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ANNO XXIV NUMERO 03 MARZO 2020 WWW.MILANOSUD.IT @MILANOSUD5 /MILANOSUD Il giornale dell’Associazione - ),!!%$"$+&$%’(*,#$+ Segui il nostro sito MILANOSUD.IT e resta sempre aggiornato attraverso i nostri social A lessandro Manzoni racconta che la famosa pestilenza del 1630 fu a lungo incompresa nella sua gravità dalle autorità sanitarie, occultata dalle autorità politiche e negata dal sempli- cismo popolare. Poi si sa come andò a finire, dopo che la mancanza di forti misure preventive igienico-sanitarie aveva consentito il dilagare del morbo e nessuna terapia (men che meno quella di trovare negli “untori” la causa del “veneficio”) era in grado di arre- stare il flagello, se non dopo una tra- gica decimazione della popolazione. Quattro secoli dopo, ovvero in piena era digitale, la possibilità di negare l’evidenza conoscitiva è evidente- mente inesistente. Tutti siamo edotti, anche se non vo- gliamo, dell’arrivo del morbo, del suo propagarsi, del suo tasso di mortalità. Ma la misura, la dimensione della gra- vità sfuggono tuttora anche ai più at- trezzati laboratori scientifici. Per una ragione drammaticamente semplice: il Coronavirus è un soggetto nuovo. Chi, anche da sedi qualificate, lo aveva inizialmente derubricato a poco più di una influenza, aveva, pur nel lo- devole intento di contenere gli allarmi- smi, indotto una interpretazione che non teneva adeguatamente conto del fatto che questo virus non è un repli- cante. Il Coronavirus è un “ospite” che non conoscevamo, dotato di aggressi- vità inedita, capace di propagarsi con modalità e con effetti che hanno, fino a questo punto, sorpreso anche la comu- nità scientifica. Ora c’è. E pare che ce lo terremo molto più a lungo di quanto si potesse ipotizzare. Ha già fatto molti danni e altri ancora ne farà. Nessuno si fa più illusioni a questo riguardo. Piero Pantucci Continua a pag. 2 La pandemia che cambia le nostre vite Di Paola Pessina Vicepresidente FondazioneCariplo Per aprire gli occhi di Milano sulla “fame” di oltre 20 mila dei bambini che la abitano, ci voleva la forza di un uomo che, tra i ricordi della propria infanzia contadina, non potesse cancellare quelli di una miseria che arrivava alla fame: parliamo di Giu- seppe Guzzetti, che nell’ultima fase del suo lunghissimo mandato come Presidente di Fondazione Cariplo, due anni fa ha dettato il suo “no”. Non è tollerabile che nella Milano smart, “place to be” allo sguardo del mondo, siano invisibili migliaia di bambini che, certo, non hanno gli oc- chioni imploranti e le braccine sche- letrite che ci afferrano alla gola nei reportage dai Paesi in guerra o in ca- restia, ma che non riescono di fatto ad avere l’essenziale, “quanto basta” – q.b. – per dirsi cittadini di Milano oggi. Non hanno un’alimentazione regolare e adatta a loro: mangiano a casa ciò che i genitori raccattano in qualche modo, senza poter sce- gliere, di qualità discutibile; non hanno prevenzione e cure mediche stabili: finiscono in pronto soccorso quando stanno male, prendono me- dicine ma solo se gratis e se ci si ri- corda di somministrargliele; non cu- rano i denti perché sarebbe un lusso, e li perdono prima degli altri o cre- scendo se li tengono guasti e disor- dinati; vanno a scuola un po’ così; giocano come ogni bambino, ma come capita, non guidati né valoriz- zati da adulti dedicati, non fanno sport perché non avrebbero l’at- trezzatura e chi li accompagni; a tea- tro, al cinema, in vacanza, a imparare come si usa un pc o un paio di scar- pette da danza nessuno può per- mettersi di mandarli e tanto meno di portarli… Continua a pag. 9 AMMINISTRAZIONE CONDOMINIALE, SUCCESSIONI, CAF PATRONATO Aperte le prenotazioni per modello 730-2020 Fissate subito il vostro appuntamento. Via Gratosoglio 60 20142 Milano tel. 02-40700752 mail [email protected] “QuBì” per aiutare i bambini poveri a vivere degnamente Cosa si sta tentando di costruire per loro? Ve lo raccontiamo nella nostra pagina “La Voce delle Associazioni” L a Barona è costituita da tanti quartieri po- polari, con oltre 50 mila abitanti, forte- mente infrastrutturati. Ci sono due fermate della M2, Famagosta e Romolo dove transita anche il passante ferroviario; la Tangen- ziale e l’autostrada per Genova a un passo; il ser- vizio di trasporto pubblico, migliorato con la modifica del percorso della linea 71, con corse fino alle ore 23, e la linea 59 ripristinata da Fa- magosta a Porta Lodovica. La Barona è inoltre ricca di centri sportivi, aree agricole estese e di verde urbano. Una importante università come lo Iulm sta facendo da traino al ri- lancio dell’area intorno a Romolo, che accoglie sem- pre più insediamenti qua- lificati. E poi c’è un ospedale sto- rico per la Barona, il San Paolo, inaugurato nel 1978 e da oltre 30 anni anche polo universitario, che vive da tempo nell’incertezza del suo futuro. Parte proprio da qui, dalle recenti dichiarazioni dell’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, l’intervista al presidente del Municipio 6 Santo Minniti. L’as- sessore paventa infatti di collocare il nuovo Ospe- dale dei Santi non più al Ronchetto sul Naviglio, ma accanto al San Carlo, a ben 7 chilometri di di- stanza dalla Barona, con conseguente svuota- mento di importanti servizi del San Paolo. Claudio Calerio Continua a pag. 3 Intervista sulla Barona al presidente del Municipio 6 «Spetta a me difendere i diritti del nostro territorio» Nelle risposte di Santo Minniti il destino dell’ospedale San Paolo e il futuro del quartiere Il presidente del Mu6, Santo Minniti. Alle sue spalle, uno dei murales di via S. Cristoforo che s’ispirano alla Valentina di Guido Crepax. Attenzione A seguito delle decisioni delle Autorità competenti, l’associazione Milanosud ha rimandato al 23 maggio la gita prevista il 21 marzo a Monastero di Torba, mentre il fine settimana in Veneto, programmato per inizio maggio, è spostato a data da destinarsi. Informazioni a pagina 10 Coronavirus “C ominciamo dalla sostanza. Dob- biamo cambiare le nostre abitudini di vita, dobbiamo evitare il più pos- sibile contatti non strettamente necessari. E ve lo dice uno che in queste settimane ha sempre sostenuto che le regole vanno appli- cate e non discusse, ma che ha anche cer- cato di mantenere alta la speranza e la volontà di non fermarsi di fronte alle diffi- coltà. Per cui il mio invito, semplicemente, è di stare in casa il più possibile. Diamo una dimostrazione di realismo e di buon senso. Solo se saremo uniti e non minimizzeremo la situazione potremo superare questo mo- mento difficile. Spieghiamolo bene ai nostri figli, prendiamoci cura degli anziani. Tenendo presente un punto fondamentale: capire come si sta agendo per adeguare le struttura sanitaria delle nostre Re- gioni dell’emergenza. Il sindaco Giuseppe Sala Continua a pag. 2 A pag. 2 la sintesi del Decreto delle presidenza del Consiglio contro la diffusione del Coronavirus dell’8 marzo L’appello ai milanesi e al governo del sindaco Sala

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ANNO XXIV NUMERO 03 MARZO 2020 WWW.MILANOSUD.IT @MILANOSUD5 /MILANOSUD

Il giornale dell’Associazione

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Alessandro Manzoni racconta che lafamosa pestilenza del 1630 fu a

lungo incompresa nella sua gravitàdalle autorità sanitarie, occultata dalleautorità politiche e negata dal sempli-cismo popolare. Poi si sa come andò afinire, dopo che la mancanza di fortimisure preventive igienico-sanitarieaveva consentito il dilagare del morboe nessuna terapia (men che menoquella di trovare negli “untori” la causadel “veneficio”) era in grado di arre-stare il flagello, se non dopo una tra-gica decimazione della popolazione.Quattro secoli dopo, ovvero in pienaera digitale, la possibilità di negarel’evidenza conoscitiva è evidente-mente inesistente.Tutti siamo edotti, anche se non vo-gliamo, dell’arrivo del morbo, del suopropagarsi, del suo tasso di mortalità.Ma la misura, la dimensione della gra-vità sfuggono tuttora anche ai più at-trezzati laboratori scientifici.Per una ragione drammaticamentesemplice: il Coronavirus è un soggettonuovo. Chi, anche da sedi qualificate, loaveva inizialmente derubricato a pocopiù di una influenza, aveva, pur nel lo-devole intento di contenere gli allarmi-smi, indotto una interpretazione chenon teneva adeguatamente conto delfatto che questo virus non è un repli-cante. Il Coronavirus è un “ospite” chenon conoscevamo, dotato di aggressi-vità inedita, capace di propagarsi conmodalità e con effetti che hanno, fino aquesto punto, sorpreso anche la comu-nità scientifica. Ora c’è. E pare che ce loterremo molto più a lungo di quanto sipotesse ipotizzare. Ha già fatto moltidanni e altri ancora ne farà. Nessuno sifa più illusioni a questo riguardo.

Piero PantucciContinua a pag. 2

La pandemiache cambiale nostre vite

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Per aprire gli occhi di Milano sulla“fame” di oltre 20 mila dei bambiniche la abitano, ci voleva la forza di unuomo che, tra i ricordi della propriainfanzia contadina, non potessecancellare quelli di una miseria chearrivava alla fame: parliamo di Giu-seppe Guzzetti, che nell’ultima fasedel suo lunghissimo mandato comePresidente di Fondazione Cariplo,due anni fa ha dettato il suo “no”. Nonè tollerabile che nella Milano smart,“place to be” allo sguardo del

mondo, siano invisibili migliaia dibambini che, certo, non hanno gli oc-chioni imploranti e le braccine sche-letrite che ci afferrano alla gola neireportage dai Paesi in guerra o in ca-restia, ma che non riescono di fattoad avere l’essenziale, “quanto basta”– q.b. – per dirsi cittadini di Milanooggi. Non hanno un’alimentazioneregolare e adatta a loro: mangiano acasa ciò che i genitori raccattano inqualche modo, senza poter sce-gliere, di qualità discutibile; nonhanno prevenzione e cure medichestabili: finiscono in pronto soccorsoquando stanno male, prendono me-

dicine ma solo se gratis e se ci si ri-corda di somministrargliele; non cu-rano i denti perché sarebbe un lusso,e li perdono prima degli altri o cre-scendo se li tengono guasti e disor-dinati; vanno a scuola un po’ così;giocano come ogni bambino, macome capita, non guidati né valoriz-zati da adulti dedicati, non fannosport perché non avrebbero l’at-trezzatura e chi li accompagni; a tea-tro, al cinema, in vacanza, a impararecome si usa un pc o un paio di scar-pette da danza nessuno può per-mettersi di mandarli e tanto menodi portarli… CCoonnttiinnuuaa aa ppaagg.. 99

AMMINISTRAZIONE CONDOMINIALE, SUCCESSIONI, CAF PATRONATO

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“QuBì” per aiutare i bambini poveria vivere degnamenteCosa si sta tentando di costruire per loro? Ve lo raccontiamo nella nostra pagina “La Voce delle Associazioni”

La Barona è costituita da tanti quartieri po-polari, con oltre 50 mila abitanti, forte-mente infrastrutturati. Ci sono due

fermate della M2, Famagosta e Romolo dovetransita anche il passante ferroviario; la Tangen-ziale e l’autostrada per Genova a un passo; il ser-vizio di trasporto pubblico, migliorato con lamodifica del percorso della linea 71, con corsefino alle ore 23, e la linea 59 ripristinata da Fa-magosta a Porta Lodovica.

La Barona è inoltre riccadi centri sportivi, areeagricole estese e di verdeurbano. Una importanteuniversità come lo Iulmsta facendo da traino al ri-lancio dell’area intorno aRomolo, che accoglie sem-pre più insediamenti qua-lificati. E poi c’è un ospedale sto-rico per la Barona, il SanPaolo, inaugurato nel 1978e da oltre 30 anni anchepolo universitario, che viveda tempo nell’incertezzadel suo futuro.Parte proprio da qui, dalle

recenti dichiarazioni dell’assessore al Welfare diRegione Lombardia, Giulio Gallera, l’intervista alpresidente del Municipio 6 Santo Minniti. L’as-sessore paventa infatti di collocare il nuovo Ospe-dale dei Santi non più al Ronchetto sul Naviglio,ma accanto al San Carlo, a ben 7 chilometri di di-stanza dalla Barona, con conseguente svuota-mento di importanti servizi del San Paolo.

Claudio CalerioContinua a pag. 3

Intervista sulla Barona al presidente del Municipio 6

«Spetta a me difendere i diritti del nostro territorio»Nelle risposte di Santo Minniti il destino dell’ospedale San Paolo e il futuro del quartiere

Il presidente del Mu6, Santo Minniti. Alle sue spalle, uno dei murales di via S. Cristoforo che s’ispirano alla Valentina di Guido Crepax.

AttenzioneA seguito delle decisionidelle Autorità competenti,l’associazione Milanosud harimandato al 23 maggio lagita prevista il 21 marzo aMonastero di Torba, mentreil fine settimana in Veneto,programmato per iniziomaggio, è spostato a data dadestinarsi.

Informazioni a pagina 10

Coronavirus

“Cominciamo dalla sostanza. Dob-biamo cambiare le nostre abitudinidi vita, dobbiamo evitare il più pos-

sibile contatti non strettamente necessari.E ve lo dice uno che in queste settimane hasempre sostenuto che le regole vanno appli-cate e non discusse, ma che ha anche cer-cato di mantenere alta la speranza e lavolontà di non fermarsi di fronte alle diffi-coltà. Per cui il mio invito, semplicemente,è di stare in casa il più possibile. Diamo unadimostrazione di realismo e di buon senso.Solo se saremo uniti e non minimizzeremola situazione potremo superare questo mo-mento difficile.Spieghiamolo bene ai nostri figli, prendiamocicura degli anziani. Tenendo presente un puntofondamentale: capire come si sta agendo peradeguare le struttura sanitaria delle nostre Re-gioni dell’emergenza.

Il sindaco Giuseppe SalaContinua a pag. 2

A pag. 2 la sintesi del Decreto delle presidenza del Consigliocontro la diffusione del Coronavirus dell’8 marzo

L’appello ai milanesi e al governodel sindaco Sala

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Registrazione n. 744 - Nov. 1997. Via Santa Teresa, 2/A - 20142 - MiContatti: 02 84892068

Direttore Responsabile: Stefano Ferri

Raccolta Pubblicità:S. Devecchicceellll.. 334499 4400 6677 118844 [email protected], via A. Moro 2Pessano con Bornago (MI)Prossima uscita: 7/4/2020

Segue dalla primaSi tratta di una pandemia. Terribileverdetto. Cioè di una epidemia dif-fusa in ogni dove. Una epidemia che non conosce con-fini, anche se ci sono aree del globoalle quali è toccato lo spiacevole pri-vilegio, di sperimentarla per prime.Fra queste c’è l’Italia, purtroppo. Enon per insipienza dei medici o leg-gerezza dei politici, anche se erroridi valutazione e incertezze o con-traddittorietà nell’individuare le mi-sure idonee ci sono state. Ed erapressoché inevitabile, in presenza diun fenomeno che ha un profilo dimarcata novità rispetto a tutto ciòche si sapeva di virus ed epidemie.E di fronte agli impressionanti effettisul terreno economico del Coronavi-rus, occorrono più che mai serietà esenso della misura. Tutti uniti controil nemico comune. Bene. Con prov-vedimenti che appariranno e sa-ranno sempre inferiori al bisogno disicurezza e incapaci di risarcire com-pletamente le perdite di queste set-timane. Ma guai a inseguire la logicadel rilancio all’infinito.Una comunità si deve arricchire oimpoverire affidandosi a regole ge-nerali, che incidano in misura equasull’insieme del tessuto sociale, chie-dendo a tutti un ragionevole con-corso alla condivisione dei sacrifici.È ciò che la distingue da un agglo-merato di egoismi e particolarismi.Anche l’Europa è una comunità. Odovrebbe esserlo. Fino ad ora ce nesiamo accorti poco. È vero. E te-miamo che speculazioni economi-che sulle disavventure italiane siprotrarranno fino a quando anche lenazioni sin qui solo parzialmente

toccate dal virus, ne faranno la pienaconoscenza.Ora si è avviata una fase nuova, checi auguriamo sia caratterizzata daalcune consapevolezze.La prima è che il globalismo hacreato dimensioni planetarie cherendono perlomeno inadeguati glisteccati dei sovranismi nazionali.Solo una società tribale può credereche le barriere isolazionistiche ci sal-vino dalle pestilenze. Non c’è un solosettore della nostra economia chepossa rinunciare alla mobilità in-ternazionale di uomini, idee, da-naro, merci.Che lo capiscano anche a Bruxellese a Strasburgo è assolutamente do-veroso.È in grado il nostro sistema sanita-rio di fronteggiare il morbo? Perora, anche se faticosamente, sì. Mase la pandemia non rallenta,avremo modo di verificare quantosconsiderato sia stato, in tutti que-sti anni, indebolire la sanità pub-blica (tuttora oggetto diapprezzamento in tutta Europa), avantaggio di una progressiva priva-tizzazione delle strutture e della ri-nuncia a una ricerca farmacologica

finalizzata non al solo profitto.Qualche domanda sul perché il Co-ronavirus abbia deciso di nascere edi entrare nelle nostre esistenze bi-sogna porselo. Be’, a scorno di chicontinua a irridere al “bigottismo”degli ecologisti, credo sia sempre piùchiaro che i mutamenti climatici fa-voriscono mutazioni genetiche e che“la perdita della biodiversità portagravi squilibri tra le specie, con mi-grazioni di insetti e microrganismi ela conseguente diffusione di pande-mie” (Osservatorio diritti).Il nostro stile di vita è insofferente arestrizioni e rinunce? E allora tenia-mocene anche le conseguenze. Con-vinti che anche la prossimapandemia si accanirà soprattuttosugli anziani, lasciando alle nuovegenerazioni il generoso compito diinvestire sul presente, fregandosenedel domani.Quante volte abbiamo sentito inquesti giorni commentare la mortedi un anziano con la consolatoria for-muletta delle “patologie pregresse” edel “quadro clinico compromesso”.Si può anche sperare in un epicediomeno avvilente.

Piero Pantucci

La pandemia che cambia le nostre vite

segue dalla primaDetto ciò, ribadisco il mio pen-siero. Lunedì scorso in ConsiglioComunale ho ricordato che ilDirettore della Virologia del piùgrande ospedale tedesco (loCharitè di Berlino) afferma chequesto virus si ripresenterà pro-babilmente anche l’invernoprossimo. Da qui parto per direche è più che ovvio che siamo inemergenza sanitaria, ma ilblocco di un quarto del Paese(che però in termini economicivale tre quarti) produrrà danniincalcolabili alle famiglie ita-liane. Non per qualche setti-mana, ma per un lungo periodo.Non è una questione di PIL, madi reddito familiare. Di chi per-derà il lavoro, di chi è già in dif-ficoltà e vedrà peggiorare la sua

situazione. Mi aspetto dal Go-verno una risposta rapida e de-cisa su questo fronte, che non sirisolva in misure fiscali ma chepreveda forti iniezioni di liqui-dità. Sono già pronto per lavo-rarci con tutte le Istituzioni. Sivive sempre giorno per giorno,ma una comunità che non rie-sce a guardare avanti è persa.Serve un grande investimentofinanziario per supportare unterritorio che traina l’Italia dadecine di anni.

E infine una piccola ma dove-rosa questione di merito. Mi-lano, piaccia o no, è il cuore delPaese. Stamattina ho ascoltatoil Presidente del Consiglio la-mentarsi della fuga di notizie (èsuccesso l’8 maro NdR). Non vabene, infatti, che il Sindaco e ilPrefetto di Milano sappiano diqueste norme dai media.Detto tutto ciò garantisco il miomassimo impegno per far sì chele decisioni prese trovino la mi-gliore applicazione possibile, sa-pendo che non sono ancorasufficientemente chiare e che lodovranno diventare in fretta.Servirà tanto, tanto buon senso.Di chi governa e dei singoli cit-tadini“.

Il sindaco Giuseppe Sala

Emergenza Coronavirus

L’appello ai milanesi e al governo del sindaco Beppe Sala

MobilitàIn tutta la Regione Lombardia è nelle province diModena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini,Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti,Vercelli, Novara, Verbano Cusio Ossola e Alessan-dria sono vietati gli spostamenti delle persone fi-siche in entrata e uscita da tutto il territorio,nonché all’interno dello stesso, salvo che per glispostamenti motivati da comprovate esigenze la-vorative o situazioni di necessità ovvero sposta-menti per motivi di salute. È consentito il rientropresso il proprio domicilio, abitazione o residenza.Ai soggetti con sintomatologia da infezione respi-ratoria e febbre (maggiore di 37,5°C) è forte-mente raccomandato di rimanere presso il propriodomicilio e limitare al massimo i contatti sociali,contattando il proprio medico curante.Divieto assoluto di mobilità dalla propria abita-zione per i soggetti sottoposti a quarantena o ri-sultati positivi al virus.

Attività sportiveSono sospesi gli eventi e le competizioni sportivedi ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o pri-vati.Sono sospese le attività di palestre, centri sportivi,piscine, centri benessere, centri termali (fatta ec-cezione per l’erogazione delle prestazioni rien-tranti nei livelli essenziali di assistenza),culturali, sociali e ricreativi.Sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici.

LavoroSi raccomanda ai datori di lavoro pubblici e pri-vati di promuovere, durante il periodo di efficaciadel presente decreto, la fruizione da parte di la-voratori dipendenti dei periodi di congedo ordi-nario e ferie.Sono adottate in tutti i casi possibili modalità dicollegamento da remoto nello svolgimento di riu-nioni.Sono sospesi i congedi ordinari del personale sa-nitario e tecnico.

Manifestazioni, eventi, e luoghi di cultoSono sospese tutte le manifestazioni organizzate

nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, ivicompresi quelli di carattere culturale, ludico,sportivo, religioso e fieristico, anche se svolti inluoghi chiusi ma aperti al pubblico.Sono sospese le cerimonie civili e religiose, com-prese quelle funebri.Sono chiusi i musei e gli istituti culturali.

Istruzione e formazioneSono sospesi i servizi educativi per l’infanzia e leattività didattiche in presenza nelle scuole di ogniordine e grado e di formazione superiore, com-prese le Università, i corsi professionali, master,corsi per le professioni sanitarie e università peranziani e i corsi e attività formative svolte da altrienti pubblici e da soggetti privati.Resta ferma la possibilità di svolgere attività for-mativa a distanza.Sono sospese le procedure concorsuali pubblichee private e gli esami di idoneità presso gli ufficidella motorizzazione civile.

Attività commerciali e di ristorazioneSono consentite le attività di ristorazione e bardalle 6 alle 18 con obbligo, a carico del gestore, digarantire il rispetto della distanza di sicurezza in-terpersonale di almeno un metro.Sono consentite tutte le altre attività commercialia condizione che il gestore garantisca un accessocon modalità contingentate o comunque idonee aevitare assembramenti di persone.Nelle giornate festive e prefestive sono chiuse lemedie e grandi strutture di vendita, nonché gliesercizi commerciali presenti all’interno dei cen-tri commerciali e dei mercati. La chiusura non èdisposta per farmacie, parafarmacie e punti ven-dita di generi alimentari.

ContattiPer informazioni è possibile contattare il numero1500 per richieste di informazioni e il numeroverde 800 894 545 solo se si ritiene di avere deisintomi della malattia.

Il decreto è consultabile online su Milanosud.it, insiemeagli aggiornamenti e alle direttive che seguiranno.

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Sintesi per temi dei contenuti del provvedimento

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ANNO XVII NUMERO 06 GIUGNO 2013������� �������������������������������������������������� �������������������������������������������ANNO XXIV NUMERO 03 MARZO 2020 3������� �������������������������������������������������� �������������������������������������������

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Segue dalla primaQuartiere Barona, e prima di tutto l’ospedale SanPaolo, quale sarà il loro destino?«Premesso che spetta alla Regione decidere sullestrutture ospedaliere e a me, in quanto rappresen-tante dei cittadini del Municipio 6, difendere gli in-teressi del territorio, dico che la Barona e le areelimitrofe non possono permettersi di perdere i serviziessenziali di prossimità come quelli sanitari, primofra tutti il Pronto soccorso da poco ristrutturato. Se accadesse si sguarnirebbe un bacino di 50 mila abi-tanti, di età mediamente anziana, e che accoglie circa80.000 accessi all’anno, di cui circa 10 mila in codicegiallo o rosso. Quindi dico no a ultimatum sulla ri-cerca di una nuova area comunale e sui tempi dettatidall’assessore Gallera e chiedo l’apertura di un tavoloistituzionale, anche con i Comuni del sud-ovest delmilanese».Il nuovo ospedale era previsto al Ronchetto del Naviglio,collegato con il nuovo capolinea della M4 di San Cristoforo,come procedono i lavori della metropolitana?«M4 sarà aperta a segmenti tra il 2021 e il 2023. Con-fermata la realizzazione del parcheggio d’interscambiodi San Cristoforo, in modo da non dare fastidio allamobilità in quartiere, del ponte ciclopedonale sul Na-viglio, di un edificio di servizi e di una bretella di col-legamento tra via Merula e via Chiodi, per scaricare iltraffico proveniente dal sud Milano che ora attraversail quartiere, e la nuova ricicleria in via Riccardo Bal-samo Crivelli».Dove verrà collocata esattamente la nuova ricicleria?«La piccola e poco accessibile ricicleria di piazzaledelle Milizie sarà trasferita di fianco alla sede della Po-lizia Locale, in area più ampia e facilmente raggiungi-bile. All’interno della ricicleria sarà realizzato un

Centro del Riuso, cosa importantissima dal punto divista ecologico perché permette di ridurre la produ-zione di rifiuti, recuperando i materiali. Quindi un ele-mento di grande qualità ambientale, che non portanessun tipo di disturbo. Anzi, sarà tecnologicamentepiù controllata e sicura. La costruzione della ricicleriaseguirà i tempi del cantiere della M4».E nel piazzale delle Milizie cosa sarà fatto?«Qui è prevista la costruzione di un nuovo edificio conun parco, realizzati dallo studio Stefano Boeri Archi-tetti in partnership con Arassociati Studio di Architet-tura. L’intervento sarà collegato al futuro ParcoLineare del Naviglio e all’area da riqualificare degli exScali Ferroviari di San Cristoforo e Porta Genova. Alla fine del 2018 è stata aperta una grande Esselunga invia Famagosta. Allora si parlava di interventi a scomputooneri d’urbanizzazione a favore del quartiere, che finehanno fatto?«Sono confermati. Accanto al supermercato deve essererealizzato un edificio, che ospiterà una Rsa per anzianie uno spazio da dare al Municipio 6, dove si ipotizza dispostare la Casa delle Associazioni, ospitata ora in unasede molto decentrata e difficilmente raggiungibile,nella ex scuola di via Crivelli, che invece potrebbe tor-nare ad accogliere alcune aule e laboratori necessarialle attività della scuola di via Salerno. Nel nuovo edifi-cio troverà spazio anche una “Palestra delle autonomie”,un luogo dove i giovani disabili imparino a vivere da soliin una specie di appartamento e, con l’aiuto di operatori,a diventare autonomi dai genitori».Centro civico di via San Paolino, al quartiere S. Ambrogio,come procede la ristrutturazione? «Siamo impegnati a completare i lavori di riqualifica-zione in corso, che interesseranno anche la bibliotecacomunale. Presto sarà inoltre rinnovato il bando inscadenza, per la gestione del Mercato Comunale, dove

puntiamo a un miglioramento del servizio. Siamo abuon punto nella ricerca di una sede adatta per ria-prire in quartiere l’Anagrafe comunale, dopo la chiu-sura per inagibilità della sede di viale Faenza».E quale sarà il destino della scuola di via San Paolino?«Tra gli impegni presi in campagna elettorale, moltosentiti dai cittadini del quartiere, c’era la richiesta diabbattimento della ex scuola San Paolino, che creava,con le frequenti occupazioni, problemi anche di sicu-rezza. I lavori di demolizione sono stati completati neigiorni scorsi e stiamo già lavorando per capire cosapotrà nascere sull’area. Terremo in grande considera-zione le proposte che arriveranno dal quartiere. Larealizzazione di una piscina coperta, che è una delleproposte che sono state avanzate, richiederebbeun’area più ampia, ma non escludiamo di realizzareuna struttura sportiva o aggregativo culturale».Sicurezza, un tema sempre molto sentito da parte dei cit-tadini.«È tema che in gran parte supera le competenze delMunicipio. Da parte nostra ci impegniamo per portareovunque bellezza e conoscenza. Incontrare tante enuove persone nelle iniziative già da più sicurezza per-ché ci fa sentire meno soli e meno vulnerabili. La so-litudine è uno dei mali del nostro tempo, l’anzianosoprattutto tende a chiudersi in casa un po’ per paura,un po’ perché non sa cosa fare e rimane davanti al te-levisore, o non può permettersi per motivi economicitante attività».Per far uscire la gente di casa cosa fare? «Abbiamo un cartellone di iniziative e attività gratuitemolto ricco, che in occasione delle festività natalizie,del Carnevale e dell’estate diventa fittissimo. I Cam(Centri di Attività Multifunzionali – NdR) sono fre-quentati e molto attivi. Ne abbiamo di recente apertouno nuovo in via Di Rudinì 14 con corsi, frequentati

da oltre mille persone, che contribuiscono a vivere me-glio e a socializzare». E per i giovani?«Nel Parco Cascina Bianca e nei giardini recente-mente riqualificati di via Russoli, abbiamo realizzatocampi attrezzati di allenamento all’aperto, chiamatiwork out, utilizzatissimi dai giovani, che anche così siconoscono e socializzano. Abbiamo aperto in viale Fa-enza il Centro Milano Donna della zona 6 che ha aiu-tato molte donne in condizioni di fragilità e che hannosubito violenze domestiche».Come ultima domanda, cosa ha “imparato” in questi treanni e mezzo di presidenza?«Ho imparato che dietro ogni posizione, anche quellea mio avviso sbagliate, si celano bisogni veri, a cui bi-sogna provare a dare risposte».

Claudio Calerio

Intervista presidente del Municipio 6 sui temi caldi, gli interventi e i progetti che riguardano la Barona

«Spetta a me difendere i diritti del nostro territorio»Nelle risposte di Santo Minniti Il destino dell’opedale San Paolo e il futuro di uno dei quartieri infrastrutturate del sud Milano

“Ho pensato a un monumento che fosseinterattivo, che potesse attirare l’at-tenzione dei giovani attraverso l’uso

del suono. Il monumento è una “macchina so-nora”, una grande campana del vento, che nascedalla necessità di avvicinare le giovani genera-zioni alla storia delle donne, partigiane e staf-fette, in azione tra il 1943 e il 1945 in Italia. Ilprogetto è composto da una serie di tubi in ac-ciaio inox di diametro variabile, liberi di muo-versi al passaggio del vento I nomi di battaglia dipartigiane e staffette sono incisi sui tubi che simuovono tra due cubi in acciaio corten, tra la Re-sistenza e la Liberazione”. Sono le parole di Giulino Angelo Massimo, vinci-tore con il progetto “Fischia il vento” del con-

corso internazionale “Partigiane 2.0” in-detto dall’Associazione “Chiamale Storie”,in collaborazione con l’Ordine degli Archi-tetti, l’Anpi e il Comune di Milano, e il Mu-nicipio 6. L’opera sarà posta nell’aiuola/roseto all’in-terno dei portici del Barrio’s all’Astronave,in via Boffalora/Barona, dove sono statirinnovati i grandi murales sulle donnepartigiane nel mondo. “Fischia il vento” èrisultata vincitrice nelle due giornate divoto del 6 e 7 febbraio, in cui i cittadinihanno potuto votare uno dei bozzetti delle28 opere presentate. Obiettivo del concorso? Realizzare un’istal-lazione artistica dedicata alle donne parti-

giane nell’omonima piazza, nel 75° anniversario dellaLiberazione dell’Italia dal nazifascismo e offrire allacomunità un luogo di riflessione su una vicenda cheha contribuito alla nascita e alla formazione della de-mocrazia in Italia. Frutto di un progetto multidisciplinare, voluto da Me-moMI, il bando ha come obiettivo la promozione e ilrafforzamento della memoria storica legata alle vi-cende delle donne nella Resistenza. Oltre all’istalla-zione in piazza Donne Partigiane, prevede infatti:un’applicazione che stimolerà la costruzione di un iti-nerario di visita alle lapidi dei partigiani e la cono-scenza delle storie a esse legate; la pubblicazione diun volume edito dall’Istituto Lombardo di Storia Con-temporanea che racconti il progetto Partigiane 2.0.

Claudio Calerio

Vincitore del concorso, Giulino Angelo Massimo con “Fischia il vento”

Un monumento dedicato alle Donne Partigiane in Barona

Page 4: “C · magosta a Porta Lodovica. La Barona è inoltre ricca di centri sportivi, aree agricole estese e di verde urbano. Una importante università come lo Iulm sta facendo da traino

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Di don Giovanni

“Il bacillo della peste non muore né scompare mai, chepuò restare per decine di anni addormentato nei mo-bili e nella biancheria, che aspetta pazientementenelle camere, nelle cantine, nelle valigie, nei fazzolettie nelle cartacce che forse verrebbe giorno in cui, persventura e insegnamento agli uomini, la peste avrebbesvegliato i suoi topi per mandarli a morire in una cittàfelice”. Abbiamo concluso con queste parole la seratadi giovedì al campus, vero e proprio vertice della set-timana, ignari di cosa sarebbe accaduto da lì a qualcheora al nostro Paese e di più alla nostra Città. Coinci-denza non voluta che le fa risaltare ancora di più intutta la loro tetra ruvidezza!Camus aveva in mente ben altro che un’epidemiaquando utilizzava la metafora della peste: l’odio,

che solo in apparenza si stava dissolvendo sul prosce-nio mondiale dopo la seconda guerra; l’odio, che eranato da parole ostili per fini propagandistici e cheaveva poi preso la forma di gesto-azione fino alla scien-tifica pratica dell’eliminazione, non muore e nonscompare mai. Prova sono state le testimonianze chesono seguite a quella di Sultana Razon, voci in presadiretta dalla Sarajevo assediata degli anni ‘90 e daicentri di detenzione libica in cui la vita di un uomo,solo perché di colore, viene reificata, insomma valequanto un oggetto! Nessuno di noi è immune fino infondo da questa peste perché portiamo con noi un latooscuro che fatichiamo a guardare e a riconoscere, menche meno ad ammettere davanti agli altri! Ecco perché abbiamo avuto ancora bisogno di unCampus di Educazione alla Pace. Tre le parole chiave:Campus. Come una sorta di cittadella, fortino, identi-

ficabile certo con l’oratorio di via Saponaro ma apertoalla città intera e all’Europa. Un luogo di discussionee di pensiero, di pratiche e di convivenza fra giovani,come un’etero-topia - e non utopia perché è stato re-altà concreta e tangibile - che, con una carica simbo-lica unica, potesse dire in positivo che un mondomigliore fatto di incontri e di “convivialità di diffe-renze” è possibile e, negativamente, che la disavven-tura della separazione per appartenenze sociali,nazionali o razziali (qualora mai le razze umane esi-stessero davvero se non nella mente di perfetti idioti)o religiose sta delineando un orizzonte fosco e morti-fero. Educazione. A mio avviso la parola chiave perquesto scorcio di secolo. Al netto di tutto il declinodelle mie speranze, all’educazione fatta di mete alteda raggiungere e di cammini praticabili, di contagio dipratiche di bene, consegno a lei la mia vera Speranza.

Pace. Paolo Rumiz in confidenza mi scrisse che questaparola era ormai usurata e che dietro ad essa masche-riamo nobili sentimenti che non permettono di guar-dare ai problemi reali come la disparità e l’ingiustizia.Aveva perfettamente ragione. La Pace non è un puntodi partenza ma di arrivo e sulla strada per raggiungerlasono tanti gli ostacoli che vanno rimossi. Il primo passo sarà addomesticare il Male che è in noi,stanarlo ed educarlo o, e sarebbe già molto, tenerloalla porta.Il Campus della Pace di quest’anno, giunto alla quintaedizione, chiude i battenti con pratiche e partecipa-zione di successo. Ma in realtà deve essere stimolo perun impegno di resistenza quotidiana perché, comescriveva Hannah Arendt ne “La Banalità del Male”:«Solo il bene è profondo e può essere radicale».E credo che i giovani siano pronti a dimostrarcelo.

Sono 180 quelli censiti, mapotrebbero essere molti dipiù. Parliamo degli immo-

bili abbandonati della città, risul-tato di speculazioni sbagliatedegli anni scorsi o di più recenti

crisi economiche, spesso luogo dioccupazioni abusive (per trovarela mappa sul geoportale del Co-mune, andare su Google e inse-rire “Aree ed edifici degradati eabbandonati Milano”). Una ferita,

presente su tutto il territorio, dicui la comunità si deve fare ca-rico, in termini di gestione dellasicurezza e di lotta al degrado. Una ferita, di cui la comunità sideve fare carico, in termini di ge-stione della sicurezza e di lotta aldegrado. Una situazione che nelgiro di 30 mesi massimo dovrebbecambiare radicalmente e dareuna nuova spinta alla città, sequanto previsto nell’articolo 11del Piano delle regole del Pgt, en-trato in vigore il mese scorso, pro-durrà gli effetti sperati. La norma prevede infatti che chi,a partire dal febbraio scorso, nonavrà entro 18 mesi abbattuto l’im-mobile abbandonato – in questocaso preservando i diritti edifica-tori – o presentato un progetto di

recupero vedrà i diritti edificatoricrollare al livello dell’indice base,che corrisponde allo 0.35mq/mq.Questo significa per molti immo-bili una perdita che in alcuni casiraggiunge il 90% delle volumetrie.Ma non è tutto qui. Presentato ilprogetto, la proprietà dovrà ini-ziare i lavori entro 12 mesi. Penaanche in questo caso la perditadei diritti.«Con questo Pgt il Comune diMilano chiarisce che non ci sonogiustificazioni per lasciare gliimmobili abbandonati in un pe-riodo di crescita della nostracittà – ha commentato l’asses-sore all’Urbanistica Pierfrance-sco Maran – dove c’è bisogno dicase e dove la larga parte deiproprietari sono fondi, enti, assi-

Il Municipio 5 ha messo online sulla propria pagina (digitare da Google“Municipio 5 Milano”) il bando per la gestione del “Centro Milano Donne”di via Savoia 1, nei locali messi a disposizione da Mm. Il gestore dovràsvolgere fino febbraio 2021 attività che facilitino “le donne ad affrontaremomenti di difficoltà, avvicinarle ai servizi pubblici e/o creare occasionidi incontro e condivisione” per la durata. 23 marzo.

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Incontro, Educazione Pace: le parole chiave del Campus di quest’annoUna settimana di incontri all’insegna del rispetto reciproco, per disegnare con i giovani un futuro migliore

A Milano sono al momento 180 gli edifici censiti. Con il nuovo Pgt Palazzo Marino impone il recupero o l’abbattimento, pena la perdita dei diritti volumetrici

Immobili abbandonati, il Comune detta le regole per il recuperocurazioni e banche che hanno lacapacità di intervenire. Moltihanno già iniziato a interfac-ciarsi con gli uffici del Comune:ne siamo contenti, saremo al lorofianco soprattutto nel momentoin cui le intenzioni diventerannoazioni e pratiche amministra-tive».

Le mappe del Comune sono “co-stantemente aperte a integra-zioni e aggiornamenti, anche inbase alle segnalazioni che perver-ranno”, fanno sapere dal Comune. I cittadini possono scrivere [email protected]

Stefano Ferri

ONLINE IL BANDO PER L’IMMOBILE DI VIA SAVOIA

“Centro Milano Donne”

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“AAA cercasi persone disa-bili talentuose e moti-vate per costituire un

coro e una band musicale d’eccel-lenza”. L’ambizioso e insolito an-nuncio proviene da CristinaMascolo (nella foto in alto), diret-tore artistico di Parole&MusicaAcademy, associazione musicale(sede in via Savona 26), attiva dal2015 e ideatrice del progetto “Pla-yable - Oltre l’Abilità” che hacome obiettivo il superamentodei limiti della disabilità motoriagrazie all’aiuto della musica.Tra chi si cimenta in ambito mu-sicale, un pezzo è detto “suona-bile” (Playable) quando presentaun grado di difficoltà abbordabile.Ed è proprio questo il messaggio

primario che il progetto vuole vei-colare: quella con la disabilità èuna sfida che si può affrontare. Lavicenda umana e professionale diCristina ne è la prova. Nel 1986,nel pieno di una carriera artisticache la vede impegnata a 360 gradinel campo dello spettacolo comecantante, attrice e ballerina, inseguito a un grave incidente chele procura una frattura cervicale,si scopre tetraplegica.«Quando ho cominciato a stareun po’ meglio ho ripreso da dovemi ero fermata, dalla mia pas-sione per la musica», raccontaCristina. «Certo, non hai più imezzi di prima, ma ne scopri altrie con quelli puoi fare molto. L’al-lenamento poi aiuta tantissimo e

così un passo alla volta sono rien-trata nel mio mondo, questa voltadietro le quinte, riprendendo l’at-tività in veste d’insegnante dicanto».Oggi Cristina sente che è arrivatoil momento di mettere la propriaesperienza professionale e di vitaal servizio dei giovani, aiutandoliad andare oltre la propria disabi-lità attraverso la performancemusicale, eseguita ad alti livelli.La ricerca dell’eccellenza è infattil’altro pilastro fondamentale delprogetto Playable: quella con ladisabilità è una partita che puòessere giocata sul terreno delladistinzione artistica puntando atraguardi ambiziosi. Il pubblicodovrà essere “rapito” dal talentodi questi ragazzi e dalla loro pas-sione per la musica. In questa prima fase la scuola in-dividuerà tra i soggetti disabili in-teressati chi già possiede untalento artistico avanzato inmodo da potersi esibire fin da su-bito, fungendo da volano per l’in-tero progetto. Nel contempo, peri più giovani e i meno esperti, lascuola metterà a disposizionecorsi individuali e collettivi checonsenta loro di raggiungere unapreparazione adeguata. L’obiet-tivo per il progetto relativo al coroè di costituire una formazioned’ensemble di circa 16/20 ele-menti che copra tutte le sezioni(soprani, contralti, tenori, bassi)

e che possa esibirsi ad alti livellipartecipando a trasmissioni tele-visive, manifestazioni e spettacoliteatrali. Il repertorio su cui si ci-menteranno sia il coro che laband sarà quello misto moderno:pop, rock, jazz, musical. La visibi-lità pubblica consentirà di otte-nere con maggiore facilità unsostegno finanziario da parte diimprese, enti, associazioni (An-gels) disposte a sostenere i costiconnessi all’addestramento e allaformazione degli artisti.Cristina è consapevole che lastrada, a cominciare dal reperi-mento e coinvolgimento dei mu-sicisti, si presenta in salita, manon è persona da farsi scorag-giare anche perché sa di potercontare sulla potente e fedele al-leata di sempre, la musica: «De-

dicarsi al canto e alla musica fastare bene», conclude. «I miei al-lievi arrivano a lezione portandociascuno il proprio zaino colmo diproblemi e preoccupazioni. Iodico loro: lasciatelo fuori dallaporta e concentratevi sulla le-zione, al resto ci pensa la musica.Al termine lo zaino è sempre lì adattenderli ma l’energia li ha com-pletamente rigenerati. La musicadà un grande respiro e aiuta adessere sintonizzati con sé stessi ela propria vita».In fondo siamo tutti diversa-mente abili, diversamente ricchi,diversamente speciali.Per info e contatti: Cristina Mascolo, Cell:+39 349 5955520 Email: [email protected]

Marco Gambetti

Progetto “Playable - Oltre l’Abilità”

La musica, per superare i limiti della disabilità motoriaL’esperienza di Cristina Mascolo insegna quant’è importante mettere la propria esperienza professionale e di vita al servizio dei giovani. In questo caso aiutandoli, grazie alla performance artistica, a vincere ostacoli molto grandi

Idati sulle disabilità in Italia sonomolto frammentati e non esiste un

censimento ufficiale. I dati Istat piùaggiornati a livello nazionale, indi-viduati sulla base della spesa e deiservizi erogati, indicano intorno a100 mila le persone affette da lesionispinali con un incremento annuo dicirca 2.500 soggetti (circa 6 nuovicasi al giorno). L’80% dei soggetti sicolloca in una fascia di età compresatra i 17 e i 30 anni. Il 50% dei casi ori-gina da incidenti stradali, il 10% daattività sportive, il 20% da infortunisul lavoro o cadute, il 15% da malat-tie neurologiche e il 5% da lesioni daarma da fuoco o tentato suicidio.Considerando i dati raccolti dallaFondazione ISTUD nell’ambito delProgetto ALMA, si evidenzia che circail 40% delle Unità Spinali italiane sitrova in Lombardia e di queste circail 50% a Milano.

M. G.

In Italia Sono 100milale personeaffette dalesioni spinali

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C’è un altro incrocio, moltocomplesso e pericoloso.Ed è quello che dalla via

Boifava attraversa la trafficatis-sima via Dei Missaglia per con-fluire sul controviale, all’altezzadella rosticceria-bar MaJuDa. L’automobilista che da piazza Abbia-tegrasso percorre via dei Missagliain direzione Sud, e vuole girare a si-nistra al primo semaforo per rag-giungere i numeri civici 13, 15 e 17,all’incrocio si incolonnerà nell’unicacorsia riservata alla svolta a sinistra.Chi arriva invece dalla direzione op-posta e vuole girare a sinistra perandare in via Boifava verso il Navi-glio Pavese, ha a disposizione duecorsie dedicate. Ed ecco il problema: quando il se-maforo verde scatta contempora-neamente per entrambe le direzionia sinistra, chi sta arrivando da

piazza Abbiategrasso ed è direttoverso i numeri dispari del contro-viale, riesce a girare in modo appro-priato solo con chi fa la stessamanovra dalla corsia speculare allapropria; lo stesso automobilista ri-schia invece di andare a sbattere sechi arriva da Sud e va verso via Boi-fava percorrendo all’incrocio la cor-sia più centrale. Urge sopralluogodi chi si occupa di traffico. Siamo giàin molti a segnalare come, conmolto disagio e pur coscienti delproblema, a volte fatichiamo a pren-dere la sinistra senza il timore discontri frontali. Come si risolve?Forse eliminando la freccia a terradi una delle due corsie a sinistra (lapiù centrale) verso Boifava, distan-ziando nel modo corretto i due flussidi auto, ed evitando così che si veri-fichino incidenti.

G.T. e V. S.

Il mese appena trascorso havisto il Municipio 5 impegnatonella discussione e nella deli-

bera di proposte per la messa insicurezza e la regolamentazionedi alcuni incroci nel territoriomunicipale.Alcune mozioni sono state presen-tate e approvate nel Consiglio diMunicipio del 20 febbraio scorso.Tra queste, una del consigliere Na-tale Carapellese del Pd e condivisada tutte le forze della coalizione dicentrosinistra, votata a maggio-ranza. Riguarda i “Piani semaforici”di viale Tibaldi, i cui tempi richie-dono di essere rivisti e ampliatianche solo di pochi secondi. Com’ènoto, infatti, i tempi di percorrenzaper l’attraversamento di questagrande arteria stradale, regolati dalsemaforo, all’intersezione con levie Meda, Tibaldi e Fedro, sonodavvero brevi per i pedoni e, in con-siderazione del fatto che nelle vici-nanze ci sono delle scuole, spessorisulta difficoltoso per i genitori at-traversare in sicurezza avendo consé anche dei bambini.Altra proposta emersa con mozioni– presentate, una dal consigliereGalluzzi (FI) e una dal consiglierePalmisano (M5S) –, riguarda l’in-crocio di Corso San Gottardo convia Gentilino, teatro negli ultimi

tempi di diversi incidenti, uno deiquali ha visto coinvolto anche unbambino. Le mozioni, unificateper la parità dell’oggetto trattato,sono state votate all’unanimità.Tocca ora al Municipio attivarsicon i tecnici competenti affinchési provveda. Allo stesso modo è rinviato all’at-tenzione dei tecnici il problemadella messa in sicurezza dell’incro-cio tra le vie Stucchi e Corradinod’Ascanio al quartiere Le Terrazze,nel controviale di via Dei Missaglia.Alla mozione, votata a maggioranza,si lega un’altra mozione, presentatadalla consigliera Audia (ArticoloUno Mdp) del gruppo consiliare Mi-lano Progressista, che ha chiesto alMunicipio di impegnarsi affinchél’incrocio considerato sia maggior-mente controllato dalla Polizia lo-cale nelle notti tra il sabato e ladomenica quando gli avventoridella discoteca Amaranta sono so-liti consumare cibi e bevande ven-dute da un ambulante che stazionacon il suo chiosco-camioncino nel-l’aiuola in prossimità dell’incrociosemaforico. La mozione, per richie-sta della consigliera, dovrà esserediscussa in una commissione con-siliare da convocare entro le pros-sime settimane.

Claudio Muzzana

Dopo molti anni, ha riaperto lo studentatodi via Barrili. I tanti anni di fermo hannorischiato di mandare in rovina la struttura

inaugurata nel 2005. Si tratta di una bella palaz-zina inizio ‘900, situata nella corte interna di unblocco di case popolari, tra via Barrili e via Neera,di proprietà dell’Aler, tutte appena ristrutturatema non ancora assegnate. Ci eravamo già occu-pati delle vicissitudini di questa struttura che,per le caratteristiche degli alloggi, bene si prestacome residenza per studenti. Ma che per pro-blemi tecnici, burocratici, finanziari e legali è ri-masta vuota per diversi anni.Più di 15 anni fa, la Regione Lombardia aveva af-fidato la ristrutturazione dell’immobile al costrut-tore Putignano, che dopo i lavori aveva affidatol’edificio alla cooperativa Arciere e poi alla coo-perativa Quadrifoglio, che a sua volta aveva af-fidato la gestione al Cidis (Consorzio PubblicoInteruniversitario)Nel 2013, il Cidis aveva abbandonato la strut-tura a causa del malfunzionamento degli im-

pianti per il riscaldamentoe raffrescamento dell’immo-bile, delle infiltrazioni me-teoriche e della scarsità dipostazioni wifi, indispensa-bili considerato l’utilizzodegli alloggi da parte di stu-denti stranieri.Nel mese di giugno 2018, iconsiglieri comunali AldoUgliano, Simonetta D’Amico,Angelo Turco e la consiglieraregionale Paola Bocci, ave-vano presentato un’interro-gazione al Comune e allaRegione, per denunciare che

da circa 5 anni lo studentato era chiuso, sottra-endo all’utilizzo ben 76 alloggi con 110 postiletto: “Un vero spreco considerando il costodegli affitti che gli studenti fuori sede sono co-stretti a pagare sul mercato privato”, era statodetto all’unisono.A questa prima interrogazione, l’assessore ai La-vori Pubblici e Casa del Comune, Gabriele Raba-iotti, interpellata l’Aler, aveva risposto che laCooperativa Quadrifoglio avrebbe riaperto la re-sidenza al pubblico per il successivo anno acca-demico, attivandosi in questo senso per eseguirele necessarie operazioni manutentive, nel ri-spetto dei tempi annunciati. E così è stato.«Nell’estate del 2019 abbiamo terminato i lavoricon una spesa di 250 mila euro per rifare tutti gliimpianti di riscaldamento e idraulici, per la coi-bentazione, per una nuova caldaia con canna fu-maria esterna, per l’allarme – ci spiega il nuovodirettore Marcello Ludovisi –. Abbiamo conclusol’iter burocratico per i permessi di abitabilità, fino

a dover ricambiare tutto il parquet, perché si erapersa la certificazione. Il tutto a spese della coo-perativa Quadrifoglio, che ha la concessionedall’Aler. E a ottobre – prosegue – siamo statipronti a partire, un po’ in ritardo rispetto all’annoaccademico, e quindi inizialmente abbiamo fati-cato a riempire, però ora ci sono 80 ospiti per unmassimo di 110 posti e ci sono nuove richieste».E i prezzi? «Questa era una casa popolare con piccoli appar-tamenti che è stata riadattata. Ci sono apparta-menti con due camere singole o doppie, angolocottura e bagno, oppure il classico monolocale (1camera doppia + cucinotto + bagno). Il costo di-pende dalla tipologia: la camera doppia costa 430euro al mese, la singola 610, il monolocale 960per due persone. È compresa la pulizia settima-nale della stanza, il cambio lenzuola e asciuga-mani, la copertura wifi, che però ha ancoraqualche problema, non c’e una cucina comune,ma c’è il locale lavanderia con lavatrici a gettoni.Tutto questo sforzo economico e tempistico lo ab-biamo fatto per dare un servizio ai ragazzi, chevengono a Milano per terminare gli studi e crearsiun futuro lavorativo».Costi in linea con il mercato, forse più bassi, mache molti non si possono permettere. Secondo irisultati del questionario “Quanto MI costi – Mi-lano Città Universitaria” presentato nel 2018 datre liste di rappresentanza degli studenti degliatenei milanesi – Politecnico, Bicocca e Statale– nel 2018 gli atenei milanesi potrebbero attrarremolti più studenti: «In tanti rinunciano a studiarenelle università blasonate di Milano per le spese»,concludeva il questionario, «e puntano su cittàche hanno investito di più sull’accoglienza, daBergamo a Pavia».

Elena Bedei

Dei Missaglia/Boifava: rischio “autoscontro”

In via Tibaldi, in corso San Gottardo e a Le Terrazze

Incroci più sicuriAffidato alla Cooperativa Quadrifoglio

Riapre lo studentato di via Barrili I tanti anni di fermo hanno rischiato di mandare in rovina la struttura inaugurata nel 2005. Finalmente oggi la ripartenza

VIA RIPAMONTI 88

Smart City Lab, al via i lavoriIN VIA CORRADO IL SALICO

Passerella sulla VettabbiaIl 18 febbraio scorso è stato consegnato al-

l’azienda che ha vinto l’appalto l’area di via Ri-pamonti 88 per la realizzazione dello SmartCity Lab. Il progetto prevede la realizzazione dispazi dove le imprese e le start up potrannomostrare i risultati e le soluzioni per migliorarela qualità della vita dei cittadini in ambiti qualila domotica, la mobilità, il risparmio energeticoma anche proposte di tecnologia per la vitaquotidiana. L’edificio sarà di circa 1.000 metriquadrati (piano terra e primo piano) oltre di-verse aree esterne, destinate in parte a piazzaaperta al pubblico (circa 1.000 metri quadrati),

parcheggio pertinenziale (530 metri quadrati)e verde. Infine ci sarà uno spazio per incontrie conferenze, a disposizione anche del Munici-pio 5 e del territorio. Il progetto può contare suun finanziamento di 5 milioni di euro da partedel Ministero dello Sviluppo economico per larealizzazione della struttura (ai sensi dellalegge 80/2005), mentre il Comune oltre allaconcessione dell’area metterà a disposizione500 mila euro per le dotazioni informatiche ele attrezzature necessarie all’avvio dell’attivitàd’incubazione delle imprese.

Adele Stucchi

La Giunta municipale di Milano ha approvatoil Progetto di fattibilità tecnico economica e in-serito nel Piano delle opere del 2020la passe-rella ciclopedonale sulla Vettabbia in viaCorrado il Salico. L’intervento prevede anche ilmiglioramento dello stato dell’alveo e dellesponde, con ripulitura da vegetazione infe-stante e ripristino di aree verdi, oltre che l’in-stallazione di u nuovo impianto di illuminazionee la posa di castellane lungo la via Morivione.Costo dei lavori 600mila euro.

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ANNO XVII NUMERO 06 GIUGNO 2013������� �������������������������������������������������� �������������������������������������������ANNO XXIV NUMERO 03 MARZO 2020 ������� �������������������������������������������������� ������������������������������������������� 7

Gentile redazione,desidero denunciare l’incresciosa situazione creatasinello spazio prospiciente allo Zam di via Sant’Abbondiodove durante il giorno sosta in perenne oziosità ungruppo di giovinastri che si dilettano a dare fastidiocon le loro motociclette, con cui fanno impennate,avanti indietro ad alta velocità, urla, strepiti, partitedi pallone e altre facezie. Ultimamente è stato utilizzato anche un fucile a piom-bini con il quale sparare a bottiglie e altri bersagli conil massimo grado di divertimento. Si tenga presenteche nel parco giocano molti bambini, transitano per-sone, che l’area cani è molto frequentata e che lì è at-tivo il centro calcistico in cui giungono bambini egenitori. Inoltre molto spesso l’uso della droga (ha-shish e marjuana) rendono l’aria irrespirabile: se qual-cuno la consuma, c’è chi la vende. Questo di giorno.

Di notte invece imperano i passaggi rumorosi di moto,urla, partite di pallone con grida da stadio. Questoquasi tutte le notti, anche fino alle 3 o fino a quandone hanno voglia. Senza trascurare che durante le re-centi festività il tutto era un campo di battaglia conbotti a tutte le ore della notte. Gli abitanti hanno seria difficoltà a dormire e hannoinviato un esposto denunciando la situazione al Mu-nicipio 5, Commissariato di Polizia di Stato, Tenenzadei Carabinieri, comando di Polizia Locale. A tutt’oggi(2 marzo, NdR) non è mai intervenuta una delle forzedell’ordine, né di giorno né di notte. Ci sentiamo ab-bandonati: non ne possiamo più e prima che si arrivia mali estremi chi di dovere deve intervenire per ri-solvere la situazione.Cordialmente

Gianfranco Bellini

Il professor Francesco Cap-pelli è scomparso il 5 marzo.L’abbiamo conosciuto nel2015, era venuto nella reda-zione di Milanosud a piedi,perché abitava a sole pochecentinaia di metri. Gentile edisponibile come sempre, siera fatto intervistare, poi era scappato nel suoufficio da assessore all’Educazione, dove l’avevachiamato il sindaco Pisapia, per sostituire l’as-sessore Guida dimessasi. Lui, un tecnico, pre-side e prima professore di Matematica eScienze, aveva accettato, anche se in pensione.«A fine mandato tornerò a fare il nonno – avevadetto, riassumendo in una frase il suo mondodi intendere la politica, la professione e la vita–. La mia esperienza politica la ritengo con-clusa. Se ci sarà bisogno di me sono disponibilea dare una mano sui temi che riguardano lascuola, naturalmente a titolo gratuito». Grazie professore.

Un’ondata di cordoglioe affetto ha investito lafamiglia, sin dal giornodella scomparsa deldottor Luigi Monta-nari, avvenuta il 28 feb-braio scorso, dopo unalunga malattia chesembrava aver superato. Molto conosciutoin quartiere, il dottor Montinari ha svoltosin dagli anni ‘70 il delicato compito del me-dico di base a Gratosoglio. Apprezzatissimoper la sua umanità, che univa a una dispo-nibilità “di altri tempi” – «non lesinava levisite a domicilio», è uno dei commenti piùfrequenti dei suoi ex pazienti – e a un’in-dubbia professionalità medica. In pensionedi diversi anni rimaneva un punto di riferi-mento per il quartiere.Alla moglie Marta e al figlio Andrea, le con-doglianze della redazione e, siamo sicuri, dimoltissimi abitanti di Gratosoglio.

Un infarto nella notte ha por-tato a compimento il camminotra noi di suor Giovanna. A Gra-tosoglio è vissuta per due pe-riodi diversi lasciando unatraccia indelebile nel cuore ditutti, specialmente dei più “pic-coli” di ogni genere. È sorpren-dente scoprire che pure aLissone ha saputo donarsi conla stessa generosità. Qui unostralcio di quello che le ha de-dicato la Comunità Pastorale S.Teresa Benedetta della Croce:

“Ci mancherai tantissimo suorGiò: ci mancherà il tuo sorriso,

la tua gratitudine, il tuo servi-zio umile, costante, silenzioso,ma concreto ed efficace.Te ne vai ma resta con noil’esempio della tua vita santavissuta nella fedeltà alle piccolecose di ogni giorno: la fedeltàalla regola, la carità verso tutti,il servizio generoso dato finoall’ultimo giorno della tua vita,la povertà, la semplicità, l’obbe-dienza.Siamo sicuri che dalcielo continuerai a pregare, perla tua amata Congregazionedelle Suore di carità dette diMaria Bambina, per tutta laComunità Pastorale e special-

mente per i nostri giovani, checon gioia hai visto crescere ehai contribuito con il tuo esem-pio a confermare anche nellevocazioni. Portiamo in tantinel cuore molti doni che suorGiò ci ha donato e sentiamo checontinuerà ad accompagnarci,anche in questi momenti turbo-lenti, in cui l’amore per l’uma-nità ci sta chiedendo di esseregenerosi e vigili, con i piedi benpiantati per terra e una consa-pevolezza luminosa che la Pa-rola compie la sua corsa nellastoria”.

Don Alfredo Cermenati

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La denuncia: basta baccano davanti allo Zam

Gentile redazione,Zam è un centro sociale che ha costruito nel tempo unospazio antifascista con attività culturali, politiche e ri-creative, riqualificando (in totale autogestione, con ilcontributo di cittadini del quartiere) un luogo abban-donato e mettendolo a disposizione di tutti. Zam è perloro uno dei pochi luoghi nella periferia dove passarin maniera produttiva il loro tempo.Questo per sottolineare il nostro interesse a migliorarela qualità della vita, non peggiorarla.Siamo coscienti del disturbo che arrecano (anche anoi) altri gruppi di ragazzi. Facciamo il possibile perspiegarglielo, non sempre funziona. Non siamo respon-sabili di ciò che avviene fuori da Zam, soprattutto negliorari di chiusura (siamo aperti tutti i giorni dalle 18alle 23.30).Non giudichiamo qualsivoglia vostra misura cautela-tiva, purché non ci usi come capro espiatorio. Siamo

tutti lavoratori e studenti e sappiamo quanto sia pre-zioso riposarsi, per questo e per il nostro valore territo-riale dovremmo essere un alleato. Alcuni particolaristridono nella vostra lettera: lo spaccio è da noi com-battuto. Sarebbe più semplice depenalizzare la canna-bis evitando la facile criminalizzazione dei fumatori,ma di questo magari un giorno potremmo parlare as-sieme.Siamo certi che anche tra voi qualcuno è cresciuto asuon di pallonate contro i cancelli, giocando rumoro-samente in una qualche desolante periferia. Pensiamoche non sia un efferato crimine contro la quiete, soprat-tutto di pomeriggio.Saremo sempre a disposizione per confrontarci e tro-vare una soluzione (ove possibile) comune ai problemidel territorio se l’interlocutore è disposto a comprendereil nostro valore senza pregiudizi e con rispetto.

Il collettivo Zam

La risposta: non usateci comecapro espiatorio

È mancato Francesco Cappelli, ex assessore all’Educazione

Luigi Montinari, il dottore di Gratosoglio ci ha lasciato

Suor Giovanna Magrini è tornata alla casa del Padre

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ANNO XXIII NUMERO 11 NOVEMBRE 2019ANNO XXIV NUMERO 03 MARZO 2020������� �������������������������������������������������� �������������������������������������������

�������������di Laura Guardini

���������������������������di Maurizio Tucci

����� ����������� di Giuseppe Verrini

������������������� ����������������������������������������������� Emily Dickinson

��������������������������������������������� di Pinuccia Cossu

Kaze No Denwa

Bill Fay, Countless branches, voto: 8Terry Allen. Just like Moby Dick, voto: 7.5Purple Mountains, Purple Mountains, voto: 7 Olden, Prima che sia tardi, voto: 7 Massimo Zamboni, La macchia mongolica, voto: 7Calibro 35, Momentum, voto: 7

[email protected]

Le segnalazioni di Beppe

I Luf, Pihini: Tornando al monte - Luf Passeggiata lungo le meravigliedel Lago di Como

Scuola chiuse, la rivincita dello smartphone su docenti e genitori

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Tempo di Coronavirus ed ecco cheil fatidico telefonino, l’oggetto ter-ribile da mettere al bando, il“padre” di tutte le sciagure adole-scenziali, si tramuta, improvvisa-mente, in un favoloso trait d’uniona rischio contagio zero.Il “passa le ore a casa a chattareinvece di uscire”, tipico lamentodi eserciti di genitori, diventa,d’un tratto, un auspicio. Scuole chiuse, attività sportiveferme, luoghi di aggregazione con-tingentati, distanza interperso-nale di sicurezza da rispettare,mascherine che non si capisce se servonooppure no, ma “loro”, lo smartphone e “larete” indenni a qualunque contagio, sono– oggi – una preziosissima scialuppa disalvataggio sulla quale imbarcarsi per evi-tare che il virus frantumi anche lavoro,studio e relazioni sociali.

La scuola scopre – nell’urgenza – quantosia importante poter utilizzare le piatta-forme per i collegamenti virtuali fino adora guardate, da tanti, con scetticismo.Chi si è vantato, fino ad oggi, di non sa-pere neanche accendere un computer odi non avere un indirizzo e-mail si rende

conto – forse – che un po’ diapertura mentale verso il“nuovo” non sarebbe guastata.Ma non è certo questo il mo-mento di recriminazioni e di“io l’avevo detto”; è il tempo dirimboccarsi le maniche (ov-viamente in modo virtuale) edi mettere insieme compe-tenze e idee. In questo sensosono tantissime le scuole chesi sono già attivate per mante-nere aperto il contatto con glistudenti: dall’assegnazione deicompiti ai suggerimenti di ap-

profondimento, fino a vere e proprie le-zioni videoregistrate e aule virtuali. Le esigenze sono tante e differenti: per lescuole che adottano i “trimestri”, adesempio, questo è proprio il momentodella chiusura e dei voti. Poi ci sono le si-mulazioni d’esame di maturità che nor-

malmente iniziano in questo periodo. E poi – soprattutto – c’è l’incertezza sullariapertura: a Milano la prima settimanadi chiusura, complice le festività del Car-nevale ambrosiano, ha avuto un impattomolto limitato sul calendario scolastico;la seconda comincia a incidere, adesso siparla anche della terza. La scuola “a portechiuse” è più complessa di una partita dicalcio.In tutto questo, qual è la reazione degliadolescenti-studenti? Per molti versi ap-pare più sobria e ragionevole di quella ditanti adulti. La consapevolezza di quantola situazione sia delicata c’è, ma c’è ancheil desiderio di continuare a vivere una vitanormale sia pure con tutte le accortezzedel caso. E “normalità”, per un adole-scente, significa “scuola”. Quindi è impor-tante, per loro, che il contatto rimangastretto e ben vengano tutti i supporti chela scuola riesce a fornire attraverso la

rete. “C’è piena collaborazione da partedegli studenti” riferiscono con soddisfa-zione insegnanti e dirigenti scolastici.Non ci meraviglia: sono sufficientementeresponsabili e maturi per comprendereche in questo momento non c’è da “farevacanza” e per loro, abituati ai “vitupe-rati” tutorial di YouTube, seguire una le-zione online o “scaricare e postare” ditutto è cosa normale; giocano in casa. Ildifficile, semmai, è per noi che dobbiamoabituarci a tempi e metodi che troppospesso abbiamo disdegnato di voler con-siderare, per spocchia. Chissà se questa emergenza che nonavremmo mai voluto, oltre a farci riconsi-derare sotto una luce differente l’utilizzodella tecnologia anche in ambiti in cui ab-biamo cercato spesso di tenerla ai mar-gini, servirà anche a farci rivederequalche ingiusto pregiudizio sugli adole-scenti.

Suggestiva, panoramica, adatta a tutte legambe e a tutte le stagioni, da percorreresoli, in coppia o in compagnia. La Greenwaydel Lago di Como, dieci chilometri di tran-quilla passeggiata tra borghi romantici, sug-gestivi panorami sulla sponda “Regina” -come la statale che la percorre - del lago eville da sogno. L’itinerario può essere per-corso in circa quattro ore, oppure si puòspezzare: il sito dedicato (https://greenway-lagodicomo.com/it/) indica in sette borghi(Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno,Mezzegra, Tramezzo e Griante) altrettantetappe di questa passeggiata che offre, tra l’al-tro, numerose possibilità di continuazionee/o rientro in autobus o, ancora meglio nellebelle giornate primaverili, con uno dei bat-

telli della Navigazione.Nuclei storici dei borghi che raccontano lavocazione turistica di questa parte del Lago,ulivi secolari nell’area a lago di Ossuccio e inalto al Sacro Monte della Beata Vergine delSoccorso, la splendida Abbazia dell’Acqua-fredda di Lenno. I parchi sul lago, i piccoliporti con gli imbarcadero e infine due deigioielli più preziosi del Lariano (e d’Italia):Villa del Balbianello del Fai e Villa CarlottaTramezzo, con il suo splendido giardino bo-tanico. Sono questi soltanto alcuni deglispunti proposti da questo bellissimo itine-rario, veramente alla portata di tutti. Nonè neanche necessario portarsi la colazioneal sacco: le occasioni per mangiare nonmancano.

Dopo aver superato il cavalcavia Schiavoni si giunge in viale Famagosta che, a doppia corsiadi marcia ciascuna a tre carreggiate, arriva in piazza Guglielmo Miani. Lungo il percorso sitrova la penultima stazione della Metro 2 (verde). Famagosta, città dell’isola di Cipro, fufondata nel III sec. a.C. da Tolomeo II Filadelfo. Dopo numerose e controverse vicende po-litiche passò nel 1489 dai Genovesi ai Veneziani finché fu conquistata dagli Ottomani nel1571, dopo un lungo assedio e una brutale repressione, che portò al supplizio del comandanteMarcantonio Bragadin. La resistenza dei Veneziani a Famagosta fu decisiva perché consentìalla Lega Santa di vincere la battaglia di Lepanto e sconfiggere gli Ottomani in Grecia. Nel1878 Cipro e con essa Famagosta furono conquistate dai britannici. Infine, successivamentea una guerra di quattro anni, il 1° ottobre 1960 Cipro ottiene l’indipendenza dal Regno Unito.Nel 1974 la Turchia invade l’isola e ora ne controlla circa la metà. Per volontà dei turchi diFamagosta è stata a lungo abbandonata da insediamenti umani che ne hanno determinatoin gran parte la decadenza.

Viale Famagosta e la storia di una città contesa

Kaze No Denwa tradotta dal giapponesesignifica “La cabina telefonica del vento”.Sarebbe perfetto come titolo di un librodi favole per bambini, invece questo ro-manzo prende spunto da una sciagura re-almente accaduta. In Giappone, nel 2011uno tsunami di rara violenza spazzò viaparecchie zone di quel paese. Laura Imai Messina, italiana, vive da pa-recchi anni a Tokyo dove insegna nelleuniversità della capitale. Dopo essersi re-cata alla Cabina, ci racconta questa sin-golare storia. La cabina telefonica delvento esiste davvero a Bell Gardia, in unbellissimo giardino sul fianco della collinagiapponese di Kujira-yama, la Montagnadella Balena, nei pressi della città di Ot-suchi, uno dei luoghi più colpiti dalla vio-lenta devastazione. È una cabina biancacon pannelli in vetro, al suo interno, po-sato su un piano sono quaderno e penna,un vecchio telefono nero, non collegato,che trasporta le voci nel vento. Alla cabina del vento c’è un continuo an-dirivieni di persone. Sono molti i soprav-vissuti allo tsunami che si recano lì per

parlare con i loro cari morti o dispersi du-rante quella tragedia. Un modo per alle-viare la sofferenza dopo la perdita che hasconvolto le loro esistenze.Un testo schivo e poetico. L’autrice mettein scena i protagonisti che raccontano,quasi a bassa voce, come se temessero didisturbare chi se n’è andato via travoltodalla furia devastatrice.Takeshi ha perso la moglie in quella tra-gedia, insieme a lui si è salvata sua figliadi quattro anni che ha smesso di parlaredal giorno in cui sua madre non è più tor-nata a casa. Lui cerca in tutti i modi diaiutarla: la porta alla cabina del vento perfarla parlare con la mamma. Lì incon-trano Yui, a leilo tsunami ha spazzato via il paese in cuiabitava, ha perso la madre e la figlia di treanni, le ha tolto la gioia di stare al mondo.Ma il tempo che passa lenisce le feriteanche se restano le cicatrici. Per rimar-ginare la vita servono coraggio, fortuna eun luogo comune in cui dipanare il rac-conto.Takeski, Yui e la piccola Hana, durante i

loro viaggi alla Cabina del vento hannoimparato a tenersi per mano e, fitto fittodi parole, si snodavano i loro racconti.

Lea MiniuttiLaura Imai Messina

Quel che affidiamo al ventoPiemme: pag. 248; 17,50 euro.

I Luf (Lupi in dialetto bresciano) sonoun gruppo lombardo di folk - rock attivoda oltre venti anni. Capitanati da DarioCanossi, compositore, cantante e chitar-rista, hanno all’attivo una ventina dialbum compresi live, raccolte e tributi.Vantano un nutrito seguito di pubblico,grazie anche alle trascinanti ed energi-che esibizioni live dove folk irlandese,rock e musica popolare sono miscelatialla grande.Questo nuovo album, 12 brani, che hacome tematica principale la montagna,

è arricchito dall’aiuto e dall’ispirazione,per i testi, di scrittori di chiara fama tracui Mauro Corona (che ha ispirato Ilcanto delle manere, titolo di un suolibro), Paolo Cognetti (coautore deltesto di Il ragazzo selvatico ) NivesMeroi, grande alpinista, Erri De Luca,che hanno ispirato con i loro libri alcunecanzoni.I brani sono tutti ricchi di belle melodiee di ritmo, a partire dalla trascinanteL’aiva la Grigna con violino e fisarmonicain evidenza, la dolce ballata Dove sarai,

la title track Pihini un nuovo inno per leesibizione dal vivo, una originale ed in-tensa rilettura di Bella ciao, il dialettodi Le quater meraviglie del mont, e l’av-volgente riff de Il lupo e l’equilibrista. Folk, letteratura, impegno civile e so-ciale ma anche tanta gioia e sapori difesta nelle loro musiche che rendonosempre dischi e concerti molto, moltocaldi e godibili .

Un disco splendido che è probabilmenteil loro migliore, decisamente consigliato.

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L’INSERTO N.1

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SSeegguuee ddaallllaa pprriimmaa

La perdita di queste opportunità da piccoli li privadefinitivamente di chances anche quando diven-tano più grandi: da subito, partono con un distaccorispetto agli altri che sarà sempre più difficile col-mare. Le loro famiglie a volte ce la mettono tuttaper non rimanere indietro, a volte non hanno nem-meno la capacità di competere: in ogni caso, pur vo-lendo loro tutto il bene che possono… nonriescono di fatto a sostenerli “quanto basta”. E al-lora Fondazione Cariplo, assieme a tantissimi altrigrandi e piccoli alleati nella grande città di Milano,sta costruendo pezzo per pezzo per loro un sognogrande, nel quale vorremmo abbracciarli tutti: è“QuBì”. Qui su Milanosud vi verrà raccontato, masiamo sempre pronti a darvi ulteriori informazionie dettagli, su questo progetto corale che sta dav-vero impegnandoci a fondo e raccoglie forza e ade-sioni a mano a mano che si espande. Siamo certiche vi catturerà e troverete modo di farne parteanche voi.

PPaaoollaa PPeessssiinnaa VViicceepprreessiiddeennttee FFoonnddaazziioonnee CCaarriipplloo -- MMiillaannoo

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La pagina La pagina dell’Associazionedell’Associazione

• Iniziative con Milanosud. I prossimi appuntamentiUltime notizie sul programma eventi e viaggi del 2020

• 23 Maggio - SABATO

IL MONASTERO DI TORBA

ORE 8.15 - Partenza dalla nostra sede Mi-lanosud di via Santa Teresa con bus pri-vato per Castelseprio

ORE 9.45 - Ritrovo con la guida a Castel-seprio e visita dell'area archeologica edella chiesa di Santa Maria foris portas.Castelseprio riconosciuto Patrimonio del-l'Umanità insieme al Monastero di Torbacome uno dei centri del potere longo-bardo in Italia (dal 2011).Di seguito spostamento a Torba con bus(10 minuti) e visita del complesso delMonastero.

Il Monastero di Torba. Un complesso mo-numentale longobardo, oggi parte di unparco archeologico dichiarato Patrimo-nio Mondiale dell’UNESCO, immersonella natura e raccolto attorno a un’im-ponente torre con interni affrescati.

ORE 13 - Pranzo alla Locanda “Alla Colle-giata” Menù 3 portate bevande incluse.

ORE 15 visita al borgo e alla Collegiata diCastiglione Olona.Il Borgo di Castiglione Olona la cittàideale, un gioiello d’arte, una sorpresaper il visitatore di ieri come per quello dioggi. Il suo nobile passato la rende un ba-luardo di cultura immerso nella verdevalle dell’Olona. Gli eleganti edifici rac-contano atmosfere di vita cortese attra-verso la delicatezza dei colori toscani e ladolcezza dei visi di Masolino da Panicale. Consacrata nel 1425, la chiesa collegiatadedicata ai SS. Stefano e Lorenzo rappre-senta uno dei più interessanti esempi delgotico lombardo.

ORE 16.30 circa - conclusione della visita

QUOTA DI PARTECIPAZIONE INDIVIDUALE : Euro 80,00 pagamento da effettuarsi entro il 13 Feb-braio 2020

Penalità per rinuncia Nessun rimborso per disdetta oltre il 20Febbraio 2020

La quota comprende:• Bus GT Deluxe a disposizione per l’interagiornata;• Visita guidata di intera giornata come daprogramma;• Pranzo con menù 3 portate incluso be-vande;• Ingressi: Offerta Monastero di Torba, Col-legiata a Castiglione Olona;• Radioguide;• Accompagnatore Milanosud; Assicurazione di viaggio.

La quota non comprende:Mance e tutto ciò non espressamente indi-cato alla voce “la quota comprende”Il viaggio verrà effettuato al raggiungi-mento di un minimo di 35 partecipanti

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Spostata al 23 maggio la visita di un giorno al monastero di TorbaRimandata la gita “Da Marostica a Conegliano Veneto”

Cari soci,purtroppo l’emergenza sanitaria provocata dal Coronavirus ha stravolto anche il nostroprogramma di gite e appuntamenti culturali.La visita di un giorno al monastero di Torba, prevista per il 21 marzo, è stata spo-stata a sabato 23 maggio. Abbiamo invece dovuto rimandare a data destinarsila gita “Da Marostica a Conegliano Veneto” prevista per i giorni 1, 2 e 3 maggio 2020.La sua riprogrammazione – a cui come associazione teniamo molto – avverrà sullabase dell’evolversi della situazione della diffusione del Coronavirus e dei conseguentiprovvedimenti che prenderanno Governo e Regione.Come presidente dell’associazione Milanosud, di concerto con il direttivo, ho assuntoqueste decisioni tenendo conto di alcuni aspetti:- La tutela della salute dei nostri soci, in mancanza di previsioni chiare sulla diffusionedel virus;- La tutela degli interessi economici dei nostri soci, laddove le normative che regolanoil turismo prevedono la non rimborsabilità delle quote versate nel caso di disdettadel viaggio per motivi di calamità naturali. E il motivo di questo provvedimento è le-gato al fatto che l’operatore turistico ha già dovuto esporsi per garantire le prenota-zioni e l'organizzazione complessiva di tutto il percorso, in particolare della gita inVeneto.Per questi motivi si è scelto di assicurare ai nostri Soci le massime garanzie e di nonsvantaggiarli in alcun modo.Sarà comunque nostra cura informare tutti di ogni decisione presa, via telefono, maile attraverso sito e social.Nella speranza che l’emergenza sanitaria possa chiudersi al più presto, un affettuososaluto a tutti.

Daniele Gilera

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ANNO XVII NUMERO 06 GIUGNO 2013������� �������������������������������������������������� �������������������������������������������ANNO XXIV NUMERO 03 MARZO 2020 ������� �������������������������������������������������� ������������������������������������������� 11

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Il Cigno Nero, metafora anticapiù volte rappresentata a tea-tro e al cinema, archetipo di

eventi tanto inattesi quanto impro-babili e imprevedibili, ha stravoltola visione del mondo in cui ci era-vamo adagiati sconvolgendo le esi-stenze di milioni di persone. Uncorto circuito secondo Nassim Ni-cholas Taleb, matematico libaneseautore del best seller “Cigno nero”pubblicato nel 2007, che ha fattosaltare le costanti di cause ed ef-fetti. È già successo molte voltenella travagliata storia dell’uomo.Eppure l’uomo è riuscito sempre ariprendere il timone in mano e araddrizzare la barca.Nessuno sembra averci fatto caso,ma un grido disperato si eleva dallesale vuote di migliaia di teatri, ci-nema, sale da concerto. Un‘epidemiacreduta a bassissima probabilità staavendo un enorme impatto socialeinfluendo in modo drammatico e de-vastante sul mondo della cultura,del teatro e della musica. Sono pa-role di Giuliano Pisapia, ex sindacodi Milano e ora europarlamentare:“Un comparto che rappresenta lanostra anima più profonda, l’arric-chimento quotidiano della nostravita. Sono donne e uomini che ap-

partengono a settori che stanno vi-vendo una crisi profonda che ri-schia di essere irreversibile senzainterventi di sostegno immediati. Ilnostro Paese è la cultura che arric-chisce l’intero mondo”. Dobbiamoriaccendere le luci dei nostri teatri,delle nostre sale da concerto, deinostri cinema al più presto, chiedePisapia.Con il nuovo decreto che bloccaeventi e spettacoli teatrali e cultu-rali dal vivo fino al 3 aprile in tuttoil Paese, sono danneggiati le im-prese e i lavoratori dello spetta-colo, dagli artisti, ai tecnici, agliorganizzatori. Le due precedentisettimane di chiusura ammontanogià a 11,3 milioni di euro i mancatiincassi per i teatri nella sola Lom-bardia. «Anche se la situazione do-vesse tornare presto nellanormalità ci vorranno mesi per ri-sollevarsi», spiega Francesco Au-fieri, segretario generale dellaSlc-Cgil di Milano. Le imprese dellacultura e dello spettacolo dal vivosono organismi fragili per lorostessa natura e purtroppo ri-schiano in tempi molto veloci dientrare in crisi irreversibile. Per-ché il comparto dello spettacolo, cispiega Enzo Giraldo, attore di tea-

tro, televisione espeaker, «è fatto so-prattutto di piccoleproduzioni e tantis-simi lavoratori pre-cari, assolutamentesenza ammortizzatorisociali, che ora sonotutti senza stipendio.In questa situazionepuò crollare, senzapiù rialzarsi». Ab-biamo scritto a Matta-rella, Conte eFranceschini chie-dendo sostegno, diceGiraldo: «Non si può chiedere piùCultura e poi girarsi dall’altra partequando tutto crolla. Chiediamoalle istituzioni cittadine e a tutti imilanesi solidarietà e azioni con-

crete». Enzo Giraldoè molto preoccu-pato: «Sto per ini-ziare delle prove peruno spettacolo chedebutterà ad aprilema siamo come inuna bolla, non sap-piamo quel che suc-cederà, se maiandremo in scena,considerato che leproduzioni saltanouna dopo l’altra. Perquanto riguarda ilcinema è tutto

fermo, non solo nelle sale. “Missionimpossibile” con Tom Cruise chedoveva girare a Venezia è saltato.Nei giorni scorsi ho girato con laRai, ma solo in interni: vietate le ri-

prese a Milano!».Migliaia di spettacoli rimandati achissà quando, casse e biglietteriechiuse. Tutti a casa senza incassi,stipendi e indennità. O dietro lequinte a salvare il salvabile connuove programmazioni e allesti-menti degli spettacoli per non cre-dere che la stagione sia già chiusa.Nelle nostre zone sono tanti i teatriin cui è calato d’imperio il sipario.E ci teniamo a ricordarli tutti inquanto ci hanno reso indimentica-bili non poche serate.La Fondazione Centro Studi Doc halanciato nei giorni scorsi un appelloa Franceschini per il sostegno ur-gente dei lavoratori dello spettacolo.L’obiettivo è di arrivare a 25 milafirme. Ne mancano ancora poche.Per chi volesse sottoscrivere l’ap-pello: https://www.change.org/p/mi-nistro-per-i-beni-e-le-attività-culturali-e-per-il-turismo-appello-per-so-stegno-urgente-ai-lavoratori-dello-spettacoloAl più presto spera Giuliano Pisa-pia: «Dobbiamo riaccendere le lucidei nostri teatri, delle nostre saleda concerto, dei nostri cinema. Nel1946 Milano ritrovò il suo riscattomorale e civile con la riapertura intempi da record del Teatro alla

Scala. Il concerto diretto da ArturoToscanini fu il segnale di unanuova vita. Sogno che questo ri-torno alla normalità giunga attra-verso la ripresa di rappresentazioniimportanti per la vita culturale diMilano e dell’intero Paese. Sonovicino e solidale a queste donne equesti uomini che ogni giorno conla loro opera elevano il nostro spi-rito».

Francesca Mochi

ANNO XXIV NUMERO 03 MARZO 202012 ������� ��������������������������������������������������� ��������������������������������������������

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Teatri, cinema e sale da concerto chiusi fino al 3 aprile

Il Cigno Nero che ha fatto calare il sipario sulla cultura Un settore composto soprattutto da piccole realtà e lavoratori autonomi che rischia di scomparire

Per comprendere le dimensionidel fenomeno basta leggere i

numeri. Solo a Milano lavorano circa300 attori professionisti e 100 balle-rini, e 1.800 persone sono impiegatenei teatri, tra cui la metà alla Scala.La Lombardia conta nel settore dellospettacolo dal vivo circa 2.000 ad-detti tra personale artistico e tecnico.

I numeri dellospettacoloa Milanoe Lombardia

Giuliano Pisapia.

Enzo Giraldo.