Antropologia - Lezione 12^ Capitolo III La verità dellAntropologia cristiana : Predestinazione la...

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Antropologia - Lezione 12^Antropologia - Lezione 12^

Capitolo III

La verità dell’Antropologia cristiana:

la partecipazione degli uomini alla PredestinazionePredestinazione di Cristo

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É tempo anima mia, è tempo: se vuoi conoscere te stessa, il tuo essere e il tuo futuro, da dove vieni e dove vai; se è vita

quella che vivi o se ne ricerchi una più vera e più alta. Mettiti all’opera, anima mia; è

necessario che ti purifichi; cerca Dio e i suoi misteri, quel che c’era prima di questo

universo e che cosa è quest’universo per te, da dove viene e quale è il suo fine. Mettiti

all’opera, anima mia, è tempo che tu rinnovi la tua vita (Gregorio di Nazianzo)

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Momento storicoMomento storico

in ordine all’idea diin ordine all’idea di predestinazionepredestinazione

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Premessa: i disagi moderni circa il termine predestinazionepredestinazione

Nell’uso linguistico comune è categoria pregiudicata. Evoca:

un senso di determinismo, l’idea di pre-determinazione, di una volontà che ci precede, inappellabile ed ineluttabile e che destina, nel senso forte che determina, l’esistenza storica

l’idea di un destino cieco, un fato che ha prefissato deterministicamente la vita

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• L’idea di una discriminazione: alcuni vengono prescelti per la salvezzasalvezza mentre altrialtri lo sono per la dannazione

• Una simile tesi ripugna con la coscienza della inalienabile libertà umana.

• Anzi, sia il volto di Diovolto di Dio che dell’uomouomo risultano distorti in una simile visione

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La sensibilità moderna eredita il problema di una annosa controversia storicaannosa controversia storica sull’interpretazione del senso cristiano della predestinazione:

il dibattito ha il suo inizio con Agostino

un’ulteriore tappa fondamentale nel medio evo, nella celebre controversia «de auxiliis»

È una faccenda occidentale-latina…

la patristica greca non conosce il problema teologico della predestinazione in senso agostiniano, ricalca il pensiero biblico/paolino

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1.La dottrina agostiniana della Predestinazione: genesi ed esito

• due elementi caratteristici:

1) la convinzione che la predestinazione si riferisca solamentesolamente ad alcunialcuni soggetti ad esclusione di tutti gli altri

2) il carattere infallibileinfallibile di questa elezione, nel senso che nulla, neppure la libertà personale degli eletti, può renderla inefficace.

Agostino fonda la sua convinzione a partire dall’esegesi di Paolo (quale Paolo ?!)

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Il punto di partenzapunto di partenza:

parte dalla condizione dell’uomo conseguente al

peccato: ««massa perditionismassa perditionis»»

la predestinazione consiste precisamente

nell’atto divinonell’atto divino di liberare liberare alcunialcuni degli uomini dada questa massamassa dannata

qui il contenutocontenuto dell’atto predeterminante

di Dio

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predestinazionepredestinazione universalitàuniversalità

1Tm 2,4-111Tm 2,4-11

Dio vuole che Dio vuole che tuttitutti gli uomini siano salvi gli uomini siano salvi

S. PaoloS. Paolo

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predestinazionepredestinazione alcunialcuni sono salvati

massa damnata:massa damnata:

tutti hanno peccatotutti hanno peccato

S. AgostinoS. Agostino

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Due qualità fondamentaliqualità fondamentali della predestinazione:

un unico movente: la pura misericordiapura misericordia di Dio ad esclusione di qualsiasi ad esclusione di qualsiasi

previsioneprevisione di eventuali di eventuali meritimeriti = la predestinazione è assolutamente gratuita

nulla può opporsi all’attuarsi dell’atto liberatore di Dio: ciò che Egli vuole, ciò che Egli vuole, inevitabilmente accadeinevitabilmente accade. Per questo la predestinazione è infallibilmente efficace

sono le due proprietà della P. per Agostino: antecedente (o gratuita) e infallibile.

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predestinazionepredestinazione alcunialcuni sono salvati massa damnata:massa damnata:

tutti hanno peccatotutti hanno peccato gratuità: non per i meriti

Peccato Originale infallibile: efficace anche

contro la volontà umana

S. AgostinoS. Agostino

Due proprietà intrinseche alla Predestinazione:

Ma non la universalità La

Predestinazione è una determinazione concreta e posteriore: ci sono dei dannati!

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il «perché?»il «perché?»Questo piano di Dio che libera alcuni dalla

«massa dannationis» ha una sua logicalogicamette in evidenza:

da un lato la GiustiziaGiustizia di Dio che punisce il peccatore (lasciandolo nelle conseguenze del suo peccato)

e dall’altro la sua Misericordia gratuitaMisericordia gratuita (perché, nonostante il peccato, alcuni sono infallibilmente e gratuitamente salvati).

Giusto e misericordiosoGiusto e misericordioso: sono le due qualità divine per Agostino (?!)

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La conseguenzaLa conseguenzaSe Dio è giusto/misericordioso ne consegue che

non potrebbe volere la salvezza di tutti, perché allora (dato il rapporto tra la volontà di Dio e la volontà dell’uomo) di fatto tutti si salverebbero

in questo caso avremmo un piano divino che non mette in luce una delle proprietà essenziali di Dio, cioè la giustizia

di qui la necessità che non tutti siano predestinati

questi sono solo un numero «chiuso e scarso» (perché tanto più raro è il dono, tanto più raro è il dono, tanto più riluce la sua gratuitàtanto più riluce la sua gratuità).

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• il il problemaproblema: :

perché questiquesti determinati e non altrie non altri, entrano a costituire il numero degli eletti?

qual è la ragionequal è la ragione per cui Dio opera questa discriminazionediscriminazione?

I principi agostiniani non offrono alcun elemento per la risposta.

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Interpretazione del Interpretazione del pensiero pensiero

di Agostinodi AgostinoProblema = nel punto di partenza posto a

fondamento, che pregiudica negativamente l’intero ragionamento:

A. fonda la gratuità della salvezza non non sulla rivelazione biblicasulla rivelazione biblica della

volontà salvifica universale, mama sulla condizione di universale peccato in cui l’uomo si trova, per cui esso, pur non meritando nulla, viene salvato.

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predestinazionepredestinazione universalitàuniversalità

1Tm 2,4-111Tm 2,4-11

Dio vuole che Dio vuole che tuttitutti gli uomini siano salvi gli uomini siano salvi

S. PaoloS. Paolo

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predestinazionepredestinazione alcunialcuni sono salvati massa damnata:massa damnata:tutti hanno peccatotutti hanno peccato

Peccato Originale non dal disegno eterno (= intenzione originaria:ma a partire dalla storia: a partire da

Cristo)condizione di peccato

S. AgostinoS. Agostino

Inversione- deformazione rispetto alla Bibbia:

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Rifiuta la dottrina biblica dell’univer-salità della salvezza:

cfr. il suo commento a 1Tim 2,4-11 («Deus vult omnes homines salvos fieri»)

dove dice che tutte le esegesi sono possibili, purché non in contrasto con la dottrina della predestinazione come da lui intesa.

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Alla dottrina biblica della graziaAlla dottrina biblica della grazia, Agostino sostituisce come fondamento della antropologia soprannaturale la la dottrina biblica del peccato dottrina biblica del peccato originaleoriginale.

Sceglie un punto di partenza storico: l’attuale condizione storica dell’umanità che, in seguito al P.O., risulta universalmente segnata dal peccato se non viene ri-generata nel battesimo.

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Poiché, però, l’attuale ordine storico è segnato dal peccato, non può essere assunto come criterio per cogliere la verità dell’uomo e del piano di Dio.

Infatti la rivelazione biblica rivelazione biblica propone un diverso punto di partenzapunto di partenza:

il piano eterno (= questo permette di com-prendere la verità dell’uomo nell’originaria intentio Deiintentio Dei).

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• A partire da tale condizione di peccatoda tale condizione di peccato Agostino ricava il senso della predestinazione

• però, smarrisce l’essenziale smarrisce l’essenziale riferimento a Cristoriferimento a Cristo.

• La Scrittura, all’opposto, ribadisce che essa si può definire solo a partire da Cristo, definire solo a partire da Cristo, non dall’uomonon dall’uomo.

Andrà superata l’esegesi agostinianasuperata l’esegesi agostiniana, in quanto la prospettiva individuale che assume (alcuni individui predestinati e altri no) e la prospettiva dell’infallibile efficacia lo portano a “deformare” la teologia paolina:

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Paolo non afferma l’esistenza di una categoria particolare di eletti, scelti ad esclusione degli altri

non afferma l’esistenza di una grazia invin-cibile ed assolutamente efficace per costoro

MA: i predestinati sono tutti coloro che

hanno ricevuto il Vangelo (1Ts 5,9; Ef 1,3-12; Tim1,9; Rom 8) senza per altro che egli intenda limitare la predestinazione ai soli cristiani

non dice che arriveranno infallibilmente alla salvezza; al contrario, considera la possibilità della loro defezione (2Tim 8,10).

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Esito degli interventi magisteriali

Il Magistero non ha presentato la predesti-nazione come oggetto dell’insegnamento esplicito e solenne

e non ha fatto propria la dottrina agosti-niana della predestinazione.

Significativa è la posizione dell’Indiculus de Gratia, che si rifiuta di seguire Agostinorifiuta di seguire Agostino nei problemi della predestinazione (DS 249).

Il Magistero, invece, è sempre intervenuto contro ogni restrizione della estensione universale della volontà salvifica di Dio e dell’azione redentrice di Gesù Cristo.

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In particolare:

1) la condanna della proposizione quinta di Giansenio, da cui si ricava che è eretico affermare che Cristo sia morto solo per i predestinati (in senso agostiniano) (DS 2005-2006)

2) la condanna dell’errore giansenista che Gesù Cristo è morto solo per i fedeli, non quindi per tutti gli uomini, per cui i non fedeli sarebbero esclusi dall’azione di Gesù Cristo (DS 2304-2305);

3) la presa di posizione contro Quesnel, con cui si afferma l’esistenza di “grazie” anche fuori della Chiesa e antecedenti alla fede (DS 2426.2429)

4) la costituzione Lumen Gentium (capitolo II).

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• Conclusione delle prese di posizione del magistero:

la tesi della volontà salvifica universale è «de fide ex ordinario ecclesiae Magisterio»

ad essa corrisponde la tesi della predestinazione, nel senso precisato

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Eredità di Agostino ha condizionato il dopo

in discussione l’universalità:

la predestinazione comporta che

tutti gli uomini effettivamente

si salvino?

NO! = incompatibile con la possibilità della perdizione (affermata dal dogma cristiano)

predestinazione non è quindi incompatibile a

dannazione

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Da qui le due questioni che hanno affaticato la teologia della predestinazione:

a) Qual è la ragione che discrimina

gli eletti e i reprobi?

b) Come è possibile la dannazione nonostante la predestinazione universale?

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2. Il dibattito 2. Il dibattito teologico sulla teologico sulla

predestinazione predestinazione nel medioevonel medioevo

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Il problema è stato discusso nel medio evo nella cosiddetta controversia de auxiliis (XVI sec.)

come armonizzare grazia (auxilium = aiuto

divino) e libertà umana

domenicani contro gesuiti linea di Agostino Luis de Molina Tommaso Lessio Soto Domingo Bañez

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Presupposto della discussionePresupposto della discussione

– fornito da Agostino –

è il concetto di spirito (umano):

Dio può fare nello spirito ciò che vuole,

senza trovare resistenza da parte dell’uomo.

Però lo spirito resta libero.

In che modo, Agostino non lo dice ().

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interrogativointerrogativo:

Qual è la ragione per cui avviene la discriminazione tra eletti e reprobi?

Dio vuole la salvezza di tutti gli uomini, però questa si attua solo a determinate condizioni

Due soluzioni opposte:• linea bañeziana • linea molinista

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Obiettivo di fondo:

•Linea bañeziana:

esalta il primato assoluto della grazia divina che efficace a priori, e non per il libero agire dell’uomo

•Linea molinista: vuole salvare la libertà umana che

collabora e rende la grazia “efficace”

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linea bañeziana (banessianesimo) = la ragione della predestinazione è «ante praevisa merita»

Dio dona la grazia necessaria ed efficace

cioè vincente = tramite una premozione fisicapremozione fisica spinge l’uomo a operare “liberamente” secondo il volere di Dio

ad alcuni e non ad altri

non in base ai futuri meriti o demeriti per i non elettinon eletti = la volontà salvifica di Dio si

converte in «reprobatio negativa» (= non li non li scegliesceglie), che diventa positiva solo «post praevisa demerita» (= li condannali condanna)

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Quale sia in realtà il criterio della scelta non si sa

non in base alla previsione dei rispettivi meriti o demeriti, questo è certo. Di più non si sa!

LIMITI del banessianesimoLIMITI del banessianesimo si esalta l’assoluta libertà e gratuità di

Dio: è efficace a prioriefficace a priori e non per il libero agire dell’uomo

MA fino a renderla tendenzialmente arbitraria: senza criteri né coerenze. La volontà di Dio, invece, è riferita al Bene !

si rende evanescente la libertà dell’uomo

si giunge a negare la volontà salvifica universale

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linea molinista la ragione della predestinazione è «post praevisa merita»

Dio pre-vede le azioni degli uomini, dando la grazia solo a chi corrisponderà.

Passaggi logici = 1º Dio vuole la salvezza soprannaturale di tutti gli uomini (volontà volontà antecedente e condizionataantecedente e condizionata).

2º Dio (in linea di principio) decide di dare a tutti gli uomini senza distinzione la grazia necessaria per la salvezza.

Se la libera volontà dell’uomo corrisponde, questa grazia porta effettivamente alla salvezza (= grazia efficace); non porta alla salvezza solo se non vi si corrisponde.

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3º Dio, mediante la scienza media, prevede infallibilmente la corrispondenza degli uni e la non corrispondenza degli altri.

In base a questo elemento, Dio, di fatto, decide di dare ai primi la grazia efficace per la salvezza soprannaturale e decide di non dare agli altri queste grazie efficaci.

4º Conseguentemente, Dio decide di dare ai primi il premio e agli altri il castigo.

Il criterio è più obiettivo: la salvezza è per tutti…quelli che corrispondonoper tutti…quelli che corrispondono

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La teoria dipende dalla scienza mediascienza media Dio è capace di conoscere le ipotetiche

determinazioni di fatto di una libera volontà finita (cioè comecome si comporterebbe un uomo in una data situazione futura) e dona una grazia efficace solo a quelli che vi corrisponderanno

è una scienza mediamedia tra la scienza del possibile e la scienza del realmente accaduto: la scienza media serve per conoscere le cose possibili che potrebbero per conoscere le cose possibili che potrebbero diventare realidiventare reali per decisione della libertà, anche se di fatto rimarranno puramente possibili (i futuribili)

MEDIA? = a metà strada tra gli atti liberi solamente possibili e quelli concretamente esistenti in un dato momento storico

Es.: la madre ha una previsione del comportamento dei 2 figli

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Il molinismo è sorto per combattere i Prote-stanti e per rimediare ad alcune insufficien-ze del sistema agostiniano-tomista, specie:

1) la tendenziale negazione della libertànegazione della libertà dello spirito (Dio vi opera quel che vuole)

invece: sottolinea il valore della libertà che rimane nell’uomo nonostante il peccato e co-agisce con la grazia, permettendole di essere “grazia efficace”

2) la negazione della volontà salvifica negazione della volontà salvifica universaleuniversale (Dio salva solo alcuni… quelli che vuole!)

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LIMITI del molinismoLIMITI del molinismosi perde il primato ontologico il primato ontologico

dell’agire di Dio sull’uomodell’agire di Dio sull’uomo, poiché è condizionato dall’uomo

introduce un disordine nell’agire di Dio: la grazia è efficace ma solo in previsione solo in previsione dei meritidei meriti

si perde la gratuità della la gratuità della predestinazionepredestinazione, in quanto dipenderebbe dall’uomo: viene meritata o de-meritata

sono i meriti dell’uomo che decidono la predestinazione.

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Elementi nodali emersi nel dibattito Elementi nodali emersi nel dibattito storico:storico:

dopo Agostino = tenere in unità tre qualità fondamentali della predestinazione: gratuità – universalità – efficacia.

1)Gratuità = antecedenza ad ogni merito (contro pelagianesimo e semipelagianesimo)

2)Efficacia = infallibilità della elezione = la grazia è invincibile, la libertà umana non la rende inefficace

3)Universalità = volontà salvifica per tutti

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Ma l’agostinismo estremol’agostinismo estremo:

mette in evidenza la gratuità e la efficacia, sul presupposto della parzialità e non universalità = più il più il dono è scarso e più è gratuito!dono è scarso e più è gratuito!

pretende di ricavare da S. Paolo il riferimento a soggetti, uomini soggetti, uomini particolari, eletti tra tutti gli uomini, particolari, eletti tra tutti gli uomini, ad esclusione di tutti gli altriad esclusione di tutti gli altri

presupposto esegeticamente ingiustificato

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La controversia de auxiliis è rimasta irrisolta

Paolo VPaolo V (1607): chiede ad ogni corrente di non censurare l’avversaria e di astenersi da parole aspre che manifestano l’amarezza dell’anima!!!

L’inconcludenza del dibattito dipende dal “falso dilemma” che è il presuppostopresupposto: ante vel post praevisa merita?

Errore = definire la predestinazione a partire o o da Dioda Dio, da un lato, oppure dagli uominioppure dagli uomini, dall’altro. In entrambi i casi, a prescindere a prescindere da Cristo e dal NTda Cristo e dal NT.

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Assumendo (acriticamente) un simile presup-posto la questione diviene insolubile, si oscilla come il pendolo sui due lati del rapporto:

• o sul versante di Diosul versante di Dio, che decide il criterio della discriminazione

• o sul versante degli uominisul versante degli uomini, la cui risposta decide del conseguimento della salvezza

Il punto di partenza è equivoco = l’alternatival’alternativa (falsa) tipicamente moderna

tra Dio e l’uomotra Dio e l’uomo e una visione estrinsecista di grazia e visione estrinsecista di grazia e

libertàlibertà: due grandezze antitetiche e concor-renziali poste sullo stesso piano

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La soluzione = rivedere tale presupposto presupposto acri-ticoacri-tico, riconoscendo con la Scrittura che il criterio della predestinazione non sta né in né in una visione astratta di Diouna visione astratta di Dio né nell’agire dell’uomonell’agire dell’uomo, quanto piuttosto in Gesù Cristo

occorre riandare al senso della rivelazione:La predestinazione paolina è la predestina-predestina-

zione di graziazione di grazia e, di conseguenza, la predesti-nazione degli uomini in Cristouomini in Cristo.

Dio intende e decide in base al disegno disegno della sua volontàdella sua volontà: tutti gli uomini sono salvi nel mistero di Gesù Cristo.

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Due punti fermi:

occorre ricuperare come proprietà intrinseca della predestinazione anche

l’universalitàl’universalità (= tutti) (= tutti)

superare le strettoie agostiniane e tornare al tema della predestinazione cogliendolo nel suo momento originario, direttamente dalla

RivelazioneRivelazione.

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3. Conclusioni 3. Conclusioni sintetiche: sintetiche:

la predestinazione la predestinazione

è la verità dell’uomoè la verità dell’uomo

«Non è solo una dottrina teologica, «Non è solo una dottrina teologica, ma è l’espressione coerente di ma è l’espressione coerente di

tutto il Vangelo» tutto il Vangelo» (G. Colzani)(G. Colzani)Non la prima di una serie di tesi, ma l’architrave

dell’impianto antropologico

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Per l’elaborazione di una corretta dottrina:

il Dio vivente è il Dio dell’alleanza, è il Dio che ha liberamente istituito una relazione di grazia con l’uomo sin dall’eternità.

Nella storia, il Dio di Gesù Cristo si autode-termina in favore dell’uomo peccatore.

Non è è lecito tornare al di qua della sua lecito tornare al di qua della sua libera decisione libera decisione (una massa dannata!), una decisione che dobbiamo considerare assoluta e assoluta e gratuitagratuita, totalmente indipendentemente indipendentemente dai comportamenti umanidai comportamenti umani: Dio è libertà di amare, è pura grazia rivelata in Cristo

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PartenzaPartenza teologica e non filosofica:

Verità dogmaticaVerità dogmatica = riferimento al mystérion paolino

nonnon partire da una visione filosoficafilosofica di Dio e dei suoi rapporti con l’uomo (cfr. la questione su come la grazia agisce sull’anima umana)

Il disegno divino della p. non è riconducibile alla misteriosità e insondabilità del FatumFatum (= “destino - fatalità”) o dell’Ananke Ananke greca (= “la necessità”), ma si rivela inequivocabilmente e definitivamente in Gesù Cristo.

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Il criterio: la predestinazione è predestinazione didi Cristo e

degli uomini inin Cristo.

Evitare: il riferimento diretto ai salvati (chi? –

perché?), e quindi il dilemma del «ante vel post praevisa merita»

neppure partire da Dio (quale?), a monte del suo dirsi e del suo donarsi in Gesù Cristo.

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Rilettura cristocentrica delle tre qualità fondamentali della predestinazione (emerse col dibattito storico):

gratuità è il dono di Gesù Cristo: pura liberalità del

Padre (“non ha risparmiato…” – è unilaterale) supera ogni esigenza/diritto da parte

dell’uomo, anche dell’uomo buono moralmente

universalità esclude l’esistenza di un ordine non

istituito su Cristo (una “massa dannata”) afferma l’estensione a tutta l’umanità

esistente, senza eccezione alcuna

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infallibile efficaciaLa P. si attua nel Cristo, e l’opera di Cristo

non può assolutamente venir meno volontà definitiva = che non può non

raggiungere il suo scopo La predestinazione svela il fondamento

eterno della nostra salvezza, così la P. custodisce la garanzia del suo risultato finale, la certezza che il mondo sarà salvato

In Gesù Cristo noi abbiamo la certezza dell’assoluta fedeltà di Dio a questo mondo

Il fondamento giustifica il compimento (l’inizio sostiene il fine)

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A queste tre qualità fondamentali (dalla storia teologico-dogmatica)

+ biblica: la predestinazione è il contenuto del

progetto eterno/originario di Dio

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Ef 1,4: Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo = prima non durante la storia

sottrae la vita personale e la storia alla casualità, radicandola invece nell’eterna libertà del Dio-Amore

è la ragione ultima della nostra storia e la risposta alle domande cruciali: Da dove veniamo? Dove andiamo?

la scelta divina non è una variabile della storia, ma il fondamento stesso della vita e della storia: il piano di Dio è eterno = non “al di fuori” della storia, ma che la “fonda”

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Ef 1,4: Dio ci ha scelti in LUIla predestinazione in Cristo è il punto di partenza

non un corollario dopo aver già sviluppato un concetto universale di predestinazione a prescindere dalla nostra elezione in Gesù Cristo

si attua concretamente con la creazione, ma non la presuppone (non c’è già un ordine)

l’unicità e l’unità della volontà eterna: è esclusa la possibilità di una doppia prede-stinazione: la volontà divina non è mutevole né incerta. È il fondamento sicuro su cui “compro-mettere” la vita.

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Il contenuto: la filiazionefiliazione e la solidarietàsolidarietà di tutti gli uomini in Cristo

la verità dell’antropologia = l’uomo entra in relazione con Dio-Padre nella forma che è propria di Gesù, ossia nella relazione filiale

Insufficienti le risposte inferiori, non perché false ma non adeguate all’identità della persona:

l’uomo è “animale razionale”, o che è “natura pura”, o un “animale evoluto”

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una creatura chiamata all’amicizia o alla

comunione con Dio (divinizzazione o vocazione soprannaturale erano i termini tradizionali).

È ancora poco: non dice la qualità filiale

non si dà una creazione in-determinata, né generica dell’uomo = ma la conformazione al Figlio

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La relazione con l’altro (uomo) è originaria e costitutiva

G. Colombo = solidarietà in Cristo ossia del legame soprannaturale che unisce gli uomini gli uni agli altri in Cristo (Galati: “uno in Cristo”)

La tesi della predestinazione rivela una verità dimenticata (ma mai negata) dal dibattito storico: l’intrinseca dimensione relazionale dell’antropologia.

L’uomo non ha semplicemente delle relazioni, ma al contrario è relazione

conferma dell’antropologia biblica: l’uomo è relazione (non “ha” delle relazioni): con Dio, con l’altro da sé (donna/uomo) con il creato

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La relazione si rivela quale dimensione originaria e costitutiva della persona libera.

Duplice conclusione: 1) in negativo, il rifiuto dell’individualismo,

come visione “parziale”, astratta dell’uomo2) in positivo, il riconoscimento che l’uomo è

costitutivamente fatto per la comunione.

K. Barth = predestinazione della comunità

O. Clément = due logiche contrapposte: individuo (a-seità) e persona (essere con/per)

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Carattere sovraindividuale dell’antro-pologia cristiana = la coscienza personale non è coscienza di sé ma coscienza della/nella comunione

“Il dogma della Trinità è il nostro programma sociale” (N.F. Fedorov) = triunità

personale Unità ontologica di tutti gli esseri

umani = sono consustanziali

Nella comunione la persona non è “oggetto” di una mentalità dell’uso: è l’irriducibilità dell’essere umano alla sua natura

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NB: Antichità - medioevo = la dimensione comunitaria appariva prima della concentra-zione esclusiva sul singolo (l’individuo è “uno accolto da” e “costituito con”)

La cultura moderna ha decisamente portato ad un’inversione: il soggetto (coscienza di sé) precede e domina sulla comunità (coscienza della comunione)

Perduta l’ontologia relazionale biblico-patristica

Relazione ? = categoria accidentale (aristotel-ismo) e psicologico - strumentale (Cartesio -Newton)

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P. FlorenskyL’aspetto della filìa si incarna nei rapporti di amicizia e

trova il suo fiore nell’opera sacramentale (eucaristica) di affratellamento e nella co-manducazione. Nella

santa Eucaristia trovano nutrimento l’ascesi, la pazienza e il martirio comuni… La struttura amicale,

improntata a filìa, della comunità fraterna, agapica, dei cristiani, contraddistingue non solo il rapporto

gerarchico e filiarchico dei membri con il centro, ma anche le frazioni più minute della comunità. La

comunità, simile al cristallo, non si divide in parti amorfe, non cristalline; al limite della divisione non c’è l’atomo umano in rapporto con sé e, partendo

da sé, con la comunità, ma la molecola comunitaria, la coppia di amici che è il principio dell’azione...

Siamo di fronte ad una nuova antinomia, l’antinomia persona-diade.

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Da un lato la persona singola è tutto,dall’altro è qualcosa soltanto dove si trovano “due o tre”.

Questo “due o tre” è qualitativamente superiore all’uno, benché sia stato il

cristianesimo a creare l’idea del valore assoluto della persona individuale. La persona non può essere assolutamente valida se non in una

comunicazione assolutamente valida, benché non si possa dire se la persona sia

prima della comunicazione o la comunicazione prima della persona. Il

primato della persona o della comunicazione si escludono a vicenda, dal punto di vista

razionalistico, ma sono dati insieme come fatto immediato nella vita ecclesiale (P. Florensky, Colonna e fondamento della verità,

476-487)

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La possibilità della dannazione La predestinazione in Cristo (= volontà

salvifica universale, effettivamente efficace) è compatibile con la possibilità reale, seppure tragica, della dannazione?

È in gioco la serietà della libertà umana: l’uomo può opporsi, resistere, rifiutare

Dio solo è essenzialmente buono perché il suo volere è di unire i cattivi a sé, che è, essenzialmente buono e

renderli di conseguenza buoni. A questo fine, quando è oltraggiato, benedice; quando è

perseguitato, sopporta; quando è infamato, conforta; e quando viene trucidato, prega per gli uccisori. Egli

fa tutto questo per non allontanarsi dal Suo fine principale: l’amore (Massimo il Confessore)

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Proprio nella negazione dell’offerta della gra-zia, l’esercizio della libertà afferma che l’unico senso per la libertà umana è Cristo

dunque, si può scegliere diversamente, ma con un esito autodistruttivo!

La negazione costituisce non la salvezza e la realizzazione della libertà, bensì il suo falli-mento totale e la perdizione

• Possibilità dell’inferno: non nell’alternativa (fal-sa) tra la giustizia e la misericordia di Dio, ma per la salvaguardia della libertà umana

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La libertà è prerogativa costitutiva della creazione:

“L’uomo è libero fin da principio.

Dio infatti è libertà,

e a immagine di Dio

è stato fatto l’uomo” (Ireneo di Lione, Adv. Haer. IV, 37, 4: SC 100 bis, 932).

Anche Brambilla parla preferibilmente di libertà creata, piuttosto che di uomo o di creatura.

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“La libertà racchiude in sé un principio irrazionale oscuro: esso non fornisce garanzia interiore che la luce vincerà le tenebre [...]. La libertà

può essere «fatale», può portare sulla strada della vittoria delle tenebre e della distruzione dell’essere [...]. La grazia non

contraddice alla libertà, la grazia è un’identità interiore con la libertà, la grazia vince la tenebra irrazionale della libertà e la porta la porta

all’amore liberoall’amore libero. Perciò il mistero fondamentale del cristianesimo è collegato alla grazia, cioè al superamento del conflitto tra il fato della libertà e il fato della necessità nell’amore libero”

(N.A. Berdjaev, Il senso della storia, Milano 1972, 55-6).

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Ma l’affermazione della possibilità dell’inferno è anche funzionale alla salvaguardia dell’amore di Dio che non possiede altre vie per salvare l’uomo al di fuori dell’amore (libera adesione all’altro).

“Nel suo grande amore, Dio non ha voluto costringere la nostra libertà, anche se avrebbe potuto farlo, ma ci ha lasciati

venire a lui con il solo amore del nostro cuore”

(Isacco di Ninive, Discorsi ascetici, 81, ed. Spanos, Atene 1895, 307).

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“Vi dico dunque che coloro che soffrono nell’inferno sono tormentati dai colpi dell’amore. Sono duri e amari i colpi che procedono dall’amore — cioè di ciò in cui essi hanno sentito di aver mancato di carità —, più dei tormenti che procedono dal timore. La sofferenza che freme nel cuore e

<dipende> dalla mancanza di amore è più acuta di qualsiasi <altro> tormento. È turpe che uno

pensi che i peccatori nell’inferno sono privati dell’amore per Dio. L’amore infatti è figlio della scienza del vero, che confessiamo essere data a

tutti in modo universale.

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L’amore nella sua potenza agisce in due modi. Tormenta chi ha mancato, come capita anche qui, quando un amico capisce di essere stato

infedele all’amico; rallegra invece sempre l’amore coloro che hanno osservato quel che

gli si deve. Così anche nell’inferno: dico che la durezza del tormento è costituita dal

pentimento che procede dall’amore, mentre la letizia che è nell’amore inebria l’anima dei figli

dell’alto”

(Isacco il Siro, Discorsi ascetici, 19, tr. In Isacco di Ninive, Discorsi ascetici/1, a cura di M. Gallo e P.

Bettiolo, Roma 1984, 239).

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Sviluppo logico dell’idea di dannazione:

Partenza: pre destinazione non significa che l’umanità «sic et simpliciter» sia salva, ma che l’umanità in Cristo è salva

qui l’ordine storico effettivamente voluto da Dio il rapporto tra l’umanità e il Cristo si instaura sulla

base della libertà personale di ciascuno:

La salvezza voluta da Dio per l’uomo è gra-tuita e antecede la risposta dell’uomo,

ma per attuarsi è offerta alla libertà umana.

la libertà è la facoltà del definitivo (K. Rahner)

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«Dio ha creato te senza di te. Perché Dio ti creasse non hai dato nessun consenso: e come avresti potuto consentire quando ancora non

esistevi? Dunque, colui che ha creato te senza di te non ti giustifica senza di te. Egli ha creato chi era ignaro, ma

giustifica soltanto chi lo vuole» (Sant’Agostino)

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Come intendere l’infallibile efficacial’infallibile efficacia della Predestinazione?

non nel senso che essa salverà di fatto tutti gli uomini

neppure nel senso (agostiniano) che salverà i predestinati anche contro la loro volontà

nel senso che essa salverà infallibilmente e senza discriminazioni tutti quelli che non gli si oppongono ostinatamente e non rifiutano di essere salvati

cfr. testi neotestamentari: esistono peccati irremissibili?

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Mc 3,22-29 (//Mt 12,31ss; Lc 12,10): In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna.

• Eb 6,4-6: “Quelli infatti che sono stati una volta illuminati... se sono caduti (qui si fa il caso dell’apostasia), è impossibile rinnovarli una seconda volta portandoli alla conversione, dal momento che per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all’infamia.

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Per tutti coloro che non vi resistono, nulla, né fuori di loro, né dentro di loro (inclinazioni, tendenze, peccati) potrà impedire l’attua-zione della volontà salvifica di Dio:

Rom 8,38: niente ci potrà separare dall’amore di Cristo.

Questa posizione differisce radicalmente da quella pelagiana, che concepisce la salvezza come ricompensa alla bontà morale dell’uomo

la salvezza è esclusivamente effetto della volontà di Dio: è infatti solo dalla volontà di Dio che viene tutta la salvezza dell’uomo.

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E l’uomo, da parte sua?ha solo la possibilità di resistere e quindi

opporsi, per salvarsi altrove (fuori di Cristo) rifiutandosi a Cristo, l’uomo rende sterile per

sé la volontà salvifica che in Gesù Cristo è uni-versale (1Cor 1,17: la croce di Cristo resa vana)

se non si oppone, la volontà salvifica si attua infallibilmente in lui come in tutti

opporre resistenza = chiudersi al dono di Dio reso disponibile nella storia/comunità di Gesù

è “perdersi”, si perde la propria “destinazione”

Ma questo è il senso della vicenda storica della libertà umana di cui s’interessa il capitolo IV!

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Un piccolo esercizioUn piccolo esercizio

di verifica di verifica

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GiudaGiuda

era predestinato? predestinato?

dall’eternità?dall’eternità?

nella sua storia?nella sua storia?

era predeterminato?era predeterminato?

dall’eternità?dall’eternità?

nella sua storia?nella sua storia?

era libero?era libero?

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Maria di NazarethMaria di Nazareth

era predestinata? predestinata?

dall’eternità?dall’eternità?

nella sua storia?nella sua storia?

era predeterminata?era predeterminata?

dall’eternità?dall’eternità?

nella sua storia?nella sua storia?

era libera?era libera?

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Antropologia - Lezione 13^Antropologia - Lezione 13^

Momento sistematico 1

Le strutture dellaLe strutture della

libertà creatalibertà creata

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Premessa: l’attuarsi della Predestinazione

Dopo aver visto il piano divino nella sua eternità, ora ne vediamo il suo compimento storico.

Eternità

Storia

La P. per realizzarsi è condizionatacondizionata dall’accadere di alcune condizionidall’accadere di alcune condizioni:

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se Dio è mosso dalla volontà di avere dei figli nel Figlio, occorre che dia esistenza ad un interlocutore a cui donarsi, un tu in grado di divenire partner di tale progetto, che sia capace di una risposta libera di fronte a tale offerta d’amore

il volere di Dio stabilisce una reciprocità, un admirabile commerciumadmirabile commercium, una relazione che esige l’esistenza di un “tu” amato e amante

dunque la volontà di Dio per l’uomo (= P.) si si attua creandoattua creando

si attuerà precisamente nella creazione creazione dell’uomodell’uomo (posizione (posizione centralecentrale nel nel creato).creato).

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La P. esige che si attuino almeno due condizioni:

l’esistenza di esseri che non siano Dio stesso, che siano “altro da Dio” (creature) e che di conseguenza possano diventare possano diventare partecipi della natura divinapartecipi della natura divina e della filia-zione, dal momento che non vi partecipano in modo nativo ed essenziale (per natura)

di qui, la creatura, o meglio, la «libertà creata», nella differenza di uomo e donna

perciò l’esistenza dell’uomo nonnon dev’esser dev’esser presuppostapresupposta all’azione all’azione divinadivina, ma va colta come ciò che il piano di ciò che il piano di Dio pone per realizzarsiDio pone per realizzarsi

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l’esistenza in questi esseri di una disponibilità (la libertà) ad accogliere la volontà di predestinazionevolontà di predestinazione in modo libero

per cui la volontà di Dio si mostri come effetti-vamente «graziosa» e non «graziosa» e non predeterminantepredeterminante

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Riepilogando: l’uomo non è Dio, ma l’uomo non è Dio, ma è creatoè creato == è distinto da Dio – totalmente è distinto da Dio – totalmente

dipendente da Luidipendente da Lui è è disponibile a Diodisponibile a Dio, in quanto è , in quanto è

creato liberocreato libero= = è nellaè nella possibilità effettivapossibilità effettiva di comunione di comunione

con Dio con Dio in Cristo = in Cristo = l’orientamento l’orientamento originariamente originariamente cristologicocristologico della libertà della libertà creatacreata: l’uomo viene : l’uomo viene creato in Cristocreato in Cristo ed ed in in vista della comunione/incorporazionevista della comunione/incorporazione a Gesù di Nazaretha Gesù di Nazareth

tradizionalmente = l’uomo viene creato tradizionalmente = l’uomo viene creato “in “in grazia”.grazia”.

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La tradizione ha sviluppato la riflessione sulle strutture dell’uomo attorno a tre capitoli:

1. la creazione = concentrandosi, però, essen-zialmente sulla questione cosmologica = il “creato”, il mondo e l’origine delle il “creato”, il mondo e l’origine delle cose da Diocose da Dio

2.l’uomo = inizialmente ricondotto al tema biblico dell’imago Deiimago Dei, di fatto studiato nell’analisi dei componenti della persona: anima e corpoanima e corpo

3. la grazia = la chiamata alla comunionechiamata alla comunione con Dio in Gesù Cristo.

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Due correttivi che vogliamo apportare:

Punto di partenza biblico (GenGen 1 e 2): propone una visione unitaria della

creazione dell’uomo, colto non tanto non tanto nei suoi nei suoi elementi/componenti elementi/componenti strutturalistrutturali, quanto piuttosto nelle sue relazioni costitutive:

• con Dio (la filiazione)

• con il mondo (luogotenente di Dio)

• con l’uomo/donna, cioè l’altro da sé (sessualità e socialità)

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si vede meglio l’unitarietà dei diversi temi attorno alla figura dell’uomo

l’importanza della dialettica sessuale – e della socialità in genere (temi tradizionalmen-te trascurati o rimandati ad altre discipline, quali la moralemorale) – tra gli elementi originari e costitutivi dell’uomo.

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punto di partenza l’uomo e non il mondo

è anzitutto la creazione dell’uomo il centro, non la natura in genere

tutto ciò che è posto in essere (il cosmo) lo è in vista ed in relazione a quest’unico progetto divino

in rapporto all’uomo avrà piena comprensione lo studio del tema natura/mondo, liberan-dolo dalla riduzione cosmologica a cui è andato incontro nella storia e recuperandone, invece, l’originario riferimento antropologico.

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Ci concentreremo sui seguenti nuclei tematici intesi come lo svolgimentosvolgimento analiticoanalitico del mistero della del mistero della predestinazione nel suo predestinazione nel suo attuarsi attuarsi storicostorico:

1) l’uomo: la libertà creata

2) la relazione dell’uomo con il mondo: la creazione

3) la relazione dell’uomo con l’altro da sé: la sessualità

4) la relazione dell’uomo con Dio: l’incor-porazione filiale = la Grazia

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Capitolo III

L’uomo: L’uomo:

la libertà creata, la libertà creata,

capacità di relazionecapacità di relazione

L’uomo imago DeiL’uomo imago Dei

la struttura ontologica la struttura ontologica dell’uomo: dell’uomo:

anima - corpoanima - corpo