“AL RAZZISMO 2.0 CONSIGLIO DI STUDIARE DI PIÙ” · dispersi. Il primo naufragio, dettaglia...

7
1 “AL RAZZISMO 2.0 CONSIGLIO DI STUDIARE DI PIÙ” di Francesco Rocca, Presidente della CRI Settembre 2014 Credo che aprirò a breve una nuova rubrica sul nostro sito di Croce Rossa Italiana, sulla falsa riga del “Forse non tutti sanno che” della Settimana Enigmistica. Perché non è la prima volta che ci troviamo a dover constatare che i nostri sette principi e il DIU (diritto umanitario internazionale), cui c’ispiriamo in ogni nostra missione nazionale e internazionale, sono per la maggior parte sconosciuti ai più. Mi riferisco, in particolare, all’ultimo caso che la Rete ci offre, poi rilanciato dal quotidiano on line Nuovasocietà di Torino che ha pubblicato, a firma di Giulia Zanotti, il resoconto di un post di un operatore del 118 intollerante alle divise CRI, se indossate da donne musulmane. L’operatore dell’ambulanza, che tengo a specificare non è né nostro dipendente né nostro volontario, prova vergogna (così scrive sulla sua pagina FB) nel vedere che una musulmana fa parte “della Rossa” e la “Croce Rossa - aggiunge lui - rappresenta il Cristianesimo”. Insomma la colpa della donna è di aver sporcato con la propria religione quella divisa. Ed eccoci alla nostra rubrica. La Croce Rossa è un emblema previsto dalle Convenzioni di Ginevra per garantire neutralità e protezione agli uomini e ai mezzi di soccorso. Non è, come invece spesso si pensa, un riferimento religioso. Basta guardare all’Indonesia, uno dei paesi più musulmani al mondo, in cui opera la Croce Rossa Indonesiana, anziché la Mezzaluna Rossa (altro emblema). E allora arriviamo ai 7 principi o possiamo fermarci anche ai primi tre che dovrebbero essere imparati a memoria: Umanità, nato dalla preoccupazione di soccorrere senza discriminazioni i feriti dei campi di battaglia; Imparzialità, non fa alcuna distinzione di nazionalità, razza, religione, di condizione sociale o di appartenenza politica; Neutralità, per conservare la fiducia di tutti, il Movimento si astiene dal prendere parte alle ostilità. Neutralità ovviamente non significa non avere un punto di vista. Noi ce l’abbiamo. Noi portiamo soccorso alle persone in difficoltà. Noi portiamo promozione e protezione alla dignità umana. In questi giorni stiamo salvando migliaia di vite di cristiani, musulmani, bianchi e neri, persone che scappano dalle guerre. Siamo impegnati a Gaza per la ricostruzione dopo il conflitto dello scorso agosto. Siamo in Iraq per portare fino a 10mila pasti al giorno alle migliaia di sfollati scappati dalle proprie case. Abbiamo tanto bisogno dell’aiuto di ognuno e certi commenti intolleranti e razzisti proprio non vorremmo più leggerli. Consiglio vivamente all’operatore di frequentare al più presto uno dei nostri corsi. Nel frattempo scriverò personalmente al direttore del 118 e al Presidente della Regione Piemonte affinché siano presi provvedimenti disciplinari.

Transcript of “AL RAZZISMO 2.0 CONSIGLIO DI STUDIARE DI PIÙ” · dispersi. Il primo naufragio, dettaglia...

Page 1: “AL RAZZISMO 2.0 CONSIGLIO DI STUDIARE DI PIÙ” · dispersi. Il primo naufragio, dettaglia l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è avvenuto venerdì 13 settembre

1

“AL RAZZISMO 2.0 CONSIGLIO DI STUDIARE DI PIÙ” di Francesco Rocca, Presidente della CRI

Settembre 2014

Credo che aprirò a breve una nuova rubrica sul nostro sito di Croce Rossa Italiana, sulla falsa riga

del “Forse non tutti sanno che” della Settimana Enigmistica. Perché non è la prima volta che ci troviamo a dover

constatare che i nostri sette principi e il DIU (diritto umanitario internazionale), cui c’ispiriamo in ogni nostra

missione nazionale e internazionale, sono per la maggior parte sconosciuti ai più. Mi riferisco, in particolare, all’ultimo caso che la Rete ci offre, poi rilanciato dal quotidiano on line Nuovasocietà di Torino che ha pubblicato, a firma di Giulia Zanotti, il resoconto di un post di un operatore del 118 intollerante alle divise CRI, se indossate da donne musulmane. L’operatore dell’ambulanza, che tengo a specificare non è né nostro

dipendente né nostro volontario, prova vergogna (così scrive sulla sua pagina FB) nel

vedere che una musulmana fa parte “della Rossa” e la “Croce Rossa - aggiunge lui - rappresenta il Cristianesimo”. Insomma la colpa della donna è di aver sporcato con la propria religione quella divisa. Ed eccoci alla nostra rubrica. La Croce Rossa è un emblema previsto dalle Convenzioni di Ginevra per garantire neutralità e protezione agli uomini e ai mezzi di soccorso. Non è, come invece spesso si pensa, un riferimento religioso. Basta guardare all’Indonesia, uno dei paesi più musulmani al mondo, in cui opera la Croce Rossa Indonesiana, anziché la Mezzaluna Rossa (altro emblema).

E allora arriviamo ai 7 principi o possiamo fermarci anche ai primi

tre che dovrebbero essere imparati a memoria: Umanità, nato dalla

preoccupazione di soccorrere senza discriminazioni i feriti dei campi

di battaglia; Imparzialità, non fa alcuna distinzione di nazionalità,

razza, religione, di condizione sociale o di appartenenza politica; Neutralità, per conservare la fiducia di tutti, il Movimento si astiene

dal prendere parte alle ostilità. Neutralità ovviamente non significa non avere un punto di vista. Noi ce l’abbiamo. Noi portiamo soccorso alle persone in difficoltà. Noi portiamo promozione e protezione alla dignità umana. In questi giorni stiamo salvando migliaia di vite di cristiani, musulmani, bianchi e neri, persone che scappano dalle guerre. Siamo impegnati a Gaza per la ricostruzione

dopo il conflitto dello scorso agosto. Siamo in Iraq per portare fino a 10mila pasti al giorno alle migliaia di sfollati scappati dalle proprie case. Abbiamo tanto bisogno dell’aiuto di ognuno e certi commenti intolleranti e razzisti proprio non vorremmo più leggerli. Consiglio vivamente all’operatore di frequentare al più presto uno dei nostri corsi. Nel frattempo scriverò personalmente al direttore del 118 e al Presidente della Regione Piemonte affinché siano presi provvedimenti disciplinari.

Page 2: “AL RAZZISMO 2.0 CONSIGLIO DI STUDIARE DI PIÙ” · dispersi. Il primo naufragio, dettaglia l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è avvenuto venerdì 13 settembre

2

“LA LUCE DI BRESSO” Una toccante testimonianza

Rocca: “GLI SBARCHI OGGI NON SONO PIÙ UN’EMERGENZA, MA UNA COSTANTE. DOBBIAMO LAVORARE PER L’INTEGRAZIONE”

“Gli sbarchi oggi non posso più essere considerati un’emergenza, ma una costante. La comunità internazionale non ha dato mai risposte certe, ma oggi si vuole arrivare a dare una risposta strutturata”. Queste le parole di Francesco Rocca, Presidente CRI e Vice Presidente della Federazione Internazionale

della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, intervenuto lo scorso 19 settembre a Palermo alla presentazione del piano di contingenza sanitario della Regione Sicilia per i migranti. All'evento erano presenti Santino Severoni, rappresentante del Regional Office for Europe dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Gino Strada, fondatore di Emergency e per la Sicilia i vertici della Regione e il Direttore dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo. L’intervento di Rocca si è riferito alle attività di accoglienza, protezione e tutela dei migranti da parte della CRI: “Occorre

maggiore conoscenza della realtà migratoria e mi stupisco quando sento qualcuno dire “aiutiamoli a casa loro”, laddove spesso accade che a casa di queste persone non ci sia più nulla perché tutto è stato bombardato. È invece importante creare un meccanismo per sapere cosa fare e come agire nei momenti del primo soccorso, ma in particolare nella post accoglienza. È qui che c'è la necessità di una maggiore comprensione, di capire bene chi è il migrante per fare in modo che vi sia la migliore integrazione possibile”.

Pubblichiamo la testimonianza di Barbara di Castri, una dei tanti volontari CRI che ogni giorno lavorano presso il Centro Polifunzionale di Emergenza di Bresso (MI). Al Centro vengono accolti centinaia di migranti, ognuno con una drammatica storia alle spalle: la fuga dalla guerra e dalla fame verso il sogno di una nuova esistenza.

Sorridono, ringraziano ma hanno gli occhi che guardano altrove: spaziano in un universo di mancanza e di tristezza. Qualcuno è seduto sui gradini, con i gomiti sulle ginocchia e la testa fra le mani. Un ragazzo più in l{, con un bastoncino di legno, disegna qualcosa sull’asfalto, inseguendo pensieri e progetti che noi possiamo soltanto immaginare. Sono scene di vita normale, che si alternano a frammenti d’angoscia. Qualcuno di loro è rimasto indietro oppure non è riuscito a sbarcare. Si sa, la vita è piena di insidie e comunque la morte rimane stampata negli occhi di chi oggi è qui. Nel centro CRI di Bresso c’è tanta umanit{ che soccorre e che viene soccorsa. Chiunque si fermi ad ascoltare i racconti dei profughi, capisce che esistono storie vere e incredibili, come quella di Abdlay, 21 anni, che ha lasciato il Gambia dopo la morte di suo padre per aiutare la madre e due sorelle gemelle di 13 anni. Abbassa gli occhi per pudore mentre spiega: “Almeno le mie sorelle potranno studiare!” Ha raggiunto la Libia ed ha lavorato lì per un pò, mandava ogni mese i soldi a casa. Poi è arrivata la guerra civile e una ferita sul braccio che ci fa vedere. Con i giorni è maturata la decisione di fuggire da Tripoli. Abdlay si è organizzato per la grande traversata: è rimasto a bordo di un gommone, due giorni e due notti, senza mangiare, stipato, aggrappato ai resti di un’esistenza difficile per un ragazzo di soli vent’anni. E con il fiato sospeso finalmente è sbarcato in Sicilia. Quella di Abdlay è solo una delle tante storie di Bresso. Intanto è l’ora del pasto, i profughi arrivano in fila, sono silenziosi, con i loro vassoi fra le mani. Ci sono così tante etnie che corrono dietro quei piatti e i vetri della mensa: mille sguardi ed espressioni difficili da interpretare, da cui traspare però sconforto, riconoscenza, timidezza, smarrimento, dolore. È il corridoio umanitario per una nuova esistenza, la salvezza per chi ha perso tutto: casa, famiglia, soldi, lavoro e ha in tasca solo la vita. Le grandi tende blu allineate sui campi verdi, alle porte di Milano, aprono la mente a pensieri positivi. Bresso sprigiona una forza irresistibile: l’umana comprensione, la nostra migliore volont{.

Page 3: “AL RAZZISMO 2.0 CONSIGLIO DI STUDIARE DI PIÙ” · dispersi. Il primo naufragio, dettaglia l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è avvenuto venerdì 13 settembre

3

“FORSE LA CRI CHE SOGNO IO NON ESISTE?”

Una richiesta di collaborazione che è soprattutto un invito a cercare in profondità il nostro cuore di Croce Rossa

A seguire potrete leggere una mail arrivata da Mario Altieri della SOR Trentino che, cercando collaborazione per l’accoglienza migranti a Marco e nel resto delle strutture in provincia, ci coinvolge in una bellissima riflessione … a voi valutare il senso del suo messaggio.

Buon giorno a tutti, penso che tutti voi oggi siate venuti a conoscenza dei naufragi di questo fine settimana con 600 persone tra morti e dispersi. Il primo naufragio, dettaglia l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è avvenuto venerdì 13 settembre al largo di Malta, con un bilancio di 9 sopravvissuti e 300 dispersi. Il secondo, nello stesso giorno davanti alle coste egiziane, con 15 morti e 72 sopravvissuti. Poi, sempre venerdì scorso, davanti alle coste della Libia, da un altro naufragio sono stati recuperati tre cadaveri e 99 sopravvissuti. Sabato 14, il secondo naufragio davanti alle coste libiche, con un bilancio drammatico: 45 cadaveri recuperati - tra cui quelli di sei donne - e 75 sopravvissuti. Infine, sempre sabato e, al largo della Libia, l'ultimo naufragio. Quasi 3mila i salvati Sono oltre 2300 i migranti soccorsi in più interventi dalle navi della Marina Militare e dalle motovedette delle Capitanerie di porto in questo fine settimana nello Stretto di Sicilia. Ai salvataggi effettuati dal dispositivo Mare Nostrum sono da aggiungere i 507 migranti (tra cui 71 donne e 95 minori) a bordo della nave mercantile Blue Emerald. Vi inoltro queste notizie di “cronaca” per comunicarvi che questa notte arriveranno in pullman da Salerno 36 di questi superstiti di cui 12 minori. Le disponibilità che arrivano per questo tipo di servizio non sono mai numerose, come in passato per altri eventi. Spesso capita che per la prima accoglienza siano presenti solo due/tre volontari, ma vi assicuro che vedere gli occhi di queste persone -donne, bambini giovani ragazzi, adulti e persone anziane – scendere dal pullman con l’idea di aver trovato, forse, la salvezza fa venire un nodo allo stomaco. Pensare che in Trentino ci siano solo pochi volontari che riescono a trovare qualche ora per questo servizio mi fa pensare che forse abbiamo dimenticato che la nostra associazione si basa su 7 principi …. forse la CRI che sogno io non esiste? Forse il mio desiderio di riuscire finalmente a ricevere disponibilità numerose da TUTTI i gruppi deve restare un’utopia? Capisco che per molti di noi sia difficile trovare tempo libero, che molto spesso siamo impegnati in altri servizi, che la sera siamo tutti stanchi ed il tempo libero desideriamo dedicarlo alle nostre famiglie …. ma se ciascuno di noi mettesse a disposizione alcune ore riusciremmo a coprire la turnistica da oggi alla prossima estate!!! In fondo siamo tanti!!!! Se la mancanza di disponibilità è dovuta alla paura di contrarre qualche infezione vi ricordo che venerdì 19 ci sarà un incontro c/o la sede di Trento per chiarire ogni dubbio in merito. Vi aspetto numerosi. Vi chiedo ancora una volta di sensibilizzare i vostri volontari, perché mai come oggi abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti! Questi sono i compiti che solitamente svolgiamo nelle prime 48 ore: Assistenza Sanitaria (primo controllo all’arrivo e invio al P.S. di eventuali persone che necessitano di cure mediche), Gestione della prima accoglienza (consegna del KIT con il necessario per l’igiene personale, asciugamani, ciabatte, biancheria intima e vestiario vario), Presenza H 24, Preparazione della lista materiale mancante, Gestione dei nuovi arrivi (con lista aggiornata, lista container e consegna badge con porta badge consegnati da Cinformi assieme al Kit di accoglienza) Oltre ai servizi al campo di Marco ricordo che tutte le aree possono rendersi disponibili per qualsiasi attività anche nei centri di Castelfondo e Trento dove sono alloggiati parte dei migranti. Resto a disposizione.

Mario Alteri - SOR CRI Trentino -- 16.09.14

Mario, nel suo appello, fa riferimento all’incontro sugli aspetti sanitari dell’assistenza ai migranti del 19 settembre e noi ci siamo andati, per scelta personale ma anche per dare a tutti voi alcuni dati. Margherita Taras, il nostro Direttore sanitario, ha presentato la sua diretta esperienza di medico che ha lavorato e lavora nei campi di accoglienza, oltre che di donna di Croce Rossa. Dal punto di vista strettamente sanitario ha rassicurato tutti con dati oggettivi: all’arrivo in Italia tutti i migranti vengono sottoposti ad un controllo medico e, attraverso un’intervista, vengono ricercati segni di possibili malattie epidemiche e/o endemiche; al minimo sospetto la persona viene sottoposta a tutti i controlli e accertamenti del caso. Nell’ultimo anno sono transitati per il Campo di Marco circa 800 migrati; tra di loro non sono stati riscontrati casi di gravi patologie quali per esempio HIV, tubercolosi, scabbia o altre. Ci sono stati cinque casi di varicella e alcune situazioni di sindromi gastrointestinali, numeri assolutamente rassicuranti. L’attività di assistenza prestata ai migranti non presenta

Page 4: “AL RAZZISMO 2.0 CONSIGLIO DI STUDIARE DI PIÙ” · dispersi. Il primo naufragio, dettaglia l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è avvenuto venerdì 13 settembre

4

QUEGLI OCCHI CHE NON SI DIMENTICANO di Dimitri De Gol

pericoli sanitari particolari e richiede l’attenzione che di norma ogni volontario di CRI deve fare propria nello svolgimento del proprio servizio, ne più, ne meno. La serata ha preso rapidamente una piega diversa ed è diventata spunto per proporre anche a voi, lettori di InformaCRI, un percorso di approfondimento sul tema della migrazione. Chi è il migrante? Chi è lo straniero? Perché un essere umano sceglie di salire su un barcone, pagando cifre a volte raccolte vendendo addirittura se stesso, per lasciare la propria terra, la propria famiglia, la propria lingua e cultura e andare incontro all’ignoto? Vi lasciamo con queste domande per ritrovarci nei prossimi numeri con altre testimonianze e articoli di approfondimenti … e naturalmente aspettiamo le vostre idee e suggerimenti in redazione.

Altitudini è un web magazine che racconta e discute di alpinismo e montagna. Ci capita spetto in redazione di leggere articoli interessanti su questo portale, ma oggi ve ne vogliamo proporre uno molto particolare e

che ci trova pienamente concordi con l’autore. La nostra attività di soccorritori, di volontari Croce Rossa, non si ferma al recupero, alla stabilizzazione e al primo soccorso dell’infortunato! La nostra azione spesso lascia il proprio effetto anche oltre, nel ricordo delle persone coinvolte, nell’elaborazione dell’evento indipendentemente dal suo esito, resta nel cuore di chi ci ha avuti suo malgrado al fianco in quei difficili momenti e negli occhi di chi ci osserva dall’esterno. Questa per noi è una grandissima responsabilità che non dobbiamo mai dimenticare, in qualsiasi circostanza in cui operiamo, prima, durante e dopo. E anche su questo argomento ci ritroveremo nei prossimi numeri.

Era da poco concluso il recupero e l’elicottero si era appena posato su un piccolo spiazzo erboso alla base della parete. Sul lato del sentiero alcuni escursionisti, increduli, avevano assistito al recupero e ora si accingevano a fotografare e a filmare ogni minimo dettaglio, quasi con spasmodica voglia di non perdersi nessun attimo di quello che stavano vivendo. Sul prato, l’equipaggio cercava di fare il possibile per prestare le cure necessarie al povero alpinista caduto in parete. Il suono quasi assordante del defibrillatore scandiva, con quella sua voce metallica, le poche istruzioni del caso, indicando che la situazione si stava facendo sempre più difficile. Dal sentiero, in modo affannato e convulso iniziarono ad accorrere delle persone che, dal vicino rifugio, avevano anch’esse assistito all’accaduto. Tra di loro una donna accorre gridando. Si precipita sugli operatori ancora curvi sull’alpinista, intenti nel loro operato. Nello stesso istante uno di loro, il medico, alza gli occhi e incrocia lo sguardo della donna. Quello sguardo, dice tutto, ma allo stesso tempo non dice proprio nulla. La donna interroga i presenti, chiede conforto, cerca spiegazioni sull’accaduto, inizia a pregare, piange e spera che quello che sta vivendo sia solo un brutto

sogno. Purtroppo non è così. Purtroppo questa volta non è andata come tutti avrebbero voluto. Ora, uno dei compiti più difficili, tocca proprio ai membri dell’equipaggio spiegare che non c’è stato niente da fare. Che non si può tornare indietro, che nonostante l’impegno di tutti non è stato possibile salvare quel povero alpinista che in una bella domenica d’estate inseguiva i propri sogni e le proprie ambizioni. Lo sguardo della donna attraversa gli occhi di tutti, cerca una spiegazione, forse una scossa che la svegli da questo brutto incubo. Quello sguardo trafigge tutti, ma la

scossa non arriva. C’è solo tanta commozione. Un ultimo sguardo, attimi di silenzio, poi la donna si avvicina al medico ed al tecnico di elisoccorso che per primi hanno raggiunto suo marito in parete. Li guarda dritti negli occhi e cercando sollievo chiede rassicurazioni sul fatto che almeno non ci sia stata sofferenza dopo quel duro colpo sulla roccia che ha arrestato la caduta dalla parete. Il medico fa il possibile per alleviare il dolore della donna che ora verrà accompagnata a valle dalla squadra del soccorso alpino, giunta sul posto con un mezzo fuoristrada. A valle ad attenderla c’è la psicologa, allertata per l’occasione avr{ il difficile compito di sostenerla nelle prime fasi di elaborazione del lutto, cercando, per quanto possibile, di alleviare il dolore immane che la perdita del marito le sta provocando. E’ lunedì, prima di iniziare la giornata di lavoro il tecnico di elisoccorso si reca in paese per il consueto caffè. Una locandina ben in vista davanti la porta del giornalaio attira la sua attenzione … “ALPINISTA PRECIPITA DALLA PARETE E SI SFRACELLA SULLA CENGIA SOTTO GLI OCCHI DELLA MOGLIE CHE LO SEGUE DAL RIFUGIO. INUTILI I TENTATIVI DI RIANIMARLO.”

Page 5: “AL RAZZISMO 2.0 CONSIGLIO DI STUDIARE DI PIÙ” · dispersi. Il primo naufragio, dettaglia l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è avvenuto venerdì 13 settembre

5

GARA NAZIONALE DI PRIMO SOCCORSO

Un premio per tutti

Lo sguardo del soccorritore si fa scuro, affiorano alla mente i ricordi del giorno precedente, per la verità ancora vivi. Pensa alla moglie, pensa alle parole gentili del medico nel comunicarle che tutti gli sforzi sono stati vani, pensa al lavoro fatto dalla psicologa nell’assistere la povera donna. Pensa in particolare a quello sguardo che cercava conforto e che gli era penetrato in profondità, andando a nascondersi in quegli angoli della memoria da dove non si riesce più a rimuovere nulla. Sì, quello sguardo non verrà più dimenticato.

Ora invece vede quel titolo stampato a caratteri cubitali sulle edicole di tutta la provincia, pensa alla durezza e alla crudeltà di quelle parole. In cuor suo sa che è proprio quello che è avvenuto, ma sa anche che con quelle parole verrà distrutto tutto quanto fatto il giorno prima per dare una ragione a quel distacco, che sarà almeno fisicamente per sempre. Infastidito entra nel bar e sfoglia il giornale. La rabbia sale ancora più quando vede alcune foto riprese col telefonino dagli escursionisti, mentre assistevano ai tentativi di rianimazione. Pensa che la mancanza di rispetto per l’alpinista deceduto, qui ha raggiunto un livello insopportabile. Esce dal bar, testa bassa e viso corrucciato. Nella mente ha ancora quello sguardo, nel cuore una grande amarezza. Scrive alla redazione del giornale e all’ordine dei giornalisti, esprime tutto il suo disappunto, consapevole purtroppo che la logica di mercato e la voglia di vendere qualche copia in più porteranno ad ignorare la sua lettera. Del resto, loro, quello sguardo non lo hanno mai incrociato. Questo è un racconto esemplificativo, utile a descrivere quanto sempre più frequentemente accade su tutto l’arco Alpino. Vorrei far riflettere con quanta superficialità e mancanza di sensibilità vengono scritti e pubblicati articoli di cronaca sugli incidenti in montagna. Frasi come “si sfracella”, “muore dilaniato”, “si schianta”, seguite da altre frasi come “sotto gli occhi della figlia minorenne”, o “sotto gli occhi della fidanzata”, sono ormai entrati nel linguaggio comune. Oltre alla mancanza di rispetto per le persone coinvolte e per i loro famigliari, è la dimostrazione di una subdola e quantomeno criticabile, ricerca del sensazionalismo e

del macabro. Lo stesso dicasi per le foto e i commenti postati sui social network, pressoché in tempo reale, da parte di chi è presente all’incidente e, purtroppo, talvolta anche dagli stessi soccorritori. Notizie e foto che giungono ai famigliari del malcapitato, nel modo peggiore possibile. Ecco, non auguro a nessuno di trovarsi in questa situazione, ne tanto meno di essere trafitti da quello sguardo di cui raccontavo prima, ma chiedo cortesemente di ragionare su quanto esposto e collaborare, ognuno con i propri mezzi, per rendere questi drammi un po’ più umani e meno commerciali.

ALTITUDINI - webmagazine: http://altitudini.it/quegli-occhi-non-si-dimenticano/

Dal 12 al 14 settembre scorso, Rovereto, Città della Pace, è diventata per qualche giorno, la “Città della Croce Rossa”. La XXI Gara Nazionale di Primo Soccorso, nel 150° anno dalla fondazione della CRI, è stata infatti organizzata a Rovereto, a due passi da casa nostra. Ventidue stazioni di gara sparse per la città, in cui si sono cimentate venti squadre di volontari. Gli scenari erano i più disparati, incidenti

sportivi, domestici, stradali, infortuni sul di lavoro, un incidente sul torrente e, immancabile, la maxi emergenza. Molto interessante anche la situazione in cui serviva mettere in campo il DIU, dove i volontari dovevano occuparsi della protezione dell’emblema mettendo in gioco la loro conoscenza sulla storia della CRI e i sui Sette Principi.

Oltre 700 divise della Croce Rossa hanno colorato il centro di Rovereto, concorrenti, organizzatori, simulatori, truccatori, istruttori, monitori, giudici e tanti, tantissimi volontari spettatori. Oltre alle stazioni di gara, Rovereto ha accolto gli stand espositivi che hanno raccontato l’attività di Croce Rossa, tra

tutti erano molto gettonati gli Operatori del Sorriso, l’Area Giovani, le Unità cinofile e lo stand dimostrativo sulle

Page 6: “AL RAZZISMO 2.0 CONSIGLIO DI STUDIARE DI PIÙ” · dispersi. Il primo naufragio, dettaglia l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è avvenuto venerdì 13 settembre

6

TORNEO DI PALLAVOLO CRI

manovre di disostruzione pediatriche. Importantissime la campagna di promozione In + ci sei tu, noto slogan delle attività di reclutamento volontari e la campagna soci ordinari. La grande festa è iniziata la sera di venerdì 12 con l’inaugurazione alla Campana dei Caduti e della Pace, che ha raccolto tutti i volontari arrivati al campo di Marco nel corso della giornata. Il luogo era veramente suggestivo, un contesto perfetto per parlare di CRI nella ricorrenza dei 150 anni e in un momento storico che ha bisogno di Pace, una ricerca quotidiana e costante in cui la Croce Rossa si pone sempre al centro. Concetti questi sottolineati sia da Annamaria Colombani, Vice Presidente della CRI, che ha dato il via ufficiale alla competizione; sia da Alessandro Brunialti, Presidente del Comitato provinciale di Trento, che nel suo discorso di saluto ha trovato parole veramente toccanti “la pace possa essere come il polline dei fiori che si sparge al vento e noi di Croce Rossa possiamo dobbiamo essere quel vento”. La Gara, iniziata al mattino alle nove di sabato mattina e si è protratta fino al tardo pomeriggio, arrivando alla conclusione con la premiazione e la una grande festa finale organizzata nel Campo di Protezione Civile a Marco.

Tutti i volontari che hanno partecipato, gareggiando, lavorando o anche solo osservando i colleghi, hanno portato tanta energia ed entusiasmo, tanta passione, amore e attaccamento all’associazione, sentimenti comuni che hanno radunato tutti insieme sotto quel tendone a gioire per la meravigliosa esperienza vissuta.

Il Presidente Nazionale Francesco Rocca, ha partecipato al galà finale e, nel suo discorso di saluto, ha ricordato i volontari impegnati attualmente in Iraq e Sorella Pasqualini (Ispettrice Regionale delle Infermiere volontarie del Friuli

Venezia Giulia) scomparsa il 12 settembre in un incidente stradale dopo aver terminato un servizio. Una gran serata, bella festa e tanta emozione vissuta da tutti i volontari e ospiti presenti, in cui si è vista la Croce Rossa unita e guidata dai suoi Sette principi, letti uno ad uno dalla Vice Presidente Colombani in occasione della consegna del premio speciale “Trofeo di Diritto Internazionale Umanitario”. Per dovere di cronaca è giusto concludere elencando chi ha vinto la competizione, ma siamo certi che ognuno tra i presenti ha portato via un premio speciale quel sabato sera, il piacere di far parte di una meravigliosa associazione che si chiama Croce Rossa, che sa riunirci tutti insieme, sotto la sua bandiera, dietro al suo emblema, senza distinzione di colore, religione, formazione, sesso, che ci ispira ogni giorno con i suoi sette principi e ci fa rinnovare la nostra scelta di essere suoi orgogliosi volontari. Ha vinto il Friuli-Venezia Giulia, seguito a ruota da Veneto e Umbria. I premi speciali: Trofeo Luisa Monti alle Marche, Trofeo BLSD ancora all’Umbria, Trofeo Protezione Civile a Lombardia e Campania 2, Trofeo DIU a Campania 2, Supporter award (per il maggior numero di supporter accreditati) alle Marche e Social award (per il

maggior numero di “Like” nel Social Network) alla Sicilia. Complimenti a tutti e arrivederci alla prossima edizione.

Nelle scorse settimane abbiamo ricevuto un invito decisamente accattivante da un gruppo di volontari CRI di sedi diverse, che vorrebbero organizzare un torneo di pallavolo CRI a livello provinciale, già realizzato in passato ma che per vari motivi è rimasto nel cassetto dei ricordi per troppo tempo. I volontari promotori ipotizzano di fare il torneo nella prossima primavera 2015.

Seppur basato sul regolamento ufficiale di pallavolo, non sarà un torneo improntato su agonismo e competizione, ma principalmente su divertimento, armonia e allegria. È chiaro quindi che non serve esser bravi giocatori, l’importante è partecipare con lo spirito giusto e con la voglia di stare insieme. Il gruppo promotore, che ringraziamo per la bella idea e l’impegno, ha necessità di sapere quante sedi territoriali, comitati o gruppi d’area sarebbero interessati a partecipare e se possibile il numero

indicativo di giocatori (se più di 10-12 si può pensare a più squadre).

Queste informazioni sono fondamentali per capire se c’è interesse al torneo in questo caso partire con l’organizzazione vera e propria. Dobbiamo dare una risposta entro il 15 ottobre … allora che ne dite??? Chi ha voglia di lanciarsi in questa bella proposta comunichi la propria adesione alla redazione via mail all’indirizzo [email protected] oppure via telefono al 348.7379106 … potete organizzare una squadra tra di voi oppure rendervi disponibili personalmente per una qualsiasi squadra in composizione.

Page 7: “AL RAZZISMO 2.0 CONSIGLIO DI STUDIARE DI PIÙ” · dispersi. Il primo naufragio, dettaglia l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è avvenuto venerdì 13 settembre

7

MARCU’S CAMP Formazione e non solo

Torna anche quest’anno il MARCU'S CAMP organizzato dalla sede CRI di Rovereto. Si terrà a Marco, presso il campo di PC, dal 16 al 19 ottobre. I corsi in programma sono: OPEM – PMA – TRUCCATORI - RADIO II Modulo (solo per chi ha già fatto il I) e PARTO EXTRAOSPEDALIERO

Sottolineiamo in particolare l’importanza del corso OPEM che, con il nuovo regolamento, è condizione imprescindibile per partecipare alla maggior parte dei corsi specialistici e alle missioni di PC. Per chi non ha ancora questa abilitazione, il Campo è una grande occasione. I volontari interessati dovranno comunicarlo al proprio referente di sede e consegnare il modulo di iscrizione per lo specifico corso prescelto. I moduli sono disponibili presso le segreterie delle due sedi territoriali oppure potete farne richiesta via mail alla redazione facendone. Nel modulo va anche indicata la presenza per pasti e pernottamenti. Per ogni pasto viene richiesto un contributo di € 5,00. Vi segnaliamo inoltre la CENA del VOLONTARIO, aperta a tutti, che si terrà sabato 18 ottobre. Anche per questo evento le adesioni vanno comunicate al referente di sede.

CORSO RISCHIO MEDIO INCENDIO – 11 ottobre - Campo PC di Marco di Rovereto Il corso è di 8 ore, i posti disponibili sono 25, è aperto a tutti i volontari ed è obbligatorio l’uso della divisa. Orario: inizio 08.30 e conclusione 18.30 circa. Iscrizione: entro il 09 ottobre ai referenti della propria sede.

CORSO GESTIONE EVENTO EMOZIONALE – 25 ottobre - Scuola provinciale antincendi Il corso è di 8 ore, i posti disponibili sono 20, è aperto a tutti i volontari e non serve la divisa.

Orario: inizio 08.30 e conclusione alle 18.30 circa. Iscrizione: entro il 23 ottobre ai referenti della propria sede. Ricordiamo che la Scuola Antincendi si trova a Spini di Gardolo (zona industriale) - via Budapest 3 settore D.

APPUNTAMENTI IN SEDE Prosegue l’attività di aggiornamento e gli appuntamenti di incontro nelle due sedi territoriali.

Ecco il programma per il mese di ottobre:

FOLGARIA LAVARONE

Tutti i MARTEDI’ dalle ore 20.30 alle ore 22.30

Tutti i MERCOLEDI’ dalle ore 20.15 alle ore 22.15

07 ottobre: PHTC Teoria e Pratica (il foglio per iscriversi è esposto in sede)

OBBLIGATORIA 118

14 ottobre: PHTC Teoria e Pratica (il foglio per iscriversi è esposto in sede)

OBBLIGATORIA 118

21 ottobre: Emergenze mediche neurologiche OBBLIGATORIA 118

28 ottobre: Riunione di sede

Il vero segreto dell'apprendimento è avere sempre una mente da principiante, perché nella mente di un principiante ci sono molte possibilità, nella mente di un esperto invece poche

Shunryu Suzuki