Antonio Cabrini-Ricatto Perfetto PDF

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ANTONIO CABRINI

RICATTO PERFETTO

Il filo editore - 2008

Note di copertinaAlan sta passando un momento difficile: il giornale per cui scrive ha chiuso e la sua situazione economica disperata. Una moglie e due figli a carico, il conto sempre in rosso: in queste condizioni non facile nemmeno sopravvivere. Tuttavia negli anni, grazie al suo lavoro di giornalista, Alan si fatto molti amici. E cosa c' di pi naturale che rivolgersi agli amici quando si in difficolt? Del resto gente con molti soldi, cui Alan in passato ha fatto pi di un favore. Eppure gli voltano tutti le spalle. Con una scusa o l'altra, lo lasciano solo. Un grave errore da parte loro. Sono ricchi, s, ma hanno tutti qualcosa da nascondere. E Alan sa bene cosa e soprattutto sa come farlo sapere in giro. E cos che concepisce la sua vendetta, il suo ricatto perfetto: scrivere un libro nero che li convincer a essere pi generosi con lui, un libro fantasma che conterr tutti i fantasmi di una Torino spregiudicata e intrigante. L'esordio letterario di Antonio Cabrini, icona leggendaria del calcio italiano, un'opera cruda, senza eroi. Un libro nel libro, che coinvolge il lettore negli spietati meccanismi della vendetta. Ricatto perfetto dimostra che la ragione per la quale si scrive sempre la volont di sopravvivere a se stessi. Gli Speciali

Antonio Cabrini nato a Cremona nel 1957. Fra i pi grandi calciatori italiani d'ogni tempo, stato il terzino simbolo della Juventus. Nel 1982 ha trionfato con la nazionale italiana ai Mondiali di Spagna. Dopo aver chiuso la propria carriera agonistica nel 1991, ha continuato a impegnarsi nel mondo del calcio come allenatore e come commentatore sportivo. Ricatto perfetto il suo libro d'esordio.

Indice1.. 4 2..22 3..35 4..42 5..53 6..63 7..68 8..74 9..79 1082 1188 1294 Ringraziamenti....105

IAlan Bussetti era un discreto giornalista. Aveva cominciato scrivendo per la "Gazzetta del Popolo", storico quotidiano torinese, e vi aveva lavorato fino al 31 dicembre del 1983, giorno in cui la testata aveva chiuso definitivamente i battenti. Per la sua famiglia erano cos iniziati anni difficili, fatti di espedienti: Alan aveva collaborato saltuariamente con testate minori, si era occupato di correzione di bozze e piccoli servizi per TV locali. Ma tutto ci non era bastato a tirare avanti e i soldi della liquidazione si erano volatilizzati in pochi anni. Ormai era disperato e non sapeva pi cosa fare. Dopo l'ennesima notte insonne si era alzato dal letto alle cinque del mattino, colpito come da una scossa elettrica con un idea che aveva cominciato a battergli in testa. "Ho chiesto soldi a quelli che consideravo amici, a persone che sia io che la mia famiglia avevamo aiutato in passato e tutti, in qualche modo, per un motivo o per un altro mi hanno risposto picche. Dimenticandosi soprattutto che ognuno di loro ha la coscienza sporca... qualcosa del proprio passato losco o non propriamente... legale". Attese con impazienza le sette del mattino seduto al tavolo di cucina, alleggerendo alla grande il suo immancabile pacchetto di Esportazione senza filtro; in meno di due ore ne aveva fumate una decina. Sua moglie Silvia, come ogni giorno, si svegli alle sette del mattino. 'ngiorno... mugol lei con la voce di chi non aveva certo trascorso una notte serena ... sei sveglio da molto? chiese poi, mentre con un gesto quasi automatico apriva il pensile estraendo la moka. Non importa da quanto sono sveglio, cio da quanto sono alzato, dato che non ho chiuso occhio. Importa quello che sto per dirti e ti prego non interrompermi... Sai tutta quella gente a cui mi sono rivolto ultimamente per avere un aiuto?. Beh, e allora che cosa vuoi tentare ancora? rispose Silvia con tono sconsolato e incredulo. A parte l'aiuto che hanno ricevuto da me o dai miei, sono tutti ricattabili per il loro passato. Sai benissimo che ho un cassetto pieno di prove... di articoli che non ho mai potuto pubblicare, e che loro l'hanno sempre fatta franca.... Che cosa vuoi fare Alan... tuuu ricattarli? Silvia sembrava sconvolta e aveva quasi urlato quelle poche parole.

Ma certo! Scriver un bel libro con le loro storie, ovviamente usando nomi e luoghi di fantasia, ne stamper qualche copia e glielo far avere, minacciandoli di pubblicare tutta la verit se non accetteranno di aiutarmi.... A parte che non ho capito molto di questa tua ennesima trovata, non posso, anche se siamo alla disperazione, dare il mio benestare a un piano del genere. Mi sembra da mentecatti. E non solo perch, pur avendone passate di tutti i colori, la nostra famiglia sempre vissuta in modo onesto, ma anche perch sono convinta che per diventare dei criminali sia necessaria una certa predisposizione.... Silvia era visibilmente imbarazzata, forse perch si rendeva perfettamente conto della situazione: erano ormai alle strette. Cerc tuttavia di mantenere il suo cipiglio di donna pratica e determinata sbattendo violentemente la porta del frigorifero, dopo essersi versata una tazza di t freddo. Gi, il "suo" frigorifero, che resisteva con qualche piccolo acciacco da ben ventitr anni, come il loro matrimonio. Ci mancava anche che morisse il frigorifero, in quei giorni di miseria e di caldo torrido del luglio 1997. Il fatto che siccome non vuoi capire ti adoperi in una resistenza che ha del parossismo. Non si tratta certo di un'operazione indicata dai manuali di comportamento di Oxford, per non si tratta di uccidere nessuno, n di andare contro la legge... Cerco solo di dare una possibilit, l'ultima, a tutti coloro che nel passato sono stati aiutati dalla mia famiglia, da mio padre e in parte dal sottoscritto, di restituire il favore. Adesso che siamo noi nella merda, non so se per cattiveria o per menefreghismo, mi hanno voltato le spalle. Oppure la pagheranno con lo sputtanamento a vita. Conosco il loro passato non certo immacolato e siccome hanno tutti posizioni di rilievo vorranno tenere tutto sott'acqua e ben nascosto. Ne sono convinto. Lei fece in modo che i loro sguardi non si incrociassero, e si sedette al tavolo di cucina. Come un automa, con lo sguardo che cercava di perdersi oltre la finestra del terrazzino spalancata, si accese una sigaretta. Quelle non mancavano ancora, almeno per il momento. Alan cap che era quella l'occasione per chiudere definitivamente la trattativa con sua moglie, esponendole il progetto per intero e nei minimi dettagli: la conosceva ormai da trent'anni e sapeva che, visti i primi segnali di cedimento, doveva insistere per convincerla. Anche se era consapevole che da parte di Silvia si sarebbe trattato pi che altro di una resa incondizionata. Deciso a non darle tregua si sedette di fronte a lei, in modo da impedirle di spaziare con lo sguardo fuori dalla finestra, e continu come un fiume in piena. Costringer questa gente ad aiutarmi. Nessuno di loro, nella posizione che occupa, pu permettersi che certe storie vengano a galla. E comunque non

potrebbero denunciarmi per un ricatto. Anche perch, pur trattandosi di persone decisamente stronze, non sono cos stupide da voler denunciare un morto!. Ma tu intanto non ti suicideresti rispose secca Silvia, con un ghigno beffardo e di commiserazione, spegnendo nervosamente la sigaretta nel posacenere. Ad ogni modo, convincerla questa volta si rivel pi lungo e difficile di quanto Alan si aspettasse. Marito e moglie andarono avanti con la discussione per tutto il giorno. Si trascinavano per casa, fumando una sigaretta dietro l'altra. Stavano per un po' senza parlarsi, soppesando dentro di s i pro e i contro dell'intera faccenda. Poi tornavano a confrontarsi, senza per mai arrivare, o voler arrivare, ad una conclusione. Ormai erano quasi le sei di sera e i vicini del piano di sopra stavano rientrando in casa. Alan se ne accorse e con un gesto spazientito si tolse gli occhiali, che durante l'ennesima discussione gli erano scivolati sul naso. Quindi, li mise sul tavolo, aperti, sopra il mucchio di bollette da pagare che pochi attimi prima sua moglie aveva smesso di usare come ventaglio. Ecco, maledizione disse lui sono tornati i bufali. Questi s che non hanno problemi. Lavorano tutti e due, i tre mocciosi vanno alle scuole private, tutti i week-end mare o montagna. E poi addestrano i bambini in maniera perfetta a rompere i coglioni a quelli del piano di sotto. Cio a noi!. Falla corta adesso riprese Silvia ritornando al suo abituale cipiglio finiamo questa fottutissima discussione, perch i ragazzi vengono a cena per le otto. Sapeva perfettamente che Alan per nulla al mondo avrebbe voluto coinvolgere i figli in una situazione che sicuramente poteva degenerare e confermare per l'ennesima volta nel caso ce ne fosse stato ancora bisogno la drammaticit di quei momenti ai due ragazzi che, contrariamente alle previsioni, fino a quel punto si erano comportati in una maniera eccezionale. Maura, ventidue anni, dolce, sensibile, posata e riflessiva. Maura con i suoi ventidue anni portati tutte le mattine all'universit, facolt di Scienze della Comunicazione. Forse un po' emotiva, ma con un libretto di voti da lasciare a bocca aperta. Carina, castano chiara, slanciata. Un'inguaribile testarda che in pratica aveva preso proprio tutto da sua madre: anche quegli improvvisi sbalzi d'umore e quei frequenti tuffi in un mare di fantasticherie e di romanticismo. Silvia a vent'anni era proprio come lei, poi tutto aveva iniziato a complicarsi con le due gravidanze, le responsabilit, i debiti... E poi Fabio, esuberante nei suoi diciotto anni, impegnato a fare il dog sitter per pagarsi la patente. Fabio all'ultimo anno di liceo classico, sempre pieno di amici, ragazze, mille cose da fare. Ma anche posato e riflessivo a seconda delle esigenze della famiglia. Fabio, F per amici e parenti, alla sua prima ragazzetta, F che stava

cambiando definitivamente il tono di voce. F, estroso e sportivo, alto come una pertica, spesso spensierato e coccolone. F, sempre disponibile verso tutti e in particolar modo per suo padre e sua madre, per la famiglia insomma, quattro persone che ormai per erano alla frutta... "Gi, i ragazzi..." pens Alan "sono fantastici!". Di', sei in coma? Allora? Vogliamo finire questo benedetto discorso? C' poco tempo e tu te ne stai sulle nuvole. Ti sembra proprio il caso? la voce improvvisa e secca di sua moglie lo riport immediatamente alla realt di quella domenica sera. Ma allo stesso tempo il richiamo di Silvia gli fece l'effetto di un colpo di frusta e meccanicamente ripart con quel piano che aveva cercato pi volte di spiegarle. Sai il mio amico Noviero, di Alessandria, che ha una tipografia e lavora per le Edizioni del Sole e che spesso mi d le bozze da correggere? Insieme a un gruppo di amici ha rilevato una piccola tipografia. In quel momento, il classico rumore della chiave nella toppa della porta di casa blocc definitivamente quel tentativo di conversazione. ... seraaaa! leggermente smorzato dal colpo della porta che gli si richiudeva alle spalle, F entr in casa con il suo solito modo di fare. Sghignazzando come un matto fece capolino sulla porta di cucina. Guardatemi, vi prego guardatemi... disse rivolto principalmente alla madre, dato che era quella pi vicina alla porta. Rosso come un pomodoro, sudaticcio, i capelli scompigliati e sicuramente pieni di sale. Cavolo, mi sono addormentato al sole e gli altri invece di svegliarmi mi hanno mollato l e sono andati a farsi un giro col pattino. Pi di tre ore. E stanotte ci sar proprio da divertirsi... borbott imponendosi un tono preoccupato. Apr il frigo, prese la bottiglia di acqua minerale e cominci a tracannare direttamente, appoggiandosi al lavandino inox. Bevi piano ch sei sudato marcio, porco mondo! lo aggred suo padre, cercando senza troppa convinzione di staccargli il collo della bottiglia dalle labbra, trattenendolo per un braccio. F, per nulla intimorito dal monito di Alan, solo quando ebbe finito e rimesso la bottiglia nel frigorifero guard sua madre dritto negli occhi. Che c'? Avete litigato? Qui si respira un'aria da obitorio, c' una cappa di tensione da tagliare col coltello.... Intanto i bisonti del piano di sopra si erano calmati, i rumori si erano fatti rari e pi sopportabili: probabilmente anche per quelle belve era cominciato il rito della cena... Litigato? Ma se non abbiamo neppure avuto il tempo di cominciare... rilanci Silvia, alzandosi di scatto dalla sedia.

Da stamattina vi mancato il tempo? Va bene ma', che c' da sbranare?. Dov' tua sorella? Eravate insieme! chiese Silvia cercando di glissare sulla risposta del men. Sta cercando di parcheggiare e poi dovr togliere un po' di sabbia di Varigotti dai sedili, che gli altri ci hanno lasciato un casino... fece F allontanandosi dalla cucina, e mentre lo faceva cominci a levarsi, non senza qualche difficolt, la maglietta zuppa di sudore. Una pizza pu andare? gli url dietro lei, poi, senza aspettare neppure un secondo la risposta, apr il congelatore e tir fuori quattro di quelle gi mezze cotte e pronte Barilla. La serata sarebbe stata rimediata cos. Adesso basta, porco mondo! Mi avete fatto girare le palle! Mai una volta che si riesca a finire un discorso serio in questa casa. Ma stavolta lo dobbiamo proprio fare, maledizione! esplose Alan uscendo dalla cucina e cercando di inseguire F per ottenere un po' di comprensione e complicit. Quella sera voleva concludere l'esposizione di Ricatto perfetto, il suo "piano-romanzo". In quel momento per la porta di casa si apr nuovamente. Ciaooo a tutti... anche Maura era rientrata all'ovile ma, a differenza di suo fratello, si cacci direttamente in bagno per tentare di darsi una sistemata. Ne usc dopo meno di due minuti, che tuttavia bastarono a provocare le ire di sua madre, che mugugn: Visto che le pizze sono nel forno, non potreste farvi una doccia, tutti e due... Sarete pieni di sale, catrame e di tutto quello che ci si pu attaccare a Varigotti, in autostrada, sul sedile della macchina eccetera.... In una situazione normale potrebbero bastare poche cose per risollevare il morale di una famiglia. Un po' di birra gelata, le pizze Barilla mezze pronte, cucinate nel forno elettrico, gelato fatto in casa avanzato, un caff. Tutto questo poteva essere sufficiente per una famiglia "serena" che conclude una calda domenica estiva, trascorsa in relax. Ma quella di Alan Bussetti non era una famiglia n serena n normale. E lui non aveva nessuna intenzione di andare a dormire senza aver concluso la sua "missione". Ragazzi, per favore, visto che siete stravolti dal mare e non penso proprio che vogliate uscire, concedetemi mezz'ora e soprattutto costringete vostra madre a stare con noi disse mentre sorseggiava il suo caff, cercando di dare un tono rassicurante e sereno alle sue parole poi vi prometto che di questa storia non sentirete pi parlare sino a quando non sar finita. Quando sulla tavola ormai sparecchiata non rimase che la tovaglia e un posacenere quasi al centro, Alan cominci a parlare ripartendo esattamente dal punto dove era stato interrotto al momento del rientro dei ragazzi dal mare.

Stavo spiegando a vostra madre come funziona la stampa digitale, perch il mio amico Noviero, quello di Alessandria, ha messo su con altre due persone una piccola tipografia che si avvale di questa nuova tecnologia. L'ho vista funzionare ed qualcosa di fantastico!. Ahhh, Noviero, il mandrogno con la figlia supertopona... cerc di interrompere Fabio, ma un'occhiataccia di suo padre stronc sul nascere ogni possibile divagazione sul tema centrale. Insomma, questa benedetta stampa digitale riprese Alan senza mascherare pi la propria impazienza di finire, anzi di cominciare dicevo, funziona che una meraviglia, ci puoi fare di tutto, dal volantino a un libro di centinaia di pagine, e non devi investire delle fortune. Praticamente adotta il criterio di una fotocopiatrice, ma il risultato perfetto. Fai una decina di copie di un libro, compresa la copertina e la rilegatura, perfetto che sembra confezionato da Mondadori, e magari te la cavi con centocinquantamila.... Accese con calma una sigaretta prima di riprendere l'esposizione del suo progetto. Sentiva che la famiglia lo stava seguendo come sempre accadeva nei momenti importanti, quelli delle grandi decisioni. Nonostante la partenza un po' incasinata, anche in quell'occasione il feeling tra Alan, sua moglie e i ragazzi si era riacceso in un attimo, come schiacciando un interruttore. Voi sapete certamente quanta gente sia stata aiutata da vostro nonno e dal vostro bisnonno, perch indubbiamente i mezzi della nostra famiglia erano ben diversi da questa situazione di schifo in cui ci troviamo. E anche io, nel mio piccolo, facendo il giornalista ho contribuito a salvare la camicia a pi di una persona, ho consigliato qualche amico; ho lasciato che un facile scoop che poteva darmi qualche soddisfazione rimanesse nel cassetto o in quello di chi se ne stava occupando al giornale. Mai per i soldi prosegu, lasciando la sigaretta sempre nel posacenere a consumarsi lentamente ma perch quello era un conoscente, un amico di vecchia data, una persona conosciuta dai miei... Cos, per farla breve, negli ultimi tempi mi sono rivolto a tutte queste persone, che grazie a un gesto nostro hanno salvato il culo tempo fa. Guardate un po': li ho trovati tutti bene, nel peggiore dei casi solo benestanti e senza problemi. Non ce ne stato uno solo che mi abbia offerto una mano. Qualcuno non mi ha neppure ricevuto. Nella stragrande maggioranza dei casi le solite risposte: "Adesso mi trovi in un momento...", "Scusa ma ho avuto un salasso di tasse...", "Combinazione ho appena compiuto una importante operazione finanziaria...". Tutte risposte ciclostilate standard, a fronte di una piccola richiesta di un prestito di dieci, venti milioni.... Come diceva il nonno, "questo un pianeta popolato esclusivamente da stronzi" lo interruppe Maura, quasi a voler esprimere, oltre che un concetto che il nonno

Giorgio usava con frequenza, anche un gesto di solidariet e incitamento verso il padre. Per la prima volta Alan sorrise. Ricordava esattamente la frase di suo padre. Anche a lui sarebbe piaciuto usarla qualche volta, ma non si era mai permesso. Quasi per una forma di rispetto nei confronti di Giorgio Bussetti, un uomo di altri tempi che lui aveva adorato e che ancora adorava, anche se un male terribile se l'era portato via qualche anno prima. S Maura, quando il nonno diceva queste parole lo faceva convinto e, a chi non lo conosceva, rispondeva sempre che restringere tale considerazione alla sola Italia gli sembrava molto riduttivo, cos la estendeva a tutta la terra! aggiunse F, che aveva affiancato sua sorella con gusto e convinzione: quei due ragazzi avevano amato il nonno in una maniera incredibile. "E chi non l'avrebbe amato" pens Alan "un uomo vecchio stampo, tutto famiglia e lavoro, anche quindici ore al giorno, sempre pronto a prodigarsi per chiunque...". Va bene gente, ma lasciatemi andare avanti altrimenti non la finiamo pi l'uomo cerc di riprendere il bandolo, convinto che ormai il gruppo era unito e lui sarebbe riuscito ad arrivare dove voleva. Insomma, io ho intenzione di scrivere questo libro, metterci dentro il pi possibile di queste storie, di questi personaggi. Ovviamente ometter o cambier i luoghi, i nomi veri, certi particolari talmente definiti che potrebbero fare individuare i protagonisti con matematica certezza. Stampo il libro e glielo mando con un paio di righe di accompagnamento e.... Avrebbe voluto aggiungere "il resto verr da s", ma suo figlio lo interruppe nuovamente: Ah s p E che cacchio gli dici? fece F in maniera un po' arrogante e sospettosa. Un modo che Alan conosceva perfettamente: suo figlio voleva metterlo alla prova, saggiarne la preparazione. Guarda F, quello che vi sto raccontando ce l'ho gi tutto in testa. E praticamente solo da buttare gi. Per quanto riguarda la lettera invece... non aveva ancora finito di pronunciare le ultime parole che, dopo aver cavato dalla tasca posteriore destra dei pantaloni il portafogli ed estratto un piccolo foglio a quadretti, molto spiegazzato, lo apr e lo mise sul tavolo. Ecco, non vi preoccupate, questa, che la punta di diamante del piano, pronta da tempo... e cominci a leggere alzando la voce notevolmente, sia per essere certo di conservare l'attenzione dei tre, sia per cercare di non essere interrotto.

Caro/a..., logicamente ho un po' cambiato i luoghi, i nomi, alcuni piccoli particolari e certe tempistiche. Ma siccome la storia vera (tu lo sai bene), documentabile da parte mia con testimoni, prove scritte ecc... e non esiste alcun rischio di querela, ti segnalo quindi quanto segue: un mio amico editore entusiasta di questo romando e mi ha gi offerto di ripubblicarlo in considerevole tiratura e con un buon lancio pubblicitario. Come logica conseguenza, nel secondo libro (quello pi ambito dall'editore?), provvederti a rivelare in modo completo e sistematico tutti i particolari ora omessi nel capitolo che ti riguarda. I nomi, i luoghi e le circostante saranno riportati fedelmente. Insomma, ci sar tutto ci che nel libro che qui ti allego ho tralasciato, omesso, camuffato, distorto. A parte la forma "insolita" della mia richiesta, a me serve un aiuto e non ho alcun interesse a diventare autore di un best seller, ributtando addosso il fango che per piet, simpatia, umanit, scrupolo di coscienza o altro avevamo nascosto o dimenticato tempo addietro. Potrai agire da solo oppure insieme agli altri personaggi presenti nel libro. Sono certo che riuscirai a comprendere questo mio particolare momento e a riconsiderare perci in maniera diversa quella piccola richiesta di aiuto che ti ho gi fatto. Non si tratta di un 'elemosina n di una regalia: desidero solo un aiuto economico per aprire una qualche attivit commerciale e risolvere il grave problema economico che attanaglia la mia famiglia. Insomma, ho bisogno di comprarmi un lavoro. Resto in attesa di un cortese cenno da parte tua e per il momento ti saluto cordialmente'. Alan Bussetti

Mi sembra una vera e propria stronzata p. Non potremo pi neppure uscire di casa, non solo per la vergogna ma anche per la paura di qualche vendetta disse Maura che, alzatasi dalla sedia, come punta da uno sciame di vespe, cominci a grattarsi nervosamente. Era un vizio che si portava dietro da quando, bambina, nei giorni della prima elementare aveva avuto qualche problema con la maestra. Una fuori di testa a pochi mesi dalla pensione, che venne "allontanata" prima delle vacanze di Natale. Non ascoltarla pap, vai avanti e dicci tutto. E tu stai zitta! irruppe Fabio col suo vocione da fine adolescenza, cercando di fare un po' di spazio ad Alan che

sembrava poter ricadere da un istante all'altro nel vortice di una contestazione abbastanza decisa. C' veramente poco da aggiungere P, anche perch io credo proprio che il piano possa funzionare, e mi fermer certamente solo alla prima fase. Non ci sar bisogno di scrivere il seguito del primo libro, non sputtaner nessuno. Le persone coinvolte capiranno che sono alla disperazione e vedrai che a quel punto "riusciranno" a trovare il sistema per aiutarmi. In fin dei conti per loro sar facile come bere un caff e il contributo corrispondente irrisorio. Insomma, per queste persone sar proprio come spendere diecimila lire.... Alan fin la frase pronunciando le ultime parole con un tono estremamente rilassato e rassicurante. Voleva finire quella discussione solo dopo aver ottenuto "l'imprimatur" di tutta la famiglia. Ma il fuoco covava sotto la cenere e in pochi secondi la situazione divenne incandescente. Fu Silvia, dopo essersi accesa l'ennesima sigaretta, a cominciare a dar fuoco... alle polveri. Bravo, complimenti. Da giornalista, pardon... da capo redattore... serio, onesto e stimato da tutti a ricattatore. Una bella carriera, non c' che dire. Queste cose potresti farle se fossi solo. Ma hai una famiglia, delle responsabilit e poi anche una questione morale e di coscienza. Non puoi svegliarti una mattina e improvvisamente decidere di coprire tutto di fango. Cancelleresti in un attimo venticinque anni di vita dignitosa, fatta di lavoro duro ma anche di soddisfazioni. Ha ragione mamma, pa' fece Fabio cos finiamo tutti nella merda. E poi siamo a Torino, per dio, e non in cima a un monte. Con cinquecentomila lire o poco pi, uno dei tuoi amichetti, o meglio uno dei personaggi del libro pu sempre trovare qualcuno che... e si alz anche lui dalla sedia. ... ti rompe la testa, ti spezza un braccio o ti spara alle gambe! concluse la frase Maura che da circa un minuto continuava ad assentire alle parole di F con cenni di testa ripetuti e quasi ossessivi. Alan sapeva che doveva immediatamente riportare tutti alla calma. Altrimenti la situazione gli sarebbe sfuggita di mano e lui non avrebbe concluso un bel nulla. E prima di riunire di nuovo tutta la famiglia per affrontare quel discorso sarebbero passate magari parecchie settimane. Adesso state zitti e basta! sbott. Lasciatemi finire! Ma soprattutto sedetevi. Se mi date ancora cinque minuti ce la sbrigheremo!. Senza aspettare una risposta, part a ruota libera contrattaccando. Era la tattica che gli piaceva di pi e che gli aveva sempre dato i maggiori successi. Lo sapeva fare con una tale maestria che il risultato era assicurato anche nei casi pi impossibili.

Fra tutti e quattro riusciamo a stento a mettere insieme due milioni al mese. Prospettive non ce ne sono e io non voglio ammalarmi di cuore. Se qualcuno ha qualcosa di meglio da offrire si faccia avanti adesso o.... ... taccia per sempre! concluse F alla sua solita maniera. Aveva quell'ostinata abitudine di spezzare i momenti di tensione con una battuta o qualche gesto spiritoso, per sdrammatizzare certe situazioni. Ma nessuno rise. Silvia e i ragazzi lo seguirono con lo sguardo in perfetto silenzio; adesso sembravano di nuovo pendere dalle sue labbra. Alan pens di averli in pugno e che quindi doveva proseguire per cercare di concludere quella riunione di famiglia. Io volevo chiedervi un parere, esporvi il mio progetto. Ma visto che la mettete tutti su questo tono, sappiate che la mia una decisione irrevocabile. Lo far e basta. I motivi li conoscete benissimo, ma forse sar meglio ricordarvi che vostra madre fa la colf a tempo pieno per quattro giorni alla settimana, io correggo le bozze, quando me ne danno, Fabio porta fuori uno schifosissimo bracco due volte al giorno e Maura a far la baby sitter a quella peste di Federico, il bambino del piano di sotto, due ore al giorno e non ci si paga neppure i libri. Si piazz proprio di fronte alla moglie, con il chiaro intento di partire proprio con una replica a Silvia. Da ex-giornalista, anzi ex-caporedattore a impegnato a farmi chiudere in faccia tutte le porte della citt, facendo la fame e subendo umiliazioni di tutti i generi, il passo un po' pi lungo... Si pu ricorrere al ricatto anche per disperazione, come nel mio caso. Non intendo assolutamente intraprendere questa carriera. Anche se a quasi cinquantanni posso dire di avere materiale non per un libro ma per una intera enciclopedia. Si avvicin al frigorifero, prese la bottiglia dell'acqua minerale e ne tracann un lungo sorso con lo stesso stile di suo figlio Fabio. Questa mossa gli serv anche per cercare di capire se aveva ripreso le redini della situazione. Tutti si alzarono e in meno di venti secondi la cucina rimase deserta. F si chiuse in camera sua con lo stereo quasi a stecca. Sua sorella and in bagno e Silvia accese la televisione in camera da letto. Alan rimase solo: si sentiva uno stupido. Per cap che era il momento. Entr in sala, al buio, e seduto davanti alla sua scrivania pigi con rabbia il tasto d'avvio del computer. Il display del monitor indicava le 21:43. Alle 21:44 le sue dita cominciarono a battere freneticamente sui tasti. Da tempo aveva stabilito che il libro avrebbe dovuto cominciare raccontando del suo migliore amico: Leopoldo Priz.

Leopoldo Priz e Alan erano amici da oltre trent'anni. Si erano conosciuti l'anno della maturit e fra di loro era scoppiata subito una grandissima simpatia. Non ci capisco niente, mi fai copiare?. Il primo approccio di Leopoldo nei confronti di Alan era stato questo. Durante il compito di matematica all'esame di maturit, senza mai essersi visti o conosciuti in precedenza: Alan era ripetente e si presentava per come privatista. Leopoldo era il classico bravo ragazzo della Torino-bene. Figlio unico di una famiglia molto agiata, abitava da ragazzo in zona Crocetta, il quartiere pi vip della capitale dell'automobile. Quando dico a qualcuno che sono nato e vissuto a Cuneo fino all'et di quindici anni, chiss perch il mio interlocutore comincia a cambiare atteggiamento. In genere da quel momento mi trattano tutti come una merda! era abituato a ripetere sempre il Poldo, e quella piccola mania che l'aveva accompagnato durante i primi anni di vita torinese adesso da adulto si era trasformata in una vera e propria paranoia. Suo padre era uno dei pi importanti commercianti di carne di tutto il Piemonte. Aveva cercato di introdurre Poldo nei migliori circoli torinesi, gli aveva sempre dato tutto e forse anche di pi, tanto da farlo diventare il classico rampollo figlio unico superviziato. Il signor Priz nei primi anni di vita a Torino aveva provato in tutti i modi a togliersi un po' quell'etichetta che l'aveva da sempre contraddistinto nella sua citt natale, ma senza alcun successo: per tutti era un macellaio. A Poldo, nonostante la vita agiata e facile che poteva condurre, questa situazione aveva sempre creato qualche problema: con le ragazze, con gli amici e in parecchie altre situazioni. Fino all'et di ventitr anni rimase quel bravo ragazzo, sensibile e molto timido che era arrivato da Cuneo. Dai diciotto ai ventitr anni Poldo e Alan avevano condiviso quasi tutto: amici, hobby, il tifo per il "grande Torino", le vacanze d'estate. Potevi trovarli sempre insieme, spesso con le rispettive compagne del momento. Brillante ed estroverso, Alan faceva da "apripista" al suo amico Poldo che, come gi detto, non brillava certo in comunicativa e spirito di aggregazione. Dopo la maturit si erano iscritti all'universit, facolt di Scienze Politiche, ma a quel punto i ruoli si erano completamente invertiti: Alan era diventato un discreto studente e a ventitr anni stava gi per laurearsi, Poldo invece aveva dato s e no quattro esami, e passava le giornate tra l'ozio e gli svaghi. Cos Poldo dovette partire per il servizio militare. Il signor Priz cerc in tutti i modi possibili (illeciti e di corruzione) di farlo riformare. Ma ogni tentativo si

dimostr inutile. L'unica concessione che riusc a ottenere fu quella di far destinare Poldo a Cuneo (praticamente a casa), dal momento che da oltre dieci anni risiedeva a Torino. L Poldo aveva ancora tre dei suoi nonni, una serie infinita di zii e cugini che riuscirono senz'altro a rendere meno disagiato il trimestre di naja dell'alpino Priz. Ho trovato una strada sicura, porca puttana! annunci per telefono ad Alan una sera Poldo Priz. Uno stronzo di colonnello mi manda domattina all'ospedale militare di Torino. Mi fa ricoverare nel reparto neuro. Tenteranno di riformarmi con l'articolo ventinove.... Ventinove? Ma tu sei pazzo! Lo sai cosa vuol dire, vero? gli rispose Alan con voce concitata e preoccupata per ci che l'amico gli aveva comunicato. Che sarai riformato con l'articolo di quelli che hanno malattie mentali, tossici o cu-lattoni! Ti finisce sulla fedina penale.... Non avr mai la possibilit di un posto statale, comunale, parastatale eccetera. Sai quanto me ne frega! Tanto sono destinato a vendere carcasse di vacche da trasformare in filetti, costate e spezzatini! L'importante fare presto. Qui mi stanno facendo un mazzo... Ci vediamo domani sera verso le sei al bar D'Azeglio! e la telefonata si era conclusa bruscamente, probabilmente anche per mancanza di gettoni. La sera seguente Alan attese l'amico per oltre due ore. Alla fine Poldo si fece vivo con una telefonata: non era semplicemente depresso, era sconvolto. Il corrispondente del mio colonnello di Cuneo in licenza, maledizione! Chi mi ha visitato ovviamente non mi ha trovato niente. Mi ha dato una scatola di pillole e mi ha dichiarato abile. Devo rientrare in caserma domani. Mi accompagni alla stazione?. Si misero d'accordo per l'indomani alle otto. L'appuntamento era davanti all'ospedale militare. Alan arriv con la sua rombante Fiat 127 Sport, prese l'amico e si avviarono verso Porta Nuova. E ora che cavolo faccio io? Non ne posso pi, ho bisogno di Torino, della mia casa, dei miei, di Elisa (la ragazza con cui usciva in quei mesi). Se non riesco a mollare questa maledetta divisa mi becco l'esaurimento sul serio! Ma quella merda di colonnello poteva almeno informarsi prima!. Passarono circa una decina di giorni durante i quali Alan non seppe pi nulla dell'amico. Finch una sera, mentre c'era una partita di Coppa dei Campioni in televisione, quindi probabilmente un mercoled, suon il telefono. Ciao Alan, sono Poldo. Da stamattina sono di nuovo all'ospedale di Torino, questa volta dovrebbe filare tutto liscio...

la persona c', tanto che mio padre deve venire a trovarmi domani con una busta con dentro il grano. Cinque milioni, sai?. Ma stai zitto stupido, ch l dentro non puoi mai sapere chi ti ascolta! In queste cose bisogna andarci con i piedi di piombo. Vuoi che salti tutto? gli url nella cornetta Alan, terrorizzato dal fatto che qualcosa potesse di nuovo andare storto. Quando esci chiamami, capito? Ma solo quando esci! e chiuse la comunicazione senza neppure salutare l'amico. Cos Poldo venne riformato e da l cominciarono per lui sei mesi di vero calvario. Sua madre, alla quale era legatissimo, mor nel giro di poche settimane all'ospedale delle Molinette per una rara e violenta forma di leucemia. Il signor Priz, che gi da anni conduceva una vita coniugale piuttosto incasinata e libertina, ruppe quel freno minimo che ogni tanto con sua moglie in vita doveva tirare, e inizi una discesa a rotta di collo. Trascurava il lavoro, cambiava donne di continuo, era spesso in montagna, al mare, in crociera con la compagna del momento. Gli affari andarono cos male che nel giro di poco tempo dovette prima ridimensionare la sua attivit e poi dichiarare fallimento. Alan, che da circa un anno aveva cominciato a frequentare come precario la redazione della "Gazzetta del Popolo", di questa storia non sapeva nulla. Fino a quando, una sera, Poldo venne a prenderlo al giornale e con la scusa di offrirgli una pizza gli raccont tutto. Siamo rovinati, capisci, completamente rovinati! Hanno pignorato la casa, gli uffici di mio padre, hanno bloccato i conti in banca. Praticamente non abbiamo pi niente. Mio pap dovuto andare a Cuneo dai nonni e da mia zia a farsi prestare un po' di contante per le bollette della luce e del telefono, per mangiare e.... Ma possibile che con tutto quello che ha guadagnato non abbia messo via, in Svizzera o da qualche altra parte... prov a chiedere Alan. Figurati, mi ha detto che non abbiamo pi niente. Cos, da un giorno all'altro. Cretino lui, con tutte le sue troie. Ah, ma se fosse ancora viva mia madre... Alan, mi devi aiutare. Tu e i tuoi conoscete mezza Torino e io.... Adesso calmati e vedi di finire questa pizza gli disse l'amico con tono rassicurante poi spiegami che cosa vorresti fare. Ma cosa vuoi che mi freghi della pizza o di quello che vorrei fare! continu l'altro. Sai benissimo che non ho mai lavorato, non so neanche cosa voglia dire e qui non basta certo uno stipendio da impiegato... servono un casino di milioni per....

Per fare cosa, scusa? gli chiese Alan un po' disorientato. Proprio non riusciva a capire dove Poldo volesse arrivare. Oh Ges, amico mio, ma davvero pensi che io possa andare a fare un lavoro da mezzemaniche a cinque-seicentomila al mese, otto ore al giorno per cinque giorni alla settimana? Qui servono un sacco di soldi. Voglio togliere i pignoramenti a tutto, dare una mano a mio padre che l'unica parte di famiglia che mi rimasta. Che vita sarebbe la mia se non tornassi a essere quello di prima?. La pizza si concluse in fretta, chiusa da un caff altrettanto di corsa. I due amici uscirono dal locale dopo che Poldo aveva pagato il conto direttamente alla cassa senza lasciare la mancia. Saliti in macchina, Poldo accese la radio e la sintonizz su Montecarlo, mise in moto e, in silenzio, cominci a girare senza meta. Dopo una decina di minuti Alan sugger: Perch non finiamo la serata ai Murazzi, facciamo due passi, ci beviamo qualcosa e cerchiamo di prendere una qualche decisione?. Alla proposta dell'amico, Poldo invert bruscamente il senso di marcia, facendo stridere a lungo le gomme sull'asfalto. Ma scusa, che cazzo di decisione vuoi prendere? Una rapina in banca? Un sequestro di persona? Un bel ricatto a qualche granoso della Torino-bene? Tutte cose di gran moda, non c' che dire, ma tu mi conosci da sempre e sai che non sono certo il mio genere.... Arrivati ai Murazzi, Poldo posteggi la sua Porsche in maniera un po' appartata, non era certo un posto dove si poteva ostentare una macchina del genere, e dopo aver nascosto l'autoradio sotto il sedile del posto di guida i due amici scesero e cominciarono a camminare sul marciapiede del Lungo Po. Anche Torino sembrava essere triste quella sera: in giro c'era poca gente anche se erano solo da poco passate le undici e dal cielo plumbeo cominciava a cadere una pioggerella sottile e neppure troppo fastidiosa. Cazzo, cazzo, cazzo! fu Poldo a rompere il silenzio mentre continuavano a camminare. Ma ti vuoi rendere conto che soluzioni non ce ne sono e che io e mio padre siamo alla frutta?! Forse con l'aiuto dei nonni lui potrebbe ancora ambire ad aprire una piccola macelleria a Cuneo, ma non a suo nome, altrimenti gli porterebbero via pure quella!. Adesso calmati, porca vacca! gli url Alan, che non sopportava i piagnistei. Ti racconto una storia che conosco abbastanza bene e che potrebbe fare al caso tuo, quindi muto e lasciami parlare. Un mio amico e collega al giornale, Vittorio Zucchini, negli ultimi anni ha fatto i soldi a palate... Io so tutto perch sono

sempre stato il suo pupillo, mi ha insegnato molto in questo mestiere di merda e fra noi c' sempre stata grande confidenza e complicit!. Dal tono della voce, flebile e da cospiratore, Poldo aveva capito che l'amico stava per prospettargli qualcosa legato a quel Zucchini. Negli ultimi tempi Zucchini era sommerso dai debiti di gioco e non sapeva pi come uscirne. Finch non entrato in contatto con certe persone. Sai, lui ha sempre avuto tante conoscenze sparse per il mondo... E queste persone gli hanno offerto di collaborare.... Ah s? E a cosa? In un'importante societ? C' da guadagnare molto? Poldo sembrava stesse sbavando. Ma guardati: altro che "piccola fiammiferaia"! l'apostrof Alan, cercando di continuare la sua esposizione. Stai perdendo le bave come un mastino napoletano! Insomma, hai presente Alberto Sordi nel film Finch c' guerra ce speranza}. Armi, cazzo, vuoi dire che il tuo amico Zucchini si messo a vendere armi? replic Leopoldo che aveva afferrato al volo. Ma ti rendi conto di che razza di faccenda.... Abbassa la voce per la miseria, e soprattutto cerca di calmarti, altrimenti chiudo e ti lascio qui! gli occhi di Alan sprizzavano fuoco e fiamme. Vende armi a decine di gruppi sovversivi in tutto il mondo, a guerrafondai, ribelli, golpisti, rivoluzionari. Nel suo piccolo per si dato un codice: non operare in Italia e in caso di piccoli ordini. Andrebbe a rifornire la malavita o qualche banda che tenta rapine o azioni illecite.... Ah, invece colpi di stato, sommosse, rivoluzioni, azioni di guerriglia come le consideri tu? Operazioni umanitarie?. Poldo, lui non fa il commerciante. Si occupa degli ordini, controlla che la merce venga consegnata e che i pagamenti siano effettuati regolarmente. Non ha magazzini, depositi, centri di vendita al dettaglio... un rappresentante e guadagna una fortuna. Guarda che in questo campo fra commerciante o rappresentante io non ci vedo alcuna differenza: vende morte e basta! E poi non vedo proprio come potrei essergli utile io.... Alan conosceva l'amico, dopo la sfuriata iniziale stava gi cercando degli alibi o delle remore morali per chiuderla l- Ma era disperato e comunque desideroso di conoscere il seguito. Adesso per fammi andare avanti disse a Poldo, quasi come se l'amico gli facesse un piacere personale nel lasciarlo finire.

Il fatto che Zucchini un mese fa ha avuto un infarto. Non grave, ma comunque sempre un infarto, e a sessantadue anni i medici gli hanno consigliato di darsi una calmata. Non pu pi saltare da un aereo all'altro cambiando sette volte al mese il fuso orario, mangiando tutte le schifezze del pianeta e cos via. Ma se lui si ferma esce dal giro e stop: fine della carriera. Vittorio cerca una persona di fiducia, che sia abbastanza disperato e conosca il francese e l'inglese. Lui sarebbe la mente... gli serve un "braccio destro", per questo ho pensato a te.... Ma bravo, bell'amico! Vuoi che a ventiquattro anni mi faccia sparare nel culo, o peggio mi faccia arrestare o rimanga coinvolto in qualche controrivoluzione o in una diatriba di pagamenti? Disperato s ma non alla morte, cosa credi?. Credo che quattro o cinquecento milioni all'anno, come mi ha garantito il mio amico Vittorio, potrebbero risolvere i problemi di tuo padre e i tuoi, tutti i pignoramenti che vi hanno gi fatto e magari vi faranno, e anche qualche altra cosa. Lui ti manda a dire che oggi, dopo qualche anno di quel "lavoro", potrebbe benissimo vivere di rendita. Solo gli scazza mollare tutto, quando potrebbe continuare, dividendo gli utili con chi lo aiuter.... Alan chiuse quel suo piccolo monologo cercando di attenuare l'incisivit del timbro di voce e pronunci quelle ultime parole pacatamente, per mettere l'altro in difficolt: voleva fargli capire che, a quelle condizioni, Vittorio Zucchini avrebbe potuto scegliere fra un ampia rosa di "candidati-collaboratori". Risaliti in macchina cominciarono a girare per la citt, a quell'ora ormai deserta. Parlarono del pi e del meno fino a quando, verso le due e mezza, si fermarono sotto il portone di casa di Alan. Poldo, trattenendo per un braccio l'amico che stava scendendo dalla macchina: Ehi, quando mi accompagneresti da Zucchini? disse riaccendendo il motore della sua supersportiva. Anche domani sera, se vuoi rispose Alan e non fece nulla per nascondere il proprio sguardo di soddisfazione chiamami dopocena al giornale. Mi passi a prendere e ci andiamo. *** Nel giro di un anno Poldo, grazie al suo nuovo "lavoro", riapr completamente l'azienda paterna, tolse pignoramenti e ipoteche all'attico della Crocetta e alla villa di Diano Marina, compr un mega appartamento a Cannes, cambi la Porsche e si compr anche una Jaguar e una Range Rover per la montagna. Queste almeno era ci che Alan sapeva, anche perch erano beni alla luce del sole e quindi visibili da tutti. Nel giro di qualche minuto, per contro, Poldo, ormai a tutti gli effetti cittadino sudafricano (con tanto di passaporto), due famiglie (una ufficiale a Torino con

moglie e due bambine) una a Joannesburg (entrambi i nuclei familiari ovviamente non si conoscevano fra loro) con moglie, due maschietti e una femminuccia, un patrimonio immobiliare da fare schifo e quasi un intero piano di un garage a Torino per le sue macchine sportive e di lusso, aveva rifiutato un prestito di dieciventi milioni al suo amico Alan. Mi becchi sempre nei momenti difficili Alan, pensa che devo andare in Somalia per trattare una grossa partita di mine anticarro e mi trovo un po' in difficolt come contanti.... "Ma non come auto di grossa cilindrata e propriet immobiliari" pens Alan, e scrisse: Grazie lo stesso Poldo. Sollev gli occhi dal monitor del computer per guardare il display del videoregistratore alla sua sinistra, sotto il televisore della sala: erano quasi le tre di notte. Mio Dio" pens "sono vergognosamente lento: quasi cinque ore per un ridicolo capitoletto! Come far a scrivere un intero libro? A questa velocit non mi affiderebbero neppure il giornalino della parrocchia... Altro che lavorare in una redazione...". Ma poi capi cosa era successo: in realt non aveva "solo" scritto un capitoletto. Era tornato di colpo indietro nel tempo, aveva ricordato quasi trent'anni di amicizia con Poldo. Anche se in quelle pagine del capitolo su Priz aveva tralasciato molti particolari, curiosi sebbene secondari. Particolari che non avrebbero potuto interessare il "suo" lettore principale (ovvero il diretto interessato) e neanche gli altri eventuali. Il ricordo di quegli anni, e non solo quel capitolo striminzito, gli aveva portato via cinque ore. Il ripensare a quell'amicizia: un'amicizia intensa, vera, forte che per si era andata attenuando con l'esatta inversione dei ruoli e delle situazioni economiche. Bella amicizia, anzi bello stronzo aveva sentenziato Silvia la sera del ritorno di Alan dalla "missione-prestito" adesso che lui ha risolto tutti i suoi problemi, conduce una vita agiata e piena di soddisfazioni ha dimenticato tutto. O meglio, ha voluto buttarsi tutto alle spalle. E tutto per una ventina di milioni? A me non mai piaciuto quel tipo aveva poi concluso sua moglie, con un tono che sembrava tanto da "volpe all'uva". Rester sempre un trafficante d'armi! E pensare che se non ci fossi stato tu a portarlo da Zucchini.... Magari avrebbe fatto un tredici da due miliardi al Totocalcio e avrebbe risolto egualmente i suoi problemi le rilanci Alan, non tanto in flebile ultima difesa dell'amico, ma per troncare definitivamente quella discussione.

Non aveva ottenuto il prestito, e in pi doveva sorbirsi l'ennesima arringa d'accusa di sua moglie contro Poldo: lei del resto da sempre odiava quel genere di persone e lui in modo particolare, tanto che l'aveva soprannominato "il figaccione". A tutte queste cose pensava Alan Bussetti, quasi ipnotizzato dalla barretta di scorrimento del computer che lampeggiava dopo il punto dell'ultima riga del capitolo di Poldo Priz, dove aveva scritto Grazie lo stesso Poldo. La gola gli bruciava da impazzire e si sentiva la lingua spessa come quella di un cammello: cont le cicche nel posacenere, erano nove. In cinque ore. Stava esagerando con tutti e con tutto. Forse anche nella scelta di scrivere quel libro. Si alz per andare a bere in cucina ma non spense il computer. Con un grosso bicchiere d'acqua tra le mani cerc di decidere anche su quello che avrebbe dovuto fare. Si sentiva sfinito dal caldo, dallo stress e dalla marea di ricordi che erano affiorati alla sua memoria. Gli aveva pesato molto scrivere quel capitolo, e non aveva ancora sonno. Si era ulteriormente innervosito, ritornando ancora una volta su quell'amicizia che, ormai a tutti gli effetti, poteva considerarsi al lumicino. Torn in sala per spegnere il computer: decise che l'ora era tarda e comunque non sarebbe stato capace, per quella notte, di andare avanti con quel libro.

IIL'indomani mattina appena alzato pens che partire con la storia di Poldo era stato controproducente. Adesso stava convincendosi seriamente che non fosse stata una scelta eccezionale. Non fece in tempo a dipanare il proprio dubbio che vide l'ombra di sua moglie transitare davanti alla sala. Era diretta anche lei in cucina. Alan decise di seguirla senza uno scopo specifico. Magari per scambiare un paio di parole. Non ce ne fu il tempo. Silvia con la mano sulla maniglia del frigorifero, sottovoce, con un tono fra l'assonnato e lo sconsolato attacc: Ma perch la notte non dormi invece di portare avanti piani criminosi senza capo n coda? Credo che se tu fossi pi riposato forse al mattino saresti anche pi lucido. Potresti trovare qualcosa da fare, soprattutto di pi onesto.... Guarda che io di disonesto non ho ancora fatto nulla. Il fatto che ci sia il computer acceso in sala non significa che.... Ma smettila di raccontare balle, Alan. Mi bastato dare un'occhiata all'ultima riga! disse lei, prima di bere un piccolo sorso d'acqua dalla bottiglia. Non dormo la notte perch abbiamo dei problemi, e poi scusa, ma da quando in qua ti interessa quello che scrivo? Da trent'anni faccio questo lavoro e.... ... quello che scrivi se lo fai per hobby non ha una grande importanza. Ma uno che disoccupato non pu coltivare degli hobby... Quello che scrivi se in grado di sputtanare tutta la famiglia deve interessarmi per forza! Per forza! e ripet due volte quelle parole, quasi per ribadire il concetto. Quindi si avvi ciabattando verso la camera da letto. Fu allora che Alan decise che per quella giornata sarebbe stato inutile oltre che impossibile andare avanti di qualche pagina. Si vers trenta gocce di Valium in un dito d'acqua del rubinetto e and in sala a spegnere tutto. Si vest e decise di andare a fare quattro passi: in fin dei conti poteva lavorare anche mentalmente, senza bisogno di prendere appunti: pensare alla storia seguente forse gli avrebbe dato nuovi stimoli e un'ulteriore carica. La passeggiata gli fece bene, tanto che rientrato in casa si ritrov da solo e decise di continuare. Riaccese il computer, aveva deciso che il prossimo personaggio sarebbe stato il suo amico mago. ***

Lorenzo Martorino, per tutti "Renzo il mago della tranquillit". Lui e Alan si erano conosciuti cinque o sei anni prima, in una domenica d'estate, a causa di una vicinanza... d'ombrellone sulla spiaggia di Spotorno, in Liguria. Alan gli accese una sigaretta con il suo accendino perch i figli di lui, giocando con le pistole ad acqua, gli avevano reso inservibili i fiammiferi. Da questo semplice gesto era nata una conversazione a due molto fitta e piena delle solite banalit: il calcio, i figli, le vacanze. Discorsi soft che ben si addicevano a una giornata di relax in spiaggia. Il mare era molto grosso quel giorno e onde rabbiose scaricavano a riva ogni sorta di sporcizia: alghe, rifiuti e le solite schifezze che gente maleducata solita buttarci senza alcun ritegno. Che lavoro fa lei? aveva chiesto dopo circa un'oretta di conversazione ad Alan l'altro, mentre cercava di calmare e ripulire uno dei suoi due figli maschi, gemelli dall'apparente et di sette-otto anni, al quale era entrata della sabbia nell'occhio sinistro. Sono un giornalista, al momento ho qualche collaborazione ma niente di importante. Fino a qualche anno fa ero caporedattore in un giornale che ha chiuso e da allora... rispose Alan visibilmente contrariato dal fatto che cos, parlando del pi e del meno con uno sconosciuto, avesse dovuto rituffarsi, anzich in un mare agitato, in quello ben pi rabbioso e minaccioso dei problemi che lo attanagliavano. La "Gazzetta del Popolo" di Torino, sicuramente... gli rispose senza indugio il suo interlocutore, con quel forte accento lombardo che ad Alan per continuava a sembrare molto lontano dal milanese. "E veramente incredibile come questo qui, che neanche mi conosce e sa solo che sono di Torino, abbia capito esattamente dove lavoro..." pens Alan. "O un sensitivo oppure ha avuto una gran botta di fortuna e...". Guardi che non ho tirato a indovinare! gli fece Renzo quasi interpretando quel pensiero che Alan probabilmente gli aveva trasmesso con una piccola ma significativa espressione di stupore. Mi occupo di pubblicit e per forza di cose devo seguire le vicende dei media. Televisioni, carta stampata, radio e via dicendo. A Torino poi, a parte "La Stampa", non avete un granch e quindi.... Durante quelle ore in spiaggia, a forza di parlare e raccontarsi a vicenda le proprie esperienze di lavoro, ad Alan sembrava di conoscere quasi tutto dell'altro. E anche Renzo ebbe la stessa sensazione. Erano passati dal "lei" al "tu" nel giro di un'oretta e quando, verso le cinque del pomeriggio, decisero di ripartire, Alan finalmente scopr che Renzo viveva in una

piccola cittadina a una ventina di chilometri da Bergamo. Ecco dunque spiegato il suo strano accento. Ma che, a Bergamo, Renzo aveva una agenzia pubblicitaria che divideva con un socio. La giornata al mare termin con il classico scambio di indirizzi e numeri di telefono e la promessa di rincontrarsi a settembre: fu Renzo a chiederlo ad Alan. Senti, visto che abbiamo scoperto di avere molti punti in comune, perch non rimaniamo in contatto? Fra l'altro la mia agenzia ha spesso bisogno di lavoro di "copy", per cui vedrai che qualcosa insieme riusciremo a fare di sicuro. Alan aveva dato il giusto peso a quelle parole, nel suo stato non poteva permettersi di scartare niente. I ragazzi erano ancora piccoli e la sua posizione di disoccupato l'aveva reso insicuro, vulnerabile e meno sognatore di una volta. Ma anche terribilmente ansioso e vittima spesso di periodi di depressione: non voleva illudersi. Una conoscenza occasionale in spiaggia... poteva rivelarsi come quegli amorazzi da adolescenti che si promettono eterno amore e poi, ritornati nelle rispettive citt alle abitudini reciproche, si perdono definitivamente di vista... "Per Renzo simpatico" pens Alan nell'istante in cui gli porse un foglietto di fortuna sul quale aveva annotato il proprio nome, cognome e numero di telefono. Sotto, fra parentesi, aveva aggiunto quasi per scherzo, ma anche per meglio farsi ricordare, il giornalista di una domenica a Spotorno. Si erano salutati ed era finita l. Inaspettatamente, invece, un luned mattina verso la fine di agosto squill il telefono di Alan a Torino. Erano circa le nove e lui aveva appena accompagnato i ragazzi a scuola. Silvia era a lavoro presso la famiglia dove faceva la colf e quindi in casa non c'era nessuno. Ehi ciao vecchio! Alan riconobbe immediatamente Renzo da quell'inconfondibile accento bergamasco. Ti ricordi di me? Sono l'agente pubblicitario di una domenica a Spotorno.... S, s, non preoccuparti disse ridendo Alan, divertito dal fatto che l'altro, per ricordagli chi era, avesse ripreso la frase scritta sul biglietto che aveva consegnato a Renzo in spiaggia. ... e poi sei l'unica persona che conosco con quell'accento inconfondibile! continu, perch non sapeva come introdurre un qualunque altro tipo di conversazione. Non capiva lo scopo di quella telefonata. Non erano pi "una domenica al mare" e lui si sentiva nei guai fino al collo. Quasi intuendo ci che passava in testa al proprio interlocutore, fu lo stesso Renzo a rompere i convenevoli. Ti ho telefonato perch sono un po' incasinato. Ho moltissimo lavoro e in particolare due situazioni urgenti da risolvere. Perci mi sono ricordato di te. Ho

un depliant da impaginare per una ditta di articoli sportivi e da questo devo ricavare pure quattro o cinque manifesti da proporre... Non sono mai stato un grande "copy" io, e quello stronzo che collabora con noi ha pensato bene di sposarsi e fino alla met del mese prossimo non rientra.... Ma... veramente... Renzo, non so se sono all'altezza. Non ho molta esperienza in questo campo. Anzi diciamo pure che non ho mai fatto nulla di simile e.... E proviamo, dai insist lui di rimando ti faccio un fax, ci dai un'occhiata e nel giro di un paio d'ore ci risentiamo. A parte il fatto che non ho il fax, questo lavoro urgente e se non andassi bene...?. Renzo intu che la resistenza di Alan stava diventando pi che altro una presa di posizione per evitare una eventuale, possibile figuraccia. Non fare il pirla! Se non andassi bene te lo dir e ci penseremo. Provarci, non costa niente... concluse la frase con due parole in bergamasco che Alan non cap. Potevano essere due imprecazioni, come pure un rafforzativo del concetto espresso. Il fax per... sussurr l'altro, che ormai si sentiva battuto non so come fare dal momento che non ho un ufficio. Cerca un tabaccaio o una cartoleria sotto casa che faccia questo servizio e quando lo trovi comunicami il numero, ok? e con queste parole Renzo riagganci. Nel giro di una ventina di minuti Alan rientr in casa con in mano cinque fogli di fax che Renzo aveva mandato alla cartoleria Moderna, a poche decine di metri da casa sua. Il lavoro si dimostr pi semplice del previsto e lui risped tutto a Renzo sempre tramite il fax della cartoleria. La ricevuta di avvenuta trasmissione che la cartolaia gli consegn insieme agli originali segnava le 18:20. Alle 19:05 Alan ricevette la telefonata dell'amico che non solo era molto soddisfatto del lavoro, ma voleva anche invitarlo a Bergamo per il gioved seguente per prospettargli una nuova campagna pubblicitaria che doveva essere consegnata al cliente alla fine di ottobre. E, naturalmente, anche per pagargli il lavoro fatto quel luned in modo cos rapido e brillante. Quella fu una delle poche volte che Alan dovette ricredersi sui colpi di fulmine in campo lavorativo, sulle proposte fatte da uno sconosciuto vis vis in pochi minuti, sugli innamoramenti estivi e cos via. Purtroppo in seguito avrebbe dovuto pentirsi ancora una volta di quei suoi giudizi, sempre affrettati e molto superficiali. Il rapporto di lavoro tra Renzo e Alan nei mesi seguenti si intensific parecchio. Renzo era soddisfatto della produzione dell'amico giornalista, i clienti non gli

mancavano e poi, dovendo regolare le parcelle di Alan sempre "in nero", il risparmio per la sua ditta era notevole. La primavera seguente qualcosa nel meccanismo di collaborazione incominci a incresparsi. Alan, che se ne era accorto da qualche tempo, non aveva il coraggio di chiedere all'amico spiegazioni. Gli sembrava che non gli sarebbero state dovute e poi, se il motivo fosse dipeso dalle sue capacit professionali, avrebbe offerto all'altro il varco e lo spunto per chiudere definitivamente quel rapporto. Fu Renzo che, qualche giorno prima di Pasqua, telefonando all'amico gli propose: Qui a Bergamo abbiamo organizzato una fiera di beneficenza. Chi pu porta qualcosa, chi sa fare qualche gioco o cabaret collabora... insomma potresti darmi una mano, cos staremo insieme per le feste. Vieni con Silvia e i bambini, magari venerd santo e.... Alan capiva che c'era dell'altro ma non osava chiedere a Renzo ulteriori dettagli. Lo avrebbe fatto l'altro al momento opportuno, si comportava sempre cos! E... a proposito... che cosa sai fare tu oltre che a scrivere? Il giocoliere, raccontare barzellette, qualche imitazione o.... So leggere le carte, il cartomante insomma. Me lo ha insegnato mia nonna quando avevo quindici anni. Quelle rare volte che mi esibisco dicono tutti che sono bravo e ci azzecco. Forse sar perch non li faccio pagare!. Oh cacchio, ma perfetto! Organizziamo un angolino con un tavolino e magari ti trovo anche qualcosa da metterti. Un vestito tipo "mago" o stregone.... Eh no, Renzo, abbi pazienza. Tutto quello che vuoi, ma non farmi mascherare. Io una mano in questa cosa la do volentieri, ma non chiedermi travestimenti o pagliacciate rispose Alan, con un tono talmente categorico da non lasciare alcun margine di trattativa. L'altro cerc allora di buttarla sullo scherzo, con una battuta, per rimediare in qualche modo al fatto che Alan si fosse irritato. Scusa, non volevo farti incazzare. Ho pensato che con gualche "nota di colore" come dite voi giornalisti saresti stato pi credibile!. No, assolutamente. Mi sentirei solo ridicolo! Quanto a credibilit, invece, vedrai che ti far fare una bella figura! Forse aveva ragione mia nonna... ho sbagliato mestiere. *** La famiglia di Alan Bussetti giunse puntuale al gran completo davanti alla villetta dei Martorino a pochi chilometri da Bergamo la sera di venerd santo. Erano da pochi minuti passate le sette.

Alan inchiod la macchina a un paio di metri dal cancello dell'abitazione e scese per suonare al citofono. La zona era isolata e il silenzio era rotto dall'abbaiare disperato di un vecchio dobermann marrone che stava dando l'allarme a tutti gli abitanti della casa. Non ci fu alcun bisogno di suonare. Cinzia, la moglie di Renzo, richiamata dal furioso abbaiare del cane, dopo averlo legato a una catena fece cenno ad Alan che gli avrebbe aperto il cancello elettrico e rientr in casa. Nel giro di una decina di secondi tutta la famiglia Bussetti entr nella villetta dei Martorino. A piedi: l'auto Alan prefer lasciarla fuori. Forse affinch non fosse troppo in vista. Non desiderava ricordare, grazie a quel rottame, ai suoi amici, quello stato di "povert latente" dal quale erano attanagliati. La villetta dei Martorino era una costruzione recente, a due piani, in stile moderno e con un bel prato all'inglese tutt'intorno. Al pianterreno viveva Renzo con la moglie Cinzia e i gemelli, Luca e Renato, che ormai avevano quasi nove anni. Al piano superiore, con ingresso indipendente, c'era l'alloggio dei genitori di Cinzia. "Una famiglia senz'altro benestante, chiss se i soldi li hanno fatti i genitori di lei o invece quelli di lui" pensava Alan, seduto su una sedia bianca da giardino, sotto il portico dopo cena. Stava aspettando l'amico che si era alzato un attimo per andare a prendere qualcosa da bere. L'aria frizzantina della primavera in arrivo non aveva impedito ai due di chiacchierare fuori di casa per una ventina di minuti, coperti da maglie di lana piuttosto pesanti. Cinzia e Silvia erano in cucina a riordinare, i ragazzi invece stavano giocando, in maniera piuttosto rumorosa, con un vecchio ping-pong che era stato montato in garage. Ho preso un amaro, ti va bene? Scusa, l'ho fatto senza chiederti se preferivi qualcos'altro, ma sai, ero soprappensiero... disse l'ospite al suo ritorno, reggendo due bicchierini piccoli, ma certamente troppo abbondanti, di liquore. Mi va benissimo, non preoccuparti rispose Alan, che stava fissando la cuccia di Lady, la vecchia dobermann che, dopo una serie di grattamenti e mugolii, si era finalmente acquietata. "Probabilmente il suo modo di prepararsi per la notte" stava pensando Alan, quando la voce dell'amico lo riport precipitosamente alla realt. Come avrai notato, Alan, da un po' di tempo a questa parte non ti mando un granch. Il fatto che ce n' veramente poco, siamo in forte calo anche noi.... E pensare che io invece credevo di aver combinato qualche casino con il manuale di istruzioni della motozappa Serik o con la newsletter della Pedrini! rispose l'altro preso completamente alla sprovvista.

Stai scherzando? Assolutamente no! Te l'avrei sicuramente detto! Il problema che il mio socio Salviati ha dei problemi di famiglia. O meglio, sta per piantare la moglie per l'amante dalla quale aspetta un figlio e ha avviato un'altra attivit. Cos non gira per clienti e noi abbiamo poco da fare. Il venditore lui, io non sono mai riuscito a gestire i rapporti con i clienti e non riesco certo a supplire alla situazione. Cos anche i rapporti fra me e lui in agenzia si sono notevolmente raffreddati. da un paio di mesi che stiamo addirittura pensando di chiudere baracca... Ho provato di tutto, credimi, ma sono solo un creativo e pi in l non so andare!. La fiera di beneficenza organizzata dall'associazione assistenziale della quale Renzo faceva parte si teneva al Palazzo dello Sport di Bergamo. Fino dall'inaugurazione, le dieci del sabato santo, l'afflusso di gente era stato eccezionale. Come pure eccezionale si era rivelata la trovata di mettere un tavolo con la scritta: "Il futuro nelle carte del mago Alan". Il numero di persone che vollero un piccolo consulto con "il mago" fu veramente incredibile. Il consulto durava una decina di minuti e costava cinquemila lire. Mentre un cliente era seduto davanti al cartomante, ce n'erano sempre in attesa tre o quattro; pazientemente appoggiati al muro che divideva l'angolo col tavolino dal bar, o seduti su una piccola panchina a pochi metri dal chioschetto dell'organizzazione che era stato collocato vicino alla cassa. Fantastico... dimmi come fai... sei grande... ma tu hai un grande futuro!. Renzo, stupefatto dal comportamento dell'amico e soprattutto di aver scoperto una "dote" fino a quel momento sconosciuta di Alan, lo aveva tempestato tutto il giorno, nei rari momenti di pausa tra un consulto e l'altro, con frasi ed affermazioni pi o meno di questo tipo. Non sembrava ancora pago quando alla sera, subito dopo cena, rivolgendosi ad Alan: Ti rendi conto di quello che hai scatenato oggi? Non ti conoscevo come un gran parlatore n tanto meno come un cacciaballe. Ma avresti dovuto sentire i commenti su di te! La gente dopo averti parlato era entusiasta, molti hanno mandato degli amici e cos via. Si creata una vera catena di Sant'Antonio. Tante persone mi hanno chiesto se lo fai professionalmente, dove ricevi, se hai uno studio o un ufficio. Sei stato il vero successo della fiera. Riusciresti a insegnarmi? Pensi che sia difficile? Quanto tempo potrebbe essere necessario? La tua una dote o che cosa.... Improvvisamente, intuendo che forse aveva decisamente esagerato, si blocc. E poi voleva dar modo al suo interlocutore di rispondere. Alan si sent travolto da quel mare di domande, di complimenti, di frasi che attendevano con ansia e curiosit una risposta. Decise perci di accendersi

lentamente una sigaretta. Non perch ne avesse una gran voglia, ma pi che altro per prendere qualche secondo di tempo, spezzare un po' il ritmo di quello che stava diventando quasi un innalzante terzo grado. Poi si decise a parlare. Mia nonna mi scelse fra sette nipoti. Secondo lei ero l'unico che avrebbe potuto esercitare questo mestiere che andava avanti ormai da quattro o cinque generazioni. Da giovane aveva anche cercato di interrompere questa tradizione che legava le donne della sua famiglia all'esoterismo, mettendosi a fare la ricamatrice, mestiere nel quale divenne piuttosto brava. Tuttavia non trovava abbastanza lavoro e quel poco non aveva mai il tempo di finirlo! La gente veniva a cercarla nel paesino vicino a Novara dove viveva, solo ed esclusivamente come cartomante, settimina, guaritrice. Molti arrivavano addirittura da Alessandria, Asti, alcuni anche da Torino, per cercare la "maga Alania"... Nel giro di qualche anno mia nonna lasci il paese per aprire uno studio a Torino. Per avere un appuntamento con lei, negli anni d'oro, potevano volerci anche dieci o quindici giorni! A me ha insegnato a fare le carte e basta. Diceva che ero ben predisposto e un buon sensitivo e che sarei stato il primo uomo della famiglia, ma che mi avrebbe "trasmesso" le altre cose e gli altri segreti solo se gli avessi promesso di proseguire in questo campo. A quei tempi, anche se avevo solo quindici anni, a me piaceva gi scrivere, sognavo di fare lo scrittore oppure di diventare un gran giornalista.... Vabb riprese Renzo, che non voleva entrare nelle cose private dell'amico te l'ho chiesto solo perch ho in testa qualcosa che ci potrebbe aiutare. Per levarci da questa situazione di non lavoro, non guadagno, debiti vari insomma... Ma tu mi devi aiutare, devo imparare il pi in fretta possibile e al meglio a fare le carte!. Non ho detto che non puoi farcela, e non pensare nemmeno che io non voglia aiutarti gli rispose Alan, in tono rassicurante solo che difficile per me, sai? Come fa uno che guida male a insegnare a un altro a portare la macchina? E poi il mago io non lo voglio fare. Non l'ho mai voluto fare, altrimenti.... Altrimenti non saresti a questo punto! esclam l'altro con convinzione, e continu: Guidi male, eh? Ma se oggi hai fatto quasi ottanta clienti e li ho visti andare via tutti soddisfatti, qualcuno addirittura entusiasta! E poi non ti preoccupare: tra noi due il mago lo far io e non tu. Ho gi un piano in testa, dammi solo qualche giorno di tempo e vedrai!. Il luned dell'Angelo, quando, alle venti in punto, la fiera chiuse i battenti, i "clienti" di Alan erano stati duecentoquarantatr, e l'incasso netto ammontava a ben 1.545.000 lire. Anche perch in molti erano stati cos soddisfatti da volergli dare, "a puro scopo benefico", 10.000 lire anzich 5.000.

Il pi entusiasta ancora una volta si dimostr Renzo, che prima di lasciare partire l'amico per Torino riusc a strappargli una promessa. Vieni due o tre giorni da me, la prossima settimana! Ci chiudiamo in ufficio a Bergamo, voglio diventare un bravo cartomante. Intanto in questi giorni metter a punto qualche dettaglio che ci permetta di lavorare insieme. D'accordo, ma sappi che lo faccio solo per amicizia e perch non ho niente di meglio da fare gli aveva risposto Alan. Ma era ripartito dal bergamasco piuttosto interdetto. "Comunque" aveva pensato in macchina, durante il viaggio verso casa "qualche giorno a Bergamo, lontano dai guai di famiglia, da Silvia, dai ragazzi e dalle tensioni non mi nuoceranno certamente, anzi!". Devo proprio farlo, soprattutto a scopo... terapeutico!". *** Alan Bussetti si svegli dopo le otto quella domenica mattina: un fatto veramente insolito per lui che, attanagliato dai pensieri, anche quando dormiva lo faceva per poche ore e di un sonno mai completamente sereno. Invece quella notte aveva riposato decentemente, nonostante un furioso temporale estivo avesse imperversato su Torino per oltre due ore nel cuore della notte. Era la prima domenica d'agosto, apr la finestra e un'aria frizzantina investi la camera da letto. Alan... per favore... almeno stamattina lasciami ancora una mezz'ora fece Silvia rigirandosi nel lenzuolo, e mentre lo faceva cominci a sbuffare e a emettere mugolii di disapprovazione. Ma non ti preoccupare, ti lascio stare, cerco solo di cambiare l'aria alla stanza dopo tutte queste giornate di afa e di calura fece lui di rimando e usc dalla stanza richiudendo la porta della camera da letto. Si vest in fretta, gli era venuta una voglia improvvisa di fare quattro passi e andarsi a comperare "La Stampa". Raramente si concedeva il lusso di comperare il quotidiano locale, ma quella mattina, forse stimolato dall'arietta fresca, aveva deciso di farlo. "Tanto per vedere quello che scrivono gli altri" pens "e poi l'edicola sotto casa chiusa per ferie e quella pi vicina a quasi cinquecento metri... Sar una buona occasione per sgranchirsi le gambe e per decidere il seguito del libro". Il cielo era ancora plumbeo e non prometteva nulla di buono. "Oggi non ho molta voglia di scrivere, ma devo andare avanti, mi sono imposto che sia tutto pronto per i primi di settembre e cos deve essere".

Doveva assolutamente finire almeno la storia di Renzo Martorino, per rispettare ci che si era prefissato. Ma fino a dopo pranzo non ebbe neppure l'occasione di accendere il computer. La mattinata era trascorsa tra i suoi figli che si preparavano per la giornata festiva, un'occhiata al giornale e le discussioni con Silvia per decidere cosa preparare per il pranzo. La tradizione in casa Bussetti aveva sempre voluto che la domenica la tavola fosse particolarmente ricca e sfiziosa. Ma quelli non erano certo i tempi... Poi sua figlia Maura si era gi organizzata per andare con Piero, il suo ragazzo, a trovare degli amici a Bardonecchia e F avrebbe trascorso tutta la giornata a casa del suo amico Lele, visto che la fidanzatina, come la chiamava lui, era partita per una settimana in Sardegna, ospite da amici dei genitori. Fu cos che a tavola Alan e Silvia si ritrovarono da soli, e dopo due spaghetti al pomodoro e un pezzo di formaggio il pranzo della domenica era gi finito... Erano da poco passate le due del pomeriggio quando Alan accese il computer. Anche sua moglie stava per uscire: come quasi tutte le domeniche sarebbe andata a Chieri, a trovare la vecchia madre malata. Sarebbe tornata solo all'ora di cena. Le dita si muovevano velocemente sulla tastiera. In realt Alan quel romanzo ce l'aveva tutto in testa: bastava solo buttarlo gi in un italiano accettabile e senza dimenticare i fatti salienti dei personaggi in questione. Come per incanto, senza andare a rileggere ci che aveva scritto, la storia del "mago Renzo" sembr ripartire da sola... *** Furono davvero strani quei tre giorni che Alan e Renzo trascorsero a Bergamo, chiusi in ufficio. Nel corso dei primi due, Alan si rese conto di quanto fosse difficile, se non proprio impossibile, trasmettere all'amico l'arte dei tarocchi: non era una questione d'intelligenza, piuttosto era chiaro che Renzo non aveva molta voglia di imparare e che comunque, essendosi fatto un'idea sua, voleva procedere senza metodo... Senti Renzo gli fece Alan la mattina del terzo giorno, appena entrati in ufficio cos non arriveremo a niente, in due giorni non hai ancora imparato neppure a riconoscere gli arcani maggiori e qualche abbinamento che ho cercato di insegnarti. Non so come fare, ma soprattutto non so come farai tu!. Non ti preoccupare amico mio gli rispose prontamente l'altro ho gi capito tutto: in questo mestiere le carte non sono che un pretesto, come in tutte le cose ci vuole solo psicologia, e io sono bravo, sai? A parte che l'ho studiata due anni all'Universit di Milano, prima di uscirci di cervello, alla gente devi solo dire ci che vuole sentirsi dire....

Scusa ma io parto da presupposti diversi. Io leggo le carte, gli abbinamenti come fossero un libro stampato e alla gente do le risposte a seconda di quello che dicono le carte. Cos mi ha insegnato quella santa donna di mia nonna e cos faccio da sempre. Io invece ho gi deciso: risponder alla gente quello che mi verr in testa, far girare le carte in modo tale che questi non si accorgeranno neppure che non le so leggere, miscelando psicologia e un po' di culo me la caver benissimo!. La sera del terzo giorno Alan si rimise in macchina con una confusione di sentimenti: da un lato gli sembrava di non aver concluso nulla, dall'altro pensava che essendo il mondo pieno di "polli" forse ci sarebbe stato spazio anche per Renzo il mago della tranquillit. "Comunque sono fatti suoi, anche se un amico di pi proprio non si poteva fare..." concluse cos le proprie considerazioni Alan, alzando il volume della radio e controllando la tasca destra della giacca: quei cinque fogli da centomila lire che Renzo gli aveva dato, e che lui aveva accettato con molta ritrosia, a lui e alla sua famiglia facevano comodo anche se non erano che una piccola goccia nel mare di debiti in cui dovevano navigare a vista! Pass pi di un mese senza che Alan avesse notizie di Renzo, poi una sera verso le sette, rientrando in casa dopo aver accompagnato Maura a cena dal suo ragazzo, sent sua moglie che stava concludendo una telefonata... D'accordo glielo dir, stai tranquilla, gli racconto tutto... A presto, e salutami Renzo... e Silvia riattacc la cornetta con un lungo sospiro che sembrava emanare solo sconforto e stupefazione. Ho capito chi era disse Alan buttando le chiavi della macchina sul tavolo di cucina alla buonora! Credevo l'avessero arrestato o che fosse successo qualcos'altro... lo disse con acredine, perch non sapeva spiegarsi da parte di Renzo un silenzio cos lungo dopo quei tre giorni passati a Bergamo. S, era Cinzia Martorino, che mi raccontava un po' di cose di Renzo.... Va beh, allora che gli successo di tanto strano da lasciarti basita? Son cose cos strabilianti da sconvolgerti? la aggred Alan, ansioso di farsi raccontare. Eh certo che lo sono, se mi lasci parlare, imbecille! rispose Silvia. Questo grazie ai tuoi insegnamenti ha guadagnato pi soldi in un mese di quanto noi tutti in due anni!. Ma quali insegnamenti! Quando sono andato tre giorni a Bergamo non ha voluto, o meglio non riuscito a capirci niente e alla fine mi ha detto che avrebbe fatto di testa sua.... Se mi lasci andare avanti, senza interrompermi, ti spiego fino a dove lo ha portato la "testa sua"....

Parla, dai.... Devi sapere che da circa un mese il tuo amico Renzo appare regolarmente due volte alla settimana su Tele Bologna, citt dove ha aperto anche uno studio, e che la prossima settimana ne aprir uno anche a Modena... Fa la carte in televisione e Cinzia diventata la sua segretaria. sempre pieno di appuntamenti e a quanto mi ha riferito non si limita certo a fare le carte in studio.... Ah, e cosa altro fa oltre a fingere di saper leggere le carte? chiese Alan con un velo di stupore. Si comprato un libro di magia e dice alla gente che in grado di fare certi riti... legamenti, toglie il malocchio, fa tornare la persona amata, risolve casi impossibili insomma!. Me lo immagino come li risolve! Il fatto che il mondo pieno di cretini pronti a farsi spennare da uno che appare in televisione vantando poteri paranormali!. Ma stai zitto, Alan, magari lo avessi fatto tu! Forse questi "cretini", come li chiami, hanno solo bisogno di essere ascoltati o meglio illusi, e se Renzo lo fa con qualche polverina, candela o talismano in cambio di un milione o due io non ci vedo un granch di strano. Magari l'avessi fatto tu, adesso forse non saremmo ridotti in questo modo!. Magari avresti un marito in galera con qualche bella denuncia per truffa, abuso della credulit popolare, circonvenzione di incapace eccetera. Se pensi che basti andare in una televisione privata a fare lo scemo, ovviamente a qualche centinaio di chilometri da casa per non sputtanarsi... allora sei fuori strada cara Silvia!. Fuori strada sei tu che ragioni ancora come un giornalista e vedi delinquenti e truffatori o scandali da prima pagina da ogni parte, anche nelle persone che conosci. Che c'entra se lo conosco? Questo per risolvere i propri problemi economici frega la gente... Per, ora che mi ci fai pensare, forse qualcosa mi deve, in fin dei conti l'idea gliela ho data io e forse anche qualche dritta. Con questa frase Alan chiuse il discorso e chiuse anche la porta del bagno, gli era venuta voglia di vomitare. Comunque il giorno dopo, sabato, decise che poteva provare a vedere se Renzo fosse a casa. Cerc il numero sulla sua agendina e verso mezzogiorno gli telefon. Fu proprio a rispondergli col solito marcatissimo accento bergama-Sco e la voce di uno che sprizza gioia da tutti i pori. Ol, vecchio, come te la passi? attacc subito Renzo senza dare modo all'amico di parlare. Come avrai gi saputo da Cinzia, che ha parlato con tua moglie, io vado alla grandissima. Soldi a palate, e credo che questo sia solo l'inizio per me di una nuova carriera!.

Guarda che a me non la racconti! lo interruppe Alan con tono canzonatorio. Ai soldi ci credo, come credo che per tu non sappia fare niente.... E che c'entra questo? L'importante che ci creda la gente che viene da me.... Beh, era solo per dire che fino a due mesi fa eri ancora un buon pubblicitario e.... ... senza una lira, con un socio latitante, pieno di debiti rispose Renzo quasi a giustificare la scelta che aveva dovuto fare. E proprio per questioni di soldi che ti chiamo. Visto come ti sta andando non che potresti farmi un prestito di quattro o cinque milioni? Da quando non ho pi neppure la collaborazione con la tua agenzia.... Guarda fratello, io, lo sai, lo farei pi che volentieri, ma al momento sono un po' bloccato: ho dovuto pagare un mese anticipato, devo ancora arredare lo studio di Modena che apre la settimana prossima, perch in quello di Bologna ci ho messo i mobili dell'ufficio di Bergamo e... magari fra trenta o quaranta giorni, non tutto quello che mi hai chiesto ma qualcosa te lo potrei anche dare, oggi come oggi scusami ma.... Grazie lo stesso Renzo, vedr di risolverla in qualche altro modo, comunque fatti vivo eh... ciao e Alan chiuse in fretta la telefonata perch aveva voglia di mandarlo affanculo. *** Erano ormai quasi le sei di sera, Silvia e i ragazzi non erano tornati, nel pomeriggio c'erano stati altri tre o quattro acquazzoni e Alan non aveva pi voglia di scrivere. Pigi il dito nervosamente su "salva" e spense il computer. "Certo che arriver in fondo, ma riesumare ogni storia mi fa sempre incazzare, questi hanno fatto i soldi e io sono anni che non riesco a mettere insieme il pranzo con la cena! Ma sono certo che con questo romanzo raggiunger il mio obiettivo, devo farmi forza e andare avanti! La pagheranno. Tutti!".

IIILa mattina seguente Alan si alz di buonora e, dopo essersi fatto il caff, poco dopo le sei era seduto davanti al computer. Ricordava perfettamente ci che si era ripromesso la sera prima: quel "raggiunger il mio obiettivo" gli aveva tamburellato in testa pi volte durante la notte. Si era svegliato e riaddormentato almeno una dozzina di volte e ogni volta ci era ritornato su. Sei gi li? gli url sua moglie dal letto, col rischio di svegliare i ragazzi e met del condominio. Tu e i tuoi ricatti di merda, non vedo l'ora che finisca questa fottutissima storia, ammesso che qualcuno non faccia finire male pure te!. "Ecco servito il buongiorno, anzi il buon luned" dal momento che fin dai tempi delle elementari lui aveva sempre odiato il primo giorno della settimana e quel sentimento, quello stato di malessere da luned nel corso degli anni si era addirittura acuito. A te invece chiedo: ma pensi proprio che sia la cosa pi semplice del mondo quello che sto cercando di fare? Io non sono un delinquente incallito, e poi andare a rimestare nel passato mio e di certa gente non certo piacevole... Quindi se puoi chiudi quella boccaccia e lasciami lavorare!. Silvia avrebbe voluto replicare ma cap che non ne sarebbe valsa la pena e che Alan non l'avrebbe neppure ascoltata; quindi and in bagno a prepararsi perch il luned mattina era il giorno delle pulizie a casa della signora Trentini, una simpatica vecchietta che viveva dall'altra parte della citt. Lui, che stava per cominciare a battere sulla tastiera, si ferm un istante a pensare: "La miseria, maledizione, un tempo neppure lei era cos" poi, richiamato dal lampeggiare del cursore sullo schermo, cominci a scrivere. Prima di alzarsi dal letto aveva deciso che il suo prossimo capitolo sarebbe stato quello del suo amico Cec. *** Cec Sciacchitano era soprannominato in un paio di modi: "mani d'oro" da amici e clienti e il "carrozziere fantasma" da parte della Guardia di Finanza. Alan e Cec avevano giocato a pallone nella stessa squadra, la Fulgor Orbassano, quando avevano quindici o sedici anni. Alan era un discreto centrocampista e Cec un bravissimo portiere. A quei tempi lui raccontava che lo avrebbero voluto nelle giovanili del Cosenza, ma suo padre aveva trovato lavoro in Fiat e quando Cec aveva da poco compiuto dodici anni tutta la famiglia si era trasferita al nord.

Ma dai tempi della Fulgor Orbassano Alan e Cec non si erano mai pi incontrati e si erano completamente persi di vista. Alan aveva smesso col calcio, aveva cambiato quartiere e poi, essendo un ragazzo molto regolato, quando cominci a collaborare con il giornale, fedelissimo gi allora alla sua Silvia, frequentava solo pochi amici selezionati e qualche collega di lavoro. Aveva ritrovato Cec solo per caso anni dopo: una mattina aveva preso di nascosto la Giulia Super nuova di suo padre, e nel posteggiare sotto il giornale gli era scappata la frizione. Risultato: una bella ammaccatura sulla portiera posteriore destra. Gli serviva un carrozziere rapido e che facesse un lavoro perfetto a un prezzo modico. Aveva solo un paio di giorni: Giorgio Bussetti era stato invitato in montagna per qualche giorno da vecchi amici e sarebbe rientrato a Torino solo luned sera. Alle due del venerd pomeriggio, disperato, chiese aiuto a Mario, il centralinista del giornale, il confidente di tutti. Mario sapeva trovare sempre la soluzione giusta per qualsiasi situazione e per questo alla "Gazzetta del Popolo" pi che di una istituzione era considerato un vero e proprio mito. Non ti preoccupare Alan gli disse ti mando io da un amico che ha una carrozzeria. Adesso gli telefono e prima che lui potesse balbettargli solo un "grazie", Mario stava gi componendo il numero come faceva sempre: introduceva un mozzicone di matita, che stringeva con forza tra l'indice e il pollice della mano destra, nei buchi corrispondenti ai numeri e faceva girare la ruota dell'apparecchio. "Chiss se fa cos anche da casa o quando telefona dalle cabine" ricord di aver pensato Alan stupidamente, mentre quello, appena terminato di comporre il numero, si era acceso una Mercedes con filtro, in attesa che qualcuno dall'altra parte del filo rispondesse. Pronto? Gaetano? Ciaooo vecchio puttaniere! Sono Mario, Mario Cortesi della "Gazzetta", come va? Ti ho chiamato per chiederti un favore... sei in carrozzeria oggi? Vorrei mandarti un amico, un giovane redattore con le palle... Ha combinato un casino con la Giulia del suo vecchio che non ne deve sapere niente, gli serve un lavoro a regola d'arte in un paio di giorni, prima che torni suo padre! S, lo so che venerd pomeriggio... e daiii... la macchina non ha neanche due mesi e se quello vede cosa successo mi sa che il mio amico le palle non le avr pi... e poi se riesci a farlo pagare in un paio di volte... Sai, qui da noi non ha ancora un contratto e se la passa un po' cos....

Disse tutto d'un fiato sparando almeno trecento vocaboli in un minuto come era solito fare, sia al telefono sia quando nei momenti di pausa parlava di donne, di sport o di altre facezie varie. Nevroticamente, in attesa della risposta del suo interlocutore, Mario prese a tirare due o tre grosse boccate di fumo dalla sigaretta che ormai stava finendo. Va bene, d'accordo, te lo mando subito? Gli scrivo l'indirizzo e gli dico di catapultarsi l immediatamente. Grazie, ciao. Alan, che pure conosceva il carattere di Mario e la sua tempestivit nell'affrontare certe situazioni, non era preparato a una soluzione cos rapida e prov come il suo solito a prendere tempo biascicando qualcosa: ... ma Mario, ho lasciato la macchina a casa e se devo andare a prenderla e portarla dal tuo amico... porco boia, capisci che rischio di perdere tutto il pomeriggio e ho due pezzi di cronaca da fare.... Insomma gli fece l'altro quasi indispettito lo vuoi risolvere o no il casino che hai combinato? Non sei stato tu a dirmi che se tuo padre quando torna trova la sua Giulia nuova conciata in quel modo ti uccide? Allora non perdere tempo, levati dai miei piedi e porta i tuoi strafottutissimi dal mio amico Gaetano!. Mentre pronunciava quelle parole, scarabocchi un indirizzo col suo solito mozzicone di matita e porse ad Alan il piccolo foglietto di carta. Ci vado... ci vado... disse l'altro con tono poco convinto e senza ringraziare il centralinista: sapeva che se l'avesse fatto sarebbe stato peggio che non acconsentire alla sua proposta. Mario era fatto cos, andava sempre oltre il proprio lavoro e per questo era rispettato e amato da tutto il giornale. "In fondo bisogna che risolva subito questa faccenda. Non ho alcuna intenzione di dare una mazzata del genere a mio padre. Non solo per le conseguenze o le scenate che ne potrebbero scaturire" pens Alan uscendo dal giornale " anche una questione di fiducia. Devo sistemare tutto e basta!". Quando dopo circa un'ora posteggi l'auto davanti alla Carrozzeria Cosenza era veramente imbufalito: il traffico di Torino, sempre indescrivibile, il venerd pomeriggio diventava vergognosamente drammatico. Sfiga dannata mormor sottovoce chiudendo a chiave la portiera della macchina lo sapevo che avrei perso il pomeriggio... con tutto quello che ho da fare!. Aprendo la porta della carrozzeria venne immediatamente investito da un rumore assordante e da un fortissimo odore di acquaragia frammista a vernice alla nitro. Un ragazzo, accovacciato per terra, batteva freneticamente con un martello su un pezzo di lamiera che pareva somigliare vagamente a un parafango. Nell'angolo opposto del grande stanzone un'altra persona, con un compressore ad

aria, stava verniciando di rosso fuoco un cofano che sicuramente apparteneva a una Panda che era a pochi centimetri da Alan. In uno sgangherato gabbiotto a vetri tappezzato di poster e calendari di donne nude, un uomo sulla trentina con un mozzicone di sigaro in bocca stava urlando qualcosa al telefono. In piedi, il volto paonazzo dallo sforzo, di l a pochi secondi chiuse la telefonata sbattendo la cornetta sull'apparecchio inanellando una serie di bestemmie che avrebbe raso al suolo la Mole Antonelliana. Nel locale si sent tutto: quasi per incanto infatti era calato un silenzio innaturale. Quello che picchiava sul parafango si era fermato per accendersi una sigaretta, mentre il verniciatore stava rifornendosi prelevando una latta dagli scaffali che aveva alle spalle. L'uomo col sigaro usc dal gabbiotto e si accorse della presenza di un cliente. Gli si fece incontro e quando fu a pochi centimetri da Alan spalanc un sorriso a trentadue denti urlando: Alan... Alan... Bussetti... i miei rispetti!. Gaetano... cio Cec... gli rispose l'altro stupito pi del carrozziere sei proprio tu? Quanti anni.... Me lo dovevo immaginare che eri tu quello che veniva dalla "Gazzetta"! Sapevo che avevi cominciato a lavorarci, la Rita, quella del panificio sotto casa mia, anche dopo anni sa sempre tutto di tutti. E sempre stata una ficcanaso. Mi fa piacere rivederti merdaccia, anche se solo per lavoro.... Si abbracciarono e fra i due vecchi amici ci fu realmente un momento di autentica commozione. Fu Cec a sganciarsi dall'abbraccio e, come se il tempo non fosse mai passato, cominci a parlare a mitraglia. Su s, adesso che ci siamo ritrovati avremo tempo e modo per le rimpatriate, ora mi sembra che ti debba togliere dai casini... Di', tuo padre sempre quella testa di caz... ehm volevo dire, quel generale dei carabinieri che non voleva farti perdere tempo con il calcio?. Testa di cazzo il termine pi appropriato, direi fece Alan di rimando anzi, direi che da quando andato in pensione ulteriormente peggiorato!. E allora non c' tempo da perdere, fratello! Bisogna sistemare 'sta macchina in modo che sembri appena uscita da un concessionario dell'Alfa Romeo. Uscirono in strada e a Cec bast un'occhiata al danno per inquadrare la situazione. Nonostante la cazzata che hai fatto ti andata bene.... Cosa vorresti dire, scusa?.

Che il danno apparentemente sembra grosso ma per fortuna si pu ribattere, non bisogna stuccare, ma basta carteggiare e riverniciare. Vedrai che torner perfetta. E per il grano non ti preoccupare, mi ha detto Mario che sei un po' tirato... ci penso io! In fondo siamo sempre amici, no?. Si misero d'accordo per le due di luned: la macchina sarebbe stata pronta e Alan avrebbe avuto tutto il tempo di rimetterla nel posteggio prima del ritorno del padre. "Il solito Cec" pens mentre afferrava al volo un autobus per tor