Anno XIII - n. 679 - 17 Novembre 2013 - XXXIII Domenica ...

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Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello Anno XIII - n. 679 - 17 Novembre 2013 - XXXIII Domenica Tempo Ordinario «Nella nostra pazienza possederemo la vita!» Con il suo linguaggio apocalittico il brano non racconta la fine del mondo, ma il significato, il mistero del mondo. Vangelo dell'oggi ma anche del domani, del domani che si prepara nell'oggi. Se lo leggiamo attentamente notiamo che ad ogni descrizione di dolore, segue un punto di rottura dove tutto cambia, un tornante che apre l'orizzonte, la breccia della speranza: non è la fine, alzate il capo, la vostra liberazione è vicina. Al di là di profeti ingannatori, anche se l'odio sarà dovunque, ecco quella espressione struggente: Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto; ribadita da Matteo 10,30: i vostri capelli sono tutti contati, non abbiate paura. Nel caos della storia lo sguardo del Signore è fisso su di me, non giudice che incombe, ma custode innamorato di ogni mio frammento. Il vangelo ci conduce sul crinale della storia: da un lato il versante oscuro della violenza, il cuore di tenebra che distrugge; dall'altro il versante della tenerezza che salva. In questa lotta contro il male, contro la potenza mortifera e omicida presente nella storia e nella natura, “ con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”. La vita – l'umano in noi e negli altri si salva con la perseveranza. Non nel disimpegno, nel chiamarsi fuori, ma nel tenace, umile, quotidiano lavoro che si prende cura della terra e delle sue ferite, degli uomini e delle loro lacrime. Scegliendo sempre l'umano contro il disumano (Turoldo). Perseveranza vuol dire: non mi arrendo; nel mondo sembrano vincere i più violenti, i più crudeli, ma io non mi arrendo. Anche quando tutto il lottare contro il male sembra senza esito, io non mi arrendo. Perché so che il filo rosso della storia è saldo nelle mani di Dio. Perché il mondo quale lo conosciamo, col suo ordine fondato sulla forza e sulla violenza, già comincia a essere rovesciato dalle sue stesse logiche. La violenza si autodistruggerà (M. Marcolini). Il Vangelo si chiude con un'ultima riga profezia di speranza: risollevatevi, alzate il capo, la vostra liberazione è vicina. In piedi, a testa alta, liberi: così vede i discepoli il vangelo. Sollevate il capo, guardate lontano e oltre, perché la realtà non è solo questo che si vede: viene un Liberatore, un Dio esperto di vita. Sulla terra intera e sul piccolo campo dove io vivo si scaricano ogni giorno rovesci di violenza, cadono piogge corrosive di menzogna e corruzione. Che cosa posso fare? Usare la tattica del contadino. Rispondere alla grandine piantando nuovi frutteti, per ogni raccolto di oggi perduto impegnarmi a prepararne uno nuovo per domani. Seminare, piantare, attendere, perseverare vegliando su ogni germoglio della vita che nasce. Ermes Ronchi Commento al Vangelo di Avvenire

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Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello

Anno XIII - n. 679 - 17 Novembre 2013 - XXXIII Domenica Tempo Ordinario

«Nella nostra pazienza

possederemo la vita!» Con il suo linguaggio apocalittico il brano non racconta la fine del mondo, ma il significato, il mistero del mondo. Vangelo dell'oggi ma anche del domani, del domani che si prepara nell'oggi. Se lo leggiamo attentamente notiamo che ad ogni descrizione di dolore, segue un punto di rottura dove tutto cambia, un tornante che apre l'orizzonte, la breccia della speranza: non è la fine, alzate il capo, la vostra liberazione è vicina. Al di là di profeti ingannatori, anche se l'odio sarà dovunque, ecco quella espressione struggente: Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto; ribadita da Matteo 10,30: i vostri capelli sono tutti contati, non abbiate paura. Nel caos della storia lo sguardo del Signore è fisso su di me, non giudice che incombe, ma custode innamorato di ogni mio frammento. Il vangelo ci conduce sul crinale della storia: da un lato il versante oscuro della violenza, il cuore di tenebra che distrugge; dall'altro il versante della tenerezza che salva. In questa lotta contro il male, contro la potenza mortifera e omicida presente nella storia e nella natura, “con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”. La vita – l'umano in noi e negli altri – si salva con la perseveranza. Non nel disimpegno, nel chiamarsi fuori, ma nel tenace, umile, quotidiano lavoro che si prende cura della terra e delle sue ferite, degli uomini e delle loro lacrime. Scegliendo sempre l'umano contro il disumano (Turoldo). Perseveranza vuol dire: non mi arrendo; nel mondo sembrano vincere i più violenti, i più crudeli, ma io non mi arrendo. Anche quando tutto il lottare contro il male sembra senza esito, io non mi arrendo. Perché so che il filo rosso della storia è saldo nelle mani di Dio. Perché il mondo quale lo conosciamo, col suo ordine fondato sulla forza e sulla violenza, già comincia a essere rovesciato dalle sue stesse logiche. La violenza si autodistruggerà (M. Marcolini). Il Vangelo si chiude con un'ultima riga profezia di speranza: risollevatevi, alzate il capo, la vostra liberazione è vicina. In piedi, a testa alta, liberi: così vede i discepoli il vangelo. Sollevate il capo, guardate lontano e oltre, perché la realtà non è solo questo che si vede: viene un Liberatore, un Dio esperto di vita. Sulla terra intera e sul piccolo campo dove io vivo si scaricano ogni giorno rovesci di violenza, cadono piogge corrosive di menzogna e corruzione. Che cosa posso fare? Usare la tattica del contadino. Rispondere alla grandine piantando nuovi frutteti, per ogni raccolto di oggi perduto impegnarmi a prepararne uno nuovo per domani. Seminare, piantare, attendere, perseverare vegliando su ogni germoglio della vita che nasce.

Ermes Ronchi Commento al Vangelo di Avvenire

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Fedeltà Forse a voi non verrà chiesto il sangue, ma la fedeltà a Cristo certamente sì! Una fedeltà da

vivere nelle situazioni di ogni giorno: penso ai fidanzati ed alla difficoltà di vivere, entro il mondo

di oggi, la purezza nell'attesa del matrimonio. Penso alle giovani coppie e alle prove a cui è

esposto il loro impegno di reciproca fedeltà. Penso ai rapporti tra amici e alla tentazione della

slealtà che può insinuarsi tra loro. Penso anche a chi ha intrapreso un cammino di speciale

consacrazione ed alla fatica che deve a volte affrontare per perseverare nella dedizione a Dio

e ai fratelli. Penso ancora a chi vuol vivere rapporti di solidarietà e di amore in un mondo dove

sembra valere soltanto la logica del profitto e dell'interesse personale o di gruppo. Penso altresì

a chi opera per la pace e vede nascere e svilupparsi in varie parti del mondo nuovi focolai di

guerra; penso a chi opera per la libertà dell'uomo e lo vede ancora schiavo di se stesso e degli

altri; penso a chi lotta per far amare e rispettare la vita umana e deve assistere a frequenti

attentati contro di essa, contro il rispetto ad essa dovuto.

(Giovanni Paolo II - GMG di Roma).

Perseveranza «E tutti coloro che faranno tali cose e persevereranno fino alla fine, riposerà su di essi lo

Spirito del Signore ed egli ne farà la sua dimora, e saranno figli del Padre celeste di cui fanno le

opere, e sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo. Siamo sposi, quando per lo

Spirito Santo l’anima fedele si unisce a Gesù Cristo. Siamo fratelli suoi, quando facciamo la

volontà del Padre suo che è in cielo. Siamo madri sue quando lo portiamo nel cuore e nel

nostro corpo con l’amore e con la pura e sincera coscienza e lo generiamo attraverso sante

opere che devono splendere agli altri in esempio».

(Dagli Scritti di S. Francesco d'Assisi)

Preghiera

Signore Gesù, fammi conoscere chi sei.

Fa sentire al mio cuore la santità che è in te.

Fa' che io veda la gloria del tuo volto.

Dal tuo essere e dalla tua parola, dal tuo agire e dal tuo disegno,

fammi derivare la certezza che la verità e l'amore

sono a mia portata per salvarmi.

Tu sei la via, la verità e la vita.

Tu sei il principio della nuova creazione.

Dammi il coraggio di osare.

Fammi consapevole del mio bisogno di conversazione,

e permetti che con serietà lo compia, nella realtà della vita quotidiana.

E se mi riconosco, indegno e peccatore, dammi la tua misericordia.

Donami la fedeltà che persevera e la fiducia che comincia sempre,

ogni volta che tutto sembra fallire.

(Romano Guardini)

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Tifone nelle Filippine: la solidarietà della Chiesa di Roma

La Caritas di Roma promuove una colletta di solidarietà e invia i primi 30 mila euro per

l’emergenza. La Caritas diocesana di Roma promuove una colletta di solidarietà per sostenere gli interventi di emergenza e il percorso di ricostruzione che sta svolgendo la

Chiesa delle Filippine attraverso le parrocchie, le scuole, le associazioni e le altre istituzioni cattoliche. Dopo le parole di Papa

Francesco nell’Angelus di domenica 10 novembre, «Preghiamo in silenzio la

Madonna per questi nostri fratelli e sorelle, e cerchiamo di far giungere ad

essi anche il nostro aiuto concreto», la Caritas diocesana di Roma invita le

parrocchie, i movimenti, le associazioni e le organizzazioni presenti in Diocesi alla

solidarietà verso i fratelli filippini duramente provati. Per questo istituisce un fondo di

solidarietà a cui tutti possono contribuire con offerte ed invia i primi 30 mila euro

per far fronte all’emergenza. Il tifone Haiyan che ha colpito negli ultimi giorni l’arcipelago, ha lasciato dietro di sé, secondo fonti della Caritas locale, decine di migliaia di morti, feriti, dispersi. Il disastro si configura

pertanto come “un’emergenza umanitaria di massa”, di altissimo livello per devastazione e complessità, vista l’alta densità della popolazione e la vastità del

territorio colpito. Moltissime regioni interne non sono ancora state raggiunte dai soccorritori, cosa che fa pensare e rafforza la probabilità che il numero delle vittime e

l’entità dei danni siano destinati a crescere. La regione centrale delle Filippine, il gruppo di grandi isole “Visayas”, già recentemente colpita da un grave terremoto nell’isola di Bohol, è

storicamente quella più a rischio sia dal punto di vista della vulnerabilità alle frequenti tempeste tropicali, sia per la scarsa qualità delle abitazioni. Il devastante tifone Haiyan,

chiamato localmente Yolanda e definito una tempesta “killer”, ha colpito proprio le isole più povere del gruppo delle Visayas. Padre Edwin Gariguez, direttore di Caritas

Filippine-NASSA, in contatto con le équipes delle Caritas Diocesane delle Visayas, raggiunto al telefono sul posto, ha riferito alla rete internazionale Caritas che “Haiyan è il

più forte e devastante tifone che abbia mai colpito il Paese. Caritas Filippine, col supporto della rete Caritas, sta inviando localmente ulteriori aiuti umanitari e operatori

specializzati, oltre a quelli già attivi, per raggiungere le zone più gravemente colpite e più remote”. Migliaia di persone sono, infatti, già ospitate presso Istituti, Parrocchie e

strutture Caritas, e ad altre 8.000 persone verranno forniti brevemente generi di prima necessità. Gli interventi di aiuto avverranno attraverso Caritas Italiana e la rete di

Caritas Internationalis che affiancheranno la Chiesa locale in questa delicata fase per le operazioni di soccorso e ricostruzione.

Per inviare offerte: Caritas Diocesana di Roma – Vicariato di Roma Causale “FILIPPINE – TIFONE 2013”

Piazza S. Giovanni in Laterano 6 – 00184 Roma Conto corrente postale N. 82881004

Bonifico bancario: Banco Posta (IBAN: IT77K0760103200000082881004)

Domenica 1 Dicembre nelle Chiesa italiane Colletta straordinaria per le Filippine

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Norvegia, la giornalista con la croce al collo

esonerata dal tg La conduttrice allontanata dalla tv pubblica dopo le proteste. “Quella catenina

offende l’Islam” - articolo di Mauro Pianta.

Non è bastato a Siv Kristin Sællmann essere una delle più apprezzate e conosciute giornaliste della tv pubblica norvegese Nrk. Kristin ha commesso un errore: ha indossato una collanina con

la croce durante la conduzione di un telegiornale. Secondo quanto riferito dai vertici della tv, alcuni spettatori - soprattutto esponenti della comunità islamica locale - hanno protestato: «Quella catenina con la croce offende l’Islam». «Quel simbolo non garantisce l’imparzialità del canale». Risultato: alla conduttrice è stato vietato di ripresentarsi in video con quella piccola croce (1,4 centimetri, ha dichiarato la stessa giornalista). Un caso che ricorda molto da vicino l’incredibile vicenda di Nadia Eweida, dipendente della compagnia aerea British Airways che dopo sette anni ha vinto la sua battaglia legale. La Corte Europea dei diritti umani ha infatti riconosciuto, nel gennaio scorso, che la donna era stata discriminata quando i suoi superiori le impedirono di portare una croce al collo sul posto di

lavoro. Nel caso della cristiana copta Eweida la sentenza di Strasburgo aveva messo in evidenza «l’importanza della libertà di religione, elemento essenziale dell’identità dei credenti e fondamento, tra altri, delle società democratiche pluraliste». Al contempo, però, la Corte aveva messo in guardia dai casi in cui «la pratica religiosa di un individuo sconfina sui diritti altrui». In quei casi può essere «oggetto di restrizioni». Chissà la collanina di Kristin in quale caso ricade.

Per riflettere ...

Se è vero che la croce è l'unità di misura di ogni impegno cristiano, dobbiamo fare attenzione al pericolo che stiamo correndo: quello che san Paolo chiama "l'evacuazione della croce" la croce rimane sempre al centro delle nostre prospettive, ma noi vi giriamo al largo, come quando,si sfiora una città passando dalla tangenziale. L'automobile corre sulla strada, si da un'occhiata ai campanili, ma tutto finisce lì. don Tonino Bello

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XXXIII domenica per Annum C

Antifona d'ingresso Dice il Signore:

“Io ho progetti di pace e non si sventura; voi mi invocherete e io vi esaudirò,

e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi”. (Ger 29,11.12.14)

Colletta Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio, perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene, possiamo avere felicità piena e duratura.

Oppure: O Dio, principio e fine di tutte le cose, che raduni tutta l’umanità nel tempio vivo del tuo Figlio, fa’ che, attraverso le vicende, liete e tristi, di questo mondo, teniamo fissa la speranza del tuo regno, certi che nella nostra pazienza possederemo la vita.

PRIMA LETTURA (Ml 3,19-20) Sorgerà per voi il sole di giustizia.

Dal libro del profeta Malachìa Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

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SALMO RESPONSORIALE (Sal 97)

Rit: Il Signore giudicherà il mondo con giustizia. Cantate inni al Signore con la cetra, con la cetra e al suono di strumenti a corde; con le trombe e al suono del corno acclamate davanti al re, il Signore. Risuoni il mare e quanto racchiude, il mondo e i suoi abitanti. I fiumi battano le mani, esultino insieme le montagne davanti al Signore che viene a giudicare la terra. Giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine.

SECONDA LETTURA (2Ts 3,7-12) Chi non vuole lavorare, neppure mangi.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi. Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.

Canto al Vangelo (Lc 21,28) Alleluia, alleluia.

Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. Alleluia.

VANGELO (Lc 21,5-19) Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

+ Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

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Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

PREGHIERA DEI FEDELI

Il Signore ci ricorda sempre che la nostra quotidianità non è mai sprecata se la viviamo come un servizio a lui e agli altri. Preghiamo insieme e diciamo: Conservaci sereni nella tua giustizia.

• Perché conserviamo il desiderio di un mondo migliore. Preghiamo. • Perché riconosciamo che quanto c’è di buono nel mondo è segno della tua presenza. Preghiamo. • Perché venga concesso ad ogni uomo di guadagnare il proprio pane lavorando, mantenendo la propria dignità e non cedendo alla disperazione. Preghiamo. • Perché le distrazioni e le difficoltà non ci impediscano di commuoverci per la tua giustizia. Preghiamo.

O Padre, l’invidia verso i superbi a volte supera la coscienza del tuo amore. Aiutaci a sentire che non c’è nulla di svilente in una vita semplice. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Preghiera sulle offerte Quest’offerta che ti presentiamo, Dio onnipotente, ci ottenga la grazia di servirti fedelmente e ci prepari il frutto di un’eternità beata.

Antifona di comunione Il mio bene è stare vicino a Dio,

nel Signore Dio riporre la mia speranza. (Sal 73,28)

Preghiera dopo la comunione O Padre, che ci hai nutriti con questo sacramento, ascolta la nostra umile preghiera: il memoriale, che Cristo tuo Figlio ci ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nel vincolo del tuo amore.

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Perché il mondo non è finito... Gentile direttore,

morti ammazzati senza pietà, catastrofi naturali che distruggono interi paesi con gli sciacalli sempre in agguato, guerre infinite per i più futili motivi, prostituzione

soprattutto minorile e uso di droghe in forte ascesa, pedofilia che non risparmia neppure i propri consanguinei, turismo sessuale che non conosce crisi, corruzione dilagante a tutti i livelli, mass media che fanno a gara con linguaggi a dir poco sguaiati

per alzare l’audience. Mi fermo qui, chiedendomi se al giorno d’oggi val responsabilmente la pena di mettere al mondo un figlio sapendo a cosa andrà incontro, e purtroppo il disastroso bollettino

è in costante aggiornamento, ma in peggio checché se ne dica, per fare l’ottimista dovrei mettermi il paraocchi ma sinceramente non ci riesco.

So che esiste anche quel mondo che non fa notizia come quello del volontariato, ma comunque e purtroppo il bilancio tra bene e male è sempre più in rosso. Un esempio pratico, oggi le carceri scoppiano e non perché sono poche come si vorrebbe far

credere, ma per i reati di vario tipo in costante aumento e il futuro ahimè non promette niente di buono.

Lettera firmata al direttore di Avvenire

No, gentile signor ..., il bilancio tra il bene e il male non è affatto clamorosamente a vantaggio di quest’ultimo. Lei, giustamente amareggiato e

preoccupato, fa un lungo elenco di ciò che divide, umilia e distrugge la vita, la libertà e la dignità della persona e che non può essere sottovalutato o addirittura

rimosso. Ma l’elenco di ciò che unisce, valorizza e costruisce è almeno altrettanto lungo, anzi di più: volontari, missionari e professionisti che spendono se stessi per gli altri nei campi più differenti e nei più diversi luoghi (geografici

ed esistenziali, direbbe Papa Francesco); opere e metodi sempre nuovi per difendere le città degli uomini e delle donne dalle forze della natura; azioni di

pace e – soprattutto – una cultura di pace che si radicano e crescono in miliardi di persone come mai prima nella storia del mondo; consapevolezza e riprovazione sempre maggiore dei guasti della corruzione materiale e morale

(dalle tangenti al turismo sessuale e pedofilo)... Certo, lei ha ragione a denunciare che, in particolar modo, nel nostro spicchio di mondo ha preso piede una insopportabile volgarità. Ed è vero che ci sono mass media e personaggi che

purtroppo di certe triviali sguaiataggini arrivano a fare la loro cifra caratteristica. Così come è vero che si tende a raccontare più il male del bene

che accade, preferendo il lato oscuro a quello luminoso della cronaca. Ma se il mondo fosse quello che in genere troviamo sulle prime pagine dei giornali, sarebbe già finito da un pezzo... Lo dico spesso, e non è solo un modo di dire. È

anche una impegnativa consapevolezza. E ogni giorno cerca di essere un modo diverso di "fare" questo mestiere, dando spazio e voce anche al buono e al bello

che succedono, che possiamo e dobbiamo far accadere sempre di più, ma che già valgono immensamente, ci spronano e ci rincuorano.

Marco Tarquini direttore di Avvenire

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Commento al Padre Nostro/1 di Mons. Bruno Forte

Gesù disse: "Pregando, non sprecate parole

come i pagani: essi credono di venire ascoltati

a forza di parole. Non siate dunque come loro,

perché il Pa dre vostro sa di quali cose avete

bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi

dunque pregate così: Padre nostro…" (Matteo

6,7 ss). Padre, Tu non sei un Dio lontano e

straniero, ma il Padre, Colui al quale il Figlio

eterno, fatto uomo per noi, si rivolge col nome

della tenerezza, della confidenza, dell’abbandono

fiducioso e pieno: “Abbà”! Con Lui anche noi

possiamo chiamarTi Padre, sapendo che lo sei:

perché il Tuo amore non si fonda sui nostri meriti,

ma unicamente sulla Tua bontà, mai stanca di

cominciare ad amare. Tu sei Padre - Madre

nell’amore perché il Tuo amore è gratuito e sempre nuovo: veramente, Tu non ci ami

perché siamo buoni o belli, ma ci rendi buoni e belli perché ci ami! A Te, Dio eterno,

altissimo onnipotente e buono, ciascuno può dire con fiducia totale: Padre mio, io mi

abbandono a te. Fa’ di me ciò che Ti piace. Qualunque cosa Tu faccia di me, Ti

ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto, purché la Tua volontà si compia in me e

in tutte le Tue creature: non desidero nient'altro, mio Dio. Rimetto la mia anima nelle

Tue mani, Te la dono, mio Dio, con tutto l’amore nel mio cuore, perché Ti amo ed è per

me un'esigenza d’amore il donarmi e rimettermi nelle Tue mani senza misura, con una

confidenza infinita, perché Tu sei il Padre mio (preghiera di Fr. Charles de Foucauld)

Nostro, Tu non sei un padre generico, per cui i figli sono indifferenti, tanti da non

poterli amare uno per uno. Tu sei il Padre “nostro”: e in questo aggettivo c’è ognuno di

noi, con la sua piccola, unica, grande storia, che è tale ai Tuoi occhi come agli occhi di

nessuno. Per Te ognuno di noi è importante, quale che sia il colore della sua pelle, la

cultura da cui viene, la storia cui appartiene, la lingua che parla, le conoscenze o i

mezzi che ha. Per Te nessuno sarà mai dimenticato: “Si dimentica forse una donna del

suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste

donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle

palme delle mie mani” (Isaia 49,15-16). Qualunque cosa Tu faccia, Padre, siamo scritti

sul palmo della Tua mano: perciò, non ti dimenticherai mai di nessuno. E perciò

ognuno di noi può dirTi veramente: “Padre mio!”. E questo ci fa sentire fratelli, vicini

perché custoditi da uno stesso amore: il Tuo. Siamo accomunati nella gioia e nel

dolore, perché affidati ad uno stesso Padre - Madre di tenerezza e di misericordia. È il

Tuo amore personale per ciascuno che fa di noi la Tua famiglia, il popolo del Tuo

amore ricevuto e donato.

Che sei nei cieli, Tu non sei un padre - madre come lo si è in questo mondo. Certo,

per ognuno di noi è importante avere un padre e una madre. Chi non ha avuto questo

dono, o non ha conosciuto l’amore di chi gli ha dato la vita, porta nel cuore una

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grande sofferenza. Eppure, proprio perché ci sei Tu, che sei nei cieli e così scruti e

conosci nel profondo tutti e ciascuno e sempre, nelle notti e nei giorni della nostra

vita, nessuno sarà mai veramente abbandonato e solo. Tu sei lì a custodirci

nell’amore, a vegliare per noi, ad aspettare con trepida attesa il nostro ritorno, dopo

tutte le avventure della nostra libertà. Veramente, lassù qualcuno ci ama: Tu! E

questo ci basta per avere speranza, per sapere che un giorno le Tue braccia ci

accoglieranno, come quelle del più tenero, della più tenera fra i padri e le madri.

Perché Tu dai cieli infiniti vegli su tutti e ami ciascuno di amore infinito!

Sia santificato il tuo nome, Santo vuol dire ciò che è separato, separato per Te, o

Padre. Santificare il Tuo nome, allora vuol dire separarci per Te, perdutamente

consegnarci a Te, perché Tu sei la vita, la sorgente e la patria, il grembo adorabile e

provvidente della nostra esistenza. Santificheremo il Tuo nome quando anteporremo

l’adorazione e l’amore per Te a tutto: come affermava il gesuita tedesco Alfred Delp,

messo a morte dai nazisti, “il pane è importante,

la libertà è più importante, ma la cosa più

importante di tutte è la costante fedeltà e

l’adorazione mai tradita”. Se noi ci separiamo da

tutto per Te, Tu ci darai tutto il nostro vero bene e

ci restituirai a tutti, facendoci partecipi del Tuo

amore per ognuna delle Tue creature: è così che ci

chiami a farci solitudine per diventare amore! Ci

inviti a stare nascosti con Cristo in Te, per fare

compagnia al Tuo amore e al Tuo dolore per ogni

essere vivente. Tu santifichi in noi il Tuo nome

perché ci rapisci a noi stessi e ci restituisci al

mondo, ricchi di Te, donati agli altri da Te,

prigionieri d’amore che da Te imparano sem pre di

nuovo a farsi servi, per irradiare a tutti l’amore

con cui Tu ci ami. Tu, il Santo, separato per noi,

perché noi, poveri peccatori, possiamo essere

santi, separati per Te, in Te offerti a ogni creatura.

Venga il tuo regno, Il Tuo regno non è nell’ordine

del potere di questo mondo: è la signoria del tuo amore nei nostri cuori, ed è la nuova

umanità che nasce dove la legge dei rapporti umani non è più quella della forza e della

sopraffazione, ma quella della giustizia, del reciproco perdono e della pace. Perciò, il

Tuo regno è già venuto in Colui, che in persona è la nostra pace, il Tuo Figlio Gesù; e

deve ancora venire, perché quanto in Lui ci è stato rivelato ed offerto prenda corpo

nella nostra vita, nella vita dei popoli e nei rapporti fra le nazioni. Il Tuo regno è

venuto nella forma del dono e della promessa, viene nella carità vissuta e nella fede,

che cambia il cuore e la vita, verrà quanto Tu sarai tutto in tutti e il mondo intero sarà

la Tua patria. Verso quell’ora di luce e di bellezza siamo tutti in cammino: e invocare

l’avvento del Tuo regno ci aiuta a restare vigili nella speranza, a misurare la scena

delle cose penultime sulla bellezza promessa dell’ultimo orizzonte, sospirato ed atteso,

quello della città celeste.

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Si ringraziano di cuore tutti coloro che presso il Supermercato “PEWEX”

Sabato 9 novembre 2013 hanno partecipato alla

RACCOLTA di GENERI ALIMENTARI di PRIMA NECESSITA’

a FAVORE delle FAMIGLIE POVERE del QUARTIERE

GRAZIE ALLA VOSTRA GENEROSITA’ SONO STATI RACCOLTI

- 100 litri di OLIO di OLIVA - 20 litri di OLIO di SEMI - 550 Kg. di PASTA - 100 Kg. di RISO - 120 Kg. di ZUCCHERO - 500 Barattoli di PELATI - 120 Bottiglie di POMODORO - 700 Barattoli di LEGUMI Vari - 100 Kg. di TONNO (scatolette) - 100 Vasetti di OMOGENEIZZATI - 45 Kg. di PRODOTTI Vari

raccolti in totale circa Kg 1100 di prodotti

il Gruppo Parrocchiale “Cirene” della Caritas parrocchiale distribuisce

alimenti e vestiario ogni venerdì ai poveri della nostra Parrocchia.

Con questo semplice gesto avete contribuito a dar loro un poco di sollievo

DOMENICA 24 NOVEMBRE

ORE 19 - DOPO LA MESSA VESPERTINA

FESTA DI BENVENUTO PER DON RICHARD E DON ROBERTO

Con un piccolo aperitivo di benvenuto accoglieremo "ufficialmente" il

nuovo vice parroco don Richard e il sac. studente don Roberto che sono

con noi ormai da diverse settimane. Ognuno può portare qualcosa da

condividere con tutti; sarebbe bene entro mercoledì 20 segnalare in

segreteria cosa si intende preparare. Vi aspettiamo numerosi!!

Page 12: Anno XIII - n. 679 - 17 Novembre 2013 - XXXIII Domenica ...

Per tutte le coppie che desiderano partecipare alla Messa domenicale e hanno

bambini piccoli fino ai 7 anni, il gruppo dei piccolissimi: "Lasciate che i piccoli

vengano a me" ogni Domenica durante la S. Messa delle h. 10 fa un piccolo

laboratorio di preghiera e prima catechesi, per imparare sin dai primi anni di vita

a conoscere i segni fondamentali della fede cristiana. Le catechiste Marina e

Loredana aspettano i bambini ogni Domenica in fondo alla Chiesa!

GIORNO APPUNTAMENTO DELLA SETTIMANA..

DOMENICA 17

XXXIII TEMPO

ORD.

h. 10 Lasciate che i piccoli vengano a me. Incontro di prima catechesi

per i bambini da 3 a 7 anni.

h. 10,15 catechesi per Sarete miei Testimoni II e III (II e III Cresima)

h. 11,30 catechesi Sarete Miei Testimoni 1 (primo Cres.)

h. 11,30 catechesi FAMILIARE Venite con Me (II° Comun.)

h. 11,30 catechesi Io sono con voi (I° Comun.)

LUNEDÌ 18 h. 18,30 Gruppo di preghiera Carismatica "Gesù Risorto"

MARTEDÌ 19 h. 16,45 catechesi FAMILIARE Venite con me (II° anno Comun.)

h. 16,45 catechesi Io sono con Voi (I° Comunioni)

MERCOLEDÌ 20

h. 9 e 18,45 Lectio Divina sulla Parola della Domenica

h. 15,30 Gruppo "Madre Mazzarello" laboratorio cucito

h. 16,45 catechesi Sarete Miei Testimoni 1 (primo Cres.)

h. 21 Prove di canto Schola Cantorum

GIOVEDÌ 21 h. 18,30 Adorazione Eucaristica

VENERDÌ 22 h. 17 Gruppo Cirene - accoglienza ai poveri

h. 21 Prove di canto Schola Cantorum

h. 21 Corso di preparazione al Matrimonio cristiano

h. 18,30 Incontro giovanissimi gruppo SICAR

SABATO 23 h. 15 Gruppo Scout fino alle 17,30

DOMENICA 24

XXXIV DOM.

TEMPO ORD.

CRISTO RE

h. 10 Lasciate che i piccoli vengano a me. Incontro di prima catechesi

per i bambini da 3 a 7 anni.

h. 10,15 catechesi per Sarete miei Testimoni II e III (II e III Cresima)

h. 11,30 catechesi Sarete Miei Testimoni 1 (primo Cres.)

h. 11,30 catechesi FAMILIARE Io sono con Voi (I Comun.)

h. 11,30 Catechesi II° Comunioni - VENITE CON ME

Dalle 11 alle 11,50 Adorazione eucaristica brevemente animata a

turno dai gruppi di catechesi

h. 19 dopo la Messa festa di benvenuto per d. Richard e d. Roberto

PIAZZA SALVATORE GALGANO, 100 - 00173 ROMA TELEFONO 06.72.17.687 FAX 06.72.17.308

E MAIL : [email protected] - [email protected]

È ONLINE IL NUOVO SITO PARROCCHIALE www.santamariadomenicamazzarello.it

LA DOMENICA LA MESSA FESTIVA È H. 10, H. 12 H. 18 IL SABATO LA MESSA FESTIVA È ALLE H. 18

NEI GIORNI FERIALI LA MESSA È ALLE H. 8,30 H. 18 CONFESSIONI: MEZZ’ORA PRIMA DELLA MESSA

Segreteria: da lunedì a venerdì dalle h. 17 alle h. 19,30