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APEAttestato di Prestazione Energetica

La Guida Definitiva

Autore ed EditoreDott. Ing. Roberto Cornacchia

Contattiwww.ristrutturazionedilizia.cominfo@ristrutturazionedilizia.com

COPYRIGHT & DISCLAIMER: tutti i di legge. Nessuna parte di questo lalcun mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’Autore e dell’Editore. È espressamente vietato trasmettere ad altri il preselibro, né in formato cartaceo né elettrogratuito. Le strategie riportate in queststudi e specializzazioni, quindi non è medesimi risultati di crescita professionresponsabilità proprie scelte, consapevoprese senza la relativa istruzione. Iformativo.

APE Attestato di Prestazione Energetica

La Guida Definitiva

Autore ed Editore

Dott. Ing. Roberto Cornacchia

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a istruzione. Il libro ha esclusivamente scopo

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CHI SIAMO

Ristrutturazionedilizia nasce da un’idea del suo fondatore, Ing. Roberto Cornacchia, con l’intento di creare un servizio di eccellenza nel campo dell’edilizia e della gestione immobiliare, orientato alla soddisfazione dei bisogni del cliente ed in grado di garantire elevati standard qualitativi.

A CHI CI RIVOLGIAMO

La nostra azienda si rivolge a tutti quei clienti, pubblici e privati, che richiedono competenza, serietà e professionalità per il proprio progetto o servizio.

COSA FACCIAMO

La nostra attività riguarda principalmente:

Edilizia e gestione immobiliare

La nostra azienda vuole porsi come interlocutore unico nei confronti del cliente che vuole comprare, ristrutturare o costruire casa. Le competenze della nostra squadra e le collaborazioni con professionisti esterni, quali avvocati e commercialisti, ci consentono di accompagnare per mano il cliente lungo tutto il percorso, dall’acquisto all’intervento di ristrutturazione e riqualificazione energetica, orientandolo verso le scelte più opportune in grado di soddisfare le proprie aspettative ed esigenze. Quando si affronta un processo complesso come un qualunque intervento edilizio o, nel peggiore dei casi, l’acquisto e contemporanea ristrutturazione di un immobile, la difficoltà maggiore sta nel coordinare il lavoro delle innumerevoli figure che devono necessariamente prendere parte al processo (agenzie immobiliari, ingegneri, geometri, commercialisti, avvocati, imprese). Ristrutturazionedilizia raccoglie al suo interno tutte queste competenze e figure professionali riuscendo in questo modo a coordinare al meglio tutte le attività garantendo al contempo il rispetto delle tempistiche ed un servizio di eccellenza.

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Servizi al condominio

Ristrutturazionedilizia offre una serie di servizi a 360 gradi nella cura e gestione responsabile delle questioni amministrative, legali e di manutenzione che ruotano intorno al Condominio, attraverso il coordinamento delle attività tecniche e di intervento, finalizzate al mantenimento del corretto funzionamento e del decoro degli edifici. Siamo alla costante ricerca di soluzioni tecnologiche che diano maggiore qualità, cura del cliente, controllo dei costi, trasparenza e livelli di servizio garantiti. Il nostro staff garantisce risposte rapide alle problematiche che insorgono nella corretta gestione e cura di stabili condominiali. I nostri esperti sono a disposizione per servizi di consulenza.

Non esitare a contattarci e ricorda che la prima consulenza è gratuita.

Roberto Cornacchia

Ingegnere edile – architetto, libero professionista, attivo da molti nel settore dell’edilizia, ha gestito e collaborato per importanti progetti, sia pubblici che privati, riguardanti interventi di ristrutturazione edilizia, recupero strutturale, riqualificazione energetica e progettazione di edifici civili ed industriali. Attivo sui temi dell’efficienza, diagnosi e riqualificazione energetica degli edifici, con

particolare attenzione all’involucro edilizio, comfort termo-igrometrico interno e analisi costi-benefici. Autore di numerosi articoli sui temi dell’efficienza energetica pubblicati con Maggioli Editore ed Ediltecnico.

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Indice

Premessa

1. EVOLUZIONE NORMATIVA: DALLA LEGGE 10 AI DECRETI INTERMINISTERIALI DEL 26 GIUGNO 2015

1.1 Legge 10/91

1.2 D.P.R. 412/1993

1.3 D.Lgs n° 192/2005

1.4 D.Lgs n° 311/2006

1.5 D.P.R. 59/2009 e DM 26 giugno 2009

1.5.1 Validità

1.5.2 Elementi essenziali

1.5.3 Campo d’applicazione

1.5.4 Prestazione energetica degli edifici

1.5.5 Metodologie di calcolo della prestazione energetica degli edifici e degli impianti

1.5.6 Fabbisogno per la climatizzazione estiva

1.5.7 Classificazione energetica

1.6 D.L. n° 63 del 4 giugno 2013

1.7 Decreti interministeriali del 26 giugno 2015

1.8 UNI/TS 11300 parte 5 e 6 ed aggiornamento UNI 10349

1.8.1 UNI/TS 11300-5

1.8.2 UNI/TS 11300-6

1.8.3 UNI 10349

2. CARATTERISTICHE DELL’ATTESTATO DI PRESTAZIONE ENERGETICA

2.1 Modalità di trasmissione e Codice identificativo

2.2 Validità

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3. CONTENUTI DELL’APE – DATI GENERALI

3.1 Destinazione d’uso

3.2 Oggetto dell’Attestato

3.3 Dati identificativi

3.3 Servizi energetici presenti

4. CONTENUTI DELL’APE – PRESTAZIONE ENERGETICA GLOB ALE E DEL FABBRICATO

4.1 Edificio di riferimento

4.2 Prestazione energetica del fabbricato

4.2.1 Prestazione energetica invernale

4.2.2 Prestazione energetica estiva

4.3 Prestazione energetica globale

4.3.1 Edificio ad energia quasi zero

4.4 Riferimenti

5. CONTENUTI DELL’APE – PRESTAZIONE ENERGETICA DEGL I IMPIANTI E CONSUMI STIMATI

5.1 Fabbisogno di energia primaria

5.1.1 Fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale

5.1.1.1 Sottosistema di emissione

5.1.1.2 Sottosistema di regolazione

5.1.1.3 Sottosistema di distribuzione

5.1.1.4 Sottosistema di accumulo

5.1.1.5 Sottosistema di generazione

5.1.2 Fabbisogno di energia primaria per la produzione di acqua calda sanitaria

6. CONTENUTI DELL’APE – INFORMAZIONI AGGIUNTIVE

6.1 Raccomandazioni

6.2 Altri dati di dettaglio del fabbricato

6.2.1 Rapporto S/V

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6.3 Dati di dettaglio degli impianti

6.4 Informazioni sul miglioramento della prestazione energetica

6.4.1 Detrazioni fiscali

6.4.2 Conto termico 2.0

6.5 Soggetto certificatore

6.6 Sopralluoghi e dati di ingresso

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Premessa

L’Attestato di Prestazione Energetica (detto comunemente APE) raccoglie una serie di informazioni in grado di fornire al cittadino, alle Amministrazioni ed agli operatori, una visione semplice e chiara sull’efficienza dell’edificio e degli impianti, consentendo un confronto della qualità energetica di unità immobiliari differenti.

Questo volume nasce proprio dalla volontà di rendere chiare e immediatamente comprensibili, sia al certificatore che all’utente finale, tutte quelle informazioni contenute all’interno dell’Attestato alla luce del nuovo format introdotto dai recenti aggiornamenti legislativi.

Il quadro normativo, infatti, è stato recentemente completato dall’entrata in vigore di 3 decreti interministeriali, oltre alle parti 5 e 6 della UNI/TS 11300 e all’aggiornamento della UNI 10349:

� Decreto requisiti minimi

Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici

� Linee guida nuovo APE 2015

Adeguamento del decreto del Ministro dello sviluppo economico, 26 giugno 2009 – Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici

� Decreto relazione tecnica di progetto Schemi e modalità di riferimento per la compilazione della relazione tecnica di progetto ai fini dell’applicazione delle prescrizioni e dei requisiti minimi di prestazione energetica negli edifici

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PREMESSA

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� UNI/TS 11300-5 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 5: Calcolo dell’energia primaria e della quota di energia da fonti rinnovabili

� UNI/TS 11300-6 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 6: Determinazione del fabbisogno di energia per ascensori, scale mobili e marciapiedi mobili

� UNI 10349 Contiene i dati climatici da utilizzare per il calcolo orario e mensile dei fabbisogni energetici degli edifici in regime standard. La nuova versione aggiorna i dati climatici contenuti nella versione precedente del 1994

Tutte le novità recentemente introdotte, hanno reso l’Attestato di Prestazione Energetica uno strumento prezioso, aggiornato con tutte le informazioni necessarie per la valutazione del sistema edificio-impianto nel suo complesso, indicandone il comportamento estivo ed invernale e fornendo dati di dettaglio sia del fabbricato che degli impianti.

L’Attestato ricopre oggi un ruolo essenziale nel processo edilizio che non può essere ridotto ad una semplice procedura amministrativa e burocratica obbligatoria, e la sua valutazione non può e non deve essere limitata ad una lettura distratta e superficiale.

Spesso, infatti, la lettura dell’APE da parte di chi deve acquistare un immobile, effettuare una locazione o una ristrutturazione, si limita alla sola targa energetica (viene considerata la sola appartenenza dell’immobile alla classe energetica B piuttosto che C, e così via).

L’obiettivo è quello di andare oltre la semplice classificazione e di fornire le basi necessarie per comprendere tutte le informazioni contenute nell'APE, siano esse espressione della prestazione energetica invernale o estiva, del solo involucro o del sistema complessivo edificio-impianto

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PREMESSA

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Sicuramente la classe energetica che, ricordiamo, viene espressa in termini di prestazione energetica globale non rinnovabile in funzione del fabbricato e dei servizi energetici presenti, rappresenta un importante parametro per la valutazione della qualità energetica dell’edificio di riferimento ma, come vedremo nel corso di questo volume, non è l’unico parametro da prendere in considerazione.

Le stesse Linee Guida definiscono l’APE come uno strumento di chiara e immediata comprensione per la valutazione, in termini di prestazione energetica dell’immobile, della convenienza economica dell’acquisto o della locazione.

Una delle principali novità è che l’Attestato deve contenere obbligatoriamente l’indicazione degli interventi raccomandati e la stima dei risultati conseguibili, consentendo, a priori, di valutare la convenienza nella realizzazione di interventi di riqualificazione energetica dell’immobile stesso.

Un Attestato di Prestazione Energetica, correttamente compilato, consente all’utente sia di valutare e comparare le prestazioni dell’edificio di interesse, sia di conoscere le prestazioni tecnicamente raggiungibili dall’immobile a seguito di un intervento di riqualificazione energetica valutato tenendo conto del rapporto tra costi di investimento e benefici che ne derivano.

L’APE rappresenta, quindi, un documento estremamente importante in grado, da solo, di accrescere notevolmente il valore di un immobile.

Viene da se, quindi, come sia di fondamentale importanza sia la sua corretta esecuzione da parte del tecnico certificatore, sia la sua corretta comprensione da parte dell’utente finale.

Oggi la maggiore sensibilità verso i temi della riqualificazione energetica e della sostenibilità ambientale ha spinto gli utenti a prendere sempre maggiore confidenza nei confronti delle procedure di certificazione e degli interventi di miglioramento della prestazione energetica.

Spesso, però, si commette l’errore di considerare equivalenti l’Attestato di Prestazione Energetica e la Diagnosi Energetica. Si tratta di due procedure che, pur condividendo parte delle attività, si

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PREMESSA

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differenziano notevolmente soprattutto per l’applicazione di differenti modelli di valutazione energetica dell’edificio.

La certificazione energetica si basa su una valutazione di tipo standard (asset rating) in cui i dati di ingresso si basano su un utilizzo dell’edificio ed un clima standard, mentre i dati geometrici si basano su un rilievo dimensionale dell’edificio e, quindi, su un edificio reale.

È chiaro, allora, come la certificazione energetica non tenga conto in alcun modo del comportamento dell’utenza e delle reali condizioni climatiche esterne.

L’utenza ha un ruolo fondamentale nella gestione dei consumi energetici di un edificio intervenendo sul:

� controllo della temperatura interna dei locali modificandone il valore standard di 20°C

� controllo dei ricambi d’aria causando squilibri della temperatura interna

� controllo dei sistemi di oscuramento � utilizzo dei sistemi di illuminamento � utilizzo di elettrodomestici.

Il clima esterno influenza notevolmente le dispersioni

dell’involucro edilizio. Nel calcolo di una certificazione vengono utilizzati dati standard basati sui gradi giorno della località su cui si esegue la certificazione, non le reali condizioni climatiche.

Pertanto potrebbero esserci forti differenze tra il comportamento reale degli edifici e la semplice valutazione teorica valutata con un approccio standard.

La certificazione rimane comunque uno strumento molto utile in quanto il suo obiettivo finale non è quello di indicare un valore assoluto di consumo energetico dell’edificio, ma di fornire un valore di riferimento confrontabile del consumo energetico potenziale tanto da orientare l’utente verso l’acquisto di un immobile piuttosto che di un altro.

È come quando decidiamo di acquistare un automobile. Sappiamo benissimo che i dati forniti dall’azienda produttrice in merito al

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PREMESSA

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consumo si discosteranno dai valori reali ma quell’informazione ci indirizza, comunque, verso la scelta del modello di automobile da acquistare.

A differenza della certificazione energetica nella Diagnosi Energetica, come indicato dalla UNI 11300:2, la valutazione è effettuata in condizioni effettive di utilizzo (tailored rating) sulla base dei dati relativi all’edificio ed all’impianto reale come costruito. Le modalità di occupazione e di utilizzo dell’edificio e dell’impianto, vengono assunte in funzione dei valori effettivi di funzionamento nelle condizioni reali di intermittenze dell’impianto.

In altri termini la normativa richiede che il modello di simulazione sia in grado di riprodurre in modo quanto più fedele possibile le reali condizioni operative dell’edificio negli anni per cui si dispone dei consumi, così da rendere significativo il confronto tra questi ultimi ed i fabbisogni calcolati.

La Diagnosi Energetica è definita “come una procedura sistematica volta a fornire un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di un’attività o impianto industriale o di servizi pubblici o privati; individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici; riferire in merito ai risultati.”

La metodologia alla base di una Diagnosi Energetica può essere riassunta nei seguenti STEP:

� Verifica preliminare dell’opportunità di elaborare una

diagnosi energetica valutando, sulla base di considerazioni qualitative, se sussistano possibilità reali di migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio

� Acquisizione dei dati � Simulazione del comportamento energetico del sistema

edificio – impianto attraverso modelli ed algoritmi � Indicatori di confronto tra i dati simulati e reali � Affinamento dei parametri utilizzati nel modello di

simulazione

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� Individuazione degli interventi migliorativi ed analisi tecnico economica

� Supporto al committente

Schema riassuntivo della procedura per l’esecuzione della diagnosi energetica (Fonte: Linee guida per audit energetici su edifici ad uso residenziale e terziario a cura della Provincia di Genova in collaborazione con la Fondazione Muvita, Agenzia Regionale per l’Energia della Liguria, Università di Genova)

Raccolta dati preliminari

Raccolta dati di effettivo utilizzo dell’immobile

Fabbisogno energetico teorico

Raccolta delle bollette

Fabbisogno energetico reale

Indici confrontabili

Analisi del modello

No

Modello validato

Si

Individuazione delle azioni di miglioramento

Analisi costi/benefici

Priorità degli interventi

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PREMESSA

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Questo volume è strutturato seguendo l’ordine di lettura dell’Attestato di Prestazione Energetica partendo dai dati generali fino alle informazioni sul miglioramento della prestazione energetica, fornendo per ogni singola categoria tutte le informazioni necessarie per una sua corretta valutazione qualitativa e quantitativa, oltre a fornire gli strumenti per valutare il peso complessivo di ogni singolo elemento all’interno del sistema edificio-impianto.

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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Capitolo 1 Evoluzione normativa: dalla legge 10 ai decreti interministeriali del 26 giugno 2015

Prima di entrare nel merito dei contenuti dell’Attestato di Prestazione Energetica è fondamentale ripercorrere il percorso normativo che dalla legge 10/1991 ed ancor prima con la legge 373 del 1976 si è recentemente concluso con l’entrata in vigore dei 3 decreti interministeriali del 26 giugno 2015 previsti dalla legge 90/2013.

Basti pensare che circa il 60% del patrimonio immobiliare italiano è precedente al 1971 ed addirittura quasi il 90% è stato realizzato prima del 1991 e quindi prima che, attraverso la legge 10/91, si iniziasse a pensare alla riduzione dei consumi dell’energia ed al miglioramento delle condizioni di compatibilità ambientale dell’utilizzo dell’energia.

Il nostro patrimonio immobiliare è costituito, quindi, da abitazioni realizzate senza la minima attenzione al risparmio energetico e senza alcuna progettazione inerente all’isolamento termico dell’involucro o alla scelta di componenti che potessero garantire le minime prestazioni energetiche. Gli impianti installati sono spesso inadeguati, con rendimenti molto scarsi e sistemi di distribuzione che rendono onerosa una riqualificazione energetica.

Questo significa che circa il 90% dei nostri immobili, a causa delle fortissime dispersioni e dello scarsissimo rendimento degli impianti, consuma ed aggiungerei, spreca, un grandissimo quantitativo di energia necessaria per garantire le temperature interne di comfort.

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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Possiamo semplificare il bilancio energetico del nostro edificio di riferimento come un grande contenitore d’acqua all’interno del quale vogliamo mantenere costante la nostra temperatura di progetto; nel contenitore vi sono delle perdite, rappresentate nella realtà dalle dispersioni dell’involucro edilizio (pareti e finestre) e dalle dispersioni per ventilazione. Vi sono comunque degli apporti gratuiti rappresentati dal contributo del sole e dalle fonti di calore interne all’edificio (persone, lampade, elettrodomestici).

Risulta evidente che tanto più grandi saranno i fori nel contenitore, tanta più acqua dovrò immettere per mantenere costante il livello del liquido. Ciò nella realtà si traduce nel fatto che circa il 90% del patrimonio immobiliare italiano presenta fortissime dispersioni termiche e che, pertanto, necessita di molta energia (denaro) per mantenere costante il livello della temperatura di progetto.

Fino agli anni 70 il bassissimo costo del combustile non rese necessario alcun provvedimento che regolasse il consumo energetico degli edifici; solo nel 1976 la crisi petrolifera portò alla legge

Figura 1 - Rappresentazione del bilancio energetico dell'edificio

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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373/1976 che, per la prima volta, sia per edifici residenziali che industriali e terziari, imponeva dei limiti alla dispersione termica verso l’esterno.

1.1. Legge 10/91

La svolta si ebbe con la legge 10 del 9 gennaio 1991 “Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”.

Lo scopo della legge era, per la prima volta, quello di garantire il risparmio energetico ed un uso consapevole dell’energia oltre alla salvaguardia dell’ambiente ed alla valutazione del benessere degli individui all’interno degli edifici. Particolare attenzione fu posta anche nei confronti dei sistemi impiantistici che dovevano comunque garantire un rendimento superiore a determinati valori prefissati.

La legge fu assolutamente innovativa soprattutto perché incentivò l’utilizzo delle fonti rinnovabili anche attraverso una serie di contributi in conto capitale. Inoltre, per la prima volta, veniva stabilito che gli edifici pubblici fossero obbligati a soddisfare il fabbisogno energetico ricorrendo all’utilizzo di fonti rinnovabili di energia. Venne, inoltre, introdotta la relazione tecnica attestante la rispondenza del fabbricato alle prescrizioni della stessa legge, che il proprietario dell’edificio doveva depositare in Comune contestualmente alla richiesta del titolo edilizio.

1.2. D.P.R. 412/1993

Due anni dopo la Legge 10 venne emanato il suo decreto di attuazione, il DPR 412/1993, che conteneva “le norme per la progettazione, installazione, esercizio degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia”.

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Figura 2 - Divisione del territorio nazionale in zone climatiche

Il territorio italiano viene così suddiviso in 6 zone climatiche denominate con le lettere da A alla F ciascuna caratterizzata da temperature medie simili. Ad ogni zona climatica corrisponde la durata giornaliera di attivazione ed i periodi di accensione impianti termici.

Il parametro di riferimento per l’individuazione della zona climatica è il numero dei Gradi Giorni (GG) calcolati come la sommatoria, estesa a tutti i giorni di un periodo annuale convenzionale di riscaldamento, delle differenze giopositive) tra la temperature convenzionale ideale per l’ambiente riscaldato (20 °C), e la temperatura media giornaliera dell’ambiente esterno ricavata dalla UNI 10349.

Vengono considerate solo le differenze positive perché se la differenza è negativa non occorre riscaldare l’ambiente interno.

Un valore di Gradi Giorno basso indica che le temperature esterne sono più vicine alla temperatura interna e, pertanto, il clima è meno rigido. Un valore elevato indica, al contrario, che le temperature

EVOLUZIONE NORMATIVA

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Divisione del territorio nazionale in zone climatiche

Il territorio italiano viene così suddiviso in 6 zone climatiche denominate con le lettere da A alla F ciascuna caratterizzata da

Ad ogni zona climatica corrisponde la durata giornaliera di attivazione ed i periodi di accensione degli

Il parametro di riferimento per l’individuazione della zona climatica è il numero dei Gradi Giorni (GG) calcolati come la sommatoria, estesa a tutti i giorni di un periodo annuale convenzionale di riscaldamento, delle differenze giornaliere (solo positive) tra la temperature convenzionale ideale per l’ambiente riscaldato (20 °C), e la temperatura media giornaliera dell’ambiente

Vengono considerate solo le differenze positive perché se la negativa non occorre riscaldare l’ambiente interno.

Un valore di Gradi Giorno basso indica che le temperature esterne sono più vicine alla temperatura interna e, pertanto, il clima è meno rigido. Un valore elevato indica, al contrario, che le temperature

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esterne risultano spesso inferiori ai 20 °C e, pertanto, il clima è più rigido.

Gli edifici venivano classificati in base alla loro destinazione d’uso. Qualora un edificio fosse stato costituito da zone appartenenti a categorie differenti, le stesse dovevano essere considerate separatamente. Le categorie sono otto ed in particolare:

Sono inoltre introdotti i valori massimi della temperatura ambientale durante il periodo in cui è in funzione l’impianto di climatizzazione invernale. I valori hanno limiti di 18°C + 2°C di tolleranza per gli edifici della categoria E.8 mentre per tutti gli altri i limiti sono di 20°C + 2°C.

Tabella 1 – Indicazione GG e del periodo convenzionale di riscaldamento

Zona Gradi Giorno Periodo Ore

A fino a 600 1 dicembre- 15 marzo 6

B da 601 a 900 1dicembre- 31 marzo 8

C da 901 a 1400 15 novembre – 31 marzo 10

D da 1401 a 2100 1 novembre – 15 aprile 12

E da 2101 a 3000 15 ottobre – 15 aprile 14

F Oltre 3000 nessuna limitazione 24

E.1.(1) Abitazioni adibite a residenza con carattere continuativo

E.1.(2) Abitazioni adibite a residenza con occupazione saltuaria

E.1.(3) Edifici adibiti ad albergo, pensione ed attività similari

E.2 Edifici adibiti ad uffici ed assimilabili

E.3 Edifici adibiti ad ospedali, cliniche o case di cura e assimilabili

E.4 Edifici adibiti ad attività ricreative o di culto e assimilabili

E.5 Edifici adibiti ad attività commerciali e assimilabili

E.6 Edifici adibiti ad attività sportive

E.7 Edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili

E.8 Edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali e assimilabili

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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Il DPR 412/93 introduce, inoltre, la verifica di due parametri che anticipano il concetto di indice di prestazione energetica:

1. Il coefficiente volumico di dispersione termica per trasmissione (Cd espresso in W/m3 °C) che rappresenta la potenza termica necessaria per compensare le dispersioni termiche attraverso le pareti opache e trasparenti dell’edificio. Il valore di progetto doveva poi essere confrontato e risultare inferiore ai parametri imposti dal DM 30/07/86 in funzione della zona climatica e del rapporto S/V tra la superficie esterna che delimita il volume ed il volume lordo delle parti di edificio riscaldato.

Tabella 2 – Valori di Cd allegata al DM 30/07/86

A GG

B GG

C GG

D GG

E GG

F GG

S/V < 600 601 - 900 901 - 1400 1401 - 2100 2101 – 3000 > 3000

- 0,2 0,49 0,49 – 0,46 0,46 – 0,42 0,42 – 0,34 0,34 – 0,30 0,30

- 0,9 1,16 1,16 – 1,08 1,08 – 0,95 0,95 – 0,78 0,78 – 0,73 0,73

2. Il Fabbisogno energetico normalizzato (FEN espresso in

KJ/m3 GG) che rappresenta il fabbisogno energetico convenzionale per la climatizzazione invernale (quantità di energia primaria globalmente richiesta, nel corso di un anno, per mantenere negli ambienti riscaldati la temperatura al valore costante di 20°C con un adeguato ricambio d’aria durante una stagione di riscaldamento il cui periodo è convenzionalmente fissato) diviso il volume riscaldato ed i Gradi Giorno della località.

FEN = ���

� � ��

Una volta calcolato il FEN doveva essere confrontato e risultare inferiore al valore limite fissato dal DPR 412 e calcolabile con:

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EVOLUZIONE NORMATIVA

- 14 -

FENlim = [(Cdlim+0,34n)-ku (�,�∗�

�� +

��)] –

��,�

��

dove:

Cd valore limite del coefficiente volumico di dispersione termica per trasmissione

n numero dei volumi di ricambio d’aria in un’ora

0,34 costante che esprime il prodotto del calore specifico dell’aria per la sua densità

I media aritmetica dei valori di irradianza solare media mensile sul piano orizzontale espressa in W/m2

dTm differenza di temperatura media stagionale espressa in °C

0,01 valore convenzionale della superficie ad assorbimento totale dell’energia solare per unità di volume riscaldato

A valore degli apporti gratuiti interni

ku coefficiente adimensionale di utilizzazione degli apporti solari e degli apporti gratuiti interni

86,4 migliaia di secondi in un giorno

hg valore del rendimento globale medio stagionale

1.3. D.Lgs. n° 192/2005

Dopo la Legge 10/91 ed il DPR 412/93 ci sono voluti più di 10 anni per colmare la carenza normativa grazie all’emanazione della Direttiva 2002/91/CE che ha portato al D.Lgs. n° 192 del 19 agosto 2005 recante “Attuazione delle direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia”.

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EVOLUZIONE NORMATIVA

- 15 -

Il decreto disciplina in particolare:

� la metodologia per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici

� l’applicazione dei requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici

� i criteri generali per la certificazione energetica degli edifici � le ispezioni periodiche degli impianti di climatizzazione � i criteri per garantire la qualificazione e l’indipendenza degli

esperti � la promozione dell’uso razionale dell’energia anche

attraverso l’informazione e la sensibilizzazione degli utenti finali, la formazione e l’aggiornamento degli operatori del settore

Viene introdotto per la prima volta l’attestato di certificazione energetica o di rendimento energetico dell’edificio definito come il documento redatto nel rispetto delle norme contenute nel decreto, attestante la prestazione energetica ed eventualmente alcuni parametri energetici caratteristici dell’edificio.

In particolare all’art. 6 viene stabilito che:

� nel caso di compravendita l’attestato di certificazione è allegato all’atto in originale o copia autenticata

� nel caso di locazione l’attestato di certificazione energetica è messo a diposizione del conduttore o ad esso consegnato in copia dichiarata dal proprietario conforme all’originale in suo possesso

� l’attestato relativo alla certificazione energetica ha una validità di 10 anni a partire dal suo rilascio ed è aggiornato ad ogni intervento di ristrutturazione che modifica la prestazione energetica dell’edificio o dell’impianto

� l’attestato di certificazione energetica comprende i dati relativi all’efficienza energetica propri dell’edificio, i valori vigenti a norma di legge e valori di riferimento, che consentono ai cittadini di valutare e confrontare la prestazione energetica dell’edificio.

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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L’attestato è corredato di suggerimenti in merito agli interventi più significativi ed economicamente convenienti per il miglioramento della predetta prestazione

1.4. D.Lgs. n° 311/2006

Il primo febbraio 2007 viene pubblicato in Gazzetta il D.Lgs. n° 311 del 29/12/2006 recante “Disposizioni correttive ed integrative al D.Lgs. n° 192 del 19/08/05, recante attuazione della Direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia”.

Vengono apportati alcuni correttivi al D.Lgs. 192/05 rendendo più severi i limiti da verificare. Il parametro di riferimento è l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale (EPi) definito come il parametro che esprime il consumo di energia primaria totale riferito all’unità di superficie utile o di volume lordo, espresso in kWh/m2 anno o kWh/m3 anno. L’indice di prestazione energetica viene, inoltre, differenziato per zone climatiche ed in funzione del fattore di forma dell’edificio.

Tabella 3 - Valori limite indice di prestazione energetica climatizzazione invernale applicabili dal 1 gennaio 2010 per edifici residenziali - D.Lgs. 311/06

A GG

B GG

C GG

D GG

E GG

F GG

S/V < 600 601 - 900 901 - 1400 1401 - 2100 2101 - 3000 > 3000

- 0,2 8,5 8,5 12,8 12,8 21,3 21,3 34 34 46,8 46,8

- 0,9 36 36 48 48 68 68 88 88 116 116

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EVOLUZIONE NORMATIVA

- 17 -

1.5. D.P.R. 59/2009 e DM 26 giugno 2009

Nel Decreto 311/06 mancano totalmente le modalità di applicazione della certificazione energetica. Bisognerà aspettare il 2009 con l’entrata in vigore di due importanti provvedimenti: il D.P.R. 59/2009 e il DM 26 giugno 2009.

Il D.P.R. n° 59 del 2 aprile 2009 è il primo decreto attuativo dei D.Lgs. 192/05 e 311/06. Ha la finalità principale di promuovere un’applicazione “omogenea, coordinata ed immediatamente operativa” delle norme per l’efficienza energetica sul territorio nazionale.

Le principali novità sono due:

1. Vengono definiti, per la prima volta, i requisiti minimi per la climatizzazione estiva ed all’art. 2 viene inserita la definizione di trasmittanza termica periodica YIE, di cui parleremo approfonditamente in seguito.

2. Vengono riconosciute le Norme Tecniche nazionali per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici. In particolare:

a. UNI/TS 11300 – Parte 1: determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale

b. UNI/TS 11300 – Parte 2: determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria

Il D.M. 26 giugno 2009 definisce le linee guida per la certificazione energetica. Il Decreto si compone di 8 articoli e di 2 allegati: le linee guida nazionali sono contenute nell’allegato A, mentre nell’allegato B sono elencate ed aggiornate le norme tecniche di riferimento che erano contenute nel D.Lgs. 192/2005.

Viene definito un sistema di certificazione energetica degli edifici in grado di:

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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1. Fornire informazioni sulla qualità energetica degli immobili e strumenti di chiara ed immediata comprensione:

a. Per la valutazione della convenienza economica a realizzare interventi di riqualificazione energetica delle abitazioni

b. Per acquisti e locazioni di immobili che tengano adeguatamente conto della prestazione energetica degli edifici

2. Contribuire ad una applicazione omogenea della certificazione energetica degli edifici attraverso la definizione di una procedura nazionale che comprenda:

a. L’indicazione di un sistema di classificazione degli edifici

b. L’individuazione di metodologie di calcolo della prestazione energetica utilizzabili in modo alternativo in relazione alle caratteristiche dell’edificio e al livello di approfondimento richiesto

c. La disponibilità di metodi semplificati che minimizzino gli oneri a carico dei cittadini

1.5.1. Validità

L’articolo 6 definisce la validità dell’attestato di certificazione in 10 anni purché siano rispettate tutte le prescrizioni normative vigenti e le operazioni di controllo di efficienza energetica, compresi i controlli sull’impianto di climatizzazione. In caso di mancato rispetto di tali disposizioni l’attestato perde efficacia il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui è prevista la prima scadenza non rispettata. I libretti di impianto o di centrale devono essere allegati all’attestato di certificazione energetica.

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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1.5.2. Elementi essenziali

Le regioni e le province autonome devono tener conto degli elementi essenziali indicati all’art. 4:

� I dati relativi all’efficienza energetica dell’edificio, i valori vigenti a norma di legge, i valori di riferimento o classi prestazionali che consentano ai cittadini di valutare e raffrontare la prestazione energetica dell’edificio in forma sintetica e anche non tecnica, i suggerimenti e le raccomandazioni in merito agli interventi più significativi ed economicamente convenienti per il miglioramento della predetta prestazione

� Le norme tecniche di riferimento � Le metodologie di calcolo della prestazione energetica � I requisiti professionali e i criteri per assicurare la

qualificazione e l’indipendenza dei certificatori � La validità temporale � L’aggiornamento dell’attestato ad ogni intervento che

migliori la prestazione energetica dell’edificio

1.5.3. Campo d’applicazione

La certificazione energetica si applica a tutte le categorie di edifici individuate dal D.P.R. 412/93, indipendentemente dalla presenza di impianti. Uniche esclusioni sono box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi, strutture stagionali a protezione degli impianti sportivi, ecc. se non limitatamente alle porzioni eventualmente adibite ad uffici e assimilabili, purché scorporabili agli effetti dell’isolamento termico.

1.5.4. Prestazione energetica degli edifici

La prestazione energetica complessiva dell’edificio è espressa attraverso l’indice di prestazione energetica globale EPgl espresso in

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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kWh/m2 anno nel caso di edifici residenziali e kWh/m3 anno nel caso di altri edifici.

EPgl = EPi + EPacs + EPe + EPill

dove:

EPi indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale

EPacs indice di prestazione energetica per la produzione dell’acqua calda sanitaria

EPe indice di prestazione energetica per la climatizzazione estiva

EPill indice di prestazione energetica per l’illuminazione artificiale

Figura 3 - Cruscotto delle prestazioni energetiche globali e parziali

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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Ricordando il cruscotto delle prestazioni energetiche globali e parziali le informazioni che dovevano essere indicate erano:

� la Prestazione energetica globale dell’edificio associata alla prestazione energetica raggiungibile ovvero a quella che si può ottenere attraverso la realizzazione di interventi di riqualificazione energetica che abbiano, tuttavia, un tempo di ritorno inferiore a 10 anni

� Prestazione riscaldamento (Indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale) associato al limite di legge riferito ad un edificio identico di nuova costruzione sito alla stessa località

� Prestazione raffrescamento (Indice di prestazione energetica per la climatizzazione estiva)

� Prestazione acqua calda

1.5.5. Metodologie di calcolo della prestazione energetica degli edifici e degli impianti

Per il calcolo degli Indici di prestazione energetica il Decreto

attua una distinzione tra edifici di nuova costruzione, ristrutturazioni totali, demolizioni e ricostruzioni e edifici esistenti.

In particolare:

1. Per edifici nuovi o ristrutturazioni importanti o demolizioni e ricostruzioni prevede di partire dai dati di ingresso del progetto energetico ed eseguire il calcolo in conformità alle Norme Tecniche di riferimento che sono le UNI/TS 11300 (all’epoca disponibili solo la Parte 1 e 2)

2. Per edifici esistenti partire da dati di ingresso ricavati da indagini sull’edificio e sono previsti tre successivi livelli di approfondimento:

a. Per tutte le tipologie edilizie per il calcolo degli indici di prestazione energetica per la climatizzazione invernale (EPi) e per la produzione di acqua calda sanitaria (EPacs) si fa riferimento agli abachi ed alle tabelle in relazione, ad esempio,

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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alle tipologie e all’anno di costruzione, contenute nelle UNI/TS 11300

b. Per edifici residenziali con superficie utile inferiore a 3000 m2 gli indici di prestazione energetica possono essere calcolati attraverso il software DOCET predisposto, sulla base delle Norme Tecniche, dal CNR e dall’ENEA.

c. Per edifici residenziali con superficie utile inferiore a 1000 m2 l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale (EPi) può essere calcolato con il metodo semplificato previsto all’allegato 2 delle stesse linee guida, mentre l’indice di prestazione energetica per la produzione di acqua calda sanitaria (EPacs) può essere calcolato con il metodo semplificato previsto nelle Norme Tecniche

Tabella 4 - Metodi di calcolo delle prestazioni energetiche (All. 3 Linee Guida)

Metodo di calcolo di progetto

Metodo di calcolo da

rilievo sull’edificio

Metodo di calcolo da

rilievo sull’edificio

Metodo di calcolo da

rilievo sull’edificio

Edifici interessati

Tutte le tipologie di edifici nuovi ed esistenti

Tutte le tipologie di

edifici esistenti

Edifici residenziali esistenti con

superficie utile inferiore o

uguale a 3000 m2

Edifici residenziali esistenti con superficie

utile inferiore o uguale a

1000 m2

Prestazione invernale involucro edilizio

Norme UNI/TS 11300

Norme UNI/TS 11300

DOCET (CNR – ENEA)

Metodo semplificato (Allegato 2)

Energia primaria

prestazione invernale

Norme UNI/TS 11300

Norme UNI/TS 11300

DOCET (CNR – ENEA)

Metodo semplificato (Allegato 2)

Energia primaria

prestazione acqua calda

sanitaria

Norme UNI/TS 11300

Norme UNI/TS 11300

DOCET (CNR – ENEA)

Norme UNI/TS 11300

(esistenti)

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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Prestazione estiva

involucro edilizio

Norme UNI/TS 11300

Norme UNI/TS 11300

DOCET (CNR – ENEA)

Norme UNI/TS 11300

o DOCET o metodologia paragrafo 6.2

1.5.6. Fabbisogno per la climatizzazione estiva

Un aspetto innovativo della Norma è la necessità di soddisfare anche i requisiti prestazionali estivi in riferimento alle prestazioni termiche estive del solo involucro edilizio. Il parametro di riferimento è l’indice di prestazione termica dell’edificio per il raffrescamento (EPe,invol), espresso in kWh/m2 anno, calcolato come il rapporto tra il fabbisogno di energia termica per il raffrescamento dell’edificio (energia richiesta dall’involucro edilizio per mantenere negli ambienti interni le condizioni di comfort estivo di 26 °C calcolato tenendo conto della temperatura di progetto secondo la UNI/TS 11300 – 1) e la superficie calpestabile del volume climatizzato.

Nella valutazione dell’indice di prestazione energetica estiva non si tiene conto dell’impianto e, quindi, non si parla di energia primaria.

L’indicazione della qualità termica estiva dell’involucro edilizio deve essere indicata negli attestati di qualificazione e certificazione energetica. Tale valutazione è facoltativa nella certificazione di singole unità immobiliari ad uso residenziale di superficie utile inferiore a 200 mq che utilizzano il metodo semplificato per la valutazione dell’indice di prestazione energetica invernale. Se la valutazione è assente, viene attribuita una qualità prestazionale pari a V (mediocre) delle tabelle.

Il calcolo del fabbisogno estivo segue due metodi:

1. In base all’indice di prestazione termica dell’edificio per il raffrescamento (EPe,invol) si definisce la classe energetica estiva come indicato nella Tabella seguente

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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Tabella 5 – Classificazione in base all’ EPe,invol valida per tutte le destinazioni d’uso

EPe,invol (kWh/m2 anno)

Prestazioni Qualità prestazionale

EPe,invol < 10 Ottime I

10 < EPe,invol < 20 Buone II

20 < EPe,invol < 30 Medie III

30 < EPe,invol < 40 Sufficienti IV

EPe,invol > 40 Mediocri V

2. Nel caso di edifici esistenti con superficie utile inferiore a

1000 m2 è possibile fare una valutazione della qualità termica estiva dell’involucro in base alle caratteristiche dinamiche dello stesso valutando lo sfasamento e l’attenuazione dell’onda termica. La valutazione del comfort estivo, visti i carichi termici variabili nell’arco della giornata che caratterizzano la stagione estiva ai nostri climi, deve essere effettuata in regime dinamico. I parametri di riferimento, calcolati in base alla norma tecnica UNI EN ISO 13786 sono:

a. Fattore di attenuazione definito come il rapporto tra il modulo della trasmittanza termica dinamica e la trasmittanza termica in condizioni stazionarie. Rappresenta il rapporto tra l’ampiezza del flusso termico uscente e quello entrante.

b. Sfasamento è il ritardo temporale tra il massimo del flusso termico entrante nell’ambiente interno ed il massimo della temperatura dell’ambiente esterno. Rappresenta il tempo necessario affinché gli effetti di aumento di temperatura esterna si manifestino sulla superficie interna.

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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Figura 4 - Rappresentazione grafica sfasamento ed attenuazione

Tabella 6 – Classificazione in base allo sfasamento e all’attenuazione valida per tutte le destinazioni d’uso

Sfasamento (ore) Attenuazione Prestazioni

Qualità prestazionale

S > 12 fa < 0.15 Ottime I

12 < S < 10 0.15 < fa < 0.30 Buone II 10 < S < 8 0.30 < fa < 0.40 Medie III 8 < S < 6 0.40 < fa < 0.60 Sufficienti IV

6 > S 0.60 > fa Mediocri V

Nel caso in cui i valori non rientrino coerentemente nella stessa categoria, prevale il valore dello sfasamento.

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1.5.7. Classificazione energetica

La classe energetica globale dell’edificio comprende la valutazione dei singoli servizi energetici certificati quali riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria e illuminazione. Le Linee Guida specificano come in questa fase si avvia la certificazione energetica limitando la valutazione dell’indice di prestazione EP ai servizi di climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria.

EPgl = EPi + EPacs

Il certificato energetico esprime il confronto della prestazione energetica globale con le classi di riferimento proprie della località e dell’edificio.

La classificazione tiene conto dell’indice di prestazione energetica limite previsto dal D.lgs. 192/2005 così come modificato dal D.Lgs. 311/2006 e dal D.P.R. 59/2009 e riportato nella Tabella seguente, applicando delle percentuali Kn. La classificazione, ricordando che i valori limite dipendono dai Gradi Giorno e dal rapporto di forma S/V, dipenderà necessariamente da entrambi questi fattori.

EPgl (Classe) = Kn EPi limite + EPacs

Tabella 7 - Valori limite indice di prestazione energetica climatizzazione invernale applicabili dal 1 gennaio 2010 per edifici residenziali - D.Lgs. 311/06

A

GG B

GG C

GG D

GG E

GG F

GG S/V < 600 601 - 900 901 - 1400 1401 - 2100 2101 - 3000 > 3000

- 0,2 8,5 8,5 12,8 12,8 21,3 21,3 34 34 46,8 46,8

- 0,9 36 36 48 48 68 68 88 88 116 116

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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1.6. D.L. n° 63 del 4 giugno 2013

Il D.L. del 4 giugno 2013 n° 63 – Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica, convertito dalla Legge 90/2013 che modifica ed integra il D.Lgs 192/2005, introduce una serie di novità in materia di prestazioni energetiche.

La novità sostanziale sta nel fatto che l’Attestato di Certificazione Energetica (art. 2 comma 1 lett. d del D.Lgs 192/2005 – “il documento redatto nel rispetto delle norme contenute nel presente decreto, attestante la prestazione energetica ed eventualmente alcuni parametri energetici caratteristici dell’edificio”) viene sostituito dall’Attestato di Prestazione Energetica (art. 2 comma 1 Legge 90/2013 – “documento, redatto nel rispetto delle norme contenute nel presente decreto e rilasciato da esperti qualificati e indipendenti che attesta la prestazione energetica di un edificio attraverso l'utilizzo di specifici descrittori e fornisce raccomandazioni per il miglioramento dell'efficienza energetica”).

Inoltre la prestazione energetica viene definita come la “quantità annua di energia primaria effettivamente consumata o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare, con un uso standard dell'immobile, i vari bisogni energetici dell'edificio, la climatizzazione invernale e estiva, la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, la ventilazione e, per il settore terziario, l'illuminazione, gli impianti ascensori e scale mobili. Tale quantità viene espressa da uno o più descrittori che tengono conto del livello di isolamento dell'edificio e delle caratteristiche tecniche e di installazione degli impianti tecnici. La prestazione energetica può essere espressa in energia primaria non rinnovabile, rinnovabile, o totale come somma delle precedenti”.

È sicuramente significativo il fatto di aver introdotto nella stessa definizione di APE il richiamo alle raccomandazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio.

Abbiamo già sottolineato precedentemente come sia errato confondere l’Attestato di Prestazione Energetica con la Diagnosi in

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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quanto il primo fa riferimento ad “un uso standard dell’immobile” ed ha come obiettivo principale quello di generare dei parametri che possano permettere il confronto tra immobili diversi; nella Diagnosi, invece, la valutazione è effettuata in condizioni effettive di utilizzo (tailored rating) con lo scopo di giungere ad un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio ed individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici.

Altre importanti novità introdotte sono:

1. Il rilascio dell’Attestato da parte del Professionista in forma di dichiarazione sostitutiva di atto notorio

2. L’introduzione di sanzioni amministrative per la mancata indicazione dell’indice di prestazione energetica nell’annuncio di vendita o locazione

3. La definizione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici attraverso, oltre alle già citate UNI/TS 11300 parte 1 e 2:

a. UNI/TS 11300 parte 3 – Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva

b. UNI/TS 11300 parte 4 – Utilizzo di energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per riscaldamento ambienti e preparazione acqua calda sanitaria

c. UNI EN 15913 – Requisiti energetici per illuminazione

1.7. Decreti interministeriali del 26 giugno 2015

Il lungo percorso normativo si è recentemente concluso con l’entrata in vigore dei tre decreti interministeriali oltre alle parti 5 e 6 della UNI/TS 11300 e all’aggiornamento della UNI 10349:

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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� Decreto requisiti minimi Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici

� Linee guida nuovo APE 2015 Adeguamento del decreto del Ministro dello sviluppo economico, 26 giugno 2009 – Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici

� Decreto relazione tecnica di progetto Schemi e modalità di riferimento per la compilazione della relazione tecnica di progetto ai fini dell’applicazione delle prescrizioni e dei requisiti minimi di prestazione energetica negli edifici

Di tutti e tre i decreti parleremo approfonditamente in seguito

1.8. UNI/TS 11300 parte 5 e 6 ed aggiornamento UNI 10349

L’ultima revisione normativa ha riguardato la pubblicazione delle nuove parti 5 e 6 della UNI/TS 11300 e dell’aggiornamento della UNI 10349 entrate in vigore ufficialmente il 29 giugno scorso.

1.8.1. UNI/TS 11300-5 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 5: Calcolo dell’energia primaria e della quota di energia da fonti rinnovabili

La norma specifica:

� I confini di valutazione dell’edificio, esplicitando quali sono le fonti energetiche che possono essere considerate all’interno o all’esterno del medesimo

� Le fonti di energia rinnovabili e non rinnovabili ed i vettori energetici interni o esterni al confine dell’edificio.

� Le modalità di definizione degli indici di prestazione

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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� I servizi inclusi nel calcolo dei fabbisogni di energia richiesti dall’edificio: climatizzazione invernale ed estiva, produzione di acqua calda sanitaria, ventilazione, illuminazione e trasporto di cose e persone.

� Le formule per la conversione in energia primaria dei contributi di energia consegnata all’edificio dai vettori energetici (il valore dei fattori di conversione è tuttavia fissato dal decreto requisiti minimi D.M. 26 giugno 2015)

� Le modalità di ripartizione dei contributi di energia sui singoli servizi.

� La modalità di valutazione delle quote di energia da fonte rinnovabile, in ottemperanza a quanto richiesto dal Decreto Legislativo 28 del 3 marzo 2011 (allegato 3)

1.8.2. UNI/TS 11300-6

Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 6: Determinazione del fabbisogno di energia per ascensori, scale mobili e marciapiedi mobili.

La norma riporta i metodi per determinare i fabbisogni di energia elettrica richiesti per il trasporto di cose o persone da ascensori, scale mobili, marciapiedi mobili, montacarichi, montauto, montascale e piattaforme elevatrici. Il calcolo di questo contributo, come già avviene per il fabbisogno di illuminazione, è richiesto esclusivamente per gli edifici non residenziali.

Trattandosi di contributo elettrico, il valore dell’energia consegnata dovrà essere convertito in fabbisogno di energia primaria rinnovabile e non rinnovabile mediante gli opportuni fattori di conversione. Tale quota si aggiunge ai fabbisogni per i servizi di climatizzazione invernale ed estiva, produzione di acqua calda sanitaria, ventilazione ed illuminazione.

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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1.8.3. UNI 10349

Contiene i dati climatici da utilizzare per il calcolo orario e mensile dei fabbisogni energetici degli edifici in regime standard. La nuova versione aggiorna i dati climatici contenuti nella versione precedente del 1994.

La prima parte del pacchetto UNI 10349 fornisce i dati climatici per il calcolo dei fabbisogni annuali di energia per il riscaldamento ed il raffrescamento degli edifici.

In particolare per tutte le 110 province italiane contiene:

� I dati di longitudine, latitudine e quota delle stazione di rilevamento considerate per ogni provincia

� i valori medi mensili della temperatura media giornaliera dell’aria esterna per il calcolo delle dispersioni dell’edificio

� i valori di irradiazione solare giornaliera media mensile sul piano orizzontale, suddivisa nelle componenti diretta e diffusa per il calcolo degli apporti solari su componenti opache e trasparenti

� i valori medi mensili e annuali della velocità media giornaliera e della direzione prevalente del vento

� i valori medi mensili della pressione parziale media giornaliera di vapore dell’aria esterna per il calcolo degli scambi termici latenti e per le verifiche termo igrometriche;

� la procedura di calcolo dei dati climatici medi mensili per i comuni non capoluoghi di provincia

� la procedura di calcolo per la ripartizione dell’irradianza solare oraria nella frazione diretta e diffusa su di una superficie comunque inclinata ed orientata con modello di cielo isotropo (appendice A)

� la procedura di calcolo dell’irradianza diffusa dalla volta celeste con il modello di cielo di Perez (appendice B)

� la procedura di calcolo dell’irradiazione solare media mensile su di una superficie comunque inclinata ed orientata nello spazio (appendice C)

Rispetto alla precedente versione della norma del 1994 è opportuno evidenziare che:

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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� i dati climatici aggiornati risultano essere per alcune province molto differenti rispetto ai dati della UNI 10349:1994, soprattutto per quanto riguarda le irradiazioni solari sul piano orizzontale

� non è più fornita l’irradiazione solare giornaliera media mensile per i principali orientamenti cardinali di superfici verticali ma un processo di calcolo per superfici orientata nello spazio con qualunque orientamento ed inclinazione a partire dai dati sulle superfici orizzontali

� è fornito metodo di calcolo dei valori orari di irradianza solare nel giorno medio per i diversi mesi, sempre a partire dai dati sulle superfici orizzontali

La parte 2 della norma fornisce i dati climatici per il calcolo dei carichi di progetto annuali per la progettazione delle prestazioni energetiche e termoigrometriche degli edifici sia per il periodo invernale che estivo. In particolare:

� la temperatura esterna di progetto per gli impianti di climatizzazione invernale

� la temperatura esterna massima di progetto per gli impianti di climatizzazione estiva

� i valori di irradianza solare estiva massima valori medi mensili della temperatura media giornaliera dell’aria esterna per il calcolo delle dispersioni dell’edificio

� l’escursione giornaliera della temperatura nel mese più caldo dell’anno

� l’irradiazione solare massima estiva incidente su superfici verticali

La parte 3 infine fornisce, sia per la stagione di raffrescamento che di riscaldamento degli edifici, la metodologia di calcolo per determinare i gradi giorno, le differenze cumulate di umidità, la radiazione solare cumulata sul piano orizzontale e l’indice sintetico di severità climatica del territorio. La stessa norma fornisce inoltre la metodologia per la zonizzazione climatica estiva del territorio

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EVOLUZIONE NORMATIVA

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nazionale e per la stima del fabbisogno di energia per la climatizzazione degli edifici.