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Progetto dell’Associazione COMPAGNIE TEATRALI MONZESI “La vera storia della Guerra di Monza” combattuta nel lontano Trecento e rotti fra Visconti e Torriani, con la partecipazione di Guelfi e Ghibellini Spettacolo per strade, piazze e luoghi monzesi in occasione della Sagra di S. Giovanni 2007 Conduzione seminario e laboratorio: Gilberto Colla Organizzazione: Franco Ciani e Clara Hauff Ricerca storica: Pier Luigi Rossetti

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Progetto dell’Associazione COMPAGNIE TEATRALI MONZESI

“La vera storia della Guerra di Monza” combattuta nel lontano Trecento e rotti fra Visconti e Torriani,

con la partecipazione di Guelfi e Ghibellini

Spettacolo per strade, piazze e luoghi monzesi in occasione della Sagra di S. Giovanni 2007

Conduzione seminario e laboratorio: Gilberto Colla Organizzazione: Franco Ciani e Clara Hauff

Ricerca storica: Pier Luigi Rossetti

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‘LA VERA STORIA DELLA GUERRA DI MONZA’ (il termine ‘vero’ è usato in senso antifrastico, ma “niente è più vero della verità teatrale”, come ebbe a dire un grande autore di teatro) è un progetto promosso e organizzato dalle Compagnie Teatrali Monzesi in collaborazione e con il supporto dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Monza.

I partecipanti all’iniziativa frequenteranno a marzo un seminario della durata di un weekend, in cui saranno scelti circa 20 attori (con l’eventuale aggiunta di musicanti), fra i più adatti a ricoprire i ruoli delle Maschere. A questo punto inizierà il laboratorio rivolto a comporre uno spettacolo con la forma e i modi della Commedia dell’Arte, che avrà come centro focale dell’azione un evento storico del primo Trecento. Si tratta della sequenza di tre assedi che, nel breve volgere di un paio d’anni, Monza ha dovuto subire per opera di Visconti e Torriani, nell’ambito del più generale conflitto fra Guelfi e Ghibellini, col séguito del solito, tragico fardello di lutti e devastazioni, come è documentato dalle cronache contemporanee. ‘LA VERA STORIA DELLA GUERRA DI MONZA’ sarà quindi una rievocazione storica realizzata nello stile della Commedia Improvvisa, non per mettere in parodia i fatti del nostro passato, ma per portare in primo piano chi della Storia non è protagonista e spesso ne conosce il lato più duro. Il gioco buffo e irrazionale degli Arlecchini e dei Pantaloni, inserito nelle trame serie della Storia, è la vitale e quasi necessaria rivincita di chi questa Storia l’ha sempre subita e non l’ha scritta. E’ l’atto liberatorio di un Teatro che, nato prevalentemente tra il popolo e per il popolo, prende la sua rivincita sulle eterne disgrazie umane. L’intervento del Responsabile Artistico, Gilberto Colla, privilegerà i passaggi dei fatti storici oggetto dello spettacolo che meglio potranno adattarsi alla forma scenica dell’Arte, rifacendosi a quelle tecniche compositive con cui gli attori del Seicento preparavano i loro spettacoli.

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Le aree destinate alle rappresentazioni sono gli angoli cittadini che hanno via via caratterizzato la vita della comunità monzese, veri e propri luoghi della memoria collettiva (piazza Duomo, l’Arengario, piazza S. Pietro Martire, Carrobiolo e piazza S. Paolo). Dopo una quindicina di sessioni di laboratorio (marzo, aprile, maggio e giugno) e la preparazione di tutto l’apparato scenico (maschere, costumi, fondali) si terrà a una Prova Generale, preludio alle rappresentazioni negli spazi urbani individuati. Il richiamo agli spettacoli avverrà per le vie cittadine, con il classico percorso chiassoso e sfacciato delle maschere, sull’altrettanto classico carro che nei secoli passati era la casa dei ‘comici’ itineranti. Gli stessi, giunti nel luogo prestabilito, allestiranno il palco e daranno vita al Teatro all’Improvviso.

I luoghi delle rappresentazioni:

Piazza Duomo Arengario S.Pietro Martire Carrobiolo Piazza S. Paolo Villa Reale

Calendario degli appuntamenti

tipo giorno data Mese Orari

1 Seminario venerdì 16 Marzo 21,00 - 23,00

2 Seminario sabato 17 Marzo 9,00 - 13,00 / 14,30 - 19,30

3 Seminario domenica 18 Marzo 9,00 - 13,00

1 Laboratorio sabato 31 Marzo 10,00 - 13,00 / 14,30 - 19,00

2 Laboratorio domenica 1 Aprile 10,00 - 13,00

3 Laboratorio venerdì 6 Aprile 21,00 - 24,00

4 Laboratorio sabato 7 Aprile 10,00 - 13,00 / 14,30 - 19,00

5 Laboratorio venerdì 13 Aprile 21,00 - 24,00

6 Laboratorio sabato 14 Aprile 10,00 - 13,00 / 14,30 - 19,00

7 Laboratorio domenica 15 Aprile 10,00 - 13,00

8 Laboratorio venerdì 20 Aprile 21,00 - 24,00

9 Laboratorio sabato 21 aprile 10,00 - 13,00 / 14,30 - 19,00

10 Laboratorio domenica 22 aprile 10,00 - 13,00

11 Laboratorio venerdì 27 aprile 21,00 - 24,00

12 Laboratorio sabato 28 aprile 10,00 - 13,00 / 14,30 - 19,00

13 Laboratorio domenica 29 aprile 10,00 - 13,00

14 Laboratorio venerdì 4 maggio 21,00 - 24,00

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15 Laboratorio sabato 5 maggio 10,00 - 13,00 / 14,30 - 19,00

16 Laboratorio domenica 6 maggio 10,00 - 13,00

17 Laboratorio venerdì 11 maggio 21,00 - 24,00

18 Laboratorio sabato 12 maggio 10,00 - 13,00 / 14,30 - 19,00

19 Laboratorio domenica 13 maggio 10,00 - 13,00

20 Laboratorio venerdì 18 maggio 21,00 - 24,00

21 Laboratorio sabato 19 maggio 10,00 - 13,00 / 14,30 - 19,00

22 Laboratorio domenica 20 maggio 10,00 - 13,00

23 Laboratorio venerdì 25 maggio 21,00 - 24,00

24 Laboratorio sabato 26 maggio 10,00 - 13,00 / 14,30 - 19,00

25 Laboratorio domenica 27 maggio 10,00 - 13,00

26 Laboratorio venerdì 1 giugno 21,00 - 24,00

27 Laboratorio sabato 2 giugno 10,00 - 13,00 / 14,30 - 19,00

28 Laboratorio domenica 3 giugno 10,00 - 13,00

29 Laboratorio venerdì 8 giugno 21,00 - 24,00

30 Laboratorio sabato 9 giugno 10,00 - 13,00 / 14,30 - 19,00

31 Laboratorio domenica 10 giugno 10,00 - 13,00

Calendario prove e spettacoli

tipo giorno data mese Orari

32 Prove mercoledì 13 giugno sera

33 Prove giovedì 14 giugno sera

34 Prova generale venerdì 15 giugno sera

35 Spettacolo sabato 16 giugno ore 11,00 Piazza Duomo; ore 18,00 Arengario

36 Spettacolo domenica 17 giugno ore 11,00 Arengario;

ore 18,00 Piazza S. Paolo

37 Prove mercoledì 20 giugno sera

38 Prove giovedì 21 giugno sera

39 Prova generale venerdì 22 giugno sera

40 Spettacolo sabato 23 giugno ore 11,00 Carrobiolo;

ore 18,00 P.za S. P. Martire

41 Spettacolo domenica 24 giugno ore 11,00 Piazza S. Paolo

ore 18,00 Arengario

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Profilo del Responsabile Artistico

GILBERTO COLLA Il suo esordio risale alla prima metà degli anni 70 nello storico TEATRO OFFICINA di Milano, dove Massimo de Vita lo avvicina alle culture regionali e ai grandi poeti dialettali e Sandro Baijni lo supporta nello studio della poetica di Aristotile. Nel 1989 partecipa al 3° LABORATORIO INTERNAZIONALE DI COMMEDIA DELL'ARTE diretto da Carlo Boso. Inizia un sodalizio come attore nell'uso della maschera di commedia; nei Giardini della Biennale di Venezia conosce e lavora con Pavel e Irene Rouba, Bob Heddle Roboth, Nelly Quette, Stefano Perocco, Cesare Molinari e Arnaldo Momo. Con Boso, in particolare, ha portato la maschera di arlecchino in numerosi scenari da lui diretti. Cura anche l’organizzazione di un seminario internazionale sulla commedia dell’arte tenutisi a Venezia diretto sempre da Carlo Boso e dal suo Staff internazionale, con oltre quaranta attori provenienti da tutto il mondo. In seguito a queste esperienze, negli anni successivi, ha avuto l’occasione di approfondire questa forma di teatro, sia come studioso e sia come attore, affrontando per la scena i ruoli di primo zanni, arlecchino, innamorato e vecchio. Con Gianfranco Pedullà promuove tre giornate di studio sulla Commedia dell’Arte tenutosi al Teatro Cantiere Florida di Firenze (Novembre 2003), tra gli invitati molti attori e registi provenienti da tutta Europa. Conduce, nei primi anni 90’, un laboratorio teatrale con le detenute della Casa Circondariale di San Vittore, Milano. Nel libro “IL TEATRO SEGRETO” di Maurizio Buscarino è riportata un’ampia testimonianza fotografica di quell’esperienza correlata con articoli e testimonianze scritte. Cura la regia di “LONTANO IL MONDO” atto unico di Marco Goldin, in occasione del tour promozionale della mostra evento:GAUGUIN E VAN GOGH. L’AVVENTURA DEL COLORE NUOVO. (Brescia 2005) Affronta il ruolo di Zio Tabori nella prima nazionale de I CANNIBALI di George Tabori per la regia di Laura Forti, che n’è anche la traduttrice per l’edizione italiana. (Einaudi Collezione di teatro 394) Con Archivio Zeta di Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni condivide un esclusivo progetto teatrale, collaborando come attore nella riproposizione delle tragedie, SETTE CONTRO TEBE e ANTIGONE, rispettivamente di Eschilo e Sofocle, presso il cimitero militare germanico al Passo della Futa. E’ sensibile interprete di pagine scritte, accompagnando in apparizioni pubbliche, con letture di brani, scrittori come Consolo, Pontiggia, Bevilacqua, Maria Pace Ottieri.

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Partecipa con l’interpretazione di tre novelle, all’esclusivo evento che ha visto il centro medioevale di Corciano, in Umbria, trasformarsi per alcune settimane negli scenari immaginati da Boccaccio nel suo DECAMERON. Il Fringe Festival di Edimburgo 95 accoglie la sua regia dell’ESCURIALE di M. De Ghelderode riservandogli l’attenzione della critica e del pubblico (Robert Lloyd Parry -The stage and television 01.09.95). E’ testimone narratore di BAMBINI ESCLUSI che si propone di denunciare la condizione dei bambini nel mondo premiato con una targa d’argento dal Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi. Scrive, realizza e interpreta, con altri attori, diversi spettacoli: Quasi sognando. La morte di Verdi. Nel nome di un'onorata famiglia (scenario tragicomico per due attori e cinque maschere) . ARIE DAL MACBETTO dal Macbetto di Giovanni Testori in forma d’arie d’opera, lo vede protagonista nei panni di Macbetto in compagnia dell’attrice Ludmila Ryba, con la quale condivide il progetto artistico e produttivo ( Il Ponte anno LIX n1 gennaio 2003).

Per informazioni: Franco Ciani 348 7302022 Clara Hauff 339 4281997 Pier Luigi Rossetti 339 2156365

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Note storiche sulla “Guerra di Monza” Quella che chiamiamo ‘LA GUERRA DI MONZA’ - perché tale viene definita negli Statuti Monzesi dell’epoca - si inscrive nella contesa, ancora viva nella terza decade del Trecento, fra Visconti e Della Torre (o Torriani) e in quella più generale fra il potere papale e il potere imperiale. In questo periodo storico la lotta tra le fazioni locali per il potere su Milano e il suo vasto territorio si intreccia con un contrasto di portata ben più ampia, a livello europeo, che coinvolge due visioni del mondo e della vita distinte e opposte. In mezzo, la città di Monza espressione di una civiltà comunale che era scaturita come rabbiosa negazione dell’autorità della corona e della tiara, ma che ormai è alla vigilia dell’inevitabile trapasso dalla felice stagione delle libertà e del fervore economico al frantumato potere dei principati e delle corti, motori della civiltà rinascimentale ma anche causa prima della disgregazione politica dell’Italia. La nostra Monza, all’inizio del Trecento, oltre a essere ancora un operoso e tranquillo Comune, geloso del suo passato e delle sue autonomie religiose è anche un punto strategico piuttosto importante per la sua vicinanza a Milano e per la conformazione e la fertilità del suo territorio posto a settentrione. Monza diventa così il teatro dello scontro fra i Visconti, appoggiati dall’imperatore straniero (Ludovico il Bavaro), e i Torriani che si battono sotto le insegne papali. Si fronteggiano due eserciti composti dai più variegati contingenti: soldati regolari accanto ai partigiani delle fazioni guelfe e ghibelline; mercenari e sbandati delle peggiori specie; truppe straniere (provenzali, guasconi, tedeschi, svizzeri, ecc.) e italiane provenienti dall’intera penisola, ma soprattutto fanti e cavalieri delle principali città lombarde (Bergamo, Brescia, Cremona, Como, ecc.). Morto Matteo Visconti, i Torriani brigano per tornare i padroni di Milano e in questo loro disegno rientra la fuga del capo della fazione ghibellina monzese Giovanni Morigia che, ferito in un agguato, ripara a Milano, consentendo ai fautori della parte guelfa di rimanere padroni della nostra città, che però viene presto cinta d’assedio dalle forze viscontee (Primo assedio di Monza: novembre 1322). Al soldo dei Visconti c’è un contingente di mercenari tedeschi, ai quali viene promessa mano libera per un saccheggio di tre giorni, una volta presa Monza. Così avviene, con la distruzione di parecchi edifici e la strage di gran parte dei cittadini, vecchi donne e bambini compresi. Galeazzo Visconti, che era stato costretto a riparare a Lodi, può rientrare a Milano l’11 dicembre e poco dopo viene proclamato ‘signore’: nasce la signoria dei Visconti. A questo punto il papa avignonese Giovanni XXII scatena una vera e propria crociata contro i Visconti e Milano, tant’è che nel febbraio del successivo 1323 Monza ridiventa guelfa e vede il suo territorio occupato da un grosso esercito papale, cui concorrono i Francesi, Roberto d’Angiò re di Sicilia (in effetti il suo era il regno di Napoli) e alcune città italiane di fede guelfa. La zona compresa fra la nostra città e l’Adda diviene il teatro di sanguinosi scontri, di imboscate e

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razzie da parte di entrambi gli eserciti, finché si perviene a uno scontro campale (battaglia di Gorgonzola) che non decide le sorti della contesa e che permette alle due parti avversarie di attribuirsi la vittoria. Mentre prosegue la lotta fra Imperatore e Papa su scala più ampia, i due schieramenti continuano a fronteggiarsi sul territorio monzese e nel giugno 1323 accade l’episodio dell’occultamento del tesoro della chiesa di S. Giovanni che, pervenuto nelle mani del Papa ad Avignone, tornerà a Monza l’anno seguente attraverso curiose peripezie . Da agosto a ottobre Monza deve patire un secondo assedio, per opera del fratello di Galeazzo, Marco Visconti (quello dell’omonimo romanzo di Tommaso Grossi) che è a capo dell’esercito ghibellino ma che improvvisamente leva le sue truppe da sotto le mura della città per scacciare i provenzali asserragliati in Vimercate e per cercare uno scontro decisivo con le truppe papali. Ancora una volta il fulcro delle operazioni si sposta verso l’Addda e il 16 Febbraio 1324 a Vaprio Galeazzo Visconti sconfigge le cospicue forze guelfe, una parte delle quali si fortifica nuovamente dentro Monza. La nostra città è costretta a subire il terzo e più violento assedio perché alla desolazione delle precedenti distruzioni, al dolore per i recenti lutti, alle miserie delle continue occupazioni militari, si aggiungono ora gli effetti di una ennesima, lunga, dura prova aggravata dalle vessazioni dei cosiddetti ‘crociati’ che all’interno incrudeliscono su una popolazione ormai stremata e in preda alla disperazione. Monza viene così ad avere due nemici e quando capitola, deve subire un altro, inevitabile saccheggio perché il Visconti ha dovuto lasciare libertà d’azione alle sue truppe, private da parecchio tempo del regolare soldo. Altri avvenimenti, altri fatti d’armi si susseguiranno, ma Monza non sarà più al centro della guerra fra guelfi e ghibellini, né sarà contesa da Visconti e Torriani. Soprattutto, la città perderà la sua fiera autonomia comunale e lentamente declinerà, sempre più attratta nell’orbita dell’ormai potente principato visconteo. La ‘Guerra di Monza’è l’ultimo capitolo di una storia cittadina plurisecolare, fatta di molte luci e poche ombre. D’ora innanzi, purtroppo, le ombre soverchieranno le luci. Pier Luigi Rossetti, dicembre 2006