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Seminario di formazione Scuola – 5 ottobre 2009

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“Stress psicofisico negli

insegnanti….?”

“Ma non sono quelli che fanno

3 mesi di vacanze all’anno pur

lavorando solo mezza

giornata!?”

Gli stereotipi nell’Opinione

Pubblica

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Rapporto con studenti/genitori

Classi numerose

Conflittualità tra colleghi

Costante necessità di aggiornamenti

Studenti extracomunitari

Studenti portatori di handicap

Avvento dell’informatizzazione

Passaggio dall’insegnamento individuale a quello individualizzato (lavoro in team)

Problemi adolescenziali

Retribuzione insoddisfacente

Scarso riconoscimento sociale della professione

Preparazione pedagogica inadeguata

Fattori professionali negli insegnanti

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La patologia psichiatrica individuata è la

vetta di un iceberg ….

… la cui base può è costituita dal disagio

(burnout) trascurato che evolve…

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Insegnanti: un allarme internazionale

…Allarme insegnanti. Il dramma dei suicidi non risparmia il

servizio pubblico francese. Il vicepresidente del CES è categorico.

Nel mirino ci sono soprattutto gli insegnanti. Tanto che non

mancano iniziative ad hoc. Come quella che riguarda il Centro di

Salute Mentale della Mutua Generale dell’Educazione

Nazionale (MGEN), dove uno psichiatra segue ogni anno 300

professori. <<Il 50% dei docenti in carico soffre di problemi di

adattamento con manifestazioni depressive, e il 10% di sindrome

post-traumatica da stress legato a violenza.>>.

[1] Fonte: Il Sole 24 Ore Sanità N° 15/2007 del 17-23 aprile 2007

In Giappone negli insegnanti la % di disturbi psichici nelle assenze

per malattia è passata dal 36 al 54.6 nell’arco di dieci anni (95-04).

Ken -Inoue 2007

I dati italiani mostrano che i 2/3 degli accertamenti medici tra gli

insegnanti presentano una diagnosi psichiatrica

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Il rischio di patologia psichiatrica negli insegnanti rispetto alle altre 3 categorie (impiegati, operatori, personale sanitario) è indipendente da: # età # sesso Inoltre, tra gli insegnanti l’incidenza delle patologie psichiatriche è molto simile nei diversi livelli d’insegnamento: # materna: 45,5% # elementare: 51,9% # media: 52,2% # superiore: 46,0%

Ulteriori evidenze emerse

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patologie

psichiatriche

altre patologie

Insegnanti donne

patologie

psichiatriche

altre patologie

Insegnanti uomini

Confronto insegnanti Maschi - Femmine

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Il percorso professionale ideale

Patologia

Psichiatrica

Normalità Eustress Alta capacità

reattiva individuale

DMP

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… Purtroppo io stessa, insegnante di scuola primaria da trentatré anni, non mi

sono mai posta il problema. Vedevo colleghe andare in tilt, ma non avrei

pensato a un male così diffuso. Finché non mi è capitato. Ero attiva, funzione

obiettivo, laboratorio stranieri. Poi, strisciante, la crisi fino a non riuscire ad

entrare in classe senza panico. …

…Insegno da molti anni e, professionalmente, sono sempre stata

tranquilla e soddisfatta. Per motivi di famiglia ho dovuto cambiare

istituto e città. Mi trovo in piena crisi: ho enormi difficoltà di

concentrazione e mi dimentico spesso argomenti che invece

conosco bene. Le lezioni in classe sono diventate una tortura, per

non parlare della correzione dei compiti. Sono sempre stanca e ho

l'impressione di "non farcela"…

Sono una insegnante che lavora da 17 anni nella scuola dell'infanzia, di ruolo. Negli ultimi tre

anni di scuola ho dovuto fare molte assenze per malattia, arrivando ai 2 mesi con stipendio

ridotto al 50%. Le cause erano soprattutto di natura psicologica, una depressione con attacchi

di panico e una serie di altri disturbi (cefalee, sindromi vertiginose, lombalgie acute, ecc). La mia

Dirigente però, ogni volta che mi vede, mi minaccia di mandarmi alla visita collegiale se dovessi

stare ancora a casa.

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… sono una maestra elementare. E' da un anno che soffro di parecchi disturbi,

il più importante dei quali è una colite che ormai non reagisce più a nessun

farmaco e che mi sta portando ad attacchi di panico, nel senso che non riesco

più a uscire di casa perché ho paura di stare male. Ho iniziato una

psicoterapia. Lo psichiatra non vuole somministrarmi dei farmaci e non mi ha

ancora formulato una diagnosi …

… da lungo tempo ormai non riesco più a dormire; pur prendendo

sonniferi mi sveglio in piena notte e i pensieri mi angosciano.

…Comincio ad intravedere atteggiamenti, da parte di dirigenti e

colleghi, di mobbing, non solo nei miei confronti. Mi sento sempre più

tagliata fuori. Forse sto impazzendo?…

insegno da venti anni in una sede lontana 15 km da casa, ho un fratello ed una

mamma con disturbi psichiatrici che vivono con me, mio marito ed i nostri tre

bambini. Lo stress derivante da una situazione familiare delicata è aggravata dal

disagio della lontananza della sede di servizio, dal numero elevato di classi

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BASI NORMATIVE:

Il nuovo Testo Unico sulla tutela della salute nei posti di lavoro (D. Lgs.

81/08 agli artt. 15; 17; 20; 28; 36; 37) ribadisce la necessità di

compilare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR: contenente

anche gli interventi atti a contrastarli) e prevede l’obbligo per il datore di

lavoro di provvedere all’attività di formazione, informazione e

prevenzione dei rischi specifici (inerenti la professione svolta) che

comporta lo Stress Lavoro Correlato (SLC). La succitata normativa

impone inoltre di considerare anche “genere ed età” del lavoratore

(insegnanti sono all’82% donne con età media di 50 anni). Il dirigente

scolastico ha infine il compito – ai sensi dell’art. 15 del DPR 461/2001 –

di stilare una relazione d’accompagnamento alla Commissione Medica

di Verifica (ed alla Commissione Medica di II istanza in caso di ricorso

dell’interessato), qualora chiedesse per il dipendente l’accertamento

medico (ai sensi dell’art. 5 della L. 300/1970).

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Art. 4 punto 5 “Il datore di lavoro adotta le misure necessarie per la sicurezza e

la salute dei lavoratori” (bibliografia internazionale su helping professions)

Art. 17 punto 1 “Il medico competente collabora alla predisposizione delle

misure per la tutela della salute e dell’integrità psicofisica dei lavoratori”

Art. 21 (Informazione dei Lavoratori) “Il DS provvede affinché ciascun lavoratore

riceva un’adeguata informazione e formazione su: i rischi per la sicurezza e la

salute connessa all’attività dell’impresa in generale…i rischi specifici cui è

esposto in relazione all’attività svolta”

Art. 22 “La formazione deve essere periodicamente ripetuta (anche per i casi di

trasferimento e assunzione) e l’RSPP ne ha particolare diritto”

Art. 22 c 6 “La formazione dei lavoratori deve avvenire nell’orario di lavoro e non

può comportare oneri economici a carico dei lavoratori”

Art. 28 D. Lgs. 81/08 “…la valutazione di tutti i rischi da stress lavoro correlato

sono anche quelli connessi alle differenze di genere ed età…

Il dirigente e i D. Lgs. 626/94 – 81/08

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Art. 28 D. Lgs. 81/08 “…la valutazione di tutti i rischi da stress lavoro correlato

sono anche quelli connessi alle differenze di genere ed età…

Art. 15, comma 1, lettere n; o; p; q: per il DL vi sono anche “… i doveri di adeguata

formazione e informazione, in orario di lavoro, sui rischi specifici cui il lavoratore è

esposto in base all’attività svolta…”

Art. 17, comma 1: i rischi e contromisure devono essere riportati nel DVR

Art. 20, comma 2, lettera h: tra gli obblighi dei lavoratori rientra la partecipazione ai

programmi di formazione organizzati dal DL sui rischi

Art. 31, comma 3-4: il DL può/deve avvalersi di persone esterne in possesso delle

adeguate conoscenze professionali con specifici requisiti

Art. 36 e 37: DL provvede affinché ciascun lavoratore riceva, sul luogo di lavoro,

adeguata, periodica e facilmente comprensibile formazione sui rischi specifici

Art. 37: il RLS ha diritto a una formazione specifica e all’aggiornamento periodico

Art. 37 comma 4: la formazione deve avvenire in occasione della costituzione del

rapporto di lavoro, di trasferimento o del cambiamento di mansioni

Il dirigente e il D. Lgs. 81/08

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Il termine “BURN-OUT” è diventato di moda

nell’ultimo quarto di secolo e, nella scuola,

anche un po’ dopo (intorno al 1980).

E’ una parola inglese che alla lettera vuol dire

“ESSERE BRUCIATI”.

Se ci si allontana dalla traduzione letterale, le

espressioni italiane “NON POTERNE PIU’” o

“ESSERE SCOPPIATI” rendono molto bene

l’idea di cosa sia effettivamente il burn-out.

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Cercare conferme su “stranezze” ascoltando in modo

discreto: colleghi, studenti, genitori (analisi di clima)

Effettuare colloqui con l’interessato approfondendo i motivi del

disagio e saggiando la storia personale

Acquisire elementi dal fascicolo personale

Richiedere informazioni presso le precedenti scuole

Cercare il contatto con la famiglia o MMG (assai rischioso)

Richiedere visita ispettiva (nel caso stilare istruttoria accurata)

Predisporre accurata relazione su tutta la vicenda (no giudizi)

Richiedere visita medico-collegiale nell’interesse del docente

Creare ambiente per reinserimento lavorativo (seminari DMP)

Gestione del docente affetto da DMP da

parte del dirigente scolastico

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Lo stress è il secondo problema di salute legato

all’attività lavorativa riferito più frequentemente

Lo stress interessa quasi un lavoratore europeo su

quattro

Dagli studi condotti emerge che una percentuale

compresa tra il 50% e il 60% di tutte le giornate

lavorative perse è dovuta allo stress

Nel 2002 il costo economico dello stress legato

all’attività lavorativa nell’UE a 15 era di circa 20.000

Mln EUR!

Il numero di persone che soffrono di stress legato

all’attività lavorativa è destinato ad aumentare.

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Sono sempre più numerose le persone colpite

da problemi di stress sul luogo di lavoro. I

motivi sono:

innovazioni apportate alla progettazione,

all’organizzazione e alla gestione del lavoro

contratti precari

precarietà del lavoro

aumento del carico di lavoro e del ritmo di

lavoro

elevate pressioni emotive esercitate sui

lavoratori

violenza e molestie di natura psicologica

scarso equilibrio tra lavoro e vita privata

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Lo stress sul lavoro può colpire:

chiunque, a qualsiasi livello

qualsiasi settore

aziende di ogni dimensione.

Lo stress influisce:

sulla salute e la sicurezza delle singole

persone

sulla salute delle imprese

sulla salute delle economie nazionali.

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Lo stress può mettere in pericolo la sicurezza

sul luogo di lavoro e contribuire all’insorgere di

altri problemi di salute legati all’attività

lavorativa quali i disturbi muscoloscheletrici.

Lo stress incide in misura massiccia sul

risultato economico di un’organizzazione.

“Io amo l’umanità…

… È la gente che non

sopporto!”

(Charlie Brown)

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La SCUOLA è un luogo di emozioni,

sentimenti, affetti…

• Al cuore di tutto il processo si trova l’insegnante

o, meglio, la RELAZIONE che egli instaura con

l’allievo e la classe.

• È proprio tale relazione a determinare la

QUALITA’ e la QUANTITA’

dell’apprendimento.

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• L’insegnante dovrebbe essere CONSAPEVOLE di COSA ACCADE, o può accadere, NELLA SUA MENTE mentre lavora, di cosa accade NELLA MENTE DELL’ALUNNO e all’interno del gruppo classe durante l’apprendimento.

• Chi insegna dev’essere CONSAPEVOLE della presenza e del ruolo delle EMOZIONI e del fatto che se esse vengono riconosciute e la loro espressione viene assecondata si ha CRESCITA, APPRENDIMENTO, SVILUPPO, mentre se esse vengono negate o inibite si rischia l’arresto cognitivo e psichico.

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• La nascita dell’interesse e l’approfondimento di una materia di studio dipendono in primo luogo dall’INSEGNANTE e dal MODO in cui INSEGNA, non tanto in termini di capacità di trasmissione (saper far bene la lezione), bensì in termini di CAPACITA’ di FAR SENTIRE la materia come SIGNIFICATIVA per lo studente e ADERENTE alle sue ESIGENZE.

• L’insegnante INSEGNA VERAMENTE solo quando le sue parole risuonano nel mondo interno dell’allievo e riescono a STUPIRLO, cioè a fargli vedere IN MODO NUOVO COSE GIA’ NOTE.

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IMPORTANZA PSICOLOGICA

dell’INSEGNANTE per il suo allievo, seconda

solo a quella dei suoi genitori!!!

L’insegnante NON è SOLO un TRASMETTOTORE, più o meno efficace, DI NOZIONI, ma è una persona nei confronti della

quale l’allievo MOBILITA un’intensità di EMOZIONI e SENTIMENTI tali da

determinare, anche successivamente nella propria vita, in positivo o in negativo, tutta una

serie di scelte e di modi di pensare.

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• Tutto il ciclo di vita scolastica di un giovane e le ESPERIENZE RELAZIONALI ed EMOTIVE che qui incontra sono fondamentali per la sua mente.

• La SCUOLA è un momento decisivo nella vita di una persona, nel bene e nel male, tale da determinare non solo le sue future scelte lavorative, ma la sua vita.

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Quando c’è la POSSIBILITA’ di DARE CONSIGLI, vuol dire che il PROBLEMA è di BEN SCARSO RILIEVO, perché SE UN PROBLEMA è DAVVERO IMPORTANTE NESSUNO PUO’ CONSIGLIARE NULLA A NESSUNO e, anzi, è proprio in queste situazioni irrisolvibili, che hanno a che fare con la fatica quotidiana del vivere, che si è messi alla prova nel vero Sé.

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Certo, talvolta i CONSIGLI possono avere

qualche FUNZIONE, ma, nella sostanza,

lasciano il tempo che trovano, quando non

sono addirittura CONTROPRODUCENTI, o

IMPLICITAMENTE OFFENSIVI, per chi li

riceve (come se una persona non avesse le

capacità di trovare da se stessa, e in se

stessa, le soluzioni ai propri problemi).

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• A fronte di un problema, dunque, più che ricevere consigli e indicazioni di comportamento, può essere UTILE incominciare a CONSIDERARE qual è il VERTICE da cui, consapevolmente o meno, ci poniamo nel considerarlo e a domandarsi se non ci siano PUNTI DI VISTA ALTERNATIVI.

• La prima operazione mentale da compiere, quando ci si trova a dover fronteggiare le varie CRITICITA’ QUOTIDIANE esperite dagli insegnanti e dagli allievi nelle loro interazioni, è interrogarsi su COME vengono VISTE, cioè percepite, recepite e valutate.

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