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Regione Siciliana Comune di Paceco Libero Consorzio Comunale di Trapani PROGETTO DEFINITIVO PROGETTO DI UN IMPIANTO AGRO-FOTOVOLTAICO COLLEGATO ALLA RTN CON POTENZA NOMINALE DC DI 39.992,40 kWp E UNA POTENZA NOMINALE AC 33.089 kW DA REALIZZARSI NEL COMUNE DI PACECO (TP) - C/DA XIGGIARE Elaborato: RELAZIONE TECNICA SULL’ESPOSIZIONE AI CAMPI ELETTROMAGNETICI Tavola: Disegnato: Approvato: Rilasciato: REL_08 AP ENGINEERING AP ENGINEERING Foglio 210x297 (A4) Prima Emissione Progetto: Data: Committente: IMPIANTO KINISIA 2 25/02/2021 Green Thirteen S.r.l. Cantiere: Progettista: PACECO - XIGGIARE AP Engineering srls, Via Vespri 83 - 91100 Trapani P.IVA 02655170815 Email: [email protected]

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Regione Siciliana

Comune di Paceco Libero Consorzio Comunale di Trapani

PROGETTO DEFINITIVO

PROGETTO DI UN IMPIANTO AGRO-FOTOVOLTAICO COLLEGATO ALLA RTN CON POTENZA NOMINALE DC DI 39.992,40 kWp E UNA POTENZA

NOMINALE AC 33.089 kW DA REALIZZARSI NEL COMUNE DI PACECO (TP) - C/DA XIGGIARE

Elaborato: RELAZIONE TECNICA SULL’ESPOSIZIONE AI CAMPI

ELETTROMAGNETICI

Tavola: Disegnato: Approvato: Rilasciato:

REL_08

AP ENGINEERING AP ENGINEERING

Foglio 210x297 (A4) Prima Emissione

Progetto: Data: Committente:

IMPIANTO

KINISIA 2 25/02/2021

Green Thirteen S.r.l.

Cantiere: Progettista:

PACECO - XIGGIARE

AP Engineering srls, Via Vespri 83 - 91100 Trapani P.IVA 02655170815 Email: [email protected]

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INDICE

PREMESSA ....................................................................................................................................... 3

RIFERIMENTI NORMATIVI ................................................................................................................ 5

1 VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE UMANA. VALORI LIMITE ............................................................ 6

1.1 Campo elettromagnetico .................................................................................................................. 7

1.1.1 Campo elettrico ............................................................................................................................. 8

1.1.2 Campo magnetico .......................................................................................................................... 8

1.2 Differenze tra campi indotti da linee elettriche aeree e campi indotti da linee interrate............... 9

1.2.1 Campo elettrico ............................................................................................................................. 9

1.2.2 Campo magnetico .......................................................................................................................... 9

2 CAMPO ELETTROMAGNETICO GENERATO DAI MODULI FOTOVOLTAICI ........................................ 11

3 CAMPO ELETTROMAGNETICO GENERATO DAGLI INVERTER ......................................................... 12

4 CABINE ELETTRICHE MT/BT ......................................................................................................... 13

5 LINEE ELETTRICHE DI MEDIA TENSIONE ....................................................................................... 14

6 SOTTOSTAZIONE ELETTRICA DI UTENZA MT/AT 30/220KV ........................................................... 20

7 ELETTRODOTTO AT 220 KV ......................................................................................................... 22

7.1 Campo Elettrico .............................................................................................................................. 23

7.2 Induzione magnetica ...................................................................................................................... 24

8 CONCLUSIONI ............................................................................................................................. 26

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PREMESSA

La presente relazione tecnica è parte integrante del progetto definitivo dell’impianto di produzione

di energia elettrica da fonte energetica rinnovabile attraverso tecnologia fotovoltaica, denominato

“KINISIA 2”, che la Società Green Thirteen S.r.l. (“G.T.” o “la Società”) intende realizzare nel Comune

di Paceco (TP), in località Xiggiare, ed ha per oggetto la valutazione previsionale dei campi

elettromagnetici generati durante l’esercizio dalle infrastrutture elettriche di utenza ai fini della

valutazione dell’esposizione umana.

Poiché le linee di trasporto e di distribuzione dell’energia elettrica (elettrodotti), hanno in Europa

una frequenza di 50 Hz i campi elettrici e magnetici rientrano nella banda ELF (30 – 300 Hz, bassa

frequenza) e quindi regolati dal D.P.C.M. 8 luglio 2003 per la determinazione delle fasce di

rispetto.

In particolare “la fascia di rispetto” di cui al DM 29/05/2008 viene calcolata tenendo conto

dell’elettrodotto interrato e della Sottostazione Elettrica MT/AT.

Al calcolo della fascia di rispetto segue la verifica dell’assenza di ricettori sensibili all’interno di tale

fascia: aree gioco per l’infanzia, ambienti abitativi, ambienti scolastici, luoghi adibiti a permanenze

non inferiori a 4 ore giornaliere.

Ai fini della protezione della popolazione dall’esposizione umana ai campi elettrici e magnetici

alla frequenza di rete generati da linee e cabine elettriche, il D.P.C.M. 8 luglio 2003 fissa, in

conformità alla Legge 36/2001:

- I limiti di esposizione del campo elettrico (5 kv/m) e del campo magnetico (100 µT) per

la protezione da possibili effetti a breve termine;

- Il valore di attenzione (10 µT) e l’obiettivo di qualità (3 µT) del campo magnetico, da

intendersi come mediana nelle 24 ore in normali condizioni di esercizio, per la

protezione da possibili effetti a lungo termine connessi all’esposizione nelle aree di

gioco per l’infanzia, in ambienti abitativi, in ambienti scolastici e nei luoghi adibiti a

permanenza non inferiore a 4 ore giornaliere.

Il valore di attenzione si riferisce ai luoghi tutelati esistenti nei pressi di elettrodotti esistenti;

l’obiettivi di qualità si riferisce, invece, alla progettazione di nuovi elettrodotti in prossimità di

luoghi tutelati esistenti o alla progettazione di nuovi luoghi tutelati nei pressi di elettrodotti

esistenti. Il D.P.C.M. 8 luglio 2003, in attuazione della Legge 36/01 (articolo 4 comma 1 lettera

h), introduce la metodologia di calcolo delle fasce di rispetto, definita nell’allegato al Decreto

29 maggio 2008. Detta fascia, comprende tutti i punti nei quali, in normali condizioni di

esercizio, il valore di induzione magnetica può essere maggiore o uguale all’obiettivo di qualità.

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Al fine di agevolare/semplificare l’iter autorizzativo relativo alla costruzione ed esercizio di

linee e cabine elettriche, la metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di

rispetto, prevede una procedura semplificata di valutazione, con l’introduzione della Distanza

di Prima Approssimazione (DPA), la quale permette, nella maggior parte delle situazioni, una

valutazione esaustiva dall’esposizione ai campi magnetici.

Nella presente relazione tecnica, applicando la procedura semplificata, vengono calcolate le

fasce di rispetto e le DPA delle cabine e linee elettriche oggetto di progettazione, ai fini della

valutazione dell’esposizione umana ai campi elettrici e magnetici.

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RIFERIMENTI NORMATIVI

I principali riferimenti normativi da presi in considerazione per la progettazione, la costruzione

e l’esercizio dell’intervento oggetto del presente documento, sono di seguito elencati:

Norma CEI 106-11 (Guida per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti

secondo le disposizioni del D.P.C.M. 8 luglio 2003 (art.6));

D.P.C.M. del 8 luglio 2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e

degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi

elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti”;

Legge n.36 del 22 febbraio 2001;

Decreto Interministeriale del 21 marzo 1988 n.449;

Guida e-Distribuzione Distanza di prima approssimazione da linee e cabine elettriche;

Norma CEI 211-4 “Guida ai metodi di calcolo dei campi elettrici e magnetici generati da

linee elettriche”

Norma CEI 106-11 “Guida per la determinazione delle fasce di rispetto per gli

elettrodotti secondo le disposizioni del DPCM 8 luglio 2003 (Art. 6). Parte 1: Linee

elettriche aeree e in cavo.”

DM 29.05.2008 “Approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle

fasce di rispetto per gli elettrodotti”.

D.Lgs. 159/2016 Attuazione della direttiva 2013/35/UE sulle disposizioni minime di

sicurezza e di salute relative all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti

fisici (campi elettromagnetici) e che abroga la direttiva 2004/40/CE.

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1 VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE UMANA. VALORI LIMITE

Il D.P.C.M. 8 luglio 2003 fissa i limiti di esposizione e valori di attenzione, per la protezione della

popolazione dalle esposizioni a campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) connessi al

funzionamento ed all’esercizio degli elettrodotti, in particolare:

All’art.3 comma 1: nel caso di esposizione a campi elettrici e magnetici alla frequenza di 50

Hz generati da elettrodotti, non deve essere superato il limite di esposizione di 100 μT per

l’induzione magnetica e 5 kV/m per il campo elettrico, intesi come valori efficaci.

All’art.3 comma 2: a titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo

termine, eventualmente connessi con l’esposizione ai campi magnetici generati alla

frequenza di rete (50 Hz), nelle aree gioco per l’infanzia, in ambienti abitativi, in ambienti

scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, si assume

per l’induzione magnetica il valore di attenzione di 10 μT, da intendersi come mediana dei

valori nell’arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio.

Art.4 comma 1. Nella progettazione di nuovi elettrodotti in corrispondenza di aree gioco per

l’infanzia, di ambienti abitativi, di ambienti scolastici e di luoghi adibiti a permanenze non

inferiori a quattro ore e nella progettazione dei nuovi insediamenti e delle nuove aree di cui

sopra in prossimità di linee ed installazioni elettriche già presenti nel territorio, ai fini della

progressiva minimizzazione dell’esposizione ai campi elettrici e magnetici generati dagli

elettrodotti operanti alla frequenza di 50 Hz, é fissato l’obiettivo di qualità di 3 μT per il valore

dell’induzione magnetica, da intendersi come mediana dei valori nell’arco delle 24 ore nelle

normali condizioni di esercizio.

Lo stesso DPCM, all’art 6, fissa i parametri per la determinazione delle fasce di rispetto degli

elettrodotti, per le quali si dovrà fare riferimento all’obiettivo di qualità (B=3μT) di cui all’art. 4 sopra

richiamato ed alla portata della corrente in servizio normale. L’allegato al Decreto 29 maggio 2008

(Metodologie di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto degli elettrodotti) definisce

quale fascia di rispetto lo spazio circostante l’elettrodotto, che comprende tutti i punti al di sopra e

al di sotto del livello del suolo, caratterizzati da un’induzione magnetica di intensità maggiore o

uguale all’obiettivo di qualità.

Ai fini del calcolo della fascia di rispetto si omettono verifiche del campo elettrico, in quanto nella

pratica questo determinerebbe una fascia (basata sul limite di esposizione, nonché valore di

attenzione pari a 5kV/m) che è sempre inferiore a quella fornita dal calcolo dell’induzione

magnetica.

Pertanto, obiettivo dei paragrafi successivi sarà quello di calcolare le fasce di rispetto dagli

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elettrodotti del progetto in esame, facendo riferimento al limite di qualità di 3 μT.

1.1 Campo elettromagnetico

I campi elettromagnetici sono un insieme di grandezze fisiche misurabili, introdotte per

caratterizzare un insieme di fenomeni osservabili indotti senza contatto diretto tra sorgente ed

oggetto del fenomeno, vale a dire fenomeni in cui è presente un’azione a distanza attraverso lo

spazio.

Esso è composto in generale da tre campi vettoriali, il campo elettrico, il campo magnetico e un

terzo campo che spesso per semplicità viene escluso che è il “termine di sorgente”. Questo significa

che i vettori che caratterizzano il campo elettromagnetico hanno ciascuno un valore definito in

ciascun punto del tempo e dello spazio.

I vettori che modellizzano le grandezze introdotte nella definizione del modello fisico dei campi

elettromagnetici sono quindi:

E: Campo elettrico

B: Campo di induzione magnetica

e, parallelamente:

D: spostamento elettrico o induzione dielettrica

H: Campo magnetico

L'esposizione umana ai campi elettromagnetici è una problematica relativamente recente che

assume notevole interesse con l'introduzione massiccia dei sistemi di telecomunicazione e dei

sistemi di trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica. In realtà anche in assenza di tali sistemi

siamo costantemente immersi nei campi elettromagnetici per tutti quei fenomeni naturali

riconducibili alla natura elettromagnetica, primo su tutti l'irraggiamento solare.

Per quanto concerne i fenomeni elettrici si fa riferimento al campo elettrico, il quale può essere

definito come una perturbazione di una certa regione spaziale determinata dalla presenza

nell’intorno di una distribuzione di carica elettrica.

Per i fenomeni di natura magnetica si fa riferimento ad una caratterizzazione dell’esposizione ai

campi magnetici, non in termini del vettore campo magnetico, ma in termini di induzione magnetica,

che tiene conto dell’interazione con ambiente ed i mezzi materiali in cui il campo si propaga. Dal

punto di vista macroscopico ogni fenomeno elettromagnetismo è descritto dall’insieme di equazioni

note come equazioni di Maxwell.

La normativa attualmente in vigore disciplina in modo differente i valori ammissibili di campo

elettromagnetico, distinguendo così i “campi elettromagnetici quasi statici” ed i “campi

elettromagnetici a radio frequenza”.

Nel caso dei campi quasi statici, ha senso ragionare separatamente sui fenomeni elettrici e

magnetici e ha quindi anche senso imporre separatamente dei limiti normativi alle intensità del

campo elettrico e dell’induzione magnetica.

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Il modello quasi statico è applicato per il caso concreto della distribuzione di energia, in relazione

alla frequenza di distribuzione dell’energia della rete che è pari a 50Hz. In generale gli elettrodotti

dedicati alla trasmissione e distribuzione di energia elettrica sono percorsi da correnti elettriche di

intensità diversa, ma tutte alla frequenza di 50Hz, e quindi tutti i fenomeni elettromagnetici che li

vedono come sorgenti possono essere studiati correttamente con il modello per campi quasi statici.

Gli impianti per la produzione e la distribuzione dell'energia elettrica alla frequenza di 50 Hz,

costituiscono una sorgente di campi elettromagnetici nell’intervallo 30-300 Hz.

1.1.1 Campo elettrico

Il campo elettrico è legato in maniera direttamente proporzionale alla tensione della sorgente; esso

si attenua, allontanandosi da un elettrodotto, come l’inverso della distanza dai conduttori. I valori

efficaci delle tensioni di linea variano debolmente con le correnti che le attraversano; l’intensità del

campo elettrico può considerarsi, in prima approssimazione, costante.

La presenza di alberi, oggetti conduttori o edifici in prossimità delle linee riduce l’intensità del campo

elettrico, e in particolare all’interno degli edifici, si possono misurare intensità di campo fino a 10

(anche 100) volte inferiori a quelle rilevabili all’esterno.

Per le linee elettriche aeree, l’intensità maggiore del campo elettrico si misura generalmente al

centro della campata, ossia nel punto in cui i cavi si trovano alla minore distanza dal suolo

L’andamento e il valore massimo delle intensità dei campi dipenderà anche dalla disposizione e dalle

distanze tra i conduttori della linea.

1.1.2 Campo magnetico

L’intensità del campo magnetico generato in corrispondenza di un elettrodotto dipende invece

dall’intensità della corrente circolante nel conduttore; tale flusso risulta estremamente variabile sia

nell’arco di una giornata sia su scala temporale maggiore quale quella stagionale. Per le linee

elettriche aeree, il campo magnetico assume il valore massimo in corrispondenza della minima

distanza dei conduttori dal suolo, ossia al centro della campata, e decade molto rapidamente

allontanandosi dalle linee.

Non c’è alcun effetto schermante nei confronti dei campi magnetici da parte di edifici, alberi o altri

oggetti vicini alla linea: quindi all’interno di eventuali edifici circostanti si può misurare un campo

magnetico di intensità comparabile a quello riscontrabile all’esterno.

Quindi, sia campo elettrico che campo magnetico decadono all’aumentare della distanza dalla linea

elettrica, ma mentre il campo elettrico, è facilmente schermabile da oggetti quali legno, metallo,

ma anche alberi ed edifici, il campo magnetico non è schermabile dalla maggior parte dei materiali

di uso comune.

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1.2 Differenze tra campi indotti da linee elettriche aeree e campi indotti da linee interrate

Di seguito vengono riportate le differenze tra i campi indotti da linee elettriche aeree e linee

elettriche in cavo interrato.

1.2.1 Campo elettrico

Il campo elettrico risulta ridotto in maniera significativa per l’effetto combinato dovuto alla speciale

guaina metallica schermante del cavo ed alla presenza del terreno che presenta una conducibilità

elevata. La riduzione così operata del campo elettrico consente agli individui di avvicinarsi

maggiormente ai conduttori stessi, i quali, come già detto, sono di solito interrati a pochi metri di

profondità.

Per le linee elettriche di MT a 50 Hz, i campi elettrici misurati attraverso prove sperimentali sono

risultati praticamente nulli, per l’effetto schermante delle guaine metalliche e del terreno

sovrastante i cavi interrati.

1.2.2 Campo magnetico

Le grandezze che determinano l’intensità del campo magnetico circostante un elettrodotto sono

principalmente:

1) distanza dalle sorgenti (conduttori);

2) intensità delle sorgenti (correnti di linea);

3) disposizione e distanza tra sorgenti (distanza mutua tra i conduttori di fase);

4) presenza di sorgenti compensatrici;

5) suddivisione delle sorgenti (terne multiple).

I metodi di controllo del campo magnetico si basano principalmente sulla riduzione della distanza

tra le fasi, sull’installazione di circuiti addizionali (spire) nei quali circolano correnti di schermo,

sull’utilizzazione di circuiti in doppia terna a fasi incrociate e sull’utilizzazione di linee in cavo.

Nel caso di elettrodotti in alta tensione, i valori di campo magnetico, pur al di sotto dei valori di legge

imposti, sono notevolmente al di sopra della soglia di attenzione epidemiologica (SAE) che è di 0,2

μT. Infatti, solo distanze superiori a circa 80 m dal conduttore permettono di rilevare un valore così

basso del campo magnetico. È necessario notare inoltre che aumentare l’altezza dei conduttori da

terra permette di ridurre il livello massimo generato di campo magnetico ma non la distanza

dall’asse alla quale si raggiunge la SAE.

È possibile ridurre questi valori di campo interrando gli elettrodotti. Questi vengono posti a circa

1,5- 1,85 metri di profondità e sono composti da un conduttore cilindrico, una guaina isolante, una

guaina conduttrice (la quale funge da schermante per i disturbi esterni, i quali sono più acuti nel

sottosuolo in quanto il terreno è molto più conduttore dell’aria) e un rivestimento protettivo. I cavi

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vengono posti a circa 20 cm l’uno dall’altro e possono assumere disposizione lineare (terna piana)

o triangolare (trifoglio).

I cavi interrati generano, a parità di corrente trasportata, un campo magnetico al livello del suolo

più intenso degli elettrodotti aerei (circa il doppio), però l’intensità di campo magnetico si riduce

molto più rapidamente con la distanza (i circa 80 m diventano in questo caso circa 24).

Tra i vantaggi sono valori di intensità di campo magnetico che decrescono molto più rapidamente

con la distanza, ma tra gli svantaggi i problemi di perdita di energia legati alla potenza reattiva

(produzione, oltre ad una certa lunghezza del cavo, di una corrente capacitiva, dovuta all’interazione

tra il cavo ed il terreno stesso, che si contrappone a quella di trasmissione).

Altri metodi con i quali ridurre i valori di intensità di campo elettrico e magnetico possono essere

quelli di usare “linee compatte”, dove i cavi vengono avvicinati tra di loro in quanto questi sono

isolati con delle membrane isolanti. Queste portano ad una riduzione del campo magnetico.

I cavi interrati sono quindi un’alternativa all’uso delle linee aeree; essi sono disposti alla profondità

di almeno 1,5 metri dal suolo, linearmente sullo stesso piano oppure a triangolo (disposizione a

trifoglio).

Confrontando quindi il campo magnetico generato da linee aeree con quello generato da cavi

interrati, si può notare che per i cavi interrati l’intensità massima del campo magnetico è più elevata,

ma presenta un’attenuazione più pronunciata. In generale si può affermare che l'intensità a livello

del suolo immediatamente al di sopra dei cavi di una linea interrata è inferiore a quella

immediatamente al di sotto di una linea aerea ad alta tensione. Ciò è dovuto soprattutto ad una

maggiore compensazione delle componenti vettoriali associate alle diverse fasi, per effetto della

reciproca vicinanza dei cavi, che essendo isolati, possono essere accostati l'uno all'altro, come non

può farsi per una linea aerea.

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2 CAMPO ELETTROMAGNETICO GENERATO DAI MODULI FOTOVOLTAICI

I moduli fotovoltaici generano tensioni e correnti continue e non alternate, per cui la generazione di

campi variabili è limitata ai soli transitori di corrente (durante la ricerca del MPPT da parte

dell’inverter, e durante l’accensione o lo spegnimento) e sono comunque di brevissima durata. Nella

certificazione dei moduli fotovoltaici alla norma CEI 82-8 (IEC 61215) non sono comunque

menzionate prove di compatibilità elettromagnetica, poiché assolutamente irrilevanti.

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3 CAMPO ELETTROMAGNETICO GENERATO DAGLI INVERTER

Gli inverter sono apparecchiature che al loro interno utilizzano un trasformatore ad alta frequenza

per ridurre le perdite di conversione. Essi sono costituiti per loro natura da componenti elettronici

operanti ad alte frequenze. D’altro canto, il legislatore ha previsto che tali macchine, prima di essere

immesse sul mercato, possiedano le necessarie certificazioni a garantirne sia l’immunità dai disturbi

elettromagnetici esterni, sia le ridotte emissioni per minimizzarne l’interferenza elettromagnetica

con altre apparecchiature elettroniche posizionate nelle vicinanze o con la rete elettrica stessa.

A questo scopo gli inverter prescelti possiedono la certificazione di rispondenza alle normative di

compatibilità elettromagnetica (EMC) (CEI EN 50273 (CEI 95-9), CEI EN 61000-6-3 (CEI 210-65), CEI

EN 61000-2-2 (CEI 110-10), CEI EN 61000-3-2 (CEI 110-31), CEI EN 61000-3-3 (CEI 110-28), CEI EN

55022 (CEI 110-5), CEI EN 55011 (CEI 110-6)).

Tra gli altri aspetti queste norme riguardano:

i livelli armonici: le direttive del gestore di rete prevedono un THD globale (non riferito al

massimo della singola armonica) inferiore al 5% (inferiore all’8% citato nella norma CEI 110-

10). Gli inverter presentano un THD globale contenuto entro il 3%;

Variazioni di tensione e frequenza. La propagazione in rete di queste ultime è limitata dai

relè di controllo della protezione di interfaccia asservita al dispositivo di interfaccia. Le

fluttuazioni di tensione e frequenze sono però causate per lo più dalla rete stessa. Si rendono

quindi necessarie finestre abbastanza ampie, per evitare una continua inserzione e

disinserzione dell’impianto fotovoltaico.

La componente continua immessa in rete. Il trasformatore elevatore contribuisce a bloccare

tale componente. In ogni modo il dispositivo di interfaccia di ogni inverter interviene in

presenza di componenti continue maggiori dello 0,5% della corrente nominale.

Le questioni di compatibilità elettromagnetica concernenti i buchi di tensione (fino ai 3 s in genere)

sono in genere dovute al coordinamento delle protezioni effettuato dal gestore di rete locale.

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4 CABINE ELETTRICHE MT/BT

Per la determinazione della Distanza di Prima Approssimazione delle cabine elettriche di

trasformazione MT/BT, è stata applicata la procedura di calcolo definita dal Decreto

Ministeriale 29 maggio 2008.

La struttura semplificata sulla base della quale viene calcolata la DPA, è un sistema trifase,

percorso da una corrente pari alla corrente nominale dell’avvolgimento di bassa tensione, e

con distanza tra le fasi pari al diametro dei cavi reali in uscita dal trasformatore stesso.

Sotto queste ipotesi, l’espressione che consente di determinare la DPA è quella di seguito

riportata:

𝐷𝑃𝐴

√𝐼 = 0,40942 𝑋0,5241 (1)

dove:

DPA è la distanza di prima approssimazione, in metri;

I è la corrente nominale dell’avvolgimento di bassa tensione del trasformatore, in

Ampere;

X è il diametro dei cavi in uscita dal trasformatore, in metri.

Nel caso in esame, le cabine MT/BT di campo risultano equipaggiate con trasformatori da

1250 kVA e rapporto di trasformazione nominale 30/0,64kV, a cui corrisponde una corrente

secondaria nominale pari a:

I = 1128 A

Ipotizzando che ciascuna fase BT sia costituita da 3 cavi unipolari di bassa tensione da 400

mm2 (diametro del singolo cavo unipolare pari a 36,5 mm), si ottiene un diametro

equivalente pari a circa 94 mm, e dunque, applicando la (1), una Distanza di Prima

Approssimazione, arrotondata al mezzo metro superiore, pari a:

DPA = 4 m

Si tende a precisare che le cabine di trasformazione previste saranno realizzate in un sito

intercluso alla libera circolazione. Inoltre, trattandosi di officine elettriche non presidiate,

il tempo di permanenza degli addetti ai lavori è tale da non costituire significativo rischio

per la salute.

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5 LINEE ELETTRICHE DI MEDIA TENSIONE

Il profilo trasversale del campo magnetico generato dalle linee elettriche in cavo interrato,

misurato a 1 m dal piano di calpestio, ha un andamento del tipo indicato nelle figure seguenti,

dove:

le curve della figura a si riferiscono a linee trifasi con conduttori distanziati tra loro di

0,20 m posati rispettivamente a 1,00 m, 1,50 m e 2,00 m di profondità, paralleli tra loro

e alla superficie di calpestio. La corrente di ogni fase è di 200 A;

le tre curve di figura b sono riferite a linee con fasi disposte a trifoglio e distanti tra loro

0,05 m con profondità di posa per fase di cui alla precedente figura.

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Figura 1: figura a) tratta dalla Norma CEI 11-17

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Figura 2: figura b) tratta dalla Norma CEI 11-17

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Analizzando i grafici sopra rappresentati, si nota che l’intensità del campo magnetico generato

decresce rapidamente con la distanza e che l’incremento della profondità di posa e

l’avvicinamento delle fasi e la loro disposizione a trifoglio, a parità di altre condizioni, attenua il

campo.

Al contrario, nel caso di linea in doppia terna, a parità di profondità di posa, la configurazione

con le fasi disposte in piano e a contatto è, in genere, migliore di quella a trifoglio, se le fasi

delle due terne sono disposte in maniera ottimale, soprattutto per quanto riguarda i valori di

induzione magnetica ad una certa distanza dall’asse della linea. Inoltre, in questi casi, anche

la distanza tra le due terne rappresenta un fattore importante ai fini della mitigazione del

campo magnetico. I risultati di calcolo riportati nella figura seguente, tratta dalla Norma CEI

106-11, illustrano tali affermazioni ed evidenziano come, nel caso della posa a trifoglio, i

valori dell’induzione magnetica diminuiscano all’aumentare della distanza tra le due terne,

mentre con la posa in piano si verifichi esattamente l’opposto.

Figura 3: Confronto tra i profili laterali dell'induzione magnetica a 1 m da terra di due terne poste rispettivamente a trifoglio e in piano a contatto, I=1000; profondità di posa= 1,2 m;

diametro cavi 100 mm

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L’esempio riportato sopra dimostra inoltra come, nel caso dei cavi disposti in doppia terna, le

combinazioni dei parametri geometrici ed elettrici che entrano in gioco nella determinazione

della distribuzione del campo magnetico siano in pratica più numerose e/o maggiormente

modificabili di quelle precedentemente individuate per tipiche linee elettriche aeree. Infatti,

come è facilmente intuibile, esiste una maggior libertà nella scelta della geometria di posa delle

due terne e nella disposizione delle fasi dei cavi.

Nel caso in esame, gli elettrodotti di media tensione verranno realizzati in cavo tripolare ad elica

visibile per posa interrata ARE4H5EX 18/30 kV, ad una profondità di posa non inferiore a 1,20

m.

L’utilizzo di cavi unipolari avvolti reciprocamente a spirale, fa sì che l’obiettivo di qualità di

3µT fissato dal D.P.C.M. 08/07/2003, venga raggiunto a brevissima distanza dall’asse del cavo

stesso (50÷80cm), grazie alla ridotta distanza tra le fasi e alla loro continua trasposizione

dovuta alla cordatura. Inoltre, considerando che la profondità di posa prevista è di 1,20 m, a

livello del suolo sulla verticale del cavo e nelle condizioni limite di portata si determina una

induzione magnetica inferiore a 3 µT, pertanto per questa tipologia di cavi non è necessario

stabilire una fascia di rispetto in quanto l’obiettivo di qualità è rispettato ovunque.

Quanto sopra descritto, trova riscontro nella guida e-Distribuzione “Linee guida per

l’applicazione del paragrafo 5.1.3 dell’Allegato al DM 29.05.08 – Distanza di prima

approssimazione (DPA) da linee elettriche e cabine elettriche”, con particolare riferimento alle

linee elettriche di distribuzione di media tensione di e-Distribuzione:

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Figura 1: DPA linee MT ad elica visibile

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6 SOTTOSTAZIONE ELETTRICA DI UTENZA MT/AT 30/220KV

Per questa tipologia di impianti, la Distanza di Prima Approssimazione e, quindi, la fascia di

rispetto rientrano, generalmente, nei confini di pertinenza dell’impianto stesso. Quanto

affermato, trova riscontro nella “Linea Guida per l’applicazione del § 5.1.3 dell’Allegato al DM

29.05.08 – Distanza di prima approssimazione (DPA) da linee e cabine elettriche”, elaborata

da Enel Distribuzione S.p.A. quale supporto tecnico all’applicazione del § 5.1.3 dell’Allegato al

DM 29 maggio 2008 “Approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle

fasce di rispetto degli elettrodotti”:

Figura 8: DPA cabine primarie AT/MT

L’esempio sopra riportato, si riferisce al caso tipico di Cabina Primaria Enel, equipaggiata con n°

2 trasformatori AT/MT da 63MVA ed apparecchiature AT isolate in aria.

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L’ immagine mette in evidenzia che la DPA è sicuramente interna alla cabina se sono rispettate

le seguenti distanze dal perimetro esterno:

- 14 m dall’asse delle sbarre di AT in aria;

- 7 m dall’asse delle sbarre MT in aria.

La Sottostazione Elettrica di Utenza progettata sarà equipaggiata con un trasformatore MT/AT

30/220kV da 40 MVA ONAN/ONAF, presenta le seguenti distanze dal perimetro esterno:

- 25 m dall’asse delle sbarre AT;

- 10 m dall’asse delle sbarre MT.

Pertanto, possiamo affermare che la Distanza di Prima Approssimazione, rientra nei confini

di pertinenza dell’impianto stesso.

Si precisa inoltre che la Sottostazione Elettrica di Utenza MT/AT sarà realizzata in un sito

intercluso alla libera circolazione. Inoltre, trattandosi di una officina elettrica non presidiata,

il tempo di permanenza degli addetti ai lavori è tale da non costituire significativo rischio per

la salute.

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7 ELETTRODOTTO AT 220 KV

L’elettrodotto a 220 kV in cavo interrato consentirà di collegare la Sottostazione Elettrica di

Utenza con lo stallo Arrivo Produttore a 220 kV da realizzare presso la futura Stazione Elettrica

di Smistamento RTN a 220 kV, da inserire in entra-esce sull’elettrodotto RTN a 220 kV

“Fulgatore-Partanna”.

Per la valutazione del campo elettrico e del campo magnetico generato dalla durante l’esercizio,

è stata applicata la procedura di calcolo descritta dalla Norma CEI 211-4: “Guida ai metodi di

calcolo dei campi elettrici e magnetici generati da linee elettriche”, adottando le seguenti

ipotesi di lavoro:

Tipologia di cavi: unipolari;

Sigla del cavo: ARE4H5E;

Formazione: 3x1x1600 mm2;

Tipologia di posa: interrata;

Modalità di posa: a trifoglio;

Profondità di posa: 1,5 m;

La corrente utilizzata nel calcolo è la portata in regime permanente, così come definita nella

Norma CEI 11-17:

Portata in regime permanente: massimo valore della corrente che, in regime permanente e in

condizioni specificate, il conduttore può trasmettere senza che la sua temperatura superi un

valore specificato.

Per il cavo in esame, la portata di riferimento è pari a 1000 A.

I risultati di calcolo ottenuti, sono riportati nei paragrafi seguenti.

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7.1 Campo Elettrico

Il cavo scelto in fase di progettazione esecutiva è dotato di schermo metallico, il quale consente

di ridurre il valore efficace del campo elettrico a valori inferiori ai limiti di legge (5 kV/m):

Figura 9: campo elettrico generato dalla linea durante l’esercizio valutato a livello della superficie del

suolo

L’analisi del grafico sopra rappresentato, mostra che il valore del campo elettrico

generato durante l’esercizio dell’impianto è inferiore all’obiettivo di di qualità di

5kV/m fissato dal D.P.C.M 08 luglio 2003, si può affermare che non si avranno rischi

per la salute dei lavoratori.

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7.2 Induzione magnetica

A parità di portata in regime permanente, la disposizione dei cavi a trifoglio rispetto alla

disposizione in piano consente di ridurre il valore dell’induzione magnetica al di sopra del livello

del suolo ed in corrispondenza dell’esse della linea, che comunque risulta superiore all’obiettivo

di qualità di 3µT fissato dal D.P.C.M. 8 luglio 2003:

Figura 10: induzione magnetica generata dalla linea durante l’esercizio valutato a livello della superficie

del suolo

Quanto sopra rappresentato, trova riscontro nella Linea Guida per l’applicazione del § 5.1.3

dell’Allegato al DM 29.05.08 – Distanza di prima approssimazione (DPA) da linee e cabine

elettriche”, elaborata da Enel Distribuzione S.p.A. quale supporto tecnico all’applicazione del §

5.1.3 dell’Allegato al DM 29 maggio 2008 “Approvazione della metodologia di calcolo per la

determinazione delle fasce di rispetto degli elettrodotti”.

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Tuttavia, bisogna considerare che il calcolo è stato condotto considerando come corrente di

calcolo la portata in regime permanete del cavo (1000 A) la quale risulta superiore alla

corrente di impiego effettiva della linea, pari a 120,5 A circa (a cui corrisponde una potenza

pari a 31,3026MW). Pertanto possiamo affermare che l’induzione magnetica generata

durante l’esercizio a livello della superficie del suolo e in corrispondenza dell’asse della linea,

sarà sicuramente inferiore all’obiettivo di qualità, come mostrato nella figura seguente:

Figura 12: induzione magnetica generata dalla linea durante l’esercizio valutato a livello della superficie

del suolo

Pertanto, possiamo affermare che l’induzione magnetica generata dall’elettrodotto AT

durante l'esercizio dell’impianto, sarà inferiore all’obiettivo di qualità di 3µT fissato dal

D.P.C.M 8 luglio 2003 e di conseguenza non ci saranno pericoli per la salute dei lavoratori.

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8 CONCLUSIONI

Alla luce dei calcoli eseguiti, non si riscontrano particolari problematiche relative all’impatto

elettromagnetico generato dalle linee e cabine/stazioni elettriche, infatti:

le DPA delle cabine MT/BT rientrano nei confini di pertinenza dell’impianto fotovoltaico;

la profondità di posa delle linee MT è tale per cui l’induzione magnetica a livello del

suolo lungo l’asse della linea è inferiore all’obiettivo di qualità di 3µT;

la DPA della sottostazione elettrica di utenza rientra nei confini di pertinenza

dell’impianto;

per l’elettrodotto AT, considerando che verrà condiviso da più Produttori, sarà

necessario calcolare la DPA in funzione della potenza trasmessa.

Ciò nonostante, a lavori ultimati si potranno eseguire delle prove sul campo che dimostrino

l’esattezza dei calcoli e delle assunzioni fatte.