ANNO XII LA CIVILTÀ DELL’«USA E GETTA» · (Citazione da RAVASI, Mattutino, 174). Auguro a...

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PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE “SAN FRANCESCO D’ASSISI” DI MARINA DI CERVETERI Direttore Responsabile Don Domenico Giannandrea quella dei bisogni indotti dal mito della ricchezza, del possesso delle cose, dall’avere più che dall’essere. È la cultura vigente dell’apparire, l’uomo ha tutto ma è una finzione; per ognuno di noi Dio riserva una “sedu- zione” personalissima, Lui è la vera risposta: «Tu eri dentro di me e io ti cercavo fuori». È fin troppo facile in questa sede lanciare strali velenosi contro il mito del benessere e contro le scelte del vivere quotidiano regolate esclusivamente dalla «legge» del consumismo. E tuttavia è utile offrire orientamenti giusti. L'uomo dei nostri giorni è figlio e schiavo della diffusa mentalità dell'usa e getta, è schiavo e creatore di «bisogni» sempre nuovi; si consuma nel consumismo! È tutto proteso in un'appassionata adorazione del dio della ricchezza che, purtroppo, da sempre è all'origine di violenze e delitti di ogni genere. Il contagioso mate- rialismo del benessere e dell'egoismo minaccia seria- mente la vita. Per molti risulta irresistibile il fascino in- vischiante della ricchezza, indotti come sono a inseguire un benessere senza limiti. Vi è poi un mostro che rende anomala e schizofrenica la misura esistenziale dell'uomo d'oggi: la fretta. Si accelera il ritmo della vita alla ricerca di impegni nuovi per guadagni sempre maggiori, perché i soldi non bastano mai... E così l'uomo è talmente sospinto nella corsa da non avere neppure il tempo di pensare, da non accorgersi di essere entrato in una pista che non ha traguardo. La fretta è una sorta di alienazione che fa vivere nell'irreale. Recenti ricerche psicologiche hanno individuato la «sin- drome della fretta»: una nevrosi molto pericolosa. «Tutto è sempre più veloce intorno a me - scrive Sàndor Màrai -, non si può prender fiato nemmeno per un attimo. Ma non si può sprecare la vita così! Torna qui molto a pro- posito la strana, e.… per qualche aspetto saggia, trovata del mercante de Il piccolo principe: ha inventato una pastiglia che estingue la sete: assumendone una alla settimana non si sente più il bisogno di bere. E questo per una grossa economia di tempo; si risparmiano cin- quantatré minuti alla set- timana: «E che cosa se ne fa di questi cinquan- tatré minuti?», domanda il piccolo principe; «Se ne fa quel che si vuole», risponde il mercante. «Io - riprese il piccolo prin- cipe - se avessi cinquan- tatré minuti da spende- re, camminerei adagio, adagio verso una fonta- na...». SAINT-EXUPÉRY, Il piccolo principe, 101. È una saggia risposta che, purtroppo, resta ina- scoltata dai più! L'uomo, ridotto a una sola di- mensione, è proteso feb- brilmente a cercare e a crearsi benessere immediato. In questo specifico contesto umano prospera facilmente la cultura dell’«apparire»: si costruisce una maschera d'occasione; è l'uomo dell'immagine, che vuole far bella figura, che richiama l'attenzione, che cerca di im- porsi. Si ritiene «arrivato», perché possiede una macchina di grossa cilindrata, una villa, una laurea, un'alta carica, un'onorificenza... Fa dipendere dignità e valore dalle apparenze. La verità, poi, è che egli ha tutto (o quasi...!) ma è nessuno, perché resta vero, per sempre e per tutti, che apparire non è essere. L'uomo è diventato «schiavo della propria maschera», come sosteneva Vol- taire. Ma quanta tristezza e povertà interiore nascondono certe maschere... Sono molti oggi a lanciarsi verso il mondo per cercare l'appagamento della sete di felicità (possesso crescente, benessere, denaro, gloria, potere...) che peraltro appartiene alle aspirazioni più profonde del cuore umano. Ma, si sappia o no, lo si creda o meno, la certezza assoluta è che il pianeta «uomo» gravita attorno a Dio. È inutile il tentativo di sottrarsi ai suoi richiami, di accampare scuse, di dirottare i suoi appelli su altre strade. Per ogni uomo, Dio riserva una «seduzione» personalissima; e quanto più l'uomo si ac- costa al «roveto ardente», tanto più prova il brivido della sua povertà e insignificanza. Se egli «decide di scegliere le cose, il bisogno di possesso, le emozioni immediate, facendone un assoluto, queste si ribellano. Solo Dio è la vera risposta: «Tu eri dentro di me e io fuori - dichiara sant'Agostino -. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Tu eri con me e io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature. Ma tu mi hai chiamato e il tuo grido ha vinto la mia sordità; hai brillato e il tuo splendore ha dissipato la mia cecità; hai diffuso il tuo profumo, l'ho respirato, e ora anelo a te; ti ho gustato, e ora ho fame e sete di te; mi hai toccato, e ora ardo dal desiderio della tua pace». (AGOSTINO, Le Confessioni, 333). L'uomo, dunque, impegnato a inseguire un benessere senza limiti e a possedere sempre più cose, corre il rischio di essere posseduto dalle cose. Perciò è saggio riappropriarsi di uno stile di vita sobrio attraverso un continuo e diligente esercizio di saper fare a meno di molte cose. È proprio questo l'impegno col quale volle misurarsi anche Socrate, il grande genio greco, come racconta il filosofo tedesco Immanuel Kant: «Era convinto Socrate che il saggio fosse portato istintivamente a condurre una vita frugale. Da parte sua, egli non portava nemmeno i calzari, eppure non riusciva a sottrarsi al fascino del mercato e vi si recava spesso a guardare la merce in esposizione. Quando un amico gli domandò perché lo facesse, Socrate rispose: "Mi piace andarci per scoprire di quante cose posso benissimo fare a meno"». (Citazione da RAVASI, Mattutino, 174). Auguro a tutti, in questo periodo estivo, di trovare il tempo necessario per riposare al meglio, scegliendo di fare a meno di molte cose. Don Domenico LA CIVILTÀ DELL’«USA E GETTA»: ANNO XII NUMERO 48 Giugno 2017 1 Dona il tuo 5x1000 - Parrocchia San Francesco onlus - C.F. 91068040582

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PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE “SAN FRANCESCO D’ASSISI” DI MARINA DI CERVETERIDirettore Responsabile Don Domenico Giannandrea

quella dei bisogni indotti dal mito della ricchezza, delpossesso delle cose, dall’avere più che dall’essere. Èla cultura vigente dell’apparire, l’uomo ha tutto ma èuna finzione; per ognuno di noi Dio riserva una “sedu-zione” personalissima, Lui è la vera risposta: «Tu eridentro di me e io ti cercavo fuori».È fin troppo facile in questa sede lanciare strali velenosicontro il mito del benessere e contro le scelte delvivere quotidiano regolate esclusivamente dalla «legge»del consumismo. E tuttavia è utile offrire orientamentigiusti. L'uomo dei nostri giorni è figlio e schiavo delladiffusa mentalità dell'usa e getta, è schiavo e creatoredi «bisogni» sempre nuovi; si consuma nel consumismo!È tutto proteso in un'appassionata adorazione del diodella ricchezza che, purtroppo, da sempre è all'originedi violenze e delitti di ogni genere. Il contagioso mate-rialismo del benessere e dell'egoismo minaccia seria-mente la vita. Per molti risulta irresistibile il fascino in-vischiante della ricchezza, indotti come sono a inseguireun benessere senza limiti. Vi è poi un mostro cherende anomala e schizofrenica la misura esistenzialedell'uomo d'oggi: la fretta. Si accelera il ritmo della vitaalla ricerca di impegni nuovi per guadagni sempremaggiori, perché i soldi non bastano mai... E cosìl'uomo è talmente sospinto nella corsa da non avereneppure il tempo di pensare, da non accorgersi diessere entrato in una pista che non ha traguardo. Lafretta è una sorta di alienazione che fa vivere nell'irreale.Recenti ricerche psicologiche hanno individuato la «sin-drome della fretta»: una nevrosi molto pericolosa. «Tuttoè sempre più veloce intorno a me - scrive Sàndor Màrai-, non si può prender fiato nemmeno per un attimo. Manon si può sprecare la vita così! Torna qui molto a pro-posito la strana, e.… per qualche aspetto saggia, trovatadel mercante de Il piccolo principe: ha inventato unapastiglia che estingue la sete: assumendone una allasettimana non si sente più il bisogno di bere. E questoper una grossa economia di tempo; si risparmiano cin-

quantatré minuti alla set-timana: «E che cosa sene fa di questi cinquan-tatré minuti?», domandail piccolo principe; «Sene fa quel che si vuole»,risponde il mercante. «Io- riprese il piccolo prin-cipe - se avessi cinquan-tatré minuti da spende-re, camminerei adagio,adagio verso una fonta-na...». SAINT-EXUPÉRY,Il piccolo principe, 101.È una saggia rispostache, purtroppo, resta ina-scoltata dai più! L'uomo,ridotto a una sola di-mensione, è proteso feb-

brilmente a cercare e a crearsi benessere immediato.In questo specifico contesto umano prospera facilmentela cultura dell’«apparire»: si costruisce una mascherad'occasione; è l'uomo dell'immagine, che vuole farbella figura, che richiama l'attenzione, che cerca di im-porsi. Si ritiene «arrivato», perché possiede una macchinadi grossa cilindrata, una villa, una laurea, un'alta carica,un'onorificenza... Fa dipendere dignità e valore dalleapparenze. La verità, poi, è che egli ha tutto (o quasi...!)ma è nessuno, perché resta vero, per sempre e pertutti, che apparire non è essere. L'uomo è diventato«schiavo della propria maschera», come sosteneva Vol-taire. Ma quanta tristezza e povertà interiore nascondonocerte maschere... Sono molti oggi a lanciarsi verso ilmondo per cercare l'appagamento della sete di felicità(possesso crescente, benessere, denaro, gloria, potere...)che peraltro appartiene alle aspirazioni più profondedel cuore umano. Ma, si sappia o no, lo si creda omeno, la certezza assoluta è che il pianeta «uomo»gravita attorno a Dio. È inutile il tentativo di sottrarsi aisuoi richiami, di accampare scuse, di dirottare i suoiappelli su altre strade. Per ogni uomo, Dio riserva una«seduzione» personalissima; e quanto più l'uomo si ac-costa al «roveto ardente», tanto più prova il brividodella sua povertà e insignificanza. Se egli «decide discegliere le cose, il bisogno di possesso, le emozioniimmediate, facendone un assoluto, queste si ribellano.Solo Dio è la vera risposta: «Tu eri dentro di me e iofuori - dichiara sant'Agostino -. Lì ti cercavo. Deforme,mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Tu ericon me e io non ero con te. Mi tenevano lontano da tele tue creature. Ma tu mi hai chiamato e il tuo grido havinto la mia sordità; hai brillato e il tuo splendore hadissipato la mia cecità; hai diffuso il tuo profumo, l'horespirato, e ora anelo a te; ti ho gustato, e ora ho famee sete di te; mi hai toccato, e ora ardo dal desideriodella tua pace». (AGOSTINO, Le Confessioni, 333).L'uomo, dunque, impegnato a inseguire un benesseresenza limiti e a possedere sempre più cose, corre ilrischio di essere posseduto dalle cose. Perciò è saggioriappropriarsi di uno stile di vita sobrio attraverso uncontinuo e diligente esercizio di saper fare a meno dimolte cose. È proprio questo l'impegno col quale vollemisurarsi anche Socrate, il grande genio greco, comeracconta il filosofo tedesco Immanuel Kant: «Era convintoSocrate che il saggio fosse portato istintivamente acondurre una vita frugale. Da parte sua, egli nonportava nemmeno i calzari, eppure non riusciva asottrarsi al fascino del mercato e vi si recava spesso aguardare la merce in esposizione. Quando un amico glidomandò perché lo facesse, Socrate rispose: "Mi piaceandarci per scoprire di quante cose posso benissimofare a meno"». (Citazione da RAVASI, Mattutino, 174).Auguro a tutti, in questo periodo estivo, di trovare iltempo necessario per riposare al meglio, scegliendo difare a meno di molte cose.

Don Domenico

LA CIVILTÀ DELL’«USA E GETTA»: ANNO XII

NUMERO 48Giugno 2017

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ASSISTENZA LA BENEDIZIONE SOLENNE A UN NUOVO SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE A PIAZZA MORBIDELLI

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Con la benedizione solenne del no-stro parroco Don Domenico èstato inaugurato sabato 20 maggio

a piazza Morbidelli 5, un nuovo servizio diassistenza domiciliare, in cui persone, an-ziane e non, possono trovare risposte a bi-sogni non sempre facilmente soddisfatti;ci ha pensato in prima persona l’infermieraprofessionista Alessandra Ferrero che èandata a colmare un vuoto nel panoramasanitario in cui è difficile, a volte, reperirepersone qualificate e che possano svolgeremansioni prettamente legate alla salute eal benessere di chi, magari si trova nel-l’emergenza, e non sa a chi rivolgersi. Ènato così questo piccolo centro in cui èpossibile ottenere assistenza domiciliarea domicilio o nei luoghi di degenza, medi-cazioni semplici e/o complesse, cicli diiniezioni intramuscolo o sottocutanee, trat-tamento delle lesioni cutanee da decubito,rilevazioni dei parametri vitali, (quali pres-

sione arteriosa, frequenza cardiaca, glice-mia), gestione della nutrizione generale,accompagnamento presso studi medici,ambulatori, uffici, banche; è possibilevalersi poi della collaborazione di un nutri-zionista dott. Giacomo Leone, oltre a fisio-

terapisti e psicologi per garantire sempre,come sottolinea la giovane Alessandra,«un’assistenza personalizzata e professio-nale». Sempre reperibile al numero3713462821. Si può anche scrivere allamail [email protected]

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Don Domenico con Alessandra Ferrero.

Si è parlato di una gioventù sem-pre più sotto i riflettori per i con-tinui, rapidi mutamenti cui ci

sottopone una società velocizzata e su-pertecnologica. L’argomento era interes-sante e di attualità: “Bambini e adolescenti,disagi e rischi”. Lunedì 22 maggio infattipresso l’aula magna della scuola mediadi Marina di Cerveteri si è svolto un incontrocui erano stati invitati tutti i rappresentantidelle varie agenzie educative: famiglie, in-segnanti, appunto, catechisti. E la rispostanon si è fatta attendere. Davanti a un udi-torio attento e partecipe è stata presentataquindi l’ultima fatica letteraria di AnnaMaria Onelli, pedagogista, docente di Storiae Filosofia, relatrice e moderatrice in con-vegni nazionali e internazionali. Un’ideaproposta dall’ambito del consiglio pastoraleparrocchiale, rivolto alle tematiche culturalie sociali e subito “sposato” dalla presideLoredana Cherubini. In particolare la pro-fessoressa Onelli ha focalizzato la sua at-tenzione sull’esplorazione dei rapporti ado-lescenziali come momento esistenzialedelicato per i ragazzi e le ragazze, quantodifficile per i genitori che spesso in questefasi di crescita dei propri figli vivono mo-menti di tensione e incomprensione reci-proca. Ma il linguaggio sciolto, le sintesiadeguate e comprensibili anche perché

supportate da “sli-de” molto significa-tive hanno messoin sintonia l’oratricecon il pubblico com-posto da genitori osemplici cittadiniche non hanno vo-luto perdere l’occa-sione per appren-dere questioni chesembrano di tipoaccademico mamolto spesso riguar-dano una vita vis-suta. Già nella premessa l’autrice pone ilproblema di una “società del benessere”che sembra non avere effetti sui nostrigiovani che mostrano uno “stato di infelicitàe disagio emotivo in progressivo aumento”.Ma offre “un’alleanza scuola famiglia…che consenta a entrambe di educareistruendo”. Non ci sono sconti, una criticaserrata e diretta che impone la letturacompleta del libro, con la dovuta attenzionelì dove si sfatano logori luoghi comunicome il falso egualitarismo, causa delgrave danno pedagogico provocato dalla“caduta dell’Autorevolezza”, in tutti i settori.Una iniziativa dunque ben riuscita accoltae incoraggiata dalla sensibilità culturale

della Loredana Cherubini e fortementecaldeggiata dalla vicepreside Anna Ma-strandrea. Il saluto del sindaco AlessioPascucci non è stato di maniera ma disincero apprezzamento in quanto papà diun’adolescente, non da meno il giudiziopositivo del parroco di Cerenova, MonsignorDomenico Giannandrea. Nessuno si è la-mentato del tempo trascorso; anzi diversemamme presenti al dibattito si sono trat-tenute anche dopo la conclusione dellaconferenza per salutare o interloquire conla dottoressa Anelli, la quale oltre a firmaredediche sul suo libro, edito da Rubettino,ha voluto ringraziare i presenti per l’atten-zione e il vivo interesse dimostrato.

BAMBINI E ADOLESCENTI DISAGI E RISCHI. TEMA DEL CONVEGNO NELLA SCUOLA MEDIA DI CERENOVA

ESTATE

T utti i credenti sono chiamati a dif-fondere e testimoniare la propriafede: ecco che sabato 3 giugno si

è svolta presso la Cattedrale alla Storta latradizionale Veglia di Pentecoste in cui si rin-novano i mandati ai volontari Caritas. In rap-presentanza della nostra parrocchia le 4 si-gnore che, in collaborazione con altre volon-tarie, da anni, instancabilmente, s’impegnanoper mantenere sempre efficiente il servizioCaritas presente nella parrocchia. Cristina,Lina, Marina e Rita erano anche le responsabilidel segno preparato per simboleggiare lasolennità della Pentecoste. Un pane spezzato,frutto del lavoro dell’uomo e da condividerecon gli altri perché diventi vita. Di seguito ilcommento sul segno del parroco Don Do-menico, letto al termine della Messa. “Perl’uomo distratto e frettoloso di oggi non èfacile ricordare; tutto passa così in fretta chenon si ha il tempo neppure di percepire pro-fondamente il senso della vita che scorre.Ma l’uomo non può vivere senza memoria;

tanto meno il credente, che ogni domenicaè chiamato a celebrare il mistero eucaristicoa fare memoria e memoriale della morte erisurrezione del Signore, fino al giorno in cuiEgli verrà. Ecco qui dinanzi il segno del Paneche esprime immediatamente il lavoro umanosempre teso a trovare vita, nella consapevo-lezza che la pienezza della vita la può donaresolo Cristo morto e risorto per noi. Mangiaredi questo pane mi dà certezza che solo Lui enon altri dona quella vita che l’uomo cercanel suo profondo, la vita che non si dissolvecon l’esaurirsi delle stagioni. Da semprel’uomo ha intrapreso pellegrinaggi alla ricercadella vita. Da sempre ha viaggiato e lottatoper superare la sua condizione di essere se-gnato dall’inconsistenza e dalla morte. Aquesta condizione umana risponde il misteroeucaristico, perché l’uomo non può ottenerela vita da se stesso. L’eucarestia offre la ri-sposta, perché è la celebrazione della vittoriadella vita sulla morte, la vittoria della vitaeterna. Se poi ci lasciamo coinvolgere ancora

di più nel pane spezzato allora si può bencomprendere che la vita di ciascuno e ditutti è un dono e deve farsi dono. Infine ilsale altro non è che il sapore di questanostra esistenza che non possiamo attingeredalle cose effimere o peggio ancora dallatracotanza di una ricerca ossessiva di quelloche appare. Potremmo essere sapore diquesta terra quando ci sentiremo popolo evivremo da popolo di Dio. Essere insiemeChiesa, pur nella diversità dei doni, nella di-versità di carismi, di servizi e funzioni, ma lostesso Spirito. Dunque non ricerca del sen-sazionale, ma atti di fede semplici e quotidiani.Lo Spirito non crea competizioni tra credenti,alla ricerca di carismi appariscenti. Lo Spiritocrea unità e non competizione, rispetto delladiversità e non disprezzo, ricerca di ciò che èfondamentale e non ciò che appare. Conquesta prospettiva tutto cambia e tutto ènuovo: anche la sofferenza dell’uomo e del-l’universo non sarà più il rantolo di un morente,ma il gemito di una partoriente”. (Rm 8)

PENTECOSTE3 GIUGNO: VEGLIA DI PENTECOSTE IN CATTEDRALE PER IL RINNOVO DEI MANDATI AI TESTIMONI DELLA CARITÀ

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L a festa di San Michele Arcangeloha radici antichissime. La leg-genda narra il salvataggio della

città di Cerveteri, contro i Saraceni, perl’intervento di San Michele Arcangeloapparso sui bastioni medievali che conla sua spada apparve dai bastioni dellacittà e allontanò con la sua spada gli as-

salitori. La festa religiosa si svolge ognianno l’8 maggio (giorno in cui apparveSan Michele Arcangelo a Cerveteri) conla processione del Santo per le vie delpaese, accompagnata dalla banda mu-sicale della città di Cerveteri. La statuaviene poi salutata dai fedeli presenti conun grande lancio di petardi nel cielo.

PROCESSIONE, PREGHIERE E TANTA DEVOZIONE PER IL PATRONO DI CERVETERI SAN MICHELE ARCANGELO

PROCESSIONE

L a statua della Madonna Pelle-grina di Fatima è stata in visitaa Borgo San Martino, dove è re-

stata per una settimana. Circa un annofa la miracolosa statua veniva ospitatadalla Parrocchia del Sacro Cuore di Gesùa Ladispoli, nel quartiere Cerreto. Ora lalieta notizia che aspettavano anche i fedeli

di Cerveteri. Domenica 14 maggio infattila statua della Madonna Pellegrina di Fa-tima è giunta nella parrocchia di BorgoSan Martino direttamente dal cielo, ac-compagnata nelle braccia dei fedeli tramitel’utilizzo di un elicottero. A Borgo SanMartino la statua della Madonna è rimastacirca una settimana fino a domenica 21

maggio. Sabato 20 maggio invece, è stataportata nella chiesetta di Valcanneto peruna solenne processione per le stradedella frazione ceretana. Come sempre alcentro di infinita devozione e preghiereda parte dei tantissimi che si affidano alvolto benevolo e alla grande misericordiadella madonna.

È ARRIVATA ANCHE A CERVETERI LA STATUA MADONNA PELLEGRINA DI FATIMA

FATIMA

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Si è concluso anche quest’annonel tradizionale tripudio di com-mozione, flash e fiori la celebra-

zione delle Prime Comunioni (sabato 13due turni, alle ore 11 e alle ore 18, e dome-nica 14 maggio alle ore 11). Tanti papà emamme trepidanti, accompagnati dai loroparenti e amici quasi fosse per i loro figli undebutto in società. E sostenuti dalle catechistee dai catechisti forse in qualche modo lo èstato: un “affacciarsi” alla vita spirituale, aquella vita che confidando sempre nellaguida di Gesù possa dare loro conforto eaiuto nei momenti belli e meno belli che,inevitabilmente, dovranno affrontare. È statoveramente un bel momento poter parteciparealla cerimonia in cui i tanti piccoli hannovissuto con intensità ed entusiasmo il loro,primo, “concreto” incontro con Gesù. Tanticari auguri dunque a questi piccoli per un

lungo e proficuo cammino di fede perchépossa essere autentico e vivo! E da parte del parroco Don Domenico: Ognianno, nel mese di maggio la nostra Comunitàè in festa perché, alcuni dei nostri fanciulli,ricevono per la prima volta il Corpo di Cristo.È una festa per loro, per i loro genitori,parenti ed amici, perché l’Eucarestia è tutto,è vita per tutti noi.Partecipando alla messa, avrai sentito piùvolte il celebrante concludere il momentosuggestivo della consacrazione con le parole:“Mistero della fede”. Che cosa significa?L'eucaristia è un grande mistero della fede,come lo è la Santissima Trinità e l’incarna-zione. Se il pane e il vino consacrati fosserosoltanto il simbolo di una presenza spiritualedi Gesù, non si parlerebbe di un misterodella fede. Ci troviamo invece di fronte a unabisso incomprensibile di amore, che la

mente non può afferrare, perché quel panee quel vino sono la carne e il sangue delFiglio di Dio. Sì, ciò che fa dell'eucaristia ilcuore di tutti i sacramenti è proprio la pre-senza reale di Gesù Cristo, nella sua di-mensione umana e divina, sia pure velataai nostri occhi dalle apparenze sensibili delpane e del vino. La fede eucaristica affermacon forza, senza dubbi e senza riserve, laverità di questa presenza grazie alle qualenoi siamo certi che Gesù è vivo oggi inmezzo a noi e si fa nutrimento per la vitadelle nostre anime…. Non dimenticare l’am-monimento dell'apostolo Paolo: “Chiunquein modo indegno mangia il pane o beve ilcalice del Signore, sarà reo del corpo e delsangue del Signore” (l Cor 11-,27). RiceviGesù con il cuore puro, con raccoglimentoe fervore. Sarà per te un momento di Para-diso.

ANCHE QUEST’ANNO 75 BAMBINI DELLA NOSTRA PARROCCHIA HANNO RICEVUTO LA PRIMA COMUNIONE

COMUNIONI

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«L a Cresima è il Sacramentoche ci rende perfetti cristia-ni». Non a caso, si chiama

anche Confermazione, perché confermae rafforza la grazia che abbiamo ricevutonel Battesimo. «Questo Sacramento vainteso in continuità con il Battesimo equesti due Sacramenti, insieme con l’Eu-caristia, formano un unico evento salvi-fico». È stato detto in occasione della SantaMessa officiata il 2 giugno durante l’ome-lia di S.E.R. dal nostro Vescovo GinoReali della Diocesi Porto e Santa Rufina,davanti a una chiesa colma con i 41cresimandi, tra adulti e ragazzi, e i loroemozionati parenti. Anche Papa Francesco d’altra parte avevacommentato «quando accogliamo lo Spi-rito Santo nel nostro cuore e lo lasciamoagire, Cristo stesso si rende presente innoi e prende forma nella nostra vita; at-traverso di noi sarà Lui a pregare, a per-donare, a infondere speranza e conso-lazione, a servire i fratelli, a farsi vicinoai bisognosi e agli ultimi, a creare co-munione, a seminare pace. Ma pensate a quanto è importante tuttoquesto: che viene attraverso lo SpiritoSanto lo stesso Cristo a fare tutto questoin mezzo a noi e per noi!». Per questo,ha sottolineato Francesco, «è importanteche i bambini e i ragazzi ricevano questoSacramento. Tutti noi abbiamo cura chesiano battezzati: e questo è buono! Maforse non abbiamo tanta cura che rice-

vano la Cresima: restano a metà cam-mino».Perché Francesco ha parlato dello SpiritoSanto? Perché, come ci ricorda il Cate-chismo della Chiesa Cattolica, è questol’effetto della Confermazione, che siriceve una sola volta nella vita: la specialeeffusione dello Spirito Santo, come quelladella Pentecoste.

E questa effusione, oltre ad apportareuna crescita della grazia battesimale,a unire il cristiano più saldamente aGesù e alla Chiesa e a donare una spe-ciale forza per testimoniare la fede, rin-vigorisce i sette doni dello Spirito Santo:la Sapienza, l’Intelletto, il Consiglio, laFortezza, la Scienza, la Pietà e il Timoredi Dio.

CRESIMEIL VESCOVO GINO REALI PER LE CRESIME DEL 2 GIUGNO NELLA NOSTRA CHIESA

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Si gioca, si ride, si scherza e poisi si va tutti a messa. È statadavvero una bella giornata di

sole e di allegria quella di domenica 4giugno dove numerose famiglie hannoaderito all’invito rivolto dai catechisti perterminare tutti insieme genitori e figlil’anno catechistico. Dalla mattina fervevanole attività per coinvolgere grandi e piccoliin giochi e attività varie. Dopo le PrimeComunioni e le Cresime, i corsi di cate-chismo terminano per la pausa estiva,per poi riprendere dopo la festa patronalein onore di San Francesco d’Assisi, il 4 ot-tobre. Quest’anno i catechisti hanno pro-posto a tutte le famiglie una giornata tutta

incentrata sulla Pentecoste, festa liturgicadel giorno. Così, nella mattinata, si èsvolta una caccia al tesoro per cercare ditradurre il brano degli Atti degli Apostoliin lingue straniere. Il pomeriggio è prose-guito con giochi e musica, ispirandosi allaLettera di San Paolo sulla diversità dei

carismi. Con una passeggiata tutti insieme,si è poi arrivati alla spiaggia di Campo diMare, dove si è celebrata la Messa. Unagiornata soleggiata e calda, all’insegnadella comunione, perché le diversità nonci spaventano ma ci arricchiscono e sonola bellezza della nostra Chiesa!

4 GIUGNO CHIUSURA DELL’ANNO CATECHISTICO CATECHISMO

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Il proprietario dell’auto incidentata ha di-ritto di ottenere oltre il rimborso dellespese per la sua riparazione anche ildanno per non aver potuto utilizzare ilmezzo per tutto il tempo che è rimastonell’officina?

Due lettori ci scrivono chiedendodelucidazioni che interessano lageneralità dei cittadini, poiché di

frequente accadono incidenti in cui un pe-done viene investito attraversando la stradaed in cui, più semplicemente, viene dan-neggiata un’auto che non può essere uti-lizzata, per un certo tempo, in quanto la-sciata in officina per le necessarie ripara-zioni. Le domande sono così poste: a) Èvero che il pedone ha sempre ragione? (…secondo un detto popolare comune); b) Èvero che la compagnia di Assicurazionepaga solo il danno materiale arrecato al-l’auto e non anche il c.d. fermo tecnico,cioè il disagio che deriva al proprietarioper non poter utilizzare l’auto durante iltempo necessario per la sua riparazione?Quanto alla prima questione è vero il con-trario: il pedone non sempre ha ragione,ancorché viene riconosciuta allo stessouna posizione di maggior favore, rispettoall’automobilista, in ogni caso in cui si im-metta su una strada trafficata per attra-versarla.

Ed, infatti, è principio costantemente af-fermato dalla Cassazione (da ultimo nellasentenza 22/02/2017 n° 4551) che ancheil pedone, nel momento in cui si apprestiad attraversare una strada, deve essereaccorto e conformare la propria condottaa quelle regole di prudenza comuni a chiutilizza la strada, sia questi un pedone odun automobilista, con la differenza che,laddove il pedone attraversi la strada sullestrisce zebrate, non è tenuto a verificareche i conducenti in transito mostrino omeno l’intenzione di rallentare o di lasciarlopassare. In tali ipotesi, invero, il pedonepuò fare affidamento sugli obblighi di cau-tela imposti all’automobilista, il quale ultimodeve comunque accertarsi della sua pre-senza o meno, in prossimità delle striscepedonali, assumendo su di sé il rischio diincidenti anche nei confronti di quel pedoneche voglia avventurarsi nel traffico, seppur“con la testa fra le nuvole”.Purtuttavia, si esclude la responsabilitàdell’automobilista allorché il pedone vieneinvestito durante l’attraversamento (speciefuori delle strisce pedonali), effettuato inmodo del tutto imprevedibile ed anormale,costituendo il pedone stesso un ostacolodel tutto improvviso ed oggettivamenteinevitabile per l’automobilista, tanto danon permettere a quest’ultimo di porre inessere misure idonee ad impedire l’inci-

dente (es. il pedone che sbuca all’improvvisoda dietro delle auto in sosta, immettendosisulla carreggiata).Per quanto riguarda la seconda questione,in giurisprudenza si registrano due posizioni.L’una più permissiva, secondo cui il c.d.fermo tecnico è una conseguenza auto-matica dell’incidente in cui una auto rimanedanneggiata, tanto da determinare la ne-cessità di essere lasciata in un’officinaper le riparazioni del caso. Un pregiudizio,questo, che viene liquidato equitativamentedal Giudice, che si aggiunge a quello checonsiste nel pagamento delle somme speseper le dovute riparazioni (normalmentesulla base della fattura rilasciata dalla of-ficina).Un secondo indirizzo, più recente (da ultimoCassazione n° 13718 del 2017), richiedeche la prova del concreto disagio, determi-nato da fermo tecnico, sia compiutamentefornita da chi invoca tale tipo di risarci-mento.Detta prova può essere fornita non attra-verso la indisponibilità del veicolo pereffetto della sua sosta forzata in officinaper le necessarie riparazioni, ma attraverso,ad esempio, la spesa sostenuta per pro-cacciarsi un mezzo sostitutivo, a noleggio,durante detto lasso di tempo.

Avv. Antonio Arseni

QUESTIONI LEGALI: IL PEDONE HA SEMPRE RAGIONE?DIRITTI

SPOSIMATRIMONIO DI SIMONA E DANIELE

Sabato 10 giugno Simona e Da-niele si sono uniti in matrimo-nio con accanto il loro ama-

tissimo figlio Lorenzo. Ai novelli sposi, emozionatissimi e felici,superfesteggiati da tutta la parrocchia, unmondo di bene! Tanti auguri!

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La cellulite, problema estetico e me-dico che affligge circa l’80% delledonne, è una vera patologia carat-

terizzata da una degenerazione dell’ipoderma,tessuto che si trova sotto il derma. Le partipiù interessate sono cosce, glutei, ginocchiae caviglie, raramente negli arti superiori eaddome. La pelle assume il tipico aspettodi “buccia d’arancia” e può far male al tatto.Con l’arrivo dell’estate e l’esigenza di spo-gliarci, ci guardiamo e urliamo! Cosa sonoquei brutti gonfiori sulle cosce? Sono il ri-sultato di un’alimentazione scorretta, le tos-sine accumulate in inverno, la cattiva circo-lazione e la sedentarietà.Che fare per eliminarla? Ci vuole costanzae impegno, e nel giro di poche settimanesaremo felici di poter mettere quel costumecosì carino! Ma soprattutto ci sentiremobene, belle e leggere.

LE NOSTRE ARMI NATURALIL’alimentazione naturale e l’attività fisicacostituiscono gli elementi fondamentali nella

prevenzione e nel trattamento della cellulite.Quindi a tavola non devono mancare verdure,pesce, frutta, ridurre il sale che favorisce laritenzione di liquidi, limitare il consumo dipane bianco, pasta, riso, latticini e patate, etutti i carboidrati raffinati (pizza, prodotti daforno) che sono zuccheri e alzano l’insulinache si trasforma in cuscinetti. Possiamousare spezie antinfiammatorie e drenanticome il curry, che permette di non usare ilsale dando un ottimo sapore ai piatti. Nondimentichiamoci di bere almeno 2 lt diacqua al giorno.Abbiniamo dello sport, sì a passeggiate inbicicletta, a chi piace lo jogging o nuotare:ecco il lavoro in acqua è molto efficace,perché riattiviamo la circolazione e l’azionemassaggiatrice dell’acqua è dolce e piacevole.Abbiniamo dei preparati fitoterapici ad azionedepurativa e drenante come il Ruscus Acu-leatus in tintura madre: 40 gocce una voltaal dì prima di pranzo, Ginepro in tinturamadre, 30 gocce 3 volte al giorno, Centellaasiatica in macerato glicerico, 50 gocce 1

volta al dì prima di dormire, Ippocastano intintura madre, 30 gocce 3 volte al giorno sela cellulite è accompagnata da fragilità ca-pillare. Queste cure vanno fatte per almeno2 mesi.Un altro consiglio naturale e piacevole daseguire è la doccia purificante, ovvero mas-saggiate le parti interessate mentre fate ladoccia, con una spugna imbevuta di 4 goccedi olio essenziale al rosmarino e gineproche hanno azioni drenanti e detossificanti.Per dare tono alla fine passate acqua freddaqualche minuto sulle gambe per riattivarela circolazione.Potete anche preparare un unguento che ri-duce i cuscinetti, ecco gli olii che servono:di mandorle, di lavanda (10 gocce), di ginepro(10 gocce), di menta (10 gocce), di rosmarino(10 gocce)Ottime anche le creme e lozioni ad azionefredda a base di centella asiatica, ippocastanoe caffeina, che se usate con costanza dannoottimi risultati visivi nel giro di poche setti-mane.

LA CELLULITE NEMICA DELLE DONNE ARRIVA L’ESTATE: ADDIO RISTAGNI E GONFIORI CON METODI NATURALI

SALUTE

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Q uante volte ci accorgiamo cheil pane è finito, che i negozisono chiusi o semplicemente

non si ha il tempo o la voglia di andare acomprarlo? La ricetta per fare un buon paneè semplicissima negli ingredienti, ma è moltoimpegnativa nel metterla in pratica e richiedegrande abilità. È diffusissima in tutti i paesidel mondo e la preparazione di questo ali-mento meraviglioso che i greci definivano“cibo degli dei” ha origine nella preistoria,quando l’uomo capì che poteva mischiarela polvere delle ghiande all’acqua e ottenere,cuocendo l’impasto sulle pietre roventi, unprodotto un po’ duro, ma gustoso. Solo nelRinascimento si diffuse l’uso innovativo dellievito di birra.Per tanti anni ho provato a fare il pane incasa, attratta dal fascino dei gesti antichi,che, anno dopo anno, secolo dopo secolo,

si sono ripetuti per generazioni. Ho sempreincontrato enormi difficoltà: usare menolievito, doppia lievitazione dalla sera prima,lunghe ore di attesa. Ho comprato un mattonerefrattario per aumentare il calore del fornoda cucina e addirittura la macchina elettricaper fare il pane. I risultati modesti, direi in-soddisfacenti, mi hanno costretto a rinunciare.Ma ho continuato ad informarmi, finchè hoscoperto una ricetta utilissima che uniscerapidità e bontà. Vi dico subito come si fa inbrevissimo tempo. Al posto del lievito si usail bicarbonato e non c’è bisogno di lievitazione.Si tratta del pane tradizionale irlandese:“Irish soda bread” che potete arricchire consemi di lino, di sesamo, di girasole, o altriche preferite.

INGREDIENTI:450 grammi di farina integrale (oppure

250 di integrale e 200 di farina 00); 200gr. di yogurt intero; 100 ml. di latte; 1 cuc-chiaino da caffè scarso di bicarbonato; 1di sale; 1 di zucchero; semi di lino e di se-samo a piacere.

PEPARAZIONE:Mettete in una ciotola farina, bicarbonato esale, poi unite yogurt e latte e, mescolandovelocemente l’impasto, aggiungete lo zuc-chero e i semini. Trasferitelo su un tagliere elavorate ancora un poco finchè tutto è benamalgamato. Poi potete dare la forma chepreferite sulla carta da forno o in uno stampoda plum cake o in una teglia tonda, praticandodelle incisioni orizzontali o diagonali. Spen-nellate con olio e aggiungete altri semi. In-fornate a 200° per 35 minuti. Fate raffred-dare il pane, coperto da un canovaccio epoi tagliatelo a fette.

RICETTANON DICIAMOLO ALLO CHEF! RUBRICA RICETTE SEMPLICI DI ANAPO:PANE SENZA LIEVITO

Gli Uffici della Segreteria sono aperti: ORARIO INVERNALE (ottobre/maggio)- la mattina dal Lunedì al Sabato dalle ore 9.30 alle 12.30- il pomeriggio dal Lunedì al Venerdì dalle ore 15.30 alle 18.30.ORARIO ESTIVO (giugno/settembre)- Mattina dal Lunedì al Sabato dalle ore 10.00 alle 12.00- Pomeriggio dal Lunedì al Venerdì dalle ore 17.00 alle 19.00.

Telefono e Fax: 06.9902670

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SABATO 8 LUGLIO RIAPRE IL MERCATINO DELLA CARITASPARROCCHIALE PRESSO L’ORATORIO È tornato, nei confini parrocchiali, il mercatino della Caritas: sabato 8luglio e fino al 6 agosto, presso l’oratorio. Tutto il ricavato in beneficenzaai tanti bisognosi (italiani e stranieri) che vivono nella frazione Cerite eBussano alla porta della parrocchia.SABATO 8 LUGLIO RITORNA LA GIORNATA DEL DONO Solo la condivisione può sconfiggere la povertà (Madre Teresa). Tutta lacomunità è invitata a partecipare offrendo un litro…, una scatola di… Citroverete fuori la chiesa nelle messe: sabato ore 18; domenica ore 8,30,ore 11 e ore 18. Il Consiglio Pastorale Ambito Carità e Fraternità.Grazie a chi generosamente ha già donato.

Le benedizioni delle famiglie proseguiranno, fuori programma, il sabatomattina dalle ore 9,30 alle ore 12,30 nei mesi di maggio e giugno.Le benedizioni delle famiglie residenti a Marina di Cerveteri sono stateeseguite la settimana immediatamente dopo la Santa Pasqua, giorno dellaResurrezione di Cristo con il nuovo valore purificatorio dell’acqua benedetta. Per Info: Segreteria Parrocchia Tel. 06/9902670 benedizioni

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