ANNO XVIII - N. 3-4 · 5 Semplificazione dei contratti di lavoro 20145 ... Il silenzio, a volte...

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ANNO XVIII - N. 3-4 Autorizzazione Tribunale Roma N. 382/97 - Poste Italiane S.P.A Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DRCB - Roma 4 3 1 2 6 7 5

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ANNO XVIII - N. 3-4

Autorizzazione Tribunale Roma N. 382/97 - Poste Italiane S.P.A Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DRCB - Roma

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s ommario

N° 3-4 - Anno XVIII - 2014

ORGANO UFFICIALE DELLAFEDERAZIONE AUTONOMAITALIANA LAVORATORIPOSTELEGRAFONICI

Direttore Responsabile

Francesco Cavallaro

Direttore

Walter De Candiziis

Comitato di Redazione

Walter De Candiziis, Massimiliano Leonardo,Salvatore Fasciana, Sergio Seminara,Maurizio Moriccioni.

Editing testi e foto

Massimiliano Leonardo

Grafica

E-graf - Roma

Direzione e Redazione:

Via dell’Amba Aradam, 24 - 00184 RomaTel. 06.70454610 - 06.7002521Fax 06.7005207E-mail: [email protected]: www.failp.it

Registrazione presso il Tribunale di Roman° 00382/97 del 16.6 97Iscrizione R.O.C. n. 005325

Finito di stampare Aprile 2014

33 All’amico

44 Il ruolo politico del CRAL Poste

55 Semplificazione dei contratti di lavoro 2014

66 Quell’aspro sapore di antico

77 Sull’alienazione quote M.E.F. 40% di Poste c’è il S Ìdella Camera e Senato

99 INSERTO: L’analisi dei documenti presentatiall’ESECUTIVO NAZIONALE di RIMINIe conseguenti azioni strategiche sindacali

17 Abbiamo una banca

1818 Postel/Postelprint S.p.a. la strada per la crescita

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Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

2014

Il 17 marzo è venuto a mancareCarlo Lima, Dirigente della Failp econdirettore di Failp Oggi.

Quando apprendi la notizia della scomparsa di

qualcuno, ti assale la tristezza per la vacuità della

vita, ma quando viene a mancare un tuo vicino, un

collega, un amico, un familiare, allora il dolore si fa

rabbia e sgomento, per avere perduto l’occasione di

dirgli qualcosa d’importante o di non avere saputo

sufficientemente ascoltare ciò che aveva da dirti.

La vita è un dono e la morte è nella natura delle

cose, soprattutto per un credente e Carlo lo era in

modo convinto, per come viveva e praticava

l’impegno quotidiano, con spirito cristiano.

La sua scomparsa nella serata dello scorso 17

marzo, a pochi minuti dall’ultimo incontro e

dall’ultimo colloquio a tema sul lavoro e l’impegno

sindacale, ci ha lasciati sgomenti ed il vuoto della

sua scrivania, delle sue carte, cui stava lavorando

ancora qualche ora prima di quel tragico istante,

sarà difficile da colmare.

Per questo, il modo migliore di ricordarlo è nella

frase che gli abbiamo dedicato …

“Nessuno muore sulla terra, finché vive nelcuore di chi resta.”Il silenzio, a volte parla più delle parole.

Ciao Carlo !

Sindacalisti per passione!

Chi ha scelto di essere sindacalista in Failpè stato attratto daun sistema di valori, autonomia, un modellosindacale divita sociale, l’identitàben definita di partesociale e poi l’adesioneai programmi, allalotta, per non essereesclusi, il raggiungimentodell’obiettivo di pari dignità…

Carlo Lima

A L L ’ AM I CO

Addio, Addio amici miei. Con un sorriso vi saluto.

No, non versate lacrime,non ne ho bisogno. Voglio soltanto il vostro sorriso. Se la tristezza vi assale, pensatemi...e io sarò felice.Ricordate bene: quando vivi nel cuore di chi ami,non morirai mai.

RABINDRANATH TAGOREPremio Nobel letteratura 1913

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4 FAILPOGGI - 3-4/2014

p olitiche sociali

Il ruolo politico delCRAL Poste (in ricordo di Carlo)

p

RRiflettere dentro o ai margini del possibile ruolo politi-co delle organizzazioni non-profit (uso volontariamentequesta accezione ampia, includendovi un po’ tutte leorganizzazioni della società civile, operanti nel campodei servizi alla persona), impone grande attenzione siaalle trasformazioni interne che ai processi esterni dellestesse. Faccio qualche esempio, è proprio vero che le organiz-zazioni associative sono in crisi? O non è forse veroche in crisi sono quelle strutture appartenenti alle po-tenti lobbie economiche e clientelari ? Questo è il puntodi partenza, credo che nessuno può chiamarsi fuori daquesta situazione, poiché, certo con responsabilità di-verse, tutti ne siamo coinvolti.Il ruolo delle organizzazioni non-profit (…), è che sonole uniche realtà che possono assicurare continuità perla soddisfazione dei bisogni dei cittadini.Ritroviamo spesso una forte carica ideale in coloro cheoperano in questi settori, quali il Sindacato, i Cral, il Pa-

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Abbiamo scelto di ricordarlo con le SUE PAROLE e leSUE IDEE che riproponiamo in questa pagina in cuiegli ha affrontato uno dei temi su cui oggi si sta ci-mentando il tavolo sindacale nazionale, “il ruolo poli-tico delle organizzazioni non-profit” ed in questo sen-so la missione del CRAL. Il testo è un articolo firmatoda Carlo Lima qualche tempo fa, ancora oggi di parti-colare attualità.

tronato, le Associazioni di volontariato, ecc. Spesso citroviamo ad operare, anche come CRAL, in una societàdove sono presenti realtà come quella della dequalifi-cazione dei servizi, riduzione di fatto delle prestazionisociali per chi ne ha più bisogno, oppure evasione fi-scale, taglio della spesa sociale.Se mettiamo insieme queste caratteristiche, ci trovia-mo davanti una società che presenta elementi comunialle moderne società post-industriali, con forme socialia volte pre-moderne quali il clientelismo e la mancanzadi senso civico, anche all’interno delle nostre strutture.È dentro questo quadro, volutamente poco ottimistico(onde evitare pericolose illusioni) che si colloca questariflessione sul ruolo del CRAL.Nell’arco degli ultimi 2° anni, questo ruolo d’impiegonel sociale è passato (almeno a livello d’autoriflessio-ne) da intervento di tipo assistenzialistico ad interventicentrati sullo sviluppo della persona, del territorio edella soddisfazione dei bisogni che vanno dalla gestio-ne del tempo libero alla cultura. Da questa analisi di-scendono alcune conseguenze ed alcuni attributi carat-teristici dell’attività del CRAL.La prima è che l’azione solidaristica non può limitarsi allagestione del “business” con le agenzie di viaggio e/o allapubblicità dei servizi per conto terzi. La seconda è un ri-lancio delle nostre attività, rinnovando la qualità dei ser-vizi offerti, rispetto ad una domanda sociale in profondomutamento sul territorio di tipo culturale-educativo (es.doposcuola per i figli dei postelegrafonici, incontri forma-tivi, ecc.). La terza è che il CRAL, allo stato attuale, con latrasformazione in S.p.A. delle Poste, non deve essereconsiderato un’appendice sindacale. È su queste lineestrategiche che la FAILP –CISAL intende confrontarsi.

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Semplificazione deiCONTRATTI DI LAVORO 2014

Il nuovo contratto a termine dal 21 marzo• eliminato l’obbligo della causale• può avere una durata massima di 36 mesi• si possono accendere contratti a tempo determinato a-causali per singolo datore di lavoro nel limite massimo del20% dell’organico complessivo, fatte salve talune specifi-cità (imprese fino a 5 dipendenti, avvio delle nuove attivitàd’impresa, imprese stagionali, ragioni di carattere sostitu-tivo, imprese dello spettacolo; con lavoratori superiori a55 anni)

• i singoli contratti a tempo determinato possono essereprorogati fino ad 8 volte (per la medesima attività lavorati-

va per cui il contratto era stato stipulato), pertanto il dato-re di lavoro potrà stipulare detti contratti senza giustificarel’assunzione, fino ad un massimo temporale di 36 mesi

• il contratto a termine dovrà comunque essere stipulato conatto scritto e deve contenere l’indicazione del limite di du-rata

• non c’è alcun obbligo di dichiarare per iscritto il pianoformativo (es. nell’ apprendistato)

• il limite quantitativo della somministrazione dei contrattia tempo determinato resta affidato alla contrattazionecollettiva nazionale (ccnl stipulati dai sindacati compara-tivamente più rappresentativi)

Il nuovo Contratto di Apprendistato dal 21 Marzopuò essere utilizzato per i giovani dai 15 ai 29 anni, secondole tipologie (Apprendistato per la qualifica, diploma profes-sionale, professionalizzante o di mestiere, di alta formazionee di ricerca).• il contratto (o patto di prova) deve essere in formascritta e può avere durata massima di tre anni

• la durata minima del contratto è di sei mesi, salvo i casi di-sciplinati per l’Apprendistato di alta formazione e ricerca

• è prevista la possibilità di inquadrare l’apprendista fino adue livelli inferiori, rispetto alla categoria spettante, in ap-plicazione del CCNL di riferimento, oppure in alternativa,di stabilire la retribuzione dell’apprendista in misura per-centualmente inferiore con gradualità rispetto all’anzianitàdi servizio

• prevista la presenza di un tutor aziendale o referente; leaziende possono usufruire del finanziamento dei percor-si formativi tramite i fondi paritetici interprofessionali

• il periodo dell’apprendistato si prolunga corrisponden-

temente in caso di malattia, o infortunio, superiore atrenta giorni, secondo le previsioni del CCNL di riferi-mento

• nel periodo della formazione il datore di lavoro può rece-dere dal contratto solo in presenza di “giusta causa-giusti-ficato motivo” a pena delle sanzioni di legge

• sulla formazione: “120 ore per gli apprendisti privi di ti-tolo, in possesso di licenza elementare e/o della sola li-cenza di scuola secondaria di I grado / 80 ore per gliapprendisti in possesso di diploma di scuola secondariadi secondo grado / 2-40 ore per gli apprendisti in pos-sesso di laurea o titolo equivalente”

• il datore di lavoro può recedere dal contratto con i ter-mini di preavviso contrattualmente vigenti, decorrentidal termine del periodo di formazione ai sensi dell’art.2118 C.C. Se nessuna delle parti esercita la recessioneal termine del periodo di formazione, il rapporto prose-gue come ordinario rapporto di lavoro subordinato atempo indeterminato

Ma ad avviso della Failpla prospettiva deve restareil contratto a tempo indeterminato

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6 FAILPOGGI - 3-4/2014

i ndigniati postalii

CCi sembra questa l’unica interpretazione delle esterna-zioni ascoltate nelle ultime settimane, da parte di alcunipersonaggi importanti della politica e perfino di qualchecomponente sociale.Forse sono le sindromi, congressuale da una parte edelettorale dall’altra, che attanagliano un po’ tutti a moti-vare talune incredibili dichiarazioni, che lasciano sbalor-diti quanti hanno a cuore le sorti degli italiani e del paese. Chi può, o vuole, assalta i governanti di turno all’armabianca per salvare il proprio orticello, anche quando(udite! udite!) un esecutivo lancia l’idea di diminuire /contenere concretamente i costi della politica, tagliarespese scandalose, riformare lo Stato ed affrontare il pro-blema dei costi dei manager, ammodernare il paese, ab-bassare la tassazione del lavoro/impresa, restituirepotere d’acquisto alle classi deboli, anche se purtropposenza migliorare le pensioni (il problema di sempre).Da anni in Italia e non solo, siamo sempre più alle presecon l’impazzimento dell’economia e l’assalto all’armabianca della new economy, quella globalizzazione tantocelebrata come opportunità di sviluppo per tutti, che hafinito per confinarci in cattive acque.Da ogni parte si accendono nuove attività economichetotalmente de-regolate, che vengono tollerate e da cuiescono manufatti di scarsa qualità e di poco prezzo, adaffollare i banchi dei mercatini ed i negozi etnici che simantengono a galla, nonostante il buon senso ci facciaaffermare che spesso si tratta di pratiche poco traspa-renti o sul filo dell’illegalità, oltre che di materiali poco si-curi o concretamente nocivi.Ascoltare roboanti proclami (tuffo nostalgico nel passato

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Ancora una volta prevalela logica del lobbismo?

remoto) di forze sociali e datoriali che rilanciano la con-certazione/consociativismo, dimenticando gli insegna-menti del passato, sa dell’incredibile: come se perparlarsi ed ascoltarsi debbano sempre servire un tavololungo qualche metro ed estenuanti discussioni fra pom-pose delegazioni, mentre fuori mercati e finanza fannomacelleria sociale, la disoccupazione cresce e le impreseegoisticamente delocalizzano…Nell’era dei social network e della comunicazione elet-tronica e digitale, ancora esistono componenti socialiche pensano di farci perdere tempo e denaro, per met-tere la loro faccia nei tiggi e potere vantare qualche con-quista, spacciata poi come panacea di tutti i mali, quandodagli anni ’90 in poi si tratta degli stessi protagonisti checi hanno cacciato in quell’infernale groviglio di interessifra politica-appalti-traffici-potere, che ha dato vita al-l’enorme debito pubblico che grava sulle nostre teste(circa 2.200 miliardi pari a 30.000 euro per ciascun cit-tadino italiano, neonati compresi).In Italia non è facile immaginare una nuova società equi-librata e virtuosamente compensata, in cui merito e va-lori siano complementari con sistemi di organizzazionesociale equi per tutti, in cui prevalgano gli interessi co-muni, piuttosto che quelli delle associazioni, partiti, co-mitati d’affari, sottoboschi, malversatori, padroncini ditessere di ogni tipo; ma chiunque lavori per costruirla varispettato e soprattutto messo alla prova, se occorredandogli dei consigli e… perdonateci, basta inviare qual-che lettera, e-mail o messaggio via Internet, Face-book,Twitter e quant’altro abbiamo già imparato ad utilizzare.

RICEVIAMO E PUBBICHIAMO

Quell’aspro saporedi Antico

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p rivatizzazione

Sull’alienazione quote M.E.F. 40%

di Poste c’è il SÌdella Camera e Senato

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L

mera e Senato, chiamate a pronunciarsi nel merito.L’VIII Commissione del Senato ha espresso il suo pa-rere favorevole all’atto del Governo n. 77 (schemaper la privatizzazione di Poste Italiane) con alcuneosservazioni volte a perseguire la più proficua valo-rizzazione delle quote e del migliore reimpiego dellerisorse, anche per la tutela del valore dei capitali deipiccoli risparmiatori e per conservare la capacitàdell’indirizzo strategico dello Stato, per il serviziouniversale del recapito postale e la raccolta e gestio-ne del risparmio postale.L’esame dello schema di DPCM alla Camera dei De-putati presso la IX Commissione si è concluso il 26marzo ed in questa stessa commissione è stata svol-ta l’audizione dell’attuale vice Ministro dell’Econo-mia. Nell’ambito di tale audizione, l’11 marzo scorsoè stata presentata una relazione che conferma la vo-lontà del Governo di proseguire il processo di alie-nazione di quote di Poste (40%) ed Enav (49%) se-condo gli schemi dei DPCM o Atti del Governo 77 e78. Il rappresentante del Governo ha sostenuto lebuone ragioni del processo di privatizzazione/valo-rizzazione del patrimonio preso in considerazione,che impegna aziende “bene patrimonializzate”, sen-za mettere a rischio la funzionalità dei servizi. Posteed Enav ad avviso del Governo riceveranno nuovoimpulso dalla trasparenza attraverso cui dovrannoessere realizzate le dismissioni e dall’ingresso deiprivati, che aiuteranno le loro performance.

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Come è noto, il Consiglio dei ministridel Governo Letta, nella riunione del 24

gennaio scorso, ha approvato loschema di DPCM, che individua i criteridi privatizzazione della società PosteItaliane Spa, (cessione di una quotafino al 40 per cento del capitale).

7FAILPOGGI - 3-4/2014

La cessione potrà avvenire attraverso offerta pub-blica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatoriin Italia, inclusi i dipendenti del gruppo Poste italianeSpa, e/o a investitori istituzionali italiani e interna-zionali. Lo schema all'esame delle competenti commissioniparlamentari ha incassato il parere positivo di Ca-

8 FAILPOGGI - 3-4/2014

L’Iter della “Privatizzazione”Le ultime.Camera Deputati Roma 26 marzo 2014. La 9^ Com-missione (Trasporti, poste e telecomunicazioni), esa-minato lo schema di decreto del Presidente del Consi-glio dei ministri recante determinazione dei criteri diprivatizzazione e delle modalità di alienazione dellapartecipazione detenuta dal Ministero dell'economiae delle finanze nel capitale di Poste italiane Spa (Atton. 77): premesso che si prevede, in particolare, chel'alienazione possa essere effettuata, anche in più fa-si, attraverso un'offerta pubblica di vendita rivolta alpubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendentidel gruppo Poste Italiane, e/o a investitori italiani einternazionali; premesso che il gruppo Poste ItalianeS.p.A. ha un'importanza strategica per l'economia delPaese - opera in una pluralità di settori, tra i quali so-no inclusi servizi di pubblico interesse di rilievo stra-tegico, come il servizio postale universale e la raccol-ta del risparmio postale - è necessario assicurare chela cessione a soggetti privati di una quota rilevante,sia pur minoritaria, del capitale di Poste ItalianeS.p.A. non determini conseguenze negative in ordineal livello delle prestazioni inerenti il servizio postaleuniversale e abbia luogo con modalità tali da forniretutte le necessarie garanzie per quanto concerne latutela del risparmio postale; ESPRIME PARERE FAVO-REVOLE con osservazioni.

Nell’incontro, il vice Ministro ha confermato chenon sono previste fasi di separazione o spacchetta-menti organizzativi nelle aziende, rammentando chela forza del Gruppo Poste, fra l’altro, sta negli attualiassetti che consentono sinergie fra i vari rami in cuiopera il gruppo. Nel corso dell’audizione è statorammentato il percorso che già nel passato ha con-sentito in Italia analoghi interventi di privatizzazionein 30 aziende ove era presente lo Stato, realizzandoricavi utilizzati per la riduzione del debito pubblico,previsione confermata anche per gli attuali processiche il Governo intende portare avanti ed estenderein un percorso pluriennale destinato ad attrarre ca-pitali dall’estero ed a convincere i risparmiatori asottoscrivere forme di risparmio azionario (oggi po-co diffuse), riducendo parallelamente il debito pub-blico attraverso gli introiti che si realizzeranno e cheal momento possono solo essere stimati attraversola massima valorizzazione delle due società, coinvol-gendo i lavoratori nei processi, come avvenuto in al-tri paesi.La soluzione di dismettere il 40% di Poste ed il 49%di ENAV, lasciando allo Stato il controllo di maggio-ranza delle aziende, serve ad iniziare il percorso del-le nuove privatizzazioni da cui il Governo si attenderisultati positivi. E sul versante dell’iter della privatiz-zazione è già stato scelto l’Advisor dell’operazione(conferimento a Lazard Srl ed allo Studio Gianni,Origoni, Grippo, Cappelli & Partners dell'incarico, ri-spettivamente, di Consulente finanziario e di Consu-lente legale del Ministero per le attività relative allacessione sul mercato di una quota di minoranza delcapitale di Poste Italiane S.p.A.) ed è stata avviata laselezione delle banche che dovranno guidare il col-locamento in Borsa della quota di Poste Italiane.

Il Gruppo Poste ha chiuso il Bilancio 2013con l’utile netto di 1.005 milioni,nel Bilancio 2012 l’utile netto

del Gruppo era stato di 1.032 milioni.

GRAZIE HAI LAVORATORI!

Consiglio dei Ministri predisponeschema DPCM

Camere esprimonoparere + osservazioni -

Non vincolante

MEF sceglie Advisore collocatore

Governo approvaschema definitivo

DPCM

MEF e M.S.E. + parereDipartimento PoliticheComunitarie definisconoDPCM e regolamentanomodalità cessione quote /fasi/OPV/Bonus Share

1. Sicurezza (sicurezza fisica e disagio psicofisico)

� Applicazione, aggiornamento del manuale di sicu-rezza degli uffici postali attuando le soluzioni mi-gliori atte a tutelare i lavoratori sul versante fisicoe delle responsabilità, oltre che il patrimonio azien-dale.

� Attuazioni delle migliori pratiche per prevenire i di-sagi psico-fisici e lo stress lavoro correlato.

� Interventi per la corretta applicazione della Legge81/2008 per una maggior protezione, prevenzione,sicurezza dei lavoratori (esempio visite mediche,pause videoterminali, ecc.).

� Sicurezza fisica da attuare attraverso una diversastruttura del lay-out standard che deve evolversicon l’utilizzazione delle nuove tecnologie messe apunto per prevenire il rischio delle rapine e garan-tire maggiormente i lavoratori e la clientela.

� Tutela del personale che usufruisce delle particolarinorme di welfare nelle condizioni di difficoltà rico-nosciute dalle leggi, (es: Legge 104, tutela lavora-trici madri, ecc).

L’analisi dei documenti presentati

all’ESECUTIVO NAZIONALEdi RIMINI e conseguenti

azioni strategiche sindacaliCome è noto, a Rimini nei giorni 26, 27 e 28 febbraio2014, nel corso dell’esecutivo nazionale della Failp, si so-no svolti i lavori di 2 specifiche Commissioni “deputatead affrontare le tematiche delle funzioni Mercato Privatie Servizi Postali”. Gli obiettivi da realizzare che la FailpNazionale si era prefissa, sono stati “monitorati ed ana-lizzati” sulla base delle seguenti variabili all’interno dellemacro-strutture attualmente esistenti in Poste Italiane:• Criticità• Evoluzione• Clima• Qualità del lavoro• Comportamenti• AltroI contenuti dei documenti (elaborati dalle strutture ter-ritoriali) presentati nei giorni del Convegno nelle rispet-tive Commissioni sono le basi attraverso cui proporreadeguate azioni sindacali, principalmente per la tuteladei diritti dei lavoratori.

MERCATO PRIVATI e SERVIZI POSTALISulla base di questo assemblaggio ragionato, sono sca-turite le seguenti considerazioni, ed analizzati in modoaggregato, i contenuti dei documenti:• Commissione Documento Finale Mercato Privati e

Servizi Postali;• Confronto analitico dei temi proposti e sinergia di

ambedue le macro strutture;• Fascia di raggruppamenti per argomenti omogenei;• Sviluppo strategico e valutazioni per possibili ne-

goziati.A tal proposito sono state individuate otto (8) sottoaree con relative proposte, come dal seguente elenco:

INSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTO

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INSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTO

� Peculiarità degli uffici monoperatori e relative pro-blematiche gestionali e di tutela fisica degli addetti.

� Tutela del personale e dei beni degli uffici promi-scui (coesistenza tra personale dei Servizi Postali edi Mercato Privati).

� Tutele del personale nella gestione delle valute edei modelli di relazione con il cliente e fra gli ope-ratori ed i quadri, nei diversi momenti del lavorogiornaliero e nei cambi di turno.

� Il problema della sorveglianza sanitaria estesa alpersonale del recapito a tutela della sua salute edintegrità fisica.

� Verifica dell’applicazione del DGLS 81/2008 perl’attività dei portalettere e degli operatori degli sta-bilimenti e della logistica postale.

2. Dotazione mezzi

� Gestione del contante, precauzioni, apparecchiatu-re di controllo, compensazione dei rischi.

� La dotazione dei mezzi di trasporto e delle attrezza-ture del portalettere, ivi compreso il problema delsoftware dei palmari che si è dimostrato spessoinadeguato e relativo sistema di assistenza.

� Inadeguata assistenza tecnica sui mezzi di lavoro(tagliandi, sistema frenante, sostituzione pneumati-ci, ecc.)

3. Gestione personale

� Corretta gestione degli istituti contrattuali (com-pensazione e remunerazione, conto ore, ferie, ora-ri, ecc.).

� Revisione delle politiche meritocratiche e delle al-tre forme di premialità in uso esclusivo da parteaziendale.

� Miglioramenti degli orari di lavoro ed in talune par-ticolari condizioni della relazione con la clientela.

� Riduzione/conversione dei rapporti di lavoro part-time e soluzione delle pendenze relative al perso-nale esodato e dei nuovi assunti.

� Copertura del reale fabbisogno degli uffici postali at-tualmente carenti in molte realtà territoriali attraver-so gli strumenti previsti per l’occupazione, com-prensivo del ricorso alla clausola elastica, sottoscrit-ta dai neo assunti con contratto di lavoro part-time.

� Approfondimento delle problematiche specifichedei lavoratori quadri – operatori commerciali – spe-cialisti, ecc.

� Soluzioni a sostegno dei lavoratori dello Staff/Corpo-rate impegnati nelle attività di supporto e tutela non-ché collaborazione con il personale di Mercato Privati.

� Verifica della flessibilità operativa, in particolare sualcuni aspetti della sua regolamentazione.

� La corretta utilizzazione degli inidonei ed il loroeventuale reinserimento.

� Problemi derivanti dalle sostituzioni di lungo perio-do che devono essere sempre necessariamentesoddisfatte.

� La fruizione delle ferie da parte del portalettere,con la previsione di affidare al secondo livello dicontrattazione la stipula di accordi che regolinooperativamente la fruibilità di quanto previsto nelCCNL in aderenza alle problematiche locali.

� Approfondire il problema delle sostituzioni e delleassenze di lungo termine (infortuni, maternità, ecc.).

4. Formazione

� Corretta formazione ed osservanza dei dispostinormativi, contrattuali e degli accordi intervenutifra le parti (esempio: abnorme diffusione della for-mazione extra orario lavorativo e della sua manca-ta remunerazione, nei modi e con le prassi dovute.

INSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTO

� Attuazione di più idonei piani formativi a supportodei lavoratori interessati dai processi di revisionedei servizi e per i neoassunti.

5. Accordi sottoscritti

� Monitoraggio continuosull’attuazione delle in-tese sottoscritte chesubiscono ritardi nonché inosservanze da parte de-gli stessi Organi aziendali territoriali preposti.

� Favorire un puntuale rispetto a livello territoriale,da parte dell’azienda, di quanto convenuto nell’ac-cordo nazionale.

� Realizzare un effettivo decentramento del confron-to azienda/OO.SS. sugli aspetti organizzativi e ge-stionali degli accordi.

� Definire una maggiore regolamentazione di alcuniistituti che impongono ai referenti aziendali sul ter-ritorio, una maggiore trasparenza ed equità nellagestione delle procedure operative che dal centrovengono inviate in periferia.

6. Avanzamenti “carriera” eandamento professionale

� Riconoscimento delle nuo-ve figure professionaliemergenti (mansionario, pe-satura, attribuzione del giu-sto livello classificatorio).� La valorizzazione over 50con l’adozione di politicheattive del lavoro che valo-

rizzino la professionalità, in quanto spesso gli stessisono esclusi dalle politiche meritocratiche e dagliavanzamenti di carriera (salvaguardia della profes-sionalità di questi lavoratori che è stata poco consi-derata dalla Legge Fornero, che ha limitato di fattola loro permanenza in azienda, con futuri danni perquanto riguarda il loro risultato pensionistico).

7. Sviluppo servizi

� P r ob l ema t i c h econnesse al siste-ma della classifi-cazione degli ufficipostali, degli orga-nici; fabbisogni eriequilibri prove-nienti dai ServiziPostali e dalle ri-cadute del perso-nale eventualmen-te soggetto a sposizionamento e a spostamenti.

� Verifica dell’andamento della logistica su tutto ilterritorio nazionale.

� Risultati qualitativi e quantitativi dell’attività deiMessi Notificatori, e dei nuovi processi innovativi,esempio gare Equitalia ed Amazon.

8. Problematiche uffici

� Piano immobiliare per superare le criticità dellestrutture immobiliari inidonee ad espletare corret-tamente i servizi.

� Soluzioni alle problematiche degli U.P.I. e dei CallCenter.

� La revisione ove necessaria, delle zone di recapito,per risolvere alcune criticità che si sono create a

seguito dei precedenti eccessivi tagli, delle rilevan-ti variazioni di flussi di traffico che scaturisconodalle nuove commesse e dall’ulteriore fase di im-plementazione della rete logistica.

� Revisione sistema RAM.

9. Altro

� Una volta individuati i settori ed analizzate le situa-zioni di fatto esistenti sui posti di lavoro, si potràprocedere ad ulteriori approfondimenti anche perporre in atto proposizioni che si potrebbero cosìdescrivere (vedi schema esemplificativo).

I documenti finali analizzati (lavori delle Commissioni),potrebbero essere oggetto di ulteriori integrazioni, perstendere un documento finale unico atto a delinearepercorsi omogenei sia di sviluppo strategico, sia di mag-giori conoscenze per le strutture territoriali della FAILP.Sono stati in plenaria dibattuti anche alcuni problemi,quali gli effetti della privatizzazione, tenendo conto del-le precedenti esperienze di altri settori, nonché dellosviluppo di Poste Italiane ed in particolare la riorganiz-zazione dei Servizi Postali.Ad oggi, come è noto, manca un piano industriale ag-giornato dell’azienda e ciò ha giustificato e facilitatouna politica di tagli e ridimensionamenti per contrasta-re il declino che le corrispondenze tradizionali hannosubito negli ultimi anni.Infatti, la migliore soluzione che resta è quella di sape-re intercettare il mercato, per coniugare al meglio la lo-gica dell’efficienza con quella dell’innovazione.

COSTRUIRE UNA PIATTAFORMA E-COMMERCEIl processo di rior-ganizzazione deiServizi Postali, dicui all’accordo del28 febbraio 2013,pur in assenza di unpiano industrialedel settore, si è re-so necessario percontrastare, in qual-

che modo, il declino che le corrispondenze tradizionali ditipo cartaceo hanno subito negli ultimi anni e che sem-brava ormai irreversibile, tentando altresì di intercettarelo sviluppo e coniugando al meglio la logica dell'efficien-za con quella dell'innovazione.Le “e-mail”, più veloci e gratuite, fanno oggi una con-correnza spietata alle lettere. Il fenomeno è in atto da-gli anni ’90, ma ha subito di recente un’accelerazione.Tra il 2008 e il 2012 il volume delle lettere è sceso dal

INSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTOINSERTO

Tipologia Gruppo: Sicurezza

Effettidella produzione

Riflessi sul lavoroe sui lavoratori

Analisi dei fattori critici

Eventuali modifiche migliorative

Studio del problema

Stralcio di elementi significativiutili al confronto con l’Azienda

Richiesta di negoziato con presentazione diuna piattaforma rivendicativa

21%, ma solo con l’acquisizione della recente “com-messa Amazon” l’Azienda ha iniziato a rendersi contoche “internet” non sarà inevitabilmente la fine dei ser-vizi postali, anzi potrebbe essere, al contrario, lo stru-mento della sua rinascita. Infatti, negli ultimi anni, mentre crollavano le spedizionidi corrispondenza, aumentava, nel contempo il “busi-ness” della consegna dei pacchi. Siamo nell’era digitalee molti consumatori si sono abituati a fare acquisti “onli-ne” con un semplice “click”, però occorre riflettere sulfatto che se il “web” consente di perfezionare l’ordinedi acquisto e di effettuarne il pagamento online, qualcu-no però deve poi consegnare la merce a domicilio.Questa è la ragione per cui si è quindi visto crescereprogressivamente il volume dei pacchi spediti e conse-gnati dal servizio postale. La scelta di Amazon di affidare la commessa aPoste Italiane piuttosto che ai suoi concorrentiprivati (Fedex, Ups, DHL, ecc.) è dettata (anostro avviso) dal fatto che mentre questiultimi offrono un servizio di corriereespresso migliore, la prima, con la sua re-te di Mercato Privati e Servizi Postali,con oltre 13.310 UP e gli stabilimentipostali che presidiano il territorio, libatte sicuramente per flessibilità. Governo, Autorità ed in particolare l’AG-COM, pur se gli utili nel 2012 hanno superato ilmiliardo di euro, continuano a considerare i Servizi Po-stali e la rete sportelli di Mercato Privati come un qual-cosa di inefficiente e costoso, al punto di limitare il re-capito postale a soli 5 giorni settimanali e, non contentidi questo, di sollecitare la sperimentazione del recapitoa giorni alterni, mentre nel versante Mercato Privati,l’ultima riclassifica, cosiddetta “clasterizzazione 2013degli UP”, ha consentito l’eliminazione di molti uffici inpiccole cittadine di provincia, dove l’ufficio postale eral’ultima presenza fisica dello Stato (frutto delle diretti-ve di regolamentazione fra Poste e l’Autorità di vigilan-

za). Infatti dai 13.945 uffici postali del 2011 si è passatiagli attuali 13.310 (meno 635 U.P.)Ancora oggi continua la battaglia per “dimagrire” e “pri-vatizzare”, e l’Azienda con il suo management, invece diopporsi a questa linea di tendenza, si limita a dire cheentro 5 anni il volume delle corrispondenze cartacee siridurrà ulteriormente del 30%, affermando semplice-mente che il commercio online è ormai una realtà in cre-scita e non rendendosi minimamente conto che il “web”sta cambiando il mondo ed occorrerebbe invece rivede-re, in relazione a questo cambiamento, come riposizio-narci sul mercato con i nostri servizi ed intercettare real-mente, e non solo a parole, lo sviluppo e l’innovazione.Con la commessa Amazon sono state affidate all’Aziendale spedizioni di questo grosso colosso dell’e-commerceche ha iniziato ad operare direttamente in Italia solo, con

la logistica gestita a livello europeo, alla fine del2010 e nessuno poteva ipotizzare allora que-

sto “boom” economico dell’e-com-merce.Dal 2010 ad oggi Amazon spediscegiornalmente in Italia da 20.000 a40.000 pacchi e pacchetti, contenenti

ogni genere di oggetti, dalla piccola schedadi memoria della telecamera ai più evoluti ed

ingombranti televisori e ad altri oggetti di ognitipo e dimensione. Amazon ha aperto il suo centro

distribuzione a Castel S. Giovanni, collocato all’im-bocco dell’autostrada A21, in posizione strategica perla consegna in tutta Italia e prossimamente aprirà unnuovo centro distribuzione, denominato “MXP5” pergestire un catalogo prodotti che nei prossimi anni di-venterà sempre più ampio.Ci viene spontaneo domandarci allora perché Poste Ita-liane, con le sue 28 società consociate, i cui rami di atti-vità spaziano da quello assicurativo a quello bancario ealla logistica, dalla telefonia fissa e mobile al providerinternet ed altro non abbia ancora adeguatamente af-frontato questa sfida del cambiamento, pensando alla

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possibilità di dotarsi a sua volta e per tempo di una piat-taforma e-commerce con un proprio piano di “hosting Per chi non è molto esperto della materia spieghiamoche “l’hosting” è un pacchetto di servizi legati alla re-gistrazione di un “account” (sito/postazione) di e-com-merce, sia da parte dei venditore, comunemente defini-to “seller” o “marketplace” sia da parte dell’acquiren-te, cioè il “buyer”, che spaziano dai servizi di providerdi internet, alla logistica, alla messaggistica, ai servizidi imballaggio, di spedizione, di sdoganamento e diconsegna, ai sistemi di pagamento e di assistenza “cu-stomer care” (post-vendita)Al solo fine di stimolare l’attenzione di chi legge, cerchia-mo di inserire in una linea temporale quello che, secondonoi, sono i fattori-chiave che hanno contribuito alla na-scita e all’evoluzione sia del web che dell’e-commerce,anche al fine di valutare insieme se Poste Italiane abbia omeno queste potenzialità e possibilità di successo.Tim Berners Lee alla fine del secolo scorso cercava unmodo per condividere facilmente documenti e nel 1989,al culmine della sua ricerca, ha inventato il “web” conla sua visione URL (localizzazione dei files), l’ http (pro-tocollo di trasmissione) e gli HTML (ipertesti).Il progresso tecnologico, poi, con l’avvento dei super-computers, delle infrastrutture di rete, dei cavi in fibraottica e dei server hanno reso queste connessioni sem-pre più veloci, capienti e meno costose. Il “web” o “in-ternet” ha accorciato le distanze ed aumentato la vogliadi comunicare velocemente anche con persone fisica-mente molto lontane, aprendo la via alla cosiddetta“globalizzazione”, che nasce quindi prima come feno-meno di comunicazione a distanza ed è divenuta succes-sivamente anche fenomeno economico e commerciale.Nel primo decennio del 2000 è enormemente aumenta-ta la facilità di accesso al web attraverso strumentisempre più semplici e alla portata di tutti (prima i com-puter, poi i telefonini, poi i tablet e gli smart phone), ul-teriormente facilitata dall’introduzione dei motori di ri-cerca Google, Skype ed in ultimo dai “social media”.L’abitudine a comunicare facilmente e velocemente sue-mail si è poi evoluta con le chat e le video-chat finoad arrivare ai “social network” che sono oggi gli stru-menti di aggregazione e di comunicazione sfruttati perle piattaforme e-commerce e le “community”. I sogget-ti che hanno seguito con attenzione questa evoluzionehanno colto, in questo naturale bisogno delle persone

di comunicare, l’occasione per reinventare anche ilmarketing ed i grandi marchi hanno amplificato poi que-sto fenomeno trasformandolo in fenomeno di massa.Questo è stato possibile perché i social network o le“Community” ripropongono su internet gli stessi mec-canismi di collegamento delle reti tradizionali, come adesempio gli “hub” dei treni, degli aerei o delle semplicirelazioni personali faccia a faccia, ma su un bacinoenormemente più ampio. In questo nuovo scenario la piattaforma e-commerceassomiglia al palazzo che ospita un centro commercia-le: un palazzo troppo piccolo, troppo grande o con di-fetti di stabilità e sicurezza può diventare un fattore de-terminante di successo o di insuccesso.La costruzione di una piattaforma e_commerce va fattain base al tipo di prodotti o servizi che dovrà ricevere,alla quantità di “marketplace” (venditori /produttori) edi “buyers” (clienti/acquirenti) da inserire, alla neces-

sità di gestire eventualmente anche un magazzino fisicoo semplicemente “virtuale”, qualora si decidesse, co-me ha fatto Amazon, di gestire anche un sistema divendita diretta e questo potrebbe avvenire anche perPoste Italiane, in modo ben diverso e migliore di quellofino ad oggi sperimentato con Posteshop e con risultatiche riteniamo insoddisfacenti. Per realizzare una piatta-forma di successo le Aziende devono normalmente cu-rare il loro posizionamento nei “SERP” dei motori di ri-cerca più famosi per poter attrarre i propri clienti. Poste Italiane, con il buon nome che si è creato sia inItalia che all’estero (4° posto nella graduatoria mondia-le del settore redatta dalla prestigiosa rivista economi-co-finanziaria statunitense “Fortune” come “World’sMost Admired Companies) negli ultimi anni, ha il van-taggio di gestire un suo “brand” che è diventato famo-

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so e potrebbe quindi contare su un “influencer” di mi-lioni di “followers”, e non solo nelle grandi città me-tropolitane, ma, ancora di più, nei piccoli centri di pro-vincia, dove la concorrenza è meno forte ed agguerrita.Tutte le aziende hanno infatti un nome, molte hanno unmarchio, ma solo le migliori diventano “brand”. I grandi “brand” come ad esempio Ferrari, Apple, Nikee Coca Cola, suscitano emozioni, creano coinvolgimen-to, fiducia e senso di appartenenza. Posteitaliane esiste già nell’immaginario delle persone,viene riconosciuto dalla gente, ha un’identità che la di-stingue dalla concorrenza per nome, flessibilità, forteintegrazione nel territorio, affidabilità, sicurezza e prez-zi contenuti, tutti fattori che possiamo, obiettivamente,definire di successo. Il valore del brand aiuta a vederemeglio, a fidelizzare, a trovare nuovi clienti, a superarei momenti difficili determinati dalle crisi economicheche sono ormai diventate cicliche. Se una società specializzata volesse condurre un test diautovalutazione su una futura ipotetica piattaforma e-commerce gestita da Poste Italiane ponendo la classicadomanda: “dove hai comprato quei prodotti... o chi tiha fornito quel servizio...” crediamo che sarebbero inmolti a rispondere: “su Poste Italiane”, perché il suo“brand” è, per molti, senso di appartenenza, emozio-ne, orgoglio e condivisione pubblica. Perché i clientidovrebbero scegliere questa piattaforma e che cosa lacontraddistinguerebbe dalle altre del mercato? PerchéPoste Italiane si differenzia dalla concorrenza per lacompetitività dei costi, il presidio del territorio, l’affida-bilità dei propri servizi, la fiducia dei propri clienti, per-ché Poste Italiane ha in altre parole una forte identità. E’ la più grande azienda italiana, con oltre 140.000 di-pendenti, bilanci, una efficiente rete logistica, un fortepresidio del territorio, è una Società in condizione dierogare al suo interno servizi di provider internet e ditelefonia mobile, servizi finanziari, assicurativi e propristrumenti di pagamento online, su supporto SSL in gra-do di garantire la sicurezza della transazioni contro il“cyber crime”, ma anche sistemi di pagamento pressoi propri sportelli “fisici”. Poste Italiane non è più da anni solo una Azienda di Po-sta e Bancoposta, ma una realtà economica che operanel nostro Paese a “360°”.Se il management aziendale, invece di perdersi oggi in lo-giche contenitive di rigore ed in assurde riorganizzazioni

dell’esistente per contenere gli effetti della crisi econo-mica, prestasse più attenzione al cambiamento, al marke-ting ed al “cross selling”, Poste Italiane potrebbe, a no-stro avviso, aspirare a diventare il gestore della più im-portante piattaforma e-commerce europea e, attraversola vendita diretta, anche del più grande negozio “virtua-le”, sviluppando un “business” di gran lunga maggioredell’attuale, migliorando ulteriormente la propria posi-zione nella graduatoria delle “World’s Most AdmiredCompanies” e rendendo ancora più importante il propriocontributo per la ripresa economica del nostro Paese.

PRIVATIZZAZIONE: LE ESPERIENZE DI ALTRE AZIENDE

Il dibattito interno al sindacato si sta incentrando ulti-mamente sulla prossima privatizzazione di Poste Italia-ne, di cui il Parlamento sta discutendo i dettagli, dopola presentazione dello schema di DDL da parte del Go-verno Letta.Parlare di privatizzazioni significa affrontare il processoattraverso cui la proprietà di un’azienda controllata dal-lo Stato passa in tutto od in parte ad uno o più privati,applicando le norme di riferimento (L. 474/1994).In Italia le privatizzazioni sono iniziate nel 1991 e prose-guite nel tempo con particolari accentuazioni nei perio-di (2001/2003), fino ad arrivare ad oggi.Il motivo che ha legittimato i processi di privatizzazioneè stato quello di potere reperire risorse per ridurre ildebito pubblico del nostro paese, che ci costringe a su-bire un enorme peso in termini di tassazione (vale perle famiglie come per le imprese), alleggerendo lo Statocon l’obiettivo di renderlo più snello ed efficiente.Ciò ha determinato la scelta compiuta dai Governi ditrasformare Poste Italiane da Azienda Autonoma delloStato in E.P.E. e successivamente in SPA.Le privatizzazioni di aziende considerate non strategi-che per il paese hanno coinvolto a partire dal 1993 im-prese quali SME, ENI, ENEL, IRI, INA, Ferrovie delloStato, CREDIT, AGIP, SNAM, ANAS, ecc…

Lo Stato, attraverso l’evoluzione progressiva del siste-ma delle alienazioni di quote parziali o totali delle par-tecipazioni del Tesoro, si è disimpegnato nei settoribancario, assicurativo, delle telecomunicazioni, Tabac-chi, Energia e perfino Difesa (Finmeccanica).A noi tutti interessa stabilire se nel passaggio da “Pub-blico” a “Privato” ci siano stati elementi di migliora-mento delle aziende, scaturiti dal reimpiego nelle stes-se di una quota parte delle risorse liberatesi a seguitodel loro collocamento sul mercato: ciò vale soprattuttoper le “Public utilities” che occupano gli spazi dedicatiall’offerta dei pubblici servizi, non trascurando che oc-corre comunque intervenire, per ridurre compiutamen-te il debito pubblico che ci sta divorando le risorse delpaese, impedendo la crescita e lo sviluppo di nuova oc-cupazione.Per questo, sfogliando le documentazioni probatorie dicui c’è ampia cognizione, ad iniziare da quella che laCorte dei Conti dedica agli “Obiettivi e risultati delleprivatizzazioni di partecipazioni pubbliche”, ciò che sal-ta subito all’occhio è che in occasione di ogni privatiz-zazione/alienazione, si discute tanto di rischi e conte-nuti (soprattutto da parte delle lobby direttamente in-teressate), salvo poi trascurare il monitoraggio dei ri-sultati e ciò vale per lo stesso Parlamento (esame deiproventi, modalità per l’alienazione, costi, ecc…).Fra il 2004 ed il 2008 si sono ricavati proventi dalle priva-tizzazioni per 96,25 miliardi che sono stati destinati, comeprevede la legge, al capitolo di entrata del bilancio delloStato – Fondo per l’ammortamento dei Titoli di Stato.In occasione delle varie O.P.V. le domande di acquistodelle azioni hanno superato l’offerta con rapporti chevariano fra il 2,94 ed il 4,98, che dimostrano un grossointeresse ed apprezzamento del mercato verso le opera-zioni di vendita di azioni (quando la domanda ha supera-to l’offerta si sono assegnati i titoli sulla base di un pianodi riparto proporzionale all’entità delle domande di cia-scun investitore e della sua qualità, in termini di propen-sione al mantenimento della quota di titoli assegnati nelmedio-lungo periodo, oltre all’eventuale Bonus Sharesgratuito delle azioni concesse - ove previsto - al pubbli-co, ai dipendenti, agli utenti, consentendo l’avvicina-mento di tali attori sociali al mercato borsistico ed azio-nario, piuttosto che verso il risparmio puro e semplice).La destinazione dei proventi delle operazioni compiuteattraverso le privatizzazioni (es. casi IRI-FINTECNA ed

ENI) ha fatto rilevare che nella destinazione dei risultatiacquisiti c’è stata la riduzione dei costi delle impreseinteressate, attraverso la riduzione dello “stock” del-l’indebitamento, quindi la liberazione di risorse econo-miche per un eventuale miglioramento dell’impresa edei servizi offerti al paese.Nell’ultimo rapporto licenziato dalla Corte dei Conti sisegnala che, con riferimento al mondo delle banche edelle autostrade, si è rilevato l’aumento della capacità digenerare profitti, ma attraverso l’aumento delle tariffe,piuttosto che mediante recuperi dell’efficienza, mentrelo Stato ha pienamente raggiunto i suoi obiettivi.Pertanto, scontando che le varie imprese Postali a livel-lo europeo hanno già ampiamente proceduto ad effet-tuare processi di privatizzazione parziale ed in qualchecaso totale, risulta improbabile che il nuovo GovernoRenzi possa rinunziare ad un piano di privatizzazioniche coinvolga progressivamente buona parte delle im-prese attualmente facenti capo al Ministero dell’Econo-mia, rimuovendo ogni tentativo di resistenza.Ciò non significa affatto vedersi spacchettare Poste Ita-liane, come da qualche parte si sente dire, poiché almomento tutti gli stakeholder concordano sulla necessi-tà di mantenere l’unicità del “Gruppo”, anche se nonsarebbe scandaloso l’avvio di una maggiore responsabi-lizzazione e trasparenza dei singoli segmenti aziendali,da cui deriverebbe una maggiore consapevolezza delproprio ruolo e maggiore responsabilizzazione dei loroDirigenti e Manager. Al sindacato tocca essere parte at-tiva nella “vigilanza” delle imprese privatizzate, piutto-sto che diventare componente degli stessi Consigli diAmministrazione, evitando il ripetersi di errori che nelpassato hanno causato grossi guai ed il coinvolgimentosindacale in situazioni di poca trasparenza, determinateda un management poco accorto che in alcuni casi hacostituito il vero problema dell’efficienza.

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Cprodotti (si tratta generalmente di Uffici Poste Impresa)ed ha un buon fatturato (11,6 milioni di euro di utile nettonel 2013, incrementato rispetto al 2012). Il personale che lavora nella BdM-MCC S.p.A. è in maggiorparte di tipo bancario e svolge per l’appunto tale mission,in particolare ogni altra attività finanziaria nei limiti con-sentiti dalle disposizioni vigenti per perseguire gli obiettiviprevisti dall’art. 2, c. 162 L. 23 dicembre 2009 n. 191 e, se-gnatamente, ad aumentare la capacità di offerta del siste-ma bancario e finanziario del Mezzogiorno; a sostenere leiniziative imprenditoriali maggiormente meritevoli di cre-dito, incidendo sui costi di approvvigionamento delle ri-sorse finanziarie necessarie agli investimenti; a canalizzareil risparmio verso iniziative economiche che creano occu-pazione nel Mezzogiorno. In particolare la società: a) eser-cita le attività definite nella Legge sopra citata; b) svolgeattività di banca di garanzia nel Mezzogiorno, anche a fa-vore dei consorzi di garanzia collettiva dei fidi e di suppor-to all’attività di questi ultimi; c) svolge attività di gestione edi erogazione di agevolazioni pubbliche, inclusi anticipi dicontributi).Come si evince dal sito del M.E.F., il C.d.A. di BdM-MCCS.p.A. sarà da rinnovare, come vale per quelli delle altresocietà controllate dal Gruppo Poste Italiane (Banca delMezzogiorno - Medio Credito Centrale, Consorzio per iservizi di telefonia mobile; Mistral Air, Poste Vita, Poste-Shop, Poste Assicura, PostelPrint) e sono da rinnovaretutti i Collegi Sindacali.

p osteitaliane

Abbiamo una bancaMa ne sappiamo poco perché, ad esseresinceri, le notizie che riguardano i nostri“fratelli” bancari, ci arrivano con ilcontagocce ed azienda e parti sociali nonsi sono cimentate granché per chiarire ilcontesto in cui operano i nostri colleghidella Banca del Mezzogiorno.

uuuuuuuu

Ciò che possiamo affermare è che c’è un nucleo di ri-sorse umane che lavorano nella sede “Corporate” di Po-ste Italiane e poi la vera struttura di BdM-MCC (Bancadel Mezzogiorno-Medio Credito Centrale) con sedi inAbruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia,Sardegna, Sicilia ed a Roma in viale America 351.La denominazione testé citata “BdM-MCC” promana dalcontesto in cui è nata la Società, promossa dalla volontàpolitica del Governo in cui Giulio Tremonti ha mantenutol’incarico di Ministro dell’Economia, come previsto dallalegge 191/2009. A ben vedere, il contesto pensato alleorigini, di un’aggregazione fra più istituti, per costituireun polo capace di erogare crediti alle piccole e medieimprese del mezzogiorno e del sud d’Italia, con l’inter-vento di più banche popolari locali e del credito coope-rativo non ha avuto buon fine ed alla fine ci ha pensatoPoste Italiane S.p.A. ad acquistare il 100% del MedioCredito Centrale, realizzando l’attuale Società presiedu-ta da Massimo Sarmi in qualità di Presidente ed intornoa lui un C.d.A. composto da 4 Consiglieri, più i 5 compo-nenti il Collegio Sindacale (rieleggibili per tre esercizi). La banca offre Linee di finanziamento indirizzate alle im-prese del centro-sud d’Italia, comprese quelle del com-parto agricoltura, avvalendosi della rete commerciale diPoste Italiane, cioè uffici postali abilitati a veicolare tali

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s

LL’E-procurement è l’“approvvigionamento elettronico”cioè quell’insieme di tecnologie, procedure, operazioni e

modalità organizzative per l’acquisizione di beni e servizi

on-line, tra le aziende, eseguito grazie alle possibilità of-

ferte dalla rete Internet e dal commercio elettronico.

La storia di Postel, in qualche modo, comincia nel 1987

grazie alla creazione del servizio di Posta Elettronica Ibri-

da, gestito da Poste Italiane in collaborazione con Elsag,

s ocietà collegateuuuuuuu

Postel/Postelprint S.p.a.

la strada per la crescita

Postel è la Società del Gruppo PosteItaliane che opera nel settore deiservizi di comunicazione, di gestionedocumentale e di E-procurement perle imprese e per la PubblicaAmministrazione.

una assoluta novità, per l’epoca, per integrare documen-ti elettronici e cartacei.Il servizio ottenne un successo immediato e consentì allaSocietà una crescita continua fino alla costituzione, nelmaggio 1999 di Postel s.p.a. La Società è cresciuta neglianni come “Global Service”, per soddisfare le esigenzeper la gestione in “outsourcing” di processi di supportoal business, di comunicazione marketing e di “businessoriented” di imprese ed enti pubblici. Postel si è sviluppata successivamente come Gruppoformato da PostelPrint, Address, Docugest e Docutel,queste ultime dedicate alla gestione della documenta-zione bancaria. Nel 2011 la Società Postel ha chiuso il bi-lancio con un risultato positivo di quasi 10 milioni di eu-ro, ma nel 2012 questo saldo ha mutato segno, chiuden-do in passivo. Nel 2013, è cessata la partner-ship di Do-cutel con il suo principale socio-fornitore e il pacchettoazionario (circa 15% delle azioni) prima detenuto da unabanca è passato a Postel.La riduzione delle commesse verificatasi nel 2012 ha de-terminato la chiusura dello stabilimento di Colle Val d’El-sa e l’assegnazione delle attività residuali agli altri sitiPostel di Melzo, Multedo, Pomezia e Genova.Nel 2013 con la chiusura dello stabilimento senese, al fi-ne di evitare gravi conseguenze la Failp e le altre OO.SS.hanno raggiunto con la società e con Poste Italiane unaccordo per stabilizzare la loro permanenza in servizioall’interno di altri siti Postel, coerentemente con le loroesigenze produttive, ovvero, in alternativa, per transita-re in Poste Italiane nell’ambito della stessa provincia diSiena o di quelle confinanti. Nel 2013 Poste Italiane ha anche internalizzato la video-codifica che veniva svolta nello stabilimento Postel diPalermo e il 12 dicembre 2013, è stato necessario rag-giungere un nuovo accordo con Poste Italiane per salva-

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guardare i livelli occupazionali, assicurando a quanti la-voravano presso questo sito il passaggio in Poste Italia-ne, nell’ ambito produttivo Mercato Privati (sportelleriae Contact Center) della stessa provincia (100 risorse).Nonostante i processi di riorganizzazione produttiva percontenere i costi di produzione i volumi di traffico Postelnel 2013 hanno fatto registrare una ulteriore flessionedel 10%, facendoci temere per il futuro dei lavoratori.Viene a questo punto spontaneo domandarci, come peraltri versi abbiamo fatto in Poste Italiane, perché ostinar-si in pesanti processi di riorganizzazione dell’esistente,piuttosto che cercare nuove attività più adeguate allenovità del mercato (es. il commercio elettronico, ecc.). Occorre, a nostro avviso, rendersi conto che Internet stacambiando il mondo e che cambiano i servizi commercia-li che le Aziende chiedono ed in relazione a questo cam-biamento, Postel dovrebbe meglio valutare come riposi-zionarsi nel mercato con i suoi servizi, intercettando real-mente lo sviluppo e l’innovazione, per fermare il declino.La Failp ha proposto la realizzazione in Poste Italiane diuna piattaforma e-commerce con un proprio “piano ho-sting”, cioè un pacchetto di servizi integrati diversificatoper la clientela retail e per quella business e, a nostro av-viso, buona parte di questi servizi, potrebbero essereforniti proprio dalle Società del Gruppo Postel.Un recente studio dell’Osservatorio e-Commerce Net-Comm del Politecnico di Milano mostra come i consumidei canali tradizionali si confermino tendenzialmente incalo, mentre l’e-Commerce cresce a doppia cifra: solonel 2013 la sua crescita è stata del 18% rispetto al 2012,per un controvalore di vendite pari a 11,3 miliardi di eu-ro. Questo ha inoltre generato in Italia un volume di af-fari annuo di circa 80 milioni di euro nel solo comparto“contact logistics”, ma fino ad oggi solo il 3% di questoè riconducibile al commercio elettronico. E’ evidente quindi che in Italia, in questa direzione, i mar-

gini di crescita possano esserci e che le possibilità di fare“affari”, bene posizionandosi nel filone dell’e-commer-ce, possano essere concrete. Su questo fronte le Societàche sanno leggere per prime queste nuove potenzialità dimercato, e ci auguriamo che tra queste ci sia anche Po-stel, potranno avere dei vantaggi competitivi importanti.Nel frattempo i competitors si organizzano (vedi le ini-ziative “Fulfilment by Amazon” che opera come “3PL”(vendita diretta oppure logistica conto terzi), per quelleaziende che preferiscono affidare questo servizio “inoutsourcing”, piuttosto che investire direttamente in unproprio canale di vendite on-line. Sono già più di 8000 leaziende italiane che si appoggiano al centro logisticoAmazon di Castel S. Giovanni per la commercializzazio-ne dei loro prodotti.Perché allora Postel non potrebbe pensare di potenziareed ampliare il suo servizio di “e-procurement” con lacreazione di un analogo centro, ad esempio a Melzo, cheè il suo stabilimento di Milano con il più grosso Data Cen-ter d’Europa, e dotarlo di un’area distinta di stoccaggio egestione dell’inventario per prodotti di altre Aziende chescegliessero di affidare “in outsourcing” a Postel il rice-vimento, il prelievo, l’imballaggio e la spedizione dei pro-pri ordini di acquisto ricevuti su una qualsiasi altra piatta-forma e-commerce? La posizione centrale in Europa, lavicinanza ad importanti autostrade, gli altri stabilimentiPostel della penisola, che potrebbero diventare una retestrategica di stoccaggio di queste merci per servire me-glio il territorio nazionale, potrebbero essere sicuramen-te fattori di sicuro successo di questa Società.La Failp come sempre farà la sua parte per rilanciare le at-tività industriali di Postel, nella speranza che un nuovoPiano Industriale dell’azienda sappia affrontare le sfidedell’innovazione, e questo nostro contributo potrebbe es-sere una buona occasione per incontrarsi, ciascuno nellerispettive attribuzioni, per dare sviluppo alla società.

Postel ricavi 2013 euro 237.209 (-14,8%)organico 2013 1078 risorse

Postelprint ricavi 2013 euro 116.759 (+1,8%)organico 2013 226 risorse