ANTONIO VIVALDI - Naxos Music Library · 2019-10-18 · ANTONIO VIVALDI Concerti per fagotto, archi...

9
ANTONIO VIVALDI Concerti per fagotto, archi e continuo - Vol. II RV 485, 499, 472, 498, 497, 484, 495 Roberto Giaccaglia: fagotto - Ensemble Respighi

Transcript of ANTONIO VIVALDI - Naxos Music Library · 2019-10-18 · ANTONIO VIVALDI Concerti per fagotto, archi...

Page 1: ANTONIO VIVALDI - Naxos Music Library · 2019-10-18 · ANTONIO VIVALDI Concerti per fagotto, archi e continuo -Vol. II RV 485, 499, 472, 498, 497, 484, 495 Roberto Giaccaglia: fagotto

ANTONIO VIVALDIConcerti per fagotto, archi e continuo - Vol. II

RV 485, 499, 472, 498, 497, 484, 495Roberto Giaccaglia: fagotto - Ensemble Respighi

672251_Booklet-5+3.indd 1 17/10/09 12.07

Page 2: ANTONIO VIVALDI - Naxos Music Library · 2019-10-18 · ANTONIO VIVALDI Concerti per fagotto, archi e continuo -Vol. II RV 485, 499, 472, 498, 497, 484, 495 Roberto Giaccaglia: fagotto

Tactus Letteralmente “tocco”. Termine latino con cui, in epoca rinascimentale, si indicava quella che oggi è detta battuta.Literally “stroke” or “touch”. The Renaissance Latin term for what is now called a beat.Buchstäblich “Schlag”. Begriff, mit dem in der Renaissance, ausgehend vom Lateini-schen, das bezeichnet wurde, was heute Takt genannt wird.Littéralement “coup”, “touchement”. Terme provenant du latin, par lequel on indiquait à la Renaissance ce qu’aujourd’hui on appelle la mesure.

2010Tactus s.a.s. di Serafino Rossi & C.

Via Tosarelli, 352 - 40055 Villanova di Castenaso - Bologna - Italytel. +39 051 0950314 - Fax +39 051 0950315

e-mail: [email protected] - web page: http://www.tactus.it

In copertina: Canaletto, Il Palazzo Ducale (particolare)

1a Edizione 2010

24 bit digital recordingTecnico del suono, Editing, Mastering: Alberto Ambrosini

Computer Design: Tactus s.a.s.Stampa: KDG Italia s.r.l.

L’Editore è a disposizione degli aventi diritto.

672251_Booklet-5+3.indd 2 17/10/09 12.07

Page 3: ANTONIO VIVALDI - Naxos Music Library · 2019-10-18 · ANTONIO VIVALDI Concerti per fagotto, archi e continuo -Vol. II RV 485, 499, 472, 498, 497, 484, 495 Roberto Giaccaglia: fagotto

1

Già da un primo esame della sterminata produzione vivaldiana non si può fare a meno di notare il ruolo di spicco rivestito dai concerti per fagotto. Il catalogo delle opere del Prete Rosso ne conta infatti ben 37 (ai quali ne vanno aggiunti altri due pervenutici solo in parte), molti più di quelli dedicati a strumenti più canonici come il flauto o l’oboe. Nonostante l’impegno di numerosi musicologi, non è ancora stato possibile individuare con ragionevole certezza cosa abbia spinto Vivaldi a profondere così tante energie per uno strumento che fino ai primi anni del XVIII secolo era relegato quasi esclusivamente nell’ambito del basso continuo o - nella migliore delle ipotesi - a svolgere il ruolo di strumento obbligato nelle arie di qualche opera, come il Pena tiranna di Händel. Dai manoscritti si è venuti a sapere che uno di questi concerti (RV.502) era stato dedicato a Giuseppino Biancardi, un musicista di secondo piano attivo a Venezia nella prima metà del XVIII secolo, e un altro (RV.496) al conte Morzin, membro della casata austriaca che un paio di decenni più tardi avrebbe avuto l’onore di annoverare tra i propri musicisti il giovane Franz Joseph Haydn. In assenza di ulteriori notizie coeve, è lecito supporre che la maggior parte di questi concerti sia stata composta per le ragazze dell’Ospedale della Pietà, l’istituzione caritativa veneziana in cui Vivaldi prestò servizio a due riprese, dal 1703 al 1709 e dal 1711 al 1718, un’ipotesi che viene avvalorata da Charles de Brosses, che in una delle sue lettere scrisse che il fagotto era uno degli strumenti suonati dalle “figlie”. Un altro interrogativo che rimane aperto riguarda il tipo di strumento per cui Vivaldi compose questi strumenti. A cavallo tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo il fagotto conobbe infatti una notevole evo-luzione costruttiva, che ne ampliò notevolmente le possibilità tecniche ed espressive. A giudicare dall’estensione - che spazia dal do1 al sol3, spingendosi nel Presto iniziale del Concerto RV.495 fino al si bemolle0 - si potrebbe propendere per il fagotto a due chiavi, mentre in altri casi (come il Concerto RV.477) il compositore veneziano sembrerebbe aver pensato al più evoluto fagotto a tre chiavi. In ogni caso, Vivaldi dimostra di conoscere perfetta-mente i mezzi dello strumento, al quale affida passaggi virtuosistici e movimenti intrisi di una vena elegiaca fino ad allora quasi inconcepibili per il più grave dei legni. Inoltre, prima di qualunque altro compositore, nei suoi con-certi Vivaldi seppe conferire al fagotto una sorta di duplice personalità, da un lato saggio dispensatore di pensieri elevati e di profonde intuizioni come il nobile Pantalone delle commedie goldoniane e dall’altro di una cantabilità briosa e brillante che sembra prefigurare gli innamorati delle opere buffe della seconda metà del Settecento, di cui l’Almaviva rossiniano costituisce il vertice inarrivabile. Va poi sottolineato che molti concerti per fagotto – soprattutto quelli più tardi – presentano una scrittura innovativa capace di andare oltre il collaudato schema a ritornello, che in molti casi viene modificato in maniera estremamente efficace. È questo il caso, per esempio, del Concerto in la minore RV.497, che si apre con un Allegro molto teso e serrato, con il sereno melodizzare del fagotto che crea un meraviglioso contrasto con l’ondeggiante concitazione degli archi. Questo movimento - dal quale traspare un’anticipazione di quello che sarebbe passato alla storia come lo stile della Scuola di Mannheim - è seguito da un Andante molto dall’incedere languoroso e sottilmente malinconico e da un brillante Allegro dai toni inconfondibilmente vivaldiani. Questa falsariga viene riproposta in maniera creativa negli altri quattro concerti in tonalità minore presentati in questo disco, mentre quelli in maggiore – primo tra tutti il Concerto in do maggiore RV.472 – presentano una inesauribile joie de vivre che si traduce in una straordinaria ricchezza melodica che non fa altro che esaltare lo strumento solista.

Giovanni Tasso

672251_Booklet-5+3.indd 1 17/10/09 12.07

Page 4: ANTONIO VIVALDI - Naxos Music Library · 2019-10-18 · ANTONIO VIVALDI Concerti per fagotto, archi e continuo -Vol. II RV 485, 499, 472, 498, 497, 484, 495 Roberto Giaccaglia: fagotto

2

Ensemble Respighiwww.ensemblerespighi.it

672251_Booklet-5+3.indd 2 17/10/09 12.07

Page 5: ANTONIO VIVALDI - Naxos Music Library · 2019-10-18 · ANTONIO VIVALDI Concerti per fagotto, archi e continuo -Vol. II RV 485, 499, 472, 498, 497, 484, 495 Roberto Giaccaglia: fagotto

3

Even from a preliminary examination of the Vivaldi’s vast opus, it is hard not to notice how many concertos he composed for the bassoon. The Red Priest wrote 37 (plus two, only part of which are extant), considerably more than those for better known instruments like the flute and the oboe. In spite of efforts on the part of numerous musicologists, no one has been able to establish satisfactorily what inspired Vivaldi to devote so much of his time to an instrument that, until the beginning of the 18th century, was usually part of the basso continuo or, at best, had the obbligato part in arias in operas like Händel’s Pena Tiranna.

Manuscripts show that one of these concertos, RV.502, was dedicated to a relatively unknown musician called Gioseppino Biancardi, who worked in Venice at the beginning of the 18th century. Another concerto, RV.496, is dedicated to Count Morzin, an Austrian aristocrat who, a few years later, employed the young Franz Joseph Haydn as one of his musicians. As there is a lack of further contemporary information, it is safe to presume that most of these concertos were composed for the girls of the Ospedale della Pietà, the charitable institution where Vivaldi worked from 1703 to 1709 and 1711 to 1718. This supposition was endorsed by Charles de Brosses, who wrote in a letter that the bassoon was one of the instruments he heard the figlie (girls) play. The type of bassoon Vivaldi wrote the concertos for is still uncertain. At the end of the 17th and the beginning of the18th centuries, the bassoon underwent many important changes in its construction, that considerably increased its technical abilities and tone colour. If we look at the playing range - C1 to G3 - in the opening Presto of Concerto RV.495, it would seem that Vivaldi had the two-key bassoon in mind. In the other concertos, such as RV.477, the Venetian composer was probably writing for the more advanced bassoon with three keys. Vivaldi certainly knew the instrument well, and wrote virtuosic passages and movements in elegiac vein for this, the lowest wind instrument.

More than any other composer, he bestowed the bassoon with a kind of double personality: on the one hand he saw it as a wise dispenser of elevated thoughts and profound insights, like those of Pantalone in Goldoni’s plays, on the other he considered it a melodious voice, which was lively and colourful, and seemed to prefigure the lovers in late 18th century opere buffe, which Rossini’s Almaviva is the inaccessible peak. Vivaldi’s writing of his bassoon concertos – particularly the later ones – is innovative and extends beyond the usual ritornello form, which he often modified very effectively. This is true, for example, of the Concerto in A minor RV.497, that opens with a tense Allegro full of urgency, in which the bassoon provides a marvellous contrast to the undulating excitement of the strings. This movement, in which there is an anticipatory hint of Mannheim School techniques, is followed by an Andante Molto, languorous and slightly melancholy in character.

This is followed by a lively, typically Vivaldian Allegro. A similar tendency returns creatively in the other four concertos in minor keys on this CD. Those in the major keys, particularly RV.472 in C major, are full of joie de vivre and extraordinarily rich melodies that exalt the solo instrument.

Giovanni TassoTranslation by Priscilla Worsley

672251_Booklet-5+3.indd 3 17/10/09 12.07

Page 6: ANTONIO VIVALDI - Naxos Music Library · 2019-10-18 · ANTONIO VIVALDI Concerti per fagotto, archi e continuo -Vol. II RV 485, 499, 472, 498, 497, 484, 495 Roberto Giaccaglia: fagotto

4

Roberto Giaccaglia, primo fagotto solista del Gran Teatro La Fenice di Venezia dal ‘98, www.giaccaglia.com.

672251_Booklet-5+3.indd 4 17/10/09 12.07

Page 7: ANTONIO VIVALDI - Naxos Music Library · 2019-10-18 · ANTONIO VIVALDI Concerti per fagotto, archi e continuo -Vol. II RV 485, 499, 472, 498, 497, 484, 495 Roberto Giaccaglia: fagotto

5

Quand on examine l’énorme production de Vivaldi on remarque tout de suite que les concertos pour basson ont un rôle fondamental. Dans le catalogue des œuvres du ‘Prete Rosso’ il y en a en effet 37 (à ces concertos il faut en ajouter deux, dont il nous restent seulement des parties) : beaucoup plus, donc, que ceux dédiés à des instruments plus utilisés, comme la flûte ou l’hautbois. Malgré les efforts des musicologues, on ne connaît toujours pas les raisons qui ont poussé Vivaldi à employer autant d’énergie pour un instrument qui, jusqu’au début du XVIIIème siècle, était utilisé presque exclusivement comme basse continue ou – au mieux – comme instrument obligé dans les airs de certains opéras, comme le Pena tiranna d’Händel.

A travers les manuscrits, on a appris qu’un de ces concertos (le RV.502) avait été dédié à Giuseppino Biancardi, un musicien peu connu qui a vécu à Venise dans la première moitié du XVIIIème siècle. Un autre concerto (le RV.496) avait été dédié au comte Morzin, un membre de la famille autrichienne qui, vingt ans après, aurait eu l’honneur d’avoir le jeune Franz Joseph Haydn parmi ses musiciens.

N’ayant pas d’autres informations de l’époque, on peut supposer que la plupart de ces concertos a été composée pour les filles de l’Ospedale della Pietà, l’institution charitable de Venise où Vivaldi a travaillé à deux reprises, de 1703 à 1709 et de 1711 à 1718. Cette hypothèse est accréditée par Charles de Brosses qui, dans une de ses lettres, a écrit que le basson était un des instruments joués par les filles. On se demande également pour quel genre d’instrument Vivaldi a composé ces concertos. Entre la fin du XVIIème siècle et le début du XVIIIème siècle, en effet, la construction du basson a évolué considérablement, agrandissant de façon remarquable ses possibilités techniques et expressives. Compte tenu de son étendue – qui va du Do1 au Sol3, jusqu’au Si bemol0 dans le Presto au début du Concerto RV.495 – on pourrait penser au basson à deux clés, tandis que dans d’autres cas (comme celui du Concerto RV.477), le compositeur doit avoir pensé au basson à trois clés, plus évolué. Dans tous les cas, Vivaldi montre de connaître à la perfection les possibilités de l’instrument, lui confiant des passages de bravoure, unis à une veine élégiaque presque inconcevable pour cet instrument grave. Encore, et avant tout autre composi-teur, dans ces concertos Vivaldi a su donner au basson une sorte de double personnalité : d’un coté celle du sage dispensateur de pensées nobles et d’intuitions profondes (comme le noble Pantalon des comédies de Goldoni) et, de l’autre coté, celle d’une voix chantante et entraînante, qui semble préfigurer les amoureux de l’opéra bouffe de la deuxième moitié du XVIIIème siècle.

Il faut aussi souligner que plusieurs concertos pour basson – surtout les plus tardifs – présentent une écriture innovatrice qui dépasse le vieux schéma avec refrain, souvent modifié de façon extrêmement efficace. C’est ce qu’on remarque, par exemple, dans le Concerto en La mineur K.497, qui s’ouvre avec un Allegro très tendu et soutenu, où la mélodie sereine du basson crée un contraste merveilleux avec les phrases animées et ondoyantes des cordes. Ce mouvement – qui anticipe le style de l’Ecole de Mannheim – est suivi par un Andante molto, languissant et subtilement mélancolique, et par un Allegro brillant dans le style unique de Vivaldi. Ce modèle est proposé à nouveau, de façon créative, dans les autres quatre concertos en tonalité mineure présentés dans ce CD. Par contre, les concertos en tonalité majeure – en premier, parmi tous, le Concerto en Do majeur RV.472 – présentent une inépuisable joie de vivre, représentée par une richesse mélodique extraordinaire qui exalte surtout l’instrument soliste.

Giovanni TassoTraduction : Antonella Belli

672251_Booklet-5+3.indd 5 17/10/09 12.07

Page 8: ANTONIO VIVALDI - Naxos Music Library · 2019-10-18 · ANTONIO VIVALDI Concerti per fagotto, archi e continuo -Vol. II RV 485, 499, 472, 498, 497, 484, 495 Roberto Giaccaglia: fagotto

DDDTC 672251

2010Made in Italy

ANTONIO VIVALDI (1678 - 1741)Concerti per fagotto, archi e continuo - Vol. II

RV 485, 499, 472, 498, 497, 484, 495

1

4

7

10

13

16

19

3

12

6

9

15

18

21

Total Time 01:09:05

Roberto Giaccaglia: fagotto Ensemble Respighi

Virginia Ceri, Alessandra Talamo: violinoOliviero Ferri: viola, Federico Ferri: violoncello

Alberto Farolfi: contrabbasso, Diego Cantalupi: arciliuto e chitarra baroccaMaria Cleofe Miotti: mandolino, Daniele Proni: clavicembalo

Concerto in fa maggiore per fagotto, archi e basso continuo RV 485Allegro non molto 4:06 – Andante 3:54 – Allegro molto 2:41Concerto in fa maggiore per fagotto, archi e basso continuo RV 499Allegro 3:44 – Largo 3:37 – Allegro 3:16Concerto in do maggiore per fagotto, archi e basso continuo RV 472Allegro non molto 3:54 – Andante molto 2:45 – Allegro 2:49Concerto in la minore per fagotto, archi e basso continuo RV 498Allegro 3:18 – Larghetto 1:41 – Allegro 2:09Concerto in la minore per fagotto, archi e basso continuo RV 497Allegro molto 4:39 – Andante molto 3:20 – Allegro 3:06Concerto in mi minore per fagotto, archi e basso continuo RV 484Allegro poco 3:53 – Andante 4:15 – Allegro 2:44Concerto in sol minore per fagotto, archi e basso continuo RV 495Presto 3:45 – Largo 2:39 – Allegro 3:03

672251_Booklet-5+3.indd 6 17/10/09 12.07

Page 9: ANTONIO VIVALDI - Naxos Music Library · 2019-10-18 · ANTONIO VIVALDI Concerti per fagotto, archi e continuo -Vol. II RV 485, 499, 472, 498, 497, 484, 495 Roberto Giaccaglia: fagotto

AN

TON

IO V

IVALD

I (1678-1741)Concerti per fagotto, archi e b.c. - Vol. II- R. Giaccaglia -Ensemble Respighi TC

672251

AN

TON

IO V

IVALD

I (1678-1741)Concerti per fagotto, archi e b.c. - Vol. II- R. Giaccaglia -Ensemble Respighi TC

672251

DDD

TC 6722512010

Made in ItalyText in: Italiano

English Françaisby

Giovanni Tasso

RegistrazioneLuglio 2004

Rocca di BazzanoBologna- Italia

ANTONIO VIVALDI (1678 - 1741)Concerti per fagotto, archi e continuo - Vol. II

RV 485, 499, 472, 498, 497, 484, 495

1

4

7

10

13

16

19

3

12

6

9

15

18

21

Total Time 01:09:05

Roberto Giaccaglia: fagotto Ensemble Respighi

Virginia Ceri, Alessandra Talamo: violinoOliviero Ferri: viola, Federico Ferri: violoncello

Alberto Farolfi: contrabbasso, Diego Cantalupi: arciliuto e chitarra baroccaMaria Cleofe Miotti: mandolino, Daniele Proni: clavicembalo

Concerto in fa maggiore per fagotto, archi e basso continuo RV 485Allegro non molto 4:06 – Andante 3:54 – Allegro molto 2:41Concerto in fa maggiore per fagotto, archi e basso continuo RV 499Allegro 3:44 – Largo 3:37 – Allegro 3:16Concerto in do maggiore per fagotto, archi e basso continuo RV 472Allegro non molto 3:54 – Andante molto 2:45 – Allegro 2:49Concerto in la minore per fagotto, archi e basso continuo RV 498Allegro 3:18 – Larghetto 1:41 – Allegro 2:09Concerto in la minore per fagotto, archi e basso continuo RV 497Allegro molto 4:39 – Andante molto 3:20 – Allegro 3:06Concerto in mi minore per fagotto, archi e basso continuo RV 484Allegro poco 3:53 – Andante 4:15 – Allegro 2:44Concerto in sol minore per fagotto, archi e basso continuo RV 495Presto 3:45 – Largo 2:39 – Allegro 3:03

8 0 0 7 1 9 4 1 0 4 6 0 8

2 2

672251_Inlay.indd 1 17/10/09 12.13