“La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3...

24
Bollettino ufficiale dell’UNEBA Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale n. 1/2 - 2017 anno XLIII Poste Italiane SpA spediz. in abb. post. 70% - C/RM/DBC “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” XV Congresso Nazionale UNEBA 2-4 marzo 2017, Padova XV Congresso Nazionale UNEBA 2-4 marzo 2017, Padova

Transcript of “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3...

Page 1: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

Bollettino ufficiale

dell’UNEBA

Unione Nazionale

Istituzioni e Iniziative

di Assistenza Sociale

n. 1/2 - 2017

anno XLIII

Poste Italiane SpA

spediz. in abb. post.

70% - C/RM/DBC

“La riforma del Terzo Settore:gli scenari cambiano, i valori restano”

XV CongressoNazionale UNEBA

2-4 marzo 2017, Padova

XV CongressoNazionale UNEBA

2-4 marzo 2017, Padova

Page 2: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

UN

EBA

- X

V C

ON

GR

ESS

O N

AZ

ION

ALE

2

3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio dello Stato7 La colpa di essere giovani9 Scuola e lavoro si guardano

12 Banche e terzo settore14 Il dono e il territorio16 Crowdfunding - Un cambio di prospettiva:

dalla donazione al contributo18 “Dopo di noi” non c’è il diluvio20 Una nuova legge sull’editoria21 Età e diritti23 Uneba24 Colpo d’ala

SOMMARIO

“LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE:GLI SCENARI CAMBIANO, I VALORI RESTANO”

Padova, 2 - 4 marzo 2017OPERA IMMACOLATA CONCEZIONE onlus - CIVITAS VITAE

G I O V E D Ì 2 M A R Z O 2 0 1 7

dalle ore 14 accoglienza nella sede del Congresso

ore 15,30 – 19,30 LAVORI CONGRESSUALIApertura: Saluto del Presidente regionale, Francesco Facci.- Introduzione

del Presidente nazionale, Maurizio Giordano.Approvazione del Regolamento congressuale.Elezione della Commissione di presidenza del Congresso e delle altre Commissioni (Verifica poteri, Elettorale, Mozioni; altre eventuali).

Relazione del Segretario generale, Luciano Conforti, sull’attività dopo il Congresso XIV.Relazione del Tesoriere, Alessandro Baccelli.Introduzione sulla riforma dello statuto e dibattito.

V E N E R D Ì 3 M A R Z O 2 0 1 7

Ore 8,30 – 13 CONVEGNO NAZIONALE SULLA ATTUAZIONE DELLA RIFORMA DEL TERZO SETTORE(aperto a politici, amministratori, esperti, altre organizzazioni)Introduzione e Saluto delle Autorità civili ed ecclesiastiche.

Primo tema: “La riforma del Terzo settore: spazi, opportunità, nuove responsabilità”.Sen. Luigi Bobba, Sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali.Dibattito.

Secondo tema: “Senso – significato – valutazione: radici e linfa dell’organizzazione e gestione dei servizi alla persona”.Suor Liviana Trambajoli, Direttrice delle Case di assistenza del Cottolengo.Dibattito.

Ore 14,30 – 19,30 Identità e organizzazione dell’UNEBA e confronto sulle relazioni della mattina.Nel corso della sessione saranno presentati interventi sul Fondo sanitario integrativo e sulle prospettivedella Cassa mutua UNEBA e sui fondi di pensione complementare.

S A B AT O 4 M A R Z O 2 0 1 7

Ore 8,30 S.Messa presieduta dal Vescovo di Padova S.E. mons Claudio Cipolla.Prosecuzione del dibattito sui temi congressuali. Proposta di modifica dello statuto e votazioni.Presentazione delle mozioni e votazioni.Elezione del Consiglio nazionale e del Collegio dei revisori dei conti; proclamazione degli eletti.Conclusioni.

In copertina:la sede del XV Congresso UNEBA - Padova: O.I.C., “Civitas Vitae”.

Page 3: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

UN

EBA

- X

V C

ON

GR

ESS

O N

AZ

ION

ALE

3

Ci siamo. Dal 2 al 4 marzo prossimil’UNEBA si incontrerà a Padova, nella

Civitas Vitae dell’Opera Immacolata Con-cezione, per il suo quindicesimo Congressonazionale. Sono passati 66 anni dal Con-gresso fondativo che si tenne a Milano il 20novembre 1950 e dette vita alla prima as-sociazione tra istituzioni assistenziali con loscopo di dare un sostanziale contributo euna rappresentanza all’organizzazione del-l’assistenza privata, come espressione deldiritto-dovere dei cittadini singoli e asso-ciati di partecipare alla attuazione del prin-cipio di solidarietà sociale, fondamentodella nostra Costituzione e elemento por-tante della Dottrina sociale della Chiesa, edi garantire la libertà di scelta dei cittadini.

In tutti questi decenni si è trasformato ilmondo, sono cambiati i rapporti di forzatra le Nazioni, i concetti di sovranità e re-sponsabilità nazionale sono stati messi incrisi dai processi di finanziarizzazione eglobalizzazione, stanno emergendo crisi esi sta assistendo a tragedie di intere popo-lazioni che nel ’50, appena usciti da unacatastrofica guerra mondiale, nessunoavrebbe mai potuto immaginare.Scenari inattesi e preoccupanti, nei quali lefamiglie e le persone più fragili sono espo-ste a rischi che – forse con un po’ troppoottimismo – pensavamo negli anni delboom economico di poter risolvere conl’espandersi dello Stato di benessere e lasua auspicabile trasformazione in Societàdel benessere.Probabilmente tutti questi stravolgimentisono insiti nella “condizione umana”, nei“corsi e ricorsi storici” degli scenari mon-diali e nazionali; ma non deve esserne con-seguenza ineluttabile il venir meno dellasolidarietà e la rinuncia alle proprie re-sponsabilità.

Cambiano gli scenari, non cambiano ivalori. Ed è proprio il tema del nostro

prossimo Congresso, anche se, molto piùmodestamente e realisticamente, legato adun evento più limitato ma che comunqueavrà un forte impatto sul nostro ordina-mento e sul nostro vivere: la riforma delterzo settore, che, con i diversi decreti de-legati ormai in dirittura di arrivo, incideràfortemente sull’assetto del nostro welfare,sul modo di organizzare ed offrire i servizialla persona, sulle modalità di finanzia-mento, sul ruolo delle stesse associazionidi rappresentanza, quale l’UNEBA, chia-mate a incidere nel sistema quali “reti as-sociative” con compiti di promozione delleattività di interesse generale, monitoraggiodegli enti associati, forme di autocontrolloe di assistenza tecnica.Ne parlerà il Sottosegretario al Ministerodel lavoro e delle politiche sociali, sen.Luigi Bobba, che ha sempre dimostratouna attenta considerazione alle nostre tesie ha di fatto governato l’iter della legge.Ne parlerà anche una nostra cara e ap-prezzata voce “interna”, suor LivianaTrambajoli, con la sua lunga esperienza didirezione delle Case di assistenza del Cot-tolengo di Torino. I suoi spazi di azione po-trebbero sembrare ridotti rispetto a quellimondiali o legislativi, ma sono quelli, piùveri, quelli in cui gli scenari incontrano lepersone: le strutture e i servizi, i luoghi incui si incarnano i valori.

Dai lavori di questa tre giorni comunitariae dal nostro confronto dovrà emergere – iltema è al centro del Congresso - un mo-dello UNEBA (revisione dello statuto, spe-cificità identitarie, organizzazione, servizi,comunicazione) in cui storia, scenari, va-lori confluiscano per realizzare una asso-ciazione sempre più all’altezza delle at-tese dei tanti nostri associati e del ruoloessenziale da loro svolto nella vita delPaese.

Maurizio Giordano

Scenari e valoridopo la riforma

del terzo settore

Page 4: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

LEG

GE

DI B

ILA

NC

IO 2

01

7

4

Si prevede, per il solo settore privato, uno sgravio contributivo per le nuove as-sunzioni con contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato, effettuate dal 1°gennaio 2017 al 31 dicembre 2018, da datori di lavoro in favore di studenti che ab-biano svolto, presso la loro struttura, attività di alternanza scuola-lavoro o di ap-prendistato. Il beneficio contributivo (ad eccezione dei contributi dovuti all’INAIL enel limite massimo di esonero pari a € 3.250 annui e per un periodo massimo di 36mesi) spetta, su domanda, al datore di lavoro che assume gli studenti entro 6 mesi dal-l’acquisizione del titolo di studio.Le risorse per l’attuazione del sistema di alternanza scuola-lavoro vengono destinate,oltre che alle scuole statali, anche alle scuole paritarie private (art.1, commi 308-311).

Si introduce, in via sperimentale dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018, l’Anticipofinanziario a garanzia pensionistica (c.d. APE) e una indennità, a favore di deter-minate categorie di soggetti in condizioni di disagio sociale, spettante fino alla ma-turazione dei requisiti pensionistici (c.d. APE sociale).Possono accedere all’APE sociale (art.1, co. 179-186) i soggetti che si trovino in par-ticolari condizioni: oltre all’età minima di 63 anni e al possesso di un’anzianità con-tributiva di almeno 30 anni, essere disoccupati o invalidi o con il coniuge o un pa-rente di primo grado convivente con handicap grave o lavoratori impegnati inattività usuranti (in quest’ultimo caso con 36 anni di anzianità contributiva). L’in-dennità, riconosciuta su domanda degli interessati, è pari all’importo mensile della pen-sione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione e non può in ogni caso su-perare l’importo massimo mensile di € 1.500. L’APE sociale viene erogata in 12mensilità all’anno e le modalità per accedervi saranno definite con decreto attuativo.

Istituito un Fondo nazionale finalizzato alla promozione di eventi di valorizzazionedei beni culturali attraverso la rievocazione storica, al quale possono accedere regioni,comuni, nonché associazioni culturali inserite in appositi albi comunali o comunqueoperative da almeno 10 anni. I criteri di riconoscimento delle associazioni sarannodefiniti con decreto ministeriale (co. 627).

Dal 1° gennaio 2017 è elevata a € 400.000 la soglia massima di utili annuali delle as-sociazioni sportive dilettantistiche che consente l’accesso alle agevolazioni fiscalidi cui all’art. 90 della L. 289/2002 (co. 50).

Viene riproposta anche per i giovani che compiono 18 anni nel 2017 la Carta elet-tronica, dell’importo di € 500, utilizzabile per ingressi a teatri, cinema, musei, areearcheologiche e parchi, mostre e altri eventi culturali, nonché per l’acquisto di libri edi corsi di musica, di teatro o di lingua straniera. Concesso anche un contributo una tantum pari al 65% del prezzo finale, per un mas-simo di € 2.500, per l’acquisto nel 2017 di uno strumento musicale nuovo. Il be-neficio è destinato agli studenti iscritti ai conservatori di musica e agli istituti di for-mazione musicale e coreutica. Le modalità attuative dell’agevolazione saranno definitecon provvedimento dell’Agenzia delle entrate (co. 626).

Le cifre e l’alfabetodel bilancio dello Statodi Alessio Affanni

Esaminiamo alcune voci della legge di bilancio 2017 (Legge n. 232 dell'11 dicembre2016) evidenziando, in particolare, le disposizioni riguardanti le politiche sociali, sa-nitarie e quelle relative all’istruzione.

Alternanza scuola-lavoro

APE e APE sociale

Associazioni per la rievocazione storica

Associazioni sportive

Card cultura ai giovani

Page 5: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

LEG

GE

DI B

ILA

NC

IO 2

01

7

5

Viene stabilito che al Fondo per le non autosufficienze affluiscano le risorse per lepersone affette dal morbo di Alzheimer (co. 411) e quelle del Fondo per la cura deisoggetti con disturbo dello spettro autistico non utilizzate nel 2016 (co. 360).Le risorse del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili sono riassegnate ai fondi re-gionali per il finanziamento dei programmi di inserimento lavorativo e prioritariamenteda utilizzare per incentivi alle assunzioni di persone con disabilità successive al 1° gen-naio 2015 (co. 251).

Per gli interventi di ricostruzione e assistenza alle popolazioni colpite dal sismadel 24 agosto 2016 sono stanziate risorse fino all’anno 2047, ai fini della concessionedel credito d’imposta sui finanziamenti agevolati, di durata venticinquennale, per laricostruzione privata; stanziate anche risorse fino all’anno 2020 per la concessione deicontributi per la ricostruzione pubblica (co. 362).Previste le detrazioni delle spese per interventi di riqualificazione energetica, re-cupero edilizio e misure antisismiche. E’ prorogata fino al 31 dicembre 2017 (31 di-cembre 2021 per gli interventi condominiali relativi a tutte le unità immobiliari o alleparti comuni) la misura della detrazione al 65% per le spese relative ad interventi diriqualificazione energetica degli edifici (c.d. ecobonus). Detraibilità del 50% ancheper acquisti di mobili ed elettrodomestici abbinati alla ristrutturazione (co. 2).Quanto alla detrazione delle spese per misure antisismiche, viene ridefinita l’agevola-zione e la durata (50% in 5 anni, fino al 31 dicembre 2021) e incrementata nel caso incui ne derivi una riduzione del rischio sismico (70% e 80% nel caso di passaggio a 1 o2 classi di rischio inferiori, 75% e 85% se si tratta di parti comuni di edifici condominiali).

Stabilito il finanziamento di € 5 milioni all’anno, dal 2017 al 2019, del Fondo perle pari opportunità, da destinare ad attività di assistenza delle donne vittime di vio-lenza e dei loro figli, attraverso il rafforzamento dei servizi territoriali, dei centriantiviolenza e delle case rifugio (co. 359). Esteso alle lavoratrici autonome vittimedi violenza di genere il diritto all’astensione dal lavoro per massimo 3 mesi con di-ritto a una indennità giornaliera dell’80% del salario minimo (commi 241-242).Prevista, infine, l’approvazione di una strategia nazionale per la valorizzazionedei beni confiscati alla criminalità organizzata: tra le misure indicate, anche un in-cremento delle risorse a sostegno delle aziende confiscate (commi 611-612).

Incrementato di € 150 milioni il Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione so-ciale. Demandato ad un decreto interministeriale l’aggiornamento, per il 2017, dei cri-teri per l’accesso al Sostegno per l’inclusione attiva (SIA) anche al fine di ampliarela platea dei beneficiari (commi 238-239).

Viene istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Fondo di sostegno allanatalità (commi 348-349), con una dotazione di € 14 milioni per il 2017 e ulteriori stan-ziamenti fino all’anno 2021. Il Fondo dovrà favorire l’accesso al credito delle famigliecon uno o più figli, nati o adottati a decorrere dal 1° gennaio 2017, mediante il rilasciodi garanzie dirette, anche fideiussorie, alle banche e agli intermediari finanziari.Viene poi riconosciuto un contributo alla nascita o all’adozione di un minore pariad € 800, corrisposto in unica soluzione dall’INPS, a domanda della futura madre, chepuò essere richiesto al compimento del 7° mese di gravidanza o all’atto dell’adozione(co. 353).Inoltre viene istituito, a partire dal 2017, un buono per l’iscrizione in asili nido pub-blici o privati, o per l’introduzione di forme di supporto presso la propria abita-zione in favore dei bambini al di sotto dei 3 anni affetti da gravi patologie croni-che. E’ di € 1.000 annui, in 11 mensilità, per i nuovi nati dal 2016 (co. 355), previapresentazione di idonea documentazione attestante l’iscrizione e il pagamento dellaretta a strutture pubbliche o private. Il buono, corrisposto dall’INPS, potrà essere per-cepito al massimo per un triennio. Non è cumulabile con la detrazione fiscale del 19%per le spese di iscrizione in asili nido. Un decreto attuativo definirà le modalità di ac-cesso al beneficio. Stabilito anche l’aumento di € 5 milioni, per il 2017, delle risorse del Fondo per leadozioni internazionali (co. 590).

Disabilità

Emergenza sismica e detrazioni fiscaliper adeguamentiagli edifici

Giustizia

Misure per la povertà

Politiche sociali e per la famiglia

Page 6: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

LEG

GE

DI B

ILA

NC

IO 2

01

7

6

Confermato il congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente. Deve es-sere goduto (anche in via non continuativa) entro i 5 mesi dalla nascita del figlio e lasua durata è elevata a 2 giorni per il 2017 e fino a 4 giorni per il 2018, elevabili a 5 sein sostituzione della madre (co. 354).Viene disposta la proroga, per il 2017 e 2018, della facoltà riconosciuta alla madre la-voratrice, anche autonoma, di richiedere un contributo economico (c.d. voucher asilinido o baby-sitting) in sostituzione, anche parziale, del congedo parentale (co. 356).Prevista la pensione di inabilità per i lavoratori affetti da patologie asbesto cor-relate, riconosciute di origine professionale o per causa di servizio, anche nel caso incui questi non si trovino in condizioni di impossibilità di svolgere qualsiasi attività la-vorativa (co. 250).

La determinazione del Fondo sanitario 2017 è pari a € 113 miliardi, che salgono a€ 114 nel 2018 ed a € 115 nel 2019 (co. 392). L’Agenzia per l’Italia digitale (AGID)curerà la progettazione dell’infrastruttura che garantirà l’interoperabilità dei Fasci-coli sanitari elettronici (FSE) contenenti i dati dei pazienti e degli assistiti nelle strut-ture sanitarie.Istituiti due fondi, con una dotazione di € 500 milioni ciascuno, per il concorso al rim-borso alle regioni per l’acquisto dei medicinali innovativi, anche oncologici(commi 400-408). L’AIFA dovrà definire i criteri di classificazione di tali farmaci en-tro il 31 marzo 2017. Prevista, inoltre, la sostituibilità dei farmaci biologici con i lorobiosimilari, per la razionalizzazione della spesa farmaceutica e una maggiore dispo-nibilità di terapie.

Ulteriori € 128 milioni per il 2107 per la prosecuzione del piano di ripristino del de-coro e della funzionalità degli edifici scolastici (c.d. programma #scuole belle). In-crementato a € 24 milioni annui, a decorrere dal 2017, il contributo per le scuole pa-ritarie che accolgono alunni con disabilità. I criteri di ripartizione del contributo -basati sul numero di alunni con disabilità frequentanti - saranno stabiliti con succes-sivo decreto del MIUR. Viene anche assegnato alle scuole dell’infanzia paritarie, peril 2017, un contributo aggiuntivo di € 50 milioni.Si dispone inoltre che le erogazioni liberali alle scuole paritarie che danno dirittoal c.d. school bonus siano effettuate su conto corrente bancario o postale intestato allemedesime scuole, con sistemi di pagamento tracciabili (commi 616 e 619-620).Fissato in € 564 per il 2016, € 717 per il 2017, € 786 per il 2018 e € 800 dal 2019l’importo massimo della detrazione IRPEF del 19% delle spese sostenute per la fre-quenza di scuole di ogni ordine e grado, sia statali che paritarie (co. 617). Stabilita, infine, la possibilità di detrarre o dedurre le erogazioni liberali in favore de-gli istituti tecnici superiori (co. 294).

Oltre ai rifinanziamenti per l’autoimprenditorialità, vi sono misure semplificativeper le start-up innovative: per la registrazione dell’atto costitutivo vi è l’esonerodal pagamento delle imposte di bollo e dei diritti di segreteria (co. 69).

Si istituisce, con riferimento agli studenti dei corsi di laurea, fino al primo anno fuoricorso, la c.d. no tax area per quanti appartengono ad un nucleo familiare con ISEE finoa € 13.000. Ulteriori disposizioni determinano l’importo per studenti con ISEE fino a €30.000. Inoltre gli studenti dei corsi di dottorato di ricerca non beneficiari di borsa distudio saranno esonerati dal pagamento delle tasse universitarie (commi 252-267). Ledisposizioni dei commi da 252 a 267 non si applicano alle università non statali.Si prevede l’assegnazione annuale, tramite bando, agli studenti iscritti all’ultimoanno della scuola secondaria, sulla base di requisiti di merito e di reddito, di almeno 400borse di studio nazionali, ciascuna del valore di € 15.000 annui, al fine di favorirnel’iscrizione nelle università statali o ai corsi di diploma accademico (commi 273-289).Gli enti scolastici e universitari potranno aiutare gli studenti nella scelta del per-corso universitario attraverso attività di orientamento (commi 290-293). Per larealizzazione di queste iniziative, le scuole (statali e paritarie) e le università pos-sono stipulare specifiche convenzioni, aperte alla partecipazione di enti, asso-ciazioni e imprese.

Previdenza sociale

Sanità

Scuola

Start-up innovative

Studenti e università

Page 7: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

CO

ND

IZIO

NE

GIO

VA

NIL

E

7

Il rapporto Caritas 2016 su “Povertà ed esclu-sione sociale in Italia e alle porte d’Europa”

con il titolo emblematico “Vasi comunicanti”mette in connessione la povertà con il feno-meno internazionale dell’immigrazione forzatae le disuguaglianze socio-economiche ma au-spica al tempo stesso, un processo inverso, ov-vero che una più ampia redistribuzione didiritti e di fattori di benessere vada a compri-mere il territorio del bisogno e dell’indigenza.La povertà è un connotato strutturale e distin-tivo di questo lungo periodo di crisi economicaa cui si aggiungono i conflitti bellici dellasponda meridionale del Mediterraneo con iloro esodi umani verso l’Europa e in primis ilnostro Paese. Se è difficile l’uscita dal tunneldella recessione economica lo è ancora di piùdall’instabilità che domina il contesto africanoalimentando, da un lato, le fughe di massa dailuoghi del terrore e, dall’altro, i fantasmi di unterrorismo invisibile e globalizzato.

Condizione giovanileQuali sono oggi i connotati della povertà che sipuò misurare nel nostro Paese, sia quella en-demica che quella “importata” con l’immigra-zione forzata? I dati di tendenza più rilevantisono due: l’estensione della povertà dal 2005ad oggi - pur con l’eccezione del 2014 - men-tre dall’anno precedente la crisi, il 2007, fino al2015 è cresciuta ovunque nel Paese passandodal 3,1% al 7,6% della popolazione. L’altroelemento è che la povertà cambia pelle comesi è visto negli ultimi anni sia esaminando i datidei periodici rapporti ISTAT che quelli dellaCaritas Nazionale, attraverso il suo sistemapuntiforme e reticolare di osservazione e in-tervento, ovvero i Centri di Ascolto.

Evoluzione in negativoSe fino a qualche anno fa i poveri erano diestrazione meridionale, appartenevano a fami-glie numerose ed avevano un’età avanzata,oggi l’indigenza tocca pesantemente i minorie i giovani adulti - tra questi sempre più im-migrati e profughi - le famiglie dove manca illavoro o dove chi lavora è precario e sotto re-munerato (working poor) e la componente ma-schile. L’estensione del fenomeno è tale per cuioggi vengono intaccate dalla povertà assoluta

anche le famiglie che non hanno più di duefigli. Il dato più eclatante è il ribaltamento ge-nerazionale della povertà perché si palesa inmisura inversamente proporzionale all’età, ov-vero tende a diminuire con l’aumentare di que-st’ultima. I bambini in stato di povertà assolutasono 1 milione e 131 mila e oltre 2 milionisono quelli in condizioni di povertà relativa.Per di più secondo Save the Children la metà diessi risiede in un comune sciolto per infiltra-zioni camorristiche o mafiose, due terzi in co-muni in dissesto finanziario che non sono ingrado di garantire servizi essenziali. Un’inda-gine EUC-Silc (Statistic on Income and LivingConditions) segnala che per i minori ciò signi-fica non possedere più di un paio di scarpe enon avere una alimentazione adeguata (1 su20), non potersi permettere di invitare unamico a casa per giocare o studiare insieme,non poter festeggiare il proprio compleanno opartecipare ad una gita scolastica (1 su 10), ov-vero limita fin dall’età evolutiva il loro capi-tale sociale, la loro vita di relazione, ovvero ilfattore di maggiore inclusione sociale. I dati parlano chiaro anche in termini compa-rativi: secondo l’ISTAT l’incidenza della po-vertà è del 10,2% tra i 18 e i 34 anni, èdell’8,1% in quella successiva (35-44) fino adegradare al 4% del segmento anziano (65 eoltre), un divario significativo. Così «la ric-chezza media delle famiglie con capofamigliain età 18-34 anni è meno della metà di quellaregistrata nel 1995, mentre quella delle fami-glie con capofamiglia di 65 anni o più è au-mentata di circa il 60%; il rapporto traquest’ultima e quella dei più giovani è passatoda meno dell’unità a oltre 3». Questo significaanche che l’«ascensore sociale», ovvero lamobilità garantita da un lavoro più remunera-tivo e/o di livello professionale più elevato siè inceppato e i figli finiscono la loro vita piùpoveri dei loro padri. Gli anziani hanno dallaloro le coperture di un sistema previdenzialeche tiene e che è ancora in larga parte espres-sione di una fase economica positiva, cosìcome hanno potuto patrimonializzare il valoredella casa e qualche risparmio, tanto che ipadri e i nonni sono oggi un importante “am-mortizzatore sociale” rispetto alle necessitàdei figli e delle loro famiglie.

La colpadi essere giovani

di Renato Frisanco

Page 8: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

CO

ND

IZIO

NE

GIO

VA

NIL

E

8

Il fenomeno crescente dei giovani “neet”, ov-vero di coloro che non studiano e non lavoranoè paradigmatico della forte correlazione tra po-vertà e mancanza del lavoro, problemi che nona caso compaiono appaiati (63%) nel caratte-rizzare peculiarmente questi giovani (ISTAT2015). Il blocco del mercato del lavoro giova-nile è la causa della precocizzazione della po-vertà. Se poi tale elemento di forte rischiosociale si cumula con altre forme di disagio lapovertà diviene cronica. Soprattutto se si com-bina con la mancanza di casa, con l’immigra-zione e con la scarsa istruzione. Il fattoreistruzione è cruciale perché la povertà tende adiminuire al crescere del titolo di studio. Se lapovertà educativa segna per sempre il destinomarginale di una persona, un livello di istru-zione medio-elevato è in grado di tutelarla,anche in termini preventivi, da possibili per-corsi di impoverimento. Si è verificato che afronte della crisi economica i neolaureati sonoquelli che più sono riusciti a districarsi nel mer-cato del lavoro, ad avere più risorse per inse-rirsi. Al contrario, solo il 31% dell’utenza deiCDA Caritas (44 anni in media) ha un titolo distudio superiore al livello medio (licenzamedia inferiore), mentre il 24% è al di sotto. Ilprofilo delle persone ascoltate dai CDA Caritasè rivelatore del circuito perverso, a doppio bi-nario, che conduce alla povertà economica,prima macrovoce di bisogno di cui sono por-tatori quasi otto persone su dieci (il 76,9%): pergli italiani parte dalla mancanza o dalla perditadi lavoro (inoccupazione giovanile, disoccu-pazione di lavoratori adulti) e si acuisce se siaggiungono condizioni come bassa istruzionee perdita della casa; per gli stranieri parte dal-l’approdo migratorio che rende precario e nongarantito ogni bene che tutela la dignità dellapersona: dalla casa, al lavoro, all’accesso ai di-ritti di cittadinanza come la salute e, per i mi-nori, l’istruzione. La situazione delle personeascoltate è per lo più di media-elevata com-plessità per numero di ambiti di bisogno: soloil 38,6% ne rivela 1 solo, il 31,5% più di 2. Inprimis prevale quindi la richiesta di beni e ser-vizi materiali (56,3%) o di sussidi economici(25,9%), mentre le richieste di lavoro (14,9%)sono ben poca cosa rispetto alla proporzionedei casi che denunciano problemi di occupa-zione (57,2%), per la consapevolezza che losportello solidale della Caritas non può fungereda Centro per l’impiego dove il bisogno di-viene diritto costituzionale. La crescita espo-nenziale delle persone che si rivolgono allaCaritas per la mancanza di lavoro ha fatto lie-vitare la richiesta maschile che ha pressochéraggiunto quella femminile, fino a poco tempofa nettamente prevalente.

Le sinergie necessarieSiamo di fronte ad un fenomeno epocale. Lacrisi economica e del mercato del lavoro, leguerre con le relative migrazioni forzate hannoproposto al nostro Welfare, alle prese con l’in-debitamento pubblico, una sfida titanica, diffi-cilmente sostenibile. Le sole forze pubblichenon sono oggi sufficienti a fronteggiarla anchese le politiche pubbliche nazionali hanno co-minciato ad affrontare i fenomeni della po-vertà, delle condizioni dei minori in gravidifficoltà e dei minori stranieri nati o arrivatiin Italia (e molti di loro “non accompagnati”).La “legge di Stabilità” ha istituito, infatti, un“Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusionesociale” e con una particolare attenzione ai mi-nori anche il “Fondo di contrasto della povertàeducativa minorile”. E lo ha fatto - con finan-ziamenti non irrilevanti per il 2016 e il 2017 -superando la logica degli interventi sperimen-tali e/o a pioggia e cominciando a incrinare la“logica categoriale” tipica delle politiche so-ciali del nostro Paese. Occorrerà ora che le ri-sorse messe a disposizione dallo Stato siraccordino bene con quelle di Regioni e Co-muni e siano accompagnate da una strategia diintegrazione tra politiche educative, politicheattive del lavoro, dell’abitare e del “reddito mi-nimo”. Inoltre devono avere ben chiaro l’obiet-tivo di integrare i minori stranieri per il qualel’arena principale non può che essere la scuoladove la sensibilità, la buona volontà e la com-petenza del personale educativo, spesso in unavirtuosa collaborazione con le iniziative deisoggetti del Terzo settore, tentano di supplirealle carenti misure pubbliche. Essa è anchel’avamposto più significativo per contrastarefenomeni di povertà educativa, ridurre gli ab-bandoni e la dispersione scolastica, integrare iminori in situazione di disagio. Una risposta alproblema occupazionale di molti giovani potràarrivare se essi nel loro percorso scolasticopossono giovarsi dell’efficace attuazione diuno strumento non nuovo ma che ha ricevutoun notevole impulso con la legge sulla “buonascuola” (L. 107/2015) quale è l’«alternanzascuola-lavoro» che mette a sistema legamicooperativi fra istituzioni educative e mondoimprenditoriale (si vedano di seguito gli altriinterventi sull’argomento) favorendo sbocchilavorativi coerenti con le esigenze del mondodel lavoro. Vi è al riguardo l’auspicio che siarrivi a imitare il collaudato sistema duale te-desco.In definitiva incidere sulla crescita della po-vertà minorile significa lavorare per una so-cietà futura non solo più equa e più inclusivama anche più evoluta ed economicamente svi-luppata.

Page 9: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

SC

UO

LA-L

AV

OR

O

9

Apprendimento attivo, social learning,competenze trasversali, sono solo alcune

delle parole chiave che stanno accompa-gnando la trasformazione del sistema scola-stico in atto. Si tratta di un cambiamento ra-dicale che riguarda i processi diapprendimento sia degli studenti, che degliinsegnanti e che cerca di raccogliere le solle-citazioni europee in materia di istruzione e for-mazione on the job, che è uno dei pilastridella strategia “Europa 2020”, per una cre-scita intelligente, sostenibile, inclusiva.

In questa ottica, l’alternanza scuola-lavoronon si riduce a un mero esercizio di addestra-mento, quanto piuttosto assurge allo status dimodello didattico vero e proprio, capace ditrasformare e conferire un nuovo senso ai pro-cessi di apprendimento: l’esperienza pratica eil lavoro divengono strumenti di conoscenzaed educazione, che vanno a ricomporre il dis-sidio tra istruzione e formazione professio-nale1.

Il modello di governance proposto dallaL.107/2015, nota come Legge de “La Buonascuola”, parte da qui e dall’idea che questorinnovamento debba avvenire a più livelli. In-nanzitutto è necessaria una riorganizzazionenell’assetto dell’amministrazione scolastica, lecui competenze dovranno allargarsi al mercatodel lavoro, alla progettazione, alla ricerca dipartnership territoriali. La rete tra scuole di-viene il pilastro fondante di questo mutamento(art.1 commi 70,71,72,74): alle tradizionali“reti di scopo”, costruite spontaneamente,sulla base di un’area progettuale comune, ven-gono allora affiancate le “reti di ambito”, percondividere aspetti amministrativi, gestionalie di interesse territoriale.

Inoltre è necessario trasformare il processo di

insegnamento e innovare le metodologie di-dattiche, per avvicinarle sempre di più al con-testo in cui operano. Il personale docente do-vrà sapersi confrontare con la generazionedei nativi digitali, con le classi multiculturali,dovrà sperimentare tipologie di didattica la-boratoriali, superando i limiti delle lezionifrontali.

La formazione degli insegnanti A questi obiettivi sembra voler rispondere ilPiano nazionale per la formazione dei do-centi 2016-2019, presentato il 3 ottobre dalMinistro Giannini, e che, recependo i sugge-rimenti della Legge 107/2015, introduce laformazione per gli insegnanti come “obbliga-toria, permanente e strutturale”. Esso indivi-dua nove temi prioritari: autonomia, didatticaper competenze, scuola digitale, lingue, in-clusione e disabilità, coesione sociale e pre-venzione del disagio giovanile, integrazione ecittadinanza, alternanza scuola-lavoro, valu-tazione e miglioramento; la formazione verràorganizzata a partire dai bisogni espressi daisingoli docenti, e sarà erogata, anche in retetra scuole, in presenza o a distanza, con mo-dalità innovative. Per individuare e dissemi-nare le buone prassi di innovazione didattica,in collaborazione con INDIRE, sarà realiz-zata la Biblioteca Innovazione: una bibliotecadigitale che raccoglierà le migliori attivitàformative. Per il Movimento delle Avanguar-die Educative, nato dalla collaborazione traINDIRE e 22 scuole, l’innovazione didatticapassa per l’apertura al digitale e al virtuale, peril superamento del modello trasmissivo del sa-pere a favore di quello laboratoriale, per lariorganizzazione degli spazi e dei tempi dellascuola in maniera flessibile, dinamica e poli-funzionale. Il loro Manifesto cita, tra gli obiet-tivi, la capacità di riconnettere i saperi dellascuola ai saperi della società: una scuola

Scuola e lavorosi guardano

di Alessia Morici

1 Claudio Gentili, in L’alternanza scuola- lavoro: paradigmi pedagogici e modelli didattici, Nuova se-condaria –n.10 giugno 2016, anno XXXIII

Page 10: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

SC

UO

LA-L

AV

OR

O

10

d’avanguardia è in grado di individuare le ri-sorse nel territorio, nell’associazionismo,nelle imprese e nei luoghi informali...

Imprese, enti pubblici e di privato sociale,vengono riconosciuti come luoghi di speri-mentazione e innovazione, vere e proprie pa-lestre di formazione, dove poter acquisirequelle “abilità” che l’istituzione scolastica dasola non può supportare. Non più realtà isolatee sconnesse dal sistema educativo, essi en-trano a far parte di un sistema territoriale chepuò diventare competitivo, proprio in virtùdell’integrazione continua tra le politiche edu-cative, le politiche sociali e le politiche eco-nomiche che lo governano. La formazione

territoriale, in questo senso, assume un ruolostrategico. Per le imprese e per gli altri enti,aprire le porte agli studenti significa farsi co-noscere dalla comunità, ma anche poter orien-tare i bisogni formativi e contribuire a creareuna forza lavoro capace di rispondere alle ne-cessità concrete, espresse da uno specificoterritorio, favorendo non solo l’occupazionegiovanile, ma la comunità tutta.

Eppure secondo i dati INDIRE, nell’anno sco-lastico 2013–2014, solo il 10,7% di studentidelle scuole secondarie superiori ha seguitopercorsi di alternanza, con forti squilibri tra re-gione e regione. Il primato va alla Lombardia,a seguire Toscana, Veneto, Lazio, Marche,Emilia Romagna e Sicilia. I dati di Confindu-stria ci confermano che solo il 40% delle im-prese italiane ha contatti frequenti con lescuole. I motivi possono essere diversi: la-cune strutturali nelle imprese, difficoltà logi-stiche, inesperienza, ma anche modalità poco

strutturate con cui le scuole individuano leaziende.

Tandem scuola e lavoroPer ovviare a questo, La legge n.107/2015, hamesso in campo diversi strumenti: innanzitutto ha istituito il Registro nazionale per l’Al-ternanza Scuola Lavoro, presso le camere dicommercio, industria, artigianato e agricol-tura www.scuolalavoro.registroimprese.itAl portale possono iscriversi, gratuitamente,enti privati, pubblici e liberi professionisti in-tenti ad ospitare studenti per percorsi di alter-nanza e/o di apprendistato. Il registro è com-posto da due sezioni: una aperta e consultabilegratuitamente, in cui possiamo cercare, anche

per area geografica, imprese ed enticon descrizione della proposta, in-dicazione del numero di ragazzi cheintendono accogliere, periodo, tem-pistica e sedi di svolgimento, con-tatti dei referenti e del tutor azien-dale, tipologia di figureprofessionali richieste (secondo laclassificazione adottata dall’ISTAT,CP2011); l’altra è una sezione spe-ciale del registro delle imprese, agaranzia della privacy, in cui si pos-sono rintracciare dati relativi all’at-tività istituzionale dell’ente, al fat-turato, al patrimonio, ed anche aicollegamenti con altre realtà che at-tivano percorsi di alternanza. Attra-verso il portale, i dirigenti scolasticipotranno reperire inoltre tutte le in-formazioni di carattere legale e giu-ridico, relative alla sicurezza e alla

stipula della convenzione con gli enti.

Ad oggi il registro conta circa 900 iscrizioniin tutta Italia. In attesa che esso assuma lapiena operatività, le scuole potranno avva-lersi anche dei protocolli di Intesa che ilMIUR ha sottoscritto con associazioni di im-prese e organismi rappresentativi di enti pub-blici e privati: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/dg-ifts/proto-colli-di-intesa.Un altro strumento a disposizione di studentie docenti è lo Sportello Virtuale dell’Orienta-mento (SVO), uno spazio interattivo, presentesul portale Filo di Unioncamere, nato per for-nire le informazioni essenziali sulle profes-sioni associate ai percorsi di studi e sulle com-petenze maggiormente richieste dalle impresedel territorio.Si tratta di contributi importanti, ma non suf-ficienti. La sperimentazione di una didatticainnovativa deve fare i conti anche con ostacoli

Page 11: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

SC

UO

LA-L

AV

OR

O

11

di tipo strutturale: il tessuto produttivo ita-liano pullula di imprese di piccole dimen-sioni, scarsamente formate e con poco tempoe risorse da mettere a disposizione; gli istitutiscolastici hanno spesso attrezzature obsolete ouna copertura wi-fi inadeguata; il nostro corpodocente, nell’ambito dei 33 paesi TALIS, de-tiene il primato di anzianità; le classi sonospesso piccole e sovraffollate.Un’alternanza non supportata a livello strut-turale o mal progettata rischia di generare unsistema educativo, che invece di integrare,cumula i limiti dell’impostazione teorica del-l’insegnamento, con quelli del riduzionismotecnocratico, obbligando gli studenti ad espe-rienze pratiche che si rivelano sterili o incoe-renti con il programma di studi.Sia a scuola che in azienda, in-vece, agli studenti devono essereassicurati contesti e contenuti di-dattici adeguati: questo vuol direspazi attrezzati, tecnologia, tutorscolastici e tutor aziendali dotatidi competenze idonee; significacreare una rete stabile tra pubblicoe privato, che agisca in manieracongiunta e che sappia valorizzareil contributo che ognuno può dare,condividere risorse, strutture emetodologie.

Un progetto pilotaSu questi presupposti è statoideato il progetto Traineeship,esperienza pilota nata nell’ambitodi un protocollo di intesa tra Miure Federmeccanica del 2014. Ilprogetto, che ha anticipato ed ispi-rato la Legge 107/2015, ha coin-volto, in prima battuta, 50 istitutitecnici e professionali in 600 oredi formazione, da svolgere, nel-l’arco dell’ultimo triennio del ci-clo di studi, in aziende individuate capillar-mente su tutto il territorio italiano, grazie alcoinvolgimento di Federmeccanica.La rete tra partner privato, ente pubblico escuole è un punto cardine di questa espe-rienza: l’istituzione di un comitato di pilotag-gio per la co-progettazione dei percorsi qua-dro, la creazione di Coordinamenti regionalimisti, l’organizzazione di incontri territorialicon scuole, imprese e studenti hanno per-messo una programmazione partecipata delleattività. Ma la sua portata innovativa sta soprattuttonell’aver previsto la formazione congiunta deitutor scolastici e dei tutor aziendali, comepremessa fondamentale per una co-progetta-

zione dei percorsi di alternanza, a partire dal-l’analisi comune sia dei bisogni formatividella scuola, che di quelli produttivi del-l’azienda. Si è sperimentata la possibilità didesignare un tutor aziendale a rotazione tra piùimprese, per ovviare alla difficoltà, soprat-tutto delle piccole attività, di metterne unoproprio a disposizione. Grazie alla collabora-zione con INDIRE, è stata predisposta unapiattaforma web dedicata alla formazione deireferenti e alla gestione del progetto e dellarete. Alle scuole aderenti è stato chiesto di spe-rimentare una riorganizzazione dei tempi edei modi della didattica, per poter facilitarel’espletamento dell’alternanza; è stato inoltrecodificato un modello specifico di certifica-

zione delle competenze acquisite dallo stu-dente, frutto di un processo di co-valutazionetra scuola e azienda.In questa esperienza il privato è stato prota-gonista, insieme alla scuola, di un processo di“tras-formazione”, che se adeguatamente re-plicato, avrà una portata storica. Proprio perquesto l’intermediazione della politica si faora sempre più necessaria: il privato, nel pro-porsi come ente “educativo”, deve essere di-sposto ad assumersi anche le responsabilitàsociali insite in questo ruolo, per cui temicome la responsabilità sociale d’impresa,l’economia etica e sostenibile, devono diven-tare elementi imprescindibili dai percorsi dialternanza scuola-lavoro.

Page 12: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

TER

ZO

SET

TOR

E

12

Sappiamo che il terzo settore costituisce, or-mai da anni, una realtà di rilievo nel pano-

rama socio-economico del nostro Paese. Le ri-levazioni disponibili da fonte ISTAT indicano lapresenza di oltre 300.000 organizzazioni non-profit, ripartite su tutto il territorio nazionale,con circa 700.000 addetti e la collaborazione dioltre 4 milioni di volontari. Vasta risulta la pre-senza femminile, sia fra gli addetti sia fra i vo-lontari. Diversificate risultano le aree in cuiopera il terzo settore. Si va dalla cultura e losport, all’istruzione, alla sanità e all’assistenza,a soggetti ibridi che, accanto alla tradizionalemissione sociale, producono redditi da attivitàcommerciali, che contribuiscono a sostenerequelle sociali, proprie del non profit.

Un settore così vasto, diversificato e unico perla sua connotazione non può non suscitare l’at-tenzione del mondo bancario. La “banca-im-presa” avverte l’interesse ad offrire prodotti eservizi bancari, strutturati per essere più con-formi alle esigenze e alla natura degli organismidel terzo settore. Questi ultimi hanno ormairaggiunto, in moltissimi casi, dimensioni e com-plessità tali da non poter prescindere dal ricorsoa imprese, come le banche, professionalmentequalificate ad offrire l’assistenza necessaria al-l’ordinato svolgimento della loro missione.

Un esempio dell’interesse del mondo bancarioper il terzo settore è offerto dall’ “OsservatorioUBI Banca su Finanza e Terzo Settore”, che, daalcuni anni, in collaborazione con AICCON-Ricerca, conduce un’indagine campionaria mi-rata ad approfondire la conoscenza degli orga-nismi oggetto della nostra osservazione.L’ultima di queste indagini (marzo 2016) ha ri-levato, tra l’altro, la continuità e la stabilità deirapporti fra banche e terzo settore i cui enti conpiù anni di vita e di maggiore dimensione (lo-calizzati soprattutto nel Nord del Paese) hannoormai rapporti con più banche e mostrano unelevato grado di fidelizzazione, hanno cioè in-staurato con la propria banca, o con le propriebanche, una collaborazione continuativa. Mi-gliora col passare degli anni la soddisfazionenei rapporti con il sistema bancario (dichiarata

dal 60% circa del campione), soprattutto per ef-fetto di una personalizzazione di questi rap-porti. La banca che maggiormente si dedica conpersonale adeguatamente preparato a com-prendere finalità e modalità operative delle isti-tuzioni del terzo settore è anche quella che ri-sulta più gradita a queste istituzioni.

Dall’indagine UBI Banca emerge che i pro-dotti bancari maggiormente richiesti sonol’esecuzione di bonifici, il pagamento deglistipendi, la gestione della liquidità e del patri-monio, l’home banking. La crescente diffu-sione dell’informatica deve attrarre l’atten-zione degli enti del terzo settore, anche piccoli,in quanto, nei rapporti bancari, è fonte di mag-giore speditezza, sicurezza ed economicitàoperativa, con riferimento sia ai pagamenti siaalle modalità del “fund raising”.

Un’altra informazione di interesse che emergedalla lettura dell’indagine campionaria inesame concerne i rapporti di finanziamento.Circa la metà degli istituti del campione hachiesto un finanziamento ad una banca perfronteggiare sia esigenze operative sia spese diinvestimento. Più della metà delle richieste ri-sultano essere state accolte. Tra le cause delmancato accoglimento, gli istituti hanno indi-cato l’eccessiva elevatezza dell’importo, lamancanza di garanzie, l’inadeguata motiva-zione. A non aver visto accolta la domanda,sono state in particolare le istituzioni più gio-vani e più piccole. E’ evidente come anchequeste istituzioni debbano fare progressi nel-l’organizzazione della loro attività, affidandoil settore finanziario a collaboratori attenti esufficientemente preparati. Abbiamo detto chela banca è un’impresa “for profit”. Ha una va-sta serie di norme da rispettare nei rapporti conla clientela (depositanti non meno che debitori)e nei confronti dell’Autorità di vigilanza. Unareciproca comprensione è foriera di rapportipiù intensi e di maggior soddisfazione per en-trambi: banca ed ente non-profit.

Ormai sono molto numerose le banche chehanno costituito al loro interno aree dedicate al

Banchee terzo settore

di Carlo Santini*

Page 13: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

TER

ZO

SET

TOR

E

13

terzo settore, con personale esperto e con un’of-ferta speciale di prodotti e servizi. Molte ban-che, interessate a curare il loro insediamento inun dato territorio, valutano molto positivamenteproprio il carattere territoriale degli organisminon-profit. Questi ultimi possono trovare ban-che interessate a stipulare convenzioni di contoa condizioni agevolate, applicabili sia ai paga-menti sia agli incassi. Vi sono banche, meglioattrezzate sul piano della tecnologia informa-tica, che consentono di ricevere donazioni on-line e che abilitano a operazioni di commercioelettronico, oggi in forte sviluppo e quindi dicrescente importanza anche per le organizza-zioni del terzo settore. Sul mercato finanziariooperano banche e SGR (Società di gestionedel risparmio), sensibili ai valori del terzo set-tore, che offrono alla loro clientela di rispar-miatori che condivide questa stessa sensibilitàprodotti di investimento che destinano una

quota dei rendimenti a iniziative sociali chefanno capo a organismi del terzo settore.Spetta in primo luogo ai responsabili di tali or-ganismi prestare attenzione alle offerte reperi-bili sul mercato bancario. Prima di operarecon una banca, è bene visitarne anche altre, perun raffronto sia della gamma dei prodotti e deiservizi offerti sia delle loro condizioni. Il si-stema bancario è molto competitivo; per alcunianche troppo! Di questa caratteristica del si-stema bancario gli organismi del terzo settoredevono essere consapevoli, sondando le ban-che e stimolandole a offrire servizi più effi-cienti. La ricerca dell’efficienza è un problemache riguarda gli amministratori delle banche.Ma la clientela può e deve ricercare le condi-zioni migliori per sé e per i propri istituti, pro-fit e non-profit.

*Già Funzionario Generale della Banca d'Italia

IL NON PROFIT E BASILEA

Nell’ottobre 2015 una decisione della Banca d’Italia ha reinterpretato il RegolamentoUE n. 575/2013 e ha collocato le organizzazioni non profit e gli enti religiosi tra le pic-

cole e medie imprese, con conseguenti minori oneri per le banche in termini di accantona-mento di capitale per operazioni di finanziamento al settore non profit. Questo, pertanto,significa che le banche dovrebbero essere maggiormente disposte a concedere credito aglienti non profit. Fino al 2010 infatti vigevano le regole di “Basilea 3”, stabilite dal Comitato di Basilea perla supervisione bancaria: se gli istituti di credito avessero voluto prestare denaro a una or-ganizzazione non profit, avrebbero dovuto accantonare un capitale minimo pari all’8% del-l’ammontare complessivo del prestito (con cosiddetta ponderazione del 100%). A titoloesemplificativo, se una banca avesse prestato 100 euro ad un ente non profit, doveva ac-cantonare 8 euro di capitale. Le piccole e medie imprese (p.m.i.) godevano invece di una ponderazione del 75% del pre-stito erogato: quindi dovevano accantonare solo l’8% del 75% del prestito richiesto, ossiasoltanto 6 euro.Dal 2015, quindi, in virtù della nuova decisione che equipara gli enti religiosi e non profitalle piccole e medie imprese, se una banca presta 100 euro ad un ente non profit, deve ac-cantonarne solo 6 euro di capitale e non più 8 euro. (Red.)

Page 14: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

RA

CC

OLT

A F

ON

DI

14

Buone notizie sul fronte della raccoltafondi per le organizzazioni non profit.

In Italia, nonostante la crisi economica e unmalcontento sociale diffuso, si continua a do-nare e i numeri sono stabili o in leggero au-mento.

Se già negli anni dal 2012 al 2014 si era regi-strato un trend di crescita significativo, nel2015 la situazione si stabilizza e segnala, anzi,un timido incremento ulteriore nella perfor-mance complessiva sulla raccolta fondi e lestime del 2016 sono particolarmente ottimisti-che.Questo è quanto emerge dalla 14° edizionedell’indagine “L’andamento delle raccoltefondi: bilanci 2015 e previsioni 2016”, pre-sentata da Cinzia Di Stasio, Segretario Gene-rale dell’Istituto Italiano della Donazione(IID), durante il convegno “Il Dono e il Terri-torio” che l’IID, insieme a Fondazione Cari-plo, ha organizzato a Milano il 19 settembrescorso.L’indagine, realizzata dall’Osservatorio di so-stegno al Non Profit sociale del suddetto isti-tuto in collaborazione con l’AssociazioneItaliana Fundraiser (Assif), ha riguardato uncampione di 151 Organizzazioni Non Profit, icui responsabili della raccolta fondi, DirettoriGenerali e Presidenti sono stati intervistati neimesi di luglio e agosto del 2016.Per ciò che concerne i settori d’intervento delcampione, il 31% delle organizzazioni inter-vistare si occupa di lotta all’emarginazione so-ciale, il 29 di salute e ricerca scientifica, il 26di cooperazione e adozione internazionale, il 5di cultura, il 4 di tutela ambiente e animali e ilresto di altro.La rilevazione ha analizzato i bilanci 2015, lestime del primo semestre 2016 e le previsionidi tutto l’anno 2016. Dal punto di vista della dimensione econo-mica, le organizzazioni non profit coinvoltesono quasi equamente divise in quelle che su-perano in bilancio il milione di euro l’anno (il40% circa) e quelle che sono al di sotto (il60%).

I dati raccolti mostrano che due intervistati sucinque dichiarano di aver registrato, sul bilan-cio 2015, un miglioramento della propria rac-colta fondi rispetto all’anno precedente,mentre diminuiscono di quasi 10 punti per-centuali le organizzazioni che lamentano unaflessione. Nel dettaglio: sono 42 (sul totale di 151) le or-ganizzazioni coinvolte che hanno aumentatole proprie entrate, e all’interno di questa fettarilevante quasi la metà registra un incrementodi oltre il 15% rispetto al 2014. Le non profitche rimangono stabili sono il 37% del totale,mentre il 25% segnala un decremento. E que-sto dato non è che l’ultimo gradino di un trendpositivo tracciato negli ultimi anni che, dopo ilcrollo del 2011, fortunatamente sembra nonvolersi fermare. Si tratta di un procedere a pic-coli passi che non è ancora in grado di rag-giungere le performance del 2010 – quando il47% delle intervistate segnalava un notevoleaumento delle entrate sull’anno precedente -ma che evidenzia ugualmente il sorpasso delleONP soddisfatte su quelle che non lo sono. Anche le previsioni per l’intero 2016, pur es-sendo prudenziali, sono moderatamente otti-mistiche, con quasi un 30% del campione chesi aspetta di migliorare le già positive perfor-mance di raccolta fondi 2015 e solo un 24%che teme di non confermare i risultati già ot-tenuti.

Per ciò che concerne le strategie di raccoltafondi, rispetto al 2014 emergono segnali di in-novazione da non trascurare: nonostante pri-meggino ancora una volta strumentitradizionali quali direct mailing cartaceo edeventi pubblici, si registra un utilizzo in au-mento di banchetti in piazza (+7%) e face toface/dialogatori (+4%), ma anche di canaliweb quali carta di credito, crowdfunding e, so-prattutto, social media (+5%), segnando unaumento complessivo della raccolti fondi viaweb pari al 8%.“Quest’ultimo è un segnale importante che at-testa l’affacciarsi al mondo delle donazioni digenerazioni, se non nuove, quantomeno più

Il dono e il territoriodi Cristina Picciolo

Page 15: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

RA

CC

OLT

A F

ON

DI

15

giovani e comunque più avvezze agli strumentisocial, forse un target che può godere di unainferiore disponibilità economica ma che nondeve essere più trascurato, visto anche il dif-fondersi di dispositivi mobili quali smatphonee tablet. Se da un lato è necessario un inter-vento per costruire una vera educazione allacultura del dono, dall’altro non bisogna di-menticare che si costruiscono oggi i donatoridi domani, perché è inevitabile un turn overgenerazionale”, così Edoardo Patriarca, Pre-sidente dell’IID, durante la presentazione dellaricerca.

Una caratteristica accomuna tutti gli stru-menti che hanno migliorato le proprie perfor-mance: prevedono un contatto personalizzatotra donatore e associazione. “Il donatore pri-vato desidera incontrare l’associazione, dareun volto e un nome all’organizzazione di cuipotersi fidare, porre in prima persona le do-mande giuste ed avere le risposte in temporeale. E questo può avvenire solo in un con-testo di contatto diretto one-to-one, o nelmodo fisico o in quello virtuale”, ha dettoCinzia Di Stasio.Del resto che il contatto diretto continui a es-sere una delle principali “cause” che spingonoi cittadini a donare, era stato sottolineatoanche nella ricerca “Gli italiani e le dona-zioni” di GfK Eurisko presentata nel 2014,dalla quale emergeva che il 43% dei donatoriera stato convinto a donare dal “coinvolgi-mento da parte di persone che conosco”.

E’ interessante sottolineare anche alcuni altriaspetti che emergono dalla ricerca.La raccolta fondi da imprese subisce un calocomplessivo di 3 punti percentuali, passandodall’8% del 2014 al 5 del 2015, anche se, nellaclassifica delle fonti di entrata per quantità disomme ricevute, le aziende si piazzano al se-condo posto, dietro solo ai privati cittadini edavanti alla pubblica amministrazione e aglienti di erogazione. Dalle imprese, inoltre, leorganizzazioni non profit ricevono anche altreforme di contributi, diversi dalle erogazioni didenaro; si tratta di: fornitura gratuita o scon-tata di prodotti, realizzazione di progetti dipartnership, fornitura gratuita o scontata diservizi, promozione dell’organizzazione daparte dell’impresa presso i dipendenti.Sul fronte del 5 per mille, per il 48% delle or-ganizzazioni intervistate, i fondi di questocontributo “pubblico” incidono sul bilanciomeno di 5%; nel 2014 erano il 55% le orga-nizzazioni che registravano questo dato.

La ricerca indaga anche le principali difficoltà

che s’incontrano: per il 29%, il problema piùgrande è trovare nuovi donatori (che però è innetto miglioramento rispetto al 2014, quandoveniva segnalata dal 40% degli intervistati),seguito da quello di attuare sempre strategieinnovative che invoglino a donare e al con-tempo siano efficaci (24%). Per il 20% la dif-ficoltà principale è la diminuzione quantitativadelle somme donate (in aumento tra il 2014 eil 2015 per il 4% delle organizzazioni), el’11% segnala la questione della concorrenzatra organizzazioni, mentre segnalano l’aspettodella perdita di donatori fedeli soltanto il 6%degli intervistati.

La presentazione dei risultati si è tenuta il 19settembre scorso a Milano durante l’evento “Ildono e il territorio”, mirato anche a celebrarel’apertura delle due settimane di celebrazionedi #DonoDay2016. Oltre 100 iniziative, di-stribuite su tutto il territorio nazionale, chehanno disegnato la mappa del 1° Giro del-l’Italia che dona: tappe uniche, ognuna con lasua specificità, che sono culminate nell’in-contro del 4 ottobre a Roma.“Mi piace celebrare la seconda edizione del

Giorno del Dono con un’ulteriore confermadel miglioramento della raccolta fondi daparte delle associazioni non profit intervistate,un segnale di positività ed entusiasmo in lineacon la mobilitazione nazionale che vede più di200 adesioni tra comuni, associazioni, im-prese e scuole per il 1° Giro dell’Italia chedona, una maratona che da nord a sud foto-grafa un Paese capace di celebrare il dono neisuoi aspetti più nobili. E questo è solo il primopasso verso un cambiamento culturale chel’IID vuole promuovere, affinché il tema dellagratuità sia al centro dell’agire di ognuno dinoi”, ha detto Edoardo Patriarca.

Il 4 ottobre, a Roma, a sostenere il Giornodel Dono c’erano anche il Presidente dellaRepubblica Sergio Mattarella, il quale ha af-fermato che “Il nostro Paese ha dato e con-tinua a dare grandi testimonianze di gratuitàe generosità.. (…) Donare può suscitare unasperanza, può ricostruire legami, può dif-fondere quella fiducia che poi ritorna a be-neficio di tutti. Il dono costruisce comunità,contrasta l’odio, semina serenità e pace“ e ilMinistro dell’Istruzione Stefania Giannini,secondo la quale “Il dono è un valore fonda-mentale. (…) L’Istituto Italiano della Dona-zione, grazie al progetto del Giorno delDono, ha saputo trasmettere la bellezza el’importanza della pratica del donare, senzala quale la nostra Repubblica andrebbe viavia sgretolandosi”.

Page 16: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

RA

CC

OLT

A F

ON

DI

16

Realizzare un progetto è la speranza di ogniassociazione. Al ‘buon vecchio’ fund rai-

sing ed alla donazione si affianca una nuova ti-pologia di finanziamento che fonde la necessitàdi raccogliere denaro per l’ideazione di pro-getti con le opportunità offerte dalle nuove tec-nologie: il crowdfunding.

Il termine crowdfunding unisce due parole in-glesi crowd, folla e funding, finanziamento: sitratta di una forma di finanziamento dal basso,un processo collettivo tramite il quale le per-sone possono contribuire con somme di denarodi varia entità ad un progetto o ad un’iniziativain cui credono e che sostengono. La sua carat-teristica fondante è che questi contributi ven-gono raccolti sfruttando le potenzialità delweb e la diffusione delle informazioni creatadai social media.

Associazioni – Raccolta fondiLe associazioni si trovano spesso in difficoltà,di ordine per lo più economico, per la realizza-zione di un’idea o di un progetto che possa per-mettere loro di creare nuove opportunità. La tra-dizionale donazione e le raccolte fondi trovanoun bacino di utenza che si radica tra i soci, gliutenti e la fidelizzazione di soggetti che cono-scono le attività svolte dall’associazione. Ilcrowdfunding cambia i punti di vista: al cen-tro c’è il progetto, l’idea, la voglia di realizzareun desiderio, un’ambizione. Il progetto diventala voce, l’immagine stessa dell’associazione esarà quello che verrà lanciato e per cui si cer-cherà di coinvolgere la folla per raccoglierefondi e denaro.Ma qual è concretamente il percorso da fare pervalorizzare questo innovativo canale di finan-ziamento? Si parte sempre da un progetto a cuil’associazione tiene particolarmente e che ne-cessita di un finanziamento concreto per la suaideazione. Per portare avanti una campagna dicrowdfunding ed accompagnare e supportare iprogetti esistono sul web delle piattaforme cherappresentano uno spazio di visibilità per dif-fonderli e renderli virali.

Esistono quattro tipologie diverse di piatta-forme: reward based, equity based, lendingbased e donation based. Le piattaforme sonoclassificate a seconda del ritorno che le personeottengono una volta che hanno donato del de-naro. Le reward prevedono ricompense chesono assegnate al momento in cui si partecipacon un proprio contributo, le equity distribui-scono azioni e partecipazioni finanziarie, men-tre le lending rappresentano una forma di mi-crocredito per chi struttura la campagna afronte di un tasso di interesse inferiore rispettoa quelli bancari. Le donation invece non pre-vedono alcuna ricompensa a fronte dell’of-ferta in modo simile al fund raising tradizio-nale. Generalmente in ambito non profitvengono prese in considerazione le tipologiereward e donation.

Le piattaforme sono il punto di appoggio, la“vetrina” dove sarà possibile inserire il pro-getto che dovrà essere riportato tenendo contodi alcuni importanti elementi che ne permette-ranno la maggiore diffusione e conoscenza allafolla. Le campagne di crowdfunding devonoessere ben pianificate e articolate. Per questol’idea va organizzata già nella sua fase iniziale.Deve diventare una fonte di confronto e verificagià all’interno dell’associazione proponente chedeve riporre in esso energie e potenzialità chevengono dall’ideazione delle attività associativema anche e soprattutto dalle capacità del gruppodi lavoro che porterà avanti la campagna. E’ne-cessario quindi creare fin da subito un gruppotenendo conto delle potenzialità di ognuno edelle energie che ogni membro potrà riversarenella causa. Elemento non secondario dellacampagna è infatti la convinzione necessariache si debba raggiungere l’obiettivo.

E’ necessario strutturare quindi, a partire daquesti presupposti, una strategia che tenga contodelle necessità ideative e degli elementi di co-municazione che sono una parte importantis-sima di una campagna. L’associazione deveperciò analizzare fin dal suo interno gli stru-

Crowdfunding -Un cambio di prospettiva:

dalla donazioneal contributodi Irene Troìa

Page 17: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

RA

CC

OLT

A F

ON

DI

17

menti di comunicazione che vengono normal-mente utilizzati a sostegno delle attività asso-ciative ed eventualmente aggiustare il tiro. Seun’associazione ha ad esempio un sito che nonaggiorna spesso o non ha attivato una pagina fa-cebook è necessario sviluppare questi strumenti,senza il supporto dei quali la viralità del pro-getto ne risentirà ampiamente. Senza una co-municazione efficiente ed efficace non può es-serci crowdfunding.

Queste qualità comunicative sono importantianche nel momento in cui viene messo online ilprogetto: le piattaforme incoraggiano infatti iproponenti di un’idea ad accompagnare il testoscritto che illustra la campagna con un video chespieghi in pochi minuti (due al massimo tre)cosa si intende realizzare e quali idee ne sonoalla base. Nel video è necessario “metterci lafaccia” e mostrarsi per quello che si è. Le cam-pagne statisticamente più finanziate sono in-fatti quelle in cui la trasparenza e la visibilità dichi propone esce fuori in maniera immediata.Non devono essere immagini necessariamenterealizzate in modo professionale: con un buontelefono e grazie alle app apposite si può rea-lizzare un prodotto di buona qualità. L’ impor-tante è far capire ai potenziali investitori a cosaparteciperanno e creare in loro interesse.

Successivamente è necessario quantificare e ar-gomentare con precisione l’obiettivo econo-mico, quanti soldi servono per realizzarlo det-tagliando e specificando questo elemento conprecisione. Le piattaforme offrono general-mente due opportunità: all or nothing (tutto oniente) per cui si otterranno i soldi raccolti solose si raggiunge l’obiettivo economico che si èfissato oppure take it all (prendi tutto) per cuiqualsiasi cifra si sia raggiunta nella raccolta,questa verrà percepita dal proponente.

Una volta inserito l’obiettivo economico biso-gna pensare bene alla durata della campagna.Generalmente si consiglia una durata di 60giorni: un tempo inferiore non permetterebbe disfruttare tutta la viralità del web mentre uno ec-cessivamente lungo non porterebbe a migliorarela prestazione in maniera significativa. Per va-lutare questo elemento non è secondario riflet-tere sul fatto che l’associazione ed il gruppo dilavoro debba dedicare molte energie e concen-trarsi su un tempo adeguato al fine di non di-sperdere motivazioni e forze in gioco.

Come sottolineato in precedenza la caratteristicaprincipale del crowdfunding è la possibilità difar seguire al contributo che viene dato al pro-getto una ricompensa, un premio che supporti

l’idea. Questa deve essere equilibrata alla do-nazione, coerente con il progetto, personalizzatae quanto più possibile originale. Può essere an-che emotiva e simbolica (è molto importanteringraziare sempre il contributore, anche sedona 1 o 2 euro) ed è fondamentale perché devefidelizzare ed agganciare chi ci sostiene.

Dopo aver seguito questi passaggi fondamen-tali (testo, video, obiettivo economico, durata,ricompensa) il progetto, l’idea, la causa, il de-siderio che intendiamo realizzare è ora onlinee comincia la sua vita sul web. Qui entrano inazione le potenzialità della rete e le sue carat-teristiche di diffusione ed apertura alla folla. Aquesto punto saranno coloro che hanno ideatoe realizzato il progetto a doverlo diffonderequanto più possibile. Dovremo raggiungeretre cerchie di potenziali contributori: il nostroentourage (gli amici, le famiglie, i soci, i vo-lontari, gli utenti); gli amici degli amici chediffonderanno il progetto; il grande pubblicoche si raggiungerà solo dopo aver ben diffusola campagna.

Per arrivare ai contributori bisogna lavorare‘senza esclusione di colpi’: inviare mail, creareeventi ad hoc, fare volantinaggio ed ideare ma-teriali pubblicitari che sono un ottimo supportoalle imprescindibili pagine Facebook, profiliTwitter, e tutti i social che permettano di riuscirea coinvolgere anche le riviste specializzate, iblog interessati e quei canali che possono dif-fondere e far conoscere la campagna. Impor-tante è ricordarsi che questa va accompagnata,supportata ed aggiornata quotidianamente: unapagina facebook con un post inserito ognigiorno permette al progetto di non essere persoe dimenticato.

Il crowdfunding è un cambio di prospettiva:non è più una donazione che viene fatta e ri-mane solo una soddisfazione fine a se stessa,che si ripeterà nel tempo solo se si vorrà e po-trà fare. E’ un contributo al progetto, al rag-giungimento dell’obiettivo. Sentirsi dentro que-sto meccanismo e farne parte è qualcosa difondamentale per chi è dietro l’idea in quanto sisente supportato ed appoggiato. Ma lo è ancheper chi la finanzia perché può sentire di creareun cambiamento e continuare a seguirlo ed ac-compagnarlo.

Il senso di appartenenza generato dal crowd-funding, lo rende quindi qualcosa su cui inve-stire ed in cui credere: un’opportunità offerta perfare concretamente la differenza, elemento as-sai importante all’interno del mondo anonimoche ci circonda.

Page 18: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

DIS

AB

ILIT

À

18

La legge 22 giugno 2016 n.112, più comune-mente conosciuta come la legge sul “Dopo

di Noi” parte subito con una dichiarazione di fi-nalità non priva della retorica classica, di cui illegislatore potrebbe anche iniziare a pensare diprivarci un giorno; tant’è: la legge mira a tute-lare l’individuo affetto da disabilità grave nelcaso in cui sopravviva ai suoi genitori o in tuttiquei casi in cui i genitori non siano più in gradodi prestare il necessario accudimento.

Tentare di calare nella praticità della realtà fat-tuale e giuridica un dettato normativo è sempredifficile; il mio intento è però proprio questo,anche se il risultato sarà eccessivamente sche-matico e lacunoso.

La prima considerazione è sulle caratteristichedel soggetto “disabile” che la legge enuncia for-malmente nell’ultimo capoverso del articolo 2 eche si devono quindi considerare presupposto in-derogabile.Secondo la normativa è poi necessario indivi-duare un fiduciario al quale affidare i compiti difornire il sostegno familiare-genitoriale che ilpapà e la mamma non sono più in grado di espri-mere.

Questa materia non è assolutamente normata, marappresenta, probabilmente, l’aspetto di mag-giore incertezza da risolvere nella realtà; sicura-mente nessuna norma può entrare nella carne delproblema di scegliere chi può sostituire un geni-tore dedito alla cura di un “grave”, ma senza que-sto passaggio tutta la costruzione della realtàgiuridica della legge 112/16 perde senso1. Il terzo presupposto fattuale è la disponibilità diun patrimonio su cui far affidamento per il fu-turo.Anche in questo caso dobbiamo confrontarci conla realtà pensando, per tempo e se possibile, acostituire una ricchezza spendibile in futuro; maanche se questo non accadesse, il solo determi-

nare chi e come gestirà l’abitazione principale ela pensione di reversibilità è un quesito che me-rita una risposta e che forse, come vedremodopo, la legge risolve.

Individuati i presupposti oggettivi - il disabilegrave, il fiduciario, il patrimonio -, vediamoquali strumenti la legge propone e come li valo-rizza.Gli strumenti sono: 1) le polizze vita o danni, che prevedono un ca-

pitale caso morte limitando il beneficio allasola parte di premio inerente la garanzia deldecesso;

2) il Trust; 3) il vincolo di destinazione semplice ex art.

2645 ter Codice Civile; 4) il Fondo soggetto a vincolo di destinazione.Essenzialmente la legge premia questi istituticon un’unica modalità, prevedendo, cioè, unvantaggio economico sul trattamento fiscale deicontratti che sottostanno, per destinazione di de-naro o altri beni, alle esigenze del disabile grave.

Tralasciamo gli aspetti legati alla costituzionedel Fondo per l’assistenza alle persone con disa-bilità grave (ex art. 3, 4 e 5), che per i suoi aspettipubblicistico-amministrativi e per le competenzerealizzative, investe alti organi dello Stato (Mi-nistero del lavoro e delle politiche sociali, Re-gioni, enti vari.) e che, per quanto mi consta, nonsono ancora operativi. Focalizziamoci, invece, sugli strumenti che il le-gislatore individua e promuove tramite la defi-scalizzazione.

Per quanto riguarda le Polizze, il beneficio è li-mitatissimo: la norma del testo unico sulle im-poste dei redditi pone come massima detraibilitàil 19% del rateo annualmente versato alla Com-pagnia. Per raggiungere il maggior vantaggio fi-scale, il premio da versare dovrebbe ammontarea circa 4.000 € l’annuo, sui quali lo Stato “re-

“Dopo di noi”non c’è il diluvio

di Mario Vaccarella

1 La norma una cosa la sussurra quando si schiera apertamente contro l’istituzionalizzazione nel riallac-ciarsi alla legge sulla chiusura dei manicomi.

Page 19: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

DIS

AB

ILIT

À

19

stituisce”2, in sede di dichiarazione dei redditi omodello unico, più o meno 750 €.Con un esborso di tale importo, mediamente il ca-pitale assicurato per un genitore di 50 anni di etàammonta a 350.000 €, una cifra che può ritenersisufficiente ad assicurare il benessere del figlio su-perstite; ma attenzione: la durata massima di que-sti contratti coincide con gli 80 anni del genitore;trovare una Compagnia che deroghi a questa con-dizione è difficilissimo. Lo strumento assicurativodiventa, in questa fattispecie, un moltiplicatore dirisparmio. Per tornare all’esempio di prima, 4.000€ annui x 20 anni = 80.000 € accantonati, checon il decesso si “moltiplicano” in 350.000 €.Ma il problema è chi designare come beneficia-rio formale della cifra e come indirizzare la suaazione a favore del disabile. L’unica soluzione,quindi, è ricorrere agli altri istituti dettati dallalegge per rendere operativa la scelta assicurativa.Nessun passo avanti, pertanto, rispetto al pro-blema di fondo. Francamente, perdonatemi il giudizio lapidario,non trovo nessun beneficio pratico neppure nellaprevisione dell’ art. 2645-ter del codice civile,nel quale si ricalcano le prerogative giuridichegià presenti nel Fondo Patrimoniale. Infatti, la nuova norma rappresenta l’ennesimaeccezione all’articolo 2740 codice civile (“cia-scun soggetto risponde delle proprie obbliga-zioni con tutti i propri beni presenti e futuri”)quando prevede che per effetto della trascrizionedell’atto istitutivo di un vincolo di destinazione,quest’ultimo diviene opponibile ai terzi e i beni“vincolati” e i loro frutti sono sottratti a qualsiasiazione esecutiva, ma purtroppo non facilita inalcun modo il compito di determinare le caratte-ristiche oggettive-soggettive del fiduciario.

Ritengo che il trasferimento dei beni indivi-duati per il raggiungimento dello scopo di assi-stenza al disabile rappresenti il vero beneficiopratico della norma e realizzi l’intento del legi-slatore di premiare fiscalmente l’ambito nego-ziale proprio della tutela al disabile. Infatti, ilpassaggio di beni immobiliari nella normalità(compravendita, donazioni, eredità, istituzione diun trust) è gravato da tutta una serie di onerosiprelievi fiscali, che viceversa, nel caso del tra-sferimento per la realizzazione degli scopi della112/16, viene premiato in maniera incontroverti-

bile. Basti pensare che il costo per la donazione diun immobile per la legge 112/16 è esente da im-posta di donazione, imposta di registro fissa, im-posta catastale, trascrizione e voltura, esenzionedi bollo e tassa di archiviazione; in pratica tra-sferire un grattacielo nell’ambito della legge112/16 può costare circa 500/600 € di fiscalità.Tali benefici fiscali sono previsti anche per il ri-torno al mittente del patrimonio residuo, quandolo scopo sia stato realizzato e siano rimasti beniliquidi o immobiliari non utilizzati.

Ma allora dove troviamo una realizzazione pra-tica del problema sul “dopo di noi”? La mia risposta è nell’istituto del Trust, unicodove si prevedono due figure fondamentali al no-stro scopo: il trustee e il guardiano.Il trustee rappresenta il fiduciario-gestore, figuraessenziale alla realizzazione del mantenimentodel disabile, ma per nulla dissimile al fiduciarioper il contratto di affidamento o al gestore nelFondo per la confusione di beni con vincolo didestinazione. Questo soggetto però è destinato dasubito e per legge (anche se straniera) ad esserevigilato da un altro soggetto: il guardiano. Que-st’ultimo potrà essere dotato del potere di desti-tuire il trustee in ipotesi ben definite e descrittenell’atto istitutivo, potrà correggere l’operato deltrustee, esercitare potere di veto su determinateoperazioni, perseguire il trustee infedele etc.Nelle realtà operative di spiccata matrice finan-ziaria spesso uno dei due ruoli è svolto da Istitu-zioni ben normate e soggette a organi dicontrollo pubblici, come ad esempio Banche eSocietà Fiduciarie che possono essere coadiu-vate, affiancate, e con il tempo, sostituite, da entimorali, religiosi o laici, associazioni di familiaridi persone disabili e associazioni professionalinell’ambito della cura e dell’assistenza.

Non mi dilungo sulla disciplina del trust, che puòessere facilmente sviscerata da commentatori esupportata da decisioni giurisprudenziali ormaiconclamate nel nostro ordinamento; mi premetuttavia sottolineare che questo istituto, spessoadditato come uno strumento utile all’elusionefiscale o alla mistificazione di ingenti patrimoni,possa invece rappresentare uno strumento adattoa risolvere esigenze pratiche relative alla ge-stione di piccoli patrimoni.

2 La distinzione tra detraibilità e deducibilità: quando compiliamo la dichiarazione dei redditi, la sommasu cui viene calcolata l’imposta è il c.d. “reddito imponibile”, ossia la differenza tra reddito e le sommededucibili. Le somme deducibili sono dunque quelle che vengono sottratte al reddito prima di calcolarel’imposta. Le somme detraibili invece entrano in gioco dopo aver calcolato il reddito imponibile e la con-seguente imposta da versare e vengono sottratte direttamente da quanto dovuto come imposta. Attual-mente, la misura della detrazione per le polizze temporanee caso morte è fissata al 19% con un tettomassimo di detraibilità di 530 euro previsto dal 2014 in poi (cfr. Decreto Legge 102/2013).

Page 20: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

MA

SS

MED

IA

20

La Legge n. 198 del 26 ottobre 2016 istitui-sce un nuovo Fondo per il pluralismo e l’in-

novazione dell’informazione e delega il Governoa ridefinire la disciplina del sostegno pubblicoall’editoria e all’emittenza radiofonica e televi-siva locale.La nuova legge prevede l’istituzione del Fondoper il pluralismo e l’innovazione dell’informa-zione al quale affluiscono:a) le risorse statali destinate al sostegno del-

l’editoria quotidiana e periodica;b) le risorse statali destinate all’emittenza radio-

fonica e televisiva in ambito locale;c) quota parte – fino a 100 milioni di euro

annui per il periodo 2016-2018 – delle even-tuali maggiori entrate derivantidal canone RAI;

d) le somme derivanti dal gettito annuo diun contributo di solidarietà, pari allo 0,1% delreddito complessivo dei concessionari dellaraccolta pubblicitaria sulla stampa quotidianae periodica, sui mezzi di comunicazione ra-diotelevisivi e digitali; di società operanti nelsettore dell’informazione e della comunica-zione che svolgano raccolta pubblicitaria di-retta; di altri soggetti che esercitano l’attivitàdi intermediazione nel mercato della pubbli-cità attraverso la ricerca e l’acquisto, perconto terzi, di spazi sui mezzi di informazionee di comunicazione, con riferimento a tutti itipi di piattaforme trasmissive, compresa larete internet.

Il Fondo è ripartito annualmente tra la Presi-denza del Consiglio dei Ministri e il Ministerodello sviluppo economico, per gli interventi dirispettiva competenza, sulla base dei criteri sta-biliti con DPCM. Una determinata percentualedel Fondo potrà essere destinata al finanzia-mento di progetti comuni che incentivino l’in-novazione dell’offerta informativa nel campodell’informazione digitale attuando obiettivi diconvergenza multimediale.

In particolare, si prevede la ridefinizionedella platea dei beneficiari dei contributi, sta-bilendo quale condizione necessaria per il finan-ziamento l’esercizio esclusivo, in ambitocommerciale, di un’attività informativa auto-

noma e indipendente (di carattere generale) e lacostituzione come:• cooperative giornalistiche;• enti senza fini di lucro o imprese editrici di

quotidiani e periodici il cui capitale sia da essiinteramente detenuto;

• limitatamente a cinque anni dalla data di en-trata in vigore della legge, imprese editrici diquotidiani e periodici la maggioranza del cuicapitale è detenuta da cooperative, fondazionio enti morali senza fini di lucro.

Inoltre, si prevede il mantenimento dei contri-buti, con la possibilità di definire criteri speci-fici sia per i requisiti di accesso, sia per imeccanismi di calcolo dei contributi, per:• imprese editrici di quotidiani e di perio-

dici espressione delle minoranze linguistiche;• imprese ed enti che editano periodici per non

vedenti e ipovedenti;• associazioni dei consumatori;• imprese editrici di quotidiani e di perio-

dici italiani editi e diffusi all’estero o editi inItalia e diffusi prevalentemente all’estero.

Ulteriori requisiti riguardano la riduzione a 2anni dell’anzianità di costituzione dell’im-presa e di edizione della testata, il regolare adem-pimento degli obblighi derivanti dai contratticollettivi nazionali o territoriali di lavoro, l’edi-zione della testata in formato digitale(eventual-mente anche in parallelo con l’edizionein formato cartaceo), l’obbligo di dare evidenza,nell’edizione, di tutti i contributi e finanzia-menti ricevuti e l’obbligo di adottare misure ido-nee a contrastare ogni forma di pubblicità lesivadell’immagine e del corpo della donna.

Nell’ambito della delega, si prevede, inoltre,l’incentivazione fiscale degli investimenti pub-blicitari su quotidiani e periodici, nonché sulleemittenti televisive e radiofoniche locali, rico-noscendo un particolare beneficio agli inserzio-nisti di micro, piccola o media dimensione ealle start up innovative.Sono, invece, esclusi esplicitamente dai contri-buti: organi di informazione di partiti o movi-menti politici e sindacali; periodici specialistici;imprese editrici di quotidiani e periodici chefanno capo a gruppi editoriali quotati o parteci-pati da società quotate in borsa.

Una nuovalegge sull’editoria

di Sergio Zanarella

Page 21: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

CIT

TAD

INA

NZ

A

21

Nuova Proposta ha ripetutamente insistitosul contributo che gli anziani possono

dare a sostegno del walfare: si vedano, perpuro esempio, l’articolo “L’età da inventare”(N.P. n.9/10-2014) e gli interventi in occasionedell’Anno Europeo (2012) dell’invecchia-mento attivo e della solidarietà tra le genera-zioni. D’altra parte sono di generale conoscenza lemolte iniziative che trovano come protagoni-sti gli anziani in interventi sociali e di aiutoalle persone in difficoltà.

In questi ultimi tempi, però, fa rifletterequanto riportano alcuni giornali (v. in partico-lare Sette del corriere della Sera del 2 settem-bre 2016); lettere alla stampa e chiacchiere neibar sono frequentemente di tutt’altro avvisosul ruolo degli anziani. Per esempio, pren-dendo spunto dai risultati del referendum inInghilterra per l’ uscita dall’U.E., c’è chi af-ferma che è tutta colpa degli anziani, che sonoportati a mantenere le cose come stanno e ve-dono minacce in ogni cambiamento. Da quil’interrogativo: è giusto che gli anziani vo-tino? Beppe Severgnini, nel giornale citato, ri-sponde a chi ha posto la domanda (e a quantipensano che i vecchi siano poco lungimiranti)che nelle democrazie il suffragio è universalee comprende uomini e donne, ricchi e poveri,giovani e vecchi, istruiti e non istruiti. E an-cora oggi gli anziani spesso sono i saggi daconsultare. Al riguardo mi chiedo: quale sarebbe l’etàper definire una persona come anziana?Ho conosciuto ultracentenari lucidi nel loropensiero e liberi nelle scelte, compresa quelladell’esercizio del voto. Altro che persone in-fluenzabili!

A proposito di età spostiamo ora l’ attenzionesu un’area più complessa per quanto attieneetà e diritti. Sono le persone di età inferiore ai18 anni e anche oltre i 18.Niente da dire sul diritto di voto agli ultra di-ciottenni. Qualche dubbio invece nasce dallaproposta (forse pochi se ne ricordano) di rico-noscere come elettori i bambini, assegnando

ai genitori un voto per ogni figlio mino-renne. E’ un’idea che suscita perplessità, inquanto un diritto personale è tale se espressodal titolare di quel diritto e non da altri (anchese genitori).

Una notizia buona: nel 2013 è stato affermatoil principio dell’equiparazione dei figli (De-creto legislativo 154/2013). Figli naturali eadottivi con gli stessi diritti (parentela, ere-dità…) dei figli definiti legittimi (quelli natida genitori sposati). Equiparazione sì, macon qualche distinguo nella procedura peri figli nati da incesto, per i quali è un giu-dice ad autorizzare l’ equiparazione. Sullabase di quali elementi? Chi deve fornirli?

Come si può constatare, nelle norme che ri-guardano i diritti dei minori si procede a pic-coli passi.Tanto per ricordare. Ci sono voluti anni perdefinire i poteri dei genitori verso i figli. Da“patria potestà” (era il papà a decidere peri figli minori) si è passati a”potestà genito-riale” (è un potere di entrambi i genitori).Ma solo di recente (decreto legislativo154/2013) a fronte del potere dei genitori suifigli minori si è affermata la “responsabi-lità genitoriale”. Con questa decisione final-mente si è superato un concetto di figli (da 0 a18 anni) come “oggetto”, almeno per quantoriguarda decisioni importanti, come la sceltadell’indirizzo scolastico. Si afferma infatti cheil figlio che ha compiuto 12 anni e anche dietà inferiore se capace di discernimento (chilo accerta?) deve essere ascoltato.La stessa cosa vale per questioni ancora piùdelicate riguardanti, ad esempio, l’affida-mento a terzi e l’adozione.Sempre riguardo all’argomento un’altra per-plessità nasce dalla disposizione che consenteall’adottato di poter avviare la proceduraper conoscere i genitori naturali solo alcompimento dei 25 anni . (Perché solo a 25anni?)La decisione spetta al giudice, dopo gli accer-tamenti (tramite i servizi sociali?) che puòconsentire o negare l’accesso agli atti, dopouna valutazione di opportunità sugli eventuali

Età e dirittidi Giovanni Santone

Page 22: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

CIT

TAD

INA

NZ

A

22

problemi che potrebbero nascere dal cono-scere la propria origine.

Nel momento in cui scrivo queste note unaltro passo avanti è stato fatto: è quello cheriguarda la possibilità che un bambino possaavere il doppio cognome, anche quello dellamadre. La decisione sulla legittimità, relativaa un caso specifico, è della Corte Costitu-zionale, mentre giace in Senato già da dueanni il relativo ddl, già approvato dalla Ca-mera. Non si capisce per quale motivo nontrovino immediata approvazione provvedi-menti che, per altro, non comportano al-cuna spesa.

Lo spartiacque tra maggiore e minore età –come si sa – è il compimento dei 18 anni.Anche in proposito occorre qualche precisa-zione.Ricordo casi in carico alla pubblica assistenza(per esempio l’ENAOLI - l’Ente Nazionale diAssistenza agli Orfani dei Lavoratori Italiani)riguardo ai quali negli anni settanta del secoloscorso fu sollevata una questione di continuitànell’ assistenza per gli ultra-diciottenni, perconsentire, ad esempio, il completamentodegli studi. Penso che ancora oggi valgaquello che anni fa era una eccezione alla re-gola.Un altro esempio riguarda i giovani 15-29anni (come si vede ci sono anche quelli chehanno meno di 18 anni), che potrebbero svol-gere, con i dovuti controlli, attività lavorative.L’argomento è molto delicato, se si considerache in passato, ma ancora oggi, lo sfrutta-mento del lavoro minorile è stato praticato conuna certa disinvoltura. Tanto per ricordarequello che succedeva tempi addietro (ma non

è detto che non avvenga anche oggi) a bam-bini italiani del sud, ma anche del nord, ven-duti e sfruttati nelle vetrerie della Savoia, o dibambini dal fisico “snello” (consumano pasti“leggeri”) per svolgere il mestiere di spazza-camini nei Paesi Bassi (leggere “l’Orda,quando gli albanesi eravamo noi”, di GianAntonio Stella).Se questo non avviene più (forse) in Italia,succede ancora in molti Paesi poveri.Vorrei dimenticare situazioni di orfani o bam-bini abbandonati in strutture fatiscenti o addi-rittura nelle carceri, per aver rubato unapagnotta di pane. Trattati come delinquentiadulti e soggetti a violenze di ogni tipo.E’ quello che qualche anno fa si è visto nelcarcere di San Pietroburgo a margine di unconvegno del Consiglio d’ Europa del 1998 su“Minori diseredati e famiglia”.

A conclusione, quello che mi conforta è il vo-ciare dei bambini (italiani e stranieri, di co-lore o con gli occhi a mandorla) chefrequentano una scuola elementare di frontealla mia abitazione. Nel cortile della scuola amezza mattina, subito dopo il pranzo e al-l’uscita nel pomeriggio non distingui (sechiudi gli occhi) i bambini italiani da quellistranieri E’ così che immagini il mondo di do-mani.Oggi è tempo per loro, senza distinzione al-cuna, di apprendimento delle conoscenze co-muni (lingua e anche dialetto, scienze…),domani, diventati lavoratori, italiani e non ita-liani dovranno vivere nell’epoca dei diritti edei doveri.Però c’è un tassello che manca: la formale cit-tadinanza italiana. A quando la decisione delParlamento?

Page 23: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

UN

EBA

23

Essere iscritti a Uneba dà diritto ad una serie di servizi ad ampio spettro, come:• fruire di tutela e rappresentanza a livello nazionale, regionale, locale nei confronti di

legislatori, amministratori, sindacati;• avere consulenza generale gratuita su normative, applicazione del contratto di lavoro,

su questioni gestionali, etc.;• partecipare alla vita istituzionale ed organizzativa dell’Uneba;• partecipare alle iniziative di formazione: convegni, seminari, progetti finanziati da

For.Te e Fond.E.R.;• ricevere via email 2 newsletter informative a settimana;• accesso alla parte riservata del sito, con documenti di approfondimento e le risposte

degli esperti su casi concreti di applicazione del contratto nazionale Uneba;• promuovere propri eventi (ad esempio convegni) attraverso www.uneba.org;• ricevere la rivista bimestrale Nuova Proposta;• in alcune Regioni viene inviata la Rassegna Legislativa e la Rassegna Stampa; • per Veneto e Liguria: accesso al servizio informativo regionale attraverso la pagina re-

gionale di Veneto e Liguria sul sito di Uneba.

QUOTE NAZIONALI 2017Le quote rimaste invariate anche per l’anno 2017 sono valide per: Abruzzo, Basilicata,Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, TrentinoAlto Adige, Umbria, Valle d’Aosta,:• Scuole materne, euro 50• Istituti fino a 50 assistiti, euro 130• Istituti da 50 a 100 assistiti, euro 165• Istituti da 100 a 200 assistiti, euro 270• Istituti con oltre 200 assistiti, euro 320• Sostenitori, euro 600

Le quote possono essere versate con una di queste modalità:sul conto corrente postale 18680009 intestato a Uneba – Via Gioberti 60 – 00185 Roma,utilizzando bollettini postali;• con bonifico postale: Iban IT 45 Z 07601 03200 000018680009;• sul conto corrente bancario: Iban IT40D0521603214000000081783. Il conto intestato

a Uneba è aperto presso il Credito Valtellinese – Agenzia 14 – Via Aosta, 60 – 00182Roma.

Si raccomanda, al momento del pagamento con bonifico, di specificare il numero di co-dice identificativo assegnato ad ogni associato. Prima di effettuare il versamento di unanuova istituzione contattare la segreteria nazionale.

QUOTE REGIONALI 2017Per l’adesione nelle Regioni: Calabria, Campania, Liguria, Lombardia, Piemonte, Pu-glia, Toscana e Veneto le quote sono riportate nel sito www.uneba.org

Iscrizione a UNEBA 2017

Page 24: “La riforma del Terzo Settore: gli scenari cambiano, i valori restano” · 2018-10-31 · 3 Scenari e valori dopo la riforma del Terzo Settore 4 Le cifre e l’alfabeto del bilancio

CO

LPO

D’A

LA

24

Bollettino ufficiale dell’UNEBA - Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza SocialeDirettore Responsabile: MAURIZIO GIORDANORedazione ed Amministrazione: 00185 Roma - Via Gioberti, 60 - Tel. 065943091 - Fax 0659602303e - mail: [email protected] - sito internet: www.uneba.orgAutorizzazione del Tribunale di Roma n. 88 del 21/2/1991Progetto e realizzazione grafica: www.fabiodesimone.itStampa: Consorzio AGE - Pomezia (Roma)

Il giornale è inviato gratuitamente agli associati dell’UNEBAFinito di stampare nel febbraio 2017

Questa pagina vuole essere un “colpo d’ala”, cioè una proposta per un momento di riflessione.

Cervelli in fuga?

Che meraviglia

il cervello umano!

Tutti dovrebbero

possederne uno.

Anonimo

Auguste Rodin - "Il pensatore" (Musée Rodin - Parigi)