Appalti Verdi Gli strumenti per la valorizzazione …...L A CFP di prodotto e la ISO\TS 14067 Una...

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Consulenza di Direzione Ambiente & Innovazione Sistemi di Gestione Aziendale Clicca qui per l’avvio Relatore: Gian Piero Zattoni Appalti Verdi Gli strumenti per la valorizzazione ambientale di prodotti e servizi .

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Consulenza di Direzione

Ambiente & Innovazione

Sistemi di Gestione Aziendale

Clicca qui per l’avvioRelatore: Gian Piero Zattoni

Appalti Verdi

Gli strumenti per la valorizzazione

ambientale di prodotti e servizi.

EQO Srl - Bologna

Chi Siamo

EQO S.r.l. da quasi 20 anni riunisce professionisti provenenti da

diversi settori e con differenti esperienze professionali, maturate in

decenni di attività sul campo, portatori di conoscenze al servizio

delle imprese che sfidano un mercato complesso, in continua

evoluzione e pertanto altamente competitivo.

Offrire Servizi e Competenze per dare Valore alle Vostre

Organizzazioni e diventare Partner del Vostro Successo.

La Nostra Missione

.

EQO Srl - Bologna .

Consulenza di

Direzione

Sistemi di gestione

aziendale

I Nostri Servizi

Risorse umane e

formazione

Ambiente & Innovazione

Mappatura e Reengineering Processi

Lean Production

Risk Management

Sistemi di Gestione Qualità

Sistemi di Gestione Ambientale

Sistemi di Gestione della Sicurezza

Sistemi di Gestione dell’ Energia

Formazione

Analisi delle competenze

Formazione aziendale personalizzata

LCA (life cycle assessment)

Carbon Foot Print

Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (EPD )

ECO-Design & Product Reengineering

Due Diligence ambientali

EQO Srl - Bologna

I Clienti principali

.

EQO Srl - Bologna

La filosofia

… Non esistono processi produttivi e quindi prodotti a

costo energetico ed ambientale nullo ….

… un approccio ambientalmente

consapevole nella fase di progettazione di

prodotti e servizi ci permetterà di garantire

alle generazioni future

“una Terra a misura d’uomo” ed

“un uomo a misura di Terra”

EQO Srl - Bologna

Come può l’ambiente essere sinonimo di innovazione?

La risposta è insita nella “fame” di conoscenza ed informazione da parte dell’intera società

civile che vuol sapere quali sono i “costi per l’ambiente” di ciò che consuma in termini di

prodotti e servizi.

Pertanto, il successo di un prodotto\servizio è sempre più legato ad un concetto esteso di

qualità, ove, aspetti di sostenibilità ambientale acquistano sempre più rilevanza ed

interesse da parte di media e consumatori.

In futuro il successo di un prodotto e la

sua competitività sul mercato dipenderà dalla capacità dello stesso di

“gravare” il meno possibile sull’ambiente.

Di conseguenza il successo di un impresa sarà il frutto della sua capacità di

proporre prodotti e servizi progettati per

rispettare l’ambiente in tutte le fasi del loro

ciclo di vita.

EQO Srl - Bologna

Come può l’ambiente essere sinonimo di innovazione?

Gli “strumenti di analisi e comunicazione” a nostra

disposizione sono:

• LCA (life cycle assessment);

• EPD (Dichiarazione Ambientale di Prodotto );

• CFP - Carbon Foot Print e Carbon Declaration;

• ECO-Design & Product Reengineering;

• SGA (Sistemi di gestione ambientale).

Chi produce o distribuisce un prodotto o eroga un servizio dovrà essere abile a

sviluppare azioni di comunicazione atte a trasmettere con efficacia tale valore e a

dimostrarlo, sviluppando studi scientifici ed adottando strumenti che possano garantire

oggettivamente quanto pubblicamente asserito mediante l’esternazione di dati legati ad

indicatori di Impatto (vedi LCA e Carbon Foot Print) riconosciuti a livello internazionale.

Se vogliamo favorire la crescita sostenibile dobbiamo assicurarci che i prodotti più efficienti sotto il profilo delle risorse e più ecologici sul mercato

siano conosciuti e riconoscibili.

EQO Srl - Bologna

Una scelta per il futuro

La sfida della globalizzazione

richiede un sempre maggiore

impegno delle imprese per

innovare ed aumentare la qualità

ambientale di prodotti e servizi.

Lo sviluppo di modelli di

produzione e consumo sostenibili

e l’uso eco-efficiente delle risorse

sono priorità della Commissione

Europea, ma anche fattori di competitività per lo sviluppo.

EQO Srl - Bologna

Il nuovo Codice Appalti

Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50, successivamente modificato ed in ultimo dal decreto legge «sblocca cantieri» (18 aprile 2019, n. 32)

Tra i principali aspetti innovativiintroduce l’approccio al ciclo di vita e l’obbligatorietà dei Criteri Ambientali Minimi, ove esistono, nei quali il ciclo di vita è implicito(Art. 34 - Criteri di sostenibilità energetica ed ambientale)

Una scelta per il futuro

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L’approccio al ciclo di vita è un elemento centrale nel Nuovo Codice Appalti.

Per gli aspetti ambientali riguarda:

• la progettazione (Art. 23);

• la definizione delle specifiche tecniche (Art. 68);

• i criteri di aggiudicazione (Art. 95).

Per gli aspetti economici:

• I costi del ciclo di vita (Art.96 - costi di acquisizione, connessi all’utilizzo quali l’energia, la

manutenzione, il fine vita)

• la valutazione delle esternalità (emissioni di gas ad effetto serra e di altre sostanze

inquinanti, costi legati ai cambiamenti climatici) per la quantificazione del rapporto

qualità/prezzo (Art.96)

Per essere adeguatamente pronti a rispondere alle richieste delle Stazioni appaltanti occorre

attrezzarsi per tempo. All’atto della pubblicazione di un bando, che richiede la valutazione del

ciclo di vita, è troppo tardi per potervi adempiere.

Una scelta per il futuro

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Art. 23: Livelli della progettazione per gli appalti,per le concessioni di lavori nonché per i servizi.

1. La progettazione è intesa ad assicurare :

f) il risparmio, l’efficientamento ed il recupero energetico nella realizzazione enella successiva vita dell’opera, nonché la valutazione del ciclo di vita e dellamanutenibilità dell'opera stessa.

8. Il progetto esecutivo deve essere altresi corredato da apposito pianodi manutenzione dell’opera e delle sue parti in relazione al ciclo di vita.

Una scelta per il futuro

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LCA (Life Cycle Assessment)

Life Cycle Assessment, in italiano “analisi del ciclo di vita”, conosciuto anche con

l’acronimo LCA, è una metodologia di analisi che valuta gli impatti ambientali che un prodotto

o un servizio genera nell’intero ciclo della sua vita prendendo in considerazione gli effetti sulla

salute umana, sugli ecosistemi e sul depauperamento delle risorse, partendo dalle fasi di

estrazione delle materie prime, produzione del bene o erogazione del servizio, distribuzione,

uso, manutenzione, riuso, riciclaggio e dismissione finale.

Avanti

Tramite l’analisi di LCA si persegue lo scopo di

analizzare e far comprendere le conseguenze

ambientali direttamente o indirettamente

correlate ad un prodotto o ad un servizio e quindi

di far conoscere le prestazioni ambientali ed

energetiche del prodotto o servizio d’interesse

per intraprendere un percorso di miglioramento

volto allo sviluppo di un prodotto\servizio eco-

sostenibile capace di supportare campagne di

“green marketing”.

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Lo studio LCA si è affermato, come detto, quale strumento di calcolo per misurare il carico

ambientale di un sistema produttivo o più in generale di un prodotto in una visione complessiva.

Tanto da essere considerato dalla Commissione Europea come l’unico in grado di fornireuna base scientifica per l’effettuazione di tale calcolo.

VALUTAZIONE degli IMPATTI

INTERPRETAZIONE E MIGLIORAMENTO

ANALISI dei PROCESSI ed INVENTARIO

Definizione dell’OBIETTIVO e

CAMPO APPLICAZIONE

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Partendo dai risultati ottenuti nello studio LCA è

possibile individuare le criticità del prodotto, sviluppare

in team con i progettisti ipotetiche alternative e

valutarne i miglioramenti delle prestazioni ambientali

ed energetiche consentendo così la riduzione del

valore degli indicatori d’impatto ambientale.

Tale valutazione risulta di notevole interesse nel

momento in cui si vuole procedere con la

progettazione di un nuovo prodotto o l’aggiornamento

di uno esistente.

Inoltre, è possibile utilizzare questa metodologia per

comparare due o più opzioni di sviluppo e per stare

sempre un passo avanti rispetto ai concorrenti.

Le fasi di LCA

LCA (Life Cycle Assessment)

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Dichiarazione Ambientale di Prodotto

Tutti gli schemi di etichette ambientali nazionali (MADE GREEN IN ITALY) ed internazionali

(ENVIRONMENTAL PRODUCT DECLARATION) utilizzano LCA come base per definire le

caratteristiche che i prodotti devono rispettare affinché possano rientrare tra quelli che godono di una

etichetta ambientale.

Tra le più importanti troviamo la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) che è uno

strumento di comunicazione a supporto della qualità ambientale dei prodotti. Nasce quale leva di

mercato per promuovere prodotti ambientalmente sostenibili con lo scopo di:

◼ indirizzare le scelte dei consumatori rendendo disponibili e facilmente comprensibili le informazioni

per capire l’entità dei carichi ambientali di singoli prodotti;

◼ sviluppare e sostenere politiche di acquisto basate sul Green Procurement (GP);

◼ attivare meccanismi competitivi tra le aziende.

La dichiarazione ambientale (EPD) è convalidata da una terza parte accreditata

Per garantire quanto sopra perseguito la logica è

quella di elaborare Dichiarazioni Ambientali di

Prodotto personalizzate al target di mercato semplici,

trasparenti e di immediata interpretazione, ovvero,

capaci di colpire ed interessare la più vasta massa

possibile dei portatori d’interesse.

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Il tutto parte dalla definizione dei Requisiti Specifici di Prodotto (Product Category

Rules) stabiliti in maniera condivisa dal promotore, da associazioni di categoria o da più

soggetti appartenenti al settore produttivo di riferimento e sono riepilogati all’interno di

documenti che fissano parametri utili a rendere confrontabili le EPD relative alla categoria di

prodotto in esame. In particolare, nelle PCR sono stabiliti i parametri tecnici e funzionali, il

campo di applicazione dello studio LCA e gli aspetti ambientali di riferimento.

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Dichiarazione Ambientale di Prodotto

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Carbon Foot Print

Che cos’è l’impronta del carbonio? E’ una delle grandezze che misurano l’impatto delle attività umane sull’ambiente,

in particolare, in merito agli effetti sul clima da parte dei cosiddetti gas serra.

Partendo dalla mappatura dei processi e delle attività svolte è possibile definire in dettaglio

l’entità delle emissioni di CO2 espressa in kg di CO2 equivalente (definita come la quantità di

emissioni di tutti i gas serra equiparate, negli effetti di riscaldamento della Terra, alla CO2

secondo tabelle di conversione definite).

La Carbon Footprint (o impronta del carbonio) rappresenta la quantità di emissioni di gas ad

effetto serra generate lungo la filiera di produzione di un prodotto.

Nel mondo industriale è sempre maggiore l’interesse verso studi mirati alla quantificazione

delle emissioni di CO2 correlate a specifici prodotti basandosi sulla metodologia LCA, allo

scopo di individuare soluzioni volte alla riduzione od alla compensazione.

In tema di comunicazione ambientale gli aspetti legati al

problema del riscaldamento globale e del

cambiamento climatico ricoprono un ruolo primario.

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L A CFP di prodotto e la ISO\TS 14067

Una bassa impronta del carbonio viene pertanto a significare che il prodotto

in esame dà un basso contributo ai cambiamenti climatici e ciò costituisce unpregio considerevole

LA CFP per le ragioni suddette viene a costituire un importante indicatoreambientale che si sta affermando come uno strumento di marketing usatodalle industrie manifatturiere non solo per dimostrare l’impegno a ridurrel’impatto ambientale, ma anche per evidenziare la sostenibilità dei prodotti.

E’ evidente che il calcolo della CFP richiede l’applicazione di un’analisi del ciclodi vita limitato ad una sola categoria di impatto, quella cioè riguardante il solocambiamento climatico.

E’ la misura di quanto un prodotto o un seviziocontribuisce alle emissioni di gas serraconsiderando quelle complessive ovvero in tuttele fasi di «vita» del prodotto “dalla culla alla

tomba”, rapportate al Global WarmingPotential dalla realizzazione, all’uso ed allo

smaltimento del prodotto stesso.

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L A CFP di prodotto e la ISO\TS 14067

La carbon footprint rappresenta il primo passo di “carbonassessment” attività propedeutica all’avvio di processigestionali volti alla riduzione ed alla compensazione di CO2 .)e di “carbon communication“ strategica per chi vuolecavalcare la green economy e proporre prodotti innovativi.

Scopo finale è quello di produrre quale output un documentoovvero un report rivolto al consumatore.

Lo standard tecnico ISO/TS 14067:2013 – “Greenhouse gases – Carbonfootprint of products – Requirements and guidelines for quantification andCommunication” si basa sulle norme UNI EN ISO 14040:2006 (“Gestioneambientale – Valutazione del ciclo di vita – Principi e quadro di riferimento”)e UNI EN ISO 14044:2006 (“Gestione ambientale – Valutazione del ciclo di vita– Requisiti e linee guida”), le quali esprimono i passi per la valutazione di LCA(Life Cycle Assessment).

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Made Green In ItalyE' stato pubblicato ed è entrato in vigore il 13 giugno 2018 il Regolamento per l'attuazione dello schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell'impronta ambientale dei prodotti, denominato Made Green in Italy, adottato dal Ministro dell'Ambiente.

Previsto nel quadro delle iniziative di promozione della green economy, il Made Green in Italy rappresenta uno strumento per incrementare la competitività del sistema produttivo italiano nel contesto della crescente domanda di prodotti a elevata qualificazione ambientale sui mercati nazionali e internazionali.

Il Made Green in Italy utilizza la metodologia per la determinazione dell'impronta ambientale dei prodotti (PEF) definita nella Raccomandazione 2013/179/UE della Commissione Europea del 9 aprile 2013.

“Made Green in Italy” intende:

◼ promuovere modelli sostenibili di produzione e consumo;

◼ stimolare il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali dei prodotti e, in particolare, la riduzione degli impatti ambientali che questi generano durante il loro ciclo di vita;

◼ favorire scelte informate e consapevoli da parte dei cittadini, nella prospettiva di promuovere lo sviluppo del consumo sostenibile, garantendo la trasparenza e la comparabilità delle prestazioni ambientali di tali prodotti;

◼ rafforzare l’immagine, il richiamo e l’impatto comunicativo dei prodotti “Made in Italy” al fine di sostenerne la competitività sui mercati nazionali ed internazionali;

◼ definire le modalità più efficaci per valutare e comunicare l’impronta ambientale dei prodotti del sistema produttivo italiano, attraverso l’adozione del metodo PEF associandovi aspetti di tracciabilità, qualità ambientale, qualità del paesaggio e sostenibilità sociale.

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Lo Schema “Made Green in Italy” è uno strumento certificativo inserito nel contesto delle etichette ambientali di tipo III, ad oggi coerenti con le indicazioni della norma IS0 14025 (“Etichette e dichiarazioni ambientali di Tipo III”). La Dichiarazione ambientale di prodotto è uno strumento di informazione sulle performance ambientali di un prodotto, di tipo quantitativo, basato sugli impatti individuati secondo la metodologia LCA – Life Cycle Assessment, che garantisce l’oggettività della valutazione in ottica business to business.

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Possono infatti fregiarsi del marchio Made Green in Italy solo i prodotti Made in Italy che presentano prestazioni ambientali pari o superiori ai benchmark di riferimento.

L’applicazione dello schema vede come primo passo, la definizione delle Regole di Categoria di Prodotto (RCP), elaborate per le diverse categorie di prodotto da parte dei soggetti richiedenti che:

◼ possono essere privati o pubblici;

◼ devono essere costituiti da almeno 3 aziende, di cui una PMI;

◼ rappresentano la quota maggioritaria (51%) della produzione nazionale in termini di fatturato

Qualora per una specifica categoria di prodotto sia stata definita una PEFCR (PEF Category Rules) in sede europea, questa deve essere recepita nella RCP ed integrata con i requisiti addizionali obbligatori e facoltativi previsti dal Regolamento.

Il benchmark di riferimento deve essere sempre definito dal proponente di una RCP e calcolato come somma dei valori pesati dei tre indicatori di impatto identificati come maggiormente rilevanti. Il benchmark è corredato da 3 classi (A-B-C) di cui la B costituisce la classe di prestazione di benchmark: per potersi fregiare del Marchio un prodotto deve essere almeno in Classe B, con obbligo di miglioramento alla classe A nell’arco dei tre anni di validità della concessione d’uso del marchio.

◼ classe A, prodotti eccellenti che hanno una prestazione migliore rispetto al prodotto medio (benchmark);

◼ classe B, prodotti con prestazioni uguali al benchmark;

◼ classe C, prodotti con prestazioni peggiori rispetto al benchmark.

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Made Green in Italy

Il periodo di validità delle RCP è di quattro anni.

Il gestore dello Schema è il Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare che entro 30 giorni dall’acquisizione della richiesta di adesione allo schema volontario concede la licenza d’uso del logo Made Green in Italy per 3 anni.

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PEF ed OEF sono metodologie che consentono di misurare le prestazioni ambientali lungo il ciclo di vita rispettivamente dei prodotti e servizi (Product Environmental Footprint - PEF) o delle Organizzazioni (Organisation EnvironmentalFootprint - OEF).

Traggono origine dalla Raccomandazione 2013/179/UE della Commissione Europea del 9 aprile 2013, che mira ad introdurre metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni secondo approccio standardizzato.Si tratta di atto normativo comunitario volto ad avviare un percorso di standardizzazione europea verso la creazione di soluzioni tecniche rivolte a supportare la valutazione (e la successiva gestione) dell'impronta ambientale connessa al ciclo di vita dei prodotti ed alle Organizzazioni.

Product Environmental Footprint&

Organisation Environmental Footprint

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PEF - Product Environmental Footprints

Gli ambiti di applicazione della metodologia sono:

◼ ottimizzazione dei processi durante il ciclo di vita di un prodotto;

◼ sostegno alla progettazione del prodotto che riduca al minimo gli impatti ambientali nel corso del ciclo di vita;

◼ comunicazione delle informazioni relative alle prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti (ad esempio mediante la documentazione che accompagna il prodotto, siti internet e app) da parte delle singole imprese o mediante programmi su base volontaria;

◼ programmi relativi alle dichiarazioni ambientali, in particolare garantendo una sufficiente affidabilità e completezza delle dichiarazioni;

◼ programmi che creano reputazione dando visibilità ai prodotti che calcolano le proprie prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita;

◼ identificazione degli impatti ambientali significativi al fine di stabilire criteri per i marchi di qualità ecologica;

◼ incentivi basati sulle prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita, ove opportuno.

OEF - Organization Environmental Footprints

I potenziali ambiti di applicazione e risultati della metodologia OEF sono:

◼ ottimizzazione dei processi lungo tutta la catena di approvvigionamento della gamma di prodotti di un'organizzazione;

◼ comunicazione delle prestazioni ambientali nel ciclo di vita alle parti interessate (ad esempio mediante relazioni annuali, nelle relazioni sulla sostenibilità, come risposta ai questionari degli investitori o dei portatori di interessi);

◼ programmi che creano reputazione dando visibilità alle organizzazioni che calcolano le proprie prestazioni ambientali nel ciclo di vita o alle organizzazioni che le migliorano nel tempo (ad esempio di anno in anno);

◼ programmi che richiedono la comunicazione delle prestazioni ambientali nel ciclo di vita;

◼ un mezzo per fornire informazioni sulle prestazioni ambientali nel ciclo di vita e sul conseguimento degli obiettivi nel quadro di un sistema di gestione ambientale;

◼ incentivi basati sul miglioramento delle prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita, calcolate in base alla metodologia OEF, ove opportuno.

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Il prossimo futuro

• Seconda fase della sperimentazione europea sulla PEF/OEF

• Le stazioni appaltanti non sono tutte adeguatamente preparate apredisporre bandi con la piena implementazione del concetto di ciclodi vita, per questo il Ministero Ambiente avvierà a breve unprogramma di formazione sugli strumenti di LCA e LCC e sui CAM

• Inoltre, svilupperà una Banca Dati Nazionale di LCA, importante ancheper un futuro metodo armonizzato di calcolo delle esternalità

• L’approccio di ciclo di vita è applicabile anche agli aspetti sociali, ilmetodo è in fase di sperimentazione con il supporto di UnitedNation Environment

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Futuri progetti pilota in materia di PEF - Product Environmental Footprint

• Beer, proposed by Brewers of Europe• Coffee, proposed by the European Coffee Federation• Dairy, proposed by the European Dairy Association• Feed for food producing animals, proposed by the European Feed Manufacturers' Federation• Fish for human consumption, proposed by the Norwegian Seafood Federation• Meat (bovine, pigs and sheep), proposed by the European Livestock and Meat Trades Union• Pasta, proposed by the Union of Organisations of Manufacturers of Pasta Products in the EU• Packed water, proposed by the European Federation of Bottled Waters• Pet food (cats & dogs), proposed by the European Pet Food Industry Federation• Olive oil, coordinated by CO2 Consulting S.L.• Wine, proposed by the Comité Européen des Entreprises Vins

Il prossimo futuro

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In particolare, un approccio basato su

concetti di life cycle thinking aiuta a

comprendere come ogni scelta fatta in fase

di progettazione abbia poi delle ricadute

nelle fasi di produzione (industrializzazione

ed acquisizione delle materie), di

distribuzione, uso (richieste energetiche,

manutenzione) e dismissione

(disassemblaggio e recupero).

L’ECODESIGN applica i concetti (3R) di:

◼ riduzione (R),

◼ riutilizzo (R),

◼ riciclo (R)

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A seguito dei risultati di un LCA o CFP è possibile avviare processi di miglioramento che

permettono di misurare i vantaggi ottenibili da varie opzioni stabilendo delle prioritàtra le diverse soluzioni, comparandole rispetto allo stato di fatto, mettendo poi in evidenza

potenziali e significativi vantaggi o svantaggi ambientali.

Ecodesign : alla base del miglioramento

EQO Srl - Bologna

I principali criteri adottati per una corretta progettazione ecocompatibile riguardano quindi:

❑ la minimizzazione del consumo di materiali ed energia come input: ridurre consumi

di energia e dei materiali utilizzati senza compromettere l’aspetto funzionale; progettare

in un’ottica di macro-componenti integrando e riducendo il numero dei componenti e

creando un sistema-prodotto flessibile;

❑ la riduzione della tossicità e nocività delle risorse: eliminare ad esempio le

sostanze tossiche o dannose (SOC Analysis);

❑ L’utILIzzO di risorse rinnovabili, biocompatibili e locali: utilizzare dove possibile,

materiali ed energie che durante le fasi del ciclo vita dimostrino una riduzione di impatto

ambientale e delle emissioni di CO2;

“Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che lo ha generato”

Albert Einstein

❑ STANDARDIZZAZIONE, Uniformare materiali e componenti

impiegati nel prodotto sia in termini di struttura sia di

connessione tra le parti.

Ecodesign : alla base del miglioramento

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❑ L’OttImIzzazIONE della vita dei prodotti

attraverso una facile aggiornabilità e manutenzione

ed un’intensificazione dell’uso del prodotto :

progettare l’affidabilità e l’aggiornabilità,

limitare l’obsolescenza del prodotto, creare nell’utente

finale un’affezione al prodotto, progettare una serialità

differenziata ed intensificare l’uso

❑ una scarsa obsolescenza semantica e funzionale,

L’EStENSIONI della vita dei materiali:

utilizzare materiali riciclabili, rendere possibile il loro

recupero favorendo la riduzione degli scarti e delle

risorse necessarie e progettare il disassemblaggio in

modo da utilizzare materiali facilmente riciclabili

❑ DFD (Design for Disassembly): progettare lo

smaltimento del prodotto in modo da favorire il

recupero o riciclo dei suoi componenti.

Ecodesign: alla base della sostenibilità

I principali criteri adottati per una corretta progettazione ecocompatibile riguardano inoltre:

EQO Srl - Bologna

… ciò che oggi è un pregio di pochi domani sarà un esigenza per tutti …

Termina presentazione

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