Anno XXV · N. 72 · Gennaio 2017 · 2019-06-12 · distinguere la luce che illumina lo specchio di...

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72 Poste Italiane spa · Spedizione in abbonamento postale, 70% · DCB TV Periodico quadrimestrale di informazione bancaria e di cultura locale della Banca della Marca Credito Cooperativo Società Cooperativa. Anno XXV · N. 72 · Gennaio 2017 Arte e storia locale Scuola, lavoro e ristorazione periodico di Marca Solidale ALL’INTERNO La povertà dei Comuni

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72Poste Italiane spa · Spedizione in abbonam

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Periodico quadrimestrale di informazione bancaria e di cultura localedella Banca della MarcaCredito CooperativoSocietà Cooperativa.

Anno XXV · N. 72 · Gennaio 2017

Arte e storialocale

Scuola, lavoroe ristorazione periodico

di Marca Solidale

ALL’INTERNO

La povertàdei Comuni

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Quadrimestrale di informazione bancaria e di cultura locale della Banca della Marca

Direzione e redazionevia G. Garibaldi, 46 · 31010 Orsago (Tv)

Direttore responsabileAngelo Roman

Segretaria di redazioneMariapia Biscaro

RedazioneFrancesco Beninato, Antonio Bonotto,Vittorio Janna, Pietro Marcolin,Piergiovanni Mariano, Giuseppe Maset,Mario Meneghetti, Gianpiero Michielin,Amerino Rasera, Claudio Sernagiotto,Loris Sonego.

Progetto Janna_comunicazione creativa (Pn)

Stampa Tipografia Carlet s.a.s.Orsago (Tv)

Registrazione Tribunale Treviso n. 911 del 27 maggio 1993

Le opinioni esposte in articoli firmati o siglatiesprimono il punto di vista dei singoli autori enon quello dell’Amministra zione della Banca.Gli articoli inviati alla redazione, anche se nonpubblicati, non si restituiscono. È consentitala riproduzione dei testi purché venga citatala fonte. L’Editore si rende disponibile adassolvere agli obblighi in materia di dirittod’autore con i soggetti interessati nonindividuati che avanzino legittima richiesta.

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IN COPERTINA. Il disgelo (foto di Vittorio Janna).FOTO. Archivio Banca della Marca, Foto Jefwa, Norma grafica,Vittorio Janna, Staatsarchiv Wien.

ANNO XXV · N. 72 · GENNAIO 2017

Dieci anni fa, proprio in questi primi giorni di gennaio,un geniale inventore di nome Steve Jobs, assai notonel campo della produzione delle immagini, presentavaal Macworld Center di San Francisco un nuovo tipodi telefonino cellulare, senza la classica tastiera, chenelle intenzioni del suo creatore avrebbe cambiatoil modo di telefonare.Lo chiamò iPhone senza mai specificare il significato diquella «i» minuscola preposta a Phone comeuna vecchia pietra alla base di una grandiosa colonnacorinzia del mondo classico. Da allora molti hannoprovato banalmente a sciogliere il «mistero» di quellai ricorrendo ai significati più ovvi quali informazione,individuale, internet, istruzione, innovazione equant’altro; di recente, a dieci anni dalla sua scoperta,qualcuno ha pensato di aggiungere la parolainfernale, tanto quel minuscolo aggeggioci ha portato – se non proprio alle soglie dell’inferno –certamente a quelle di un mondo che potevaimmaginare solo un autore di fantascienza. Da quelle lontane giornate la vita della maggior partedi noi è cambiata, è diventata più tecnologica, piùconnessa con il mondo intero; non abbiamo cambiatosolo il modo di telefonare ma anche il modo di vivere;quel dispositivo avvolto in pochi grammi di plasticaci ha reso internet irrinunciabile, ci ha rivelatoil piacere smanioso di fotografare tutto e chiunque,di scegliere le app che ci consentono di vivere meglio.In altre parole, ci siamo messi il mondo in tasca senzapensare che col tempo ne saremmo diventati succubi,che sarebbe diventato il nostro padrone e chein definitiva, sarebbe stato per milioni di personela risposta errata all’angoscia della solitudinee della noia quotidiana.Oggi miliardi di iPhone e simili, veri microcomputertascabili, si collegano perennemente fra loronel mondo con un sms, un videoclip o una chatin una frazione di millesimo di secondo; strumentidi enorme potenzialità il cui uso dovrebbe richiedereuna corretta alfabetizzazione, a cominciaredai giovani e dalla scuola. Solo così essi potrannoritornare ad essere – come forse speravail suo inventore – un vantaggio per il mondodel lavoro fornendo una infinità di informazionie dati, ma anche conservando memoria di tuttele nostre interazioni e insieme delle nostre intimepersonali radici.Forse sarà questa la sfida che ci aspetta nel prossimofuturo, sempre più condizionato dall’informatica: doverdistinguere la luce che illumina lo specchio di una vitauniversale dal flebile lume riposto nella coscienzadi ogni singola persona.

s o t t o v o c e

13 Piccole imprese: potenziale innovativo

15 Scuola e lavoro per i giovani avviati alla ristorazione

18 Con la Quaresima c’è la renga con il suo piccolo «mistero»

19 Lode al profitto

23 I nostri anziani raccontano

2 Il mondo in tasca

3 Lettera ai Soci, la parola al nuovo presidente

4 Lettera ai Soci, il saluto di Gianpiero Michielin

5 Notizie in breve

SO C I E T À OGG I

T E R R I T O R I O

24 A Montebelluna la chiesa di Biadene e il suo Ossario

26 Venanzio Fortunato, il santo di Valdobbiadene

27 A Santa Lucia di Piave l’occupazione del 1917

S TO R I A E A R T E

www.bancadellamarca.it · email: [email protected]

S O C I A L I T À

29 Giustizia sociale in Europa

IL MONDO IN TASCADieci anni di vita dell’iPhone

9 La povertà bussa alla porta del Comune

11 Francis Bacon, pittore surrealista

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Caro Socio,

la nostra Banca si appresta ad affrontare delle sfidedecisive. La fase che stiamo attraversando infatti rap-presenta per tutti gli istituti di credito cooperativouno snodo storico per le scelte che andremo a com-piere. La nostra Banca anche in questo passaggiometterà al centro le sue radici, i suoi valori, i suoiclienti ed i suoi Soci.Da poche settimane la presidenza è cambiata e que-sto passaggio è una transizione naturale nel solcodella continuità. Si tratta di una scelta condivisa al-l’interno del Cda e fatta esclusivamente nell’interes-se dell’istituto.La Banca, ieri come oggi, continuerà a lavorare perfavorire lo sviluppo e la crescita del territorio, restan-do sempre vicino a comunità e imprese. In questi anni abbiamo raggiunto risultati importan-ti grazie ai nostri collaboratori, al management e atutti coloro che prestano la propria attività nell’istitu-to, un patrimonio di straordinario valore che ci per-mette di affrontare i passaggi che abbiamo davantinella piena consapevolezza di aver lavorato bene e diessere una realtà solida e con i conti in ordine.Stiamo attraversando una fase, in cui l’immagine delsistema bancario è intaccato da notizie negative cherischiano di creare un clima di generalizzata sfiduciaverso gli istituti. Ci tengo a dirvi in modo forte e chia-ro che Banca della Marca è diversa. Siamo un istitu-to serio che rispetta le regole, i suoi Soci e che ab-biamo un forte senso di responsabilità. Dietro Bancadella Marca ci sono identità, valori e storia che nonsono negoziabili in nessuno modo e che rappresen-

tano per noi punti di riferimento costanti nelle nostrescelte e lo saranno anche in futuro. Nelle prossime settimane saremo chiamati come isti-tuto a compiere, come già detto, scelte strategiche,lo faremo con un grande senso di responsabilità di-fendendo la nostra autonomia e la nostra indiscussasolidità patrimoniale, consapevoli che siamo una Ban-ca forte, leader nel territorio e nel mercato. Non sia-mo disposti ad accordi al ribasso, ma faremo esclusi-vamente il bene della Banca.Ci accingiamo a scrivere una pagina storica e lo fare-mo nella convinzione che i nostri valori e la nostraidentità resteranno cardini imprescindibili nel tempo.

Claudio SernagiottoPRESIDENTE

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Claudio Sernagiottosposato con tre figli è natoa Montebellunail 17 giugno 1968.Si è laureato in Economiae Commercio a Bolognae successivamenteha conseguito l’abilitazioneper l’eserciziodella professione di dottorecommercialista nel 1993presso l’Universitàdegli Studi di Trento.Ha frequentato, inoltre,il master in dirittodel commercio e dellafinanza internazionale.

E D I T O R I A L E

lettera ai SociLa parola al nuovo presidente

dott. Claudio Sernagiotto

Tra i diversi incarichida lui ricopertiha collaborato comerevisore con i Ministeridell’Istruzione e dellaSalute.Oggi esercita la liberaprofessione di dottorecommercialistaa Montebelluna.All’interno di Bancadella Marca è statosindaco effettivodel Collegio Sindacalenel periodo 2013-2016.

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Cari Soci,

avendo passato, da pochi giorni, il testimone dellaPresidenza di questa nostra apprezzatissimaBanca, mi sento in dovere di esprimere il più sentitoringraziamento a tutti coloro che nei, non pochianni, durante i quali ho svolto il mio incarico hannocollaborato per mettermi nelle condizioni di svolgereal meglio questo importante compito. Il primo grazie è proprio per Voi Soci che costituite laragion d’essere di una Banca di Credito Cooperativoe per i Consiglieri e Sindaci che si sono succedutiin Consiglio di Amministrazione e nel CollegioSindacale, con i quali ho condiviso questoimpegnativo ed entusiasmante periodo, che ha vistoil nostro Istituto crescere fino a primeggiare nelpanorama dell’intero Credito Cooperativo Nazionale.Non meno importante e sentita è la miariconoscenza per le Direzioni e per tutto il Personaledipendente che con il loro costante impegno espirito di servizio hanno permesso il raggiungimentodi quei lusinghieri risultati che molti ci invidiano.Ed a conferma del valore e della solidità del nostraAzienda di Credito, Vi anticipo che l’esercizio 2016appena finito registrerà un bilancio, da sottoporreall’Assemblea per l’approvazione, con un utileconsiderevole e con coperture ancora molto piùimportanti dell’esercizio precedente. Il nostro futuro prossimo ci riserverà grandi novità e,con queste, anche impegnative determinanti scelteda fare, alle quali dovremo approdare con la capacitàdi chi guarda lontano senza cedere all’illusione chesi possa tornare a rivivere un passato che per quantosia stato opportuno non potrà più ritornare.Affermare ciò, per noi Soci di Banche Cooperative,non vuol dire gettare la spugna: significa inveceessere padroni consapevoli del nostro futuroconservando inviolati i nostri Valori, applicandoli

proficuamente ad un contesto che cambieràradicalmente rispetto al passato, obbligandoci aconvivere con esso, sapendo però che la Solidarietà ela Sussidiarietà sono i cardini ancora attualie la prima ragion d’essere del Credito Cooperativo.Dovremo sapere cogliere, nelle scelte che faremo,l’obiettivo di mantenere indenne il nostro ruolodi Banca forte e leader del territorio per essere poloaggregante di altre realtà a noi vicine e per farciriconoscere dal Gruppo Bancario, al quale per normadovremo obbligatoriamente approdare, la leadershipche abbiamo e che continueremo a sapersicuramente mantenere e meritare.Lo dobbiamo a noi stessi Soci, che dovremoconservare e mettere a frutto quel patrimonio diValori, di Solidità e Capacità di creare ricchezza, cheè stato fin ora tanto importante per le personee per le nostre collettività e che potrà essere ancorpiù utile nel prossimo futuro.Lo dobbiamo ai nostri Dipendenti, anch’essipatrimonio inestimabile di Banca della Marca, perassicurare loro un futuro certo e sereno nelle sfideche verranno.Arriverà dunque a breve un momento importanteper ogni Socio di questa nostra Banca, momentonel quale ci sarà bisogno di ognuno di Noiper supportare, se possibile ancor più di sempre,il nostro Istituto.Per parte mia lo farò da Consigliere e da Socio conl’impegno di sempre, avendo come unico obbiettivol’interesse per questa nostra Azienda alla quale,come per altro tutti Voi, tengo moltissimonutrendole un grande rispetto, la massimaconsiderazione e la doverosa attenzione.

GIANPIERO MICHIELIN

Il saluto di Gianpiero Michielin

lettera ai Soci

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Raccolta razionale dei rifiuti.�

notizieinbrevea cura di Mario Meneghetti

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RACCOLTA RIFIUTI NELLA MARCA

I Comuni virtuosiIl 21 novembre scorso si è svolto a Treviso il Forumregionale di Legambiente in tema di rifiuti e la sceltadella città ospitante è ampiamente motivata dal fattoche la Marca Trevigiana in quasi tutte le classifiche ènei primi posti fra i Comuni virtuosi. Tra i piccoliComuni è Castelcucco al primo posto con ben 17,9chilogrammi di «secco» all’anno e con quasi il 90%di differenziata; al terzo posto c’è Refrontolo.Per i paesi con i residenti tra i 5.000 ed i 15.000guida la classifica San Zenone degli Ezzelini con 27,1chilogrammi. I centri abitati con oltre 15.000 residentivedono Vedelago, Preganziol e Paese nei primi tre

NUOVE EMERGENZE

La cimice cineseNell’autunno scorso abbiamo constatato un nuovoarrivo indesiderato nel nostro territorio scoprendo suimuri delle case e all’interno delle abitazioni lapresenza di un nuovo tipo di cimice, quella cinese.Pare che questo insetto sia stato portato in Italia dalsud-est asiatico nel 2012 e, grazie ai cambiamenticlimatici (il 2016 è stato l’anno più caldo da quando èiniziata la misurazione scientifica) ha avuto facileradicamento, trasferendosi lo scorso anno anche inVeneto. Questa cimice, maleodorante come quella dicolore verde da sempre presente nel nostro territorio,da noi non ha nemici naturali e si moltiplica pertantocon estrema facilità per il caldo. È stata una presenza

RICERCHE SULL’INQUINAMENTO

La legna da ardereGrazie alle riserve di legna pregiata fornite dalle siepidi pianura, ora purtroppo molto ridimensionate, e daiboschi del Cansiglio, del Montello, del Pian Cavallo e

di tutta l’area collinare Veneto-Friulana, la tradizionedi riscaldarsi con la legna rimane forte in tuttoil nostro territorio, anche perché molti rimangonoconvinti di adottare così un comportamento piùecologista. Già da tempo però è stato evidenziatoche questo metodo di riscaldamento è fontedi inquinamento, maggiore rispetto ad altri tipi dicombustibili. Ulteriori recenti accertamenti da partedell’Isac-Cnr hanno appurato che, in presenza dinebbia o forte umidità, il fumo della legna combustache esce dai camini inquina ancor di più per effettodi particolari processi chimici. Per risolvere questoproblema, che sicuramente non è di poco conto vistoche in Europa le polveri sottili causano oltre 300 milamorti l’anno, sarà importante installare idonei filtri neicamini, scelta che nel medio periodo potrà diventareobbligatoria.

posti della classifica. Treviso è il capoluogo con il datopiù contenuto d’Italia: 57 kg. Sono dati che, oltreal giusto orgoglio, devono indurre le amministrazionilocali a potenziare la rete degli impianti per il riciclo,stimolare la cittadinanza a continuare su questastrada virtuosa ed essere inflessibili con quanti,nonostante l’eccellenza del servizio, continuano agettare immondizie per le strade o nei corsi d’acqua.

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CI HANNO LASCIATO

Due grandi personalitàNel giro di poche settimane abbiamo dovutoriscontrare con rammarico la scomparsa di dueeminenti figure venete. Il 1° novembre, all’etàdi 89 anni, è morta a Castelfranco Tina Anselmicui tutto il Paese deve molto al suo impegno politicoe sociale. Di famiglia cattolica, partigiana, insegnante,sindacalista, fu la prima donna ad aver ricoperto lacarica di ministro della Repubblica nel luglio del 1976(dicastero del lavoro e della previdenza sociale);successivamente fu ministro della sanità nel quarto equinto governo di Andreotti, legando il suo nome allariforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale.Dal 1981 al 1985 fu presidente della Commissioned’inchiesta sulla loggia massonica P2.

LA VENERE DI LEEDS A POSSAGNO

Successo di una MostraI cinquantamila biglietti staccati nel 2016 dal MuseoCanova di Possagno per la «Mostra di Venere»rappresentano una dimostrazione dell’apprezzamentodi un pubblico competente e appassionato, oltrea palesare l’internazionalità di un Museo le cuile meraviglie dei capolavori canoviani escono dallarealtà di Possagno per far parte di un percorsomondiale dove si coniugano bellezza, emozione earte al più alto livello. Per questo la Venere di Leedsresterà in mostra con le altre opere fino al 30 giugno2017: la presenza di questo capolavoro, acquistato

da sir Thomas Hope duecento anni fa,rappresenta per Possagno l’occasione per

approfondire il tema della bellezza femminile,luminosa e suggestiva, ma soprattutto

consente di indagare i profittevolirapporti artistici e culturali dei tantiintellettuali e collezionisti inglesi conAntonio Canova.

OPERA IN GESSO DEL 1910

Il Martini ritrovatoSu «Il Gazzettino» di sabato 3 dicembre è statariportata una notizia davvero bella per tutti gli amantidell’arte: il ritrovamento di una scultura, nota maperduta, di Arturo Martini, lo scultore nato a Trevisonel 1889. Si tratta del «Ritratto di Memi Zanchetta»,opera in gesso realizzata nel 1910. Dopo il restauro,verrà esposta nel Museo Bailo di Treviso a fiancodell’altra sua scultura coeva «L’ubriaco». Il «Ritratto diMemi Zanchetta» era conservato in un’abitazione delcentro cittadino riuscendo a superare fortunatamentei bombardamenti sulla città della prima e dellaseconda guerra mondiale. Nel 2017 ricorreil 70° anniversario della morte, avvenuta a Milano,

La Venere di Leeds

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Il 30 novembre si spegneva a 91 anni a Vigo di Fassa(Tn) don Luigi «Gigi» Vian, religioso salesiano.Nel 1973 fondò a Conegliano la «Piccola Comunità»in una casa colonica comunale disabitata che sistemòed arredò per accogliervi i derelitti, i poveri,gli affamati, i soggetti psichiatrici dopo la chiusura deimanicomi, i primi tossicodipendenti senza servizipubblici sanitari e sociali. Il tutto richiamando intornoa sé tanti volontari, ciascuno portando la propria

paragonabile a quella biblica delle cavallette narratanelle dieci piaghe d’Egitto se si pensa che nel 2016questa cimice ha arrecato danni all’agricolturaper oltre quattro milioni di euro (il 5% dei raccoltiagricoli) colpendo le coltivazioni di frutta, di uvae degli ortaggi. Una vera emergenza dunque che almomento è contenibile solo ricorrendo ad insetticidi.

di quest’importante artista trevigiano che vinseil primo premio nazionale per la scultura alla primaQuadriennale di Venezia. A margine di questo eventoè doveroso anche accennare alla conclusione delrestauro degli affreschi del Pozzoserrato, al secoloLodewijk Toeput, su palazzo Zignoli in Calmaggioreche a metà dicembre sono stati resi finalmente visibili.Anche questo recupero è stato un pregevole donoper gli appassionati dell’arte e che avvalorala convinzione di poter definire Treviso «una cittàmagica», da visitare.

Don Luigi «Gigi» Vian.�

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LIBRO DI GIORGIO MIES

La lineadella memoriaUn caro e sentito ricordo dell’amicoGiorgio Mies, scomparsoprematuramente nell’estate del 2013,ci viene direttamente da questo suoultimo libro La lunga linea dellamemoria. Itinerario tra i monumentiai caduti della Grande Guerra nellaSinistra Piave, edito dalle Edizioni Antiga e a curadei famigliari.Come ricorderanno i nostri lettori, Giorgio Miesè stato a lungo collaboratore del nostro giornale,critico e storico dell’arte, docente attento alla culturae alla bellezza artistica. In questo suo lavoro,con una precisa scelta di immagini e parole, Giorgioha costruito un percorso attraverso le numerosetestimonianze erette, in moltissime localitàdella Sinistra Piave, in onore dei militari vittimedel primo conflitto mondiale (1915-1918), e nefa una sorta di civile pellegrinaggio nella dolentememoria di liste scolpite su lastre di marmo,tra pietre, ferri brumati e fredde statue di bronzo.Un libro che è, nel suo insieme, sia una denunciacontro tutte le guerre sia una precisa ricostruzioneartistica della nostra storia comunitaria più recente,ricostruita con quella passione culturale cheha sempre contraddistinto il lavoro di ricerca diGiorgio Mies.

A VITTORIO VENETO

La Madonna del SansovinoA dicembre 2016 il Museo del Cenedese, a Serravalledi Vittorio Veneto, si è riappropriato diuna delle opere più prestigiose che possiede:

MONDO AGRICOLO

Il latte «certificato»Dal 1° gennaio è entrato in vigore l’obbligodi indicare sulle confezioni del latte e sui prodottilattiero-caseari il nome di: paese di mungitura,nazione di condizionamento, nazione ditrasformazione. La normativa prevede – qualorale suddette operazioni avvenissero in più Paesimembri della Comunità Europea – l’utilizzo delladicitura: «miscela di latte di Paesi UE» perla mungitura, «latte condizionato in Paesi UE» o«latte trasformato in Paesi UE» per le altre dueoperazioni («non UE» se Paesi al di fuori dell’UnioneEuropea). Il nuovo provvedimento può apparire a

molti una cosa da poco, ma in realtà non lo è per duemotivi: a) perché finalmente si tutela la filiera del latteitaliano dando all’agricoltore una speranzadi remunerazione consona, oltre a garantireil consumatore nelle sue scelte alimentari quotidiane;b) rappresenta una trasparenza che finalmentedovrebbe porre fine a molti «Made in Italy» furbetti.

capacità di fare carica di umanità e di altruismo.Figura autentica di cristiano, uomo dalla tempra fortee dalla parola coinvolgente, don Gigi Vian si è «calatoda protagonista per trent’anni nella frontiera dellarealtà giovanile coneglianese e veneta, spalancandodapprima il proprio cuore e poi le porte ai diseredatidella vita».

la Madonna del Sansovino. Dopo un attento restauro,era stata concessa in prestito ed esposta a Romaalla prestigiosa mostra «Madonne rinascimentalial Quirinale». Questo basso rilievo di Jacopo Tatti,detto il Sansovino, è in cartapesta ed ha lacaratteristica della riproducibilità seriale dalla stessamatrice. La «Madonna con Bambino» conservataa Vittorio Veneto è ritenuta il prototipo, nota come«modello di Vittorio Veneto».Il Sansovino (1486-1570), scultore ed architettofiorentino, diede un proprio carattere alla Veneziacinquecentesca progettando e costruendo numerosiedifici, fra cui la Libreria di San Marco, la Zecca,la Loggetta in piazza San Marco; sue sculture sonopresenti nella basilica patriarcale di San Marco,in Palazzo Ducale ed a Padova nella chiesadi Sant’Antonio.

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STATISTICHE REGIONALI

La qualità della vitaSecondo una recente indagine di «Italia Oggi» e delDipartimento di scienze sociali dell’Universitàla Sapienza di Roma la qualità della vita nel nostroterritorio rimane buona.La ricerca è stata fatta sui 110 capoluoghi di

provincia; Pordenone si è classificata quarta nellagraduatoria nazionale (perde una posizione rispettoal 2015) e Treviso è 20a (nel 2015 era quinta).Per completezza, l’analisi dei dati vede Belluno al 3°posto (era 8a), Udine è 7a (era 10a nel 2015) e quindiil «Nord-Est» ha retto sufficientemente bene alledifficoltà create dalla lunga crisi. Entrando nel meritodei vari temi che compongono il risultato finalevediamo che Pordenone è 9a nella classifica affari elavoro (sale dal 42° posto del 2015), è 5a nellaclassifica ambiente, rimane (come nel 2015) 1a nellaclassifica finale criminalità, è 43a in quella relativaal disagio sociale ed è 26a nella classifica relativaai servizi finanziari e scolastici. Treviso è 24a nellaclassifica affari e lavoro, è 60a in quella dell’ambiente(è nel gruppo di coda nella rilevazione del PM10presente nell’aria, con un numero elevato di giornidi sforamento del limite di tolleranza), è 2a nellaclassifica finale criminalità, è 85a in quella del sistemasalute ed è 42a nella classifica del tenore di vita.Per Treviso, merita una riflessione l’85a posizionenell’indagine del sistema salute che è dovuta allasottodimensione di apparecchiature diagnostiche(74° posto), del numero ridotto di medici ospedalieriogni 100 posti letto (105° posto), per il numero dipersonale infermieristico per 100 posti letto (69°posto in graduatoria), per il numero dei posti lettoin rianimazione e terapia intensiva per 1.000 abitanti(88° posto in classifica), per il numero di posti lettoin reparti di oncologia per 1.000 abitanti (72° posto)ed altro che chi di competenza dovrà valutare.Tutte le statistiche sono degne di rispetto, questa inparticolare vista l’autorevolezza degli operatorie l’esteso insieme dei fattori di analisi.La realtà percepita dal cittadino a volte è diversama, indubbiamente, è spesso influenzata dauna ridotta conoscenza di altri territori odai mass-media che tendono a dare più risalto ai fattinegativi che a quelli positivi.

ALIMENTI DI PROVENIENZA ESTERA

Cibi ritenuti pericolosiIl Ministero della Salute ha fornito l’elenco deglialimenti di provenienza estera considerati«pericolosi» per la salute a causa della presenzadi residui chimici, metalli pesanti, contaminantimicrobiologici, microtossine ed altro.I dati sono stati elaborati dalla Coldiretti epresentati al Forum Internazionale dell’Agricolturae dell’Alimentazione di Cernobbio.Eccoli con l’indicazione della provenienza e dellapericolosità. Turchia: nocciole (aflatossine oltrei limiti, cancerogene), fichi secchi e peperoni(aflatossine/pesticidi oltre i limiti) – Cina: arachidi(aflatossine oltre i limiti), paprika e peperoncini(microbiologici/pesticidi oltre i limiti), broccoli e funghi(pesticidi oltre i limiti) – India: peperoncino(microbiologici/pesticidi oltre i limiti), semi di sesamo(contaminazione salmonella) – Spagna: tonno epesce spada (metalli pesanti in eccesso) – Iran:pistacchi (aflatossine oltre i limiti) – Egitto: olive efragole (pesticidi oltre i limiti) – Stati Uniti:pistacchi (aflatossine oltre i limiti), Novel food(sostanze non autorizzate) – Vietnam: pangasio(metalli pesanti in eccesso) – Polonia: pollame(contaminazioni microbiologiche) – Francia:formaggi (contaminazioni microbiologiche).

Uno scorcio del centro storico di Treviso.�

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la povertàbussa alla porta del Comune

OLTRE

70 MILIONI

DI EURO

SPESI NEL 2016

PER FARE FRONTE

AD EMERGENZE

SOCIALI

Dal 2008 ad oggi, da tanto durala crisi economica a matriceglobale, la povera gente è inaumento anche nel nostroterritorio che resta comunqueuna realtà a diffuso benesseremateriale. Così fanno rifletterei dati raccolti in un campionerappresentativo di Comuni neiquali operiamo per capire quantol’ente locale, istituzione più vicinaalla gente dell’intero statodemocratico, spenda per garantireservizi essenziali alle persone indifficoltà (anziani, disabili, minori,famiglie, malati psichici,dipendenze... ecc.).Nel territorio di nostro interessei Comuni hanno versato quasi

8 milioni di euro alle aziende Ulssper i servizi sociali delegati allestesse (centri diurni per disabili,comunità alloggio per minori,servizi per le famiglie, assistenzaanziani e malati psichici, servizi perle dipendenze, e così via).Poco più di 11 milioni sono statierogati a case di riposo ecomunità alloggio per integrarele rette (quota alberghiera)di anziani ricoverati, disabilinon autosufficienti, minorimultiproblematici, adulti con statidi necessità h 24.Questa, che è la spesapiù rilevante (e destinata adaumentare viste le tendenzeall’invecchiamento della

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assistenza sociale a persone sole,consegna di pasti a domicilio, ecc.Così tra Treviso e Pordenone,tra Oderzo e l’alto Trevigiano, siraggiungono e probabilmente sisuperano i 70 milioni di euro spesi.Se poi si riuscisse finalmentea fare una banca dati, almenoa livello comunale, per mettereinsieme quanto fa il volontariato(parrocchie in particolarecon Caritas e San Vincenzo,Croce Rossa, associazioni divolontariato in genere e – dietroloro – centrali di aiuto comeBanco Alimentare o altro), siscoprirebbero almeno due cose.La prima è che la società civileorganizzata affianca le istituzionilocali con buona capacità diraggiungere e lenire bisogni veridi persone sole o di famigliein difficoltà, realizzando valoreaggiunto dal punto di vista diquanto vale economicamentequesto intervento «parallelo».La seconda è che il vero valoreaggiunto sta nel fatto chele reti sociali di solidarietàintersecano la povertà relazionaleche affligge un numeroconsiderevole di personeo relegate in casa da condizionifisiche compromesse o isolatedal mondo per i motivi più vari. La povertà relazionale è

un problema della nostra societàche deve ritrovare le reti dicomunità, di vicinato, per tornaread essere solida e sicura per tutti.

SERGIO DUGONE

popolazione), è stata ancheoggetto di accese discussionida parte di qualche municipio.Basti ricordare quanto affermatoda Fiorenzo Fantinel quand’erasindaco di Santa Lucia di Piave,che denunciava la cultura diffusadi «spogliare» la persona fragiledei suoi beni prima di un ricoveroper poi chiedere alle istituzionidi provvedere ai suoi bisogniperché nullatenenteo non in grado più di pagaredel tutto in solido la quotaalberghiera/socialedel ricovero in struttura.

Il problema minori ha visto gli entilocali impegnati nel sottoporrea tutela minori a rischio,nell’accompagnare e sostenereaffidi familiari, nel seguireinserimenti in comunità protette,nel tutelare i ragazzi conprovvedimento del tribunale deiminorenni o di quello civile.I servizi sociali hanno anchelavorato molto nel sostegno aquelle famiglie che erano in grado– se aiutate – di seguire i figlionde evitare il ricorso all’autoritàgiudiziaria.Circa 450 mila euro sono statispesi per aiutare famigliemediante assistenza economica inpresenza di redditi bassio insignificanti, allo scopo digarantire un minimo vitale.Altri 750 mila euro sono statiinvestiti nel pagare bollette,canoni di locazione, manutenzionistraordinarie e non rinviabili,interventi sanitari urgenti.Altri 350 mila euro sono andatial pagamento di buoni pasto nellemense scolastiche per i menoabbienti.Oltre 2 milioni di euro sono servitiad interventi di assistenzadomiciliare, pulizie di case,

UN GENEROSO

VOLONTARIATO

NON PUÒ

SOPPERIRE

AGLI ALTI

COSTI SOCIALI

La povertà mette a rischio anche le relazioni umane.�

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S O C I E T À O G G I

Grande evento a Casa dei Carra-resi per tutti gli estimatori dell’ar-te moderna, con la mostra «Fran-cis Bacon. Un viaggio nei millevolti dell’uomo moderno». La ras-segna inaugurata il 15 ottobre2016 resterà aperta fino al 1°maggio 2017 esponendo alcunetra le opere più significative rac-colte nella Francis Bacon Collec-tion di Bologna: perlopiù lavorirealizzati durante le numerose

mente colpisce l’osservatore sonole figure deformate, come in unospecchio da Luna-park, o «smem-brate», quasi sempre sole e co-strette in spazi predefiniti. Un lin-guaggio pittorico con cui l’artistaha espresso il suo disagio perso-nale e la persuasione che l’esi-stenza umana sia spesso caratte-rizzata dal dolore. Treviso tributa con questa mostraun omaggio al genio di un artista

permanenze in Italia dell’artista. Bacon è di certo tra i pittori piùcontroversi ed al tempo stessoapprezzati del Novecento: surrea-le e drammatico è stato un pio-niere della «Nuova Figurazioneinglese animata» la corrente piùesistenziale del surrealismo. Lesue opere caratterizzate da forticontrasti cromatici, spesso con-trappongono colori sgargianti atinte cupe, ma ciò che maggior-

Casa dei Carraresi

Francis Baconpittore surrealista

Francis Bacon, Study for Self-Portrait 1963,National Museum of Wales.

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che ha trovato il proprio riscattodalle ingiustizie e dall’emargina-zione proprio attraverso l’arte.Nato a Dublino nel 1909, la suainfanzia è segnata dalla malattiae dalla violenta figura paterna;adolescente si dichiara aperta-mente omossessuale e viene cac-ciato di casa. La vita non gli riser-va subito soddisfazioni e fama magradualmente scopre la sua incli-nazione artistica e ricordando lasua permanenza a Parigi tra il

1926 e il 1927, disse: «Mentre eroa Parigi ho visto una mostra di Pi-casso alla galleria Rosemberg, e inquel momento ho pensato: beh,cercherò anch’io di fare il pittore».Provocatorio e desideroso di spe-rimentare, conduce una vita che lasocietà del suo tempo giudicaspregiudicata non solo per la suasessualità ma perché è un gioca-tore e un bevitore incallito. Nel1933 dipinge Crucifixion una del-le sue opere più celebri che viene

notata dal critico d’arte HerbertRead ed esposta ad una mostracollettiva della Mayor Gallery, aLondra: da quel momento il suc-cesso non lo abbandonerà più. Negli anni Quaranta Bacon è ora-mai un riferimento per i giovaniartisti e il suo studio londinese di-venta un punto di ritrovo per gliintellettuali europei. Successiva-mente dipinge la serie Heads, percimentarsi poi in venticinque fi-gure di papi per la serie Popes trale quali va citata Study after Vé-lazquez’s Portrait of Pope Inno-cent X del 1953. Nel 1962 il suogenio creativo è consacrato dauna retrospettiva alla Tate Gallerydi Londra mentre nel 1971 vieneallestita una straordinaria mostraal Grand Palais. Francis Bacon muore a Madrid nel1992 per un attacco cardiacoprovocato dall’asma che lo ha ac-compagnato dolorosamente pertutta la vita; lascia in eredità ilsuo studio d’arte a Londra, nelquartiere di South Kensington, al-la Dubli City Gallery. Orari, infor-mazioni e prenotazioni alla mo-stra di Treviso sono accessibiliconsultando il sito www.bacon-treviso.it pubblicato dagli orga-nizzatori dell’evento.

MARGHERITA ZANIOL

UN VIAGGIO

NEI MILLE

VOLTI

DELL’UOMO

MODERNO

Francis Bacon (1909-1992). Una esperienza umana e artistica caratterizzata dal dolore.�

Due opere significative di Francis Bacon.�

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«La grande impresa è in via diestinzione» scrive Il sole24ore.Con le dovute eccezioni, anchenel nostro territorio negli ultimivent’anni si è assistito ad un im-poverimento della presenza dellegrandi fabbriche, che, con fatica,hanno superato anche gli ultimilunghi anni di crisi. Mentre la pic-cola e media impresa ha saputotenere i mercati ed utilizzare an-che la crisi per riflettere su se stes-sa, fare ricerca ed innovazione,sviluppare tecnologie e modalitàdi porsi sul mercato, assoluta-mente innovative.Lo scenario di oggi non ha manca-to di profeti. Già Marshal McLuhanusava l’espressione «global village»nel volume The Gutenberg galaxy(ediz. originale del 1962, in Italianel 1976) per indicare il passaggiodalla società dell’informazione a

quella della comunicazione capa-ce di far convivere due antipodi,un ossimoro come il villaggio e ilmondo. Il futuro era nella capaci-tà di gestire comunicazioni globalie di vivere o meglio «abitare» ilpiccolo villaggio sinonimo di benvivere.Nel territorio di operatività di Ban-ca della Marca – una rete di pic-coli villaggi – il ben vivere è unasfida quotidiana tra cultura dellaricchezza (come denaro possedu-to) e del tempo per sé (come qua-lità della vita quotidiana) e le duecose possono forse armonizzarsiproprio nella dimensione medio-piccola aziendale e – per altriaspetti – nel lavoro artigianalequando questo ha caratteristichedi innovazione, creatività, ma-nualità, di declinazione del genioche ci distingue.

potenziale innovativoIL TERRITORIO LUOGO FISICO,IL MONDO LUOGO SOCIALE

Dove noi viviamo, dove realizzia-mo il nostro progetto di vita, è illuogo fisico del nostro abitare. Untempo il luogo fisico ed il luogosociale si identificavano perché lacomunicazione viaggiava con lepersone e con le vie fisiche (stra-de, fiumi, mari, ferrovie, ecc.) del-lo spostamento. Oggi, nell’era di-gitale, la nostra collocazione fisicanon determina più dove e chi sia-mo a livello sociale cosicché si su-perano facilmente sia le distanzefisiche che le barriere sociali.Alle reti virtuali approdano tutti etutti vi hanno cittadinanza. Laconvergenza dell’era digitale fa siche la globalizzazione si impos-sessi della localizzazione produt-tiva e la gestisca nel network spa-ce cosicché si realizza in alcuni

piccole imprese

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ambiti come la sharing economy(piattaforme italiane nel 2016ben 138, 68 quelle di crowdfun-fìding come evidenziato a ShareI-taly, + 10% rispetto al 2015), l’e-commerce (aprile 2017, l’11aedizione di Ecommerce-Italia), edaltri, l’incontro tra mondo virtua-le e mondo reale.

LA FORZADELLE PICCOLE IMPRESE

La stragrande maggioranza del si-stema produttivo del nostro terri-torio è costituito da piccole im-prese (oltre il 90%).Una recente ricerca di Fondazio-ne Nordest mostra come sia ele-vato (il 48,1%) l’uso di macchinea controllo numerico nella produ-zione, l’uso della robotica superail 10%, la produzione di tecnolo-gie con intuizioni proprie diffusa eoriginale, e così via. Alla stessastregua sono sempre più nume-rosi gli imprenditori che fannonetwork per far viaggiare per ilmondo i propri prodotti, che nonrestano sulla soglia della bottegaad attendere le commesse ma siconfrontano con le esigenze diuna clientela globale.

Quindi innovazione tecnologicainterna e lavoro sull’ultimo migliodella catena del valore impresacioè la capacità di vendere i propriprodotti. L’e-commerce superaormai il 7% di fatturato nella re-altà fino a 20 addetti (le impresetedesche nello stesso range supe-rano il 20% del fatturato, quindile potenzialità di crescita ci sonotutte). Una quota crescente delnostro export manifatturiero è fi-glia della digitalizzazione del pro-cesso di vendita.

INTERNET DELLE COSE,LA NUOVA FRONTIERA

Per il 27% delle piccole impresel’e-commerce rappresenta ormaiuno strumento importante per losviluppo dell’attività. Il 6,3% degli

coli, aiutarli a crescere, renderliconsapevoli degli scenari ineditiche sempre più si manifestanodentro l’orizzonte chiamato «in-ternet delle cose». Abbiamo unagrande possibilità, anche in eco-nomia, stando nel mercato: avereradici locali e cogliere le sfide glo-bali. Ancora l’ossimoro di McLu-han: abitare il villaggio, quellodelle relazioni, della vita buona,delle cose che contano e stare nelmondo con la qualità, la forza, lacreatività del made in Italy.Anche per i prodotti della terravale lo stesso ragionamento, conuna marcia in più: l’enogastrono-mia veneta ed italiana non è imi-tabile, riproducibile. Si può solocontraffarla, ma – al di là del dan-no per il made in Italy (40 miliar-

NEL NOSTRO

TERRITORIO

LE REALTÀ

PIÙ MINUTE

HANNO

SVILUPPATO

LE TECNOLOGIE

PIÙ AVANZATE

imprenditori lo definisce un ele-mento chiave.Se vogliamo guardare con ottimi-smo alla non vicina uscita dal tun-nel della crisi, ormai quasi decen-nale, occorre non fermarsi alledifficoltà ed al declino delle gran-di imprese che hanno fatto la lo-ro fortuna nei tempi delle tantebraccia a buon mercato e delcommercio locale / nazionale.Occorre non dimenticarsi dei pic-

di di euro, stima Coldiretti) – ètutta un’altra cosa. Se poi al pro-dotto subentra il brand territorioallora possiamo solo crescere.Smettiamola quindi di farci delmale e torniamo ad essere orgo-gliosi protagonisti di futuro.

SERGIO DUGONE

[email protected]

Le nostre piccole imprese hanno saputo imporsi sul mercato in maniera innovativa.�

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«Sistema duale» a Valdobbiadene

Alla scuola di ristorazione Dieffe diValdobbiadene, arriva il «sistemaduale». Per la prima volta glistudenti di una scuolaprofessionale potranno prepararsiall’ottenimento del diplomausufruendo di un contratto diapprendistato che permetterà lorodi percepire una retribuzione,accedendo da subito al mondodel lavoro durante il ciclo di studi.Una novità davvero entusiasmanteper i giovani che finalmentehanno modo di veder valorizzatoil loro lavoro ma anchedi imparare «sul campo» tuttii segreti del mestiere.Un’opportunità però non soloper i giovani che sognanoun futuro nella ristorazione maanche per le aziende che

avviati alla ristorazione

scuola e lavoroper i giovani

numerose si sono già dettedisponibili ad essere coinvolte inquesto progetto. L’iniziativa è stata intrapresa in viasperimentale alla scuola Dieffe ecoinvolge gli allievi del quartoanno di studi, quindi dai sedicianni in su; il percorso formativoannuale è articolato in 490 oredi attività in aula e 500 ore inazienda, per le quali verràcorrisposto ad ogni ragazzo uncompenso pari al 10% stabilitodal contratto collettivo nazionaledi lavoro.Il «sistema duale» contemplainoltre che le aziende consentanoai ragazzi, grazie ad un contrattodi apprendistato, di svolgereulteriori ore lavorativedebitamente retribuite secondo

UNA SCUOLA

CHE APRE

LE PORTE

ALLE AZIENDE

DEL

TERRITORIO

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i dettami della contrat tazionesindacale. Va detto che questainnovazione nel mondo dellascuola rappresenta uninteressante vantaggio anche perchi apre le porte della propriaattività agli studenti, dato chepotrà avvalersi di agevolazionifiscali e di un bonus riservato alleaziende che reclutano dei giovaniapprendisti.L’Istituto professionale Dieffe«P. Berton» di Valdobbiadene,affronta quindi una nuovastagione. Ma come nasce e qualiattività svolge questa istituzioneformativa?La «Scuola di Ristorazione» èaperta ai giovani della provinciadi Treviso, del Feltrino e delBellunese ed in origine aveva sedeall’albergo ristorante «Alla Torre»,nel cuore di Valdobbiadene manel 2007 si è trasferitanell’ottocentesca Villa Dei Cedri,già sede della Mostra Nazionaledegli Spumanti.«Questa è una scuola che insegnaun bel lavoro, anzi uno dei lavoripiù belli del mondo: una scuolache insegna a prendere i prodottidella terra, lavorarli e trasformarliin cibo, nutrimento, ma ancheoccasione di compagnia

IL 70%

DEI DIPLOMATI

TROVA LAVORO

NELLA

RISTORAZIONE

LOCALE

e di amicizia, di ritrovo in famiglia,con gli amici e sul lavoro».Ama raccontare il direttore,Alberto Raffaelli, che spiegainoltre «Abbiamo un grandealleato: la realtà. La vita infatticresce non insegnando valoriteorici o morali, ma là dovela persona incrocia la realtà ecomincia a trattarla con serietà siaccorge di essa, la rispetta,si incuriosisce, inizia l’avventuradella conoscenza, comincia a

prendersene cura. Da questopunto di vista la scuola èlo scenario dove favoriamo cheil ragazzo incontri la realtà eimpari a camminare nellaavventura della conoscenza e dellacompetenza, dell’uso correttodi essa e della sua manipolazionecreativa. Affrontare con serietàil settore della ristorazione poicomporta una continua tensionealla perfezione, all’eccellenza.È questo il nostro aiuto affinché

La formazione scolastica viene integrata da «stage» presso ristoranti.�

«Sistema duale»: apprendistato svolto tra scuola e lavoro in azienda.�

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pellente di snellire la gestione operativa, predisponendo sistemi informativi dedicati per comunicare con i Soci tramite la creazione di un’area riservata su internet. In questo modo si dà la possibilità di interagire direttamen-te con l’Associazione, innanzitutto per le pratiche di rim-borso e successivamente anche per le prenotazioni. Manterremo in ogni caso la doppia modalità, sia infor-matica che cartacea, per permettere il corretto svolgi-mento di tutte le azioni anche da parte di chi non può operare informaticamente.

“L’età media della compagine sociale Marca Solidale è di 47 anni, la più

bassa fra le mutue facenti parte del Consorzio Nazionale Comipa, dato,

questo, che ci fa ben sperare suun utilizzo informatico più agevole

e veloce da parte dell’utenza.„I problemi di compatibilità fra i nuovi programmi infor-matici in corso di ultimazione ed il sistema informatico della banca, sono in definitiva risoluzione. Marca Solidale ha inoltre in corso di svilupponuovi ed innovativi sistemi di comunicazioneai propri Soci ed alle potenziali utenze,in modo che tutti siano tempestivamenteinformati circa le nuove iniziative epossano quindi usufruirneadeguatamente.

Il Presidente

anno 6 . numero 16 . marzo 2017 . supplemento al periodico Insieme con Fiducia n. 72

supplemento di informazione sulle iniziativee sulla gestione di Marca Solidale seguici su facebook e su marcasolidale.it

sociosostenitore

Innovazione Sostenibile Editoriale di Adriano Ceolin, Presidente

Marca Solidale, come tutte le Organizzazioni atti-ve e dinamiche, deve continuamente innovare per progredire nel fornire sostegno ed agevola-

zioni ai propri soci.L’innovazione, oltre ad essere sostenibile e quindi pratica-bile nel medio-lungo periodo, deve essere supportata da una situazione economico-finanziaria solida e coerente con il contesto economico-sociale in cui opera.Lo sforzo continuo che Marca Solidale effettua nella ricer-ca e sviluppo di nuove iniziative riguarda non solo l’im-pegno verso l’utenza, ma anche la propria organizzazione.

“Nuove prestazioni sono già in fase di sviluppo e riguardano soprattutto

l’assistenza domiciliare.„Queste avranno contenuti e modalità inedite, che si collo-cheranno nell’ambito sociale in modo complementare ed integrativo a quanto svolto attualmente dai servizi pubblici.L’assistenza sarà ovviamente personalizzata sia per la spe-cificità delle attività, sia per l’individuazione e particola-rità dell’apporto da elargire all’assistito. Verrà tenuto con-to infatti della situazione famigliare, dei termini, tempi e modalità di accesso per l’effettuazione degli interventi.L’organizzazione inoltre garantirà, con controlli continui, la conformità e qualità delle attività svolte con riferimento a quanto stabilito nei protocolli precedentemente definiti.

“Naturalmente le iniziative già consolidate non solo saranno

riproposte, ma continueranno a svilupparsi con miglioramenti ed

integrazioni, per tendere ad un sempre miglior soddisfacimento dei

Soci che ne usufruiscono.„Per quanto concerne invece l’aspetto organizzativo di Marca Solidale, si ravvisa la necessità sempre più im-

e

3274.352582.47944

82.109 €

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p Marca Solidale ComeTe: il nuovo servizio di Assistenza Domiciliare per i soci Sostegno alla persona

La necessità di un aiuto specializzato e personalizzato nella vita di ogni giorno oggi ha una risposta in più: ComeTe. Un servizio di assistenza domiciliare

su misura offerto da una rete di cooperative sociali di comprovata esperienza (Itaca e Castel Monte), che si avvale di operatori professionali presenti sul territorio per l’erogazione di servizi di assistenza domiciliare. Il servizio ComeTe, che oggi vi proponiamo con i vantaggi di Marca Solidale, è stato creato per offrire interventi di carattere assistenziale, sociale e sanitario personalizzati per esigenze specifiche.

La struttura di ComeTe è articolata per garantire al Socio, che dovesse necessitare di un supporto, di ricevere in tempi brevi ed in modo efficace la risposta e l’aiuto di cui ha bisogno.La figura centrale del servizio è il Care Manager, un operatore qualificato di riferimento e coordinamento che, tramite colloquio personale a domicilio del potenziale assistito, condividerà con i famigliari le prestazioni e pianificherà gli interventi necessari.L’elevata personalizzazione del servizio nasce proprio dalla figura del Care Manager, che si pone in prima persona come interlocutore tra l’utente e l’erogazione delle prestazioni, segue la famiglia nelle diverse fasi assicurandosi che le attività siano svolte con efficacia e serietà, nel pieno rispetto della persona assistita. Per questo Marca Solidale rimborserà al socio l’intero costo del Care Manager.

Aree operative e serviziComeTe si propone di operare in diverse aree, rivolgendo i propri servizi ad una molteplicità di persone che hanno bisogno di assistenza, come anziani e disabili.Nello specifico gli interventi riguardano:• Cura e Assistenza

(mattino, pranzo, cena, sera, uscite e bagno)Questo tipo di servizio si rivolge soprattutto ad anziani, disabili e tutte quelle persone che, anche in situazione di bisogno temporaneo, necessitano di un aiuto nello svolgimento delle attività quotidiane. I singoli interventi sono abbinabili in modo da incontrare le esigenze dell’assistito. “La cura ed assistenza del mattino”, per esempio, prevede alzata, igiene personale, riordino della stanza, verifica assunzione di farmaci e monitoraggio complessivo dello stato di salute della persona.

• Monitoraggio BadanteUn semplice e utile servizio di affiancamento nelle operazioni di ricerca e scelta di una figura di assistenza famigliare.• Prestazione infermieristica semplice

Intervento da parte di personale infermieristico specializzato per operazioni semplici quali: somministrazione farmaci, cambio catetere ecc.• Prestazione infermieristica complessa e iniezioni

Intervento da parte di personale infermieristico specializ-zato per operazioni più complesse quali: medicazione pia-ghe da decubito, flebo assistita, iniezioni ecc.• Fisioterapia

Accessi per sedute di fisioterapia, utili per un percorso di riabilitazione, per mantenere in attività i muscoli anche in un periodo di allettamento ecc.

Come accedere al serviziodi assistenza domiciliareL’accesso al servizio è semplice e si compone di due fasi:1. Il Socio di Marca Solidale telefona al numero

verde dedicato 800776332 o scrive una e-mail a [email protected] segnalando il bisogno.

L’operatore del numero verde prende in carico la segnalazione e, dopo aver fornito i primi elementi di orientamento di base sulla funzionalità del servizio, attiva il referente di zona (Care Manager) per la programmazione dell’intervento.

2. Entro 48 ore il Socio viene contattato dal Referente di Servizio per fissare una visita a domicilio utile a comprendere la necessità, valutare l’eventuale presa in carico del bisogno e la programmazione del servizio. La telefonata stessa può essere già un momento utile per orientare alle possibili soluzioni. Il Care Manager illustra i possibili percorsi disponibili nell’ambito del progetto dedicato ai Soci di Marca Solidale e contestualmente attiva le prestazioni necessarie.

Quali sono i benefici per il Socio di Marca Solidale che accede al servizio di assistenza domiciliare di ComeTe• I costi delle prestazioni di ComeTe sono agevolati per i

soci di Marca Solidale rispetto al listino standard.• La figura del Care Manager è sicuramente un elemento

innovativo e distintivo per questo genere di servizi, che ha il compito di accompagnare il Socio, in modo riservato e professionale, nella scelta corretta delle prestazioni di assistenza.• Oltre a ciò Marca Solidale contribuisce alle spese del

Servizio stesso attraverso:• totale rimborso del costo di attivazione del Care

Manager di 35€ ;• rimborso del 30% delle fatture relative alle prestazioni

fino ad un massimo di 100€ all’anno.Per accedere ai rimborsi è sufficiente che il Socio presenti le fatture a Marca Solidale come già avviene per le visite mediche specialistiche ed esami.Maggiori informazioni possono essere chieste nelle filiali Banca della Marca, telefonando al numero 0438 993212 o all'indirizzo e-mail [email protected].

Caterina Bustaffa e Patrizia Coan sono le Care Manager del territorio che, con pluriennale esperienza nel campo assistenziale, si occuperanno di volta in volta di studiare gli interventi necessari per ogni persona.

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Calendario iniziative 2017 Marca Solidale

Ripartono anche per questo 2017 le numerose iniziative di Marca Solidale, come ogni anno nate pensando alle vostre esigenze: per il vostro

benessere, salute e necessità economiche.

Grazie al successo riscosso nella scorsa annata, e per la loro importanza, abbiamo pensato di riproporne alcune, quali: Piani risparmio, Protezione famiglia, Fondi pensione e Igiene dentale.In aggiunta a queste, troviamo delle novità, come lo screening per l’osteoporosi, un esame di grande importanza e l’ampliamento dell’esame delle intolleranze alimentari con l’inserimento del test per la celiachia. Il tempo libero sarà animato, come ogni anno, da gite alla scoperta di nuove città e fughe in completo relax per ricaricare corpo e spirito.Rimanere sempre aggiornati si può! Passate in filiale, consultate il sito e la pagina Facebook Marca Solidale-Cassa Mutua.

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Esami del sangueTest intolleranze alimentari e celiachiaScreening del melanoma Screening ortotticoScreening oculisticoVisita di sana costituzione bambiniScreening cardiologicoScreening ecografico addominaleScreening osteoporosiSoggiorno termale a IschiaSoggiorno termale a MontegrottoVisita medico-sportiva adultiGita: Fuochi del RedentoreGita: Alla scoperta dei Colli EuganeiGita: Mercatini di NataleAssemblea sociConvenzione palestreLa famiglia in piscinaFinanziamento 600 a 0Finanziamento ateneum per universitàFinanziamento viaggi studioPiano di RisparmioFondo PensioneProtezione famigliaSeggiolino autoBonus concertiRimborsi (visite ed esami)Assistenza domiciliare

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supplemento a Insieme con Fiduciaquadrimestrale di Banca della Marca

questo numero è stato curato daRational Feelings PR & Marketing

COMETE,COME SERVE A TE.ASSISTENZA DOMICILIARESU MISURA PER LE ESIGENZEDI OGNI FAMIGLIA.L’ESPERIENZA DEL CARE MANAGERPERMETTE DI TROVAREPER OGNI NECESSITÀ LA SOLUZIONEASSISTENZIALE PIÙ ADATTAED EFFICACE. [email protected]

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i ragazzi possano entrare condignità nel mondo del lavoro». Va detto che il percorso formativodura tre anni e consente airagazzi di entrare nel mondo dellavoro con una qualificaprofessionale riconosciuta maquanti desiderano proseguireil proprio percorso scolasticopossono ottenere il diploma dimaturità. Gli allievi trascorrono tregiorni a scuola e tre giornila settimana in azienda perciò le

contratti stagionali. A partiredall’anno scolastico 2016-2017la sede di Valdobbiadeneintroduce all’interno della suaofferta formativa, il «SistemaDuale» consistente inun apprendistato che permette,alternando ore di lavoroin azienda a ore di formazionein aula, di costruire una figuraprofessionale adeguata alleesigenze del mondo del lavoro,favorendo l’occupabilitàgiovanile».L’esito degli studi in questastruttura sembra dare ragione achi da anni si adopera per il suosviluppo, dato che ben il 70%dei diplomati riesce poi a trovareimpiego nel settore dellaristorazione; si può quindi direche la scuola «Dieffe» sia un veroe proprio fiore all’occhiello nelpanorama della formazioneprofessionale.

INGRID FELTRIN

[email protected]

materie di studio maggiormentedeterminanti, nella preparazionedegli studenti, sono quelledi laboratorio, vale a dire:laboratorio di cucina, laboratoriodi sala/bar e il laboratoriodei prodotti tipici e tradizionali(salumi, formaggi, pizza, erbearomatiche, ecc.).Nulla è quindi lasciato al caso ei giovani che frequentano l’istitutoprofessionale, ne escono con unbagaglio culturale di tutto rispettoe ben adeguato agli standard piùelevati del settore in cuiambiscono d’impiegarsi una voltadiplomati.«Gli ‘stage’ formativi sia nel corsodell’anno che nel periodo estivopresso ristoranti, agriturismi,pasticcerie, pizzerie e caffè delterritorio costituiscono unaesperienza fondamentale edun primo passo nel mondodel lavoro» si legge in una notadella scuola valdobbiadenese cheprecisa: «Essi vengono svolti nellemigliori strutture del Veneto.Nel periodo estivo inoltre i ragazzipossono svolgere dei periodidi alternanza scuola-lavoro con

Presentazione del «sistema duale».�

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Con l’arrivo della Quaresima il pensiero torna a quel di-giuno liturgico che iniziava il Mercoledi delle Cenericon il tradizionale piatto di magro: la polenta conl’aringa, ovvero con la renga o scopetòn o cospetòncome diversamente veniva chiamato nel territorio ve-neto questo pesce proveniente dai mari del Nord. Inrealtà cosa veramente si mangiasse è un «mistero» cheancora coinvolge gli storici dell’alimentazione, presi aindagare su quella botticella che – come ricorderàqualcuno – el casoin esponeva all’ingresso della bot-tega nei giorni di astinenza. In effetti nel passato, so-prattutto nella Terraferma veneta, sotto il titolo di ren-ga si vendeva un po’ di tutto, senza che la gente se nerendesse conto: e ciò anche perché la salatura rende-va meno evidente la diversità tra le specie che finiva-no conservate nei barilotti. Per farciun’idea della poca chiarezza cheesisteva intorno a questoprodotto, riporto quantoscritto da GiuseppeBoerio (Dizionario deldialetto veneziano,1856), da Emilio Ninni(Pesci, crostacei e mol-luschi nel vernacoloveneziano, 1920), daAndrea Pirona (Voca-bolario friulano,1972), e da VincenzoBidoli (Vocabolariettodel dialetto trevigiano,1884). Sono annota-zioni linguistiche che denotano come già dal secoloscorso sussistesse una grande confusione intorno alleorigini di quei pesci pressati nel barilotto. Per il Boerio la renga (Clupea Harenganus) è l’aringa,«pesce di mare notissimo che si pesca nei Mari delNord e perviene a noi sfumato e disseccato dopo d’es-ser stato per qualche tempo in salamoia. Questo stes-so pesce, quando è salato e stivato in barili, si chiamada noi cospetòn».

Per il Pirona renga è uguale ad aringa, ma aggiungeche «più prodotti si chiamano con questo nome; sonoaringhe pescate prima del tempo della frega, salate eaffumicate e messe in barili; lo stesso pesce, pescatodopo il tempo della frega, salato, affumicato e messoin barili dicesi sardelòn; invece l’aringa, distinta perl’epoca della pesca e per la confezione, si chiama co-spetòn».Bidoli dà questa definizione: «renga è uguale ad arin-ga, cospetòn è uguale a salacca o saraca. (Sparus Spa-rus) che pur essendo più piccolo dell’aringa viene sala-to in barili e spesso confuso con la renga e chiamatoindistintamente cospetòn».Infine il Ninni – che fu un insigne studioso ittiologo –scrive che «a Chioggia chiamano le aringhe in barile

renghe d’oro per distinguerle dalla Clu-pea Sprattus [che per il Boerio è

la sardina] che si pesca nelnostro mare e che porta

anch’essa il nome direnga o più comune-mente di renghete,mentre a Venezia so-no dette papaline,perché vengono pe-scate lungo le costeche un tempo faceva-no parte dello Statodel Papa». Sempre se-condo il Ninni, «il co-spetòn altro non èche la nostra comune

sardina salata e affumicata. In Terraferma chiamasi piùgiustamente sardelòn. Se conservata salata in barili pervari usi di cucina viene detta sardèla salata».Insomma il dilemma permane e alla confusione dellagente si aggiunge il sospetto che anche una volta ne-gozianti e pescivendoli ne sapessero una più lunga deilinguisti.

(N.R.)

T E R R I T O R I O

la rengacon il suo piccolo «mistero»

con la Quaresima c’è...

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Lode al profitto

L’iniziativa «Lode al profitto»ha preso avvio nell’ormailontano 2002 e da alloraè sempre rimasta una sceltaqualificante della nostra Bancaperché è, insieme ad altre,una testimonianza concretadell’apprezzamento e dellafiducia nel mondo giovanile.Quest’anno sono stati premiatiben 94 giovani figli di Socidel nostro Istituto,19 diplomati, 37 laureati condiploma universitario e 38laureati con specializzazione. La borsa di studio consegnataai ragazzi talentuosi è

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Federico Baggio 90/100 Maturità Scientifica

Giorgia Belfanti 98/100 Diploma in Amministrazione Finanza e Marketing

Emma Bottega 100/100 con lode Maturità Classica

Emanuele Conte 100/100 Liceo delle Scienze Umane opzione«Economico Sociale»

Enrico Dal Cin 90/100 Maturità Scientifica

Alex De Nardi 96/100 Maturità Scientifica

Marta Fattorel 100/100 Liceo delle Scienze Umane opzione «Economico Sociale»

Gloria Fedrigo 97/100 Diploma Liceo Linguistico

Elena Fornasier 90/100 Maturità Scientifica

Martina Ianna 100/100 Diploma indirizzo Linguistico

Irene Menegazzi 94/100 Maturità Classica

Lucia Ortolan 97/100 Diploma indirizzo Linguistico

Antonella Peruch 91/100 Maturità Scientifica

Anna Poletto 100/100 Diploma di Maturità settore Economico Turismo

Anna Sordon 97/100 Liceo Linguistico

Marika Tomasella 100/100 Diploma indirizzo Economico

Federico Toso 100/100 Maturità Classica

Davide Zanatta 94/100 Diploma in Servizi per l’Enogastronomiae l’Ospitalità Alberghiera

Lucia Zanin 98/100 Maturità Classica

un segnale per far loro toccarecon mano che la fatica el’impegno alla fine pagano.È senza dubbio anche compitodella nostra Banca dare allenuove generazioniuno stimolo perché possanocredere fermamente sulla loropossibilità di essereprotagonisti del loro futuro,di essere capaci di affrontarele nuove sfide in particolarein anni di crisi persistentecome quelli che viviamo. Oggi il mondo sta cambiandoradicalmente ad una velocitàesasperata, quello che finoa ieri era certezza oggidiviene dubbio, e proprio perquesto è necessario riporrela speranza in coloro chesi impegnano perché diventino

Diplomati

Alcuni momenti della consegna delle borse di studio da parte del Presidente Gianpiero Michielin e del Direttore Generale della Banca Francesco Beninato. La manifestazione si è svolta nel dicembre scorso.�

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Laureati Diploma Universitario

i protagonisti di unmiglioramento del nostroterritorio, delle nostre imprese,delle istituzioni e, perché no,anche della nostra Banca.Questi ragazzi dovranno undomani rimpiazzare i genitorie saranno quindi loro i nuoviSoci chiamati ad amministrarla. Alla premiazione, avvenutanel dicembre 2016 nel corsodi una simpatica cerimonia,hanno partecipatoil Presidente del Consigliodi AmministrazioneGianpiero Michielined il Direttore GeneraleFrancesco Beninato che hannoconfermato di voler darecontinuità all’attenzione versoi giovani, anche mantenendonel tempo questa iniziativa.

Alberto Artuso 101/110 Laurea in Ingegneria Meccanica

Luca Bertazzon 105/110 Laurea in Architettura

Sonia Bortoluzzi 102/110 Laurea in Scienze e Tecniche della Comunicazione Grafica e Multimediale

Chiara Bressan 110/110 Laurea in Lingue, Civiltà e Scienze del Linguaggio

Lisa Brugnera 105/110 Laurea in Commercio Estero

Alessandra Cantabeni 107/110 Laurea in Lettere

Anna Cazzola 109/110 Laurea in Ingegneria Gestionale

Alessandro Cecconato 110/110 Laurea in Filosofia

Eleonora Cereser 110/110 lode Laurea in Economia, Commercio Internazionalee Mercati Finanziari

Davide Collucci Ongaro 110/110 lode Laurea in Fisioterapia

Alba Colombera 104/110 Laurea in Scienze e Tecniche della Comunicazione Grafica e Multimediale

Emanuele Dal Pos 102/110 Laurea in Scienze Linguistiche

Marta De Carlo 104/110 Laurea in Lettere

Glenda De Marchi 107/110 Laurea in Amministrazione Aziendale e Diritto

Diego Doimo 110/110 lode Laurea in Ingegneria Meccanica

Giovanni Lorenzetto 107/110 Laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche

Denise Nardin 109/110 Laurea in Storia

Federica Olivotto 102/110 Laurea in Lingue, Civiltà e Scienze del Linguaggio

Andrea Padovan 104/110 Laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari

Adriano Peruch 102/110 Laurea in Ingegneria Elettronica

Anna Piai 110/110 lode Laurea in Fisica

Elena Polesello 107/110 Laurea in Scienze Psicologiche dello Sviluppoe dell’Educazione

Mary Rosada 110/110 Laurea in Scienze dell’Architettura

Marzio Rosolen 105/110 Laurea in Scienze e Tecniche del Turismo Culturale

Davide Silvestrin 104/110 Laurea in Economia e Commercio

Ambra Simeoni 105/110 Laurea in Economia Internazionale

Jessica Soneghet 101/110 Laurea in Scienze dell’Architettura

Nicholas Sossai 110/110 Diploma Accademico di Primo Livello in Pianoforte

Giulia Spagnol 104/110 Laurea in Mediazione Linguistica e Culturale

Francesca Tacca 110/110 lode Laurea in Storia

Gaia Tesser 105/110 Laurea in Ingegneria Chimica e dei Materiali

Alberto Tomasella 100/110 Laurea in Ingegneria Informatica

Elena Traina 110/110 Laurea in Architettura Costruzione Conservazione

Marianna Uliana 110/110 lode Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche

Irene Zanatta 106/110 Laurea in Lingue, Civiltà e Scienze del Linguaggio

Caterina Zanatta Pivato 110/110 lode Laurea in Storia

Francesca Zorzetto 104/110 Laurea in Economia Aziendale

Alcuni momenti della consegna delle borse di studio da parte del Presidente Gianpiero Michielin e del Direttore Generale della Banca Francesco Beninato. La manifestazione si è svolta nel dicembre scorso.

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Marta Antiga 110/110 lode Laurea in Economia Internazionale e Magistrale

Giulia Antonioli 110/110 lode Laurea Magistrale in Storia delle Arti e Conservazionedei Beni Artistici

Cecilia Barbon 110/110 lode Laurea Magistrale in Studi Storici dal Medioevoall’età Contemporanea

Stefania Bariviera 110/110 lode Laurea in Scienze Forestali e Ambientali

Lucia Berlese 110/110 Laurea Magistrale in Studi Europei

Marco Bisetto 110/110 Laurea Magistrale in Architettura e Innovazione

Serena Bredariol 110/110 lode Laurea Magistrale in Scienze Formazione Primaria

Chiara Brugnera 105/110 Laurea Magistrale in Economia Internazionale

Giovanni Carrer 110/110 lode Laurea Magistrale in Amministrazione, Finanza e Controllo

Cristina Casagrande 107/110 Laurea in Economia e Manegement

Maria Linda Casagrande 110/110 Laurea Magistrale in Geriatria

Alberto Coletti 110/110 lode Laurea in Viticoltura, Enologia e Mercati Vitivinicoli

Selena Colombera 110/110 lode Laurea II Livello in Musica Vocale da Camera

Elena Colombo 110/110 lode Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia

Arianna Da Rios 102/110 Laurea Magistrale in Giurisprudenza

Elena Drusian 108/110 Laurea Magistrale in Giurisprudenza

Francesca Fantinel 110/110 lode Laurea in Comunicazione Pubblica e d’Impresa

Stefano Fornasier 101/110 Laurea Magistrale in Ingegneria Aerospaziale

Alessandra Gosetto 107/110 Laurea in Medicina e Chirurgia

Martina Mazzon 110/110 Laurea Magistrale in Progettazione e Gestionedegli Ecosistemi Agro-Territoriali, Forestali e del Paesaggio

Enrica Menegon 106/110 Laureai Interpretariato e Traduzione Editoriale, Settoriale

Enrico Mion 106/110 Laurea Magistrale in Management

Serena Modolo 110/110 lode Laurea Magistrale in Filologia e Letteratura Italiana

Davide Piazza 110/110 lode Laurea Magistrale in Giurisprudenza

Matteo Piazza 110/110 lode Laurea Magistrale in Fisica del Sistema Terra

Luca Piccin 110/110 lode Laurea Magistrale in Banca e Finanza

Paolo Posocco 110/110 lode Laurea Magistrale in Chimica

Giulia Tadiotto Cicogna 110/110 lode Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia

Massimo Tognon 106/110 Laurea in Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto

Maddalena Tonon 102/110 Laurea in Ingegneria Civile

Stefania Trevisan 110/110 lode Laurea Magistrale in Filosofia della Società, dell’Artee della Comunicazione

Ambra Uliana 110/110 lode Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia

Elena Valeri 110/110 lode Laurea in Filosofia della Società, dell’Arte e della Comunicazione

Luca Venezian 110/110 Laurea Magistrale in Ingegneria Meccanica

Mariagiovanna Viezzer 110/110 Laurea Magistrale in Economia Aziendale

Filippo Zappalorto 105/110 Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie

Giulia Zardetto 110/110 lode Laurea Magistrale in Giurisprudenza

Arianna Zottarel 110 lode Laurea Magistrale in Scienze Politiche Economiche e Sociali

Laureati con Specializzazione

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le leggendarie

Una leggenda, tra le tante che riguardano il Piave,vuole che il fiume sia nato dai lunghi capelli della

Fata Peralba.L’amore per questi incantevoli luoghi indusse lafata a desiderare di diventare un tutt’uno con lanatura, al punto da donare il candore della suapelle alla montagna che prese il nome prima di

Pietra Banca e poi Peralba.Un altro racconto popolare riferisce di una dolce

creatura femminile che viveva sulle Grave di Vidor,tra i sassi bagnati dal Piave, che ascoltava divertitale grida dei viandanti giunti al passo barca: «Sior

de Vidòr, Sior de Vidòr, tote ‘a barca e vième tor!».I viaggiatori desiderosi di approdare a Vidor,

solitamente si recavano a Candiuvol, un piccolocolmello nell’alveo del fiume, costruitosu sabbia e sassi, in balia degli eventi.

Proprio per la sua imprudente ubicazioneil borgo era stato più volte spazzato via

dall’irruenza delle acque, per poiessere riedificato nel medesimo luogo,il più stretto dell’alveo e quindi agevole

per attraversare il Piave.La dolce fata aveva assistito impotente

a troppi eventi drammatici e si era ripromessadi porre fine a questi fatti terribili: non voleva più

assistere a morte e distruzione.Un fresco mattino di primavera la creatura

del fiume sentì un boato che aveva già avutomodo di ascoltare in passato e che le riportò

immediatamente alla memoria tanta tristezza,senza esitare quindi, scese da Valdobbiadene dove

amava gironzolare senza meta per colline ecampagne e balzò magicamente sulla cresta di una

gigantesca onda d’acqua che da Pederobba stascendendo verso Candiuvol. In un istante tutto

ebbe fine, non una goccia ebbe il tempo di posarsisul suolo del colmello, la fata batté le mani

pronunciando misteriose parole chetrasformarono la spaventosa onda in ghiaccio.

Il borgo era salvo!La fata di Vidor aveva compiuto un prodigioimbrigliando nel gelo l’irruenza del fiume

e graziando per quell’anno la gente del Piave.

INGRID FELTRIN

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fate del Piave

[email protected]

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L’abitudine talvolta ci fa guardarecon disattenzione al patrimonio ar-chitettonico e storico dei nostripaesi, e approfondirne le cono-scenze spesso si rivela quanto maiinteressante.Un esempio in tal senso è di certola chiesa dei Santi Lucia e Rocco aBiadene di Montebelluna e il suoossario della Grande Guerra. Ubi-cata in via Bongioanni sul versantebiadenese del Montello venne edi-ficata nel 1895 in seguito alle di-sposizioni della legge «Bertolini»,secondo la quale oltre a disbosca-re quanto rimaneva dell’antica fo-resta montelliana, andava rico-

struito sulle rovine della chiesa pre-cedente, un nuovo edificio di cul-to. Dedicata ai Santi Lucia e Rocco,venne progettata dell’arch. Monte-rumici e si narra che per acquistarei materiali da costruzione, le fami-glie di Biadene si autotassarono,versando quotidianamente il valo-re monetario di un uovo.Storia che al giorno d’oggi fa sor-ridere ma a quei tempi anche po-tersi permettere mezzo uovo eraun lusso: se ne deduce che l’im-porto versato fosse quindi tutt’al-tro che modesto. Sul vicino piano-ro, nel 1925 venne poi erettoanche il monumento-ossario della

la chiesa di Biadene e il suo Ossario

A Montebelluna

SORTA CON

IL CONTRIBUTO

DELLE FAMIGLIE

DI BIADENE

NEI PRESSI

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Grande Guerra. La storia di questoluogo di culto però è ben più anti-ca poiché in origine vi sorgeva un«Casteller», una sorta di fortifica-zione militare o piccolo castello cir-condato da un fossato (tutt’orapresente).Edifici simili solitamente venivanoeretti in uno dei quattro puntiastronomici denominati per l’ap-punto «i castellieri», vale a dire:luoghi utili per l’osservazione delcielo perché indicavano ad esem-pio la posizione del sole all’alba,oppure al tramonto e così via. Inseguito sulle rovine del «Casteller»sorse la chiesa di San Michele Ar-cangelo ma poiché alla fine del1500 la Serenissima requisì tutto ilcolle del Montello, distruggendo leabitazioni e obbligando la popola-zione a trasferirsi in pianura, perpoter sfruttare il bosco con la colti-vazione di querce, finalizzate la co-struzione delle navi, così la chiesa,con il tempo, venne progressiva-mente abbandonata.Caduta in rovina l’edifico sacro fuaddirittura demolita nel 1811 per-ché si diceva che lì andassero a ri-fugiarsi i disertori dell’esercito na-poleonico, essendo il bosco cosifitto che chi non era pratico ri-schiava di perdersi. Ma i biadenesi

non dimenticarono mai questoluogo e la loro antica chiesa cosìnel 1895 venne riedificata e sulpianoro a fianco, nel 1925 vennecostruito il monumento-ossario,per raccogliere le spoglie dei bia-denesi caduti durante la GrandeGuerra.L’ossario è stato progettato dal ca-pomastro e artista Alberto Zane incollaborazione con GuglielmoGranzotto, e ospita internamenteuna cella dove hanno trovato se-poltura 36 cittadini, 14 dei qualioriginari di Biadene.

Il monumento è realizzato in pietradel Montello bocciardata ed ècomposto da più elementi archi-tettonici: sopra al basamento a cro-ce latina di 11 metri per 7 che rac-chiude la cella, tre scalinate di settegradini ciascuna conducono a unobelisco a base quadrata alto circa17 metri, in cima al quale c’è un fa-ro che viene acceso ogni notte.

INGRID FELTRIN

Monumento ossario di Biadene.�

[email protected]

RACCOGLIE

LE SALME

DEI BIADENESI

CADUTI

NELLA GUERRA

DEL 1915-1918

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cembre 603 (la Chiesa celebra infatti San Venanzio il14 dicembre).A lungo nel Trevigiano si è discusso sul luogo di nasci-ta del santo, tant’è che vi è stata una lunga contesa traCeneda e Valdobbiadene ma sulla questione, ha fattochiarezza lo stesso Venanzio, come si può leggere inuna pubblicazione dello scrittore e storico, Gian Do-menico Mazzocato: «Della sua terra e della sua gentedà notizia egli stesso nel IV libro della Vita di San Mar-tino, quando indica al suo poema la strada da percor-rere per raggiungere Ravenna e gli raccomanda di pas-sare per Valdobbiadene: ‘Avanza attraverso Ceneda evai a visitare i miei amici di Duplavilis: è la terra dove so-no nato, la terra del mio sangue e dei miei genitori. Quic’è l’origine della mia stirpe, ci sono mio fratello e miasorella, tutti i miei nipoti che nel mio cuore io amo di unamore fedele. Valli a salutare, ancora ti chiedo, anche

se di fretta’». Il santo val-dobbiadenese ha prodot-to una corposa opera let-teraria di oltre trecentocomposizioni, talune illu-strano i sui viaggi mentrealtre sono a carattere reli-gioso, perlopiù poemi einni sacri.Tra gli inni si ricordano:«Pange lingua» ed il «Ve-xilla regis prodeunt» (in-trodotti nella liturgia) e ilpasquale «Salve festadies». Devoto a San Mar-tino, ne scrisse l’agiogra-fia in versi, il poema inquattro libri «De vita san-cti Martini» ma i suoiscritti riguardarono anchela vita di altre figure emi-nenti della tradizione cat-tolica, vescovi e santi tra iquali la regina Radegon-da, che sarà poi procla-mata santa.

MARGHERITA ZANIOL

Valdobbiadene vanta tra le personalità a cui ha dato inatali anche un’eminente figura religiosa e culturale,San Venanzio Fortunato. Nato nel 535 a Duplavilis (oraValdobbiadene) da una famiglia di nobili origini che lobattezzò Venanzio Onorio Clemenziano Fortunato,compie i primi studi nella Marca e nel 557, poco piùche ventenne, prosegue la formazione culturale adAquileia per poi trasferirsi nel 560 a Ravenna per stu-diare grammatica, retorica, poetica e diritto.Lo studio è una tappa importante della vita di Venan-zio Fortunato che sarà uno degli ultimi autori di poe-sie in lingua latina, oltre che biografo di eminenti fi-gure della cristianità nonché santo venerato dallaChiesa cattolica. A Ravenna viene colpito da una ma-lattia agli occhi dalla quale guarisce improvvisamentedopo essersi unto il visto con l’olio di una lampada cheilluminava l’immagine di San Martino di Tours. Venan-zio Fortunato sentendosimiracolato per la guari-gione repentina si reca aTours in un pellegrinag-gio di devozione e grati-tudine durante il qualeconosce a Poitiers la prin-cipessa Turingia Rade-gonda (figlia di Bertario)e la sua figlia adottivaAgnese, badessa nel mo-nastero fondato dallaprincipessa. Nel 567 sistabilisce quindi presso ilconvento, scrive diversipoemi dedicati a Rade-gonda e Agnese. Di lì apoco prende i voti e di-venta sacerdote.Viaggia poi per l’Europa,accolto sempre con gran-de benevolenza da nobi-li e sovrani che ne ap-prezzano la cultura e lapoetica spirituale. Nel599 torna a Poitiers co-me vescovo della città edè qui che muore il 14 di-

Venanzio Fortunato

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IL SANTO DI VALDOBBIADENE

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San Venanzio Fortunato, icona di Nikla De Polo.

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S T O R I A E A R T E

l’occupazione

Quanto appresso viene riportato ètratto dal diario personale dellaprofessoressa Laura Bentivoglio, undocumento manoscritto che unamico ha salvato fortunatamentedal macero. Questa testimone diquel periodo era la figlia, allora ven-tenne, del Procuratore del Re a Tre-viso, il dott. Tito Bentivoglio, che,scappata con la madre da Landris(Belluno), fu profuga a Cuneo dal 6novembre 1917 al maggio 1919.Il diario è titolato «Ricordi degli An-ni di guerra 1917-1918».In data 9 dicembre (1918) è anno-tata la testimonianza diretta fatta dauna donna di Santa Lucia di Piavegiunta Cuneo a guerra terminata incerca dei figli andati profughi un an-no prima, all’arrivo delle truppe ne-miche. Sono notizie marginali che

certamente non hanno fatto la sto-ria di quel periodo e che non è pos-sibile rintracciare in altri documentima che danno un preciso rendicon-to di quanto vissuto dalle persone ri-maste nella Sinistra Piave durantel’anno dell’invasione austro ungarica,sostenute, qua si esclusiva mente, daisacerdoti rimasti al loro posto.Testualmente vi è scritto:Queste giornate bellissime ci met-tono nell’animo un po’ della lorotinta dorata rendendo meno tetrotutto questo nero che i tedeschi vihanno messo.Piero ha scritto anche lui che la ca-sa nostra «è spoglia di tutto...». Ohse potessi andar su io, io si sapreidire tutto per filo e per dritto.Giorni fa ho parlato con una si-gnora reduce di Santa Lucia di Pia-

ve e ne raccontò d’ogni sorta. Ap-pena entrati i tedeschi misero unbando di consegnare tutti i metallie tutta la biancheria lasciando trecamicie per persona... così gli uffi-ciali tutta l’estate sfoggiarono divi-se di tela bianca; portarono via tut-te le bestie e tre contadini che vi siopponevano furono uccisi comepunizione esemplare. Tutto il grasso fu consegnato e fudistribuito agli italiani 50 g. di fa-rina di ippocastani al giorno, mala necessità aguzzava l’ingegno: lanotte al buio gli abitanti avevano ilcoraggio di disfare una parete, unpavimento, il focolare per nascon-dervi farina e grasso.Il grasso era poi pestato coi sassi emacinato col macinino da caffèche veniva vicendevolmente im-

A SANTA LUCIA DI PIAVE

del 1917

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prestato dietro compenso d’un pu-gno di farina. Gli Austriaci si lasciavano corrom-pere e le donne consegnavano allesentinelle dinanzi ai mulini i loro oripurché le lasciassero passare senzatessera. Ricevuto l’oro questi infa-mi avvertivano i loro compagni cheaccorrevano e rapivano il granomacinato alle infelici che uscivano. Un vecchio per essersi fatto maci-nare il grano fu schiaffeggiato dalgiovane comandante, si schiaffeg-giato e quello scoppiò in pianto la-sciandosi cadere a terra. In quanto ai mobili e suppellettili isoldati entravano e si portavano viatutto ciò che loro piaceva senza chei proprietari potessero aprir bocca. Per avere un po’ di caffè l’infelicesignora si rivolse al cuoco militare e

gli diede un lenzuolo di tela, incambio.Il parroco fu interessato. (Un co-mandante) chiese a questa signoraquali erano le persone intelligentirimaste, essa rispose fieramente: – A Santa Lucia non sono rimastiche gli imbecilli; le persone intelli-genti hanno tutti risposto all’appel-lo della Patria.Il comandante tacque. Un’altra volta gli chiese quanta ac-qua avesse il Piave. Essa rispose: «In

18 magiari quando dall’alto unavecchia gridò:Ghe xe i italiani! Ghe xe italiani!– È pazza poveretta! – dissero ledonne. – Ma si ghe xe i italiani.– Bisognerà che la tenga rinchiusa –disse la sua nuora...– Ci sono soldati austriaci? – gridòuna voce sconosciuta.– ...ma è una voce italiana! – disse lasignora – si, ma ci sono anche don-ne e bambini – rispose per tutti.– Fuori! Fuori subito!I soldati austriaci pallidissimi si tol-sero le stellette balbettando: – Dire anche noi taliani!– Non temete gli italiani sono ge-nerosi – disse la signora e salì primadi tutti ancor incerta e paurosa.Un capitano, due tenenti, soldatiitaliani erano lì nel paese... noncomprese più nulla e singhiozzan-do li abbracciò in un delirio d’entu-siasmo. Uscirono tutti, i magiari fu-rono fatti prigionieri e le donnecorsero a preparare bandiere, ricu-cendo i tre colori che avevano se-paratamente nascosto.. e baci, ev-viva, canti per tutto il giorno felice!L’indomani la signora chiese al ge-nerale Bassi un salvacondotto pervenire su qua dai suoi figli.– Ma come vuol fare? Anch’io sonopassato a guado: non ci sono ponti.– No importa, general, mi togo almastel de la lissia e do bastoni ecussì passo al Piave! (Non importa,generale, prendo il mastello del bu-cato e due bastoni e così attraversoil Piave.)Rise il generale e rispose:– Le dò la mia parola, signora; fraquattro giorni lei passerà.E così passò magra e sfinita, ma colcuore in alto.

***Nelle poche righe ben si intravvedeil senso di amor patrio, l’orgoglio diquesta donna di essere italiana, ti-pico di quegli anni.

M.M.

Soldati Austriaci sul fronte del Piave.�

agosto e settembre è in secca e sipuò passare a guado... in tempo dipace però! Perché in tempo diguerra può arrivare fino alla portadella mia casa». – Come?– Oh, questo è un segreto degli ita-liani! E lei sa che i segreti non siconfidano alle donne!I polacchi erano i più gentili maguai a loro se li avessero trovati aparlare con loro.Il comandante era un aguzzino a talsegno che questa signora esclamò: – se ci dovessimo trovare assiemein Paradiso e lo avessi vicino... in ve-rità io rinuncio al Paradiso!Il giorno della liberazione... granatee granate caddero su Santa Lucia.Gli abitanti (all’oscuro di ogni cosa)si rifugiarono in un trincerone con

RACCONTO

SCARNO

MA REALISTICO

DELLA

OCCUPAZIONE

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S O C I A L I T À

L’istituto Bertelsmann Stiftung harecentemente pubblicato il terzorapporto annuale sulla giustiziasociale in Europa (Social Justice inthe EU – Index Report 2016), cu-rato da Daniel Schraad-Tischler eChristof Schiller. Basandosi sullamisurazione del Social Justice In-dex, un indice composto da seidimensioni – 1) prevenzione dellapovertà; 2) equità nell’istruzione,3) accesso al mercato del lavoro;4) coesione sociale e non-discri-minazione, 5) salute, 6) giustiziaintergenerazionale – a cui sonoattribuiti numerosi indicatori qua-litativi e quantitativi, si finisce conl’offrire una visione complessivadella situazione della giustizia so-ciale nell’Unione Europea.

Sono i giovani a pagare per la crisi

LA SITUAZIONE INGENERALE

Il rapporto del 2016 confermaquanto emerso lo scorso anno. Ladimensione che ha influito mag-giormente su elementi di pro-gresso è l’accesso al mercato dellavoro. In quest’ottica anche l’Ir-landa e l’Italia, paesi che registra-no tra i valori più bassi nell’indi-ce, secondo i dati del Rapportopaiono aver trovato una strada diriforme e incentivi che sta inizian-do a portare segnali incoraggian-ti, anche se talvolta contradditto-ri, nel mercato del lavoro.Si confermano con i punteggi mi-gliori i Paesi scandinavi – Svezia,Finlandia e Danimarca – seguitidalla Repubblica Ceca, i cui otti-

giustizia socialein Europa

mi punteggi nella dimensionedella salute e della prevenzionedella povertà le hanno permessodi salire di una posizione rispettoall’anno precedente. Seguono poiOlanda, Austria e Germania (conottime performance nella dimen-sione dell’accesso al mercato dellavoro).La crisi economica globale ha gio-cato un ruolo fondamentale neldeterminare l’andamento dellagiustizia sociale in molti paesi eu-ropei. Gli Stati che hanno subìtomaggiormente gli effetti dalla cri-si (Spagna, Portogallo, Grecia, Ita-lia, Irlanda) si trovano nelle posi-zioni più basse insieme aRomania, Bulgaria e Ungheria.Sebbene il piccolo incremento

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l’altro lavoratori assunti a tempoindeterminato e provvisti di tute-le contro i principali rischi (malat-tia, infortunio, disoccupazione,pensionamento).Il rapporto evidenzia inoltre l’au-mento dei cosiddetti working po-or, ovvero di quella parte della po-polazione che, pur avendo unlavoro a tempo pieno, è a rischiodi povertà.A livello europeo, la percentualedi «lavoratori poveri» sul totaledei lavoratori a tempo pieno èpassata dal 7% nel 2009 al 7,8%del 2015. Anche la Germania –che ha ottimi punteggi nella di-mensione del mercato del lavoroe ha visto il suo livello di giustiziasociale salire costantemente dal2008 nonostante la crisi econo-mica globale – è caratterizzata dauna consistente percentuale di la-voratori poveri (7,1%).Altra nota negativa che caratte-rizza tutti i paesi dell’Unione Eu-ropea è la scarsa capacità di ge-stire le conseguenze della crisimigratoria in corso, sia dal puntodi vista delle politiche antidiscri-minatorie sia da quello dell’inte-grazione dei rifugiati nel mondodel lavoro.

IL RAPPORTOINTERGENERAZIONALE,GIOVANI PENALIZZATI

Un altro elemento tristementeconfermato dal rapporto del2016 è la difficile situazione dellegiovani generazioni.Considerando esclusivamente idati relativi a bambini e giovani,in nessuno stato europeo la si-tuazione è migliorata rispetto al2008 ed è decisamente peggiora-ta nei paesi maggiormente colpi-ti dalla crisi.Se a livello aggregato si evidenziauna lieve crescita della percen-tuale di popolazione giovanile arischio di povertà o esclusione so-ciale rispetto al 2008 (da 26,4% a26,9%), nei paesi maggiormentecolpiti dalla crisi (Spagna, Grecia,Portogallo e Italia) la quota di bam-bini e giovani in questa condizioneè aumentata significativamente

LA CRISI

ECONOMICA

CONDIZIONA

L’ANDAMENTO

DELLA

GIUSTIZIA

NEI PAESI EUROPEI

nell’indice di giustizia sociale siastato registrato anche in questipaesi, tutti gli indicatori misuratipresentano punteggi decisamen-te più bassi della media.

LAVORO E MIGRAZIONI,LE CRITICITÀ

Tutti i Paesi membri dell’UnioneEuropea presentano alcune criti-cità che riguardano il mercato dellavoro. In primo luogo, la seg-mentazione si conferma comeelemento strutturale del mercatodel lavoro: da un lato lavoratoriatipici e precari – quasi totalmen-te privi di qualsiasi tutela – e dal-

Secondo il rapporto Bertelsmann i Paesi europei dovranno impegnarsi di più nel campo della giustizia intergenerazionale.�

Preoccupa in Europa il lavoro a rischio di povertà.�

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Questa condizione, sintomo di unproblema strutturale nel passag-gio dalla formazione al mondodel lavoro, interessa una notevo-le percentuale di giovani in Euro-pa (17,3%).Tale percentuale è poi elevatissi-ma nei paesi mediterranei, comenel caso dell’Italia – con il tassopiù alto – dove la condizione NEETarriva a coinvolgere quasi un terzodei giovani (31,1%). In Italia poi,nonostante la situazione sia leg-germente migliorata rispetto al-l’anno scorso, il tasso di disoccu-pazione giovanile nel 2016(40,3%) è quasi raddoppiato ri-spetto al 2008 (21,2%).

GIUSTIZIA SOCIALE, COMEAFFRONTARE IL PROBLEMA?

Serve un approccio multidimen-sionale secondo il quale il miglio-ramento in una dimensione è

strettamente correlato al miglio-ramento delle altre.Le azioni da intraprendere per ac-crescere la giustizia sociale devo-no essere tese a ridurre la pover-tà infantile e ad aumentare illivello di equità nell’educazione,cercando di contenere l’impattodel background socio-economicodi un bambino sulla sua riuscitascolastica (miglioramento dei ser-vizi di istruzione a tempo pieno edella qualità dell’insegnamentonelle scuole primarie e seconda-rie in zone dove le famiglie resi-denti appartengono a gruppi a ri-schio). L’attenzione, come resoevidente dai dati del rapporto, sideve concentrare anche sull’ac-cesso al mercato del lavoro dellepersone meno qualificate e deigiovani. Nel campo della giustiziaintergenerazionale, oltre all’at-tenzione verso le politiche pen-sionistiche, i governi dovrannoimpegnarsi a ridurre il debitopubblico e incrementare i propriinvestimenti nel campo della ri-cerca e dell’energia da fonti rin-novabili.Una lunga lista di impegni, chepotrà aiutare gli stati membri del-l’Unione Europea a consegnarealle generazioni più giovani uncontinente un po’ migliore di co-me lo hanno trovato.

SERGIO DUGONE

RIFERIMENTI

Schraad-Tischler D., Schiller C. (2016),Social Justic in the EU – Index Report2016. Social Inclusion Monitor Europe,Bertelsmann Stiftung, Fondazione Ber-telsmann Stiftung.

passando dal 29,1% del 2008 al33,8% del 2015.Al contrario, nel caso della popo-lazione al di sopra dei 65 anni ilrischio di povertà o esclusione so-ciale si è ridotto dal 23,3% del2008 al 17,4% del 2015.Questo è principalmente dovutoal fatto che, anche se tra il 2008e il 2015 le pensioni e i trasferi-menti monetari rivolti alle perso-ne anziane sono diminuiti, questadiminuzione è stata più lenta ri-spetto a quella che ha riguardatoi redditi della popolazione piùgiovane. Un altro dato preoccu-pante riguarda l’accesso al mer-cato del lavoro dei giovani euro-pei. In primo luogo, colpiscel’entità del fenomeno dei giovaniNEET, ragazzi e ragazze tra i 15 ei 29 che non lavorano e non sonoimpegnati in percorsi di studio oformazione.

[email protected]

Secondo il rapporto Bertelsmann i Paesi europei dovranno impegnarsi di più nel campo della giustizia intergenerazionale.

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