“Fragments” by Charpin e Piemme - Ceramic World Web€¦ · di “Fragments”, la pri-ma...

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Massimo Barbari, dal 2015 AD Ceramiche Piemme, ha da subito avviato una de- cisa strategia di rebran- ding del marchio preveden- do, tra l’altro, la creazione di uno stretto dialogo con ar- chitetti ed interior designer. Seguendo questa strate- gia, già in occasione de i Saloni 2016, Barbari ave- va presentato la collezione Bits and Pieces disegnata da Gordon Guillaumier, poi premiata con l’ADI Cera- mics Design Award e carat- terizzante il catalogo azien- dale 2017. Ora, in occasione de i Saloni 2017 Cerami- che Piemme ha annun- ciato la presentazione di “Fragments”, la pri- ma collezione frutto di una nuova collaborazio- ne con il designer Pierre Charpin. Abbiamo chiesto a Massimo Barbari le motivazioni che lo hanno spinto a scegliere la collaborazione di figure di designer molto prossime al mondo dell’arte, sia Guillau- mier sia lo stesso Charpin il quale, peraltro, ha anche di- chiarato “di non aver mai la- vorato prima su un proget- to di piastrelle”. Barbari ci ha così risposto: “Il nostro è un settore che si sta ripen- sando completamente. Le nuove tecnologie permet- tono una libertà espressiva mai raggiunta prima e ab- biamo bisogno di confron- tarci con designer che pos- sano pensare al prodot- to cerami- co in un’otti- ca completa- mente diver- sa”. Pierre Charpin Allestimento FuoriSalone 2017 by Gordon Guillaumier “Fragments” by Charpin e Piemme 28 - Tile Italia 2/2017 Economia&mercato

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Massimo Barbari, dal 2015 AD Ceramiche Piemme, ha da subito avviato una de-cisa strategia di rebran-ding del marchio preveden-do, tra l’altro, la creazione di uno stretto dialogo con ar-chitetti ed interior designer. Seguendo questa strate-gia, già in occasione de i Saloni 2016, Barbari ave-va presentato la collezione Bits and Pieces disegnata da Gordon Guillaumier, poi premiata con l’ADI Cera-mics Design Award e carat-terizzante il catalogo azien-dale 2017.Ora, in occasione de i Saloni 2017 Cerami-che Piemme ha annun-ciato la presentazione di “Fragments”, la pri-ma collezione frutto di una nuova collaborazio-ne con il designer Pierre

Charpin.Abbiamo chiesto a Massimo Barbari le motivazioni che lo hanno spinto a scegliere la collaborazione di figure di designer molto prossime al mondo dell’arte, sia Guillau-mier sia lo stesso Charpin il quale, peraltro, ha anche di-chiarato “di non aver mai la-vorato prima su un proget-to di piastrelle”. Barbari ci ha così risposto: “Il nostro è un settore che si sta ripen-sando completamente. Le nuove tecnologie permet-tono una libertà espressiva mai raggiunta prima e ab-biamo bisogno di confron-tarci con designer che pos-sano pensare al prodot-to cerami-co in un’otti-ca completa-mente diver-sa”.

Pierre Charpin

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TILE ITALIA ha incontrato Pierre Charpin presso la location appron-tata da Ceramiche Piemme in zo-na Brera, durante la Design Week milanese, e curata nell’allestimento dallo stesso Gordon Guillaumier in collaborazione con Gabriella Zec-ca.

Tile Italia: - Ci racconta il suo rapporto con il materiale cerami-co? -Pierre Charpin: “Io conoscevo il materiale ceramico nella sua di-mensione artigianale, attraverso progetti ed esperienze diverse. Una prima importante esperienza l’avevo avuta nel 2000, con il ce-

ramista Jacques Bro di Vallauris nel sud della Francia, poi avevo partecipato ad una importante ri-cerca sui decori ceramici presso il CRAFT di Limoges nel 2003, mentre risale al 2008 l’inizio della mia collaborazione con la Manu-facture Nationale de Sévrès. In ognuno di questi progetti mi sono confrontato con tipologie diverse di ceramica, dalla cerami-ca rustica di Vallauris alla porcel-lana super fine di Sèvres, ma non conoscevo nulla della ceramica industriale della quale, peraltro, avevo una visione un po’ naif: la immaginavo come una specie di attività artigianale meccanizzata.”

Tile Italia: - Cosa la ha maggior-mente colpita durante la sua pri-ma visita a Ceramiche Piemme? -P. Charpin: “La visita allo stabili-mento (700 m di lunghezza, ope-rativo h24, produzione comple-tamente automatizzata per circa 7 milioni di mq di piastrelle/anno) mi ha dato la misura della sfida, facendomi capire che entravo in un mondo completamente sco-nosciuto. E questo, devo dire, è una delle cose belle del mio me-stiere: confrontarsi con materiali e mondi sconosciuti per capirne l’essenza, la storia e anche le lo-giche commerciali per poi cerca-re di inserirvi un punto di vista, in-

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novativo.”Tile Italia: - Un vera sfida, dunque? -P. Charpin: “Devo anche aggiungere che non mi era mai stato chiesto di dise-gnare “superfici” ceramiche, il mio, di fat-to, era stato un approccio artistico alla ceramica. La visita allo stabilimento, così impattante, ha però stimolato il mio inte-resse per il progetto. Ho capito che do-vevo liberarmi di ogni pregiudizio e pre-concetto, integrandomi a logiche per me nuove per rispondere alla richiesta che l’azienda mi faceva: superare il rischio di omologazione derivante dall’altissimo li-vello tecnologico raggiunto dal settore, integrando la produzione industriale con

una ricerca più sofisticata e complessa… più “artistica” in grado di aggiungere emozioni ad un prodotto di serie”. Tile Italia: - Qual è stata la richiesta dell’azienda? -P. Charpin: “La richiesta è stata precisa: disegnare dei decori da applicare su “fondi” le cui superfici, i colori, la texture e i formati sono già in parte definiti. Di fatto mi è stato chiesto di produrre decori per un materiale preesistente usando, per la loro realizzazione, la tec-nica della stampa digitale utilizzata, nel mio caso, non per una imitazione iperre-alistica di altri materiali (pietre naturali, le-gno, ecc) ma per cercare nuove espres-

sività più sofisticate e prossime all’arte.”Tile Italia: - Da cosa è nata l’ispirazione per la realizzazione di Fragments? -P. Charpin: “Fragments nasce da una ispirazione molto grafica. Volevo qualco-sa di non statico, che potesse rappre-sentare il movimento. I decori sono astratti, nel senso che le forme evocano le forme stesse. E’ la loro combinazione a creare un effetto pittorico, anche se i colori sono stati scelti nella zona dei grigi piuttosto che fra quelli più brillanti, come forse ci si sarebbe potuti aspettare da me.”Tile Italia: - Perché ha scelto il nome “Fragments”? -

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P. Charpin: “Ho chiamato la collezione “Frag-ments” perchè in effetti si tratta di una vera “collezione di frammenti”, frammenti di dise-gni, frammenti di materie, frammenti di su-perficie... L’idea della collezione era proprio quella di fare convivere frammenti: frammenti della mia “storia” con frammenti della storia di Piemme. Anche il punto di partenza per la realizzazione dei due decori, Form e Oblong, sono stati dei segni grafici che avevo già elaborato nel pas-sato. Si è trattato di un lungo lavoro di re-in-terpretazione di questi segni grafici per farli entrare nelle logiche e regole del decoro di una piastrella che si deve ripetere su grandi superfici”. ❞

...ispirazione molto grafica: volevo qualcosa di non statico, che potesse rappresentare il movimento. i decori sono astratti, nel senso che le forme evocano le forme stesse.

PIERRE CHARPIN

Pierre Charpin è un creatore eclettico, capace di passare dall’arte al design, dalla collaborazione con Hermès a quella con Alessi e dalla porcellana di Sèvres alle piastrelle di Ceramiche Piemme. “Fragments” by Pierre Chardin è declinata in quattro tonalità: dalla più chiara Milk alla più scura Charcoal (grigio scuro) passando attraverso il grigio nuvola, Cloud, e il più caldo Tan sia nei decori Form e Oblong sia nelle superfici mono-cromo effetto resina (Resin) ed effetto legno (Wood).Per i rivestimenti, le piastrelle che ricreano l’effetto Maiolica sono disponibili in altre due sfumature: Fern e Ocean.Tre le finiture tridimensionali - Dune, Paint, Hatch - che aggiungono carattere materico alla collezione.

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