Appello d’emergenza 09/2012 “ASSISTENZA ALLE FAMIGLIE ... · Appello d’emergenza 09/2012 ......

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Caritas Italiana Dicembre 2012 VISITA CONGIUNTA CARITAS INTERNATIONALIS CADEV NIGER Appello d’emergenza 09/2012 “ASSISTENZA ALLE FAMIGLIE VITTIME DELL’EMERGENZA INSICUREZZA ALIMENTARE IN NIGER” “NON CI ABBANDONATE” Testimonianza raccolta nel corso dell’incontro con i beneficiari nel dipartimento di Loga, Diocesi di Niamey Partecipanti : Caritas Danimarca, CRS, CAFOD, Caritas Italiana Periodo : 28-31 ottobre 2012 La visita si è svolta nel territorio della Diocesi di Niamey e ha permesso di incontrare i beneficiari e vedere le realizzazioni compiute da CADEV Niger e CRS in risposta all’emergenza crisi alimentare scoppiata alla fine del 2011. DIOCESI DI NIAMEY, DIPARTIMENTO DI LOGA Distribuzioni gratuite di viveri : 10 villaggi beneficiari su 147 nella diocesi di Niamey : 141 famiglie hanno ricevuto 33 tonnellate di cereali, 2010 litri di olio vegetale, 8694 kg di fagioli ; Food for work : 2 villaggi beneficiari, hanno realizzato 284 mezzelune agricole (opere di recupero delle terre) ; Cash for work : 100 famiglie beneficiarie, che hanno costruito terrazzamenti su 19,11 ettari di terre deteriorate; Fiere umanitarie : 600 famiglie beneficiarie, 9 milioni di F CFA introdotti nell’economia locale ; 100% DELLE ATTIVITÀ PREVISTE SONO STATE REALIZZATE Nel corso della visita è stato possibile prima vedere le realizzazioni comunitarie per il recupero delle terre deteriorate, in particolare le mezzelune agricole e forestali e i terrazzamenti, quindi incontrare i beneficiari nei villaggi. 1

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Caritas Italiana Dicembre 2012

VISITA CONGIUNTA CARITAS INTERNATIONALIS

CADEV NIGER

Appello d’emergenza 09/2012“ASSISTENZA ALLE FAMIGLIE VITTIME DELL’EMERGENZA INSICUREZZA

ALIMENTARE IN NIGER”

“NON CI ABBANDONATE”Testimonianza raccolta nel corso dell’incontro con i beneficiari nel dipartimento di Loga, Diocesi di Niamey

Partecipanti : Caritas Danimarca, CRS, CAFOD, Caritas Italiana

Periodo : 28-31 ottobre 2012

La visita si è svolta nel territorio della Diocesi di Niamey e ha permesso di incontrare i beneficiari e vedere le realizzazioni compiute da CADEV Niger e CRS in risposta all’emergenza crisi alimentare scoppiata alla fine del 2011.

DIOCESI DI NIAMEY, DIPARTIMENTO DI LOGA

Distribuzioni gratuite di viveri : 10 villaggi beneficiari su 147 nella diocesi di Niamey : 141 famiglie hanno ricevuto 33 tonnellate di cereali, 2010 litri di olio vegetale, 8694 kg di

fagioli ;Food for work : 2 villaggi beneficiari, hanno realizzato 284 mezzelune agricole (opere di

recupero delle terre) ;Cash for work : 100 famiglie beneficiarie, che hanno costruito terrazzamenti su 19,11

ettari di terre deteriorate;Fiere umanitarie : 600 famiglie beneficiarie, 9 milioni di F CFA introdotti nell’economia

locale ;100% DELLE ATTIVITÀ PREVISTE SONO STATE REALIZZATE

Nel corso della visita è stato possibile prima vedere le realizzazioni comunitarie per il recupero delle terre deteriorate, in particolare le mezzelune agricole e forestali e i terrazzamenti, quindi incontrare i beneficiari nei villaggi.

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Esprime convinto la propria soddisfazione il capo villaggio: “queste opere sono una buona pratica per assorbire l’acqua, farla filtrare nel terreno e alimentare la falda acquifera, permettono inoltre di seminare erbe le cui radici rafforzano le terre. Queste opera hanno anche evitato le inondazioni ai piedi della collina e quindi aiutato la buona riuscita delle colture del villaggio”.

Gli fa eco il rappresentante del Ministero dell’Ambiente, che si focalizza sulla sostenibilità dell’intervento e il suo impatto durevole: “queste opere rimarranno intatte per 7-10 anni e i loro effetti si vedranno nel medio-lungo termine. I beneficiari sono stati sensibilizzati sull’utilità di tali realizzazioni e uno di loro ha cominciato anche a sperimentare la coltivazione del miglio su una parte di terre riabilitate”.

In due incontri con i beneficiari svoltisi in due diversi villaggi, unanime è stata la soddisfazione espressa per l’assistenza ricevuta.“L’aiuto è arrivato proprio al momento opportuno, quando la situazione si era fatta difficile e in qualche caso disperata”, afferma il capo villaggio.Particolarmente apprezzata è stata l’attività delle fiere umanitarie, in cui i cittadini stessi, ricevuta una sovvenzione, hanno scelto le sementi da acquistare e potuto verificarne la qualità: “le sementi erano di ottima qualità e noi abbiamo potuto scegliere secondo i bisogni e le preferenze”, afferma un beneficiario.Soddisfazione anche da parte dello staff di esecuzione del progetto, perché, grazie alla sensibilizzazione effettuata, “gli agricoltori hanno considerato la sovvenzione ricevuta sotto forma di coupon di spesa come denaro proprio e per questo sono riusciti a negoziare i prezzi delle sementi migliorate con i produttori, costringendoli ad abbassarli fino a tre volte”.L’incontro in un villaggio si è concluso con una raccomandazione: “Non ci abbandonate ora solo perché è finita l’emergenza; abbiamo ancora bisogno di assistenza per poter evitare di ritrovarci l’anno prossimo nella stessa situazione”.

DIOCESI DI NIAMEY, DIPARTIMENTO DI TILLABERI

Una riunione con la comunità beneficiaria del villaggio di Tolkobeye ha caratterizzato la prima parte della visita alle attività realizzate da CRS/Catholic Relief Services per rispondere all’emergenza crisi alimentare.

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148 famiglie beneficiarie del cash for work per tre mesi;in generale il progetto ha sostenuto, nei dipartimenti di Tillaberi e Ouallam, 26 villaggi,

3.000 famiglie beneficiarie, circa 3.000 persone vulnerabili

Nella riunione comunitaria i cittadini del villaggio sono chiari ed espliciti: “quest’anno non abbiamo avuto fame; l’aiuto ci ha permesso di avere cibo per mangiare e di lavorare i nostri campi, il raccolto è stato buono e ci fa ben sperare”.Il villaggio, infatti, soffre di un’insufficienza alimentare cronica, e il raccolto di questa stagione è stato considerato quasi una benedizione dopo la siccità dello scorso anno.Proprio queste crisi prolungate hanno portato i cittadini a indebitarsi ogni anno per far fronte al deficit alimentare: “la raccolta sarebbe sufficiente per coprire tutta l’annata, se non avessimo dovuto indebitarci per trovare il cibo e rispondere ai bisogni primari delle nostre famiglie prima che arrivasse l’assistenza. Ora dobbiamo invece rimborsare i debiti vendendo parte del raccolto, rischiando di ripiombare nel ciclo dell’insufficienza e di vanificare gli sforzi fatti. Per questo chiediamo che il supporto non si fermi qui, rischiando di essere vano: chiediamo un ulteriore intervento di cash for work, che ci permetta di avere soldi per rimborsare i debiti contratti e poi attività che ci aiutino a rafforzare la produzione e ad avere riserve alternative: allevamento, orticultura, microcredito”. A tal proposito, CRS conta di iniziare a breve attività di “resilienza”, che aiutino i beneficiari a consolidare le produzioni e a rafforzare le proprie capacità, tecniche ed economiche.

Durante l’incontro, particolarmente incisiva la testimonianza di una donna: “è difficile per una donna non avere il cibo da preparare e per un uomo andare a cercare dappertutto il cibo per mangiare, o andare a lavorare nei campi degli altri per far sopravvivere la famiglia. Con l’aiuto che ci avete dato abbiamo posto fine alla sofferenza. Per una donna è un orgoglio vedere il marito andare a lavorare nel proprio campo e raccoglierne poi i frutti per la famiglia”.

Nella visita al villaggio, due donne hanno aperto le porte delle loro umili dimore per parlare della loro esperienza e di ciò che hanno vissuto: consapevoli delle difficoltà ma non rassegnate, hanno raccontato la loro vita quotidiana per far fronte alla crisi e le loro proposte per il futuro.

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Una donna, con una famiglia di 14 persone, afferma di “aver particolarmente apprezzato il cash for work, perché ho avuto in mano denaro e ho potuto scegliere cosa acquistare secondo le necessità prioritarie”. “Durante la fase acuta della crisi –dichiara- mi sono ammalata, così come i bambini, sono stata costretta a prendere dei piccoli crediti, che poi ho potuto rimborsare grazie all’aiuto ricevuto. Ma prima che arrivasse l’assistenza abbiamo dovuto indebitarci per comprare il cibo e per la scuola dei bambini: ora tiriamo un sospiro di sollievo perché abbiamo avuto un buon raccolto, ma quei debiti iniziali preoccupano ancora: dovremo rimborsare e, facendolo, non avremo cibo a sufficienza per arrivare al prossimo raccolto”.Gli fa eco la seconda donna incontrata, vedova a capo di una famiglia di 6 persone: “l’aiuto ci ha permesso di avere cibo e lavorare, il buon raccolto sarebbe sufficiente fino alla stagione prossima, ma il dilemma è: come rimborsare il debito contratto precedentemente?”. C’è la consapevolezza di non poter continuare ad essere assistiti in modo permanente, pertanto la donna dichiara con realismo: “le colture estensive non bastano più, dobbiamo trovare delle alternative: allevamento bovino e ovino, orti, attività di credito e risparmio, è necessario per uscire dalla spirale della dipendenza”.

La visita si è conclusa con la visita alle opere realizzate con le attività comunitarie (cash e food for work) per il recupero delle terre: mezzelune forestali, su cui è stata sperimentata la piantagione di piante di gomma arabica, e terrazzamenti, in cui sono state seminate erbe a beneficio dei pascoli.Si può notare nettamente la differenza fra il terreno lavorato e la situazione precedente; il ruolo più importante di queste realizzazioni è quello anti-erosivo: l’acqua si infiltra, va ad alimentare la falda e non va ad invadere i campi coltivati nei villaggi.

Terreno non recuperato Terreni recuperati con tecniche anti-erosive

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