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Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANE Anno XVI, n. 02 - Febbraio 2015 La congiura del silenzio sul dramma delle foibe. Una corsa per ricordare... Gallinari e Belinelli, l'Italia della pallacanestro conquista l'America Passione e professione Mettere ordine nel settore del lavoro in ambito sportivo. Impresa possibile? Un esempio virtuoso viene dalla nascita di MSA, Manager Sportivi Associati

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Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANEAnno XVI, n. 02 - Febbraio 2015

La congiura del silenzio sul dramma delle foibe. Una corsa per ricordare...Gallinari e Belinelli, l'Italia della pallacanestro conquista l'America

Passione e professioneMettere ordine nel settore del lavoro in ambito sportivo. Impresa possibile? Un esempio virtuoso viene dalla nascita di MSA, Manager Sportivi Associati

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SOMM

ARIO

Periodico diASSOCIAZIONI SPORTIVEE SOCIALI ITALIANE

Anno XVI, n. 02Febbraio 2015

Reg.ne Trib. Roma n. 634/97Iscr. al Registro Nazionaledella Stampanumero p.7650

editoreClaudio Barbaro

direttoreItalo Cucci

direttore responsabileGianluca Montebelli

coordinamentoAchille Sette, Sandro Giorgi

in redazionePaolo Signorelli

hanno collaboratoAlberto Aniello Scaringi, Francesca Bottaro,Marco Casiello, Marco Cochi, Marco Cortesi,Donatella Italia, Alessandro Maria Levanti, Fede-rica Marino, Umberto Silvestri.

direzione e amministrazioneVia Capo Peloro, 30 - 00141 RomaTel. 06 69920228 - fax 06 69920924

ufficio comunicazione e [email protected]

progetto grafico e impaginazionePromedia Audiovisivi s.r.l.

Chiuso in redazione: 27/02/2015

3 L’editorialeClaudio Barbaro

4 La lenta agonia della carta stampataItalo Cucci

6 Parquet italianoMarco Cortesi

8 Incredibile ma vero anche i tedeschi sbaglianoPaolo Signorelli

10 La rivoluzione di FondiGianluca Montebelli

12 Per non dimenticareGianluca Montebelli

16 La congiura del silenzio sul dramma delle foibeMarco Cochi

18 Little JuanAlessandro M. Levanti

20 L’altra faccia della lunaAlessandro M. Levanti

24 Non si è mai troppo vecchi per perdere la grintaDonatella Italia

28 “Grazie ad ASI i risultati arriveranno”Paolo Signorelli

30 Al via la stagione 2015 del settore sport equestriFederica Marino

32 Pinerolo, l’eccellenza che non c’è piùFrancesca Bottaro

34 Parkourovereto fiore all’occhielo dell’ASI

36 I re del fitness

40 Tutto notizie

42 Asi Organizza

47 Attività

48 ControcopertinaUmberto Silvestri

Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANEAnno XVI, n. 02 - Febbraio 2015

La congiura del silenzio sul dramma delle foibe. Una corsa per ricordare...Gallinari e Belinelli, l'Italia della pallacanestro conquista l'America

Passione e professioneMettere ordine nel settore del lavoro in ambito sportivo. Impresa possibile? Un esempio virtuoso viene dalla nascita di MSA, Manager Sportivi Associati

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Mettere ordine nel settore del lavoro in ambitosportivo. Impresa possibile? Un esempio vir-tuoso viene dalla nascita di MSA, Manager Spor-tivi Associati, la prima associazione in ambitosportivo ad essere riconosciuta dal MISE (Mini-stero dello Sviluppo Economico) tra quelle cherilasciano l’Attestato di Qualificazione Profes-sionale. Un progetto di grande valore in cui ASIè coinvolta attivamente.Spesso in passato quando si parlava di sport, losi faceva riferendosi soprattutto alla perfor-mance sportiva, non trattando altri rilevantiaspetti come, ad esempio, il mercato del lavo-ro sportivo. L’interesse nei suoi confronti eraridotto, non solo perché in termini occupazio-nali lo sport muoveva numeri piccoli e i servizivenivano erogati da un volontariato piuttostotradizionale, ma anche perché i “mestieri” cheesso includeva erano pochi. Con l’accelerazio-ne dei processi di cambiamento negli anni ’80e ’90, sono poi mutati i rapporti tra gli attori, ècresciuta la domanda, si sono diffuse e diversi-ficate le infrastrutture sportive, e moltiplicate leforme e le occasioni di pratica. Di conseguenzaè cambiata l’importanza sociale ed economicaattribuita allo sport agli occhi sia dei privati chedel pubblico e si è innescato un processo di pro-fessionalizzazione e di specializzazione deglioperatori e delle organizzazioni del settore,basato anche sulla commercializzazione delladomanda e dell’offerta. Ha preso quindi formae sostanza il mercato del lavoro sportivo.Tali tendenze non si sono evolute in modolineare, ma caotico, in assenza di un impulsoorganizzatore e razionalizzatore del legislatoreche si è astenuto dal dare forma giuridica allavivacità e dinamicità di un’area sociale e pro-duttiva in fermento. Ecco perché il mercato dellavoro sportivo oggi non solo risente della crisieconomica sovranazionale, ma continua adessere caratterizzato da alcuni aspetti – tra cuila precarietà, l’assenza di una norme che affron-

tino gli aspetti previdenziali collegati alle mol-teplici forme di lavoro in ambito sportivo, lapersistenza del “lavoro nero” e l’insufficienteprofessionalizzazione delle condizioni di lavoro– che lo penalizzano e lo rendono per certi ver-si uno spazio ancora da strutturare e consolida-re.In questo contesto, però, pochi anni fa è stataemanata una legge (Lg n.4/2013) con cui lo Sta-to italiano ha riconosciuto l’esistenza di profes-sioni non ricomprese in albi o ordini (come ilcommercialista o l’avvocato) e la possibilità chevi fossero associazioni che le rappresentassero,rilasciando un attestato di qualità e di qualifi-cazione professionale con validità pubblica.Attraverso questo viene dato al professionistaassociato uno strumento per dimostrare inmodo oggettivo le proprie capacità, e allo stes-so tempo all’utenza sono offerte maggiorigaranzie sulla validità della prestazione lavora-tiva e sulla reputazione del professionista. Sulla scia di queste opportunità, più di un annofa, un gruppo di professionisti – di cui sin dallafase costituente facevano parte tanti dirigentiASI – ha dato vita ad MSA Manager SportiviAssociati, la prima associazione in ambito spor-tivo ad essere riconosciuta dal MISE (Ministerodello Sviluppo Economico) tra quelle che rila-sciano l’Attestato di Qualificazione Professio-nale. Più di cento sono le persone che hannofatto domanda di adesione ad MSA e grande èstato l’interesse per il primo corso di formazio-ne appena iniziato ed orientato al superamen-to dell’Esame di Qualificazione Professionale. A questo partecipano alcuni dirigenti ASI, con-vinti non solo della necessità di fare in modoche il proprio sapere continui ad essere utile espendibile per la crescita del settore sportivo(malgrado il dirompente processo di professio-nalizzazione, gran parte delle attività e deglieventi sportivi nel nostro paese è ancora salda-mente operato da volontari che spesso nonhanno le competenze necessarie), ma anchedell’importanza strategica di MSA all’interno

MSA e la sfida del mercato del lavoro sportivo> Claudio Barbaro

EDITORIALE

del sistema sportivo (motivo per cui ASI ha scel-to di stipulare un’intesa con quella). Se infatti, come accennato poco sopra, sino adoggi non è stato possibile parlare tout court diun mercato del lavoro sportivo strutturato sul-l’eterogeneità delle professioni presenti e conregole di ingresso e di uscita definite e chiare,possiamo però affermare che con il riconosci-mento di MSA - dunque della figura dei Mana-ger Sportivi - da parte del MISE si sono poste lepremesse per un cambiamento di questo asset-to. L’implicita “istituzionalizzazione” di questafigura lascia trapelare la consapevolezza del-l’esistenza di numerosi mestieri nel compartoche non possono più essere ignorati, ma devo-no essere riconosciuti e valorizzati. Si tratta diuna gamma assai diversificata: ci sono semprepiù persone che si occupano in modo continua-to della gestione delle organizzazioni sportive edegli impianti, della promozione e del marke-ting, della gestione degli atleti e traggonosostentamento da queste attività. Si tratta diambiti in espansione con opportunità crescen-ti soprattutto nel settore privato e in quel seg-mento di attività non-profit capace di professio-nalizzarsi e di agire in modo più concorrenzialesul mercato. Possiamo quindi immaginare che assieme adMSA si possa proseguire quell’opera di sensibi-lizzazione del legislatore alla necessità non solodi inquadrare con precisione le numerose figu-re che a diverso titolo e con diverse competen-ze lavorano nel settore, ma anche di pensare eprogrammare regole più chiare di ingaggio(comprese le condizioni per mantenere lo sta-to di occupazione, tra cui non può non esserericompresa la formazione) e di uscita dal mer-cato del lavoro. Solo così, qualificando l’offerta,si potrà davvero stimolare la domanda, favo-rendo l’incontro dell’una con l’altra. ASI assie-me ad MSA procedono in questa direzione.Confidiamo di incontrare sulla nostra stradamolti supporter!

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COMUNICAZIONE / La crisi dei giornali

La lenta agonia

della carta stampata

Son diventato giornalista nel 1958, quan-do ancora non esisteva l'Ordine ma l'Al-bo e ho esordito nello sport nel 1963, dopoanni di Bianca, Nera, Giudiziaria, Politi-ca, Spettacoli e aver superato l'esame pro-fessionale davanti a Antonio Ghirelli.Come una laurea. Ho cominciato con"Stadio": andava alla grande, come il"suo" Bologna e la "sua" Fiorentina chevincevano scudetti. Ho continuato con "il Resto del Carlino"di Enzo Biagi e Girolamo Modesti (era ilquarto quotidiano d'Italia per vendite, eautorevolissimo) dopo una breve parente-si al "Guerin Sportivo" di Gianni Brera,

l'antico settimanale di cui presi la direzio-ne nel'75 portandolo a vendere 340.000copie con Spagna '82. In quel periodo, la"Gazzetta dello Sport", il "Corriere delloSport-Stadio" (fusi nel '78) e "Tuttosport"vendevano due milioni di copie e l'Italiaintellettuale (chic) univa stupore a fasti-dio per il boom della stampa sportiva, pre-sto raggiunta da "Repubblica" e "Corrie-re della Sera" a forza di concorsi a premimilionari e gadget preziosi. La Guerra delGolfo, nel'91, aprì la prima crisi dei quo-tidiani ma quando assunsi la direzione del"Corriere dello Sport-Stadio" tirature evendite erano ancora altissime. Scrivo tutto questo non per passione auto-biografica (ci pensa Wikipedia) ma per

soffermarmi sulla dolorosa stagione del-la crisi editoriale iniziata ormai da anni.Oggi, tutti insieme, una cinquantina diquotidiani italiani vendono quanto i pri-mi quattro vent'anni fa, ma soprattuttoeguagliano le vendite di due quotidianiinglesi, tre tedeschi, quattro spagnoli ecinque francesi. La crisi è tutta nostra.Colpa della tivù, si diceva dieci anni fa;colpa di Internet, si dice oggi mentre sof-fre anche la tivù. Per me in verità si fan-no giornali invendibili soprattutto ai gio-vani a mano a mano che spariscono gliantichi. Ma questa è un'altra storia. Quel-la su cui mi soffermo riguarda la stampasportiva travolta da un malessere pestife-ro, contagiata dal calcio che va alla deri-

I quotidiani sportivi vendevano milioni di copie, raccontando le gesta delle nostre squadre del cuore o dei campioni più celebrati degli sport più popolari. Oggi l’avvento dei new media e la crisi di tutto il sistema Italia ha fatto scemare progressivamente l’interesse dei lettori. Un fenomeno irreversibile in un mondo che cambia velocemente (in peggio)

> Italo Cucci

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va fra scandali, mala gestione e ripicche.Le volgari parole di Lotito, nominatoGrande Riformatore del Calcio eppoi riti-rato per volere del Governo e del CONI,e l'infortunio verbale di Arrigo Sacchi,bèccato a parlar di "troppi neri" sui nostricampi (peraltro perdonato quasi subitomentre il presidente federale Tavecchiofu letteralmente massacrato) invece disollevare mediatiche tempeste di polveredovrebbero far meditare sulle davveronecessarie riforme necessarie non soloper rilanciare il calcio ma anche la stam-pa sportiva.Prima riforma: riportare la Serie A a 16squadre (magari con il sorteggio arbitraleche permise al provincial Verona di vin-cere nell'85 un favoloso scudetto ai dannidi un Torino magnifico, dell'Inter, dellaJuve eccetera) e la B a 18, riducendo nelcontempo a cinque la presenza di calcia-tori stranieri (comunitari e extracomuni-tari) per rilanciare i giocatori italiani

(bianchi, neri, gialli) e il modello nostra-no in altri tempi trionfante. Seconda rifor-ma: nell'attesa di vedere ripristinata unapiù decente struttura del campionato,ridotto a maleodorante spezzatino esibitodavanti a stadi vuoti (salvo rarissimi even-ti), i giornali sportivi dovrebbero preten-dere dalla Federazione, dalla Lega e da sestessi la restituzione del diritto di accede-re ai lavori delle squadre e alle intervistecon i protagonisti, tornando ad essere por-tavoce del mondo calcistico presso i let-tori-tifosi, ormai massacrati e allontanatidall'edicola da un calciomercato demen-ziale e bugiardo che dura praticamente (aparole) tutto l'anno. Ho detto "da se stes-si" perché in questi anni la corporazionedei giornalisti sportivi si è fatta imporrediktat distruttivi assecondando la trasfor-mazione di un calcio già inquinato in unbusiness spesso scandaloso. Mentre scri-vo va in onda il dramma del Parma chenon si risolverà in pochi mesi e comunque

resterà la denuncia più grave nei confron-ti delle istituzioni sportive più favorevolia dibattere sulle sciagure verbali di Loti-to e le sviste (?) di Sacchi oggi disturbatodagli stessi moralisti che da anni gli fan-no corona. Gli appassionati di altri sport che mi leg-gono infastiditi dal tema calcistico sappia-no che con il declino della stampa sporti-va perdono quota anche le altre discipli-ne. Quando ho cominciato io, i quotidia-ni avevano una dozzina di pagine quasitutte impegnate da Calcio Ciclismo &Motori; con i trionfi pedatori le paginesono diventate 32, 48, 64 e tanto spazio èstato conquistato dal Basket, dalla Palla-volo, dal Tennis, dagli Sport Invernali,dalla Pallamano, dalle tante attività chehanno conquistato allori nel Mondo; eanche dal Rugby che non ha mai vintoniente. Dite: ci sono la Tivù e il Web. Cer-to: ma la Regina dei media è la CartaStampata. Fino a quando?

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I PERSONAGGI / Marco Belinelli e Danilo Gallinari

"Belinelli, ci manchi ai Bulls". E' bastata una frase, sospirata dalPresidente degli Stati Uniti Barack Obama, a riassumere l'orgo-glio italiano nell'NBA. Al termine di una stagione avvincente ecombattuta, il 15 giugno 2014 è arrivato per i San Antonio Spursil quinto titolo di una storia iniziata nel 1967. E della rincorsa alsuccesso finale è stato grande protagonista proprio Marco Beli-nelli, ventottenne da San Giovanni in Persiceto, passato alla fran-chigia texana abbandonano i "tori" di Chicago. Per lui è stata unastagione di livello altissimo, in termini numerici e non solo. Conuna media di 11,4 punti segnati a partita ed una permanenza incampo di 25,8 minuti a match, ha dimostrato di avere un ruolofondamentale nel gruppo portato in campo da mister Gregg Popo-vich. In più, ha incassato un 43% di centri nei tiri da tre punti chel'hanno reso il settimo nella lega ed il migliore della sua squadra.Senza dimenticare di avere portato il tricolore, per la prima vol-ta, al vertice nella sfida dei migliori tiratori da tre, il 3-point shoo-tout, svolto in occasione della tradizionale competizione All-Stardel basket statunitense. Da quel punto, il lungo sprint verso ilsospirato anello: dopo essere diventato il primo italiano a vince-re una "conference", Belinelli ha incamerato il titolo battendoMiami con un netto 4-1. Soprannominato "Rocky" dai tifosi per

via di una certa somiglianza con Sylvester Stallone, "Beli" nonha esitato a condividere con i suoi fan su Facebook la foto di queltanto desiderato anello. Dopotutto, è sempre stato attentissimoalla comunicazione con il pubblico, in particolare con quello ita-liano, sin da quando pubblicava, in collaborazione con la Gaz-zetta dello Sport, i diari che raccontavano la scoperta di un nuo-vo mondo. Aiutato da una personalità originale e genuina è diven-tato quello che viene chiamato un "household name" una starassoluta, accolta e rispettata anche da un pubblico difficile comequello statunitense. Tanto da essere, alla scadenza di un contrat-to biennale da 5,6 milioni di dollari, in attesa di un sostanziosoprolungamento. Chi invece un contratto da campione l'ha già fir-mato è stato, nel 2012, l'altro rappresentante di punta dello Sti-vale nella pallacanestro a stelle e strisce, Danilo Gallinari, cherimarrà legato ai Denver Nuggets fino al 2016 per un totale di 42milioni. E se i soldi non fanno la felicità, rendono bene l'idea del-l'impatto, della magnitudo, che un giocatore si è saputo ritaglia-re all'interno di una squadra. Il ventiseienne di Sant'Angelo Lodi-giano all'NBA è arrivato l'anno successivo rispetto a Belinelli,come sesta scelta nel draft di inizio stagione. Ed il suo è stato untrasferimento emozionante perché, nonostante il fatto che i New

> Marco Cortesi

Parquet italianoVincendo l'NBA insieme ai San Antonio Spurs, Marco Belinelli ha portato per la prima volta il tricolore a sventolare al vertice della pallacanestro a stelle e strisce. Concretizzando la lunga marcia dell'Italia in una delle leghe più selettive al mondo

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York Knicks non siano mai andati negli anni 2000 oltre le semi-finali di girone, ha voluto dire trovarsi non solo a vivere nellaGrande Mela, ma anche a rappresentare una città che è cuore pul-sante del mondo occidentale nel senso che oggi intendiamo. SuYouTube si trovano ancora i video con i quali, appena arrivato,raccontava la sua vita lontano da casa. Anche per lui, la condivi-sione rappresenta un modo per tenersi stretto alle proprie radici,alla propria gente, oltre che un immancabile strumento comuni-cativo. Dopotutto, molti non appassionati si ricordano ancora dilui per il filmato in cui si metteva a cantare "Halo" di Beyoncéinsieme al compagno ai Knicks Al Harrington. Tra Instagram eblog personale, il "Gallo" ha tenuto compagnia al suo pubblicoanche durante il lungo infortunio al legamento crociato anterio-re che l'ha messo KO per quasi tutta la scorsa stagione. Perentrambi, Beli e Gallo, la stagione 2014-2015 ha portato qualcheinsidia in più rispetto alle attese. Ma, per l'Italia, nuovo ossigenoè dato dal rientro di Andrea Bargnani. Il ventinovenne romano,vero capostipite dell'avanzata italiana nell'NBA, è da pochi gior-ni tornato in campo dopo una lunghissima, tremenda serie diinfortuni. Con la speranza di finire la stagione affrontando, e bat-tendo più rivali possibili. Inclusi, perché no, i due connazionali.

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IN PRIMO PIANO / Giustizia sportiva

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Nella Germania del calcio funziona tutto o quasi allaperfezione. Dagli stadi pieni, al rispetto totale delleregole, alla civiltà dei tifosi. Tutti ingredienti cherendono il “prodotto pallone” molto appetibile.Però, ogni tanto, anche i tedeschi sbagliano e possono, per fortuna, essere criticati

Alcune norme della Federcalcio teutonicasono infatti tanto dure quanto incomprensibi-li. Si parla tanto di “modello tedesco” comefosse infallibile. Ma non sempre è così. Bastipensare alla squalifica di tre giornate inflitta aldifensore del Bayern Monaco Boa-

teng per rendersene conto.

Vabbè, per essere sanzionaticon una simile punizione, è evidente che il gio-catore abbia avuto un comportamento anti-sportivo. Gomitata? Insulti all’arbitro? Hainveito contro i tifosi? Ha sputato ad un gioca-tore? Assolutamente no, nulla di tutto questo.Semplice espulsione per fallo da ultimo uomoin area. Dunque, calcio di rigore. E allora, come si spiega la mano così pesantedel giudice sportivo? In effetti, si fa fatica a far-lo, ma la colpa è tutta del portiere Neur che haneutralizzato il penalty. Proprio così, in Ger-mania, infatti, vige un regolamento a dir pocodiscutibile. Con il cartellino rosso, se il van-

taggio (in questo caso il tiro dagliundici metri) non si concretizza(ovvero il rigore parato), la sanzioneè doppia. Se poi l’arbitro estrae il cartel-lino rosso allora i turni di squalificasono tre. Uno per il rigore, uno perl’espulsione e uno per il mancatogoal. Dunque, Boateng se la dovràprendere con il suo compagno disquadra se gli hanno inflitto unasimile squalifica. Incredibile, ma vero. Il BayernMonaco, naturalmente, ha presen-tato subito il ricorso e il difensoresi è visto scontare di un turno la suapunizione. Ma rimane lo stesso unadecisione che lascia tutti perplessi. “Ilfatto che Neur abbia parato il rigoreha causato un amento del 200% del-la pena”, ha spiegato il giudice spor-tivo della Bundesliga, Hans Lorenz.“Non fosse stato per il penaltyrespinto la squalifica sarebbe statadi un turno”. Per questo motivo Neur e Boatengadesso non si parleranno più.Scherzi a parte, nonostante le tan-te critiche e il poco buon senso,si tratta sempre di regolamento.E allora, per una volta, possia-mo anche puntargli il dito con-tro a questi tedeschi.

> Paolo Signorelli

Incredibile ma veroanche i tedeschi sbagliano

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Ci sono personaggi, nella vita di tutti i giorni e nello sport, destinati afar discutere, a farsi amare o odiare a seconda dell’ottica dalla quale lisi guarda, per il modo dirompente di affrontare le cose, di entrare peren-nemente in tackle per di arrivare all’obiettivo.Stefano Bandecchi, imprenditore livornese, proprietario dell’Univer-sità Niccolò Cusano, è certamente uno di loro. Versatilità e atteggia-menti “forti” nel DNA, coraggio da vendere nel rifiutare finanziamen-ti pubblici per il suo ateneo, continua ad andar dritto per la sua strada.Dopo aver rilevato e gestito per quattro anni l’emittente romana ManaMana, dalla quale ha raccolto notevoli soddisfazioni ed ascolti, vin-cendo anche l’edizione 2012 del premio “Il Microfono d’Oro”, ha deci-so di gettare testa e cuore nel mondo del calcio cercando di acquista-re dapprima il Grosseto, appena retrocesso in Lega Pro e poi, più ambi-ziosamente, il Livorno.Le operazioni non sono (per ora) andate a buon fine, ma Bandecchi,animato dal “sacro fuoco” non ha mollato di un centimetro andando-si a prendere lo storico club “Football club Fondi 1922” riportandoentusiasmo e nuova linfa in un ambiente non certo al top dopo alcuneincolori stagioni.La Unicusano ha acquistato la squadra di calcio del Fondi per farne ilportavoce della ricerca scientifica. E’ chiaro ed evidente che il “nostro”abbia idee, quelle che mancano alla maggior parte dei dirigenti delnostro martoriato calcio professionistico, da spendere in una coraggio-sa ma non velleitaria discesa nell’agone, cercando nuove strade. Il bino-mio ricerca-sport è un connubio inedito che può schiudere sterminatiscenari in campo medico ed in campo meramente sportivo.Ma, facendo fede in pieno al personaggio, anche in questa occasionele luci dei riflettori sono state accese sull’imprenditore reo, a detta del-la tifoseria più oltranzista e tradizionalista, di aver arbitrariamente cam-biato il nome della società , cancellando una storia quasi centenaria. Obtorto collo comunque i detrattori hanno dovuto chinare la testa. Lasquadra ora si chiama Unicusano Fondi prendendo il nome del’univer-sità telematica di proprietà di Bandecchi che ha una sede proprio a Fon-di. Il romanticismo quindi fa spazio all’imprenditoria, ma indignarsi èoltre modo fuori luogo per un club a rischio estinzione.

> Gianluca Montebelli

Larivoluzione

diFondi

LA RICERCA / Il calcio come ricerca

Un imprenditore di successo, masoprattutto dalla grande inventiva,rivoluziona il mondo del calcio localeaffiancando i risultati sul campo aduna politica sportiva e commercialebrillante, nella quale c'è anche spazioper il supporto alla ricerca scientificaper l’Università Niccolò Cusano

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La vera rivoluzione non sta nel nome che porterà la squadra ma nelmodo in cui viene gestita dall’avvento della nuova proprietà.Si avverte da lontano che si respira aria nuova, che c’è voglia di cre-scere. La prima squadra, affidata ad un tecnico esperto come San-dro Pochesci, all’inizio ha stentato, ha faticato molto rispetto al valo-re della rosa. Niente paura, nel mercato invernale alcuni rinforzi divalore hanno ridato equilibrio al gruppo e la risalita è iniziata. Unescalation forse insufficiente per arrivare in vetta in questa stagio-ne ma che sta dando sempre maggiore convinzione al gruppo e aitifosi.La società del resto è stata strutturata per guardare al futuro. Unocchio di riguardo ed investimenti per il settore giovanile che van-ta tre formazioni, juniores nazionali, allievi regionali, giovanissimiregionali, tanti ragazzi in rampa di lancio che potranno, nel prossi-mo futuro essere messi in rampa di lancio.Tutto questo accompagnato ad un grande lavoro nella comunica-

zione e nella valorizzazione dell’immagine, un aspetto che hasempre contraddistinto il Bandecchi imprenditore. Radio Cusa-no Campus, nata sulle ceneri di Mana Mana, quotidianamentemette in risalto le imprese del Fondi (positive e negative) dandospazio ai protagonisti. Il Corriere dello Sport, grazie ad un accor-do in partnership, pubblica periodicamente pagine monografichesulla squadra di calcio e sulle iniziative ad essa correlate. Un’ope-razione mediatica e di marketing che non ha eguali nel campio-nato di serie D.Insomma ha Fondi è nato un modello da seguire, un fenomeno, spor-tivo, sociale e culturale destinato a non restare soltanto in ambitolocale. C’è chi è scettico, chi pensa che il tutto possa implodere in tempirelativamente brevi. Nessuno può dire con certezza quel che avver-rà in futuro. Quel che è certo è che il passaggio di Bandecchi nelFondi Calcio non passerà inosservato.

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IL FATTO / La corsa del ricordo

Il sole splendente e le note dell’Inno diMameli hanno fatto da cornice alla II Edi-zione della Corsa del Ricordo, manifesta-zione organizzata dal Comitato Provin-ciale Asi di Roma in collaborazione conl’Asi Atletica Roma che quest’anno hapiù che raddoppiato il numero dei parte-cipanti rispetto all’edizione precedente.Circa 600 atleti, alcuni di ottima caraturatecnica si sono presentati questa mattinaalla partenza in Viale Oscar Senigaglia,nel cuore del quartiere Giuliano Dalma-

ta, per ricordare attraverso lo sport la tra-gedia delle Foibe e l'esodo delle popola-zioni Giuliano-Dalmate, una sorta diavvicinamento alla Giornata del Ricordoche si celebra, come ogni anno, il prossi-mo 10 febbraio. Presenti alla partenza i rappresentanti del-le Associazioni Giuliano Dalmate radica-te sul territorio romano Donatella Schur-zel, Carla Cace e Roberto Sancin, ed alcu-ni personaggi del mondo sportivo tra cuiAbdon Pamich, il campione Olimpico diTokyo nella marcia, fiumano e moltolegato alle sue origini.

> Gianluca Montebelli

Per non dimenticare

Domenica 8 febbraio, nel quartiere Giuliano Dalmatadi Roma è andata in scena la seconda edizione della Corsa del Ricordo,evento che ha volutocommemorare, sportivamente,la tragedia delle Foibe e l’esodo delle popolazioni di origine italiana

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IL FATTO / La corsa del ricordo

La gara, il via della quale è stato dato dal-l’Assessore alla Cultura del IX MunicipioLaura Crivellaro, sui saliscendi dei 10 chilo-metri disegnati dagli organizzatori, è statamolto bella e tirata sin dalle prime battute conun terzetto, composto dal russo Kulkov, e daimarocchini Hajjy e Marhnaoui, che ha pre-so il largo. Alle loro spalle all’inseguimentoil finanziere Gabriele De Nard che tutta vianon riusciva a prendere il treno giusto. Kul-kov progressivamente staccava i due com-pagni di avventura presentandosi da solo sul-la linea del traguardo. Hajjy e Marhnaoui sipiazzavano nell’ordine.Protagonista assoluta dellagara femminile EleonoraBazzoni in fuga sin dalleprime battute vanamenteinseguita da Camille Mar-chese che doveva acconten-tarsi del secondo posto. Ter-zo gradino del podio aNadia Dandolo.Particolare soddisfazioneper l’arrivo sul traguardo diMaurone, un meticcio tutto

pepe, che ha percorso senza particolari pate-mi i 5km della gara breve.Alla caratura tecnica della gara di 10 kmfacevano da cornice i tanti amatori che sisono cimentati sull’anello di 5 e gli oltre 15che, proprio in onore di Pamich, hanno per-corso la distanza lunga marciando.Al termine della gara le celebrazioni sonoproseguite con la posa di una corona di allo-ro nel ceppo dedicato alle popolazioni Giu-liano Dalmate e posto nell’omonima piazzadel quartiere.Tante le autorità sopraggiunte nel frattempo

fra le quali l’Onorevole Giorgia Meloni, ilSenatore Domenico Gramazio, che ha par-tecipato alla non competitiva, Roberto Tava-ni della segreteria del Presidente Zingarettidella Regione Lazio, l’Assessore allo Sportdi Roma Capitale Paolo Masini, il presiden-te del IX Municipio Andrea Santoro.In rappresentanza dell’Asi oltre agli organiz-zatori Roberto Cipolletti, Andrea Roberti,Veronica Santese e Marco Carotti, il VicePresidente nazionale Alessandro Levanti, ilresponsabile nazionale del settore atleticaleggera Sandro Giorgi.

La sintesi della manifestazionenelle parole d iNino Benvenu-ti, uno dei grandi sportivi italia-ni di tutti i tempi di originiistriane: “Il ricordo, ancheattraverso una gara sportiva, diquei terribili eventi è importan-te perché nessuna generazionefutura possa più vivere drammidel genere. Aver vissuto talinefandezze in prima personahanno lasciato in me un solcoindelebile e profondo”.

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Ordine d’arrivo Uomini

Mikhail Kulkov (Russia) 31:30

Mohamed Hajjy (Atletica Castenaso Bologna) 31:39

Tarik Marhnaoui (Colleferro Atletica) 32:20

Gabriele De Nard (Fiamme Gialle) 32:28

Mirko Mattoccia (Top Runners Castelli) 34:10

Ordine d’arrivo Donne

Eleonora Bazzoni (Running Club Futura) 36:12

Camille Marchese (Mos Maiorum) 37:13

Diletta Magistri (Top Runners Castelli) 37:54

Nadia Dandolo (Atletica Asi Roma) 39.08

Paola Giacomozzi (Old Star Ostia) 41:10

Giorgia Meloni alla corsa del ricordo

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LA STORIA / Memoria da condividere

“Le foibe rappresentano una storia dimen-ticata, negata, volutamente rimossa perdecenni, di cui solo da qualche anno si èincominciato a parlare”. Così la saggistaGiuseppina Mellace, descrive con grandelucidità il dramma delle foibe nel suo libro“La vera storia delle foibe”, edito da New-ton Compton.L’autrice romana compie un notevolesforzo nel tentativo di aprire una finestrain più sulle stragi delle foibe, in partico-lare quelle che riguardano gli italiani, per-ché non va dimenticato che migliaia dislavi anticomunisti (domobranci sloveni,ustascia croati e cetnici serbi) fecero lastessa fine. Per spiegare meglio, quanto accadde tra il1943 e il 1947 sul confine orientale è indi-spensabile sapere che le foibe sono cavi-tà carsiche di origine naturale con uningresso a strapiombo dove i partigianicomunisti tititni gettarono migliaia di ita-liani, alcuni dopo averli fucilati, altriancora vivi.In altre parole, i nostri connazionali furo-no “infoibati”, cioè condotti, dopo atrocisevizie, nei pressi della foiba, dove gliaguzzini, non paghi dei maltrattamenti giàinflitti, bloccavano i polsi e i piedi trami-te filo di ferro a ogni singola persona conl’ausilio di pinze e poi legavano gli uniagli altri sempre allo stesso modo.Nella maggior parte dei casi, i massacra-tori si divertivano a sparare in testa al pri-mo malcapitato del gruppo che ruzzolavarovinosamente nella foiba, cosicché,cadendo avrebbe trascinato con sé pure ilsecondo, spesso sottoposto a un'agoniaterribile se i ripetuti colpi contro le aguz-ze pareti rocciose non fossero stati suffi-cienti a procurargli presto la morte. Purtroppo, come ha sottolineato anche direcente lo storico Raoul Pupo, uno deimassimi esperti riconosciuti sul fenome-no delle foibe, non è possibile stabilirequanti furono i nostri connazionali ad aversubito questo atroce destino. Le salmeesumate sono state circa mille ma moltecavità sono irraggiungibili, mentre altresono state scoperte sessant’anni dopo i

> Marco Cochi

La congiura del silenzio sul dramma delle foibemassacri, rendendo impossibile un calco-lo esatto dei morti. Per avere un’idea più precisa, nella solafoiba artificiale di Basovizza, profonda256 metri, è stato fatto un tragico calcolo:considerando la profondità del pozzo pri-ma e dopo la strage, si è rilevata una dif-ferenza di una trentina di metri. Da ciò nederiva che 300 metri cubi sarebbero statiriempiti con circa duemila cadaveri.In origine, Basovizza era un pozzo mine-rario che nel maggio 1945 divenne un luo-go di esecuzioni sommarie per prigionie-ri, militari, poliziotti e civili, dapprimadestinati ai campi d’internamento allesti-ti in Slovenia e successivamente giustizia-ti in questa voragine.Le vittime designate per essere precipita-te nella foiba artificale vennero prelevatenelle case di Trieste, durante i quarantagiorni di occupazione jugoslava della cit-tà, cominciata il primo maggio 1945. ABasovizza arrivavano gli autocarri dellamorte con il loro carico di disgraziati conle mani straziate dal filo di ferro e spessoavvinti fra loro a catena. Molte di queste

vittime prima di essere lanciate nel vuotoerano spogliate e seviziate.Approssimativamente si può parlare di6mila – 7mila persone trucidate nelle foi-be, alle quali vanno aggiunte più di 3milapersone scomparse nei campi di concen-tramento jugoslavi destinati a ospitare glioppositori al regime di Tito, come quellitristemente noti di Borovnica, Maribor,Aidussina e Goli Otok.La prima ondata di violenza esplose subi-to dopo la firma dell’armistizio dell’8 set-tembre 1943: in Istria e in Dalmazia i par-tigiani slavi si vendicarono contro i fasci-sti e gli italiani non comunisti, considera-ti “nemici del popolo”, che prima di esse-re infoibati vennero torturati e affamati. I massacri aumentarono nella primaveradel 1945, quando la Jugoslavia occupòTrieste, Gorizia e l’Istria. Le truppe delMaresciallo Tito si scatenarono contro gliitaliani gettando dentro le foibe: ex fasci-sti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti,uomini di chiesa, donne, anziani e bambi-ni, come racconta Graziano Udovisi,l’unica vittima del terrore titino che riuscì

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a uscire da una foiba. Un’immane carne-ficina che testimonia l’odio politico-ideo-logico e la pulizia etnica voluta da JosipBroz Tito per eliminare dalla futura Jugo-slavia i non comunisti. La persecuzioneproseguì fino alla primavera del 1947,quando venne fissato il confine fra l’Ita-lia e la Jugoslavia. Ma il dramma degliistriani e dei dalmati non ebbe fine.Dopo la fine della seconda guerra mon-diale, nel febbraio del 1947, l’Italia ratifi-cò il trattato di Parigi che prevedeva ladefinitiva assegnazione dell’Istria e del-la Dalmazia alla Jugoslavia. Con la firmadell’accordo di pace, s’intensificò l’esodogià da tempo in corso da questa zona e nelgiro di pochi anni oltre trecentomila per-sone si trasformarono in esuli, in fuga dalterrore, cancellando il 90 per cento dellapresenza italiana nella Venezia Giulia.Un esodo di proporzioni gigantesche, resoancora più drammatico dal fatto che il trat-tato prevedeva l’abbandono della propriaterra per chi avesse voluto mantenere lacittadinanza italiana, imponendo agli esu-li di non portare con sé né denaro né beni

mobili. Senza contare, che gli immobilifurono considerati parte delle riparazionidi guerra che l’Italia doveva corrisponde-re alla Jugoslavia.Inoltre, la Jugoslavia non riconosceva lacittadinanza italiana a chi intendeva man-tenerla e chi non rientrava in Italia rischia-va dunque di rimanere apolide. Proprio suquesta condizione si pone un problemanella ridda di cifre relative all’esodo, poi-ché le stime non prendono in considera-zione gli apolidi che per la maggior parteerano italiani.Poi, per quasi cinquant’anni il silenziodella storiografia e della classe politicaavvolse la vicenda degli italiani uccisi nel-le foibe istriane. Il primo omaggio ufficia-le del nostro governo ai martiri delle foi-be giunse nel 1991, l’anno cruciale per ladissoluzione jugoslava e dell’UnioneSovietica.Il 3 novembre 1991 si recò a Basovizzal’allora presidente della Repubblica Fran-cesco Cossiga, il quale chiese perdono peril silenzio dettato dall’opportunismo poli-tico, che per cinquant’anni lo Stato e i par-

titi politici italiani avevano tenuto sulletragedie del confine orientale. Il suoesempio fu seguito due anni più tardi dalsuccessore Oscar Luigi Scalfaro, che nel1992 aveva dichiarato la foiba di Basoviz-za “monumento nazionale”.Poi è arrivata anche la televisione, quelladi Stato, che con la fiction “Il cuore nelpozzo” ha coinvolto il grande pubblico.Infine il Parlamento nazionale, il 30 mar-zo 2004, con la legge 92 (la cosidetta “leg-ge Menia”), approvata con voto quasiunanime, ha istituito il “Giorno del ricor-do”, che a partire dal 2005 viene celebra-to il 10 febbraio di ogni anno, per com-memorare le vittime dei massacri dellefoibe e dell’esodo giuliano-dalmata”. La decisione del nostro Parlamento haposto così almeno ufficialmente fine allacongiura del silenzio e ha contribuito inmaniera determinante a dare inizio all’ela-borazione di una delle pagine più ango-scianti della nostra storia recente, pertroppo tempo ignorata e ancora non entra-ta nella cosiddetta “memoria condivisa”degli italiani.

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LETTERATURA / Verso la vera felicità

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Da sempre Cuba rappresenta una spina nelfianco per gli Stati Uniti, un nemico nelgiardino di casa, mentre gli USA sono peri centroamericani de L’Avana il grande dia-volo, un pericolo incombente per la loroindipendenza e sovranità.All’epoca i rapporti tra i due paesi procede-vano tra alti e bassi, in quel frangente c’eragrande tensione ed ogni scusa era buona perfar scoppiare la scintilla e divampare unincendio.Stavolta però il caso poteva apparire disecondaria importanza, rientrante nella sfe-ra personale di una famiglia, politicamenteprivo di elementi di discordia; ma tant’è cheun po’ tutti lo vollero trasformare in uncasus belli da sfruttare propagandistica-mente per imporre il proprio predominio.Juan era un ragazzino di undici anni, i suoigenitori, Pedro e Concepcion, erano sepa-rati, non solo dal punto di vista personale,ma soprattutto da quello politico.Pedro era un convinto castrista, tutto sfila-te in onore del Leader Maximo, per lui Cubaera il centro del mondo, il Paradiso dellaclasse operaia.Concepcion la pensava in modo diametral-

mente opposto: suo padre morendo le ave-va lasciato in eredità un sogno, andarsenenegli Stati Uniti incontro alla libertà e ancorpiù alla ricchezza.Finalmente, un giorno, grazie all’appoggiodei parenti dei suoi genitori, tutti dissiden-ti anticastristi, era riuscita a fuggire, portan-do con sè il piccolo Juan, infischiandosenedel marito e di distruggere il rapporto tra luied il figlio.Gli USA presero la palla al balzo e le die-dero subito ragione, ma anche il suo avvo-cato cubano in sede di divorzio ottenne unasentenza molto favorevole assicurando alladonna l’affidamento di Juan e vanificandotutti gli sforzi di Pedro che tentò in ognimodo di opporsi.Ma dopo qualche tempo una novità, la mor-te di Conception, sconvolse la situazione eportò una nuova lotta tra Pedro e, stavolta,i parenti della ex moglie, morte che spinseil padre ad invocare il suo diritto naturale dicrescere Pedro e quindi di farlo tornare aCuba.Ma i parenti di parte di madre si opposerochiedendo l’affidamento del ragazzinoaffinché restasse negli Stati Uniti, un pae-se, a loro dire, ricco e libero, una soluzio-ne molto più consona al bene di Juan.

In questo racconto mi sono ispirato ad un fatto di cronaca risalente aqualche anno fa e quindi ogni riferimento a fatti realmente accaduti èpuramente voluto.Per un po’ di tempo i media di gran parte del mondo loraccontarono, analizzarono, sviscerarono, ma in pochi compresero che laposta in gioco non era la vittoria del comunismo o del capitalismo, bensìl’affermarsi del principio del predominio dei diritti naturali sulle preteseartificiali di un mondo basato sul materialismo. Fortunatamente stavoltahanno vinto i buoni, non gli oppressori né gli sceriffi della terra.

> Alessandro M. Levanti

LITTLE JUAN

La causa, anzi le cause, giacché Pedro si erarivolto sia al giudice nordamericano che aquello latinoamericano, fecero scalpore efurono letteralmente prese d’assalto dalleopposte fazioni che incaricarono il fior fio-re dei legali dei rispettivi paesi.Da una parte la forza economica USA, ilsogno del benessere e della libertà, dall’al-tra la spinta alla fedeltà al proprio paese ela lealtà verso il popolo ma soprattutto alcomunismo, in entrambe la mira di impor-re il proprio credo politico sfruttando lavicenda e calpestando i sentimenti dei pro-tagonisti.Purtroppo nessuno invocava il dirittonaturale di un padre (Pedro nel frattempo,sentendosi manovrato, si era allontanatodal partito, intendendo affrontare la lottacome padre e non come pasionario), edancor meno vi era qualcuno che chiedes-se a Juan, che ormai non era più un bam-bino, quali fossero il suo desiderio e le suepreferenze.La vicenda assunse un’eco mondiale,media e politica ci sguazzavano più chemai, premendo sui giudici e sottoponendo-li ad una pressione oltremodo stressante,cercando addirittura di esautorarli.Alla fine il verdetto della Suprema Cortestatunitense e del massimo organo giudizia-rio di Cuba fu concorde: il vero bene per unfiglio risiede nell’avere un padre che lo amae lotta per lui e non nella materialità innal-zata ad unico fine della vita.Evidentemente si trattava di giudici piùinteressati alla Giustizia che alla politica!I diritti di Pedro (e quelli di Juan) prevalse-ro sulle pretese di zii e cugini vari, il ragaz-zino tornò a Cuba, dove c’era un padre piùattento alla felicità morale che all’appaga-mento materiale.Vinsero loro e sconfitti non furono soltantoi seguaci del capitalismo yankee ma anchechi a Cuba aveva puntato su un altro tipo dimaterialismo perché Pedro ottenne giustiziacome genitore, non come pedina di un siste-ma che tutto vuole controllare, sacrificandoil popolo agli interessi del potere.

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LETTERATURA / Fantascienza

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L’altra faccia dellaUn eroe silenzioso, una missione difficile ma necessariaper salvare gli abitanti di un intero pianeta. Davide, uomo qualunque, è chiamato ad un'impresastraordinaria... come andrà a finire?

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(Parte seconda)Dopo quella notte ci furono altri contatti traDavide e i rappresentanti di Egdrom, che gliillustrarono i particolari della missione e leprime nozioni di pilotaggio.Poi all’uomo fu chiesto di prendere un mesedi permesso dal lavoro e gli fu fatto raggiun-gere il luogo di addestramento, un enormebunker sotterraneo nella Sila, dotato di tec-nologie di gran lunga superiori a quelle ter-restri.Davide si domandava come i suoi alleatiavessero potuto realizzare tutto ciò, ma nonchiese spiegazioni, limitandosi a considera-re le enormi capacità e possibilità che essiavevano.Per un intero mese Davide fu sottoposto adun addestramento durissimo, consistente inparte in allenamento fisico, teso a assicurar-gli una adeguata preparazione per sostenerel’enorme velocità del modulo, in parte fina-

lizzato all’apprendimento delle tecniche dipilotaggio di quell’eccezionale veicolo, edancora di contenuto psicologico affinchè laconcentrazione ed il coraggio non venisseroa mancargli e potesse affrontare il rimorsoper l’annientamento di quei mille esseri pen-santi.Tutta la preparazione gli venne impartita sen-za contatto diretto ma in collegamento ester-no, fisicamente egli aveva a disposizionesolo la presenza degli apparati, dei macchi-nari, degli strumenti, mai di esseri viventi, etutta la procedura fu improntata ad assolutaefficacia e quindi Davide ottenne risultati chemai avrebbe potuto ritenere di raggiungere.Alla fine il giorno “X” arrivò, ora si facevasul serio.Davide si sistemò alla plancia di comandodel modulo, con estrema facilità lo portò fuo-ri dal bunker e si diresse oltre l’atmosfera ter-restre senza che la rete di rilevazione radardel pianeta fosse in grado di avvedersi dellasua presenza.

a luna> Alessandro M. Levanti

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LETTERATURA / Fantascienza

Nello spazio Davide fece alcune manovreper prendere confidenza con il veicolo e poiimprovvisamente decise di avviare la mis-sione.In poche decine di minuti, viaggiando avelocità non molto inferiore a quella dellaluce, che lo sottoponeva ad incredibili sol-lecitazioni fisiche, raggiunse l’altra facciadella Luna ed il cantiere allestito dagli impe-riali.Piombò sul nemico in maniera improvvisae riuscì ad evitare di essere intercettato ed afar sparire le proprie tracce.A questo punto però iniziava la parte piùcomplicata della missione.Perché l’esplosione risultasse efficace, l’or-digno non poteva essere lasciato in un postoqualsiasi, ma doveva essere trasportato nel-la caverna che gli era stata indicata, non rag-giungibile però dall’intero modulo.Davide quindi nascose il veicolo alla benee meglio e da esso estrasse una specie dimotocicletta cui era agganciata la bomba.Con questo mezzo di trasporto, di gran lun-ga più maneggevole rispetto al modulocompleto, riuscì a raggiungere senza parti-colari intoppi la caverna, dove sganciò l’or-digno ed avviò il timer, lasciandosi trentaminuti per tornare al modulo, avviarlo ed

uscire dal raggio d’azione dell’esplosione,lasso di tempo non sufficiente a disinnesca-re la bomba, operazione che gli imperialiavrebbero tentato di compiere.La struttura difensiva del cantiere andavaintanto a riorganizzarsi e quindi scattaronole ricerche dell’intruso, che fu intercettatoquando si trovava ormai a poca distanza dalmodulo.Davide si sentì perduto, ma il suo sgomen-to durò solo un attimo: era stato dotato diarmi leggere, il cui uso gli era stato inse-gnato durante l’addestramento, e lui conesse fece fuoco contro gli inseguitori.Per fortuna tra questi erano pochi quelli cheavevano potuto intercettarlo e Davide neneutralizzò la gran parte, sempre dirigendo-si a gran velocità verso il modulo.Anche gli inseguitori gli spararono contro,ma per un autentico miracolo non riusciro-no a colpirlo.Il fuggitivo riuscì quindi a raggiungereindenne il modulo, a bordo del quale cari-cò la “motocicletta”, e subito avviò i moto-ri e partì.I pochi secondi a disposizione di Davide glifurono sufficienti per portarsi al di fuori delraggio dell’esplosione, che invece investì ilpieno il cantiere, distruggendolo completa-

mente e carbonizzando tutti quelli che sitrovavano all’interno e nelle vicinanze diesso.Ora per Davide non vi era più alcun peri-colo, ma la stanchezza e l’esaurimento del-l’adrenalina si facevano sentire: tornò mol-to lentamente sulla Terra, rischiando conti-nuamente di addormentarsi, sistemò modu-lo ed equipaggiamento nel bunker e si dires-se normalmente verso casa, quasi avessetrascorso un’ordinaria giornata di lavoro enon compiuto un’impresa che aveva assi-curato la salvezza della Terra e la libertà diEgdrom.Dopo di allora non ebbe più alcun contattocon gli egdromiani, cercò di tornare al bun-ker senza mai riuscire a ritrovarlo, si reseconto di non avere nessuna prova concretadella sua avventura, tanto che talvolta si sco-priva a pensare che tutto fosse frutto dellasua fantasia.Ma Davide sapeva che invece quella era larealtà, che però a nessuno sarebbe stata rive-lata.Aveva davvero salvato la Terra ed i suoi abi-tanti dalla distruzione imperiale.Sarebbe però per sempre rimasto un eroesilenzioso.

(Fine)

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CINEMATROGRAFIA SPORTIVA / Il Grande Match

“Sono troppo vecchio per queste cose” è unafrase che sentiamo dire molto spesso,dimenticandoci però che essere giovani nonvuol dire essere onnipotenti o immortali: avolte le vittorie migliori si ottengono pro-prio con l’esperienza acquisita negli anni enon con l’irruenza della gioventù.È questo il concetto di fondo che vorrebbetrasmettere “Il Grande Match”, film del2013 diretto da Peter Segal con protagoni-sti i grandissimi Robert De Niro e SylvesterStallone.Il film inizia con un programma televisivoche parla delle grandi sfide combattute sulring negli anni, concludendo con quella –inventata – tra Henry "Razor" Sharp e Bil-ly "The Kid" McDonnen. Entrambi di Pitt-sburgh, questi atleti si sono affrontati duevolte, vincendo un match a testa; non vi è

però mai stato uno spareggio in quantoSharp (Sylvester Stallone) venti giorni pri-ma dell’evento si è ritirato, senza dare ulte-riori spiegazioni.Trent’anni dopo questi fatti, Dante Slate JR(Kevin Hart), figlio del manager che avevaorganizzato gli incontri dei due campioni,contatta le due vecchie glorie per usare laloro immagine per promuovere un video-gioco. Sharp inizialmente rifiuta, spiegandodi aver chiuso con la boxe e essere troppovecchio per certe cose, ma il giovane riescea convincerlo facendo leva sulle condizionieconomiche non esattamente floride dell’excampione. Infatti, a causa di alcuni investi-menti non riusciti, il grande “Razor” ha per-so tutti i soldi guadagnati dalle vincite eadesso lavora in un cantiere, cercando conil magro stipendio di mantenere anche il suovecchio allenatore Conlon in una casa diriposo. Sharp quindi accetta in cambio di

15mila dollari.McDonnen “The Kid” invece si dimostra

un interlocutore meno difficile; dopo le vit-torie sul ring ha abilmente sfruttato la suaimmagine prestandosi a interpretare variepubblicità e ora possiede un ristorante (chia-mato ovviamente Knock Out) e una conces-sionaria di automobili. I soldi però non can-cellano il dubbio che ancora lo attanaglia:tra The Kid e Razor, chi era il migliore?Arriva il giorno delle riprese e Slate ha orga-nizzato tutto di modo da evitare ai due diincontrarsi, ma purtroppo McDonnen si pre-senta largamente in anticipo e cosi vedeShart; tra i due ha luogo una schermagliaverbale che presto degenera in una zuffa conconseguente distruzione dello studio e ladisperazione del giovane manager. Tra icameramen, divertiti da questa scazzottatatra “vecchietti”, c’è però qualcuno pronto afilmare tutto con il proprio cellulare e a con-

Non si è mai troppo vecchi per perdere la grinta

> Donatella Italia

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dividerlo tra gli amici e su YouTube. Poten-za della tecnologia odierna, questo videodiventa presto virale, ovvero riesce a propa-garsi in maniera esponenziale sul web, esat-tamente come un virus, ma sicuramentemeno letale. Tanta è la popolarità improvvisa che Slatedecide di organizzare un vero e proprioincontro tra Kid e Razor: lo spareggio atte-so da trent’anni. Sharp ovviamente sulle pri-me rifiuta, chiedendo solo di avere i 15miladollari promessi, ma il manager gli spiegache il videogioco dopo la loro rissa non sifarà più e l’unica opportunità a questo pun-to è il ring vero e proprio, con l’opportuni-tà di ottenere molti più soldi. Razor allora capitola e chiede al suo vecchioallenatore Conlon di rimetterlo in forma;accetta persino di fare promozione all’in-contro assieme a The Kid, il quale ovvia-mente non vedeva l’ora di avere la propria

consacrazione. Gli allenamenti rispecchia-no la diversa natura dei due contendenti:Razor si allena in strada, correndo sotto iponti e sollevando grossi copertoni dicamion (evidentissimo richiamo a “Roc-ky”); mentre The Kid si reca in una palestradi grido, chiedendo di essere seguito da unpopolare pugile; però questi rifiuta di farglipersonalmente da trainer e lo affida allemani di un personaggio più interessato a sfo-gliare riviste che a fare il suo lavoro. In que-sta palestra però The Kid conosce un ragaz-zo che si presenta come suo figlio: proprioprima del terzo incontro tra i due campioni,infatti, la fidanzata di Sharp (Sally Rose,impersonata dalla bella e brava Kim Basin-ger) lo aveva tradito proprio con McDon-nen. Questo evento aveva portato all’abban-dono della boxe da parte di Razor e la nasci-ta di questo ragazzo, B.J. Anderson. B.J. si dimostra un potenziale valido allena-

tore e The Kid decide di licenziare il trainerimpostogli (dopotutto il feeling tra i due nonera ottimo fin dall’inizio, come dimostra illoro primo scambio di battute: “Sono il tuoallenatore.” – “Non sei il mio allenatore, almassimo puoi averlo mangiato.”) per farsiseguire dal figlio, nonostante il totale disac-cordo di Sally, la quale intanto ha ripreso icontatti con Razor.La pellicola ci propone quindi con un mon-taggio alternato il procedere degli allena-menti da parte di entrambi, intervallati daimomenti di promozione dell’incontro; tuttosembra procedere bene e la richiesta dibiglietti cresce, fino addirittura a dover spo-stare l’incontro in uno stadio più grande. Una sera, però, Razor e Sally escono a cenae, nel riaccompagnarla in auto, lui non vedesopraggiungere un’altra vettura e i due han-no un incidente. Fortunatamente non si fan-no male ma viene alla luce un importanteelemento che finora il pugile aveva tenutonascosto: a causa di un incidente in cantie-re avvenuto un paio di anni prima, Sharp nonvede più da un occhio. Sally e Conlon, pre-occupati per la sua vista, cercano allora difar desistere il pugile dall’incontro.Quella stessa notte Kid viene incaricato dalfiglio di tenere il nipotino Tray, un bambinodi otto anni molto sveglio; per festeggiareperò l’avvicinarsi del grande match McDon-nen alza un po’ il gomito e si apparta conuna giovane e avvenente ragazza. Si fa tar-di e il bambino vorrebbe tornare a casa, cer-ca il nonno ma al suo posto trova la casset-ta di birra che gli aveva fatto da seggiolinoe le chiavi del suv. Presi i due oggetti, il bam-bino sale in auto e mette in moto, sorpren-dendo così Kid e l’occasionale compagna;mentre Tray chiede spiegazioni sul perché idue siano in macchina e il nonno non abbiapiù la maglietta, la vettura si muove, ma for-tunatamente il piccolo riesce a pigiare il fre-no un attimo prima di scontrarsi con un’al-tra vettura. L’arrivo della polizia mette finea tutte le scomode domande di Tray. Corsoin centrale per recuperare il figlio, un BJ pre-occupato e infuriato chiede a Kid di non far-si più vedere.Il giorno dopo Conlon comunica a Slate chel’incontro non si terrà; ovviamente questoporta alla disperazione il manager, ormai

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CINEMATROGRAFIA SPORTIVA / Il Grande Match

convinto di aver organizzato il match delsecolo, e fa arrabbiare The Kid, che si recaa casa del rivale per affrontarlo e avere spie-gazioni. Razor non vuole però rivelare ilvero motivo della sua decisione e si limitaad ammettere che il rivale è migliore di lui.Tutto sembra finito, ma una sera Razor entrain un caffè e trova un ex collega del cantie-re, licenziato per esubero del personale mache fortunatamenteha trovato impiegocome cameriere. Dalui il campione vie-ne a sapere che alcu-ni suoi ex colleghihanno già acquistatoi biglietti per ilmatch e hannoanche scommessoun po’ di soldi sullasua vittoria; nonavendo il coraggiodi comunicargli chein realtà il match èsaltato Razor cercadi tergiversare, maviene gelato dallaconsiderazione delsuo amico “Nonscommettiamo soloper amicizia: unavincita ci servirebbe!” ovvio l’intento eco-nomico. Ben conscio di quanto sia difficilesbarcare il lunario con pochi soldi, Razortorna sui suoi passi e decide di risalire sulring.Il giorno della sfida è il climax di tutto quan-to Segal ci ha proposto durante il film: TheKid, che ha ritrovato BJ come allenatore, eRazor si affrontano. Le sequenze del match sono forse un po’troppo lunghe e melodrammatiche per il rit-mo che finora ha avuto il film, ma comple-tano il quadro della vicenda umana in tuttele sue sfaccettature. Alla 10ª ripresa, The Kidviene a sapere da BJ del problema all'occhiodi Razor, ma non si lascia impietosire e sfrut-ta il vantaggio per atterrare l'avversario, poiperò l’orgoglio prevale e, volendolo affron-tare al meglio delle capacità, lo aiuta a rial-zarsi provocando lo stupore del pubblico.L'incontro si avvia verso la fine ed è la vol-

ta di Razor di mettere a tappeto il rivale conun gancio, ma prima che il conteggio arrivia 10, aiuta The Kid a rialzarsi, lasciando ilrisultato del match nelle mani dei giudici: larivalità, anche se covata per anni, non puòche farsi da parte di fronte alla sportività.L’incontro verrà vinto da Razor, con unoscarto di pochi punti. Tre mesi dopo troviamo Slate, Conlon e

Razor davanti alla tv intenti a guardare TheKid esibirsi a “Ballando con le Stelle”: lavoglia di riflettori non l’ha abbandonato.“Il grande Match”, titolo originale “TheGrudge Match”, forse non è uno dei filmmigliori di De Niro e Stallone, ma porta allaluce temi spesso trascurati, come la neces-sità di reinventarsi una vita una volta smes-sa la carriera da atleti e di come spesso sivenga considerati inutili quando non si è piùgiovani. Infatti le continue allusioni alla loroetà sono sempre fatte in tono scherzoso e iloro volti si trasformano in maschere perfet-te per gestire queste frecciatine. “Il Grande Match” è anche un perfettoesempio di crossover cinematografico purocon molta autoironia e grande impegno, coni continui rimandi a “Toro Scatenato” e“Rocky”, qui citatissimo nelle scene in cuiStallone tracanna i tuorli d’uova al mattinooppure il prendere a pugni dei quarti di bue

in una cella frigorifera.Per concludere, una veloce carrellata suiprotagonisti: Stallone, che già abbiamo vistoin questa rubrica, lo ricordiamo per “Roc-ky” e “Fuga per la Vittoria”, ma anche per“Demolition Man” e la trilogia de “I Mer-cenari”, un altro esempio di crossover cine-matografico.Di Robert De Niro, non avendo bisogno di

presentazioni,mi limito aricordare che èun attore versa-tile e intenso;interprete, tra itanti, del film suJake La Motta“Toro Scatena-to” del 1980, “IlPadrino”, “TaxiDriver”, “Nove-cento”, “GliIntoccabili”, maanche di pelli-cole più leggerecome “Terapia ePallottole”, “Mipresenti i tuoi?”e “Il lato positi-vo”. Nel suopalmares conta

due premi Oscar: come miglior Attore nonprotagonista ne “Il Padrino” nel 1975 ecome Attore protagonista nel 19802 propriocon “Toro Scatenato”, pellicola che gli val-se anche il primo dei due Golden Globe (ilsecondo, datogli nel 2011, è alla carriera).Kim Basinger, icona della bellezza degli

Anni 80 resa celebre dai successi di “9 set-timane e mezzo” e “Batman”, ha dalla sual’essere stata insignita del Golden Globe edel premio Oscar nel 1998 come migliorAttrice non protagonista in “L.A. Confiden-tial” . Insomma, un bel cast di attori che dimostra-no come per fare un bel film non sia per for-za necessario essere sempre al meglio madare sempre il meglio possibile, come nelloSport, perché: “Non importa quanto vi allenerete, non saràmai il vostro meglio.” “È il meglio che possiamo.”

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Chi ferma la musica? Per moltissimi spor-tivi, in particolare a livello dilettantistico, lacolonna sonora è parte integrante della pro-pria disciplina. Una costante da seguire, eche può aiutare a tenere alto il livello dimotivazione nel raggiungimento di traguar-di sia psicologici che materiali. Sono tantianche i professionisti che non possono farea meno delle cuffie nelle orecchie, almenoprima delle loro performance. Uno su tuttiMichael Phelps, fenomeno americano delnuoto, che si è sempre rifiutato di rivelarela propria "playlist" ascoltata prima dellegare, considerandola un elemento decisivonei record a ripetizione messi a segno. Ilcaso più "scottante" e però quello del podi-smo, disciplina che si presta particolarmen-

te all'utilizzo della musica come supportoagonistico, tanto da creare un vero e proprio"caso" con tanto di polemiche che riemer-gono ciclicamente. Lo spartiacque è stato lamaratona di New York 2007, in cui per laprima volta si è messo nero su bianco ildivieto di utilizzare cuffie, iPod e lettorisimili durante lo svolgimento della manife-stazione. Pochi mesi dopo, in Minnesota, siè chiamata addirittura la polizia per perqui-sire i partecipanti. Il motivo ufficiale, lasicurezza e le richieste delle assicurazione,ma sta di fatto che da subito si sono levatevoci contro "doping emotivo". La musicaagisce come stimolo, arriva perfino amigliorare l'ossigenazione del sangue, ma lofa in maniera diversa per alcune persone:giusto quindi per livellare le chance, undivieto totale? Anche in Italia, per quanto

Il ritmo giustoMusica sì o musica no? Per quanto riguarda il podismo agonistico, le regoleparlano chiaro, con il divieto di utilizzare supporti tecnologici durante le gare.Semplici motivi di sicurezza o "doping emotivo?

L'applicazione del momento:RockMyRun

RockMyRun permette agli appassionati di corsa di ricercareplaylist "motivazionali" selezionandole per batti al minuto,

lunghezza, genere e perfino testi. Inoltre, su alcuni disposi-tivi, può adattare il ritmo al passo di chi la utilizza.

riguarda l'agonismo si è recepita la questio-ne: il regolamento FIDAL parla di divietodi "possesso o uso in campo di registratorivideo o a cassetta, radio, cd, radio trasmit-tenti, telefoni mobili o espedienti simili".Ma viene da chiedersi se l'utilizzo, peresempio, di "lepri" professioniste, o deicosiddetti Pace Maker scelti dall'organizza-zione per scandire i ritmi di gara, non pos-sa considerarsi equivalente. In quanto, oltread aiutare gli atleti a tenere il passo, avereun riferimento davanti a se apporta unindubbio vantaggio motivazionale per pre-venire momenti di difficoltà. Comunque, trai podisti stessi non c'è accordo: la questio-ne varia da persona a persona. Per alcuni, èimpensabile correre senza ascoltare passi erespiri, compiendo i micro-aggiustamentinecessari. Per altri, ascoltarsi durante unpiccolo affanno può essere l'inizio di unacrisi decisiva. Indipendente dalle reazioniindividuali, la domanda rimane la stessa:che senso ha squalificare, o minacciare disqualifica amatori piazzati ad un'ora dai vin-citori? La questione, che ormai si riproponeciclicamente, è per ora chiusa, senza possi-bilità di appello. Ma con il progredire dellatecnologia, e in particolare delle App dedi-cate all'allenamento, il problema si ripropor-rà molto presto...

> Marco Cortesi

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L'INTERVISTA / Mvula Sungani

Il CRDL (Centro Regionale Danza Lazio)e l’ASI hanno siglato un protocollo d'inte-sa finalizzato allo sviluppo ed al consegui-mento delle attività comuni per la promo-zione del settore Physical Dance, DanzeArtistiche e Mzoderne che comprendeanche Danza Classica, Carattere, Moderna,Contemporanea, Musical, Hip Hop, TipTap, Body Strupture, Pole Dance, Circo,Folk, Popolare, Flamenco, Tango Argenti-no, Capoeira. Ed anche le arti olistiche chestanno andando molto di “moda”.Attraverso il lavoro e l’attività del respon-sabile del settore Physical Dance, DanzeArtistiche e moderne di ASI, Mvula Sun-gani, il binomio con il nostro Ente si sta raf-forzando sempre di più. Anche perché Sun-gani ha un curriculum di tutto rispetto. Arti-sta italo-africano, inizia la sua attività nel-la ginnastica artistica agonistica. Successi-vamente, approda alla danza, studia e siperfeziona in Italia e all’estero in quellaclassica e moderna. Per questo motivo, ASIe CDRL hanno affidato a lui il settore del-la Physical.

Maestro, qual è l’obiettivo primario chenasce da questa collaborazione?“L'obiettivo è quello di creare un circuitovirtuoso in cui le strutture e gli artisti ade-renti avranno modo di usufruire di un ser-vizio (competizioni, formazione, eventi,

servizi n.d.r.) costante e diffuso sul territo-rio nazionale. Sono onorato del fatto che misia stato affidato questo compito. Bisognalavorare duro e promuovere attività, masono convinto che alla fine i risultati arri-veranno”.Il ruolo di ASI quanto è stato importan-te per questo sviluppo?“Sicuramente è stato determinante sia alivello di prestigio, che a livello di organiz-zazione. Il settore ASI della Physycal Dan-ce, Danze Artistiche e Moderne ha unastruttura oserei dire quasi perfetta, anche sesi deve sempre migliorare. Perché in alcu-ne regioni funziona, in alte di meno”.Ad esempio?È dotata, primis di un regolamento e di unorgano di gestione e controllo congiunto ilConsiglio Nazionale. Sembra una cosaovvia, ma vi assicuro, vista la mia esperien-za che non sempre è così. L'attività del set-tore è regolata da un calendario annuale del“Danzanetwork”, approvato ed emanatodall’Ente, dove ci sono tutti gli eventi uffi-ciali e/o patrocinati ASI”. Come si dividono gli eventi di questa atti-vità?“Esistono i Meeting annuali nazionali, cheprevedono l' ASI Danza Fest (rassegne ecorsi/stage/incontri/seminari), i concorsi(campionati e coppe) e le attività di forma-zione ed aggiornamento. E poi i Meetingperiodici nazionali e/o regionali che inveceprevedono corsi, stage, seminari, wor-

kshop, rassegne, concorsi (campionati ecoppe), per insegnanti e allievi. Insomma,c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Il tut-to sempre contrassegnato da una professio-nalità esemplare”.La tua esperienza credi che possa essered’aiuto?“Beh, modestia a parte si. È una vita che midedico alla danza e all’arte. Mi sono esibi-to come ballerino in tutto il Mondo, dal-l’Italia, agli Stati Uniti, poi Francia, Ger-mania e Portogallo ed ho collaborato congrandi maestri come Franco Zeffirelli,Mauro Bolognini, Gerome Savarì ed HugoDe Ana. Ritengo di poter dare una grandemano”.Come procede lo sviluppo delle variedanze nell’Ente?“Come dicevo prima, alcuni comitati han-no già mostrato molto interesse altri un po’meno, ma mi rendo conto che ci vorrà deltempo. Il progetto è vincente. Credo siaimportante innalzare sempre il livello qua-litativo dell’offerta proposta per stimolareinteresse ed attenzione sulla qualità dellanostra attività. Per tutti coloro che volessero saperne di piùconsiglio intanto di consultare ilsito www.crdl.it, nel menù Danza Networkci sono tutte le info. Oppure nella paginaFacebook “ASI Danze Artistiche e Moder-ne” si possono vedere tutti gli incontri e lemanifestazioni che organizziamo”.

> Paolo Signorelli

“Grazie ad ASIi risultatiarriveranno”

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SPORT EQUESTRI

Al via la stagione2015 del settore sport equestri ASI

Gennaio è per definizione un mese bifronte,a partire dal suo stesso nome, che viene daquello del dio latino Giano: due volti, unorivolto al passato e uno al futuro, Janussegnava i limiti e faceva da discrimine,appunto, tra le cose già accadute e quelle avenire. Quale momento migliore, allora, perfare bilanci e programmi e guardare avantiguardandosi indietro?Come ha fatto ASI – Settore sport equestri,che il 19 gennaio scorso ha incontrato alPalazzo delle Federazioni sportive di Roma

i protagonisti della stagione equestre appe-na conclusa, presentando i prossimi impe-gni. A tenere le redini di una giornata intensa -da un lato i premi per i trofei e circuiti 2014e dall’altro le attività del 2015 - la signora dicavalli Maria Lucia Galli, condirettore delgiornale web Cavallo 2000, che con compe-tente levità ha coordinato i numerosi inter-venti.In apertura, il Presidente Asi Claudio Barba-ro ha sottolineato l’importanza della forma-zione: tecnici di settore qualificati e costan-temente aggiornati garantiscono chi pratica

uno sport e chi lo insegna, rafforzando la cre-dibilità dell’Ente di appartenenza. E’ statoEmilio Minunzio, responsabile del settoreSport Equestri, a evidenziare come Asi siaoggi un punto di riferimento per tutto il com-parto equestre, grazie anche al livello di atti-vità decisamente elevatissimo per un Ente diPromozione Sportiva.Ancora formazione nell’intervento di Nico-letta Angelini, che come membro della com-missione Asi dedicata ha illustrato i corsi,sottolineando che essi sono rivolti a ”istrut-tori-persone”: competenza equestre e arric-chimento personale sommati per sviluppare

> Federica Marino

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che quindi dà prestazioni atletiche miglio-ri…Da Heuberger anche l’apprezzamento perl’”apertura mentale” mostrata da Asi rispet-to al metodo Parelli, che ha portato nel 2014alla partnership con l’Horsemanship svilup-pata dal noto “sussurratore”. Prima tornatadi coppe e medaglie, per la gioia dei giova-ni atleti: con i premi del Trofeo amatoriale2014, anche quello dedicato al ricordo del-l’istruttore Marco Nanni, prematuramentescomparso, e consegnato dalla moglie e dalfiglio Eros all’Associazione GLA Stables.A motivare il riconoscimento, l’apprezzabi-le e professionale attività di insegnamentodell’avviamento all’equitazione dimostratadurante tutto il Trofeo 2014.Non solo monta inglese: il mondo westernè stato raccontato da Ferruccio Badi, che haannunciato per il 2015 nuovi appuntamentiagonistici, mentre il referente per l’equita-zione di campagna Tiziano Bedostri ha sot-tolineato la diffusione e le potenzialità diquesta disciplina, impegnativa dal punto divista tecnico e capace di conquistare unampio bacino di potenziali cavalieri inna-morati della natura. Premio speciale all’as-sociazione I.B.R.A., per l’eccezionale coin-volgimento di pubblico e di partecipanti alleattività nella disciplina spettacolare ed eco-nomicamente sostenibile del barrel racing,lo “slalom” tra i barili. Chiara Minelli, del-la commissione Discipline equestri integra-te, ha raccontato un settore in crescita e dal-l’ampia portata sociale e tutto il lavoro, fati-

coso eppure stimolante, che si nasconde die-tro la formazione di un binomio con i ragaz-zi speciali. Ancora premi: ai partecipanti al circuito,agli atleti e alle società più presenti pernumero di partecipanti e di percorsi affron-tati, ai migliori tecnici emergenti e all’asso-ciazione con il cavallo più “generoso”, quel-lo cioè che ha effettuato il maggior numerodi percorsi durante il circuito. Il premio Bar-bara Morani è stato assegnato all’associa-zione Il Sagittario, grazie al cavallo Orlan-do, 29 anni, in salute: un esempio da segui-re.E ancora Barbara Morani è stata ricordatanel suo impegno di amazzone e per i ragaz-zi con disabilità, attraverso il libro “Rey – Ilcavallo che visse due volte”. Rinaldo Boc-cardelli ha scritto, proprio con Barbara, lastoria di un galoppatore “impossibile” resti-tuito a una vita lunga e serena grazie allacocciutaggine di tante persone che in quelcavallo hanno visto, oltre l’atleta, un indivi-duo e ne hanno conquistato il rispetto e lafiducia. L’autore ha presentato il libro nel-l’ambito dell’iniziativa Cavalli da Leggere,la biblioteca equestre promossa da Asi conEquitare e nata da un’idea dell’associazio-ne romana L’Auriga, anch’essa premiatacon i suoi atleti nella giornata al Palazzo delConi.Una giornata ricca e stimolante, che ha mes-so insieme esperienze, progetti ed energie:l’anno che si è appena aperto seguirà inarmonia.

attenzione, sensibilità e riflessione sulle tan-te sfaccettature dell’Universo Cavallo. Il benessere negli interventi successivi: pri-ma i veterinari Marcolini e Di Corinto, del-la commissione Asi Salute del cavallo e delbinomio, e poi Rolando Heuberger, istrutto-re Parelli di terzo livello, hanno evidenzia-to la necessità per il cavallo di una vita sana,equilibrata e rispettosa delle sue caratteristi-che etologiche. L’attenzione al benessere sitraduce non solo in un cavallo dalle miglio-ri prestazioni atletiche, ma anche e soprat-tutto in un cavallo “che sta bene” e che inte-ragisce volentieri con il proprio umano. E

Premiazione discipline integrate

Premiazione discipline western

Premiazione diMarco Nanni

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SPORT EQUESTRI

Cavalli ed equitazione non sono a Pinerolosolamente un ricordo del passato e dei fastidella Belle Epoque. La tradizione equestredella città rivive in ogni angolo, mentre neidintorni sono numerosi i maneggi, i centriippici e gli allevamenti: a Vigone è ospitatoVarenne, grande trottatore, vincitore dei piùprestigiosi premi internazionali.Perché la cavalleria a Pinerolo? Le originirisalgono alla Scuola Militare di Equitazio-ne voluta nel 1823 in Venaria Reale dal Redi Sardegna Carlo Felice, con lo scopo dipreparare nell’arte equestre gli ufficiali deicorpi di Cavalleria, gli ufficiali delle variearmi e le persone addette alla corte. Nel1848, per fronteggiare le esigenze della Pri-ma Guerra d’Indipendenza, la Scuola ven-ne sciolta, il personale e i cavalli ripartiti neivari corpi di Cavalleria. Al termine dellacampagna del 1849, il 20 novembre, la

> Francesca Bottaro

Pinerolo, l’eccellenzache non c’è più

Scuola fu ricostituita in Pinerolo, con ladenominazione di Scuola Militare di Caval-leria, sia per motivi strategici sia per lavolontà e la disponibilità dell’amministra-zione comunale che, con lungimiranza, ave-va pienamente compreso e valutato le sicu-re ricadute economiche che potevano scatu-rire dall’insediamento della Scuola. Ospita-re la Scuola di Cavalleria significava trasfor-mare la città, rilanciare un’area in continuomovimento grazie a un nuovo, diffuso evivace risveglio commerciale e industriale,determinando anche un nuovo impulso a tut-ti quegli impieghi artigianali legati all’atti-vità equestre. L’8 novembre 1849 il Consi-glio Comunale di Pinerolo deliberava unostanziamento aggiuntivo in bilancio per rea-lizzare le infrastrutture necessarie ad acco-gliere l’importante istituzione. Il progettoper la costruzione della prima manica delnuovo quartiere di Cavalleria (1849) fufinanziato con un prestito obbligazionario

con cedole nominative e al portatore (BOC).Nel 1853 il nuovo quartiere aveva unadisponibilità di 429 piazze per cavalli e 236posti letto e il 16 ottobre 1860 furono intra-presi altri lavori: si elevò di un piano l’ala diponente, si ultimò la testa di ponente perl’ala di mezzanotte con un’ulteriore spesa enel 1862 iniziarono gli scavi per le fonda-menta della nuova manica. Già nel 1860 laCittà di Pinerolo era in grado di ospitare cir-ca 600 uomini e più di 600 cavalli.Oggi Pinerolo è ricordata nel mondo per ilmetodo innovativo introdotto dal CapitanoCaprilli (ideatore del metodo naturale,sistema rivoluzionario per condurre ilcavallo assecondandone i movimenti. LaScuola di Cavalleria di Pinerolo divenivacosì per molti paesi esteri (33 nazioni) uncentro di eccellenza in cui inviare istruttoria modellarsi sul sistema italiano. La Scuo-la continuò ad esistere fino al 1943, quan-do fu drammaticamente saccheggiata permotivi bellici. Finì così, tristemente,un’epoca gloriosa per la città e la “sua”Scuola. Pinerolo perse quell’istituto milita-re che in novantaquattro anni aveva rappre-sentato un’enorme fonte di prestigio e fuci-na d’innovazione.

MUSEO STORICO DELL’ARMA DI CAVALLERIAIl Museo, nato nel 1968 per volontà dellaSocietà Amici del Museo della Cavalleria,ha sede nell’antica Scuola di Cavalleria eraccoglie nei suoi 6.000 metri quadrati diaree espositive, divise su tre piani, 33 sale eoltre 200 vetrine che narrano, attraverso inumerosissimi oggetti esposti, la storia del-la Cavalleria Sabauda e Italiana dal 1683 aiEsercizi di assetto, passaggi su cavalletti

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giorni nostri. Il visitatore può percorrere treitinerari diversi: nel primo, l’evoluzione del-l’uniforme italiana di Cavalleria dal 1861 aigiorni nostri, osservata attraverso l’esame dicentinaia di fotografie d’epoca, quasi sem-pre inedite, corredate da approfondite dida-scalie, disposte su 23 espositori piani; nelsecondo, oltre 1500 tra copricapo e unifor-mi con i loro accessori, in uso dall’Unitàd’Italia a oggi, illustrati attraverso lo stral-cio dei giornali militari dell’epoca e la ripro-duzione delle relative tavole sinottiche; nelterzo, le medaglie, le decorazioni e gli Ordi-ni Cavallereschi di cui furono insigniti gliUfficiali dell’Armata Sarda prima e delRegio Esercito poi, anch’essi corredati daampie schede informative. Notevole la gal-leria delle carrozze e dei mezzi corazzati alpiano terra con la ricostruzione di unamascalcia reggimentale. Lungo lo scalone sipuò vedere il monumento al capitanoCaprilli opera dello scultore LeonardoBistolfi, eretto nel 1910. Il medaglione inaltorilievo che lo raffigura sovrasta un bas-sorilievo in marmo rappresentante tre caval-li e un cavaliere. Notevole anche l’esposi-zione di oltre 65.000 soldatini di piombo.

Interessante il Polo culturale costituito dauna biblioteca militare e da una bibliotecadel cavallo che custodiscono importantiopere edite tra il XV e il XIX secolo, la foto-teca nella quale è conservata una ricca docu-mentazione, attraverso lo studio della qualeè possibile ripercorrere la vita della Scuoladal 1861 a oggi.

IL SALONE DEI CAVALIERICosì denominato in onore dei cavalieri del-la Scuola di Cavalleria di Pinerolo che sog-giornavano in questi ampi saloni in attesa dipartecipare alla vita della Scuola (studio,attività equestri,…). Oggi ospita incontri,mostre e conferenze.La Cavallerizza “Federico Caprilli” attual-mente sede del Centro Ippico Militare delReggimento “Nizza Cavalleria”, vennecostruita nel 1910 dal Genio Militare per leattività della Scuola di Cavalleria e intitola-ta al Capitano Federico Caprilli, fondatoredell’equitazione naturale. È il più anticomaneggio coperto in Italia, ma è anche lapiù grande struttura coperta d’Europa, con

una pregevole qualità architettonica, al paridi quella di Berlino, Mosca e Vienna. Misu-ra 70 metri di lunghezza per 35 di larghez-za con una struttura tutta in metallo compo-sta da nove capriate, che formano una solacampata non sorretta da colonne. Le paretisono in muratura e rivestite, fino a 2,20 metridi altezza, di una speciale zoccolatura detta“ginocchiello” composta da tavole di laricee quercia opportunamente inclinate perfavorire i movimenti dei cavalli e dei cava-lieri. Il fondo è invece composto da un bat-tuto di cemento, da uno strato di ciottolatoe carbone e infine da 30 centimetri di sega-tura omogenea di legna di essenza forte,mentre l’illuminazione è garantita dalle altee ampie finestre laterali e dagli ampi lucer-nari. La “Cavallerizza Caprilli” è stata peranni il fulcro delle attività della prestigiosaScuola di Cavalleria, ha anche ospitato oltreai concorsi ippici, mostre e grandi eventi.Oggi è utilizzata dagli allievi del CentroIppico Militare del Reggimento “NizzaCavalleria”.Il campo ostacoli intitolato al capitano “Tan-credi di Savoiroux” compagno d’armi diCaprilli - pioniere della nuova scuola e delnuovo metodo di cavalcare, del quale com-prese l’utilità e praticità – è situato nel com-prensorio della Caserma Litta Modignani:era il campo ostacoli e di addestramento del-la Scuola di Cavalleria. Sino agli anni ses-santa è stato utilizzato con il galoppatoio diBaudenasca per grandi eventi ippici, diven-tando palcoscenico per i migliori protagoni-sti nazionali e internazionali di equitazione.La sua riduzione per la costruzione dellaScuola del Servizio Veterinario Militare, haannullato le sue potenzialità per l’organiz-zazione di grandi eventi ma conserva oggiun bellissimo campo ostacoli idoneo perconcorsi nazionali.Il Galoppatoio di Baudenasca era parte inte-grante della Scuola di Cavalleria con la suaampia pista elicoidale che misurava 3.500metri per 22. Il Galoppatoio di Baudenascaè stato utilizzato fino agli anni settanta perimportanti concorsi ippici che hanno visto imigliori cavalieri nazionali e internazionaliconfrontarsi in questo palcoscenico dellamagia equestre.Ai posteri, purtroppo, solo racconti.

Il capitano di cavalleria Federigo Caprilli

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SPORT EMERGENTI / Parkour

Uno dei fiori all’occhiello dell’Asi, la cuiattività è volta all’affermazione di unadisciplina emergente, è senza dubbiol’Associazione sportiva dilettantisticaParkourovereto che nasce a Rovereto nel-l’ottobre del 2011 per volontà di un grup-po di ragazzi che praticano parkour instrada. Il loro spontaneismo sportivo atti-ra l’attenzione del Presidente del Comi-tato Provinciale ASI-Trento con il qualeinizia una fattiva e costruttiva collabora-zione.Dal 2013 la storia dell’Associazione siintreccia con quella dell’ASI-Trento chela riconosce come disciplina di rilievo

sociale volta a far fare sport a giovani dicategorie meno agiate per creare un con-tenitore educativo, ludico ed aggreganteed offrire ai giovani un’opportunità dicanalizzare la propria energia in un’atti-vità sana con valori tesi al rispetto delproprio corpo, della propria mente e del-l’ambiente circostante.Nel Gennaio 2014 l’Associazione Italia-na Parkourovereto e la Scuola NazionaleParkour ASI ottengono il patrocinio del-la Comunità di Valle “Vallagarina” delComune di Rovereto e dell’AgenziaSport Vallagarina.La mission dell’Associazione è quella di

radicarsi nella provincia di Trento e offri-re la propria esperienza a ragazzi con pro-blemi di adattamento e di disciplina. Particolarmente significativa e funziona-le al progetto la sinergia con Vivilacittà,struttura con la quale Parkour Veneto hastretto un’ intesa, che vuole sviluppareprogetti per i diversamente abili, per aiu-tarli a combattere la sfida contro le bar-riere architettoniche. Studiati particolari allenamenti volti adaffrontare gli ostacoli presenti nella vitaquotidiana per permettere loro di affron-tare al meglio il loro “percorso” di vita.C’è inoltre la volontà di proporre ai gio-vani i valori di riferimento propri delparkour volti a conoscere la soglia delnostro limite e cercare di innalzarla gra-dualmente approcciando l’ostacolo conla giusta concentrazione e determinazio-ne, dopo un lungo ed intenso allenamen-to. Gli istruttori certificati Asi, Coni eFIPK Federazione Italiana Parkour alivello nazionale rappresentano unagaranzia di impegno, aggiornamentocostante e grandissima professionalità ecompetenza.Il parkour tende naturalmente a valoriz-zare lo sport all’aperto e gli ambientiurbani come spazi di aggregazione e disviluppo. Predisporre il praticante allaconcezione dell’ambiente urbano circo-stante non come un luogo ostile bensìcome importante polo di crescita fisica ementale.Il progetto prevede corsi di parkourall’interno anche negli istituti scolasticidella Provincia di Trento con raggiungi-mento di 500 iscritti.

Parkourovereto fiore all’occhiello dell’ASIA Rovereto l’associazione ha iniziato un costruttivo percorso per l’affermazione delladisciplina che piace ai giovani. Tra gli obiettivi quelli di entrare fattivamente nel mondodella scuola e di dare un’opportunità ai diversamente abili di fare sport

Il corso di parkour nelle scuole si articolerà in lezioni di preparazione fisica e mentale, diviso in tre fasce:

•Avviamento alla pratica sportiva di in eta’ scolastica e pre-scolastica: dai 7 ai 20 anni •Avviamento alla pratica sportiva di adulti: dai 21 ai 45 anni •Corsi posturali attraverso la pratica parkour per utenti over 65 anni. Il Programma è studiato per lezioni di due ore, una volta alla settimana. Si richiede un Certificato medico per Attività Sportiva e l’autorizzazione di un genitoreper i minorenni. Mercoled, palestra Orsi, via Tommaseo 4, Rovereto, ore 18.30 – 20.30. Corso base per principianti livello intermedio. Altri giorni tempo permettendo giardini pubblici all’aperto da localizzare.

Il corso parkour si articolerà attraverso il seguente programma:

1. Conoscenza del proprio corpo (preparazione) 2. Allenamento aerobico e anaerobico (preparazione) 3. Approccio agli ostacoli (fondamentali) 4. Studio singole tecniche (tecniche base) 5. Studio dinamica del percorso. (percorso) 6. Prove pratiche di percorso indoor (percorso) 7. Prove pratiche di percorso outdoor (percorso)

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SPORT&SALUTE/ Meeting fitness

Negli ultimi anni l’attività sportiva dilet-tantistica ha ricevuto particolare attenzioneda parte del legislatore. Infatti, oltre all’in-troduzione di norme di carattere civilistico,finalizzate a dare certezza giuridica all’as-sociazionismo sportivo, numerosi sono sta-ti i provvedimenti fiscali finalizzati a soste-nere le società e le associazioni sportivedilettantistiche nello svolgimento della loroattività. Così oggi un ente sportivo dilettan-tistico, indipendentemente dalle propriedimensioni, può contare su una gestionefondata secondo regole predeterminate e,allo stesso tempo, sotto il profilo tributario,può fruire di rilevanti agevolazioni. L’attività dilettantistica sportiva deve esse-re svolta in modo permanente, con atten-zione e continuità. La normativa prevede ladivulgazione e la pratica dell'attività spor-

tiva, l’attuazione di protocolli didattici perl’attività sportiva svolta da Allenatori, Atle-ti, Tesserati/Soci; l’organizzazione/parteci-pazione ad Eventi, Manifestazioni, Stageatti a valutare le performance sportive; lapartecipazione a Competizioni, Gare,(interne ed esterne al Centro Fitness) anchecon la presenza di giudici sportivi. MeetingFitness si in questo quadro, organizzandouna competizione sportiva dilettantistica atutti gli effetti che riunisce diverse discipli-ne del fitness. In dettaglio, gli esercizi chevengono considerati sono quelli di Disten-sioni (panca piana), Trazioni (lat avanti),Pressa (leg press orizzontale), Cardio Sport(corsa endurance), Flex Sport (flessibilitàbusto).Tutte le attività vengono svolte direttamen-te presso la propria sede operativa (sia pro-

I re del fitness

La manifestazione hal'obiettivo di proporre

una competizionesportiva a tutti gli effetti

che abbracci tutte lediscipline del fitness.Questo per dare agliatleti la possibilità di

sfidarsi in modoregolamentato epermettendo alleSocietà o A.S.D.

di operare nel pienorispetto delle normative

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vinciale, regionale e nazionale), alla pre-senza dell’Allenatore (certificato ASI), di 2membri di giuria Giudice di Gara (interni)e di un Giudice Supervisore (esterno),entrambi certificati ASI. Tutti i risultati diogni singolo atleta o gruppo di atleti ven-gono poi sommati, arrivando così ad unindice di performance metabolica che desi-gnerà il vincitore.Non sempre è così facile e semplice dimo-strare che l’attività svolta nei centri fitnesso nelle palestre sia riconducibile alla pro-mozione dell’attività dilettantistica sporti-va. Spesso, a causa di errate interpretazio-ni o di una errata impostazione dell’attivi-tà svolta motoria presso i centri fitness èpossibile incorrere in contestazioni: Mee-ting Fitness si propone come una soluzio-ne possibile.

QUESTE LE CATEGORIE PREVISTE PER LA COMPILAZIONE DELLE VARIE CLASSIFICHEJUNIORES FITNESS under 18 maschile e femminile individuale SPORT FITNESS over 19 – under 40 maschile e femminile individuale SPORT FITNESS GROUP over 19 – under 40 maschile e femminile a squadre (3 atleti)MASTER FITNESS over 41 – under 60 maschile e femminile individuale MASTER FITNESS GROUP over 41 – under 60 maschile e femminile a squadre OLD FITNESS over 61 maschile e femminile individuale

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SPORT&SALUTE/ Meeting fitness

CLASSIFICHE FINALI DI MEETING FITNESS 2013/2014JUNIORES FEMMINILE 1 NUCA CRISTINA BODY EVOLUTION 2 CONTE SILVIA MOVIDA 3 FALCONETTI LINDA ZERO 10

JUNIORES MASCHILE 1 DRUTA PETRU OTIUM 2 PAVIA RICCARDO ZERO 10 3 GROTTO STEFANO MOVIDA

OLD FITNESS FEMMINILE 1 NARDO LAURA FITNESS FORMULA 2 GASPARINI FRANCA FITNESS FORMULA 3 AFFOLATI IMELDA PER LO SPORT 4 U

OLD FITNESS MASCHILE 1 GALTAROSSA RENATO ZERO 10 2 ZOTTI FABIO FITNESS FORMULA 3 BELLIGI CESARE PALESTRA PIRAMIDE

MASTER FITNESS FEMMINILE1 DEL GUASTA CRISTINA EMME100 2 COLPANI LAURA FITNESS FORMULA 3 SANTELLO CHIARA RIVIERA DEL BRENTA

MASTER FITNESS FEMMINILE1° EMME100 DE BONI PIETRA, FORNEA MARTA, GIUNTA STEFANIA 252° BODY EVOLUTION ZANNI GABRIELLA, GNOCCO PATRIZIA, LODO AMALIA 333° ZERO 10 GIACHELLE MARTA, ZANOVELLO CRISTINA, LORENZI ISABELLA ZEKA 37

MASTER FITNESS MASCHILE1 TOSO CARLO FITNESS FORMULA 2 TOLLIN FABIO RIVIERA DEL BRENTA 3 UMPETTI ANDREA AEFIT

1 BODY EVOLUTION FERRO RAFFAELE, FERRARESE RICCARDO, ANDREOTTI GIANNINO 252 RIVIERA DEL BRENTA 1 CARRARO VITTORIO, SACCON EMILIANO, ROCCO ENRICO 373 EMME 100 BRAVI ENRICO, MIOTTO ROBERTO, MONETTI IVANO 38

SPORT FITNESS FEMMINILE1 MASIERO SILVIA FITNESS FORMULA 2 FAVARIN VERONICA EMME100 3 MONTAGNANI MARTINA PALESTRA PIRAMIDE

SPORT FITNESS MASCHILE1 BARRACO GIACOMO EMME100 2 DALAN NICOLO' YOU & MOTION 3 GALLO MIRKO OTIUM

SPORT FITNESS FEMMINILE1 FITNESS FORMULA SALVETTI ELISA, SEGALINA SILVIA, JUAREZ LORENA 182 BODY EVOLUTION 1 PILOTTO STEFANIA, DEMIJAN CLAUDIA, CECCONELLO CHIARA 333 AEFIT PELLEGRINO MONICA, BONGINI MARTINA, VALERIO VALENTINA 41

SPORT FITNESS MASCHILE1 EMME100 1 BETTIO NICOLA, PALLADINO CARLO, CECCATO MARCO 15 2 EMME100 2 MINOZZI CRISTIAN, RIGHETTO JACOPO, AMODIO GIANPAOLO 28 3 RIVIERA DEL BRENTA 1 COCCATO CHRISTIAN, GRIGGIO SIMONE, ROVOLETTO NICO 47

*Le classifiche complete sono riportate nei seguenti siti  www.asifitness.it - http://www.asifitness.it/meetingfitness/

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Un’iniziativa di informazione scienti-fica e culturale interamente dedicataalle diete, rivolta a tutti e finalizzata allaprevenzione, alla cura e all’educazionealimentare. Dieta Live è un evento chesi terrà a Roma il 28- 29 marzo 2015 alPalazzo dei Congressi e prevede conve-gni tematici, eventi culturali e di intrat-tenimento, ai quali prenderanno parteAssociazioni, Fondazioni, Enti e Socie-tà private tra le più rappresentative alivello nazionale che operano nel setto-

re della nutrizione. Tra le iniziative inprogramma anche il convegno organiz-zato dall’Ospedale Pediatrico BambinoGesù sul tema “Dieta, alimentazione esalute nel terzo millennio”. Un ‘areaespositiva di oltre 5000 mq, all’internodella quale verranno allestite mostrefotografiche a tema, performance di dan-za, musica jazz dal vivo, e, per i più atti-vi e dinamici, performance non stop deifitness trainer con corsi dedicati anche aipiù piccoli. Per i più spirituali, corsi diyoga la domenica mattina e per tutti, unpunto cocktail all day long, rigorosa-mente no alcoolNell’ambito delle due giornate non pote-va mancare una iniziativa dedicata alsociale ed in particolare una campagnadi sensibilizzazione sul bere responsabi-le, con il Patrocinio dell’AutomobileClub d’Italia, titolata “Happy Hour insicurezza” dedicata ai giovani. Per completare il percorso informativocon il senso del bello e dell’arte visiva,due mostre fotografiche con immaginisuggestive, intitolate: I Colori dellaSalute e Nutrire il Futuro.

Dimmi che dieta fai...Un convegno di nuovagenerazione, dedicato

a alla cura di corpo e mente, porterà

al Palazzo dei Congressidi Roma i temi

dell'alimentazione e dellacorretta attività fisica. Chiama prendersi cura di sé,

non potrà mancare

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tuttonotizie

LA BAVISELA DI TRIESTE SI E’ AFFILIATA ALL’ASIL’Associazione Bavisela di Trieste, organizzatrice di varie manifestazioni di cor-sa su strada nella zona del Friuli con una massiccia partecipazione di atleti si èrecentemente affiliata all’Asi al fine di contribuire alla crescita organizzativadell’ Asi nel capoluogo giuliano. La società si è costituita nel 1997 ed è presie-duta da Fabio Carini, il quale si avvale di numerosi e qualificati collaboratori.Il prossimo impegno organizzativo sarà 2^ Faro della Vittoria Light Rice che sisvolgerà il 29 marzo con la partenza da Piazza Unità d’Italia, uno delle piazzesimbolo di Trieste e arrivo in salita al Faro della Vittoria. L’impegno organizza-tivo proseguirà il 3 aprile con la 3^ edizione della Trieste Solowomen Run, garadi corsa su strada riservata alle sole donne, quindi l’11 luglio con la 4^ Stra-Trieste by Night, gara in notturna nel centro cittadino. Ultimo impegno il 13dicembre con la 4^ Trieste Christmas Run, con partenza sempre da Piazza Uni-tà d’Italia e arrivo allo storico Castello di San Giusto. (Marco Casiello)

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LUDOPATIA COME PIAGA SOCIALE:IMPORTANTE CONVEGNO A PRATO La sala della Circoscrizione di Prato harecentemente ospitato il convegno“Ludopatia (gioco d’azzardo) piagasociale del XXI secolo”, organizzato e for-temente voluto da ASI.Un incontro importante per affrontare unproblema ormai all’ordine del giorno esempre più frequente.In questo momento storico, infatti, dovel’Italia sta vivendo una gravissima situa-zione politica, sociale e soprattutto eco-nomica, il popolo è posto di fronte allagrande difficoltà nel trovare lavoro.Tante le famiglie che si ritrovano nell’im-possibilità di far fronte alle proprie speseed alla crisi. Questo ha alimentato undisagio sociale sempre più diffuso. Edallora ecco che, quando le normali fontidi guadagno non bastano più, le residuesperanze di un futuro migliore portanotante persone a rifugiarsi nel gioco d’az-zardo. Sia quello legalizzato che non.Il convegno ha fornito spunti interessan-ti per cercare di combattere ed arginarequesta attitudine.La giornata si è aperta con la presenta-zione del dottor Pasquale Petrella, che haintrodotto i contenuti e le intenzioni delconvegno, facendo riferimento alla LeggeRegionale emanata in materia che disci-plina i punti di gioco e informando sulladiscussione in Consiglio Comunale suiproblemi del fenomeno. Poi è stata la vol-ta di Claudio Barbaro, presidente Nazio-nale di ASI, che ha spiegato le motivazio-ni per cui l’Ente si impegna e si impegne-rà per rendere visibile e risolvibile questoproblema. “Troppe persone oramai sonoentrati nel vortice di questa malattia, por-tando alla rovina se stessi e le propriefamiglie. come Ente di promozione spor-tiva e sociale riteniamo doveroso e neces-sario cominciare ad affrontare la piagadel gioco a livello comunitario ed affron-tarlo in maniera profonda e nelle variesfaccettature, cercando di sensibilizzare e

coinvolgere i cittadini ed i funzionari pub-blici in modo da trovare la strada per argi-nare il problema”.Subito dopo, ha preso la parola la dotto-ressa Maria Laura Simonetti, prefetto del-la provincia di Prato. Aseguire, molto interessanteè stata la spiegazione del-la dottoressa Laura Gelli,psicologa e psicoterapeu-ta, la quale ha posto l’ac-cento sulle le motivazioni ela psicologia del gioco e sucome, in breve tempo, daldivertimento si possa arri-vare a parlare di “patolo-gia”. È intervenuto anche ilsindaco della città, MatteoBiffoni, che ha fatto riferi-mento alla discussione inconsiglio Comunale delproblema e della volontà disensibilizzare le famiglie,partendo dalle scuole. Ilconvegno è proseguito coni pareri della Dott.ssaRosanna Sciumbata che haevidenziato la patologia e imetodi per intervenire, par-lando naturalmente dell’importanza del nucleofamiliare per cercare diguarire. Presente a “Ludo-patia (gioco d’azzardo)piaga sociale del XXI seco-lo” anche Luca Mattonai,presidente regionale ASI eSebastiano Campo, compo-nente della giunta esecuti-va Nazionale ASI e organizzatore del con-vegno. “Ringrazio di cuore tutti i presen-ti, dalle autorità al pubblico e mi compli-mento con voi per l’ottima riuscita dellamanifestazione. Il nostro Ente si proponecon queste manifestazioni di rendere visi-bile il fenomeno e iniziare un’opera di

sensibilizzazione sociale simile a quellaintrapresa negli anni scorsi contro il pro-blema del fumo e dell’alcolismo”.A questo punto ci vorrebbe anche l’inter-vento dello Stato, perché comunque con-

trolla e gestisce i giochi d’azzardo (AMS),incentivando comunque la pratica invecedi combatterla. Il problema è davveroserio e ASI ha voluto lanciare un messag-gio, sperando che sia soltanto il primo pic-colo mattone per combattere la ludopa-tia.

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ORGANIZZA

ROVATO (BRESCIA) “IL TRAINING DI ALTO LIVELLO”APRE LE PROPOSTE FORMATIVETARGATE ASI BRESCIANomi di spicco, temi di assoluto interesse e una buona partecipazio-ne hanno segnato la prima proposta formativa stagionale targata AsiBrescia. Sabato 17 e domenica 18 gennaio, presso la palestra Body Art diRovato si è svolto il seminario di alta formazione dal titolo "il trai-ning di alto livello". Relatori delle due giornate tre nomi di spicco delpanorama sportivo bresciano: Huber Rossi, responsabile del labora-torio di fisiologia e valutazione funzionale del Centro Marathon diBrescia; Massimiliano Spini, dietista e responsabile della valutazionefunzionale da campo e Alberto Verzeletti, trainer e preparatore atle-tico. I partecipanti hanno avuto modo di approfondire tematiche lega-te al training, dalla valutazione funzionale per la forza, a consigli peril corretto uso delle scarpe nel running passando a un FOCUS sugliintegratori e uno sulle principali problematiche algiche che affliggo-no gli sportivi. "È con enorme soddisfazione che diamo il via ad una serie di semi-nari che auspichiamo possano diventare sempre più di utilità per iprofessionisti dei settori sportivi. " commenta l'organizzatore, dott.Jacopo Inverardi   responsabile della formazione Asi all'interno delComitato Provinciale di Brescia. Il prossimo appuntamento sarà in primavera con un seminario dedi-cato al mental training ed al coaching sportivo. (Jacopo Inverardi)

CASERTAUNA BEFANA TRA VIGILI DEL FUOCOE COLPI DI TAEKWONDOL'Asi provinciale di Caserta assieme a Casertaville ed al comando pro-vinciale dei Vigili del Fuoco di Caserta, patrocinato dal comune diCaserta, come da tradizione ha organizzato in piazza Vanvitelli l'arri-vo della befana. La manifestazione è stata svolta ovviamente il 6 gen-naio ed ha avuto come perno centrale l'arrivo della befana che altrinon era che il pompiere Salvatore Alfano, salito la scorso anno allacronaca in quanto durante lo stesso evento ebbe un incidente con lacorda di protezione che gli consentiva di “volare” sulla folla, la qua-le si ruppe provocando un incidente che lo tenne sotto osservazioneper svariati mesi, fino alla completa guarigione. La manifestazione èstata caratterizzata anche dalla presenza di numerosissime societàaffiliate all'Asi, le quali hanno divertito grandi e piccini. L'evento è ini-ziato attorno alle ore 17:00, quando delle befane distribuivano ai“bambini buoni” peluches e dolciumi. La manifestazione è continua-ta con l'esibizione di Taekwondo Caserta del presidente Nicola Fusco,i cui allievi hanno intrattenuti il pubblico mostrando una tipica lezio-ne tenuta normalmente in palestra. Successivamente si è esibita lasocietà Muay Thai di Raffaele Vitale, che ha fatto esibire i propri atle-ti in combattimenti ed esercizi vari tutti rigorosamente a corpo libe-ro. Altra società presente è stata la Moving Art di Giuseppe D'Apiceche ha fatto un'esibizione con aste pugnali e spade. Sempre la socie-tà del presidente D'Apice ha intervallato le varie esibizioni con ballie canti tipici campani, molto apprezzati dal pubblico presente. A mar-gine della serata è stato premiato dal sindaco il pompiere Alfano edè stata eletta Miss Befana 2015.

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ROMA, SECONDA PROVA DEL CIRCUITO REGIONALE DI NUOTONel bellissimo centro dell’Olgiata 20.12 l’ASIha portato a conclusione anche la 2^ provadel suo circuito regionale di nuoto, che havisto nella piscina romana 14 società presen-ti. Con la gara principale a stile libero, valevo-le per la qualificazione alla finale regionale eper l’acquisizione dei punteggi per la classifi-ca annuale, e la gara test a delfino, i numero-si nuotatori hanno dato vita ad una entusia-smante manifestazione condotta ancora unavolta a tempi da record dalla solita organizza-zione. Protagonisti della manifestazione i vin-citori della gara a stile libero, Leticia Lepri,Federica Tirelli, Michela Lega e SigismondoFabiani, della Tiro a Volo Nuoto, Sofia Schia-vone, della Sis Roma, Cristian Di Francia, Ales-sandra Ruiu, Laura Sini e Andrea Masala, del-la Fidia Sporting Club, Davide Marcellino eDavide Scorza, della Funsport, Federica Santo-ro, Chiara Fontanesi, Francesca Necci, LauraPeroni, Placido Di Fiore, Francesco Quaquarel-li e Antonio Parretta, delle Stelle Marine arl,Francesca Iafolla, Crisel Garcia, FrancescaMartinelli, Gabriella Bednarczyk, Fabio Nardie Gianfranco Fiorucci, dell’Appio 2009, Roma,Seconda prova del circuito regionale di nuotoDaniele Laborante e Davide Santimarrocchi,della Nuoto Rieti 2008, Davide Finizia eGabriel Rares Arnautu, della New Line Pome-zia SSD, Viviana Casagrande e Manuel Risi del-la Romanina Sporting Center, Ludovica Atturie Flavio Castellano, di Villa Bonelli e Tomma-so Vitali e Ciro Perna, della Fiumicino Nuoto.

ORTONA, UN PROGETTO ASI DI GO-KART PER GIOVANI DIVERSAMENTE ABILIL’A.s.d Mini Speed, in collaborazionecon ASI ed il patrocinio del Comune diPescara e della Provincia di Chieti, pre-senta l’evento “Special Kart”. Si trattadi una manifestazione importante, di unprogetto di go-kart per le persone diver-samente abili e che si terrà presso lapista di Ortona, in provincia di Chieti,per tutto l’anno. Una 365 giorni, dun-que, di passione e solidarietà.L’associazione Mini Speed, infatti, è dasempre attenta a tutto ciò che accadenel sociale e la realizzazione di questoprogetto, il primo in Italia, è motivo digrande orgoglio per tutto lo staff del

presidente Alessandro Di Bernardino.Naturalmente, i Kart avranno particola-ri comandi al volante per tutti gli spor-tivi con limitazioni motorie. La volontàè quella di abbattere le barriere, in mododa rendere questo sport accessibile atutti. Come nasce questa geniale idea? “Dopoun’attenta analisi e a seguito di nume-roso richieste giunte alla nostra associa-zione ci siamo accorti che nessunimpianto, nel nostro paese, mettesse adisposizione go-kart anche per ragazzicon limitazioni fisiche”, ha dichiarato DiBernardino. “Per questo ci siamo messia lavoro per trovarne una. Questa circo-stanza ci ha portati ad iniziare primauna collaborazione con un’officina spe-

cializzata nell’installazione di meccani-smi per persone diversamente abili, poisi è giunti al traguardo di inserire nellanostra officina kart ‘modificati’”.Un progetto davvero nobile quello del-l’ASI Mini Speed, che ha come scopoprincipale quello di far identificare l’as-sociazione, a livello nazionale, come unastruttura sportiva vicina ai diversamen-te abili. “Il nostro obiettivo è quello diorganizzare un progetto a lungo termi-ne, non solo annuale, per rendere lanostra una struttura all’avanguardia,fiore all’occhiello per tutti i soci chevogliono avvicinarsi a questa disciplina.

Anche esoprattutto neiconfronti dicoloro chehanno difficol-tà”, ha conclu-so il presiden-te.Te s t i m o n i a ld ’ e c c e z i o n edel progetto“Special Kart”sarà il pilota diFormula Uno,Jarno Trulli,

sempre presente in tutto ciò che concer-ne il sociale. Anche questa volta mette-rà a disposizione la sua esperienza perdare la possibilità, anche ai diversamen-te abili, di poter cimentarsi con la guidadei Kart.Chi, poi, rappresenterà al meglio questacategoria è senza dubbio Andrea Mar-chesani, pilota disabile di go-kart che èriuscito ad ottenere prestigiosi traguar-di sportivi. Anche lui collaborerà conMini Speed. Grazie alla sua forte volon-tà e alla passione per l’automobilismo,sarà l’esempio per tutti coloro che noncredono nelle proprie potenzialità. Mar-chesani lo ha fatto ed ha raggiunto tra-guardi di altissimo livello. Adesso nonresta che correre.

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ORGANIZZA

CASERTA, ASI CALCIO GIOVANILE. NONOSTANTE IL MALTEMPO IL CAMPIONATO NON SI FERMACaserta. Nonostante il maltempo, continua il campionato di calcio a 5giovanile dell’ASI Caserta, che vede i piccoli campioni di domani darsibattaglia (meteo permettendo) in tutta la provincia di Caserta, rappre-sentando ben 6 categorie differenti. La categoria pulcini, vede i Falchet-ti e l’Oratorio Puccianiello condurre il girone A, con i primi a 12 punti edi secondi a 9 con una partita da recuperare. Nel girone B spadroneggia-no il Real Sito a quota 13 punti (con una gara in meno) ed il Pietrame-lara a quota 12. Tutto aperto nella categoria baby, che vede il Real Sitoe Recale appaiati a quota 24 punti, con i Falchetti che provano quasiinutilmente ad inseguire le prime due della classe lanciate ormai a +8.Prosegue ad intervalli regolari la categoria allievi, che vede il Cales clubed il Real San Vincenzo appaiati al comando, con Bellona Five Soccer ePignataro Maggiore inseguire a -3. L’ultima giornata dei giovanissimiconferma lo strapotere del Pignataro Maggore che sale a +5 sul FutsalMarcianise e Castel di Sasso, entrambi seconde. Il girone A della cate-goria primi calci vede Recale e Castel di Sasso appaiati a quota 9 pun-ti, con Calatia Maddaloni e Pietramelara e -3. Il girone B vede lo stra-potere del Real Sito che conduce a quota 18 punti, mentre sei lunghez-ze dietro troviamo Recale. La categoria giovanissimi vede appaiate alprimo posto sia Bellona Five Soccer, che Jupiter Casagiove, con CalatiaMaddaloni diretta inseguitrice a -3. (Alberto Aniello Scaringi)

PRATI DI TIVO, 9^ EDIZIONE DELLA FESTA SULLA NEVEIl Comitato Provinciale Asi di Teramo ha organizzato nelle giornate del6-7-8 febbraio una manifestazione sportiva in montagna “SCI INSIE-ME” FESTA SULLA NEVE oramai alla sua 9° Edizione che si è tenutanella località dei Prati di Tivo e che anche questa edizione ha visto unnotevole numero di partecipanti tra adulti e bambini si è arrivati a due-centosettanta270 partecipanti. La manifestazione era rivolta a tutti iComitati Provinciali e Regionali ASI a livello interregionale. La mani-festazione è stata un’occasione di incontro e di gioco che valorizza losport come veicolo di socializzazione e di coesione sociale tra perso-ne differenti per genere, per età e provenienza sociale in un contestodi reale integrazione che possa coinvolgere tutti in una pluralità dieventi e manifestazioni sportive e di animazione. Tra gli obiettivi pri-mari di tal evento che codesto comitato ripropone con grande richie-sta ogni anno c’è proprio quello di trarre vantaggio dai valori trasmes-si attraverso lo sport per lo sviluppo di conoscenze e competenze checonsentono, soprattutto ai giovani, di sviluppare, insieme alle propriecapacità fisiche, la volontà di compiere sforzi a livello personale eimportanti capacità sociali, quali il lavoro di gruppo, la solidarietà, latolleranza. Dato la grande quantità di neve si è potuto sciare sin dal-la mattinata di venerdì alla domenica.L’obiettivo maggiore della mani-festazione erano i bambini, creare qualcosa in alternativa dello sci oche altro di attinente,- per coloro che non sciavano- I ragazzi hannopotuto giocare liberi all'aria aperta grazie anche alla preziosa collabo-razione dello staff degli animatori messo a disposizione dall’Albergo,il quale con grande professionalità si è attivato a organizzare giochiper bambini, teatro, film ecc. Altri giochi si son tenuti in piscina dovela partecipazione è stata resa divertente con i giochi acquatici coordi-nati dai tecnici FIN della Società A.S.D. Rari Nantes Teramo. La mani-festazione vera e propria è iniziata alle ore 10.00 di Sabato 7 Febbra-io davanti al piazzale dell'albergo con l'alzabandiera con l’inno d’Ita-lia e con la presentazione della manifestazione. Nel pomeriggio disabato si sono svolti vari giochi, in particolare è stata organizzata unadivertente gara di “Briscola”con assegnazione di premi per i parteci-

panti. Dopo la cena nella Sala Congres-si dell'albergo è stato allestito un diver-tente spettacolo di “CABARET” primaper i più piccoli e a seguire per gli adul-ti. Grande attrazione è stata l’esibizio-ne che ha tenuto il mago Katanga (Ser-gio Petrella) e della sua Banda dei Pic-chiatelli. Sul tardi i più giovani e non sison ritrovati nella discoteca dell’Alber-go per balli di gruppo. Alle ore 13,00 diDomenica si è proceduto per le pre-miazioni con la consegna di ricordini epremi per tutti i partecipanti e i saluticonclusivi per i partecipanti da partedel Presidente Provinciale ASI EnzoPetrella. (Marco Casiello)

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TORINO, SUCCESSO DEL CORSO DI FORMAZIONE SPORTIVALa giornata del corso di formazione sportiva si apre con i saluti delPresidente del Comitato Regionale Piemonte. Sante Zaza che si rivol-ge a una sala gremita ringraziando gli allievi per essere praticamen-te tutti presenti a testimonianza della serietà con cui hanno affron-tato il percorso di formazione che oggi verrà completato con le lezio-ni teoriche. Subito dopo la Responsabile Regionale delle Arti Marzia-li, Sig.ra Stefania Pipino nel suo saluto coglie l’occasione per ringra-ziare i formatori, i Maestri: Mauro Minà, Alessandro DORIA e Gianli-vio Rodolfi, per il lavoro svolto finora e per aver saputo trasmettereai discenti l’ambizione ad ottenere una formazione tecnica professio-nale di alto livello quale espressione di rispetto per se stessi e neiconfronti dei propri allievi. Sante Zaza passa la parola al Prof. Arnal-do Mirabelli , presentandolo come un esperto nel campo delle tecni-che di allenamento in virtù della lunga esperienza nella preparazio-ne atletica degli arbitri di calcio in Piemonte. Il Prof. Mirabelli con-duce un interessante excursus sulle varie problematiche da affronta-

re nella program-mazione dell’alle-namento, dallamuscolatura coin-volta nell’allena-mento all’alimen-tazione sportivapassando persinodalla questione deirapporti sessualipre-gara, il tuttopresentato conuno stile chiaro, e

a tratti ironico, che mantiene viva l’attenzione dell’auditorio. Succes-sivamente è il turno della Dottoressa Deborah Landa, psicologa del-lo sport, che presenta la sua materia supportata da ottime slide ealcuni filmati esplicativi, così da facilitare l’approccio al punto di vistapsicologico, ancora poco conosciuto dai tecnici sportivi. Completa ildiscorso la dottoressa Sara Pomes esaminando più a fondo la que-stione della comunicazione efficace all’interno del percorso di alle-namento. La mattinata si conclude con l’intervento della Signora Ste-fania Pipino che illustra la questione della sicurezza e del primo soc-corso con particolare riferimento alla legge che prevede la presenzadel defibrillatore negli impianti sportivi, chiarendo così numerosi dub-bi a riguardo. Dopo la pausa pranzo tocca al Dottor Fabio Ragusa chefocalizza la sua lezione sull’anatomia attorno alla questione relativaallo sviluppo scheletrico e alle problematiche connesse. Anche in que-sto caso le ottime slide rendono scorrevole e ben comprensibile unargomento di per sé complesso. Questa bella e intensa giornata siconclude con i ringraziamenti da parte dei Maestri: Mauro Minà, Ales-sandro Doria e Gianlivio Rodolfi e con l’impegno preso dal Presiden-te Zaza di fare tesoro di questa esperienza e dei suggerimenti avutiper continuare a rafforzare e migliorare i corsi del Coordinamento AsiFormazione Sportiva.

COLICO, CAMPIONATO AMATORIALE KARTING/PGKSi è concluso al Kartodromo Lario Motor Sport di Colico, in provincia diComo, il 1° Campionato Amatoriale ASI – PGK-Z. nato dalla collabora-zione tra il neonato Coordinamento ASI Karting e le proprie ASD affilia-te SKI Indoor e PGKART Indoor, il campionato si è svolto in 8 tappe sututto il territorio nazionale in altrettanti circuiti quasi tutti affiliati ASI.

1° Round al PGKART indoor di Camerano (AN)2° Round alla PISTA DEI CAMPIONI di Baia Sardinia (OT)3° Round al COGIS KART di Corridonia (MC)4° Round al KCE MISANINO di Misano Adriatico (RN)5° Round al CITTA’ DI MESSINA di Messima6° Round al SKIINDOOR di Monastir (CA)7° Round al PGKART Indoor di Camerano (AN)8° Round Finale al LARIO MOTOR SPORT di Colico (LC)ìDenominatore comunque di tutte le tappe sono state la passione per imotori e la voglia di divertirsi in una competizione amatoriale che havisto scendere in pista un gruppo di amici che si è confrontato su kartnati per il Rental di nuova generazione ma tutti uguali. Il PGK-Z è infat-ti un kart avveniristico in quanto presenta un cambio al volante di 6marce stile Formula 1 che permette di cambiare in corsa senza molla-re l’acceleratore. Il tutto montato in un kart che non è da competizio-ne ma studiato per poter essere messo a disposizione dai circuiti ai pro-pri atleti che possono girare nelle piste senza la necessità di acquista-re un proprio mezzo. Diversi dai kart elettrici usati prettamente per l’at-tività ludica di noleggio turistico, normalmente questi kart dedicatiall’attività sportiva dilettantistica sono monomarcia e permettono dimettere in campo le vere qualità dell’atleta senza che il mezzo tecnicosia fondamentale ai fini dei risultati finali. Per il 2015 ci sono delle gran-dissime novità per ASI in quanto a Luglio dal 19 al 26 verranno orga-nizzati da ASI Karting e dall’affiliata PGKarting Indoor ASD presso il Cir-cuito di Camerano (AN) nel Parco del Conero il Kart World Champion-ship Amatoriale 2015 (www.kartworldchampionship.com) al quale par-teciperanno 160 atleti da tutto il mondo. I kart saranno sempre i PGK-Z perché la volontà competitiva ma non agonistica della manifestazio-ne sarà sempre quella di coinvolgere tutti gli appassionati del Settoreche avranno modo di misurarsi con strumenti idonei alla loro condizio-ne amatoriale in un circuito sicuro che inserito nel Parco del Conero per-metterà loro di conoscere l’Italia e le nostre bellezze.

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ORGANIZZA

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ATTIVITÀ

ATLETICA LEGGERA, LA FIAMMA MESSINAIMPEGNATA NEL SETTORE GIOVANILEUna delle realtà più vive dell’atletica leggera mes-sinese è sicuramente la Fiamma Messina che operacon costante impegno da vari decenni con risultatidi prestigio a livello regionale, in particolare nellecategorie giovanili sia maschili che femminili. Nelcorso del 2014 molti gli atleti che hanno preso par-te a tutte le gare svoltesi nella provincia di Messi-na, con risultati che hanno evidenziato nella cate-goria esordienti Doriana Laura Smeriglio che si ècimentata vincendo in tutte le specialità previste dalprogramma della Fidal, così come Gabriele Zinga-les e Stefano Morana in campo maschile. Fra i cadet-ti buone prove di Andrea Morana impegnato nelleprove di velocità e di salti. (Marco Casiello)

ATLETICA LEGGERA, RITA CALIÒ IN EVIDENZANEI CAMPIONATI ITALIANIPROVE MULTIPLE INDOORLa giovane atleta della Fiamma Catanzaro ha par-tecipato ai Campionati Italiani Indoor di prove mul-tiple svoltesi nel nuovo impianto di Padova, classi-ficandosi al quarto posto nella categoria junior. Allasua prima esperienza di gara in un particolareimpianto come quello indoor ha ottenuto un risul-tato importante in una prova dove erano presentioltre trenta concorrenti. Positive sono state le sueprove nelle specialità del salto in alto e in lungo enella gara ad ostacoli metri 60. L’atleta, allenata dalprof. Pietro Mirabelli, ha dimostrato di avere anco-ra notevoli margini di miglioramento tali da poter-si confrontare alla pari con le altre atlete italiane.(Marco Casiello)

Sono da incorniciare i primi 4 mesi diattività per gli atleti dell'ASI Bologna,tra convocazioni in Nazionale, titoliitaliani di categoria e promozione inserie A1 della squadra maschile dinuoto.Tre giovani atleti del Budokan Institu-te, storica società sportiva  affiliata adASI e guidata dal maestro FrancescoDifeliceantonio (Presidente Provincia-le ASI) sono stati chiamati a difendere icolori azzurri al prossimo EUROPEANCADET CUP 2015, manifestazioneriservata  agli atleti Under 18 , che sisvolgerà  il 21 e 22 Febbraio 2015 aFollonica. Si tratta di Andrea Bertuzzi,Emma Castellani e Andrea Di Roma.Per quanto riguarda il nuoto, è arriva-to un nuovo titolo italiano per l’Asi DeAkker Bologna, domenica 8 febbraioa Riccione. Il giovane Matteo Bertol-di, classe 97, è diventato CampioneItaliano di Salvamento vincendo i 200metri “nuoto con ostacoli” con il tem-po di 2’04”99 nella categoria Junio-res. Ottimo settimo posto per la staf-fetta Juniores maschile, sempre nei200 mt nuoto con ostacoli. Inoltre, nel-la fase regionale della COPPA BREMA( Il Campionato  Nazionale a squadreorganizzato dalla Fin), l'Asi De Akkerha centrato, con la squadra maschile,

la qualificazione per la finale, in pro-gramma Domenica 19 Aprile a Riccio-ne. Una prestazione fantastica: con11.885 punti, gli atleti sono stati  pro-mossi  in serie A1 e si contenderannolo scudetto del nuoto con le altre 7squadre più forti d’Italia: Circolo Anie-ne, Larus Nuoto, Team Lombardia, RariNantes Torino, Circolo Nuoto Torino,Imolanuoto e Cn Uisp Bologna. E quiè doveroso ricordare  lo staff tecnicocoordinato da Massimiliano Mazzoli,che comprende anche Gianni Tulli,Roberto Barabani, Francesco Monta-nari ed Alessandro Resch. Gli atleti chehanno compiuto  l’impresa sono.Fabio Zironi, Gianluca Castellana, Iva-no Pizzolla, Stefano Graf, Matteo Ber-toldi, Lorenzo Regard, GiuseppePagnano, e Fabio Lombini.

STREPITOSA STAGIONE PER GLI ATLETI DELL’ASI DI BOLOGNA

Gli atleti della Asi De Akker Bologna 2014-2015

Gli atleti del Budokan Institute convocati in azzurro

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I fatti avvenuti in Francia e in Danimarca in queste ultime settimane,non fanno altro che confermare la distanza siderale che esiste tra ilmondo dell’estremismo islamico e quello del mondo reale. Che non èsoltanto politica o religiosa o culturale, ma di approccio “normale” allavita e alle cose di tutti i giorni. E’ di pochissimo tempo fa la notiziadella trucidazione di tredici ragazzini “colpevoli” di aver tifato per lapropria nazionale di calcio in una partita vista in tv, mentre è ancoravivo il ricordo della vicenda capitata a Ghoncheh Ghavami, una ragaz-za anglo iraniana arrestata a Teheran perché accusata di voler assiste-re alla partita di Volleyinternazionale Iran/Italia.Detenuta per mesi in uncarcere duro, sotto le pres-sioni del mondo sportivointernazionale e la minac-cia di sanzioni nei confron-ti dello sport iraniano, fuliberata dietro il pagamen-to di una cauzione. Qualcheora dopo e a non molti chi-lometri di distanza ma inAfghanistan, un kamikazesi fece esplodere duranteuna partita tra ragazzi,sempre della stessa disci-plina sportiva, procurando50 morti e 60 feriti. Niente

di nuovo direte voi in paesi dove gli attentati sono la norma giorna-liera. Ma la domanda è: perché su un campo di volley e perché dopola liberazione di Ghoncheh? E’ risaputo che i talebani odiano lo sportcome strumento ludico, ma forse anche come legame con il mondo“altro” che invece lo utilizza spesso proprio come mezzo di confron-to. E se tollerano in qualche misura gli uomini che vi si cimentano loproibiscono alle donne che, come ha dichiarato recentemente ancheil Presidente turco Erdogan: “Hanno un destino diverso assegnatoglidall’Islam” che non contempla, probabilmente, un campo e una rete,

balzi e schiacciate dovespesso esse eccellono esono ammirate come e piùdei maschi. E quindi è li, ènello sport che bisognacolpire, sono quei giochiche accomunano cosìbene generi diversi, uomi-ni e donne, ragazzi eragazze, cristiani e mussul-mani che bisogna elimina-re, in quanto elementi dipeccato, di deviazionemorale e ovviamente didemocrazia e confrontocivile, che per loro conti-nuano a risuonare comeuna bestemmia.

Se anche lo sport è peccato

Nulla di personale con il dottor Montezemo-lo figuratevi. Nemmeno potrei, tanto sonodistanti i nostri mondi e ovviamente i nostriredditi, le nostre esperienze, le opportunità, leconoscenze, i rapporti sociali e immaginoanche le professionalità. Poiché a lui vieneaffidato qualsiasi cosa mentre a me ma anchead altri milioni di semplici mortali, nemmenol’amministrazione di un condominio. D’al-tronde siamo diversi, unici e questo è un bene,

come no! Poi ci sono quelli più unici e allora,se si ha la fortuna di incontrarli, si può esse-re certi di essere di fronte al miracolo dell’ec-cezionalità. All’uomo che non deve chiederemai, perché tutto gli viene offerto. Al Sapiensche manda in soffitta il Neandethal, che per-mette l’evoluzione della specie, la continua-zione del progresso e lo sviluppo della civil-tà. Insomma, il fattore X si declina in L, comeLuca: Presidente di Alitalia, Presidente di Tele-thon, Presidente di Charm Management,Membro del Consiglio di Amministrazione diPoltrona Frau, Membro del Consiglio diAmministrazione di Nuovo Trasporto Viaggia-tori, Membro del Consiglio di Amministrazio-ne di Kering, Membro del Consiglio di Ammi-nistrazione di Tod's, Membro del Consiglio diAmministrazione di Montezemolo & Partners

SGR, Membro del Consiglio di Amministrazio-ne di Delta Topco. E’stato: Presidente di Fer-rari, Presidente di FIAT,Presidente di NuovoTrasporto Viaggiatori, Presidente di Confindu-stria, Presidente dell'Università LUISS diRoma,Presidente di FIEG (Federazione Italia-na Editore Giornali), Presidente e Amministra-tore Delegato di Maserati, Presidente dellaFiera Internazionale di Bologna, Membro delConsiglio di Amministrazione di FIAT, Mem-bro del Consiglio di Amministrazione di Edi-trice La Stampa, Membro del Consiglio diAmministrazione di OCTO Telematics. E daqualche giorno, com’ era giusto che fosse:Presidente del Comitato organizzatore deiGiochi Olimpici del 2024. La fortuna di chia-marsi Luca, appunto e di avercelo solo noi inItalia.

La fortuna di chiamarsi

Luca

> Umberto Silvestri

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