budapest il 27 giugno 2008, in occasione del Convegno “Helping new talents to grow” da parte dello United Nations Development Programme – UNDP.

Fonte: sito ufficiale degli alberghi diffusi, www.albergodiffuso.com

LA PUGLIA

L’OCSE ha avviato uno studio sulle politiche turistiche della Regione intitolato “Sustainable Tourism and Local Development in Apulia Region” (“Turismo sostenibile e sviluppo locale nella Regione Puglia”).L’obiettivo di questo studio è aiutare il governo regionale ad analizzare politiche e risorse della Regione, allo scopo di attuare strategie di sviluppo più efficaci basate sul turismo. Lo studio ha delineato le seguenti conclusioni: negli ultimi anni il governo regionale ha iniziato a pianificare e realizzare una strategia turistica precisa. Come diretta conseguenza, nell’ultimo decennio il turismo pugliese ha registrato tassi di sviluppo importanti, con una crescita media annua del 5,4%, rispetto al 2,0% a livello nazionale.Nel 2008, in particolare, la Puglia ha registrato un aumento davvero considerevole (6,1%) del numero dei turisti.

Fonte: OCSE (2011), “Sustainable Tourism and Local Development in Apulia Region”, OECD Local Economic and Employment Development (LEED) Working Papers, No. 2011/02, OECD Publishing, Parigi.

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Il coordinamento tra le attività di promozione istituzionali, la sinergia di tutti gli attori del sistema e la formazione specifica per gli operatori possono migliorare l’attrattività e produrre numeri superiori.

IL TURISMO AMBIENTALE

Il turismo ambientale può essere considerato secondo due modalità: come compo-nente trasversale, presente in molte tipologie di turismo, e come forma specifica di domanda e offerta, che trova identificazione in forme di vacanza come il trekking, il turismo equestre, il cicloturismo ecc.Il Mezzogiorno possiede un ricco patrimonio di aree naturali: le elaborazioni Svi-mez relative alla domanda, eseguite sulla base di dati Istat, distinguono tra presenze lorde – per indicare tutte quelle rilevate nei comuni ricadenti nelle aree dei parchi, a prescindere dalla motivazione della vacanza – e presenze nette, che corrispondono a visite a motivazione ambientale. Le presenze nei parchi del Sud si aggirano intorno al 15% della domanda lorda nazionale e al 3% della domanda netta. Il turismo dei parchi nel Mezzogiorno non ha dunque ancora un rilievo commisurato alla ricchez-za dell’offerta.Tra le destinazioni che più potrebbero beneficiare di forme di turismo ambientale ci sono le località collinari, che nel Mezzogiorno hanno totalizzato, nel 2010, il 12,9% delle presenze nazionali con un contributo alla crescita del turismo meridionale nel periodo 2000-2010 pari all’1,6%.Molte sono le nuove attività imprenditoriali nate e vincenti sul territorio europeo e nel nostro Paese (cicloturismo, eco turismo, prodotti ecologici). Secondo lo studio “European Cycle Route Network EuroVelo”, condotto dalla Direzione Generale per le Politiche Interne del Parlamento Europeo nel 2012, l’impatto economico del ci-cloturismo è significativo: la stima è di 2.295 milioni di viaggi, per un giro d’affari di 44 miliardi di euro all’anno. Il numero di pernottamenti ammonta attualmente a 20,4 milioni, con 9 miliardi di euro spesi annualmente.

IL TURISMO CULTURALE

Il rafforzamento della capacità attrattiva del patrimonio culturale del Mezzogiorno rappresenta una priorità, sia a livello nazionale, sia a livello locale: attraverso il turismo culturale può superarsi il problema della stagionalità, infatti si afferma che

LA SARDEGNA

I Paesi di lingua tedesca quali Austria, Germania e Svizzera, che rappresentano il mercato più “fedele” per la Sardegna, nel 2015 hanno generato quasi due milioni e mezzo di presenze. I numeri. Nel 2015 gli arrivi elvetici in Sardegna – incluso il “piccolo” Liechtenstein – sono stati 131.573, e, con una permanenza media di 5,3 giorni, hanno generato 694.273 presenze nelle strutture ricettive. La Svizzera rappresenta oggi il terzo mercato internazionale per l’isola, dietro soltanto a nazioni con popolazione enormemente superiore, come Germania (un milione e 550 mila presenze) e Francia (945 mila presenze) e davanti ad altre con potenziali d’utenza decisamente maggiori: Regno Unito (460 mila presenze) e Spagna (260 mila). In valore assoluto è il sesto bacino, considerando il confronto anche con quelli nazionali: meglio soltanto la Lombardia (un milione e 680 mila presenze), i sardi stessi (un milione e 50 mila) e il Lazio (735 mila). Aumenti record. La crescita dei turisti svizzeri in Sardegna rispetto al 2014 è stata del 18 per cento per quanto riguarda gli arrivi (ventimila in più rispetto ai 111.596 dell’anno prima) e del 17 per cento quanto a presenze (ben centomila in più rispetto alle 594.098 del 2014). Ma la progressione è ancora più eclatante se paragonata alle stagioni passate: rispetto al 2013 gli arrivi e le presenze sono aumentati di un terzo, mentre, rispetto al periodo dal 2007 al 2012, si arriva a +40 per cento. In quegli anni gli arrivi hanno oscillato tra i 70 e gli 80 mila (…), le presenze sono state invece variabili in un range tra 400 e 440 mila (…).

Fonte: sito Regione autonoma della Sardegna, https://www.regione.sardegna.it/j/v/25?s=303557&v=2&c=3692&t=1

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questo sia il “prodotto” con maggiori possibilità di sviluppo considerando l’unicità dell’offerta culturale che il Mezzogiorno può offrire.Il turista culturale raggiunge destinazioni turistiche meno note come i centri storici più piccoli, le aree minori, le aree interne, preferisce viaggiare in periodi dell’anno meno frequentati, non da giugno a settembre. Il turismo culturale può quindi contribuire a destagionalizzare i flussi turistici e alla valorizzazione e all’apertura delle diverse località minori, che possono essere considerate vanto del nostro Paese. Si pensi ai cosiddetti “piccoli musei” che si caratterizzano per il legame più stretto con il territorio e con la comunità, la capacità di essere accoglienti e di offrire esperienze originali ai visitatori7.Con il turismo culturale inteso in senso ampio potrebbero risolversi i problemi sopra evidenziati, per esempio l’inserimento dell’offerta culturale del Mezzogiorno nell’ambito dei mercati internazionali.

Si è affermato che la maggior parte dei turisti cinesi arriva in Italia per ammirare i paesaggi artistici e culturali offerti dalle grandi città d’arte. Si evidenzia che i viaggiatori individuali sono maggiormente propensi a visitare anche località culturali nuove ed effettuare viaggi culturali in cui sono previsti visite a musei e gallerie o l’ascolto di opere liriche e sinfoniche. Si avvicinano sempre più alle esperienze enogastronomiche. Si afferma infine che anche l’Asia possiede paesaggi marittimi affascinanti; è necessario pertanto un piano di sviluppo delle località marittime adattato al mercato cinese creando, per esempio, dei pacchetti vacanza con soggiorni in hotel situati vicino al mare con possibilità di visitare le città d’arte con escursioni in pullman8.Anche i viaggiatori di Usa, India, Russia e Giappone vogliono ammirare e visitare musei e monumenti. L’Italia rappresenta, agli occhi dei turisti internazionali, un peculiare mix di cultura, benessere, autenticità e produzione materiale.In questo orizzonte, un ruolo di particolare rilievo può senz’altro essere svolto dall’industria culturale nella sua specificità, ma forse ancor di più nelle sue potenzialità trasversali che la collegano a settori produttivi e di servizi orientati all’innovazione.Questa prospettiva presenta quest’anno due novità rilevanti e strategiche, verso cui orientare strumenti e azioni. Lo strumento del nuovo PON “Cultura” 2014-2020, finanziato con i Fondi strutturali europei, per la prima volta si propone anche di sostenere la crescita dell’impresa culturale al Sud (con oltre cento milioni di euro specificamente destinati al suo supporto).

Unioncamere, Io sono cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi, quaderni Symbula, 2015.www.unioncamere.gov.it/download/4923.html

7 Nell’articolo si evidenzia come due piccoli musei, uno è l’area archeologica di Massaciuccoli Romana in Versilia e l’altro è in Sardegna, Museo Sa Corona Arrubia, siano più menzionati nei social rispetto ai grandi musei quali il Louvre e il British Museum, http://www.club-innovation-culture.fr/664000-tweets-louvre-3eme-musee-plus-mentionne-monde-premier-bilan-museumweek-2016/?utm_medium=social&utm_source=twitter8 http://www.marketing-turistico.com/il-turismo-cinese-in-italia.html

UNA IMPORTANTE OCCASIONE PER RILANCIARE LO SVILUPPO DEL SUD PUNTANDO SULLA CULTURA

Matera-Capitale della cultura europea 2019, un progetto per rilanciare tutto il Sud Italia: i primi a comprendere che la candidatura potesse rivelarsi uno strumento im-portante per promuovere lo sviluppo economico della città, della Regione e del Sud nel suo complesso, furono i giovani che, nel 2009, fondarono l’associazione Matera. Nel luglio 2011 si costituì il Comitato Matera 2019, rappresentato dal Comune di Matera, dalla Regione Basilicata, dalla Provincia di Matera, dalla Camera di Com-mercio di Matera, dal Comune di Potenza, dall’Università della Basilicata. Nell’art. 3 dello statuto del Comitato Promotore della candidatura a Matera Capitale Europea della Cultura per il 2019, si legge: “il Comitato ha lo scopo di ideare, pre-parare e supportare la candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura per

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il 2019 […]”. A tale fine “può effettuare studi e ri-cerche, organizzare e promuovere attività, mostre, convegni, eventi, realizzare iniziative di animazio-ne territoriale, promuovere e gestire progetti e par-tenariati a livello nazionale ed europeo, realizzare azioni di supporto, comunicazione e lancio della candidatura, sollecitare e raccogliere finanziamen-ti e sponsorizzazioni […] potrà svolgere altresì attività di supporto, promozione e organizzazione delle azioni e iniziative collegate alla candidatura promosse dagli enti fondatori che si terranno nel corso del periodo di vigenza del Comitato stesso”. Il supporto alla candidatura consta di studi e ricer-

che, con l’organizzazione e la promozione di attività, mostre, convegni, eventi, ini-ziative di animazione territoriale, di promozione e gestione di progetti e partenariati a livello nazionale ed europeo, raccogliendo finanziamenti e sponsorizzazioni.L’auspicio è dunque quello che le iniziative messe in atto, accompagnate da un’at-tenta attività promozionale, possano condurre a una riqualificazione dei territori, spesso abbandonati durante il corso della propria storia, che generi i suoi effetti benefici.Secondo i promotori, poi premiati, del Comitato “Matera-Capitale” il turismo, integrato con iniziative di carattere culturale e con tutte le altre attività economiche, può influire positivamente sullo sviluppo del territorio9. Si è compreso, dunque, che lo sviluppo turistico determina un abbassamento del deficit strutturale e della disoccupazione diffusa nelle zone meridionali e può con-sentire il superamento del vincolo della stagionalità.

CONCLUSIONI

Affinché il turismo nel Mezzogiorno, nonostante limiti e criticità, esprima il suo potenziale per lo sviluppo economico, è necessario un forte sostegno delle politiche nazionali, regionali e locali, che sempre più devono operare congiuntamente. Molte Regioni del Mezzogiorno hanno infatti compreso quanto il turismo possa essere un volano per lo sviluppo e stanno attuando strategie importanti nel settore; altre invece devono ancora riuscire a sfruttare appieno tale potenziale. Sono stati indicati due modelli di sviluppo, uno che normativamente parte dalla Sar-degna, il modello dell’albergo diffuso, l’altro che parte dalla Basilicata. L’albergo diffuso è un modello di sviluppo del territorio che può essere considerato una rispo-sta al problema della crisi, inoltre non crea impatto ambientale, contribuendo sem-mai al recupero dei centri storici, e consente di vivere la cultura del luogo. Matera, attraverso il progetto “Matera-Capitale”, ha creduto al rilancio del proprio territorio creando una “rete sul territorio” che unisca i diversi attori, e funga da catalizzatore per i giovani con l’intento di creare nuove figure professionali dotate di strumenti di conoscenze e competenze innovative che convergano le loro potenzialità alla valorizzazione del territorio. In conclusione appaiono appropriate le parole del Comitato per Matera Capitale della cultura europea, poiché è sempre più necessario “comprendere […] che l’Ita-lia e l’Europa senza il racconto di una certa parte del loro comune sud non possono capire su cosa e come puntare per il futuro collettivo. Un futuro che nasce anche e soprattutto da qui, in maniera necessaria, partecipata e innovativa”10.

9 Matera, infatti, è passata da esser stata codificata nel 1952 come “vergogna d’Italia”, simbolo di un Meridione retrogrado, a Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco nel 1993, e ora come prima città del Sud nel 2019, con il progetto di capitale culturale.10 Matera città candidata capitale europea della cultura 2019, Dossier di candidatura, in www.matera-basilicata2019.it, p. 38.