Anno xxx n 38 10 novembre 2013

8
ANNO XXX N° 38 - 10 Novembre 2013 1.00 SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Mons. Carlo Bresciani il nuovo Vescovo della Diocesi di S. Benedetto del Tronto Ripatransone - Montalto In una cattedrale affollatissima la pubblicazione della nomina alle ore 12 di lunedì 4 novembre 2013 Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (Conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Segue a pag. 2 Carissimi fedeli della nostra Chiesa Truentina, in data odierna il Santo Padre Francesco ha accettato la mia ri- nuncia all’ufficio di Vescovo di questa Diocesi, presentata al suo Predecessore Benedetto XVI ormai quasi tre anni fa, al com- piersi del mio settantacinquesimo anno di età, ed ha nominato nuovo Vescovo della Diocesi di San Be- nedetto del Tronto-Ripatransone- Montalto il Rettore del Seminario Vescovile Diocesano “Maria Im- macolata” di Brescia, Mons. CARLO BRESCIANI. Desidero innanzitutto espri- mere il mio vivo e filiale ringra- ziamento al Papa emerito Benedetto XVI ed al Santo Padre Francesco per la lunga ed impre- vedibile proroga nell’incarico di Vescovo di questa nostra amatis- sima Chiesa locale. Questi nume- rosi mesi supplementari mi hanno permesso di portare a termine il Sinodo Diocesano, di continuare il normale ministero episcopale e di avviare dopo l’assise sinodale un rinnovato e positivo cammino pastorale, ricco di nuova speranza. Del lungo cammino di questi 17 anni sento vivissimo il bisogno di ringraziare il Signore, che mi ha guidato ogni giorno con la Sua grazia e con la sua forza. Con Gesù non mi sono mai sentito solo. Ringrazio poi tutti gli amati sacerdoti, aiuti indispensabili del Vescovo, i cari diaconi, le persone di vita consacrata per l’affetto sincero, la collaborazione e la preghiera. In particolare sono grato a chi mi è stato vicino nel fedele e nascosto servizio quotidiano della vita di casa, e a chi ha collaborato nella guida della Diocesi: Vicario Generale, Economo, Can- celliere, responsabili di Curia e dei vari Enti ed Organismi diocesani. Un grazie grande alle Comunità Parrocchiali ed un commosso riconoscimento ai Respon- sabili e alle diverse Realtà ecclesiali, di cui è ricca la nostra Diocesi. Con sinceri sentimenti ringrazio tutte le Autorità civili e militari della Diocesi per il rispetto, l’attenzione, la collaborazione. Ora con fede nel Signore Gesù, Pastore dei pastori, ubbidendo serenamente al Santo Padre, nella certezza che tutta la Comunità diocesana viva questo im- portante momento ecclesiale con spirito evangelico, sono lieto di trasmettere l’ufficio di guida della nostra splendida Chiesa locale al nuovo pastore, che il Signore ci dona. Impareremo presto a conoscerlo e ad amarlo come un dono grande e indispensabile del Signore. Un cordialissimo saluto e un abbraccio di pace a tutti nel Signore Gesù. “Ecco sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre Ia porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20) Prendo a prestito queste parole dell’Apocalisse per dire il mio atteggiamento, in questo momento busso alla porta della diocesi chiedendo di essere accolto come mandato dal Signore Gesù, attraverso la bontà del nostro S. Padre, il Papa Francesco. Da parte mia, vi ho già accolti con gioia come grande e prezioso dono del Signore e ne rendo grazie a Dio e al S. Padre che mi ha voluto a guida di questa dio- cesi a me già cara nel Signore. Lascio una Chiesa, quella bresciana, che ho amato intensa- mente e alla quale ho donato fino ad ora la mia vita. Vengo a voi con gioia. Non porto progetti miei, ma la disponibilità piena a seguire il mandato di Gesù “pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle”. Questo solo desidero. Siamo chiamati a percorrere insieme un tratto di cammino, custodendo le sante tradizioni dei nostri padri nella fede, ma anche guardando con fiducia e speranza alle mete che il Signore ci pone davanti e alle molte sfide che il mondo di oggi in veloce cambiamento ci presenta. Non siamo soli, il Signore ci accompagna, sempre, nella gioia e nella fatica. Egli è sempre fedele compagno di viaggio. Lui ci indicherà la strada. Questa certezza ci sostiene e ci conforta. Questa è la nostra forza, il crocifisso risorto, vivo e operante in mezzo a noi attraverso il suo santo Spirito. In questo cammino da fare insieme, abbiamo bisogno delle energie di tutti: bambini, adolescenti, giovani, adulti, an- ziani, ammalati, sacerdoti, consacrati e consacrate; soprat- tutto abbiamo bisogno della preghiera incessante delle so- relle contemplative, a cui in modo particolare va il mio affettuoso saluto. Chiedo a tutti di pregare per me e per la nostra Chiesa di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto. È un dono, quello della preghiera, di cui sento molto il bi- sogno, soprattutto in questo periodo. Un cordiale e fraterno saluto a S. E. mons. Gervasio Gestori che per 17 anni ha retto la diocesi con la passione del pa- store. Sono sicuro che continuerà ad accompagnarci con la preghiera e l’affetto di sempre. Per intercessione di S. Benedetto martire, di Santa Maria della Marina e di S. Carlo Borromeo mio patrono di cui oggi ricorre la memoria liturgica, imploro dal Signore, per me e per tutti voi, la sua consolatrice benedizione. Brescia, 4 novembre 2013- memoria di S. Carlo Borromeo “BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE” Il saluto di Mons. Carlo Bresciani alla Diocesi A nome della famiglia diocesana desi- dero esprimere sentimenti di ricono- scenza, gratitudine ed affetto per la sua opera e la sua presenza di Padre, Pa- store, Guida della nostra diocesi per oltre 17 anni. Mi è difficile esprimere quello che sento nel cuore e prendo a prestito le parole del suo libro; CUORE A CUORE. Il nostro grazie è sincero, e tutta la famiglia diocesana unisce al gra- zie per la sua opera anche il fermo pro- posito di continuare la strada tracciata ed intrapresa da Vostra Ecc.. come segno che la sua opera rimane nella pro- secuzione delle iniziative, delle realiz- zazioni e di quanto Vostra Ecc. ha voluto programmare e attuare nei vari settori della vita diocesana. Abbiamo sperimentato la sua passione di pastore sempre presente in mezzo al suo gregge, donando 17 anni a ciascuno di noi. Il suo cammino pastorale, nel difficile contesto dei tempi moderni, si è sempre caratterizzato per l’impronta paterna con la quale, come Vescovo è stato pre- sente e ha vissuto i vari momenti della nostra famiglia diocesana. La nostra Diocesi si è ringiovanita per le tante or- dinazioni Presbiterali che lei ha consa- crato. Grazie per La sua premura e delicatezza verso i sacerdoti anziani e malati o in difficoltà. I ringraziamenti del Vicario generale Mons. Romualdo Scarponi Segue a pag. 2 Mons. Carlo Bresciani Vescovo eletto di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto

description

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Transcript of Anno xxx n 38 10 novembre 2013

Page 1: Anno xxx n 38 10 novembre 2013

ANNO XXX N° 38 - 10 Novembre 2013 € 1.00

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Mons. Carlo Brescianiil nuovo Vescovo della Diocesi di S. Benedetto del Tronto

Ripatransone - MontaltoIn una cattedrale affollatissima la pubblicazione della nomina alle ore 12 di lunedì 4 novembre 2013

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (Conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Segue a pag. 2

Carissimi fedeli della nostra Chiesa Truentina,in data odierna il Santo PadreFrancesco ha accettato la mia ri-nuncia all’ufficio di Vescovo diquesta Diocesi, presentata al suoPredecessore Benedetto XVIormai quasi tre anni fa, al com-piersi del mio settantacinquesimoanno di età, ed ha nominato nuovoVescovo della Diocesi di San Be-nedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto il Rettore del SeminarioVescovile Diocesano “Maria Im-macolata” di Brescia, Mons.CARLO BRESCIANI.

Desidero innanzitutto espri-mere il mio vivo e filiale ringra-ziamento al Papa emeritoBenedetto XVI ed al Santo PadreFrancesco per la lunga ed impre-vedibile proroga nell’incarico diVescovo di questa nostra amatis-sima Chiesa locale. Questi nume-rosi mesi supplementari mi hannopermesso di portare a termine ilSinodo Diocesano, di continuareil normale ministero episcopale edi avviare dopo l’assise sinodale un rinnovato e positivo cammino pastorale,ricco di nuova speranza.

Del lungo cammino di questi 17 anni sento vivissimo il bisogno di ringraziareil Signore, che mi ha guidato ogni giorno con la Sua grazia e con la sua forza.Con Gesù non mi sono mai sentito solo. Ringrazio poi tutti gli amati sacerdoti,aiuti indispensabili del Vescovo, i cari diaconi, le persone di vita consacrata perl’affetto sincero, la collaborazione e la preghiera. In particolare sono grato a chimi è stato vicino nel fedele e nascosto servizio quotidiano della vita di casa, e achi ha collaborato nella guida della Diocesi: Vicario Generale, Economo, Can-celliere, responsabili di Curia e dei vari Enti ed Organismi diocesani. Un graziegrande alle Comunità Parrocchiali ed un commosso riconoscimento ai Respon-sabili e alle diverse Realtà ecclesiali, di cui è ricca la nostra Diocesi. Con sincerisentimenti ringrazio tutte le Autorità civili e militari della Diocesi per il rispetto,l’attenzione, la collaborazione.

Ora con fede nel Signore Gesù, Pastore dei pastori, ubbidendo serenamenteal Santo Padre, nella certezza che tutta la Comunità diocesana viva questo im-portante momento ecclesiale con spirito evangelico, sono lieto di trasmetterel’ufficio di guida della nostra splendida Chiesa locale al nuovo pastore, che ilSignore ci dona. Impareremo presto a conoscerlo e ad amarlo come un donogrande e indispensabile del Signore.

Un cordialissimo saluto e un abbraccio di pace a tutti nelSignore Gesù.“Ecco sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia

voce e mi apre Ia porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed

egli con me” (Ap 3,20)

Prendo a prestito queste parole dell’Apocalisse per dire ilmio atteggiamento, in questo momento busso alla portadella diocesi chiedendo di essere accolto come mandato dalSignore Gesù, attraverso la bontà del nostro S. Padre, ilPapa Francesco. Da parte mia, vi ho già accolti con gioiacome grande e prezioso dono del Signore e ne rendo graziea Dio e al S. Padre che mi ha voluto a guida di questa dio-cesi a me già cara nel Signore.Lascio una Chiesa, quella bresciana, che ho amato intensa-mente e alla quale ho donato fino ad ora la mia vita. Vengoa voi con gioia. Non porto progetti miei, ma la disponibilitàpiena a seguire il mandato di Gesù “pasci i miei agnelli,pasci le mie pecorelle”. Questo solo desidero.Siamo chiamati a percorrere insieme un tratto di cammino,custodendo le sante tradizioni dei nostri padri nella fede,ma anche guardando con fiducia e speranza alle mete cheil Signore ci pone davanti e alle molte sfide che il mondodi oggi in veloce cambiamento ci presenta. Non siamo soli,il Signore ci accompagna, sempre, nella gioia e nella fatica.Egli è sempre fedele compagno di viaggio. Lui ci indicheràla strada. Questa certezza ci sostiene e ci conforta. Questaè la nostra forza, il crocifisso risorto, vivo e operante inmezzo a noi attraverso il suo santo Spirito.In questo cammino da fare insieme, abbiamo bisogno delleenergie di tutti: bambini, adolescenti, giovani, adulti, an-

ziani, ammalati, sacerdoti, consacrati e consacrate; soprat-tutto abbiamo bisogno della preghiera incessante delle so-relle contemplative, a cui in modo particolare va il mioaffettuoso saluto.Chiedo a tutti di pregare per me e per la nostra Chiesa diSan Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.È un dono, quello della preghiera, di cui sento molto il bi-sogno, soprattutto in questo periodo.Un cordiale e fraterno saluto a S. E. mons. Gervasio Gestoriche per 17 anni ha retto la diocesi con la passione del pa-store. Sono sicuro che continuerà ad accompagnarci con lapreghiera e l’affetto di sempre.Per intercessione di S. Benedetto martire, di Santa Mariadella Marina e di S. Carlo Borromeo mio patrono di cuioggi ricorre la memoria liturgica, imploro dal Signore, perme e per tutti voi, la sua consolatrice benedizione.

Brescia, 4 novembre 2013- memoria di S. Carlo Borromeo

“BENEDETTO COLUI CHE VIENE

NEL NOME DEL SIGNORE”Il saluto

di Mons. Carlo Bresciani

alla Diocesi

A nome della famiglia diocesana desi-dero esprimere sentimenti di ricono-scenza, gratitudine ed affetto per la suaopera e la sua presenza di Padre, Pa-store, Guida della nostra diocesi peroltre 17 anni. Mi è difficile esprimerequello che sento nel cuore e prendo aprestito le parole del suo libro; CUOREA CUORE. Il nostro grazie è sincero, etutta la famiglia diocesana unisce al gra-zie per la sua opera anche il fermo pro-posito di continuare la strada tracciataed intrapresa da Vostra Ecc.. comesegno che la sua opera rimane nella pro-secuzione delle iniziative, delle realiz-zazioni e di quanto Vostra Ecc. havoluto programmare e attuare nei vari

settori della vita diocesana. Abbiamosperimentato la sua passione di pastoresempre presente in mezzo al suo gregge,donando 17 anni a ciascuno di noi. Il suo cammino pastorale, nel difficilecontesto dei tempi moderni, si è semprecaratterizzato per l’impronta paternacon la quale, come Vescovo è stato pre-sente e ha vissuto i vari momenti dellanostra famiglia diocesana. La nostraDiocesi si è ringiovanita per le tante or-dinazioni Presbiterali che lei ha consa-crato. Grazie per La sua premura edelicatezza verso i sacerdoti anziani emalati o in difficoltà.

I ringraziamenti del Vicario generale

Mons. Romualdo Scarponi

Segue a pag. 2

Mons. Carlo Bresciani

Vescovo eletto di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto

Page 2: Anno xxx n 38 10 novembre 2013

Anno XXX

10 Novembre 2013

2PAG

Continua dalla prima pagina

S.E. Mons. Bresciani viene dalla Diocesi di Brescia, è nato a Nave (BS) il 26 marzo1949 e, dopo avere studiato in quel Seminario, è stato ordinato sacerdote il 7 giugno1975. Inviato a Roma per proseguire gli studi presso la Pontificia Università Gregoriana,ha conseguito la Licenza in Psicologia nel 1978. Rientrato in Diocesi ha svolto il serviziodi Vicario Cooperatore festivo in una Parrocchia della Città. Di nuovo mandato a Romaconsegue il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana nel 1982ed inizia la docenza presso il Seminario diocesano di Brescia.

Negli anni successivi è stato Vicario Cooperatore festivo presso alcune ComunitàParrocchiali della Diocesi, mentre insegna all’Università Cattolica fino al 2009. Nel frat-tempo, dal 1982 al 2001 è anche Assistente Ecclesiastico dell’Associazione Medici Cat-tolici (AMCI) e dal 1997 al 2009 ha diretto l’Istituto Superiore di Scienze Religiosepresso l’Università Cattolica, Sede di Brescia. Nel 2004 è stato nominato Direttore del-l’Istituto Superiore Formatori di Brescia, collegato all’Istituto di Psicologia della Ponti-ficia Università Gregoriana e Consultore della Congregazione per l’EducazioneCattolica.

Nel 2009 viene nominato Rettore del Seminario Diocesano di Brescia, dove continuaanche l’insegnamento, così come la docenza presso l’Università Cattolica.

Come appare da queste veloci note, il curriculum umano è di alto profilo. La sua at-tenzione al mondo della formazione e il suo impegno di docente in sedi universitarie la-sciano molto sperare per la crescita futura delle nostre Comunità e dei nostri giovani. È noto che oggi, come osservava Benedetto XVI, si sta vivendo una vera “emergenzaeducativa” in tante famiglie e in molte Realtà ecclesiali ed i bisogni di un intelligenteaccompagnamento nella crescita umana e cristiana dei giovani sono diventati semprepiù esigenti.

Grazie per le 2 Visite pastorali ma soprat-tutto per il Sinodo, un vero evento di gra-zia per tutti, “lo Spirito Santo ci riunisca inun solo corpo”. Grazie per tutte le volte cheè venuto nelle nostre parrocchie per ammi-nistrare i sacramenti ma soprattutto perfarci sentire il suo cuore di padre disponi-bile all’ascolto, alla comprensione e all’in-coraggiamento. Grazie per la sua vivaattenzione verso il laicato ampiamente so-stenuto e valorizzato. Un’attenzione parti-colare l’ha rivolta alla Caritas diocesana,all’Unitalsi, ai malati. Grazie per le sue let-tere pastorali, luce che ha illuminato il no-stro cammino soprattutto quelle rivolte allefamiglie e ai giovani, verso i quali ha sem-pre dimostrato un affetto e un’attenzioneparticolare, come emergenza educativa ecapace di suscitare sentimenti di speranza, poiché i gio-vani sono il nostro futuro. Grazie per i suoi interventinel mondo politico e sociale. Chiedo comprensione eperdono per le nostre mancanze o ritardi ai suoi consigli.Le mie parole sono parole di tutti fino al più silenziosoe discreto fedele della diocesi. Grazie anche perché de-sidera rimanere nella nostra famiglia diocesana, per es-sere il Mosè di oggi in preghiera per tutti noi econtinuare il suo servizio di padre e nonno per coloroche verranno a trovarla. Ringraziamo il Papa Francescoper il dono del nuovo Vescovo, e ci impegniamo fin da

ora ad accoglierlo con obbedienza e disponibilità, e pre-gando lo Spirito Santo perchè lo rivesti delle virtù degliApostoli per continuare il cammino di fede e di comu-nione per la nostra famiglia diocesana. Eccellenza, Noile assicuriamo la nostra preghiera e la nostra gratitudineaffidando la sua Persona a Cristo Signore, e chiedendol’intercessione della Vergine Lauretana, Patrona delladiocesi e a tutti i nostri santi. Eccellenza carissima ciaccompagni con la sua preghiera e con la sua Benedi-zione. Mons. Romualdo Scarponi

Vicario Generale

I ringraziamenti del Vicario generale Mons. Romualdo Scarponi“BENEDETTO COLUI CHE VIENE

NEL NOME DEL SIGNORE”

AVVISOComunicato del Vicario generale relativo alla nomina del nuovo Vescovo

di San Benedetto del Tronto- Ripatransone- Montalto.

Oggi 4 novembre 2013 il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia all’ufficio di Vescovo dellaDiocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone - Montalto presentata il 25 gennaio 2011 dalVescovo S.E. Mons. Gervaso Gestori e ha nominato nuovo vescovo S. E. Mons. Carlo Bresciani.Nel contempo, il Santo Padre ha provveduto a nominare S.E. Gervasio Gestori Amministratore Apo-stolico. Egli, pertanto, continuerà nel governo della Diocesi con le facoltà d Vescovo diocesano finoalla presa di possesso del suo successore.Resta, quindi, immutato il nome del Vescovo da ricordare nella preghiera eucaristica.Nella preghiera dei fedeli delle sante Messe di domenica 10 novembre, si inseriscono le seguentiinvocazioni:*Per il Vescovo eletto Carlo la grazia del tuo Spirito lo sostenga, lo illumini e lo incoraggi nel nuovoministero che gli viene affidato a servizio della Chiesa Diocesana, preghiamoPer il Vescovo Gervasio, finora nostro vescovo, sperimenti la gratitudine del popolo truentino, per ilgeneroso servizio di questi anni e la sua fervorosa preghiera accompagni il futuro della nostra Dio-cesi, preghiamo

La Chiesa Truentina, sempre bisognosa di avere maestri preparati e testi-moni visibili, trova ora nel nuovo pastore un prezioso punto di riferimento au-torevole ed una sapiente guida paterna. Essa accoglie il Vescovo Carlo comel’inviato del Signore e si dichiara pronta per la collaborazione, con animo do-cile, generoso e fedele.

Invito tutti a vivere questa fase del cammino diocesano con quell’autenticospirito, che vede nel Vescovo il successore degli Apostoli, il maestro della no-stra fede, il sostegno della nostra speranza, il servo della nostra gioia, l’esempiodel nostro amore.

Dunque, “benedetto colui che viene nel nome del Signore!”.Quanto a me, non avendo una mia abitazione, mi è stata offerta dalla Prov-

videnza la possibilità di un appartamento ad Acquaviva. Ho accolto con vivagratitudine questa inaspettata ospitalità, che mi permette di continuare a risie-dere nel territorio diocesano, anche se molto opportunamente fuori della cittàdi San Benedetto, di cui conservo il titolo di Vescovo emerito.

Esprimendo il mio sincero amore fraterno per la persona del nuovo Vescovoe il massimo rispetto per la libera autonomia del suo ministero, desidero riti-rarmi a vivere nella riflessione e nella preghiera, portando tutti nel cuore da-vanti al Signore. Assicuro il mio ricordo orante specialmente per i sacerdoti,preziosi collaboratori, per gli amatissimi giovani, per le persone malate e perquanti nel mio servizio episcopale mi hanno confidato qualche sofferenza evivono qualche ferita nel cuore. Continuerò ad amare tutti nel Signore.

Dall’alto di Acquaviva nei giorni limpidi potrò vedere la nostra Chiesa Cat-tedrale, dove tanti riti solenni sono stati celebrati e dove molti preti hanno ri-cevuto la sacra Ordinazione dalle mie mani. Osservando poi i due grandi molidel porto mi sarà più facile allargare le braccia per accogliere spiritualmentetutti e per tutti pregare.

Affido il passaggio della responsabilità pastorale di questa nostra amataChiesa alla materna protezione di Maria Santissima, la cara Madonna di Lo-reto, nostra celeste Patrona.

+ Gervasio GestoriVescovo

4 novembre 2013Memoria di S. Carlo Borromeo

Page 3: Anno xxx n 38 10 novembre 2013

3Anno XXX

10 Novembre 2013 PAG

EPISCOPATO È IL NOME DI UN SERVIZIO,NON DI UN ONORENel pomeriggio del 25 ot-tobre 2013, nella BasilicaVaticana, il Santo PadreFrancesco ha conferitol’Ordinazione episcopale adue nuovi Vescovi: Mon-signor Giampiero Gloder,Presidente della PontificiaAccademia Ecclesiastica eMonsignor Jean-MarieSpeich, Nunzio Apostolicoin Ghana. Il Santo Padreha tenuto l’omelia ritualeprevista dal PontificaleRomano per l’Ordinazionedei vescovi, che ha inte-grato con alcune aggiunte personali. “È Cristo (...) che nel ministero del vescovo continua a pre-dicare il Vangelo di salvezza e a santificare i credenti, mediante i sacramenti della fede. - ha dettoil Papa - ‘Episcopato’ (...) è il nome di un servizio, non di un onore. Al vescovo compete più ilservire che il dominare, secondo il comandamento del Maestro: ‘Chi è il più grande tra voi, diventicome il più piccolo. E chi governa, come colui che serve’”. “Annunciate la Parola in ogni oc-casione: opportuna e non opportuna - ha esortato il Papa - (...) E mediante l’orazione e l’offertadel sacrificio per il vostro popolo, attingete dalla pienezza della santità di Cristo la multiformericchezza della divina grazia”. Il Papa ha sottolineato la frase: “Mediante l’orazione” ed ha ag-giunto: “Ricordate quel primo conflitto nella Chiesa di Gerusalemme, quando i vescovi avevanotanto lavoro per custodire le vedove, gli orfani e hanno deciso di nominare i diaconi. Perché? Perpregare e predicare la Parola. Un vescovo che non prega è un vescovo a metà cammino. E se nonprega il Signore, finisce nella mondanità”. Il servizio e la preghiera del vescovo devono essereaccompagnati dall’amore: “Amate con amore di padre e di fratello tutti coloro che Dio vi affida.Anzitutto, amate i presbiteri e i diaconi. (...). Mai far aspettare un presbitero; chiede un’udienza?Rispondere subito! Siate vicini a loro. Ma anche amate i poveri, gli indifesi e quanti hanno bisognodi accoglienza e di aiuto. Esortate i fedeli a cooperare all’impegno apostolico e ascoltateli volen-tieri”. Infine il Papa ha esortato i nuovi vescovi con queste parole: “Abbiate viva attenzione aquanti non appartengono all’unico ovile di Cristo, perché essi pure vi sono stati affidati nel Si-gnore. Pregate tanto per loro. Ricordatevi che nella Chiesa cattolica, radunata nel vincolo dellacarità siete uniti al Collegio dei vescovi e dovete portare in voi la sollecitudine di tutte le Chiese,soccorrendo generosamente quelle che sono più bisognose di aiuto”.

Città del Vaticano, 25 ottobre 2013 (VIS).

TUTTI I SANTI/DEFUNTI

Tra terra e cielo il senso della vitaQueste due giornate aiutano a comprendere quando un’esistenza umana può

dirsi realizzata; i parametri umani di ricchezza, carriera, successo appaiono to-

talmente insufficienti. La realizzazione sta altrove, perché la persona umana è

fatta per dare concretezza a Dio: mani, cuore, intelligenza tutto può servire per

permettere a Dio di incarnarsi ancora e servire i suoi figli

Marco Doldi

La festa di Tutti I Santi e quella della Com-memorazione dei Fedeli Defunti condu-cono a riflettere sul duplice orizzontedell’umanità, che viene espresso con lesemplici parole “terra” e “cielo”. La primarappresenta il cammino storico dell’uomoe della creazione, la seconda, il cielo,l’eternità e la pienezza della vita in Dio.La Chiesa è in cammino nel tempo, manello stesso tempo, celebra già la festasenza fine nella Gerusalemme celeste,dove vivono in eterno coloro che sono salvi. Di molti di questi si conosce il nome, perché la Chiesastessa li propone come modelli ed amici; accanto a loro sono posti, nella speranza, quei fedeli chesono morti in pace con Dio e per i quali si prega in modo particolare nelle chiese o nei cimiteri.La fede nella vita eterna deve essere, però, completata dalla verità della risurrezione dei corpi. Suquesto punto oggi è venuta meno in molti la convinzione. L’uso, ad esempio, di cremare i corpi edi disperdere le ceneri, quasi come un congiungimento con la madre natura non esprime forse ilcontrario? La fede cristiana ha sempre invitato a conservare con rispetto il corpo, che pure va di-sfacendosi, esprimendo con questo gesto la convinzione che un giorno Dio, il Creatore, donerànuovamente la vita. Anche se divenuto cenere, un corpo umano ha pur sempre un’altissima dignità,superiore a quella degli animali o delle piante, perché è stato abitato dall’anima immortale, perchéattraverso esso la persona si è manifestata e realizzata, perché un giorno parteciperà della resur-rezione di Cristo. Sì come Cristo è risorto dai morti nel suo vero corpo, così ogni uomo e ognidonna lo faranno per la grazia di Dio.Le due giornate - la prima addirittura è solennità - conducono a pensare con insistenza alla con-dizione storica dell’uomo, tante volte descritta come quella di un pellegrino in cammino verso laCittà dalle solida fondamenta. In questo viaggio nessuno è solo, come attesta la verità della co-munione dei santi. Nel battesimo ciascuno è stato inserito come membro vivo nel Corpo misticodi Cristo, che è la Chiesa. È unito a tanti fratelli e a tante sorelle che quaggiù vivono beatitudinidel vangelo ed è unito a tutti coloro, che sono già accanto al Padre. Essere cristiani, far parte dellaChiesa, significa aprirsi a questa comunione, che abbraccia terra e cielo. In questa comunione

tutti ricevono e, soprattutto, danno qual-cosa nell’ordine della grazia: i santi inter-cedono per coloro che camminano quaggiùe questi ultimi con la preghiera, la peni-tenza e la carità aiutano chi si sta prepa-rando all’abbraccio definitivo con il Padre.Ancora, queste due giornate aiutano a com-prendere quando un’esistenza umana puòdirsi realizzata; i parametri umani di ric-chezza, carriera, successo appaiono total-mente insufficienti. La realizzazione staaltrove, perché la persona umana è fatta perdare concretezza a Dio: mani, cuore, intel-ligenza tutto può servire per permettere a

Dio di incarnarsi ancora e servire i suoi figli. La persona diviene così uno strumento libero affinchéDio possa agire ancora nella storia. E un solo gesto di carità ha il senso di una vita realizzata. Lacarità è l’altro nome della santità. “Ogni cristiano - ha recentemente ricordato Papa Francesco - èchiamato alla santità e la santità non consiste anzitutto nel fare cose straordinarie, ma nel lasciareagire Dio” (Udienza, 2/10/13). La santità è l’incontro tra la debolezza dell’uomo e la forza dellagrazia di Dio, è avere fiducia nella sua azione, che permette di fare tutto con gioia ed umiltà perla gloria di Dio e nel servizio del prossimo.

Il Curriculum di Mons. Carlo Bresciani

Il Rev.do Mons. Carlo Bresciani è nato a Nave (Brescia)

il 26 marzo 1949; ha compiuto gli studi presso il Semi-

nario diocesano di Brescia ed ha ricevuto l’ordinazione

sacerdotale nella medesima diocesi il 7 giugno 1975.

Inviato a Roma per proseguire gli studi nel 1975 vi è ri-

masto fino al 1980, conseguendo la Licenza in Psicolo-

gia nel 1978, presso la Pontificia Università Gregoriana.

Rientrato in diocesi nell’anno 1980/1981, ha svol to il

servizio di Vicario Cooperatore festivo a S. Giacomo, in

Brescia.

Ritornato a Roma nell’anno 1981/1982, ha conseguito

il Dot torato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana nel 1982. Nello stesso anno

ha iniziato la docenza presso il Seminario diocesano di Brescia.

Negli anni successivi è stato Vicario Cooperatore festivo a Maderno sul Lago di Garda

(1982/1985), a S. Vigilio di Concesio (1985/1986) e a Lodrino in Valle Trompia (1986/2009).

Dal 1982 al 2009 è stato Docente all’Università Cat tolica di Milano e dal 1982 al 2001 è stato

Assistente Ecclesiastico dell’Associazione dei Medici Cat tolici (AMCI). Dal 1997 al 2009 ha di-

ret to l’Isti tuto Superiore di Scienze Religiose presso l’Università Cat tolica, Sede di Brescia.

Nel 2004 è stato nominato Diret tore dell’Isti tuto Superiore Formatori di Brescia, collegato al-

l’Isti tuto di Psicologia della Pontificia Università Gregoriana e Consultore della Congregazione

per l’Educazione Cat tolica.

Nel 2009 è stato nominato Ret tore del Seminario diocesano di Brescia, dove ha continuato

anche l’insegnamento, così come la docenza presso l’Università Cat tolica.

Notiziole storicheTra le particolari insegne liturgiche dei Vescovi bisogna notare:

La Mitra, copricapo del Vescovo nelle funzioni liturgiche. Oggi sproporziona-tamente alto, in origine era basso e a forma tondeggiante, che poi divenne conica.Diventò copricapo liturgico verso il secolo x. Si distinguono tre Mitre, a secondadel grado di ornamentazione: semplice (bianca), d’oro e preziosa, e il loro uso èdeterminato da precise norme.L’Anello episcopale è di origine antichissima ed è in relazione con la funzioneepiscopale. L’anello infatti serviva ad apporre timbri e sigilli. Viene nominatocome insegna episcopale dal Concilio di Toledo del 633, che nota come vengaconsegnato al Vescovo al momento della sua consacrazione.Il Pastorale, detto in termine liturgico semplicemente baculum bastone, non com-pare tra le insegne del Vescovo che sul secolo VII in Spagna. A Roma l’uso non siè mai accreditato, e così ancor oggi il Papa è l’unico Vescovo che non ne faccia uso.Le forme sono state diverse, ma quello che più si è affermato è quello con la puntasuperiore ricurva a mezza spirale.La Croce pettorale, prima di essere un’insegna di dignità, fu un oggetto di devo-zione, derivando dalle bullae dei Romani o enkòlpia degli Orientali, che altro nonerano se non piccoli reliquiari appesi al collo. Le forme furono svariatissime, maprese il sopravvento quella a forma di Croce, tanto più che spesso vi veniva conservata la reliquiadella santa Croce. La troviamo come specifica insegna episcopale al secolo XII-XIII. I Vescovi comegli Abati benedettini, che l’hanno per antichissimo privilegio, la portano anche fuori delle funzioniliturgiche.

Page 4: Anno xxx n 38 10 novembre 2013

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Adole-scenza: quando pensiamo di sapere e quandoc’è da scoprire”; questo il titolo dell’ultimo in-contro formativo e informativo inserito nel-l’ampio progetto “La famiglia per la famiglia”,promosso dal Centro Famiglia con il preziososostegno della Fondazione Cassa di Risparmiodi Ascoli Piceno. Venerdì 8 novembre alle

21.15 presso l’auditorium comunale Tebal-

dini di viale De Gasperi, dunque, l’appunta-mento con il dottor Ezio Aceti, una delle piùautorevoli voci in materia di evoluzione e fami-glia.

L’iniziativa, avviata a marzo 2012 e che si con-cluderà ufficialmente a dicembre 2013 con altreproposte di aggregazione, ha abbracciato le di-

namiche della famiglia moderna affrontandole tematiche della relazione di coppia, dell’edu-cazione dei figli, dell’inserimento a scuola e di-spensando consigli su come mantenere la rottanei momenti difficili della vita. L’incontro divenerdì 8 permetterà di avvicinarsi ad una fase

particolare della crescita dei figli: l’adole-

scenza; durante l’incontro, il dottor Aceti of-frirà una ricognizione per esempi esuggerimenti inerenti a questa specifica faseevolutiva.

Il progetto “La famiglia per la famiglia” pro-

mosso dal Centro Famiglia con la Fondazione

Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno attenta al

sostegno del Terzo Settore, gode della parteci-

pazione di partner e sponsor come l’Ambito

Territoriale Sociale 21, le parrocchie Sant’An-

tonio di Padova e San Filippo Neri, le Isc Cen-

tro e Nord e il Comune di San Benedetto del

Tronto.

4 Anno XXX

10 Novembre 2013PAG

Adolescenza, incontro con l’esperto Ezio AcetiQuando pensiamo di sapere e quando c’è da scoprire

MA QUELLI NON SE NE CURARONO.La globalizzazione dell’indifferenza.

Nel monastero dei Santi Apostoli, nella piana di Mush inAnatolia, dopo vicende alterne, finisce un manoscritto mi-niato che racchiude omelie composte nel Monastero diAvakvank in Armenia attorno al 1200. E’ un libro veneratoper la sua forza spirituale, dotato di poteri taumaturgici, te-stimone della tradizione di fede di un intero popolo. Du-rante il genocidio armeno del 1915 tutti i monaci checustodivano questo testo sacro vengono uccisi, due giovanidonne però, Anoush e Kohar, mentre fuggono dal loro vil-laggio, trovano il manoscritto e decidono di salvarlo: ri-nunciano a portare altre cose e si fanno carico del libro che,a motivo del peso, dividono a metà. Dice Kohar: “Il libroci salverà. Dobbiamo portarlo con noi…ma prima di tuttogiuriamo che lo difenderemo con la vita da ogni insulto eprofanazione” (A. Arslan, il libro di Mush, Skira 2012, 63-64). Così è arrivato fino a noi.E’ interessante l’esperienza di queste due donne: i loro carisono stati trucidati, il villaggio distrutto, non sanno doveandare: il libro diventa un segno di speranza, una possibi-lità di futuro.Anche noi oggi abbiamo bisogno di non farci rubare la spe-ranza. Ma come fare? Si legge nella Lumen Fidei: “Nellafede, dono di Dio…..riconosciamo che un grande Amoreci è stato offerto, che una Parola buona ci è stata rivolta eche , accogliendo questa Parola, che è Gesù Cristo, Parolaincarnata, lo Spirito Santo, ci trasforma, illumina il cam-mino del futuro, e fa crescere in noi le ali della speranza per percorrerlo con gioia” (n. 7).La prima cosa da fare allora è mettersi in ascolto di Dio che chiama, per poi portare l’invito agliamici per il banchetto di nozze e vincere la tentazione dell’indifferenza e della chiusura. Forte èil rischio, come ci ricorda l’icona biblica scelta come punto di riferimento per questo anno pasto-rale, che proprio gli amici, i più vicini rifiutano l’invito perché hanno altro da fare: “Ma quellinon se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero isuoi servi, li insultarono e li uccisero” (Mt 15,5-7). Fortunatamente nella nostra Chiesa non ècosì! Papa Francesco anche ad Assisi ha parlato dell’importanza “di uscire per andare incontroall’altro, nelle periferie, che sono luoghi, ma sono soprattutto persone in situazioni di vita spe-ciale” e ha suggerito di andare anche alle periferie che, “per esempio, sono le zone della Diocesiche rischiano di essere ai margini, fuori dai fasci di luce dei riflettori” (cattedrale di san Rufino,4ottobre 2013). E quando abbiamo proposto di vivere la celebrazione conclusiva dell’anno dellafede a Comunanza, tutti i preti si sono mostrati entusiasti e hanno manifestato il desiderio di coin-volgere le proprie comunità. Ecco allora l’invito a ritrovarci tutti, consigli pastorali, chierichettie ministri della comunione, cantori e catechisti, confraternite e gruppi ecclesiali, famiglie e so-prattutto giovani (magari organizzando pullman), il prossimo 10 novembre a Comunanza. Rin-grazieremo insieme il Signore di questo tempo, voluto da Papa Benedetto XVI, per rafforzare ildono bello della fede, e ci impegneremo a condividerlo perché il mondo creda e credendo trovi laluce per il cammino.Fra poco, inizieremo il secondo tempo di Avvento in cui ci siamo posti comeobiettivi: l’ascolto della Parola, l’accoglienza dell’invito del Signore e l’impegno a portarlo aglialtri senza escludere nessuno. Cercheremo di riscoprire la ricchezza della Parola di Dio attraversol’esercizio della Lectio Divina. Ci faremo aiutare, nel secondo incontro formativo a livello dio-cesano, che si terrà il prossimo 13 novembre, presso la Chiesa di San Benedetto Martire apartire dalle 20.30, da P. Giovanni, priore dell’Abazia di Fiastra. I preti, sempre desiderosi distare insieme fraternamente, vivranno una giornata di ritiro in monastero e, per quelli che vorrannoe potranno, ci sarà la possibilità di fare la Lectio Divina ogni martedì presso le Clarisse di SanBenedetto del Tronto dalle 15.30 alle 16.30. I Consigli Pastorali, insieme ai parroci, potranno pro-grammare anche per le comunità parrocchiali un incontro settimanale con la Parola di Dio. LaDiocesi offrirà un sussidio che verrà distribuito in tutte le parrocchie per poter fare un camminounitario. Il Signore viene per radunarci attorno alla mensa della “convivialità delle differenze”.Non si dica ancora di noi : “Ma i suoi non l’hanno accolto” (Gv. 1,18). Non manchi in nessunodi noi lo sdegno di fronte alla globalizzazione dell’indifferenza e il coraggio di lasciare “i propriaffari”: nessuno potrà rubarci la speranza! dg

CONVEGNO ECCLESIALE

Marche, vivere e trasmettere la fedeal tempo della crisi“Il contesto ecclesiale nel quale si colloca l’imminente appuntamento - precisa monsignor

Luigi Conti, presidente della Conferenza episcopale marchigiana - è quello della recente Set-

timana sociale dei cattolici e della scelta formulata da Papa Francesco del tema del prossimo

Sinodo dei Vescovi”. Ad aprire i lavori il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei.

Un’attenzione particolare riservata ai giovani: dalle varie diocesi saranno presenti in 65

Francesca Cipolloni

momento di preghiera per la conclusione dell’Annodella fede e lo sguardo rivolto al Convegno eccle-siale nazionale di Firenze del 2015. Segni dei

tempi. Il lavoro compiuto dal Comitato preparato-rio tramite la lettura dei fenomeni più rilevanti nel

territorio nasce dall’obiettivo di “interrogarsi sul

cambiamento dei segni dei tempi che interpella

la realtà delle Chiese regionali”.

Secondo il professor Francesco Maria Chelli, di-rettore del Dipartimento di scienze economiche esociali dell’Università Politecnica delle Marche emembro del Comitato, si tratta di “un quadro di ele-menti fondamentali per comprendere come viveree trasmettere la fede”. Tra i mutamenti più signifi-cativi, c’è “la trasformazione del mercato del la-

voro”: inoltre, nelle Marche tra il 2007 e il 2011 èstata registrata una forte crisi del matrimonio e suquesto “la Chiesa, famiglia delle famiglie, non puònon interrogarsi”. Per Chelli, inoltre, la famiglia “èeconomicamente più povera e spesso incapace difar fronte al problema dell’invecchiamento: ciò siaffianca al basso tasso di natalità e al fenomenocrescente dell’immigrazione che rappresentaun’opportunità e non un ostacolo”.

La fase preparatoria, caratterizzata dalle moltepliciiniziative promosse dai Consigli pastorali parroc-chiali e diocesani volte a suscitare dibattiti, con-fronti e approfondimenti, è terminata e ormai tuttoè pronto per il 2° Convegno ecclesiale marchigiano2013, che si svolgerà dal 22 al 24 novembre, ad An-cona e Loreto, sul tema “Alzati e va’… Vivere e

trasmettere la fede oggi nelle Marche”. Due annidi intenso lavoro, condotto dal Comitato prepara-torio, hanno permesso alle comunità ecclesiali dicamminare insieme, discernere i segni dei tempi eorientare i passi verso il futuro di una fede semprepiù matura. Ora, vent’anni dopo il 1° Convegno

ecclesiale sul tema “La nuova Evangelizzazione”

svoltosi nel 1993, le concrete esperienze maturatedalla comunità dei credenti, attraverso questo im-portante momento assembleare saranno poste aconfronto di un’attenta verifica e un’apertura pro-fetica verso un nuovo slancio missionario ed edu-cativo. Oltre il campanilismo, per un dialogo

ecumenico. “Il contesto ecclesiale nel quale si col-loca l’imminente appuntamento è quello della re-cente Settimana sociale dei cattolici e della sceltaformulata da Papa Francesco del tema del prossimoSinodo dei Vescovi”, ha spiegato monsignor Luigi

Conti, presidente della Conferenza episcopale mar-chigiana. Inoltre, appare superata “la sindrome dacampanile e quella del clericalismo, grazie al pre-zioso lavoro svolto dai laici che rappresenta un mi-nistero prezioso per affrontare insieme la crisi delnostro tempo che investe la famiglia, la scuola el’intera società”. Essendo fortemente mutato il con-testo religioso, poi, il 2° Convegno ecclesiale mar-chigiano costituirà un’occasione per rafforzare ildialogo ecumenico, con le realtà cristiane presentinel territorio, e interreligioso, con i fratelli ebrei emusulmani. In particolare, monsignor Edoardo

Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, indivi-

dua nell’“unità la base di ciò che rende credibile latestimonianza nell’ottica dell’annuncio del Van-gelo”. Tra preghiera e laboratori, spazio ai gio-

vani. Fitto sarà il programma in cui si alternerannoi momenti di spiritualità e di riflessione sugli argo-menti emersi in questi anni. Come illustrato damonsignor Claudio Giuliodori, coordinatore delComitato preparatorio, ad aprire il Convegno ec-

clesiale, il 22 novembre al Teatro delle Muse di

Ancona, sarà il cardinale Angelo Bagnasco, pre-sidente della Cei, che terrà la prolusione. Quattro sono gli ambiti su cui verteranno i sei

laboratori previsti per sabato 23 novembre e, trai dati che “fotografano” il grande evento a cui laChiesa marchigiana si sta preparando, un’atten-zione particolare va riservata ai giovani: dalle variediocesi saranno presenti in 65 e, proprio dai ragazzi,la sera del 22 novembre alle Muse, verrà portato inscena il recital “In memoria di Me”, tratto dai testidi Mario Pomilio e Erich Emmanuel-Schmitt, conadattamento teatrale di Sauro Savelli. Domenica 24novembre la giornata conclusiva, a Loreto, con un

Page 5: Anno xxx n 38 10 novembre 2013

5Anno XXX

10 Novembre 2013 PAG

COMUNICATO DELLA CURIAIl Vescovo Diocesano S.E. Mons. Gervasio Gestori

ha nominatoP. ALOIS (Luigi) BUTACU, OFMConv

Vicario Parrocchiale della Parrocchia S. Antonio di Padova,

nel Comune di S. Benedetto del Tronto (AP)(Decreto n. 55/2013 del 29 ottobre 2013)

Parola del SignoreXXXII DOMENICA ORDINARIA C

dal VanGelO secondo luCa

Gli si avvicinarono poi alcuni sadducei, i

quali negano che vi sia la risurrezione, e

gli posero questa domanda: [28]”Maestro,

Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno

muore un fratello che ha moglie, ma senza

figli, suo fratello si prenda la vedova e dia

una discendenza al proprio fratello. [29]

C’erano dunque sette fratelli: il primo,

dopo aver preso moglie, morì senza figli.

[30]Allora la prese il secondo [31]e poi il

terzo e così tutti e sette; e morirono tutti

senza lasciare figli. [32] Da ultimo anche

la donna morì. [33] Questa donna dunque,

nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poi-

ché tutti e sette l’hanno avuta in moglie”.

[34] Gesù rispose: “I figli di questo mondo

prendono moglie e prendono

marito; [35] ma quelli che

sono giudicati degni dell’altro

mondo e della risurrezione

dai morti, non prendono mo-

glie nè marito; [36] e nem-

meno possono più morire,

perché sono uguali agli angeli

e, essendo figli della risurre-

zione, sono figli di Dio. [37]

Che poi i morti risorgono, lo

ha indicato anche Mosè a

proposito del roveto, quando

chiama il Signore: Dio di

Abramo, Dio di Isacco e Dio

di Giacobbe. [38] Dio non è Dio dei morti,

ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”.(VANGELO DI LUCA 20,27-38)

La setta dei Sadducei, al contrario di quelladei Farisei, non credeva alla resurrezione daimorti e su questa dottrina cercano di metterein difficoltà Gesù, proponendo come quesitola legge del Levirato , legge ben spiegata neltesto biblico di oggi. Gesù, con forza ribadisce che i morti risor-gono poiché Dio, il Dio di Abramo, Isacco eGiacobbe è il Signore dei vivi e non deimorti, e spega la Sacra Scrittura per metterein risalto i segni della fede nella resurrezione;come ben riconoscono e credono sette grandieroi della storia (biblica) di Israele, come ifratelli Maccabei che rifiutano di cibarsi dicarni proibite perché sono “pronti a morirepiuttosto che trasgredire le patrie leggi … si-curi che il re del mondo li risusciterà a vitanuova ed eterna”. Gesù dà alla speranza dei

credenti tutta la importanza che merita e di-mostra con le resurrezioni da Lui operate, econ la sua stessa resurrezione la fondatezzadella fede nella vita nuova ed eterna che saràdonata ai Figli di Dio. Perché come giustamente dice il PatriarcaAtenagora: alle frontiere dell’eternità e deltempo si erge Cristo resuscitato. La resurrezione di Gesù Cristo, Signore dellavita, dà un senso all’intero universo e a cia-scuna delle nostre vite. Gesù dice:- Essi non prendono moglie né marito: per-ché vuole indicare la fine della carnalità pro-pria di questo mondo terreno, e indica comequesto amore assumerà una nuova forma cheraggiungerà la sua perfezione e la sua com-

pletezza nella immer-sione nell’amoreuniversale e infinito delPadre. - Essi sono come angelidel cielo: perché comegli angeli sono nellostato di perfezione di chisi trova nella visionebeatifica di Dio, anche ifigli di Dio tornati allaCasa del Padre si trove-ranno nella stessa condi-zione, perché come diceS. Giovanni nella Prima

Lettera : Quale grande amore ci ha dato ilPadre per essere chiamati figli di Dio, e losiamo realmente. Quando egli si sarà mani-festato noi saremo simili a Lui, perché lo ve-dremo come egli è”.- Tutti vivono per Lui: infatti il salmista(salmo 67) dice: il Signore Dio libera dalla

morte; e ancora: (salmo 26) sono certo di

contemplare la bontà del Signore nella terra

dei viventi. E infine nel Salmo 15: Mi indi-

cherai il sentiero della vita, gioia piena nella

tua presenza, dolcezza senza fine alla tua de-

stra.

Chiediamo al Signore di rimanere fedeli alsuo amore per essere con Lui e in Lui persempre nel suo Regno. Riccardo

PILLOLE DI SAGGEZZA

CREDERE ALLA RESURREZIONE

DEI MORTI E’ REALIZZARE OGGI

QUELLA DEI VIVI.

(Thomas Borge)

Il processo religioso133. IL FIGLIO DELL’UOMO DAVANTI AL SINEDRIOSiano giunti al secondo ciclo letterario della pas-sione, quello riguardante il duplice processo diGesù, quello religioso e quello civile. Questi fattisono collocati entro un tempo del tutto insuffi-ciente, di circa 24 ore! Infatti la cattura avvennela notte tra giovedì evenerdì, si ebbero i dueprocessi e alle nove delmattino di venerdìGesù era già in croce.“Erano le nove delmattino dopo quandolo crocifissero” (Mc15,25). Il tentativo difar iniziare tutta la vi-cenda il martedì seranon si è imposto. Ras-segniamoci e iniziamocon la lettura del processo religioso, cioè Mt26,57-68.

1. Gesù condotto da Caifa. “Quelli che ave-vano arrestato Gesù lo condussero dal sommosacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti

gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo avevaseguito, da lontano, fino al palazzo del sommosacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per ve-dere come sarebbe andata a finire.” (Mt 26,57-58).

Il quarto Vangelo completa l’informazione diMatteo. Dice che “catturarono Gesù… e lo con-dussero prima da Anna” (Gv 18,13) il quale losottopose all’interrogatorio notturno; poi “Annalo mandò… a Caifa, il sommo sacerdote” in ca-rica (Gv 18,24); infine “condussero Gesù dallacasa di Caifa nel pretorio” (Gv 18,28) davanti aPilato. Anna fu sommo sacerdote dall’anno 6 al15, quando fu deposto dai romani, ma che conti-nuò a esercitare una grande influenza. Caifa fusommo sacerdote dal 18 al 36, deposto, a suavolta, da Valerio Grato.

2. L’interrogatorio . “I capi dei sacerdoti etutto il sinedrio cercavano una falsa testimo-nianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60manon la trovarono, sebbene si fossero presentatimolti falsi testimoni. Finalmente se ne presenta-rono due, 61che affermarono: ‘Costui ha dichia-rato: ‘Posso distruggere il tempio di Dio ericostruirlo in tre giorni.’” (Mt 26,59-61).

Il sinedrio era il tribunale supremo dei giudeial tempo del Nuovo Testamento. Era formato da71 membri, compreso il sommo sacerdote in ca-rica che lo presiedeva. Gesù aveva affermato chela sua dignità era superiore a quella del Tempio(12,6); mai aveva detto di volerlo distruggere.

3. L’intervento di Caifa in quanto sommo

sacerdote. “Il sommo sacerdote si alzò e gli disse:‘Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano co-storo contro di te?’. 63Ma Gesù taceva. Allora il

sommo sacerdote gli disse: ‘Ti scongiuro, per ilDio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio diDio’” (Mt 26,62-63). Caifa interviene in qualitàdi sommo sacerdote e chiede a Gesù di dire la ve-rità sotto giuramento

4. La risposta di

Gesù. “Tu l’haidetto, gli risposeGesù; anzi io vidico: d’ora innanzivedrete il Figlio

dell’uomo / sedutoalla destra della Po-tenza / e venire sullenubi del cielo’” Mt26,64).

“Tu l’hai detto”;quindi Gesù ri-

sponde affamando. Nello stesso tempo fa tre pre-cisazioni. Dice di essere sì il Cristo-Messia, mail Cristo-Messia trascendente, in quanto sedutoalla destra di Dio (Sal 110,2). Di essere il Figliodell’uomo del quale parla Dan 7,13. Dice anchedi essere di natura divina dicendo che verrà sullenubi del cielo. Rimanda quindi a quanto Eze-chiele dice di Jahvè: “Era… simile a quello del-l’arcobaleno fra le nubi…. Così percepii invisione la gloria del Signore” (Ez 1,27-28). Datala situazione in cui Gesù si trova, di “disprezzatoe reietto dagli uomini” (Is 53,3), aggiungiamo unquarto rimando, al Servo di Jahvè, che dona séstesso in sacrificio per le moltitudini (Is 53,10-12).

5. La condanna. “Allora il sommo sacerdotesi stracciò le vesti dicendo: ‘Ha bestemmiato!Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco,ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?.E quelli risposero: ‘È reo di morte!’” (Mt 26,66).Considerano bestemmia quanto Gesù ha detto ri-guardo alla sua dignità. Non è un processo, mauna chiassata; e non viene pronunciata una verasentenza vera e propria.

6. Gli insulti. “Allora gli sputarono in facciae lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68di-cendo: ‘Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è cheti ha colpito?’” (Mt 26,67-68). Matteo rendeodiosa la vicenda in quanto dice che sono i sine-driti – e non i soldati (così Marco) - a insultareGesù. “Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,/ le mie guance a coloro che mi strappavano labarba; / non ho sottratto la faccia / agli insulti eagli sputi” (Is 50,6). Lc 22,63-65 non riesce a direche hanno sputato in faccia a Gesù.

Concludiamo. “Cristo è morto una volta persempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, perricondurvi a Dio” (1Pt 3,18). “Io mi rendei, /piangendo, a quei che volontier perdona” (Purg.3,119-120). [email protected]

Domenica 10 novembreOre 11.15 Acquaviva

S. Messa, con la partecipazione dei Combattenti e Reduci

Ore 16.00 ComunanzaConclusione diocesana dell’Anno della Fede: Fiaccolata e S.Messa

Martedì 12 novembreOre 10.00 Loreto - Commissione

Missionaria Regionale

Mercoledì 13 novembreOre 20.30 S. Benedetto Tr.

S. Benedetto Martire: Incontro Diocesano di Spiritualità

Giovedì 14 novembreOre 10.00 Fiastra - Abbazia:

Incontro del Clero e S. Messa di suffragio per i nostri Defunti

Sabato 16 novembreOre 16.00 Ripatransone - Palazzo Bonomi:

Convegno sui malati terminali

Domenica 17 novembreOre 10.30 S. Benedetto Tr. - Ospedale:

S. Messa, in occasione della Patrona

Ore 16.00 S. Benedetto Tr.Monastero Clarisse: Incontro Suore della Diocesi. Vespri e S. Messa

Incontri Pastorali del Vescovo

durante la settimana 10-17 nOVemBre 2013

Proprietà: “Confraternita SS.mo Sacramento e Cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI ASCOLI PICENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - Centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

[email protected]

Facebook: Ancora On Line

Page 6: Anno xxx n 38 10 novembre 2013

Dall’omelia pronunciata dal Vescovo

Che cosa ci insegnano i santi?

Oggi si parla molto nelle comunità cristianedi lectio divina, cioè di lettura piena di fededella Parola di Dio. Bene.Fate dunque la lectio di-vina, cioè, meditate la Pa-rola di Dio. Ma c’è ancheuna lectio divina più con-creta, che possono fareanche gli analfabeti,anche i semplici che nonhanno tempo di pensaretroppo e vogliono cre-scere nella fede: è la vitadei santi. L’attentosguardo alla vita dei santiaiuta a cogliere la pre-senza di Dio nella vita dipersone all’esterno nondiverse da noi e mette acontatto con esempi con-creti di vita che si possonoimitare, se c’è buona volontà. Non è forse veroche si rimane attratti quando puoi avvicinareuna persona ricca di Dio?

Ecco allora che i santi sono anche soggettiche evangelizzano: essi per il solo fatto di esi-stere sono formidabili ed affascinanti annuncia-tori. I santi non hanno bisogno di parlare, bastache vivano e attirano come potenti calamite spi-

rituali. Essi infatti provengono da quel labora-torio di inculturazione alla santità che è la gra-zia dello Spirito Santo, effusa nei sacramentidella Chiesa.

Ogni cultura può essere evangelizzata dallasantità, ogni persona deve accogliere il messag-

gio cristiano per esseresalvata, ognuno di noi,anche il più lontanodalla fede, quando spe-rimenta la vicinanza diuna persona santa, nonpuò non rimanere at-tratto. Pensate a santicome P. Pio o il papaGiovanni Paolo II.

I santi dunque sono ipiù efficaci evangeliz-zatori, i più potenti tra-smettitori del Vangelo, imigliori assistenti so-ciali degli spiriti umani,gli esempi più convin-centi di conversione allafede.

Ciascuno di noi non può rimanere freddo difronte a loro. Quando passa un santo, la genteaccorre, diceva il beato Card. Schuster, arcive-scovo di Milano.

Ascoltiamo il loro richiamo. Imitiamo i loroesempi. Chiediamo la loro intercessione. E di-ventiamo santi anche noi.

6 Anno XXX

10 Novembre 2013PAG

IL PERENNE FASCINO DELLA SANTITA’Solennità di Tutti i Santi - 2013

Le famiglie con Papa Francesco a Roma

Un’esperienza straordinaria...Sabato 26 ottobre, le famiglie di tutto il mondo si sono ritrovate in piazza S.Pietro, l’una accanto al-l’altra nella gioia della fede, condividendo storie ed esperienze di vita familiare, con la grazia di averela presenza del Santo Padre ad aumentare le mille emozioni. L’appuntamento ci ha offerto testimo-nianze sulle gioie e le difficoltà della vitafamiliare, si è parlato di crisi matrimonialisuperate grazie alla fede e poi dialoghi tranonni, genitori e figli, e momenti musicali.E’ stata una grande occasione di condivi-sione gioiosa per tutte le famiglie, invitatea testimoniare la loro fede con gioia e fidu-cia. Papa Francesco è arrivato tra noi versole 17.00 accolto da un gruppo di bambini,da alcune coppie di fidanzati e di sposi. Tradi essi anche una famiglia cristiana fuggitadalla Siria a causa della guerra, una famigliadi Lampedusa che ha aiutato e accolto gliimmigrati sbarcati sull’isola e un profugonigeriano che ha ritrovato la speranza grazie alla solidarietà ricevuta. Al termine delle testimonianze,il discorso del Santo Padre.“Avete voluto chiamare questo momento “Famiglia, vivi la gioia dellafede!”... come è possibile vivere la gioia della fede, oggi, in famiglia? Ma io vi domando anche: E’possibile vivere questa gioia o non è possibile?”. Queste le parole di esordio del nostro Papa che comesempre arrivano dirette al cuore delle persone. In risposta cita le parola di Gesù nel Vangelo di Matteo:«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). La vita spesso èfaticosa, tante volte anche tragica! Lavorare è fatica; cercare lavoro è fatica; il quotidiano è fatica...Ma quello che pesa di più nella vita non è questo: è la mancanza di amore; pesa non ricevere unsorriso, non essere accolti, pesano certi silenzi, a volte anche in famiglia, tra marito e moglie, tra ge-nitori e figli, tra fratelli. Senza amore la fatica diventa più pesante, quasi intollerabile. Il nostro caroPapa, ci ha dato la sua parola che il Signore conosce le nostre fatiche, conosce i pesi della nostra vita,ma conosce anche il nostro profondo desiderio di trovare la gioia! Gesù ci invita ad andare da Lui perdare a tutti la Sua gioia. I coniugi che si sposano nel Sacramento – ha aggiunto Papa Francesco –“partono, come Abramo, si mettono in cammino insieme. E questo è il matrimonio! Partire e cammi-nare insieme, mano nella mano, affidandosi alla grande mano del Signore. Mano nella mano, sempree per tutta la vita! E non fare caso a questa cultura del provvisorio, che ci taglia la vita a pezzi!..” Maoggi è difficile… per questo ci vuole la grazia, la grazia che ci dà il Sacramento che non serve a de-corare la vita...è per farci forti nella vita, per farci coraggiosi, per poter andare avanti! Senza isolarsi,sempre insieme. “Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”. Gli sposi cristiani hanno bi-sogno di questa grazia per il lungo viaggio che devono fare insieme: un lungo viaggio che non è apezzi, dura tutta la vita! E hanno bisogno dell’aiuto di Gesù, per camminare insieme con fiducia, peraccogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsi ogni giorno! E questo è importante! Nelle famigliesapersi perdonare, perché tutti noi abbiamo difetti, tutti! Per portare avanti una famiglia Papa Fran-cesco ci ha consigliato di usare tre parole, tre semplicissime parole: permesso, grazie, scusa. Tre pa-role chiave! Quante volte al giorno diciamo grazie a nostra moglie, a nostro marito? Quanti giornipassano senza dire questa parola, grazie! E poi ci ha dato un preziosissimo consiglio “Non finire maila giornata senza fare la pace in famiglia”. La pace si rifà ogni giorno in famiglia! “Scusatemi”, ecco,e si rincomincia di nuovo. In famiglia, così come nella vita, se manca l’amore manca la gioia, mancala festa, e l’amore ce lo dona sempre Gesù: Lui è la fonte inesauribile. L’importanza della famigliacome luogo privilegiato di trasmissione della fede, infatti, ci spinge a pregare e riflettere sul valorestesso della famiglia e ad essere testimoni in tutto il mondo della nostra fede. “Famiglia, vivi la gioiadella fede!”...A conclusione di questa giornata piena di grazia poi, abbiamo ricevuto il dono di vederePapa Francesco da vicino, vedere il suo sguardo pieno di Amore incrociare i nostri umili sguardi edarrivare dritto al nostro cuore e poi i nostri figli hanno potuto stringere le sue mani.... e vedere i loroocchi riempirsi di lacrime per la gioia e per l’emozione è stata veramente....un’esperienza straordi-naria! Barbara e Roberto

Un caldo pomeriggio d’estate mi sono riposatoun po’ e con gli occhi chiusi ho ricordatoquando la mia città prima che fosse una città icontadini fischiavano ai buoi per aiutarli a la-vorare nei campi. Ora dal mio terrazzo vedo lacollina di fronte, che mi piace tanto, che sembraisolare tutto al di là, come se ti tenesse protettodalle brutture del mondo. Ricordo dei buoi chetrainavano l’aratro, calmi, guardinghi, quasiumanamente prudenti, obbedienti alla voce dichi, con gesto amoroso, li guidava, che consa-pevoli della loro forza si avvicinavano al carroper farsi aggiogare, tornare nelle stalle sul fardella sera, senza incutere timore ai viandanti,per lasciare la strada quasi deserta. A casa miaresta un silenzio quasi totale da quando di tuttigli animali da cortile che l’animavano: cani, co-nigli, tacchini, pecore, maiali, quaglie, colombi,galline ed ovviamente i buoi, è rimasto un sologattino. Il silenzio ora non è dovuto all’assenzadi rumori, le auto passano, gli uccellini cinguet-tano ma da un’atmosfera quasi irreale, solitaria.All’inizio ero spaventato poi è diventato piace-vole, ascoltavo ogni piccolo rumore e soprat-tutto il rumore dei miei pensieri che potevanospaziare liberamente, senza ostacoli. Per me èstata una novità, poi, piano piano questosilenzio l’ho amato e gustato fino infondo. Il mare lontano, lo si vede appena,uno spicchio e mi diceva che c’era, poi,guardando dietro casa lo scenario cambiatotalmente. Una strada fantasma, che siregge, sembra nel vuoto, sotto lo scassodi terra, brullo di una costruzione mai rea-lizzata che spianando ha inghiottito unfolto numero di ulivi, vi resta solo unagru, anche lei in una desolata solitudine,abbandonata.

A lato della strada delle costruzioni in fila, in-compiute, che contribuiscono a dare una sensa-zione di desolazione al tutto, i marciapiedi sonoabbandonati, vi cresce l’erba, anche loro sem-brano inutilizzati, infatti in questa via non passaquasi mai nessuno. Un giorno mentre passeg-giavo verso il fiume, poco distante dall’anticoBagno della Regina che la leggenda attribuiscealla Dea Cupra, una divinità picena dea-madredella fertilità e delle acque, la stessa che i greci,secondo gli storici, chiamavano Hera, i romaniGiunone, i latini Bona Dea, lì ho visto capan-noni di fabbriche chiuse, anch’esse abbando-nate che si deteriorano pian, piano con il tempo,e nessuno che se ne occupi. Peccato che un ter-ritorio, naturalmente così bello, sia trattato cosìmale e trascurato. La passeggiata sul lungomareinvece è bellissima, con le palme, aiuole bencurate, e questo è giusto, dato che la città è uncentro balneare turistico. Io penso che un terri-torio vada curato nel suo insieme e non solo peri turisti ma anche per gli abitanti del luogo, permigliorare la qualità della vita. Una città comeGrottammare se curata dà gioia e benessere aiforestieri visitatori ed ai residenti che la sentonoloro. Cordiali Saluti Arnaldo Santori

Il silenzio che porta tristezza lo si

vince dando linguaggio alle cose nei

ricordi e nel presente

All’attenzione del Direttore de “L’Ancora” Val Tesino di Grottammare

Nella festa di Ognissanti

si commemorano gli ex Sindacia 70 anni dai primi bombardamenti della Città amministrazione

e Circolo dei sambenedettesi ricordano le vittime

Come ogni anno, il sindaco di San Benedetto del TrontoGiovanni Gaspari nella mattinata del 1° novembre ha resoomaggio alle tombe dei sindaci della città. Ricorrendo que-st’anno i 70 anni dai primi bombardamenti della Città, c’èstata una commemorazione particolare per ricordare i 20caduti nel bombardamento aereo del 27 novembre del ’43e i primi quattro caduti civili sambenedettesi che il 21 ot-tobre dello stesso anno caddero sotto i mitragliamenti inzona portuale. Alle ore 11, dinanzi alla chiesetta del cimi-tero, ci sono stati interventi del Sindaco Giovanni Gasparie della presidente del Circolo dei Sambenedettesi BenedettaTrevisani. Negli interventi sono stati ricordati in particolareun pezzo di storia della Città. Tre violente incursioni precedettero i mitragliamenti al porto del 21ottobre quando dei caccia bombardieri alleati non risparmiarono la vita di quattro sambenedettesi:Tommaso Marchegiani, Nicola Mazza, Nazzareno Pompei e Gennaro Savelli. Ma la guerra avrebbeprodotto da lì a poco altre e più numerose vittime. Il 27 novembre un discreto numero di bombardieri,intenzionati a far saltare in aria delle batterie tedesche piazzate in prossimità dell’immediata collinadi San Benedetto, effettuarono un violento bombardamento. Tutta l’area centrale e circostante ilPaese Alto, ma anche le vie perpendicolari la statale 16 (Pizzi, Roma, Carducci), furono il bersagliodei piloti alleati. Ingenti furono danni alle abitazioni, alle strade: ma soprattutto ci furono tanti feritie ben venti morti. Quel giorno tremendo per San Benedetto rivive nell’intitolazione di una stradacittadina appunto alla data del XXVII NOVEMBRE 1943.

Lettera al Direttore

Page 7: Anno xxx n 38 10 novembre 2013

A Ripatransone, sabato 26 Ottobre 2013, è stata inaugurata la mostra dei lavori effettuati neiventun’anni di attività del Concorso grafico-pittorico “Un angolo di Ripatransone” e domenica27 Ottobre si è svolta 22a edizione dello stesso concorso, riservato agli studenti dei Licei Ar-tistici, promosso dalla sede di Ripatransone dell’Archeoclub d’Italia. Gli elaborati sono statiesaminati da un’apposita commissione costituita da: Sergio Tapia Radic, scultore; Marco Ba-galini, presidente della Fondazione “Mercantini”; Ambra Vespasiani, rappresentante delR.O.L.F. (Ripatransone Opera Leonis Festival); Eligio Ciabattoni, ricercatore di arte locale; imembri del direttivo e la presidente, Donatella Donati Sarti, della sede ripana dell’Archeoclub.Dopo un attento esame degli elaborati, la commissione ha assegnato, alla presenza del sindacoRemo Bruni e del consigliere provinciale Paolo D’Erasmo, i premi come segue: 1° premio aPoli Agnese (Liceo Artistico Statale “O. Licini” di Ascoli Piceno); 2° premio a Ragni Sara(Liceo Artistico Statale “Preziotti-Licini” di Porto San Giorgio) 3° premio a Di Pietro Sara(Liceo Artistico Statale “O.-Licini” di Ascoli Piceno). Inoltre la commissione ha segnalato glielaborati di Marconi Isabella, Alesiani Lancillotto e Luzzietti Emma. I premi (somma di denaroconcessa dalla Banca di Ripatransone, libri e CD donati dall’Amministrazione Municipale)sono stati consegnati ai vincitori dal prof. Paolo Polidori, consigliere comunale delegato allacultura, il quale si è complimentato ed ha ringraziato per l’organizzazione, la sede locale del-l’Archeoclub. (D. D. S.)

da ripatransone a cura di A.G. - I.A.

7Anno XXX

10 Novembre 2013 PAG

Concorso grafico-pittorico: i premiati

Monteprandone: Piazza Attilio Gasparretti.

L’omaggio dell’Amministrazione Comunale

al primo Sindaco dell’era repubblicana.

Sabato 26 ottobre la locale comu-

nità monteprandonese ha riper-

corso alcuni anni della sua storia: gli

anni più difficili e discussi: alle 17,30

lo spazio antistante al noto super-

mercato Eurospin , per iniziativa

dell’Amministrazione Comunale, è

stato intitolato ad Attilio Gasparretti,

primo Sindaco dell’era repubbli-

cana. Attilio Gasparretti è ancora

oggi ricordato e amato da tutti: ha

governato l’amministrazione comu-

nale dal 1946 al 1956. E’ stato il

primo sindaco eletto: non caso nelle relazioni storico amministrative dell’epoca il Comune

di Monteprandone per questa sua scelta democratica era tra i primi 400 comuni italiani

che ebbero i primo cittadino democraticamente eletto. Durante la cerimonia l’archivista

comunale , dott.ssa Anna Calvaresi, dati alla mano ha delineato il contesto storico am-

ministrativo che vide l’ascesa di Attilio Gasparretti a Sindaco del Comune di Montepran-

done. Alcuni cenni storici: terminata la guerra il locale CNL (Comitato Nazionale di

Liberazione) nomina l’Ing. Illuminati reggente del Comune. Da questo momento inizia il

percorso di ripristino della locale cosa pubblica fino a quando Gasparretti fu nominato

Commissario prefettizio e successivamente candidato nella competizione elettorale del

1946 in cui si confrontarono tre liste e risultò vincente la lista contrassegnata da “La

spiga” che vista la maggioranza di consensi espresse in consiglio comunale il Sindaco

Attilio Gasparretti. Attilio Gasparretti è stato il Sindaco della ricostruzione del paese e

dell’avvio sostanziale alla vita democratica: il minimo comun denominatore degli inter-

venti, che si sono succeduti, è stato l’aver ricordato la totale disponibilità del Sindaco At-

tilio Gasparretti verso i suoi concittadini tanto che la porta della sua abitazione era sempre

aperta per ascoltare tutti. Tale aspetto è stato evidenziato dal Sindaco Stefano Stracci,

dall’archivista comunale Dott.ssa Calvaresi, e dal cav Gino Gparretti, nipote del sindaco

Attilio suo erede morale che ne ha seguito le orme sia per quanto concerne la sua attività

imprenditoriale, sia per l’impegno sociale in varie realtà quali Confindustria, Banca Pi-

cena Truentina Credito Cooperativo di Acquaviva Picena e Monteprandone ed altre. Fc

A Ripatransone, nella mattinata di dome-nica 3 Novembre 2013, sono state celebratecon il dovuto risalto, la giornata delle forzearmate e la commemorazione dei caduti inguerra. Il primo momento si è svolto nelDuomo-Basilica, dove alle ore 11, presentiautorità civili e militari, il vicario parroc-chiale Don Gian Luca Rosati ha celebrato lamessa in suffragio di tutte le vittime ed i ca-duti in guerra. Il secondo momento si èsvolto alle ore 12, ai piedi del Monumento aiCaduti, dove in corteo, si erano trasferiti tuttii presenti alla celebrazione eucaristica. Qui,il sindaco Prof. Remo Bruni, che subito haringraziato le autorità presenti, le associa-zioni di volontariato e combattentistiche, ap-partenenti alle forze dell’ordine (Carabinieri,Corpo Forestale dello Stato, Marina), ha ri-cordato come settanta anni fa, grazie al con-tributo di sangue, anche di molti concittadini,da un movimento di popolo (la Resistenza)siano sorti quei principi di libertà su cui sibasa l’attuale democrazia. Inoltre, il primocittadino ha rivolto un pensiero ai giovanidelle varie forze armate che attualmente sonoin missione di pace per garantire le libertà edi principi democratici nei vari Paesi delmondo; infine, ha ricordato la figura del mi-lite ripano, Paolo Nespeca, disperso nella

campagna di Russia nel 1943 il cui piastrinodi riconoscimento, (rintracciato dall’alpinoAntonio Respighi durante un viaggio in Rus-sia) è stato consegnato ufficialmente, dallostesso Prof. Bruni, ai due figli, Benito e Dui-lio, residenti in provincia di Firenze. Sonoseguiti: la deposizione di una corona di al-loro ai piedi del Monumento ai Caduti ed il

rintocco, innescato dai fratelli Nespeca, delcivico campanone; poi c’è stata la lettura daparte di alunni dell’Istituto Scolastico Com-prensivo di Ripatransone, di brani significa-tivi inerenti la campagna di Russia. Lacerimonia si è conclusa dopo la lettura della“Preghiera del Combattente e Reduce” daparte di un alpino.

Commemorazione dei caduti in guerra e giornata delle forze armate

A Ripatransone, nel 1911, i superiori dei FratiFrancescani Minori delle Marche avendo de-ciso di abbandonare la Città, vendettero tuttoil complesso di Santa Maria Maddalena(chiesa e convento) a Benedetto Capocasa, cheriaprì il sacro tempio al culto nel1924. Qui, nel 1928, da ungruppo della Comunità di Luccafurono prescelte le Monache Pas-sioniste che fondarono il mona-stero di Ripatransone. Nei primi75 anni di attività, una monaca inparticolare ha tessuto la storia delMonastero dando un’impronta ti-pica: si tratta della figlia del mar-chese Antonio Dolce e dellabaronessa Gaetana Colosso diGalatina (Lecce), nata il 25Aprile 1901, morta a Ripatransone il 12 Mag-gio 1982 dopo 44 anni alla guida della Comu-nità. Un’altra figura di spicco che si èsantificata nel Monastero di Ripatransone èSuor Maria Addolorata Luciani del Sacro Co-stato (1920-1954), dichiarata “Serva di Dio”,le cui spoglie mortali dal 3 Settembre 1990 ri-posano all’interno della chiesa. Fino a qualcheanno fa la gestione del Monastero è stata au-

tonoma: adesso non lo è più, poiché le Mona-che rimaste sono appena quattro e di età avan-zata, e la gestione è stata affidata all’Istituto diTarquinia, che avrebbe intenzione di chiuderequello ripano con il trasferimento delle reli-

giose nella cittadina laziale. Ap-pena si è diffusa la brutta edinattesa notizia, in città c’è statauna mobilitazione generale perscongiurare la chiusura: ammini-strazione comunale, clero, tantis-simi cittadini che in merito hannosottoscritto una petizione, chemercoledì 30 Ottobre dal sindacoProf. Remo Bruni è stata recapi-tata al Papa. Le motivazioni percui le Monache Passioniste deb-bono restare a Ripatransone, sono

tante fra cui: il loro oltre che un Monastero,dal 3 Settembre 1990 è un Santuario molto fre-quentato, dove annualmente si recano migliaiae migliaia di fedeli e di devoti della Serva diDio Suor Maria Addolorata Luciani, per pre-gare sulla sua tomba, provenienti non solo dal-l’Italia centrale. (Mentre andiamo in stampaapprendiamo che la richiesta di trasferimentoè stata revocata n.d.r.).

La città mobilitata per la salvaguardia del Monastero-Santuario delle Passioniste

Fiera di San Martino, tra tradizione e storia.Grandi novità per l’edizione 2013, presentata nella mattinata del 31 ottobre presso la sala di

rappresentanza del Municipio.

GROTTAMMARE – Presso lasala di rappresentanza del Comune,è stata presentata alla stampa localenella sua interezza, l’edizione 2013della Fiera di San Martino, che il 9,10 e 11 novembre, “bloccherà”l’intera marina grottammarese,riempiendola di visitatori e di tuttiquei grottammaresi che proprio inoccasione della fiera, tornano daluoghi lontani. Il 10 e l’11 sarannoi due giorni legati alla fiera, ma lagrande novità è data dall’evento del 9 novembre. Infatti, all’aspetto commerciale ed enogastro-nomico rappresentati dai 411 spazi, si aggiungerà un tassello di grande fascino, che ingrandiràl’interesse alla seconda fiera marchigiana per importanza. Si tratta della Sfilata del Capitano del

Popolo, che assieme allo Sbarco Di Papa Alessandro III, rappresenteranno gli eventi annuali chefaranno da tramite alla quaterna 6+5+6+11, rappresentante gli intervalli di tempo tra una SacraGiubilare e l’altra (La Sacra Giubilare cade ogni volta che è il 1 luglio capita di domenica). IlCapitano del Popolo è una figura che oltre alla Sacra è legata alla Fiera di San Martino. Eletto dalconsiglio cittadino, comandava le milizie urbane e presiedeva la Fiera. Il Capitano restava incarica fino alla Sacra Successiva. La sfilata, sotto la cura dell’Associazione Presepe Vivente, saràun vero e proprio corteo in costumi d’epoca, che partirà alle ore 17.30 da Piazza San Pio V, pas-sando per Piazza Fazzini per il reclutamento delle milizie urbane, per poi giungere presso il giar-dino comunale per la solenne apertura della fiera e per l’accampamento militare, sotto l’egidadell’associazione Orme del Tempo di Lapedona (FM). La sfilata del Capitano del Popolo nonsarà l’unico evento. Da segnalare, nel corso della fiera, il tradizionale Chiosco della Pace, in pro-gramma domenica 10 dalle ore 10 alle 19, a cura della Consulta per la Fratellanza Tra i Popoli evolto a promuovere la Pace e i Diritti Umani. L’aspetto enogastronomico sarà composto dalla de-gustazione del Vino Novello e dagli stand gastronomici, entrambi ubicati presso il Parco delleRimembranze. Come scritto in precedenza, 411 saranno gli spazi concessi, per una superficieespositiva pari a 9150 mq. Alla conferenza hanno partecipato Fabrizio Rosati, in seno all’Asso-ciazione Presepe Vivente, l’Assessore al Commercio Lorenzo Rossi e il Primo Cittadino EnricoPiergallini. Nelle parole delle autorità, grande risalto è stato dato all’aspetto della Comunicazione.Infatti, è stato stampato un dépliant con tutte le informazioni utili e la mappa della Fiera di SanMartino. Sempre nel corso della conferenza, sono state esaminate le norme e le competenze inrelazione al trattamento degli animali e alla condotta degli operatori che vendono animali vivi.Concludiamo, con alcune informazioni. Per chi non volesse prendere la macchina, è attivo un ser-vizio di Bus Navetta Gratuito da San Benedetto del Tronto (percorso Ballarin-Kursaal) e da CupraMarittima (percorso Piazzale Libertà-Stazione). Le principali aree di parcheggio saranno pressola Stazione e Tesino Village. Appuntamento il 9, 10 e 11 novembre per la Fiera di San Martino.

Nicolas Abbrescia

Page 8: Anno xxx n 38 10 novembre 2013

8 Anno XXX

10 Novembre 2013PAG

VIAGGI E TuRISMO - NOLEGGIO BuS

S. Benedetto del Tronto Tel. 0735 594456

Cupra Marittima Tel. 0735 777636

www.pertur.it

30 anni di esperienzaorganizzando viaggi per le Parrocchie

AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. Crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto

Celebrazione di chiusura dell’Anno della Fede

Comunanza 10 novembre 2013

Ore 16.00 Ritrovo in Piazza accoglienzaOre 16.15 Fiaccolata Ore 17.00 Celebrazione Eucaristica Presieduta da Mons. Gervasio GestoriPR

OGRA

MM

A

iocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-MontaltoD

le

iocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto

b

iocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto

he d

iocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto

a de

iocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto

ll

iocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto

la Flo de

iocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto

de

leeC

Comunanza 10 novembre 2013

naziorrazioble

Comunanza 10 novembre 2013

uihi ce dn

Comunanza 10 novembre 2013

a derra deusu

Comunanza 10 novembre 2013

o dennA’’Alla de

Comunanza 10 novembre 2013

ela Fla Felo de

Comunanza 10 novembre 2013

dee

Comunanza 10 novembre 2013

Ma quelli non se ne curarono: la globalizzazione dell’indi�erenza

MANDATI AD ANNUNCIARELA VERITÁ SULL’UOMO

Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto

II incontro formativodiocesanoMercoledì

13 novembre 2013Chiesa S. Benedetto Martire

Ore 20.30

Lectio DivinaP. Giovanni,

priore dell’Abazia di Fiastra

Ore 21.30

LaboratoriSulla Parola di Dio

Ore 22.13

PreghieraComunicazioni

iocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-MontaltoDiocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montaltoiocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montaltoiocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montaltoiocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montaltoiocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montaltoiocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto

MANDLA VERIT

TI AD ANNUNCIAREAATI AD ANNUNCIAREMANDLA VERIT

TI AD ANNUNCIAREÁ SULLLA VERITLA VERITÁ SULL

TI AD ANNUNCIARE’UOMOÁ SULLÁ SULL’UOMO

TI AD ANNUNCIARE’UOMO

leua qMMa q e nn soi nll o: lnorarrae cue n abola ga glo: l e dnoaziizzl ��erii�dn’illee d aenzererenz��erNe è prova un gruppo di appassionati della mountain bike pi-ceno, che si sono cimentati in uno stravagante ed innovativo per-corso sulle due ruote, fondendo un sano e tonificante eserciziomotorio, qual è il classico giro in bicicletta, alla cultura, scan-dendo le tappe culturali più famose della Città Eterna tra un girodi pedali ed un curioso aneddoto romano.Per chi pensava fino ad oggi che l’allenamento fisico non vapropriamente a braccetto con il sapere dovrà ricredersi, perchéquesto giovane team è riuscito, grazie al suo spirito d’iniziativa,voglia di conoscere e di stare insieme a visitare Roma, passandodi monumento in monumento in sella ad una bicicletta, distri-candosi nel traffico e passeggiando per le vie più verdi della Ca-pitale, sconosciute ai molti turisti che ne perdono senza saperlola bellezza nascosta.Partendo all’ombra del Colosseo, in una calda giornata autun-nale, hanno pedalato fin davanti al Senato, passando hanno but-tato una monetina a Fontana di Trevi, sono scesi per PiazzaNavona, hanno passeggiato tra i gladiatori al Circo Massimo.Ed ancora, hanno ammirato le Colonne Antonina e Traiana in-nalzate dall’illustre grottammarese Papa Sisto V, meraviglian-dosi alla vista dall’alto dei Fori Imperiali e del paesaggioromano armonizzato tra antico e moderno fino a perdersi tra lafine dell’uno e l’inizio dell’altro. Maestosa visione anche del-l’Altare della Patria ed orgoglio per l’opera del montaltese Giu-seppe Sacconi, della geometrica fattezza del Pantheon e dellascultura lì custodita dello Scultore del Vento Pericle Fazzinipresso la tomba del Michelangelo ed infine, mangiando al fre-sco, si sono riposati distesi sopra ad un bel prato verde del-l’Aventino.Queste, sono solo una manciata delle tappe che il gruppo ha af-frontato, grazie alla guida esperta di due ragazzi della BIGA-

BIKE, Rental&Tours di Roma e della serietà della ditta STARTdi San Benedetto del Tronto/Ascoli Piceno, che sotto la dire-zione del competente Alessandro Antonini, hanno coadiuvatotutta la giornata, dallo spostamento in pullman del gruppo e delleloro insostituibili compagne d’avventura, le biciclette, all’orga-nizzazione dell’ iter giornaliero completo. A tutti loro si deve lanascita di questa nuova iniziativa, che speriamo possa conti-nuare e prendere piede nelle nostre città, per una vita miglioresia nel corpo che nello spirito.Un grazie particolare va anche al bravo ed affidabile autistaGianfranco Pasquali, che ha reso una passeggiata anche il viag-gio, a Bruno Sansoni, promoter ufficiale del famoso GruppoBike I FUORI DI SELLA di Cupramarittima ed all’amico ditutti Giordano Paoletti vero fulcro ed esplosione d’energia ditutta la compagnia. Occasione da non perdere questa, anche perla famiglia: motivo di unione, divertimento e tanta allegria, vistoche l’equipe era formata da persone di ogni età proprio perchéquesto tour non si basa sulla forza fisica ma sulla voglia di stareinsieme.Cosa dire ancora? Un grazie a tutti i partecipanti ed… arrive-derci alla prossima tappa, magari in un’altra bellissima città ita-liana tutta da scoprire… pedalando!

ROMA IN BIKEUnire benessere e cultura?

Da oggi è possibile!

Il Presidente della PicenAmbiente precisaIn qualità di Presidente della PicenAmbiente Spa azienda pubblica privata per la gestione dei servizi di raccolta dei

rifiuti in 29 comuni della Provincia di Ascoli Piceno, mi corre l’obbligo di intervenire sulle importanti questioni poste sullastampa oggi dall’ex Presidente Olivieri Federico per precisare che questo consiglio di amministrazione, dando seguito agli in-dirizzi dati dall’assemblea dei soci nella riduzione del 10% dei costi per gli amministratori e del Presidente, ha approvato uncompenso che ha portato una riduzione della spesa non del 10% ma del 20% rispetto al precedente compenso di amministratoredelegato era vigente, importo di 72.000 € a lordo delle tasse annui, tra l’altro corrispondenti a non più di 1,5 volte il costo diun nostro operaio, ritenuti congrui rispetto al livello di responsabilità, competenza e impegno gravante su un amministratoredelegato per la gestione di una azienda industriale con un fatturato annuo di quasi 20 milioni di €, con oltre 230 personedislocate in oltre 9 sedi operative per la gestione dei servizi su un bacino d’utenza di oltre 150 mila abitanti. Sulla base di

questa riduzione del 20% operata anche sul compenso dell’amministratore dele-gato, tengo a rassicurare tutti che insieme al nuovo consiglio di amministrazionecontinueremo nella gestione oculata della società in linea a quanto fatto egregia-mente dal Presidente Olivieri, in modo da favorire le migliori condizioni permantenere il più possibile contenuta la spesa per questo importante servizio, afavore dei cittadini.

Il Presidente della PicenAmbiente Spa

D.ssa Catia Talamonti

Chi torna alla casadel Padrenon ci abbandona. Grazie a loro troviamo la fortezza della vita, la dolcezza dell’amore, la leggerezza dell’amicizia.

Nella ricorrenza del decimo anniversario della morte. Sentiamo ancora vicino don Angelo.

Pregheremo con Lui nella celebrazione Eucaristicadi martedì 10 novembre alle ore 21.00.

a rilleN

nza derrcoa ri

cimo ael denza d

nnivcimo a

o driarsenniv

a molleo d

. etra mo

egrPdi ma

mo aatineSmo coerheeg

etrdi ma

rncomo aui nen Lmo co

dì 10 noe

cinoia vr dobela cellui nee arbmevdì 10 no

genngen Adone Eoazirb

e 21.00.re olle a

.logengetirisacune E

e 21.00.

acti

di ma

etrdi ma

dì 10 noe

e arbmevdì 10 no

e 21.00.re olle a

e 21.00.

la dolcezza dell’amore, la leggerezza dell’amicizia.

la dolcezza dell’amore, la leggerezza dell’amicizia.

la dolcezza dell’amore, la leggerezza dell’amicizia.

la dolcezza dell’amore, la leggerezza dell’amicizia.