ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA...

49
ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11 BIMESTRALE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DI ROMA E PROVINCIA segue EDITORIALE Aree naturali protette e Piano Casa 11 Lucio Carbonara ARCHITETTURA ATTUALITÀ Paesaggio, cave e tutela del territorio 14 Edoardo Zanchini a cura di Eliana Cangelli e Fabrizio Tucci - NUOVE TECNOLOGIE La Biblioteca del XXI secolo 18 Tania Castagno EVENTI Italia-Brasile: riqualificazione centri storici 22 Gabriella Restaino Alberto Garutti: andare verso l’opera pubblica 24 Rossella Caruso a cura di Giovanni Carbonara e Alessandro Pergoli Campanelli - RESTAURO Villa Adriana 26 Federica Chiappetta Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia (in carica per il quadriennio 2009-2013) ––––––––––––––––– Direttore Lucio Carbonara Vice Direttore Massimo Locci Direttore Responsabile Amedeo Schiattarella Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Eliana Cangelli, Federica Chiappetta, Luisa Chiumenti, Massimo Locci, Claudia Mattogno, Alessandro Pergoli Campanelli, Giuseppe Piras, Carlo Platone, Francesca Rossi, Luca Scalvedi, Monica Sgandurra, Elio Trusiani, Fabrizio Tucci Segreteria di redazione e consulenza editoriale Franca Aprosio Edizione Ordine degli Architetti di Roma e Provincia Servizio grafico editoriale: Prospettive Edizioni Direttore: Claudio Presta www.edpr.it [email protected] Direzione e redazione Acquario Romano Piazza Manfredo Fanti, 47 - 00185 Roma Tel. 06 97604560 Fax 06 97604561 http://www.rm.archiworld.it [email protected] Progetto grafico e impaginazione Artefatto/Manuela Sodani, Mauro Fanti Tel. 06 61699191 Fax 06 61697247 Stampa Arti Grafiche srl Via di Vaccareccia 57 - 00040 Pomezia Distribuzione agli Architetti iscritti all’Albo di Roma e Provincia, ai Consigli degli Ordini provinciali degli Architetti e degli Ingegneri d’Italia, ai Consigli Nazionali degli Ingegneri e degli Architetti, agli Enti e Amministrazioni interessati. Gli articoli e le note firmate esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano l’Ordine né la Redazione del periodico. Pubblicità Agicom srl Tel. 06 9078285 Fax 06 9079256 Spediz. in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1.DCB - Roma - Aut. Trib. Civ. Roma n. 11592 del 26 maggio 1967 In copertina: Cava Le Greppe, Torre Alfina Tiratura: 18.000 copie Chiuso in tipografia il 23 settembre 2011 ISSN 0392-2014 Presidente Amedeo Schiattarella Vice Presidenti Orazio Campo Fabrizio Pistolesi Segretario Aldo Olivo Tesoriere Alessandro Ridolfi Consiglieri Loretta Allegrini Andrea Bruschi Patrizia Colletta Enza Evangelista Alfonso Giancotti Luisa Mutti Francesco Orofino Christian Rocchi Virginia Rossini Arturo Livio Sacchi

Transcript of ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA...

Page 1: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

ANNO XLVILUGLIO-AGOSTO 2011

96/11BIMESTRALE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DI ROMA E PROVINCIA

segue

EDITORIALEAree naturali protette e Piano Casa 11

Lucio Carbonara

A R C H I T E T T U R A

ATTUALITÀ

Paesaggio, cave e tutela del territorio 14Edoardo Zanchini

a cura di Eliana Cangelli e Fabrizio Tucci - NUOVE TECNOLOGIE

La Biblioteca del XXI secolo 18Tania Castagno

EVENTI

Italia-Brasile: riqualificazione centri storici 22Gabriella Restaino

Alberto Garutti: andare verso l’opera pubblica 24

Rossella Caruso

a cura di Giovanni Carbonara e Alessandro Pergoli Campanelli - R E S T A U R O

Villa Adriana 26Federica Chiappetta

Consiglio dell’Ordine degli Architetti,Pianificatori, Paesaggisti e

Conservatori di Roma e Provincia(in carica per il quadriennio 2009-2013)

–––––––––––––––––Direttore

Lucio Carbonara

Vice DirettoreMassimo Locci

Direttore ResponsabileAmedeo Schiattarella

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero:

Eliana Cangelli, Federica Chiappetta, Luisa Chiumenti, Massimo Locci,

Claudia Mattogno, Alessandro Pergoli Campanelli, Giuseppe Piras, Carlo Platone, Francesca Rossi, Luca Scalvedi,

Monica Sgandurra, Elio Trusiani, Fabrizio Tucci

Segreteria di redazione e consulenza editoriale

Franca Aprosio

EdizioneOrdine degli Architetti di Roma e Provincia

Servizio grafico editoriale:Prospettive Edizioni

Direttore: Claudio Prestawww.edpr.it

[email protected]

Direzione e redazioneAcquario Romano

Piazza Manfredo Fanti, 47 - 00185 RomaTel. 06 97604560 Fax 06 97604561

http://[email protected]

Progetto grafico e impaginazioneArtefatto/Manuela Sodani, Mauro Fanti

Tel. 06 61699191 Fax 06 61697247

StampaArti Grafiche srl

Via di Vaccareccia 57 - 00040 Pomezia

Distribuzione agli Architetti iscritti all’Albodi Roma e Provincia, ai Consigli degli

Ordini provinciali degli Architetti e degliIngegneri d’Italia, ai Consigli Nazionali

degli Ingegneri e degli Architetti, agli Enti e Amministrazioni interessati.

Gli articoli e le note firmate esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano

l’Ordine né la Redazione del periodico.

Pubblicità Agicom srl

Tel. 06 9078285 Fax 06 9079256

Spediz. in abb. postale D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1comma 1.DCB - Roma - Aut. Trib. Civ.Roma n. 11592 del 26 maggio 1967

In copertina: Cava Le Greppe, Torre Alfina

Tiratura: 18.000 copieChiuso in tipografia il 23 settembre 2011

ISSN 0392-2014

PresidenteAmedeo Schiattarella

Vice PresidentiOrazio Campo

Fabrizio Pistolesi SegretarioAldo Olivo

TesoriereAlessandro Ridolfi

ConsiglieriLoretta AllegriniAndrea BruschiPatrizia Colletta

Enza EvangelistaAlfonso Giancotti

Luisa MuttiFrancesco Orofino

Christian RocchiVirginia Rossini

Arturo Livio Sacchi

Page 2: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

P A E S A G G I O - a cura di Lucio Carbonara e Monica Sgandurra

32 La rigenerazione urbana corre sull’acquaMonica Sgandurra

36 Lungolago di BraccianoBenedetta Di Donato

40 Il sistema museale territoriale: una risorsa per il paesaggioFrancesca Rossi

U R B A N I S T I C A - a cura di Claudia Mattogno

43 Ospedali e cittàAntonio Cappuccitti

R U B R I C H E

48 LETTERE

48 ARCHINFO - a cura di Luisa Chiumenti

CONVEGNI

Progetti per la qualità dell’architettura.

MOSTRE

Il Palazzo di Giustizia: un’architettura simbolica per Roma.

EVENTI

Il paesaggio agrario del XIII Municipio, di Gabriella Restaino.

52 I CORSI DELL’ORDINE

53 INDICI PER AUTORI E ARGOMENTI 2010

Page 3: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

1196/11

La Carta di Feltre, sottoscritta nel 2008 dalla maggiorparte dei responsabili delle aree protette italiane, riba-disce la fondamentale importanza di queste aree per ilmantenimento degli equilibri e delle risorse che garan-

tiscono la vita e lo sviluppo sociale, culturale ed economicosostenibile del Paese.Essa sottolinea, inoltre, l’importanza di queste aree per con-trastare e arrestare la grave perdita di biodiversità in attodovuta alla frammentazione degli habitat; il ruolo che esseassumono per la conservazione del patrimonio storico e cul-turale, proprio per l’intrecciarsi delle componenti naturalisti-che e socio-culturali in un insieme di valori ed espressionidella cultura locale e delle tradizioni; la necessità di operareper una concreta integrazione delle diverse politiche territo-riali per trovare un giusto equilibrio tra natura, paesaggio esostenibilità economiche e sociali.

È noto, inoltre, come il ruolo dell’agricoltura stia radical-mente mutando. Da settore finaliz-zato sostanzialmente alla produ-zione di beni alimentari e di altrematerie prime essa si vede oggi at-tribuire funzioni di salvaguardiaambientale e di sviluppo turistico-ri-creativo; di conservazione delle tra-dizioni rurali ma anche di quelleeducative e sociali.

Il territorio agricolo e quello boschi-vo oltre alla funzione ecologicasvolgono, infatti, non solo un fon-damentale ruolo economico ma an-che paesaggistico, estetico-cultura-le e ricreativo e devono essere con-siderati beni di interesse collettivoproprio a causa delle funzioni “pub-bliche” economiche, sociali e am-bientali che assolvono. È necessario, di conseguenza, tute-larli da forme d’uso contrastanti e

incompatibili e la valorizzazione del loro paesaggio rap-presenta una delle sfide più attuali che si pongono all’atten-zione delle politiche nazionali e comunitarie.

Ciò premesso cosa c’entravano con il Piano Casa le nuovecave e gli ampliamenti delle stesse in aree tutelate? Perchéincentivare i cambi di destinazione d’uso e eliminare, nellanuova legge, i vincoli nelle zone agricole?

Dopo quasi due anni di gestazione, anche nel Lazio, è arri-vato a conclusione il Piano Casa ma una serie di emenda-menti “estivi” dell’ultimo momento ne hanno snaturato com-pletamente le originarie intenzioni sulle quali maggioranzae opposizioni avevano trovato un’intesa.Nella discussione in Giunta sono passati una serie di inter-venti che niente hanno a che vedere con l’emergenza abitati-va ma che invece servono a dare un ulteriore colpo di picco-ne al Piano Territoriale Paesistico Regionale per svuotarlo,

sempre più, delle originarie finalitàdi salvaguardia delle aree boschivee naturali e di ciò che resta di valorepaesaggistico nel nostro territorioregionale.Con i nuovi emendamenti approva-ti, è stata infatti pesantemente modi-ficata e stravolta la leggen.24/1998 “Pianificazione paesi-stica e tutela dei beni e delle areesottoposti a vincolo paesistico” enelle zone di maggior pregio si po-trà intervenire nelle zone boschivesopra i 1200 metri, da oltre vent’an-ni tutelate dalla legge Galasso, per“razionalizzare o integrare bacinisciistici”; realizzare, in zona a tute-la integrale, opere private “ma dipubblico interesse”: interventi por-tuali, strutture ricettive di caratterealberghiero e extra alberghiero,impianti e attrezzature sportive.

Aree naturaliprotette e Piano Casa

Editorialedi Lucio Carbonara

Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE

L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per gliemendamenti proposti alla LeggeRegionale 24/98 in merito alla pos-sibilità di procedere agli ampliamen-ti di attività estrattive anche in pre-senza di vincoli di tipo naturalistico. Appare peraltro assolutamente im-proprio l'utilizzo del Piano Casa permodificare in modo sostanziale unalegge che è stata approvata a tutelagenerale degli interessi del Paese.

Il Presidente Architetto Amedeo Schiattarella

Page 4: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

1296/11

Di conseguenza, come è sta-to evidenziato, attraversoderoghe e senza remore eregole, saranno abbattutimigliaia di faggi secolari sulMonte Terminillo; si potran-no costruire sulle coste al-berghi, strutture extralber-ghiere e porti turistici privaticome il porto di Tarquinia,che prevede un milione dimetri cubi di costruito con al-berghi in area protetta.Fortunatamente all’ultimoistante sembra sia stato riti-rato l’emendamento per am-pliare le cave e potenziarele attività estrattive anchenelle zone indicate dal Pia-no territoriale paesistico re-gionale come “paesaggionaturale” e “paesaggio na-turale agrario” e, quindi,proprio in quelle di maggiorvalore paesaggistico, le uni-che rimaste indisponibili aquesto tipo di attività econo-mica incompatibile. Emendamento che avrebbeconsentito, ad esempio, diampliare (senza limite né fi-sico né temporale) nelle zo-ne vincolate e nei boschi le cave esistenti, come, per esem-pio, quelle nel territorio di Acquapendente ai margini dellastupenda Riserva Naturale di Monte Rufeno appena due me-si fa posta sotto tutela dal MIBAC per salvaguardarne le ec-cezionali doti paesaggistiche.Come se non bastasse la legge ha previsto il cambio di desti-nazione d’uso di stabilimenti industriali e artigianali e anchedelle strutture sanitarie già pubbliche - e di recente privatizza-

te per ridurre il debito regio-nale della sanità - che po-tranno così diventare abita-zioni dimenticando che dal1990 ad oggi sono già staticonsumati più di 250mila et-tari di aree produttive.

Un attacco pesante, quindi,alle aree pregiate del terri-torio fino ad oggi miracolo-samente scampate dagli in-terventi speculativi, che stra-volge le regole urbanistichepreviste dai piani regolatoricomunali e che chiude ognipossibilità di demolire leopere abusive in zona tute-lata. Contro ogni logica dicorretta pianificazione so-stenibile, di sana coniuga-zione tra crescita e tutelaambientale e di concerta-zione tra autorità regionalie locali.Una legge che ha perso ilsuo complessivo disegno or-ganico, che sembra aver di-menticato il problema dellaemergenza abitativa e dellacrisi dell’edilizia, che espro-pria i Comuni dei loro pote-

ri di programmazione urbanistica e che invece diventa, co-me è stato non a torto osservato, “la somma di tanti interessiparticolari piuttosto che di un grande interesse pubblico” e“un lungo elenco di provvedimenti devastanti”.Una legge che ha portato l’opposizione ad abbandonarel’Aula e che lo stesso ministro dei Beni culturali Giancarlo Ga-lan ha definito incostituzionale e per la quale alcune forzepolitiche hanno preannunciato un referendum abrogativo.

Page 5: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per
Page 6: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

M algrado le cave siano unodei fenomeni di più rile-vante impatto nel paesag-gio, in Italia non se ne oc-

cupa praticamente nessuno. La norma-tiva nazionale risale al 1927 e da alloranessun Ministero ha più prestato atten-zione al tema, né c’è una chiara consape-volezza da parte delle Regioni, a cui sonostati trasferiti alla fine degli anni Settan-ta i poteri, della rilevanza paesaggisticaed economica del settore. Legambienteha provato ad accendere i riflettori sulleattività estrattive con un Dossier presen-tato a luglio 2011 per evidenziare pro-blemi e opportunità, ma soprattuttopartendo da una convinzione radicata.Ossia che il settore delle attività estratti-ve sia oggi un perfetto indicatore per ca-pire come un Paese è capace di immagi-nare il proprio futuro. Di come pensa di

1496/11

Consapevole della rilevanza paesaggistica edeconomica del settore Legambiente ha accesoi riflettori sulle attività estrattive, per rafforzarela tutela del territorio riducendo il prelievo deimateriali e l’impatto delle cave nel paesaggio.Non esistono infatti più scusanti per nonriutilizzare il recupero degli inerti provenientidall’edilizia e ridefinire un’attività che ha unimpatto rilevantissimo sull’ambiente.

Edoardo Zanchini*

PAESAGGIO, CAVE E TUTELA DEL TERRITORIO

A T T U A L I T ÀA

RC

HIT

ET

TU

RA

Page 7: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

tenere assieme identità e innovazione,tutela del proprio patrimonio storicoculturale e sviluppo economico. Perchéè un’attività che ha accompagnato la sto-ria urbana, riguarda da vicino tanti set-tori “pesanti” dell’economia – come edi-lizia e infrastrutture -, incrocia alcunimarchi del Made in Italy nel mondo, co-me la ceramica e i materiali pregiati. Einteressa fortemente il paesaggio e laqualità dei territori in cui le attività sisvolgono, sollecita ragionamenti che ri-guardano il rapporto con una risorsanon rinnovabile come il suolo e la ge-stione dei beni comuni. Ma soprattuttooggi in molti Paesi europei si è messa inmoto una profonda innovazione che hapermesso di ridisegnarne completamen-te i profili creando nuove imprese, lavo-ro in un ambito strategico della greeneconomy. Non esistono infatti più scu-santi credibili per non ridurre in manie-ra significativa il prelievo da cave attra-verso il recupero e il riutilizzo degli iner-ti provenienti dall’edilizia e, attraversoregole trasparenti e una giusta tassazio-ne, ridefinire il rapporto con il territoriodi un’attività che ha un impatto rilevan-tissimo.

Il quadro delle cave in ItaliaLa fotografia aggiornata della situazioneitaliana fornita dallo studio è impressio-nante. Le cave attive sono 5.736 mentresono 13.016 quelle dismesse nelle Re-gioni in cui esiste un monitoraggio. Aqueste ultime si dovrebbero sommare lecave abbandonate in Calabria, Abruzzoe Friuli Venezia Giulia, il che porterebbeil dato a superare di gran lunga le 15 mi-

la cave dismesse. Nel 2010 la crisi eco-nomica e in particolare quella, gravissi-ma, del settore edilizio hanno ridotto idati delle quantità estratte di tutti i ma-teriali lapidei. Sono in ogni caso 90 i mi-lioni di metri cubi estratti nel 2010 soloper sabbia e ghiaia, materiali fondamen-tali nelle costruzioni, ma altrettanto ele-vati sono i quantitativi di calcare (41,7milioni di metri cubi anche in questo ca-so utilizzati nel ciclo del cemento) e dipietre ornamentali (12 milioni di metricubi). L’estrazione di sabbia e ghiaia rap-presenta il 59% di tutti i materiali cavatiin Italia; ai primi posti Lombardia, Lazioe Piemonte, che da sole raggiungono il50% del totale estratto ogni anno con 43milioni di metri cubi. Per quanto riguarda il quadro delle rego-le nelle Regioni, si evidenzia come alcentro-nord la situazione sia migliore: i

Piani Cave sono periodicamente aggior-nati per rispondere alle richieste di unalobby dei cavatori sicuramente meglioorganizzata. Mentre particolarmentepreoccupanti sono le situazioni di Vene-to, Abruzzo, Molise, Sardegna, Cala-bria, Basilicata, Campania, Friuli Vene-zia Giulia e Piemonte, tutte Regioni chenon hanno un Piano Cave in vigore.L’assenza dei piani è particolarmentegrave perché in pratica si lascia tutto ilpotere decisionale in mano a chi conce-de l’autorizzazione (Sindaci o funziona-ri) senza alcun riferimento su quanto,dove, come cavare. E se si considera ilpeso che le ecomafie hanno nella gestio-ne del ciclo del cemento e nel controllodella aree di estrazione è particolarmen-te preoccupante una situazione priva diregole. Delicata è poi la situazione quan-do si progettano e realizzano infrastrut-

1596/11

A T T U A L I T À

Pagina a fianco:• Cava Le Greppe Torre Alfina (Viterbo)

In questa pagina:• Cava di lapillo a Latera (Viterbo)

Page 8: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

ture perché, anche nelle Regioni provvi-ste di Piani, si esce dalle previsioni percercare siti di cava ulteriori e l’esito èquasi sempre quello cui siamo abituati avedere intorno alle principali strade eferrovie italiane, con ai margini enormibuchi nelle colline. Un problema più ge-nerale riguarda il fatto che praticamentetutte le Leggi Regionali risultano indie-tro rispetto a una idea di moderna ge-stione del settore compatibile con il pae-saggio e l’ambiente, in particolare perquanto riguarda le aree da escludere perl’attività, il recupero delle aree, la spintaal riuso di inerti provenienti dalle demo-lizioni edili.Il Dossier accompagna l’analisi del feno-meno con alcune storie delle situazionipiù gravi di stravolgimento del paesag-gio italiano, e anche con esempi di buo-ne pratiche nel recupero di aree dismes-se e di utilizzo di inerti provenienti dal-l’edilizia. E pone anche alcune questioniall’attenzione, la prima riguarda i guada-gni del settore a fronte di canoni di con-cessione pagati da chi cava che sono a dirpoco scandalosi. In media nelle Regioniitaliane si paga il 4% del prezzo di vendi-ta degli inerti. Ancora più incredibile è lasituazione delle Regioni dove si cava gra-tis: Basilicata, Calabria, Sicilia e Sarde-gna. Ma anche Valle d’Aosta e Lazio do-ve si chiedono pochi centesimi di europer cavare metri cubi di inerti. Le entra-te degli enti pubblici dovute all’applica-zione dei canoni sono bassissime in con-fronto al volume d’affari del settore. Il

totale nazionale di tutte le concessionipagate nelle Regioni, per sabbia e ghiaia,arriva a 36 milioni di euro rispetto a 1miliardo e 115 milioni di euro l’anno ri-cavato dai cavatori dalla vendita. Per fa-re qualche esempio, in Puglia si cavanoogni anno di soli inerti 7,3 milioni dimetri cubi che fruttano 91,5 milioni dieuro di introiti ai fortunati cavatori chenulla dovevano fino a poche settimanefa al territorio. Ma anche dove si paga,come nel Lazio il rapporto tra le entrateregionali e quelle delle aziende è di 1 a42: 4,7 milioni contro quasi 200. Un ra-gionamento importante, e legato inevi-tabilmente al tema delle regole, riguardadunque la fiscalità. Non solo perché è as-surdo che il costo del prelievo sia addirit-tura spesso pari a zero a fronte di guada-gni altissimi dalla vendita dei materiali,ma anche per il costo esiguo del conferi-mento a discarica dei rifiuti provenientidall’edilizia. Occorre invertire questa si-tuazione, favorendo il riciclo degli inertiin modo da arrivare a ridurre sensibil-mente l’utilizzo delle discariche comeavviene negli altri Paesi europei. Unobiettivo non più rinviabile riguardal’avviare una profonda innovazione nelsettore, riducendo il prelievo di materia-li e l’impatto delle cave nei confronti delpaesaggio. Una prospettiva oggi possibi-le, come dimostrano i dati degli altriPaesi europei dove si riduce la quantitàdi materiali estratti attraverso una politi-ca di riutilizzo dei rifiuti provenienti dalsettore edile. Una sfida nella quale è fon-

1696/11

A T T U A L I T ÀA

RC

HIT

ET

TU

RA

Dall’alto:• Cava di Manfredonia (Puglia)• Cava di Pozzolana a Valentano (Viterbo)

Page 9: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

damentale coinvolgere il mondo dellecostruzioni per fare dell’attività estratti-va un settore all’avanguardia, creare gre-en jobs nel recupero degli inerti, e garan-tire la tutela del paesaggio. Senza consi-derare che si rinuncia a promuovere unsettore innovativo come quello del recu-pero degli inerti provenienti dalle demo-lizioni in edilizia che può sostituire quel-li di cava - come sta avvenendo in moltiPaesi europei - e che consente di averemolti più occupati (per una cava da100mila metri cubi l’anno gli addetti inmedia sono 9 mentre per un impianto diriciclaggio di inerti gli occupati sono piùdi 12) e di risparmiare il paesaggio.Per riuscirci occorre in primo luogo ri-durre il prelievo da cava puntando sul re-cupero degli inerti provenienti dall’edi-lizia. È possibile farlo attraverso la crea-zione di una moderna filiera industrialein cui siano le stesse imprese edili a gesti-re il processo di demolizione selettivadegli inerti provenienti dalle costruzio-ni, e di riciclarli invece che conferirli indiscarica. Occorre allargare la quota dimercato degli aggregati riciclati, che og-gi grazie all’innovazione tecnologica eall’applicazione da anni nei principaliPaesi europei hanno le stesse prestazionidegli aggregati naturali per impieghi nelsettore edilizio, prezzi competitivi, epossono sostituire in tutti gli usi sabbia,ghiaia e inerti in generale. Dunque ri-durre, fino a dimezzare, il numero di ca-ve per inerti e i quantitativi estratti è pos-sibile. Ma per uscire finalmente da una

situazione di grandi guadagni privati edi rilevanti impatti nel paesaggio, a fron-te di canoni irrisori, occorre introdurrein ogni Regione canoni di concessionecome quelli in vigore in Gran Bretagna,al 20% del prezzo di vendita. Ipotizzan-do di passare, per l’estrazione di sabbia eghiaia, dagli introiti in vigore nelle Re-gioni, che risultano di soli 36 milioni dieuro, a quelli risultanti dall’ipotesi di ap-plicazione del canone attualmente pre-sente in Gran Bretagna, ossia oltre 267milioni.In parallelo è necessario rafforzare la tu-tela del territorio e il controllo dell’atti-vità, completando il quadro delle regolein tutte le Regioni, con Leggi adeguate agarantire tutela e trasparenza, giuste san-zioni, Piani per l’attività estrattiva capa-ci di salvaguardare i paesaggi e l’ambien-te, di regolare una corretta gestione.Fondamentale è la spinta che può venireda un maggiore coordinamento e con-trollo delle attività di cava sul territorio,per responsabilizzare le Regioni all’eser-cizio delle loro funzioni, monitorarel’evoluzione del fenomeno in terminiquantitativi e qualitativi, e anche eserci-tare i poteri sostitutivi in assenza di Leg-gi e di Piani. Per arrivare a leggere final-mente in modo unitario le diverse que-stioni (difesa del suolo, paesaggio, ecc.) edi promuovere un diffuso recupero at-traverso un programma nazionale per lecave abbandonate di maggior impatto.

*Responsabile Energia, Trasporti, Urbanistica Segreteria Nazionale Legambiente

1796/11

A T T U A L I T ÀA

RC

HIT

ET

TU

RA

Dall’alto:• Cava di Onano (Viterbo)• Cava di Gioia del Colle (Bari)• Cava di Apricena (Foggia)• Cava di Allumiere (Roma)

Page 10: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

L a biblioteca intesa nella sua acce-zione più tradizionale ha seguito,nel corso della sua evoluzione sto-rica, una parallela evoluzione e tra-

sformazione delle sue funzioni, del mo-do di concepirne lo spazio e l’articolazio-ne interna, fino a delineare un più mo-derno concetto di biblioteca, intesa qua-le edificio ibrido dedicato ad attività perla catalogazione e consultazione del sa-

pere, nodo di comunicazione, ricerca,incontro, creazione e studio, centro diaggregazione sociale, punto di riferi-mento e nuova piazza urbana.L’origine di questo concetto moderno dibiblioteca, premessa del complesso siste-ma architettonico contemporaneo, è in-dividuabile nel corso del ‘700, a seguitodell’età Illuminista, e culmina con la Ri-voluzione Francese.

1896/11

AR

CH

ITE

TT

UR

Aa cura di Eliana Cangelli e Fabrizio TucciN U O V E T E C N O L O G I E

Innovazionetecnologica e tipologica deglispazi per laconservazione e consultazionedel sapere.

LA BIBLIOTECA DEL XXI SECOLO

Tania Castagno

Page 11: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

A partire da questo momento la biblio-teca è già concepita come un luogo distudio ed incontro, non più come il luo-go monumentale e intimo caratterizzan-te, il primo l’epoca ellenistica e poi ro-mana, il secondo tutta quella medievale.Nel corso del XIX secolo poi, molte bi-blioteche di nuova costruzione sono sta-te realizzate articolando lo spazio inter-no in tre ambienti, tre aree dedicate alle

funzioni fondamentali di custodia, let-tura e amministrazione, che hanno in-fluenzato gradualmente anche l’articola-zione delle facciate e le tecniche costrut-tive utilizzate. Dal punto di vista iconografico l’area delmagazzino, ad esempio, diventa in alcu-ne sperimentazioni progettuali più re-centi la parte caratterizzante del com-plesso (la Bibliothèque Nationale de

France “François Mitterrand” della finedegli anni ’80, ripropone questo schemafunzionale con quattro grandi torri an-golari alte quasi 100 m ciascuna, checorrispondono simbolicamente a quat-tro libri aperti e che sono caratterizzateda un involucro completamente vetrato,filtrato da pannelli in legno interni cheschermano e rendono cangiante la su-perficie esterna). Quando i volumi han-

1996/11

N U O V E T E C N O L O G I E

Mediateca di Sendai, Giappone, Toyo Ito, 1998-2000

La Mediateca rappresenta l’emblema delconcetto di biblioteca contemporanea: edificio

ibrido e complesso, costituito da un cubotrasparente e piani di diversa altezza, ognunodei quali ospita una diversa attività culturale.

Gli elementi portanti verticali sono costituiti datralicci in acciaio, all’interno dei quali scorrono

flussi luminosi, calore, umidità, i dati delle retiinformative e i collegamenti di mobilità

verticale. Il prospetto principale è totalmentetrasparente, ed è rivolto a sud, mentre gli altri

presentano diverse textures opacizzanti. Oltre alla mediateca nell’edificio si trovano:una biblioteca tradizionale, una biblioteca

per bambini, un cinema, diverse postazioni di navigazione Internet e due grandi

spazi espositivi.

Biblioteca di Filologia della “Freien Universität” di Berlino, Germania, Foster and Partners, 2002-2005L’edificio è un corpo di fabbrica a forma di bolla,che si inserisce nel cortile della Libera Universitàdi Berlino. Una struttura a trave reticolare intubolari di acciaio supporta l’involucrodell’edificio a doppia pelle. La pelle esterna ècostituita da pannelli in alluminio cangiantiargentei e da una vetrata isolante, la pelleinterna è costituita da un tessuto in fibre di vetrobianche che sfuma la luce naturale incidentediffondendola in modo uniforme e creando unapiacevole atmosfera interna. Sulle piattaforme inaggetto dei piani della biblioteca, disposte inordine libero, sono allestiti scaffali per libri aconsultazione libera e 600 postazioni di lettura.

Page 12: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

no cominciato ad essere raccolti crono-logicamente in base all’acquisizione, èdiventata impossibile la loro collocazio-ne unitaria per argomenti, a disposizio-ne degli utenti. Per l’architettura questo concetto ha si-gnificato ricavare spazi a portata di ma-no, in cui gran parte del patrimonio li-brario fosse di libera consultazione, consale di lettura articolate in sezioni specia-lizzate. Un’articolazione spaziale di que-sto genere presupponeva tecniche co-struttive in grado di ricavare grandi su-perfici continue. Solo le ampie superficipotevano, dunque, soddisfare l’esigenzadi un’organizzazione flessibile con pochielementi portanti, che avesse come pun-ti fissi solo i corpi scala e i servizi. La fles-

sibilità, intesa come mobilità delle fun-zioni spaziali e apertura al cambiamentodiventa uno dei più importanti principinella progettazione delle bibliotechecontemporanee(paradigmatico il model-lo della Mediateca di Sendai di Toyo Ito). Le ricerche all’interno di banche dati, lenuove tecnologie della comunicazione eil crescente uso di internet stanno attual-mente imponendo all’architettura dellebiblioteche un’ulteriore rivoluzione or-ganizzativa e morfologica, che abbia co-me presupposto la capacità di adattarsi aqueste epocali innovazioni, integrando-le nel proprio programma funzionale ericercando un’espressione nuova che ledefinisca. Questo complesso nodo di re-lazioni è sapientemente affrontato in co-struzioni quali la Biblioteca di Villanuevade la Cañada o la Central Library di Seat-tle, edifici che hanno saputo intrecciare,nel loro programma funzionale, le diver-se attività che al loro interno si svolgono,traducendo questa relazione in una spi-rale ascendente di libri che, assieme al si-stema distributivo di rampe, si avvitanoattorno ad uno spazio centrale, distri-buendo e servendo i diversi spazi che at-traversano. In particolare poi, la Public Library diRem Koolhaas offre una nuova prospet-tiva sull’attuale ruolo della biblioteca,intesa come istituzione pubblica, inse-rendola in un paesaggio urbano forte-mente commercializzato. In essa Kool-haas tenta la strada dell’integrazione trala shopping mall, rappresentazione dellacittà privatizzata, e la biblioteca. L’aspi-razione è quella di consentire la massimaflessibilità, senza compromettere la deli-

2096/11

N U O V E T E C N O L O G I EA

RC

HIT

ET

TU

RA

Biblioteca della BTU, Università Tecnologicadi Brandenburgo, Cottbus, Germania,Herzog & de Meuron, 2001 - 2005L’edificio è caratterizzato da un profiloorganico che ne determina la complessitàspaziale interna. I vuoti che definiscono laconnessione verticale variano in altezzaseguendo una disposizione sfalsata. Nelleinsenature che si vengono a creare sicollocano le sale di lettura inondate di lucenaturale, proveniente dalla superficievetrata, caratterizzante l’involucro dell’interoedificio: una doppia pelle composta da due strati in vetro. La protezione solare è costituita da uno schermo tessileposizionato nell’intercapedine e dallaserigrafia del vetro.

Biblioteca della Technische Universiteit di Delft, Olanda, Mecanoo, 1996-1998L’edificio è caratterizzato da un tetto verde chepuò essere percorso liberamente e che hafunzioni di controllo sia del surriscaldamentoestivo che delle basse temperature invernali. Lastruttura è supportata da colonne in acciaioche incorporano tutti gli elementi tecnologici,ed è racchiusa, esternamente, da grandi paretivetrate inclinate che giocano un ruoloimportante, anch’esse, nelle strategiebioclimatiche dell’edificio. L’involucro a doppiapelle è costituito da due strati in vetro e da un’intercapedine ventilata con frangisole. L'ariaattraverso l'intercapedine è immessa a livellodel pavimento ed espulsa a livello del soffittoad ogni piano. Il grande cono di vetro accogliei collegamenti verticali e diviene il veroelemento tecnologico ed ambientale delcomplesso, contribuendo ad illuminare la hallda un lato e regolando la temperatura internadall'altro.

Page 13: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

mitazione spaziale delle differenti parti.Lo spazio è strutturato attraverso pianifluttuanti negli undici piani totali, dalgarage alla libreria, dallo spazio incontriall’amministrazione. Ognuno di essi èdifferenziato per dimensioni, materiali euso della luce. Tra di essi si alternano icosì detti “attrattori”, che integrano leesigenze funzionali della biblioteca, pro-ducendo ulteriori relazioni di lavoro, co-municazione e gioco. In modo simile al-la tipologia di un centro commerciale, labiblioteca di Seattle costituisce un’unitàautosufficiente che sembra astratta dalsuo intorno, sviluppando una sorta dientità unica urbana indipendente dalluogo. Alla rivoluzione organizzativa in-terna corrisponde un volume esternomonolitico, compatto, simile ad un cu-neo, eppure sfaccettato e aperto alla cit-tà, ai suoi flussi e ai diversi modi di per-cepirlo, realizzato interamente con unamaglia reticolare in acciaio e vetro. Mentre Koolhaas, nella Public Library diSeattle, raggiunge l’identità della biblio-teca in modo nuovo, ampliandola nelsuo programma funzionale e fondendo-

la in una forma urbana altamente sim-bolica, Herzog e de Meuron, nella Bi-blioteca della Scuola Tecnica di Eberswal-de, oscillano tra la costruzione di una re-altà fisica e la formalizzazione dell’infor-mazione, attraverso una facciata media-tica, perseguendo l’idea di dare forma al-le superfici, come elemento dominantenello scenario urbano. L’involucro, inte-so come area di mediazione tra internoed esterno, tra pubblico e privato, pro-gettato in collaborazione con l’artistaThomas Ruff, è serigrafato con una rac-colta di immagini fotografiche e divental’interfaccia di un programma iconogra-fico complesso, lo strumento operativoche compare di fronte a chi lo contempladominandolo con un effetto immedia-to. Le immagini prodotte rivestono sia lelastre di calcestruzzo sia le superfici ve-trate. Così, nonostante la diversa per-meabilità dei materiali, la facciata pro-duce un’immagine percettiva omoge-nea. In questo contesto, la bibliotecapuò essere letta come manifestazione ar-chitettonica di un processo informativoche dà rilievo all’effetto tattile, visivo epercettivo. La biblioteca del XXI secolo, in questosenso, deve trasformarsi in una memoriadi informazioni che permetta la coesi-stenza di tutte le tecnologie disponibili.Tale esigenza comporta, inoltre, una cre-scente necessità di incontri sociali all’in-terno di essa, introducendo correlazionetra la molteplicità dei media di informa-zione e la crescente domanda di spazid’esperienza ad essi adeguati. La catalo-gazione richiede sempre meno spazio,conseguentemente al frenetico sviluppo

delle tecnologie informatizzate, creandoposto ai programmi sociali. È in que-st’ottica che la biblioteca sottende a uncontesto integrato che consenta un pas-saggio flessibile dallo scambio di infor-mazioni e conoscenza allo spazio fisico incui questo scambio possa concretizzarsi. Il progetto contemporaneo dello spaziodedicato alla conservazione e consulta-zione del sapere si concentra, dunque,sulle diverse prospettive in evoluzionedello scibile restituendo agli utenti unabiblioteca che, attraverso spazi e formediverse, è strada, salotto, scuola, scher-mo, è luogo urbano per eccellenza, ca-posaldo nella città, veicolo di comunica-zione politico-culturale e protagonistadel marketing e dello scenario urbano.La Biblioteca della Facoltà di Scienze Tec-nologiche dell’Università di Delft o la Ro-yal Library a Copenaghen, mostrano, asottolineare questa tendenza, la partico-lare attenzione dedicata alla visibilità del-la loro struttura nel contesto in cui si in-seriscono: grandi volumi vetrati, appari-scenti e dalle forme singolari, come il co-no-lucernario a Delft, e i corpi inclinati aCopenaghen. Al cambiamento sociale,ambientale e all’evoluzione del concettodi “libro” la biblioteca contemporaneaefficace risponde mutando, adattando earticolandosi in uno spazio sempre piùcomplesso e flessibile, trasformando lasua pelle in camaleontico gioco di rela-zioni con l’esterno in cui si traduce il va-lore simbolico che tuttora rappresenta,per avviare processi di riqualificazioneurbana e sociale, per cristallizzare l’im-magine della comunità in un’architettu-ra simbolica e rappresentativa.

2196/11

N U O V E T E C N O L O G I EA

RC

HIT

ET

TU

RA

Public Library di Seattle, USA, Rem Koolhaas, 2001-2004La biblioteca si sviluppa all'interno di unvolume monolitico compatto eppuresfaccettato. La sua organizzazione internarivoluziona il tradizionale concetto dibiblioteca: essa diventa uno spazio cittadino,una cellula dell'organismo urbano. La grigliaromboidale del rivestimento in acciaio e vetrosi adagia sulle ampie sale di lettura, offrendoun'illuminazione naturale insolita per unambiente destinato alla riflessione.

Bibliothèque Nationale de France “François Mitterrand”, Parigi, Francia, D. Perrault, 1992-1995

Page 14: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

2296/11

P resso la facoltà di Architetturadell’Università “Sapienza” di Ro-ma si è tenuto, nel novembre2010, un convegno internazio-

nale sulle esperienze di riqualificazionedei centri storici in Italia e in Brasile, or-ganizzato da Manuela Ricci1 ed Elio Tru-siani del Dipartimento DATA2 e dalCentro di ricerca FOCUS3; «il semina-rio si è posto l’obiettivo di ragionare in-torno al ruolo che i centri storici hannoavuto nella definizione dell’attuale con-figurazione della struttura dei territorimetropolitani e a quello che potrannoavere in relazione alla promozione diazioni di riqualificazione».Il convegno è introdotto da FrancescoKarrer4, che pone l’accento sulla capaci-tà strutturante dei centri storici e sul lo-ro ruolo di capisaldi dell’armatura stori-ca nel processo di riorganizzazione terri-toriale d’area vasta.È seguita un’intera giornata articolata intre sessioni sui temi: Riqualificazione delcentro storico di São Paulo, Centri stori-ci e territori metropolitani in Italia, Por-

In un convegnointernazionalepresi in esamecasi di studiospecifici: i CastelliRomani, i centristorici di Milano,Torino, Napoli,São Paulo e PortoAlegre.

Gabriella Restaino

to Alegre: centro storico e patrimonioculturale; il dibattito si è distinto per ilsuo carattere interdisciplinare che hacoinvolto sociologhe, architetti e urba-nisti che hanno messo a confronto le dif-ferenti metodologie di analisi dei pro-cessi di riqualificazione dei centri storiciattraverso casi di studio specifici e carat-terizzanti: i Castelli Romani ai limitidell’area metropolitana di Roma, i cen-tri storici di Milano e Torino e loro hin-terland, Napoli e la trasformazione delterritorio storico suburbano, São Paulo ePorto Alegre.La prima sessione ha visto i contributidelle sociologhe5 Clarissa Gagliardi,Dulce Maria Tourinho Baptista e Mari-sa do Espirito Santo Borin, con inter-venti distinti sui temi del paesaggio “so-ciale” contemporaneo della città di SãoPaulo. Il centro storico, definito come“spazio di contraddizioni”, è il fulcro deldiscorso, per il quale si propone l’analisidi quel “patrimonio immateriale” fattodi “simboli” e di attività “altre” – quali il“commercio informale” o la raccolta e

vendita di rifiuti differenziati – della po-polazione dei “senza casa”. Si pone l’ac-cento sull’importanza del comprenderea fondo le contraddizioni, gli spazi di vi-ta, i rapporti di scambio che sussistononella zona centrale della città, dove permolti dei suoi “abitanti” la strada è un“modo di vita”, per altri è un “passag-gio”, ma è sempre un “sistema di rappor-ti particolare” in cui le persone più o me-no disagiate spesso si sostengono vicen-devolmente.L‘intervento di Kazuo Nakano6 infine,ha affrontato il tema del “ridisegno”strutturale dell’area metropolitana di SãoPaulo e del suo centro storico descriven-do la Grande São Paulo e la sua “Coroametropolitana”, attraverso progetti di ri-disegno e riuso del suolo, a partire dal ri-pensamento del sistema infrastrutturale.La seconda sessione si è aperta con l’in-tervento di Manuela Ricci sul ruolo deicentri storici dei Castelli Romani, po-nendo l’accento sul ruolo che possonosvolgere all’interno della riconfigurazio-ne strutturale dell’area metropolitana

ITALIA-BRASILE:RIQUALIFICAZIONE

CENTRI STORICI

AR

CH

ITE

TT

UR

AE V E N T I

SAO PAULO: VISTA DEI NUOVI QUARTIERI

Page 15: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

romana in relazione alle trasformazioni edinamiche in atto.Si è agganciato al ruolo dei piccoli centristorici Edoardo Marini, nel suo inter-vento sul tema del processo di formazio-ne e trasformazione della regione urbanamilanese, area metropolitana raccontatatramite due storie: quella dei comuniesterni e della “reinvenzione” dei centristorici, l’altra quella di Milano.Carlo Spinelli 7 ha proseguito con un in-tervento sul tema della “reinvenzione“in atto dell’area metropolitana torineseattraverso un processo strategico di tra-sformazione. Del ruolo e trasformazioni della cittàstorica nel contesto metropolitano haparlato invece Michelangelo Russo 8 nelsuo intervento sul “rigenerare” il “centroantico” di Napoli. Citando il tema “cittàstorica/centro storico”, territorio antro-pizzato, territorio storico, mette in evi-denza come, a Napoli, gli strumenti dipianificazione urbanistica estendano ilconcetto di “storico” al suo territorio eall’area metropolitana.

La terza sessione era articolata in due di-stinti interventi sul centro storico e il pa-trimonio culturale della città di PortoAlegre9. Decio Rigatti10 ha raccontato lastruttura e configurazione dell’area me-tropolitana di Porto Alegre secondo icriteri della “sintassi spaziale”, in parti-colare soffermandosi sulle relazionistrutturali e le trasformazioni in atto, in-dividuando negli assi territoriali nord-sud ed est-ovest quei «percorsi-matrice»del processo di urbanizzazione dell’areametropolitana in cui si è avuto lo sposta-mento delle attività industriali, che ha difatto coinciso con lo «spostamento dellacentralità morfologica» della città, e dicontro, ha favorito le azioni atte a pre-servare il patrimonio culturale di un ter-ritorio estremamente trasformato neltempo.Patrimonio culturale urbano e progettoè stato il tema dell’intervento di ElioTrusiani11, che ha posto l’accento sul-l’approccio metodologico sperimentatoper le Aree Speciali di Interesse Cultura-le (ASIC) all’interno degli strumenti ur-

banistici. Ed è proprio partendo dallapolitica culturale delle ASIC, che haavanzato l’ipotesi di poter declinare lastessa metodologia nei centri storici del-la corona metropolitana, che, insieme alpatrimonio naturalistico, si pongonocome risorsa economica e potenzialitàpaesaggistica da valorizzare per un turi-smo di tipo culturale ed ecologico.

1 Direttrice del centro di ricerca Focus.2 Design, Tecnologia dell’Architettura, Territorioe Ambiente.3 Valorizzazione e gestione dei centri storici mino-ri e relativi sistemi paesaggistico - ambientali.4 Presidente del Consiglio Superiore dei LL. PP.5 Pontificia Universidade Católica de São Paulo,Faculdade de Ciências Sociais, Programa de Estu-dos Pós-Graduados em Ciências Sociais e Obser-vatório das Metrópoles São Paulo.6 Instituto Pólis e Universidade de Campinas.7 Politecnico di Torino.8 Università “Federico Secondo” di Napoli.9 Vedi: Elio Trusiani, Progetto e cultura nella cittàdei movimenti. 0055 51 Porto Alegre Brasile, Gan-gemi, Roma, 2010.10 Facoltà di Architettura dell’Università Federaledel Rio Grande del Sud.11 Università “Sapienza” di Roma.

2396/11

AR

CH

ITE

TT

UR

A

SAO PAULO: CENTRO STORICO PORTO ALEGRE , TIPOLOGIE RESIDENZIALI STORICHE

PORTO ALEGRE: CENTRO STORICO

Page 16: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

D ai primi anni Novanta il la-voro di Alberto Garutti hatrovato piena e coerente espli-cazione in progetti di arte

pubblica - in Italia e all’estero, in conte-sti diversi per committenza e per desti-nazione – rivelando un’originale dispo-sizione a indagare i rapporti con lospettatore, con gli spazi della quotidia-nità, e un’attitudine al riconoscimentodelle specificità dei luoghi. E questomentre si rivolgeva da più postazioniun’attenzione alla cosiddetta public art,all’arte relazionale e contestuale, e il si-stema tradizionale delle gallerie e deimusei registrava sensibili mutamenti. Garutti stesso ha individuato uno scartonel proprio percorso artistico propriosul finire degli anni Ottanta, con la dif-fusione mediatica degli effetti disastrosidella Guerra del Golfo e con l’avvento diinternet, che a suo parere “non hannopiù consentito all’arte di essere autore-ferenziale”. Una prima risposta a questi accadimentiè rappresentata dalla complessa esem-plarità dell’intervento pubblico a Fab-brica, frazione di Peccioli, commissio-nato nel ’94 e conclusosi dopo due anni,durante i quali l’artista ha intercettato al-cuni cittadini del borgo toscano testi-

moni di microstorie legate a un vecchioteatro ormai dismesso. Il racconto deglianziani che lì si recavano per ballare è di-ventato il tracciato mnemonico sul qualeGarutti ha impostato una forma origi-nale di ripristino che restituisse a quelluogo l’autenticità di un vissuto: un “re-stauro sentimentale” della facciata delteatro, con la collaborazione degli abi-tanti e con le risorse economiche dellamunicipalità (curatore Antonella Sol-daini). A Peccioli Garutti ha attuato unapersonale pratica d’intervento stabilendocome prioritario il rapporto con i citta-dini, per giungere a un’opera pubblicache avesse intenzionalmente “un impattoambientale minimo”, tenesse conto chel’impatto con un pubblico non speciali-stico può rappresentare una sfida perl’artista che scelga di operare nello spaziourbano, e rivelarsi pertanto alquanto sti-

molante: “l’artista che incontra la città haun’occasione straordinaria per ridare va-lore e forma etica all’operazione arti-stica”. Anzi, tali ripensamenti del rap-porto opera/fruitore e artista/spettatorenascerebbero proprio dalla constatazionedi un ribaltamento del procedimentoduchampiano (“penso che oggi l’operad’arte abbia un grande desiderio di usciredal museo”), e dal conseguente timore diuna perdita di auraticità dell’opera seimmessa imprudentemente nella strati-ficazione urbanistica. Come se anche ilconcetto stesso di opera site-specific –elaborato dal sistema dell’arte e riferibilea interventi artistici proprio di naturapertinenziale (in situ) - valesse esclusiva-mente per gli addetti ai lavori e nonfosse percepibile da una collettività conla stessa agevole immediatezza. Mentre l’aspetto “sentimentale” al quale

2496/11

ALBERTO GARUTTI: ANDAREVERSO L’OPERA PUBBLICA

Il lavoro dell’artista rivela un’originaledisposizione a indagare i rapporti con lospettatore, con gli spazi della quotidianità,e un’attitudine al riconoscimento dellespecificità dei luoghi.

AR

CH

ITE

TT

UR

AE V E N T I

Rossella Caruso

Page 17: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

Garutti fa più volte riferimento riguardaprevalentemente un modo empatico dicondurre il lavoro, nella fase perlustrativae nel suo concepimento, e non una tra-duzione estetica di esperienze emotivecondivisibili. Le sue opere non trovanorisoluzione soltanto nell’avvertire ed ela-borare un comune sentire, legato a luo-ghi e circostanze particolari, né si trattadi forme di progettazione partecipata. Inoltre, molti suoi interventi presentanodelle scritte (definite anche “dispositivi”)che Garutti considera, seppure nella loroautonomia, parte integrante delle operepubbliche: “la didascalia dichiara la miavolontà di raccontare ai cittadini il pro-cedimento dell’opera”. Si tratta di brevifrasi incise su lastre lapidee, calpestabilio a parete, oppure stampate e affisse perle città, che presentano una chiarezza econcisione al limite della titolazione, ma

che possono anche assomigliare nell’im-paginazione alle targhe di marmo che in-dicano i nomi delle strade o luoghi ri-marchevoli. Come quella incastonata nelselciato antistante il teatro di Peccioliche recita: “Quest’opera è dedicata alleragazze e ai ragazzi che in questo piccoloteatro s’innamorarono”. O quella inPiazza Dante a Bergamo dedicata Ai natioggi (replicata anche a Roma, via dellaConciliazione; e ancor prima a Ghentper la rassegna Over the Edges, 2000); epiù di recente nel progetto per l’aerosta-zione di Malpensa (aprile 2011): “Tuttii passi che ho fatto nella mia vita mihanno portato qui, ora”.Per interventi temporanei, o in contesticulturali lontani dal nostro, la formulapreferita dall’artista è invece quella delmanifesto pubblicitario (Istanbul 2001;Kanazawa, 2002); o anche i volantini e

la free press in relazione ad un’installa-zione, per esempio nel 2009 al MAXXI:“In una sala del nuovo museo MAXXI leluci vibreranno quando in Italia un ful-mine cadrà durante i temporali. Que-st’opera è dedicata a tutti coloro che pas-sando di lì penseranno al cielo”.Considerarli “dispositivi” significa attri-buire al contenuto semantico non unvalore puramente informativo: la “dida-scalia” provoca un’attivazione conosci-tiva e consente all’osservatore di agirecostantemente l’opera, apparentementeimmateriale.

Garutti, del resto, ha assecondato neisuoi interventi pubblici uno sviluppoaudacemente pionieristico proprio nelriconoscere al procedimento operativoun’importanza pari alla realizzazione de-finitiva dell’opera, nel contemplare svi-luppi relazionali successivi all’installa-zione e finanche nel rischiare il nonriconoscimento del proprio interventocome lavoro artistico: “Addirittura so-stengo quanto non sia importante che ilmio lavoro sia riconosciuto da tutto ilpubblico come opera d’arte, ma chevenga sentito dalla gente come sguardonuovo (e bello) su una realtà a loro vi-cina”.

In questa personale pratica deontologicaè l’artista stesso ad “andare verso” l’operae verso lo spettatore; a innescare una se-rie imprecisata di percorsi immagina-tivi; a ipotizzare soluzioni creative che ri-flettano, ma non traducano, lacontingenza ambientale e le relative pree-sistenze; e a tendere costantemente versouna forma di perfezione per poi disat-tenderla.

2596/11

E V E N T IA

RC

HIT

ET

TU

RA

Page 18: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

2696/11

VILLA ADRIANA

Analisi della complessa rete di comunicazioni della Villa, atestimonianza dell’opera di sperimentazione progettuale del suoideatore, che seppe unire alla bellezza della composizionearchitettonica una straordinaria ricerca razionale della funzionalità.

a cura di Giovanni Carbonara e Alessandro Pergoli CampanelliR

ES

TA

UR

O

Federica Chiappetta

LA PLANIMETRIA GENERALE DI VILLA ADRIANA, SECONDO I RILIEVI STORICI E I DATI ARCHEOLOGICI

FOTOGRAFIE DI GIACOMO FOTI

Page 19: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

“[…] gli Edifizj di questa Villasuperavano ogn’altro tanto per la loromagnificenza, che per l’ornamento, e perla lor vaga, e bizzarra figura: Dallequali molto possono profittare i Professoridi Architettura”.

Q ueste le parole che conclu-devano la didascalia inseri-ta nella pianta di VillaAdriana, disegnata da Fran-

cesco Piranesi, alla fine del Settecento.Ancora quelle parole sanno bene raccon-tare le rovine della Villa, ma oggi, piùche in passato, possiamo anche ammira-re tutta l’opera di sperimentazione pro-gettuale del suo ideatore che seppe unirealla bellezza della composizione archi-

tettonica una straordinaria ricerca razio-nale della funzionalità.La Villa si trova a pochi chilometri dallacittà di Tivoli e si estende su un bassopianoro tufaceo di notevole vastità, deli-mitato da due torrenti, quello della Fer-rata a est e quello di Risicoli a ovest, pro-tetto dai monti Ripoli e Cavillo che lo ri-paravano dai venti freddi. Il complessodoveva coprire un’area di circa centoven-ti ettari o arrivare fino a duecento, le di-mensioni di una città, grande addirittu-ra il doppio di Pompei. Era la residenza ufficiale di Adriano(117-138 d.C.), concepita in modo dagodere di una perfetta autarchia, del tut-to indipendente dai servizi urbani di Ro-ma, dalla quale distava circa diciassette

2796/11

RE

ST

AU

RO

I percorsi antichi nel Teatro Marittimo di Villa Adriana - Durante il primo periodo deilavori di costruzione della Villa, Adriano,percorrendo la via carrabile A, entrava alcomplesso dall’unico ingresso allora realizzato (laSpina del Pecile) e giungeva alla Sala dei SetteFilosofi, dove probabilmente avrebbe potutoricevere i responsabili delle fabbriche e discuterecon loro sull’andamento dei cantieri. In quelmomento, quando l’edificio repubblicano eraancora in fase di restauro, l’imperatore potevasoggiornare solo al Teatro Marittimo, che fu quindila sua prima residenza nella Villa. Si tratta di unappartamento ben progettato, a impiantocircolare e isolato da un canale, molto lussuoso efornito di ogni comodo, dove si trovano pure delleminuscole terme. Questo padiglione, che forse alavori conclusi sarebbe divenuto un ritiro idealedove riposarsi in compagnia di qualche ospitesegreto, in questo momento sembra invece essere,come suggerisce Eugenia Salza Prina Ricotti, la“tenda di un generale al centro di unaccampamento”. All’edificio si accedeva dallaSala dei Sette Filosofi, dove una sentinella posta diguardia presidiava l’accesso al portico circolare,lungo il quale sono posti i due ponticelli levatoi inlegno, manovrabili solo dall’interno dell’isola.Superati i ponti si arrivava in un giardinocircondato da un portico, dalle forme complesse,sul quale affacciano i principali ambienti dellacasa: l’ingresso delle terme, direttamentecollegate, mediante una piccola scala posta infondo alla vasca del frigidarium, alla natatiocircolare; il tablino sul quale affaccianodirettamente la camera da letto di Adriano -connessa al suo studiolo e fornita di una latrinasingola - e una delle due stanze destinate ai suoiospiti, organizzate intorno a un efficientecorridoio che bene disimpegna una latrina aservizio delle due stanze; alcuni triclini nei qualiAdriano poteva intrattenersi con i suoi invitati. Al Teatro Marittimo Adriano avrebbe potutoricevere, almeno durante la prima fase dicostruzione del complesso, i suoi amici più intimi, ifamiliari o anche i suoi più stretti collaboratoricome Decriano, suo liberto e architetto personale,che insieme con l’imperatore probabilmente si eraoccupato del progetto della Villa.

LA SPINA DEL PECILEIL TEATRO MARITTIMO

Page 20: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

miglia romane. Erroneamente per lungotempo fu pensato che la Villa fosse statacostruita negli ultimi anni dell’impero diAdriano e spesso qualcuno, ispirato daM. Yourcenar, la immagina ancora comela “tomba dei suoi viaggi”. Niente è piùlontano dalla realtà, perché Villa Adrianafu invece il sogno che accompagnò Adria-no per tutta la durata del suo impero.Adriano seguì i lavori di costruzione delcomplesso, l’abitò fin da subito e poiogni volta che ritornava dai suoi lunghiviaggi. Ancora più difficile da credere èche la Villa possa essere stato il frutto diuna composizione estemporanea, maturatasolo nel 117 d.C. - quando Adriano fuproclamato imperatore e si diede l’avvioai lavori di costruzione - perché VillaAdriana è un organismo troppo ben pen-sato, che certamente ha dovuto richiede-re una lunga e intelligente pianificazione,avvenuta perciò molto tempo prima del-la sua realizzazione. Il complesso sorge in parte sui terreni diuna precedente villa di età repubblicanache Adriano restaurò e bene inserì nel

suo nuovo impianto. Fu infatti attorno aquesto nucleo più antico che si sviluppa-rono le prime costruzioni adrianee, edesso rimase anche in seguito un puntocentrale della Villa, ospitando una parteimportante del Palazzo Imperiale. A Villa Adriana si osservano diverse tipo-logie architettoniche, distribuite in areepiuttosto differenti tra loro e destinate al-le varie categorie dei suoi abitanti, ognu-na pensata e progettata per assolvere allemolteplici funzioni che la Villa richiede-va: gli edifici per abitazioni, dai più son-tuosi destinati alla famiglia imperiale finoai dormitori per il personale più infimo; inumerosi edifici di rappresentanza, de-stinati ad accogliere ospiti di vario rango,come i grandi triclini scenografici, siste-mati a verde e arricchiti da spettacolarigiochi di acqua; le terme lussuose e quel-le modeste destinate ai servitori; gli edifi-ci per spettacoli e servizi di ogni genere.Nella Villa si distinguono chiaramentedue aree imperiali: il Palazzo, posto nel-la zona centrale del complesso, e l’Acca-demia, nella parte più a sud. Le sezioni

2896/11

RE

ST

AU

RO

I percorsi antichi nel Grande Vestibolo di Villa Adriana.Percorrendo la via carrabile C nobile gliospiti raggiungevano il Grande Vestibolo,l’ingresso più monumentale della Villa; qui ilpersonale di corte accoglieva, nella grandesala di attesa, gli invitati e prestava loroassistenza, dirigendoli prima alle PiccoleTerme - per il consueto bagno della sera - epoi alla coenatio del Canopo. Nello stessomomento il personale più umile, alloggiatonelle vicine Cento Camerelle, percorrendo lavia carrabile C di servizio, poteva accedereal piano inferiore del Grande Vestibolo,senza essere visto dagli ospiti ricevuti alpiano superiore, e dirigersi lungo diversegallerie - piuttosto buie - che davano accessoai servizi (praefurnia) delle Piccole Terme, dauna parte, e a quelli delle Grandi Terme dallaparte opposta; da una di queste gallerie erainvece possibile raggiungere l’ingressoprincipale delle Grandi Terme, fatte costruireda Adriano esclusivamente per il personale diservizio della Villa, poste in adiacenza allePiccole (solo per motivi funzionali e dettati daragioni impiantistiche) ma da queste del tuttodistinte e separate.

LA GALLERIA DI SERVIZIO DEL GRANDE VESTIBOLOCON LA SCALA DI ACCESSO ALLE GRANDI TERME

Page 21: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

imperiali sono riconoscibili non solo peril lusso e la raffinatezza delle finiture eper la complessità della composizionearchitettonica, ma anche perché rispon-devano a particolari requisiti di sicurez-za: sono tutte recintate, con pochi acces-si presidiati, come testimoniano, ancoraoggi, i vari ambienti destinati ai sorve-glianti. Il Palazzo comprendeva un’areapiuttosto estesa, suddivisa tra abitazioneprivata e centro di lavoro e governo. Fan-no parte delle aree destinate alla vita pri-vata della famiglia imperiale le due abi-tazioni stagionali - quella estiva, postaverso settentrione e adiacente alla vec-chia villa repubblicana (il Palazzo Impe-riale), e il Palazzo d’Inverno ad ovest -; lecosì dette Terme dell’Eliocamino e il Tea-tro Marittimo. La sezione di lavoro e go-verno doveva invece trovarsi nella vec-chia villa repubblicana, dove si possonorintracciare i vecchi cubicula riadattatiad uffici, e nelle Biblioteche Greca e Lati-na destinate, con le loro lussuose e ampiesale, alla rappresentanza e all’accoglienzadei legati da parte della corte. Il comples-

2996/11

RE

ST

AU

RO

LA VIA CARRABILE C NOBILE

LE GRANDI TERME

Page 22: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

so dell’Accademia era invece costituitoda un edificio di tipo palaziale, moltolussuoso con architetture estremamenteraffinate e articolate, e da un padiglione(la Milizia) forse destinato ai ricevimen-ti. Le due aree imperiali distano tra loroun chilometro in linea d’aria e, per arri-vare dall’uno all’altro complesso, sareb-be stato necessario percorrere più di duechilometri in salita. Poiché all’internodell’area di Palazzo sono presenti sia la re-sidenza estiva che quella invernale, è ve-rosimile che l’Accademia dovesse esseredestinata non ad Adriano ma ad un altropersonaggio della sua famiglia. In parti-colare doveva essere destinata ad unadonna, e dunque all’imperatrice Sabina;lo chiarisce da una parte l’assenza quasitotale di servizi igienici (le donne di altorango infatti non utilizzavano le latrine,che troviamo numerosissime in tutto ilcomplesso, perché ad esse preferivano lecosì dette sedie mobili) dall’altra il diffi-cile rapporto tra i coniugi, raccontatodalle fonti letterarie, che parlano di unmatrimonio spiacevole e infelice, chetuttavia, durato trentasei anni, ci lasciaimmaginare che l’imperatrice dovette inqualche modo abitare a Villa Adriana - laresidenza ufficiale dell’imperatore – e Sa-bina dunque, secondo le disposizioni diAdriano, avrebbe alloggiato, del tuttoautonomamente, assistita dalla sua cortee dal suo personale di servizio, negli ap-partamenti dell’Accademia.

Oltre alle residenze imperiali esistevanodegli edifici di abitazione collettiva mol-to differenti tra loro, destinati a diversecategorie di persone. Alcuni edifici, co-me gli Hospitalia, erano alloggi conforte-voli di tipo quasi alberghiero, destinati apersone di alto rango, come potevano es-sere i personaggi più importanti dellacorte imperiale. Altri alloggi erano solosemplici dormitori destinati al personaledi servizio più umile; queste fabbriche, apiù piani sovrapposti, dalle finiture piut-tosto rozze, erano ricavate nelle sostru-zioni murarie di alcune imponenti ter-razze, come ad esempio il Pretorio e leCento Camerelle, quest’ultime in grado diospitare circa millecinquecento persone.Il personale di servizio più elevato era in-vece alloggiato nella così detta Casermadei Vigili, posta in prossimità del Palazzoma da questo ben separata, poco visibilee servita da percorsi e accessi distinti ri-spetto all’abitazione imperiale. Nella Villa si trovano anche molte zonedestinate agli ospiti, come le grandi areeper i banchetti: il Ninfeo-Stadio, sul qua-le si affacciano le stanze principali dellaresidenza invernale dell’imperatore; laPiazza d’Oro, posta nella zona orientaledel complesso; e il Canopo, il grandiosotriclinio d’acqua della Villa. Gli edificitricliniari e più ancora quelli per gli spet-tacoli (il Teatro Greco, l’Arena dei Gladia-tori e l’Odeon), destinati anche a sempli-ci visitatori di rango meno elevato, sono

posti ai margini del complesso e i con-trolli per gli accessi sono di minore enti-tà, rispetto alle zone più propriamenteimperiali.La Villa era anche fornita di numerosiimpianti termali: oltre a quelle imperialigià citate, troviamo le lussuosissime Pic-cole Terme, destinate alla corte e agliospiti che giungevano al complesso ti-burtino per le grandi coenationes; e leGrandi Terme, utilizzate dal personale diservizio e necessarie per ovvie ragioniigieniche. Nella Villa gli edifici sono disposti secon-do diversi assi discontinui che sembranodare all’insieme planimetrico un’appa-renza di casualità ma che rispondono in-vece a ragioni compositive e prospetti-che, che guidano l’articolazione e l’alter-nanza di edifici e spettacolari architettu-re di acqua e verde, per dare vita a bril-lanti invenzioni visive e allusive, in parteancora oggi apprezzabili. Non si trattaperò di una progettazione meramentecompositiva, dovuta a un ludico eserci-zio progettuale del suo ideatore perché, alcontrario, la Villa è il risultato di unaprogettazione unitaria dove le funzioniantropiche sono risolte con estrema pre-cisione. Ne sono la prova l’articolato im-pianto idrico e fognario, e soprattutto lavastissima rete di comunicazioni, pensa-ta come l’arteria funzionale del comples-so, capace di collegare e alimentare ognisua parte. Villa Adriana è infatti regolata

3096/11

LA PESCHIERA DEL PALAZZO D’INVERNO

Page 23: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

da un grande sistema viario - costituitoda una serie di vie carrabili (la via carra-bile A, la via carrabile B e le vie carrabili Cnobile e di servizio) - che, alternando itratti in galleria con quelli all’aperto, fa-cilitava l’ingresso e l’uscita del grandeesercito di servitori, necessari al buonfunzionamento del complesso, contem-poraneamente permetteva alla famigliaimperiale di raggiungere rapidamente leloro rispettive residenze e ai loro ospiti digiungere agli edifici di rappresentanza, aloro destinati. Questo sistema principaleera strettamente connesso alle comuni-cazioni interne che collegavano i vari edi-fici o parti di essi. Si tratta di gallerie pe-donali, una parte di esse, per le scadentiqualità delle finiture, le dimensioni ri-dotte e la pessima illuminazione, era cer-tamente destinata ai servizi, aveva accessidefilati e i percorsi si svolgevano a livellidistinti che mai incrociavano quelli no-bili, ai quali erano riservati percorsi d’ac-cesso principali, caratterizzati da archi-tetture di alto valore.Anche gli ingressi che davano accesso allaVilla erano piuttosto differenti tra loro.Ne erano previsti due monumentali: ilprimo ad essere stato costruito si trova alcentro della lunga Spina del Pecile, che eraraggiungibile percorrendo la via carrabileA; il secondo, quello più importante, erail Grande Vestibolo, posto ad ovest delcomplesso, al quale si giungeva per mez-zo della via carrabile C ed era costituito di

due accessi, uno nobile, che raggiungeval’edificio mediante una monumentalescala con ninfei, e l’altro di servizio, postoal piano inferiore e direttamente collega-to alle Cento Camerelle che, come detto,ospitavano le abitazioni degli schiavi. DalGrande Vestibolo si arrivava, salendo larampa di Roccabruna, anche all’ingressoprincipale dell’Accademia. Un ingressosecondario, raggiungibile dalla via carra-bile B, era costituito da una lunga scalache dava accesso diretto al Padiglione diTempe, utilizzato - in modo esclusivo -dalla corte imperiale che da qui raggiun-geva velocemente le proprie abitazioni(gli Hospitalia) e la sezione destinata agliuffici amministrativi e direttivi, che oc-cupavano parte del Palazzo Imperiale. Unulteriore ingresso era in prossimità dellosvincolo sotterraneo di Piazza d’Oro, anchequesto posto lungo la via carrabile B; unasentinella posta di guardia avrebbe con-sentito agli ospiti, arrivati in prossimitàdello svincolo sotterraneo, di svoltare in di-rezione nord-ovest e di attraversare la viacarrabile sotterranea per giungere, uscitidalla galleria in carrozza, davanti a unospiazzo e di lì, a piedi, arrivare ai triclini diPiazza d’Oro; mentre il personale di ser-vizio, continuando in trincea verso ovest,raggiungeva i servizi del Macchiozzo (adoggi non ancora del tutto ispezionati). Lavia carrabile sotterranea B, invece, supera-to lo svincolo, proseguiva verso sud e con-duceva prima all’ingresso di un edificio

per spettacoli (l’Arena dei Gladiatori) epiù avanti al Grande Trapezio, questoenorme svincolo - che probabilmente do-veva ospitare le stalle a servizio dell’interocomplesso e il parcheggio delle carrozzeche stazionavano alla Villa - si collegava,mediante diverse ramificazioni, a un in-gresso secondario dell’Accademia, al-l’Odeon e all’edificio ipogeo di serviziosottostante la così detta Mimizia.

Purtroppo la maggior parte di questastraordinaria e complessa rete di comuni-cazioni che abbiamo raccontato, così co-me alcuni edifici o parti di essi - spesso perragioni dovute alla sicurezza, o nel casodel complesso dell’Accademia perché an-cora sui terreni di una proprietà privata -,oggi è chiusa e inaccessibile al visitatore,che rimane ignaro di quale fosse realmen-te la natura di questo organismo intelli-gente - e pulsante di vita quotidiana - chefu Villa Adriana; un bene preziosissimo,inserito tra i monumenti PatrimonioMondiale dell’UNESCO per essere “amasterpiece that uniquely brings togetherthe highest expressions of the material cultu-res of the ancient Mediterranean world”(1999), che oggi soffre invece per avereuna fama universale affidata più all’aspet-to di meraviglioso e indistinto paesaggioarcheologico che alla reale comprensionedello straordinario significato architetto-nico e storico dei resti che compongonoquel paesaggio.

3196/11

L’EURIPO DEL CANOPO

Page 24: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

F in de una pesadella líquida. Fine diun incubo liquido. Così il quoti-diano El Pais il 17 aprile scorso ti-tolava l’articolo a tutta pagina che

annunciava la fine, o quasi, dei lavori perla riqualificazione del Rio Manzanareslungo il settore urbano di sei chilometria Madrid.Nel 2003 la città decide di interrare ilprimo tratto della circonvallazione M-30 che correva lungo il Rio, viabilità rea-lizzata trent’anni prima e che, con il suo

andamento parallelo al corso d’acqua,aveva interrotto il rapporto sia con le dif-ferenti parti della città, sia con il fiume,producendo in questo modo luoghi checontenevano un po’ di tutto, luoghi sen-za qualità e spesso in abbandono.Un lavoro lungo sei anni (o forse per noibreve sei anni) che ha impiegato circa400 milioni di euro per l’interramentodella M-30, la realizzazione di una coper-tura verde e la ristrutturazione urbana diun’area di 649 ettari che ha coinvolto sei

distretti, Moncloa-Aravaca, centro, Ar-ganzuela, Latina, Carabanchel e Usera.Un lavoro di ricucitura urbana, dove ilcorso d’acqua è ritornato ad avere un rap-porto con la città e i suoi abitanti, por-tando oggi, lungo le sue sponde artificia-li, un traffico lento fatto di persone chepasseggiano, ciclisti e sportivi che corro-no, bambini che giocano. Sono stati realizzati diciassette nuovipercorsi per questo slow traffic, 30 chilo-metri di piste ciclabili, ponti pedonali,

3296/11

LA RIGENERAZIONEURBANA CORRESULL’ACQUALa riqualificazione del Rio Manzanares aMadrid: un importante corridoio ecologicoper la città, una rigenerazione ad area vasta ilcui motore consiste nell’eliminare le macchinee realizzare nuovi parchi e spazi pubblici.

PA

ES

AG

GIO

a cura di Lucio Carbonara e Monica Sgandurra

Monica Sgandurra Dall’alto:• Il Salon de Pinos• Vista generale del giardino del Puente de

Toledo in inverno• La Plataforma del Rey

Page 25: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

parcheggi, e soprattutto nuovi parchi,per i quali sono stati spesi circa 228 mi-lioni di euro.È vero, la città si è indebitata, non potràpensare di realizzare altro per qualchetempo, ha subito un enorme cantiereper molti anni, ha dibattuto lungamen-te sull’opportunità della trasformazione,ma i risultati sono a mio avviso, tangibi-li. Credo che nei prossimi anni si pro-durrà un effetto tipo High Line di NewYork. Questo già si vede nell’affollamen-

to a tutte le ore di questo lungo settore dicittà. Bar e ristoranti, che prima eranoluoghi vuoti di periferia, improvvisa-mente sono pieni di avventori, nuovi al-berghi, uffici e centri commerciali stan-no sorgendo nelle aree industriali di-smesse e l’edilizia residenziale subirà si-curamente un restyling fisico ed econo-mico. Una rigenerazione ad area vasta ilcui motore consiste in sole due azioni:eliminare le macchine e realizzare nuoviparchi e spazi pubblici.

Il concorsoNel 2005 il Comune di Madrid bandi-sce un concorso internazionale di ideeper un parco urbano lungo le due spon-de del Manzanares per sei chilometri disviluppo e una superficie di 1.500.000mq. Il concorso produce una seconda fa-se alla quale partecipano, ad invito, seistudi internazionali Peter Einsenman,Herzog & de Meuron, Torres & Martí-nez Lapeña, Navarro Baldeweg, Domi-nique Perrault, Kazuyo Sejima / SA-

3396/11

Dall’alto e da sinistra:• sezione tipo del Salon de Pinos• sezione tipo dei percorsi pedonali• sezione tipo del Rio Seco• sezione tipo dell’interramento della M-30 e della copertura a parco

PA

ES

AG

GIO

Page 26: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

NAA e due studi selezionati nella primafase in forma anonima.Vincono il gruppo spagnolo compostoda Ginés Garrido che, con lo studioolandese di West 8, costituisce una jointventure, MRio, insieme ad altri tre studimadrileni (Burgos & Garrido, Porras &La Casta y Rubio & Álvarez-Sala).In tempi rapidi sono stati prodotti 47progetti e i cantieri sono stati aperti.

La proposta Il progetto individua tre ambiti di pae-saggio. Il primo è quello che si snodalungo e sopra i sei chilometri del tunneldella M-30, con una sezione larga 30metri. Su questa estensione è stata co-struita una pineta lineare, il Salón de Pi-nos, con una piantumazione di circa9000 tra Pinus pinea, Pinus halepensis ePinus pinaster, tutti elementi selezionatiper dimensioni diverse, forme naturali(soprattutto contorte, inclinate e a dop-pio fusto), ed espiantati da vivai foresta-li nelle pinete a nord di Madrid.Il secondo ambito è quello che collega ilPalazzo Reale con Casa de Campo, il piùgrande parco di Madrid con la sua esten-sione di 1600 ettari. Il progetto prevedeuna serie di interventi dai caratteri diversiper connettere questi due siti storici, in-terventi tutti caratterizzati dalla presenzadi alberi fruttiferi, nell’intento di costrui-re una sorta di frutteto diffuso, un luogoquasi domestico in contrapposizione conil verde urbano del parco storico.Il primo intervento è quello della Plata-forma del Rey, una esplanade, una super-ficie pavimentata, granitica, completa-mente libera da volumi e segnata da un

disegno macro di fiori bianchi che rico-prono tutto il piano. Un marchio di fab-brica di West 8. Questa decorazione,quando incontra i ciliegi piantumati suun lato della piazza, dà la forma ai tor-nelli di protezione degli alberi. Sulla rivaopposta del Rio un massiccio boscatopiantumato a Platanus hispanica ricoprele sponde che collegano i diversi dislivel-li del terreno sotto la Puerta del Rey.Alle spalle della Plataforma si articola,l’Huerta de la Partida, la riproposizionein chiave contemporanea di un anticofrutteto del XVI secolo che nel tempo hasubito trasformazioni e un lento decadi-mento fino ad arrivare alla Seconda re-pubblica a diventare un giardino di spe-cie medicinali, e poi a scomparire, quasidel tutto, dopo la guerra civile.Oggi, con le nuove sistemazioni del pro-getto di West 8, accoglie 873 nuovi albe-ri di peri, meli, noci, gelsi, noccioli, me-lograni, fichi e olivi articolandosi lungol’andamento sinuoso di un tratto rico-struito del vecchio Rio. A fianco di que-sto frutteto arriva la parte terminale del-l’Avenida de Portugal, un viale piantuma-to ad aceri, platani e quattro varietà di-verse di ciliegi, una sistemazione che in-terra la viabilità veloce e realizza un par-cheggio lineare per circa 1000 automo-bili. Anche qui ritroviamo il motivo flo-reale della Plataforma che si materializzanelle sedute che emergono dal macro di-segno a terra. L’Avenida è stato il primoprogetto ultimato e inaugurato nel 2007.Il terzo ambito è quello che vede nel nuo-vo Parco Arganzuela la struttura più vasta,con una superficie di circa 33 ettari. L’areamaggiormente coinvolta è la sponda sini-

stra del Manzanares dove un tempo sorge-va il mattatoio della città. Le strutture delmacello sono state in parte recuperate adaltri usi (serre, servizi, gallerie d’arte) men-tre il tema che viene evocato dal parco èquello dell’acqua e del ridisegno della trac-cia antica del fiume prima che venisse in-canalato dentro le sponde artificiali. L’ac-qua è l’elemento costruttivo del parco de-clinato in tutte le sue forme. Fontane, ba-gnade, nebulizzazioni, cascate, muri chetrasudano come fonti, una spiaggia fluvia-le e sistemi di piante acquatiche per la ri-costruzione di ambienti paludosi.La Playa Arganzuela ha un funzionamen-to ben preciso per quanto riguarda le se-quenze del movimento dei diversi siste-mi d’acqua: nebulizzazioni, allagamentie getti sono azionati nelle diverse fontanea cicli temporali concatenati tra di loro ediversi per durata in estate e in inverno,con un’alternanza temporale di quindiciminuti nei due ambiti della Playa.Inutile dire che è la parte del progettoche viene vissuta con più partecipazione,interazione, allegria e gioco. Il rumore ei giochi di riflessi e trasparenze sono lepresenze impalpabili che invadono ed

3496/11

PA

ES

AG

GIO

Page 27: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

avvolgono tutto l’andamento del corsod’acqua prosciugato, il Rio seco.Questi tre ambiti di paesaggio sono col-legati tra loro da una serie di ponti e pas-serelle che si snodano da nord a sud, al-cuni esistenti, ristrutturati e riqualificaticon nuove sistemazioni a verde, altri rea-lizzati ex novo.Ponti e passerelle, come strutture di con-nessione e ricucitura del sistema e, cometali, pensati come elementi importantidal punto di vista della forma e quindidell’immagine.Un parco disegnato come se fosse ungrande giardino è stato pensato sotto ilPuente de Toledo, ponte storico di Ma-drid, di forma barocca e costruito nel1718. Viene proposto un giardino conun disegno a macro scala, un “tatuaggio”come è stato soprannominato, un giardi-no concepito per essere visto dall’altezzadel ponte. Il disegno delle aiole, che ci ri-corda quello dei giardini francesi a brode-rie, è costruito da siepi di Ligustrum, Vi-burnum, Laurus e da superfici di rose dal-la fioritura rossa e rosa insieme ad albericaducifoglie di Albizia e Liriodendron.A nord del sistema, il Puente de Segovia,

anche lui del XVI secolo, nello specchiod’acqua antistate e retrostante il ponte, inuno dei tratti più larghi del Manzanares,sono state inserite quattro fontane monu-mentali che formano colonne d’acquasimmetriche, quattro giardini acquatici,sempre di forma rettangolare e sempre po-sizionati simmetricamente. Le sistema-zioni a verde sulle due sponde all’altezzadel ponte sono costituite prevalentementeda un impianto arboreo di 11 specie di-verse con l’inserimento di 332 nuovi albe-ri (ippocastani, ginkgo, cedri, magnolie,tigli, querce, cipressi, pioppi e sophore).Uno dei nuovi ponti pedonali dalle di-mensioni più grandi è quello progettatoda Dominique Perrault, la Pasarela Ar-ganzuela II, posta a sud del Ponte di To-ledo, lunga 250 metri, dalla forma attor-cigliata come una molla stesa che, unavolta superato il corso d’acqua, si appog-gia su una collina e lì si apre nel puntopiù alto, quasi rompendosi.Di West 8 invece, sono le due passerellegemelle (Cascara bridges) coperte dauna scocca sottile di cemento e rivestiteall’interno da mosaici realizzati dall’arti-sta spagnolo Daniel Canogar.

Un’altra presenza importante lungo tut-to il Rio è quella degli spazi gioco e deimolti campi sportivi; i diciassette spazigioco di superfici e componenti variabi-li hanno ricevuto, nel 2010, la medagliad’oro all’ExpoAlcaldia, una specie dioscar assegnato al miglior spazio giochi alivello mondiale.Il sistema dei campi per lo sport includecampi da calcio, da tennis, pallavolo, ba-sket, strutture per lo skate acrobatico, uncircuito per le BXM, tre aree per il fitness,oltre ad attracchi sull’acqua per le canoe.Ci vorrebbero molte più parole per de-scrivere la ricchezza e la complessità del-le strutture e degli spazi, l’accuratezzadelle realizzazioni, la sensibilità e capaci-tà dei progettisti e del committente ma èmeglio fare un viaggio e andare a vederecon i propri occhi questa nuova realizza-zione dai numeri impressionanti che co-stituisce, non ultimo, un importantecorridoio ecologico per la città con33.623 nuovi alberi, 470.844 arbusti e210.898 metri quadrati di superfici aprato dalle basse esigenze idriche e unfuturo lago che sorgerà al posto dello sta-dio Vicente Calderón.

3596/11

Pagina a fianco, dall’alto e da sinistra:• Cascara bridges• Le fontane a nebulizzazione nel parco di

Arganzuela• I getti d’acqua al Puente de Segovia

In questa pagina, dall’alto e da sinistra:• Particolare della Pasarela Arganzuela II• Spazio giochi• Planimetria generale degli interventi

Page 28: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

3696/11

PAE

SA

GG

IO

IL LUNGOLAGO DI BRACCIANO

do, si è costruito per frammenti, man-giato dall’abusivismo edilizio e compo-sto da oggetti che non cercano alcuna re-lazione con il contesto. Il lago è una pre-senza sporadica e saltuaria e la sua calmae la sua vegetazione sono sempre soffo-cate da cornici improprie e casuali.Camminando lungo la strada che lo co-steggia, si è continuamente distratti daelementi di volta in volta grandi e picco-

tore di servizi e di rimesse, ha visto unaprogressiva, sregolata, invasione di gra-migna e manufatti abusivi. Anche nellascultura Bracciano dell’americana Bever-ly Pepper il lago è assente: il raccontodell’artista si struttura intorno all’espe-rienza della compattezza del centro abi-tato escludendo completamente il pae-saggio d’acqua dalla narrazione.Il lungolago, risentendo di questo sguar-

È da sempre una relazione basatasulla distanza fisica quella tra ilcentro urbano di Bracciano, ar-roccato sulla collina, e il lago

omonimo, che sembra riposare estraneoe lontano dagli interessi della città, che alui ha voltato le spalle, sviluppandosi in-vece verso la valle in direzione opposta.Il paesaggio del lungolago, lasciato a sestesso e a qualche avventuriero costrut-

Il progetto di RosarioGigli, esplodendo lospazio del lungolagosull’acqua, generanuove sequenze dispazi sospesi, lontanidall’idea dipaesaggio intesocome veduta in favoredi uno spazio pensatocome luogo discoperta edesperienza dell’acquanell’acqua.

Benedetta Di Donato

Page 29: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

li che, da un lato all’altro, si susseguonoapparentemente senza gerarchia; il per-corso è monotono, non c’è alcun ordineleggibile ne alterazioni nel ritmo. Il lagoè quasi una presenza virtuale denunciataesclusivamente dalle colline retrostantiche permettono di intuire il vuoto delbacino; è quindi solo nella luce, nei ri-flessi, negli odori che l’osservatore intui-sce il lago.

È in questo contesto che si inserisce l’ar-chitettura di Rosario Gigli con l’intentodi spostare l’attenzione dalla terra all’ac-qua e di spingere lo sguardo dell’osserva-tore verso il lago. L’architettura realizza-ta sul lungolago Argenti si configura co-me una pausa più lunga, un cambio diritmo, un’interruzione del continuo diristoranti e stazioni balneari che costi-tuiscono il bordo. L’acqua diventa perce-

pibile perché inquadrata dalla cornicedella pensilina lignea in un ritaglio oriz-zontale. L’idea è quella di un paesaggioappeso in un ambiente interno, una ve-duta da contemplare e osservare comesfondo . Se l’architettura realizzata in-cornicia la veduta del lago, il progettovoleva invece proiettare la terra sull’ac-qua attraverso tre pontili, uno per l’at-tracco delle imbarcazioni, l’altro come

3796/11

PA

ES

AG

GIO

PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DEL LUNGOLAGO G. ARGENTI progettista arch. Rosario Gigli collaboratoriarch. Alessandro Benantiarch. Giorgio Biscettiarch. Chiara Campograndearch. Michela Espositoarch. Rachele Palladinostruttureing. Luigi Serio committenteComune di Bracciano impresa esecutriceDAPAM S.r.l.importo lavori1.298.924,96 Euro

Page 30: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

3896/11

PA

ES

AG

GIO

Page 31: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

percorso che conduce ad un punto di vi-sta più interno verso l’acqua, e l’ultimoche riporta sulla terra ferma attraversoun percorso alternativo. Osservandol’impianto e le prospettive del progettoappare, per dare misura alla proposta,l’idea di una piazza d’acqua disegnatadai due pontili principali mentre, l’in-trodurre una pensilina trasversale, rac-conta l’aspirazione alla riconnessione traterra e acqua. All’idea della veduta il pro-getto ancorava una serie di spazi sospesicapaci di proiettare l’osservatore oltre illimite dell’intervento, al centro del lago.L’opera realizzata lavora per giustapposi-zione e tangenza di elementi, dall‘im-pianto fino al dettaglio. Le pensiline, cheinsieme al sistema delle piazze in basaltoe travertino e alla sede della ProtezioneCivile, costituiscono gli unici elementirealizzati, si pongono al centro dello spa-zio e negano la dialettica con la strada egli edifici persistenti, in favore di un rap-porto quasi esclusivo con il lago. En-trambe le coperture lignee, sostenute dapilastri metallici, corrono continue ad

altezze diverse, il segno più alto, elemen-to ordinatore del progetto, piega fino allago invitando l’osservatore a seguirne ilmovimento nel suo farsi discorso. Le dif-ferenze di quota tra i piani orizzontali,denunciate a terra dai cambi nei rivesti-menti, sono strumentali ad enfatizzare ilracconto delle tangenze fra elementi, co-sì come il sistema di ancoraggio dellapensilina più alta, staccata da terra attra-verso un distanziatore metallico.Alle geometrie regolari del sistema si so-vrappone una figura ovoidale declinatanel progetto come elemento decorativo,come cornice delle diverse vedute e co-me sostegno della pensilina della piazzasull’acqua. La forma, svuotata nel suocentro, sembra evocare il lago nella suaassenza e nel suo farsi progetto.L’architettura di Rosario Gigli, ricca diimmagini, ricordi e fantasie trasformavaattraverso una visione il rapporto tra ter-ra e acqua negando il concetto di limite.Il progetto, esplodendo lo spazio dellungo lago sull’acqua, generava nuovesequenze di spazi sospesi che allontana-

vano dall’idea di paesaggio inteso comeveduta, senza scambio o interazione trale parti, in favore di uno spazio pensatocome luogo di scoperta ed esperienzadell’acqua nell’acqua.Oggi, l’immagine forte e suggestiva chel’architetto ha pre-“visto” nel progetto, èsolo in parte realizzata: mancano all’ap-pello i pontili e con loro la piazza d’ac-qua e le piazze sull’acqua; viene alteratala misura dell’intervento che appare piùcome frammento, parte di un mosaicodi elementi diversi, che trait d’union ditutto il lungolago. Se l’opera da una par-te riesce ad introdurre una pausa nellapasseggiata lungo il bordo del lago equindi conduce l’osservatore a riscoprirela presenza dell’acqua dall’altra, nella suarealizzazione mutila, trova ancora nelladistanza l’elemento fondativo del rap-porto con lo specchio d’acqua.

1 A. Metta, Paesaggi d’Autore Il Novecento in 120progetti, Alinea, Firenze 2008, cit. p.262 M. Costanzo, Rosario Gigli. Il lungolago di Brac-ciano, in Hortus rivista on line della Facoltà di Ar-chitettura Valle Giulia n°1 Ottobre 2007, cit.

3996/11

PA

ES

AG

GIO

Page 32: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

L’ importanza di riconoscere allacultura un ruolo determinanteper lo sviluppo sociale ed eco-nomico del territorio risiede

nella condivisa riflessione che i valori daessa espressi siano i più adatti a rappre-sentare la qualità e la ricchezza di granparte dei contesti che ci appartengono.Questi valori, che costituiscono una ri-sorsa indispensabile nella ricerca di nuo-ve strategie di intervento e nei processidi salvaguardia e di valorizzazione, sonoin grado di definire il paesaggio come si-stema di luoghi, sistema di identità loca-li e di memorie collettive in cui il territo-

rio funziona come rete: uno strumentoper la trasmissione di saperi, passati e re-centi, un contenitore di eventi, di tra-sformazioni e di progresso. La possibili-tà di attivare innovativi processi di ri-qualificazione diffusi si fonda quindisulla conoscenza che di quel territorio siha, si conserva e si sa condividere. Più èalto il livello di consapevolezza, più leproposte saranno efficaci e mirate.Una visione, questa, largamente condi-visa a livello internazionale e chiaramen-te espressa nella Convenzione Europeadel Paesaggio (Firenze, 2000) cui le sin-gole realtà territoriali contribuiscono.

4096/11

IL SISTEMAMUSEALETERRITORIALE: UNA RISORSACULTURALE PERIL PAESAGGIOUn nuovo modello di museo in grado di dinamizzare il rapporto tra territorioe azione umana, riconoscendo l’identità,le testimonianze e la storia come risorsaindispensabile per lo sviluppo dellerealtà locali.

PA

ES

AG

GIO

Francesca Rossi

TERRITORIO, PROVINCIA DI VITERBO

CITTA, TOLFA

Foto di Alessia Cerqua

Page 33: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

Ne è un esempio il Progetto Euroscapes(www.euroscapes.it) finanziato dal-l’Unione Europea attraverso il FondoEuropeo di Sviluppo Regionale (ERDF)all’interno del Programma INTERREGIVC per il periodo 2007-2013, che sipropone di sviluppare un nuovo modellodi Piano di gestione del Paesaggio Natu-rale e Culturale in aree urbane e peri-ur-bane attraverso un approccio integrato esostenibile che promuova insieme gliaspetti culturali, economici e ambientalidelle diverse realtà locali. L’obiettivo èquello di superare la tradizionale stru-mentazione esclusivamente vincolistica eaffiancare alle necessità di conservazionedel patrimonio modalità di trasforma-zione coerenti con il contesto territorialee di sensibilizzare operatori e autorità alavorare all’interno di un sistema di rife-rimenti culturali in grado di valorizzarele singole identità e specificità locali. Le peculiarità del territorio, la sua diver-sificazione ed originalità, richiedono in-fatti una riflessione sulle caratteristiche esull’adeguatezza degli strumenti dedica-ti alla trasformazione e valorizzazionedel patrimonio culturale in esso presen-

ti. Il territorio si trasforma in laborato-rio, diviene un museo aperto in cui fareesperienza del proprio patrimonio cul-turale, in cui sperimentare l’efficaciadelle “buone pratiche” in esso attivate.A questo proposito, il Progetto Eurosca-pes, dedica un Seminario che si terrà il20 e 21 ottobre 2011 a Viterbo ed a Ac-quapendente dal titolo “La gestione deiPaesaggi culturali: percorsi di ricerca esperimentazione internazionale”.Città, villaggi, terrazzamenti agricoli, stra-de, filari alberati, parchi, canali, riservesono le maglie di questa rete sulla qualetessere l’insieme di azioni e di attività in-dirizzate al raggiungimento di obiettivistrategici per la crescita, il potenziamentoe la riqualificazione del territorio. È necessario partire da questa ricchezzaper poter definire lo scenario in cui, at-traverso un “sistema museale territoria-le”, si riconosca l’identità, le testimo-nianze e la storia come risorsa indispen-sabile per sviluppo delle realtà locali. Un“sistema” in cui si renda manifesto quelpalinsesto tanto discusso in cui è archi-viato l’insieme di segni e intenzioni la-sciati da chi ci ha preceduto.

4196/11

PERCORSI,VITERBO

Page 34: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

Il concetto di paesaggio culturale sostan-zia il paradigma del sistema museale ter-ritoriale in quanto rappresenta l’espres-sione più simbolica del patrimonio dif-fuso sul territorio quale insieme di benimateriali e immateriali che costituisco-no la risorsa di eredità e di identità co-muni ad un territorio ed alla popolazio-ne che lo abita.Un nuovo modello caratterizzato da unadimensione che non è più solo conserva-tiva e legata all’oggetto fisico ma basatasulla circolazione del valore del patrimo-nio di diversi “materiali” che possano es-sere “esplorati” da punti diversi attraver-so percorsi conoscitivi e formativi perso-nali. Un’entità non più locale ma costi-tuita da un sistema di realtà interconnes-se, “portale di accesso” aperto a tutti,pronto a soddisfare le più avanzate esi-genze scientifiche ma anche quelle delvasto pubblico: il museo oltrepassa i li-miti fisici della collezione per giungereovunque, non più contenitore espositi-vo, magazzino-deposito di reperti, macentro di risorse per la collettività non-ché un’istituzione educativa per la for-mazione e per la riappropriazione diidentità.Il tema dell’identità è infatti una que-stione centrale nella progettazione delterritorio che favorisce la creazione di uncapitale sociale anche in quei territoriconsiderati marginali e fornisce ai sog-getti interessati e competenti coerentistrumenti interpretativi. Per questo lachiave territoriale può costituire un ap-

proccio utile, promuovendo politicheintegrate e sostenendo processi di defini-zione e rafforzamento di fattori come ilpatrimonio territoriale, le identità cul-turali e le reti locali; fattori che se dotatidi coerenza, definiscono un ambito lo-cale dalle caratteristiche specifiche in cuiagire nella consapevolezza di una cono-scenza diretta e nella fiducia di una con-divisione collettiva.Lo sviluppo di “sistemi museali territo-riali” e la promozione di tecnologie pergarantire la sostenibilità degli interventiconcorrono nel garantire un alto livellodi qualità nelle azioni di conservazione,gestione e valorizzazione del patrimonioculturale, condividendo obiettivi e re-sponsabilità per il contenimento dei co-sti delle attività e dei servizi gestiti allascala più adeguata. Il coordinamento trai programmi delle realtà associate al si-stema; la predisposizione di banche datiintegrate in un sistema informativo na-zionale in rete con i livelli regionali e na-zionali, la circolazione delle informazio-ni e la divulgazione degli studi relativi al-l’approfondimento della conoscenza delpatrimonio naturale e culturale del terri-torio, la formazione di personale specia-lizzato per la promozione e coordina-mento delle attività culturali e didatti-che sono solo alcuni degli strumenti perrendere più esplicite le potenzialità di unsistema che riconosce nel paesaggio unpatrimonio collettivo.Tutto ciò configura il sistema musealeterritoriale come progetto in grado di di-

namizzare il rapporto tra territorio eazione umana, esplicitando gli interessicoesistenti che animano le società localiintese come insiemi compositi di attori iquali si riconoscono reciprocamentenella rete del patrimonio locale.

Una riflessione che riconosce nel territo-rio laziale nuovi ed interessanti occasio-ni di approfondimento come l’inaugu-razione avvenuta il 1° luglio 2011 a Bol-sena del Centro visite del Sistema Mu-seale del Lago di Bolsena (SIMULABO,www.simulabo.it) nel palazzo Monalde-schi della Cervara, a due passi dalla Roc-ca medievale che, dal 1991, ospita ilMuseo territoriale del lago di Bolsena. Ilsistema museale, istituito nel 2000 me-diante una convenzione stipulata tra iComuni del circondario lacustre, è unbuon esempio di come, in un percorsodi ricerca e di lavoro progettuale che havisto negli anni l’apertura di numerosimusei, perseguire “una compiuta e inte-grata interpretazione del territorio, fonda-ta sullo studio, la conoscenza, la tutela, lavalorizzazione e la divulgazione del patri-monio culturale da questo espresso, attra-verso il coinvolgimento e il coordinamentodegli istituti culturali rappresentativi delterritorio, al fine di concorrere a una piùgenerale riflessione sulla qualità della vita,nella consapevolezza della continuità edella complessità geografica, antropologi-ca, storica ed ecologica della Comunità,per costruire un futuro sostenibile” (mis-sione del Si.mu.la.Bo.).

4296/11

PA

ES

AG

GIO

PALAZZO MONALDESCHI DELLA CERVARA, SEDE DEL CENTRO VISITE SI.MU.LA.BO

Page 35: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

L a correlazione morfologica e fun-zionale tra le attrezzature per servi-zi di rango urbano, come gli ospe-dali, e la struttura della città è da

sempre un nodo topico cruciale sia delprogetto d’architettura che della pianifi-cazione e progettazione urbanistica. E,come accade anche per altri tipi di gran-di attrezzature, osservando la forma del-la città contemporanea possiamo rileva-re suggestive correlazioni tra il ruolo ur-bano da esse svolte e la conformazionedella città. Da un lato, queste correlazioni costitui-scono l’esito della pianificazione e più ingenerale delle politiche urbane, eviden-ziando complesse stratificazioni di mo-

4396/11

OSPEDALI E CITTÀ

a cura di Claudia Mattogno

Una sintetica lettura degli effetti che laloro localizzazione ha determinato sullaforma urbana di Roma contemporanea,

offre diversi elementi di riflessione sulcomplesso rapporto tra attrezzature

ospedaliere, urbanistica e architettura.

Antonio Cappuccitti

UR

BA

NI

ST

IC

A

Page 36: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

delli di città perseguiti da Piani diversi edecisioni localizzative assunte in mo-menti storici differenti, in modo coeren-te con politiche di piano o meno. Dal-l’altro, esse mostrano in diversi casi il po-tenziale morfogenetico che nel corso deltempo storico queste attrezzature hannoesercitato sulla forma urbana, cioè l’ef-fetto volano che la loro localizzazione hadeterminato sullo sviluppo e sulla con-formazione fisica della città.Una sintetica lettura di questi aspettisulla forma urbana di Roma contempo-ranea, anche se limitata a pochi casi si-gnificativi, offre diversi elementi di ri-flessione sul complesso rapporto tra at-trezzature ospedaliere, urbanistica e ar-chitettura. Ma può anche evidenziare,nel contempo, una documentante e uti-le rassegna di aspetti di carattere pro-priamente tecnico progettuale, riguar-dante caratteri e criteri localizzativi degliospedali nell’ambito della struttura dellacittà, e requisiti di assetto urbanistico ri-levanti sotto diversi punti di vista, comela strutturazione interna, la consistenza

4496/11

UR

BA

NIS

TIC

A

Pagina precedente, dall’alto e da sinistra:Policlinico di Tor Vergata• Ingresso Nord della galleria vetrata dalla

piazza pedonale• Vista parziale del complesso della Facoltà di

Medicina• Interno della galleria vetrata

In questa pagina, dall’alto:Ospedale S. Andrea• Vista generale da Sud del complesso• Localizzazione dell’area nel PRG del 1962

(zona blu “M1 - Attrezzature di servizipubblici generali” in basso a sinistra, allaconfluenza della SS Cassia bis nel GRA)

• Vista del paesaggio circostante verso Sud

Pagina a fianco:• Piazza pedonale di ingresso

Page 37: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

e qualità degli spazi esterni e le correla-zioni con l’ambiente urbano.Nella tradizionale tecnica di elaborazio-ne dei Piani urbanistici comunali gene-rali, le scelte localizzative per le attrezza-ture per servizi di rango urbano sonofunzione di differenti tipologie di fattoridecisionali, concernenti le correlazionicon il sistema urbano e i caratteri del si-to: fattori dimensionali, di accessibilità,di correlazione con altri usi e funzioni,ambientali e paesaggistici, morfologici,idrologici, geotecnici, di connessione al-le reti. Limitando l’attenzione al rapporto traospedale e contesto della città, i requisitilocalizzativi e di assetto urbanistico delleattrezzature sanitarie di rango urbanopotrebbero essere analizzati sulla base ditre chiavi di lettura diverse e comple-mentari: la strutturazione interna, glispazi esterni, le correlazioni con l’ambien-te urbano.La strutturazione interna assume una ri-levanza anche urbanistica, oltre che ar-chitettonica ed edilizia, in quanto un

complesso ospedaliero comprende alproprio interno una articolata stratifica-zione di funzioni ed utilizzi, con le rela-tive funzioni complementari o indotte,come la degenza, la diagnosi e la cura ditipo diverso, l’istruzione universitaria, laricerca scientifica e le visite esterne, lequali di fatto rendono appropriata latrattazione del tema progettuale delgrande ospedale come quella di una “cit-tà nella città”. In questo senso, a prescin-dere dalle soluzioni edilizie e organizza-tive adottate (a blocco o a padiglioni, in-tensiva o estensiva), le qualità di basedella strutturazione interna di un ospe-dale possono evidenziarsi in requisiti di-versi: chiarezza dell’immagine architet-tonica rispetto al contesto, definizionedegli ingressi e degli spazi di transizione,leggibilità della struttura distributiva,presenza di una struttura di spazi “urba-ni” centrali, di piazze di ingresso, di luo-ghi dello stare.Per quanto riguarda invece gli spaziesterni, un’articolazione dei requisitiprogettuali e d’assetto maggiormente

caratterizzanti può essere la seguente:presenza di una chiara struttura di spazi“urbani” esterni, nonché di spazi pubbli-ci di sosta e attesa e di verde attrezzato,leggibilità e intuitività del sistema degliingressi, chiarezza e strutturazione del si-stema dei percorsi, adeguata differenzia-zione funzionale dei percorsi, qualitàmorfologica delle sistemazioni esterne,razionalità degli accessi e delle dotazioniviarie, adeguatezza del sistema dei par-cheggi, sotto il profilo della dotazione,dell’assortimento, della distribuzione eaccessibilità, del disegno e arredo.I requisiti di rilevanza primaria riguardoalle correlazioni con l’ambiente urbanocomprendono invece principalmente:adeguatezza dell’accessibilità veicolare edal trasporto pubblico, correlazioni fisi-che, sia morfologiche che tecnologiche,con la città circostante, correlazioni per-cettive con il paesaggio circostante,complementarità con altre funzioni.

Il caso ormai storico del Policlinico Um-berto I, autentica “città” ospedaliera nel-

4596/11

UR

BA

NIS

TIC

A

Page 38: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

la città, a fronte della sua notevole rile-vanza urbana evidenzia una localizzazio-ne che non era organicamente previstanello strumento generale di pianificazio-ne a suo tempo vigente, ovvero il “Pianoregolatore e di ampliamento” post-uni-tario del 1883. In maniera complemen-tare ad una conformazione urbana di en-clave, rimarcata anche dal perimetromurato su alcuni lati, la morfologia delcomplesso si impernia su una spina prin-cipale di edifici e relative connessioni, incorrispondenza della quale si dispongo-no, con una immagine architettonicanettamente caratterizzata, gli ingressiprincipali. Nel corso della storia dellacittà anche altri complessi sono stati rea-lizzati sulla base di uno schema di asset-to analogo, dal complesso di S. Camillo,nell’ambito di attrezzature ospedalierestrutturato lungo la Via Portuense e ilcui perimetro si vede definito in modoorganico nel Piano regolatore del 1931all’ospedale militare del Celio.Nel corso del Novecento queste attrezza-ture hanno di fatto esercitato un rilevan-te potenziale morfogenetico sullo svi-luppo della città, con particolare riferi-

mento al Policlinico Umberto I, parteintegrante dell’ambito per servizi specia-li comprendente successivamente anchela Città universitaria, e reso accessibileda viali perimetrali che hanno costituitogli elementi strutturali delle successiveespansioni urbane.Nell’assetto urbano prefigurato dal PRGdel 1962, la localizzazione delle attrezza-ture per servizi di carattere generale e deicomplessi ospedalieri rispecchia, natu-ralmente, l’impostazione pianificatoriadi matrice funzionalista connaturata al-l’epoca e al contesto culturale in cui ilPiano viene formato, oltre che all’idea dicittà alla base del Piano. Nei rilevanti ca-si in cui le attrezzature ospedaliere sonostate effettivamente realizzate e ampliatenel tempo nei siti destinati, il PRG desi-gnava aree con destinazione M1 “Attrez-zature di servizi pubblici generali” (co-me nel caso del Policlinico di Tor Verga-ta, dell’Ospedale S. Andrea, e dell’Ospe-dale Sandro Pertini) o M2 “Attrezzaturedi servizi privati” (come nel caso delcomplesso universitario del PoliclinicoGemelli con le strutture attigue).Il caso relativamente più recente, tra i

policlinici universitari di rango metro-politano realizzati a Roma, è quello diTor Vergata, comprendente anche l’atti-guo complesso della Facoltà di Medicinadella seconda Università della capitale.Nell’unitaria immagine architettonica,come nella situazione dell’accessibilità,il complesso rispecchia la strutturazioneaperta del campus, rimarcata dai vastispazi di verde attrezzato e dalla presenzadi una viabilità specializzata, che assicu-ra l’accesso veicolare ai diversi conteni-tori. La strutturazione interna del com-plesso ospedaliero si impernia in parti-colare su una galleria vetrata che costi-tuisce elemento di caratterizzazione ur-bana e architettonica del settore com-prendente i servizi al pubblico, svolgen-do la funzione di elemento principale didistribuzione, e attestandosi sugli in-gressi evidenziati alle due estremità, uno

4696/11

UR

BA

NIS

TIC

A

Polo oncologico e dermatologico di Mostacciano• Vista dello spazio pubblico pedonale di

ingresso

Page 39: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

dei quali su una piazza pedonale esterna.Il caso dell’Ospedale S. Andrea rispec-chia a sua volta la localizzazione previstanel PRG del 1962, in un ambito paesag-gisticamente rilevante e distante dallacittà consolidata, in corrispondenza diquella che oggi è la confluenza della SSCassia bis nel Grande Raccordo Anula-re. In questo caso la soluzione “a blocco”,con una giacitura planimetrica generaledalla geometria curvilinea e una confor-mazione architettonica unitaria, accan-to alla particolare collocazione, conferi-scono di fatto al complesso anche la con-notazione di landmark territoriale, men-tre gli spazi aperti contigui si caratteriz-zano, oltre che per uno spazio pedonaleattrezzato di transizione e accesso, per ladistribuzione su tre lati delle vaste aree diparcheggio.Caso significativo, riguardo al citato re-quisito della presenza di spazi pubbliciaperti di transizione e di ingresso, è quel-lo del Polo oncologico – dermatologicodi Mostacciano, nel settore Sud della cit-tà, realizzato peraltro in un ambito origi-nariamente destinato ad altre funzioni.Lo spazio collettivo antistante il com-plesso edilizio comprende una vasta e ar-ticolata piazza attrezzata, dotata di unafontana con opere d’arte, che costituiscein parte l’elemento di copertura di unparcheggio.

A prescindere dalle vicende – in diversicasi articolate e complesse – che ne han-no determinato la localizzazione e la gra-duale realizzazione, e segnatamente daiparticolari rapporti tra localizzazionestessa e previsioni di Piano regolatore, leattrezzature ospedaliere di rango urbanoa Roma mostrano nel complesso un “te-sto” decisamente interessante e vasto dicasistiche, che può anche essere di po-tenziale utilità per una riflessione tesa ainnovative ed efficaci regole per l’assettourbanistico e per il progetto.

Page 40: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

4896/11

LLEE

TTTT

EERR

EE

C O N V E G N I

Progetti per la qualitàdell’architetturaSi è svolto recentemente inRoma, presso l’Auditorium delMAXXI, il Convegno “QualitàItalia. Progetti per la qualitàdell’architettura”. È stata l’occasione per fare unprimo bilancio a conclusionedella sperimentazione triennalecondotta con il programma dipromozione dei concorsi diarchitettura e per creare untavolo di confronto trasversale emultidisciplinare su temi quali lacommittenza pubblica, iconcorsi di progettazione e laqualità architettonica. Tutti temi di grande attualità, inun momento in cui si riavvia ildibattito sulla legge per

l’architettura. Va sottolineatocome l’esperimento di “QualitàItalia” abbia tentato di“affiancare la committenzapubblica nei concorsi persupportare le amministrazioninelle procedure e nelle sceltetecniche”.Il risultato forse è ancora in viadi sviluppo, ma già da tali primiesperimenti è stato possibileriscontrare direttamente ledifficoltà del processo diprogrammazione degliinterventi, di gestione delle fasidi attuazione e di realizzazionedelle opere; da qui, si puòcominciare a comprendere beneche cosa significhi per iprogettisti “promuovere laqualità architettonica”. Ma altempo stesso si è potuto metterein luce che cosa significhi“promuovere la qualitàarchitettonica” per le stesseamministrazioni che hannoprevisto l’intervento e, non ultimi

AARR

CCHH

II NNFF

OOa

cura

di L

uisa

Chi

umen

ti

Gentile collega Tommaso Bevivino,ho letto con interesse la tua lettera pubblicata su AR94/11 e non posso che condividerne alcuni aspetti.Certamente il momento professionale che stiamoattraversando è difficile e, tra le molte complessità,dobbiamo registrare un ente previdenziale, il nostro, checertamente non coglie nella sua pienezza il – osereidefinirlo – dramma di molti professionisti che ormaisvolgono con fatica una professione così affascinantecome la nostra. Io ho molte perplessità sulle iniziative di INARCASSA; unagire che sempre più spesso dimostra il distacco da unarealtà, la nostra, che certamente non collima con quelladel nostro ente previdenziale (da ultimo l’aumento delcontributo soggettivo minimo proprio in un momento comequesto) però abbiamo innanzitutto il dovere dicomprendere e valutare con serenità di giudizio. Questoobbligo mi porta a scriverti evidenziando che l’articolo 38del Codice degli appalti non riguarda, giustamente, ilnostro lavoro ma purtroppo il successivo articolo 90, alcomma 7, chiarisce che “All’atto dell’affidamentodell’incarico deve essere dimostrata la regolaritàcontributiva del soggetto affidatario” e quindil’erogazione del DURC per i professionisti non nascedall’ennesimo atteggiamento vessatorio dell’INARCASSAma da una norma che impone questa verifica.Quindi il problema non è il DURC ma la norma iniquache richiede questa verifica che, è bene dirlo, si aggiungealle molteplici difficoltà della nostra professione (qualcunopoi mi dovrà spiegare come fa un professionista aripagare un debito se gli si impedisce di continuare alavorare). La giusta azione allora è: cambiare la norma.Chiarito questo, un Ordine provinciale può fare ben poco. Credimi, l’Ordine svolge da tempo iniziative volte allatutela della professione (un lavoro difficile e spesso privodi visibilità) sensibilizzando gli enti preposti, agendo nellesedi opportune, ma il suo potere è limitato allo strettoambito di sua competenza e tutti gli aspetti previdenzialisono di pertinenza di soggetto totalmente distinto dalnostro. Non siamo impegnati in altri affari più profittevoli.Un ultimo chiarimento; gli Ordini professionali nonnascono per la tutela degli iscritti ma per la salvaguardia ela tutela del pubblico interesse; l’Architetto, infatti, èchiamato ad esercitare la professione nel rispettodell’interesse generale della società che riconosceprevalente su quello personale. Quello che tu chiedi ha piùun risvolto sindacale. Questa è un’altra grande confusioneche molti colleghi fanno. Anche capire ruoli e competenzepuò aiutare a trovare le giuste strade ed iniziative.Con apprezzamento, cordiali saluti.

Arch. Aldo Olivo

L’importanza di capire ruoloe competenze dell’Ordine Pubblichiamo in questo spazio la risposta delConsigliere Segretario del nostro Ordine alla letteradell’arch. Tommaso Bevivino pubblicata su AR 94/11.

Page 41: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

certamente, anche per icittadini e le comunità locali,che sono in realtà i veridestinatari per i quali quelleopere sono state programmate.Passare dai concorsi allarealizzazione è il nodo centrale,di cui si è discusso durante ilconvegno, analizzando lecriticità e le strategie possibili,da attivare a livello centrale elocale.Il ruolo e le attività di “QualitàItalia” sono stati oggetto didiscussione e confronto neiworkshop tecnici, rivolti ancheagli amministratori locali, chesono seguiti al Convegno finoalla chiusura della mostra.Dopo i saluti del Presidente delMAXXI Pio Baldi sono statiintrodotti i Direttori generali deiMinisteri promotori, Antonia P.Recchia (Direttore Generale peril Paesaggio, le Belle Arti,l’Architettura e l’ArteContemporanee del Ministeroper i Beni e le Attività Culturali)e Alberto Versace (DirettoreGenerale presso il Dipartimentoper lo Sviluppo e la CoesioneEconomica del Ministero delloSviluppo Economico ePresidente del Comitato diCoordinamento SensiContemporanei).Di seguito si è svolto ilconfronto aperto tra leistituzioni, moderato daMargherita Guccione, Direttoredel MAXXI architettura. Hannopartecipato: Maria GraziaBellisario, Direttore del ServizioArchitettura e Artecontemporanee PaBAAC,Mario Caligiuri, Assessore allaCultura della Regione Calabriae Coordinatore dellaCommissione Cultura delleRegioni, Franco Karrer,Presidente del ConsiglioSuperiore dei Lavori Pubblici,Ministero delle Infrastrutture eTrasporti, Andrea Camanzi,Commissario dell’Autorità divigilanza sui Contratti Pubblici,Leopoldo Freyrie Presidente delConsiglio Nazionale degliArchitetti, Andrea Ranieri,Assessore alla Cultura delComune di Genova e Delegato

alla Cultura ANCI, PaoloBuzzetti, Presidente dell’ANCE.A fine mattinata AlessandraVittorini, responsabile delProgetto Qualità Italia, haillustrato la mostra “Architetturain con/corso. L’esperimento diQualità Italia” che hapresentato i contenuti delprogrammasperimentale, il dibattito e irisultati, con i progetti vincitoridei 12 concorsi e del premioper i giovani.A conclusione del Convegno,nella Sala Carlo Scarpa delMAXXI ha avuto luogo unavisita guidata alla mostra“Architettura in concorso.L’esperimento di Qualità Italia”.Nel pomeriggio poi, sempre alMAXXI B.A.S.E. - Salapolifunzionale, ha avuto luogoun workshop di discussione,moderato da Paola Pierotti,avente per tema i concorsi diarchitettura, con interventi diprofessori universitari delleFacoltà di Firenze, Pescara eNapoli e di dirigentiministeriali.

L.C.

M O S T R E

Il Palazzo di Giustizia:un’architetturasimbolica perRoma Capitale“1911 – 2011. Il Palazzo di

Giustizia. Un’architetturasimbolica per Roma Capitale”:questo il titolo di una mostra digrandissimo interesse storicodocumentario che é stataaccolta negli spazi stessi delPalazzo che vi risulta illustratonella sua architettura e nellasua decorazione, attraverso uncentinaio di opere tra quadri,dipinti, statue, progetti,fotografie, disegni, con l’interosuo “iter” costruttivo.Questo in effetti prese l’avvio

dalla proposta di GiuseppeZanardelli di edificazione di un“Monumento di severabellezza, il quale, sulle traccede’ più imitabili modelli delCinquecento, accoppii lavenustà e l’eleganzaall’impronta di quella maestà edi quella forza che sono gliessenziali attributi della legge edel diritto” come egli dice nelDiscorso per il collocamentodella prima pietra del Palazzodi Giustizia del 14 marzo

1888, fino alle singole fasi direalizzazione sotto la direzionedell’ingegnere-architettoGuglielmo Calderini.Fu infatti Guglielmo Calderini(Perugia 3 marzo 1837 – Roma12 febbraio 1916), che nelnovembre 1887, dopo quattroconcorsi banditi per lacostruzione del Palazzo diGiustizia, risultò vincitore,anche se poi Zanardellipropose alcune varianti e altrene presentò una Commissione

4996/11

A AR R

C CH H

I IN NF F

O O

Page 42: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

appositamente nominata.Maestranze di variespecializzazioni (muratori,carpentieri, scultori, scalpellini,ebanisti e pittori) hanno datovita ad un cantiere digrandissima imponenza (ben27.000 mq), per realizzarequel monumento che sarebbestato destinato a divenire nonsoltanto un manufatto diestremo impatto sull’immaginedella Capitale, ma anche laconcretizzazione di un’“Ideadella politica e della grandezzadel nuovo Stato Unitario”.Ogni fregio, scultura omedaglione posto adecorazione del palazzo, siaall’esterno che all’interno,costituisce un elemento, che èparte di un vero e proprioMuseo della scultura italiana difine Ottocento, “che trova nelVittoriano”, come è stato piùvolte sottolineato, “il suocontrappunto artistico epolitico. Quando infatti ilgrande cantiere si concludevacon l’inaugurazione avvenutal’11 gennaio 1911, anno dellaGrande Esposizione Universaledi Roma, pochi mesi dopoavveniva anche l’inaugurazionedel Vittoriano (4 giugno 1911).L’Archivio dell’Ufficio per laManutenzione del Palazzo,composto da migliaia diprogetti e disegni originali elibretti delle misure, oltre ad unricchissimo fondo fotograficoviene offerto in visione alpubblico per la prima volta conquesta mostra, qualetestimonianza preziosissimadello sviluppo di un cosìoriginale, vasto e importantecantiere. Il pubblico inoltre haavuto anche l’opportunità, inoccasione della mostra, diprendere visione di filmatidell’Istituto Luce molto rari in cuisi intrecciano le vicende e lecerimonie svoltesi nel Palazzo diGiustizia che si legano a 100anni di storia della Nazione.Di notevole interesse anche letestimonianze provenienti dallecave di Botticino (in provinciadi Brescia), da dove proviene ilmateriale usato per la

costruzione del cosiddetto“Palazzaccio”, così come èstato spesso popolarmenteidentificato. I disegni rappresentano tutte lediverse decorazioni: variantidel motivo del leone odell’aquila sabauda ed é danotare il particolare uso di“schemi decorativi alternativi”applicati ad uno stessosoggetto.La progettazione vennepensata “in modo integrale”,nel senso che persino gli arredidovevano “rispondere ad unaprecisa funzione ornamentaleunitaria”, per cui numerosiprogetti e disegni conservatinell’Ufficio per laManutenzione del Palazzo, siriferiscono anche alle scrannestesse dei Giudici (dette“postergali”), ai mobili delleaule, le sedute in cuoiodecorate, le lampade datavolo, i mobili e i tavoli, conteste leonine, infissi in legno eferro e poi lampadarimonumentali con decori egizi.I disegni sono stati per lo piùrealizzati in inchiostro su cartalucida, con effetti dichiaroscuro, per mettere inmaggiore evidenza i dettagli espesso appare la firma diUlpiano Bucci, che era allora,primo Geometra dell’UfficioTecnico.Gli artisti che lasciarono lapropria firma erano tra i piùnoti di fine Ottocento: daEugenio Maccagnini (1852-1930), per le statue cherappresentano “La Fama” adEnrico Quattrini (1863-1950),quale autore de “Il Trionfo dellaLegge”, mentre la biga alatamodellata da Ettore Ximenes(1855-1926) é senza dubbioun chiaro riferimento alVittoriano.Le decorazioni pittorichedell’Aula Magna realizzate daMaccari, con la collaborazionedi Paride Pascucci (1866-1954) sono poi testimonianzadell’alto livello iconograficoofferto anche da questo tipo didecorazione.

L.C.

E V E N T I

Il paesaggioagrario del XIIIMunicipio

Nel dicembre 2010 presso ilCEA – Centro di EducazioneAmbientale, della RiservaNaturale Statale LitoraleRomano, si è tenuta unagiornata di studi sul paesaggioagrario del XIII Municipio e gliscenari futuri di trasformazione;un seminario interdisciplinare,organizzato dal CEA diconcerto con il Laboratorio diProgettazione del territorio edel paesaggio1 (II anno, A.A.2009-2010) del Corso diLaurea in Architettura deiGiardini e Paesaggistica dellafacoltà di Architetturadell’Università “Sapienza” diRoma, e aperto ai cittadini eagli attori locali.Ha introdotto i lavori M. G.Villani2 presentando leprincipali caratteristiche dellaRiserva e del CEA, ponendol’accento sulle attività di

comunicazione culturale chel’associazione propone,soprattutto grazie all’operato divolontari interessatiall’ambiente e alle relativeproblematiche di tutela evalorizzazione. La giornata si è articolata sudiversi temi relativi alleproblematiche specifichedell’area del Litorale e airelativi possibili interventi diconservazione, trasformazionee valorizzazione ai fini dellosviluppo turistico storico-culturale e ambientale.Sono intervenuti: B. Cignini3

sull’individuazione dei valoriecosistemici e dei “corridoiecologici” per la salvaguardia e«valorizzazione attraverso lafruizione» delle aree protette;C. Riccardi4 sulle problematichedi difesa idraulica del suolo; G.Vizzani5 sul concetto di Riserva“non limite, ma risorsa” peruno sviluppo del territorio“consapevole, ragionato econdiviso” dai vari attori locali;C. Battisti6, sul caso di studio diTorre Flavia e sul percorsometodologico caratterizzato daparole chiave quali «Valore,Minaccia, Risposta», nonché

5096/11

AARR

CCHH

II NNFF

OO

Page 43: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

sulle azioni di Pianificazione,Gestione e Conservazione peril perseguimento degli obiettividi biodiversità delle areeprotette. A. Correnti7

mostrando il caso di Lateracon la riqualificazione dellacentrale geotermica dismessae dei territori limitrofi,attraverso l’uso delle energierinnovabili, ha portato unesempio di dialogo trainnovazione tecnologica econtesto storico epaesaggistico dell’altaprovincia laziale.E. Trusiani8 ha presentatol’esperienza condotta con glistudenti nell’area compresa traOstia Antica e Acilia

(Dragona e Dragoncello),dove si è sperimentata unametodologia per la «letturadel paesaggio» alla scalaterritoriale. Una letturapercettivo-paesaggistica voltaa «capire, in chiavestrutturale, gli elementi checostituiscono il paesaggio»;uno studio mirato alla“tridimensionalità delpaesaggio”, attraversol’evidenziazione di parti,sistemi, visuali, quinte,percorsi che insieme nedefiniscono la “scena”. Gliarchitetti E. Biscotto e A.Cerqua hanno infine postol’accento su alcune parolechiave quali «partecipazione,integrazione, comunità,vicinato» e su proposte didifferenti soluzioni, come il“sistema integrato” di parchitematici in risposta all’idea di“fruizione” comevalorizzazione del territorio.

Gabriella Restaino

1 Docenti del corso: prof. arch.E. Trusiani (responsabile delLaboratorio) e gli architetti I.Visalli, A. Cerqua, E. Biscotto2 Direttrice del CEA3 Riserva Naturale StataleLitorale Romano – RomaCapitale4 Consorzio di Bonifica Tevere eAgro Romano5 Presidente del XIII Municipio –Roma Capitale6 Servizio ConservazioneNatura – Provincia di Roma7 Presidente SEA Tuscia – SpinOff accademico – Universitàdella Tuscia, Viterbo8 “Sapienza” Università diRoma

ERRATA CORRIGE

Per un disguido l’articolo pubblicato su AR 95/11, pag. 56,

dal titolo “Primo Giro d’Italia in auto elettrica” è apparso a

firma di Elio Trusiani mentre è di Emanuela Biscotto.

Ce ne scusiamo con l’autrice e con i lettori.

Page 44: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

i Corsi dell’OrdineCORSI ORGANIZZATI DALL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DI ROMA

5296/11

Coordinatori sicurezza120 ore - Costo: € 700,00 + iva

Aggiornamento coordinatori sicurezza40 ore - Costo: € 300,00 + iva

Aggiornamento coordinatori sicurezza: 1°, 2°, 3°, 4°, 5° MODULO (8 ORE) Costo di ogni singolo modulo: € 70,00 + iva

Responsabili del servizio di prevenzione e protezione:modulo A (60 ore) Costo: € 700,00 + iva

Responsabili del servizio di prevenzione e protezione:modulo B1 (40 ore) Costo: € 500,00 + iva

Responsabili del servizio di prevenzione e protezione:modulo B2 (40 ore) Costo: € 500,00 + iva

Responsabili del servizio di prevenzione e protezione:modulo C (24 ore) Costo: € 400,00 + iva

Redazione delle perizie giudiziarie28 ore - Costo: € 300,00 + iva

Il catasto16 ore - Costo: € 200,00 + iva

Attestazione di certificazione80 ore - Costo: € 700,00 + iva

La Professione dell’Architetto nei Beni Culturali: gli interventi pubblici e privati40 ore Costo: € 60,00 + ivaper gli iscritti all’Ordine PPC di Roma e ProvinciaCosto: € 280,00 + iva per gli iscritti agli altri Ordini

Project Management e Project Control 32 ore - Costo: € 400,00 + iva

Corso Base Autodesk Revit Architecture 20 ore - Costo: € 250,00 + iva

Corso Avanzato Autodesk Revit Architecture 20 ore - Costo: € 250,00 + iva

Corso Base Autodesk Revit Structure 20 ore - Costo: € 200,00 + iva

Corso Avanzato Autodesk Revit Structure 20 ore - Costo: € 200,00 + iva

Corso Base Autodesk Revit MEP 20 ore - Costo: € 200,00 + iva

Corso di AUTOCAD 2D 32 ore - Costo: € 300,00 + iva

Corso di AUTOCAD 3D 32 ore - Costo: € 300,00 + iva

Corso base di modellazione NURBS: Rhinoceros 32 ore - Costo: € 350,00 + iva

PRENOTAZIONI: [email protected]

Page 45: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

INDI

CI A

R

E L E N C O D E L L E V O C I

ARCHITETTURAConcorsiEventiImpiantiIntervisteProgettiProtagonisti romani

CITTÀ IN CONTROLUCE

INDUSTRIAL DESIGN

LETTERE

MANIFESTAZIONI

EventiConvegniIncontriMostre

MONOGRAFICI

PAESAGGIO

RECENSIONI DI LIBRI E RIVISTE

RESTAURO

SPAZI DELL’ABITARE

URBANISTICA

INDICIPER AUTORIE ARGOMENTI2010

Legenda dell’IndiceIl primo e il secondo numero traparentesi si riferiscono al fascicolodella rivista e all’anno di uscita, il terzo al numero di pagina.

Page 46: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

Abruzzese Alberto – Intervento alla Festa del-l’Architettura: no-stop tenutasi alla Casa del-l’Architettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 30)

Albinati Edoardo – Come sono sceso a patticon Roma (87/10, 53)

Aprile Mariateresa – Asili nido a Roma: Torri-no e Romanina (90/10, 17)

Barbarotta Silvia – Rome. Nome plurale di cit-tà (87/10, 28)

Berdini Paolo – Intervento alla Festa dell’Archi-tettura: no-stop tenutasi alla Casa dell’Architet-tura il 3 ottobre 2009 (87/10, 31)

Biscotto Emanuela – La Francigena: aspettipaesaggistico-ambientali (88/10, 40); Archi-tettura partecipata. Le iniziative dei cittadini: iComitati (91/10, 32)

Boemio Camilla – Cities - Places visionaires(87/10, 54)

Borghini Pierluigi – Intervento alla tavola ro-tonda di presentazione della Festa del’Architet-tura, 28 settembre 2009 (87/10, 24)

Borgna Gianni – Intervento alla tavola rotondadi presentazione della Festa del’Architettura, 28settembre 2009 (87/10, 20); Intervento alla Fe-sta dell’Architettura: no-stop tenutasi alla Casadell’Architettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 32)

Borroni Laura – Un centro benessere peculiare(89/10, 20)

Bruno Vito – L’antidoto, l’amore e l’allarme(87/10, 52)

Bruschi Andrea – Intervenire a Roma nella cittàda ristrutturare. Il tema della strada (91/10,42)

Busiri Vici Giancarlo – La memoria degli ar-chitetti. Una vita per la professione (92/10, 24)

Califano Alessandro – Kabul: la rinascita diMurad Khane (90/10, 43)

Camaiti Saverio – Riqualificare le pareti peri-metrali opache (89/10, 24)

Cappuccitti Antonio – Geografie e architetturedei nuovi luoghi dello svago (89/10, 32)

Carbonara Lucio – Pianificazione responsabi-le della mobilità, introduzione al monograficosulla mobilità a Roma (91/10, 12)

Carratù Roberto – Barriere antirumore: que-stioni tecniche, tra mito e realtà (91/10, 50)

Castagnaro Alessandro – La stazione di Mon-tesanto (88/10, 28)

Caudo Giovanni – Abitare la città contempora-nea (90/10, 39)

Celestino Sergio – La Via Francigena comepercorso di sviluppo locale (88/10, 38)

Cellamare Carlo – Abitare la periferia romanacontemporanea (88/10, 46)

Cerqua Alessia – Tangenziale Est, Roma. Unastrada in discussione (91/10, 39)

Chiumenti Luisa – Esposizione di Niki deSaint.Phalle (88/10, 55; Le architetture di E.Hopper (88/10, 55); Treviso: Carlo Scarpa e ilPalazzetto (88/10, 56); Fiber Art di Cecilia Na-tale (88/10, 57), Expo di Shangai 2010 (89/10,48);Siena: da Jacopo della Quercia a Donatello(89/10, 49); Il tesoro di Morgantina (89/10,50); L’età della conquista. Il fascino dell’arte gre-ca a Roma (89/10, 52); “SITI”: una mostra, unlibro e una rivista (89/10, 54);Cartografia cata-stale al Vittoriano (89/10, 55), I disegni archi-tettonici di Jacomo Franchini (89/10, 56); Aper-tura del Maxxi (90/10, 49); Avvio del cantieredell’Eurosky tower (90/10, 51); Teatro dellaPassione a Monaco di Baviera (90/10, 52); Lemeraviglie di Roma antica e moderna (90/10,54); Oscar Piattella al Palazzo ducale di Gubbio(90/10, 56); MAXXI un “vulcano di idee”, inter-vista a Margherita Guccione (92/10, 17); Peo-ple meet in architecture (92/10, 20); Roma el’antico a palazzo Sciarra (92/10, 53); MarioBotta al Mart di Rovereto (92/10, 54); PremioCatel 2010 (92/10, 56); L’Italia e il restauro delmagnifico cratere (92/10, 56)

Cinquepalmi Federico – Progettazione sosteni-bile in ambiti di pregio (88/10, 24)

Croppi Umberto – Intervento alla tavola roton-da di presentazione della Festa del’Architettu-ra, 28 settembre 2010 (87/10, 23)

Cumo Fabrizio – Progettazione sostenibile inambiti di pregio (88/10, 24)

Cupelloni Luciano – Intervento alla Festa del-l’Architettura: no-stop tenutasi alla Casa del-l’Architettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 33)

D’Astoli Silvia B. – Olimpiadi Roma 2020(90/10, 31)

de Finis Giorgio – NASCE LA FESTA DELL’AR-CHITETTURA DI ROMA (a cura di, 87/10); Pre-sentazione (87/10, 11); La Festa? Un laborato-rio per Roma, intervista a Amedeo Schiattarel-la (87/10, 12); la fine dell’Homo Rapax, inter-vista a Paolo Soleri (87/10, 18);Rabdomanti incittà (87/10, 55); Giro giro tondo… appuntidal GRA (87/10, 56)

D’Elia Cecilia – Intervento alla tavola rotondadi presentazione della Festa del’Architettura,28 settembre 2010 (87/10, 23)

De Lucia Vezio – Intervento alla Festa dell’Ar-chitettura: no-stop tenutasi alla Casa dell’Ar-chitettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 35)

Desideri Paolo – Intervento alla Festa dell’Ar-chitettura: no-stop tenutasi alla Casa dell’Ar-chitettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 36)

De Stefanis Rolando – Numero monograficosulla mobilità a Roma. Appendice: procedure enormativa edilizia per la costruzione di par-cheggi (91/10, 54)

Di Donato Benedetta – 7+1 progetti per l’orto-giardino di Valle Giulia (92/10, 39)

Di Giuliomaria Paola – L’Asse e la Piazza(90/10, 23); Le cattedrali del vino (92/10, 31)

Forgione Laura – Mille km di piste. Il Piano delComune di Roma per le due ruote (91/10, 45)

Garofalo Francesco – Intervento alla tavola ro-tonda di presentazione della Festa del’Architet-tura, 28 settembre 2009 (87/10, 22)

Ghezzi Enrico – Intervento alla Festa dell’Archi-tettura: no-stop tenutasi alla Casa dell’Architet-tura il 3 ottobre 2009 (87/10, 37)

Ghio Francesco – Intervento alla Festa dell’Ar-chitettura: no-stop tenutasi alla Casa dell’Ar-chitettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 38)

Gisotti Giuseppe – Interferenze tra parcheggi in-terrati e contesto geologico a Roma (91/10, 28)

INDI

CI A

R I N D I C IP E R A U T O R I2 0 1 0

5496/11

Page 47: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

Grenon Natalie – Intervento alla Festa dell’Ar-chitettura: no-stop tenutasi alla Casa dell’Ar-chitettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 39)

Gugliermetti Franco – Progettazione sostenibi-le in ambiti di pregio (88/10, 24)

Guzzini Adolfo – Intervento alla tavola rotondadi presentazione della Festa del’Architettura,28 settembre 2009 (87/10, 25)

Ilardi Massimo – Intervento alla Festa dell’Ar-chitettura: no-stop tenutasi alla Casa dell’Ar-chitettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 39)

Latini Antonio Pietro – La Via Francigena(88/10 32)

Locci Massimo – 50 anni dell’In/Arch (88/10,20); Nuova Biblioteca lateranense (89/10,12); Palazzo dei congressi di Riccione (90/10,12); Architetture per le automobili (91/10, 16);Nuovo nido comunale a Frascati (92/10, 13);Premio RomArchitettura (92/10, 28)

Marramao Giacomo – Intervento alla Festadell’Architettura: no-stop tenutasi alla Casadell’Architettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 40)

Marucci Gabriella – Via Francigena: riscoper-ta del valore dei luoghi (88/10, 44)

Montuori Luca – Intervento alla Festa dell’Ar-chitettura: no-stop tenutasi alla Casa dell’Ar-chitettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 41)

Nicolini Renato – Intervento alla Festa dell’Ar-chitettura: no-stop tenutasi alla Casa dell’Ar-chitettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 42)

Olivo Aldo – Il gusto dell’architettura (92/10,32)

Ortolani Chiara – La strategia della lumaca(90/10, 35)

Padoa Schioppa Caterina – Condividere glispazi (più) intimi della città (89/10, 40)

Perniola Mario – Intervento alla Festa dell’Ar-chitettura: no-stop tenutasi alla Casa dell’Ar-chitettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 44)

Pica Ciamarra Massimo – Intervento alla Festadell’Architettura: no-stop tenutasi alla Casadell’Architettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 44)

Piras Giuseppe – Progettazione sostenibile inambiti di pregio (88/10, 24)

Piroddi Elio – Intervista a Pietro Barucci (88/10,15)

Pisanti Stefania – La Via Francigena nel comu-ne di Formello (88/10, 36)

Purini Franco – Intervento alla Festa dell’Archi-tettura: no-stop tenutasi alla Casa dell’Architet-tura il 3 ottobre 2009 (87/10, 45)

Ragazzo Felice – Controlla il numero e fai de-sign (92/10, 43)

Reale Giambattista – Modificazioni architetto-niche indotte dalla mediazione (89/10, 36)

Restaino Gabriella – La Courneuve: non è piùuna bidonville (90/10, 27)

Romito Lorenzo – Intervento alla Festa dell’Ar-chitettura: no-stop tenutasi alla Casa dell’Ar-chitettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 46)

Rossi Francesca – Fes: riqualificazione dellaPlace Florence (88/10, 12); Condividere glispazi (più) intimi della città (89/10, 40)

Sacchi Livio – Intervento alla Festa dell’Archi-tettura: no-stop tenutasi alla Casa dell’Architet-tura il 3 ottobre 2009 (87/10, 47)

Salimei Guendalina – Intervento alla Festa del-l’Architettura: no-stop tenutasi alla Casa del-l’Architettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 48)

Sardelli Roberto – Intervento alla Festa dell’Ar-chitettura: no-stop tenutasi alla Casa dell’Ar-chitettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 49)

Scalvedi Luca – NUMERO MONOGRAFICO -Roma. Mobilità (in)sostenibile? 1 (a cura di)(91/10); Presentazione (91/10, 11); Parcheggie qualità dello spazio urbano (91/10, 18); Par-cheggi e strategie progettuali, intervista a PieroOstilio Rossi (91/10, 24); Parlando di parcheggia Roma, intervista a Franco Zagari (91/10, 25)

Schiattarella Amedeo – Intervento alla tavolarotonda di presentazione della Festa del’Archi-tettura, 28 settembre 2009 (87/10, 21)

Sforzini Valentina – Progettazione sostenibilein ambiti di pregio (88/10, 24)

Strappa Giuseppe – Intervento alla Festa del-l’Architettura: no-stop tenutasi alla Casa del-l’Architettura il 3 ottobre 2009 (87/10, 50);Trasformazione della Pelanda all’ex Mattatoio(89/10, 16)

Severino Carmelo G. – Il Cairo tra passato efuturo (89/10, 44); La rinascita di New York(92/10, 47)

Sgandurra Monica – Due progetti, tre premiper il paesaggio (89/10, 28); Barriere antiru-more: questioni di paesaggio (91/10, 47);Street park a Primavalle (92/10, 35)

Soleri Paolo – La frugalità elegante, lectio ma-gistralis (87/10, 15); 47 virtù della Lean LinearCity (85/10, 16)

Spina Maria – Iniqua ratio. Come ti moltiplicoun PUP (91/10, 34)

Strappini Roberta – Il bluff dei PUP. Libro bian-co di Legambiente come denuncia e occasionedi riflessione sul paesaggio urbano (91/10,37)

Tasso Maria Manuela – Intervento alla tavolarotonda di presentazione della Festa del’Archi-tettura, 28 settembre 2009 (87/10, 26)

Trusiani Elio – EIRE 2010 (90/10, 21); NUME-RO MONOGRAFICO - Roma. Mobilità (in)so-stenibile? 1 (a cura di) (91/10); Presentazione(91/10, 11); Roma e il governo della sosta, in-tervista a Pier paolo Balbo (91/10, 23); Par-cheggi e criticità statiche, intervista a FrancescoSylos labini (91/10, 26)

Vitale Flavio – L’Asse e la Piazza (90/10, 23)

Zevi Luca – Intervento alla Festa dell’Architettu-ra: no-stop tenutasi alla Casa dell’Architetturail 3 ottobre 2009 (87/10, 51)

INDI

CI A

RI N D I C IP E R A U T O R I

2 0 1 0

5596/11

Page 48: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

ARCHITETTURA

ConcorsiL’asse e la piazza, Paola Di Giuliomaria, FlavioVitale (90/10, 23)Premio RomArchitettura, Massimo Locci(92/10, 28)Le cattedrali del vino, Paola Di Giuliomaria(92/10, 31)Il gusto dell’Architettura, Aldo Olivo (92/10,32)

Eventi50 anni dell’IN/ARCH, Massimo Locci(88/10,20)EIRE 2010, Elio Trusiani (90/10, 21)People meet in Architecture, Luisa Chiumenti(92/10, 20)La memoria degli architetti, una vita per la pro-fessione, Giancarlo Busiri Vici (92/10, 23)

ImpiantiA cura di Carlo PlatoneProgettazione sostenibile in ambiti di pregio,Franco Gugliermetti, Federico Cinquepalmi,Fabrizio Cumo, Giuseppe Piras, ValentinaSforzini (88/10, 24)Riqualificare le pareti perimetrali opache, Sa-verio Camaiti (89/10, 24)

IntervisteLa Festa? Un laboratorio per Roma.Qualchedomanda ad Amedeo Schiattarella, Giorgiode Finis, (87/10, 12)La fine dell’homo rapax.Intervista a Paolo Sole-ri, Giorgio de Finis (87/10, 18)Maxxi un “vulcano di idee”. Intervista a Mar-gherita Guccione, Luisa Chiumenti (92/10, 17)

ProgettiA cura di Massimo LocciFES: riqualificazione della Place Florence,Francesca Rossi (88/10, 12)Nuova Biblioteca Lateranense, Massimo Locci(89/10, 12)Trasformazione della pelanda all’ex Mattatoio,Giuseppe Strappa (89/10, 16)Un centro benessere peculiare, Laura Borroni(89/10, 20)Palazzo dei Congressi di Riccione, MassimoLocci (90/10, 12)Asili nido a Roma, Mariateresa Aprile (90/10,17)Nuovo nido comunale a Frascati, Massimo Loc-ci (92/10, 13)

Protagonisti romaniPietro Barucci, Elio Piroddi (88/10, 15)

CITTÀ IN CONTROLUCEA cura di Claudia MattognoIl Cairo tra passato e futuro, Carmelo G. Seve-rino (89/10, 44)Kabul: la rinascita di Murad Khane, Alessan-dro Califano (90/10, 43)La rinascita di New York, Carmelo G. Severino(92/10, 47)

INDUSTRIAL DESIGN a cura di Tonino ParisControlla il numero e fai design, Felice Ragaz-zo (92/10, 43)

LETTEREParcheggi a Roma. Difendiamo le nostre piaz-ze! Valter Bordini (88/10, 49)

MANIFESTAZIONIEventi, Convegni, IncontriRestauro della Fontana dell’Acqua Acetosa,Luisa Chiumenti (88/10, 53)La nuova sede della Fondazione Cloe (88/10,54)Expo di Shanghai 2010, Luisa Chiumenti(89/10, 48)Apertura del MAXXI, Luisa Chiumenti (90/10,49)Avvio del cantiere dell’Eurosky Tower, LuisaChiumenti (90/10, 51)Teatro della Passione a Monaco di Baviera, Lui-sa Chiumenti (90/10, 52)

MostreEsposizione di Niki de Saint-Phalle, Luisa Chiu-menti (88/10, 55)Le architetture di E. Hopper, Luisa Chiumenti(88/10, 55)Treviso. Carlo Scarpa e il Palazzetto, LuisaChiumenti (88/10, 56)Fiber Art di Cecilia Natale, Luisa Chiumenti(88/10, 57)Siena: da Jacopo della Quercia a Donatello,Luisa Chiumenti (89/10, 49)Il tesoro di Morgantina, Luisa Chiumenti(89/10, 50)L’età della conquista. Il fascino dell’arte greca aRoma, Luisa Chiumenti (89/10, 52)“SITI”: una mostra, un libro e una rivista, LuisaChiumenti (89/10, 54)Cartografia catastale al Vittoriano, Luisa Chiu-menti (89/10, 55)I disegni architettonici di Jacomo Franchini, Lui-sa Chiumenti (89/10, 56)

Le meraviglie di Roma antica e moderna, LuisaChiumenti (90/10, 54)Oscar Piattella al Palazzo Ducale di Gubbio,Luisa Chiumenti (90/10, 56)Roma e l’Antico a Palazzo Sciarra, Luisa Chiu-menti (92/10, 53)Mario Botta al MART di Rovereto, Luisa Chiu-menti (92/10, 54)Premio Catel 2010, Luisa Chiumenti (92/10, 56)L’Italia e il restauro del magnifico cratere, LuisaChiumenti (92/10, 56)

MONOGRAFICINASCE LA FESTA DELL’ARCHITETTURA DI ROMA, a cura di Giorgio de FinisPresentazione – Ora Roma ha la sua festa del-l’Architettura, Giorgio de Finis (87/10, 11)La Festa? Un laboratorio per Roma.Qualchedomanda ad Amedeo Schiattarella, Giorgiode Finis, (87/10, 12)Paolo Soleri. La frugalità elegante, lectio magi-stralis alla festa dell’Architettura di Roma(87/10, 15)47 virtù della Lean Linear City, Paolo Soleri(87/10, 16)La fine dell’homo rapax.Intervista a Paolo Sole-ri, Giorgio de Finis (87/10, 18)W la Festa. Interventi alla tavola rotonda dipresentazione della Festa dell’Architettura di:Gianni Borgna, Amedeo Schiattarella, France-sco Garofalo, Umberto Croppi, Cecilia D’Elia,Pierluigi Borghini, Adolfo Guzzini, Maria Ma-nuela Tasso (87/10, 20)Rome. Nome plurale di città, Silvia Barbarotta(87/10, 28)Interventi alla Festa dell’Architettura di: AlbertoAbruzzese, Paolo Berdini, Gianni Borgna, Lu-ciano Cupelloni,Vezio De Lucia, Paolo Deside-ri, Enrico Ghezzi, Francesco Ghio, NatalieGrenon, Massimo Ilardi, Giacomo Marramao,Luca Montuori, Renato Nicolini, Mario Pernio-la, Massimo Pica Ciamarra, Franco Purini, Lo-renzo Romito, Livio Sacchi, Guendalina Sali-mei, Don Roberto Sardelli, Giuseppe Strappa,Luca Zevi (87/10, 30)L’antidoto, l’amore e l’allarme, Vito Bruno(87/10, 52)Come sono sceso a patti con Roma, EdoardoAlbinati (87/10, 53)Cities –Places visionaires, Camilla Boemio(87/10, 54)Rabdomanti in città, Giorgio de Finis (87/10,55)Giro giro tondo… appunti dal G.R.A., Giorgiode Finis (87/10, 56)

INDI

CI A

R I N D I C IP E R A R G O M E N T I2 0 1 0

5696/11

Page 49: ANNO XLVI LUGLIO-AGOSTO 2011 96/11(in carica per il quadriennio 2009-2013) ... Il COMUNICATO STAMPA DELL’ORDINE L'Ordine degli Architetti PPC di Ro-ma e provincia è allarmato per

ROMA MOBILITA’ (IN)SOSTENIBILE? (1) a curadi Luca Scalvedi e Elio TrusianiUn’inchiesta sul tema della mobilità a Roma.Presentazione, Luca Scalvedi e Elio Trusiani(91/10, 11)Pianificazione responsabile della mobilità, in-troduzione di Lucio Carbonara (91/10, 12)Architetture per le automobili, Massimo Locci(91/10, 16)Parcheggi e qualità dello spazio urbano, LucaScalvedi (91/10, 18)Roma e il governo della sosta: intervista a PierPaolo Balbo, Elio Trusiani (91/10, 23)Parcheggi e strategie progettuali: intervista aPiero Ostilio Rossi, Luca Scalvedi (91/10, 24)Parlando di parcheggi a Roma: intervista aFranco Zagari, Luca Scalvedi (91/10, 25)Parcheggi e criticità statiche: intervista a Fran-cesco Sylos Labini, Elio Trusiani (91/10, 26)Interferenze tra parcheggi interrati e contestogeologico a Roma, Giuseppe Gisotti (91/10,28)Architettura partecipata. Le iniziative dei citta-dini:i Comitati, Emanuela Biscotto (91/10, 32)Iniqua ratio. Come ti moltiplico un PUP, MariaSpina (91/10, 34)Il bluff dei PUP. Libro bianco di Legambiente,Roberta Strappini (91/10, 37)Tangenziale Est, Roma. Una strada in discus-sione, Alessia Cerqua (91/10, 39)Intervenire a Roma nella città da ristrutturare. Iltema della strada, Andrea Bruschi (91/10, 42)Millle km di piste. Il Piano del Comune di Romaper le due ruote, Laura Forgione (91/10, 45)Barriere antirumore: questioni di paesaggio,Monica Sgandurra (91/10, 47)Barriere antirumore: questioni tecniche tra mitoe realtà, Roberto Carratù (91/10, 50)Procedure e normativa edilizia per la costruzio-ne di parcheggi, Rolando De Stefanis (91/10,54)

PAESAGGIOA cura di Lucio Carbonara e Monica Sgandur-ra La via Francigena: aspetti paesaggistico-am-bientali, Emanuela Biscotto (88/10, 40)La via Francigena: riscoperta del valore deiluoghi, Gabriella Marucci (88/10, 44)Due progetti, tre premi per il paesaggio, Moni-ca Sgandurra (89/10, 28)La Courneuve: non è più una bidonville, Ga-briella Restaino (90/10, 27)Street park a Primavalle, Monica Sgandurra(92/10, 35)

7+1 progetti per l’orto-giardino di Valle Giulia,Benedetta Di Donato (92/10, 39)

RECENSIONI DI LIBRI E RIVISTEFederico Bilò (a cura di), A partire da Giancar-lo De Carlo, Massimo Locci (88/10, 50)Roberto Bianchi, Sensibili mutazioni costrutti-ve, Elio Trusiani (88/10, 50)Roberto Carratù, Illuminare gli spazi, teoria epratica, Livio de Santoli (88/10, 51)Mario Manieri Elia, Roma dall’acqua alla pie-tra, Francesco Lenzini (88/10, 52)Alessandra Cazzola, Paesaggi coltivati pae-saggio da coltivare, Domenico Cecchini(88/10, 52)Antonietta Jolanda Lima, Soleri. La formazionegiovanile 1933-1946 – 808 disegni inediti,Massimo Locci (90/10, 47)Vincenzo Cazzato (a cura di), Atlante del giar-dino italiano, Luisa Chiumenti (90/10,47)Alberta Campitelli (a cura di), Gli Horti dei Pa-pi. I giardini vaticani dal Medioevo al Nove-cento, Luisa Chiumenti (90/10, 48)Giovanni Manieri Elia, Metodo e tecniche delrestauro architettonico, Alessandra Centroni(92/10, 50)Mauricio Uribe Gonzales (a cura di), Roma cit-tà capolavoro guida architettonica, Dimitri Oli-veri (92/10,50)Federica Chiappetta, I percorsi antichi di VillaAdriana, Paolo Marconi (92/10, 51)Michele Liistro, Ortigia. Memoria e futuro, Lui-sa Chiumenti (92/10, 51)Francesca Coiro Cecchini, Ville e villini nellaRoma della Belle Epoque, Luisa Chiumenti(92/10, 52)

RESTAUROA cura di Giovanni Carbonara e AlessandroPergoli CampanelliLa stazione di Montesanto, Alessandro Casta-gnaro (88/10, 28)

SPAZI DELL’ABITAREA cura di Mariateresa Aprile e Claudia Matto-gnoAbitare la periferia romana contemporanea,Carlo Cellamare (88/10, 46)Condividere gli spazi (più) “intimi” della città,Caterina Padoa Schioppa, Francesca Rossi(89/10, 40)Abitare la città contemporanea, Giovanni Cau-do (90/10, 39)

URBANISTICAa cura di Claudia MattognoLa via Francigena, Antonio Pietro Latini (88/10,32)La via Francigena nel comune di Formello, Ste-fania Pisanti (88/10, 36)La via Francigena come percorso di svilupposostenibile, Sergio Celestino (88/10,38)Geografie e architetture dei nuovi luoghi dellosvago, Antonio Cappuccitti (89/10, 32)Modificazioni architettoniche indotte dalla me-diazione, Giambattista Reale (89/10, 36)Olimpiadi Roma 2010, Silvia B. D’Astoli(90/10, 31)La strategia della lumaca, Chiara Ortolani(90/10, 35)

INDI

CI A

RI N D I C IP E R A R G O M E N T I

2 0 1 0

5796/11