Anno xxxi n 20 1 giugno 2014

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ANNO XXXI N° 20 - 1 Giugno 2014 1.00 SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Segue a pag. 3 Segue a pag. 3 Il Papa ha scelto la Giordania, terra che accoglie sul suo piccolo territorio 1 milione e mezzo di rifugiati siriani per lanciare il suo “accorato ap- pello di pace in Siria”. “Cessino le violenze”, grida il Papa. “Si abbandoni da parte di tutti la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei pro- blemi e si ritorni alla via del negoziato”. E la- sciando il discorso ufficiale e andando a braccio, è andato oltre. Ha parlato della “cupi- digia del denaro”, delle “fabbriche che vendono le armi”. Ed ha chiesto: “Chi c’è dietro, chi dà le armi per continuare il conflitto?”. Poi ha ag- giunto: “Pensiamo nel nostro cuore anche a questa povera gente criminale perché si con- verta”. La Siria è ormai allo stremo. La guerra continua maledetta e sporca disseminando morte e distruzione. L’incontro con i rifugiati siriani e iracheni è stato fortemente voluto da Papa Francesco. Si è svolto a Betania oltre il Giordano, il fiume dove Gesù ha ricevuto il bat- tesimo. “Per tanti questo fiume è una frontiera - dice il Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal -, per il Patriarcato Latino, che comprende Cipro, Israele, Palestina e Giordania, sarebbe piuttosto un ponte che unisce, un richiamo alla comunione e all’unità”. Il Signore ha fi- nito di patire. Maria non ha terminato di soffrire. Il Si- gnore è morto sulla croce alle tre del pome- riggio, dopo tre ore di agonia. Si è spento lentamente e ha con- cluso la sua carriera lucidamente. Alla fine ha detto: «Tutto è terminato, tutto è compiuto; nelle tue mani, Padre, consegno il mio spi- rito». Avrebbe potuto continuare a vivere, ac- cogliere bambini, accompagnare quelli che erano soli, perdonare i peccatori, benedire tutti e restare al fianco di sua Madre. Ma l’odio degli uomini lo distrusse. Lo consumò anche l’amore per il Padre e per gli uomini. Ora al- cuni uomini robusti e alcune pie donne lo ca- lano pietosamente dalla croce. Maria lo accoglie tra le sue braccia. Immagina sia come in altri tempi, ma adesso è diverso. In questo momento Gesù, il suo Gesù, non parla, non ride, non piange, non la guarda; adesso è sem- plicemente morto. È come una foglia caduta ora in balìa del vento. Se ai piedi della croce Maria s’era tenuta ritta in piedi, lo è pure in questi istanti. Alcune donne e alcuni uomini sostenuti da Dio non si abbattono per il dolore, non ci sono in essi lacrime di desolazione. Si può piangere - come no? -, ma le lacrime di chiunque di loro e quelle di Maria, benché la- crime di sofferenza, furono ai tempo stesso la- crime di ringraziamento. Suo Figlio era giunto al traguardo, era salito sulla vetta, aveva ob- bedito alla volontà del Padre, aveva offerto tutta la sua vita per la salvezza di tutti gli uo- mini... Quando sembra che tutto sia terminato, tutto è come sempre nelle mani di Dio. Tutto sarà un giorno chiarito e spiegato dal Padre. Gesù è l’essere di cui Dio sempre si ricorda. Gesù è il Figlio che il Padre non dimentica mai. «Da “pagine semplici su Maria”» Detto questo spirò (Lc. 23,45) La Chiesa italiana secondo Bergoglio Il Papa non propone ai vescovi della CEI un “modello straniero”: al contrario li invita a calare la Chiesa nella realtà sociale e culturale del nostro Paese Di Alfonso M. Bruno, F.I. (Zenit) La Chiesa italiana ha come Pri- mate il Vescovo di Roma: poiché questo Ordinario diocesano è anche capo di tutti i Cattolici, il nostro Paese ha dal 1978 il pri- vilegio di conferire la sua prima- zia ad un Vescovo proveniente dall’estero. Ciò non significa che la Chiesa italiana acquisisca suo malgrado caratteristiche di estra- neità rispetto alla realtà del Paese, ma certamente comporta l’acquisizione di quanto vi è di positivo e di adattabile alle no- stre specifiche caratteristiche in esperienze diverse. Bergoglio è uno straniero di tipo particolare; forse lo si può meglio definire come un italiano diasporico: ve ne sono moltis- simi nel mondo, ed in particolare nelle Ameri- che. Tra loro vi è indubbiamente chi mantiene della patria di origine una immagine idealizzata, chi si accontenta di una immagine folcloristica del Paese da cui proviene; vi però anche chi sa meditare sulla propria condizione: quella del- l’esilio, sia pure, nella maggior parte dei casi, determinato dalle condizioni economiche di una Nazione che fu a lungo povera e che purtroppo oggi ritorna ad essere tale. Non dimentichiamo che anche Gesù conobbe la condizione dell’esi- liato, quando la sua famiglia dovette compiere la fuga in Egitto. E allora l’italiano diasporico viene a trovarsi paradossalmente in una condi- zione privilegiata per capire i problemi del suo Paese, in quanto può meditare sulle cause pro- fonde della propria condizione, sul perché – come si diceva un tempo – la patria sia stata matrigna verso di lui, verso i suoi genitori, verso i suoi antenati. Per giunta, la lontananza – non tanto quella spaziale, quanto piuttosto quella dalle passioni contingenti che agitano i suoi luoghi di origine – lo rende uno spettatore da un lato partecipe, ma da un altro lato spas- sionato. Il Presidente Kennedy, visitando il pic- colo paese dell’Irlanda da cui era partito il suo bisnonno, disse semplicemente, rivolgendosi ai suoi concittadino: “Sono tornato”. E anche Ber- goglio, in fondo, parlando agli altri Vescovi in qualità di loro concittadino potrebbe dire loro lo stesso. Aggiunge però, subito dopo, di avere trovato “una società priva di speranza, scossa in tante sue certezze fondamentali, impoverita da una crisi che, più che economica, è culturale, morale e spirituale”. Certamente, uno dei sin- tomi di questa crisi morale viene rivelato dal- l’atteggiamento di rifiuto degli immigrati: conscio della propria memoria familiare, il Papa dice: “La scialuppa che si deve calare è l’ab- braccio accogliente ai migranti”. Ed aggiunge: “Accoglietene la cultura, porgetegli con rispetto la memoria della fede e la compagnia della Chiesa, quindi i segni della fraternità, della gra- titudine e della solidarietà”. Questo atteggia- mento, però, deve caratterizzare i cristiani non soltanto verso i migranti, ma anche verso l’in- tero corpo sociale, che certamente è composto in gran parte da diversi, per religione, per con- vinzioni, per formazione. IN GIORDANIA PRIMO ABBRACCIO Contro la guerra sporca si è levata potente la voce di Francesco Il Papa, nell’incontro con i rifugiati siriani, ha abbandonato il testo scritto e condannato la “cupidigia del denaro” che spinge le “fabbriche che vendono le armi”. Ha chiesto: “Chi c’è dietro, chi dà le armi per conti- nuare il conflitto?”. A re Abdullah II, definito “uomo di pace”, la ricono- scenza per l’accoglienza offerta ai profughi (soprattutto donne e bambini) per il conflitto in Siria dall’inviata Sir in Terra Santa, Maria Chiara Biagioni Segue a pag. 2 Papa Francesco e Patriarca Bartolomeo, mano nella mano a Gerusalemme, nel cuore della cristianità, in una regione bagnata dal sangue, segnata dai conflitti. Il loro abbraccio più volte ripetuto ieri nella Chiesa del Santo Sepolcro è il segno che i capi delle due Chiese cristiane scommettono sulla riconciliazione, anche se la strada dell’unità è lunga e difficile, anche se gli ostacoli rendono il traguardo della pace sempre più lontano. Si sono dati appuntamento qui a Gerusalemme per ripetere con la stessa forza visionaria e lo stesso coraggio il gesto di riconciliazione che fecero 50 anni fa, i loro due predecessori, Paolo VI e Athenagoras. Da secoli il mondo cristiano viveva nella notte della separazione. Quell’incontro segnò in modo profetico l’alba di un’era nuova, luminosa, benedetta. Una Di- chiarazione congiunta. Il Pontefice e il Patriarca arrivano sulla piazza antistante la chiesa del Santo Sepolcro con un’ora di ritardo. AL SANTO SEPOLCRO L’ecumenismo del sangue cementa i cristiani Cinquant’anni dopo lo storico incontro tra Paolo VI e Athenagoras, Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo entrano mano nella mano a Geru- salemme e raggiungono la pietra dove fu deposto il corpo di Gesù e si inginocchiano in silenzio e preghiera. Le loro parole coraggiose e i loro gesti eloquenti appaiono una solenne promessa di riconciliazione. Fir- mata una ricca dichiarazione congiunta dall’inviata Sir a Gerusalemme, Maria Chiara Biagioni

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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ANNO XXXI N° 20 - 1 Giugno 2014 € 1.00

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Segue a pag. 3

Segue a pag. 3

Il Papa ha scelto la Giordania, terra che accogliesul suo piccolo territorio 1 milione e mezzo dirifugiati siriani per lanciare il suo “accorato ap-pello di pace in Siria”. “Cessino le violenze”,grida il Papa. “Si abbandoni da parte di tutti lapretesa di lasciare alle armi la soluzione dei pro-blemi e si ritorni alla via del negoziato”. E la-sciando il discorso ufficiale e andando abraccio, è andato oltre. Ha parlato della “cupi-digia del denaro”, delle “fabbriche che vendonole armi”. Ed ha chiesto: “Chi c’è dietro, chi dàle armi per continuare il conflitto?”. Poi ha ag-giunto: “Pensiamo nel nostro cuore anche aquesta povera gente criminale perché si con-verta”. La Siria è ormai allo stremo. La guerracontinua maledetta e sporca disseminandomorte e distruzione. L’incontro con i rifugiatisiriani e iracheni è stato fortemente voluto daPapa Francesco. Si è svolto a Betania oltre ilGiordano, il fiume dove Gesù ha ricevuto il bat-tesimo. “Per tanti questo fiume è una frontiera- dice il Patriarca latino di Gerusalemme, FouadTwal -, per il Patriarcato Latino, che comprendeCipro, Israele, Palestina e Giordania, sarebbepiuttosto un ponte che unisce, un richiamo allacomunione e all’unità”.

Il Signore ha fi-nito di patire.Maria non haterminato disoffrire. Il Si-gnore è mortosulla croce alletre del pome-riggio, dopo tre

ore di agonia. Si è spento lentamente e ha con-cluso la sua carriera lucidamente. Alla fine hadetto: «Tutto è terminato, tutto è compiuto;nelle tue mani, Padre, consegno il mio spi-rito». Avrebbe potuto continuare a vivere, ac-cogliere bambini, accompagnare quelli cheerano soli, perdonare i peccatori, benedire tuttie restare al fianco di sua Madre. Ma l’odiodegli uomini lo distrusse. Lo consumò anchel’amore per il Padre e per gli uomini. Ora al-cuni uomini robusti e alcune pie donne lo ca-lano pietosamente dalla croce. Maria loaccoglie tra le sue braccia. Immagina sia come

in altri tempi, ma adesso è diverso. In questomomento Gesù, il suo Gesù, non parla, nonride, non piange, non la guarda; adesso è sem-plicemente morto. È come una foglia cadutaora in balìa del vento. Se ai piedi della croceMaria s’era tenuta ritta in piedi, lo è pure inquesti istanti. Alcune donne e alcuni uominisostenuti da Dio non si abbattono per il dolore,non ci sono in essi lacrime di desolazione. Sipuò piangere - come no? -, ma le lacrime dichiunque di loro e quelle di Maria, benché la-crime di sofferenza, furono ai tempo stesso la-crime di ringraziamento. Suo Figlio era giuntoal traguardo, era salito sulla vetta, aveva ob-bedito alla volontà del Padre, aveva offertotutta la sua vita per la salvezza di tutti gli uo-mini... Quando sembra che tutto sia terminato,tutto è come sempre nelle mani di Dio. Tuttosarà un giorno chiarito e spiegato dal Padre.Gesù è l’essere di cui Dio sempre si ricorda.Gesù è il Figlio che il Padre non dimenticamai. «Da “pagine semplici su Maria”»

Detto questo spirò (Lc. 23,45)

La Chiesa italiana secondo Bergoglio Il Papa non propone ai vescovi della CEI un “modello straniero”: al contrario

li invita a calare la Chiesa nella realtà sociale e culturale del nostro Paese

Di Alfonso M. Bruno, F.I. (Zenit)

La Chiesa italiana ha come Pri-mate il Vescovo di Roma: poichéquesto Ordinario diocesano èanche capo di tutti i Cattolici, ilnostro Paese ha dal 1978 il pri-vilegio di conferire la sua prima-zia ad un Vescovo provenientedall’estero. Ciò non significa chela Chiesa italiana acquisisca suomalgrado caratteristiche di estra-neità rispetto alla realtà delPaese, ma certamente comportal’acquisizione di quanto vi è dipositivo  e di adattabile alle no-stre specifiche caratteristiche inesperienze diverse. Bergoglio è uno straniero ditipo particolare; forse lo si può meglio definirecome un italiano diasporico: ve ne sono moltis-simi nel mondo, ed in particolare nelle Ameri-che. Tra loro vi è indubbiamente chi mantienedella patria di origine una immagine idealizzata,chi si accontenta di una immagine folcloristicadel Paese da cui proviene; vi però anche chi sameditare sulla propria condizione: quella del-l’esilio, sia pure, nella maggior parte dei casi,determinato dalle condizioni economiche di unaNazione che fu a lungo povera e che purtroppooggi ritorna ad essere tale. Non dimentichiamoche anche Gesù conobbe la condizione dell’esi-liato, quando la sua famiglia dovette compierela fuga in Egitto. E allora l’italiano diasporicoviene a trovarsi paradossalmente in una condi-zione privilegiata per capire i problemi del suoPaese, in quanto può meditare sulle cause pro-fonde della propria condizione, sul perché –come si diceva un tempo – la patria sia statamatrigna verso di lui, verso i suoi genitori,verso i suoi antenati. Per giunta, la lontananza– non tanto quella spaziale, quanto piuttostoquella dalle passioni contingenti che agitano isuoi luoghi di origine – lo rende uno spettatore

da un lato partecipe, ma da un altro lato spas-sionato. Il Presidente Kennedy, visitando il pic-colo paese dell’Irlanda da cui era partito il suobisnonno, disse semplicemente, rivolgendosi aisuoi concittadino: “Sono tornato”. E anche Ber-goglio, in fondo, parlando agli altri Vescovi inqualità di loro concittadino potrebbe dire lorolo stesso. Aggiunge però, subito dopo, di averetrovato “una società priva di speranza, scossain tante sue certezze fondamentali, impoveritada una crisi che, più che economica, è culturale,morale e spirituale”. Certamente, uno dei sin-tomi di questa crisi morale viene rivelato dal-l’atteggiamento di rifiuto degli immigrati:conscio della propria memoria familiare, il Papadice: “La scialuppa che si deve calare è l’ab-braccio accogliente ai migranti”. Ed aggiunge:“Accoglietene la cultura, porgetegli con rispettola memoria della fede e la compagnia dellaChiesa, quindi i segni della fraternità, della gra-titudine e della solidarietà”. Questo atteggia-mento, però, deve caratterizzare i cristiani nonsoltanto verso i migranti, ma anche verso l’in-tero corpo sociale, che certamente è compostoin gran parte da diversi, per religione, per con-vinzioni, per formazione.

IN GIORDANIA PRIMO ABBRACCIO

Contro la guerra sporcasi è levata potente la voce di FrancescoIl Papa, nell’incontro con i rifugiati siriani, ha abbandonato il testo scrittoe condannato la “cupidigia del denaro” che spinge le “fabbriche chevendono le armi”. Ha chiesto: “Chi c’è dietro, chi dà le armi per conti-nuare il conflitto?”. A re Abdullah II, definito “uomo di pace”, la ricono-scenza per l’accoglienza offerta ai profughi (soprattutto donne ebambini) per il conflitto in Siria

dall’inviata Sir in Terra Santa, Maria Chiara Biagioni

Segue a pag. 2

Papa Francesco e PatriarcaBartolomeo, mano nella manoa Gerusalemme, nel cuoredella cristianità, in una regionebagnata dal sangue, segnatadai conflitti. Il loro abbracciopiù volte ripetuto ieri nellaChiesa del Santo Sepolcro èil segno che i capi delle dueChiese cristiane scommettonosulla riconciliazione, anche sela strada dell’unità è lunga edifficile, anche se gli ostacolirendono il traguardo della pacesempre più lontano. Si sonodati appuntamento qui a Gerusalemme per ripetere con la stessa forza visionaria e lo stessocoraggio il gesto di riconciliazione che fecero 50 anni fa, i loro due predecessori, Paolo VI eAthenagoras. Da secoli il mondo cristiano viveva nella notte della separazione. Quell’incontro segnò in modo profetico l’alba di un’era nuova, luminosa, benedetta. Una Di-

chiarazione congiunta. Il Pontefice e il Patriarca arrivano sulla piazza antistante la chiesadel Santo Sepolcro con un’ora di ritardo.

AL SANTO SEPOLCRO

L’ecumenismo del sanguecementa i cristianiCinquant’anni dopo lo storico incontro tra Paolo VI e Athenagoras, Papa

Francesco e il Patriarca Bartolomeo entrano mano nella mano a Geru-

salemme e raggiungono la pietra dove fu deposto il corpo di Gesù e si

inginocchiano in silenzio e preghiera. Le loro parole coraggiose e i loro

gesti eloquenti appaiono una solenne promessa di riconciliazione. Fir-

mata una ricca dichiarazione congiunta

dall’inviata Sir a Gerusalemme, Maria Chiara Biagioni

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Ed allora arriviamo all’essenza della “rivolu-zione” promossa da Bergoglio: la ConferenzaEpiscopale è stata fino ad ora il portabandieradei cosiddetti “valori non negoziabili”: che ri-sultano certamente tali inquanto definiscono l’atteggia-mento del cristiano davanti allegrandi scelte morali della vitaindividuale. E’ tuttavia necessa-rio promuovere la partecipa-zione dei cattolici alla vitacivile e in particolare alle sueespressioni politiche – dovequesta parola indica l’apparte-nenza alla “polis”, intesa comeluogo di discussione e di ricercadel bene comune – in modo chei fedeli, anziché isolarsi dallasocietà, diano ad essa un pro-prio apporto nel contempo lealeed originale. Don Davide Al-bertario, uno dei grandi personaggi del cattoli-cesimo sociale italiano, processato insieme conFilippo Turati per i fatti del 1898 a Milano,disse: “La società deve camminare compattaverso il suo fine ultimo”. E oggi, secondo Ber-goglio, sono “i segni della fraternità, della gra-titudine e della solidarietà che anticipano neigiorni dell’uomo i riflessi della Domenica senzatramonto”. Questa visione teleologica della vi-cenda umana, propria del Vescovo di Roma nonammette – In quella che egli definisce“un’emergenza storica”- il venir meno alla “re-sponsabilità sociale di tutti: come Chiesa, aiu-tiamo a non cedere al catastrofismo e allarassegnazione”. Come non cogliere in questeparole un riferimento allo scontro in atto in Ita-lia tra chi scommette sulla catastrofe per lu-crarne poteri dittatoriali e chi si sforza di salvare

il salvabile? La società si salva dal disastro –ammonisce il Papa – solo restando unita: e laChiesa deve essere promotrice e partecipe diquesta unità, non costituirsi come fattore di di-

visione. Già Paolo VI – ricorda Bergoglio –aveva proposto alla Chiesa “il servizio al-l’unità”, quando disse rivolgendosi proprio aiVescovi italiani: “E’ venuto il momento (e do-vremmo dolerci di ciò?) di dare a noi stessi e diimprimere alla vita ecclesiastica italiana unforte e rinnovato spirito di unità”. “Nulla – diceil Vescovo di Roma – giustifica la divisione”.Occorre evitare “la durezza di chi giudica senzacoinvolgersi”, così come “la pretesa di quantivorrebbero difendere l’unità negando le diver-sità”. Lo sforzo comune non deve escludere la“libera e ampia possibilità d’indagine, di di-scussione e di espressione”: questa libertà nécostituisce anzi allo stesso tempo il fine ed ilfondamento: solo essendo “lievito di unità” riu-sciremo “a essere profezia del Regno”.

La Chiesa italiana secondo Bergoglio

Il 7 giugno 2014, alle ore 21,

veglia di Pentecoste, con il vescovo Carlo.Dalla marina al paese alto,

con il coinvolgimento di tutta la città e della diocesi.

Nel numero precedente di questo nostro settimanale ab-biamo pubblicato l’invito del nostro vescovo Carlo aprepararci alla “solennità della Pentecoste, memoria li-turgica dell’invio dello Spirito santo da parte del Cristorisorto”. È il tempo della Chiesa missionaria, che, su-perato il momento della paura, ha bisogno di parteci-pare ad altri la ricchezza del dono ricevuto. Anche lanostra Chiesa diocesana, dopo un lungo periodo tra-scorso nel chiuso dei templi nella preghiera e, nel pe-riodo sinodale, nel discernimento, per evitare che ifrutti restino congelati nel chiuso delle singole litur-gie, ha bisogno di far conoscere e portare ad altri ilraccolto di queste esperienze. Farlo da testimonicome singoli nell’ambiente quotidiano e come co-munità, fermentata dal lievito dell’umiltà e dallaforza dello Spirito che pur esprimendosi in più lin-gue, a tutti fa giungere il medesimo messaggio. Ab-biamo capito l’inaridimento della pigrizia della vitadi gruppo, cruccio lacerante di Paolo VI, spesso im-poverita da mancanza di carità e dal sospetto. Laritrovata unità sia “lievito - come ci invita papaFrancesco - che fermenta nel farsi prossimo e nellediverse forme di riconciliazione”. Ecco l’invito del

vescovo Carlo rivolto “a tutti i fedeli della diocesipresso la cattedrale per pregare insieme, nella solenne veglia , la vigilia di Pentecoste, la

sera di sabato 7 giugno prossimo”. E da lì, prendendo metaforicamente “il bastone della fede e labisaccia del pellegrino”, segni che ci hanno accompagnato nel periodo quaresimale, metterci in cam-mino, secondo il programma disposto dalla Consulta dei Laici, per andare a portare la gioiosa ma-nifestazione della nostra fede, nei crocicchi delle nostre strade. Quattro saranno i momenti suggeritie quattro i luoghi predisposti per l’ascolto della Parola di Dio. Il percorso inizierà da piazza Nardone,davanti alla Cattedrale, dove la Veglia vivrà il Primo Momento di Ascolto; proseguirà per un brevetratto di C.so Mazzini, via Forte, salendo sotto il Torrione fino a piazza Sacconi, Secondo Momento

di Ascolto. Dopo aver attraversato via S. Voltattorni ed un tratto di via Conquiste fino al bivio divia Mons. Francesco Traini, dove ci si fermerà per il Terzo Momento di Ascolto. Quindi si scenderàsu via Manara per proseguire verso il Parco, dove, Quarto Momento di Ascolto, inizierà la Cele-brazione Eucaristica presieduta dal Vescovo. Il luogo sottostante il Cimitero ci darà modo di ricordareanche i nostri Cari defunti e sentirci in comunione con loro. P.P.

Gli Italiani non si lasciano travolgere

dalla rabbia

Buona la percentuale dei votanti

rispetto agli altri stati europei

Ora il governo torni a rialimentare la speranza

Renzi travolge Grillo e lodoppia. Fi si indebolisce an-cora, la Lega tiene, il Nuovocentrodestra e Tspiras sonole uniche altre due formazionia superare la soglia di sbar-ramento. I risultati confer-mano: il trionfo del Pd e unadebacle del M5S. Il partitodemocratico ha raggiuntouna percentuale di consensoche è andata oltre ogniaspettativa, il 41%, e che si

traduce in quasi 11 milioni di voti. Il movimento di Beppe Grillo, che alla vigilia dell’appuntamentocon le urne, era certo di riuscire a catturare una valanga di voti sorpassando tutti gli altri com-petitori ha avuto una performance deludente pur arrivando a conquistare 5, 5,5 milioni di voticon una percentuale del 21. Sul terzo gradino si piazza Forza Italia che ha convinto 4, 54 milionidi elettori (16,7%). Buono il risultato della Lega che si attesta sul 6,3% (1,6 milioni di voti). Siferma al 4,3% il Nuovo centro destra (pocopiù di un milione di voti) mentre la lista L’altraEuropa con Tsipras, che considerando i votidegli italiani dall’estero, con una percentualedell’8,22, ha guadagnato il “bronzo”, in Italiasupera di poco il 4% (4,04). Nel Belpaesebuona l’affluenza: le persone che hanno de-ciso di esprimere il voto sono il 58,7% degliaventi diritto, in calo di quasi otto punti ri-spetto al 2009 quando andò a votare il66,4%, ma comunque molto a di sopra dellamedia europea.

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1 Giugno 2014 PAG

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Sono almeno un migliaio le persone che hannoriempito la chiesa latina. Tra loro ci sono 600siriani e iracheni rifugiati, di cui 40 cristiani emusulmani portati dalla Caritas Giordania. Dalgiugno 2011, la Caritas è fortemente impegnataa rispondere al massiccio afflusso di profughi aseguito della crisi siriana. I numeri sono da ca-pogiro: ad aprile di quest’anno sono state360.660 le persone accolte, di cui 72.505 sononuclei familiari el’80% sono donne.Prende il micro-fono una donna ira-chena che raccontaal Papa il drammadi aver lasciatotutto dietro allespalle. “Abbiamobisogno di crederenel futuro - dice -,di poter crescere i nostri figli in un mondo senzapaura e senza pregiudizi”. Il Papa ascolta poi silancia nella folla che lo abbraccia. Prima, ac-compagnato su un caddie dal re e dalla reginadi Giordania si era fermato in preghiera sullerive del Giordano: si era chinato sulle suesponde e si era portato l’acqua sul viso. Ha la-sciato un messaggio autografo sul libro dellepresenze: “Chiedo a Dio Onnipotente e Miseri-cordioso che ci insegni a camminare nella suapresenza con l’anima e il cuore aperto alla Mi-sericordia divina e all’amore ai fratelli. CosìDio sarà tutto in tutti e regnerà la pace”.Giordania, prima tappa di questo intenso

viaggio in Terra Santa. È stato accolto contutti gli onori dal re Abdullah II di Giordania,dalla regina Rania e dai loro quattro figli. IlPapa ha voluto esprimere tutta la sua stima peril re definito “uomo di pace” e tutta la sua rico-noscenza per questo piccolo Paese incastonatoin un Medio Oriente infuocato per la sua gene-rosa accoglienza ai rifugiati palestinesi, irachenie siriani. “Tale accoglienza - ha detto - merita

la stima e il sostegno della comunità internazio-nale”. La festa di Amman si è svolta allo stadiodove 30mila persone hanno seguito la Messa edove il Papa si è intrattenuto a lungo, salutandoi fedeli dalla macchina senza protezione. 1.400bambini hanno ricevuto la Prima Comunione.Lo stadio si trova non lontano dal luogo in cuilo Spirito Santo discese su Gesù, dopo che Gio-vanni lo ebbe battezzato nel fiume Giordano. Il

Papa torna anche quisul tema della pace:“Quanto bisogno ha ilmondo di persone chesiano testimoni dipace. È una necessitàche anche il nostromondo ci chiede: por-tare la pace, testimo-niare la pace”. La

storia di una donna.

È il volto di Humaira Al-Ali, una mamma si-riana di 36 anni, a confermare le parole pronun-ciate dal Papa. La sua storia personale è undolore condiviso da migliaia di altre donne checome lei hanno dovuto lasciare la propria terra,hanno visto morire figli e mariti. Sole con unadomanda appesa ad un filo: se una vita normalesia ancora possibile. Il volto triste e gli occhispenti di Humaira aprono su un abisso di oscu-rità. Dopo la morte di suo marito ucciso in unconflitto armato, è scappata dalla città sirianadi Hamaa’ con i suoi 6 bambini. Arrivata alcampo profughi di Zaatari in Giordania, si ac-corge che le condizioni di vita sono impossibilie riparte alla volta di Zarqa. È qui che si con-suma la tragedia: “Era buio e i bambini avevanopaura. Così ho acceso una candela per fare unpo’ di luce”. Ma sfortunatamente nel cuore diquella notte, la tenda, dove dormono, prendefuoco e 5 dei suoi figli muoiono: avevano dagli11 ai 2 anni. Si salva solo Mouhammad di 10anni. Questa è la Siria. Questo è il volto verodella guerra.

Si sono trattenuti più a lungo nellasede della delegazione apostolicadove è alloggiato Papa Francesco. Ilprogramma della giornata subiscecosì un primo e inaspettato slittamentoma l’incontro tra le due delegazioni -spiega padre Federico Lombardi aigiornalisti - è “bello e amichevole”. È qui nella stessa stanza dove avvennelo storico abbraccio tra Paolo VI eAthenagoras che Francesco e Barto-lomeo hanno firmato una dichiarazionecongiunta. Un testo ricco, “molto lungo- fa sapere il cardinale Kurt Koch,presidente del Pontificio Consiglio perl’unità dei cristiani - che affronta i moltiproblemi del nostro tempo, nell’impe-gno di dare una testimonianza comune nelmondo, ortodossi e cattolici insieme”. Il testo,disponibile sul sito del Vaticano(www.vatican.va), è scritto in diverse lingue. La pace in Medio Oriente. Sta dunque ormaicalando la sera quanto Bartolomeo e France-sco arrivano al Santo Sepolcro. Il loro abbraccioè accompagnato dal suono di campane di-spiegate a festa e da un fragoroso applauso.Poi, mano nella mano, raggiungono la pietradove fu deposto il corpo di Gesù e s’inginoc-chiano in silenzio e preghiera. Tutto tace inquesta chiesa dove s’intrecciano ortodossi,cattolici, armeni e copti in un variegato mosaicodi tradizioni, simboli e liturgie. Fuori, il fuocodella guerra brucia: i racconti dei profughi ira-cheni e siriani s’incrociano con le storie dipersecuzione vissute dai cristiani arabi nellastriscia di Gaza. La pace qui ha un valore al-tissimo perché è pagato ogni giorno con lafatica e troppo spesso con il sangue degli in-nocenti. “Siamo qui - dice il Patriarca Teofilo

III, del Patriarcato ortodosso di Gerusalemme- non solo per l’unità delle nostre Chiese maper la pace nel mondo, per la pace di questaRegione che ne ha un disperato bisogno, peri nostri fratelli e sorelle della Siria”. L’ecume-

nismo del sangue. Quando Papa Francesco

prende la parola, anche lui ha in cuore “l’ecu-menismo della sofferenza, l’ecumenismo delsangue”. Ha evidentemente ancora negli occhii profughi incontrati in Giordania, il Muro chesepara la Palestina da Israele, la prigione incui vivono i cristiani di Gaza. “Quelli che perodio della fede uccidono i cristiani - dice - nondomandano se sono ortodossi o cattolici.Sono cristiani e il sangue cristiano è lo stesso”.Di fronte a sfide così importanti, l’unità dei cri-stiani non è una scelta opzionale ma una ur-

genza per il mondo. “Le divergenze nondevono spaventarci e paralizzare il nostrocammino, dobbiamo credere - incalza il Papa- che, come è stata ribaltata la pietra del se-polcro, così potranno essere rimossi tutti gliostacoli che ancora impediscono la piena co-munione tra noi”. È a questo punto che PapaFrancesco rilancia una questione cruciale peril dialogo cattolico e ortodosso su cui i teologisi sono da tempo impantanati: il ruolo del mi-nistero petrino. “Desidero - ha detto rivolgendosial mondo ortodosso presente a Gerusalemme- rinnovare l’auspicio già espresso dai mieiPredecessori, di mantenere un dialogo contutti i fratelli in Cristo per trovare una forma diesercizio del ministero proprio del Vescovo diRoma che, in conformità con la sua missione,si apra ad una situazione nuova e possa es-sere, nel contesto attuale, un servizio di amoree di comunione riconosciuto da tutti”. Il sogno

di Paolo VI e Athenagoras. Cala ancora ilsilenzio nella gremita chiesa di Gerusalemmequando il Patriarca e il Papa entrano insiemenel Santo Sepolcro e si fermano in preghiera.Tutto ieri è stato condiviso: la lettura della pa-rola, i canti liturgici in lingua latina e greca, lameditazione. Ma il sogno di Paolo VI e Athe-nagoras era la condivisione eucaristica, lapiena comunione delle due Chiese. “Questo -ha detto ieri il Patriarca Bartolomeo - è ilcammino che tutti i cristiani sono chiamati aseguire nelle loro relazioni reciproche - aqualsiasi Chiesa o confessione appartengano- con ciò fornendo un esempio per il mondointero. La strada può essere lunga e faticosa;davvero a qualcuno può alle volte apparireun impasse. Comunque è l’unica via cheporta all’adempimento della volontà del Signoreche tutti siano una sola cosa”.

IN GIORDANIA PRIMO ABBRACCIO AL SANTO SEPOLCRO

Un gesto più eloquente di tante parole: lungola strada che lo portava alla piazza della Man-giatoia, Papa Francesco ha fatto fermare lajeep bianca, è sceso, si è avvicinato al murodi separazione israeliano e, poggiandovi latesta, si è raccolto per alcuni minuti in “silen-ziosa preghiera”. Una sosta “non preparata”davanti quel muro che segna la divisione traIsraele e Betlemme, rendendo la città nataledi Gesù una prigione a cielo aperto. PapaBergoglio ha implorato ancora una volta pacee giustizia per questa terra martoriata. Pocoprima, nel suo discorso al palazzo presiden-ziale, appena giunto in elicottero dalla Gior-dania, alla presenza di Abu Mazen, avevainvocato “il coraggio della generosità e dellacreatività al servizio del bene, il coraggio dellapace, che poggia sul riconoscimento da partedi tutti del diritto di due Stati ad esistere e agodere di pace e sicurezza entro confini in-ternazionalmente riconosciuti”. Senza, tutta-via, mai menzionare quel muro, una lingua dicemento che si incunea per chilometri in ter-ritorio palestinese, interrotta “solo” da 23 postidi blocco e 6 check point. Francesco lo ha vo-luto toccare, così come ha voluto sentire con

mano la sofferenza di un popolo che sin dalleprime luci dell’alba di domenica si era messoin fila per aspettarlo in piazza. Il clima difesta. Da Nazareth, da Hebron, da Nablus,da Ramallah, da Gerico, da Ramleh migliaiadi arabi cristiani sono giunti per ascoltarlo, traloro molti lavoratori stranieri, dall’Asia, dal-l’Africa, dall’Europa dell’Est. Sono arrivati

AD ABU MAZEN E SHIMON PERES

“Offro la mia casa in Vaticano per pregare insieme”Il sorprendente invito del Papa è stato subito raccolto dai due presidenti. L’in-

contro dovrebbe svolgersi prestissimo. Ma la domenica di Francesco è stata

anche contrassegnata da un altro gesto senza precedenti: la preghiera silen-

ziosa con la mano appoggiata al muro di separazione israeliano. Poi il bagno

di folla a Betlemme e la successiva riaffermazione: “La soluzione di due Stati

diventi realtà”dall’inviato Sir a Betlemme, Daniele Rocchi

anche dall’altragrande prigione acielo aperto che èGaza. Ma solo in 24sui 680 previsti sonoriusciti ad arrivare aBetlemme. Bandierepalestinesi si sonofuse al vento conquelle bianco-giallevaticane, cappellini,sciarpe, magliette coni volti di Abu Mazen edi Papa Francesco,per un tripudio di co-lori e di festa chenemmeno le rigide mi-

sure di sicurezza hanno guastato. I pellegrinihanno preso posto ordinatamente nellapiazza, nei settori loro riservati ed hanno at-teso pregando e cantando l’arrivo del Ponte-fice accolto da un boato. Cui ha fatto eco unatteggiamento composto per tutta la duratadella celebrazione. In silenzio, qualcuno conle lacrime agli occhi, hanno ascoltato il Papache ha parlato dei bambini come “segno di

speranza e di vita”. “Eleviamo insieme una

preghiera”. Ma un altro gesto doveva arri-vare di lì a poco per dare una sferzata allostallo diplomatico tra israeliani e palestinesi erilanciare il processo di pace: una proposta aipresidenti palestinese e israeliano, AbuMazen e Shimon Peres, “elevare insieme conme un’intensa preghiera invocando da Dio ildono della pace. Offro la mia casa in Vaticanoper ospitare questo incontro di preghiera. Co-struire la pace è difficile, ma vivere senzapace è un tormento. Tutti gli uomini e ledonne di questa Terra e del mondo intero cichiedono di portare davanti a Dio la loro ar-dente aspirazione alla pace”. Un invito, subitoaccettato dai due presidenti, che dovrebbe te-nersi “in tempi brevi” vista anche la prossimascadenza del mandato di Peres. Gli occhi deifedeli hanno seguito per tutto il tempo il Pon-tefice che dal palco pregava per la pace.Sullo sfondo, ben visibile dalla piazza affol-lata, Har Homa, uno dei 22 insediamentiisraeliani che soffocano Betlemme, un’altraferita aperta nel cuore dei palestinesi.

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4 Anno XXXI

1 Giugno 2014PAG

Tutto pronto per lunedì 2 giugno a  a Ripatransone per la Festa diocesana degli In-contri 2014… Non manca più nessuno!Un occasione unica per vedere quanto è grande e quanto è bella l’AcR!Per iscriversi basta compilare la scheda di iscrizione e aggiungere 3 € per la quota

di partecipazione! Impossibile mancare!

Programma:Ore 9:30 - Arrivi a Ripatransone, iscrizioni e accoglienzaOre 10:00 - Inizia la festa!Ore 12:30 – Pranzo al saccoOre 14:30 - Momento animato per bambini e ragazziOre 15:30 - Arrivo del Vescovo Carlo e momento di preghieraOre 16:30 - Animazione finale, merenda e conclusioneOre 17:30 - Partenze

Ricordati di portare uno zainetto con il pranzo al sacco, una borraccia, un cappellino per ripararti dal sole…e tanta voglia di divertirti!!! … e ricorda solo se ci sei tu

Un medico argen-tino che operò PapaFrancesco - allorasolo il gesuita JorgeBergoglio - nel1980 per unagrave infezione allacistifellea ha rac-contato alla stampacome nello scorsoaprile è stato accoltodal suo ex paziente a Santa Marta, dove ilpapa lo ha ringraziato «per avergli salvato lavita». Juan Carlos Parodi, prestigioso chi-rurgo argentino, ha raccontato: «Nel 1980 michiamò un medico clinico per dirmi cheaveva un umile sacerdote che stava moltomale. Era un gesuita che aveva fatto voti dipovertà, castità e ubbidienza e non aveva nes-suna risorsa. Mi chiese se potevo aiutarlo emi sono sentito onorato dalla richiesta, ho la-sciato tutto e sono andato ad esaminare il pa-ziente, che effettivamente era molto malato».«Ricordavo di averlo operato, ma non moltodi più: che era andata bene e che mi aveva re-galato un libro», ha ricordato Parodi, che haaggiunto: «Ha insistito per pagarmi e io ov-viamente gli ho detto di lasciar perdere, e al-lora mi ha regalato un libro con la dedica.Solo molto più tardi ho saputo che quel sa-cerdote qualunque e molto malato era Bergo-glio». Nell’aprile scorso, 34 anni dopol’operazione, Parodi era a Londra per un con-gresso medico quando gli è arrivata la notiziache Francesco gli aveva concesso un’udienzaprivata. «Appena è entrato a Santa Marta,raggiante, mi ha detto `Juan Carlos, sei iden-tico a come eri quando ti ho visto quella nottein cui sentivo che stavo morendo, e tu mi haisalvato la vita”. Commosso, il medico ha rac-contato che il papa gli ha detto: «Io avevoun’infezione alla cistifellea, che tutti sanno èaltamente mortale, e quella stessa notte tu mihai operato. Non scorderò mai la tua faccia,perché appena l’ho vista ho cominciato a sen-tirmi meglio». Vatican Insider

«Così salvai la vita a papa Francesco»

Il racconto di Juan Carlos Parodi, il chi-

rurgo argentino che nel 1980 operò Ber-

goglio per un’infezione alla cistifellea. «Il

Pontefice mi ha ricevuto in aprile per rin-

graziarmi ancora»

Presso la Sala Stampa della Santa Sede, si è te-nuta una Conferenza Stampa di presentazionedella Campagna di Talitha Kum - la Rete Inter-nazionale della Vita Consacrata Contro la Trattadi Persone - per il Mondiale di Calcio Brasile2014: “Gioca a favore della vita. Denuncia latratta di persone”. Alla Conferenza Stampa sonointervenuti il Cardinale João Braz de Aviz, Pre-fetto della Congregazione per gli Istituti di VitaConsacrata e le Società di Vita Apostolica; il Si-gnor Kenneth Francis Hackett, Ambasciatoredegli Stati Uniti d’America presso la Santa Sede;Suor Carmen Sammut, MSOLA, Presidentedell’Unione Internazionale delle Superiori Ge-nerali (UISG); Suor Estrella Castalone, F.M.A.,Coordinatrice di Talitha Kum e Suor GabriellaBottani, S.M.C., Coordinatrice della rete “UmGrito pela Vida” (Brasile). “La Campagna controla tratta di persone - ha detto il Cardinale Brazde Aviz - manifesta la sintonia della vita consa-crata con il sentimento del nostro Santo Padre di

fronte a questo crimine che egli stessodefinisce una ‘piaga nel corpo dell’uma-nità contemporanea, una piaga nellacarne di Cristo’”. Suor Carmen Sammut,sottolineando che la tratta delle personeè un fenomeno diffuso in tutti i paesiche produce enormi profitti, ha affer-mato: “La prevenzione del traffico diesseri umani comporta la riduzione della do-manda di servizi sessuali e perché ciò si verifichioccorre sensibilizzare l’opinione pubblica”. Ri-cordando le parole del Santo Padre “Non è pos-sibile restare impassibili, sapendo che ci sonoesseri umani trattati come merce”, Suor GabriellaBottani, nel precisare che, secondo le statisticheufficiali, sono circa 21 milioni le persone che sof-frono nel mondo per questo grave crimine, ha af-fermato: “Acquisire maggiore conoscenza delfenomeno e delle sue cause facilità l’attivazionedi percorsi di denuncia, perché è con forza chedobbiamo togliere dal silenzio, dalla paura e

dall’omertà questa grave violazione della dignitàumana”. Il Messaggio della Campagna è unaproposta concreta di una vita degna e libera pertutti con l’auspicio che il Mondiale di CalcioBrasile 2014 diventi uno spazio positivo e pro-positivo per promuovere una cultura dei diritti edella vita, denunciando tutte le forme di sfrutta-mento, che la svalorizzano e la mercificano, esensibilizzando la popolazione sui possibili rischie sui modi di denunciare tale crimine. (VIS)

LA COPPA DEL MONDO 2014 SIA PROMOZIONE

DI UNA CULTURA DEI DIRITTI E DELLA VITA

Insorgono in Sudan le ambasciate oc-cidentali, Amnesty International e altreorganizzazioni non governative che di-fendono i diritti umani contro la sentenzacon cui domenica scorsa un tribunaledella capitale Khartoum ha condannatoa morte per impiccagione una donnaaccusata di apostasia per aver abban-donato la fede islamica – così sosten-gono i giudici – dopo essersi sposatacon un cristiano. Meriam Yahya IbrahimIshag, questo il nome della donna, èstata inoltre giudicata colpevole di rap-porti sessuali extraconiugali perché,

siccome la leggecoranica proibisceche una donna isla-mica sposi unuomo di un’altrafede religiosa, ilsuo matrimonionon è stato ritenutovalido. Anche perquesto, prima di es-sere uccisa, dovràessere punita. Il tri-bunale l’ha con-dannata alla pena

di 100 frustate. A Meriam i giudiciavevano dato tre giorni, fino a martedìscorso, per abbandonare il cristianesimo.La sentenza definitiva è stata pronunciatascaduti i termini concessi, constatato ilsuo rifiuto a convertirsi. Siccome peròè incinta di otto mesi, le frustate leverranno inflitte dopo il parto e la con-danna a morte sarà eseguita due annidopo la nascita del bambino. Meriamera stata arrestata, per rapporti sessualisenza essere sposata, nell’agosto del2013. L’accusa di apostasia è stata for-mulata invece a febbraio di quest’anno,

dopo che lei, per contestare l’incrimi-nazione provando la validità del suomatrimonio, ha dichiarato di esserecristiana, il che ha fatto scattare l’ancorpiù grave accusa di apostasia: accusache sarebbe quanto meno fondata, ben-ché “spaventosa e ripugnante”, comeha commentato Amnesty International,se davvero Meriam avesse abbandonatol’islam per un’altra religione. Invecelei era cristiana prima di sposarsi – loattesta il certificato stesso di matrimonio– pur essendo nata dall’unione di unislamico con una cristiana (che la leggecoranica ammette perché si ritiene certoche i figli in questo caso siano allevatinella fede islamica). Siccome, però,suo padre ha abbandonato la famigliaquando lei era bambina, la moglie hamantenuto la propria fede di cristianaortodossa e l’ha trasmessa ai figli. Lagravidanza concede tempo che peròMeriam dovrà trascorre reclusa, insiemeal primo figlio che ha solo 20 mesi.Nel frattempo i suoi legali ricorrerannoin appello in tutte le sedi previste dallalegge: corte d’appello, corte supremae corte costituzionale. Sarebbe positivo

se, per lo meno, questo caso, il primodel genere nel paese, servisse intanto afar discutere sulla pena capitale concui si punisce l’apostasia in alcuni statiislamici, non solo in Sudan, in confor-mità con quanto prescritto in diversiHadith (l’insieme delle citazioni attri-buite al Profeta Maometto e dei raccontisulla sua vita) tra i più accreditati; adesempio, quello riportato da al-Bukhari:“il sangue di un musulmano è inviolabileeccetto che in tre casi: la personasposata che commette adulterio, unavita che viene riscattata per un’altra(in caso di omicidio) e chi abbandonala sua religione e la sua comunità”,Bukhari 6935.Per il momento tra la popolazione su-danese quasi non c’è stata reazione.Solo all’esterno del tribunale si eranoradunate una cinquantina di personescandendo “non giustiziate Meriam”mentre un gruppo ancora meno nume-roso manifestava invece a favore dellasentenza ed esultava alla notizia dellacondanna a morte.La persecuzione di cui Meriam è oggettoriporta all’attenzione la situazione dei

cristiani sudanesi, sempre più difficilein paese musulmano al 97% da quandonel 2011 il sud cristiano ha ottenutol’indipendenza lasciandoli in balia diun governo orientato in senso integralistae di un presidente, Omar Hassan alBashir, contro cui la Corte penale in-ternazionale ha spiccato un mandatodi cattura internazionale per crimini diguerra, crimini contro l’umanità e ge-nocidio per le vittime causate nella re-gione del Darfur dal processo di ara-bizzazione da lui voluto. Al Bashir nondeve rispondere penalmente anche deimilioni di morti nel sud, in gran partecristiani, durante la guerra civile da luiscatenata nel 1986 e conclusasi nel2005, unicamente perché quelle stragisono avvenute prima che la Corte ve-nisse istituita e quindi non sono di suacompetenza. Nella WorldWatch List 2014 dei paesiin cui i cristiani sono più perseguitati,a cura dell’organizzazione non gover-nativa Open Doors, il Sudan figura11esimo tra i 14 stati in cui la persecu-zione è classificata come “estremamentecrudele”.

MERIAM AVEVA TRE GIORNI PER CONVERTIRSI ALL’ISLAMED AVERE SALVA LA VITA, MA HA RIFIUTATOLa commovente storia di una cristiana del Sudan sposata con un cristiano (disabile): condannata a morte per apostasiaperché suo padre era musulmano e quindi l’islam la considera musulmana di Anna Bono

A RIPATRANSONE

NON MANCA PIù NESSUNO

Page 5: Anno xxxi n 20 1 giugno 2014

5Anno XXXI

1 Giugno 2014 PAG

L’annuncio dell’angelo ai pastori12. VENITE, PASTORI, L’ANGELO VI INVITA

Leggiamo Lc 1,8-20: l’annuncio della nascitaai pastori e la loro visita al neonato Gesù.

1. Il termine pastore in senso traslato. NellaPalestina biblica la ricchezza – del resto molto re-lativa – proveniva dall’agricoltura e dalla pasto-rizia. Da ciò l’importanza che la pastoriziarivestiva e come il termine pastore – che dovevafar trovare il pascolo per il piccolo gregge(l’unico ricordato), l’acqua per dissetarlo, la forzae il coraggio per difenderlo e altro (cf. Ez c. 34)– richiedeva un pastore abile e attento. Così, il«pastore», proprio per la sua attività, ha assuntoun ricco valore simbolico,tanto che viene usato in rife-rimento a Dio, a Cristo, allaChiesa, ai vescovi. A Dio:«Il Signore è il mio pastore:/ non manco di nulla...» (Sal23,1). A Gesù Cristo: «Iosono il buon Pastore» (Gv10,1-17); A Pietro: «Pasci lemie pecore /agnelli» (Gv20,15-17). Ai vescovi: «Ve-gliate su voi stessi e su tuttoil gregge, in mezzo al qualelo Spirito Santo vi ha costi-tuiti come custodi per essere pastori della Chiesadi Dio» (At 20,28).

2. Il giudizio dei rabbini. Gli scritti rabbiniciparlano spesso in modo estremamente negativodei pastori. Nella sua fortunata vita di Cristo Giu-seppe Ricciotti ha approntato un ricco dossier ditali negatività. Metodologicamente, però, è me-glio servirsi degli scritti del Nuovo Testamentoche non esprimono mai un giudizio negativo deipastori; Gesù, nelle parabole, li fa immagine diDio stesso (Lc 15,4-6).

3. L’annuncio ai pastori. «C’erano in quella

regione alcuni pastori che, pernottando al-

l’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la

guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore

si presentò a loro e la gloria del Signore li av-

volse di luce. Essi furono presi da grande timore,10ma l’angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi

annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il

popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per

voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo

per voi il segno: troverete un bambino avvolto in

fasce, adagiato in una mangiatoia”» (Lc 2,8-13). Betlemme è stata sempre zona di pascolo:«Davide... andava e veniva dal seguito di Saul epascolava il gregge di suo padre a Betlemme»(1Sam 17,14.15). I pastori della «regione» chevegliavano di notte il gregge – non si suppone iltempo invernale – erano anche i frequentatoridelle tante grotte della zona durante le piogge in-vernali, compresa probabilmente quella dovenacque Gesù. La «grande gioia» che viene loroannunziata è la gioia che fa da sottofondo a Lccc. 1-2. I tre titoli, messianici e divini, «Salva-

tore», sôtér, «Cristo», cioè Messia, «Signore»Kýrios, dato anche a Jahvè, sono ora dati a unbambino che giace «in una mangiatoia»! Questoparadosso, tra dignità e umiltà, accompagna tuttala vita di Gesù.

4. Gloria e pace. «E subito apparve con l’an-

gelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lo-

dava Dio e diceva: 14 “Gloria a Dio nel più alto

dei cieli / e sulla terra pace agli uomini, che egli

ama”» (Lc 2,13-14). Per la nascita di Gesù tuttoil mondo celeste innalza il cantico di «gloria aDio» e di «pace in terra», pace messianica tante

volte preannunciata (Is 9,-6; 52,7; ecc.) e cumulo diogni bene desiderato e de-siderabile, «agli uomini»tutti, oggetto della sua eu-

dokía, della sua benevo-lenza, del suo amore.

5. La visita dei pastori.«Appena gli angeli si fu-

rono allontanati da loro,

verso il cielo, i pastori di-

cevano l’un l’altro: “An-

diamo dunque fino a

Betlemme, vediamo questo

avvenimento che il Signore ci ha fatto cono-

scere”. 16Andarono, senza indugio, e trovarono

Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella

mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò

che del bambino era stato detto loro» (Lc 2,15-17). Come già Maria (1,39: in fretta), così anchei pastori si muovono per verificare il segno rice-vuto, che consiste nelle fasce con le quali Mariaha avvolto la sua Creatura e la greppia fungevada lettino.

6. Maria custodisce e medita. «Tutti quelli

che udivano si stupirono delle cose dette loro dai

pastori.19Maria, da parte sua, custodiva tutte

queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pa-

stori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio

per tutto quello che avevano udito e visto, co-

m’era stato detto loro» (2,18-20). Mentre quelliche udivano i pastori «si stupirono», Maria «cu-stodiva», synetérei, e «meditava», symbállous,

nella sua persona quanto avveniva. Sarà la testi-mone oculare dei così grandiosi eventi!

7. Il nome Gesù. «Quando furono compiuti

gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli

fu messo nome Gesù, come era stato chiamato

dall’angelo prima che fosse concepito nel

grembo» (Lc 2,21). Luca avrà modo di svilupparela cristologia del nome «Gesù» in Atti cc. 3-5.

Conclusione. “L’Angel del cielo, agli uomini/ Nunzio di tanta sorte, / Non de’ potenti volgesi/ Alle vegliate porte; / Ma tra i pastor devoti, / Alduro mondo ignoti, / Subito in luce appar” (A.Manzoni, Il Natale). Mettiamoci in grado anchenoi di stare “tra i pastor devoti”!

[email protected]

Domenica 1 giugno

Ore 9.00 Cupra Marittima Parrocchia S. Basso: Cresime

Ore 11.30 Porto d’Ascoli - Parrocchia SS. Annunziata: Cresime

Lunedì 2 giungo

Ore 11.00 Centobuchi Parrocchia Regina Pacis: Cresime

Ore 16.00 Ripatransone Festa degli incontri dell’ACR

Ore 18.30 Villa Lempa Parrocchia S. Maria del Carmine:Cresime

Sabato 7 giugno

Ore 18.00 Grottammare Parrocchia S. Lucia: Cresime

Ore 21.00 S. Benedetto del Tronto Veglia di Pentecoste: ritrovo in Cattedrale e Celebrazione eucaristica presso il Parco Manara

Domenica 8 giugno

Ore 11.00 S. Benedetto del Tronto Cattedrale: Cresime

Impegni Pastorali del Vescovo

DAL 1 ALL’8 GiuGNO 2014

Parola del SignoreASCENSIONE DEL SIGNORE - ANNO A

Dal VANGELO secondo MATTEO

Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul

monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli

si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù,

avvicinatosi, disse loro: “Mi è stato dato ogni potere in

cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le

nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e

dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto

ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i

giorni, fino alla fine del mondo”. (MATTEO CAP. 28 vv

16-20)

Oggi celebriamo la festa dell’Ascensione del Signore,l’Ascensione potrebbe essere definita la festa dell’arrive-

derci tra il Cristo e gli uomini. Gesù, l’uomo-Dio che per circa trenta anni ha camminato con gli uo-mini, con loro ha sofferto, gioito, pianto, riso, ha condiviso con l’umanità anche la morte. Dopoaver dato agli uomini una nuova speranza, una nuova conoscenza dell’amore di Dio, dopo esserestato il primogenito nella resurrezione, torna alla casa del Padre. Non prima, però di aver affidatoagli uomini (i discepoli), il mandato di continuare la sua missione. Missione di far conoscere a tuttigli uomini, di tutti i tempi, di tutte le razze, il suo vangelo, la sua buona novella: Dio ci ama, e vuoleessere riamato; Cristo ce lo ha rivelato e ce lo ha mostrato. I credenti in Cristo saranno accompagnatida Lui in questa missione di evangelizzazione. È il programma di vita e testimonianza che ogni cri-stiano, in quanto tale, deve mettere in pratica, raggiungere tutte le genti per portare nel nome diCristo la conversione e il perdono che il Figlio di Dio ci ha guadagnato attraverso la morte ma so-prattutto la sua resurrezione. Gesù cosciente che quei “poveri uomini” e quelli che sarebbero venutidopo di loro ben poco avrebbero potuto fare con le loro misere forze, li incoraggia dicendo loro chela missione avrà successo poiché EGLI SARà CON LORO TuTTI I GIORNI FINO ALLA FINEDEL MONDO. Seguire Cristo richiede un impegno forte e nello stesso tempo facile se si ha abba-stanza umiltà e fede da lasciarsi guidare dallo Spirito inviato da Dio, quello Spirito che ci ricorda lecose che Gesù ci ha insegnato, che ce le spiega, che ci fa capire la verità tutta intera. Spirito che cidà la forza di staccare gli occhi dal cielo in attesa del suo ritorno, e pur orfani della sua presenza, permetterci in cammino sulle strade del mondo per annunciare a tutti la buona notizia: in principio erail Verbo e il Verbo era Dio, egli si é fatto carne per abitare in mezzo a noi, per noi ha sofferto la pas-sione e la morte di croce, ma ha vinto la morte ed é risorto per indicarci la via da seguire per arrivareal Padre e rimanere per sempre nel suo amore. Ovviamente non tutti i cristiani sono chiamati ad an-dare in giro per le strade del mondo, a fare i missionari, ma tutti sicuramente siamo chiamati a te-stimoniare la nostra fede in Cristo nelle nostre case, nei posti di lavoro, per la strada, con gli amici,con tutti quelli che incontriamo, ognuno di noi è l’operaio che deve andare a lavorare nella vigna.Tutti siamo chiamati a “DARE RAGIONE DELLA SPERANZA CHE È IN NOI”. Signore Gesùfa che il tuo popolo, che io stesso, nella gioia della tua amicizia possa far conoscere, a tutti gli uominiche incontro sulla mia strada, la grandezza e la bellezza del tuo amore per noi. Chiediamo al Signoredi darci la forza, il coraggio, la fede per dire: Signore manda me. RICCARDO

Messaggio dei Vescovi italiani al termine dell’Assemblea Generale

I Vescovi italiani, al termine della loro Assemblea Generale, intendonorinnovare la loro attenzione e affetto a quanti il Signore affida alle lorocure pastorali in un momento particolarmente complesso e carico disfide umane, culturali, sociali e religiose. Invitati dalle stimolanti paroledel Santo Padre avvertono l’urgenza di entrare nei “luoghi” dove piùforte è la sofferenza e il disagio della gente: primo tra tutti la famiglia,fortemente penalizzata da una cultura che privilegia i diritti individualie trasmette una logica del provvisorio. In preparazione al prossimo Si-nodo straordinario sulla famiglia, condividiamo la densa riflessione sulruolo pubblico della famiglia e sulla sua importanza fondamentale peril bene comune dell’Italia, come è stato ampiamente evidenziato nellarecente Settimana Sociale di Torino. Altra grande preoccupazione cheavvertiamo con sofferenza e speranza è quella che il Papa ha chiamato“l’affollata sala d’attesa di disoccupati, cassaintegrati, precari dove il

dramma di chi non sa come portare a casa il pane s’incontra con quello di chi non sa come mandare avantil’azienda”. Esortiamo tutti alla solidarietà, alla fiducia e al coraggio di non cedere alle difficoltà e a cercareinsieme nuove vie di sviluppo sociale con un’attenzione privilegiata ai giovani. A tal fine invitiamo leIstituzioni a porre il lavoro come una priorità su cui concentrare l’impegno di tutti. “Nella precarietà lasperanza” è proprio il tema su cui la Chiesa italiana rifletterà in un prossimo convegno. In terzo luogo,Papa Francesco ha incoraggiato a calare “la scialuppa che diventa abbraccio accogliente ai migranti, iquali fuggono dall’intolleranza, dalla persecuzione, dalla mancanza di futuro”. Proprio in questi giorni siregistrano nuovi sbarchi che sembrano destinati a crescere. Mentre ammiriamo e incoraggiamo la solida-rietà di quanti con generosità aprono le porte delle loro case e del loro cuore a questi fratelli e sorelle indifficoltà, - un cordiale apprezzamento in modo speciale alle Caritas e a Migrantes - non possiamo nonstimolare le istituzioni italiane e degli altri Paesi a farsi carico di questa situazione che coinvolge in manieraspesso massiccia l’Italia, ma interessa tutta l’Europa. Noi Vescovi riteniamo che i principi umani e cristianiche hanno ispirato la nascita dell’Unione Europea rimangono validi e vadano ripresi per un’applicazionereale, in una politica favorevole alla giustizia sociale, al lavoro per tutti, al sostegno della famiglia, allavita, alla dignità della persona, alla solidarietà interna ed estera, all’accoglienza più attiva e condivisa deimigranti e rifugiati e ad una missione per la pace e la libertà religiosa nel mondo.Inoltre, in prossimitàdelle elezioni europee, giudichiamo molto importante la partecipazione ad esse. Il Parlamento Europeo èl’unico organismo dell’Unione Europea eletto dai cittadini e quest’anno è la prima volta che ciò avviene,dopo le nuove competenze ad esso attribuite dal Trattato di Lisbona (2009). La partecipazione attiva alleelezioni è un’opportunità per esercitare la propria co-responsabilità per il futuro dell’Europa. Accompa-gniamo con affetto filiale il Santo Padre nel suo pellegrinaggio ecumenico in Terra Santa e invitiamo ognicomunità ad unirsi con noi nella preghiera.Durante questi giorni ci siamo sentiti molto vicini a tutti voi,fratelli e sorelle della nostra amata nazione, specialmente a voi sacerdoti, a voi persone di vita consacratae a quanti collaborano con noi nel servizio alle comunità. La nostra prossimità, avvalorata dalla coralenostra preghiera, è rivolta soprattutto a quanti sono in difficoltà, in particolare anziani, pensionati, disoc-cupati, giovani perché guardino al futuro con speranza.

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ASCOLI – Nuove pos-sibilità occupazionaliper i giovani del territo-rio grazie al servizio ci-vile Sportello Anziani Mar-

che” portato avanti dall’Inac – Istituto nazio-nale assistenza cittadini promosso dallaConfederazione Italiana Agricoltori provincialedi Ascoli Piceno. Il servizio civile permetterà aigiovani, che ne faranno domanda di partecipa-zione indirizzandola all’ente INAC entro e nonoltre le ore 14 del prossimo 8 giugno 2014, diaiutare gli anziani, in particolare non autosuffi-cienti e le loro famiglie dietro un compenso di433,80 euro. Per la prima volta, dunque, anche l’INAC delleMarche vedrà finanziato un suo progetto an-nuale di servizio civile da quattro posti ripartitiper le sedi provinciali di Ascoli Piceno, Ancona,Macerata e Pesaro-urbino. La durata del servi-zio civile regionale è di dodici mesi per un im-pegno di 25 ore settimanali su cinque giorni a

settimana. È previstauna formazione gene-rale sul servizio civileed una specifica sulleattività del progetto,oltre che l’assicurazionesanitaria. Il progetto nasce dalla consapevolezzadei Patronati INAC di Ancona, di Ascoli Pi-ceno, di Macerata e di Pesaro-urbino delle pro-blematiche che investono gli anziani nelleMarche e del nuovo concetto di gestione deiservizi sociali in forma mista. Per questo vo-gliono proseguire ed incrementare il loro impe-gno e creare una rete di protezione sociale, fattada strumenti operativi, pubblici e privati, cheagiscano sinergicamente in favore di essi. Be-neficiari indiretti di questo servizio, infatti, sa-ranno anche le comunità locali e le istituzionipubbliche in termini di alleggerimento del ca-rico sociale e aumento di efficienza dei servizierogati. Per maggiori informazioni è possibileconsultare il sito www.serviziocivile.marche.it. ufficio stampa LOGOS

OPPORTUNITA’ OCCUPAZIONALI PER I GIOVANI

CON “SPORTELLO ANZIANI MARCHE”

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BANDO DI CONCORSO A.A. 2014/2015 e Legenda Integrativa

Il Pio Sodalizio dei Piceni rende noto che è aperto, fino al 20 settembre 2014, un concorso per

titoli per l’ammissione a n. 23

BORSE DI STUDIO PER L’AMMISSIONE A CORSI UNIVERSITARI, CONSERVATORI E ACCADEMIE:

A) n. 13 Borse di Studio per studenti marchigiani, residenti nelle Marche, che intendano

frequentare dal 1° anno, corsi di studio presso Università, Conservatori, Accademie in Italia di

cui:

Prov. ANCONA n. 1 Prov. ASCOLI PICENO n. 3 Prov. FERMO n. 1 Prov. MACERATA n. 3 Prov. PESARO/URBINO n. 5

B) n. 4 Borse di Studio per studenti marchigiani, residenti a Roma e Provincia, che intendano

frequentare dal 1° anno, Corsi di Studio presso Università, Conservatori, Accademie nelle Marche.

C) - n. 3 Borse di Studio per studenti marchigiani, residenti fuori Roma e Provincia o

fuori la Regione Marche;

- n. 3 Borse di Studio per studenti marchigiani residenti all’Estero;

che intendano frequentare, dal 1° anno, corsi di studio presso Università, Conservatori,

Accademie nelle Marche.

ACQuAVIVA PICENA – Controcorrente nel-l’Italia della crisi puntando con sempre più deci-sione a supportare la crescita e lo sviluppo socioeconomico del territorio di riferimento. È la fun-zione svolta dalla Banca Picena Truentina chetrova la sintesi perfetta nel bilancio d’esercizio2013 sottoposto all’appro-vazione dell’assemblea deisoci, domenica 18 Maggio2014, al Palazzetto delloSport di Acquaviva Picena.Gli impieghi, ovvero lesomme concesse in prestitoalla clientela, sono statepari, nel 2013 a 446,4milioni di euro. Partico-larmente interessante ildato sui mutui ipotecaricresciuti dell’1,68% ri-spetto al precedente anno.Questi dati testimonianol’impegno della banca areinvestire sul territorio eper lo sviluppo del terri-torio i soldi che raccoglie.Nel contempo, infatti,l’ammontare della raccolta,ovvero le somme com-plessivamente amministra-te per conto della clientela,al 31 Dicembre 2013 erapari a 583,8 milioni dieuro. <Il consiglio di am-ministrazione della BancaPicena Truentina – ha dettoil direttore generale Va-lentino Piergallini – pone particolare attenzioneall’adeguatezza patrimoniale attuale e prospetticache da sempre ha rappresentato un elementofondamentale nell’ambito della pianificazionestrategica aziendale. Ciò a maggior ragione nelcontesto attuale, in virtù dell’importanza semprepiù crescente che il patrimonio assume per lacrescita dimensionale e il rispetto dei requisitiprudenziali. Per tale motivo la Banca persegueda tempo politiche di incremento della basesociale e criteri di prudente accantonamento disignificative aliquote degli utili prodotti, eccedentiil vincolo di destinazione normativamente stabilito.Le risorse patrimoniali sono collocate, anche nelcontesto delle fasi più acute della crisi finanziaria,ben al di sopra dei vincoli regolamentari con ciòpermettendo di continuare a sostenere l’economia

del territorio e, in particolare, le famiglie, lepiccole e medie imprese>. In virtù delle decisioniadottate alla fine dell’esercizio 2013 il patrimonionetto ammonta a 60.589.952 euro, che, confrontatocon il dato del precedente anno, risulta in aumentodel 2,84%. Il risultato della gestione ha evidenziato

un utile pari a 463.651,30euro. L’attività mutuali-stica, da sempre tratto di-stintivo delle banche dicredito cooperativo, è am-piamente spiegata anchenel “Bilancio Sociale”nel quale è rappresentatal’identità della Banca, lasua missione ed i valoridi riferimento. <Il colle-gamento con la base so-ciale della Banca – hadetto il presidente dellaBanca Picena TruentinaAldo Mattioli – è moltoimportante. Nel corso del2013 sono state mantenutee migliorate le agevola-zioni a favore dei Socinell’attività di espletamen-to dei servizi bancari. LaBanca ha doverosamenteconcesso ai Soci, anchenell’anno 2013, condizionipiù vantaggiose rispettoalla clientela ordinaria su:conti correnti, mutui primacasa e altri finanziamenti.Inoltre l’azienda di credito

prevede vantaggi di carattere extra-bancario comele agevolazioni per le polizze assicurative, nel-l’ambito della gestione del tempo libero, l’orga-nizzazione di numerose iniziative culturali, e perla tutela della salute>. Nel corso del 2013 nonsono mancati importanti interventi di caratteresociale a favore della comunità residente neiterritori di operatività della banca. <La ricchezzache viene creata dalla Banca resta nel territorio,non soltanto perché la quasi totalità degli inve-stimenti per lo sviluppo dell’economia è rivoltaalle comunità locali, ma anche perché il patrimoniodell’azienda è un bene della comunità stessa – haspiegato il presidente Aldo Mattioli – e in talecontesto la Banca destina, inoltre, consistentisomme a sostegno degli organismi locali e per larealizzazione di attività nel campo dell’assistenza,

BANCA PICENA TRUENTINA

COMPONENTE ESSENZIALE DEL SISTEMA

ECONOMICO TRA LE MARCHE E L’ABRUZZO

della cultura, dell’ambiente e del tempo libero,facendo in modo che valide idee e iniziative a fa-vore di una migliore qualità della vita nel territorioabbiano la possibilità di essere realizzate. LaBanca promuove lo sviluppo sociale e culturaledel territorio e delle comunità locali in due modi:sostenendo l’attività delle organizzazioni chesvolgono questo ruolo (spesso enti non profit,cooperative sociali, organismi di volontariato,parrocchie...) e realizzando direttamente numeroseattività ed iniziative. Prosegue la ormai tradizionalesponsorizzazione del concorso indetto dal Corpodei Vigili urbani di San Benedetto del Tronto frai ragazzi delle quinte classi delle scuole elementarivolto a sensibilizzare i giovani sul tema del-l’educazione stradale. In collaborazione con ilComune di Monteprandone la Banca ha decisodi supportare lo sviluppo del “Centro studi SanGiacomo della Marca” che indirizzerà la sua

attività in ricerca storica e convegni sulla figurae sulle opere del Santo. Con riferimento al settoredell’istruzione la Banca, è fra i soci della fonda-zione “Val Vibrata College”, costituita con ilfine di istituire un Liceo scientifico ad in-dirizzo aeronautico nel comune di Corropoli.Importante è Ia collaborazione instaurata conl’Istituto Tecnico del settore Economico “A.Capriotti” di San Benedetto del Tronto per larealizzazione del progetto di “alternanza scuola-lavoro”. Infine , anche nel 2013, con i fondimessi a disposizione dalla Banca, dai dipendentie dai Soci, che hanno rinunciato all’omaggio na-talizio, sono stati donati all’ospedale di San Be-nedetto un esofagogastroduodenoscopio destinatoall’u.O.C. di Gastroenterologia ed EndoscopiaDigestiva ed un ecografo portatile ad elevata ri-soluzione destinato all’ambulatorio di Terapiadel Dolore>. Vittorio Bellagamba

Aldo Mattioli, presidente

Valentino Piergallini, direttore

Parrocchia Madonna di Fatima

TIZIANA, NUOVA DOTTORESSA

IN VALTESINOdi Francesca Illuminati

Lo scorso 15 Aprile, la nostra Tiziana Illuminati, hadiscusso la sua tesi di laurea magistrale in Designpresso la Scuola di Architettura e Disegno Indu-striale dell’Università di Camerino, Sede di AscoliPiceno, conquistando un bel 110/110.Tiziana, nella sua Tesi, ha presentato il suo originaleprogetto per migliorare e rinnovare il casco protet-tivo dei Vigili del Fuoco, rendendolo più sicuro efunzionale. Felici e orgogliosi, dei suoi risultati, igenitori Tommaso e Rita e la sorella Francesca che,assieme a tutti noi della Comunità Parrocchiale“Madonna di Fatima”, le fanno tantissimi compli-menti e le augurano un futuro ricco e pieno di sod-disfazioni, pregando il Signore che possa guidarlanel suo cammino professionale e quotidiano.

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7Anno XXXI

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Sabato 7 Giugno alle ore 21:00 nella cornicedel Teatro storico Luigi Mercantini di Ripa-transone, si presenterà il libro; A.P.D. AVISRipatransone: una storia lunga mezzo se-colo del prof.re Paolo  Polidori. A seguireinterverranno i soci fonda-tori per apportare la propriatestimonianza. Lungo il cor-so della serata allieterannol’avvenimento le “Academygirl”, cheerleader dellascuola di danza della co-reografa cristina Orsini.Un brindisi finale chiuderàl’evento. Domenica 8 ore10:00, nella sede del cam-po Sportivo comunale “Fu-nari” di Montalto delle Mar-che, per il Memorial “PaoloAngelici” V Edizione, si gio-cherà la partita triangolarecategorie esordienti fra lesquadre dell’ a.p.d. avis ri-patransone – us comunan-za – s.s. acquaviva. Alleore  16:00 nel campo sportivo comunale“La Petrella” di Ripatransone, per il per ilMemorial “PeppinoMassi” III Edizione, sigiocherà la partita triangolare categorieesordienti fra le squadre dell’ a.p.d. avis ri-patransone – s. s. grottammare – s. s .porto d’ascoli. Mentre per la triangolare

cat. piccoli  amici, squadre partecipanti :a.p.d. avis ripatransone – s. s. ragnola- s.s . porto d’ascoli. Alle 18:00 premiazionedei vincitori al torneo cui seguirà l’accom-pagnamento della Banda Musicale, “città di

Ripatransone” ed unapiacevole merenda pertutti i presenti. A con-cludere la bella giornatadi  festeggiamentil’estrazione della lotte-ria, “50° di FONDAZIO-NE 1964-2014”. L’As-sociazione PolisportivaDilettantistica AVIS diRipatransone, ha pre-sentato lo scorso annola  sua prima squadrainiziando nel settembre2013 il campionato diPrima categoria gironeD. Paolo Polidori, con-sigliere delegato alloSport, che interverràdurante le celebrazioni

anche come autore di un saggio dedicatoall’Associazione, si dice soddisfatto del-l’iniziativa: “Questa giornata di  incontro edivertimento, celebrerà al meglio l’impor-tanza del cinquantenario della fondazioneche ci tengo a ricordare essere la più anticasocietà sportiva di Ripatransone.

Ripatransone

50° di FONDAZIONE ASSOCIAZIONE POLISPORTIVA AVIS

Domenica 25 maggio 2014 si è celebratala XIII Giornata Nazionale del Sollievo, isti-tuita dal Ministero della salute al fine di pro-muovere e testimoniare, attraversoun’idonea informazione e varie iniziative disensibilizzazione esolidarietà, la culturadel sollievo dalla sof-ferenza fisica e mo-rale in favore di tutticoloro che sono af-fetti da patologie do-lorose croniche.Sollievo non significasolo “negazione deldolore fisico” concure di medici e infer-mieri attenti alla per-sona, oltre che allapatologia, durante l’intero percorso di cura,ma, vuol dire anche “tutela della dignità edella qualità della vita del malato e dellasua famiglia attraverso presenza e soste-

gno di persone care”. La giornata del 25maggio è stata quindi un momento di sen-sibilizzazione per riportare all’ascolto e al-l’attenzione il dolore della persona malata.In occasione di questa ricorrenza, l’Ammi-

nist razionecomunale diRipatransoneha organiz-zato alle ore10,30 pressola “casadella Salute”di Ripatran-sone, unconcerto del“ S h o f a rT r u m p e tQ u a r t e t ” .

Inoltre, durante la settimana sono stati or-ganizzati momenti di incontro e discus-sione sul tema del sollievo, dell’anziano edell’importanza del volontariato

Ripatransone e la giornata del sollievo

S. Benedetto del Tronto: SUCCESSI UTESSi è svolto sabato 17 c.m.,. al TeatroConcordia, il terzo appuntamento perla chiusura del 25° Anno Accademicodell’UTES. Una splendida seratasotto tutti i punti di vista, in particolareper la innovativa presentazione con-dotta da due gentili signore che corri-spondono ai nomi di Diana LanciottiZoboletti, presidente dell’UTES ed aquello di Rossella Moscardelli segre-taria della stessa Associazione.La serata è iniziata con l’esibizione del Coro UTES con canzoni folkloristiche in dialettosambenedettese. A seguire, coordinate ed interpretate dai rispettivi insegnanti, le per-formances degli allievi dei vari balletti, che si sono succeduti sulla scena con splendidicostumi esaltati da belle e moderne cromaticità. Fra un balletto e l’altro una passerella di modelli indossati dalle stesse allieve del corsodi taglio e cucito della signora Daniela Giobbi.Si sono esibiti anche gli allievi e gli insegnanti dei corsi di lingue straniere in esilarantiscenette. A metà ed a fine spettacolo grande successo della recitazione in dialetto conil ritorno di Pacina, e dei suoi fantastici personaggi sambenedettesi, coadiuvata brillan-temente da Anna Bruni, Elisabetta Mignini e Roberto Basti.E tutto questo dopo l’inaugurazione, sabato 10 maggio, alla presenza di numeroso pub-blico, nei locali della Palazzina Azzurra, dell’esposizione molto apprezzata delle operedegli allievi dei corsi di Mondo creativo, Tecniche pittoriche, Ceramica, Fotografia, Tom-bolo e filet.Esposizione che rimarrà aperta fino al 28 maggio escluse le giornate di lunedì.Da non dimenticare che martedì 13 maggio, nel Teatro della Parrocchia di Cristo Re, inPorto d’Ascoli, con il tutto esaurito, l’UTES, attraverso il corso di recitazione del TEATRODI RICERCA FOLIAL, ha messo in scena una pièce impegnativa quale “La scuola deibuffoni” di Michel de Ghelderode, interpretata in maniera professionale dagli allievi delcorso e dallo stesso insegnante maestro Vincenzo Di Bonaventura. L’ultimo appunta-mento per la chiiusura dei festeggiamenti inerenti il 25° Anno Accademico UTES sarà il14 giugno all’AUDITORIUM comunale, ove interverranno diversi ospiti fra cui lo scrittoreFederico Moccia. Infine tutti a cena dallo chalet Federico.Bene, questa è l’UTES di San Benedetto alla quale dedichiamo un grazie ancora ai suoipiù che 1200 iscritti, allo staff del Consiglio direttivo ed a tutti i volontari che durantel’anno dedicano parte del loro tempo libero alla conduzione dei molti aspetti organizzativi.Alle Autorità che hanno presenziato agli eventi, rinnoviamo l’invito a voler essere sempreil più vicino possibile a questa Associazione benemerita della società sambenedettese.

Il video “La fontana”, in concorso al Premio Giorgio Gaber

È in concorso alla 5° edizione del “Premio Giorgio Gaber per le nuove generazioni” (1-18 maggio2014, Grosseto), il corto La fontana prodotto dal laboratorio di cinema di RiccardoMassacci e Dante Albanesi presso la Scuola Media Curzi - ISC San Benedetto del Tronto Centro

(AP). Il Premio Gaber è organizzato dal Teatro Stabile di Gros-seto. L’ISC centro è stato invitato dalla Direzione del premio aseguito di una selezione dei lavori a cura della Commissioneesaminatrice.Un gruppo di ragazzi delle classi 3C e D della scuola Curzi, ac-compagnati dal Prof. Massacci e Laudadio, ha preso parte allaRassegna finale del premio per 3 giorni a Grosseto, evento unicodi incontro-confronto tra realtà e culture diverse, provenientianche da paesi stranieri.I ragazzi potranno partecipare ad interviste, blog, laboratori for-

mativi, forum e dibattiti entrando in contatto con “un angolodi pensiero libero e attivo”.Il film racconta gli inutili tentativi di una ragazza di dissetarsidurante una calda giornata estiva. La fontana pubblica, la ra-gazza assetata, il gruppo di amici disattenti allo spreco diven-tano l’allegoria di una riflessione più ampia su un temafortemente attuale quale la distribuzione geografica delle ri-sorse idriche sulla Terra. La finalità del progetto è sensibiliz-zare gli alunni all’utilizzo consapevole della risorsa acqua,attraverso un percorso di conoscenza della tematica, coniugatoal lavoro di produzione video dei ragazzi stessi. Più di un mi-liardo di persone non ha accesso a risorse idriche potabili, men-tre il 12% della popolazione mondiale usa l’85% dell’acquadel pianeta.

Al Pontificio Seminario Regionale Pio XI

molti ex-studenti, oggi sacerdoti si sono ritrovati per festeggiare i 105 anni di fondazione

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AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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L’Associazione Palio del Duca nella serataculinaria di Venerdi 23 Maggio 2014 pressol’agriturismo Nonna Peppa di AcquavivaPicena, dove la cucina è veramente tradi-zionale, ha presentato il Drappo della Un-dicesima edizione del Palio dei Bambini,realizzato olio su tela 50x70 da Cameli

Francesca classe seconda B della scuolasecondaria, sotto la guida del professore diartistica Neroni Luigi. Il palio dei Bambini“Vivere la Storia da Protagonisti” in pro-gramma Sabato 31 Maggio dalle ore 9,00è inserito nel programma del P.O.F. dal2004. La undicesima edizione si confermauna grande evento per l’Istituto ScolasticoComprensivo di Acquaviva Picena e Mon-sampolo del Tronto. Parteciperanno in co-stume d’epoca il 94% dei bambini, delleclassi quarta e quinta di Monsampolo delT. e tutte le classi di Acquaviva Picena, ilcorteggio storico sarà aperto dai tamburinidell’Associazione Palio del Duca guidatidal Maestro Matricardi Cristiano, il Gruppodei Brunforte sarà rappresentato dallascuola di Monsampolo del Tronto.Nei panni di Rinaldo dei Brunforte, Mat-

tioli Alessio, Duca Bonconte dei Brunforte,Traini Denni, Duchessa Maria dei Brun-forte, Impiccini Asia, Notaio dei Brun-forte, Malavolta Andrea, il gruppodegli Acquaviva rappresentato dairagazzi di Acquaviva, nei panni diForasteria, Zomparelli Annalisa ,Duca Rinaldo degli Acquaviva,Ciotti Mariano, Duchessa Elenadegli Acquaviva, Troiani Chiara,Notaio degli Acquaviva Zappasodi

Andrea , che oltre a rievocare il ma-trimonio di Forasteria degli Acqua-viva e Rinaldo Dei Brunforte iquattro Rioni : Aquila, Civetta, Pic-chio e Falco si contenderanno ilDrappo. Due nuovi giochi storicisono stati inseriti; il tiro degli anellie lo schiaccia noci, oltre alla corsacon i sacchi, corsa con le paiarole,tiro alle palle e tiro alla fune. Inpiazza del Forte il corpo di ballo me-dievale allieterà gli spettatori condanze medievale su coreografie diMaria Luigia Neroni. L’Associa-zione Palio del Duca attraverso i suoicollaboratori ha collaborato con

l’istituto Scolastico recandosi nei locali perpreparare i ragazzi ai giochi storici delPalio. Il corso di musici è stato organizzato per in-segnare ai ragazzi l’arte di suonare il tam-buro. Alla serata presenti giornalisti eautorità; il Sindaco di Acquaviva PicenaAvv. Pierpaolo Rosetti, la vice presidedell’Istituto Scolastico Nicoletta , la mae-stra Rita Bartolomei responsabile del Pro-getto e il direttivo dell’Associazione Paliodel Duca. Il Presidente Cav. Gaetani Nelloricorda le date di Sponsalia, Giovedì 31 Lu-glio ,venerdi 1 e Domenica 3 Agosto con ilBanchetto Nuziale Medievale, la XXVIIedizione si svolgerà in piazza del Forte acausa del restauro della Fortezza, sono giàaperte le prenotazioni. L’AmministrazioneComunale ha confermato l’affidamento delMercatino del Mercoledi all’AssociazionePalio del Duca nei mesi di Luglio e Agosto,sarà dedicato all’artigianato, alla creatività,prodotti tipici, hobbistica e piccolo antiqua-riato. Gli espositori che volessero aderirepossono richiedere la domanda di parteci-pazione alla E.mail [email protected] e usufruire degli sconti previsti dalregolamento.

Acquaviva Picena

Palio dei Bambini XI edizioneTorna la Festa di San Savino

Di Alessandro RicciIl 30, 31 maggio e 1 e 2 giugno, nellapiccola frazione di Ripatransone ci sa-ranno i festeggiamenti per il Santo pa-trono Savino e con essa la XXVISagra della cresciola e la XV Sagradegli gnocchi e non solo, anche arro-sticini, salsicce alla brace, piatti tipici,stand di dolci, birra e vino delle cantinelocali. Ogni sera sarà allietata dabuona musica e tanto divertimento. Siparte il 30 maggio dalle 19 con i “Lunad’Oriente”e la partecipazione straordi-naria di Marino de Giurdà, il 31 maggiodalle 19 serata live con i “N’icecream”,il 1 Giugno dalle 18 con “Giu-liano e gli amici della musica” e il 2 giu-gno dalle 19,30 con “Elio Giobbiband”. Tutte le serate saranno animateda giochi popolari . Sarà aperta laPesca di Beneficenza con ricchi premiin palio. Inoltre sarà a disposizione du-rante le serate il club NO LIMITS chea bordo di fuoristrada faranno esplo-rare il territorio di San Savino. Il pro-gramma religioso, invece, prevede dal26 al 30 maggio alle ore 20 la pre-ghiera del Rosario. Sabato 31 maggio,nel primo pomeriggio (in forma privata) ci sarà il trasferimento del quadro di San Savino presso la par-rocchia Madonna del Suffragio di San Benedetto del Tronto. Il 1 giugno alle ore 8 ,30 celebrazione peri benefattori defunti, ore 15 chiesa Madonna del Suffragio di San benedetto del Tronto III raduno di autod’epoca in memoria di Emidio cellini (Ritrovo e iscrizioni). Ore 15, 45 Partenza della processione con ilquadro del Santro a bordo di una macchina d’epoca con la presenza di P. Gabriele Lupi-Vicario Foraneo.Ore 16,45 Via della Pace, San Savino Accoglienza delò Quadro con la presenza dei confratelli e con-sorelle e processione verso la chiesa accompagnata dal corpo bandistico città di Ripatransone. SegueSolenne celebrazione Eucaristica animata dal nuovo “ coro dell’Immacolata della Parrocchia di San Sa-vino.  Un bel programma per divertirsi e mangiare bene. Vi Aspettiamo.

Montalto Marche

Suggestiva 27^ edizione

del Festival

degli Appennini             un pubblico numeroso, attento e qualificato, for-mato da alpini, appassionati, musicisti e direttoridi coro,  ha  apprezzato  l’esibizione eseguitadai cori che hanno partecipato al 27° Festivaldegli Appennini, manifestazione capace di espri-mere con rara intensità i sentimenti legati aicanti della montagna, alpini e popolari. Nellaserata del 17 maggio scorso, nella Cattedraledi Montalto Marche, il Coro La Cordata ha af-fermato  unostile  interpretativoche lo inserisce a pieno titolo nella coralità popolare, grazie anche al lavoro di recupero, salvaguardia e valorizzazione delpatrimonio di tramandazione orale che Patrizio Paci sta da tempo conducendo, con grande passione e professionalità,presentando per la prima volta al pubblico il Cantamaggio Marchigiano di Morrovalle, frutto della ricerca diGiovanni Ginobili e restituito al popolo con raffinata personale armonizzazione. Il Coro Pasubio ha manifestato condolcezza ed elasticità di fraseggio la singolare caratteristica di un proprio repertorio, formato da veri acquerelli dimusica e poesia, realizzati dal proprio maestro Ivan Cobbe, particolarmente apprezzato per il canto Settembre. Il CoroAqua Ciara ha interpretato con raffinata espressività brani del repertorio tradizionale, ma anche canti di Bepi DeMarzi e di Marco Maiero, facendosi ammirare per il particolare colore satiano del suono dei tenori e per la magistraleinterpretazione di Montagnes Valdotaines. Al termine della serata i tre cori uniti hanno eseguitoSignore delle cime, La Mon-

tanara  e Il  Testamento  del  Capitano, al quale si è unito il pubblico in piedi, cantando con entusiasmo l’ultimafrase: “L’ultimo pezzo alle montagne, che lo fioriscano di rose e fior”. Nella mattinata seguente i cori hanno animatola liturgia nella S. Messa in Cattedrale e nella vicina Castignano. Al termine hanno eseguito canti in libertà negliangoli delle due cittadine  Partecipare ad una rassegna corale, significa anche opportunità di visitare luoghi chevengono così promossi nelle altre regioni italiane nella maniera più qualificata.