Anteprima libro "La grotta di San Michele ad Olevano sul Tusciano"

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Vittorio Di Cunzolo-Alessandro Di Muro Francesco La Manna-Marianna MastrangeloLa Grotta di San Michele ad Olevano sul Tusciano.Storia, archeologia e arte di un santuario altomedievale a cura di Alessandro Di MuroI edizione::settembre 2011 II edizione:ISBN 978-88-906394-0-1© Copyright 2011 Soc.Coop. ITINERA Olevano sul Tusciano (SA) [email protected] i diritti riservatiIndice generaleIntroduzione p.1Parte prima: Il Santuario Il santuario del Mons aureus tra storia e ar

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Vittorio Di Cunzolo-Alessandro Di Muro Francesco La Manna-Marianna Mastrangelo

La Grotta di San Michele ad Olevano sul Tusciano.Storia, archeologia e arte di un santuario altomedievale a cura di Alessandro Di Muro

I edizione::settembre 2011 II edizione:

ISBN 978-88-906394-0-1

Copyright 2011 Soc.Coop. ITINERA Olevano sul Tusciano (SA) [email protected]

Tutti i diritti riservati

Indice generaleIntroduzione p.1

Parte prima: Il Santuario Il santuario del Mons aureus tra storia e archeologia (secoli VII-XI) - A. Di Muro p.7

Parte seconda: Gli affreschi Gli affreschi della cappella dellAngelo V. Di Cunzolo p.89

Parte terza: I reperti La ceramica - F. La Manna La ceramica da fuoco- M. Mastrangelo Frammenti di una coppa di vetro dalla Grotta di S. Michele ad Olevano sul Tusciano (trad. da D. Whitehouse) I reperti ossei e metallici-F. La Manna Le monete- F. La Manna Gli strumenti musicali- F. La Manna Lindagine archeozoologica- F. La Manna p.177 p.181 p.189 p.194 p.205 p.125 p.163

Bibliografia generale Indice dei nomi e dei luoghi Tavole

p.223 p.231 p.239

Introduzione

IntroduzioneExeuntes de mari, venimus ad montem Aureum ubi est cripta habens VII altaria, habens etiam supra se silvam magnam. In quam criptam nemo potest pre obscuritate intrare, nisi cum accensis luminibus. Ibidem erat abbas dominus Valentinus. A monte Aureo venientes pervenimus Romam. (Itinerarium Bernardi monachi p. 318) I grandi santuari altomedievali, luoghi di enunciazioni ideologiche e di devozione, possono essere annoverati tra i siti potenzialmente pi ricchi di informazioni sulla societ di quei secoli. ben noto come i santuari mete di pellegrinaggi a distanza, posti lungo importanti arterie viarie1, fossero punti dincontro tra uomini di diverse culture e appartenenze, tra i pi frequentati nellalto Medioevo2. Su di essi si concentr spesso lattenzione delle lites aristocratiche e dei sovrani, che intervennero in maniera particolarmente efficace per la loro promozione, facendone talora strumento della propria legittimazione e momento aggregativo potente delle societ che governavano3. La natura di centri focali, per tanti aspetti, della societ altomedievale ne fece, oltre che luoghi di spiritualit e punti di enunciazioni ideologiche, centri di accumulazione e consumo particolarmente prosperi, entit che condizionarono profondamente le vicende dei

Sugli itinerari di pellegrinaggio nel Medioevo in Italia meridionale P. DALENA, Dagli Itinera ai percorsi. Viaggiare nel Mezzogiorno medievale, Bari 2003, pp. 7-22 2 Bisogna altres evidenziare, come stato fatto anche di recente da Giovanni Cherubini, che i pellegrinaggi non costituissero fenomeni di massa nel senso corrente, come talvolta stato suggerito, tenendo conto e del contesto storico e della popolazione europea nel Medioevo G. CHERUBINI , Quanti pellegrini?Un problema da approfondire, in LUomo in Pellegrinaggio a c. di P. DALENA, Bari 2003, p. 65. 3 In particolare per lItalia meridionale longobarda sono celebri gli episodi del santuario micaelico del Gargano e del sacrario beneventano di Santa Sofia, dove gli interventi di riqualificazione del duca Grimoaldo nel primo caso e la fondazione di Arechi II per quanto riguarda il cenobio beneventano, conferirono prestigio e rinomanza finalizzati anche alla celebrazione del vincolo indissolubile tra il sovrano e la stirpe longobarda. Per il Gargano si veda Culto e insediamenti; per Santa Sofia P. DELOGU Mito di una citt meridionale (Salerno secoli VIII-XI), Napoli 1977 per gli aspetti ideologici e per larchitettura; A. LUPIA (a c. di) , Testimonianze di epoca altomedievale a Benevento-Lo scavo del museo del Sannio, Napoli, 1998 per laspetto archeologico.1

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La Grotta di San Michele ad Olevano sul Tusciano

territori in cui vennero costituiti, determinandone spesso le dinamiche insediative e influenzandone leconomia, come nei ben conosciuti esempi di Monte SantAngelo sul Gargano, di Mont Saint Michel au peril de la mer in Normandia o di Santiago di Compostella4. Problematiche storiografiche complesse, dunque, convergono e si intrecciano nelle vicende dei grandi santuari altomedievali: si va dalle forme di manifestazione del potere ai rapporti citt-territorio, dal livello tecnologico alla cultura artistica, dallorganizzazione delle comunit monastiche alla liturgia, dalle modalit del pellegrinaggio alla circolazione ceramica e cos via: mentalit, istituzioni, economia, cultura esistenziale e cultura materiale si annodano e si fondono nel crogiuolo dei santuari internazionali altomedievali. Il santuario micaelico del Tusciano costituisce un luogo privilegiato dove poter indagare le numerose problematiche legate ad un centro di pellegrinaggio internazionale dellalto medioevo5. La malagevole accessibilit del sito e il declino della fortuna del santuario olevanese a partire dal XIII secolo, consentono ancora oggi di osservare quasi integro il luogo descritto da Bernardo. Leccezionale stato di conservazione del complesso olevanese ne fa uno dei siti pi interessanti per la comprensione della cultura e della societ dellaltomedioevo longobardo meridionale. La qualificazione delle architetture e la ricchezza delle decorazioni hanno suscitato numerosi interrogativi sullorigine del complesso e sulle ragioni che spinsero a impiantare sul mons aureus un santuario di tale rilievo nel panorama insediativo del Mezzogiorno longobardo. Domande che sono rimaste per lo pi senza risposta. Linusuale convergente abbondanza di fonti scritte e storico-artistiche, intrecciate alla gran mole di dati provenienti dalle campagne di scavo succedutesi tra il 2002 e il 2007, consente oggi di tracciare un primo bilancio complessivo e indicare nuove vie da percorrere per la comprensione del significato e per le ipotesi sulle origini di uno dei siti pi straordinari dellalto Medioevo europeo. Alessandro Di Muro

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Su Santiago di Compostella CHERUBINI , Quanti pellegrini?, cit. Sulla rilevanza del santuario olevanese nel contesto dei pellegrinaggi a lunga distanza nellalto Medioevo si veda ad es. R. ZUCCARO, Gli affreschi nella Grotta di San Michele ad Olevano sul Tusciano, Roma 1977.

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Gli strumenti musicali

Gli strumenti musicaliFrancesco La MannaNel corso dellesplorazione delle aree interessate dalle indagini archeologiche dellanno 2006, nellarea 4000 sono venuti alla luce oltre a nuovi altri frammenti di placche in osso lavorate a cerchi concentrici, degli utensili in osso lavorato tra cui strumenti musicali a fiato in osso, in parte integri e in parte frammentati, assimilabili a flauti1 verticali, e un noce di balestra. Relativamente agli strumenti musicali, leccezionalit del ritrovamento di Olevano consiste, innanzitutto, non solo nel numero di strumenti ritrovato e dal contesto stratigrafico, che permette di datare, sia pur con una oscillazione relativamente ampia, gli strumenti al periodo medievale, ma soprattutto per le implicazioni antropologiche scaturenti dal fatto che il rinvenimento avvenuto nellambito di un contesto santuariale quale quello della grotta di S. Michele2. In letteratura, relativamente allambito italiano, si hanno sporadiche notizie di ritrovamenti di singoli pezzi, in genere non accompagnate da una opportuna pubblicazione3. In genere, si ha notizia di fischietti e flauti verticali in osso ricavati da tibie ovi-caprine (da cui il nome latino tibia). Questi strumenti a fiato, si ottengono da tibie sia di sinistra che di destra, mediante ablazione delle estremit prossimali e distali dellosso4. Il taglio alla estremit prossimale condotto a partire dalla faccia caudale dellosso in senso obliquo in direzione della cresta tibiale. Si viene a creare un

Relativamente alla terminologia utilizzata, ci rifacciamo al generico uso del termine flauto diritto o flauto dolce in letteratura, giacch gi in ambito anglosassone, per strumenti simili a quelli rinvenuti ad Olevano si utilizza il termine di whistle, anche se spesso si utilizza bones flute, o recorder, a volte bones pipe; cfr. R. SERMON, , Two medieval whistles from Gloucester, Glevensis, 30, 1997, pp. 51-52.. 2 Si rimanda a notizie sul santuario a DI MURO supra 3 Si pensi agli esemplari rinvenuto nel Mastio del Castello di Monreale di Sardara (CA), dal castello di S. Severina di cui non ci risulta la pubblicazione e si ha notizia solo dai siti web dei musei che li espongono. Dalla descrizione e dalla grafica, dovrebbe trattarsi di un fischietto loggetto in osso ritrovato negli scavi dellesedra della Crypta Balbi di Roma; P. SFLIGIOTTI, Manufatti in metallo, osso, terracotta, pietra,in Lesedra della Crypta Balbi nel Medioevo(XI-XV secolo), in Lesedra della Crypta Balbi nel medioevo (X-XV secolo). Archeologia urbana a Roma: il progetto della Crypta Balbi, 5/1-2, a cura di L. SAGU, L. PAROLI Firenze. 1990,.pp.547.549 n.760 tavola LXXXIII (fig.164,15) 4 Operazione agevole se operata su ossi di individui relativamente giovani in cui non si sia verificata la saldatura epifisiaria.1

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