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“Generale, il tuo carro armato è una macchina potente spiana un bosco e sfracella cento uomini. Ma ha un difetto: ha bisogno di un carrista. Generale, il tuo bombardiere è potente. Vola più rapido d'una tempesta e porta più di un elefante. Ma ha un difetto: ha bisogno di un meccanico. Generale, l'uomo fa di tutto. Può volare e può uccidere. Ma ha un difetto: può pensare.”

(Bertolt Brecht)

IMMAGINE DI COPERTINA: Lunch atop a Skyscraper (New York Construction Workers Lunching on a Crossbeam) è una famosa fotografia ripresa nel 1932 da Charles C. Ebbets durante la costruzione dell'Edificio GE del Rockefeller Center. E' il 29 settembre del 1932, undici operai pranzano su una trave a 244 metri d'altezza, sotto di

loro le strade di una New York in crescita. Stanno lavorando alla costruzione del Rockefeller

Center: l'America tenta di risollevarsi dalla Grande Depressione, siamo in pieno 'nuovo corso'

di Roosvelt, neoeletto presidente degli Stati Uniti. Nel 1932, data dello scatto, la sicurezza sul

mondo del lavoro è una materia pressoché sconosciuta...

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LAVORO PER TUTTI,

TUTTI AL LAVORO Riflessioni a cura della commissione

per la Pastorale Sociale e Lavoro dell’Arcidiocesi di Trento

Le tappe sono così suddivise:

Il lavoro: vocazione o castigo? a cura di don Rodolfo Pizzolli

Fine del lavoro o del tempo libero? a cura di Kathia Andreis

Pari opportunità: e i giovani? a cura di Paolo Gabos

Lavoro e cittadinanza a cura di Renza Genoni

Migrare per lavorare a cura di Johann Spitzer e dell'ufficio

Intraprendere nel lavoro e nell'impresa a cura di Flavio Berloffa

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Prima tappa: a cura di don Rodolfo Pizzolli

IL LAVORO

VOCAZIONE O CASTIGO?

Meditazione con le parole della IV preghiera eucaristica

Noi ti lodiamo, Padre santo, per la tua grandezza:

tu hai fatto ogni cosa con sapienza e amore.

A tua immagine hai formato l'uomo,

alle sue mani operose hai affidato l'universo

perché nell'obbedienza a te, suo creatore,

esercitasse il dominio su tutto il creato.

E quando, per la sua disobbedienza,

l'uomo perse la tua amicizia,

tu non l'hai abbandonato in potere della morte,

ma nella tua misericordia a tutti sei venuto

incontro, perché coloro che ti cercano ti possano

trovare.

Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza,

e per mezzo dei profeti hai insegnato a sperare

nella salvezza.

Padre santo, hai tanto amato il mondo da mandare

a noi, nella pienezza dei tempi, il tuo unico Figlio

come salvatore.

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Egli si è fatto uomo per opera dello Spirito Santo

ed è nato dalla Vergine Maria; ha condiviso in

tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione

umana. Ai poveri annunziò il vangelo di salvezza,

la libertà ai prigionieri, agli afflitti la gioia.

Per attuare il tuo disegno di redenzione

si consegnò volontariamente alla morte,

e risorgendo distrusse la morte e rinnovò la vita.

E perché non viviamo più per noi stessi

ma per lui che è morto e risorto per noi,

ha mandato, o Padre, lo Spirito Santo,

primo dono ai credenti, a perfezionare la sua opera

nel mondo e compiere ogni santificazione.

Dal libro della Genesi (1,27-28.2,4b-8.15)

E Dio creò l'uomo a sua immagine;

a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò.

Dio li benedisse e Dio disse loro: "Siate fecondi e

moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela,

dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo

e su ogni essere vivente che striscia sulla terra". […]

Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo

nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna

erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non

aveva fatto piovere sulla terra e non c'era uomo che

lavorasse il suolo, ma una polla d'acqua sgorgava dalla

terra e irrigava tutto il suolo. Allora il Signore Dio

plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue

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narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere

vivente.

Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente,

e vi collocò l'uomo che aveva plasmato.

Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di

Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Parola di Dio

Riflessione:

«C’è bisogno di testimoniare che l’esistenza è dono di Dio,

regalata a ciascuno nel suo progetto d’amore. Dobbiamo,

allora, lasciarci illuminare bene dalla proposta biblica nella

quale Dio si auto presenta come il Creatore e come un Dio che

agisce: creatore di una persona fatta a sua immagine e

somiglianza (cf Gen 1,26). I testi biblici della creazione, ci dice

il Magistero della Chiesa e gli studiosi biblici, presentano

l’uomo chiamato ad agire, a lavorare ad essere responsabile. La

vocazione che l’uomo riceve quando Dio lo pone nel giardino

delle origini affinché lo custodisse e lo coltivasse, indica con

chiarezza che il lavorare è una vocazione ed una dimensione

costitutiva, originaria della persona. Questo lavorare, ci dicono

i biblisti, ha il sapore del culto, del coltivare la propria fede e

della custodia della Parola di Dio. Lavorare con onestà, senso

di dovere, spirito di servizio è testimonianza di Dio. Liturgia,

meditazione delle Scritture e lavoro non sono realtà

contrapposte nella proposta cristiana, ma complementari e

scaturenti dalla verità dell’uomo e dalla sua visione integrale.

La vocazione al lavoro trova la sua esplicitazione più grande

nell’evento che fonda la nostra fede cristiana: l’incarnazione

del Figlio di Dio. Nel Cristo la vita umana entra nuovamente

nella sacralità di Dio: compreso il lavoro. Gesù non h avuto

problemi a farsi chiamare il falegname (cf. Mc 6,3). L’uomo

lavorando, quindi, esprime il suo essere creato ad immagine e

somiglianza di Dio, compie la volontà di Dio se lavora con

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Amore e per il bene suo e degli altri. Nel lavoro ci si può anche

santificare se vissuto come risposta all’amore di Dio. Il

Magistero, i teologi, i santi, i credenti comuni hanno riflettuto e

testimoniato il valore del lavoro come diritto e dovere di

ciascuno. Lavorando in una dimensione di giustizia e di

rispetto della dignità di ciascuno, l’uomo migliora se stesso ed

il creato. Papa Paolo VI, nella sua enciclica sociale Populorum

progressio (n. 27), ci invita a credere che «ogni lavoratore è un

creatore». In questo contesto di crisi esistenziale ed economica,

di mancanza di lavoro e di perdita di senso della vita, ogni

comunità cristiana ha il compito di riproporre la vita come

vocazione e di comprendere il lavoro come chiamata di Dio

alla santità, come possibilità di esprimere se stessi e di

migliorare l’umanità».

Preghiera

O Dio nostro padre, Creatore del cielo e della Terra

e soprattutto dell’uomo,

ci affidiamo alla tua sapienza,

affinchè possiamo comprendere il valore della vita

che ci hai donato e la dignità che hai impresso

in ogni persona.

Ti ringraziamo per il tuo amore con il quale ci hai creato

e nel quale ci fai vivere.

Ti ringraziamo per la vocazione al lavoro che hai

impresso in ogni persona, segno delle tua fiducia in noi e

del tuo progetto di bene.

Sostienici affinché sappiamo spendere la nostra vita ed i

doni con cui l’hai arricchita nel servizio fraterno e

lavorando nella giustizia e nella pace.

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Ti ringraziamo perché gratuitamente ci hai donato la vita

e ci chiedi di vivere nella gratuità,operando il bene.

Illuminaci e fa’ che accogliamo la tua grazia per poter

rispondere positivamente alla chiamata che ci rivolgi ad

operare per santificare la nostra vita nella fraternità.

Canto: E sono solo un uomo ( Symbolum ’80)

Io lo so, Signore, che vengo da lontano prima nel pensiero e poi nella tua mano io mi rendo conto che tu sei la mia vita e non mi sembra vero di pregarti così: «Padre d’ogni uomo» - e non t’ho visto mai «Spirito di vita» - e nacqui da una donna «Figlio mio fratello» - e sono solo un uomo: eppure io capisco che tu sei verità. E imparerò a guardare tutto il mondo con gli occhi trasparenti di un bambino e insegnerò a chiamarti «Padre nostro» ad ogni figlio che diventa uomo. (1 v.) Io lo so Signore che tu mi sei vicino, luce alla mia mente, guida al mio cammino, mano che sorregge, sguardo che perdona e non mi sembra vero che tu esista così. Dove nasce Amore tu sei la sorgente dove c’è una croce tu sei la Speranza dove il tempo ha fine, tu sei vita eterna: e so che posso sempre contare su di te!

E accoglierò la vita come un dono e avrò il coraggio di morire anch’io e incontro a te verrò col mio fratello che non si sente amato da nessuno. (1 v.)

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Seconda tappa: a cura di Kathia Andreis

FINE DEL LAVORO

O DEL TEMPO LIBERO?

“Nell’oceano tumultuoso del tempo e

della fatica vi sono isole di tranquillità dove

l’uomo può trovare rifugio e recuperare la propria dignità.

Questa isola è il settimo giorno, il Sabato, un giorno di

distacco dalle cose, dagli strumenti e dagli affari pratici e di

attaccamento allo spirito.” (Heschel)

Preghiera

Padre, tu non sei un Dio frenetico: non ti lasci prendere dall'agitazione di chi è in perenne lotta con il tempo. Regala qualche sosta al tuo popolo perché si fermi sotto la tua «nube » per riassaporare, nella gratitudine, la freschezza della tua ombra e ritrovare l'agilità di un buon passo sulla strada che ancora ci resta da fare. Nella tua tenerezza, tu non sei avaro di ristoro e di pace per quanti ami. Quando ci fermiamo per pigrizia, per incapacità o per colpa, la tua nube

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sosti sul nostro capo e resti con noi finché ci rialziamo di nuovo. Mandaci la brezza leggera dello Spirito, che offre suggerimenti interiori produce mentalità senza ricorrere alla forza e spinge al cambio senza creare traumi. (Tonino Bello)

Lettura:

+ dal Vangelo secondo Marco (2, 23-28)

Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i

suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I

farisei gli dicevano: “Guarda! Perché fanno in giorno di sabato

quello che non è lecito?”. Ed egli rispose loro: “Non avete mai letto

quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi

compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò

nella casa di Dio e mangiò i pani dell'offerta, che non è lecito

mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!”.

E diceva loro: “Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il

sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato”.

Parola del Signore

Riflessione:

[...] Già nel settembre 2004 L'Arcidiocesi di Trento nel

documento “La domenica e il lavoro” rifletteva sui pericoli

della scelta di aumentare il numero di aperture domenicali

degli esercizi commerciali e sulla conseguente visione riduttiva

dell'uomo come semplice consumatore. Successivamente essa

ha evidenziato, in molteplici occasioni (discorsi del vescovo,

documenti e altro), la necessità di un tempo libero comune tra

le persone e come per i cristiani la domenica è il giorno del

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Signore, dedicato alla celebrazione eucaristica e all'incontro

con Gesù; un giorno in cui non “oziare” passivamente, ma

“riposare” attivamente e ricaricarsi riscoprendo innanzitutto i

legami familiari e la propria comunità, oltre che godere di quei

“beni immateriali” che non si possono trovare sicuramente in

un centro commerciale: uno per tutti, il Creato.[...] Da più

parti viene espressa l'opinione che il lavoro è certamente un

diritto – dovere delle persone, ma che non può diventare

totalizzante: se è necessario che qualcuno lavori anche di

domenica, in alcuni tipi di servizi, o che debba scegliere di

lavorare la domenica per reale bisogno, è anche vero che si

necessita un tempo in cui le persone possano facilmente

ritrovarsi insieme, soprattutto nella nostra società che fa fatica

a vivere relazioni interpersonali gratificanti e costruttive.

Il pensiero di fondo è che, aldilà della effettiva convenienza

economica, il lavoro domenicale dell'industria e del

commercio non necessario, porta a sminuire la persona, che

sia lavoratore o fruitore di questi supposti “servizi”; occorrono

quindi azioni per “una domenica libera dal lavoro” sia dei

cittadini, in particolare dei cristiani (valorizzare diversamente il

tempo festivo, non fare acquisti di domenica) che dei

lavoratori per superare l'illusione che i soldi guadagnati con il

lavoro festivo migliorino la qualità della vita.

PADRE NOSTRO …

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Canto: Popoli tutti (D.Zshech)

Mio Dio, Signore, nulla è pari a Te.

Ora e per sempre, voglio lodare

Il Tuo grande amor per noi.

Mia roccia Tu sei, pace e conforto mi dai.

Con tutti il cuore e le mie forze,

sempre io Ti adorerò.

Popoli tutti acclamate al Signore

Gloria e potenza cantiamo al re,

mari e monti si prostrino a te,

al tuo nome, o Signore.

Canto di gioia per quello che fai,

per sempre, Signore, con te resterò,

Non c’è promessa, non c’è fedeltà

Che in te.

Tu luce d’amore, Spirito di Santità

entra nei cuori, di questi tuoi figli

chiamati ad annunciare il Re.

Tu forza d’amore, nuova speranza ci dai

in questo giorno, a Te consacrato

gioia immensa canterà

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terza tappa: a cura di Paolo Gabos

PARI OPPORTUNITA’…

E I GIOVANI?

C’è una chiesa

Fatta di uomini e di donne

semplici.

una chiesa

dove l’autorevolezza di un persona

nasce a sua insaputa

dal suo perdersi pazientemente nei poveri con amore.

C’è una chiesa fatta di uomini e di donne

lungimiranti e acuti

immersi nel quotidiano

in un silenzioso e generoso

donarsi.

C’è una chiesa che

quando cammina illumina

e quando illumina apre il cammino.

Una chiesa

fatta di cuori dolci come il miele

e resistenti come le montagne.

( P.Spoladore – Se uno tra voi vuole essere grande, si faccia servo di tutti)

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+ Dal Vangelo secondo Luca 5,1-11 La missione di Pietro

Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola

di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due

barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano

le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di

scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla

barca.

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo

e gettate le vostre reti per la pesca". Simone rispose: "Maestro,

abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma

sulla tua parola getterò le reti". Fecero così e presero una

quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano.

Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero

ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino

a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò

alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontànati da me,

perché sono un peccatore". Lo stupore infatti aveva invaso lui e

tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto;

così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci

di Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi

sarai pescatore di uomini". E, tirate le barche a terra, lasciarono

tutto e lo seguirono.

Parola di Dio Riflessione: “Il primo fondamento del valore del lavoro è l'uomo stesso, il suo soggetto. A ciò si collega subito una conclusione molto importante di natura etica: per quanto sia una verità che l'uomo è destinato ed è chiamato al lavoro, però prima di tutto il lavoro è «per l'uomo», e non l'uomo «per il lavoro» (LE nr. 6)”. Lavorare è agire, saper fare, imparare facendo, far propri i concetti relativi alla fatica e alla resilienza, all’umiltà. Lavorare è imparare la semplice soddisfazione del guadagnare il pane con l’opera delle proprie mani, realizzare

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qualcosa di utile alla società, all’azienda dove si lavora; è crescere nella collaborazione bella e faticosa con gli altri per il raggiungimento di un obiettivo comune. In quale luogo, oltre alla famiglia, se non nel lavoro, è possibile concretizzare quel patto tra generazioni che è il trasferimento di sapere teorico e pratico, che è anche saggezza e che porta allo sviluppo, evitando il ripetersi di errori del passato, per quanto possibile, e accogliendo le nuove idee che solo chi è portatore di futuro ha dentro di sé come talento specifico del suo essere? Preghiera Preghiera del Re Salomone (1Re 3,5-15)

Dio disse:

"Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda".

Salomone disse:

Tu hai trattato il tuo servo Davide,

mio padre, con grande amore,

perché egli aveva camminato davanti a te

con fedeltà,

con giustizia e con cuore retto verso di te.

Tu

gli hai conservato questo grande amore e gli hai dato un

figlio che siede sul suo trono, come avviene oggi.

Ora, Signore, mio Dio,

tu

hai fatto regnare il tuo servo

al posto di Davide, mio padre.

Ebbene io sono solo un ragazzo;

non so come regolarmi. Il tuo servo

è in mezzo al tuo popolo che hai scelto,

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popolo numeroso

che per quantità non si può calcolare né contare

Concedi al tuo servo un cuore docile,

perché sappia rendere giustizia al tuo popolo

e sappia distinguere il bene dal male.

Gloria..

Canto: Servo per amore

Una notte di sudore

sulla barca in mezzo al mare

e mentre il cielo s’imbianca già

tu guardi le tue reti vuote.

Ma la voce che ti chiama

un altro mare ti mostrerà

e sulle rive di ogni cuore

le tue reti getterai.

Offri la vita tua

come Maria ai piedi della croce

e sarai servo di ogni uomo,

servo per amore, sacerdote dell’umanità.

Avanzavi nel silenzio

fra le lacrime speravi

che il seme sparso davanti a te

cadesse sulla buona terra.

Ora il cuore tuo è in festa

perché il grano biondeggia ormai,

è maturato sotto il sole,

puoi riporlo nei granai

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Quarta tappa: a cura di Renza Genoni

LAVORO

E CITTADINANZA

E cos'è lavorare con amore?

E' tessere un abito

con i fili del cuore,

come se dovesse indossarlo il vostro amato.

E' costruire una casa con dedizione

come se dovesse abitarla il vostro amato.

E' spargere teneramente i semi e mietere il raccolto con gioia,

come se dovesse goderne il frutto il vostro amato.

E' diffondere in tutto ciò che fate il soffio del vostro spirito ( K. Gibran)

Preghiera:

Da piccolo, Signore Gesù, in una bottega di artigiano

ti sei guadagnato il pane col sudore della tua fronte.

Da allora il lavoro ha acquistato una nobiltà divina.

Con il lavoro ci convertiamo in compagni e collaboratori di Dio

e in artefici della nostra storia.

Il lavoro è l’incudine

dove l’uomo forgia la sua maturità e la sua grandezza,

la farina con cui impasta il pane quotidiano.

Il materiale, passando per le mani dell’uomo,

si trasforma in veicolo d’amore.

Dacci, Signore, la grazia di offrirti il lavoro quotidiano

come un gesto liturgico,

come una messa vivente

a gloria tua e al servizio dei fratelli.

Amen

(anonimo)

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Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

(3,7-12)

Fratelli: sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti

non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato

gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente,

notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.

Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello

da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo

sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi.

Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza

fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel

Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con

tranquillità.

Parola di Dio

Riflessione

“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul

lavoro che riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e

promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie

possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che

concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

(Cost It 1-4)

Lavorare comporta il godimento di diritti (compenso,

rispetto della persona, associarsi nei sindacati, tutela dello

Stato sociale), ma anche rispetto di doveri. Fondamentale tra

questi è il “lavorare bene”, cioè al massimo delle proprie

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capacità. È per questa via, principalmente, che si dispone dei

mezzi per vivere, e si può costruire quella felicità che deriva

dal realizzarsi come persona.

“Il lavoro è la condizione per rendere possibile la

fondazione di una famiglia, poiché questa esige i mezzi di

sussistenza, che in via normale l’uomo acquista mediante il

lavoro. Lavoro e laboriosità condizionano tutto il processo di

educazione nella famiglia. Ognuno “diventa uomo”, mediante

il lavoro, e il diventare uomo esprime lo scopo principale di

tutto il processo educativo”. (LE 6)

Preghiera:

Dio, nostro Padre, dal quale proviene ogni bene, noi ti ringraziamo per l’aiuto che dai nel compimento del nostro lavoro. Ti preghiamo per tutti coloro che lavorano nelle fabbriche, nelle miniere, nei campi, negli uffici, nelle scuole, negli ospedali, sulle strade, sul mare, nei cieli, nelle case. Guida i giovani nella scelta delle loro vocazioni e professioni. Fa’ che nessuno rimanga privo di lavoro. Dona a ciascuno di noi di compiere la Tua volontà, lavorando con coraggio e coscienza, nella gioia e nell’amore fraterno. Amen.

(Autore anonimo)

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Canto: Come fuoco per il mondo

Il mondo che nasce ogni giorno alla vita,

il mio sguardo non lo conterrà ,

il mondo che cresce e come un seme germoglia

il mio cuore non lo porterà ,

il mondo che ha fame, lotta e cerca giustizia

la mia vita non lo salverà….

ma se alzo lo sguardo ed allargo il mio cuore

questo mondo Lui mi affiderà

Dio cerca te ! come fuoco per il mondo ,

Santo come Lui, per cambiare il male in bene !

Dio vuole te ! Appassionato fino in fondo,

per la Vita di ogni uomo, che con te, Lui salverà ….

Pregare col cuore, è un gran gesto d’amore ,

sono uomo e ho bisogno di Te…

Fatica e dolore, è costruire la Storia :

il mio posto nel mondo qual è ?

Dare la Vita con tutti i miei doni,

fedele nella Carità !

Gioco la Libertà , obbediente alla Vita :

Il Suo Spirito mi accenderà!

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Quinta tappa: a cura di Johann Spitzer

e Monica Visintainer

MIGRARE PER LAVORARE

Sento che oggigiorno

il più grande distruttore di pace è l'aborto, perché è una guerra diretta,

una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa. [...]

Perché se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c'è più niente che impedisce

a me di uccidere te, e a te di uccidere me.

(Madre Teresa di Calcutta,

da Nobel lectures, Peace 1971-1980, 11 dicembre 1979)

Lettura:

DALLA LETTERA AGLI EBREI (Eb.11,1-12)

La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare. PAROLA DI DIO

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Riflessione

Poche cose nella storia hanno generato un impatto decisivo sulla vita familiare, sociale ed economica di una Nazione come la migrazione dei popoli. La sua dinamica, forte e complessa, è stata sempre un fenomeno in atto, permanente, che corrisponde a un’esigenza naturale della vita umana. L'uomo, da che esiste su questa terra, ha cercato la verità, la coscienza di sé e delle cose, così come il miglioramento delle sue condizioni di vita. Queste necessità lo portano alla ricerca e all’esplorazione: esperienza che è promessa e destino. Perfino i libri sacri ci raccontano l'esperienza del popolo eletto, prima sceso in Egitto e poi da lì nella ricerca della terra promessa: ciò significa lasciare ciò che è conosciuto (che rassicura, nonostante dei disagi), per trovare un destino trascendente. E' così che, in un certo senso, tutti siamo stranieri, migranti, legati a un destino comune. Quest’esperienza, tuttavia, porta anche in sé un fenomeno comune per i migranti e residenti: la paura dell'ignoto che mette in discussione la nostra visione di una vita comoda, che vorremmo fosse immutabile. *…+ Riguardo a questo fenomeno, e all’attuale ondata di profughi, emergono legittime preoccupazioni, che però devono essere assunte nella giusta scala della realtà politica e migratoria. Valutiamo insieme alcuni numeri: la popolazione della Libia è di circa 6,5 milioni; la scala politico-economica di questo fenomeno e’ difficile da misurare. In questo contesto è quindi opportuno ricordare alcuni dati come quelli degli emigrati dall’Italia tra 1941-1945 (circa 4 milioni) o tra il 1946-1975 (circa 7,5 milioni). Questo ci tranquillizza e ci porta a ricordare i diversi motivi che spingono la migrazione: economici, familiari, sociali, culturali, etc. e ci dice che il fenomeno deve essere valutato nella sua complessità. Sono i migranti che hanno portato la fede e le sue conseguenze istituzionali nell’occidente di oggi; sono i migranti che hanno teso le rotte commerciali, quelli che hanno arricchito, ma volte impoverito, la nostra cultura. Le migrazioni immateriali dei modelli culturali, infatti, si muovono con molta più facilità che le persone, come la mentalità del consumismo ed altri fenomeni che impattano fortemente la nostra cultura e valori.

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La crescente migrazione dei paesi poveri verso quelli più ricchi, mette in discussione anche il modo in cui la cooperazione internazionale si è focalizzata negli ultimi anni. Una politica che punta principalmente sul piano assistenziale è debole: bisogna aiutare a creare condizioni di giustizia e di pace, cioè condizione per uno sviluppo integrale ricordando che «lo sviluppo è il nome nuovo della pace» (Paolo VI).

Preghiera per la libertà religiosa

Signore Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, che sei venuto in mezzo a

noi per portarci l’Amore del Padre e rinnovarci con il Tuo Spirito,

donaci di ritrovare la nostra dignità di Figli di Dio.

Cristo Gesù, che ti sei incarnato per unire nuovamente l’umano al

divino e rinnovare dentro di noi la presenza di Dio, nostro creatore,

concedi ad ogni persona di scoprire la dimensione dello spirito nella

propria persona.

Signore Gesù, che sei l’Emmanuele, il Dio con noi, illumina la

coscienza di ogni persona, perché in essa possa risplendere la luce

della tua verità e accogliere la beatitudine della fede.

Cristo Gesù, che nella tenerezza di un bambino vuoi smuovere i muri

che ci siamo costruiti e le barriere che abbiamo innalzato tra di noi,

sostienici nel ricercare il dialogo, la conoscenza e la stima: tra le

diverse confessioni cristiane e tra le varie fedi e religioni.

Signore Gesù, Tu che sei luce del mondo e sale della terra, ridona

sapore al nostro vivere nell’accoglienza della Tua parola e nel

cammino di fede e dona tutti gli uomini la libertà di vivere nella

quotidianità il proprio credo.

Cristo Gesù, Tu che sei la Via, la Verità e la Vita, fa’ che non

deviamo mai dalla Tua Parola, affinché possiamo contribuire

all’edificazione di un’umanità riconciliata nell’Amore del Padre,

appassionata alla libertà religiosa ed al bene comune. AMEN

PADRE NOSTRO …

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Canto : APRI IL TUO CUORE AL SOFFIO DI DIO (RNSS)

Apri il tuo cuore al soffio di Dio,

apri il tuo cuore, non avere paura.

E’ una certezza, non dubitare

Il Signore è con noi.

Abramo: esci e vai,

c’è una fertile terra che io sogno per te.

Se in Me tu crederai,

la mia benedizione in tutto il mondo sarà. Rit

Per mezzo tuo, Mosè

Il mio popolo schiavo io libererò.

Ti mando innanzi a Me:

anche il mare e il deserto tu attraverserai. Rit

Tu, Davide, vedrai:

il mio amore fedele mai ti lascerà.

Se docile sarai,

il tuo trono per sempre saldo resterà. Rit

Il Figlio mio Gesù

Tu, Maria, nel tuo grembo presto porterai.

Non indugiare più:

l’universo intero sta aspettando il tuo “sì”. Rit

E a voi, fratelli miei,

il mio Spirito Santo presto manderò.

Vangelo e carità:

non vi manchi il coraggio, io ritornerò. Rit

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Sesta tappa: a cura di Flavio Berloffa

INTRAPRENDERE

NEL LAVORO

E NELL’IMPRESA

Preghiera per il mondo del lavoro proposta dall'Arcivescovo di Torino Monsignor Nosiglia

O Dio, nostro Padre, ti lodiamo e ringraziamo perché hai

voluto far partecipare il tuo Figlio Gesù di ogni dimensione

della vita umana, anche di quella del lavoro, facendogli fare

l’esperienza impegnativa e straordinaria di guadagnarsi il pane

con l’esercizio delle proprie competenze e il sudore della

fronte.

Concedi che in tanti luoghi di lavoro così travagliati in questo

tempo d’incertezze e difficoltà, tornino la concordia, il dialogo

e l’impegno di valorizzare l’apporto di tutti, quali vie

indispensabili ad una ricerca del bene comune.

Rendici capaci di leggere con sapienza i segni dei tempi, per

far fronte uniti alle nuove sfide che il mondo economico è

chiamato ad affrontare.

Fa' che mediante l’impegno di tutti nessuno soffra per la

mancanza di lavoro e i giovani trovino risposte alle loro attese

e speranze per essere in grado di offrire il loro apporto

responsabile al futuro della nostra società.

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Aiuta le persone di buona volontà che s’impegnano per la

pacificazione dei cuori e l’unità di tutte le componenti del

mondo del lavoro, in vista del progresso civile e spirituale della

nostra comunità. Amen

In ascolto della Parola di Dio

+ Dal vangelo secondo Matteo (25,14-30

Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio,

chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede

cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno

secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto

cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri

cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne

guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo

talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro

del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi

tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva

ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo:

Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho

guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il

suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto;

prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui

che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai

consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene,

servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel

poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo

padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo

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talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove

non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura

andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il

padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che

mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso;

avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così,

ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli

dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a

chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha

sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo

fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

Parola di Dio

Riflessione

«La questione dell’intraprendere assume un carattere cruciale e

prioritario: bisogna favorire le condizioni per tornare a liberare

le energie attive o potenzialmente tali dell’intraprendere.

Sono state individuate e condivise quattro priorità:

1. Ridurre la precarietà e i privilegi nel mercato del lavoro,

aumentando la partecipazione, la flessibilità in entrata e

in uscita e l’eterogeneità;

2. elaborare politiche fiscali e sociali per riconoscere e

sostenere la famiglia con figli;

3. ridistribuire la pressione fiscale, spostandola dal lavoro

e dagli investimenti verso le rendite;

4. sostenere la crescita delle imprese.

Approfondendo questi quattro aspetti possiamo dire che:

la flessibilità rischia di produrre fenomeni di precarietà. Per

questo è importante abbattere drasticamente il lavoro

sommerso, aumentando i controlli e usando la leva fiscale,

anche con incentivi alle imprese che assumono con contratti

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regolari e portando a termine riforme indilazionabili, quali

quelle degli ammortizzatori sociali e quelle consistenti

nell’adozione di strumenti normativi che tutelino chi lavora in

modi adeguati a ruoli e contesti produttivi sempre più

diversificati.

E’ di fondamentale importanza che il lavoro non contraddica le

logiche della famiglia, ma le sostenga e le rafforzi per avere dei

benefici anche sul piano della produzione lavorativa e, dunque,

della crescita.

La riforma dell’intero sistema fiscale per la famiglia: va

sostenuto un sistema che rapporti il carico fiscale al numero dei

componenti. La riforma deve mirare, inoltre, a ridurre il carico

fiscale sul lavoro e sugli investimenti, anche come espressione

di condanna dell’evasione fiscale, arrivata a livelli

insostenibili.

E’ necessario che la situazione critica in cui versa l’ambiente

susciti attenzione non solo nella comunità civile, ma anche

nella Chiesa e tra i credenti, chiamati ad essere custodi della

creazione».

PADRE NOSTRO…

Beatitudini ( La preghiera di Gesù è la nostra )

Dove due o tre sono riuniti nel mio nome,

io sarò con loro, pregherò con loro,

amerò con loro perché il mondo venga a Te,

o Padre, conoscere il tuo amore avere vita in Te.

Voi che siete luce della terra, miei amici,

risplendete sempre della vera luce

perché il mondo creda nell’amore

che c’è in voi, o Padre,

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consacrali per sempre, diano gloria a Te.

Ogni beatitudine vi attende nel mio giorno,

se sarete uniti, se sarete pace, se sarete puri

perché voi vedrete Dio che è Padre,

in Lui la vostra vita gioia piena sarà.

Voi che ora siete miei discepoli nel mondo,

siate testimoni di un amore immenso,

date prova di quella speranza che c’è in voi,

coraggio, vi guiderò per sempre, io rimango con voi.

Spirito che animi la Chiesa e la rinnovi,

donale fortezza, fa’ che sia fedele

come Cristo che muore e risorge perché il regno del Padre

si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in Lui.

…si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in Lui.

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PROGRAMMA

ore 10.45 ritrovo al parcheggio della stazione FS di

VILLAZZANO (vicino alla rotonda a lato della stazione)

ore 11.00 partenza per l’altopiano di Asiago, via

gallio si arriva a CAMPO MULETTO : pranzo al sacco o

presso il rifugio

ore 13.30 Inizio camminata sul sentiero del Silenzio

e della memoria http://www.sentierodelsilenzio.it

ore 16.00 Visita ai vecchi mulini

ore 17.30 Partenza e ritorno a Trento

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Arcidiocesi di Trento

Pastorale Sociale, Ambiente e Turismo

Scuola per la Politica, l' Economia e il Sociale

Comitato Diocesano Trentino Locride

Via Barbacovi 4 - 38122 Trento

email ufficio: [email protected]

tel: 0461/891.324 - 323 fax: 0461/891.325

www.diocesitn.it/lavoro www.diocesitn.it/trentinolocride

stampato su carta ecologica