Anno xxxi n 3 26 gennaio 2014

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il saluto del vescovo emerito mons. Gervasio Gestori, prima della consegna del pastorale Eccellenza carissima, Fratello nel Signore, da oggi nostro Padre e Maestro nella fede, sii ben- venuto tra noi! Si’, cordialmente benvenuto tra noi. Questa Chiesa di San Benedetto del Tronto- Ripatransone-Montalto ti accoglie con viva gioia e ti abbraccia con sincero affetto. Sii benedetto tu, che vieni nel nome del Signore! Grazie per avere accolto da Dio il dono grande del ministero episcopale e per avere detto SI’ alla chiamata di papa Francesco. La Diocesi Truentina, che viene affidata alla tua cura pastorale, non ha una lunga e gloriosa storia come altre, ma è una Chiesa che possiede una ricca fede popolare, dimostra una spiccata dinamicità di vita e guarda al futuro con grandi attese e con certa speranza. Il suo presbi- terio accoglie laboriosi sacerdoti, che da anni la- vorano nelle proprie amate Comunità, e gode per la bella presenza di un buon gruppo di giovani preti, desiderosi di dedicarsi generosamente nelle Parrocchie del nostro territorio marchigiano e abruzzese. Diversi Movimenti e Gruppi eccle- siali, una autentica ricchezza, frutto del Concilio, stanno operando efficacemente ed in stretta co- munione. Sono numerose le Case Religiose, ma- schili e femminili: esse svolgono apprezzati compiti educativi, sanno accogliere molte per- sone per aiuti e consigli, e mantengono chiara- mente aperto l’orizzonte della spiritualità dentro il nostro mondo. Questa Chiesa diocesana ha bi- sogno soprattutto di quanto papa Francesco ha delineato nella sua Esortazione Apostolica Evan- gelii Gaudium: un annuncio sempre ricco di “profumo del Vangelo” (n. 39; una fede concen- trata “sull’essenziale, su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più ne- cessario” (n. 35); una vita credente, “che si rende operosa per mezzo della carità” (n. 37); la capa- cità di gustare che “la misericordia è la più grande di tutte le virtù” (ib.). ANNO XXXI N° 3 - 26 Gennaio 2014 1.00 SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Segue a pag. 2 Trepidanti parole di calore umano e pastorale del nuovo Vescovo ai suoi fedeli ingresso diocesi 19 gennaio 2014 - Omelia carissimi fedeli della diocesi truentina, vengo a ‘voi nel nome del Signore. Ho bussato e mi avete aperto con sorprendente cordialità. Grazie nel Signore! Iniziamo insieme oggi un nuovo tratto del cam- mino della nostra Chiesa. Evidentemente il suo cammino non inizia oggi: ha alle spalle una gloriosa tradizione di fede e di santità che risale nei secoli e con martiri S. Benedetto e S. Basso arriva fino ai primissimi secoli dell’era cri- stiana. Sono io che inizio con voi questo tratto di cammino che segue immediatamente il si- nodo diocesano e mi inserisco con trepidazione in questa lunga tradizione di fede e santità vis- suta nella semplicità e nella concretezza della gente delle nostre città e delle nostre montagne. Un tesoro prezioso di fede ci è affidato; dob- biamo custodirlo e, senza improprie nostalgie del passato. renderlo fonte di vita per il nostro oggi per noi innanzitutto, poi, per i nostri ra- gazzi e giovani e per coloro che verranno dopo di noi. che cosa può fare un vescovo in que- sta direzione? Da solo poco. ma se lo faremo insieme, con voi. cari sacerdoti, miei primi collaboratori, con voi cari fedeli che gremite questa chiesa, con tutti i fedeli della chiesa di san Benedetto-Ripatransone-montalto e anche con voi autorità qui presenti, allora il poco di ciascuno diventa il molto di tutti in- sieme. A voi autorità che qui rappresentate la società civile, politica, militare, culturale ed economica, va il mio cordiale saluto. Grazie della vostra presenza e dell’omaggio che, attraverso me, prestate alla Chiesa truen- tina tutta. Domenica 19 Gennaio 2014 La comunità diocesana di S. Benedetto del Tr. - Ripatransone - montalto accoglie, con una calorosa manifestazione di festa, il nuovo vescovo S.e.R. mons. carlo Br esciani alla presenza degli emeriti Predecessori, di alcuni Vescovi, di tutto il clero. diaconi e delle più alte autorità civili e militari, in particolare dei sindaci dei comuni del territorio diocesano, e con la corale partecipazione dei fedeli di tutte le parrocchie, il nuovo vescovo carlo, con il solenne ingresso, inizia il suo ministero episcopale. Segue a pag. 2 Lo abbiamo scritto, lo abbiamo detto misto a preghiere, lo abbiamo strillato tra gli applausi, non lo prenda come un’esagerazione, è il nostro modo di esprimere la gioia che viene dal cuore, è il nostro modo di comunicare una lieta notizia. Così facevano i nostri padri quando le città rivierasche erano semplici borghi marinari e le co- municazioni avvenivano da porta a porta, ancor più da finestra a finestra. Erano i tempi in cui il quartiere era la casa di tutti, quando noi ragazzi ci si sentiva accolti come fossimo figli di tutti e dove gioia e dolore non erano mai un fatto individuale. Tutto si esternava rumorosamente quasi a partecipare dell’eco che ritornava dagli usci di casa sempre aperti. Ce lo ha chiesto fin dal primo momento e noi abbiamo tanto pregato per Lei, ma non ab- biamo dimenticato di pregare anche per noi, per predisporci docili ai suoi insegnamenti e non ergerci spesso giudici a giustificazione dei nostri comportamenti. La preghiera ci accomuna ed è il legame forte, il lievito che ci unisce ed arricchisce l’amore che deve col- legarci in una Diocesi. Al benvenuto aggiungiamo un grazie perché sappiamo che ci vuole bene avendo accettato di venire in mezzo a noi pur non co- noscendoci e lo ha fatto per un atto di amore. Solo questo senti- mento è capace di far superare i disagi di un distacco da una terra amata, dove nella sicurezza è programmato un futuro e incomin- ciare un nuovo cammino irto di incognite. Noi continueremo a pregare e lo faremo insieme a Lei nei momenti forti dell’anno li- turgico, specie nelle feste della Madonna sotto la cui protezione imploriamo questo episcopato. La famiglia de “l’Ancora” invoca dal Signore copiose grazie. La Redazione Il nostro Grazie e il nostro Benvenuto al Vescovo Carlo SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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il saluto del vescovo emeritomons. Gervasio Gestori,

prima della consegna del pastorale

Eccellenza carissima, Fratello nel Signore, daoggi nostro Padre e Maestro nella fede, sii ben-venuto tra noi! Si’, cordialmente benvenuto tranoi. Questa Chiesa di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto ti accoglie con viva gioiae ti abbraccia con sincero affetto. Sii benedettotu, che vieni nel nome del Signore! Grazie peravere accolto da Dio il dono grande del ministeroepiscopale e per avere detto SI’ alla chiamata dipapa Francesco. La Diocesi Truentina, che vieneaffidata alla tua cura pastorale, non ha una lungae gloriosa storia come altre, ma è una Chiesa chepossiede una ricca fede popolare, dimostra unaspiccata dinamicità di vita e guarda al futuro congrandi attese e con certa speranza. Il suo presbi-terio accoglie laboriosi sacerdoti, che da anni la-vorano nelle proprie amate Comunità, e gode perla bella presenza di un buon gruppo di giovanipreti, desiderosi di dedicarsi generosamente nelleParrocchie del nostro territorio marchigiano eabruzzese. Diversi Movimenti e Gruppi eccle-siali, una autentica ricchezza, frutto del Concilio,stanno operando efficacemente ed in stretta co-munione. Sono numerose le Case Religiose, ma-schili e femminili: esse svolgono apprezzaticompiti educativi, sanno accogliere molte per-sone per aiuti e consigli, e mantengono chiara-mente aperto l’orizzonte della spiritualità dentroil nostro mondo. Questa Chiesa diocesana ha bi-sogno soprattutto di quanto papa Francesco hadelineato nella sua Esortazione Apostolica Evan-

gelii Gaudium: un annuncio sempre ricco di“profumo del Vangelo” (n. 39; una fede concen-trata “sull’essenziale, su ciò che è più bello, piùgrande, più attraente e allo stesso tempo più ne-cessario” (n. 35); una vita credente, “che si rendeoperosa per mezzo della carità” (n. 37); la capa-cità di gustare che “la misericordia è la più grandedi tutte le virtù” (ib.).

ANNO XXXI N° 3 - 26 Gennaio 2014 € 1.00

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Segue a pag. 2

Trepidanti parole di calore umano e pastorale del nuovo Vescovo ai suoi fedeli

ingresso diocesi 19 gennaio 2014 - Omelia

carissimi fedeli della diocesi truentina,vengo a ‘voi nel nome del Signore. Ho bussatoe mi avete aperto con sorprendente cordialità. Grazie nel Signore!Iniziamo insieme oggi un nuovo tratto del cam-mino della nostra Chiesa. Evidentemente il suocammino non inizia oggi: ha alle spalle unagloriosa tradizione di fede e di santità che risalenei secoli e con martiri S. Benedetto e S. Bassoarriva fino ai primissimi secoli dell’era cri-stiana. Sono io che inizio con voi questo trattodi cammino che segue immediatamente il si-nodo diocesano e mi inserisco con trepidazionein questa lunga tradizione di fede e santità vis-suta nella semplicità e nella concretezza dellagente delle nostre città e delle nostre montagne.Un tesoro prezioso di fede ci è affidato; dob-biamo custodirlo e, senza improprie nostalgiedel passato. renderlo fonte di vita per il nostrooggi per noi innanzitutto, poi, per i nostri ra-gazzi e giovani e per coloro che verranno dopodi noi. che cosa può fare un vescovo in que-sta direzione? Da solo poco. ma se lo faremoinsieme, con voi. cari sacerdoti, miei primicollaboratori, con voi cari fedeli che gremitequesta chiesa, con tutti i fedeli della chiesadi san Benedetto-Ripatransone-montalto eanche con voi autorità qui presenti, allora ilpoco di ciascuno diventa il molto di tutti in-sieme. A voi autorità che qui rappresentate lasocietà civile, politica, militare, culturale edeconomica, va il mio cordiale saluto. Grazie della vostra presenza e dell’omaggioche, attraverso me, prestate alla Chiesa truen-tina tutta.

Domenica 19 Gennaio 2014

La comunità diocesana di S. Benedetto del Tr. - Ripatransone - montaltoaccoglie, con una calorosa manifestazione di festa,

il nuovo vescovo S.e.R. mons. carlo Brescianialla presenza degli emeriti Predecessori, di alcuni Vescovi, di tutto il clero. diaconi e delle più alte autorità civili e militari, in particolare dei sindaci dei comuni del territorio diocesano, e con la corale partecipazione dei fedeli

di tutte le parrocchie, il nuovo vescovo carlo, con il solenne ingresso, inizia il suo ministero episcopale.

Segue a pag. 2

Lo abbiamo scritto, lo abbiamo detto misto a preghiere, lo abbiamostrillato tra gli applausi, non lo prenda come un’esagerazione, è ilnostro modo di esprimere la gioia che viene dal cuore, è il nostromodo di comunicare una lieta notizia. Così facevano i nostri padriquando le città rivierasche erano semplici borghi marinari e le co-municazioni avvenivano da porta a porta, ancor più da finestra afinestra. Erano i tempi in cui il quartiere era la casa di tutti, quandonoi ragazzi ci si sentiva accolti come fossimo figli di tutti e dovegioia e dolore non erano mai un fatto individuale.

Tutto si esternava rumorosamente quasi a partecipare dell’eco cheritornava dagli usci di casa sempre aperti. Ce lo ha chiesto fin dalprimo momento e noi abbiamo tanto pregato per Lei, ma non ab-biamo dimenticato di pregare anche per noi, per predisporci dociliai suoi insegnamenti e non ergerci spesso giudici a giustificazionedei nostri comportamenti. La preghiera ci accomuna ed è il legameforte, il lievito che ci unisce ed arricchisce l’amore che deve col-legarci in una Diocesi. Al benvenuto aggiungiamo un grazie perché sappiamo che ci

vuole bene avendo accettato di venire in mezzo a noi pur non co-noscendoci e lo ha fatto per un atto di amore. Solo questo senti-mento è capace di far superare i disagi di un distacco da una terraamata, dove nella sicurezza è programmato un futuro e incomin-ciare un nuovo cammino irto di incognite. Noi continueremo apregare e lo faremo insieme a Lei nei momenti forti dell’anno li-turgico, specie nelle feste della Madonna sotto la cui protezioneimploriamo questo episcopato. La famiglia de “l’Ancora” invocadal Signore copiose grazie. La Redazione

Il nostro Grazie e il nostro Benvenuto al Vescovo CarloSETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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Anno XXX

26 Gennaio 2014

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continua dalla prima pagina

il saluto del vescovo emerito mons. Gervasio Gestori

Questa nostra Chiesa si consegna alla tuaguida con generosa disponibilità, prontaad ascoltare, ad ubbidire, a collaborarecon stile sinodale, perché la fede e la vita

cristiana si mantengano sempre vive eforti in questo territorio piceno di anticaevangelizzazione, come ci richiama la fi-gura del martire S. Benedetto, da cuiprende nome la Città. In queste setti-mane, dopo l’annuncio della nomina, giàci siamo sentiti fortemente amati da te,dal tuo sguardo, dal tuo cuore. Vogliamoassicurarti che anche noi ti vogliamobene e ti vorremo bene, con l’animo sem-plice della nostra gente di mare, di cam-pagna e di montagna, abituata al lavorofaticoso ed alla solidarietà umana. L’au-gurio: non temere l’odore del litorale o il“fango della strada” (n. 45); guida consapiente amore questa nostra Chiesa, “inuscita” (n. 46), perché per tutti sia “lacasa aperta del Padre” (n. 47), che sa lar-gamente diffondere il buon profumo diGesù. Ti accolgono i nostri malati, i no-stri bambini, i nostri giovani, le nostre fa-miglie. Sii benedetto tu, che vieni nelnome del Signore! Con affetto fraterno econ la preghiera, con venerazione e ub-bidienza, mi unisco anch’io in questogrande e caloroso abbraccio del nostropopolo.

+ Gervasio Gestori

A mia volta rendo omaggio a voi e alle realtà isti-tuzionali che qui rappresentate: esse sono fonda-mentali per il retto ordine della società civile e peril bene comune da cui anche la Chiesa trae bene-ficio per svolgere al meglio la sua missione di an-nunciare il Vangelo, che è Gesù, il Cristo. Che ilSignore vi ispiri nel vostro prezioso servizio e vi

benedica. Il dono della fede che ci è dato deveispirare anche le nostre relazioni civili e animarela ricerca del bene di coloro che vivono accanto anoi, nei nostri paesi. nelle nostre città, nella nostranazione e. più in grande, nel nostro mondo. Nelrispetto dei reciproci: ruoli non possiamo che cer-care di collaborare per i bene di tutti.Cari fedeli, la Parola di Dio, che oggi la liturgia cioffre. ci guidi in questo momento che vuole esseredi preghiera e di lode a Dio: è a Lui che deve an-dare la nostra lode; è Lui che dobbiamo insiemeinterrogare per il cammino che la nostra Chiesadiocesana ha davanti a sé. Oggi attraverso la suaParola che è stata or ora proclamata, Egli ci dàqualche prima indicazione per il cammino che cista davanti. Ne vogliamo fare tesoro cogliendonealcuni spunti.1. La prima lettura, tratta dal libro del profeta Isaiaci consegna quello che deve rimanere sempre ilcompito della Chiesa. Isaia ci riporta queste paroledi Dio: “È troppo poco che tu sia mio servo perricondurre i superstiti di Israele ... lo ti renderòluce delle nazioni perché porti la mia salvezza finoall’estremità della terra” (Is 49,6). La Chiesa èchiamata ad essere luce delle nazioni. Che signi-fica?La fede non è una realtà da vivere solo nel segretodella propria intimità non basta essere servi del Si-gnore nel privato della nostra vita: essere chiesa

è fare comunità; è vivere una vita di comunionenella fede che diventi modello di carità anche

per il mondo. Questo a partire dalle nostrefamiglie e dall’educazione cristiana che inesse viene impartita ai figli. Siamo chiamatia costruire la nostra chiesa diocesana inmodo che essa appaia come il corpo dicristo presente nei mondo di oggi. Da solisiamo solo piccole fiammelle che rischianodi spegnersi al primo alito di vento. insiemeformiamo una grande fiamma che riscalda,illumina e che non facilmente si lascia spe-gnere neppure da venti contrari che, pur-troppo, non mancano mai. La fiamma dellafede che Gesù ci ha donato nel Battesimo,deve sempre di nuovo essere alimentata: senon ci mettiamo l’olio della Parola di Dio,dei sacramenti e della carità vissuta nelle re-lazioni tra noi, essa può spegnersi.È molto bello pensare che Gesù rende laChiesa luce delle nazioni. strumento di sal-vezza per l’umanità, ma lo saremo solo se sa-premo costruire insieme una chiesa che siacomunione nella carità. È una meta entusia-smante. Siamo consapevoli che si tratta di uncompito molto impegnativo per ciascuno di noi.tuttavia, non ci spaventiamo. lasciamo che il Si-gnore agisca in noi e ci illumini sulle strade dapercorrere.2. Nella seconda lettura (1Cor 1,1-3) Paolo si ri-volge ai fedeli di Corinto e dice loro che “sonochiamati ad essere santi insieme a tutti quelli chein ogni luogo invocano il nome del Signore nostroGesù Cristo, Signore nostro e loro”. Ci viene quiricordata la grandezza della nostra chiamata che èdono di Dio: quella alla santità. Ma ci viene anchedetto che dobbiamo esserlo ‘insieme a tutti quelliche...’Per essere luce delle nazioni è necessarioche cresciamo insieme nella santità. Noi siamosantificati per i sacramenti che Gesù attraverso laChiesa ci dona. in primo luogo dal Battesimo checi ha fatti Chiesa. carissimi, aiutiamoci recipro-camente ad essere santi. Non siamo soli. ci sen-tiamo vicini tutti quelli che invocano il nome delSignore nostro Gesù: anche se sparsi nel mondo,in Gesù siamo tutti vicini e in comunione tra noi.Il nostro cammino di Chiesa non potrà che esserein comunione con tutta la Chiesa cattolica in attesadella comunione piena anche con i fratelli sepa-rati. Si tratta qui della grande comunione dei santi,di coloro cioè che condividono le cose sante checi sono consegnate da Dio. Insieme, cibandocidelle cose sante, camminiamo verso l’incontro fi-nale con il Signore. Ci sentiamo vicini in questomomento, in modo particolare, tutti i santi dellanostra chiesa diocesana: sono certo che essi con-dividono con noi questo momento di preghiera edi lode a Dio. Lasciamoci consolare da questacomunione che raggiunge i santi del Paradisoe invochiamo la loro intercessione per la frut-tuosità del nostro cammino di chiesa.3. Il vangelo ci indica una concreta strada da per-correre per attuare tutto questo: seguire l’esempiodi S. Giovanni Battista il quale indica ai suoi di-scepoli Gesù, l’Agnello di Dio. La strada consistenel rendere testimonianza a Gesù con la vita e senecessario anche con la parola, come ebbe a direil nostro papa Fran-cesco. GiovanniBattista sa rinun-ciare a tutto, ancheai suoi discepoli,per rendere testi-monianza a Gesù epreparargli lastrada. Il grande evenerabile papaPaolo VI (permet-tetemi di citare unmio amato concit-tadino bresciano)affermava che«l’uomo contem-

poraneo ascolta più volentieri i testimoni che imaestri ... o se ascolta i maestri lo fa perchésono dei testimoni» (EN 41). Il mondo non senteil bisogno di chiacchiere, ma di persone coerentiche vivono fino in fondo la loro fede e che in talmodo mostrano la bellezza della vita secondo ilVangelo. Il mondo ha bisogno di persone che nonmettono narcisisticamente al centro se stesse, chenon diventano dominatrici e manipolative deglialtri, ma che indicano con la vita il vero maestro:Gesù. S. Giovanni Battista, con l’austerità dellasua vita, ha fatto esattamente questo e “tra i natidi donna nessuno è più grande di lui” disse Gesù.Compirò il mio ministero tra di voi. compiremoinsieme la vocazione cui Dio ci chiama se, comeGiovanni Battista e con la grazia di Dio, riusci-remo a dirci l’un l’altro “è Lui che devi seguire”.ecco, quindi, le indicazioni che ci dà la Paroladi Dio di oggi: crescere insieme nella santità e

nella comunione, rendendo testimonianza a

Gesù con una vita conforme al Vangelo e con la

parola, per essere così luce delle nazioni e far

giungere la salvezza fino all’estremità della

terra. Questo il nostro impegnativo, ma entu-siasmante, cammino di chiesa.Carissimi, abbiamo da Dio una missione moltogrande e molto bella nei confronti della quale cisentiamo piccoli e fragili, dotati di poche risorseumane. Ma abbiamo Gesù che agisce in noi e connoi. Uniti a Lui possiamo aiutarci e sostenerci l’unl’altro nelle nostre fatiche e nelle nostre povertà.Viviamo fino in fondo il nostro essere Chiesa, co-munità del risorto che è vivo ed è presente inmezzo a noi. Non perdiamoci d’animo, fondiamola nostra speranza in Lui (Cristo è la nostra spe-ranza) e non cessiamo ma di ringraziarlo per ildono della Parola, dei sacramenti e della Chiesanella quale e attraverso la quale ci é dato ciò cheè più importante nella nostra vita, il tesoro chenon possiamo permetterci di perdere: quellodella fede in Lui.Che la Madonna di Loreto, patrona della nostradiocesi, ci accompagni intercedendo da Diol’aiuto di cui abbiamo bisogno.

+Carlo Bresciani

Trepidanti parole di calore umano e pastorale del nuovo Vescovo ai suoi fedeli

LA STORIA DELLA DIOCESI

TRA IL XX XXI SECOLO

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“Carissimo Padre, grazie per essere tranoi e per aver voluto incontrare il mondodella fragilità qui tra l’altro rappresentatodalla Caritas, dall’ A.V.U.L.S.S - O.A.R.I,dall’ associazione dei medici cattolici,dalle suore oblate….., dai Gruppi divolontariato Vincenziano, dal Biancaz-zurro società cooperativa, dalla CasaFamiglia S. Gemma Galgani.Da quanti vivono difficoltà nel corpo enello Spirito e in maniera tutta specialeda parte di tutti gli amici dell’ Unitalsidiocesana, un caloroso abbraccio: ammalati,volontari, assistente ecclesiastico, qui presenti.La accogliamo come siamo soliti fare: concuore semplice e pieno di gioia; come uomo diDio, fratello nella fede; Pastore che serve.Quanti tra qualche istante le rivolgeranno unpersonale saluto non hanno normalmente grossavisibilità, né la chiedono; non hanno proprietàdi linguaggio, non desiderano eventi straordinari.Parlano e agiscono con il cuore, sono aperti al-l’Assoluto come solo i poveri sanno fare echiedono unicamente, di essere presi per mano,di poter fare un tratto di strada insieme. Horiletto qualche giorno fa, l’esortazione chel’amato Papa Francesco, ha rivolto all’Unitalsiin occasione dell’incontro del novembre scorsoper la celebrazione dei 110 anni della nostraassociazione. Ci ha invitati a essere segni pro-fetici, ad andare contro la logica dello “scarto”.Ha aggiunto che “i poveri, anche i poveri di sa-lute, sono una ricchezza per la Chiesa”. E ancora, che la nostra opera è “genuinoannuncio della carità, è ministero della conso-lazione”. Parole forti Eccellenza! Speriamo dicorrisponderle. Siamo qui per ribadirle, semmai

ce ne fosse bisogno, che non ci sentiamo soggettipassivi di una solidarietà senza volto, destinataridi un assistenzialismo asettico, né tanto menodi una mera filantropia. Ci sentiamo e vogliamoessere, a pieno titolo, inseriti nella vita e nellamissione della Chiesa. Siamo nati a Lourdes elì ogni anno torniamo. Ci piacerebbe che ilprossimo settembre, come tradizione, sifacesse pellegrino tra i pellegrini, con lanostra diocesi, verso la grotta di Massabielle,che tanto ha dato alla nostra vita di uomini e didonne in Cristo. Le regaleremo tra poco un bi-glietto per il treno: un biglietto speciale mi ver-rebbe da dire: né faccia buon uso e soprattut-to… la aspettiamo! Prima di stringerLa in unabbraccio carico di tenerezza e di benevolenza,vogliamo infine, rinnovare solennemente, que-st’oggi, il nostro impegno di fronte a Dio e allaChiesa diocesana, che Lei presiede nellacarità: essere per quanti incontreremo sul nostrocammino un riflesso di Colui che è “Padre mi-sericordioso e Dio di ogni consolazione”. Ci aiuti Maria, Salute degli infermi e Consolatricedegli afflitti. La nostra preghiera alimenti il suo ministero.

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Da Nord il primo paese della Diocesi che si incontra è Cupra MarittimaIl Vescovo Carlo tra la sofferenza e la povertà

iL BenVenUTo DeL VicaRio GeneRaLe monS. RomUaLDo ScaRPoni“Benedetto colui che viene nel nome del Signore.”

Benvenuto Vescovo Carlo acasa sua e casa nostra. Lei habussato e la porta del nostrocuore si è aperta. Ringraziamodal profondo dell’animo loSpirito Santo e il Papa Fran-cesco per il dono offerto allanostra diocesi, ma soprattuttograzie a lei che ha lasciato lasua cara Brescia e con amore èvenuto tra noi. La saluto convero affetto e con grande sim-

patia a nome di tutta la grande famiglia diocesana. E’ arrivato in questa terra generosa, aperta al-l’amicizia e ad un rapporto interpersonale bello e senza fronzoli. La nostra chiesa truentinal’accoglie come prezioso punto di riferimento autorevole e sapiente guida paterna. La riceve comel’inviato del Signore e si dichiara pronta alla collaborazione con animo docile, generoso e fedele.Benvenuto, troverà la sua nuova famiglia con una fede schietta, trasmessa dai nostri padri confede e con amore più che con dotte allocuzioni. Troverà anche le naturali manchevolezze di ognunodi noi, ma viene come Maestro e Padre per aiutarci ad alimentare la fede, ridonarci speranza, ria-nimare la nostra carità. Abbiamo risposto alla sua richiesta di preghiera e da subito abbiamo pre-gato personalmente e nelle nostre comunità per lei. Dio la benedica e le dia la pazienza percomprenderci e parlare al nostro cuore con la delicatezza con cui Dio parla al suo. La Vergine di Loreto, che già l’ha accolto nella sua Santa Casa, ci sarà sempre vicina come Madrepremurosa e nostra celeste patrona. I primi ad incontrare sono le persone più importanti dellanostra famiglia diocesana, i nostri fratelli e sorelle infermi, il tesoro prezioso della nostra Chiesa,carne vivente di Cristo, come ha detto Papa Francesco. Sono loro, assistiti con grande dedizionee passione dal personale Unitalsiano che desiderano, abbracciarla e farle sentire tutto l’affetto ela vicinanza. Ora affido al presidente dell’Unitalsi la gioia di esprimere pensieri e sentimenti ditutti. Di nuovo benvenuto tra noi e ci benedica.

Il Vescovo Bresciani ha preso possesso della nostra Diocesi entrando da Cupra MarittimaFesta grande a Cupra Marittima e non solo. Nella giornata di domenica 19 gennaio è arrivato ilnuovo Vescovo, Monsignor Carlo Bresciani.L’arrivo era previsto per le 14.30 ma già dalle 13.30 la chiesa di San Basso iniziava ad accoglierei primi fedeli incuriositi ed emozionati. Unpaese in fermento che ha iniziato i preparativida giorni per accogliere calorosamente SuaEccellenza.Ad aspettarlo fedeli, cittadini, bambini, an-ziani e soprattutto l’Unitalsi con i suoi malati.Il sindaco Domenico D’Annibali ha salutatoper primo Monsignor Bresciani: “Con grandeemozione sono oggi qui ad accoglierla nellanostra cittadina e sono onorato di porgerle ilsaluto di benvenuto a nome mio, dell’Ammi-nistrazione Comunale e di tutta la cittadi-nanza di cui sono certo di interpretare isentimenti di affetto e vicinanza, ma anche digrande speranza nella sua opera apostolica. Ivalori universali di fratellanza e di solidarietàsono messi e rischio quotidianamente dacomportamenti distorti che comportano l’ab-bandono di ogni responsabile impegno per-sonale e collettivo. Solo attraverso un fattivoe onesto rapporto tra le Istituzioni si potràmeglio attraversare questo difficile momentostorico. La Sua missione pastorale saprà tro-vare il terreno comune sul quale fondare larispettosa convivenza e il dialogo tra credentie non credenti, tra cristiani e fedeli di altrereligioni, affinché si possa affrontare insiemele tensioni, i disagi e le difficoltà che oggi vi-viamo”. Successivamente il Vescovo  Bre-sciani è stato salutato da MonsignorRomualdo Scarponi: “Benvenuto a casa no-stra, che da ora in poi potrà chiamare casasua. La ringraziamo di aver lasciato la suaamata Brescia per venire da noi, sarà una pre-ziosa guida”. Anche Sabatino, presidente del-l’Unitalsi Diocesana, ha portato i suoi saluti:“Grazie infinite per aver voluto incontrare lafragilità, ovvero i malati che noi seguiamo con amore. La invitiamo ad unirsi a noi nel prossimoviaggio a Lourdes”. A rappresentanza dei malati ha parlato Carlo, un non vedente che ha rin-graziato il Vescovo a nome di tutti : “La nostra diocesi ha un’amorevole predilezione per i suoifratelli più deboli, nei confronti del mondo dei malati. La ringraziamo per aver voluto incontrarenoi, figli prediletti della chiesa, Le chiediamo di benedirci”. Semplici ma chiare le parole diMons. Bresciani: “Ho chiesto che il primo incontro fosse con i malati, con la fragilità, perchédobbiamo superare quello che Papa Francesco chiama la cultura dello scarto. La nostra dignitàumana è quella di essere tutti figli di Dio, dobbiamo ricordarci sempre di guardare oltre le ap-parenze e di andare più a fondo. Cari malati, conto su di voi e sulle vostre preghiere, vi benedico con tutto il mio cuore”.

Le parole del Presidente Unitalsi DiocesanaSabatino Di Serafino rivolte al Vescovo Brescianidurante la cerimonia di ingresso presso la parrocchia di San Basso

neLLo STeSSo GioRno aLL’anGeLUS PaPa FRanceSco...

Gesù, ha continuato, “è il vero agnello pasquale,che si immerge nel fiume del nostro peccato, perpurificarci. Il Battista vede dinanzi a sé un uomoche si mette in fila con i peccatori per farsi battez-zare, pur non avendone bisogno. Un uomo che Dioha mandato nel mondo come agnello immolato”.“Questa immagine dell’agnello - ha aggiunto - po-trebbe stupire; infatti, un animale che non si carat-terizza certo per forza e robustezza si carica sulleproprie spalle un peso così opprimente. La massaenorme del male viene tolta e portata via da unacreatura debole e fragile, simbolo di obbedienza,docilità e di amore indifeso, che arriva fino al sa-crificio di sé. L’agnello non è dominatore, ma è docile; non è aggressivo, ma pacifico; non mostragli artigli o i denti di fronte a qualsiasi attacco, ma sopporta ed è remissivo”. E si è domandato:“Che cosa significa per la Chiesa, per noi, oggi, essere discepoli di Gesù Agnello di Dio?”. “Si-gnifica - è la risposta - mettere al posto della malizia l’innocenza, al posto della forza l’amore, alposto della superbia l’umiltà, al posto del prestigio il servizio. Essere discepoli dell’Agnello si-gnifica non vivere come una ‘cittadella assediata’, ma come una città posta sul monte, aperta, ac-cogliente e solidale. Vuol dire non assumere atteggiamenti di chiusura, ma proporre il Vangelo atutti, testimoniando con la nostra vita che seguire Gesù ci rende più liberi e più gioiosi”.

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Nella sua seconda tappa primadella celebrazione in cattedrale,il Vescovo Carlo è arrivato allaSala Dell’Asta del Pesce doveaccompagnato dal sindaco diSan Benedetto del Tronto ha sa-lutato il mondo della marineria,del lavoro e degli immigratinonché le autorità civili e mili-tari presenti. Ad accoglierlo uncoro di donne e uomini marinaiaccompagnati dalla fisarmo-nica, che hanno cantato uncanto tipico sambenedettese, euna sala dell’Asta gremita dipersone: famiglie dei marinai,lavoratori, gente venuta a ve-dere da vicino il nuovo ve-scovo, migranti, e poi i sindacidei paesi della diocesi e le di-verse autorità militari. Dopo ilsaluto del Sindaco Gaspari cheha dato il suo benvenuto a nomedella città e ha ricordato le pa-role dell’omelia di Mons.Monari del rito di consacra-zione a vescovo, anche il capi-tano di fregata Lo Presti harivolto il saluto invitandolilnuovo vescovo alla Capita-neria di Porto e sottolineandoil loro legame con i momentidi festa religiosi, innanzituttola festa di luglio della Ma-donna della Marina. Propriodagli addobbi dei quartieriper la grande festa della Ma-donna provenivano le belletele dipinte con scorci del no-stro mare, che abbellivano laSala dell’Asta, quasi delle fi-nestre su quell’orizzonte ma-rino solcato dal volo deigabbiani che il VescovoBresciani imparerà presto aconoscere. Il saluto calorosodei lavoratori del mare è stato portato dal signorUmberto Cosignani che ha invitato il Vescovoal porto nonché a gustare il buon brodetto sam-benedettese, non dimenticando di rivolgere unpensiero ai caduti in mare e un richiamo alla glo-riosa storia della marineria sambenedettese maanche  alle difficoltà lavorative di questo tempo.Speranza la parola più usata negli interventi, unsostegno alla speranza quindi ciò che è stato chie-sto al nuovo vescovo anche da parte di RominaRossi: quella speranza sottratta da prospettive dichiusura di tante attività lavorative, come laRoland che rappresentava a nome di tutte le re-altà in difficoltà e che stanno compiendo scelteche mettono in crisi la vita di moltefamiglie. Speranza di un futuromigliore è ciò che ha ricordatoanche Carlos Da Silva, porgendo ilsuo saluto a nome di tutti i migrantiche sono arrivati nel nostro territoriocercando un futuro migliore e chehanno scelto di restare qui per co-struirlo insieme con tutti con solida-rietà e fraternità. Il vescovo Carlo hasottolineato come abbia desideratoquesto incontro con il mondo del la-voro segno della vicinanza dellaChiesa a tutte le realtà, la Chiesacome la definisce Papa Francesco“in uscita” perché si possa avereun’economia che non dimentica i valori etici e il rispetto della dignità. Un incontro significativo euna scelta, quella di venire ad incontrare i lavoratori e al porto, luogo di arrivi e partenze e di approdo,che è programmatica  del cammino di vicinanza e di speranza che il nuovo Vescovo Carlo intendepercorrere con la comunità diocesana e con tutte le componenti della città. Monica Vallorani

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Saluto di un lavoratore del mare: Umberto cosignaniLe persone che lavorano sul marele danno un caloroso benvenutoVescovo Carlo. Le origini culturali,le tradizioni, lo sviluppo ancheeconomico della Città di San Be-nedetto sono legate alle attivitàdel mare. Grande è la tradizionedella marineria sambenedetteseche ha una gloriosa storia di cuisiamo orgogliosi. Le navi sam-benedettesi hanno raggiunto i portipiù lontani nel mondo.Il lavoroin mare è frutto di passione mapieno di sacrifici e pericoli, ilmare sa essere molto generoso, ma anche molto esigente, rivolgiamo con Lei un pensiero a tuttii caduti in mare. Per la gente di mare il sentimento religioso è sempre stato molto importante, eforte è la venerazione rivolta alla Madonna della Marina, L’aspettiamo con gioia sulle nostrebarche per la grande festa di fine luglio dedicata alla Madonna. Le tele dipinte che quiabbelliscono questa sala dell’Asta sono infatti alcune delle decorazioni preparate dai quartieriper la festa. Carissimo Vescovo Carlo contiamo sul suo sostegno di speranza e fiducia anche pernoi lavoratori del mare che viviamo un momento di crisi, la nostra marineria ha perso moltebarche e molti posti di lavoro e con preoccupazione guardiamo al futuro del nostro porto. Ciauguriamo di vederla spesso qui al porto ad ammirare lo spettacolo delle barche che rientranodalla pesca e la invitiamo a gustare il nostro buon brodetto sambenedettese.

Saluto al vescovo carlo da parte del marinaio, immigrato carlos Da SilvaSono Carlos e vengo dalla Gui-nea Bissau, vivo a Martinsicurocon la mia famiglia e lavorocome marinaio nel porto di SanBenedetto. Sono arrivato proprioqui a San Benedetto nel 2001 per-ché ho lavorato con le barchesambenedettesi quando venivanoa pescare in Africa ed era unagrande marineria. Con tutti i mi-granti di questo territorio, in par-ticolare oggi che è la giornatamondiale del migrante e delRifugiato che ha come tema“verso un mondo migliore”, Le diamo il Benvenuto vescovo carlo, con la speranza di continuareil rapporto di fraternità e di solidarietà che ci lega alla comunità di cui assume oggi la guida. Noistranieri abbiamo le nostre differenze culturali, religiose e tradizionali ma ci siamo sempre sentitiaccolti da questa comunità che ci ha mostrato una buona ospitalità. La comunità migrante è numerosa, condividiamo diversità che ci arricchiscono, ma è un’oppor-tunità per crescere insieme e per lo sviluppo della città. Con lei Vescovo Carlo, ci impegniamoin relazioni di fraternità, e nella costruzione di un futuro migliore, che è il motore che ci ha spintoa partire e poi a scegliere di restare in questo paese che ci ha accolto e con il quale condividiamoquesta speranza, anche in questo periodo di difficoltà.

S. Benedetto del Tr. - Dalla sofferenza al mondo del lavoroIl Vescovo Carlo incontra al mercato ittico i marinai, i disoccupati, gli immigrati

I migranti, “vicini al cuore della Chiesa” Dopo aver recitato la preghiera dell’Angelus con i fedeli riuniti in piazza San Pietro, domenica19 gennaio il Santo Padre Francesco ha ricordato la celebrazione della Giornata Mondiale delMigrante e del Rifugiato, sul tema “Migranti e rifugiati: verso un mondo migliore”, con questeparole: “Rivolgo un saluto speciale alle rappresentanze di diverse comunità etniche qui conve-nute, in particolare alle comunità cattoliche di Roma. Cari amici, voi siete vicini al cuore dellaChiesa, perché la Chiesa è un popolo in cammino verso il Regno di Dio, che Gesù Cristo haportato in mezzo a noi. Non perdete la speranza di un mondo migliore! Vi auguro di vivere inpace nei Paesi che vi accolgono, custodendo i valori delle vostre culture di origine. Vorrei rin-graziare coloro che lavorano con i migranti per accoglierli e accompagnarli nei loro momentidifficili, per difenderli da quelli che il beato Scalabrini definiva “i mercanti di carne umana”,che vogliono schiavizzare i migranti!In modo particolare, intendo ringra-ziare la Congregazione dei Missio-nari di San Carlo, i padri e le suoreScalabriniani che tanto bene fannoalla Chiesa e si fanno migranti con imigranti. In questo momento pen-siamo ai tanti migranti, tanti rifugiati,alle loro sofferenze, alla loro vita,tante volte senza lavoro, senza docu-menti, tanto dolore; e possiamo tuttiinsieme rivolgere una preghiera per imigranti e i rifugiati che vivono si-tuazioni più gravi e più difficili: AveMaria…”. (SL) (Agenzia Fides)

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Piazza Matteotti di San Bene-detto del Tronto oggi è statal’ombelico del mondo giova-nile diocesano; in questapiazza i giovani si sono incon-trati con il Vescovo Carlo Bre-sciani che nel primopomeriggio, partendo daCupra Marittima e passandoper il porto di San Benedettodel Tronto per arrivare, ap-punto, a piazza Matteotti, si èinsediato nella Cattedrale diSanta Maria della Marina. Unafolla di ragazzi provenienti daogni angolo della diocesi si è ritrovata insiemecon striscioni e cartelloni di accoglienza e ogniparrocchia ha portato lettere scritte dai ragazzie disegni dei bambini delle elementari per darepersonalmente il proprio benvenuto al Vescovo,magari invitandolo a visitare la propria parroc-chia. L’attesa si è fatta grande e quando sonoapparsi i lampeggianti dell’auto della poliziamunicipale che precedeva l’auto con Bresciania bordo, è esplosa l’accoglienza festosa e rag-giante, sotto un cielo coperto di nuvole che mi-nacciavano pioggia, con cori da stadio da partedei ragazzi e anche degli adulti che si sono la-sciati trasportare dall’entusiasmo. Sua Eccel-lenza è scesa dalla macchina e ha iniziato asalutare la folla con molta semplicità e moltocalore. Dopo un breve saluto da parte di due ra-gazzi il Vescovo Carlo ha parlato ai

giovani:“Per voi giovani la porta di casa miasarà sempre aperta… però non venite tutti in-sieme!”, questa una delle frasi del discorso ge-nuino e concreto, fatto di parole che sonoandate dritte al cuore, al termine del quale SuaEccellenza, con una semplicità disarmante, hachiesto un favore ai giovani: “Mi accompagnateal Duomo?”, la risposta è stato un “Sì!” forte edeciso. Si è così è formato il corteo, con tantodi striscioni, che si è diretto verso la cattedrale,dove ai giovani è stato riservato un posto spe-ciale per poter assistere alla celebrazione. Percoloro che non hanno trovato posto in chiesac’è stata la possibilità di seguire la messa pressol’Auditorium don Bosco grazie alla presenza diuno schermo, dove al momento della comu-nione don Guido Coccia ha portato l’Eucaristia.Chiappini Janet

Da Force con entusiasmoL’aria di festa che ha per-vaso la diocesi per l’arrivodel Vescovo Carlo ha rag-giunto anche la parrocchiaSan Paolo Apostolo diForce. Trainati dallaguida di don Mariano, neigiorni scorsi, noi giovani cisiamo messi all’opera perla creazione di uno stri-scione e di una lettera dibenvenuto in cui abbiamovoluto far conoscere al nostro nuovo Padre la realtà di una piccola comunità, distante dalla sedediocesana e qualche volta trascurata, e in particolare il ruolo di noi ragazzi ricchi di voglia di cre-scere e migliorare. Anche l’amministrazione comunale si è adoperata per fornire un pullmanche accompagnasse i fedeli per la cerimonia di oggi pomeriggio, che ha riscosso un notevole suc-cesso. Presenti in Cattedrale le varie realtà parrocchiali: le due Confraternite, femminile e ma-schile, della Beata Assunta Pallotta e del SS.Crocefisso; l’Azione Cattolica e membri del ConsiglioPastorale. Il sindaco Augusto Curti ha rappresentato le istituzioni alla cerimonia. Un piccologruppo di giovani si è unito agli altri della diocesi in Piazza Matteotti per il primo saluto a Mon-signor Bresciani, che con spontaneità e simpatia ci ha invitato a parlare con lui e a vederlo comeun Padre. In seguito a questo breve ma intenso momento ci siamo spostati in Cattedrale in cui ab-biamo vissuto una celebrazione ricca di emozioni. Aspettiamo il Vescovo Carlo tra noi moltopresto! Nel frattempo faremo tesoro delle parole di oggi. Donatella Agasucci

INVITO ALL’AMICIZIA E ALLA CONDIVISIONE

(Arianna)

Buonasera Vescovo Carlo,a nome di tutti i giovani tidiamo il benvenuto tra noi, inquesto luogo, che costituisce ilcentro della nostra città. Lassùin alto il Torrione, segno dellanostra storia, laggiù il porto, ilocali estivi e il mare: profondocome i nostri sogni più grandi,oscuro come le nostre paure piùostili e infinito come la nostravoglia di vivere. Qui, se qualchevolta verrai a camminare connoi, avrai l’occasione di vedereinnamorati tenersi per mano, amici che condividono il tempo libero e, purtroppo, ragazzi che per-corrono vie senza uscita. Ci piacerebbe che tu diventassi per noi una presenza speciale: che ciaiuti ad incontrare Gesù, a testimoniare, nel cuore pulsante della città, la gioia di vivere il Vangeloe a diventare le sentinelle del mattino, così da essere per i nostri coetanei, come il faro che orientai marinai.

... LA SCUOLA, IL LAVORO, LA FAMIGLIA, SONO ORIZZONTIDIFFICILI E LONTANI

(Alessandro)

Noi giovani ti chiediamo solo unacosa, che come vescovo pensi unpo’ a noi. Il cammino della vita avolte è faticoso, come quandod’estate, durante i camposcuola, ciinerpichiamo sui sentieri dei nostriAppennini. Oggi viviamo la diffi-coltà di guardare avanti: la scuola,il lavoro, la famiglia, sono oriz-zonti difficili e lontani, abbiamoaspettative grandi in un futuro in-certo. Eppure ci affascina il mottodi don Milani: “i caRe”, mi staa cuore, mi interessa. Due sem-plici parole che invitano, nono-stante tutto, ad impegnarsi ecredere nella possibilità di cam-biare la società. Vescovo Carlo,aiutaci a non farci rubare la spe-ranza, trasmettici con passionel’amore per Cristo e accompa-gnaci nel riscoprire la tenerezza diDio per ciascuno di noi. Sappi find’ora che desideriamo camminareinsieme con te. Ti saremo vicino e pregheremo per te.

S. Benedetto del Tr. - In Piazza Matteotti con i giovaniIl Vescovo Carlo ha ricevuto in dono un pacco di lettere

Quello che l’organizzazione non aveva previsto

Un blitz inaspettato sul lungomare sud di Grottammare-Nemmeno il freddo, l’umidità e la minaccia della pioggia, ha impedito ad un nutrito gruppo diparrocchiani della Gran Madre di Dio, di organizzare un blitz sul lungomare sud, nelle vicinanzedello chalet Colibrì, per salutare il passaggio del  Vescovo Carlo. Alcune indiscrezioni parla-vano di un eventuale transito del corteo, nelle vicinanze della Parrocchia di don Andrea Spin-ozzi. Le notizie erano trapelate qualche giorno fa e subito si è messa in moto una efficientissimamacchina organizzativa che ha mobilizzato l’intera parrocchia..Dopo svariate decine di minutipassate ad attendere il passaggio del Vescovo, ecco che, all’orizzonte, s’intravede la vetturadella polizia sfrecciare alla volta del porto, seconda tappa della giornata d’accoglienza di Mons.Bresciani. Dopo un momento di esitazioneed emozione generale, aiutati dalla scarsitàdel traffico tipico delle prime ore del po-meriggio, i  parrocchiani decidono dibloccare la strada. Striscioni e fazzoletticolorati, sventolati da intrepide signore, ra-gazzi e bambini con i propri genitori,hanno dato origine ad una vera e propriafesta, suscitando la sorpresa e la gioia delnostro nuovo Pastore Carlo, che ha volutosalutare e ringraziare alcuni dei presentiper la bella sorpresa. Marco S.

Vescovo Carlo ai giovani: “Per voi la porta di casa mia sarà

sempre aperta… però non venite tutti insieme!”

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Parola del SignoreTERZA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO AIL SIGNORE È MIA LUCE E MIA SALVEZZA

Dal vAnGeLo secondo MATTeo

Avendo intanto saputo che Giovanni erastato arrestato, Gesù si ritirò nella Galileae, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Ca-farnao, presso il mare, nel territorio di Za-bulon e di Neftali, perché si adempisse ciòche era stato detto per mezzo del profetaIsaia: Il paese di Zabulon e il paese di Neftali,sulla via del mare, al di là del Giordano,Galilea delle genti; ilpopolo immerso nelletenebre ha visto unagrande luce; su quelliche dimoravano interra e ombra di mor-te una luce si è levata.Da allora Gesù co-minciò a predicare ea dire: “Convertitevi,perché il regno dei cieli è vicino”. Mentrecamminava lungo il mare di Galilea videdue fratelli, Simone, chiamato Pietro, e An-drea suo fratello, che gettavano la rete inmare, poiché erano pescatori. E disse loro:“Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”.Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono.Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomodi Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nellabarca insieme con Zebedeo, loro padre, rias-settavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito,lasciata la barca e il padre, lo seguirono.Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnandonelle loro sinagoghe e predicando la buonanovella del regno e curando ogni sorta dimalattie e di infermità nel popolo. (vAn-

GeLo DI MATTeo 4,12-23)Giovanni viene arrestato, e praticamente terminala sua missione di annunciatore della venutadel Messia, egli non griderà più nel deserto manel buio di una prigione finché, oltre alla libertà,gli sarà tolta anche la vita. Inquesto tempo inizia la missione del Messia,Gesù il Cristo, che viene ad annunciare: Con-vertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino”.Annuncio che da quel momento in poi saràraccolto e rilanciato lungo tutti i secoli e intutti i continenti. Il ministero di Gesù inizia inGalilea, una regione poco considerata a Geru-salemme, al Tempio, perché è una zona di pas-saggio visitata e frequentata da popoli stranieri,da pagani, tanto che anche nella Bibbia, questaregione viene presentata come “Galilea dellegenti”. Gesù comincia da qui e da loro. Tipico

comportamento di Dio mettersi dalla partedegli ultimi, dei “lontani”, avvicinarsi a quelliche sono meno considerati, a quelli che sonoallontanati. Qui chiama i primi discepoli, e dàinizio a una meravigliosa avventura per tantis-sime persone che da lì a qualche anno verrannochiamate: cristiani. E chi sono i cristiani?Quelli che raccogliendo l’invito a convertirsi,

perché il Regno diDio è vicino, si met-tono in discussione,cambiano mentalitàe si mettono alla ri-cerca della Speran-za, di quel Regnoche è vicino. Quellidisponibili ad ac-cettare il comanda-

mento nuovo che Gesù lascia a tutti comeeredità, come cammino da fare, come progettoda costruire, come impegno da perseguire esegno di riconoscimento: Vi do un comanda-mento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri;come io vi ho amato, così amatevi anche voigli uni gli altri. Da questo tutti sapranno chesiete miei discepoli, se avrete amore gli uni pergli altri. Nel brano sottolineamo 2 parole :CHIAMARE E SUBITO. Il Signore CHIAMA(ci dona una vocazione) e i discepoli SUBITOsi mettono a seguirlo (risposta positiva alla vo-cazione), questo ci vuol far capire l’importanzae l’urgenza della nostra risposta alla chiamatadel Signore che viene. Non possiamo esserené tiepidi, né pigri perché questa è l’esigenzadell’amore. L’amore che il Signore dona ètotale, è pieno, è completo fino alla morte ealla morte di croce. L’amore che il Signorechiede è totale e pieno è rispondenza al Suo.Chiediamo al Signore la forza di essere obbe-dienti al suo comandamento, di essere semprepronti a seguirlo sulle sue vie, e così continuarea credere ed a annunciare che veramente ilRegno di Dio è vicino; e noi siamo pronti a te-stimoniarlo. RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZALa vita cristiana

è una conversione continua. (T. Goffi)

Ogni giorno dobbiamo rinnovare il nostroproposito, come se la nostra

conversione risalisse a quell’istante. (L’Imitazione di Cristo)

Il velo del Tempio si squarciò, il nuovo culto, la nuova comunità 141. GLi eVenTi cHe accomPaGnano

La moRTe Di GeSÙ

Leggiamo Mt 27.51-56. Il brano riferiscealcuni fenomeni legati al fatto della morte diGesù; poi l’atto di fede del centurione e deisuoi soldati e la presenza delle donne che os-servano quanto avviene.

1. Il velo del Tempio si strappa. «Ed ecco,

il velo del tempio si squarciò in due, da cima a

fondo» (27,51a). E’ ilprimo fenomeno che siaccompagna allamorte di Cristo.

Nel descrivere ilSantuario del deserto,chiamato in ebraicoMiëkªn, l’autore sacroparla di due veli (Es26,31-37); quello «diporpora viola e di por-pora rossa, di scarlattoe di bisso ritorto» che«costituirà per voi laseparazione tra ilSanto e il Santo deiSanti» (vv. 31.33);quello all’ingresso delSanto che separava ilSanto dall’ambienteesterno (v. 36). Ilprimo velo, quello cheintroduceva nel Santodei Santi, è ricordato anche nella descrizionedel Tempio di Salomone (1Re 6,16); veniva ol-trepassato solo dal sommo sacerdote e solo unavolta all’anno per il solenne rito dello YômKippur (cfr. Lv c. 16; Eb 9.6-14). Alcuni stu-diosi si sono chiesti: a quale velo si riferisceMt? Se si trattò del velo che separava l’atriodel Tempio dall’ambiente esterno, allora lostrappo significò che anche i pagani, da quelmomento, potevano accedere al Tempio: il va-lore universale della morte di Gesù. Se si trattòdel velo che separava il Santo dal Santo deiSanti allora significò la cessazione del sacer-dozio e dello stesso culto del Tempio. Mt 27,51però non specifica; segno che la distinzionenon lo interessa. Si limita al fatto che il velo«si squarciò» e si prende cura di indicare l’en-tità di tale strappo, «in due da cima a fondo».È tutto preso da quel fatto sorprendente e si-gnificativo! Vuole in concreto dire che la mortee risurrezione di Cristo ha significato la finedel culto ebraico con i particolarismi che lo ac-compagnavano. La lettera agli Ebrei fa notareai cristiani che «abbiamo piena libertà di en-trare nel santuario per mezzo del sangue diGesù» (Eb 10,19-20). Giovanni rileva: «Maegli parlava del tempio del suo corpo» risortoda morte (Gv 2,21). Quindi, con la sua morteGesù ha creato un nuovo culto, una nuova co-munità, un nuovo rapporto con Dio, cioè haabbattuto «il muro di separazione» (Ef 2,14),è morto per tutti (Mt 20,28), ha esplicitato taleuniversalismo con il comando dato alla Chiesadi fare suoi discepoli “tutti i popoli” (28,19).

2. Altri eventi simbolici. «La terra tremò,

le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono

e molti corpi di santi, che erano morti, risusci-

tarono. 53 Uscendo dai sepolcri, dopo la sua

risurrezione, entrarono nella città santa e ap-

parvero a molti» (27,51b-53). Il linguaggio escatologico di questo testo e

i suoi richiami biblici richiederebbero lunghespiegazioni, che qui non possiamo dare. Di-

ciamo che Matteo, conquesto testo, che gli èproprio, presenta an-cora i frutti della mortedi Gesù e della sua ri-surrezione, come fat-tori fondamentali dellanostra salvezza, comefonti della nuova vita.Rivelatrice è la frase:«dopo la sua risurre-

zione». Giovanni scri-verà: “Viene l’ora incui tutti coloro chesono nei sepolcriudranno la sua voce 29eusciranno,” (Gv 5,28-29). 3. L’atto di fede

del centurione e dei

soldati. Altro fruttoprelibato della morte-risurrezione di Gesù èquello della nascita

della Chiesa. Diversamente da Mc 15,39, Mat-teo redige il fatto in chiave comunitaria e cri-stologica: «Il centurione, e quelli che con lui

facevano la guardia a Gesù, alla vista del ter-

remoto, e di quello che succedeva, furono

presi da grande timore. e dicevano:“Davvero

costui era Figlio di Dio!”» (27,54). Come sivede, Matteo associa all’atto di fede del cen-turione anche quello dei suoi soldati. Presentail terremoto, le tombe che si aprono, i morti cherisorgono e il modo con cui Gesù muore, comesegni rivelatorii che conquistano il centurionee i suoi all’esterno e all’interno e così emettonocoralmente l’atto di fede nella divinità del Fi-glio di Dio: “Veramente costui era Figlio diDio”. Questo ristretto gruppo di persone costi-tuisce la piccola qªhªl o chiesa di ex pagani cheemettono ciò che è il più specifico del cristia-nesimo, l’atto di fede nel Figlio di Maria inquanto “Figlio di Dio”.

4. Le donne. «Vi erano là anche molte

donne, che osservavano da lontano; esse ave-

vano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria

madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre

dei figli di Zebedeo». Matteo dà un quadrettostupendo di queste sante donne; dice che eranomolte, che osservavano quanto avveniva, cheerano con Gesù già della Galilea, che lo segui-vano per servirlo. Giovanni ci dice che anchela Madre di Gesù era ai piedi della croce (Gv19,25-27). Conclusione. La croce viene raffi-gurata anche come un albero rigoglioso e confrutti. Che essa fruttifichi nei nostri cuori.

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Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

[email protected]

Facebook: Ancora On Line

Numerosi sono stati i visitatori che hannoammirato la seconda edizione del preseperealizzato da noi ragazzi del Gruppo Gio-vanissimi di Ripatransone, guidato dal vi-ceparroco Don Gian Luca Rosati, in unastanza parrocchiale in via Umberto I neipressi del Duomo. Il registro delle firme,ricco di incoraggiamenti e complimenti,segna il numero 425, ma sicuramente lepresenze sono state molte di più. Tradi-zionale come ambientazione, nel nostro Presepeè stato possibile ammirare l’alternarsi delgiorno e della notte, la volta celeste con le suecostellazioni, un torrente gorgogliante d’acqua,un mulino a vento e una mini riproduzione delcentro storico di Ripatransone. Nulla di veramente particolare se non fosse cheè stato completamente realizzato da noi ragazzie non acquistato già pronto in negozi specializ-zati: l’intonaco delle pareti, la struttura portantedel presepe, la capanna, l’abitato, il laghetto,

l’impianto elettrico e quello elettronico, il tuttosenza la direzione degli adulti. Di non costruitocon le nostre mani c’erano soltanto le statuine.Tante sono state le ore di lavoro sottratte al no-stro tempo libero, ma sicuramente anche tantele occasioni per stare insieme e per fare qual-cosa di concreto. Il nostro presepe vi da appun-tamento al prossimo anno, con le numerosemigliorie che sono già in fase di progettazione.Anzi, il nuovo restauro della stanza è già ini-ziato.

Il Gruppo Giovanissimi di Ripatransone

Ripatransone

c’è anche il Presepe dei Giovanissimi

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La 36° Giornata per la VitaUn musical sociale e di riflessione del Centro Accoglienza Vita

Il C.A.V. e il Centro Famiglia,in occasione della 36° Giornataper la Vita, organizzano un mu-sical sociale e di riflessione chesi lascia ispirare dalle parole “Ifigli sono la pupilla dei nostriocchi. Che ne sarà di noi se nonci prendiamo cura dei nostriocchi? Come potremo andareavanti?”.  L’appuntamento èper sabato primo febbraio2014 alle ore 21.15 al Teatro San Filippo Neri a San Benedetto del Tronto (ingresso a offertalibera). “Generare futuro” è il titolo della 36° Giornata per la Vita del 2 febbraio; nell’ambito diquesta celebrazione mondiale il Centro Famiglia vuole sottolineare la sua stretta collaborazionecon il Centro Accoglienza Vita – Insieme per la vita; l’associazione, che si è ufficialmente co-stituita di recente, va a integrare l’azione di volontariato del consultorio a sostegno delle donnenubili o sposate che fanno richiesta di aiuto per il sostegno alla maternità. In forma gratuita enel pieno rispetto della privacy viene fissato un incontro, fatto di ascolto e condivisione, duranteil quale viene proposta una riflessione e una possibilità concreta per accogliere una nuova vita.L’equipe, coordinata dalla presidente Paola Postiglioni che ha impugnato il testimone ereditatoda Giovanna Guidotti, mira a fornire un aiuto morale e materiale alle mamme in difficoltà e alloro bambino che recano problemi economici e psicologici durante la gravidanza e in fase dicrescita. Il C.A.V. opera nella piena convinzione che le difficoltà della vita non si superano sop-primendo la vita, ma affrontando insieme le difficoltà proprio attraverso questo percorso diaiuto, sostegno e accompagnamento alla gravidanza e alla crescita.

Aipac Project, attivato il Master in CounselingA febbraio la scuola triennale

a indirizzo sociosanitario ed educativo

L’Aipac Project di San Benedetto del Tronto, affiliata all’AipacPesaro, organizza il Master in Counseling attivo sul territoriodal 2007 e riconosciuto dalla Società Italiana di Counseling(SICo) e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e dellaRicerca (Miur); il corso, di alta qualificazione professionale,è dedicato all’acquisizione delle competenze comunicative erelazionali per i settori sociosanitario, educativo scolastico edi comunità.Il punto sambenedettese dell’Associazione Italiana di Psicologia Applicata e della Comunicazione,come nelle scuole di counseling diffuse in tutta Italia sotto la direzione scientifica del professorFranco Nanetti dell’Università di Urbino, Pescara e Chieti, promuove ricerca e specializzazionenel campo delle scienze umane, della psicologia applicata, della psicologia clinica e della comu-nicazione attraverso interventi socioculturali, workshops, seminari e corsi di formazione.Il Master in Counseling sarà attivato a febbraio 2014 e sono aperte le iscrizioni. Il corso trien-nale, con frequenza di un weekend al mese a San Benedetto, conta di due indirizzi: Sociosanitariocon eventi accreditati Ecm (rivolto a medici, psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, operatori sa-nitari, consulenti familiari, esperti nella consulenza in ambito sanitario, formatori e manager) edEducativo scolastico e di comunità (per educatori, assistenti scolastici, pedagogisti, assistentisociali, operatori di comunità, colf e badanti, formatori, manager, addetti alle risorse umane e alpersonale e esperti in pubbliche relazioni). A conclusione del master sarà consegnato il diplomain Counseling che consente l’iscrizione al Registro nazionale dei Counselor; professione che col-loca la sua attività nei settori familiari, scolastici e lavorativi tout court che necessitano di orien-tamento, sostegno e sviluppo; il metodo persegue un atteggiamento propositivo diverso dal metodopsicoterapeutico, prediligendo l’aiuto per lo sviluppo di un determinato grado di autonomia e diresponsabilizzazione per affrontare le più varie situazioni problematiche.Le iscrizioni al Master in Counseling sono aperte fino al 31 gennaio 2014. È possibile richiederemaggiori informazioni all’indirizzo e.mail [email protected] o al numero 340.887.9319; oltrea fornire il materiale relativo al triennio di formazione e qualificazione professionale, sarà fissatoun incontro conoscitivo per rispondere a ulteriori domande e valutare l’idoneità del candidato.

Anche quest’anno venerdì 17 gennaio al ter-mine della Santa Messa vespertina delle 18,30si è celebrata sul sagrato della nostra chiesa labenedizione degli animali che e’divenuta un ap-puntamento fisso non solo per i parrocchiani eper coloro che hanno in casa un animale maanche per persone curiose di assistere a questorito dal sapore antico. Certo, nell’era dei com-puter e dei telefonini, degli Ipad e degli Ipod,aspergere con l’acqua benedetta gli animali e irispettivi proprietari sembra quasi un anacroni-smo e forse per certi aspetti lo è, ma il rito hain sé il sapore delle cose di una volta, rimandaal nostro legame con la terra, alle origini con-tadine che tutti abbiamo, più o meno remota-mente, e parteciparvi è come tornare ad untempo “buono” che sa di essenziale e di condi-viso. Ecco che abbiamo accolto con gioia il pic-colo pane che ci è stato donato al termine dellabenedizione; esso ci è sembrato assai prezioso,quasi un “piccolo tesoro” da riportare a casa eda dividere prima di tutto con gli anziani e gliammalati che non hanno potuto partecipare alrito ma che lo avrebbero fatto sicuramente confede anche perché vi avrebbero avvertito il pro-fumo “del tempo che fu”. Ma il pane lo ab-biamo riportato anche ai nostri giovani che, sia

pure un po’ scettici, lo hanno mangiato in-sieme a noi nella cena serale e così è divenutoun’occasione di condivisione di idee e di sen-timenti. Ma quando è nato tale rito? Risale aSant’Antonio Abate (III sec. d.C.) che è co-nosciuto da sempre come il santo protettoredegli animali tant’è vero che anticamente nonera raro incontrare una sua immagine espostanelle stalle. E perché viene distribuito il panebenedetto? Perché la tradizione narra che eglivisse per vent’anni come un eremita presso ilmonte Pisir sulle rive del mar Rosso e si nu-triva solo di pane che gli veniva portato duevolte l’anno. Il Santo compì un lungo per-corso di purificazione e con il tempo moltepersone accorsero da lui che si dedicò a le-nire i sofferenti operando, secondo la tradi-zione, “guarigioni” e “liberazioni daldemonio”. Ecco che il 17 gennaio, da tempo

immemorabile, contadini e pastori portano unarappresentanza del loro bestiame alla cerimoniadella benedizione per favorirne lo stato di sa-lute, elemento di fondamentale importanza so-prattutto nell’economia agricola di un tempo.Questo è il profilo specifico del rito legato asant’Antonio, ma accanto ad esso c’è il signifi-cato profondo connesso ad ogni benedizione:consiste nel chiedere e nell’affidare la propriafamiglia al Signore affinchè Lui “dica bene”(bene-dire) di essa e nella famiglia sono com-presi gli animali che ne condividono gli spazied i tempi. Gli animali sono presenze a voltesilenziose e discrete, altre volte invadenti ed im-pegnative, ma di sicuro sono determinanti neimoderni equilibri familiari perché ci fannocompagnia nei momenti di solitudine, ci ascol-tano senza fare domande, ci accolgono congioia sempre e comunque, ci fanno sentire pre-ziosi ed indispensabili quando magari ci sen-tiamo tutt’altro. Ecco perché fanno parte dellanostra vita. Di fronte ad essi non dobbiamo di-mostrare nulla e non dobbiamo mostrarci di-versi da quelli che siamo, ci chiedono solopochi minuti di attenzione e qualche coccola ditanto in tanto. Anna Amelia Breccia

L’AIFO celebra il 26 gen-naio 2014 la 61a Giornata

mondiale dei malati di leb-

bra, una ricorrenza isti-tuita da Raoul Follereaue riconosciuta dall’ONUper indirizzare l’atten-zione del mondo interosul dramma della lebbrae dello stigma ad essa as-sociato e per affermarecon forza i diritti umanidelle persone colpitedalla lebbra e dei loro fa-miliari. La Giornata mon-diale dei malati di lebbra èun grande appuntamento disolidarietà che si rinnovada sessant’anni. Capi diStato, autorevoli ricercatori, persone semplici,offrono il proprio contributo alla celebrazionedi questo evento. Fu istituita nel 1954 da RaoulFollereau, scrittore, poeta e giornalista franceseche per il suo impegno nella lotta alla lebbra fudefinito “apostolo dei malati di lebbra”. In Ita-lia l’iniziativa è promossa dall’Associazione

italiana Amici di RaoulFollereau – AIFO, che il26 gennaio sarà nellepiazze di tutta Italia con il“Miele della Solidarietà”.L’AIFO, grazie al sostegnodi centinaia di migliaia diitaliani, in 52 anni di atti-vità, ha contribuito allacura di oltre un milione dimalati di lebbra, destinando140 milioni di Euro a pro-getti nei paesi a basso red-dito. Circa 600 persone siammalano ogni giorno nelmondo. Si stima che sianoalmeno altrettanti, quoti-dianamente, i casi nonidentificati. In realtà nes-

suno può dire esattamente quanti siano i malatinel mondo. Di fatto, quando si avviano piani diricerca dei casi di lebbra in aree poco raggiun-gibili, si continuano a scoprire numerose per-sone affette dalla malattia. Tra loro lapercentuale dei bambini rimane alta. Ciò indicaun alto livello d’infezione. Davide Sacquegna

Da S. Benedetto del Tr.

Nuovo automezzo per il trasporto disabili Ora sono due i bus dell’Amministrazione adibiti al servizio,

investimento complessivo di 92.000 euro

È stato consegnato al Comune ed è già in funzione dalla giornata di oggi, lunedì 13 gennaio, ilsecondo dei due nuovi veicoli adibiti al trasporto dei disabili che l’Amministrazione Comunaleha acquistato per rinnovare il parco mezzi dell’Ente. Infatti i vecchi mezzi avevano uno 270.000e uno 130.000 chilometri all’attivo.Si tratta di un Fiat Ducato Minibuscapace di trasportare 9 persone, dicui due in carrozzina, più il condu-cente. I due veicoli sono costaticomplessivamente circa 92.000euro. Con questi due nuovi mezzigli utenti saranno accompagnati neitragitti da casa a scuola, ai centridiurni e al centro di riabilitazione“Santo Stefano”.

con Sant’antonio abate, ritorna la pia tradizione della benedizione degli animali

La 61a Giornata mondiale dei malati di lebbra

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8 Anno XXX

26 Gennaio 2014PAG

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24 Gennaio 2014

S. Francesco

di Sales

FESTA DEI GIORNALISTI

Incontro con il Vescovo Carlo presso la Caritas Diocesana, Contrada PonterottoProgramma10,30 Arrivi e accoglienza

10,45 S. Messa (Ricorderemo i colleghi defunti)

11,30 Dialoghiamo con il Vescovo Carlo

12,30 Buffet

Carissimi parroci,

Vi invitiamo a farvi pro-motori di questa iniziativaverso i vostri fidanzati af-finchè possano vivere lagrazia di questo evento.

La quota di partecipazioneè di 20 euro e le iscrizionidevono pervenire entro il30 gennaio (come da lo-candina) ai seguenti reca-piti telefonici: don Alfredo3471815718 e Marco eAnelide 3478255179.

Don Alfredo, Marco e Anelide

Il 2014, per il Centro Sportivo Italiano, è un annoparticolare, infatti in quest’anno compie 70 anni distoria, una storia vissuta in maniera attiva e respon-sabile in ogni tempo che ne ha caratterizzato le sin-gole fasi. Per festeggiare il “compleanno” abbiamoprovato a sognare in grande, pensando di ripeterel’esperienza avuta nel 1955, in occasione del primodecennale con il Papa Pio XII. Animati da questa“follia” abbiamo provato a chiedere, in occasionedel nostro 70° di fondazione, di potere vivere il 7giugno un grande incontro tra il Papa Francesco ele società sportive di tutta Italia, per far sentire ilgrande abbraccio del mondo sportivo di base al no-stro Papa. Si è pensato quindi di non precludere lapartecipazione solo al mondo del Csi, ma facendosi

portavoce di tutto il mondo sportivo di base, si vuoleoffrire l’occasione di incontrare il Papa a tutte lesquadre di tutte le società sportive presenti sul ter-ritorio nazionale. L’occasione diventa quindi un mo-mento privilegiato per vivere una esperienzaindimenticabile aperta a tutti coloro che sono inqualche modo coinvolti nella promozione dellosport di base, sia esso giovanile che amatoriale;atleti, dirigenti, accompagnatori, familiari, amici esacerdoti, sono chiamati tutti a mobilitarsi per por-tare il proprio messaggio sportivo all’incontro conil Papa. La particolarità di questo incontro, rispettoa quello del ’55, sta proprio nel fatto che il csi sirende promotore di un incontro globale con il Santo

Padre, in tal modo tutte le società sportive sonoinvitate a partecipare, non solo quelle dell’asso-ciazione, è un incontro aperto a tutto il mondosportivo compreso lo sport delle parrocchie.Quindi dato che l’opportunità di incontrare ilPapa è rivolta a tutti comunichiamo che il no-stro ufficio è a disposizione per ogni chiari-mento possibile a riguardo, vi prego diprendere contatti con la nostra segreteria per leinformazioni necessarie ad organizzarsi per vi-vere al meglio questo evento. info: tel 0735-751176 – mail : [email protected]

Antonio BenigniCentro Sportivo Italiano

I 70 anni di storia del Centro Sportivo Italiano (CSI)

MARCIA della

GIUSTIZIA e d e l l a PAC E

interverranno:

a RECANATI ore 17,30

a LORETO ore 21,15 LORETO LORETO

ore 21,15ore 21,15 Economista dell ’Università di Bologna

Prof. S. ZAMAGNICommissione CEM Pastorale Sociale e del Lavoro - SERMIRR - SERMIT - Missionari Saveriani - CARITAS - Azione Cattolica - Parrocchia Cristo Redentore Recanati - Pastorale Giovanile - ACLI - AGESCI - PAX CRISTI - Missionari Saveriani (PS) - CSI - Università per la pace (AN)

Organizzano:

25 gennaio 2014 - ore 17,30 - 23gennaiogennaioRECANATI - Parrocchia C. Redentore

Via Brodolini, 2 - In caso di cattivissimo tempo tutto si svolgerà nella Parrocchia

13 a

interverranno:interverranno:

RECANATI RECANATI il parroco di LampedusaDon S. NASTASI

- Testimonianze lungo la strada, tra cui quella di NIZAR, giovane palestinese di Betlemme- Verrà proposto un gesto di solidarietà per la CARITAS di Lampedusa

2525SABATO

“ F R A T E R N I T À F O N D A M E N T O D E L L A P A C E”

S A L U T O D E L V E S C O V O M O N S . C L A U D I O G I U L I O D O R I

gennaiogennaio

RECANATI LORETO