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Anno X. TORINO, 30 aprile 1911. N. 18. LA STAMPA •Vii/ a ± . Ippica « Atletica - Scherma Ginnastica - Caccia - Tiri - Podismo Giuochi Sportivi - Varietà ^TZsXC^Z Automobilismo - Ciclismo Alpinismo - Areoscatiea ftaoto - Canottaggio - Yachting « CTTir - ^ 0 SPORTIVA £sca ogni Domenica in 20 pagine illustrate. (genia correrne eolla fasta). DIRETTORE: G U S T A V O V E R O N A ABBONAMENTI I DlREZIOJlE E KMMIfllSTRflZIOfJE f INSERZIONI A n n ° Y l tana ee^fo! er ° ^ & Ì TORINO - Via Davide £ertolotti, 3 - TORINO f trattative rivolgersi presse Cn Numera ) Ì^ Q^» 1 - jg f Arretr.1. Cent. 15 | ^ THUHPORO u _, e ^ | 1-Hmmlni.traxio^ de. Giornale IIIIIIIIIIIIIIII IL IL IN I M I LI I iiiinmnV«miTi IIIIIH ITTÌTTI mulinimi»"" minili mi»/» Il Giro Ciclistico del Piemonte La grande corsa ciclistica organizzata dall'Unione Sportiva Torinese e patrocinata dal nostro giornale, ottenne il più completo successo. La nostra fotografia rappresenta l'arrivo a Torino del primo gruppo dei professionisti. — Nei medaglioni, in aito: Mario Bruschera, di Milano. dei professionisti. In basso: Bonalanza, di Oleggio, 1° dei diiettanti. (Fotografie di Ubertalli e Morsolin sncc. Ambiosio - Torino).

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Anno X. TORINO, 30 aprile 1911. N. 18.

LA STAMPA •Vii/

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Il 2° Giro Ciclistico del Piemonte

La grande corsa ciclistica organizzata dall'Unione Sportiva Torinese e patrocinata dal nostro giornale, ottenne il più completo successo. La nostra fotografia rappresenta l'arrivo a Torino del primo gruppo dei professionisti. — Nei medaglioni, in a i t o : Mario Bruschera, di Milano. 1° dei professionisti. In b a s s o : Bonalanza, di Oleggio, 1° dei diiettanti. (Fo tog ra f i e d i U b e r t a l l i e Morso l in sncc. A m b i o s i o - T o r i n o ) .

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C O R R I S P O N D E N Z A

Napoli. Hector Bayon. — Il direttore è asserite. Le tue corrispondenze giunte tardi per questo numero, sono costretto a sospenderle. Vedremo nell'altro. Saluti. Corradini.

Faenza. Giuseppe Lega. — Per ora no, per man-canza di spazio. Grazie ngnalmente.

Nizza. V. — La cronaca di un avvenimento senza fotografie.... riproducibili in ctichès non^interessa. Grazie ngnalmente.

Napoli. B. Cerenza. — Idem.

La classifica ufficiale del Giro del Piemonte Categoria Dilettanti

1. Bonalanza Mario - 2. Garda Emanuele - 8. Cas-sini Guido - 4. Torricelli Leopoldo - 5 Gremo An-gelo - 6. Penasso Carlo - 7. Ccllerino Giuseppe - 8. Quaglia Carlo - 9. Alberti Attilio - 10. Molino Oreste - 11. Lora Felice . 12. Cravott.o Vincenzo - 13. Cac-ciatore Angelo - 14. Fatutto Policarpo - 15. Guasco Angelo - 16. Anglesio Paolo - 17. Sacchi Agostino -18. Supio Marcello - 19. Pasquero Antonio - 20. Ga-rino Maurizio - 21. Baima Giuseppe • 22 Ferraris Felice - 23. Bosco Natale - 24. Barbieri Luigi - 25. Vereellino Guido - 26. Bosio Giuseppe - 27. Barberis Pietro - 28. Cerro Giovanni • 29. Ferraris Pietro -80. Accostato Ernesto - 81. Castellaro Felice - 32. Vianzone Giuseppe - 38. Annarratone Angelo - 84. Arato Ercole - 35 Boscaro Manfredo - 86. Gindro Mario - 37. Pissarello Serafino - 38. Casalegno Luigi - 39 Francia Luigi - 40. Prada Giuseppe - 41. Gris-sino Pietro - 42. Cioffardi Celestino - 43. IllesartBic-oardo - 44. Menotti Francesco - 45. Balbiano Giu-seppe - 46. Tareggia Leone - 47. Chiarbonello Vin-cenzo.

Categoria Professionisti 1. Bruschera Mario - 2 Gaietti Carlo - 3. Santhià

Giuseppe - 4. Bossignoli Giovanni - 5. Dorando Carlo - 6. Gerbi Giovanni - 7. Petiva Emilio - 8. Pesce Mario - 9. Sala Enrico - 10. Sivocci Alfredo - 11. Bobotti Michele - 12. Vertua Carlo - 13. Contesini Giuseppe - 14. Chiodi Luigi - 15. Lignon Henry -16. Azzini Ernesto - 17. Cervi Giovanni - 18. Azzini Luigi - 19. Fiaschi Luigi - 20. Necchi Pierino - 21. Marchese Giovanni.

Agli organizzatori, agli amici, al coadiutori della gara.

All' Unione Sportiva Torinese, ardita iniziatrice di una serie, che speriamo non debba mai interrompersi, di Giri Ciclistici del Piemonte, le nostre felicita-zioni e la nostra lode più cordiale per la perfetta organizzazione, curata nei più minuti particolari, della grande gara.

Al suo presidente signor Lnnardini, infaticabile sempre e... quasi sempre flemmatico, ai suoi colleghi di direzione, signori Miglio, Pellegrino, Begge, Bosio, Arduino, Craveri, Biva, Ogliara; all'irrequieto Sciolli, al sig. Bavizza insiancabile nella sua proteiforme produzione.... artistica, all'eterno starter signor L. Sciavo, a tutti insomma i volenterosi cooperatori della complessa organizzazione, il nostro saluto augu-rale a nuove feconde iniziative sullo stampo delle bril-lantissime già portate in porto.

Un ringraziamento porgiamo anche alla Fabbrica d'automobili Itala che gentilmente mise a nostra di-sposizione, sotto la guida sicura e maestra dei suoi chauffeurs, signori Ardizzone e Cavaglià, due veloci automobili, ohe ci permisero di seguire in ogni sua fase le due corse dei professionisti e dei dilettanti.

Ed una parola di ammirazione pure per i fotografi cav, Zoppis, sig. Zublema della Ditta Ambrosio e Morsolin; sig. Pezzi della Ditta De Bernardi e C., che, assoggettandosi ad un non comune tour-de-force... quasi giornalistico, ci procurarono in gran copia riuscitissime istantanee delle gare.

Un nltimo ringraziamento poi ai laboriosi militi della Croce Verde che prestarono il solito inappun-tabile e premuroso servizio sanitario, tanto prezioso in simili circostanze.

L a S tampa Sport iva .

La riapertura del Velodromo di Buffalo a Parigi. La così detta corsa con allenatori umani (tandem)

Piccole notizie di cronaca

Giorni addietro, sfogliando il Matin vi leggevo: « Il gruppo parlamentare della Locomozione

aerea, riunitosi sotto la presidenza dell 'onorevole Painlevé, vice-presidente, ha esaminato la possi-bilità e l ln te resse immenso che vi sarebbe, per lo sviluppo e la volg trizzazione delia locomozione aerea, nel prendere l ' iniziativa di nn movimento popolare in favore di questa nuova scienza.

« I l gruopo ha dato incarico all'on. Painlevé di mettersi d'accordo con le organizzazioni areonau-tiche per organizzare in tu t ta la Francia delie conferenze seguite da esperienze. Delle riunioni sono state decise a Pau, Beims, Ntncy , Douai.

« Si è inoltre votato un ordine del giorno invi-tante i Municipi ad organizzare dei centri di ap-provvigionamento e preparare dei ter reni per at-terramenti .

« Il Governo dovrà secondare largamente queste iniziative. Il ministro dei lavori pubblici ha già i n v i t a t o l a Commissione del gruppo parlamentare areonantico a conferire per le possibili intese ».

Qu -s*a piccola, nota di cronaca, questo comuni-cato breve, succinto e compendioso mi ha scosso for temente. Ho pensato: non solo il privato cit-tadino, il grande industriale, il capitalista furbo e sagace, la Banca, il Comune, il Governo stesso aiutano e scingono in ogni modo il progresso della navigazione aerea ia Francia, ma anche, ed è ciò che mi fece impressione, nello stesso Par-lamento, dove le parole soverchiano quasi sempre i fat t i , si è formato un gruppo a par te perchè tale segno di civiltà venga da ogni parte ed in ogni^parte reso benefico alla umanità !

Un gruppo parlamentare che cura gl 'interessi delia navigazione aerea ; che ne vuol promuovere la conoscenza a mezzo di conferenze e, quel che più monta, di esperienze; che vuol dimostrare al popolo di Francia come e quanto valga questo nuovo mezzo di locomozione che, a stare a sen-tire i soliti paurosi della novità, avrebbe dovuto restare elencato ti a i giocattoli pericolosi; che vuole insomma fare quanto è possibile perchè l 'umanità possa in avvenire con piena sicurezza e conoscenza avvalersi delle vie dell 'aria come di qnelle della terra e dell 'acqua.

Tut to ciò vuol fare un gruppo di deputat i , scelti tra tu t t i i colori politici del Parlamento francese (e non son pochini davvero!) per poter dire ognun d'essi ai propri e le t tor i : sappiate che alla Camera noi non facciamo solo a pugni, quando ci capita, per piccole cose di nessnn interesse, e che la politica chiama grandi per scusare la propria esistenza, ma ci curiamo an-che, e fortemente e coscientemente, della rea pu-nica, la quale rea publica è fa t ta di tu t t i i vostri e nostri interessi commerciali, e di tu t to il vostro avvenire sociale; noi al Parlamento, oltre alle parole grosse, e che servono ai gonzi che for-mano il nostro seguito di parata, diciamo anche quelle cose che servono a dare alla Francia, anzi e mantenere alla Francia quel posto che la storia le ha ormai t r ibutato tra le grandi n»z oni civili.

Noi ci curiamo, è vero, e come tut t i gli ono-revoli di questo mondo, della politica vana e pa-rolaia che serve a tenerci divisi in classi e sot-toclassi, parti t ini e parti toni, ma non dimenti-chiamo però mai che nella vita le parole sono un ornamento, ma i fa t t i sono la base de tuto, e che Vargent fait tout; e questo argent noi vo-gliamo che affluisca qui, nella nostra terra di

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Esposizione Internazionale Milano 1906 FUORI CONCORSO - M E M B R O DELLA GIURIA.

Francia dove noi viviamo sempre pronti, sempre vigili, sempre in at tesa di quel qualche cosa di nuovo che attiri , che muova e commuova, e che gli a l t r i poi copieranno, imiteranno; raccogliendo dopo di noi le briciole, i residui deh nostro pasto pantagruelico.

Così pensano, e così agiscono, gli onorevoli d 'o l t r ' a lpe raccogliendo il plauso di quelli che si incomodarono a mandarl i in Par lamento; così devon pensare ed agire i rappresentant i di nn paese quando lo si vuole grande, forte e ricco. Ogni questione, e la navigazione aerea è una di quelle veramente important i , deve essere 1' og-getto di cure assidue ed energiche.

Avviene ciò da noi? Quanti sono quei deputa t i che dall ' industr ia della bicicletta a quella del-l 'areoplano, seppero e vollero comprendere l ' im-portanza grande delle industr ie meccanico-spor-t ive? Al principio, parlo di una ventina d ' a n n i o poco più a questa parte, sembrava quasi ridi-colo, se non fanciullesco, l 'occuparsi di biciclette ;

poi sembrò roba da ricchi epuloni il prendere le difese della vet tura a motore... ed ora se un gruppo si formasse per l ' incremento dell ' aereo-navigazione in Italia chissà se e quale accoglienza avrebbe tra noi.

E perchè? Perchè il deputa to italiano (parlo in generale chè se volessi tessere le lodi dei pochi, molto pochi, mostratisi entusiast icamente moderni , temerei d ' incor re re in qualche dispia-cevole dimenticanza) parla, quando parla, alla Camera, ma tace, e sistematicamente, nel paese. Il deputa to italiano è a Roma. Colà pontifica, colà riceve, colà organizza gruppi e gruppet t i politici, e quando i suoi elet tori gli offrono un banchetto per sapere come la pensa, vi sfodera un bel discorsone buono per ogni occasione ; parla per sé e pel Ministero o contro, se ne è avversario... politico, ma fra tu t te le sue parole non una ne trovereste che vi entusiasmi, che crei qualche cosa di veramente interessante, di veramente utile per il paese.

Non è esagerazione. I problemi più interes-santi della moderna civiltà sono t ra t ta t i e svolti dapper tu t to fuorché t ra i deputat i , e se essi non trovano t roppo seguito nella maggior par te delle popolazioni, si è perchè non VÌVODO con esse, ma quasi sempre senza ed al di fuori di esse, ed anche senza ed al di fuori dei maggiori inte-ressi di esse.

Poiché, e di ciò sono ormai persuasi tu t t i gli elettori che perciò non conservano grande en-tusiasmo, la politica è nna bella cosa, ma essa non dà da vivere nò alla industr ia , né al com-mercio.

Ciò pare lo abbiano ben compreso altrove, sarebbe ora che si cominciasse a comprenderlo anche t ra noi.

Ed ho voluto essere breve.. . per carità di patria.

Napoli, aprile 1911. Raffaele Perrone.

Il meeting automobilistico (gare di regolarità) di Modena, Veduta generale del parco chiuso. La vettura pilota ed i concorrenti allineati per'la partenza. (Fot. Orlandini - Modena).

Il meeting automobilistico (gare di regolarità) di Modena. Berta conte Eugenio d'Argentina, su Aquila (vettura pilota). Palmieri Augusto, su Itala, primo della classifica dopo la seconda tappa,

(Fotografie Orlandini - Modena), (motore 77X120, che i il più piccolo fra i concorrentiJ.

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^-^JST^.X^I ed. articoli d.1 lampisteria per ^errorrie Pruni Prsrai i tatto I» fopoaraom Piplonu d Oaor» t lU 1o.tr» Antomobilm « Imo 1906. O r u d P m B n u t l l n 1910. Grand Prix B o e r a i j r a a , 1910.

Il meeting motonautica di Monaco - A sinistra: U motore del Crigoire IV (che vinse VOmnium) mentre viene piazzato nello scafa• a destra-carrello, è messa zn acqua. Nel medaglione: il Presidente del passato Consiglio, M. Bnand sale zi ponte dk OUda ' Mir-nta I V, p >sta tul

L O S P O R T S E L L A I R I V O / 1 F R A N C E S E l ' U f i niEEting m o t o n a u t a di Mn aco

L'ottavo annuale meeting wi.tonautico ili Mo-naco è finito.

La grande manifestazione del Yachting Auto-mobile comprendeva, come al solito, una espo-sizione e una serie di gare per canotti automo-bili.

Alla prima hanno preso parte più di cento ca-notti, cioè un numero maggiore degli anni scorsi: le seconde furono d si utate fra numerosi costrut-tori francesi, tedeschi e inglesi.

Le cifre farebbero credere a un mondo di beile cose, sia dal lato sportivo, che da quello tecnico e industriale; come, ad esempio, a spettacoli im-pressionanti di velociti mai ottenute, a progressi nella forma degli scafi, nella potenza dei racers. nella praticità dei cruisiers, a nuovo indirizzo

della tecnica, a crescente sviluppo dell'industria motonautica.

Invece, purtroppo, nulia di tut to ciò; e il mee-ting di Monaco lascia dietro di sè non poche e non liete impressioni e considerazioni, che tro-vano la loro conclusione in queste quattro parole: le corse motonautiche decadono.

Nello sport, anzi, in ogni sport, ci sono periodi di decadenza come ci sono periodi di rifioritura e di risorgimento; così furono in auge, da noi, lo scorso decennio, le corse ciclistiche in pista ed ora, decadiits queste, è rigoglioso il ciclismo su strada; pochi anni fa, trionfarono le corse au to-mobilistiche e oggi son tramontate: fino a due anni or sono i meetings motonantici ottenevano uno straordinario successo; ii 1911 segna l'inizio del loro decadimento. Lo constatarono anche i francesi che attribuirono il decrescendo dell'in-

teresse per la più grande manifestazione moto-nautica a difetti del regolamento che la d scioli-nano. che non inciterebbe affatto i costi uttori a migliorare la tecnica del canotto automobile che da un pezzo non aumenta il suo grado di' praticità e potenzialità.

E in gran parte, ie osservazioni sono giuste II- signor Camillo Blanc e l ' I . S. C.cbe egli pre-

sode, dotano ogni anno il meeting di Monaco di centomila lire di premi, alla cui eacca i concor-renti muovono con l'unica arma della velocità Questa, si sa, è il risultato della navigabilità dello scafo e delia potenza del motore. In quanto allo scafo due sono le tendenze: l una, diremo inglese-l'altra f.ancese. La prima è verso gli scafi pe-santi capaci di tenere un mare agitato, compen-sando l'inferiorità proveniente dal maggior peso con maggior forza motrice; la seconda è verso gii scafi leggeri, ultra-rapidi, azionati da motori meno potenti. Drl confronto di quegli due tipi può venire un insegnamento, un progresso? Ma è naturale che la vittoria sta nei capriccio del

L'esposizioni dei canotti. L'abbondante provvista di benzina del Maple Leat.

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Durante il Campionato del mira disputatosi a Monco. Il LurseD-Daimler doppia la Qaise.

vento e del mare, che, calmo, favorisce i canotti leggeri, ag tato, quelli pesant !

C'osi possiamo constatare, che. se nel sessennio precedente sono enormemente cresciute le velo-cità dei canotti, tale aumento è dato da quello della forza motrice, non da miglioramento dello scafo che è rimasto quasi identico.

Non parliamo poi di progresso nei motori ma-rini ! I canotti di Monaco erano quasi tutti mu-niti di tuotoie di vetture automobili che avevano parteci[tato a corse l'anno scorso ; alcuni avevano

» pel-tino motori d'aviazione... nessuno aveva mo-tore speciale per canotto...

Questo adattamento dello stesso motore in cielo, in terra, in mare... in ogni luogo, è conseguenza dei regolamenti dei meitings motonautici che se-guono gli stes-issiini criteri adottati nei meetings automobilistici.

Tant'è vero ciò che, ad esempio, si annuncia per il 1912 una categoria di canotti con motore di 3 litri di cilindrata solo in vista della Coppa per vetture leggere o-ganizzata dall'Anto !

E' naturale conseguenza di questo strvile adat-tamento il mancato progresso dei motori marini. Quest'anno, infatti, non furono abbassati i tempi dell'anno scorso, come non furono abbassati i re-cord» automobilistici.

Ma ia ragione più intima del decadimento dei ) meetings motonautici è la medesima che ha an-

nientate, nom stante qualche tentativo di risveglio, le corse automobilistiche. Per vincete le g aridi corte occorrono i motori giganti, i 100, 200 e oggi anche i 300 HP; ma non è questo il tipo che ha larga applicazione, che alimenta l'industria; e non si può pretendere dal costruttore il sacrificio di ideare e costruire un motore che servirà solo per quella corsa, a puro scopo di réclame in caso di vittoria. Cosi avviene che le grandi Orse costrut-trici, pertico quelle che già raccolsero trionfi a Monaco, ora diseitano il gran meeting motonau-tico. Il quale è destinato a morte certa, costi-tuendo un peso, anziché un vantaggio per la bella industiia del canotto automobile. Questa sente il bisogno, come lo s-ntl ì 'industiia auto-mobilistica, di soddisfare, più della folle os-es-sione di velocità dei records, la sicurezza e l'uti-

* lità della pratica. Io ciedo, quindi, che non soltanto difetti di

regolamene, ma assoluta mancanza di scopo serio dal lato industriale, e utile dal lato commerciale, tolgano ogni ragione d'essere alle corse motonau-tiche. Esse dovranno lasciare il posto ai concorsi turistici, così pieni di ciliari ammaestramenti per l 'industria, indicatori pratici dell ' imbuzzo più conveniente della tecnica degli s afi e dei motori marini; aperti al piccolo come al grande i ostrut-tore. promotori modesti ma efficaci della pieci la navigazione costiera e di quella fluviale e la-cuale.

Chi, più di noi italiani, popolo marinaro per eccellenza, e ricco, se non d'altro, di importanti linee e specchi d'acqua navigabili, deve pensare al progresso ed all'utilizzazione del canotto auto-

' mobile ?

Dobbiamo quindi passare presto il periodo in cui esso è cos rutto per una coi sa all'anno, | er divertimento di una folla mondana portatasi sul-l'azzuira costa in cerca di emozioni, salute ed avventure. Perderemo la bella impressione di agi-lità e di forza elle ci procura il sottile scafo, emergente in velocità con la curva prora s mile al fianco di delfino in corsa, avvo to a poppa dalla candida, sommossa schiuma, premuto ai fianchi dall'acque spartire; ma daremo alimento d uua industria che sente la necessità d'esser utile per esser vitale, avremo uno spetraco'o di meno, ma un'arma di più pel dominio del mare, che fu g à ia nostra gloria, e dei fiumi che possono e deb-bono essere la nostra ricchezza.

Giuseppe Àmbrosinl.

CORRISPONDENZA

Asti. Visone Luigi . — H o u s u ^ i i t o dell'unica ri-producibile. Saluti. . . e tante scu<e! Corradini.

Milano Bruno Braga. — Vegl iate sempre scrivere le vostre relazioni su di un lato solo dei fogl io .

fi torneo internazionale ili spada da terreno a N i z z a .

Il Campionato internazionale di spada da ter-reno, svoltosi a Nizza Mare, fn quest'anno vera-mente eiceziouaie per il conco le delle più forti lame del mondo. In tutto ciano 86 tiratori. Si può ben dire clic quasi tutti i più bri nomi erano accorsi a disputarsi la loro fama. Di italiani que-st'anno veramente non era grande il numero, ma di valore tutti indiscusso ; cioè il notissimo mae-stro Galante, Neddo Nadi, Fiirst, Olivier, Foggio, Saranno e pochi altri.

Ben difficile impresa fu qnella dei nostri cam-pioni nel trovarsi di fronte ad una schiera for-midabile di spadisti come i Francesi e i Belgi, che, si può ben dire, hanno nel corso dell'anno, la facile opportunità di cambiare mano tirando con infiniti e sempre forti avversari, cosa che da noi in Italia non v'è per la mancanza di nucleo di spadisti come in Francia; pnr tuttavia nella prima poule rimasero i nostri italiani (cioè 0 -livier, Neddo Nadi, Fiirst e Poggio) a difendere

Jl torneo intemazionale, di spada da terreno a Vizza. — I tiratori rimasti nella semifinale. Fra essi vi. furano oli ita-liani Nedo Nidi. Fiirst. e. O'ivier, — la prima linei, la aia-st.ra a destra: Ronchi An-h-t'i, Gnucher, Lippmann, Oh"ie.r, Larrnix. N-do-N di. '» s'candii Unsi; £.'«"«»< futi « Carhon. M tsiard, Mirchès, G itine tu. G è nent, liirst. Anspach. - Dietro: Ayat, Besanaon, Lèi f i , D ni ver*, Baudat, Hugnet. - Nel gruppo mancano Qravier e Brisson.

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C I C M S T I ! W I W I W T J ^ I I A M SONG RICONOSCIUTE LE INCOMPARABILI PEUGEOT BICICLETTE JL J L I C J 1 J I 1 PRIME DEL MONDO

di Lq50%f^:t40F0] U °U< " fM° - J-— Beale.. _ i v vi (Fot. A. Collari - Boma).

per quanto si poteva la bandiera nostra; alla semifinale rimasero in tutto degli 86 tiratori, solo 24, che figurano nella fotografia che pubblichiamo, che ci fu gentilmente favorita dal giornale L'Eclaireur di Nizza. Di questi 24, si può ben dire e con ragione, che ogni per-sona rappresentava un grande va-lore in fatto di scherma; dei nostri connazionali rimasero pertanto i soli Neddo Nadi, Olivier e Fiirst. Si formarono due poules. Fortissima fu la prima dove figuravano quasi tut t i i più bei nomi di Francia, Belgio ed Italia, cioè:

Italiani: Neddo Nadi, Fiirst. Francesi: Dodivers, Lezard, Gra-

vier, Ayat, Besan<;on, Brisson, Laurent, Lacroix.

Belgi: Auspach. Nella secondapoule il fortissimo

campione italiano Olivier, si trovò solo in lotta coi suoi 11 avversari, t a t t i nomi di fama mondiale, cioè:

Francesi: Massari Botiché, Lipp-mann, Gatineau, Anchetti, Clement, Carbon. Gnucher, Hagnet, Bandat.

Belgi: Babau. I 3 nostri campioni italiani si

classificarono in qnesta gradua-tor ia : 3° Neddo Nadi, 5' Olivier, 14° Fiirst, che fatalità volle si tro-vasse di fronte a tutte le migliori lame straniere. * -« c«as»» III! Noi pertanto ci felicitiamo vivamente coi valo-rosi e fortissimi nostri campioni, che seppero

La riunione ippica di Boma. — Blue Boy, vincitore del « Gran Steeple L. 6000, metri 4^70. (Fot.

mantenere alto il prestigio schermistico italiano in un paese come la Francia, dove la spada è

come per l'Italia la sciabola, e in un torneo dove, lo diremo... en pas-sant, nella Giurìa non figurava neppure un maestro italiano!

Il Derby alle Capannelle. Credo che mai Derby alle Ca-

pannelle abbia avuto l'onore di radunare sì gran numero di gente, sia nelle tribune elegantissime che nel prato, addirit tura gremito. Il fare dei nomi in mezzo a sì gran folla sarebbe uno sforzo impossibile e le omissioni sarebbero troppo nu-merose. Nessuno degli sportsmen e degli appassiona ti dell'ippica ita-liana mancava alla classica prova, e tutta l'alta aristocrazia romana sembrava si fosse data convegno in questo meraviglioso ippodromo per rivendicare lo splendore del pitto-resco panorama che la campagna romana ci offre in questo punto, uno dei suoi più beili, e la bontà della pista, giustamente ri tenuta una delle migliori d'Europa, contro il nuovo ippodromo dei Parioii, che ha già preso il sopravvento e che non ha a suo vantaggio altro che

Chase, di Boma. la vicinanza alia capitale. Collari - Boma). Terminata la terza corsa, l 'atten-

zione del pubblico è at trat ta verso i concorrenti alia prova classica per eccellenza. I rappresentanti del signor Tesio, molto ammirati,

- n pesage. - 1, Il marchese Peruzzi de Medici con

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Le"corte al trotto al Campo di Marte (Napoli). La scuderia partenopea colVabilissimo guidatore Egisto Pamperi, riporta una facì'e vittoria Baluardo, vincitore del c Gran Premio della Camera di Commercio ». nel. « Fremio Napoli e, con Fred Leyburn, uno fra i migliori tre anni che sono in Italia.

(Fot. T. Bozza - Napoli).

sono nei box di fondo, vicino al secondo traguardo, insieme a Boyal Ascot del signor Per-fetti, di cui nessuno sembra voglia curarsi. Guido Beni e Arnolfo ci appaiono nelle medesime flo-ride condizioni dei Parioli, solo il primo un po' più smagrito nei fianchi e come carattere più nervoso e irrequieto. Aleimedonte, ia grande in-cognita di tre anni e nello stesso tempo il favo-rito, passeggia calmo nel paddok. destando l'una-nime ammirazione per la sua bella s trut tura e per le ottime condizioni in cui ci vien presentato; è seguito dal compagno Dejanira e da Kongoni e Bunny, i due rappresentanti della gloriosa giubba bianco e violetto, anch'essi ammiratissimi.

Quando i commenti e le discussioni sono al maximum la campana chiama i concorrenti per la sfilata d'onore innanzi alla tribuna reale; la com-piono accompagnati dal marchese Casati, e quindi ciascuno prende il suo canter per recarsi allo starting.

Il segnale è stato ottimo. Kongoni, pronto a mettersi sulle gambe, ha preso il comando allo steccato, seguito da Bunny e i rappresentanti di Bocconi quasi apparigliati. Innanzi alle tribune, Dejanira, con una punta velocissima al largo, si porta in testa, conducendo seco Aleimedonte, che prende Io steccato; seguono i due Sir Bho-land e Arnolfo nell'ordine, e, staccato dal gruppo di più di una lunghezza, Guido Beni, tenuto a piene braccia da Langham, mentre Bóyal Ascot è ultimo e già in difficoltà a sostenere l 'andatura dei leaders, abbastanza sostenuta.

Le posizioni nella prima curva non cambiano e nella dirit tura di fronte Aleimedonte è sempre in testa, con Dejanira ai fianchi. Solo avanti al Rudero, Guido Beni si decide a entrare in azione, e preso conlatto col gruppo, quando al principio delia curva Arnolfo gli cede il suo posto, egli, girando al largo, si sbarazza facilmente di Bunny, già in difficoltà, e di Dejanira, esaurita dallo sforzo di seguire il compagno, e cosi nella dirit-tura finale entra primo Aleimedonte, seguito da

Kongoni, terzo Guido Beni, che avvantaggia gra-datamente; al suo attacco deciso, Kongoni offre una resistenza relativa e dopo poco cede comple-tamente, e alle prime tribune Guido Beni e Alei-medonte sono alla stessa altezza. Ora tra i due leaders s'impegDa una lotta meravigliosa, vera-mente superba ; ambedue sono ben sostenuti dai rispettivi jockey. Guido Beni già tenuto durante tutto il percorso, attacca con la sua azione velo-cissima, reputata imbattibile sui 1000 metri, e Aleimedonte risponde con quel coraggio alla lotta che già in lui abbiamo notato e ammirato anche in ogni Bua prova disputata à due anni ; compiono alla pari i 200 metri che li separano dal palo d'arrivo, ed è giusto sul traguardo che Guido Beni può segnare a suo vantaggio una corta testa. Arnolfo, con ua ottimo ritorno, riesce a togliere sul palo il terzo posto a Kongoni per rendere comnleta la vittoria della sua scuderia.

Il signor Tesio, quale proprietario e a'ievatore, nelle due più importanti prove sinora disputate in Italia ha occupato il primo e terzo posto; e in questo momento ogni elogio al simpatico sportsman e alla sua gentile signora che con tanta compe-tenza e passione l'aiuta nella sua beila opera, mi sembra vano: il fatto di per sè stesso s'impone, e l 'aver presentato, a meno di un mese di di-stanza, due cavalli trionfatori sui 1600 metri dei Parioli, e sul severo percorso di 2400 metri del Derby, è cosa tale che rende superflua ogni con-siderazione e ogni lo ie .

Solo Demetrio può vantare d'aver compiuto lo stesso exploit di Guido Beni, ma certo in condi-zioni molto diverse, cioè in un'annata in cui la nostra produzione era molto deficiente, ed egli potè permettersi il lusso di vincere il Derby nelle medesime condizioni di terreno di oggi, in un canter, impiegando però tre buoni secondi di più, e la prova che la generazione dei tre anni di allora era deficiente ce la fornì il « Premio del Commercio » a Milano, a meno di un mese di distanza, una delle nostre prove più classiche, in

cui riusciva vincitore Acacia, un quattro anni, appena degno di figurare in handicaps o in corse a vendere.

Molto in questi giorni si è discusso sui nostri tre anni, e con eccessiva leggerezza si è affermato che essi sono inferiori alla generazione passata. Dico con eccessiva leggerezza, perchè delle prove per affermare ciò non le abbiamo.

Alla vigilia del Derby si è scritto su un gior-nale politico, con un pessimismo forzato, che l'unico difensore dei colori italiani nell'« Omnium » contro Badajoz era Sambar. pur concedendogli delle chances di estremo outsider.

Io non discuto la superiorità di Sambar su Guido Beni e Aleimedonte, perchè essi non ci •nanno offerto nessuna linea di confronto, ma affermo, senza tema di smentita, che Sambar, rendendogli il peso per l 'età, riuscirà a battere sulla distanza l'ottimo tempo del Derby. IFinne», esso è un quattro anni che da molto tempo non vedevamo più sul nostro turf. Non credo di es-sere troppo ottimista nel dire che se Badajoz riuscirà vincitore nell' « Omnium », esso dovrà sostenere contro i nostri una lotta accanitissima, e che la nostra sconfitta, cosa che del resto metto molto in dubbio, contro un cavallo di tal classe,

•vincitore a Maison Lafitte, il 13 scorso, del « Premio B-vjard » (L. 50.000, metri 2000), su un campo di 14 partenti, sarà più che gloriosa.

Siamo molto lieti al signor Lazard, il simpatico proprietario francese, d'averci inviato questo suo ottimo cavallo, in modo che noi potremo real-mente giudicare il valore dei nostri prodotti contro uno dei migliori prodotti francesi. T,Non vorrei essere troppo chauviniste nell'angn-rare ai simpatici colori del signor Tesio di ta-gliare ancora trionfanti il traguardo dei Parioli, ma se ciò avvenisse, quest ' ippodromo nel suo primo anno di vita avrebbe la fortuna di aver offerto il campo ad una delle più belle vittorie che prodotto italiano abbia mai ottenuto.

Clemente.

Sultan VII, vincitore del « Grande Steeplc-Chase » (L. 20 000). (Fot. A. Fol i - Milano).

La riapertura dell Ipooaromo ai a. atro. I cavalli al salto del travone nel < Grande Steeple-Chase (L. 20.000).

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Il 11-0 ht Penine. — A Serra Biellese. sinistra: i profisnoùsli .al >„ panalo a limilo m Logore. .-AJestra: Ji professionisti abbordano tn gruppo compatto le prime salite della

(Fot. cav. Zoppis - Torino).

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Il Viro del Piemonte. — Carlo Gaietti, secondo arrivato. (Fot. Debernardi e C. - Torino).

I! Z" Giro del Piemonte Il completo successo

della corsa patrocinati dal nostro giornale.

Mario Bruschera di Milano vince la categoria pro-fessionisti. e Bonalanza di Oleogie quella dilettanti. L'appello lanciato dai solerte sodalizio cittadino-

Untone Sportiva Torinese, appello patrocinato con ingoino fervore dalla Stampa e dal nostro giornale sortì lVs to voluto. '

Ben 143 dilettanti e 42 professionisti si iscris-seio nelle due categorie in cui era suddivisa la corsa. Alla partenza si presenta-ono 38 professio-nisti e 118 dilettanti, nn lotto quindi più numeroso di quello pur ragguardevole riunito l'anno passato.

Procedendo con ordine, riassumeremo dapprima brevemente:

La corsa dei professionisti. Partiti alle 5,15 dei mattino da Villa Marchesa

lo startrng classico di tutte ]« grandi gare cicli-stiche, ì 38 professionisti iniziano tosto una corsa veloce.

Albeggia. La giornata si annunzia radiosa: l'aria e frizzante.

Come puledri da corsa, i concorrenti si sbri-gliano sull'ampio stradone, compatti, irrequieti in un gruppo pittoresco dai vivaci colori. '

La nota dominante, nelle maglie dei concor-renti, è il rosso, colore di battaglia...

In testa al gruopo occupano Ja posizione di ayangnarda i rossi, deìi équipe piemontese, che pigiano snlle pedivelle, come tanti forsennati

Gli èquipier_della Legnano aVrifornimenti'di Vercelli ai ~-r . J- TT M * *," rru . ,,.' Al rifornimento di Vercelli. (Fot, Morsohn e Ubertalli suce. Ambrosio Torino).

Il colpo d'occhio del pubblico al traguardo d'arrivo a Torino in località Lingotto. (Fot. Ubertalii e Morsohn sncc. Ambrosio - Tonno)!

In questi primi chilometri si fe-cero certo 35 chilometri di media oraria. Poi, si venne a più miti con-sigli. Si alternano alla testa, coi rossi, i bianco-celesti, di Milano, moderando l'andatura eccessiva. Il primo a di-staccarsi dal gruppo è L. Azzini che accenna a qualche imperfezione di macchina. L« marca diventa sempre più lenta; si è passato da una velo-cità folle ad un procedere monotono e da lumaca. Azzini L. può così ri-prendere i compagui.

In capo al gruppo apre la marcia il toscano Pratesi, che batte il passo per un bel po'. A Rivarolo tornano alla testa i rossi, d ie si erano sca-glionati nelle posizioni secondarie, e si fa nuovamente della velocità. Pe-riva, il campione italiano dell'anno scorso, è irrefrenabile nella sua manìa di accelerare il passo.

Pri ras di Ivrea Ligoon si arresta in pntwe, ma poi ripiende il gruppo che non s'è preoccupato di forzare la sua marcia.

La fase più interessante della corsa è annunziata dalle prime forti salite della Serra biellese.

Sono innanzi Bordin, Periva, Bor-garelio, Bruschera. Santhià, segniti a ruota da tutti gli altri. Gaietti è chiuso nel folto dei plotone, alla cui retroguardia pedala, accigliato, Gio-vanni Gerbi, che degna appena di uoo sguardo... iroso i mattinieri ac-corsi sulla strada ad applaudire lui più d'ogni altro campione! a

t

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Più si saie e più il gruppo va frazionandosi, sperdendosi quasi sul bianco e tortuoso stra-done.

Gei bi è fra i r i tardatar i , e guida un drappello di sette od otto collegbi che formano il si condo gruppo. Nel primo, i be aumenta sempre il suo vantaggio, notiamo Allasia e P tiva che sono al comando, segniti a ruota da Brnscliera, Verde, Aimo, Sanili à, Contesini, Lignun, Oriani, Gaietti, Canepari e Robett i .

Sull 'ultima più ardua salita che porta alla quota più alta d'altezza della Serra, giungono con un centinaio di metri di vantaggio: Petiva, Allasia, Aimo e Brusche) a, che bantu» ci ni più ta questa faticosissima parte de] percorso ad una velocità veramente impiessionante e semplicemente incre-dibile, dato il d i s ive l lo da superarsi . Si è così formato un secondo grappo che nelle successive discese, guidato da Gilet t i , alla cui ruota sono Contesini, Aymo, Lignon, Canepari. Santhià e Verde, insegue accanitamente i fuggitivi.

La lotta La il suo successo chè i quattro leaders debbono arrendersi e, raggiunti , far gruppo coi nuovi venuti .

Presso O xhieppo giungono ad ingrossare il p lo tone: Robetti , Durando e Bailo.

Presso Bel la r ientra nel numero dei più anche Gerbi ed i compagni che lo seguono. Albini, in-

vece, è r i tardatar io e per un guasto di macchina poi costretto, dopo Biella, a rit irarsi. La corsa prosegue poi monotona fino ad Asti.

Pressoché una ventina di corridori si mantengono in grappo.

Notevoli sono i r i t ir i di Aymo por aver rot ta nna pedivella, di Birgarello, indisposto, e qualche altro.

Al control 'o di Asti giunge primo Gerbi, che decisamente è in uu 'ot t ima giornata. A poche decine di metri lo seguono tu t t i gii a l t r i : sono sedici corridori che la marcia, relat ivamente lenta ha favorito e mantenere uniti .

Il pubblico al vedere — cosa cui ormai da qnalche tempo non era più abi iuato — il suo piciot alla testa del gruppo, lo acclama festosa-mente, chiamandolo a nome, incitandolo alla vit-toria. II... fiero astigiano non lesina invece inso-lenze a chi gli si fa addosso per salutarlo, tu t to preoccupato a mantenere l 'ottima posizione in cui si t rova. D'ogni tanto tenta qualche parvenza di fuga, qualche scatto repentino, forse per sgran-chirsi gli ar t i e forse per mostrare ai colleglli che in lui v ' è ancora qualcosa del Gerbi d 'una vo l ta ! Ha a t t raversa to la sua cit tà da capitano, alla testa del compatto manipolo, degnando ap-pena di qualche sguardo benigno le sue belle e floride compaesane...

Fuori della cit tà lascia ad altri irrequieti , come Vertua e Contesini, il còmpito di movimentare il grappo, clie è sempre composto da una ven-tina di corridori. F ra questi noto: della Fiat : Petiva, Bailo, Santhià e Robot t i ; della Bianchi: Lignon. Gaietti, Brulicherà, Rossignoli ; della Se-nior : Sala e Sivocci : dell» Gerbi... Ini stesso ed il coéquipier Cervi: d»Ha Legnano: Azzini E., e poi ancora Durando, Pesce della Peugeot ; Verde, Bianco e Chiodi.

La partenza dei dile fanti da Torino, Vl'la March 'sa. (Fot. A. Debernardi e C. - Tonno).

Alle viste di Viilafranca, mentre procediamo lentamente a fianco della lunga fila incanalata nella banchina, ad un t ra t to un'imprecazione caratteristica — in pi« montese, si alza alla nostra

sinistra. E tosto nn corridore si ar-resta, scende di macchina e rabbiosa-mente si dispone a cambiare un poi-nter fo ra to ; è Geibi.

Gii altri proseguono veloci. Il po-vero piciot impreca alla mala sorte che viene a colpirlo proprio in fin di corsa, quando era ot t imamente piazzato per la lot ta ' f inale .

Egli però, dopo un coraggioso inse-guimento, riuscirà a sorpassare nume-rosi avversari e giungere ancor sesto a Torino.

In tan to i corridori hanno ormai 250 chilometri nelle gambe e se qualcuno volesse e potesse tentare una fuga de-cisa sulle salite del Dusino, pochi o nessuno potrebbe più stargli dietro. E ' quello che pens i il torinese Petiva, che da Asti ha ba t tu to quasi semt.re il passo alternandosi con Rossignoli, il baffuto pavesa che ieri diede prove di essere ancor sempre quel campione che il primo Giro d'Italia ci aveva confer-mato. Per tan to Petiva e Rossignoli, assecondati da Bruscbera, Gaietti e Santhià, accelerano progressivamente sulla salita r iuscendo in breve a tro-varsi soli con un bel vantaggio sugli altri, che, o non si SODO accorti della loro fuga progressiva, o proprio non si sentirono più di cimentarsi in nuovi spunti di velocità.

La lotta per la vittoria è cosi impe-gnata sugli ult imi chilometri fra due

équipes: quella rossa ha due nomini: Pet iva e Sanihià, e quella bianco-celeste che. ne ha t re : Gaietti, Brus thera e Rossignoli, che continua a

Il passaggio"dei dilettan'i'aì. rrvPo'lo di Asti. (Fot. L. Visone - Asti).

far da staffetta con ia sua caratteristica pedalata pesante, re»a più antiestet ;ca da una specie di paio di brache che gli si afflosciano sulle gambe.

Giovanni Gerbi, che voile segnare la sua rentrée nelle grandi coise. presentandosi al. sito del Fi emonie. Dopo una corsa condotta d • compiane, a Villa franca restava vittima di ura p inne di gomme, e tuttavia, dopo un meraviglioso inseguimento, riusciva a giungere sesto a Torino.

Quando i cinque, all 'uscita da Poirino, forzano il passo per liquidare gli ultimi chilometri del

Il Giro del Piemonte. - Quattro bersaglieri concorrenti nella categoria dilettanti. (Fot. Ubertalli e Morsolin succ. Ambrosio - Torino).

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I piemontesi, — Da sinistra a destra: Durando dì Torino, 5° arrivato' Pesce, 8" arrivato, e Borgarello, il. vincitore dell anno scorso, che quest'anno, indisposto, si. ritirò a metà percorso.

(Fot, Ubertalli e Morsolin sncc. Ambrosio - Torino).

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Come si dimostra la superiorità — di una macchina —

Nel

Griro del Piemonte X su macchina X, primo dei professionistacopre il percorso ad una media di Km. 28.045 allora mentre nella categoria dilettanti il -

1° Bonalanza CICLO

SU

munito di GOMME

ottiene una media di Km. 30,350 all'ora. Vendita per Torino: Ditta PASSHETTA • Yia S. Teresa, ang. Yia Genova.

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Bruschera, vincitore del Giro del Piemonte.

percorso, uno di essi scompare dalla lotta, appie-dato da una gomma che gli si è sfiatata. E ' il torinese Petiva, che aveva le migliori chanches per la vittoria, e che irrimediabilmente se la vede sfuggire alle porte della sua Torino... Quali ma-ledizioni al destino inesorabile avrà lanciato il povero giovane è facile immaginare. I bianco-celesti intanto, sbarazzatisi dell'avversario più temibile, accelerano l 'andatura ed in compagnia di un unico avversario d 'équipe, il Santh à, t ran-sitano velocissimi per T ofarello e Moncalieri. All'uscita del ponte sul Po, Rossignoli è sempre in testa del gruppetto.

Appare il telone annunciante l'ultimo chiometro, la folla fa ressa ed incita il piemontese; Santhià, inebbriato dalle grida, passa in testa e inizia una specie di volata. A duecento metri dalle tr ibune Bruschera si porta a fianco di Santhià; alla sua ruota v'è Gaietti pronto allo spunto finale. A cento metri Bruschera parte deciso in volata, Gaietti 10 segue a ruota. Santhià insiste nello sforzo, ma deve accontentarsi del terzo posto. Rossignoli giunge qualche metro dopo, senza impegnarsi, dappoiché il giuoco AeW'équipe era riuscito egre-giamente ed il suo còmpito l'aveva assolto.

La corsa dei dilettanti. La terza importante corsa per dilettanti delia

presente stagione ciclistica, ha segnato una nuova vittoria dei rossi : e fu vittoria dovuta, oltre che al valore individuale dei componenti, anche, e forse più, alla buona ed efficace tattica di équipe.

Infat t i il vincitore, uno splendido e prometten-tissimo tipo di corridore, dovette in gran parte 11 suo successo all'appoggio, quantunque passivo, che gli prestarono i suoi coéquipiers, e che favorì la sua improvvisa fnga e i a condusse felicemente a fondo.

Dimostrazione questa, se pur ancora ce n'era bisogno, che anche in corsa, e forse più che in ogni altra competizione, l 'unione fa la forza.

La prima parte dei percorso, priva di difficoltà serie, non si offriva per alcun tentativo di distacco, nè d'altra parte esso sarebbe stato prudente a troppa distanza dal traguardo. Ma le minori salite del Monferrato e quella ultima e maggiore del Dnsino offrirono ai coalizzati modo di esplicare la loro forza d'assieme. Ed essi ne usufruirono con sagacia, impegnando quello delVéquipe che fiao al momento aveva meno disperse le proprie forze e si presentava come più adatto a sostenere una fuga per circa quaranta chilometri. Bonalanza seppe disimpegnare qnesto còmpito finale e principale con energia pari a discernimento di distribnzione dei suoi mezzi, favorito in ciò anche dal disac-cordo degli inseguitori e dal disanimo che li colse, di fronte alla vanità dei loro sforzi mal spesi.

Cassini, Torricelli e Garda lottarono alla fine con ogni loro forza, compiendo la loro bellissima corsa, ma ognuno per sè, contro Bonalanza, e tut t i insieme contro sè stessi; la discordia infranse i

La corsa ciclistica per dilettanti Milano-Busalla. L'arrivo a Busalla.

loro sforzi di ripresa contro la coalizzazione dei rossi; perciò anziché diminuire il distacco che li separava da Bonalanza in cima al Dusino, la an-nientarono rapidamente.

Oltre queste, che fnrono le figure principali della corsa e ne occuparono i primi posti, parecchi altri fornirono nna bella prova.

Cellerino insegni per 100 chilometri senza tro-vare il minimo rifornimento, riuscendo a ripren-dere il gruppo verso Asti. I successivi aspri ten-

tativi di fuga e gli estenuanti inseguimenti io trovarono a corto di riserva, e il bravo alessan-drino fu di nuovo staccato.

Molino volle strafare sulla Serra che lo ama e lo acclamò, come poco prima aveva fatto al rosso gran maestio, al suo passaggio; egli è un gio-vane che farà molto, specialmente se riuscirà ad alleggerire la pedalata, a comporre un po' la po-sizione in macchina, e far saggio uso dei suoi po-tenti mezzi.

Alberti non corse con convinzione e non s'im-pegnò che a rianimare il gruppo nei momenti di calma.

Bosco non era in giornata, forse s'impegnò troppo in principio, poi fu passivo, e non seppe o non volle stare neppure nei secondo gruppo.

Cravotto ebbe una buona giornata; staccato per forature, riprese, senza esaurirsi, con bell'insegui-mento, e si mantenne nel gruppo di comando, quantunque in att i tudine esclusivamente passiva, fino alle dure salite, che, con le forature, ne fe-cero una loro vittima. Se egli avesse potuto soste-nere il suo coéquipier Torricelli nel diffihile mo-

Bruni Carlo, di Piacenza, i" arrivato. (Fot. L. Gnarneri - Genova).

mento della fuga di Bonalanza, forse la corsa avrebbe preso un'altra piega.

Uno sconosciuto ci impressionò per la sua te-nacia: il Penasso, un minuscolo tipo di corridore che pareva racchindere nelle membra tutt 'al tro che atletiche, una fonte inesauribile di energia. Egli stette quasi sempre coi primi, e non cedette, arso dalla sete più che esausto, che al punto... critico, il Dus ino : ma egli diede più di quanto si possa attendere dalla età e costituzione, e glie ne va data perciò lode sincera.

Azzini junior dominò nei primi due terzi della corsa, a la sua andatura souple lo faceva prono-sticare fra i primi ai traguardo; ma anch'egli ce-dette di fronte all'alleanza dei rossi e alla nemica asprezza delle salite astigiane.

Bertarelli non si trovò sul suo percorso; al momento in cui poteva sviluppare i suoi mezzi di grimpeur fn tolto dalla lotta da una foratura di somma.

In complesso qnesto I I Giro del Piemonte, di-lettanti. ha confermato l'indiscussa superierità d i una équipe disciplinata e composta di ottimi ele-menti, inferiori, individualmente, a nessuno; supe-riori, collettivamente, a tut t i .

Ha pure confermato il valore di molti isolati, o quasi, ma pochi nuovi e buoni elementi ha trat to alla ince.

E se ci dobbiamo rallegrare che anche i nostri dilettanti comincino a imparare ed usare quell'in-dispensabile arma di vittoria che è il giuoco d'as-sieme, non possiamo fare a meno però di pensare quasi con rammarico che contro tale formidabile forza, esplicata oggi, irresistibilmente, da una sola grande équipe, s 'infrangono le forze sparse, gene-rose e simpatiche di cento e cento coraggiosi iso-lati, impotenti coi loro mezzi a contrastare il passo a chi, pur legittimamente e lealmente, si potrebbe dire che oggi ha in mano il monopolio delle corse ciclistiche per dilettanti.

G. A.

L'abbonamanto alla " Stampa Spartita „ tasta asta L. 5 Domenica scorsa sul percorso Milano (Boqoredo), Cremona, Brescia, Bergamo, Lecco, Milano (Sesto San Giovanni),

km. 270, si svolse la grande Marcia motociclistica organizzata dal Moto Club Lombardo. La nostra fotografia rap-presenta i 23 concorrenti pochi secondi prima della partenza. (Fot . Strazza - Milano).

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16 Aprile 1911 - Bologna - Corse Nazionali su pista - Cate-goria Femminile (km. 25). la Milano Maria, 2a Gilaidini, a pari merito, 3a Valsecclii.

16 Aprile 1911 - Asti - Corsa Ciclistica di km. 80. - 1° Ri otti Pierino, con 8 minuti di vantaggio, pneus W'olber.

16 Aprile 1911 - Tesoriera-Avigliana e ritor. (km. 45). 1° Galli, pneus VYolber.

17 Aprile 1911 - Poirino - Gare su pista - Corsa di km. 40 all'americana. 1° Torricelli con 2 giri di vantaggio, bat-tendo Montecucco, Quaglia e tutte le coppie piemontesi, pneus Wolber.

17 Aprile 1911 - San Mauro Torinese - Chivasso e ritorno (km. 45). 1° Galli, 2° Roseo, pneus W'olber.

17 Aprile 1911 - Costantana- Vercelli e ritorno (2 giri). 1° In-nocenti Parizzone, pneus W'olber.

23 Aprile 1911 - 2° Giro del Piemonte (km. 240). 3° Torricelli, dopo aver bucato 4 gomme e senza rifornimento.

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La squadra inglese dell' « West Auckland, che domenica l Ultimo inalili delta sua tournée m ttul.u.

Giuoco del Calcio L'nltimo match degli inglesi in I tal ia.

West Auckland batte Gmoa Club, 2 - 0 .

La partita Bvoltasi domenica scorsa tra la for-tissima squadra del West Auckland e quella del nostro Genoa Club, non ba eutusiasmato troppo il nnmeio-issimu pubblico accorso.

Infat t i essa è stata eoudotta fiaccamente, forse anche pe r i i sovtrchio caldo. Gl'inglesi si fecero ammirare, per la loro calma e per i precisi pnsses; i nostri pelò non hanno giuocato con quell 'energia che già in altri motches ammirammo. Da notarsi che l 'équipe del Genoa era incompleta, mancante di Hergog, Hurni, Feriaris .

Sono gl'inglesi i primi a segnare sn un penalty, dopo circa 20 minuti . I nostri fanno ogui sforzo per pareggiare, ma ogui attacco è sv>ncato dalia forte difesa avversaria. Alla ripresa, sono nuova-mente gl'inglesi che riescono a segnare il 2° goal, con un potente shot della mezz'ala destia.

La partita si è quindi chiusa colla vittoria del West Auckland con 2 goals a zero.

• * *

Precedette il match di campionato di 2a cate-goria tra la Pro Vercelli ed il Genoa Club.

Nel primo t tmpo i nostri, che hanno il sole di fronte, giuocano con rilassatezza ed indecisione. Ne approfittano i vercellesi che riescono a se-

scorso, ha giuocato a Genova Durcn'e il match West inglese.

Ricordi del Torneo internazionale di Tori"O I capitani dette qu . tiro squadre concorrenti. - Da si-

nistra a destra: Aide, non, del West Auckland, Gloser, del F. O. Zurich ; HaVinqer, del F. 0. 1 orino ; Pennano, del F. U. Juventus.

(Fot. eav Zoppis - Torino).

gnare due goals ai 14" e 17o minuto. È Repetto però che prima che giunga il segnale del riposo infila la rete vrrefilese.

Alla ripresa peiò i nostri pr< dominano conti-

ckland-Genova Qlub. Una fase vivace sotto la porta (Fotografie L. Guarneri - Genova).

nnamente, rompendo ogni tentativo avversario, assiemandosi net tamente la vittoria, segnando ben altri 5 goals.

Degni di lode Maranghi, Magni, Tadini e Re-pe t t o del Genoa Club.

Deiln Pro Vercelli, Aimone e Raso. (Bocci).

Dopo gli ultimi matclies di Vercelli. Son note le polemiche sorte sulle ultime par .

t i le del Campionato giuocate dalla Pro Vercelli sul suo campo.

Giuooatori e pubblico furono accusati di intem-peranze. e la Foderaz one stessa aprì un'inchiesta.

La Nuova Gazzetta Vercellese pubblica, in data 19 cori-., una elevata lettera dell 'avv. Luigi B >• ziuo, benemerito presidente della Pro Vercelli, lettera che credi imo interessante riprodurre, e che siamo certi sortirà l'esito voluto dal suo egregio estensore.

Essa è indirizzata: « Agli Amici della Pro Ver-celli ». e dice:

« A quanti amano Ja Pro Vercelli, ne seguono con appassionato interesse le vicende, ne deside-rano il bene, io debbo, nel nome del mio Con-siglio Duet t ivo, e per preciso impegno assunto colla Piesidenza Federale, rivolgere chiara e franca parola.

« Contro i ginocatori della Pro Vercelli e contro il pubblico verce'lese. per le gare svoltesi sul nostro campo il 19 e 26 dello scorso marzo, fu-rono elevate proteste presso la Federazione e

Ricordo del match fra le squadre nazionali d'Italia e Francia a Parigi. — Il portele italiano De-Simoni si salva da una pericolosa situazione malgrado un colpo irregolare di un avanti francese.

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spetto di quella doverosa imparzialità e deferenza con che dobbiamo accogliere competitori e gin-

« io ho impegnate, di fronte al Consiglio Fede-rale, la mia parola e la mia fede pei miei concit-tadini, nell'assoluta certezza che essi non vor-ranoo espormi al disdoro di vederle chiamate menzognere ».

I l Campionato I tal iano. Il nostro Torneo di Pasqua aveva riabilitato la

Juventus dalla magra figura ch'essa andava fa-cendo nel Cam-pionato, e ri-s o l l e v a t o le speranze n e l Torino che non si decideva a dare una di-m o s t r a z i o n e chiara del suo valore. I risul-tat i di dome-nica s c o r s a sembrano con-traddire quelli dei matches internazionali. Ma ormai il Campionato si trascina p e r forza... di re-golamento tra il disinteresse del pubblico e anche dei giuc-catori. Il F. 0. Torino s'è por-tato a Milano monco e disor-ganizzato e ha ceduto, con suo poco onore, a una squadra che era creduta a ini molto inferiore. Juventus, dopo un periodo che sembrava di risorgimento, è tornata all'antico, cioè alla sconfitta, questa volta inflittagli dal Milan.

I Vercellesi hanno battuto facilmente i cam-pioni del 1910; ma la loro fa la vittoria di Pirro, che non soddisfece certo il pubblico e neppure l 'amor proprio dei giuocatori, vincitori d'un av-versario privo perfino del vero e bravo capitano.

Clie diie invece della bella vittoria del Pie-monte? Di questa simpatica squadra che, anche senza coloro che ne sembravano i perni, ha saputo battere una squadra come quella del-l 'Andrea Boria? Dei piemontini ricordiamo, a loro onore, il match nullo cogli ormai cammoni ver-cellesi, e quello coi rossi-neri del Milan Club. Eppure essi sono in bilico di restare tra le ultime squadre classificate nell 'attuale Campionato.

Accennando alle partite svoltesi all'estero, di-

remo che attesa era la sconfitta della squadra nazionale francese i if l i t tagli da quella svizzera. Il confronto dei risultati dei passati incontri italo-svizzero, franco-italiano e francosvizzero dice chiaramente come fu benevolenza della dea fortuna l'onore del match nullo che toccò ai fran-cesi or sono venti giorni, con la nostra squadra.

Le gare di Alessandria per il premio dell'Associazione dei commercianti.

Domenica scorsa in Alessandria ebbero luogo due interessanti partite di foot-ball.

Il match di campionato di seconda categoria fra Pro Vercelli e Genoa Criket, svoltosi dome-r — j! _ n (Fot, L Guarneri - Genova). meo scorsa sul campo di Marassi, a Genova

Tre giovani squadre si disputarono il premio offerto dalla Associazione dei commercianti di Alessandria per i festeggiamenti della Fiera di San Giorgio.

Per volere della sorte il primo incontro avvenne fra la Forza e Concordia e la Forza e Coraggio di Alessandria.

La vittoria rimase a quest'ultima squadra che segnò 4 goals a zero.

Dopo un'ora di riposo vi fn l 'incontro colla balda squadra della Forza e Virtù di Novi Ligure. La partita si svolse vivacissima per la singolare valentia spiegata dai singoli componenti e t er l ' interessamento portato dallo scontro di due squadre già note nel campo del foot-ball.

La Forza e Virtù, salutata dagli applausi di tutt i gli astanti, segLÒ un goal a zero, guadagnando un bellissimo oggetto d'arte e medaglia d'argento per tut t i i suoi giocatori.

La squadra era composta dei signori: Mezzadra (capitano), Porcelli (portiere), Ziceheo Pio, Bobbia, Traverso, Corte II, Corte I, Roggero, Multedo, Mnrcio, Cattaneo.

Quanto prima altre squadre Ai foot ball saranno chiamate a disputarsi una ricca artistica coppa d'argento dono del cav. Jean De Micheli di Novi Ligure. C»

Nel mondo commerciale sportivo *** La Motosacoche comunica. — La Società Mecca-

n i c a Italo Ginevrina (via Frejus, 26, Tonno), fab-bricante la Motosacoche, ricorda di aver nominato il signor Luigi Minonzio, via Moscova, 70, Milano, quale suo agente generale incaricato della vendita in tutta Italia delle sue biciclette a motore.

Ogni richiesta verrà quindi sollecitamente esaudita ovunque sia diretta, tanto cioè alla Sede della So-cietà in Torino, come presso l'agente di Milano, come pure presso i subagenti per la Provincia di Tonno : sigg D-bernardi e Magnetti, n. 2, via Roma, Torino (filiale Bianchi) . . .

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Le vittorie di Pizzorno. — E' appena incomin-ciato l'anno sportivo, che già questa marca popola-rissima dei ciclo fa parlare di sè Da notarsi la vit-toria di Doglioli nel c a m p i o n a t o dell'Unione Sportiva di Sezzé ; di Doglioli e di Rossi, 1° e 2° nella corsa nazionale Rivarolo Casteggio.

Come si vede, non dorme sugli allori il noto co-struttore piemontese (ditta U. Pizzorno, piazza Vit-torio Emanuele, Alessandria , ma continua a portare alle sue macchine tutte quelle migliorie che le ren-dono un capolavoro di scorrevolezza e robustezza al tempo istesso, senza punto accrescerne il prezzo di vendita.

Nel 1910 questa marea ha vinto il campionato ita-liano dilettanti, e fu questa vittoria da moltissime Case coucorrenti assaltata, con risultati negativi. A Pizzorno tocca quasi sempre la palma.

dalle squadre intervenute e dagli arbitri mandati dalla Federazione, la qnale, pure ascoltando le difese nostre, non potè non essere impressionata dal ripetersi di inconvenienti e di disordini veri-ficatisi sul nostro campo, qualunque fosse, anche se eventualmente legittima, la causa che avesse potnto determinarli.

« E poiché alla Federazione nostra è deman-data l'alta tutela della disciplina delle sqnadre e del pubblico sui campi di giuoco, e poiché ri-sultava che minore fosse stato il rispetto agli ar-bitri e alla doverosa ospitalità verso le squadre intervenute, così r i tenne poter rendersi necessari provvedimenti contro la Pro Vercelli quando la Presidenza di essa non presentasse serie proposte per assicurare il mantenimento dell 'ordine e della disciplina sul nostro campo.

« Adunatosi il Consiglio d'amministrazione della Pro Vercelli, dopo ampia discussione sui fatti oc-corsi, sui diritti e doveri nostri, fn unanime il pensiero che, mentre poteva competere a noi alta ragione di reclamo contro le Associazioni e gli arbitri protestanti, non era meno necessario e do-veroso per noi di richiamare il pubblico nostro a maggiore calma, a moderazione maggiore e a più rigorosa disciplina per l 'oidinato svolgimento delle gare, e al più assoluto e incondizionato ri-spetto ai giuocatori avversari e agli arbitri .

« E mi si diede incarico di provvedere. « Ciò comunicando a voi, io ciedo di avere sen-

z'altro esaurito il mandato affidatomi, perchè voi, che amate la Pro Vercelli, senza alcuna mia sol-lecitudine o preghiera, sarete i primi a compren-dere l'importanza della cosa.

« Occorre che io dica a voi che gli arbitri de-vono essere rispettati comunque decidano, poiché contro una decisione arbitraria od eventualmente ingiusta, solo un reclamo regolare, fra la più per-fetta regolarità della gara, può avere probabilità di successo ?

« Occorre che io chieda a chi ama la Pro Ver-celli, di sentirne la responsabilità, quando ogni protesta, ogni scatto sono f ra t to di amorevole entusiasmo, espressione della più alta benevo-lenza ?

« Occorre che al popolo vercellese, tanto e così giustamente altero delle sne nobili tradi-zioni di ospitalità, io ricordi il rispetto dovuto agli ospiti, ospiti sempre, anche se scortesi?

«.Occorre, infine, che io dica a voi che, sola-mente per eccesso di prudenza, noi abbiamo pre-disposte misure regolamentari che pubblicheremo nella fiducia di non doverle mai applicare?

« Bista a me, che conosco la bontà e l'animo dei miei concittadini, il dire loro che insidia alla Pro Vercelli chiunque d'ora in avanti, sia, pure per eccesso di entusiastica simpatia, porgerà occasione a nuovi lagni contro l'ordine del nostro campo; che prepara misure odiose contro gli in-teressi materiali e morali della Pro Vercelli chiunque verrà meno al più rigido, assoluto ri-

La qiovane squadra della Forza e Virtù, di Novi Ligure, vincitrice della gara di Alessandria. &W (Fot. Porcelli - Novi Ligure).

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