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Anno XI - Numero 07-08-09 15-30 aprile - 15 maggio 2010 34 attività Grande Oriente d’Italia Notizie dalla Comunione 36 rassegna stampa storia e cultura attualità 47 150º Unità d’Italia e dintorni in primo piano DIREZIONE,REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: Via di San Pancrazio, 8 00152 Roma Tel. 06 5899344 Fax 06 5818096 www.grandeoriente.it E-MAIL: [email protected] 2 GRAN MAESTRO INTERVIENE DOPO ARTICOLO 'PANORAMA' 4 MACERATA Una moderna agorà esoterica Gran Loggia 2010 6 PER UN’ETICA DELLA LIBERTÀ E DELLA RESPONSABILITÀ 8 TRE GIORNI AL PALACONGRESSI 12 ALLOCUZIONE DEL GRAN MAESTRO 14 MASSONERIA DAL MONDO 16 SERVIZIO BIBLIOTECA 19 IL CONCERTO Cronaca 20 SCANDALO PRETI PEDOFILI Torna la vecchia teoria del complotto massonico 20 CASO CLAPS Inquietante gettare ombre sulla Massoneria 21 CASO GABRIELLI Smentite false dichiarazioni della stampa Servizio biblioteca 21 ROMA Ian Sinclair a Villa Il Vascello 23 IN BREVE Carducci: vita e letteratura Manifestazioni 23 CAGLIARI Ricordo di Felice Mathieu 24 FIRENZE On line i diari di Antonio Cocchi 25 IN BREVE 27 A GIUGNO 27 PRATO Omaggio a Giuseppe Meoni 28 A MAGGIO Solidarietà 29 GIAMPILIERI Solidarietà dopo l’alluvione 29 IN BREVE Massa Marittima 30 5 PER MILLE Aiutiamo chi aiuta Attività Internazionale 33 SAN MARINO Meeting annuale della Massoneria Simposio Internazionale delle Società Iniziatiche a Macerata

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Anno XI - Numero 07-08-0915-30 aprile - 15 maggio 2010

34 attività Grande Oriente d’Italia• Notizie dalla Comunione

36 rassegna stampa• storia e cultura• attualità47 150º Unità d’Italia e dintorni

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o DIREZIONE, REDAZIONEAMMINISTRAZIONE:

Via di San Pancrazio, 800152 Roma

Tel. 06 5899344Fax 06 5818096

www.grandeoriente.it

E-MAIL:[email protected]

2 GRAN MAESTRO INTERVIENE DOPO ARTICOLO 'PANORAMA'4 MACERATA Una moderna agorà esoterica

Gran Loggia 20106 PER UN’ETICA DELLA LIBERTÀ E DELLA RESPONSABILITÀ8 TRE GIORNI AL PALACONGRESSI12 ALLOCUZIONE DEL GRAN MAESTRO14 MASSONERIA DAL MONDO16 SERVIZIO BIBLIOTECA19 IL CONCERTO

Cronaca20 SCANDALO PRETI PEDOFILI Torna la vecchia teoria del complotto

massonico20 CASO CLAPS Inquietante gettare ombre sulla Massoneria21 CASO GABRIELLI Smentite false dichiarazioni della stampa

Servizio biblioteca21 ROMA Ian Sinclair a Villa Il Vascello23 IN BREVE Carducci: vita e letteraturaManifestazioni23 CAGLIARI Ricordo di Felice Mathieu24 FIRENZE On line i diari di Antonio Cocchi25 IN BREVE27 A GIUGNO27 PRATO Omaggio a Giuseppe Meoni28 A MAGGIO

Solidarietà29 GIAMPILIERI Solidarietà dopo l’alluvione29 IN BREVE Massa Marittima30 5 PER MILLE Aiutiamo chi aiutaAttività Internazionale33 SAN MARINO Meeting annuale della Massoneria

Simposio Internazionale delle Società Iniziatiche a Macerata

Fratelli, coltelli? Roba davvero vec-chia, non ci crede più nessuno. Si è trattato di unaribollita, neanche ben fatta”. Dopo l’inchiesta di‘Panorama’ sulla maggiore obbedienza massoni-ca italiana, Gustavo Raffi, Gran Maestro del Gran-

de Oriente d’Italia parla così all’Adnkronos di quelle che definisce “ac-cuse infamanti e soprattutto infondate all’Istituzione, smentendo cate-goricamente contenuti e ‘retroscena’ di una ricostruzione giornalisticanon verificata che campeggia sulle pagine di un settimanale”.“Tanto clamore – sottolinea il numero uno del Vascello – riguarda inrealtà cose trite e ritrite, dando fiato ad argomentazioni coperte da ano-

nimato e veicolate attraverso siti internet altrettanto anonimi, peraltroaperti all’estero, che durante la campagna elettorale per la Gran Mae-stranza non hanno guardato le regole dell’etica”.“Stando a questi gossip mal riusciti – aggiunge l’avvocato ravennatedal 1999 alla guida di Palazzo Giustiniani – il vero segreto della Mas-soneria sarebbe rappresentato da un’auto con autista a disposizione delGran Maestro? Suvvia, siamo seri: la secolare lezione della Massoneriaè altra e ben più profonda”.“Tanto per la cronaca, quale esempio che le accuse fatte sono parole al ven-to – precisa – non ho mai disposto di auto o autisti al mio servizio, cosache tutti sanno e mi sembra – sorride Raffi – perfino ridicolo rimarcarlo”.

DOPO ‘PANORAMA’

Fratelli-Coltelli?Storia vecchianon ci crede piùnessunoNulla dinascosto,la lezione dellaComunioneè più profondaIl Gran Maestrointerviene dopo l’uscitadi una inchiesta sulGrande Oriente d’Italiain un settimanale

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“Ho aperto le porte del Tempio – fanotare – a tutti coloro che hanno voluto e vogliono con-frontarsi con i Fratelli in un cammino di Luce, Sapienza e Bellezza e nonc’è nulla di nascosto. Indietro però non si torna, perché il tempo dellecatacombe è finito”.“Alle calunnie volgari – rimarca il Gran Maestro del Grande Oriente dI-talia – si può rispondere solo con il disprezzo e nelle aule di giustizia,

quando magari finalmente, se ne avranno il coraggio, si potrà guar-dare negli occhi chi sparge veleno abbaiando alla luna ed evitan-do di assumersi responsabilità col rifugiarsi nell’anonimato”.Perciò, annuncia Gustavo Raffi, “il Grande Oriente d’Italia si ri-serva di adire alle vie legali per tutelare in ogni sede l’onorabilitàdell’Istituzione e delle persone che la rappresentano. Abbiamo nelcuore una lezione della fratellanza universale: con il fango vecchionon si cementano pietre. Questo è un attacco strumentale portatoa segno, ma non riuscito nel suo intento di destabilizzare la comu-nione, in un momento in cui nel Goi sono in corso le elezioni re-gionali”.“Noi – assicura il Gran Maestro – continuiamo nel nostro progettodi ‘Nuova Primavera’, rendendo sempre più il Grande Oriente d’I-talia una casa di vetro, in confronto costante con la società, scuola diumanità e laboratorio di idee. Quanto agli altri – taglia corto Raffi –o sono poco credibili: continuino pure a incrociare il microfono conle loro ossessioni. La verità è altra cosa rispetto alle loro urla da cor-tile e dai teoremi su complotti che non esistono o su gestioni chenulla hanno di grigio. Sappiamo, per dirla con Marguerite Your-cenar, che il tempo è sempre un gran signore e per far verità ri-spetto all’ennesimo polverone alzato ad arte non temiamo cartebollate né aule di tribunale, pronti sempre al confronto a visoaperto su ogni questione”.“Come abbiamo detto alla Gran Loggia a Rimini, conclude Raffi,da tempo ci siamo fatti le domande appropriate rispetto al nostrotempo e abbiamo scelto di volare alto come le aquile, lasciandocosì ad altri il volare basso: come i polli. Una scelta di vita e unpercorso da veri massoni. Iniziati alla forza della Vita“.

Massoneria:Lehner (Pdl), chiedoiscrizione al GrandeOriente d’Italia

“Visto che continuano le demonizza-zioni gratuite della Massoneria, allaquale si deve, fra gli altri meriti, l’Unitàd’Italia; visto che, come nei regimi tota-

litari nazicomunisti, ogni crisi sociale, economica e moraleviene attribuita al capro espiatorio massonico, per solida-rietà, memoria storica, cultura laica e rispetto della verità,

chiedo ufficialmente al Gran Maestro Gustavo Raffi di voleresaminare la possibilità di una mia iscrizione al GrandeOriente d’Italia”. Lo afferma, in una nota, il deputato del Pdl,Giancarlo Lehner.

Articolo di Panorama inedicola il 14 maggio

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Un giorno come un altro all’apparenza… ma circolando per levie dell’antica Macerata, quel sabato si respirava un’aria diver-sa, internazionale. L’atmosfera, quella delle grandi occasioni, sifaceva più intensa entrando nel magnifico Palazzo Bourbon DelMonte, sede storica della Società Filarmonico Drammatica, chesi pregiava di ospitare l’evento. Alla sommità dei due ampi brac-ci della scalinata, una grande anticamera accoglieva un largonumero di visitatori intenti ad osservare i monitor che trasmet-tevano gli interventi dei numerosi relatori presenti alla confe-renza internazionale: la sala principale era gremita.Un vero e proprio “Evento” quello organizzato dal GrandeOriente d’Italia, tramite la rivista “Hiram” e il suo direttorescientifico Antonio Panaino, di risonanza internazionale e dicui – francamente - si sentiva la mancanza (il bisogno): argo-mento principe “La missione delle società iniziatiche” ovveroun approfondimento sui temi spirituali e storici propri dellacultura esoterico-iniziatica.Alla tensione accumulata, palpabile nella sala, si sostituisce unclima di sincero interesse non appena il Gran Maestro Gusta-vo Raffi apre i lavori, subito dopo la parola passa ai due rela-tori internazionali moderati dall’efficiente Paolo Corallini. Ilprimo è Mark Amaru Pinkham, Gran Priore dell’Ordine deitemplari Gnostici per il Nord America e autore di numerosepubblicazioni sull’argomento, che affronterà i temi “I Templa-ri Ioanniti, Le connessioni tra i Templari e le Società Iniziatiche,Gnosi e Alchimia basi di tutte le Societàiniziatiche”; la parola passa poi a Sir IanSinclair, discendente del copostipite deiSinclair realizzatore della Cappella diRosslyn, nei pressi di Edinburgo, e diWilliam Sinclair primo Gran Maestrodella Massoneria Scozzese. Per alcunidei presenti, il momento vissuto a Ma-cerata, “per un giorno capitale dell’e-soterismo” come titolava Il Resto delCarlino, resterà indimenticabile: la sto-ria della nostra Istituzione è legata in-dissolubilmente a quella del Clan Sin-clair, da sempre custode della tradizio-ne Libero Muratoria e strenuo difenso-re dei suoi affiliati. La densa relazionegiunge all’apice quando Sir Sinclair il-lustra, attraverso un esaustivo albumfotografico, l’intento futuro di scavaresotto il pavimento della Cappella diRosslyn alla scoperta di una camerainesplorata, già individuata con stru-mentazioni tecnologiche all’avanguar-dia. Fra l’altro la soddisfazione è reci-proca, dai volti di Sir Sinclair e dell’a-

� MACERATA

Una moderna agorà esoterica17 Aprile 2010: Grande Oriente d'Italia e la sua prima ConferenzaInternazionale sulla Missione delle Società IniziaticheIan Sinclair è intervenuto ai lavoridi Gianmichele Galassi*

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“I Liberi Muratori vedono nell’esoterismouno strumento fondamentale per ricercarequei grandi valori spirituali sui quali è

intessuta la storia del mondo, quel mondoche l’Umanità ha sempre desiderato esognato e del quale, oggi, in modo

particolare, ha bisogno.Questo non significa assolutamente negarela scienza e la ragione, ma unire il lorometodo rigoroso con la necessità, da

sempre propria dell’uomo, di intuire e diessere in sintonia con l’universo”.

Gran Maestro Gustavo Raffi,Conferenza Internazionalesulle Società Iniziatiche

Ian Siclair al centro con il Gran Maestro Raffi e Paolo Corallini

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mico Pinkham traspare un certo entusiasmo per la calorosa accoglien-za ricevuta e per la folta partecipazione.Così, nel primo pomeriggio, si apre la seconda sessione del convegno,

moderata dall’ottimo Antonio Panaino. Presenti numerosi rap-presentanti dei Corpi Rituali associati al Grande Oriente d’I-talia e di alcune Società Iniziatiche: fra gli altri, Tiziano Busca,Giuseppe Mariotti, Emilio Attinà rispettivamente per il GranCapitolo RAM, Gran Concilio dei Massoni Criptici e GranCommenda dei Cavalieri Templari (Rito di York in Italia), Gio-vanni Cecconi (Rito Simbolico Italiano), Giancarlo Seri (Anti-co e Primitivo Rito di Memphis e Misraim), Claudio Raitieri(Regime Scozzese Rettificato), Sandro Cosmai (Antico RitoNoachita), Rinaldo Tieri (Accademia dei Filaleti), Aldo Bau-drocco (Ordo Supremus Militaris Templi Hierosolymitani),Alessandro Martire (Nazione Lakota Sicangu di Rosebud -Usa). Sin dal primo intervento, si rende evidente un’impor-tante convergenza di intenti: ciascuno dei relatori presenti èconscio di conservare nei propri rituali e documenti una tes-sera di quel “puzzle” definito “Verità”, quella “verità” che tut-ti ricercano è che è possibile rinvenire solamente attraversoun lavoro comune; tutti con pari dignità auspicano di ritro-varsi intorno a un grande tavolo e, attraverso un dialogo co-struttivo, sincretizzare, forse addirittura capire, le variegateconoscenze che nel corso della storia hanno prodotto scuolecon percorsi, seppur paralleli molto diversi fra loro.

Applauditi tutti… gli interventi; programmatici, verso la modernità ela diffusione nella società dei valori massonici, quelli di Tiziano Busca

ed Emilio Attinà, suggestivo quello diAldo Bautrucco. Una menzione parti-colare per Alessandro Martire che, at-traverso citazioni in lingua Lakota, hasaputo suscitare intense emozioni in-trise di pathos, comunicando sintetica-mente la ricchezza culturale possedutadal popolo che rappresenta in Italia.La difficile chiusura della conferenzaera affidata al Gran Maestro GustavoRaffi che ha saputo rafforzare il climadi serenità e soddisfazione, conclu-dendo la proficua giornata con l’auraaulica degli alti principi massonicinon disgiunti, però, da concretezzaed applicazione pratica necessarie.Veramente una bella iniziativa, meri-tava i kilometri percorsi per parteci-parvi, ancora una volta - se ce ne fos-se il bisogno - a dimostrazione chedialogo e lavoro comune sono indi-spensabili per avanzare nell’imper-vio cammino iniziatico.

* docente Università di Siena

Tre momenti del Simposio

Il Gran Maestro Raffi e Ian Sinclair nelle Grotte del Palazzo Campana a Osimo

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� RIMINI Al Palacongressi tradizionale assise del Grande Oriente d’Italia

Per un’etica della libertàe della responsabilitàI massoni italiani si confrontano sui grandi temiGran Maestro Raffi: “battere un pensiero low costdominante”

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La Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia è l’appuntamento annuale della maggiore ‘Comunione massonica’ del paese e sullariviera romagnola sono arrivati quasi duemila ‘fratelli’, in rappresentanza delle 740 logge che riuniscono gli oltre 20 mila mas-soni di tutta Italia, oltre a ventidue delegazioni di massonerie estere e al segretario esecutivo della Conferenza mondiale delle

Grandi Logge, Thomas Jackson.

Massiccia la rappresentanza delle logge dell’est Europa e dei Balca-ni, alla cui rinascita un significativo contributo è venuto proprio inprima persona dal Grande Oriente d’Italia. ‘New entry’ l’appena ri-costituita Massoneria d’Albania. Riconfermati i legami con le fratel-lanze europee, a partire da Francia, Germania e Olanda, ma anchecon quelle del centro e sud America, con il costante richiamo alla fi-

gura dei ‘libertadores’, primo tratutti Giuseppe Garibaldi, ma anchele figure di altri massoni con unparticolare ruolo nella storia dei lo-ro paesi come Augusto Sandino inNicaragua e Benito Juarez, primopresidente indio del Messico.La particolarità del collegamentocon le logge degli Stati Uniti, ancheper la presenza importante degli ita-loamericani – a Rimini – con la log-gia “Garibaldi” di New York, è sta-ta confermata con l’attribuzione alsegretario esecutivo della confe-

renza delle Grandi Logge degli Usa, Thomas Jackson, della carica di GranMaestro Onorario del Grande Oriente, riconoscimento attribuito per la prima

volta a un non italiano. Carica di Gran Maestro Onorario anche per l’anzianoex senatore, Giorgio Casoli, conosciuto come il “Pertini di Perugia” e l’ex Gran

Maestro Aggiunto Giuseppe Anania.

RIMINI 27 marzo 2010

RIMINI 29 marzo 2010

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Inaugurazione secondo tradizione, conil saluto del Gran Maestro del GrandeOriente d’Italia Gustavo Raffi al Presi-dente della Repubblica e alle bandiereitaliane ed europea, ma anche il tagliodel nastro della mostra dedicata a Rai-mondo di Sangro, primo Gran Maestrodi uno Stato italiano, il settecentesco eborbonico Regno di Napoli.Nel messaggio a Napolitano, Raffiesprime “profondo rispetto e gratitu-dine per la diuturna, appassionata etenace difesa” da parte del Capo del-lo Stato “dei valori fondanti la nostraNazione” e conferma l’impegno dellaMassoneria per “contribuire alla co-

struzione di una società piùgiusta, più solidale, rispetto-sa delle minoranze e in gradodi dare risposte ai bisogni e al-le speranze di tutto il paese”.Forte anche il richiamo al-l’imminente ricorrenza del150esimo anniversario del-l’Unità d’Italia, che – scriveRaffi a Napolitano – “rinsal-da in noi la tradizione risor-gimentale, che da sempre ani-ma il nostro spirito e il nostroimpegno civile” e che deve

“rafforzare quel profondo e indistruttibile vincolo che ha rappresen-tato e rappresenta l’unione di quella comunità, libera e democratica,di tutti gli italiani, chiamata Italia”.In un mix tra antichi simboli e moderna tecnologia internettiana, i la-vori prendono il via con un talk show ‘filosofico’, che richiama il tito-lo della Gran Loggia: “Etica della libertà, etica della responsabilità”. Iltutto viene ripreso dalle telecamere del Telegiornale del Grande Orien-te d'Italia, e Raffi introducendo il colloquio sottolinea: “Questo è unincontro tra uomini liberi, chevogliono pensare liberamentee che sono alla ricerca dell’e-tica perduta, in una societàche sembra aver smarrito sestessa”.E se il filosofo Sergio Moraviaparla più che di libertà, “dellelibertà, necessarie a costruire,assieme alla tolleranza, la con-vivenza che sempre deve mi-surarsi con una diversità”, toc-ca a un politico di lungo corso,l‘ex leader del Partito liberale,Valerio Zanone, richiamare unodegli articoli forse più dimen-ticati della Costituzione, il 54

quello che dice: “I cittadini cuisono affidate funzioni pubblichehanno il dovere di adempierle condisciplina e onore” e, quindi, in-nanzitutto – rileva Zanone – di “ri-spettare la dignità delle istituzioni,a cui occorre contemperare ancheil proprio diritto alla privacy”.

La Gran Loggia 2010 si è conclusa conuna votazione a grande maggioranzasu di una mozione che intende porrefine alle dispute interne, anche aspre,insorte lo scorso anno in occasione del-la riconferma per il terzo mandato, delGran Maestro Gustavo Raffi. Ora si in-tende voltare pagina, rispetto a una li-tigiosità, che non ha favorito il proces-so di costruzione di un nuovo voltodella Massoneria italiana. Il GrandeOriente d’Italia vuole tornare a rap-presentare una forza propositiva nellasocietà italiana a partire da un duplice

riferimento: “Più libertà, maggiore responsabilità”. E’ sull’etica, temaal centro dei tre giorni di lavori della Gran Loggia, ha insistito Raffinella sua allocuzione finale: “Nostro compito è quello di ricostruireun’etica perduta, rivendicandone la centralità e la priorità. Rivendi-cando l’esigenza di un’etica laica, intelligente e aperta”.“Una volta elette le cariche – ha sottolineato il Gran Maestro Aggiun-to Massimo Bianchi – non ci devono essere più vincitori o vinti, ma c’èun’istituzione da portare avanti”. E per favorire il buon funzionamentoe il buon nome di una realtà che è innanzitutto di tipo “iniziatico”, ave-va chiosato il Grande Oratore, Morris Ghezzi, nella sua ‘Relazione mo-rale’, è necessario evitare che le dispute su questioni iniziatiche o su-gli organigrammi vengano portate all’esterno, in modo penalizzanteper l’intera Massoneria. La strada confermata da Raffi è quella dellatrasparenza, a partire dalla pubblicità dei ruoli dirigenti e dalla di-sponibilità, sulla base della vigente legislazione sulla privacy, di ren-dere noti alle autorità competenti, qualora ne venisse fatta richiesta,gli elenchi degli iscritti. Da queste scelte, ha detto il Gran Maestro,“non si torna indietro e la Massoneria intende tornare a rappresenta-re un coagulo di forze propositive nella società ‘liquida’, riprendendoresponsabilità di indicazione in tutti i settori, dal lavoro alla ricerca,all’educazione, per battere un pensiero ‘low cost’ che sembra essereoggi dominante“.

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E l’organizzazione non ha sfigurato con la numerosa partecipazionealle mostre (interessante anche quella dell’Associazione Italiana di Fi-latelia Massonica dal titolo “Dalla Terra alla Luna: gli uomini, il viag-gio, la ricerca) e ai talk show “Etica della libertà” ed “Etica della re-sponsabilità”. Giancarlo Elia Valori, all’improvviso impossibilitato apartecipare, non ha fatto mancare il proprio intervento, esprimendo alGran Maestro Gustavo Raffi la sua “piu alta stima e ammirazione perl’alto Magistero di equilibrio con cui trasmette sapientemente le lineeguida affinche i ‘Fratelli’ tutti conservino intatti i loro alti ideali che nehanno ispirato sempre l’azione e l’impegno”.

TRE GIORNI AL PALACONGRESSIL’assemblea di Gran Loggia si è svolta senza intoppi e tutti i punti all’ordine del giorno sono stati discussi con precisione. La procla-mazione dei nuovi 42 consiglieri dell’Ordine, dei 34 giudici della Corte Centrale e dei 5 grandi architetti revisori, in carica nel quin-quennio 2010-2015, è stata la parte centrale dei lavori, insieme alla nomina dei tre Gran Maestri Onorari e, naturalmente, l’allocuzionepubblica del Gran Maestro Raffi, preceduta da un emozionante momento musicale interpretato dal chitarrista Giancarlo Coletta.La scenografia del Palacongressi di Rimini, sempre ricca di elementi, non ha lasciato spazio all’improvvisazione: le iniziative pubbliche, a cornicedei lavori nel Tempio, sono state apprezzate da un vasto pubblico, anche non massone, con il ‘benevolo’ giudizio degli operatori dell’informazio-ne che per tre giorni hanno seguito la manifestazione a livello locale e nazionale. Ottime le cronache dell’Agenzia Italia, del quotidiano online Af-fari Italiani, e il commento del Corriere della Sera.

“Nella nostrasocietà l’eticaè assente”

GranMaestro il tema del convegno è l’etica. C’è un paese che ha per-so l’etica?“Esatto. C’è un paese che ha perso l’etica e la bussola. Un’etica perdu-ta che deve essere riscoperta. Quel collante che tiene unita la società.Un insieme di valori senza i quali esiste solo la ricerca del profitto daconquistarsi con qualsiasi strumento. Non è lo scandalo che deve scan-dalizzare ma l’acquiescenza quando la gente non si scandalizza più...”.Nel suo intervento ha espresso un j’accuse sulla degenerazione del-l’Italia..“Vorrei lanciare un grido di dolore, ma tante volte un elettroshock tipuò salvare. Mettere di fronte le nuove generazioni ai problemi. De-vono pensare al domani. Non si interrogano sul domani. Non hannoaltri interessi oltre al lavoro... Ma se non c’è un progetto sul domani...”.

Nel sitoAffaritaliani.itquesto e altriservizi di videoe fotosulla GranLoggia 2010

TRE GIORNI AL PALACONGRESSI

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Fiera del Libro, esposizioni di tutti i generi,stand del volontariato, dell’Associazione Ita-liana di Filatelia Massonica, la Sala Paolo Un-gari trasferita Rimini, gli incontri con gli au-tori, il concerto jazz di Francesco Cafiso: uninsieme di cultura, solidarietà e svago che hacercato di soddisfare tutti per fare sì che unincontro obbligato diventi, o meglio, riman-ga, sempre, un appuntamento aspettato. E inumeri non smentiscono mai.

Dai dati però in Massoneria entra più gente e soprattutto più gio-vani...“E’ tipico dei momenti di transizione. C’è una ricerca valoriale. Ab-biamo una società così complessa. Una società dove ci si chiede qua-le sarà il mondo di domani”.La Massoneria ha delle risposte?“Aiuta l’uomo a interrogarsi. Un grande laboratorio dove uomini di-versi si incontrano e cercano risposte condivise. La politica italiananon è così, vede il nemico: la lotta all’avversario. Nessuno valuta i ve-ri problemi”.Che rapporto c’è tra la Massoneria e la politica?“E’ pluralista sia all’interno che all’esterno. Importante è che testi-moni nella vita i valori di fraternità e uguaglianza e soprattutto ope-ri sul solco della via del dialogo”.Le viene dato atto di essere stato l’uomo che ha aperto la traspa-renza nella Massoneria. E’ lontano il periodo della P2 e delle vi-cende successive?“Inutile parlare di P2 nel senso che se noi abbiamo avuto un nemicoquella è stata la P2. Nessuno può identificare questi fenomeni. Perquanto riguarda la trasparenza io ho riallacciato i fili della storia, nonho inventato nulla. La segretezza è stata imposta dagli eventi”.La Massoneria esalta la capacità della ragione, il dubbio sistemati-co, si rifà un po’ a Socrate ma è anche esoterismo e simbolismo. Co-me si conciliano queste due anime apparentemente contrapposte?“Sono complementari tra loro. C’è un aspetto che attiene alla religio-sità che non va confusa con la burocratizzazione, con le chiese. Lamassoneria è profondamente religiosa. E chiede ai propri adepti dicredere”.E poi c’è il dogma che vi differenzia dalle altre religioni...“Non siamo religione, partito politico, non ci siamo mai costituiti inuna chiesa. Anche se un uomo ha la sua fede, questa non deve essereelemento di divisione ma deve illuminarlo e nel confronto con gli altrideve essere un motivo di più per credere. Ma rispettando gli altri...”.Chi dice che la Massoneria è una lobby dice qualcosa di vero?“Sinceramente dopo quello che è apparso con tangentopoli mi vieneda sorridere. Bisogna ricostruire un’immagine danneggiata anche dal-la chiusura dei massoni”.Che messaggio si sente di dare ai politici italiani?“Che pensino ai beni comuni e si interroghino per il soprassalto del-le coscienze. Io penso che la politica sia morta, non vedo dibattito. ei giovani inizieranno a interrogarsi. E il rischio è il rifiuto. E’ impor-tante ricominciare a lavorare sulle coscienze”.

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CORPI RITUALIIN GRAN LOGGIA

Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e AccetatoGran Loggia del Rito Simbolico Italiano

Gran Commenda dei Cavalieri Templari d’ItaliaGran Concilio dei Masoni Criptici d’Itala del Rito di York

Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale del Rito di YorkAntico e Primitivo Rito di Memphis e Misraim

Antico Rito NoachitaConsulta del Regime Scozzese Rettificato

Mostra del Servizio Biblioteca sul Principe di Sansevero Espozione nella Sala Paolo Ungari a Rimini

� Iniziative dell’Associazione Italianadi Filatelia Massonica del Grande Oriente d’Italia

Gran Maestri Onorari nel tempio al Palacongressi

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TRE NUOVI GRAN MAESTRI ONORARI

Giuseppe Anania Giorgio Casoli

Corriere dell’Umbria30 marzo 2010

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Gran Loggia 2010 on lineMomenti di dibattito, di confronto e di approfondimento: e ancora, arte, libri, volontariato. Iltutto, ad affiancare i lavori rituali.Sono questi gli ingredienti della Gran Loggia 2010 “Etica della libertà, Etica della Responsabi-lità” alla quale sono dedicate due edizioni del Telegiornale del Grande Oriente d’Italia.

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ALLOCUZIONE DEL GRAN MAESTRO

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Etica della LibertàEtica della Responsabilità“Più libertà e più responsabilità. E’ questa la sfida che il Grande Oriente d’Italia lancia daRimini alla società italiana candidandosi a essere d’esempio e portare in spalla, insiemealla bisaccia dell’Umiltà, il gradito, ma pesante fardello, del Rigore e della Misericordia”.Lo ha detto il Gran Maestro Gustavo Raffi in un passaggio dell’allocuzione alla Gran Log-gia 2010 a Rimini su ‘Etica della libertà – Etica della responsabilità’.“Un’etica della libertà e della responsabilità – ha continuato – implica impegno, tempo,passione e dedizione. Significa interrogare il fondo delle cose, per porre domande di lun-go respiro. La società ha bisogno delle nostre parole e della nostra opera. Parole e operache solo i Veri Maestri possono realizzare: con tenacia e coraggio. Di questo compito vo-gliamo essere il braccio della speranza, non il dente malato. Vogliamo essere una voce fer-ma e chiara che chiama all’ascolto tra i tanti schiamazzi che vogliono solo confondere lecoscienze. Vogliamo essere tra coloro che cercano – con libertà e responsabilità – di deci-dere del proprio destino; e non di essere portati al guinzaglio. Vogliamo essere la Luce peruna società che brancola nel buio dell’etica”.Per Gustavo Raffi “oggi l’etica è un problema scottante e temuto. I temi etici sono sullabocca di tutti, nonché sulle pagine dei giornali. Ma, soprattutto, nei pensieri, preoccupa-ti, di tutti coloro che constatano come si stia, lentamente, prefigurando una vita privatae pubblica in cui l’etica appare manifestamente assente. Certo, viviamo in quella che èstata definita una società liquida e di pensiero nomade, dove tutto, anche le situazionipolitiche, rischia di essere gelatinoso. Ma il compito dei liberi muratori non cambia: èquello di ricostruire un’etica perduta, dando spazio a libertà e responsabilità. È il motivoper cui, se ci troviamo davanti a un palazzo con i vetri delle finestre rotti, non dobbiamo

infrangere i vetri che restano. Dobbia-mo, piuttosto, rimetterne a posto i vetri.Allora ci apparirà, nuovamente, un pa-lazzo normale. Fuor di metafora, riag-giustare i vetri rotti significa fare nostrala categoria aristotelica della relazione:con gli altri, con le cose e con il mondo.Non per distruggere, ma per ricostruire.Solo a partire dalla relazione è, infatti,possibile vivere un’etica autentica. Un’e-tica della libertà e della responsabilitàche può restaurare quel “palazzo dai ve-tri rotti” che è la nostra società, i nostriStati, la nostra umanità”.“L’etica, che non si deve confondere con lamorale, è la struttura portante di uno Sta-to, di una società e di un uomo: che vogliadirsi tale. Lo ricordava Giuseppe Mazzini,a torto quasi dimenticato, quando facevadell’etica la base di quella “religione civi-le” in cui confidava per la crescita dellaneonata Italia. Eppure questa tensione a vivere eticamente sembra essere estranea a questanostra società: a questa nostra Italia. I valori che la esprimono sembrano essere lontani dal-la sensibilità comune. E un mondo fatto di corrotti, faccendieri, millantatori, imbroglioni, la-druncoli e furbetti sembra prendere il sopravvento su quei galantuomini a cui Mazzini vo-leva affidare il destino della Sua Patria: della nostra Patria. Una Patria che sembra distantese non estranea agli onesti, ai volonterosi, ai puri di cuore: ai veri cittadini”.

“Bisogna avere il coraggioetico di rivendicare il primato

della qualità: qualità delpensiero e qualità della vita.Senza di entrambi, il rischio

della ricadutanell’irrazionale, nell’odio e

nella violenza èelevatissimo”

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“Vogliamo essere una voceferma e chiara che chiamaall’ascolto tra i tantischiamazzi che voglionosolo confondere lecoscienze”

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“Per questo – ha aggiunto il Gran Maestro – la mancanza di eticità è una verae propria patologia sociale. Non è da prendere sottogamba. Perché la man-canza di eticità causa il venir meno della giustizia. Ma ‘senza giustizia che co-sa è lo Stato se non una banda di malfattori’: sono le parole accorate e profeti-che di Sant’Agostino: uno dei Padri Fondatori della civiltà occidentale e dellospirito cristiano. Se manca la fiducia nello Stato e nella giustizia si può dire –secolarizzando una celebre frase di Fëdor Michajlovic Dostoevskij – che ‘tuttoè permesso’. E il ‘permesso’ generalizzato è l’anticamera del caos, della guer-ra per bande. Occorre recuperare invece la responsabilità del pensiero nei con-fronti del presente e ritrovare il valore della persona umana: del soggettoumano, al di là di etnie, fedi, ideologie e società. È l’unico modo per rispon-dere al nuovo nichilismo che, da tempo, proclama il superamento del sogget-to, l’annientamento di ogni valore etico e, con essi, della stessa giustizia”.“Noi Liberi Muratori – insiste Gustavo Raffi – rivendichiamo la centralitàdell’etica, la cultura dell’etica, la priorità di un’etica laica, intelligente e aper-ta. Nel nome dell’umanità, ciò che sembra minimo in realtà è massimo. Com-prenderlo, è segno di grande saggezza. Viverlo, è segno di grande forza d’a-nimo. Noi l’abbiamo imparato nei lavori di loggia e per questo possiamo mi-surarci, con sicurezza, su quei grandi temi etici su cui molti – Chiesa com-presa – glissano: senza porsi le giuste domande e senza volersi dare le giusterisposte. Noi da tempo, ci siamo fatti le domande appropriate e abbiamo cer-cato di proporre possibili risposte scegliendo di “volare alto” come le aquile,lasciando così ad altri il volare basso: come le galline”.“Bisogna avere il coraggio etico di rivendicare il primato della qualità: qualitàdel pensiero e qualità della vita. Senza di entrambi, il rischio della ricadutanell’irrazionale, nell’odio e nella violenza è elevatissimo. Per questo, è neces-sario far propria la qualità che richiede, prima di tutto, di abbandonare il lin-guaggio della solitudine e aprirsi al mondo e agli altri”. “Per questo – rimar-ca il Gran Maestro – dobbiamo percorrere il cammino dei maestri del sogno.Per diventare noi stessi maestri del sogno: ossia uomini che credono che la sto-ria sia una terra che continua nel verde, senza sapere dove porta, ma sicuri chesarà bello percorrerla. Come scriveva il fratello Goethe: “Noi, senza timore,andiamo avanti sulla nostra strada. Sempre noi vi chiamiamo alla speranza”.Ed è il motivo per cui noi massoni siamo gente inquieta, libera da dogmi, chenon si accontenta, che cerca il meglio per sé e per gli altri”.“La Libera Muratoria pone, così, al suo centro una eticità fatta dei valori eter-ni dell’uomo: quei valori che lo costituiscono come tale. D’altronde – spiegaancora – non ci può essere conoscenza della parola perduta senza un amoreinfinito per l’uomo, senza esitazione e senza tentennamenti. Non è un casoche la Libera Muratoria sia stata perseguita e perseguitata da tutti quei regimitotalitari in cui l’etica viene sacrificata ad una ideologia fondata sulle istitu-zioni, sulle burocrazie o sui dogmi: politici o teocratici. Non sull’uomo. Perquesta etica, la Massoneria ha pagato un altissimo contributo di sangue: suicampi di battaglia, nei campi di concentramento, nelle celle di tortura, al con-fino, davanti ai plotoni d’esecuzione. O, più, quotidianamente nella sistema-tica emarginazione, nel discredito, nel rifiuto o nel disprezzo”.“La Libera Muratoria non è una Chiesa – dice il Gran Maestro – e neppure uno“specchietto per le allodole”, atto a illudere o derubare disillusi, frustrati o cre-duloni. La libertà è l’essenza stessa della Libera Muratoria. Dove libertà non èsinonimo di caos, di anarchia o di egoismo, ma di dovere e responsabilità. Do-vere di essere felici con gli altri e per gli altri e responsabilità di realizzare que-sta felicità individuale e collettiva che passa per rapporti umani diversi e peruna diversa sensibilità per il mondo. Ciò significa proporsi l’obiettivo di cam-biare il mondo, rendendolo più giusto e più felice. E quindi più libero. Perchésino a quando non ci sarà Fratellanza non ci sarà vera libertà. Sino a quandonon ci saranno decorose condizioni di vita per tutti, non ci sarà libertà. Sino aquando non ci sarà tolleranza non ci sarà libertà. E neppure felicità”.

Il testo integrale è su www.grandeoriente.itSarà pubblicato nel prossimo numero di Hiram

27 marzo 2010gran

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GRAN LOGGIA DELLA REPUBBLICA CECA

Gran Maestro Aggiunto Pavel MarekGrande Rappresentante Marco Pasqualetti

GRAN LOGGIA DI CIPRO

Grande Oratore, Grande RappresentanteAntonios Neophytou

GRAN LOGGIA DELLA CROAZIA

Gran Maestro Aggiunto Dusko Vrus

GRAN LOGGIA NAZIONALE FRANCESE

Grande Ispettore Gaspare GialloFratello Vincent Esposito

GRANDI LOGGE UNITE DI GERMANIA

Gran Maestro Aggiunto Knut Schwieger

GRAN LOGGIA DI GRECIA

Fratello George Vamvakousis, del Gran Consigliodella Gran LoggiaFratello Argyrios Anastasatos, maestro Venerabiledella loggia “Prometeo” di Atenein

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GRAN LOGGIA D’AUSTRIA

Gran Maestro Nikolaus SchwärzlerGrande Rappresentante Bruno Mamoli

GRAN LOGGIA DI BOSNIA & HERZEGOVINA

Gran Maestro Edvin DervisevicFratelli apprendisti Zlatan Mulabegovic e ZijadBecirovic

GRAN LOGGIA DEL BURKINA FASO

Pro Gran Maestro e Gran Cancelliere Alain RogerCoefeGrande Rappresentante Rinaldo Giannelli

Massoneria dal mondoAl Palacongressi, il segretario esecutivodella Conferenza modiale delle GranLogge, Thomas Jackson, e oltre ventidelegazione da quasi tutto il mondo

MASSONERIA DAL MONDO CONFERENZA MONDIALE DELLE GRANDI LOGGE

THOMAS W. JACKSONSegretario Esecutivo

GRAN LOGGIA DEL LUSSEMBURGO

Gran Maestro Paul GeisenEx Gran Maestro Victor GillenGran Segretario Carlo BreverGrande Rappresentante del Goi FiorenzoCavalliniGrande Rappresentante presso il Goi LiboriusCeran

GRAN LOGGIA VALLE DE MEXICO

Gran Maestro Eduardo A. RetizPrimo Gran Diacono Jesus ReyesGrande Oratore Martina Davila BelloGrande Rappresentante Roberto Momi

GRAN LOGGIA DEL MONTENEGRO

Gran Maestro Novica JovovicGran Segretario Vanja Mugosa,Fratello Ranko Šcepanovic

GRAN LOGGIA DEL NICARAGUA

Delegato del Gran Maestro Paolo Pettazzoni

GRANDE ORIENTE DEI PAESI BASSI

Gran Maestro Diederik Van Rossum

GRAN LOGGIA NAZIONALE DI POLONIA

Delegato del Gran MaestroAntonio Pischetola

GRAN LOGGIA NAZIONALE DI ROMANIA

Pro Gran Maestro Traian CaramanianPro Gran Maestro Corneliu VisoianuFratello Claudiu Ionescu, direttore di “MasonicForum Magazine”

GRAN LOGGIA SVIZZERA ALPINA

Gran Maestro Bruno Welti

SERENISSIMA GRAN LOGGIADELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO

Gran Maestro Italo CasaliGran Maestro Aggiunto Manuel MicheloniPrimo Gran Sorvegliante Andrea NegriSecondo Gran Sorvegliante Alberto ChezziGrande Oratore Renato NibbioGran Tesoriere Franco BotteghiGran Segretario Sergio RabiniGrande Esperto Emidio TroianiFratello Stefano Tomassini

GRAN LOGGIA REGOLARE DI SERBIA

Gran Maestro Petar KosticGran Segretario per le Relazioni Estere TahirHasanovicGrande Rappresentante Vasa VitanovicGran Tesoriere Boris VujicicGrande Elemosiniere PredragCurcicIspettore Velimir ŽugicFratelli maestri Jovan Kovacic, Dragan Petrovic,Stanimir Jovanovic-Slavinski, Jean de Ryckman deBetz, Slobodan Markovic, Djura Vlaškovic,Fratelli compagni Bogokjub Pješcic, MiodragStanic, Dragan TrivanFratelli apprendisti Dordje Samardzic e MiodragCurcic

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Curata dall’avvocato Bruno Crimaldi per le Edizioni Alòς di Napoli incollaborazione con il Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia e ilComitato per le celebrazioni del tricentenario della nascita di Raimondodi Sangro, la mostra Raimondo di Sangro primo Gran Maestro di uno Statoitaliano (1710-1771) offre un ritratto ‘a tutto tondo’ del principe napoleta-

no, cogliendo i suoi aspetti di scienziato, filosofo, editore, architetto, al-chimista e primo Gran Maestro della Libera Muratoria del Regno di Na-poli e Sicilia. Discendente da stirpe carolingia, la sua famiglia provenivada una delle casate più importanti del meridione, proprietaria di vastiterritori in Capitanata. Fin dal 1745, reduce vittorioso dalla celebre bat-

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GRAN LOGGIA DEL DISTRETTO DI COLUMBIA USA

Gran Maestro Paul GleasonGrande Rappresentante Oscar BartoliFratelli della “Italia Lodge” di Washington:Giancarlo Oderda, Franco Bernazzani, AldoNicolosi, Renato Mazzatenta, Riccardo Bellucci,Aldo Catania e Guido Colomba

GRAN LOGGIA DELL’UCRAINA

Gran Maestro Olem KuzamGrande Esperto Yann Dolle

GRAN LOGGIA SIMBOLICA DI UNGHERIA

Gran Maestro Aggiunto James Bötkös

GRAN LOGGIA DELLA PENNSYLVANIA USA

Gran Maestro Thomas K. SturgeonGran Tesoriere Jeffrey CoySecondo Gran Sorvegliante Raymond Dietz

GARIBALDI LODGE DI NEW YORK USA

Grande Rappresentante Joseph CesareEx Grande Rappresentante Michael SpagnuoloEx Grande Rappresentante Giuseppe VentimigliaFratelli Antonio Cuonzo, Vincenzo Cesare eAntonino Ferruccio

ARBERIA DI TIRANA ALBANIAALL’OBBEDIENZA DEL GRANDE ORIENTE D’ITALIA

Fratelli Elton Çaçi, Piro Dode, Ador Dibra, AfrimQendro e Shender Zheko

DEMOLAY INTERNATIONAL

Gran Maestro Robert W. CockerhamFratello Luciano Critelli, Responsabile per l’Italia

SERVIZIO BIBLIOTECA

Raimondo di SangroPrimo GranMaestro di uno Stato italiano (1710-1771)Mostra al Palacongressi curata da Alòς Edizioni in collaborazione conil Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia e il Comitato per lecelebrazioni del tricentenario della nascita del Principe di San Severo

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Pannello della mostrasull’attività massonica delprincipe di San Severo

Tavola degli apprendisti “Philosophes Inconnus” tratti da “L’étoile flamboyanteou la société du francs-maçons, considérée sous tous les aspects. Tome second. A

l’Orient chez le silence” di Theodore Henri de Tschudi, (1766) �

Immagini tratte da volume “L’étoile flamboyante ou la société du francs-maçons,considérée sous tous les aspects. Tome second. A l’Orient chez le silence”

di Théodore Henri de Tschudi, (1766)

taglia di Velletri contro gli austriaci, Raimondo affermava, nel corso del-l’“iniziazione” di alcuni apprendisti alla propria loggia: “Noi non Vi im-poniamo né i nostri principi, né i nostri sentimenti; riuniti per lo stessoscopo, impregnati dello stesso zelo, noi siamo tutti fratelli, e noi ne sia-mo magnificati. Quali creature di una stessa Provvidenza, noi siamo tut-ti uguali; la nascita, il ceto e la ricchezza non fanno certamente emergereda questo giusto livellamento, che dovrebbe ridurre tutti gli uomini al lo-ro valore intrinseco. Solo la virtù e il talento possono più o meno distin-guerci; (…) Fratelli miei, noi siamo degli uomini retti, semplici, fedeli, ve-ri; modesti nei nostri desideri, decorosi nei nostri costumi, essenziali nel-le nostre amicizie, fermi nei nostri impegni, sottomessi alle nostre rego-le, osservanti dei nostri doveri, sinceri nelle nostre promesse”.La sua officina era la “Perfetta Unione” di Napoli, costituita, durante ilvicereame asburgico, con una “autorizzazione” rilasciata l’11 maggio1728 da lord Henry Hare di Coleraine, Gran Maestro della Gran Log-gia d’Inghilterra, al noto musicista lucchese Francesco Xaverio Gemi-niani, già direttore musicale del Teatro dell’Opera di Napoli.Il 24 ottobre 1750 il principe di San Severo fu acclamato Gran Maestrodella Primaria Gran Loggia Nazionale delle Due Sicilie alla presenza deimaggiori dignitari delle logge napoletane, guidate da: Michele Impe-riali, pugliese, principe di Francavilla; Felice Gazzola, generale piacen-

tino, conte di Cereto Landi; Domenico Vernier, gentiluomo; Louis Lar-nage, mercante francese; Francisco de Zelaya, tenente spagnolo; Gu-glielmo Moncada, siciliano, principe di Calvaruso; Louis Henri Théo-dore Tschoudy, cadetto svizzero; Gennaro Carafa Cantelmo Stuart, na-poletano, principe di Roccella. Forse era rappresentata la loggia paler-mitana presieduta dal mercante francese Jacques De Guiramand. Que-sto insediamento rappresenterà uno dei primi tentativi in Europa di af-francamento dalla ferrea legge dei riconoscimenti ufficiali, imposta dal-la Madre-Loggia londinese per certificare la “regolarità massonica” diun’Obbedienza estera in campo internazionale.La presenza di una forte componente massonica, valutata tra i 400-500adepti, suscitò viva apprensione nell’ambiente ecclesiastico locale. Il fe-nomeno era ritenuto religiosamente pericoloso e incontrollabile dallaCuria che disponeva della Bolla In eminenti Apostolatus specula, pro-mulgata il 28 aprile 1738 da papa Clemente XII. Una seconda Bolla dicondanna della Massoneria, la Providas Romanorum Pontificum, emana-ta il 28 maggio 1751, portò Carlo VII di Borbone, Re di Napoli e Sicilia,a pubblicare il 10 luglio successivo, un editto contro la società dei libe-ri muratori. Raimondo di Sangro si presentò spontaneamente al suo so-vrano e concordò con lui le dimissioni dall’incarico di Gran Maestro elo scioglimento delle “officine” della Primaria Gran Loggia Nazionale.Ottenuta, il 24 luglio, l’assoluzione da padre Giovanni Battista Alasia,inviò, una settimana dopo, una lettera al “Santo Padre”, con la richie-sta d’indulgenza, pur assumendo contemporaneamente la difesa del-l’Ordine. Benedetto XIV si rallegrò con Carlo VII “(…) dei passi fatti, eche avendo chiesta ed ottenuta l’assoluzione, noi gli diamo l’Apostoli-ca Benedizione”. Il principe così salvaguardò, anche se in modo nonproprio ortodosso, i “fratelli” da possibili rappresaglie che furono li-mitate a sole due espulsioni dal Regno (gli stranieri Larnage e Tschoudy)e due “ritiri forzati” in convento per altrettanti francescani.Malgrado tutto, l’attività massonica del principe di San Severo prose-guì, concentrata completare la cappella di famiglia, vero e proprio “iti-nerario alchemico”.

Palazzo dei principi di Butera e Roccella dove Raimondo di Sangro fuproclamato Gran Maestro

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Ancora una volta la Sala Paolo Unga-ri della Biblioteca del Grande Orien-te d’Italia si è trasferita a Rimini persvelare al grande pubblico una partedei suoi tesori. Sia i documenti che icimeli esposti hanno interessato varieepoche.La mostra ha proposto testi inediti de-gli anni postunitari sia del GrandeOriente torinese che di quello palermi-tano tra cui la circolare firmata da Li-vio Zambeccari, Gran Maestro ad inte-rim, con la quale si propone il nome diCostantino Nigra a Gran Maestro do-po la scomparsa di Cavour (Torino, 12giugno 1861). In rassegna un decretodel Supremo Consiglio della Massone-ria di Palermo che trasmette alla loggia“Marsala”, dell’omonima città, la parola se-mestrale “Emancipazione-nazionalità” (Pa-lermo, 30 dicembre 1863) e una comunicazio-ne, alla stessa officina, della loggia Madre Log-gia Capitolare “Trionfo Ligure” di Genova checomunica le nomine dei propri dignitari e uf-ficiali (18 febbraio 1867).Grazie alle carte di Francesco Landolina, i vi-sitatori hanno potuto ricostruire un itinerarionel centro storico di Roma delle nostre sedi dal1871 fino allo scioglimento della Massoneriaavvenuto nel 1926. Tra queste i prestigiosi Pa-lazzo Quirini, Palazzo Poli con affaccio sullaFontana di Trevi, Palazzo Borghese e natural-mente Palazzo Giustiniani occupato già nel1899 prima di essere acquistato nel 1911.Inedite anche le carte carbonare selezionate dalFondo Francesco Siniscalchi, recentemente do-

nato alla Biblioteca e già ordi-nato e descritto con modernicriteri archivistici. Le carte car-bonare coprono un arco tem-porale dal 1916 al 1922 e sonouna testimonianza preziosadella sopravvivenza della Car-boneria in tempi a noi vicini.Tra i documenti esposti se-gnaliamo la trascrizione no-vecentesca di un piedilista car-bonaro della “vendita” I Fra-telli liberi che operava nel sudd’Italia già nel 1814, un diplo-ma e un rituale da apprendi-sta e un diploma da maestro.Arricchivano i documenti al-cune fotografie raffiguranti i

“simboli” della tradizio-ne carbonara.Ha avuto un passaggiod’onore pure Dan Browncon il suo The Lost Sym-bol e la presentazione dialcuni particolari citatinel libro. La decorazionead affresco del Campi-doglio e della grande cu-pola con l’apoteosi diGeorge Washington –più volte richiamati nel-la narrazione – è uno diquesti. Fu opera del pit-tore italiano CostantinoBrumidi (1805-1880) chedopo aver aderito allaRepubblica Romana edessere stato incarceratodal governo pontificiofuggì in America dove

nel 1855 iniziò l’opera che l’avrebbe im-pegnato per tutta la vita. Lungo questadirezione l’altro documento è quelloraffigurante una cerimonia massonicaofficiata dal presidente George Wa-shington nell’atto di posare la primapietra per l’edificazione del Campido-glio.Proseguendo l’itinerario tracciato dalGran Bibliotecario Dino Fioravanti, siè incontrata la documentazione sullacomunione di Palazzo Giustiniani conla lettera autografa del filosofo Anto-nio Labriola del 13 settembre 1889 chechiedeva di essere affiliato alla Masso-neria italiana spiegando le motivazio-

Sala Paolo Ungari a RiminiDocumenti e cimeli: testimonianza di storia massonica

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Fotografia di Palazzo Poli,sede del Grande Oriente d’Italia dal 1887 al 1893

Maestro libero muratore. Statuetta della Regia Manifattura diPorcellana che riprende modelli settecenteschi. Berlino, 1840-

1870 (Collezione privata)

Appunto manoscritto di Francesco Landolina sullesedi romane del Grande Oriente d’Italia dal 1871 al1911 (Biblioteca Goi – Fondo Francesco Landolina,1874-1985, serie 6, sottoserie 4, doc. 4.)inpr

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La serata organizzata dal Grande Oriente d’Italia nell’immenso tem-pio allestito al Palazzo dei Congressi di Rimini è stata l’occasione perle centinaia di ospiti stranieri di scoprire un grande talento. E per ledecine di americani venuti da diversi stati della Federazione per ren-dersi conto che il Jazz non è solo e non più un prodotto della piùgrande democrazia del mondo.Francesco Cafiso ha appena 21 anni. Ed è un nome affermato nel dif-ficile e competitivo mondo del jazz. Già a nove anni si fa notare neiprincipali festival. Nel 2002 Wynton Marsalis lo scopre al Festival delJazz di Pescara e lo adotta musicalmente portandolo con sé nel suoEuropean Tour del 2003. Lo abbiamo ascoltato in un concerto che ilGran Maestro del Grande Oriente, Gustavo Raffi, ha voluto organiz-zare per i Fratelli massoni e per i profani nel corso di una serata rita-gliata appositamente per il giovane musicista. E noi che da tempofrequentiamo i jazz club americani alla ricerca dei talenti noti o na-scosti siamo rimasti impressionati dalla sensibilità di questo giova-nissimo musicista che si basa su una tecnica raffinata. Francesco, ac-compagnato da tre musicisti di valore, ha dato vita ad un program-ma di un’ora e mezzo suonando sue composizioni e standard ameri-cani rielaborati con una inventiva creativa e arrangiamenti di grandevalore. Francesco Cafiso, nato a Vittoria (Ragusa) fa parte di quellapattuglia di artisti siciliani che nel mondo stanno riproponendo unaimmagine della loro isola benedetta da dio, in contrasto con lo stereo-tipo della terra dominata dalla mafia e dal crimine organizzato. Fran-cesco con il supporto sofisticato di musicisti del calibro di Dino Rubi-no al piano, Paolino Della Porta al basso e Stefano Bagnoli alla batte-ria ha fatto cantare il suo sax alto, cogliendo negli arrangiamenti alti

momenti di dodecafonia. Un quartetto questo che più che solleticaregli istinti commerciali del vasto pubblico si propone come un labora-torio musicale. E chi ha voglia di modificare le proprie consolidate etalvolta sclerotizzate conoscenze jazzistiche, trova nella musica diFrancesco ampi spunti e sollecitazioni per avventurarsi in un mondoinesplorato di nuove sonorità. Il jazz, è stato detto nella presentazionedi Francesco Cafiso, è musica che penetra direttamente e va al cuoreed alla mente dell’ascoltatore. (Letter from Washington 29 marzo 2010)

Francesco Cafisoe il suoQuartetto italianodi Oscar Bartoli

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IL CONCERTO

Gran Loggia di Rimini: il concerto di Francesco Cafiso

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2010ni legate alla sua scelta; oppure il ricordo massonico realizzato, il 19 gennaio1910, dalla loggia bolognese “VIII Agosto” per la scomparsa del fratello An-drea Costa, uno dei principali fondatori del socialismo in Italia.Alcune carte della loggia “St. Johannes” di Vienna hanno poi consentito di do-cumentare l’appartenenza di Wolfgang Amadeus Mozart, “kappellmeister”,nel suo piedilista, e la lealtà delle logge viennesi alla monarchia imperiale conla circolare del 20 luglio 1791 con firma autografa di Johann Esterhazy, maestrovenerabile della stessa officina, in cui si fa riferimento all’editto di Giuseppe IIdel 1785 che poneva limiti all’attività liberomuratoria.Documentato anche il periodo napoleonico. Tra le carte esposte, significativoil foglio di convocazione della loggia cosentina “I Figli della Stella Tutelare” diCorigliano Calabro, operante nella parte continentale del Regno delle Due Si-cilie e posta sotto l’obbedienza del Grande Oriente di Napoli.La sinergia con i collezionisti privati ha infine consentito di esporre fini por-cellane: due vasi della fine del XIX secolo decorati con simboli massonici, sta-tuine del Settecento raffiguranti le dame dell’Ordine del Carlino (diffuso perlo più nelle corti minori della Germania con un rituale simil-massonico), eun’altra – sempre del XIX secolo – raffigurante un maestro libero muratoredel Settecento.

Diploma al grado di maestro rilasciato al Buon Cugino Carbonaro“Trento” da “Rosolino Pilo”, Sovrano Gran Carbonaro della VenditaNazionale Universo di Roma, Roma 28 novembre 1917 (Biblioteca

Goi – Fondo conservato da Francesco Siniscalchi, serie 1“Carboneria”, 1916-1922, fasc. 4.3)

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Gran Loggia di Rimini: il concerto di Francesco Cafiso

“E’ inquietante e assolutamente gratuito, di fronte alla tragica morte diElisa Claps, lanciare l’ombra di una presunta Massoneria che regge-rebbe i fili dell’omicidio o peggio, regia occulta di una vicenda che ciauguriamo tutti sia chiarita al più presto. Questa è solo l’ultima frot-tola, in ordine di tempo, su una vicenda che chiede verità.

Il Gran Maestro Gustavo Raffi reagisce subito dopo aver letto alcunericostruzioni stampa dell’inchiesta della Procura di Salerno che chia-mano in causa la Libera Muratoria nel caso Claps.“Parlare di personaggi oscuri, regie occulte, come fa puntualmente econ retorico pressapochismo certa stampa pronta solo a sparare titolisuggestivi in apertura di pagina – ha detto ancora il Gran Maestro – si-gnifica rimestare ancora una volta il teorema di cappucci deviati e sor-didi, contribuendo a creare altre false piste. Tutti dovrebbero inveceessere più seri, perché la terribile fine di una ragazza merita rispetto,come assoluto rispetto merita il dolore della famiglia di Elisa, che giu-stamente grida un bisogno di verità”.“Dopo aver chiesto più responsabilità e scelte etiche alla società italiananella Gran Loggia di Rimini, i cui lavori si sono conclusi il 28 marzo – haproseguito – proprio non ci stiamo a essere infangati con chiacchiere an-

ni Novanta che ci riportano atristi tempi”.“Ribadiamo per chi è duro d’o-recchi – ha concluso GustavoRaffi – che nel Grande Orientenon ci sono segreti inconfessa-bili: c’è solo trasparenza e cam-mini di umanità. Chi vuol ve-dere altro, per comodità di faci-li stereotipi o per miopia di pre-giudizi, è in malafede. E i can-tastorie mettimale sarannosmentiti nei fatti”.in

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29 marzo 2010

� SCANDALO PRETI PEDOFILI

Attacco alla Chiesa?Torna la vecchia teoria del complottogiudaico-massonico

� CASO CLAPS

Inquietante gettare ombrasulla Massoneria

13 aprile 2010

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Il Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia ha presentato a VillaIl Vascello un’esposizione di volumi curata dal bibliotecario Bernardi-no Fioravanti con il filo conduttore Le origini della Massoneria: Massonioperativi e Templari. L’occasione è stata la visita in Italia di Sir Ian Sin-clair, archivista e bibliotecario del Centro Studi e Biblioteca del Clandei Sinclair, che il 17 aprile ha partecipato a Macerata al Simposio in-ternazionale di studi sulle società iniziatiche organizzato dalla rivista

“Hiram” con il patrocinio del Grande Oriente d’Italia. A Macerata Sin-clair ha tenuto una relazione su La storia dei Sinclair, I Templari e RosslynChapel, la cappella fatta costruire nel 1446 nella contea di Midlothian,vicino a Edimburgo, dall’avo William Sinclair, omonimo dell’altroWilliam Sinclair, primo Gran Maestro della Massoneria scozzese.Ian Sinclair ha concluso il suo viaggio in Italia visitando il 20 aprile lasede del Grande Oriente d’Italia, accompagnato dai fratelli Tiziano Bu-

� ROMA

Le origini della Libera MuratoriaMassoni operativi e TemplariIan Sinclair a Villa Il Vascello. Organizzata una mostra in suo onore

2103-042010

� CASO GABRIELLI

Verba non volantTorna alla ribalta il caso del fratello anconetano Ezio Gabrielli,della loggia “Guido Monina” (1238), dimessosi da assessore co-munale di Ancona dopo le polemiche nate con la sua dichiara-zione pubblicadi appartenenzaalla Massonerianel novembre2009. La notiziafece scalpore so-prattutto perchéil casus belli nac-que all’internodella sua coali-zione, al gover-no della città daquattro mesicon altre duedefezioni alle spalle. Che la Libera Muratoria fos-se il vero problema? Chissà. La stessa opposizionesi era dichiarata stupita di tanto clamore, vistoche, ad Ancona, le logge hanno sempre collaborato con le amministrazioni locali in eventi pub-blici. E lo stesso Gabrielli appartiene a una officina che porta il nome di un sindaco della città.Ma tant’è, e solo le sue dimissioni sono riuscite a placare la discussione, amplificata dagli or-gani d’informazione.Chiusa la vicenda – e in apparenza dimenticata – a marzo di quest’anno, nel corso della GranLoggia di Rimini, il Resto del Carlino di Ancona riprende la vicenda con un titolo, offensivo perGabrielli, che riporta parole del Gran Maestro Gustavo Raffi, mai pronunciate.Immediata la replica dal Palacongressi. “L’anonimo estensore dell’odierno articolo “Chi ha unacarica deve dichiarare di essere massone” del Resto del Carlino di Ancona – dice il Gran Maestroin una nota – ha sparato un titolo avulso dal contenuto dello scritto attribuendomi frasi ‘vir-golettate’ mai pronunciate. E perciò prive di fondamento”.“Sono sempre stato contrario al censimento dei credo politici, filosofici e religiosi – continua iltesto –. Nel caso di Ezio Gabrielli, l’avere dichiarato di essere massone ne ha provocato l’in-giusta uscita di scena e una gogna mediatica, laddove un amministratore deve essere valuta-bile sotto il solo profilo della capacità e della correttezza nella gestione della res publica”.“Fino all’attivazione dello Statuto dei Lavoratori, – ha concluso il Gran Maestro – le schedatu-re venivano effettuate per discriminare in base al credo e all’appartenenza politica. Noi appar-teniamo a un’altra Storia.”

�26 marzo 2010

29 marzo 2010 �

servizio biblioteca

La stampa ritorna polemica sul casodell’assessore di Ancona dimissionarioperché massone. Pubblicate parole delGran Maestro Raffi mai pronunciate.Subito la smentita

cronaca

sca, Grande Ufficiale, ePaolo Corallini. Il GranMaestro AggiuntoMassimo Bianchi e ilGran Segretario Giu-seppe Abramo lo han-no accolto esprimendo-gli il saluto della LiberaMuratoria italiana.Bianchi ha inoltre illu-

strato l’impegno del Grande Oriente nella società italiana e nell’ambitodelle relazioni massoniche internazionali.Dalla mostra sui massoni operativi e i templari è apparso il ruolo dellafamiglia Sinclair nella conservazione della tradizione templare in Scoziae nella protezione offerta ai massoni operati-vi. Secondo lo storico David Stevenson è pro-prio la Scozia il paese in cui è possibile rintrac-ciare le origini della Massoneria. Attraverso lasua ricerca che poggia su fonti inedite o poconote provenienti dagli archivi delle prime log-ge scozzesi che mostrano come l’origine reale

dei fondamenti della Massoneria moderna si ritrovi in quelpaese nei primi anni del 1600 quando alcuni artigianicostituirono una rete di logge con dei rituali e dei se-

greti che mescolavano mitologia medievale e in-fluenze alchemiche, ermetiche, rosacrociane, performare un movimento che si diffuse prima in In-ghilterra intorno al XVIII secolo e poi in Europa enel resto del mondo.Seguendo il filo delle origini scozzesi della Mas-

soneria moderna, non poteva mancare nella mostrail volume di Ebenezer Bain del 1887 suMerchant andCraft Guilds. A History of the Aberdeen incorporatedtrades che documenta l’inserimento della Massone-

ria operativa nel tessuto delle società di mestiere nellacomunità scozzese di Aberdeen; importante è an-che il volume Records of the Hole Crafte and fellow-ship of Masons di Edward Conder del 1894 conte-nente la storia e le insegne della compagnia deiliberi muratori di Londra che è tuttora inseritonell’emblema araldico della Gran Loggia Unitad’Inghilterra. I rapporti tra alchimia e emblemi

araldici sono approfonditi nel volume di Sylvanus Morgan, pubbli-cato a Londra nel 1666, su Armilogia sive ars chromocritica. Tra i volu-mi esposti anche le novità editoriali sulla Rosslyn Chapel, come il vo-lume di Robert Cooper, Responsabile della Biblioteca e del Museo del-la Gran Loggia di Scozia.Ian Sinclair ha espresso tutto il suo apprezzamento per l’iniziativa, in-trattenendosi a lungo nella Biblioteca del Grande Oriente d’Italia e conil Gran Bibliotecario Dino Fioravanti, consultando alcuni testi di suointeresse.Fioravanti ha poi accompagnato Sinclair a visitare alcuni luoghi signi-ficativi di Roma: il Mitreo della basilica di San Clemente e la basilicadei SS. Quattro Coronati, sito unico per la storia e i simboli della Mas-soneria operativa di mestiere.

La mostra – aperta al pubblico dal 20 apri-le al 7 maggio nella Biblioteca di Villa IlVascello – ha riscosso grande successo convisite guidate all’esposizione e conversa-zioni sulla documentazione e proiezionidi immagini su Rosslyn Chapel.

Corporazione di mestiere diAberdeen con inserimento di

insegne massoniche

Ian Sinclair al Vascellocon Dino Fioravanti,

il Gran Segretario GiuseppeAbramo e il Gran MaestroAggiunto Massimo Bianchiin

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Emblema araldico della compagnia dei LiberiMuratori di Londra ripreso nell’insegna della

Gran Loggia Unita d’Inghilterra

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manifestazioni

Nella ricorrenza del primo centenario della sua morte nel 2007,Giosuè Carducci ricevette molti contributi. Giornate di studio,mostre, convegni, edizioni commentate e anastatiche, saggi e mo-nografie hanno consentito di riallacciare quel filo che ancora ci le-ga a lui. E’ mancato però un discorso che raccogliesse e vivificas-se, sulla scia dell’insostituibile Albo car-ducciano, le tante immagini dell’avven-tura umana del poeta giambico e “bar-baro”, dell’erudito inappuntabile, del-l’insegnante carismatico e – come luistesso si definiva – “conservatore sov-versivo”. Premio Nobel per la letteratu-ra nel 1906 fu anche libero muratore.La casa editrice Carabba ha voluto rin-novare il racconto iconografico della bio-grafia carducciana con un volume che ètestimonianza multipla dell’intera “lati-tudine” di quell’esperienza di vita.Ciò è stato possibile grazie a Marco Ve-glia, al cui “laboratorio carducciano” delDipartimento di italianistica dell’Uni-versità di Bologna si deve un profondorinnovamento degli studi sul più rappresentativo scrittore del no-stro Ottocento. Nel libro, accanto alle pagine di Veglia e dei suoicollaboratori (Camilla Galli ed Edoardo Ripari), c’è un contributo

della direttrice della Casa Carducci diBologna, Simonetta Santucci.“Carducci. Vita e letteratura. Docu-menti, testimonianze, immagini” èstato presentato a Villa Il Vascello il 21maggio.Sono intevenuti: il critico letterarioMarino Biondi dell’Università di Fi-renze, lo storico Ferdinando Cordova,gli italianisti Umberto Carpi e MarcoVeglia, curatore dell’opera. Ha chiusoi lavori il Gran Maestro Aggiunto

Massimo Bianchi.L’attore Achille Brugnini ha letto alcuni brani di Giosuè Carducci.

Info: [email protected]

� ROMA Incontro a Villa Il Vascello

Carducci: vita e letteratura

IN BREVE

Diploma di maestro di Giosuè Carducci della loggia“Felsinea” di Bologna (1866)

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manifestazioni

2307-08-092010

Cento anni fa moriva a Cagliari Felice Mathieu, uno degli uomini piùrappresentativi nella vita politica e sociale del capoluogo isolano tra Ot-tocento e Novecento. Fu libero muratore e i massoni cagliaritani gli han-no reso omaggio ospitando nella loro casa massonica a Palazzo Sanjustla presentazione di un saggio a lui dedicato da Gianfranco Murtas, esper-to della storia cagliaritana.“Un giacobino a Cagliari. Felice Mathieu fra loggia, sodalizi e munici-pio”, questo è il titolo del libro, è stato presentato il 20 marzo davanti auna platea interessata di oltre 120 persone che ha potuto apprezzare ilprofilo di un personaggio poco conosciuto.Discendente di un “familiare” della corte Savoia riparata in Sardegnadopo l’invasione napoleonica del Piemonte e nipote del primo prefettodi Cagliari dell’Italia unita, Felice Mathieu fu consigliere comunale dal1890 al 1906, indipendente, ma vicino alle posizioni del ‘grande’ sinda-co cagliaritano Ottone Bacaredda. Elaborò una articolata proposta di zo-na franca per la Sardegna e affrontò, da un punto di vista liberale (e spes-so con piglio anticlericale), tutte le più importanti questioni ammini-strative e politiche di attualità nel passaggio di secolo.Fu esponente dei maggiori sodalizi che caratterizzarono la Cagliari del

tempo, tra questi il più significativo fu quel-lo dei reduci delle patrie battaglie (combattégiovanissimo, nella terza guerra d’indipen-denza e partecipò anche a campagne antibri-gantaggio nelle regioni del centro Italia).Entrò nella Massoneria del Grande Oriented’Italia nel 1873, ad Iglesias nella loggia“Ugolino”, per poi trasferirsi a Cagliari e fondare la loggia “Sigismon-do Arquer”. Di entrambe le officine fu Oratore. Furono massoni ancheil figlio Edoardo, nipoti e pronipoti.Passò all’Oriente Eterno alla fine del febbraio 1910 e venne sepolto nelCimitero Monumentale cagliaritano di Bonaria, nel recinto della Societàdei reduci delle patrie battaglie.Alla presentazione del libro sono intervenuti, oltre all’autore, Maria Do-lores Dessì, docente dell’Istituto “Asproni” di Iglesias, che ha tratteg-giato l’attività della loggia “Ugolino” nello sviluppo dell’area minerariadell’Iglesiente a fine Ottocento, e da Paolo Fadda, saggista e storico del-l’economia, che ha inquadrato l’ambiente cagliaritano in una città in pie-no sviluppo nel passaggio dei due secoli.

� CAGLIARI Convegno del Consiglio dei maestri venerabili

Ricordo di Felice MathieuUn libro dello storico Gianfranco Murtas illustra una dellefiguri più in vista dell’Ottocento cagliaritano

Al termine Gianfranco Murtas ha vestito i panni del massone Mathieu,offrendo una originale testimonianza “dal di dentro” della Massonerialocale negli anni della belle époque.

La conferenza, presieduta dal fratello Roberto Schioccola, si è apertacon i saluti del nuovo presidente del Consiglio dei maestri venerabilidi Cagliari, Roberto Lassandro.

Digitalizzato il diario privato di una dellefigure di maggior rilievo del primo illumi-nismo toscano, Antonio Cocchi, primo mas-

sone italiano. La digitalizzazione per la biblioteca biomedica dell’uni-versità di Firenze è stata finanziata dal Grande Oriente d’Italia e ri-guarda le migliaia di carte che costituiscono le “Effemeridi”, un diariomanoscritto, durato circa 30 anni, dal 1722 al 1757, in cui Cocchi regi-stra avvenimenti pubblici e privati – ha spiegato Donatella Lippi, pro-

fessoressa di Storia della medicina – di un periodo fondamentale per lastoria del Granducato di Toscana e di Italia, di cui fu attivo testimone.Laureato in Medicina tra Firenze e Pisa, Antonio Cocchi esercitò a Fi-renze dove, tra le altre attività, riordinò la Biblioteca Magliabechiana efu primo antiquario della Galleria fiorentina. Si deve inoltre a lui un pro-getto di riordinamento dell’Ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova.La presentazione dell’opera è avvenuta il 12 aprile nell’aula magna del-la facoltà di medicina. “Grazie alla digitalizzazione – ha spiegato Lau-

ra Vannucci direttrice della biblioteca biomedica – tutti po-tranno, entro breve tempo, accedere in rete ai contenuti deldiario. Tale operazione è inoltre funzionale anche alla mis-sione di conservazione del patrimonio culturale. I quader-ni manoscritti saranno infatti maggiormente preservati dal-l’usura”.L’attuale biblioteca biomedica è, tra l’altro, l’erede dell’an-tica biblioteca dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, doveAntonio Cocchi studiò ed operò nel diciottesimo secolo. E’perciò che si conservano, e sono a disposizione degli stu-diosi, molti suoi manoscritti.La digitalizzazione, però, e anche un vasto progetto cheriguarda l’intero sistema bibliotecario dell’ateneo fio-rentino e che prevede la visualizzazione gratuita onlinedei libri. Per il momento sono digitalizzati solo il catalo-go storico a schede e le “Effemeridi” che, a breve, saran-no inserite in rete. (Il Nuovo Corriere, 13 aprile 2010 – Ca-terina Citeroni). Saranno consultabili anche a Roma pres-so la Biblioteca del Grande Oriente d’Italia a Villa Il Va-scello.

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Convegno nella casa massonica cagliaritana

� FIRENZE Iniziativa del Collegio toscano

Diventano digitalile “Effemeridi” di Antonio CocchiPresto on line i diari del primo massone italianoGrande Oriente d’Italia e Università di Firenzecollaborano alla scoperta di un personaggio illustredella nostra Nazione

Antonio Cocchi

La Nazione 13 aprile 2010

� CAGLIARI

La Religione laica del Risorgimento e il mito di GaribaldiConferenza dell’Associazione culturale Giorgio Asproni con lapartecipazione della loggia cagliaritana “Quatuor Coronati”.Sindaco e Provincia di Cagliari tra i patrocinatoriContinua il dibattito sul 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia e le sue celebrazioni. L’As-sociazione culturale “Giorgio” Asproni” (cagliaritana, di emanazione massonica e fondatricedell’omonima Fondazione con la Regione sarda e il Comune di Bitti) vi partecipa con una se-rie di iniziative dedicate alla rigorosa ricostruzione storica delle vicende risorgimentali e po-st-unitarie e al movimento di idee che ne furono alla base, oggi di grande attualità.Il 16 aprile l’Associazione, con la partecipazione della loggia “Quatuor Coronati” (1365) di Ca-gliari, ha realizzato la conferenza “La religione laica del Risorgimento e il mito di Garibaldi” conla presentazione di due libri emblematici: “Garibaldi, mille volte, mille vite” curato da Giusep-pe Continiello (AM&D Edizioni) e “Massoneria e religioni civili” di Fulvio Conti (Il Mulino).Con una raccolta di saggi, il primo propone un volto inedito dell’Eroe dei due Mondi, oltre la bi-bliografia più conosciuta, il secondo analizza l’influenza dell’attività massonica nella vita pubbli-ca del nostro Paese in tre secoli di storia. Le ‘liturgie’ di loggia alimentarono, infatti, nel nome del laicismo e del progresso, una forma di vera e pro-pria religione civile.All’incontro – realizzato nella Sala Consiliare del Palazzo Regio di Cagliari con il patrocinio del Sindaco e dalla Provincia – hanno partecipa-to gli autori insieme ad altri specialisti dell’ateneo cagliaritano.

� CAGLIARI / 2

Massoneria e unione dei popoli europeiTerzo Simposio Internazionale logge “Europa”Incontro annuale delle officine europee intitolate al vecchio continente.L’organizzazione è della loggia cagliaritana con iniziative anche per nonmassoniSi è spostato in Sardegna il tradizionale incontro delle logge “Europa” del vecchio Continente. Dal 7 al 9 maggio Cagliari è diventata la capi-tale delle Massonerie di Italia, Francia, Austria, Romania, Serbia e altre che hanno scelto la strada del dialogo e del confronto tra culture, dellacooperazione, della solidarietà, della pace sotto la bandiera europea. Per questo è stato scelto di ripetere l’appuntamento ogni anno in conco-mitanza della Festa dell’Europa che si celebra il 9 maggio.Il Terzo Simposio Internazionale delle logge “Europa” – che ha seguito quello del 2009 a Bucarest e del 2008 a Riccione – si è intitolato “Mas-soneria e unione dei popoli europei” e ha avuto un duplice profilo, pubblico e riservato (cioè a carattere rituale per i liberi muratori), per farconoscere l’impegno massonico e portare il dibattito ad una dimensione più ampia.Fitto il programma di iniziative messo in campo dalla loggia “Europa” (1165) di Cagliari – quest’anno organizzatrice – con eventi per tutti i gu-sti, senza tralasciare, quello gastronomico. L’8 maggio è stata la giornata centrale delle attività, con una tornata rituale la mattina alla Galleriadello Sperone, e un convegno aperto al pubblico nel pomeriggio nella Sala Convegni dell’Hotel Regina Margherita che ha discusso il tema delSimposio: “Massoneria e unione dei popoli europei”. Moderati dal presidente circoscrizionale della Sardegna Andrea Allieri, sono intervenu-

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IN BREVE

Il Telegiornale delGrande Oriented’Italia ha dedicatouno spazio allaconferenza“La religione laica

del Risorgimento e il mito di Garibaldi”.Vai su www.grandeoriente.it

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pianomanifestazioni

ti lo storico della Massoneria Gianfranco Murtas, il Gran Maestro Onorario Morris Ghezzi, Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia, il se-gretario esecutivo delle logge “Europa” Vladimir Dimitru. Armando Serri, maestro venerabile della loggia “Europa” di Cagliari, ha aperto ilavori, introdotti da Luigi Liverani, ex venerabile della “Europa” di Riccione.Un ‘Concerto per l’Europa’, domenica 9 maggio, all’ex Teatro Civico di Cagliari ha chiuso la manifestazione.

� CAMOGLI

Simone Schiaffino e il Risorgimento italianoConvegno per il 150° dell’Unità d’Italia della omonima loggiacamoglinaCentocinquanta anni fa moriva sul campo della storica battaglia di Calatafimi il maggiore Simone Schiaffino. Era l’Alfiere dei Mille della eroi-ca impresa garibaldina, pietra miliare dell’Unità d’Italia di cui si celebra il 150esimo anniversario. Era anche un libero muratore e da oltre unsecolo una loggia con il suo nome ha sede a Camogli, sua città natale.Il 15 maggio i massoni camoglini hanno ricordato il loro eroe cittadino – e di tutta la Nazione – con un convegno dal titolo “Simone Schiaffi-no e il Risorgimento nel 150esimo anniversario della morte per l’Unità d’Italia” che porta alla luce non solo il suo profilo, ma anche quellodei liguri e di altri massoni di altre regioni che hanno contribuito al Risorgimento nazionale e il compimento dell’Unità d’Italia. All’incontro– realizzato in un’intera giornata al Camogli Portofino Kulm – hanno partecipato Morris Ghezzi, Gran Maestro Onorario e Grande Oratoredel Grande Oriente d’Italia, gli storici Bianca Montale e Paolo Gastaldi, i saggisti Manrico Murzi e Franco de Leonardis. Dino Fioravanti, re-sponsabile del Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia, ha presentato una selezione di filmati cinematografici sul Risorgimento italia-no. Il presidente del Collegio circoscrizionale della Liguria Paolo Barbanente ha presieduto i lavori, moderati dallo storico Felice Israel, mae-stro venerabile della loggia “Simone Schiaffino” di Camogli.Non è mancato il momento musicale. Piero Barbareschi, al pianoforte, e Mauro Carbotta, al flauto, hanno interpretato musiche di Nino Ro-ta, Pietro Morlacchi e Donato Lovreglio. L’anniversario della morte di Simone Schiaffino è stato celebrato anche con la deposizione di unacorona presso il monumento in suo onore a Camogli. Il Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi ha preso parte alla manifestazione portan-do i saluti del Gran Maestro Gustavo Raffi.

� FIRENZE

Massoneria illustrataCollegio toscano presenta nuovo libro sulla Libera Muratoria conprefazione del Gran Maestro Gustavo Raffi. I proventi andrannoalle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli di SienaE’ appena uscito, edito da Betti, una nuovo saggio storico sulla Massoneria. E’ breve e perciò agevole per chi vuole saperne di più sull’isti-tuzione liberomuratoria oltre i tradizionali luoghi comuni. Nasce da un’idea di Giuseppe Galasso e Roberto Rossi con canoni inediti e un ap-proccio lieve (come si legge in quarta di copertina), ma non leggero. Ha la prefazione del Gran Maestro Gustavo Raffi e i proventi della suavendita andranno alle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli di Siena.E' stato presentato a Firenze il 17 aprile nella casa massonica di Borgo Albizi, sede del Collegio della Toscana. Ha introdotto Francesco Bor-gognoni, bibliotecario circoscrizionale. Oltre agli ideatori del volume, hanno partecipato: Stefano Bisi, presidente del Collegio toscano, Sa-verio Battente, storico dell’Università di Siena e autore di un saggio nel libro, Giulia Reddi, illustratrice e responsabile delle immagini del vo-lume, l’editore Luca Betti, Suor Ginetta delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli di Siena.

� VERRÈS

I Celti, antenati dimenticati?Convegno dell’Associazione Culturale Mont-Blanc, emanazionedella omonima loggia di Saint VincentCiviltà celtica, druidismo, tempo sacro sono i temi discussi a Verrès il 10 aprile nel convegno “I Celti, antenati dimenticati?” organizzato dal-l’Associazione Culturale Mont-Blanc, emanazione dell’omonima loggia che ha sede a Saint Vincent.La manifestazione – patrocinata dal Comune, dalla Biblioteca Comprensoriale di Verrès e dalla Comunità Montana Evançon – si è svolta nel-la sala convegni Le Murasses di Verrès. Sono intervenuti la medievista Elena Percivaldi, l’archeologo Dario Seglie, il direttore editoriale di Kel-tia Silvio Canavese. Ha chiuso i lavori Morris Ghezzi, Gran Maestro Onorario e Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia.Dopo il convegno si è svolta una visita guidata alla Collegiale Saint Gilles e alla sua rinomata Biblioteca.

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SEGUE IN BREVE

� PRATO

Giuseppe Meoni, l’omaggio della sua cittàCittadinanza e Massoneria insieme per ricordare un uomo simbolo dilibertàPrato non dimentica i suoi figli. Soprattutto se migliori e GiuseppeMeoni fu uno di questi, riconosciuto, non solo nella sua città, per ilsuo attaccamento ai valori più nobili. La Massoneria pratese e tutta lacittadinanza lo hanno ricordato il 10 aprile nel Teatro del ConvittoNazionale Cicognini su iniziativa della loggia “Meoni e Mazzoni”(62) di Prato che ha organizzato un convegno per rendergli omaggiocome giornalista, politico (fu consigliere provinciale di Firenze) emartire della libertà di opinione nel centesimo anniversario del Se-condo Congresso Nazionale della Stampa Italiana.

Numeroso il pubblico in platea che ha seguito interessato gli inter-venti di Stefano Bisi, presidente del Collegio circoscrizionale della To-scana, Umberto Cecchi, giornalista e già direttore del quotidiano LaNazione, Guglielmo Adilardi, saggista, moderati da Giancarlo Cala-mai, ex maestro venerabile della “Meoni e Mazzoni”.Bisi ha evidenziato l’opera intellettuale di Giuseppe Meoni, strenuodifensore della libertà di pensiero in epoca fascista lasciando a Cec-chi il compito di delineare il suo impegno sindacale nella Federazio-ne Nazionale della Stampa. Nel 1922 fu estensore del primo contrat-

Convegno al Teatro del Convitto Nazionale

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� SAN GALGANO

Solstizio d’estate in abbaziaTradizionale incontro del Collegio toscanoAnche quest’anno il Collegio circoscrizionale toscano e le logge senesi organizzano lafesta per il solstizio d’estate nell’Abbazia di San Galgano, nel comune di Chiusdino, apoco più di trenta chilometri da Siena. Le celebrazioni si svolgeranno il 18 giugno conuna tornata rituale in grado di apprendista dalle ore 19,30.Prima dei lavori è previsto un buffet (dalle 17,30) aperto agli accompagnatori (nonmassoni) dei fratelli il cui costo è di 25 euro a persona. Per parteciparvi è necessario prenotarsi con un messaggio di posta elettronica a:[email protected] (indicando nome, cognome, loggia, oriente e recapito) ed effettuare un bonifico di euro 25 a persona sul con-to corrente intestato a: “R.L. Salomone N758”, presso la Cassa di risparmio di Firenze, Piazza Tolomei 11 - 53100 Siena.Iban: IT 04 O6160142000100000000118. Da segnalare che dopo IT 04 la prima lettera è una O come Otranto non uno zero come tutti gli altri.Per partecipare ai lavori rituali non è necessario alcun pagamento, ma è gradita la prenotazione per rendere più agevole il lavoro dei fra-telli che dovranno allestire il Tempio. Per maggiori informazioni 346 1863102.

A GIUGNO

Come raggiungere San Galgano: l’Abbazia è facilmente raggiungibile seguendo la superstrada Firenze-Siena (per chi arriva da nord)quindi la Statale 223 Siena-Grosseto fino all’uscita di San Lorenzo a Merse, proseguendo poi verso Monticiano. Lungo il percorso si tro-vano segnali turistici fino a giungere all’Abbazia. In alternativa si può percorrere una parte della tangenziale di Siena ed uscire a “Siena- San Marco” quindi prendere la SP 73, si passano in successione i seguenti borghi: Costafabbri, Costalpino, Volte Basse, Malignano, Ro-sia e poi seguire le indicazioni per Monticiano. Poco prima di arrivare al paese si trovano segnali turistici che conducono all’Abbazia.

to nazionale dei giornalisti che ancora oggi ha effetti positivi sulla ca-tegoria, soprattutto sulle tutele assistenziali e pensionistiche. Gu-glielmo Adilardi ne ha tratteggiato il profilo di politico e massone.Giuseppe Meoni fu iscritto al Grande Oriente d’Italia e fu strenuo so-stenitore e fondatore a Parigi della Società delle Nazioni alla presen-za delle Massonerie dei paesi alleati e neutrali. Fu a capo del RitoSimbolico e nel 1919 venne eletto Gran Maestro Aggiunto, sotto lagran maestranza Torrigiani, il periodo più difficile per l’Istituzione.Dopo la legge contro le società segrete, voluta da Mussolini nel 1925per imbrigliare i partiti politici, i sindacati e tutto l’associazionismo,il Gran Maestro Domizio Torrigiani fu costretto a sospendere for-malmente l’attività delle logge italiane, senza tuttavia riuscire a evi-tare persecuzioni contro officine e fratelli, alcuni caduti sotto la vio-lenza squadrista.

Meoni fu ammonito e condannato a cinque anni di confino nell’isola diPonza con l’accusa di essere “Massone e Repubblicano ed elemento pe-ricolosissimo per il regime fascista” e al termine del confino, sebbenemalato, povero e isolato, fu sottoposto a ulteriore ammonizione, a con-trolli di polizia rigorosissimi, avendo sempre due questurini che lo se-guivano dovunque andasse. Morì a Roma nel 1934, città nella qualeaveva lavorato come redattore del quotidiano Il Messaggero. A fineguerra fu traslato nel famedio massonico del Verano dove riposa insie-me al suo conterraneo Giuseppe Mazzoni, Gran Maestro e Triumvirodella Toscana.Nel corso del convegno è stata annunciata una monografia completadi Giuseppe Meoni, oltre la collocazione di una lapide commemora-tiva nella sua casa natale, a cura della loggia “Meoni e Mazzoni” edella Massoneria pratese.

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� FOLLONICA

Concorso“Donna è...”Consegna deipremi dellatradizionalerassegna dellaloggia “NiccolaGuerrazzi”Si terrà il 23 maggio (ore 10)nell’Aula Magna dell’IstitutoTecnico Commerciale di Fol-lonica (Piazza 1° Maggio) laconsegna dei premi del Con-corso “Donna è...” indetto nel2009 dalla loggia follonichese“Niccola Guerrazzi” (665) cheda dodici anni bandisce larassegna sempre con un argo-mento diverso. La selezioneera riservata agli studenti delpenultimo anno degli Istitutisuperiori di Follonica, MassaMarittima e del Polo liceale diGrosseto. Dovevano cimen-tarsi in un elaborato scritto ografico sul tema.Interverranno alla premiazio-ne il Gran Maestro AggiuntoMassimo Bianchi, il GranMaestro Onorario Mauro La-straioli, il presidente circoscri-zionale della Toscana StefanoBisi, il direttore della rivistamassonica toscana “Il Labora-torio” Blasco Mucci.

A MAGGIO� ALESSANDRIA

solidarietà

La catastrofe naturale dell’alluvione che ha colpito il mes-sinese lo scorso autunno ha lasciato profondi segni nei luo-ghi e nelle persone. Tutti abbiamo seguito con impotenza latragedia, turbati dalla violenza della natura.Alcune logge calabresi, sensibili al dramma, hanno fatto unaraccolta di fondi da destinare agli alluvionati. Individuatouno dei centri più colpiti, Giampilieri, e le famiglie più bi-sognose, il presidente circoscrizionale della Calabria Filip-po Bagnato e il suo tesoriere Maurizio Maisano hanno con-segnato personalmente la donazione, esprimendo la soli-darietà del Collegio calabrese e del Grande Oriente d’Italia.I beneficiari hanno chiesto di pubblicizzare l’evento peresprimere la loro gratitudine.“L’Associazione Collegio Circoscrizionale dei Maestri Ve-nerabili della Calabria, – ha scritto Bagnato in una lettera a

loro consegnata– che oggi hol’onore di rap-presentare, par-tecipa da sem-pre con profon-da condivisioneai drammi checolpiscono lanostra società.La nostra partecipazione atali eventi drammatici non èsolo una questione morale,ma, nei limiti delle nostrepossibilità, si concretizza at-traverso veri e propri gestidi solidarietà, nella speran-za che questi possano alle-

viare le sofferenze causate, come nel vostro caso, da catastrofi naturaliinspiegabili”.“La solidarietà e l’umanità caratterizza da sempre la nostra associazio-ne, – si legge ancora nel testo – pertanto, non potevamo certo rimanereinerti di fronte ad una tragedia che vi ha colpito così duramente. Oggi,quindi, abbiamo deciso di devolvervi un contributo che, seppur mo-desto, è certamente significativo della nostra partecipazione e, soprat-tutto, della nostra vicinanza a voi tutti. Nella speranza che il nostro ge-sto sia utile e gradito”.

� GIAMPILIERI

Solidarietà dopo l’alluvioneCollegio circoscrizionale della Calabria a sostegno delle famigliecolpite

IN BREVE

Incontro a Giampilieri

� MASSA MARITTIMA

Templari e MassoneriaConvegno del Rito di York in collaborazione con il Grande Oriented’ItaliaSi è svolto con grande successo il 10 aprile a Massa Marittima il convegno pubblico del Rito di York su “Templari e Massoneria: l’evolu-zione di un pensiero nella Tradizione”. Realizzato in collaborazione con il Grande Oriente d’Italia e con il patrocinio della Gran Com-menda dei Cavalieri Templari d’Italia, l’incontro ha avuto anche importanti risvolti filantropici. Nel corso della cena, al termine del con-vegno, Alessandro Giuliani della Commenda “Dante Alighieri” di Massa Marittima ha consegnato simbolicamente un’ambulanza al Con-sole del Togo Nadjir Yammigue Zougue per un ospedale regionale del Nord del suo Paese, vicino al Tempio di Sarakawa. La donazioneè dell’Associazione di Misericordia di Massa Marittima Onlus e della Gran Commenda dei Cavalieri Templari d’Italia.

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CALABRIALA FENICE ONLUSVia A. Frangipane 2 – 88100 CatanzaroÈ una associazione che non ha fini di lucro. Si propone finalità di so-lidarietà sociale e di dare sostegno a persone disagiate per motivifisici, psichici, economici e familiari con la promozione, lo sviluppoe il supporto di attività di crescita civile, economica e culturale inpaesi in via di sviluppo. Intende favorire progetti socio-sanitari permigliorare la vita in aree geografiche depresse e aiutare le popola-zioni interessate a prendere coscienza delle proprie potenzialità.La Fenice OnlusCodice fiscale 97059660791

CAMPANIA-LUCANIAASSOCIAZIONE “CIRCOLO CULTURALE CARLO DARWIN”Galleria Umberto I 27 – 80132 Napoli – Telefono 081 5524858E’ un’associazione apolitica e non religiosa, senza finalità di lu-cro che persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale ela realizzazione di iniziative culturali, soprattutto a carattere pe-dagogico e di sensibilizzazione verso i grandi temi. Sostiene leattività e l’impegno della Massoneria napoletana e della circo-scrizione campano-lucana.Associazione Circolo Culturale Carlo DarwinCodice Fiscale 94132560635

EMILIA ROMAGNAASSOCIAZIONE DON BOSCO 3AVia Formellino 109 - 48018 Faenza (RA)L’Associazione Don Bosco 3 A destina tutte le sue entrate a fa-vore del Movimento “Operazione Mato Grosso” in America Lati-na, si è iscritta tra le associazioni che possono beneficiare di ta-le opportunità.Associazione Don Bosco 3A ONLUSCodice fiscale [email protected]

ASSOCIAZIONE PICCOLO MONDOVia Versari 80 - 47023 Cesena - telefax 0547 303242Questa associazione nasce a Cesena nel 1996 per cercare di al-leviare, nella popolazione infantile bielorussa, le conseguenze del

disastro nucleare di Chernobyl. Per due periodi l’anno permettedi accogliere gruppi di minori da Minsk (e successivamente daPinsk, Divin, Yastrebel, Kobrin….) in nuclei famigliari accoglienti– e preparati – affiancati da accompagnatori madrilingua. Il ruo-lo di queste figure “genitoriali” e parentali viene offerto ai mino-ri bielorussi e ai loro accompagnatori come modelli sani cui ispi-rarsi, figure sulle quali poter contare, alle quali confidare disagi,problematiche legate al loro vissuto. Perciò l’accoglienza ripetu-ta dello stesso minore, nella stessa famiglia, è un punto di forzadella filosofia che ispira e sostiene l’associazione dopo anni dirisultati positivi: i minori accolti acquistano considerazione di sée autostima, sicurezza, trovano equilibrio caratteriale, vincono ingran parte i segni psicologici conseguenti all’abbandono, alle vio-lenze o all’anaffettività delle famiglie d’origine.Pertanto la tipologia di accoglienza attuata da Piccolo Mondo nonè da considerarsi una “vacanza” di risanamento fine a se stessa,o esclusivamente sul piano fisico, ma soprattutto una full immer-sion atta a “risanare” anche la psiche di bambini e giovani desti-nati a crescere in orfanotrofio, senza figure adulte di riferimento.Associazione Piccolo Mondo ONLUSCodice fiscale 90031430409info@associazionepiccolomondo.orgwww.associazionepiccolomondo.org

LAZIOASSOCIAZIONE FUTURAVia Ernesto Monaci, 21 - 00161 Roma - Telefono 06 44248550- Fax 06 44238784 / 06 5193867L’Associazione “Futura Onlus” è una associazione di Medici Der-matologi e Oncologi, alcuni dei quali titolari di cattedra Universi-taria a Roma e Napoli. Opera prevalentemente nella capitale nelcampo della ricerca scientifica, dell’insegnamento al personale me-dico e paramedico, attraverso corsi ad hoc, e cura la pubblicazio-ne dei risultati della ricerca sulle più importanti riviste nazionali einternazionali e naturalmente, anche attraverso specifici trattati.Si avvale del proprio personale medico per screening collettivigratuiti per la prevenzione del melanoma e degli altri tumori emalattie della pelle con il patrocinio di enti locali (Comuni, Pro-vince), di Associazioni di servizio (Rotary e Lions), di associa-zioni mediche e comitati della Croce Rossa Italiana.Associazione Futura ONLUSCodice fiscale [email protected] – www.futuraonlus.org

� IL 5 PER MILLE

Aiutiamo chi aiutaFratelli del Grande Oriente d’Italia di ogni circoscrizione sono impegnati inrealtà associative che operano nel campo del volontariato, dell’assistenza,della utilità sociale. Tutti noi ne conosciamo qualcuna, ne apprezziamo illavoro, ma spesso ignoriamo le difficoltà economiche e la penuria di mezzi.Vi sollecitiamo a cogliere l’opportunità di aiutarle destinando la quota del 5per mille dell’imposta che grava sul vostro reddito.Segnaliamo alcune di queste realtà, sicuramente non tutte quelle che difatto operano e ce ne scusiamo. Il nostro elenco è il risultato di indicazionipervenute in questi giorni e potremo aumentarlo solo attraverso altrecomunicazioni

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ASSOCIAZIONE "FRATELLI OSPEDALIERI" ONLUSViale Spartaco 54 - 00174 RomaTelefono 3476660519 - Fax 1782239298L'associazione "Fratelli Ospedalieri" Onlus è attiva nel volonta-riato a favore di chi si trova costretto a reperire alloggi mo-mentanei per stare vicino al malato; di chi è ricoverato e non havicino qualcuno cui chiedere supporto e appoggio morale; dichi ha necessità di prenotare visite presso strutture lontane dalluogo di residenza.Associazione "Fratelli Ospedalieri" OnlusCodice Fiscale 97549690580www.fratelliospedalieri.com - [email protected]

LEGA ITALIANA DEI DIRITTI DELL’UOMOPiazza dell’Ara Coeli - 00186 RomaAssociazione di difesa dei diritti civili, politici e sociali, legata al-la Fédération Internationale des Droits de l’Homme (Fidh) con se-de a Parigi, di cui è stata tra le leghe fondatrici nel 1922. La Fidhsiede attualmente a titolo consultivo all’Onu (che ha contribuitoa far nascere), all’Unesco e nei più importanti organismi interna-zionali. La Lidu fu fondata a cavallo tra Ottocento e Novecento daErnesto Nathan, indimenticato sindaco di Roma e Gran Maestrodel Grande Oriente d’Italia, che raccolse il patrimonio delle Leghedei democratici di Garibaldi, Bovio, Saffi, Barrili. Quale membrodella Fidh, la Lidu ha dato contributi importanti alla “Dichiarazio-ne Universale dei Diritti dell’Uomo” e alla definizione dei diritti fon-damentali del “cittadino europeo”, grazie al lavoro di dirigenti im-portanti quali Paolo Ungari e Pasquale Bandiera.LIDU – Lega Italiana dei diritti dell’uomo ONLUSCodice Fiscale 97019060587www.liduonlus.it

LOMBARDIASOCIETÀ PANE QUOTIDIANOViale Toscana 28 – Milano Telefono 02 58310493 Fax 0258305734Viale Monza 335 - Milano Telefono 022 7000468 Fax 0227002492“Fratello ... qui nessuno ti domanderà chi sei, né perché hai bi-sogno, né quali sono le tue opinioni”.“Pane Quotidiano” è un’organizzazione laica, senza scopo di lu-cro, nata a Milano nel 1898 allo scopo di dare da mangiare – apartire dalla classica “michetta” di pane alle fasce più poveredella popolazione.Dal giorno della sua costituzione, l’Associazione si adopera per di-stribuire gratuitamente, a chiunque versi in stato di bisogno e vul-nerabilità, il pane, e oggi, altri elementi come latte, yogurt, pasta,riso. L’idea di base della sua missione è semplice ma rivoluziona-ria: il pane è un diritto di tutti, e pertanto la sua distribuzione gra-tuita non è un atto di carità ma il gesto che realizza quel diritto.L’Associazione ogni giorno dà da mangiare a più di 2.500 perso-ne (nel 2006 distribuite 415.459 razioni, nel 2007 ben 521.375) edè attiva sul territorio grazie all’impegno di 50 volontari.Società Pane Quotidiano ONLUSCodice Fiscale [email protected] - www.panequotidiano.org

SOCIETÀ UMANITARIAVia Daverio 7 - Milano - Telefono 02 025796831La Società Umanitaria è un’istituzione nata oltre cento anni fa, nel1893, grazie al lascito di un mecenate mantovano di nome Prospe-ro Moisé Loria, che le assegnò molteplici beni finanziari e un’interaarea edilizia situata nel pieno centro di Milano. Lo scopo dell’istitu-zione, riconosciuta presto come ente morale senza fini di lucro, ri-

siede nel suo statuto, ancora oggi praticamente identico a quello ori-ginario del 1893: “mettere i diseredati, senza distinzione, in condi-zione di rilevarsi da sé medesimi e di operare per l’elevazione pro-fessionale, intellettuale e morale dei lavoratori”.Società Umanitaria ONLUSCodice Fiscale [email protected] - www.umanitaria.it

ASSOCIAZIONE AMICI DEL NISO(NORTHERN ITALY SHRINE OASIS)Via Polidoro da Caravaggio 6 - 20156 Milano – Telefono 023008381L’associazione è nata nel 2004 per aiutare i Nobili Shrine del NI-SO nella raccolta di fondi e nell’organizzazione di manifestazio-ni culturali e sociali atte alla diffusione e alla conoscenza dellamissione dello Shrine. Lo Shrine, costituito a New York City nel1872, è uno dei più importanti enti filantropici laici del mondo.Il primo ospedale Shrine è stato costruito nel 1922 in Luisiana;oggi sono ben 22 gli ospedali fondati e gestiti dallo Shrine, al-tamente specializzati nella cura, gratuita, di gravi malformazio-ni ossee e di ustioni. Possono accedere a questi ospedali solopazienti con meno di 18 anni e provenienti da famiglie prive dimezzi per provvedere alle cure.Associazione gli Amici del NISO – Northern Italy ShrineOasis – OnlusCodice fiscale [email protected] - www.niso.it

FONDAZIONE ABIO ITALIA ONLUSVia Don Gervasini, 33 - 20153 Milano - Telefono 02 45497494Fax 02 45497057La Fondazione ABIO Italia non ha fine di lucro e persegue esclusi-vamente finalità di solidarietà sociale nel campo della beneficenzaattraverso le sue 55 Associazioni dislocate nel territorio naziona-le. Le Associazioni ABIO hanno per oggetto lo studio, la promo-zione e la realizzazione di tutte le iniziative per l’accoglienza delbambino che necessiti di ricovero ospedaliero e della sua famiglia.Ogni anno si realizzano 650mila ore di servizio di volontariatopresso le pediatrie degli ospedali; 2mila ore di formazione pergli aspiranti volontari e aggiornamento di quelli in servizio; for-nitura di giocattoli e materiale ludico/ricreativo in tutti i reparti;costituzione di nuovi gruppi.Ogni sede ABIO mantiene, nel rispetto del regolamento condivi-so e sottoscritto, piena autonomia organizzativa e gestionale.Fondazione Abio Italia OnlusCodice Fiscale [email protected] – www.abio.org

PIEMONTE-VALLE D’AOSTAASSOCIAZIONE ASILI NOTTURNI UMBERTO IVia Carlo Francesco Ormea, 119 - 10126 TorinoIn Torino, dal 1886, è attiva l’Associazione Asili Notturni Um-berto I che offre alloggio gratuito ai meno fortunati (8mila rico-veri all’anno), distribuiscono anche pasti caldi (70-75mila pastiserali) e abiti ai più bisognosi. Per coloro che hanno necessitàmediche è disponibile un ambulatorio che fornisce un serviziodi medicina generale e medici oculisti che consegnano occhialie anche medici odontoiatri che, oltre alle cure, applicano prote-si realizzate da odontotecnici.Tutto è realizzato con l’opera dei fratelli delle logge di Torino delGrande Oriente d’Italia.Associazione Asili Notturni Umberto I ONLUSCodice Fiscale [email protected] - www.asilinotturni.org

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ASSOCIAZIONE PICCOLO COSMOVia Cosmo 9 - 10131 Torino; Via Ormea 110 - 10131 Torino;Viale Torino 6 - Stupinigi (TO)Piccolo Cosmo è la più importante (per numero di letti) asso-ciazione italiana che offre accoglienza gratuita ad ammalati e ailoro familiari che si trasferiscono a Torino per cure mediche(principalmente oncologiche) soprattutto all’Ospedale InfantileRegina Margherita o all’Istituto per la Ricerca sul Cancro diCandiolo. Con le sue tre strutture a Torino e Stupinigi mette adisposizione 65 posti letto in camere con bagno, uso di cucinae spazi comuni per la socializzazione.Associazione Piccolo Cosmo ONLUSCodice fiscale [email protected] - www.piccolocosmo.org

FONDAZIONE UNIVERSITÀ POPOLARE DI TORINOVia Principe Amedeo, 12 10123 TorinoTelefono e fax 011 8127879La Fondazione Università Popolare di Torino trae origine dal-la “Società di Cultura” fondata nella prima metà dell’Otto-cento da un gruppo di persone che aveva a cuore la cultura.L’associazione aveva sede nel capoluogo piemontese nellavecchia Galleria Nazionale dell’antica Via Roma ed era rivol-ta all’istruzione di chi, per varie ragioni, non aveva potutocompletare o approfondire gli studi. La “Società” si spensegradatamente per mancanza di fondi, ma alcuni componentinon si diedero per vinti e lavorarono per continuare il loroprogetto. Nel 1900 nacque la prima Università Popolare diTorino.L’Istituzione – a carattere apartitico e apolitico – svolge ancorala sua benemerita attività grazie all’impegno di volontari chehanno dato vita ad oltre un centinaio di corsi al passo con itempi.Fondazione Università Popolare di TorinoCodice Fiscale [email protected] - www.unipoptorino.it

SICILIAASSOCIAZIONE MANI AMICHEVia Monfalcone 26/D - 95100 CataniaNel 2002, un gruppo di fratelli, ispirandosi ai principi di fratel-lanza, uguaglianza e libertà, danno vita a una associazione ingrado di aprire una finestra nel mondo profano e diventare unostrumento efficace di beneficenza per i fratelli meno fortunati, ibambini e gli anziani gravemente disagiati. Grazie alla buonavolontà di uomini e donne che si sono impegnati per dare ac-coglienza ai senza tetto, aiuto a chi cerca occupazione, assi-stenza alle famiglie di portatori di handicap e pasti alle famiglieindigenti, “Mani Amiche” fornisce sostegno a quanti popolanolo sconfinato universo del dolore.Associazione Mani Amiche ONLUSCodice Fiscale [email protected]

TOSCANAFRATELLANZA FIORENTINABorgo Albizi 18 – 50122 FirenzeLa “Fratellanza Fiorentina” è un’associazione di volontariato,apolitica, non religiosa, senza finalità di lucro, che persegueesclusivamente finalità di solidarietà sociale. Nasce come de-rivazione del “comitato del malato” (già operante da anni a Fi-renze) verso chi necessita sostegno socio-sanitario. Si rivol-ge non solo ai malati ma anche ai loro familiari. L’Associa-zione ha la finalità di promuovere il miglioramento dell’uomonei suoi vari aspetti, anche sotto il profilo culturale.Fratellanza Fiorentina ONLUSCodice fiscale [email protected]/fratellanzafiorentina

HOPITAL ASSISTANCE ITALIAVia Gaetano Milanesi 14 - 50134 FirenzeAssociazione per la solidarietà e la cooperazione nei paesi del terzomondo, sta realizzando un progetto in Congo per un orfanotrofio. Ilsostegno all’Associazione permette di ampliare le attività in Paesi invia di sviluppo e di far fronte a un maggior numero di progetti.Hopital Assistance Italia ONLUSCodice Fiscale [email protected] - www.hopitalassistance.it

ASSOCIAZIONE PISANA AMICI DEL NEONATOVia Roma, 67 c/o Ospedali Riuniti S. Chiara - 56126 PisaTelefono/Fax 050 993511L’Associazione Pisana Amici del Neonato è nata nel febbraio del2000 ad opera di genitori sostenuti dal personale medico e infer-mieristico dell’U.O. di Neonatologia dell’Ospedale “S. Chiara” diPisa. Promuovono iniziative di solidarietà e aiuto alle famiglie col-pite dall’esperienza della gravidanza interrotta bruscamente, for-nendo servizi di supporto emotivo e materiale anche in caso dilungo ricovero del bambino. L’attività dell’Apan è rivolta inoltre asviluppare la formazione di volontari che operino con le famigliecon la presa in carico dell’intero nucleo portatore del disagio.Associazione Pisana Amici del Neonato ONLUSCodice fiscale [email protected] - www.apanpisa.it

CASA FAMIGLIA “PICCOLI PASSI”Via Pozzarello 308/A 51015 Monsummano Terme (PT)La “Casa” offre ospitalità, sia ai bambini da 0 a 6 anni in stato diabbandono totale o parziale, sia alle gestanti o madri con figliche presentano difficoltà sul piano psicologico, sociale e rela-zionale, con una particolare attenzione alle carenze nella respon-sabilità genitoriale. La “Casa” si propone i seguenti obiettivi: so-stegno alla relazione madre-bambino, presenza di un clima ca-pace di facilitare la relazione fra le donne ospiti, aiuto allo svi-luppo delle abilità sociali favorendo l’approccio con il mondoesterno, accompagnamento e sostegno a donne che non inten-dono riconoscere il proprio figlio al momento del parto, tuteladel bambino qualora la madre, nonostante gli interventi attuati,non si rilevi in grado di realizzare le condizioni per la crescita delfiglio. Il periodo di ospitalità del bambino all’interno della strut-tura deve corrispondere a quello strettamente necessario ai ser-vizi e al tribunale per i minorenni per definire un progetto che ab-bia come finalità l’inserimento del bambino all’interno di un nu-cleo familiare (rientro nella famiglia, affidamento, adozione).Casa Famiglia Piccoli Passi ONLUSCodice Fiscale [email protected] - www.casafamiglia.info

solidarietà

Sono più di 20 le delegazioni delle Grandi Logge estere – con in testa Thomas Jackson, segre-tario esecutivo della Conferenza mondiale delle Gran Logge – che il 28 marzo hanno parteci-pato al Meeting Annuale della Massoneria Regolare Sammarinese e che hanno rischiato di met-tere a dura prova la ricettività del Tempio allestito al Centro Congressi Kursaal di San Marino.Quest’anno l’Assemblea della Gran Loggia Regolare degli Antichi, Liberi ed Accettati Mura-tori della Serenissima Repubblica di San Marino (storicamente denominata Serenissima GranLoggia della Repubblica di San Marino, e nota con acronimo SGLRSM) ha celebrato anche la

inprimo

pianoFONDAZIONE STEFANO BELLAVEGLIAVia Simone Martini 18 - 53100 Siena - Telefono 0577/260511Nata nel 2006 per ricordare la figura di Stefano Bellaveglia, ilcui ricordo è vivo e forte in chi ne ha condiviso ideali e pro-getti, la Fondazione Stefano Bellaveglia Onlus ha l’obiettivo diperseguire finalità di solidarietà sociale rivolte in particolarmodo alle fasce più deboli, bambini, anziani e malati. La Fon-dazione intende sviluppare sinergie e collaborazioni con altriorganismi, pubblici o privati, italiani o esteri, che operino insettori d’interesse condivisi o con analogo spirito e finalità.Fondazione Stefano Bellaveglia ONLUSCodice Fiscale [email protected]

AFAD - ASSOCIAZIONE FAMIGLIE ASSISTENZA DISABILIVia delle 5 Vie 10/f - 50125 FirenzeQuesta associazione si occupa dell’adattamento di ragazzi di-versamente abili e, con il denaro raccolto attraverso le donazio-ni di genitori, enti, fondazioni e del 5x1000 sull’Irpef, acquistamacchinari per la riabilitazione, pulmini attrezzati per il traspor-to delle carrozzine, attrezzi ludici, computer e quant’altro sia uti-le a favorire il loro vivere quotidiano.AFAD - Associazione Famiglie Assistenza Disabili ONLUSCodice Fiscale 94051500489

PUBBLICA ASSISTENZA “L’AVVENIRE” DI PRATOVia S. Jacopo 34 - 59100 Prato - Telefono 0574 25725Associazione di volontariato nata nel 1899 per iniziativa pre-valente della Massoneria pratese è da sempre gestita a mag-gioranza da fratelli di logge di Prato: oggi su nove membri delconsiglio di amministrazione, cinque sono del Grande Orien-

te, compreso il presidente Franco Bagagli e il provveditorePiero Benedetti, maestro venerabile della “Intelligenza e La-voro” (717). L’associazione si occupa di servizi socio-sanita-ri e assistenziali (emergenza 118, ricoveri e dimissioni ospe-daliere, SOS anziani, dialisi, trasporto organi, servizi funebri),nonché del servizio di Protezione Civile.Pubblica Assistenza L’Avvenire ONLUSCodice Fiscale [email protected] - www.pa-lavvenireprato.it

VENETOASSOCIAZIONE INSIEME SI PUÒ ONLUSVia Garibaldi 18 – 32100 Belluno – Telefono/Fax: 0437 291298“Insieme si può...” è una Associazione che ha come obiettivi la sen-sibilizzazione ai grandi problemi della fame, della sete, del sottosvi-luppo, della povertà ed emarginazione, sia lontane che vicine, e l’aiu-to alle popolazioni che, in qualunque parte del mondo, sono inte-ressate a questi problemi e necessitano di sostegno economico,morale e sociale. Negli ultimi anni, in occasione di carestie, alluvio-ni, terremoti, guerre civili, è intervenuta in Sudan, Sierra Leone, Gha-na, Senegal, Nord Uganda, Etiopia, Costa d’Avorio, Mozambico, An-gola, Congo, Kenya, Zambia, Zimbabwe, Tanzania, Madagascar, Kos-sovo, Afghanistan, Filippine, India, Brasile, Ecuador, Argentina, conprogrammi di emergenza, istruzione, sanità, opere sociali, adozionia distanza. Per queste iniziative fornisce anche propri volontari. L’As-sociazione non ha scopo di lucro, è apartitica e apolitica.Associazione Insieme si può OnlusCodice Fiscale [email protected] - www.365giorni.org

attività internazionale

� SAN MARINO

Meeting annualedella MassoneriaLa tradizionale assemblea della SerenissimaGran Loggia della Repubblica di San Marino

attivitàinternazionale

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rielezione del proprio Gran Maestro, il fratello Italo Casali, eil rinnovo della Giunta di Governo per il triennio 2010-2013.“Per l’ottavo anno il Meeting ha accolto massoni di ogni par-te del mondo, – si legge in una nota – sia per ribadire i valo-ri comuni che li legano, ma anche per offrire testimonianzadi una Massoneria sammarinese costituita da cittadini one-sti, liberi e di buoni costumi, che nulla hanno a che spartirecon scandali e inchieste che, scoppiate nella confinante Italia,cercano di trovare il marcio nella Repubblica di San Marino.Cosicché la Serenissima Gran Loggia della Repubblica di SanMarino si è assunta l’onere non solo della difesa dell’onora-bilità dell’Istituzione Massonica, ma anche del buon nome

della Repubblica, smascherando con la propria presenza, chi non ha as-solutamente nulla a che spartire con la Massoneria regolare.“E se chiunque può millantare di essere massone – continua il comunica-to della Libera Muratoria sammarinese – (e magari anche plurimilionario)inventandosi l’appartenenza a una propria ‘Gran Loggia fatta su misura’,è altrettanto vero che solo la Serenissima Gran Loggia della Repubblica diSan Marino vanta il riconoscimento di oltre 80 Grandi Logge regolari este-re, che il 28 marzo hanno rinsaldato i propri legami di fratellanza”.Alla installazione rituale delle nuove cariche è seguito il ricevimentodelle delegazioni estere e una affollatissima cena di gala.Il Grande Oriente ha partecipato con una grandissima delegazione e laGiunta al completo guidata dal Gran Maestro Gustavo Raffi.Il Gran Maestro sanmarinese Italo Casali

attività

internaziona

le

FIRENZE Il 9 aprile il tempio maggiore della casa massonica fio-rentina di Borgo Albizi era affollato oltre misura. Ben 115 fratellihanno partecipato alla tornata rituale della loggia fiorentina“Concordia” (110) per festeggiare i fratelli toscani eletti o nomi-nati a cariche ufficiali del Grande Oriente d’Italia e iniziare il ciclodi celebrazioni per i suoi 150 anni di fondazione. Erano presenti ilGran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi, il Gran Maestro Onora-rio Mauro Lastraioli, il presidente del Collegio circoscrizionale del-la Toscana Stefano Bisi, il suo vicepresidente Moreno Milighetti, ilpresidente dell’Oriente fiorentino Roberto Bartoli insieme a nuovigrandi ufficiali, nuovi giudici della Corte Centrale, nuovi garanti diamicizia, nuovi consiglieri dell’Ordine. Numerosi alla tornata an-che i maestri venerabili di logge toscane.Ha condotto i lavori il maestro venerabile Marco Rossi che in aper-tura ha illustrato il programma di festeggiamenti della loggia, la-sciando la parola al fratello Milighetti che ha introdotto la seratasottolineando l’unicità della tornata che si stava svolgendo su pro-posta dalla Giunta del Collegio.Di seguito sono intervenuti: i consiglieri dell’Ordine Francesco Bor-gognoni, Riccardo Viligiardi, Claudio Cavallini e Fabio Reale, i giu-

dici della Corte Centrale Lorenzo Del Lungo, Luigi Cappelli e Fede-rico Donati, i garanti d’amicizia Carlo Luigi Ciapetti, Franco Bezzi-ni, Vittorio Soldi, Marco Redini, Giampiero Caglianone e il GranMaestro Onorario Mauro Lastraioli.Il presidente circoscrizionale Stefano Bisi ha poi sottolineato l’im-pegno della Giunta nel cercare di dare alla Toscana una posizionecentrale nella Massoneria del Grande Oriente d’Italia – risultatoampiamente raggiunto anche con l’attività del sito Internet e deinotiziari – e di ricostituire fra i fratelli della regione un forte sen-so di fratellanza e di appartenenza. Nel suo discorso ha raccoltomolto di quanto già espresso da altri fratelli che avevano eviden-ziato il proprio apprezzamento per il lavoro svolto dal Collegio, at-tribuendogli il merito di una ritrovata unità.Ha concluso la serata il Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchiche ha riferito dell’impegno che stava svolgendo, proprio in quelleore, il Gran Maestro Gustavo Raffi a Madrid presso la Gran Loggiadi Spagna.Al termine, nella sala dei passi perduti, è stato fatto un brindisi au-gurale alla loggia ultracentenaria e ai fratelli appena eletti alle va-rie cariche istituzionali.no

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L’ingresso del segretario esecutivo della Conferenza mondiale delleGran Logge, Thomas Jackson, e del Gran Maestro Gustavo Raffi

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PALMI Serata speciale il 9 aprile nella casa massonica per la tor-nata congiunta delle logge “Pitagora-Ventinove Agosto” (1168) diPalmi e “Giuseppe Logoteta” (277) di Reggio Calabria, durante laquale il fratello Filippo Bagnato, presidente del Collegio circoscri-zionale della Calabria e membro della “Logoteta”, è diventatomembro onorario della officina ospitante. Era presente il GranMaestro Aggiunto Tonino Perfetti.I lavori, condotti dal maestro venerabile palmese Roberto Lovec-chio con il suo omologo reggino Mario Patafio, sono stati caratte-rizzati anche dalla tavola del grande ufficiale Cosimo Petrolino(“Pitagora-Ventinove Agosto”) composta in onore del fratello Ba-gnato, esponente di una delle più prestigiose logge calabresi. Con“Elogio dell’amicizia fraterna”, il fratello Petrolino ha parlato del-l’amicizia come percorso, riconoscenza, “grazia” e memoria. Nel-l’evento amicale, ha spiegato, “un uomo incontra un altro uomo escopre qualcosa di sé e – in maniera naturale – imposta la propriavita sulla gratuità e su una nuova grammatica umana che fa deldono disinteressato la cifra dei propri rapporti”.Massima l’attenzione nel tempio, strapieno di fratelli con numero-si venerabili e rappresentanti di logge di vari orienti della Calabria.Sono intervenuti: dall’Alto Jonio Reggino Salvatore Borzomì (“I Fi-gli di Zaleuco” di Gioiosa Jonica), Claudio Bruno (“Mazzone-Ruffo” di Roccella Jonica) e Gino Rispoli (“Armonia” di Siderno);da Vibo Valentia Ugo Grillo (“Benedetto Musolino”); da LameziaTerme Dario Leone (“Federico II”); da Crotone Francesco Capria(“Mediterraneo”); da Palmi Domenico Laruffa (“Ettore Ferrari”);da Gioia Tauro Renato Vigna (“Benjamin Franklin”); da Reggio Ca-labria Nino Papalia (“Pitagora”), Nicola Plutino (“Domenico Ro-

meo”), Enzo Sera (“Giuseppe Garibaldi”), Gianfranco Fragomeni(“Giuseppe Mazzini”).Hanno inoltre partecipato l’ispettore circoscrizionale Romeo Bru-no, i neo consiglieri dell’Ordine Ennio Palmieri e Sergio Tursi Pra-to, i gran rappresentanti Fortunato Violi, Giuseppe Caparello, GigiGrasso, Giuseppe Giannetto e Franco Cipriani.Il Gran Maestro Aggiunto Perfetti, dopo aver portato i saluti delGran Maestro Gustavo Raffi, ha evidenziato l’alto spirito dei lavo-ri, arricchiti da quel senso di amicizia fraterna, di rispetto recipro-co tanto cari proprio al Gran Maestro che spesso riassume nell’e-spressione “la Massoneria del sorriso”.

Tornata celebrativa della loggia “Concordia”. In primo piano dasinistra: il Gran Maestro Onorario Lastraioli, il Gran Maestro AggiuntoBianchi, il maestro venerabile Rossi

A GIUGNO

� MONTECORVINO PUGLIANO

Tempio sotto le stelleTornata rituale all’aperto il 26 giugno per il Solstizio d’Estate.Organizza la loggia puglianese “Libertà e Pensiero” con il pa-trocinio e la collaborazione del Grande Oriente d’Italia e delCollegio Circoscrizionale di Campania-Basilicata.Dopo la tornata è prevista una cena. Il programma è suwww.grandeoriente.itInfo e prenotazioni entro il 12 giugno:Pasquale [email protected] - 3381522858

Macerata ha ospitato la conferenza internazionale sulla missione del-le società iniziatiche organizzata dalla rivista del Grande Oriente d’I-talia “Hiram” e dallo stesso Grande Oriente. La giornata è stata aper-ta da Paolo Corallini Garampi, Gran Cancelliere e Grande Archivistadell’Osmth di Osimo, cui è seguito il discorso di benvenuto di Gusta-vo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. “Sono onorato dipresentare questo evento – ha detto Corallini -, iniziativa unica inquesto panorama negli ultimi 200 anni. Un evento simile si è tenuto

alla fine del 1700 inFrancia alla presenzadel conte di SaintGermain. Lo scopodella giornata è di ri-costruire un percorsodi spiritualità che su-peri le differenze dirazze e religioni nellaprospettiva di unanuova illuminazionedell’umanità”. “Co-rallini ha messo l’ani-

ma per la realizzazione diquesta manifestazione – con-tinua Raffi – il cui obiettivo èquello di rendere comprensi-bile alla società la presenzadella Massoneria i cui mem-bri cercano di essere contem-poranei della posterità”. Latensione al fine di stabilireuna pura spiritualità mon-diale si fonda su 5 punti: l’u-nione di tutte le religioni, ilritrovamento del loro patri-monio comune, la definizio-ne di un cammino che nonsia solo intellettuale (di testa)ma esperienziale (di cuore),l’insegnamento delle vie spi-rituali che conducano allapurificazione e trasformazio-ne degli uomini e la dissolu-zione definitiva dei dogmidelle religioni.

Paola Olmi

rasseg

nasta

mpa

MACERATA 18 aprile 2010

Il Simposiointernazionale distudi sullesocietàiniziatiche èanche nel

Telegiornale del Grande Oriente d’Italia.Vai su www.grandeoriente.it

18 aprile 2010

Il tema dei Templari nel lororapporto con la Massoneria èun tema moderno, riscoperto,frequentemente riportato al-l’attenzione di chi segue gli ar-gomenti culturali, spesso af-frontato ma quasi sempre insufficientementedibattuto in quanto racchiude in sé i caratteridi un’ostica afferrabilità e per questocapace di indurre a continui approfondimenti

nel tentativo di cogliere la completezza dellaconoscenza”.Questo lo scopo del convegno culturale “ITemplari e la Massoneria, l’evoluzione di un

pensiero nella Tradizione” or-ganizzato dal Rito di York del-la Massoneria di Massa Marit-tima che fa parte del GrandeOriente d’Italia Palazzo Giusti-niani alla sala dell’Abbondan-za, gremita da un folto pubbli-co fra cui numerosi esponentidella Massoneria italiana.Nelle vesti di relatori, dopo ilsaluto ufficiale e la presenta-zione dei lavori ad opera diAlessandro Giuliani, Commen-datore della commenda “DanteAlighieri”, con GianmicheleGalassi nella veste di modera-tore, il gran segretario del GranCapitolo dei Lamar SeverinoBriccarello su “Storia, Evolu-zione e Attualità del Rito di

York, il past Commendatore della Commenda“Carroccio” Antonio Araneo su “La Cavalle-ria: Occidente e Oriente”, l’Ambasciatore del

MACERATA Simposio internazionale di studisulle società iniziatiche

L’esoterismoalla Filarmonica

MASSA MARITTIMA13 aprile 2010

MASSA MARITTIMA

Templari eMassoneria

i misteri di duemondi

Convegno sulla storia dei “cavalieri”�

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rassegnastampa

37

Gran Capitolo Generale Internazionale del-l’Arco Reale degli Usa Franco Valgattarri su“L’Eredità templare nella Massoneria”.Conclusioni affidate a Emilio Attinà docenteall’Università di Reggio Calabria oltre chemembro della Gran Commenda dei CavalieriTemplari in Italia.Ne è venuto fuori così un interessante conve-gno dal quale è emerso come il binomio Tem-plari e Massoneria riesca a conservare intattoe nitido un orizzonte affascinante, esoterico e

misterioso, al punto che da quando la Masso-neria nel 1717 è passata da operativa a specu-lativa si è sempre annoverato il conferimentodei gradi templari fra quelli che compongonoil cosiddetto sistema degli alti gradi. Su unaspetto tutti concordi nei vari interventi. I va-lori templari hanno influenzato la Massoneriain termini di progresso visto che essendo essauna scuola iniziatica tradizionale le cui originisi perdono nel tempo, si annovera fra coloroche più di altri si possono definire eredi legit-

timi del messaggio templare che non si è affat-to perduto dopo il processo condotto dall’In-quisizione.Infine il perché della scelta di Massa Maritti-ma ad ospitare un simile convegno legata siaalla sua sede geografica e sociale all’altezzadella situazione, sia perché in questo territoriosono presenti e operanti diverse strutture delRito di York connotato da una radicata e dif-fusa cultura massonica.

Gianfranco Beni

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Lo scorso 16 gennaio, a Bolza-no, si è tenuto un importanteSeminario di Studio sul TerzoGrado. Salutati dal fratelloRoberto Cirimbelli, Presidentedel Collegio circoscrizionaledel Trentino Alto Adige (chedel Seminario è stato anchel’intelligente e efficiente orga-nizzatore), decine di fratelli ealti dignitari del GrandeOriente – convenuti da tutt’I-talia – hanno affrontato i temie gli argomenti che dovrebbe-ro caratterizzare i lavori ingrado di maestro: grado pocopraticato, ma che è fondamen-tale per la costruzione dell’e-sperienza liberomuratoria.Numerosi e serrati gli inter-venti: tutti di alto livello e digrande interesse. Vediamoneuna breve sintesi. Il fratelloClaudio Bonvecchio (all’epocaOratore del Consiglio dell’Or-dine e ora Gran Ufficiale diGran Loggia) – dopo avermesso in guardia dalle nume-rose “patacche esoteriche” –ha sottolineato come il terzogrado rappresenti la sintesi ar-monica tra il grado di appren-dista teso all’apprendimentoempatico dei simboli e quellodi Compagno, in cui la rifles-

sione utilizza la razionalitàdella filosofia, dell’ermetismo,dell’architettura e delle arti li-berali. Per questo, gli argo-menti che vanno trattati devo-no essere indirizzati alla so-cietà, al perfezionamento sim-bolico e a un esoterismo cheabbia come scopo la trasfor-mazione interiore. E proprioalla trasformazione interioreha fatto riferimento il fratelloStefano Bisi (presidente delCollegio circoscrizionale dellaToscana) nel trattare il mito diHiram come paradigma diuna vita massonica in cuimorte e rinascita vengono aritmare uno stile che è lo stiledel libero muratore. Stile che,ovviamente, deve essere lasua divisa anche nella vitaprofana. Ma per ottenere que-sto risultato centrale è la ri-tualità. Tema questo che ha vi-sto il fratello Giuseppe Abra-mo (Gran Segretario) propor-re una riflessione fondamen-tale sul come affrontare e vi-vere la ritualità di cui ha trat-teggiato il valore pedagogiconel preparare, guidare e soste-nere ogni fratello sulla via delperfezionamento. E perfezio-namento e trasformazione in-

storia e cultura

BOLZANO

Esoterismoe terzo grado

Seminario di Studi organizzato dalCollegio del Trentino Alto Adige

di Claudio Bonvecchio

Claudio Bonvecchio Antonio Calderisi Perer Litturi

Andrea Allieri. Al tavolo, Gran Maestro Raffi con Roberto Cirimbelli,presidente del Collegio del Trentino Alto Adige e Danilo Detassis, allora

vicepresidente circoscrizionale (ora consigliere dell’Ordine)

storiaecultura

teriore è stato il bino-mio su cui si è sofferma-to – con straordinariacompetenza iniziatica,precisione semantica eprofondo pathos – ilfratello Andrea Allieri(presidente del Collegiocircoscrizionale dellaSardegna) fornendo lecoordinate per ottenereil livello più alto dellaMaestria. Livello a cui sigiunge – come ha ricor-dato il fratello maestroPeter Litturi, con gran-de perizia psicologica efinezza esoterica – riu-scendo a superare le op-posizioni polari presen-ti nell’animo umano per raggiungere quelsuperiore equilibrio che è armonia interioreed esteriore. Che è quel-la coincidenza tra mi-crocosmo e macroco-smo e tra spirito e mate-ria che il libero murato-re può ottenere grazie allavoro rituale e perso-nale che il grado di mae-stro impone. Prodromoa questo lavoro è, natu-ralmente, l’atteggia-mento meditativo. E sulsenso della meditazionesi è soffermato il fratelloAntonio Calderisi cheha ribadito come essasia parte integrante del-la ritualità e momentoimprescindibile dellaquotidianità: una quoti-

dianità improntata a un misticismo laico cheè proprio al libero muratore. Su questo, il

fratello Morris Ghezzi(Grande Oratore) ha traccia-to alcune linee guida che neldelimitare le differenze tramisticismo ed esoterismo haindicato come il misticismolaico proprio dell’esoterismosia la premessa per quella at-tivazione del sentimento delSacro che deve contraddi-stinguere il vero iniziato.Il Gran Maestro Gustavo Raf-fi, infine, ha concluso i lavoricomplimentandosi per l’ini-ziativa e ricordando a tuttisia i numerosi interventi e leBalaustre da Lui dedicate alterzo grado, sia l’importanzache il Grande Oriente d’Italiaannette ai lavori in terzo gra-

do. Lavori che devono diventare l’asse por-tante di una Libera Muratoria, forte, corag-

giosa e presente nel sociale.Ma anche palestra di perfe-zionamento interiore e di im-pegno personale. In questosenso, il Gran Maestro si èaugurato che ovunque ven-gano fatti seminari di questotipo e livello per orientare ifratelli e spronarli ad esseresempre quelli che il GrandeOriente vuole che siano.L’entusiasmo, l’attenzione ela partecipazione dei Fratellipresenti sono stati la palesetestimonianza che l’obietti-vo tenacemente perseguitodai fratelli del Trentino AltoAdige nell’organizzare que-sto seminario era stato rag-giunto.ra

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Stefano Bisi Morris Ghezzi Pino Abramo

Gran Maestro Gustavo Raffi

Il pubblico

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Ernesto Nathan è stato GranMaestro del Grande Oriented’Italia per due mandati, dal1896 al 1904 e dal 1917 al 1919ed è ricordato come il migliorprimo cittadino di Roma, capa-ce di governare la Città Eternacon un profondo senso etico edi responsabilità,seguendo l’idea-le della laicità elo spirito del-la moder-nità.Un conve-gno ha ri-cordato il

suo profilo il 12 febbraio nella Sala Protomote-ca del Campidoglio su iniziativa dell’AgenziaParlamentare per l’Informazione Politica edEconomica AGENPARL diretta da Luigi Ca-milloni.

All’incontro “Il Buon Governo di ErnestoNathan, Sindaco di Roma“ hanno parteci-pato il Gran Maestro del Grande Oriente

d’Italia Gustavo Raffi, gli ex sindaci di RomaClelio Darida e Francesco Rutelli, gli storiciRomano Ugolini e Carlo Ricotti, la giornalistaSerena Purarelli, il vicepresidente della Com-missione scuola del Comune di Roma Ludo-

vico Todini.La figura di Nathan “si staglia co-

me emblema di correttezza e tra-sparenza nell’azione politica enella gestione della cosa pub-blica”, ha detto Ricotti che loha presentato come “model-lo ineguagliato di efficienzae modernità”.Lo storico ha ripercorso l’o-pera di Nathan, inserendo-la nel contesto del suo tem-po, all’indomani della svol-

ta progressiva realizzata allafine dell’Ottocento dal go-

verno Zanardelli-Giolitti, caratterizzata dauna serie di riforme e iniziative, tra le quali hacitato la legge sulle municipalizzate del perio-do 1902-1903 e quella sul riscatto delle ferro-vie del 1905.

Tra la situazione economica at-tuale e quella che si trovò adaffrontare Ernesto Nathan, Ri-cotti ha evidenziato un paral-lelo molto interessante. In se-guito alle trasformazioni avve-nute nel sistema capitalistico,nelle due epoche, sono statiprivilegiati alcuni settori conampi margini di redditivitàpiuttosto che altri; ad inizio se-colo avvenne per i compartichimici e siderurgici, preferitia quelli dei servizi come ac-qua, luce, gas e trasporti, men-tre oggi sta avvenendo con la

“finanziarizzazione” dell’economia. Sulla ba-se di queste condizioni socio-economiche,Nathan fu protagonista di un’intensa attivitàper governare l’enorme speculazione ediliziache si stava verificando con lo spostamento diRoma a capitale d’Italia, un’opera che condus-se con il grande senso dell’etica pubblica checontraddistinse tutti i suoi incarichi istituzio-nali.Tra le ragioni del successo dell’amministrazio-ne Nathan, Ricotti identifica le sue importantiiniziative in campo edilizio ed urbanistico, ol-tre alla sua esperienza consolidata come am-ministratore pubblico, dal momento che pri-ma di salire in Campidoglio era già stato, tra inumerosi incarichi ricoperti, Consigliere co-munale, Consigliere della Provincia di Pesaro,amministratore della Congrega di Carità diRoma.Obiettivi costanti della sua gestione, furonoquelli dell’educazione pubblica, rivolta ai piùgiovani, alla formazione professionale e allademocratizzazione, al fine di costruire un’ef-fettiva partecipazione dei cittadini ai processidecisionali.Il tratto distintivo della sua capacità politicaed amministrativa è stata, ancor più delle al-tre, secondo lo storico, quella di “progettare il

ROMA Convegno al Campidoglio

Il Buon Governo diErnesto Nathan,sindaco di Roma

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Gran Maestro Gustavo Raffi con gli ex sindaci di Roma Clelio Darida e Francesco Rutelli

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futuro”, attraverso “la sua fiducia nella ragio-ne, in quella religione del progresso che rac-chiude anche l’idea di una ingegneria sociale elegislativa capace di costruire riforme, non di-sgiunta, però, da un sano empirismo, un acu-to senso pratico che gli derivava dalla sua ma-trice anglosassone”.Nathan seppe coniugare la sua matrice ebrai-ca, anglosassone e cosmopolita, con l’ispira-zione politica mazziniana e repubblicana; talielementi ideali e filosofici lo portarono ad ela-borare un’azione politica profondamente in-novativa, con la quale, secondo Ricotti, fissò ipresupposti per trasformare la capitale in unametropoli moderna, segnando, altresì, l’entra-ta del Comune nella vita produttiva dellacittà, con un intervento massiccio nel settoredell’istruzione e della sanità.Il Gran Maestro Gustavo Raffi ha ricordato, ol-tre all’impegno etico di Nathan nella gestione

della “cosa pubblica”, anche la sua dedizionealla Massoneria, ai suoi ideali e l’opera con laquale sostenne il Grande Oriente, aiutandoload allontanarsi dal supporto alle mire autori-tarie di politici come Crispi e Di Rudinì.Sebbene ritenesse la Massoneria “associazionepatriottica ed educativa e non associazionepolitica”, ha sottolineato Raffi, furono nume-rosi i richiami di Nathan ai fratelli, per la dife-sa “contro lo spirito subdolo di classi dirigen-ti che vorrebbe sacrificare al dominio ottenuto,l’avvenire e lo sviluppo morale e materiale deipiù”. Nathan, seguendo il suo motto “sapere èpotere”, ha continuato il Gran Maestro, fece diRoma un vero e proprio “laboratorio di demo-crazia municipale”. Gustavo Raffi ha infine ri-cordato il saggio scritto da Nathan, a conclu-sione del suo mandato amministrativo nel1914 e intitolato “La Massoneria e i suoi fini”,nel quale illustrava gli obiettivi costantemente

perseguiti nel corso della sua vita. Il GranMaestro ha terminato il suo intervento citandoe facendo proprie le parole di Ernesto Nathan,che si proponeva di contribuire ad “educareuna nazione alla coscienza dei suoi doveri, al-l’insofferenza per ogni tirannide dogmatica, alconsapevole esercizio dei propri diritti politi-ci, sociali ed economici, ribelli a qualsiasi do-minio di partito, di scuola, di fede”.Il convegno, che ha visto la collaborazione delServizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia,si è concluso con la proiezione di un filmatoche ha mostrato alcuni importanti cambiamen-ti apportati alla città di Roma dall’amministra-zione di Nathan come, ad esempio, la fonda-zione dell’azienda comunale di elettricità e ac-qua potabile, la creazione della società munici-pale per i trasporti pubblici. In questo periodo,Roma iniziò ad essere una città proiettata ver-so la realtà metropolitana di oggi.

Altro che sciocchezze o vecchiecredenze. L’esoterismo, i miste-ri, le scuole di sapere alternati-vo sono filoni rimasti semprenell’ombra. Oggi invece entra-no nell’enciclopedia.Il filosofo Gian Mario Cazzani-ga ha infatti pubblicato un An-nale della “Storia d’Italia” (Ei-naudi) proprio sull’Esoterismo(avendone pubblicato in prece-denza uno sullaMassoneria) e hascelto Affaritaliani.it per raccon-tare il suo lavoro.“Dai pitagorici ai cabalisti, dai rosacroce allecorrenti esoteriche novecentesche, fino allenuove forme contemporanee per esoterismos’intende un deposito di conoscenze riservate,

che si presume assai antico, detenuto da ungruppo ristretto, a cui si accede solo per coop-tazione”. E prosegue: “Dall’antichità ai giorninostri, le sue diverse forme hanno seguito ilcorso della storia. Per questo merita uno stu-

dio e una diffusione enciclope-dica. In Grecia esistevano mi-steri eleusini, orfici e dionisiaci.Nell’impero romano si diffuse-ro quelli di Mitra e Iside”.Ma le ragioni di una totale esclu-sione dal sapere tradizionale ri-sale all’avvento delle Chiese cri-stiane: “La vita dell’esoterismosi è dovuta interfacciare con es-se in quanto depositarie di un’u-nica verità”. Da quel momentoper esoterismo si può intendereun insieme di conoscenze e ritiche hanno vita riservata perchéla Chiesa li condanna. Ma peresoterismo si può intendere an-che una tradizione di paradig-mi culturali che non coincidono

con quelli storicamente egemoni, questione cheoggi si ripropone con flussi migratori che por-tano in occidente culture diverse, spesso ricchedi tradizioni esoteriche”.ra

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Panoramiche del convegno

L’Unità d‘Italia passadalla MassoneriaE la leggenda sul2012 è una bufala

di Virginia Perini

1 aprile 2010

storia

ecultura

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Riguardo alla Massoneria oggi si parla moltodel suo rapporto con l’Unità d’Italia: “Le di-scussioni sull’appartenenza alla Massoneriadi Giuseppe Mazzini sono un falso problema.Mazzini fu dapprima dirigente carbonaro e,mentre era in carcere, gli furono conferiti gra-di massonici da Passano, un capo della Mas-soneria, in modo che potesse comunicare all’e-sterno con dirigenti di logge e, anche successi-vamente, si avvalse di massoni che simpatiz-zavano con il suo programma politico. Nel pe-riodo dell’Unità d’Italia fiorirono molte scuoledi origine esoterica. Ebbero un ruolo impor-tante le Vendite Carbonare: puntavano sulle li-bertà politiche e sulla concessione di una co-stituzione, come in altri paesi d’Europa. Perquanto riguarda la Massoneria, è sempre statoun luogo di accettazione delle diversità, dun-que circolarono spesso in essa progetti alter-nativi rispetto a quelli dominanti. La Chiesacattolica ha sempre criticato le concezioni del-

la Massoneria, dichiarandole incompatibilicon la propria dottrina, sia perché è propriodella Massoneria legittimare una pluralità divie per la ricerca della verità, ciò che la Chiesacondanna come relativismo, sia perché in Ita-lia e in altri paesi latini le lotte liberali per unademocrazia costituzionale si sono trasformatein movimenti anticlericali contro il potere tem-porale vaticano”.Poi aggiunge: “Il rapporto tra Massoneria epolitica è spesso oggetto di letture errate. Piùvolte nella storia, al contrario dei luoghi co-muni, sono stati i politici ad utilizzarla permeglio realizzare i loro programmi. D’altraparte essendo la Massoneria una associazioneradicata nei gruppi dirigenti, è facile trovaremassoni fra i dirigenti politici ma in tutti i par-titi, anche se la presenza maggiore la troviamonei partiti laici, dai repubblicani ai liberali e aisocialisti”.E sul proliferare delle sette e delle aggrega-

zioni: “La società in continuo cambiamentogenera molta insicurezza, questo contestospiega l’esigenza di trovare un’identità ingruppi con ideali comuni. Sono favorevole alprincipio della libertà associativa, anche se al-cune sette che vengono dagli Stati Uniti sonotalora responsabili di truffe. Ma per questo cisono i controlli e la vigilanza che la legge pre-vede. Il falso allarmismo è molto diffuso ed èpericoloso”.E infine smonta le teorie sulla fine del mon-do nel 2012: “Trovo che queste teorie faccia-no parte del versante non culturale dell’eso-terismo. In poche parole sono sciocchezze.Innanzi tutto i calendari sono un’invenzioneumana. Come possono influenzare l’univer-so o addirittura dio? Quando qualcuno ipo-tizzò sciagure per l’anno 2000, oltretuttoconfondendo l’ultimo anno del millennio colprimo del successivo, si rivelò tutta una bu-fala...”.

L’impegno di alcuni fratelli ca-gliaritani a sostegno della cul-tura è stato premiato. Il 30 mar-zo il Consiglio regionale dellaSardegna ha approvato la pro-posta di legge N° 90 che istitui-sce la ‘’Fondazione GiorgioAsproni’’, filiazione dell’Asso-ciazione culturale “GiorgioAsproni”. Cofondatori sono laRegione Sardegna e il Comunedi Bitti, paese natale di Asproni.La proposta, avanzata dall’As-sociazione e votata all’unanimità dalla Com-missione Cultura, ha riscosso grande soddi-sfazione tra i consiglieri che hanno reputatoimportante la costituzione di un istituto checustodisca e valorizzi una figura fondamenta-le delle radici autonomistiche sarde. Ancheper il Grande Oriente d’Italia l’iniziativa assu-

me rilievo visto il ruolo di Asproni nella Mas-soneria dell’Ottocento. Fu anche fondatoredella storica loggia “Universo” al fianco delGran Maestro Ludovico Frapolli.La Fondazione raccoglierà l’eredità dell’Asso-ciazione culturale “Giorgio Asproni” – presie-duta dal fratello Idimo Corte – che da alcunianni è impegnata a divulgare l’opera aspro-

niana e i suoi influssi nella po-litica italiana postunitaria. Haorganizzato convegni in colla-borazione con gli atenei sardi,pubblicato volumi e svolto im-portante attività pedagogicanelle scuole. L’ultima, in ordinedi tempo, a Tortolì il 17 aprilenell’Aula Magna dell’IstitutoSuperiore I.T.I che ha ospitatoil dibattito “Giorgio Asproni ela Religione laica del Risorgi-mento” con la partecipazione,

tra i tanti, dello storico Fulvio Conti, autoredel saggio “Massoneria e Religioni civili” (IlMulino), e del decano dell’Università di Ca-gliari Tito Orrù, storico prestigioso della Sar-degna e primo esperto asproniano, curatoredella stampa dell’intera collezione del “DiarioPolitico” di Giorgio Asproni.

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CAGLIARI

Associazione Aspronidiventa Fondazione

CHI È GIORGIO ASPRONINato nel 1808 a Bitti, paese pastorale della Sardegna, Asproni studiò teologia e diritto nel-le università di Sassari e di Cagliari. Giovane canonico nella diocesi di Nuoro, nel 1848, conla concessione dello Statuto albertino e la nascita del Parlamento subalpino, abbandonò lacarriera ecclesiastica per la politica vissuta come missione totale. Fu deputato dal 1848 al1876, giornalista, polemista brillante e profondo, collaboratore e direttore di giornali diorientamento democratico. Repubblicano, mazziniano, federalista, aderì nel 1867 alla Mas-soneria e da quella data la sua vita massonica fu esemplare. Amico di Mazzini, Garibaldi,Bakunin, Crispi e Cattaneo, fu strenuo difensore di una concezione laica dello Stato e deivalori più avanzati della democrazia liberale, tra i quali la libertà di stampa e la tolleranzareligiosa. Lottò per l’unità d’Italia contro la deriva centralista e il controllo piemontese sul-lo Stato.La lucidità politica lo condusse ad essere il parlamentare sardo più autorevole, diventandouno dei leader della Sinistra democratica prima nel parlamento subalpino a Torino e poi nel-la Camera dei deputati del neonato Regno d’Italia. Il suo Diario politico, pubblicato in settevolumi, è un fondamentale documento per gli studiosi del Risorgimento.

Ancora una volta, il fratello Loren-zo D’Andrea, della loggia “Citius”(825) di Firenze, ha stupito con lasua arte moderna e in un certo mo-do dissacratoria e fuori dagli sche-mi. Il 17 marzo a Pietrasanta, nellaChiesa di Sant’Agostino, ha inau-gurato la sua ultima mostra dal ti-tolo Il Santo Graal, allestita su inizia-tiva dell’assessorato alla Culturadel comune di Pietrasanta e a curadi Adolfo Lippi e Tiziano Lera, conla collaborazione della Galleria Del-la Pina Artecontemporanea.E’ un vero omaggio alla simbologia, visto il te-ma così suggestivo, al quale fa da corollario laJesus’ band, gli apostoli riuniti per l’ultima ce-na raffigurati in proporzioni monumentali inmateriale ligneo. Impressionante la differenzadelle proporzioni: piccoli, finemente cesellati,simboli e lettere quasi criptici per il SantoGraal quanto imponenti, moderni, intrigranti ipersonaggi dell’ultima cena.

Per capire in profondità il messaggio di Lo-renzo D’Andrea, riportiamo il commentodei due curatori, legati a lui da sentimentidi stima ed amicizia.Dice testualmente lo scrittore Adolfo Lip-pi: “Vi sono due misteri che da centinaiadi anni intrigano, affascinano, richiamano,coinvolgono curiosi, artisti, intellettuali:l’Ultima Cena e la Leggenda del Graal,una coppa dentro la quale sarebbe statoraccolto il sangue del Messia. Sono duemisteri che danno una luce particolare,una chiave di lettura originale al cristiane-simo. Il Santo Graal, sarebbe una reliquiadove Giuseppe di Arimatea raccoglie aipiedi della croce il sangue di Gesù croci-fisso. Questo sangue, una volta adorato,magari toccato, guarisce i mali fisici e del-lo spirito ed eleva automaticamente l’ado-ratore pio all’ultramondo; cosicché diven-ne un imperativo cercarlo: dai cavaliericrociati ai templari e furono persuasi non

tanto che Dio s’incarni in Gesù ma che la car-ne sia, sublimandosi Dio. Nell’ultima cena,invece, Cristo istituzionalizza con la benedi-zione e la preghiera, un evento che trasformarealmente il pane in carne e il vino in sangueredentore. Sappiamo che senza questa Co-munione non esisterebbe la Santa Messa cat-tolica e i crismi dei sacerdoti a celebrarla. Sivedano dunque come Graal e Ultima cena

siano temi importanti, esemplari,produttori di preziosissimi riferi-menti; temi che non potevano e nonpossono non ispirare l’arte. LorenzoD’Andrea, architetto, pittore, scul-tore si è addentrato con l’immagi-nazione e il pensiero in questi “og-getti” del sacro. Oggi, egli, nellamostra a Sant’Agostino in quel diPietrasanta, concelebra i due miste-ri dando una squisita fine letturadei testi che lo hanno portato a “fa-re” una coppa del Graal e ha rico-struire l’Ultima Cena con figure li-

gnee maestose.Secondo Paul Klee, l’arte non ripete le cose vi-sibili, ma rende visibile. E cos’è che Lorenzorende visibile? Egli colloca la coppa con lascritta YEHOSHOA sopra un tabernacolocomposto da due piedistalli; un cubo ricoper-to di numeri ed un altare “ pietra angola-re”marcato dalle sagome di Adamo ed Eva alcentro del quale sta il pomo che nella bibbia

volle dire conoscenza del Bene e del Male.Congiungendo questi elementi, Lorenzorende visibile “la riconciliazione”. Nell’Ul-tima Cena, opera in legno pitturato, conGesù centrale e i dodici apostoli in contor-no, si vede bene come vi sia, nel tendersidegli apostoli al bene una forte contorsio-ne della materia un processo di spezzetta-mento per poi accedere alla calma delMaestro, alla nostalgia di una possibileperfezione umana”.Secondo l’architetto Lera, l’arte di LorenzoD’Andrea “è l’amalgama, il tramite fra ilpassato e l’oggi, racchiudendo in sé il futu-ro. Con l’immediatezza del suo segno, sve-la i significati più misterici”.Numerosi e accreditati i riconoscimenti ri-cevuti per quest’ultima opera, a partiredall’attuale Pontefice.La mostra sarà allestita ad ottobre nella se-de massonica del Collegio circoscrizionaledella Toscana di Borgo Albizi a Firenze.ra

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PIETRASANTA

Il Santo GraalL’ultima mostra

del fratello Lorenzo D’Andrea�

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“Ogni storia è storia contem-poranea”, diceva BenedettoCroce. A mano a mano che cimuoviamo attraverso il tempo,il caleidoscopio del passato gi-ra ed emergono nuovi modelli.“I fatti storici – diceva il gran-de storico dell’Ottocento LordActon – sono paragonabili allelettere dell’alfabeto, che posso-no diventare un numero infini-to di parole e di frasi”. L’eco-nomista e parlamentare liberalbritannico John Hobson fu ilprimo a vedere, nel 1902, l’Imperialismo – cometitolò il suo libro – come una forza negativa nel-la storia, “non necessaria e immorale”. Questotermine, per la prima volta peggiorativo, fuadottato nel 1916 da Lenin nel suo Imperialismo,fase suprema del capitalismo per minare gli imperiche minacciavano il sorgere di quello sovietico.Ora, vent’anni dopo la caduta del Muro di Ber-lino, la nomenklatura europea evita di propo-sito la parola “Impero” per la sua rapidissimaunione di 27 Stati. Gli elettori europei, scaval-cati in questa decisione, sono però acutamenteconsapevoli di essere stati “occupati” da unamigrazione su larga scala proveniente dall’in-terno dell’Ue ma soprattutto dall’Asia e dal-l’Africa. Ma non la sentono come conquista mi-litare dell’Imperialismo. Di qui le guerre ai mi-nareti. E il successo della Lega nelle regionali2010 e l’attesa di risultati simili in un’Europache si sente “invasa”.Il saggio Replenishing the Earth: The Settler Revo-lution and the Rise of the Anglo-World 1783-1939(Ri-riempire la terra, di recente pubblicato daOxford University Press) del professor JamesBelich, un neozelandese di origine croata, arri-va al momento giusto, dato che ruota il calei-doscopio e vede in uno specchio diverso le no-stre epoche passate. Noi in Europa stiamo vi-vendo ciò che l’Europa fece vivere al resto delmondo nel XIX secolo, che si estende dal 1780al 1939. “Con tutto il rispetto dovuto alla riccastoriografia sull’imperialismo europeo, sul lun-go periodo la maggior parte degli imperi euro-pei in Asia e in Africa si sono rivelati fuochi dipaglia”, scrive Belich nel suo ampio saggio, cheil Times Literary Supplement considera l’opera sto-rica più importante – sui processi del mondomoderno – dai tempi di Greater Britain (La piùGrande Britannia, 1868) di Sir Charles Dilkes.Dal 1783 al 1939 un aspetto significativo ebbe-ro i movimenti su larga scala delle popolazio-ni che “clonavano” le loro società: i russi in Si-beria, i cinesi in Manciuria, gli italiani in Ar-gentina. E, soprattutto, gli “anglo” (nella lingua

e nelle istituzioni, se non nella nazionalità) in-sediamenti dei coloni britannici nell’Ovest de-gli Stati Uniti, in Canada, Sudafrica, Australiae Nuova Zelanda. Tra il 1780 e il 1930 il nume-ro degli anglofoni nel mondo balzò da 12 a 200milioni. Era una globalizzazione popolare dalbasso verso l’alto piuttosto che dall’alto al bas-so, guidata – o incoraggiata – dallo Stato, pro-prio com’è l’attuale colonizzazione dell’Euro-pa da parte delle famiglie africane e asiatiche,con le loro culture, i loro usi, la loro religione.Noi non consideriamo gli attuali immigrati im-perialisti, ma li vediamo come colonizzatori. Icolonizzatori anglofoni, generando due suc-cessive superpotenze mondiali, riuscirono a in-tegrare con successo frontiere e metropoli.Il loro segreto non fu il potere militare. E neppu-re una presunta superiorità razziale o culturaleo istituzionale. Dopo tutto l’ugualmente esplosi-va e riuscita colonizzazione dell’“Est” russo e del-l’“Est” cinese in Manciuria mancava di quellequalità, presunte “eccezionali”, che erano il pro-testantesimo, l’individualismo, il diritto anglo-sassone e la democrazia rappresentativa.Il segreto dell’anglo-riuscita fu piuttosto un in-crocio di cambiamenti storici, tra i quali l’im-provviso trasferimento in massa, at-traverso montagne e oceani, di co-loni e mercanti che portavano consé idee, tecnologie e investimenti.Propaggini di metropoli come Lon-dra e New York. Ma come riusciro-no quei cento abitanti di Chicago –“il posto dell’aglio”, secondo l’an-tica lingua della tribù Potawatomi– che nel 1835 erano sparsi tra seicase, qualche tenda indiana e un al-bergo, a diventare nello spazio diuna vita, cioè nel 1890, la prima cittàdi grattacieli al mondo, con una po-polazione di 1,1 milioni di abitan-ti? E che cosa accadde per far pas-sare Melbourne dagli zero abitantidel 1835 ai 378 mila del 1891?

Allora come oggi arrivò la globalizzazione, al-leata alla “grande idea” che l’emigrazione fos-se un elemento positivo e non una “escrezionesociale”. Questa creò una “mentalità delboom”, mentre dalla Rivoluzione industriale,alleata alle tecnologie non-industriali della fron-tiera, nasceva una crescita rapidissima che in-tegrò le comunità di coloni più vicine ai centrimetropolitani di New York e Londra, che si sal-varono perché esportavano generi di prima ne-cessità come la carne e la lana. Questa ri-colo-nizzazione più tardi si trasformò in de-colo-nizzazione, ma le società dei coloni rimaserocome “cloni”. Perché, come scrive Belich, “gliimperi europei dominarono un continente emezzo per pochi secoli, ma le colonie europeearrivarono a dominare 3,3 continenti, Siberiacompresa. E continuano. Furono le colonie, nongli imperi, che nella storia dell’espansione eu-ropea ebbero la forza di diffondersi e restareed è tempo che gli storici di quell’espansionesi concentrino su di essa”. Soprattutto adessoche il processo storico sta tornando come unboomerang – per usare un’espressione rubataagli aborigeni australiani – contro di noi, abo-rigeni europei.

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LA TESI DELLO STORICO JAMES BELICH

Coloni e clonila storia si ripeteL’Europa che si sente “invasa”

dagli immigrati vive ciò che nell’800fece vivere al resto del mondo

di Richard Newbury

9 aprile 2010

James Belich

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Cade in giorni pasquali, e par-rebbe quasi un segno, una sor-ta di “prodigio” che la scienza,a suo modo, ha sperimentatoper arrivare alla scoperta dellacosiddetta “particella di Dio”,la prova cruciale grazie a cuipuò dirsi che dal Big-Bang hapreso vita l’universo. Conun’approssimazione stupefa-cente, tale da sbalordire glistessi 5000 scienziati del Cern,è stato riprodotto nel laborato-rio ginevrino l’indicibile even-to esploso quindici miliardi dianni fa. In realtà l’LHC, l’acce-leratore più grande del mondo– vent’anni di lavoro in un tun-nel di 27 Km, 4 miliardi di eurosuddivisi tra venti Paesi – hafatto viaggiare in direzioni op-poste due fasci con 100 miliardidi protoni ciascuno, sprigionando un’energiapari a 10 mila miliardi di volt. Nella sola gior-nata del 30 marzo, i protoni che viaggiavanoquasi alla velocità della luce hanno percorso10 miliardi di chilometri. Suppergiù dalla Ter-ra a Nettuno, e ritorno.“Il più grande e ambizioso esperimento scien-tifico di tutti tempi” era in atto mentre nellenostre case si preparavano i riti della “vigilia”di Pasqua, con la torta di formaggio, le uovasode e il salame corallino: la benigna tradizio-ne contadina che si rinnova, ciascuna espres-sa dalle rispettive antropologie, dai tempidelle prime seminagioni. Sono giorni in cuicronache e storia si dividono l’interesse del-l’umanità per la soluzione di problemi che, seirrisolti, aggraveranno i dilemmi della nostrafutura sopravvivenza: il clima, l’alimentazio-ne, la sanità, il lavoro, il welfare, l’energia,per citare solo i temi più inquietanti, e tra-lasciando le violenze che coinvolgono lapace, le relazioni umane, le pulsionidella ragione e dell’interiorità, i dirit-ti dell’infanzia e della vecchiaia, co-minciando da quello di nascere e po-ter vivere.La contiguità fra tali questioni e lascoperta del Cern è sotto i nostri oc-chi, illuminata da un’intelligenzanuova, che alimenta inimmaginabilisperanze. Non ho dimenticato, a questoproposito, un incontro con Carlo Rubbia,a Gemona, entrambi vincitori di un premioche ci piacque ricevere perché sposato all’ideadi convocare nel paese esemplarmente rinatodal terremoto del Friuli le avanguardie più

meritevoli dei giovani di mezzo mondo, se-gnalati dalle rispettive scuole e ospiti per unmese, grazie a una rigorosa selezione annuale,dalle famiglie della rifiorita città.Ero a tavola, la sera della sua premiazione, con

il primo direttore generale delCern – il Laboratorio Europeoper la fisica delle particelle –Premio Nobel per la fisica e in-ventore del sistema teorico-pratico che ha portato all’even-to cui si parla nel mondo. Car-lo Rubbia indaga sull’infinita-mente piccolo – le particelleelementari della materia – perconoscere e comprendere l’infi-nitamente grande. Gli astrono-mi, guardando sempre più lon-tano con i loro telescopi, hannoviaggiato all’indietro nel tem-po fino a raggiungere una fron-tiera invalicabile, quella dell’U-niverso nell’attimo che prece-dette il suo inizio, non ancoraattraversata dalla luce.Il “fisico delle particelle” ave-va proposto di superare quellimite per altra via, cioè pene-trando nelle strutture piùprofonde della materia. Ancheil suo, come quello degli astro-nomi, è un percorso a ritroso

verso i primordi del creato per decifrarne ilbuio e la luce. Dopo avere contribuito comepochi ad aprire le strade su cui hanno cam-minato questi studi, proponendo nuovi ap-procci, mettendo a punto tecniche adeguate eguidando équipes di sperimentatori, tra cuimolti italiani, Rubbia unisce all’impegnoscientifico un forte sentire civile. Mentre af-ferma che “di troppa scienza non si muore”,è vigoroso assertore del diritto-dovere dellasocietà di dettare norme responsabili per l’u-so legittimo e benefico della ricerca. “Chiari-re il concetto di nulla – mi spiegò – è una del-le sfide più affascinanti della fisica moderna.Vuoto e nulla sono concetti determinanti alfine di comprendere la materia. Per vuoto,nell’opinione comune, si intende ciò che ri-mane quando tutto ciò che si può togliere èstato rimosso”.

Quando negli acceleratori del Cern si pro-voca la collisione di particelle di carica

elettrica opposta, si ricreano, in scalaridotta, le condizioni di energia esi-stenti nei primi attimi di vita dell’u-niverso, subito dopo il Big Bang.“Ancora oggi – aggiunse Rubbia –non sappiamo di che cosa sia costi-tuito l’ottanta per cento dell’univer-so, la cosiddetta materia oscura. Gli

ultimi risultati ottenuti al Cern fannoipotizzare l’esistenza di nuove fami-

glie di particelle: la loro scoperta ci rive-lerebbe una possibile componente della

materia oscura. Potremmo presto sapere dinon esser fatti della stessa materia che costi-tuisce la maggior parte dell’universo: un nuo-ra

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Alla ricerca della‘particella di Dio’Ma sull’Oceano c’èun’isola di rifiuti

Dai prodigi della scienza alle umanenefandezze, le contraddizioni di un

mondo che tenta di conoscerel’origine dell’Universo

e scopre le proprie futilitàdi Sergio Zavoli

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6 aprile 2010

attualità

attualitàvo orizzonte per la fisica, e per la filosofia...”.Ha mai trovato tracce di Dio fra una radiazione gammae un neutrino?, gli domandai. “La ricerca di un’intelli-genza superiore – rispose – almeno nel nostro concetto direligione è soprattutto una ricerca all’interno di noi stes-si. L’osservazione della natura che ci circonda, nonostan-te possa convincerci dell’esistenza di una razionalità in-combente, non può rispondere all’esigenza di una federeligiosa. Sono dimensioni forse contigue, ma certamen-te diverse”.E qui, scusandomi con il giornale per lo spazio che gliprendo, lasciatemi concludere con una metafora che ir-rompe in questi stessi giorni nella nostra “storia”: mentreeravamo immersi nella clamorosa notizia cosmica delCern, è apparsa nel Pacifico un’isola formata esclusiva-mente di rifiuti. Una enorme concentrazione di spazzatu-ra, la più grandiosa delle discariche esistenti al mondo,galleggia al centro di un nostro oceano. Il fenomeno ha unainedita forza ammonitrice: nel momento in cui “fermia-mo” il tempo del Big-Bang, l’immane “chiazza di rifiuti”guarda un gruppo di noi che gioca con le sue strampalate,futili “storie” in un’altra isola del creato chiamata – chissàa quale titolo – “dei famosi”.

Non è esercizio inutile quel-lo di cogliere il nesso fra trevicende di etica pubblica chehanno occupato le cronachepiù recenti: il disconosci-mento elettorale del furentemoralismo antiberlusconia-no; le arroventate polemichesul lassismo della Chiesa neiconfronti dei preti pedofili; eil rifiuto della pillola aborti-va da parte di alcuni presi-denti regionali in potenzialerivincita vandeana controscienza e modernità.Sono vicende che indubbia-mente hanno valenze delicatee non transeunti; e che meri-tano adeguata e impegnativariflessione. Per aprirla, in toni forsesemplificatori, non è del tutto azzardatopartire dalla constatazione di una inat-tesa novità: la caduta verticale del “rea-to” come principale concetto di riferi-mento nella regolazione dei comporta-menti individuali e della convivenzacollettiva.È una caduta che ritroviamo nel morali-smo antiberlusconiano, dove l’enfasigiustizialista e la condanna morale so-stituiscono il perseguimento concretodi reato e pena; che ritroviamo nelle po-lemiche antiecclesiali, dove una ecla-

tante chiamata in causa di ve-scovi, cardinali, pontefici, so-stituisce un concreto persegui-mento dei singoli responsabili(difficile per i giudici, con po-che garanzie di risarcimentoper gli avvocati); e che ritro-viamo anche in alcuni presi-denti regionali che non consi-derano reato la non applica-zione di una legge nazionaleche il religioso sentire del pro-prio elettorato considera pec-caminosa. In ognuna delle trevicende il reato, il primato delreato, non funziona più. Vin-cono le denunce, gli scandali,le campagne mediatiche, ma ilreato e la sua repressione ven-gono nei fatti messi in secondopiano.Di fronte a tale novità non èinutile ricordare che per moltisecoli il “reato”, come tra-sgressione della legge civile, è

stato susseguente e quasi subalterno al“peccato”, come trasgressione della leg-ge divina e del diritto naturale in essavelatamente incorporato. Il divieto di ru-bare o di uccidere è stato imposto dallenorme religiose molte centinaia di anniprima di essere codificato nella legisla-zione penale degli Stati. Ma erano normesemplici, adatte a società semplici e acomportamenti tutti individuali e quasiprimordiali; poi la società è diventatasempre più complessa e la sua regolazio-ne molto articolata. Non bastavano più

13 aprile 2010

SOCIETÀ Individui insofferenti delle regole,istituzioni ormai incapaci di garantire un’etica

pubblica. E si indeboliscono i valori laici

Crisi del reato eritorno del peccatoPiù moralismo politico e meno

legalità: così rischiamo

un nuovo fondamentalismodi Giuseppe De Rita

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dieci “comandamenti”, occorreva un comples-so apparato pubblico (un parlamento volto ainnovare la legislazione e una coerente ammi-nistrazione della giustizia) capace di dare allenorme una continua evoluzione e quindi unasuperiorità storica, più che valoriale.Così nel tempo la devianza dalle norme sta-tuali diventa reato, che sostituisce il peccatocome regolatore dei comportamenti; al richia-mo di una forte etica individuale si sostituisceil bisogno di sicurezza collettiva; alla ricercadella vita buona (la richiesta e la concessionedel perdono a chi si è comportato male) si so-

stituisce la “legalità”, parola mitica della mo-dernità per come l’abbiamo realizzata negliultimi secoli.Ma la crescente complessità sociale, che avevamesso in crisi il primato dei comandamenti,sta cominciando a mettere in crisi anche il piùlaico valore del reato. Non sfugge a nessunoche oggi la società è immersa in una sorta divocazione alla sregolatezza che ha coinvoltosia la sfera individuale, segnata da egoismi esoggettivismi senza fine; sia la sfera collettivae istituzionale, segnata da furbizie e arroganzedi ogni tipo. Siamo pieni di nobili richiami al-

la legalità, ma tutto restiamo in una realtà in-distinta, spesso decisamente confusa, di con-trasti non solo valoriali ma anche giurisdizio-nali.Ne soffrono, e ne sono insieme i testimoni, idue poteri su cui tutto il problema si giuoca:quello parlamentare che determina le norme, equello giudiziario che le applica. Il primo èsempre più condannato ad una bulimia nor-mativa che rincorre e codifica un crescente nu-mero di fattispecie di reato, senza la coscienzapolitica che “quando tutto è reato, nulla è piùreato” (fattore essenziale della citata confusio-ne). E in parallelo corre il disagio del poteregiudiziario: avviene sempre più spesso che imagistrati maturino una esplicita sfiducia neiloro strumenti di azione, troppo condizionatida tempi lunghi, prescrizioni, condoni; e sisentano costretti in tutta onestà a comminare(usando avvisi di garanzia, intercettazioni,campagne di stampa) l’unica pena rimastapossibile: lo sputtanamento di chi in coscienzaessi ritengono colpevole. Siamo avvolti più dalgiudizio generico sui peccati che dall’operosoperseguimento del reato; e i magistrati (loro, isacerdoti del reato) hanno solo da dirci chequalcuno “ha peccato, in pensieri, parole, ope-re e omissioni”.Un ritorno silenzioso e sottile del peccato co-me riferimento implicito delle devianze socia-li è quindi nelle cose. Siamo troppo occidenta-li e libertini per aver timore che si arrivi, ma-gari sull’esempio islamico, a una regolazionereligiosa dei nostri comportamenti. Ma ri-schiamo che un po’ di sottile fondamentali-smo sia dietro l’angolo: magari laicamenteespresso, magari con localistico piglio vandea-no, magari con qualche rinverdita guerra direligione. In nessun caso sarebbe un gran pas-so in avanti.

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Denis MackSmith, uno deimaggiori stu-

diosi del Risorgimento italiano, la vedecon lo spirito laico e tollerante tipico degliinglesi: “Le polemiche sul centocinquan-tenario dell’unità d’Italia mi sembrano unfatto più che normale. Non esiste una ce-lebrazione che non sia anche una provo-cazione per qualcuno. E una totale iden-tità di vedute sul passato non sarebbe unacosa buona”. Certo oggi in Italia non cor-riamo questo pericolo. Chi avrebbe dettoche il Paese si sarebbe diviso persino suGaribaldi e Mazzini? E se la ricorrenza dei150 anni finisse con il sancire la definitiva disunità d’Italia?Secondo Giuseppe Talamo, presidente dell’Istituto per la Storia delRisorgimento, alla base di tutto c’è l’ignoranza. “Nessuno sa più nien-te, nessuno legge niente. Quest’anno ricorre il bicentenario della na-scita di Cavour, e chi lo conosce oggi? Ormai Cavour viene fatto pas-sare per una specie di truffatore. Le nuove generazioni non sanno checosa ha significato il Risorgimento nella Storia non solo italiana, maeuropea. E le polemiche anti-unitarie dei leghisti non poggiano micasu ricostruzioni storiche, su nuove interpretazioni degli eventi pas-sati. Tutto viene ricondotto alla polemica politica, il passato viene mi-surato sul metro dell’oggi”.Talamo trova paradossale che le posizioni più ostili all’unificazionevengano dal Nord. “Per molti decenni la polemica antirisorgimenta-

le era quella dei meridionalisti. Si accusavail Nord di aver conquistato il Sud per sfrut-tarlo. Ora i termini della questione vengonocapovolti”. Eppure, sottolinea lo storico, l’u-nità d’Italia è stata fatta soprattutto dai pa-dani. “La maggioranza dei garibaldini nonerano certo meridionali. Venivano da Berga-mo, dalla Lombardia. E i primi a guadagnarcisono stati proprio i settentrionali. Per secolila Francia e l’Austria si erano contese le no-stre regioni del Nord, con la nascita dello Sta-to italiano la Padania ha cessato di essere uncampo di battaglia. Uno se la può aggiusta-re come vuole, ma la verità storica è questa”.Molto diverso il punto di vista di Stefano B.

Galli, che insegna Storia delle dottrine politiche all’Università di Mi-lano, uno studioso molto ascoltato da Bossi, Maroni. Calderoli. “Io noncredo proprio che sia una questione di ignoranza. Piuttosto bisognaguardare alla storia economica del paese. Non sono un economista, macito i calcoli fatti dal professor Luca Ricolfi: ogni anno le regioni delNord cedono a quelle del Sud 50 miliardi di euro”. La stima in veritàè piuttosto controversa. Sta di fatto che, continua Galli, “così la vivo-no gli italiani che abitano al Nord. Ed è inevitabile che questa convin-zione si ripercuota sulla percezione dell’identità nazionale”.Secondo lo storico leghista, l’appuntamento con il centocinquantena-rio è vissuto con un certo scetticismo non solo dai politici in camiciaverde, ma da tutti gli italiani. “Ho studiato quanto accadde negli anni-versari precedenti. Nel 1911, quando si celebrarono i 50 anni dell’unità,

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ITALIA 150: MASSONERIA: RAFFI (GOI), COGLIERE UN ‘NUOVOINNESCO’ PER VIVERE I VALORI PROFONDI DELLA NAZIONEIL VENTO DELLO SCOGLIO DI QUARTO INSEGNA LIBERTÀ ECAPACITÀ DI COSTRUIRE STORIE DI DEMOCRAZIA“Dallo scoglio di Quarto, da cui mossero il 5 maggio 1860 i Mille di Garibaldi, si alzi un vento nuovo e un rinnovato, profondo interesse perle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Occorre andare alle radici di quella esperienza, rimarcando i valori strutturali del-l’Unità e declinandoli nel contesto moderno. Bisogna essere capaci di ascoltare le grandi lezioni degli uomini del Risorgimento non per unasterile e museale celebrazione ma per sentire gli echi vivi di una Tradizione che parla all’oggi”. Lo ha dichiarato Gustavo Raffi, Gran Mae-stro del Grande Oriente d’Italia in occasione del 150° anniversario dell’impresa dei Mille che apre le celebrazioni per l’Unità d’Italia.Per il Gran Maestro, “va recuperata perciò la forza di quel pensiero risorgimentale che ha saputo costruire la storia cogliendo lo spirito unita-rio nella nuova Europa dei popoli. La Massoneria segnala il bisogno concreto di un ‘nuovo innesco’, di un nuovo ‘verbo’ unitario coagulan-do, come furono capaci di fare i nostri padri, attorno a nuovi interessi e ideali, le sfide dell’abitare un comune destino nel Mediterraneo. Lapartita è troppo grande per perdersi in inutili polemiche. L’Unità d’Italia parla ancora al nostro futuro, al domani della Nazione”.“Garibaldi, mito fondante del Risorgimento e della Repubblica – sottolinea Raffi- fu un uomo libero e un massone che nell’Italia dell’Ot-tocento seppe anticipare i tempi e lottare per la verità di un ideale che doveva farsi carne. Il sogno garibaldino di una società civile, libe-ra e democratica, capace di interrogarsi e di fare ponti al dialogo e all’umanità, ci fa ancora strada ed è una indicazione di percorrenza perpensieri liberi e azioni che, oggi come 150 anni fa, vogliono costruire il bene del popolo”.

LA VOCE DEL GRANDE ORIENTE

IL DIBATTITO

Divisi anche gli storici: “C’è poco da celebrare”“No, per gli italiani sarà una festa importante”

di Pietro Piovani

si proponeva anche un’idea forte dell’Italia: il Paese stava creando unasua industria pesante, pochi anni prima era nata la Fiat, Torino che ave-va perso la capitale politica si rilanciava come capitale produttiva delPaese. Nel 1961, per il centenario, un Italia che da poco era passata al-la Repubblica e alla democrazia celebrava il suo boom economico.Ades-so che cosa possiamo celebrare? Il 121 per cento di debito pubblico?”Segna un’altra temperatura il termometro di Lucio Villari, che di re-cente ha scritto un saggio sull’Italia risorgimentale dal titolo Bella e

perduta: “Io vedo le reazioni al mio libro, sento quello che mi diconoe mi scrivono i lettori: agli italiani l’unità d’Italia sta molto a cuore, ec-come. Poi, per carità, gli storici e gli uomini di cultura hanno il dirit-to di esprimere qualsiasi opinione. Però quei ministri della Repubbli-ca che sostengono la disunità nazionale esprimono posizioni politi-camente e storicamente disoneste. Fortuna che ci sono Napolitano eCiampi: a loro dovrebbero essere grati tutti gli italiani”.

(Il Messaggero 5 maggio 2010)

“Mi auguro che le dimissioni dalcomitato siano un atto di protesta che si traduca in unbenefico effetto salutare”. Gustavo Raffi, gran maestromassonico del Grande Oriente d’Italia, appoggia i com-

ponenti del comitato dei garanti per la celebrazione del 150° anni-versario dell’Unità d’Italia che hanno rassegnato le loro dimissioni,dopo la scelta del presidente del comitato Carlo Azeglio Ciampi, mo-tivata però da ragioni di salute legate all’età.

“Assistiamo a un fenomeno di rimozione storica - lamenta Raffi - chesi traduce quasi in un timore di professare valori nazionali e in parti-colare di evidenziare il valore del Risorgimento che culminò nell’U-nità d’Italia. Un evento che si vuol far passare in sordina. È un motoche non riguarda solo la Lega Nord, ma - accusa l’esponente dellaMassoneria - anche alcuni settori del mondo cattolico. L’esercizio cri-tico è giusto che riguardi gli storici, ma quando si vuole demolire lastessa Storia nazionale, allora il discorso cambia”.

Alle due del pomeriggio del 25 ottobre 1867,trecento zuavi e gendarmi guidati dal capita-no Vinay e da Luigi Rossi della polizia ponti-

ficia sbucarono da vicolo del Moro in via della Lungaretta. Una spia li

aveva avvisati che cento ribelli armati si nascondevano nel lanificio diGiulio Ajani. Un intero isolato di fabbriche e caseggiati a Trastevere, davia della Lungaretta al fiume, fu circondato. Il rione era deserto: sbar-rate le porte delle case, chiuse le botteghe. Ma non perché era l’ora di

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RISORGIMENTO DI SANGUE

Giuditta Tavani, la ribelle di Trastevereche morì sognando l’Italia unita

di Melania Mazzucco

LA DECISIONE DI CIAMPI

UNITÀ D’ITALIA: RAFFI (GOI), DIMISSIONI DA COMITATO SIANOSALUTARI CONTRO RIMOZIONE‘C’E’ UN MOTO REVISIONISTA DELLA LEGA NORD MA ANCHE DISETTORI CATTOLICI’

LA VOCE DEL GRANDE ORIENTE

23 aprile 2010 �

pranzo: la città era in stato d’asse-dio. C’era il coprifuoco. Per le stra-de circolavano solo truppe.Dieci mesi prima l’esercito franceseaveva lasciato Roma – dopo che ilgiovane Regno d’Italia aveva pro-messo di non attentare alla libertàdello Stato del Papa – e gli eventierano precipitati. Roma pullulavadi volontari democratici e repubbli-cani, mercenari, agitatori, poliziotti, spie. E tutta l’Italia era in fermen-to. Garibaldi, anziano e malato di artrite, voleva tentare l’ultima im-presa: nel 1860 coi Mille aveva conquistato il Sud – ora doveva pren-dere Roma. Il governo italiano lo fece arrestare alla frontiera dello Sta-to Pontificio, scatenando tumulti in tutto il regno. Garibaldi fu confi-nato a Caprera, ma lanciò un proclama inequivocabile: “I Romani han-no il diritto degli schiavi, di insorgere contro i loro tiranni: i preti. GliItaliani hanno il dovere di aiutarli, e spero lo faranno”. Così il 30 set-tembre l’azione era iniziata. Il piano prevedeva che tre colonne (guida-te dal figlio Menotti, da Nicotera e da Acerbi)marciassero su Roma da Nord, da Sud e dallaMaremma, attirando i pontifici allo scontro, fuo-ri dalle mura. Aquel punto, i comitati d’azione –guidati dal deputato della Sinistra FrancescoCucchi, entrato in città clandestino sotto falsonome – avrebbero scatenato l’insurrezione.Garibaldi evase rocambolescamente da Capre-ra e si mise alla testa dell’esercito di volontari,mentre dentro Roma si attendeva con ansia l’o-ra della rivolta. Uno dei capi del movimentoera Giulio Ajani, proprietario del lanificio divia della Lungaretta. L’altro era una donna:Giuditta Tavani, moglie del direttore della fab-brica, Francesco Arquati. Ajani aveva 32 anni,lei 37. Entrambi erano di famiglia agiata, ave-vano industrie, terreni e greggi. Erano impren-ditori borghesi in una città di aristocratici eplebei – di servitori, osti, barcaioli e preti. Ilgiorno stabilito per l’insurrezione di Roma era

il 22 ottobre. Alle 7 di sera i mura-tori Monti e Tognetti fecero saltarecon una bomba una caserma a Bor-go, uccidendo 22 zuavi francesi eferendone 12: però in quel mo-mento in caserma c’erano solo icomponenti della banda, e cosìmorirono innocui musicisti e qual-che passante. Si combattè sul Cam-pidoglio, a piazza Colonna, a por-

ta San Paolo e ai monti Parioli. Ma i romani rimasero passivi, i fra-telli Cairoli furono massacrati con la loro colonna tra i mandorli diVilla Glori, e il 24 ottobre era già tutto finito. I superstiti degli scon-tri si rifugiarono nel lanificio di Trastevere, dove da settimane non sifilavano panni di lana ma si fabbricavano proiettili e si coordinava-no le operazioni. Giuditta Tavani si incaricò di sfamarli e incorag-giarli. Figlia di un combattente della Repubblica Romana del 1849,era cresciuta nel culto eroico della libertà d’Italia, e lo aveva tra-smesso ai figli. Sposata a 14 anni, ne aveva avuti 9 secondo alcuni te-

stimoni, 4 secondo altri. L’ultimo non era ancoravenuto al mondo: Giuditta era incinta. La seradel 24 ottobre Ajani, gli Arquati e il deputatoCucchi si riunirono nel lanificio e decisero di re-sistere – nascosti – fino all’arrivo di Garibaldi,che era già a Monterotondo. Giuditta disse: “Daquesta casa non uscirà nessuno, sinché non si siadeciso il da farsi. Se altri non si muoverà, ci muo-veremo noi. A noi il far insorgere Trastevere. Ilpopolo è ancora commosso e agitato: il segretodelle rivoluzioni sta nell’ardire”.La mattina del 25 Giuditta preparava il pranzoper gli ospiti del lanificio mentre Ajani si spostòin casa Arquati – dirimpetto, in piazza di SantaRufina, dove c’erano le figlie di Giuditta: Rosa eVirginia adolescenti e la piccola Adelaide di treanni. Lì bussarono i gendarmi. Dopo una rapidasparatoria, Ajani fu sopraffatto e arrestato. Intan-to il figlio di Giuditta, Antonio, dodicenne, disentinella sull’altana, segnalava l’arrivo delle

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Nata a Roma nel 1966,MELANIA MAZZUCCOè autrice di sei romanzi,tradotti in ventidue paesi.Con Vita (2003) vince ilpremio Strega. L’ultimolibro è Jacomo Tintorettoe i suoi figli (Rizzoli)

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Giuditta Tavani

truppe. I fatti seguenti sono ricordati con partigiane varianti dalledue fazioni, ma entrambe concordano su questo: fu il bambino a ti-rare una bomba a mano sui soldati. Cominciò la battaglia. Gli asse-diati avevano fucili, schioppi, bombe a mano, pistole, pugnali, pic-coni e pali di ferro. Sparavano dal tetto e dalle finestre. Giuditta Ta-vani caricava le armi e tirava bombe, incitando i compagni. Gli zua-vi sparavano dalla strada, dal campanile del vicino convento di mo-nache, dalle case circostanti. Per ore incontrarono una accanita resi-stenza, tanto da chiedere il supporto di altri 300 zuavi con l’artiglie-ria pesante. Tuttavia gli insorti avevano armi scadenti, o erano tira-tori inesperti perché riuscirono a fare solo due feriti leggeri (un ter-zo morì poi per un’infezione). Quando finirono le munizioni, lancia-rono mobili, vasi, tegole, sassi, stoviglie. Poi si fece silenzio. Unadozzina di ribelli decisero di sacrificarsi, proteggendo la ritirata aglialtri, che tentarono la fuga sui tetti o nelle cantine, verso il Tevere. Glizuavi sfondarono la porta e fecero irruzione in casa. Al primo pianotrovarono Giuditta, ferita, il bambino e il marito – e li sventraronocon la bajonetta. Si combatté stanza per stanza, corpo a corpo. A par-te due garibaldini di Venezia e Trieste, dentro erano tutti romani: ilcapo officina Gioacchini coi due figli, operai, stallieri, calzolai, cap-pellai, perfino un giovane ginnasta. Alla fine, si contarono 13 cada-veri – rotti e mutilati. Due feriti morirono poco dopo in ospedale. Al-tri ribelli furono catturati nei dintorni: la casa degli Arquati fu sac-cheggiata, il lanificio devastato. Le figlie di Giuditta fuggirono a Ve-

nezia, 19 insorti furono condannati alla galera e Ajani a morte. Madopo la presa di Roma l’industriale riottenne la libertà. Era ormai ri-dotto in miseria, ma forse fu tra i 70.000 che parteciparono alla com-memorazione del 25 ottobre 1870 – sul luogo del massacro, dove an-cora si vedevano il sangue sui muri e i buchi delle pallottole. Giu-ditta Tavani e gli altri morti furono celebrati come gli ultimi martiridel Risorgimento. La vicenda di Giuditta è stata raccontata da stori-ci militanti (Felice Cavallotti, Mario Paganetti, Paolo Mencacci), di-scendenti dell’eroina (Pietro Parboni Arquati) e scrittori (l’ultimo,Claudio Fracassi, nel recente La ribelle e il Papa Re). Nel 1880 CarloAdemollo la dipinse nel fosco quadro L’eccidio della famiglia TavaniArquati: morta sul pavimento, fra i gendarmi, col revolver in pugnoe il figlio morto sul seno. La targa apposta in via della Lungaretta 97merita di essere citata per intero perché, con la sua sanguinosa reto-rica, restituisce la memoria di un Risorgimento violento: una veraguerra, anche se combattuta da pochi, che come tutte le guerre si nu-tre di martiri e di eroi:“L’ultimo rifugio della insurrezione tradita senza speranza di vitto-ria 37 cittadini per tre ore l’urto di vili e feroci mercenari sostenneroper la salute di Roma strenuissimamente pugnando nel sangue ver-sato da Francesco Arquati, e Paolo, Giuseppe e Giovanni Gioacchini,Cesare Bettarelli, Angelo Marinelli, Giovanni Rizzo, Augusto Dome-nicali, Enrico Ferroli, Gaetano Bartolini spenti nell’impari lottaaffogò irreparabilmente il dominio temporale dei papi.Il 25 ottobre 1867 in questa casa Giuditta Tavani Arquati anima anticacon la voce con lo esempio incorò i combattenti da prezzolati stranieriinsieme al dodicenne figlioletto Antonio fu assassinata. Due a morte,venti altri combattenti a duri ceppi i sacerdoti di pace dannavano comea santuario qui traggono le nuove generazioni della virtù e del sacrifi-cio di questi fortissimi figli apparando la fede onde surgono gli eroi on-de scaturiscono i martiri i cittadini di Trastevere la Società OperaiaCentrale Romana posero il 25 ottobre 1883”.Il viso idealizzato di Giuditta Tavani – una testa di marmo incasto-nata nel muro della casa sorveglia oggi il concitato passeggio sullastrada sottostante. Chissà cosa vedono i suoi occhi abbruniti dalla fu-liggine. Oggi a Trastevere si va a divertirsi, ubriacarsi e mangiare.Lei ci visse una vita febbrile. Era una trasteverina. Alta, formosa,bruna, con gli occhi neri scintillanti: un volto che non si dimentica-va. Una donna nata nel 1830, dall’anima antica, pronta a morire perfare l’Italia. Ma l’Italia che sognava non era certamente la nostra.

(La Repubblica ROMA 4 aprile 2010)

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La targa in via della Lungaretta dedicataalla memoria di Giuditta Tavani Arquati

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Periodico informativo culturale Anno XI • Numero 07-08-09 / 15-30 aprile-15maggio 2010

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