APICOLTURA di MONTAGNA · 2016. 2. 20. · Biologia dell’ape mellifera e della colonia Le razze...

95
04/05/2013 1 APICOLTURA di MONTAGNA QUINTA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 11/04/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro Trasferimento Tecnologico PROGRAMMA DEL CORSO Argomento Data Argomento Data Biologia dell’ape mellifera e della colonia Le razze dell’ape mellifera L’arnia razionale e cenni di storia dell’apicoltura. Valore ecologico ed agronomico dell’ apicoltura giovedì 14/02/13 h 19,00- 22,00 I prodotti dell’alveare Produzione di miele, polline, propoli, pappa reale e cera giovedì 11/04/13 h 19,00- 22,00 Attrezzature apistiche Il calendario dell’apiario La registrazione e la gestione dei dati dell’apiario Risveglio e ripresa primaverile. La sciamatura. Il raccolto. La preparazione all’inverno L’invernamento giovedì 28/02/13 h 19,00- 22,00 Visita ad un apiario Lezione pratica di traslarvo Pratica di costituzione nuclei Marcatura delle regina Valutazione dell’infestazione da Varroa sabato 13/04/13 h 9,00- 13,00 La Varroa Biologia della Varroa Virosi e Varroa Pratiche apistiche contro la Varroa Sostanze acaricide contro la Varroa giovedì 14/03/13 h 19,00- 22,00 Produzione di api regine e selezione Produzione di nuclei Il pacco d’api Giovedì 02/05/13 h 19,00- 22,00 Malattie delle api (ad esclusione della Varroa) Sintomi Modalità di controllo giovedì 28/03/13 h 19,00- 22,00 Adempimenti Burocratici dell’apicoltura. Il regolamento attuativo legge provinciale sull’apicoltura Sicurezza alimentare e gestione igienico sanitaria nella produzione e lavorazione del miele giovedì 16/05/13 h 19,00- 22,00

Transcript of APICOLTURA di MONTAGNA · 2016. 2. 20. · Biologia dell’ape mellifera e della colonia Le razze...

  • 04/05/2013

    1

    APICOLTURA di MONTAGNAQUINTA LEZIONE

    ROVERETO - GIOVEDÌ 11/04/2013

    PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINIFondazione Edmund Mach, Centro Trasferimento Tecnolo gico

    PROGRAMMA DEL CORSOArgomento Data Argomento Data

    Biologia dell’ape mellifera e della coloniaLe razze dell’ape melliferaL’arnia razionale e cenni di storia dell’apicoltura.Valore ecologico ed agronomico dell’ apicoltura

    giovedì 14/02/13h 19,00-

    22,00

    I prodotti dell’alveareProduzione di miele, polline, propoli, pappa reale e cera

    giovedì 11/04/13h 19,00-

    22,00

    Attrezzature apisticheIl calendario dell’apiarioLa registrazione e la gestione dei dati dell’apiarioRisveglio e ripresa primaverile.La sciamatura.Il raccolto.La preparazione all’invernoL’invernamento

    giovedì 28/02/13h 19,00-

    22,00

    Visita ad un apiarioLezione pratica di traslarvoPratica di costituzione nucleiMarcatura delle reginaValutazione dell’infestazione da Varroa

    sabato13/04/13h 9,00-13,00

    La VarroaBiologia della VarroaVirosi e VarroaPratiche apistiche contro la VarroaSostanze acaricide contro la Varroa

    giovedì 14/03/13h 19,00-

    22,00

    Produzione di api regine e selezioneProduzione di nucleiIl pacco d’api

    Giovedì 02/05/13h 19,00-

    22,00

    Malattie delle api (ad esclusione della Varroa)SintomiModalità di controllo

    giovedì 28/03/13h 19,00-

    22,00

    Adempimenti Burocratici dell’apicoltura.Il regolamento attuativo legge provinciale sull’apicoltura Sicurezza alimentare e gestione igienico sanitaria nella produzione e lavorazione del miele

    giovedì 16/05/13h 19,00-

    22,00

  • 04/05/2013

    2

    I PRODOTTI DELL’ALVEARE

    • Miele

    • Polline

    • Pappa reale

    • Propoli

    • Cera

    • Veleno

    • Api regine

    • Pacchi d’api

    • Telaini di covata

    • Sciami, nuove colonie

    • Polline

    ALIMENTI O INTEGRATORI ALIMENTARI

    COSMETICI, FARMACI

    PRODOTTI PER L’APICOLTURA

    DISCIPLINA DELL'APICOLTURA(Gazzetta Ufficiale n. 306 del 31-12-2004)

    ART. 2 - Definizioni1. La conduzione zootecnica delle api, denominata " apicoltura", e' considerata a tutti gli effetti attivita' agricola ai sensi dell'articolo 2135 del codice civile, anche se non correlata necessari amente alla gestione del terreno .2. Sono considerati prodotti agricoli: il miele, la cera d'api, la papp a reale o gelatina reale, il polline, il propoli, il veleno d'api, le api e le api regine, l'idromele e l'aceto di miele .3. Ai fini della presente legge si intende per:a) arnia: il contenitore per api;b) alveare: l'arnia contenente una famiglia di api;c) apiario: un insieme unitario di alveari;d) postazione: il sito di un apiario;e) nomadismo: la conduzione dell'allevamento apisti co a fini di incremento produttivo che prevede uno o piu' sposta menti dell'apiario nel corso dell'anno.4. L'uso della denominazione "apicoltura" e' riserv ato esclusivamente alle aziende condotte da apicoltori che esercitano l'attivita' di cui al comma 1.

  • 04/05/2013

    3

    JÜRGEN TAUTZ, ricercatore dell'Università di Würzburg, in Germania.

    Presenta un'interpretazione sul comportamento delle api tutta basata sulle più recenti scoperte scientifiche del BEEgroup tedesco.

    • Un’ape può visitare fino a 3.000 fiori in un giorno suddivisi in 3-10 uscite .

    • Un singolo fiore di ciliegio può produrre fino a 30 mg di nettare al giorno.

    • Un singolo fiore di melo può produrre soli 2 mg di nettare al giorno.

    • Solo il 15 % delle bottinatrici trasporta contemporaneam ente nettare e polline .

    • Peso di una ape: 90 mg

    • Nettare trasportato in una uscita: 20-40 mg

    PRODOTTI DELL’ALVEARE

    Da: Jürgen Tautz , Il Ronzio delle Api

  • 04/05/2013

    4

    PRODUZIONE TEORICA DI MIELE

    •Nettare trasportato in una uscita: 20-40 mg

    •Numero di voli giornalieri: da 3 a 10

    •Periodi di bottinatura di un’ape: 10-20 giorni

    •Numero di bottinatrici impiegate da una colonia in un anno: da 100.000 a 200.000

    •1 kg di nettare diviene mediamente 0,5 kg di miele

    PRODUZIONE MINIMA DI MIELE20 mg x 3 voli x 10 giorni x 100.000 api = 60 kg di nettare

    = 30 kg di miele

    PRODUZIONE MASSIMA40 mg x 10 voli x 20 giorni x 200.000 api = 1.600 kg di nettare

    = 800 kg di miele

    Da: Jürgen Tautz , Il Ronzio delle Api

    PRODUZIONE DI POLLINE

    • Un’ape può riportare all’alveare dopo un’uscita fino a 15 mg di polline.

    • Una colonia di medie dimensioni raccoglie circa 20-30 kg di polline l’anno.

    PRODUZIONE DI PROPOLI

    • Una colonia di medie dimensioni raccoglie diversi hg di propoli l’anno

    Da: Jürgen Tautz , Il Ronzio delle Api

  • 04/05/2013

    5

    PAPPA REALE

    Durante l’estate l’ ape regine depone da 1.000 a 2.000 uova al giorno . Circa 1-2 uova al minuto.

    L’ incremento di peso delle larve è sorprendente: in 5 giorni aumentano di 1.000 volte il loro peso .

    Durante lo stadio larvale un’ape consuma circa 25 mg (25 mircolitri) di pappa reale.

    Con una produzione complessiva di 200.000 api per colonia la quantità di pappa reale consumata arriva a 5 litri l’anno .

    Da: Jürgen Tautz , Il Ronzio delle Api

    LA CERA D’API

    Diversamente da quanto accade per altri tipi di imenotteri che costruiscono i loro nidi con materiali raccolti in natura (per esempio, sostanze cellulosiche o fango), le api provvedono loro stesse a produrre la cera con la quale edificano le strutture interne dell'al veare, i favi.

    La cera viene prodotta da ghiandole ceripare localizza te nella parte ventrale dell'addome delle api operaie.

    Appena secreta si presenta sotto forma di minuscole scaglietteincolori .

    Le operaie costruttrici (12 – 17 gg di età) provvedono a plasmare con le mandibole il materiale per arrivare alla forma volu ta.

    In termini di economia metabolica la secrezione di cera è un processo dispendioso: per ogni grammo di cera prodotto ne sono consumati 7-10 di miele .

  • 04/05/2013

    6

    Fin dai tempi più remoti la raccolta di miele è stata accompagnata da un'analoga raccolta di cera .

    Per migliaia di anni la cera d'api è stato l'unico mate riale del suo genere disponibile ed è stata per questo utilizzata in centinaia di mo di diversi.

    La tecnica moderna , offrendo sostanze con analoghe caratteristiche e simili possibilità d'impiego, ha oggi ristretto enormemente l'uso della cera d'api , limitandolo ai soli casi in cui è veramente insos tituibile.

    Ancora oggi presso le culture che adottano sistemi di apicoltura tradizionale o semi-razionale l'estrazione di miele, per pressatura o fusione dei favi , dà, come sottoprodotto, una discreta quantità di cera. In alcune situazioni questa viene utilizzata in l oco per gli usi tradizionali; in altre viene indirizzata all'esportazione verso paesi industrializzati .

    PRODUZIONE DELLA CERA D’API

  • 04/05/2013

    7

    CACCIATORI DI MIELE IN NEPAL

    CACCIATORI DI MIELE IN NEPAL

  • 04/05/20138

    AR

    NIA

    WA

    RR

    É

    AR

    NIA

    TOP

    BA

    R

  • 04/05/2013

    9

    TORCHIETTO PER CERA

    Utilizzando le arnie razionali a telaini mobili occorre spremere gli opercoli .

    Con le arnie “naturali” è necessario spremere i favi di miele.

    In entrambi i casi si usano dei piccoli torchi idraulici per separare la cera ed il miele.

    • Esteri di acidi cerosi 70%

    • Esteri sterolici 1%

    • Acidi grassi liberi 14%

    • Alcoli liberi 1-2%

    • Idrocarburi 12,5 -16%

    • Acqua 1-2%

    • Altre sostanze 1-5%

    La cera è una sostanza insolubile in acqua.Fonde a 62° -65°C e si rapprende a 60°C.

    COMPOSIZIONE DELLA CERA

  • 04/05/2013

    10

    Nel nostro sistema di apicoltura la produzione di cera, quale sottoprodotto , seppur di valore, dell'estrazione di miele, riguarda gli opercoli che vengono tagliati via dai favi di miele prima di procedere all'estrazione con lo smielatore centrifugo.

    Questo tipo di produzione è stimata attorno all'1-1 ,5% del peso del miele prodotto, cioè 1-1,5 kg di cera per ogni quintale di miele .

    Un altro mezzo chilo per alveare può essere ottenuto dal recupero della cera contenuta nei favi che vengono periodicamente rinnovati .

    Sia nel caso della cera d'opercolo che in quello de l recupero dei vecchi favi è necessario un processo di estrazione che permetta la separazione della cera d al miele o dal resto delle sostanze che compongono il favo (bozzoli e residui dell'allevamento delle larve ).

    PRODUZIONE DELLA CERA D’API

    Si basa sulla fusione della cera a caldo e sulla sua immiscibilità con l'acqua .

    Uno dei sistemi più razionali e usati nei climi caldi è la sceratrice solare , una cassa vetrata nella quale la cera fonde, per azione del riscaldamento solare, e cola in una vaschetta, dove si stratifica sui residui più densi (miele).

    Esistono attrezzature appositamente costruite per la fusione ed estrazione della cera (caldaie a vapore).

    Molti apicoltori utilizzano invece materiale non specifico , che però risponde ugualmente bene all'uso.

    ESTRAZIONE DELLA CERA D’API

  • 04/05/2013

    11

    LE TECNICHE DI ESTRAZIONE ADOTTATE DEVONO TENER CON TO DI ALCUNI ASPETTI FONDAMENTALI:

    • La cera non va MAI FUSA SU FUOCO DIRETTOOltre al rischio di incendio , l'elevata temperatura che si sviluppa ne determina un irreparabile danneggiamento . Con un sistema di bagnomaria o aggiungendo acqua nello stesso recipiente in cui si fonde la cera, il calore della fiamma viene assorbi to e riceduto m modo graduale.

    • I RECIPIENTI non devono essere di ferro, rame o zin coQuesti metalli reagirebbero negativamente con la ce ra fusa.

    • L'ACQUA che entra in contatto con la cera deve essere il pi ù possibile priva di sali per evitare la saponificazione .

    • Il RAFFREDDAMENTO deve avvenire nel modo più lento possibile , per dar tempo alla cera di decantare e separarsi completamente dalle impurità.

    SCERATRICE SOLARE

  • 04/05/2013

    12

    SCERATRICE A VAPORE

    La quasi totalità della cera cosi prodotta dagli apicoltori italiani finisce nuovamente negli alveari sotto forma di fogli cerei . La qualità del foglio cereo è un particolare importante per la pro duttività dell'alveare: come primo requisito deve essere di pura cera d'api .

    Cera d'api d' importazione copre le richieste nel campo cosmetico , farmaceutico e dei lucidi per mobili, pavimenti e p ellami.

    Soprattutto in campo cosmetico e dermatologico l'impiego della cera d'api è largamente diffuso. Basti pensare al " cerato di Galeno ", un'antichissima formula di pomata protettiva per la pelle a base di cera d'api e acqua di rose, ancora oggi riportata i n farmacopee internazionali.

    Il largo uso nei settori sopra menzionati va colleg ato alla capacità che la cera d'api ha di formare un film protettivo ma n on occlusivo sulla superficie della pelle , oltre che alle sue doti di alta stabilità.

  • 04/05/2013

    13

    PRODUZIONE DELLA CERA D’API

    CERA D’API NAZIONALE

    CERA D’API IMPORTAZIONE

    CERA D’API BIOLOGICA

    PRODUZIONE DI FOGLI CEREI

    PRODUZIONE DI COSMETICI E ARTIGIANATO

    C’È UNA GRANDE RICHIESTA DI CERA D’API BIOLOGICA E QUESTO MERCATO SI BASA ORMAI SULL’AUTOPRODUZIONE

    DA PARTE DEGLI APICOLTORI BIOLOGICI

    PRODUZIONE FOGLI CEREI

    PRODUZIONE INDUSTRIALE

    AUTOPRODUZIONE

  • 04/05/2013

    14

    PRODUZIONE FOGLI CEREI

    La cera prima di essere usata deve essere

    sterilizzata a 120°C per almeno 30 min

    Per chiarificare la cera si può aggiungere 2-3 g

    di acido citrico od ossalico in 1 l di acqua

    per kg di cera

    Per costruire i fogli cerei è bene usare cera di opercolo

    (“ pulita ”)

    COSMETICI

    CE

    RA

    PE

    R M

    OB

    ILI

    CANDELE ETC.

  • 04/05/2013

    15

    CHE COSA POSSIAMO TROVARE NELLA CERA?

    La CERA è un grasso e quindi ingloberà facilmente s ostanze lipofile:

    Pesticidi,

    IPA (idrocarburi policiclici aromatici)

    PCB (policlorobifenili)

    Diossine etc….

    Comportandosi come una spugna può:

    Trattenere, ma NON SCIOGLIERE.

    Metalli pesanti

    Radionuclidi

    Antibiotici

    Acidi .

    COME FARE PER AVERE UNA CERA PULITA?

    La CERA scioglie sostanze liposolibili e trattiene sostanze idrosolubili, pertanto queste sostanze rimangono nell’alveare e e ntrano in contatto con miele, polline e propoli alle quali vengono poi cedute.

    Per ottenere una cera pulita e priva di residui è p ertanto necessario eliminare i favi vecchie e destinare la cera che si ottiene dalla loro fusione alla produzione di candele o altro

    Utilizzare la cera di opercolo per la produzione di nuovi favi.

    Analizzare la cera

    L’associazione di apicoltori può ritirare la cera d i opercolo dei singoli apicoltori e fornire loro fogli cerei prodotti con questa cera.

  • 04/05/2013

    16

    IL VELENO DELLE API

    IL VELENO DELLE API

    L'APITOSSINA, o veleno d'ape, è un liquido di sapore prima dolciastro e poi amaro, limpido e incolore, solubile in acqua ma non in alcol .

    La porzione attiva del veleno è costituita da una complessa miscela di proteine che provoca un'infiammazione locale ed agi sce come anticoagulante . Il veleno è prodotto dall'apparato velenifero del l'ape posto nell'addome delle api operaie e ottenuto dall a miscela di secrezioni sia acide che basiche .

    L'apitossina, risultato della miscela, è acida (pH da 4,5 a 5,5).

    La densità è di 1,13.

    Un'ape può iniettare circa 0,1-0,2 mg di veleno att raverso il suo pungiglione.

    L'apitossina è simile al veleno dei serpenti e alla tossina dell'ortica .

    Si stima che circa l'1% della popolazione sia allergica alle punture d elle api .

    L'apitossina può essere neutralizzata dall'etanolo , ma non dalle alte o basse temperature.

  • 04/05/2013

    17

    MODALITÀ DI RACCOLTA DEL VELENO D'APE

    La raccolta del veleno d'ape avviene inducendo le api, con scariche elettriche a bassa tensione, ad estroflettere il pu ngiglione e quindi ad emettere il veleno .

    Utilizzando un apposito telaio collegato ad un dispositivo elettri co gli apicoltori ottengono la deposizione del veleno su u na lastra di vetro senza che il pungiglione rimanga conficcato nel sov rastante telo di nylon.

    Una volta essiccato sulla lastra il veleno viene raschiato e conservato sotto forma di cristalli .

    1 Per raccoglierlo occorre preparare un telaino lungo quanto l'ingresso dell'alveare e profondo circa 35 cm . In questo telaio vengono disposti, parallelamente fra loro dei sottili fili di rame ad una distanza di 3 mm l'uno dall'altro . Questi fili si collegano alternativamente ai morsetti di una batteria (quelli pari ad un morsetto, quelli dispari all'altro) in modo da produrre una leggera scossa quando l'ape li tocca contemporaneamente .

    COME SI PROCEDE PASSO PASSO

  • 04/05/2013

    18

    2 Sotto la griglia formata dai conduttori , si dispone un tessuto di taffetas di nylon con fili della trama di 0,3 mm , quelli dell'ordito 0,2 mm e con uno spazio fra i due di circa 35 micron . Questi dati sono indispensabili perché l'aculeo dell'ape non riesce a perforare il nylon ed entra nello spazio fra trama e ordito . Se lo spazio fra i due è inferiore l'ape lascia l'aculeo nel tessuto . Sotto il tessuto si dispone una lastra di vetro .

    3 Questa trappola viene disposta all'ingresso dell'alveare ed alimentata da una tensione di 33 Volt in alternata . Se si è lontani dall'abitazione, la tensione si ricava da una batte ria, si converte e si eleva, con un apposito survoltore. Un timer disposto fra la batteria ed il convertitore stacca la corrente per 3 secondi ogni 3-4 secondi , per permettere alle api di districarsi ed entrare nell'alveare .

    MODALITÀ DI RACCOLTA DEL VELENO D'APE

    4 L'operazione dura 10 minuti, poi si toglie corrente , si spazzolano le api morte e si levano gli aculei . La trappola deve essere posta in alveari con famiglie formate almeno da 50.000 api e fare l'operazione lontano da abitazioni, in quanto l'odore del veleno e la scarica elettrica, rendono furiose le api che arrivano a pu ngere animali e persone anche a 100 metri di distanza . Questo stato di irritazione rimane anche dopo 5 o 6 giorni dopo il prelievo.

    5 La produzione media è di 50 mg di veleno per alveare p er ogni operazione che deve distanziarsi da quella precedente di almeno 20 giorni . Con un apiario di almeno 50 alveari, si possono r accogliere circa 2,5 grammi di veleno in una giornata.

    C'è da tener presente una perdita del 2% delle api durante ogni operazione .

    RICORDIAMO, COMUNQUE, CHE IL VELENO D'APE È UN PRODOTTO ALTAMENTE TOSSICO, E BISOGNA BEN GUARDARSI DALL'UTILIZZARLO DIRETTAMENTE.

    MODALITÀ DI RACCOLTA DEL VELENO D'APE

  • 04/05/2013

    19

    TERAPIA CON VELENO D'APE - APITERAPIA

    La terapia con veleno d'ape viene utilizzata da tal uni come cura per i reumatismi ed i dolori articolari grazie alle sue proprietà anticoagulanti e anti-infiammatorie .

    Viene usata anche per desensibilizzare le persone allergiche alle punture degli insetti .

    La terapia con veleno d'ape può essere somministrata anche sotto forma di pomata sebbene potrebbe risultare meno eff icace della somministrazione attraverso la puntura delle api vi ve.

    In omeopatia il veleno d'ape viene utilizzato per produrre il rimedio Apis mellifera .

    PRIMO DOLCIFICANTE UTILIZZATO DALL’UOMO

    • alimento prelibato• magico• sacro

    OGGI in gran parte sostituito dallo zucchero ricavatodalla canna o dalla barbabietola

    IL MIELE

    � Rivalutazione come prodotta naturale

    � Particolari caratteristiche organolettiche

  • 04/05/2013

    20

    Il miele viene prodotto dalle api ( Apis mellifera) a partire da:• nettare dei fiori• melata

    Dunque soluzioni zuccherine bottinate, cioè raccolte dalle api operaie, e trasportate nell’alveare.

    Occasionalmente le api possono raccogliere altri liquidi zuccherini da frutta o sostanze alimentari varie comunque di origine zuccherina.

    COS’È IL MIELE

    COMPOSIZIONE DEL MIELE

    ZUCCHERI 75-77%si tratta essenzialmente di zuccheri semplici: il glucosio e il fruttosio , ma ci sono anche zuccheri complessi come il saccarosio

    ACQUA 16-18%il contenuto è variabile in relazione al grado di maturazione

    ALTRE SOSTANZE 6-8 %acidi 0,1-1%, sali minerali 0,003-1%, sostanze azotate (proteine e aminoacidi) 0,3%,enzimi (diastasi ed invertasi), vitamine (B, C, PP, K, P)

  • 04/05/2013

    21

    Il miele viene ottenuto dalle api sia attraverso pr ocessi

    all’interno dell’ape bottinatrice che mediante pass aggi da

    ape ad ape. Le api operano la trasformazione degli

    zuccheri complessi in semplici ad opera di enzimi

    (invertasi e glucosio ossidasi) e la diminuzione de l

    contenuto in acqua

    DA NETTARE A MIELE

    Esposizione all’aria

    secca dell’alveare

    disidratazione

    Fino a 17-18% acqua:

    il miele viene sigillato

    MIELI MONOFLORALI� Derivano principalmente da una sola specievegetale� Presentano colore, odore e aroma caratteristici

    MIELI MILLEFIORI� Costituiti da nettari di numerose piante� Possiedono caratteristiche diverse a secondadelle specie vegetali che lo compongono

    MIELI DI NETTARE

    Differenziati sulla base dell’origine botanica in:

  • 04/05/2013

    22

    Di melate ne esistono moltitipi:

    � La melata di abete , derivatadalla melata raccolta sulleconifere e prodotta da afidi.

    � La melata di Metcalfa ,ottenuta dalle escrezionidell’insetto Metcalfa pruinosa,una cicalina che si alimentasulle latifoglie

    MIELI DI MELATA

    LIQUIDO O CRISTALLIZZATO?

    Tutti i mieli possono cristallizzare perché sono

    SOLUZIONI SOVRASSATURE

    La tendenza a cristallizzare dipende da• composizione zuccherina• temperatura (14 °C)• particelle solide • agitazione

    Pochi sono i mieli che rimangono liquidi a lungo.

    Per gli altri una cristallizzazione omogenea è da considerarsi sintomo di genuinità

  • 04/05/2013

    23

    Le api sono in grado di bottinare in un raggio di 5 Kmintorno all’alveare.

    Il miele raccolto rappresenta quindi il territoriocircostante.

    La sua composizione è caratteristica per ogni zonarispecchiandone la composizione della flora.

    MIELE: TERRITORIO IN BARATTOLO

    ANALISI MELISSOPALINOLOGICA(contenuto del miele in pollini)

    Area geografica di provenienza

    CONSERVAZIONEIl miele, se estratto con un tenore dia acqua inferiore al

    18 % è un alimento conservabile senza nessuna trasformazione

    Il miele è in grado di inattivare la quasi totalità dei microrganismi che casualmente vi vengono introdotti

    ATTENZIONE A:

    • All’umidità• All’inquinamento da insetti e animali vari• Alla natura dei materiali e dei recipienti• Al contatto con il suolo

  • 04/05/2013

    24

    LA FERMENTAZIONE

    � Dovuta a lieviti� Quando il contenuto d’ acqua >18 %

    Le tecnicheSistemi di conservazione (stoccaggio per

    tempi ridotti o al freddo)Opportune tecniche di produzione (estrarre

    mieli con contenuto d’acqua inferire al 18%; evaporazione forzata; macchine deumidificatrici; concentrazione sottovuoto)

    Pastorizzazione

    I PRINCIPALI MIELI UNIFLORALI ITALIANI

    ACACIA (Robinia)

    AGRUMI

    RODODENDRO

    AILANTO

    SULLA

    ERBA MEDICA

    GIRASOLE

    CARDO

    TIMO

    TARASSACO

    TIGLIO

    COLZA

    EUCALIPTO

    CASTAGNO

    MELATA METCALFA

    MELATA D’ABETE

    ERICA, ERICA ARBOREA

    CORBEZZOLO

  • 04/05/2013

    25

    PRODUZIONE DI MIELE IN FAVO

  • 04/05/2013

    26

    TELAINI E SCATOLE PER LA PRODUZIONE DI MIELE IN FAVO

    PRODUZIONE DI MIELE

    I LOCALI DI SMIELATURA

    La lavorazione del prodotto principale dell'attività apistica, il miele, rientra nella normativa più generale di disciplina igienica della produzione di sostanze alimentari , questa regolamentata da leggi, decreti e circolari sovrapposti e stratificati nel tempo , e in genere di non specificoriferimento per il prodotto miele.

    Innanzitutto i criteri generali di idoneità igienico-sanitaria che si applicano a tutte le aziende operanti nel settore degli alimenti e delle bevande sono contenuti nella legge 283/62 (e successive modifiche) e nel relativo regolamento di esecuzione contenuto nel DPR 327/80 .

  • 04/05/2013

    27

    I locali destinati alla lavorazione del miele sono soggetti ad autorizzazione sanitaria che viene richiesta al Sindaco , che la rilascia previo parere dell'ASL competente per territorio.

    Le indicazioni che stabiliscono i requisiti minimi obb ligatori per i locali di produzione e confezionamento previste nel DPR 327/80 sono articolate e gravose per il produttore apistico , poiché ben pochi tengono nel debito conto la successiva circolare de l Ministero della Sanità (n° 79/1980) che raccomanda che l'accertament o dei requisiti per il rilascio della autorizzazione sanitaria debb a tener conto delle "peculiari esigenze di lavorazione ….. in particolare nei confronti di prodotti agricoli di prima trasformazione ".

    È seguito poi il decreto legislativo 155/1997 in attuazione delle direttive 43/1993 e 3/1996 CE che, oltre a generiche precisazioni sui locali di produzione e confezionamento alimenti, ha principalmente introdotto il sistema dell'autocontrollo con i principi su cui è basato il sistema di analisi dei rischi e di controllo dei pu nti critici HACCP(Hazard Analysis and Critical Control Points), per il quale rimandiamo alla specifica lezione.

    Ci sono poi leggi regionali, circolari, regolamenti (anche comunali).

  • 04/05/2013

    28

    REQUISITI MINIMI OBBLIGATORI PER GLI STABILIMENTI E LABORATORI DI PRODUZIONE E CONFEZIONAMENTO PREVISTI NEL DPR 327/80 DI INTERESSE PER I LOCALI DI SMIELATURA

    L'autorità sanitaria competente deve accertare che gli stabilimenti e i laboratori di produzione, preparazione e confeziona mento siano provvisti di locali distinti e separati :

    a) per il deposito delle materie prime ;b) per la produzione, preparazione e confezionamento delle sostanze destinate all'alimentazione ;c) per il deposito dei prodotti finiti ;d) per la detenzione di sostanze non destinate all'alimentaz ione .

    L'autorità sanitaria può consentire in particolari casi , anche in relazione alle esigenze tecnologiche del processo produttivo, che i locali di cui alle lettere a), b), c) e d) siano riuniti in un un ico locale di adeguata ampiezza.

    I locali debbono essere in numero adeguato al potenziale produttivo ed alle caratteristiche dello stabilimento e del prodo tto o dei prodotti finiti , con separazioni ed attrezzature idonee a garantire l'igienicità di prodotti in lavorazione .

    Tutti i locali ai quali si può accedere dall'intern o dello stabilimento o del laboratorio, ivi compresi i locali adibiti ad a bitazione od uffici, sono soggetti ad accertamento dei requisiti igienic o-sanitari .

    Nel caso di imprese che effettuano anche la vendita al dettagli o per il consumo è obbligatorio che le lavorazioni avvengano in banchi diversi da quelli di vendita , con separazioni ed attrezzature idonee a garantire l'igienicità dei prodotti.

  • 04/05/2013

    29

    L'autorità sanitaria deve inoltre accertare che i p redetti locali siano:

    1) Costruiti in modo tale da garantire una facile e adeguata pulizia ;2) Sufficientemente ampi , cioè tali da evitare l'ingombro delle attrezzature e l'affollamento del personale;3) Rispondenti ai requisiti razionali sotto il profilo igienico-sanit ario , con valori microclimatici atti ad assicurare condiz ioni di benessere ambientale anche in relazione alle peculiari esigen ze di lavorazione; aerabili - naturalmente o artificialmente - sia per p revenire eventuali condensazioni di vapore, sia per evitare lo svilupp o di muffe; con sistema di illuminazione - naturale o artificiale- ta le da prevenire, in ogni caso, la contaminazione delle sostanze aliment ari;4) Con pareti e pavimenti le cui superfici siano in rapporto al tipo della lavorazione che viene effettuata, facilmente lavabili e disinfettabili ;5) Muniti di dispositivi idonei ad evitare la presenza di rodito ri , ed altri animali od insetti;6) Adibiti esclusivamente agli usi cui sono destinati , secondo quanto indicato nella pianta planimetrica allegata alla domanda di autorizzazione.

    Gli stabilimenti e laboratori di produzione devono essere inoltre provvisti:

    a) di impianti, attrezzature ed utensili riconosciuti ido nei sotto profilo igienico-sanitario e costruiti in modo da consentire la facile, rapida e completa pulizia .Le superfici destinate a venire a contatto con le sost anze alimentarinelle varie fasi della produzione, preparazione e c onfezionamento, debbono essere in materiale idoneo ai sensi dell'art. 11 de lla legge 283/1963b)…..c) di acqua potabile in quantità sufficiente allo scopo.d) di servizi igienici rispondenti alle normali esigenze igienico-sanitarie non comunicanti direttamente con i locali adibiti a lavorazione , deposito e vendita delle sostanze alimentari.I locali adibiti a servizi igienici ed il locale an tistante dotato di porta a chiusura automatica, debbono avere pareti e pavimen ti costruiti in materiale impermeabile e facilmente lavabile e disi nfettabile.e) di dispositivi per lo smaltimento dei rifiuti, risp ondenti alle esigenze dell'igiene ...

  • 04/05/2013

    30

    UN ESEMPIO: IL LABORATORIO DI SMIELATURA DELLA FONDAZIONE EDMUND MACH

    NELLA SEDE DI VIGALZANO (PERGINE VALSUGANA)

    LOCALE DI SMIELATURA ENTRATA E

    MAGAZZINO

    BAGNO

    SPOGLIATOIO

    Art. 1 “Per «miele» si intende la sostanza dolce naturale che le api (Apis mellifera) producono dal nettare di piante o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o dalle sostanze secrete da in setti succhiatori che si trovano su parti vive di piante che esse bottinano, trasformano, combinandole con sostanze specifiche proprie, depositano, disidr atano, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell'alveare.”

    Art. 2 sull’etichetta devono essere indicati il Paese o i Paesi d’origine in cui il miele è stato raccolto. Tuttavia, se il miele è ori ginario di più STATI MEMBRI o PAESI TERZI l’indicazione può essere sostituita, a seconda del caso da:

    •Miscela di mieli originari della CE•Miscela di mieli non originari della CE•Miscela di mieli originari e non originari della CE

    Nello stesso campo visivo

    Denominazione dell’alimento,Quantità netta dell’alimentoNome del produttore

    COSA SCRIVERE IN ETICHETTA D. L.vo 179/2004

  • 04/05/2013

    31

    ESEMPIO DI ETICHETTAN° di lotto

    Denominazione del miele -facoltativa

    Paese di produzione; altezza 1,2 mm

    Altezza minima:Confezioni fino a 50 g → 2mm;tra 50 g e 200 g → 3mm;

    tra 200 e 1000 g → 4 mm;

    oltre i 1000 g → 6mm

    D. L.vo 179/2004

    • È vietato aggiungere al miele , immesso sul mercato in quanto tale o utilizzato in prodotti destinati al consumo umano, qualsiasi ingrediente alimentare , ivi compresi gli additivi, ed effettuare qualsiasi altr a aggiunta se non di miele .

    • Nei limiti del possibile il miele immesso sul merca to in quanto tale o utilizzato in prodotti destinati al consumo umano deve essere privo di sostanze organiche e inorganiche estranee alla sua composizi one .

    • Il miele non deve avere sapore o odore anomali , ne' avere iniziato un processo di fermentazione , ne' presentare un grado di acidità modificato artificialmente, ne' essere stato riscaldato in modo da distruggerne o inattivarne sensibilmente gli enzimi naturali .

    • e' vietato estrarre polline o componenti specifiche del miele, a meno che ciò sia inevitabile nell'estrazione di sostanze estrane e inorganiche o organiche.

    • È fatto comunque divieto di produrre, vendere, dete nere per vendere, somministrare o distribuire per il consumo, miele n on corrispondenteall'articolo 5 della legge 30 aprile 1962, n. 283 , e successive modificazioni.

  • 04/05/2013

    32

    Secondo il D. L.vo 179/2004 il miele deve soddisfare le caratteristiche di cui all'allegato.

    • Tenore d’acqua =60%Miele di melata >= 45%

    • Tenore di saccarosio In genere

  • 04/05/2013

    33

    RESIDUI NEL MIELE

    • Il miele è una soluzione acquosa sovrasatura di z uccheri, frutto della raccolta di nettare e melata dall’ambiente, della loro elaboraz ione e stagionatura” da parte delle api

    Cosa potremmo trovare?

    • Tutto ciò ce ha attinenza con l’acqua:• Metalli pesanti• Radionuclidi• Antibiotici• Acidi• …

    • Molto difficilmente il miele conterrà lipofili:• Pesticidi• IPA (Idrocarburi policiclici aromatici)• PCB (policlorobifenili)• Diossine• …

    IL POLLINE

  • 04/05/2013

    34

    PRODUZIONE DI POLLINE

    Il polline portato all'interno dell'alveare viene stoc cato nelle cellette dei favi dove subisce un processo di conservazione paragonabile a quello del foraggio insilato ( fermentazione lattica ).

    Sembra che questo passaggio ne renda la composizione più idone a all'alimentazione delle api ; in questa forma il polline non è estraibile dai favi in modo economicamente interessante .

    La produzione commerciale si basa sulla cattura del po lline , prima di questa trasformazione mediante particolari dispositivi (trappole) posti all'entrata dell'alveare.

    Nell' ape che rientra carica, le masserelle raccolte debo rdano dalla sagoma lateralmente : costringendo l'ape a passare attraverso una griglia con fori di diametro appositamente calibrat o, le pallottole vengono automaticamente scaricate e finiscono in un cassetto sottostante.

    Non tutto il polline viene sottratto in questo modo : si calcola che il rendimento ideale delle trappole sia del 10-15% .

    Il polline è considerato da molti l' alimento più perfetto sulla terra in termini di gamma completa di sostanze nutrienti.

    Ogni granello di polline è una unità biologica che contiene tutto ciò che è necessario alla vita .

    COMPOSIZIONE MEDIA per 100 gr:

    • Acqua 60,5 gr • Proteine 20gr • Grassi 4,5 gr • Zuccheri 15 gr• Vitamine : vitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina C, D, E, PP, K (praticamente tutte le vitamine conosciute, anche s e la B12 è presente in basse percentuali),• Sali minerali (calcio, manganese, fosforo, ferro, sodio, potassio , aluminio, magnesio, rame), • Enzimi e coenzimi , acido pantotenico, acido nicotinico, tiamina, riboflavina, acido ascorbico (Vitamina C), pigmenti , xantofilla, carotene, e steroli.

    COMPOSIZIONE DEL POLLINE

  • 04/05/2013

    35

    ELEMENTI DI UNA COMUNE TRAPPOLA PER POLLINE

    GRIGLIA

    RETINA

    CASSETTINI

    UN ASPETTO IMPORTNATE NELLE TRAPPOLE PER POLLINE È LA PRESENZA DI APERTURE PER FARE USCIRE I FUCHI.

    MEGLIO ANCORA SE LA TRAPPOLA PREVEDE UNA USCITA PER LE API, NON ATTRAVERSO

  • 04/05/2013

    36

    USCITA API E FUCHI

    ENTRATA API

    CADUTA POLLINE

  • 04/05/2013

    37

    GRIGLIA CON FONDI ROTONDI, SUBTRIANGOLARI E A STELL A

    I FORI A STELLA SONO MOLTO EFFICACI NEL SOTTRARRE IL POLLINE ALLE API QUINDI DEVONO ESSERE USATI PER BREVI PERIODI DI TEMPO

  • 04/05/2013

    38

    Ci sono diversi modelli di trappole, tutte riconduc ibili a 3 categorie fondamentali:

    TRAPPOLE DA ENTRATA , che sono poste davanti all’apertura di volo abituale.

    TRAPPOLE INFERIORI poste sotto il nido al posto dal fondo dell’arnia.

    TRAPPOLE DA SOFFITTA inserita al posto della soffitta sul nido o sul melario.

    Nei primi due tipi l’entrata delle api avviene dal basso come se le trappole non ci fossero, invece con la trappola da soffitta la normale apertura di volo viene chiusa e le bottinatrici, do po una prima fase di disorientamento, scoprono l’apertura posta in alto e in giornata prendono l’abitudine di entrare ed uscire dall’alto .

    Per la raccolta, quando si usano trappole da fondo o da ingresso è necessario svuotare i cassetti tutti i giorni , con tempo umido , oppure due o tre volte alla settimana con tempo asciutto , mentre con le trappole da soffitta basta prelevare ogni 2-3 giorni se il tempo è umidomentre una volta alla settimana con tempo asciutto .

    TRAPPOLA DA POLLINE COLLOCATA IN CORRISPONDENZA DELLA PORTICINA

    TRAPPOLE DA ENTRATA

  • 04/05/2013

    39

    TRAPPOLA DA POLLINE COLLOCATA TRA IL FONDO E IL NIDO

    TRAPPOLE INFERIORI

    TRAPPOLA DA POLLINE COLLOCATA TRA IL NIDO E LA SOFFITTA

    TRAPPOLE DA SOFFITTA

  • 04/05/201340

  • 04/05/201341

    TR

    AP

    PO

    LA D

    A EN

    TR

    ATA

  • 04/05/2013

    42

    TRAPPOLA COMMERCIALE DA ENTRATA IN LEGNO

    TRAPPOLA ARTIGIANALE DA ENTRATA IN LEGNO

    GRIGLIA POLLINE

    APERTURA PER USCITA APIE FUCHI

    PARZIALE COPERTURA PER GRIGLIA CASSETTINO

    CASSETTINO

  • 04/05/2013

    43

    LA PARTICOLARITà DI QUESTA TRAPPOLA CONSISTE NELL’ALZARE LA PORTICINA UTILIZZANDO DUE FORI

    QUESTA TRAPPOLA NON PREVEDE ALCUNA MODIFICA ALL’ARN IA

  • 04/05/2013

    44

    TRAPPOLA ARTIGIANALE DA ENTRATA IN LEGNO

    APERTURA PER USCITA APIE FUCHI

    QUESTA TRAPPOLA PREVEDE UNA MODIFICA ALL’ARNIA

    APERTURA DEL PREDELLINO

  • 04/05/2013

    45

    UN’ALTRA TRAPPOLA DI FACILE COSTRUZIONE

  • 04/05/201346

  • 04/05/2013

    47

    UNA TRAPPOLA DA FONDO CHE SI INSERISCE DALLA PORTIC INA:

    VANTAGGI

    • Si inserisce e si asporta molto facilmente• Nei momenti di grande attività, tipica del periodo, non ostacola il

    transito in entrata e in uscita,• Non occorre rimuoverla in occasione degli spostamen ti

    (nomadismo),• Non è esposta alle intemperie,• È di facile costruzione e di basso costo.

  • 04/05/2013

    48

    Questo tipo di trappola è costituito da soltanto du e pezzi, la griglia ed il cassettino, che hanno le stesse dimensioni ester ne 38 x 23 cm .

    La griglia è di lamiera forata in acciaio inox con fori da 5 mm , supportata su tre lati da un listello in legno largo 15 mm e spesso 9 mm, sul lato anteriore due pezzetti dello stesso list ello di circa 5 cm di lunghezza, posti in direzione perpendicolare ris petto al bordo, evitano che la griglia possa abbassarsi al centro;

    l'acciaio inox è un materiale morbido e si taglia f acilmente con una forbice per metalli.

    FONDO IN RETE

    BINARIO VASSOIO

    CASSETTINO

    FONDO IN RETE SOTTILE

    GRIGLIA PIGLIAPOLLINE

  • 04/05/2013

    49

    FONDO IN RETE

    BINARIO VASSOIO

    CASSETTINO

    FONDO IN RETE SOTTILE

    GRIGLIA PIGLIAPOLLINE

    POLLINE

    API

    LA GRIGLIA SI INTRODUCE DALLA PARTE ANTERIORE, CONT RO DI ESSA BATTE LA PORTICINA CHE CHIUDE LA METÀ SUPERIOR E DELL'INGRESSO, ECCETTO UN PICCOLO TRATTO DI CIRCA 3 CM. CHE SERVE DA SFOGO PER I FUCHI

  • 04/05/2013

    50

    TRAPPOLA INFERIORE

    TRAPPOLA DA SOFFITTA

  • 04/05/2013

    51

    In linea di massima le trappole si devono inserire in primavera , quando la covata ha una notevole estensione e c’è u na massiccia importazione di polline .

    In uno stesso apiario le trappole vengono collocate tutte lo stesso giorno , mentre se le famiglie hanno covata ridotta è megl io non applicarle.

    Le operaie si abituano più facilmente alle trappole se vengono montate prima senza griglia , solo successivamente quando la struttura “fuori dalla norma” è diventata parte int egrante dell’arnia, si può aggiungere la griglia.

    USO DELLE TRAPPOLE PER POLLINE

    La trappola costituisce un ostacolo all'attività dell' alveare , non tanto per il materiale che sottrae, quanto piuttosto per il disturbo ai movimenti di entrata e di uscita dall'alveare . Essa viene per questo utilizzata solo nei periodi in cui la raccolta può dare migliori rendimenti .

    LE TRAPPOLE VENGONO COLLOCATE TUTTE LO

    STESSO GIORNO

  • 04/05/2013

    52

    Dopo circa due mesi d’uso è possibile rimuovere la trappola e riporla in magazzino, è inutile lasciarla durante il period o di grande raccolto sia per non ostacolare il lavoro delle bottinatrici , sia perché in tali periodi, con la covata ridotta, le importazioni di polline sono ridotte al minimo.

    Solo in zone particolarmente pollinifere, le trappo le si possono rimontare a fine estate per un secondo raccolto , comunque abbastanza scarso .

    LA PRODUZIONE DI POLLINE IN ITALIA È PRESSOCHÉ NULLA

    Non tutte le zone si prestano ugualmente bene a questo tipo di produzione: in analogia con quello che accade in pa esi vicini sarebbe possibile supporre discreti o buoni rendimenti nel periodo primaverilee nelle zone a vegetazione mediterranea.

    Il mercato, coperto attualmente da prodotto di impo rtazione (Spagna e paesi dell'Europa dell'est), non offre incentivi ta li da stimolare gli apicoltori locali a provare questa attività.

  • 04/05/2013

    53

    IN ITALIA NON SI RACCOGLIE POLLINE ESSENZIALMENTE P ER DUE RAGIONI:

    •Non sono abbastanza conosciute e divulgate le tecniche di raccolta e di condizionamento, •Gli apicoltori hanno una certa diffidenza nel sottrarre il polline alle api , per paura di danneggiarle e di ridurre la produzi one di miele.

    In realtà le api risentono minimamente della sottrazione di p olline , per altro compensato dall’aumento del numero delle bottinatrici che si dedicano alla sua raccolta ed il reddito che pro viene dalla vendita del polline è di misura superiore alla possibile di minuzione del raccolto in miele.

    CONSERVAZIONE

    Sono fondamentali tre operazioni: essiccazione/congelamento, cernita e stoccaggio .

    Il polline fresco è molto umido quindi a temperatura ambiente tende ad ammuffire . Il polline ammuffito e fermentato è pericoloso pe r la salute umana, quindi è sconsigliato consumare polline che è rimato umido per molto tempo.

    ESSICAZIONEE’ possibile essiccare il polline all’aria nelle località a clima seccooppure è possibile procedere all’ essiccazione forzata con l’ irradiamento con raggi infrarossi oppure con l’uso di una corrente di aria calda . Per grandi partite di polline sono disponibili in commercio degli essiccatori a corrente d’aria calda termostati .

    CERNITALa cernita è un’operazione indispensabile per eliminare tutta una serie di impurità come zampe, ali, frammenti di ape adulta, forme imm ature, uova, ecc..; nel caso di piccoli quantitativi si pu ò procedere a mano, con l’aiuto di una pinzetta, ma nel caso di grandi partite di polline è possibile utilizzare macchine vagliatrici .

  • 04/05/201354

    VA

    GLIO

    PE

    R P

    OLLIN

    E.

    VAGLIO VIBRANTE PER MEDICINALI ETC.

  • 04/05/2013

    55

    STOCCAGGIOIl polline seccato e ripulito può essere conservato negli stessi recipienti a chiusura ermetica utilizzati per il mi ele oppure in sacchetti di materiale di plastico per alimenti.

    Dopo la raccolta e la cernita, il polline può essere surgelato , con questo si conservano più a lungo possibile le proprietà biolo giche e nutrizionali , ma anche quelle organolettiche , come l’ aroma dei fiorisu cui viene raccolto dalle api.

    CONFEZIONAMENTO E VENDITA

    Per la vendita al dettaglio valgono le stesse leggi fiscal i e sanitarie valide per il miele .

    In etichetta è obbligatorio indicare la denominazione , il peso netto , il produttore , il lotto , la modalità di conservazione e il scadenza (più di 3 mesi e meno di 18), il luogo di origine .

    Viene confezionato in vasetti di plastica o vetro da 50 a 500 g .Non è consigliabile mettere in commercio polline in polvere in quanto è più facile adulterarlo.

  • 04/05/2013

    56

    Se prodotto alimentare, in etichetta occorre riport are le seguenti indicazioni:

    1. Denominazione di vendita2. Quantità netta o nominale3. Termine minimo di conservazione4. Nome o ragione sociale e l’indirizzo dell’operator e delsettore alimentare5. Sede dello stabilimento di confezionamento6. Lotto7. Indicazioni per la conservazione(pappa reale fresca e polline congelato)

    Possono essere inserite informazioni facoltative :• Data di produzione• Paese di origine• ...

    ESEMPIO DI ETICHETTAN° di lotto

    Denominazione del miele -facoltativa

    Paese di produzione; altezza 1,2 mm

    Altezza minima:Confezioni fino a 50 g → 2mm;tra 50 g e 200 g → 3mm;

    tra 200 e 1000 g → 4 mm;

    oltre i 1000 g → 6mm

    Marchio e contraddistingue gli imballaggi CE. Conviene usarlo in quanto c’è una maggiore tolleranza

    POLLINE

  • 04/05/2013

    57

    VALORIZZAZIONE DEL POLLINE DI MONTAGNA

    CARATTERIZZAZIONE

    • PER ZONE (PARCHI NATURALI, ALPEGGI, ETC.)

    • PER ORIGINE BOTANICA (ELENCANDO SPECIE PREVALENTI)

    • PER STAGIONE (PRIMAVERILE, ESTIVO)

    APENET – POLLINE (DA FAVI)

    Sostanze maggiormente trovate

    Acrinatrina, Chlorfenvinphos, Coumaphos, Fluvalinat e

    AREA % positivi 2009 % positivi 2010

    Nord Italia 32 % (10/32) 27 % (19/70)

    Centro Italia 28 %(30/106) 30 % (30/100)

    Sud Italia 19 % (11/59) 24 % (31/129)

  • 04/05/2013

    58

    UTILIZZO DEL POLLINE

    RA

    CC

    OLT

    A

    PO

    LIN

    E

    COMMERCIALIZZAZIONE ALIMENTAZIONE UMANA

    USO IN APICOLTURA ALIMENTAZIONE API

    SELEZIONE VAGLIATURA ESSICAZIONE CONFEZIONAMENTO ETICHETTATURA

    REFRIGERAZIONE O ESSICAZIONE

    SIA CHE SIA DESTINATO ALL’ALIMENTAZIONE UMANA CHE PER USI APISTICI IL POLLINE DEVE ESSERE RACCOLTO IN AREE INCONTAMINATE

    PER L’UTILIZZO IN APICOLTURA IL POLLINE DEVE ESSERE RACCOLTO DA ALVEARI SANI, ESENTI DA OGNI MALATTIA CHE POSSA ESSERE TRASFERITA TRAMITE SPORE (PESTE AMERICANA, NOSEMA ETC,)

    SOMMINISTRAZIONE DI POLLINE ALLE API

    Se durante la stagione precedenteabbiamo raccolto polline in aree incontaminate e lo abbiamo conservato disidratandolo o congelandolo , possiamo somministrarlo semplicemente alle api mescolandolo al candito (se ce lo produciamo) o allo sciroppo anche direttamente nel nutritore.

    Questo è il modo più semplice per ottenere un alimento proteico per le api, senza correre il rischio di contaminare la colonia con sostanze che potrebbero trovarsi in farine etc…

  • 04/05/2013

    59

    LA PROPOLI

    COS'È LA PROPOLI

    LE GEMME DI CERTI ALBERISONO RICOPERTE DA UNA PATINA RESINOSA: ESSA LE PROTEGGE DAGLI AGENTI PATOGENI, CHE POTREBBERO INFETTARLE.

    NELLE GIORNATE CALDE D’ESTATE, LE API PRELEVANO QUESTA SOSTANZA E LA TRASPORTANO, ATTACCATI ALLE ZAMPE POSTERIORI, FINO ALL’ALVEARE .

    QUESTA SOSTANZA VIENE ELABORATA TRAMITE LE LORO SECREZIONI GHIANDOLARI , MODIFICANDONE IN PARTE LA STRUTTURA CHIMICA.

  • 04/05/2013

    60

    APE CHE BOTTINA PROPOLI DA UNA GEMMA

    La raccolta avviene durante le ore centrali della giornata, quando la temperatura è superiore ai 20° e le resine sono più malleabili.

    Trovata la pianta con la resina da raccogliere, l’ape usa le sensibili antenne per scoprire la parte più interessante, morde la sostanza con le mandibole, arretra sollevando la testa fino a quando la piccola parte di resina forma un filo e si rompe;

    poi, con l’aiuto delle zampe, trasporta la particella di resina nelle cestelle da polline delle zampe posteriori.

  • 04/05/2013

    61

    APE CON “ROCCHETTI” DI PROPOLI

    APE CON “ROCCHETTI” DI PROPOLI SU FAVO

  • 04/05/2013

    62

    DELLA SUA VASTA GAMMA DI PROPRIETÀ, LE API LA UTILI ZZANO SOPRATTUTTO PER LA SUA AZIONE ANTISETTICA , PER NEUTRALIZZARE FUNGHI, BATTERI E VIRUS, “VERNICIANDO” CON ESSA LE PARETI INTERNE DELL’ALVEARE E IL FONDO DELLE CELLE DESTINATE A OSPITARE COVATA O MIELE.

    BISOGNA RICORDARE CHE L’ALVEARE , CON LE SUE 40.000-60.000 API E LE LORO 100.000 TRASFERTE GIORNALIERE, CON UNA TEMP ERATURA CHE SI AGGIRA INTORNO AI 36° E UN’UMIDITÀ RELATIVA D EL 70%, POTREBBE COSTITUIRE UN TERRENO IDEALE PER LO SVILUP PO DI BATTERI.

    EVENTUALI PICCOLI INTRUSI PENETRATI NELL’ALVEARE E DIFFICILI DA TRASPORTARE FUORI COLEOTTERI, PER ESEMPIO, MA PERSI NO TOPI) POSSONO VENIRE UCCISI E “IMBALSAMATI” ALL’INTERNO DELL’ALVEARE , ISOLANDOLI CON QUESTA SOSTANZA E ARRESTANDONE LA DECOMPOSIZIONE .

    LE API UTILIZZANO LA PROPOLI ANCHE COME MATERIALE D A COSTRUZIONE,

  • 04/05/2013

    63

    PER OTTURARE LE FESSURE DELL’ALVEARE, PER FISSARE GLI ELEMENTI MOBILI DELL’ARNIA, PER RIDURRE GLI SPAZI CHE NON CORRISPONDONO AL LORO INNATO SENSO DELLA GEOMETRIA E, LADDOVE L’APERTURA DI INGRESSO DELL’ALVEARE SIA TROPPO LARGA, PER OSTRUIRLA CON BLOCCHI DI QUESTA MATERIA , LASCIANDO SOLTANTO LO SPAZIO NECESSARIO.

    E’ PER QUESTA FUNZIONE CHE ESSA PRESE FIN DALL’ANTICHITÀ(PROBABILMENTE DA ARISTOTELE, NEL IV SECOLO AVANTI CRISTO) IL NOME DI PROPOLI: PRO= DAVANTI, POLIS= CITTÀ, DAVANTI ALLA CITTÀ E DUNQUE A DIFESA DELLA CITTÀ.

    PROPOLI: PRO = DAVANTI, POLIS= CITTÀ

    COMPOSIZIONE DELLA PROPOLI

    • 50-55% di resine e balsami (terpeni, polisaccaridi, acidi uronici,acidi aromatici, aldeidi aromatiche, acidi ed ester i caffeici, ferulicicumarici).

    • 25-35% di cera (acidi grassi, ossiacidi, lattoni).

    • 5-10% di sostanze volatili , di cui lo 0,5% di olii essenziali .

    • 5% di polline , presente per cause accidentali.

    • 5% circa di materiali organici vari tra cui i più importanti sono i flavonoidi (acido benzoico, ac. caffeico, ac. ferul ico, alcool cinnamico, crisina,dimetossifiavoni galangina, isovanilina, is alpina, pinocembrina, pinobanksina, pronostrobina, vanillin a, kemferide, etc)

    • minerali (alluminio, calcio, cromo, rame, ferro, manganese, piombo, silice, etc ... )

    • vitamine : vitamine dei gruppo B (Bl, B2, B6, PP), vitamina C ed E.

    La propoli raccolta in autunno presenta una predomi nanza di sostanze resinose a differenza di quella prelevata nel perio do primaverile nella

    quale prevalgono le cere

  • 04/05/2013

    64

    Antonio Stradivari

    (Cremona, 1644 –18 dicembre 1737) è stato un liutaio italiano

    La propoli veniva utilizzata in passato per confezionare delle vernici di grande pregio e si narra, ma forse è più una leggenda che la verità, che il segreto della eccezionale sonorità dei violini c ostruiti da Stradivarifosse proprio la propoli prodotta dagli alveari allevati nei pressi di Cremona.

    Oggi, invece, è caduta in disuso sia per il suo alto costo, sia perché soppiantata dalla lacca prodotta in Giappone ed in Cina.

    PRODUZIONE DI PROPOLI GREZZA

    In commercio si trovano essenzialmente due tipi di propoli: la propoli grezzaottenuta dal raschiamento delle superfici interne dell'arnia (bordi superiori dei corpo dei nido, coprifavo, telaini, ecc.)e la propoli in scaglie ottenuta da apposite griglie a piccole maglie collocate tra il nido e il tetto dell'arnia.

    La propoli grezza si ottiene dalla periodica pulizia delle arnie e rappresenta il risultato della normale attività delle api . La sua maggiore o minore produzione dipende quindi essenzialmente dalla presenza di più o meno fessure, dall'età dei telaini ecc.

  • 04/05/2013

    65

    Non richiede particolari accorgimenti, ne tantomeno l'acquisto di specifiche attrezzature. Con il raschiamento si ottengono limitate quantità di propoli, non più di 50-100 g all'anno per arnia , spesso di scarsa qualità perché ricca di impurità (schegge di legno, resti di api morte ecc.) e quindi la sua valutazione sul mercato è molto inferiore alla propoli in scaglie.

    Non si tratta quindi di una vera e propria tecnica di produzione quanto della conseguenza delle operazioni di rinnovo dei parco arnie o dei telaini.

  • 04/05/2013

    66

    PROPOLI GREZZA

    Per ottenere una produzione di propoli più interess ante è necessario stimolare la naturale tendenza delle api a propoliz zare tutte le fessureritenute dannose per le perdita di calore o per il possibile ingresso di predatori.

    Fino a oggi il dispositivo più pratico e funzionale per una buona produzione di propoli è costituito da telai rivesti ti da una rete di materiale plastico a maglie fisse delle dimensioni di 2x2 mm o al massimo 3x3 mm .

    Le griglie per la raccolta della propoli vanno collocate al posto dei coprifavo nei periodi di maggiore raccolta di propo li da parte delle api: primavera e tarda estate .

    Per aumentare la propolizzazione della rete si possono inserire alcuni spessori di legno tra la griglia e il tetto dell'arnia.

    In questo modo si creerà un flusso di aria calda dal centro dei ni do verso l'alto in direzione della rete . Aria calda che, soprattutto in primavera, stimolerà le api a propolizzare rapidame nte la griglia.

    PRODUZIONE DI PROPOLI IN SCAGLIE

  • 04/05/2013

    67

    RETE O TELAIO PER LA RACCOLTA DELLA PROPOLI

  • 04/05/2013

    68

    Il telaio per la raccolta della propoli può essere lasciato in sede per tutta la durata della stagione apistica , effettuando un unico raccolto al momento dell'invernamento , oppure può essere prelevato una volta in primavera e poi a fine autunno , separando cosi il raccolto primaverile da quello autunnale che secondo alcune osservazioni presenterebbero proprietà differenti .

    Per facilitare il distacco della propoli dalla griglia è necessario porre la rete propolizzata in frigorifero o meglio ancora ne l congelatoredomestico.

    Dopo circa 15-20 minuti la propoli assumerà una con sistenza vitrea e sarà sufficiente un deciso strattone per causarne il distacco .

    Con la griglia si possono raccogliere da 100 a 400 g di pr opoli all'anno per arnia a seconda della forza della famiglia, della tendenz a a propolizzare e dei tipo di vegetazione esistente.

    Purtroppo in Italia non sono ancora operanti centri di raccolta specifi ci per la propoli anche se nel nostro Paese esiste una notevole richiesta di questo prodotto dell'alveare da parte di erboristerie e negozi specializzati , ma anche di laboratori e industrie farmaceutiche che spesso sono costrette a rivolgersi all'estero per procurarsi la propoli.

  • 04/05/2013

    69

    PARTICOLARE DI GRIGLIA PER PROPOLI

  • 04/05/201370

  • 04/05/2013

    71

    DIAFRAMMA PER LA RACCOLTA DI PROPOLI

    OLTRE ALLE GRIGLIE IN RETE DA PORRE SOPRA IL NIDO O I MELARI, PER LA RACCOLTA DELLA PROPOLI POSSONO ESSER E

    UTILIZATI ALTRI DISPOSITIVI COME IL DIAFRAMMA RACCOGLI PROPOLI

  • 04/05/2013

    72

    CONSERVAZIONE DELLA PROPOLI

    Grazie alle sue spiccate proprietà antimicrobiche la propoli presenta una notevole capacità di rimanere inalterata nel tempo .

    La sua conservazione quindi non richiede particolari accor gimenti .

    E' sufficiente impiegare contenitori opachi collocati lontani dalle fonti di calore .

    Per facilitare il dosaggio e poi la realizzazione d ei diversi preparati, soprattutto quando si tratta di propoli in scaglie, si deve preferire la conservazione se non in frigo almeno in luogo molto fresco inmaniera tale da evitare la compattazione dei prodotto .

    La propoli ottenuta per raschiamento va ripulita dalle impuritàgrossolane e conservata in contenitori separati .

  • 04/05/2013

    73

    LA PROPOLI VIENE COMUNEMENTE VENDUTA COME DISINFETTANTE DEL CAVO ORALE IN SOLUZIONE ALCOLICA DETTA ANCHE TINTURA DI PROPOLI

    RICETTA PER PROPOLI ALCOLICA

    •100 g di propoli

    •900 ml di alcol a 95°

    •Lasciare un mese in infusione mescolando di tanto i n tanto

    •Filtrare con carta da filtro

    Prima di ricorrere alla carta filtro è meglio usufruire di un setaccio-colino per separare i residui grossi di propoli che intase rebbero poi la scolatura. Altro trucco del mestiere: dall’ottavo giorno non scuotere più la propoli sul fondo bottiglia .

    Lo stesso colino potrà essere usato a sostegno dell a carta da filtro.

    RICETTA PER PROPOLI IN ESTRATTO ACQUOSO

    Nonostante la scarsa solubilità in acqua è comunque possibile ricavare degli estratti acquosi addizionando propoli ad acqua distillata nella proporzione del 10% ; per favorire la miscelazione si può aggiungere un emulsionante come la lecitina (1%) . La soluzione può essere utilizzata per sciacqui o gargarismi.

  • 04/05/2013

    74

    PROPOLI IN SCAGLIE

    PUÒ ESSERE VENDUTA ANCHE IN SCAGLIE

    ANCHE COME PROPOLI GREZZA

  • 04/05/2013

    75

    OPPURE MISCELATA AL MIELE

    LA PROPOLI VIENE UTILIZZATA IN MOLTI ALTRI PREPARATI ERBORISTICI

  • 04/05/2013

    76

    LA PROPOLI RIENTRA ANCHE NELLA COMPOSIZIONE DI MOLTI COSMETICI

  • 04/05/2013

    77

    PRODUZIONE DI PAPPA REALE

    È una secrezione prodotta dalle ghiandole ipofaringee e m ascellaridelle api nutrici e viene utilizzata dalle api come nutrimento per le larve (fino a tre giorni di età) e per l' ape regina (per tutta la vita) .

    Le ghiandole ipofaringee e mandibolari sono presenti nella parte superiore davanti alla testa e nel torace.

    È secreta solo dalle api operaie nutrici quindi nel loro periodo di vita compreso tra il 5º e 14º giorno di vita .

    GHIANDOLE IPOFARINGEE GHIANDOLE MANDIBOLARI

    LA PAPPA REALE

    CAPO DELL’APE DI PROFILO

  • 04/05/2013

    78

    GHIANDOLE SALIVARI

    GHIANDOLE IPOFARINGEE

    Producono secrezioni miscelate con la cera Producono una

    secrezione ricca di proteine che viene

    aggiunta alla pappa reale o invertasi

    ENTRAMBE SI TROVANO ALL'INTERNO DELLA TESTA.

    PAPPA REALE

    LA PAPPA REALE È IL NUTRIMENTO DELLE LARVE FINO A T RE GIORNI DI ETÀ

  • 04/05/2013

    79

    LE LARVE ALIMENTATE CON LA PAPPA REALE DIVENTANO AP I REGINE

    LA PAPPA REALE È IL NUTRIMENTO DELLA REGINA PER TUT TA LA VITA

  • 04/05/2013

    80

    COMPOSIZIONE DELLA PAPPA REALE

    La pappa reale contiene in media:

    Lipidi: 4, 5%

    Glucidi: 14, 5% ; in gran parte si tratta di glucosio e fruttosio (monosaccaridi), e, in proporzioni assai minori, di saccarosio, maltosio, erlosio, trealosio e melibiosio

    Proteine: 13% (amminoacidi allo stato libero o combinati)

    Acqua : circa il 66%.

    Contiene anche vitamine (la pappa reale è il prodotto più ricco di vitamina B5 che si conosca in natura), oligoelementi , acetilcolina (fino a 1 mg/g), fattori antibiotici particolarmente attivi contro l'Amoeba proteus e l'escherichia coli B (più nota sotto il n ome di colibacillo).

    PRODUZIONE DI PAPPA REALE CON ARNIA FAMIGLIA O CASSONE

    MATERIALI OCCORRENTI:

    a) 1 ARNIA FAMIGLIA : formata da due nidi laterali , ciascuno di 10 telaini e un nucleo centrale di sette telaini separati da due diaframmi nei quali al centro c'è una apertura, con incorpora to escludi regina a barrette .

    b) 2 ARNIETTE NUCLEO da sei TELAINI : circa metà del fondo delle arniette è stato tolto per applicarvi l'escludi reg ina. La loro entrata deve essere molto ridotta: larghezza cm. 5/6 altezza cm. 1,5

    c) 2 TELAINI PORTA STECCHE per produzione Pappa Reale

    d) 1 DECOMPRESSORE per aspirare la Pappa Reale (si può adattare a questo scopo un motore di un frigorifero di famigli a, recuperandolo, con il debito permesso, da un deposito di discarica ) .

  • 04/05/2013

    81

    ARNIA FAMIGLIA O CASSONE

    ARNIA FAMIGLIA O CASSONE

  • 04/05/2013

    82

    TELAINO PORTA STECCHE

    La loro entrata deve essere molto ridotta: larghezza cm. 5/6 altezza cm. 1,5

    ARNIETTE NUCLEO DA SEI TELAINI

    Circa metà del fondo delle arniette è stato tolto per applicarvi l'escludi regina.

  • 04/05/201383

    AS

    PIR

    ATOR

    E

    PE

    R P

    RO

    PO

    LI

  • 04/05/2013

    84

    Si inizia popolando i nidi dell'arnia famiglia introducendo tre famiglied'api, con l'avvertenza di chiudere prima con una reticella il passaggio delle api attraverso gli escludi-regina incorporati nei diaframmi.

    Ora la comunicazione tra le api deve essere solo olfattiva . Le reticelle si toglieranno dopo 10 giorni circa per rendere le api comunicanti anche fisicamente.

    Le tre famiglie d'Api da introdurre, devono essere titolari di Regina giovane per evitare la sciamatura che comprometterebbe tutto il lavoro.

    Per avere molte api e covata è necessario portare le famiglie ad un forte sviluppo con nutrizioni giornaliere .

    Ottenuto questo, si formeranno i due nuclei d'allevamento da sovrapporre alle famiglie laterali dell'arnia-famiglia.

    PRODUZIONE PAPPA REALE: OPERAZIONI PRELIMINARI

  • 04/05/2013

    85

    COME POPOLARE I NUCLEI D'ALLEVAMENTO

    In ogni arnietta-nucleo, si introdurranno tre favi di covata (per quanto possibile opercolata), ai quali si aggiungerà un telaino con parte di provviste (miele e polline) ; nello spazio rimasto libero introdurremo un diaframma .

    Le tre famiglie del cassone forniranno i favi per popo lare i nuclei laterali .

    Essendo le api comunicanti non creeranno problemi d 'accettazione.

    I telaini tolti alle sottostanti famiglie laterali del cassone possono essere sostituiti da altri con foglio cereo, mentre nel nucleo centrale sarà meglio introdurre favi già costruiti per avere in breve tempo nuova covata a disposizione.

    Il giorno successivo dalla formazione dei nuclei , si toglierà il diaframma per introdurre al centro della covata il telaino porta-stecche con due batterie di cupolini innestati .

    Tenere presente che se non c'è importazione i due nuclei d'allevamento dovranno essere nutriti giornalmente .

    FAMIGLIA UNO FAMIGLIA DUE

    NUCLEO CENTRALE

    NUCLEO DI ALLEVAMENTO

    UNO

    NUCLEO DI ALLEVAMENTO

    DUE

    TETTO

    TETTOTETTO

    ESCLUDIREGINA ESCLUDIREGINA

    PROTEZIONE

  • 04/05/2013

    86

    Trascorse 72 ore (3 giorni) dall'introduzione dei c upolini (non andare oltre le 72 ore) detti cupolini, devono essere tolti, svuotati della Pappa Reale.

    IMPORTANTE: 7/8 giorni dopo la formazione dei nuclei , controllare che le api non abbiano prodotto celle reali suppletive sui tel aini di covata (succede di frequente); in tal caso bisogna elimina rle, altrimenti alla nascita della regina gli allevament i sarebbero distrutti.

    L'operazione di controllo deve essere effettuata 7/ 8 giorni dopo ogni apporto di nuova covata.

    CUPOLINI DOPO 72 ORE DALL’INNESTO

  • 04/05/2013

    87

    FUNZIONI DELLE DIVERSE FAMIGLIE D'API DELL'ARNIA FAMIGLIA O CASSONE

    Le famiglie sottostanti laterali che hanno concorso alla formazione dei due nuclei d'allevamento, in seguito, avranno il so lo compito di fornire caldo e api nutrici che potranno salire anche al pi ano materno superiore attraverso gli escludi-regina incorporati nel fondo delle Arniette.

    Le funzioni del nucleo centrale dell'arnia famiglia invece, saranno quelle di fornire favi di covata ai due nuclei d'allevamento per effettuare l'inserimento nuova covata e fornire inoltre le larvicine per gli innesti (se a volte queste non fossero sufficienti, si potr anno prelevare da un qualsiasi alveare).

    Al sopraggiungere di una abbondante fioritura (come quella dell'acacia) sulle famiglie laterali si poseranno i melari , collocando sopra di loro i nuclei d‘allevamento .

    FAMIGLIA UNO FAMIGLIA DUENUCLEO

    CENTRALE

    NUCLEO DI ALLEVAMENTO

    UNO

    NUCLEO DI ALLEVAMENTO

    DUE

    TETTO

    TETTOTETTO

    MELARIO MELARIO

    PROTEZIONE

  • 04/05/2013

    88

    COME PREPARARE LE BATTERIE DI CUPOLINI E COME ATTUARE L'INNESTO O TRASLARVO

    Per effettuare le varie operazioni è necessario dis porre di un ambiente chiuso per avere la possibilità di operare con temperature non inferiorI ai 23°- 24°C.

    Per la produzione di Pappa Reale si possono utilizz are cupolini di plastica , facilmente reperibili in commercio, oppure cupolini di cera .

    Il diametro interno dei cupolini di cera , alla base deve essere di 8,3 mm mentre al bordo superiore il diametro dovrà essere di 8,8 - 9 mm; l'altezza deve essere di 11-12 mm.

    Per ottenere una buona accettazione i cupolini di plast ica devono prima essere introdotti per 24 ore in un alveare qu alsiasi per far togliere dalle api la loro elettrostaticità plastic a.

    Questa operazione sarà effettuata una sola volta su i cupolini nuovi , mentre per quelli già incerati non c'è questa neces sità.

  • 04/05/2013

    89

    MATERIALE PER L’IONNSETO DEI CUPOLINI

    Su ogni stecca nella scanalatura predisposta si fissano con cera liquida dai 20 ai 25 cupolini .

    Si toglie dal frigorifero la pappa reale che adopereremo per gli innesti, si scalda a bagno-maria, portandola a circa 30 gradi , per evitare che le larvicine muoiano infreddolite.

    Fatto questo, si va in apiario e si preleva un telaino con covata giovane(contenente piccole larvicine) ed inizieremo le operazioni d'innesto .

    Si introdurrà una piccola quantità di pappa reale in ogni cupolino e su questa depositeremo una larvicina tra le 12-24 ore d'età .

    Il buon esito di tutto il lavoro dipende moltissimo da ll'operazione d'innesto , momento delicatissimo che richiede molta attenzio ne specialmente quando si effettua il prelievo delle l arve allorché è facilissimo schiacciarle o ferirle .

    Le stecche con i cupolini innestati vanno poste in una cassetta e ricoperte con un panno umido o con della gomma pium a inumidita in acqua calda per mantenere calore e umidità tali da riprodurre le condizioni dell'alveare.

    INNESTO

  • 04/05/2013

    90

    INNESTO

    CHE LARVE SCEGLIERE PER IL TRASLARVO ?

    NO SI

    LARVE NATE DI 12-24 ORE

  • 04/05/2013

    91

    Il telaino di covata dal quale si prelevano le larve, non va tenuto fuori del nido oltre 30 - 40 minuti , altrimenti le larve soffrirebbero; appena possibile bisogna riportarlo nell'alveare per sosti tuirlo con un altro.

    Dopo due o tre cicli d'estrazione di pappa reale, la base interna dei cupolini va ripulita dai depositi che vi si accumulano con un getto sottile di acqua. E' possibile anche inumidire i cupolini con acqua e miele e introdurre le stecche coi cupolini in un qualsiasi alveare for te. Si toglieranno dopo due, tre ore, perfettamente puliti dalle api e pronti da riutilizzare.

    Nei mesi estivi , con tempo secco , la pappa reale , che si adopera per gli innesti, va diluita aggiungendo qualche goccia di acqua dist illata(diversamente, dopo pochi minuti, la pappa reale ch e poniamo nei cupolini forma una lieve pellicola "strato epidermi co-pellicina" sulla sua superficie e le larvicine, impossibilitate a nu trirsi, morirebbero disidratate).

    ACCORGIMENTI

    QUANTE STECCHE E QUANTI CUPOLINI SI DEVONO INTRODURRE

    Dipende dallo sviluppo del Nucleo Allevamento e dal numero di cupolini fissati su ogni stecca.

    In ogni modo, per un nucleo ben sviluppato, 80 cupolini saranno una buona media .

    Inizialmente si comincia con due stecche di cupolini innestati; in seguito se le condizioni sono favorevoli, si passa a tre, poi a quattro .

    Per introdurre quattro batterie di cupolini: adatta re un telaino normale vuoto, fissando lateralmente dei sostegni per appog giarvi le stecche. (Quello in commercio ne prevede solo 3.)

  • 04/05/201392

  • 04/05/2013

    93

    Nei periodi d'importazione , quando le api hanno iniziato a depositare il miele nei melari, si pone l'escludiregina fra il ni do e il melario, si toglie il telaino centrale di questo sostituendolo con un tel aietto porta-stecche a larve innestate (è un normale telaietto vuoto da melario, nel quale vengono introdotte due stecche).

    Perdurando l'importazione, se occorre un secondo melario , deve essere dato con telaini già costruiti e non con fogli cerei (per non isolare le api del melario con l'allevamento) e va posto tra il ni do e il primo melario. Prima però si consiglia di togliere due telaini, quelli posti nel centro del melario che stiamo per collocare e sostituirli con due telaini con api e miele da prelevare ai lati nel melario dove si trov a l'allevamento ; li rimpiazzeremo con i due telaini vuoti tolti in prec edenza dal nuovo melario. Operando in questo modo, le api restano in comunicazione con l'allevamento sopra e tranquillamente potremo conti nuare la produzione di pappa reale.

    PRODUZIONE DI PAPPA REALE NEL MELARIO

    CONSERVAZIONE

    La pappa reale si conserva difficilmente a causa del suo elevato contenuto di acqua e della particolare composizione chimica; infatti teme l’ossigeno dell’aria, la luce e l’attacco di muffe , oltre all’invecchiamento, mentre resiste ai batteri.

    Si può conservare pura , mescolata al miele e liofilizzata .

    La pappa reale pura si può conservare pura mantenendola a un a temperatura prossima a 0°C . I recipienti devono essere opachi o comunque protetti dalla luce, riempiti fino all’orl o e chiusi con coperchio ermetico .

    La gelatina reale si può liofilizzare ossia disidratarla attraverso l a sublimazione dell’acqua in essa contenuta, ottenuta sotto vuoto e a basse temperature.

    La pappa reale liofilizzata si presenta come una polver e che si conserva in fiale o flaconi; dopo l’aggiunta di un’opportuna dose di acqua distillata si rigenera il prodotto di partenza. La pappa reale trattata così si conserva a lungo e senza problemi, ma si possono ve rificare dei seri danni al valore biologico del prodotto .

  • 04/05/2013

    94

    PAPPA REALE CONFEZIONATA

    PRODOTTI A BASE DI MIELE

  • 04/05/2013

    95

    GRAZIEGRAZIEGRAZIEGRAZIE

    PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI

    Fondazione Edmund Mach, Centro Trasferimento Tecnologico