ANNO SCOLASTICO 2017-2018 ESAME DI STATO … · d’istruzione in Camargue e Provenza da parte di...

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ANNO SCOLASTICO 2017-2018 ESAME DI STATO DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI CLASSE Classe 5^ B Liceo Scientifico delle Scienze Applicate IL DIRIGENTE SCOLASTICO DOTT.SSA Silvia Ferrari ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE " EVANGELISTA TORRICELLI " - C.F. 97324880158 C.M. MIIS101008 - AOOISSET - ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE Prot. 0002191/U del 15/05/2018 10:56:29

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ANNO SCOLASTICO 2017-2018

ESAME DI STATO

DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI CLASSE

Classe 5^ B Liceo Scientifico delle Scienze Applicate

IL DIRIGENTE SCOLASTICO DOTT.SSA Silvia Ferrari

ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE " EVANGELISTA TORRICELLI " - C.F. 97324880158 C.M. MIIS101008 - AOOISSET - ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE

Prot. 0002191/U del 15/05/2018 10:56:29

1.1 PROFILO E FINALITÀ DELL’INDIRIZZO DI STUDIO 1.1 PROFILO DELL’INDIRIZZO DI STUDIO Il percorso del Liceo Scientifico con opzione delle scienze applicate (L.S.A.) è indirizzato allo studio del nesso tra cultura scientifica e tradizione umanistica. Favorisce l’acquisizione delle conoscenze e dei metodi propri della matematica, della fisica e delle scienze naturali guidando lo studente ad approfondire le conoscenze e le abilità e a maturare le competenze necessarie per seguire lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica. L’obiettivo è quello di assicurare la padronanza dei linguaggi, delle tecniche e delle metodologie, anche attraverso la pratica laboratoriale. Il corso di studi è orientato a far sì che attraverso le materie siano consegnate, oltre che le informazioni e le conoscenze disciplinari essenziali, anche, e soprattutto, le categorie essenziali alla osservazione, all'analisi, alla comprensione e all'interpretazione della realtà. A questo obiettivo formativo sono indirizzate tutte le discipline previste dal curriculum, e in particolare la filosofia e la storia. Gli strumenti di cui si serve questo percorso sono di natura didattica, per incentivare e facilitare l’apprendimento, ma anche relazionale, perché saper lavorare in gruppo è un valore essenziale spendibile anche nella vita adulta e professionale

Materie di studio 1° biennio 2° biennio 5° anno

Classe 1 2 3 4 5 Lingua e letteratura italiana 4 4 4 4 4

Storia e geografia 3 3 Storia 2 2 2

Lingua straniera inglese 3 3 3 3 3 Filosofia 2 2 2

Matematica 5 4 4 4 4 Informatica 2 2 2 2 2

Fisica 2 2 3 3 3 Scienze naturali 3 4 5 5 5

Disegno e storia dell’arte 2 2 2 2 2 Scienze motorie sportive 2 2 2 2 2

Religione cattolica o attività alternativa 1 1 1 1 1 Totale 27 27 30 30 30

1.2 FINALITA’ DELL’INDIRIZZO DI STUDIO Le competenze e le capacità che gli studenti debbono aver acquisito in generale nel corso del triennio sono:

- esporre organicamente e con proprietà di linguaggio argomenti di tipo socio-culturale, storico, scientifico-tecnico e saper sufficientemente usare a questo scopo anche la lingua inglese;

- acquisire un metodo di lavoro autonomo, capacità di sintesi e di analisi e rielaborazione critica;

- utilizzare le conoscenze e gli strumenti tecnologici, allo scopo di modellizzare sistemi, risolvere problemi, analizzare situazioni nuove ed eventualmente progettare semplici lavori relativi alle singole discipline od alle interazioni fra materie;

- presentare relazioni scritte in maniera esauriente, con struttura logica, utilizzando anche tecniche multimediali.

Per quanto riguarda le conoscenze, le competenze, i metodi e gli strumenti adottati nella didattica si rimanda alla programmazione dei singoli docenti.

Questo indirizzo si propone di offrire gli strumenti, le conoscenze e le capacità necessarie per affrontare lo studio universitario, ma anche il mondo del lavoro. In relazione alle finalità suddette, il Consiglio di Classe ha deliberato, in fase di programmazione, le seguenti CONOSCENZE, COMPETENZE e CAPACITA’ che lo studente dovrebbe possedere, al termine del corso di studi:

CONOSCENZE: Conoscere gli argomenti fondamentali di ciascuna disciplina ed i loro principi fondamentali. COMPETENZE: Saper leggere e comprendere un testo scritto sia di carattere generale che di argomento specifico, saper comunicare in forma corretta informazioni, conoscenze e concetti, sia oralmente che per iscritto. CAPACITA’: individuare le varie possibili soluzioni di un problema, inserirsi in un lavoro di gruppo, assumersi compiti e svolgerli in maniera autonoma.

2.1 PRESENTAZIONE DELLA CLASSE

2.1 ELENCO ALUNNI

1. Acquaviva Marina

2. Albiero Matteo

3. Borrelli Diego

4. Calabrese Davide

5. Cappelli Fabrizio

6. Cassinari Silvia

7. Chizzini Danilo

8. Ciardullo Marco

9. Ciuffreda Leonardo

10. Coda Pietro

11. Cominetti Fabrizio

12. Cosi Marta

13. Dallera Luca

14. Di Tonno Andrea Giuseppe

15. El Rawi Marco Soltan Mohamed

16. Fedeli Alessandro Rodolfo Giorgio

17. Festa Alessandro

18. Ghezzi Gloria

19. Gibbin Davide

20. Johansson Edith Sarah Rachel

21. Marta Enrico

22. Miseno Matteo

23. Musumeci Margherita

24. Pacifico Marta

25. Peli Marco

26. Perucca Roberto

27. Rizzo Giorgio

28. Satraoui Monir

29. Sciandrone Daniele

2.2 COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DI CASSE

Commissario interno Nominativo dei docenti Disciplina

ARRIGONI MARIA ANTONELLA MATEMATICA

CAVIGIOLI LAURA LUCIA LINDA INGLESE

X COZZI ALFREDO INFORMATICA E SISTEMI

AUTOMATICI

DE VICO PIETRO RELIGIONE

DI GIOIA SONIA SCIENZE NATURALI

FISAULI LINA FILOSOFIA

MAZZEI EGIDIO FISICA E LABORATORIO

X MENARINI GABRIELLA LINGUA E LETTERATURA ITALIANA

X MENARINI GABRIELLA STORIA

X ONORATO CAMILLO DISEGNO E STORIA DELL’ARTE

ROSSINO PAOLA MARIA SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE

Docente coordinatore della classe Prof.ssa Maria Antonella Arrigoni

2.3 STORIA DELLA CLASSE

La classe terza (a.s. 2015-16) è formata da 30 alunni. 3 non saranno promossi alla classe successiva.

La quarta (a.s. 2016-17) è formata da 31 alunni (3 ripetenti, 1 proveniente da altro Istituto). 1 ritiro durante

l’anno ed 1 trasferimento a fine anno scolastico. Nessun bocciato.

L’attuale quinta (a.s. 2017-18) è formata da 29 alunni.

2.4 CARATTERISTICHE DELLA CLASSE

La classe, fatta eccezione per un esiguo numero di elementi, ha risentito da sempre di una grande

discontinuità e superficialità nello studio personale di appropriazione e rielaborazione di quanto affrontato in

classe.

Interessati e partecipi alle lezioni infatti non sempre però riprendevano con costanza i concetti affrontati, ne

svolgevano i compiti loro assegnati, rimandando il lavoro solo in prossimità delle verifiche. Poco inclini inoltre

a seguire le indicazioni date dai docenti, la più parte di loro ha acquisito una preparazione limitata alla sola

sufficienza.

Fanno eccezione, come già accennato, pochissimi alunni che invece si sono sempre impegnati seriamente e con

costanza; seguendo le indicazioni dei singoli docenti hanno così raggiunto un buon livello di preparazione.

È da segnalare infine la presenza di soggetti emotivamente fragili che hanno fatto molta fatica a gestire lo

stress che la preparazione all’esame di Stato necessariamente implica.

Nella classe sono presenti cinque alunni con BES. Per quanto concerne i loro piani di lavoro, si rimanda ai PDP.

In particolare, si segnala che la programmazione disciplinare non ha subito modifiche ma che per loro (BES 1,

BES 2; BES 3; BES 4; BES 5) sono state attuate le misure dispensative/compensative che il consiglio di classe,

unitamente alla famiglia ed agli alunni stessi, ha individuato come necessarie.

In particolare, BES 1 presenta una situazione familiare che permane da circa cinque anni, non favorente la

serenità dell’alunno con conseguenti difficoltà di concentrazione e di organizzazione del lavoro scolastico

prevalentemente in ambito domestico. Si è perciò cercato di guidarlo nello studio, di fornirgli un supporto

motivazionale e gli è stata data la possibilità di programmare con i diversi docenti le verifiche orali.

BES 2 presenta lievi difficoltà nella ricostruzione di modelli a partire dalle loro componenti, rallentamento

esecutivo; difficoltà di shifting attentivo; lievi difficoltà di memoria a lungo termine visuo-spaziale. Difficoltà

emerse dopo un intervento chirurgico per grave malattia. Per lui sono state predisposte prove equipollenti in

tutte le discipline ad esclusione di italiano e scienze motorie e sportive; gli è stato concesso l’utilizzo di

formulari, schemi e mappe; gli è stato inoltre consentito programmare con i diversi docenti le verifiche orali.

BES 3 presenta dislessia evolutiva medio – lieve, disgrafia evolutiva con associate difficoltà di

automatizzazione dell’ortografia e difficoltà di automatizzazione del calcolo. Per lui sono state predisposte

verifiche equipollenti in Inglese, Scienze naturali e Matematica; gli è stato consentito l’utilizzo di tabelle,

formulari, schemi e mappe in Fisica, Inglese e Matematica; sono state predisposte schede di verifica a

risposta multipla con possibilità di completamento orale in Inglese; le valutazioni inoltre sono state più attente

ai contenuti che non alla forma e nei compiti scritti non sono stati considerati gli errori ortografici, gli è stato

concesso la scrittura in stampatello.

BES 4 presenta disturbo specifico della lettura in comorbilità con disturbo del linguaggio, questo influisce

pesantemente sulla comprensione del testo. Per lui sono state predisposte verifiche equipollenti in tutte le

materie ad esclusione di italiano; in Inglese sono state predisposte schede di verifica a risposta multipla con

possibilità di completamento orale; quando lo si è ritenuto necessario è stata effettuata la suddivisione degli

obiettivi di un compito in “sotto-obiettivi” in Matematica, Filosofia ed Inglese; lo studente ha sempre potuto

avvalersi della lettura del testo di verifica da parte dell’insegnante ed anche della rilettura, sempre da parte

dell’insegnante, del testo elaborato dall’alunno per facilitare l’autocorrezione; le valutazioni sono state più

attente ai contenuti che non alla forma e nei compiti scritti non sono stati considerati gli errori ortografici.

BES 5 presenta difficoltà specifiche di automatizzazione dell’ortografia e disgrafia evolutiva. Per lui sono

state predisposte verifiche equipollenti in Matematica, Informatica e Fisica; gli è stato consentito l’utilizzo di

tabelle, formulari, schemi e mappe durante le verifiche di Informatica, Matematica, Inglese, Scienze Naturali

e Fisica; le valutazioni sono state più attente ai contenuti che non alla forma e nei compiti scritti non sono stati

considerati gli errori ortografici; gli è stato inoltre consentito di programmare con i diversi docenti le verifiche

orali.

Le due simulazioni di terza prova, relative agli alunni con BES, sono state proposte con le seguenti modalità:

BES 2 e BES 5 due domande per tutte le materie, BES 3 e 4 quesiti a scelta multipla per Inglese e due

domande per le altre materie.

I rapporti della classe con gli insegnanti sono sempre stati orientati al dialogo e improntati a reciproco

rispetto e stima. La partecipazione alle uscite didattiche e alle varie attività integrative previste dal PTOF è

stata sempre positiva e responsabile e ha mostrato la capacità del gruppo classe di rispettare le regole del

vivere civile anche in contesti extrascolastici. Ottima è stata, in particolare, la partecipazione al viaggio

d’istruzione in Camargue e Provenza da parte di un alto numero di studenti della classe, che si sono dimostrati

interessati alle proposte culturali ed hanno tenuto un comportamento sempre corretto e propositivo.

La classe ha utilizzato in modo complessivamente efficace le possibilità di approfondimento offerte dalla

presenza di un insegnante tecnico pratico, che ha affiancato a volte il docente di Fisica nelle lezioni in

laboratorio e di un insegnante che ha affiancato per un’ora alla settimana il docente di Storia dell’arte; la

classe si è poi avvalsa in modo abbastanza efficace dell’attività di recupero regolarmente svolta secondo le

modalità approvate all’inizio dell’anno scolastico dal Collegio dei docenti, sia in itinere (per tutte le materie)

che in orario pomeridiano sotto forma di IDEI (Informatica, Inglese, Italiano, Matematica, Scienze naturali).

2.5 CONTINUITÀ DIDATTICA (IL CONSIGLIO DI CLASSE NEL TRIENNIO)

Materie A.S. 2015/2016 A.S. 2016/2017 A.S. 2017/2018

MATEMATICA ARRIGONI ARRIGONI ARRIGONI

INGLESE CAVIGIOLI CAVIGIOLI CAVIGIOLI

INFORMATICA E SISTEMI AUTOMATICI COZZI COZZI COZZI

RELIGIONE DE VICO DE VICO DE VICO

SCIENZE NATURALI MARSICO VITUCCI DI GIOIA

FILOSOFIA FISAULI FISAULI FISAULI

FISICA E LABORATORIO MAZZEI MAZZEI MAZZEI

LINGUA E LETTERATURA ITALIANA MENARINI MENARINI MENARINI

STORIA MENARINI MENARINI MENARINI

DISEGNO E STORIA DELL’ARTE ONORATO ONORATO ONORATO

SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE ROSSINO ROSSINO ROSSINO

2.6 PROGETTAZIONE DEL CONSIGLIO DI CLASSE

I programmi delle singole materie sono stati svolti mediante lezioni frontali interattive, attività di laboratorio

e gli strumenti sotto elencati:

- libri di testo

- laboratori e relative strumentazioni

- fotocopie tratte da testi vari

- dispense preparate dall’insegnante

- film consigliati

- spettacoli teatrali

- ricerche dei singoli studenti

- lettura dei quotidiani

- letture individuali

Il consiglio di classe ha definito e perseguito gli obiettivi formativi comportamentali, improntati al rispetto

delle regole della civile convivenza e del confronto col prossimo, oltre che alle norme d’Istituto. Nello

specifico:

Obiettivi formativi comportamentali

1) Conoscere e rispettare regole di comportamento comuni come stabilito nel Regolamento d’Istituto

2) Sviluppare correttezza e consapevolezza nei rapporti interpersonali (compagni, professori, personale scolastico) in un’ottica di collaborazione e solidarietà

3) Acquisire il senso di responsabilità verso gli impegni scolastici: puntualità nello svolgimento dei compiti, studio regolare delle lezioni, rispetto delle scadenze di verifica (scritte, orali, pratiche), frequenza costante alle lezioni, corretto uso della strumentazione informatica in particolare della LIM

4) Potenziare le capacità di autocontrollo delle azioni e dei comportamenti

5) Tenere un atteggiamento corretto e controllato in classe, nei laboratori, nelle palestre e in tutti gli spazi della scuola.

6) Rispetto delle strutture scolastiche in termini di ordine e pulizia

Quanto agli obiettivi formativi cognitivi, si riconducono al desiderio che gli allievi siano indirizzati ad un

percorso educativo e di apprendimento consapevole, corretto, motivato e non puramente nozionistico. Nello

specifico:

Obiettivi formativi cognitivi

1. Acquisire un metodo di studio autonomo, personale, sistematico e capace che prevede:

Autonomia organizzativa (organizzazione del tempo a scuola e a casa in funzione delle scadenze e delle consegne)

Approfondimento, rielaborazione ed articolazione logica nell’esposizione degli argomenti

Elaborazione e rielaborazione personale dei contenuti attraverso appunti spontanei 2. Migliorare l’utilizzo del linguaggio specifico di ogni disciplina sia nell’esposizione orale sia nella

produzione scritta

3. Sviluppare le capacità di contestualizzazione dei testi affrontati ed operare collegamenti interdisciplinari

4. Sviluppare la capacità di lavorare in gruppo 5. Acquisire la capacità di consultare testi e di usare strumenti multimediali per individuare, reperire e

selezionare le informazioni 6. Potenziare la capacità di esposizione degli argomenti studiati 7. Sviluppare la capacità di lavorare in gruppo 8. Potenziare la capacità di autovalutazione accettando di misurarsi con le proprie debolezze e

riconoscendo con equilibrio i propri progressi

Tutte le attività sono state svolte cercando di stimolare l’interesse e la partecipazione al dialogo educativo.

Gli insegnanti hanno attuato strategie di recupero e di sostegno, sia in itinere (per tutte le materie) che in

orario pomeridiano sotto forma di IDEI (per Informatica, Inglese, Italiano, Matematica, scienze), allo scopo di

aiutare gli studenti che presentavano lacune e difficoltà.

Le valutazioni sono state proposte secondo quanto deliberato dal Collegio Docenti all’inizio dell’anno: due

periodi, quadrimestri.

Nel corso dell’anno scolastico 2017/2018 sono risultate continue le comunicazioni scuola-famiglia

sull’andamento didattico, grazie agli incontri mattutini e alla tempestiva e puntuale registrazione delle

valutazioni sul registro elettronico.

I parametri di valutazione a cui i docenti si sono attenuti sono quelli indicati dallo stesso P.T.O.F.: livello di

conoscenza della materia, capacità di comprensione, espressione, interesse, attitudine, capacità di analisi e di

sintesi, impegno, capacità di giudizio, progressione nell’apprendimento.

3.1 ATTIVITA’ INTEGRATIVE, INCONTRI DI ORIENTAMENTO, VISITE DIDATTICHE,

PARTECIPAZIONE A MOSTRE E SPETTACOLI, VIAGGIO DI ISTRUZIONE SVOLTI NEL CORSO

DELL’ANNO SCOLASTICO

- Giornata della memoria presso l’Auditorium del centro Puecher: incontro con Bruno Segre;

- Rappresentazione teatrale del “Così è se vi pare” di Luigi Pirandello presso Teatro Pacta

Milano;

- Spettacolo teatrale “Animal or man” di e con A. Brianzi presso Auditorium Centro Puecher

Milano;

- Viaggio d’istruzione con meta Camargue e Provenza (24 alunni).

3.2 ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

Nel corso del triennio l’attività di Alternanza Scuola Lavoro ha avuto i seguenti obiettivi:

a. Ampliare e rafforzare le competenze professionali acquisite durante il corso di studi b. Acquisire conoscenze integrate per ampliare le capacità di agire, di scegliere e di decidere nella

realtà, sia per l'inserimento nel mondo del lavoro, sia per l'eventuale prosecuzione degli studi c. Favorire capacità organizzative e progettuali, nonché responsabilità e creatività d. Potenziare la capacità di lavorare in team e. Prendere contatto con la realtà del mondo del lavoro, per acquisire maggiore consapevolezza

rispetto all'inserimento nella vita attiva attraverso la conoscenza delle problematiche del lavoro e delle tecnologie utilizzate

f. Potenziare le competenze comunicative e relazionali

Il percorso scelto dal Consiglio di Classe è stato diverso per ciascun anno scolastico.

In particolare:

Durante il primo anno (2015/2016) alcune attività sono state svolte a scuola in modo curriculare da tutti gli alunni, tra queste va ricordato il corso di formazione sulla salute e sicurezza nell’ambiente di lavoro; altre attività sono state svolte in orario extracurriculare sempre da tutta la classe ed infine ciascun alunno ha svolto attività aziendali secondo un calendario ed un monte ore concordati con le singole aziende.

Durante il secondo anno (2016/2017) il consiglio di classe ha aderito al progetto di Alternanza Scuola Lavoro disegnato da Accenture in collaborazione con il M.I.U.R.R. e denominato Job Lab. Il progetto ha visto impegnati i ragazzi nel periodo compreso tra il 13.02.2017 ed il 27.02.2017 per un totale di 70 ore di cui 49 svolte a scuola con la presenza di esperti di Accenture e 21 svolte presso la sede di Accenture ad Assago. Gli alunni Borrelli, Calabrese e Satraoui, in quanto ripetenti, hanno inoltre seguito il corso di formazione sulla salute e sicurezza nell’ambiente di lavoro e svolto attività extracurriculare presso il Comune di Pieve Emanuele.

Durante questo anno scolastico (2017/2018) infine gli studenti hanno svolto attività di orientamento post

diploma in orario curriculare e partecipato al corso Giovani & Impresa che si è svolto nella settimana dal 19

al 23 febbraio sempre in orario scolastico per un totale di 25 ore.

4. SIMULAZIONI DELLE PROVE D’ESAME E GRIGLIE DI VALUTAZIONE

4.1 DATE DELLE SIMULAZIONI ED ELENCO ALLEGATI

La classe ha svolto due simulazioni per la prima e terza prova d’esame, una sola per la seconda prova nelle

date sotto riportate:

Prima prova: 18 dicembre 2017; 20 aprile 2018

Seconda prova: ne è stata programmata una in data 21 maggio 2018

Terza prova: 8 marzo 2018; 10 maggio 2018

Durante la simulazione di seconda prova verrà messo a disposizione, per brevi consultazioni, un formulario

concordato con il gruppo di Matematica.

Le tracce delle simulazioni vengono allegate, come pure le griglie di valutazione nell’ordine seguente:

Prima prova: allegato 1

Seconda prova: allegato 3

Terza prova: allegato 2

Griglie di valutazione prima, seconda, terza prova: allegato 4

4.2 SCHEMA SIMULAZIONI BES

Simulazioni Prima prova Non valutazione degli errori ortografici per i BES 2, 3, 4 e 5 Possibilità di lettura da parte dell’insegnante dei testi da analizzare, per il BES4.

Simulazione Seconda prova Formulari autoprodotti e sottoposti ad approvazione del docente consentiti per tutti i BES tranne per il

BES 1.

Simulazioni Terza prova

08.03.2018: prova di 3 ore, tipologia B, vocabolario bilingue e monolingue per Inglese. Inoltre:

Tempo Misure

BES2

BES 5 3h

Due domande per tutte le materie.

Formulari concessi

Tempo Misure

BES3

BES 4 3h

Due domande per Informatica, Scienze della Terra, Storia dell’arte.

10 quesiti a scelta multipla per Inglese.

Formulari concessi

10.05.2018: prova di 3 ore, tipologia B, vocabolario bilingue e monolingue per Inglese. Inoltre:

Tempo Misure

BES2

BES 5 3h

Due domande per tutte le materie.

Formulari concessi

Tempo Misure

BES3

BES 4 3h

Due domande per Informatica, Scienze della Terra, Storia dell’arte.

10 quesiti a scelta multipla per Inglese.

Formulari concessi

ALLEGATO 1

SIMULAZIONI DELLA PRIMA PROVA

l ° SIMULAZIONE PRIMA PROVA: ITALIANO TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO

Primo Levi, dalla Prefazione di La ricerca delle radici. Antologia personale, Torino 1981

5

10

15

20

25

30

Poiché dispongo di input ibridi, ho accettato volentieri e con curiosità la proposta di comporre anch’io

un’«antologia personale», non nel senso borgesiano di autoantologia, ma in quello di una raccolta,

retrospettiva e in buona fede, che metta in luce le eventuali tracce di quanto è stato letto su quanto è

stato scritto. L’ho accettata come un esperimento incruento, come ci si sottopone a una batteria di test;

perché placet experiri e per vedere l’effetto che fa. Volentieri, dunque, ma con qualche riserva e con

qualche tristezza. La riserva principale nasce appunto dal mio ibridismo: ho letto parecchio, ma non

credo di stare inscritto nelle cose che ho letto; è probabile che il mio scrivere risenta più dell’aver io

condotto per trent’anni un mestiere tecnico, che non dei libri ingeriti; perciò l’esperimento è un po’

pasticciato, e i suoi esiti dovranno essere interpretati con precauzione.

Comunque, ho letto molto, soprattutto negli anni di apprendistato, che nel ricordo mi appaiono

stranamente lunghi; come se il tempo, allora, fosse stirato come un elastico, fino a raddoppiarsi, a

triplicarsi. Forse lo stesso avviene agli animali dalla vita breve e dal ricambio rapido, come i passeri e

gli scoiattoli, e in genere a chi riesce, nell’unità di tempo, a fare e percepire più cose dell’uomo

maturo medio: il tempo soggettivo diventa più lungo.

Ho letto molto perché appartenevo a una famiglia in cui leggere era un vizio innocente e tradizionale,

un’abitudine gratificante, una ginnastica mentale, un modo obbligatorio e compulsivo di riempire i

vuoti di tempo, e una sorta di fata morgana nella direzione della sapienza. Mio padre aveva sempre in

lettura tre libri contemporaneamente; leggeva «stando in casa, andando per via, coricandosi e

alzandosi» (Deut. 6.7); si faceva cucire dal sarto giacche con tasche larghe e profonde, che potessero

contenere un libro ciascuna.

Aveva due fratelli altrettanto avidi di letture indiscriminate; i tre (un ingegnere, un medico, un agente

di borsa) si volevano molto bene, ma si rubavano a vicenda i libri dalle rispettive librerie in tutte le

occasioni possibili. I furti venivano recriminati pro forma, ma di fatto accettati sportivamente, come

se ci fosse una regola non scritta secondo cui chi desidera veramente un libro è ipso facto degno di

portarselo via e di possederlo. Perciò ho trascorso la giovinezza in un ambiente saturo di carta

stampata, ed in cui i testi scolastici erano in minoranza: ho letto anch’io confusamente, senza metodo,

secondo il costume di casa, e devo averne ricavato una certa (eccessiva) fiducia nella nobiltà e

necessità della carta stampata, e, come sottoprodotto, un certo orecchio e un certo fiuto. Forse,

leggendo, mi sono inconsapevolmente preparato a scrivere, così come il feto di otto mesi sta

nell’acqua ma si prepara a respirare; forse le cose lette riaffiorano qua e là nelle pagine che poi ho

scritto, ma il nocciolo del mio scrivere non è costituito da quanto ho letto. Mi sembra onesto dirlo

chiaramente, in queste «istruzioni per l’uso» della presente antologia.

Primo Levi (Torino 1919-87) è l’autore di Se questo è un uomo (1947) e La tregua (1963), opere legate alla

esperienza della deportazione, in quanto ebreo, nel campo di Buna-Monowitz presso Auschwitz, e del lungo

e avventuroso viaggio di rimpatrio. Tornato in Italia, fu prima chimico di laboratorio e poi direttore di

fabbrica. A partire dal 1975, dopo il pensionamento, si dedicò a tempo pieno all’attività letteraria. Scrisse

romanzi, racconti, saggi, articoli e poesie.

A proposito di La ricerca delle radici, Italo Calvino così scrisse in un articolo apparso su «la Repubblica»

dell’11 giugno 1981: «L’anno scorso Giulio Bollati ebbe l’idea di chiedere ad alcuni scrittori italiani di

comporre una loro «antologia personale»: nel senso d’una scelta non dei propri scritti ma delle proprie letture

considerate fondamentali, cioè di tracciare attraverso una successione di pagine d’autori prediletti un

paesaggio letterario, culturale e ideale. [...] Tra gli autori che hanno accettato l’invito, l’unico che finora ha

tenuto fede all’impegno è Primo Levi, il cui contributo era atteso come un test cruciale per questo tipo

d’impresa, dato che in lui s’incontrano la formazione scientifica, la sensibilità letteraria sia nel rievocare il

vissuto sia nell’immaginazione, e il forte senso della sostanza morale e civile d’ogni esperienza».

1. Comprensione del testo

Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo.

2. Analisi del testo

. 2.1 Quali sono per Levi le conseguenze degli «input ibridi» (r. 1) e dell’«ibridismo» (r. 7)?

. 2.2 Spiega le considerazioni di Levi sul «tempo soggettivo» (r. 15).

. 2.3 Perché si leggeva molto nella famiglia di Levi? Spiega, in particolare, perché leggere era «una

sorta di fata morgana nella direzione della sapienza» (r. 18).

. 2.4 Soffermati su ciò che Levi dichiara di avere ricavato dalle sue letture (rr. 26-33). In

particolare, spiega l’atteggiamento di Levi nei confronti della «carta stampata» (r. 29).

. 2.5 Esponi le tue osservazioni in un commento personale di sufficiente ampiezza.

3. Interpretazione complessiva ed approfondimenti

Proponi una tua interpretazione complessiva del brano e approfondiscila con opportuni collegamenti al

libro da cui il brano è tratto o ad altri testi di Primo Levi. In alternativa, prendendo spunto dal testo

proposto, proponi una tua «antologia personale» indicando le letture fatte che consideri fondamentali per

la tua formazione.

TIPOLOGIA B –

REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN“ARTICOLO DI GIORNALE”

(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)

CONSEGNE

Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o

in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti.

Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue

conoscenze ed esperienze di studio.

Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.

Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi

che l’articolo debba essere pubblicato.

Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.

1. AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO

ARGOMENTO: L’aspirazione alla libertà nella tradizione e nell’immaginario artistico-letterario.

DOCUMENTI

Dolce consorte, le rispose Ettorre,

ciò tutto che dicesti a me pur anco

ange il pensier; ma de’ Troiani io temo

fortemente lo spregio, e dell’altere

Troiane donne, se guerrier codardo

mi tenessi in disparte, e della pugna

evitassi i cimenti. Ah nol consente,

no, questo cor. Da lungo tempo appresi

ad esser forte, ed a volar tra’ primi

negli acerbi conflitti alla tutela

della paterna gloria e della mia.

Giorno verrà, presago il cor mel dice,

verrà giorno che il sacro iliaco muro

e Priamo e tutta la sua gente cada.

Ma né de’ Teucri il rio dolor, né quello

d’Ecuba stessa, né del padre antico,

né de’ fratei, che molti e valorosi

sotto il ferro nemico nella polve

cadran distesi, non mi accora, o donna,

sì di questi il dolor,

quanto il crudele tuo destino, [...]

Ma pria morto la terra mi ricopra,

ch’io di te schiava i lai pietosi intenda.

OMERO, Iliade, libro VI

O stranieri, nel proprio retaggio

torna Italia, e il suo suolo riprende;

o stranieri, strappate le tende

da una terra che madre non v’è.

Non vedete che tutta si scote

dal Cenisio alla balza di Scilla?

Non sentite che infida vacilla

sotto il peso de’ barbari piè?

O stranieri! Sui vostri stendardi

sta l’obbrobrio di un giuro tradito;

un giudizio da voi proferito

v’accompagna a l’iniqua tenzon;

voi che a stormo gridaste in quei giorni:

Dio rigetta la forza straniera;

ogni gente sia libera, e pèra

della spada l’iniqua ragion.

Se la terra ove oppressi gemeste

preme i corpi de’ vostri oppressori,

se la faccia d’estranei signori

tanto amara vi parve in quei dì;

chi v’ha detto che sterile, eterno

sarìa il lutto dell’itale genti?

Chi v’ha detto che ai nostri lamenti

sarìa sordo quel Dio che v’udì?

A. MANZONI, Marzo 1821, vv. 41-64, 1848

Or ti piaccia gradir la sua venuta:

libertà va cercando, ch’è sì cara,

come sa chi per lei vita rifiuta.

Tu ’l sai, che non ti fu per lei amara

in Utica la morte, ove lasciasti

la vesta ch’al gran dì sarà sì chiara.

DANTE ALIGHIERI, Purgatorio, I, vv. 70-75

«1. -[...] E se, come io dissi, era necessario, volendo vedere la virtù di Moisè, che il populo d'Isdrael fussi

stiavo in Egitto, et a conoscere la grandezza dello animo di Ciro, ch’e’ Persi fussino oppressati da’ Medi e la

eccellenzia di Teseo, che li Ateniensi fussino dispersi; così al presente, volendo conoscere la virtù d’uno

spirito italiano, era necessario che la Italia si riducessi nel termine che ell’è di presente, e che la fussi più

stiava che li Ebrei, più serva ch’e’ Persi, più dispersa che li Ateniensi, sanza capo, sanza ordine; battuta,

spogliata, lacera, corsa, et avessi sopportato d’ogni sorte ruina.

2. -[...] In modo che, rimasa sanza vita, espetta qual possa esser quello che sani le sue ferite, e ponga fine a’

sacchi di Lombardia, alle taglie del Reame e di Toscana, e la guarisca di quelle sue piaghe già per lungo

tempo infistolite. Vedesi come la prega Dio, che le mandi qualcuno che la redima da queste crudeltà et

insolenzie barbare. Vedesi ancora tutta pronta e disposta a seguire una bandiera, pur che ci sia uno che la

pigli.»

N. MACHIAVELLI, Il Principe, Capitolo XXVI, 1532

«Sciorinarono dal campanile un fazzoletto a tre colori, suonarono le campane a stormo, e cominciarono a

gridare in piazza: - Viva la libertà! – Come il mare in tempesta. La folla spumeggiava e ondeggiava davanti

al casino dei galantuomini, davanti al Municipio, sugli scalini della chiesa: un mare di berrette bianche; le

scuri e le falci che luccicavano. Poi irruppe in una stradicciuola.

-A te prima, barone! che hai fatto nerbare la gente dai tuoi campieri! – Innanzi a tutti gli altri una strega, coi

vecchi capelli irti sul capo, armata soltanto delle unghie. – A te, prete del diavolo! che ci hai succhiato

l’anima! – A te, ricco epulone, che non puoi scappare nemmeno, tanto sei grasso del sangue del povero! – A

te, sbirro! che hai fatto la giustizia solo per chi non aveva niente! A te, guardaboschi! che hai venduto la tua

carne e la carne del prossimo per due tarì al giorno! –

E il sangue che fumava ed ubbriacava. Le falci, le mani, i cenci, i sassi, tutto rosso di sangue! – Ai

galantuomini! Ai cappelli! Ammazza! Ammazza! Addosso ai cappelli – [...] E come l’ombra s’impiccioliva

lentamente sul sagrato, la folla si ammassava tutta in un canto. Fra due casucce della piazza, in fondo ad una

stradicciola che scendeva a precipizio, si vedevano i campi giallastri nella pianura, i boschi cupi sui fianchi

dell’Etna. Ora dovevano spartirsi quei boschi e quei campi. Ciascuno fra sé calcolava colle dita quello che gli

sarebbe toccato di sua parte, e guardava in cagnesco il vicino. – Libertà voleva dire che doveva essercene per

tutti!».

G. VERGA, La Libertà, da “Novelle rusticane”, 1883

Su i quaderni di scolaro

Su i miei banchi e gli alberi

Su la sabbia su la neve

Scrivo il tuo nome

Su ogni pagina che ho letto

E come potevamo noi cantare

con il piede straniero sopra il cuore,

fra i morti abbandonati nelle piazze,

sull’erba dura di ghiaccio, al lamento

d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero

della madre che andava incontro al figlio

Su ogni pagina che è bianca

Sasso sangue carta o cenere

Scrivo il tuo nome

Su le immagini dorate

Su le armi dei guerrieri

Su la corona dei re

Scrivo il tuo nome [...]

E in virtù d’una parola

Ricomincio la mia vita

Sono nato per conoscerti

Per chiamarti

Libertà

P. ELUARD, Liberté, 1942, trad. F. Fortini

crocifisso sul palo del telegrafo?

Alle fronde dei salici, per voto,

anche le nostre cetre erano appese,

oscillavano lievi al triste vento

S. QUASIMODO, da Giorno dopo giorno, 1947

«Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più grande dimostrazione per la libertà

nella storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò il

Proclama sull’Emancipazione. Questo fondamentale decreto venne come un grande faro di speranza per

milioni di schiavi negri che erano stati bruciati sul fuoco dell’avida ingiustizia. Venne come un’alba radiosa

a porre termine alla lunga notte della cattività. [...]

Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento.

Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo

permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle

maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.

Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunità negra non dovrà condurci a una

mancanza di fiducia in tutta la comunità bianca, perché molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro

presenza qui oggi, sono giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti a capire

che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà».

Martin Luther KING, da I have a dream, 1965

2. AMBITO SOCIO-ECONOMICO

ARGOMENTO: Il viaggio: esperienza dell’altro, formazione interiore, divertimento e divagazione, in

una parola, metafora della vita.

DOCUMENTI

«La felicità, che il lettore lo sappia, ha molte facce. Viaggiare, probabilmente, è una di queste. Affidi i fiori a

chi sappia badarvi, e incominci. O ricominci. Nessun viaggio è definitivo».

J. SARAMAGO, Viaggio in Portogallo, Torino, 1999

«Che cosa non è un viaggio? Per poco che si dia un’estensione figurata a questo termine – e non ci si è mai

trattenuti dal farlo – il viaggio coincide con la vita, né più né meno: essa è forse altra cosa che un passaggio

dalla nascita alla morte? Lo spostamento nello spazio è il primo segno... Il viaggio nello spazio simboleggia

il passaggio del tempo, lo spostamento fisico, a sua volta, il cambiamento interiore; tutto è viaggio».

T. TODOROV, Le morali della storia, Torino, 1995

«Oggi più che mai vivere significa viaggiare; la condizione spirituale dell’uomo come viaggiatore, di cui

parla la teologia, è anche una situazione concreta per masse sempre più vaste di persone. Sempre più incerto,

nelle vertiginose trasformazioni del vivere, appare il ritorno - materiale e sentimentale - a se stessi; l’Ulisse

odierno non assomiglia a quello omerico o joyciano, che alla fine ritorna a casa, bensì piuttosto a quello

dantesco che si perde nell' illimitato».

È una delle opere più note dell’artista. La

libertà che guida il popolo nasce in relazione

ai moti rivoluzionari del luglio 1830, che

rovesciarono il regno di Carlo X in soli tre

giorni.

La tela è dominata dall’impeto travolgente del

popolo che avanza e che nessuna forza

reazionaria potrà arrestare. È, questo, un

quadro nel quale è rappresentata con chiarezza

l’ideologia liberale dei giovani romantici.

E. DELACROIX La libertà che guida il popolo.

28 luglio 1830 (olio su tela, Parigi, Louvre)

C. MAGRIS, Tra i cinesi che sognano Ulisse, CORRIERE DELLA SERA, 12/12/2003

«Il bambino che amerà viaggiare comincia a sei anni a guardare i mappamondi e le carte geografiche.

Inginocchiato nella sua stanza, indifferente a qualsiasi richiamo della madre e del padre, segna col dito la

strada lunghissima che lo conduce per mare e per terra da Roma a Pechino, da Mosca a Città del Capo, lungo

gli andirivieni dei continenti e l’azzurro scuro e chiaro degli oceani. Sfoglia le carte: si innamora del nome di

Bogotà o di Valparaiso, immagina di violare foreste tropicali e deserti, di scalare l’Everest e il Kilimangiàro,

come gli eroi dei suoi libri d’avventura. Così l’infinito del mondo diventa famigliare e a portata di mano... Il

ragazzo impara che, quando viaggiamo, compiamo sempre due viaggi. Nel primo, il più fantastico, egli legge

la guida dell’Austria o della Svezia o dell’Irlanda: città, fiumi, pianure, foreste, opere d’arte, notizie storiche

ed economiche. E studia il viaggio futuro. Nulla è più divertente che progettarlo: perché il ragazzo muta gli

itinerari della guida, stabilisce nuovi rapporti, insegue luoghi sconosciuti, giunge in Austria dalla Baviera o

dalla Boemia, evita città o regioni che non ama, stabilisce la durata dei percorsi, distingue mattine, pomeriggi

e sere. Le ore sono piene di cose: in una piazza di Vienna si fermerà, chissà perché, quattro ore. Il tempo

viene governato da una gioiosa pedanteria. Quando inizia il viaggio, il ragazzo si accorge che la realtà non ha

nulla o poco da fare coi suoi progetti fantastici. Il paese che immaginava giallo è verde: quello che pensava

rosso è celeste. I due viaggi, quello fantastico e quello reale, quello delle guide e quello del mondo, ora si

accordano, ora si combattono».

P. CITATI, Le guide delle meraviglie, LA REPUBBLICA, 28/12/2004

«In definitiva, che modo di viaggiare è questo? Fare un giro per questa città di Miranda do Douro, questa

Cattedrale, questo sacrestano, questo cappello a cilindro e questa pecora, dopodiché segnare una croce sulla

mappa, rimettersi in marcia e dire, come il barbiere mentre scuote l’asciugamano: «Avanti un altro».

Viaggiare dovrebbe essere tutt’altro, fermarsi più a lungo e girare di meno, forse si dovrebbe addirittura

istituire la professione del viaggiatore, solo per chi ha tanta vocazione, è di gran lunga in errore chi crede che

sarebbe un lavoro di poca responsabilità, ogni chilometro non vale meno di un anno di vita. Alle prese con

questo filosofare, il viaggiatore finisce per addormentarsi, e quando al mattino si sveglia, ecco davanti agli

occhi la pietra gialla, è il destino delle pietre, sempre nello stesso posto, a meno che non venga il pittore e se

le porti via nel cuore».

J. SARAMAGO, Viaggio in Portogallo, Torino, 1999

«Il viaggiatore aveva un pregiudizio favorevole nei confronti di popoli di contrade lontane e cercava di

descriverli ai suoi compatrioti;... ora l’uomo moderno è incalzato. Il turista farà quindi, un’altra scelta: le

cose, e non più gli esseri umani, saranno oggetto della sua predilezione: paesaggi, monumenti, rovine... Il

turista è un visitatore frettoloso ...non solo perché l’uomo moderno lo è in generale, ma anche perché la visita

fa parte delle sue vacanze e non della sua vita professionale; i suoi spostamenti all’estero sono limitati entro

le sue ferie retribuite. La rapidità del viaggio costituisce già una ragione della sua preferenza per l’inanimato

rispetto all’animato: la conoscenza dei costumi umani, diceva Chateaubriand, richiede tempo. Ma c’è

un’altra ragione per questa scelta: l’assenza di incontri con soggetti differenti, è molto riposante, poiché non

mette mai in discussione la nostra identità; è meno pericoloso osservare cammelli che uomini».

T. TODOROV, Noi e gli altri, “L’Esotico”, Torino, 1991, passim

«Ero a Volgograd...Ero a Benares...Ero a Ketchum...Ero a Jàsnaja Poljana...Ero a Colonia...Ero

sull’Ortigara... Tutti gli spostamenti fisici, se l’intelligenza vuole e il cuore lo concede, possono assomigliare

a splendidi incroci magnetici. Attraversare lo spazio eccita il tempo. Sarà per questo che, quando parto, cerco

sempre di trovare, innanzitutto, le ragioni del ritorno? Non erano così i viaggi del Novecento! Molti di quelli

che li compivano avrebbero voluto smarrirsi in un altrove fantastico capace di garantire, a poco prezzo e

senza troppi disagi, chissà quali clamorose scoperte e fulgide ebbrezze... In classe abbiamo una bella carta

geografica. Molti miei alunni, slavi, arabi, africani e asiatici, possono considerarsi esperti viaggiatori. Hanno

mangiato la polvere dei deserti, il catrame delle autostrade. Conoscono la vernice scrostata delle sbarre

doganali, i sonni persi con la testa appoggiata al finestrino dell’autobus, i documenti stropicciati fra le mani...

Adesso sono loro a spiegarmi, con pazienza e lungimiranza, lasciando scorrere il dito sulla mappa, le

scalcinate periferie di Addis Abeba, la foresta pluviale poco distante da Lagos, i mercati galleggianti di

Dacca, gli empori di Herat, le feste di Rabat, gli scantinati di Bucarest. Ed io compio davvero insieme a loro,

senza pagare il biglietto, il giro del mondo in aula».

E. AFFINATI, Viaggiare con il cuore, CORRIERE DELLA SERA, 4/2/2005

«Si vorrebbe sempre essere: essere stati, mai. E ci ripugna di non poter vivere contemporaneamente in due

luoghi, quando e l’uno e l’altro vivono nel nostro pensiero, anzi nel nostro sistema nervoso: nel nostro

corpo... Possiamo infatti metterci in viaggio. Ma mentre la meta si avvicina e diventa reale, il luogo di

partenza si allontana e sostituisce la meta nell’irrealtà dei ricordi; guadagnamo una, e perdiamo l’altro. La

lontananza è in noi, vera condizione umana... Laggiù si sognava la patria, come dalla patria si sogna l’estero.

Ma il primo grande viaggio lascia nei giovani, di qualunque levatura e sensibilità, un dissidio che le abitudini

non possono comporre; precisa l’idea degli oceani, dei porti, dei distacchi; crea quasi, nella mente, una

nuova forma, una nuova categoria: la categoria della lontananza; la considerazione, ormai, di tutte le terre

lontane. È forse un vizio. Chi è stato in Cina vorrebbe provare l’Argentina, il Transvaal, l’Alaska. Chi è stato

al Messico si commuove anche quando sente parlare dell’India, dell’Australia, della Cina. Questi nomi, una

volta al più colorate e melanconiche geografie, sono ora possibili, reali, affascinanti. Chi ha provato la

lontananza difficilmente ne perde il gusto. Il primo viaggio, la prima sera che il novo-peregrin è in cammino,

nasce la nostalgia, per sempre. Ed è il desiderio di tornare non soltanto in patria; ma dappertutto: dove si è

stati e dove non si è stati. Due grandi direzioni si alternano: verso casa, verso fuori... Non capisce, forse, non

ama il proprio paese chi non l’ha abbandonato almeno una volta, e credendo fosse per sempre».

M. SOLDATI, America primo amore, “Lontananza”, 1935

3. AMBITO STORICO-POLITICO

ARGOMENTO: La memoria storica tra custodia del passato e progetto per il futuro.

DOCUMENTI

“Osserva il gregge che pascola davanti a te: non sa che cosa sia ieri, che cosa sia oggi; salta intorno, mangia,

digerisce, salta di nuovo, e così dal mattino alla sera e giorno dopo giorno, legato brevemente con il suo

piacere e con il suo dispiacere, attaccato cioé al piolo dell’attimo e perciò né triste né annoiato ... L’uomo

chiese una volta all’animale: Perché mi guardi soltanto senza parlarmi della tua felicità? L’animale voleva

rispondere e dire: Ciò avviene perché dimentico subito quello che volevo dire - ma dimenticò subito anche

questa risposta e tacque; così l’uomo se ne meravigliò. Ma egli si meravigliò anche di se stesso, di non poter

imparare a dimenticare e di essere sempre attaccato al passato: per quanto lontano egli vada e per quanto

velocemente, la catena lo accompagna. » È un prodigio: l’attimo, in un lampo, è presente, in un lampo è

passato, prima un niente, dopo un niente, ma tuttavia torna come fantasma e turba la pace di un istante

successivo. Continuamente si stacca un foglio dal rotolo del tempo, cade, vola via - e improvvisamente rivola

indietro, in grembo all’uomo. Allora l’uomo dice ‘mi ricordo’.”

F. NIETZSCHE, Considerazioni inattuali – Sull’utilità e il danno della storia per la vita, 1884

“La distruzione del passato, o meglio la distruzione dei meccanismi sociali che connettono l’esperienza dei

contemporanei a quella delle generazioni precedenti, Ë uno dei fenomeni più tipici e insieme più strani degli

ultimi anni del Novecento. La maggior parte dei giovani alla fine del secolo è cresciuta in una sorta di

presente permanente, nel quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi

vivono. Questo fenomeno fa sì che la presenza e l’attività degli storici, il cui compito è di ricordare ciò che

gli altri dimenticano, siano ancor più essenziali alla fine del secondo millennio di quanto mai lo siano state

nei secoli scorsi. Ma proprio per questo motivo gli storici devono essere più che semplici cronisti e

compilatori di memorie, sebbene anche questa sia la loro necessaria funzione.”.

E. J. HOBSBAWM, Il secolo breve, Milano, 1997

“Mai si è parlato tanto di memoria da quando è caduto il Muro di Berlino nell’autunno ‘89, e tuttavia questo

discorrere concitato restava ingabbiato nel nominalismo: i fatti riesumati non erano che flatus vocis, il cui

significato sembrava destinato a sperdersi. [...] La storia recente dell’uomo europeo si riassume in questa

incapacità di cadere nel tempo, e riconoscerlo. Di lavorare sulla memoria, ma anche di oltrepassarla per

estenderne i confini e costruire su di essa. [...] Quel che ci salva, e ci dà il senso del tempo, è il nostro “esser

nani che camminano sulle spalle di giganti”. I giganti sono le nostre storie, i successivi e contraddittori volti

che abbiamo avuto in passato, e in quanto tali personificano il vissuto personale e collettivo che ci portiamo

dietro come bagagli. Dalle loro alte spalle possiamo vedere un certo numero di cose in più, e un po’ più

lontano. Pur avendo la vista assai debole possiamo, col loro aiuto, andare al di là della memoria e dell’oblio”.

B. SPINELLI, Il sonno della memoria, Milano, 2001

“La memoria è il rombo sordo del tempo, scandisce il distacco dal passato per tentare di capire quel che è

accaduto”.

E. LOEWENTHAL, “La Stampa” 25.1.2002

4. AMBITO TECNICO-SCIENTIFICO

ARGOMENTO: Catastrofi naturali: la scienza dell’uomo di fronte all’imponderabile della Natura!

DOCUMENTI

«Natura! Ne siamo circondati e avvolti - incapaci di uscirne, incapaci di penetrare più addentro in lei. Non

richiesta, e senza preavviso, essa ci afferra nel vortice della sua danza e ci trascina seco, finché, stanchi, non

ci sciogliamo dalle sue braccia. Crea forme eternamente nuove; ciò che esiste non è mai stato; ciò che fu non

ritorna – tutto è nuovo, eppur sempre antico. Viviamo in mezzo a lei, e le siamo stranieri. Essa parla

continuamente con noi, e non ci tradisce il suo segreto. Agiamo continuamente su di lei, e non abbiamo su di

lei nessun potere. Sembra aver puntato tutto sull’individualità, ma non sa che farsene degli individui.

Costruisce sempre e sempre distrugge: la sua fucina è inaccessibile... Il dramma che essa recita è sempre

nuovo, perché crea spettatori sempre nuovi. La vita è la sua più bella scoperta, la morte, il suo stratagemma

per ottenere molta vita... Alle sue leggi si ubbidisce anche quando ci si oppone; si collabora con lei anche

quando si pretende di lavorarle contro... Non conosce passato né avvenire; la sua eternità è il presente... Non

le si strappa alcuna spiegazione, non le si carpisce nessun beneficio, ch’essa non dia spontaneamente... È un

tutto; ma non è mai compiuta. Come fa oggi, potrà fare sempre».

J. W. GOETHE, Frammento sulla natura, 1792 o 1793

«Molte sono e in molti modi sono avvenute e avverranno le perdite degli uomini, le più grandi per mezzo del

fuoco e dell’acqua... Quella storia, che un giorno Fetonte, figlio del Sole, dopo aver aggiogato il carro del

padre, poiché non era capace di guidarlo lungo la strada del padre, incendiò tutto quello che c’era sulla terra

ed anch’egli morì fulminato, ha l’apparenza di una favola, però si tratta in realtà della deviazione dei corpi

celesti che girano intorno alla terra e che determina in lunghi intervalli di tempo la distruzione, mediante una

grande quantità di fuoco, di tutto ciò che c’è sulla terra... Quando invece gli dei, purificando la terra con

l’acqua, la inondano,... coloro che abitano nelle vostre città vengono trasportati dai fiumi nel mare... Nel

tempo successivo, accaduti grandi terremoti e inondazioni, nello spazio di un giorno e di una notte

tremenda... scomparve l’isola di Atlantide assorbita dal mare; perciò ancora quel mare è impraticabile e

inesplorabile, essendo d’impedimento i grandi bassifondi di fango che formò l’isola nell’inabissarsi».

PLATONE, Timeo, 22c – 25d passim

«La violenza assassina del sisma ci pone davanti alla nostra nuda condizione umana e alle nostre

responsabilità. Inadeguatezza delle nostre conoscenze, l’insufficienza delle nostre tecnologie... Un punto

tuttavia – tutto laico - è ineludibile: dobbiamo investire nuove energie sul nesso tra natura e comunità umana.

Energie di conoscenza, di tecnologie ma anche di solidarismo non genericamente umanitario, ma

politicamente qualificato».

G. E. RUSCONI, L’Apocalisse e noi, LA STAMPA, 30/12/2004

«Mi fa una certa tenerezza sentire che l’asse terrestre si è spostato. Mi fa tenerezza perché fa della Terra un

oggetto più tangibile e familiare. Ce la fa sentire più «casa», piccolo pianeta dal cuore di panna,

incandescente, che mentre va a spasso negli spazi infiniti insieme al Sole, gli gira intorno, ruota su se stesso e

piroetta intorno al proprio asse – un ferro da calza infilato nel gomitolo del globo – che con la sua

inclinazione di una ventina di gradi ci dà il giorno e la notte e l’alternarsi delle stagioni. Non è male

ricordarsi ogni tanto che la Terra è grande, ma non infinita; che non vive di vita propria in mezzo al nulla, ma

ha bisogno di trovarsi sempre in buona compagnia; che non è un congegno automatico ad orologeria, ma che

tutto procede (quasi) regolarmente soltanto per una serie di combinazioni fortunate. La Terra è la nostra

dimora, infinitamente meno fragile di noi, ma pur sempre fragile e difesa soltanto dalle leggi della fisica e

dalla improbabilità di grandi catastrofi astronomiche... Quella dello spostamento dell’asse terrestre è solo una

delle tante notizie–previsioni di matrice scientifica... C’è chi dice che a questo evento sismico ne seguiranno

presto altri «a grappoli»... Altri infine fanno previsioni catastrofiche sul tempo che sarà necessario per

ripristinare certi ecosistemi... Ciò avviene...perché moltissime cose le ignoriamo, soprattutto in alcune

branche delle scienze della Terra... La verità è che, eccetto casi particolarmente fortunati, non siamo ancora

in condizione di prevedere i terremoti e i maremoti».

E. BONCINELLI, Dall’asse distorto ai grappoli sismici. Quando la scienza vuol parlare troppo,

CORRIERE DELLA SERA, 2/1/2005

«Il paradosso è questo: i fattori che causano un maremoto... sono gli stessi che, ragionando in tempi lunghi,

hanno reso il nostro Pianeta un luogo privilegiato del sistema solare, dove la vita ha potuto svilupparsi ed

evolvere. Partiamo da considerazioni banali: gli ingredienti di uno tsunami o maremoto sono due: grandi

masse d’acqua liquida, cioè l’oceano; e, sotto all’oceano, uno strato solido e rigido, la litosfera terrestre, che

però si muove. La litosfera che giace sotto gli oceani varia di spessore tra i 10 e gli 80 chilometri; in alcune

zone particolari è squassata periodicamente da improvvisi sussulti con spostamenti di masse che possono

trasmettere grande energia alle acque sovrastanti e causare il maremoto. Ma perché questi sussulti, perché

questa litosfera solida ma viva, vibrante, sempre in movimento...? E poi, perché questi grandi volumi di

acqua liquida che coprono i due terzi della nostra Terra?».

E. BONATTI, Ma è l’oceano che ci dà vita, IL SOLE 24 ORE, 2/1/2005

«Il XX secolo ci ha insegnato che l’universo è un posto più bizzarro di quanto si immagini... Né l’instabilità

dell’atomo, né la costanza della velocità della luce si accordano allo schema classico della fisica newtoniana.

Si è aperta una frattura fra ciò che è stato osservato e quanto gli scienziati possono invece spiegare. A livello

microscopico i cambiamenti sono improvvisi e discontinui: gli elettroni saltano da un livello energetico

all’altro senza passare per stadi intermedi; alle alte velocità non valgono più le leggi di Newton: la relazione

fra forza e accelerazione è modificata, e così pure la massa, le dimensioni e perfino il tempo... La speranza

che tutti i fenomeni naturali possano essere spiegati in termini di materia, di forze fondamentali e di

variazioni continue è più esile di quanto si creda, anche negli ambiti di ricerca più familiari. Ciò vale per

buona parte della fisica e per alcuni aspetti della chimica, scienza che solo nel XIX secolo è divenuta

rigorosamente quantitativa, mentre è molto meno vero per la chimica organica e per la biochimica. Scienze

della Terra, come la geologia o la meteorologia, in cui la complessità non può essere troppo idealizzata, si

basano più su descrizioni e giudizi qualitativi specializzati che su una vera teoria».

A. VOODCKOC – M. DAVIS, La teoria delle catastrofi, Milano, 1982

«Comprendere il mondo, agire sul mondo: fuor di dubbio tali sono gli obiettivi della scienza. In prima

istanza si potrebbe pensare che questi due obiettivi siano indissolubilmente legati. Infatti, per agire, non

bisogna forse avere una buona intelligenza della situazione, e inversamente, l’azione stessa non è forse

indispensabile per arrivare ad una buona comprensione dei fenomeni?... Ma l’universo, nella sua immensità ,

e la nostra mente, nella sua debolezza sono lontani dall’offrirci sempre un accordo così perfetto: non

mancano gli esempi di situazioni che comprendiamo perfettamente, ma in cui ci si trova ugualmente in una

completa incapacità di agire; si pensi ad un tizio la cui casa è invasa da un’inondazione e che dal tetto sui cui

si è rifugiato vede l’onda che sale o lo sommerge. Inversamente ci sono situazioni in cui si può agire

efficacemente senza comprenderne i motivi... quando non possiamo agire non ci resta più che fare buon viso

a cattivo gioco e accettare stoicamente il verdetto del destino... Il mondo brulica di situazioni sulle quali

visibilmente possiamo intervenire, ma senza sapere troppo bene come si manifesterà l’effetto del nostro

intervento».

R. THOM, Modelli matematici della morfogenesi, Torino, 1985

TIPOLOGIA C – TEMA DI ARGOMENTO STORICO

L‟Europa del 1914 e l‟Europa del 2014: quali le differenze?

Il candidato esamini la questione sotto almeno tre dei seguenti profili: forme istituzionali degli Stati

principali; stratificazione sociale; rapporti fra cittadini e istituzioni; sistemi di alleanze; rapporti fra gli Stati

europei; rapporti fra l’Europa e il resto del mondo.

TIPOLOGIA D – TEMA DI ORDINE GENERALE

«L’industrializzazione ha distrutto il villaggio, e l’uomo, che viveva in comunità, è diventato folla solitaria

nelle megalopoli. La televisione ha ricostruito il «villaggio globale», ma non c’è il dialogo corale al quale

tutti partecipavano nel borgo attorno al castello o alla pieve. Ed è cosa molto diversa guardare i fatti del

mondo passivamente, o partecipare ai fatti della comunità.»

G. TAMBURRANO, Il cittadino e il potere, in “In nome del Padre”, Bari, 1983

Discuti l’affermazione citata, precisando se, a tuo avviso, in essa possa ravvisarsi un senso di “nostalgia” per

il passato o l’esigenza, diffusa nella società contemporanea, di intessere un dialogo meno formale con la

comunità circostante.

___________________________

Durata massima della prova: 6 ore.

È consentito soltanto l’uso del dizionario italiano.

Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 4 ore dalla dettatura del tema.

Il ° SIMULAZIONE PRIMA PROVA: ITALIANO

TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO

Giovanni Pascoli, Nella Nebbia, da Primi Poemetti, Zanichelli, Bologna, 1926.

E guardai nella valle: era sparito

tutto! Sommerso! Era un gran mare piano,

grigio, senz’onde, senza lidi, unito.

E c’era appena, qua e là, lo strano

vocìo di gridi piccoli e selvaggi:

uccelli spersi per quel mondo vano.

E alto, in cielo, scheletri di faggi,

come sospesi, e sogni di rovine

e di silenziosi eremitaggi.

Ed un cane uggiolava senza fine,

né seppi donde, forse a certe péste*

che sentii, né lontane né vicine;

eco di péste né tarde né preste,

alterne, eterne. E io laggiù guardai:

nulla ancora e nessuno, occhi, vedeste.

Chiesero i sogni di rovine: – Mai

non giungerà? – Gli scheletri di piante

chiesero: – E tu chi sei, che sempre vai?

Io, forse, un’ombra vidi, un’ombra errante

con sopra il capo un largo fascio. Vidi,

e più non vidi, nello stesso istante.

Sentii soltanto gl’inquieti gridi

d’uccelli spersi, l’uggiolar del cane,

e, per il mar senz’onde e senza lidi,

le péste né vicine né lontane.

*péste: orme, impronte, quindi passi

1. Comprensione del testo

Dopo un’attenta lettura, presenta in sintesi il contenuto della lirica.

2. Analisi del testo

2.1 Analizza il testo dal punto di vista stilistico, con riferimento alla metrica, alla presenza di figure

retoriche, alle scelte lessicali.

2.2 Spiega il significato simbolico dell’immagine del “mar senz’onde e senza lidi” presente nella prima e

nell’ultima strofa del testo.

2.3 Spiega a che cosa può alludere l’espressione ‘un’ombra errante’ al v. 19.

2.4 Soffermati sulle modalità descrittive dell’ambiente naturale, evidenziando l’uso dei diversi piani

sensoriali e il particolare effetto di sospensione degli elementi di riferimento spazio-temporali.

2. Interpretazione complessiva e approfondimenti

Sulla base dell’analisi condotta, proponi una tua interpretazione complessiva della poesia, ricostruendone

simboli e temi. Approfondisci l’interpretazione con opportuni collegamenti ad altri testi di Pascoli e/o di altri

autori a te noti, in cui il rapporto con l’ambiente naturale diventa esperienza dell’insondabilità del reale e

percezione del mistero dell’esistenza.

Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna nel 1855, quarto di dieci figli. Il poeta è segnato dolorosamente da

un’infanzia e un’adolescenza costellate da lutti familiari e sciagure, prima fra tutte l’assassinio del padre. Dopo alcuni

anni di insegnamento nei licei, inizia la carriera universitaria, che lo porterà a succedere a Carducci all’Università di

Bologna. Muore a Bologna nel 1912, accudito dalla sorella Mariù, con la quale aveva cercato tutta la vita di ricostituire

il ‘nido’ distrutto. Le raccolte poetiche di Pascoli presentano un’organizzazione che non corrisponde alla reale sequenza

cronologica dei testi, in quanto l’autore lavora contemporaneamente a contenuti e generi diversi. La lirica Nella Nebbia,

tratta dai Primi poemetti, presenta molti dei motivi, delle immagini e dei simboli che caratterizzano la produzione

poetica pascoliana.

TIPOLOGIA B –

REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN“ARTICOLO DI GIORNALE”

(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)

CONSEGNE

Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o

in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti.

Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue

conoscenze ed esperienze di studio.

Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.

Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi

che l’articolo debba essere pubblicato.

Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.

1. AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO

ARGOMENTO: Il tema della gelosia nella letteratura e nell’arte

DOCUMENTI

Edvard Munch, Gelosia, 1895, Bergen Kunstmuseum

La figura maschile sulla destra del quadro mostra

una sfumatura verdastra negli occhi e nel viso ed

ha lo sguardo allucinato; evidentemente la sua

sofferenza nasce dalla scena che si svolge in

secondo piano, dove un uomo sta offrendo dei

fiori rossi ad una donna seminuda rappresentata

nell’atto di cogliere un frutto da un albero.

«Quand'aveva la barba era veramente un bell'uomo; alto di statura, ferrigno. Ma ora, tutto raso per obbedire

alla moda, con quel mento troppo piccolo e quel naso troppo grosso, dire che fosse bello, via, non si poteva

più dire, soprattutto perché pareva che lui lo pretendesse, anche così con la barba rasa, anzi appunto perché

se l'era rasa.

- La gelosia, del resto, - sentenziò, - non dipende tanto dalla poca stima che l'uomo ha della donna, o

viceversa, quanto dalla poca stima che abbiamo di noi stessi. E allora...

Ma guardandosi per caso le unghie, perdette il filo del discorso, e fissò donna Giannetta, come se avesse

parlato lei e non lui. Donna Giannetta, che se ne stava ancora alla specchiera, con le spalle voltate, lo vide

nello specchio, e con una mossetta degli occhi gli domandò:

- E allora... che cosa?

- Ma sì, è proprio questo! Nasce da questo! - riprese lui, con rabbia. - Da questa poca stima di noi, che ci fa

credere, o meglio, temere di non bastare a riempire il cuore o la mente, a soddisfare i gusti o i capricci di chi

amiamo; ecco!»

Luigi PIRANDELLO, La fedeltà del cane, Novelle per un anno, CDE, Milano, 1987

«Fra i poteri della gelosia c’è quello di rivelarci quanto la realtà dei fatti esteriori e i sentimenti dell’animo

siano qualcosa di sconosciuto che si presta a mille supposizioni. Crediamo di sapere esattamente le cose e

quel che pensa la gente per la semplice ragione che non ce ne importa. Ma non appena abbiamo, come hanno

i gelosi, il desiderio di sapere, davanti a noi c’è un caleidoscopio vertiginoso nel quale non distinguiamo più

niente.»

Marcel PROUST, Alla ricerca del tempo perduto, Albertine scomparsa, trad. G. Raboni, Mondadori, Milano,

1993

«La cucina è spenta, non preparo la cena, non apparecchio i piatti, niente vino. Siedo con il foglio del conto

aperto e aspetto. Lei ritorna, saluta, vede e si mette a sedere. Quanto siamo rimasti zitti, poi che parole

mandate allo sbaraglio nel campo dei centimetri che le nostre mani non potevano attraversare: ho scordato.

Deve avermi detto di non fare così, ma io non so più di che materia fosse quel così, se bruciava o era spento.

Ora che è vita andata, recito l’atto di dolore: mi pento e mi dolgo, mi dolgo e mi pento di averle presentato il

conto. La presunzione di avere diritto mi gonfiava la vena della fronte. Avanzavo il mio rauco reclamo e più

sacrosanto era, più era goffo: le chiedevo conto, e mai si deve tra chi sta in amore. Non esiste il tradito, il

traditore, il giusto e l’empio, esiste l’amore finché dura e la città finché non crolla.»

Erri DE LUCA, Il conto, Il contrario di uno, Feltrinelli, Milano, 2009

2. AMBITO SOCIO-ECONOMICO

ARGOMENTO: Emoji ed emoticon: una forma di comunicazione sempre più diffusa.

DOCUMENTI

«L'uso di emoji ed emoticon può modificare la percezione che gli altri hanno di noi e influire sulle nostre

relazioni sociali. A indicarlo è un lavoro pubblicato su Trends in Cognitive Science, dalla 'cyberpsicologa’

Linda Kaye, dell'università britannica di Edge Hill, che indica come questa forma di comunicazione fornisca

indicazioni sulla personalità di chi la usa. Oggi oltre il 90% degli utenti della Rete è solito usare emoticon ed

emoji in testi scritti ed email. E non è solo un fatto generazionale, assicurano gli esperti. Un'indagine

condotta nel 2014 su mille americani ha indicato che soltanto il 54% di chi usa le faccine ha dai 18 ai 34

anni. Tutti gli altri, quasi la metà, sono adulti fatti e finiti se non addirittura anziani. Segno che, spiegano le

autrici del paper, questa forma di comunicazione è più collegata alla personalità che all'età. Durante

un'interazione faccia a faccia, che sia dal vivo o attraverso video chiamate su Skype o FaceTime, usiamo non

solo un linguaggio verbale ma anche una comunicazione veicolata ad esempio dal movimento delle mani, la

postura o le espressioni facciali. Quando scriviamo tutto questo 'non detto' scompare ma l'uso delle emoji ed

emoticon nelle chat va a creare un linguaggio che in qualche modo sostituisce la comunicazione non verbale.

"Il più delle volte - ha detto Kaye - usiamo gli emoji come i gesti, come un modo di valorizzare le

espressioni emotive. Ci sono molte peculiarità nel modo con cui gesticoliamo e le emoji sono qualcosa di

simile, soprattutto nei differenti modi sul come e perché le usiamo". […] "Le persone formulano giudizi su di

noi in base a come usiamo gli emoji", ha precisato Kaye. "Bisogna essere consapevoli - ha concluso - che

questi giudizi possono differire a seconda del dove o con chi si usa quell'emoji, se ad esempio con persone di

lavoro o con la famiglia o gli amici".»

Altro che gesti, gli emoticon raccontano come siamo, «La Repubblica», 17.1.2017

«L’uso di emoji è efficace sul piano comunicativo quando riesce a produrre un testo che è ironico e diretto.

L’essenzialità della forma e la condensazione dei contenuti alleggeriscono il lavoro psichico alla base della

ricezione del messaggio e producono un effetto distensivo che facilita il contatto, predispone alla

comunicazione. L’ironia si accorda bene con questo meccanismo, che funziona nella sua stessa direzione, e

aggiunge il proprio lavoro. Sospende, senza abolire, la censura di sentimenti repressi e di pensieri rimossi

(incompatibili con la correttezza formale della relazione tra i comunicanti) e rende l’espressione dei

sentimenti più immediata e sincera. La comunicazione ironica con gli emoji, consente di sostare tra il dire e

il non dire, dove le cose dette, pur essendo dirette, non sono pietre che pesano. Si giova della libertà e della

discrezione che alloggiano nell’allusione e trasforma l’immediatezza in prossimità. Tuttavia, la scrittura

emoji stenta in modo evidente quando è usata per rappresentare emozioni e pensieri complessi. La

rappresentazione per immagini stilizzate manca della ricchezza di connessioni e della plasticità della

costruzione del discorso che offrono il testo scritto o l’opera pittorica. Di conseguenza irrigidisce il

movimento/espansione del gesto psicocorporeo di apertura al mondo, che è all’origine di ogni nostra

espressione. Si trova a disagio nell’area dell’incertezza tra ciò che riusciamo a sentire e ciò che ci sfugge,

sentimenti che assumiamo e sentimenti in cui facciamo fatica a riconoscerci. Non riuscendo ad afferrare la

potenzialità del nostro sentire, la scrittura emoji mente quando si cimenta con l’espressione del nostro modo

di essere.»

Sarantis THANOPULOS, Sentire, pensare e dire con gli emoji, «Il Manifesto», 30.5.2015

3. AMBITO STORICO-POLITICO

ARGOMENTO: Il colonialismo italiano.

DOCUMENTI

«Chi, in Italia, non ha sentito almeno una volta alla radio o in televisione esecuzioni di canzonette del

periodo coloniale come Faccetta nera o Tripoli bel suol d’amore? Ma quanti sarebbero in grado di precisare

quali domini coloniali l’Italia liberale e l’Italia fascista stabilirono, in quali anni, per quale motivo e con quali

risultati? In quasi tutte le città della Penisola permane il ricordo toponomastico delle imprese coloniali

dell’Italia unita: una piazza Adua, un corso Tripoli o una via Mogadiscio, o simili, fanno ancora mostra di sé

negli elenchi stradali italiani. Ma quanti - soprattutto tra i giovani - sanno spiegarsi il perché di quei nomi a

fronte dell’assenza di quelli di altre città africane, forse anche più importanti ma che non furono dominio

italiano?»

Nicola LABANCA, Oltremare. Storia dell’espansione coloniale italiana, Il Mulino, Bologna, 2002

«Si deve a singoli episodi se, in modo sporadico e irregolare, l’Italia uscita dal fascismo e dalla guerra ha

ricordato e ricorda il passato coloniale. La nostalgia ha cancellato le colpe dai libri di testo e i sensi di colpa

dalle coscienze; l’oblio ha appannato i sentimenti e gli interessi. Eppure il colonialismo, benché in parte fuori

tempo e pieno di manchevolezze, è parte integrante della storia d’Italia e della sua stessa formazione come

nazione e Stato unitario. La lunga frequentazione con l’Africa autorizza i documenti del ministero degli

Esteri o il dibattito politico ordinario a parlare pudicamente di legami storici e culturali, ma l’attenzione è

scarsa, superficiale, inficiata da preconcetti e luoghi comuni.»

Gian Paolo CALCHI NOVATI, L’Africa d’Italia. Una storia coloniale e postcoloniale, Carocci, Roma, 2011

«… lo scopo di questi tentativi coloniali è quello appunto di convertire questi vasti territorii in larghi mercati

e centri novelli di consumazione. Quando in quelle ora deserte contrade il contatto di colonie italiane verrà

mutando usanze e tenore di vita, e vi saranno introdotte le istituzioni e le abitudini dell’Europa, gl’indigeni,

invece di cibarsi malamente di un po’ di dura [cereali], e di coprirsi di pochi cenci, cominceranno a sentire

novelli bisogni, e diverranno consumatori utili dei prodotti europei, per le esigenze create dal sole della

civiltà. D’altronde, dovunque l’uomo incivilito porta con sé in mezzo a popoli di civiltà inferiore capacità

intellettuali, cognizioni tecniche, capitali, e lavoro, è impossibile economicamente, che non produca e non

accresca valori e ricchezze.»

Giorgio ROCHAT, da Dichiarazioni del Ministro degli Esteri, Mancini, alla Camera dei deputati sulla

politica italiana nel Mar Rosso (27 gennaio 1885) – in Giorgio ROCHAT, Il colonialismo italiano,

Loescher, Torino, 1973

«La grande Proletaria si è mossa. Prima ella mandava altrove i suoi lavoratori che in Patria erano troppi e

dovevano lavorare per troppo poco. […] Il mondo li aveva presi a opra i lavoratori d’Italia; e più ne aveva

bisogno, meno mostrava di averne, e li pagava poco e li trattava male e li stranomava. […] Ma la grande

Proletaria ha trovato luogo per loro: una vasta regione bagnata dal nostro mare, verso la quale guardano,

come sentinelle avanzate, piccole isole nostre; verso la quale si protende impaziente la nostra isola grande;

una vasta regione che già per opera dei nostri progenitori fu abbondevole d’acque e di messi, e verdeggiante

d’alberi e giardini; e ora, da un pezzo, per l’inerzia di popolazioni nomadi e neghittose, è per gran parte un

deserto. […] Vivranno liberi e sereni su quella terra che sarà una continuazione della terra nativa, con

frapposta la strada vicinale del mare. Troveranno, come in Patria, a ogni tratto le vestigia dei grandi antenati.

Anche là è Roma. […] Ora l’Italia, la grande martire delle nazioni, dopo solo cinquant’anni ch’ella rivive, si

è presentata al suo dovere di contribuire per la sua parte all’umanamento e incivilimento dei popoli; al suo

diritto di non essere soffocata e bloccata nei suoi mari; al suo materno ufficio di provvedere ai suoi figli

volonterosi quel che sol vogliono, lavoro ...»

Giovanni PASCOLI, La grande Proletaria si è mossa, discorso pronunciato a Barga il 26.11.1911 per

celebrare la guerra per la conquista della Libia – in Giovanni PASCOLI, Prose I. Pensieri di varia umanità,

Mondadori, Milano, 1971

4. AMBITO TECNICO-SCIENTIFICO

ARGOMENTO: L’attività umana e la sfida globale dei cambiamenti climatici: responsabilità delle

generazioni presenti verso le generazioni future.

DOCUMENTI

«[…] il cambiamento climatico è arrivato ad uno stadio avanzato, ma non ancora incontrollabile. La sua

origine è l’attività umana e, proprio per questo, l’uomo può ancora intervenire per limitarne gli impatti più

disastrosi. Per riuscirci, serve un cambiamento radicale nei nostri sistemi energetici, nelle nostre abitudini di

consumo, nei modi di produrre. In altre parole, serve un nuovo modello di sviluppo, una transizione –

inevitabilmente lenta, ma da guidare con mano sicura – verso un’economia sostenibile. Serve anche

collaborazione internazionale, soprattutto a favore dei Paesi in via di sviluppo, spesso i più vulnerabili ai

cambiamenti climatici. E servono politiche chiare e lungimiranti nei Paesi sviluppati. […] Abbiamo visto

come il tema dei cambiamenti climatici sia strettamente legato a quelli dell’uguaglianza sociale e dello

sviluppo economico. Abbiamo parlato di economia, di salute e di equilibri sociali usando metriche oggettive,

basandoci sui risultati della ricerca scientifica, sia per quanto riguarda l’analisi delle cause, sia per gli scenari

futuri e le vie d’uscita. Abbiamo parlato di benessere, di opportunità, di convenienza. […] Servono una

nuova strategia ed un nuovo sforzo economico nella ricerca – simile a quello fatto anni fa per la ricerca

spaziale – per individuare quelle tecnologie che, da un lato, ci possano permettere di produrre energia a basso

costo e senza impatti sul clima e sull’ambiente, dall’altro migliorino la nostra capacità di conservare

l’energia prodotta ed, infine, ci aiutino a rimuovere dall’atmosfera i gas serra che abbiamo immesso in questi

ultimi decenni. […] La strada da percorrere non dipende solo dalle istituzioni: ogni individuo, ogni impresa,

ogni comunità può decidere di intraprendere fin da oggi scelte coerenti nei consumi, nelle modalità di

spostamento, nelle risorse utilizzate, nell’organizzazione della produzione, nei servizi, nella tipologia delle

abitazioni, ecc.»

Carlo CARRARO, Alessandra MAZZAI, Il clima che cambia, Il Mulino, Bologna, 2015

«La Conferenza Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura

riunitasi a Parigi dal 21 ottobre al 12 novembre 1997 nella sua 29a sessione. […] Constatando che la sorte

delle future generazioni dipende in gran parte dalle decisioni e misure prese oggi e che i problemi attuali, tra

i quali la povertà, l’insufficiente attrezzamento materiale e tecnologico, la disoccupazione, l’esclusione, la

discriminazione e le minacce all’ambiente devono essere risolti nell’interesse delle generazioni presenti e

future. […] Proclama solennemente in questo dodicesimo giorno di novembre 1997 la presente

Dichiarazione sulle responsabilità delle generazioni presenti verso le generazioni future. […] Articolo 5.

Protezione dell’ambiente 1. Affinché le generazioni future possano beneficiare della ricchezza offerta dagli

ecosistemi della Terra, le generazioni presenti dovrebbero agire per uno sviluppo durevole e preservare le

condizioni della vita e in particolare la qualità e l’integrità dell’ambiente.»

Dichiarazione sulle responsabilità delle generazioni presenti verso le generazioni future adottata dalla

Conferenza generale dell’Unesco, in Codice di diritto internazionale dell’ambiente e dei diritti umani a cura

di M. Déjeant-Pons, M. Pallemaerts, S. Fioravanti Sapere 2000, Roma, 2003

TIPOLOGIA C – TEMA DI ARGOMENTO STORICO

Le leggi razziali del ’38.

«Con l’espressione «leggi razziali» si fa riferimento a uno specifico episodio nella storia dell’Italia

contemporanea: l’insieme di norme e provvedimenti legislativi emanati sotto il regime fascista nel corso del

1938 al fine di discriminare gli ebrei. Allo stesso tempo essa sta anche a indicare un altro fenomeno:

l’affiorare non improvviso, né solo circostanziale, di tendenze razziste e antisemite radicate nel Paese e la

loro acquisita visibilità pubblica alla vigilia della seconda guerra mondiale.»

Paola DI CORI, Le leggi razziali, in I luoghi della memoria (a cura di Mario Isnenghi), Editori Laterza, Bari,

1996

Linee orientative. Per lo svolgimento del tuo elaborato potrai, se vuoi, fare riferimento ad alcuni tra i

seguenti argomenti:

al contesto storico in cui vengono emanate le «leggi razziali»;

ad alcune misure discriminatorie previste in queste leggi;

ai concetti di “identità”, di “razza”, di “appartenenza a una confessione religiosa”;

alle origini storiche dello stereotipo antisemita;

al modo in cui queste «leggi razziali» furono applicate;

a eventuali fonti storiche, letterarie e/o cinematografiche che conosci.

Potrai, infine, concludere il tuo elaborato, se vuoi, con riflessioni e argomentazioni personali.

Se lo ritieni, potrai aggiungere una tua riflessione sulla valenza che le tendenze razziste assumono quando la

loro visibilità pubblica è «acquisita».

TIPOLOGIA D – TEMA DI ORDINE GENERALE

Globalizzazione e vulnerabilità sociale.

«Negli ultimi cinquant’anni il vertiginoso aumento della popolazione e la necessità di incrementare la

produzione agricola e industriale hanno comportato l’ampliamento delle aree urbanizzate e un maggior

consumo di suolo. «Megacittà» di milioni di abitanti hanno raggiunto anche aree potenzialmente pericolose

per l’uomo, dove un tempo non si sarebbe costruito per le cattive caratteristiche geomorfologiche o

climatiche. Di fatto, si è determinata una maggiore esposizione al rischio delle nostre società: siamo più

numerosi e più vulnerabili agli eventi naturali, anche e soprattutto in considerazione del fatto che la

globalizzazione crea condizioni di sempre maggiore interdipendenza tra i Paesi.»

Silvia PEPPOLONI, La terra uccide ma possiamo limitare i danni – in: «Corriere della Sera – la Lettura»,

11 settembre 2016

Linee orientative. Sulla base delle tue conoscenze di studio e di quelle apprese dall’attualità, potrai

sviluppare, se vuoi, il tuo elaborato riflettendo:

sul fenomeno del «vertiginoso aumento della popolazione», con riferimento alle aree del mondo in cui tale

fenomeno si rende più evidente;

su ciò che si intende per «consumo di suolo»;

sullo sfruttamento agricolo e industriale dei territori e sul fenomeno dell’antropizzazione delle aree a

rischio;

sul fenomeno del cambiamento climatico, sull’emergenza alimentare e sulla preziosità dell’acqua;

su ciò che si intende per «globalizzazione» e per «interdipendenza tra i Paesi».

Potrai concludere il tuo elaborato con riflessioni sul concetto di vulnerabilità in relazione ai fenomeni appena

trattati. I tuoi commenti personali potranno certamente conferire più originalità e maggior completezza

all’elaborato.

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Durata massima della prova: 6 ore.

Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 5 ore dalla dettatura del tema.

È consentito l’uso del dizionario italiano e del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza)

per i candidati di madrelingua non italiana.

ALLEGATO 2

SIMULAZIONI DELLA TERZA PROVA

I SIMULAZIONE TERZA PROVA: INGLESE

1. In “Hard Times” Dickens criticized the major social and economic problems of his age. Give reasons.

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2. What did Oscar Wilde repudiate? What is the role of the artist according to him?

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3. Compare Hemingway’s description of the bomb explosion in the text ‘There is nothing worse than war’

from A Farewell to Arms, to the gas attack in Dulce et Decorum Est by the poet Wilfred Owen as

regards the soldier’s mood, the writer’s attitude to war, the imagery and the message.

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I SIMULAZIONE TERZA PROVA BES 2 E BES 5: INGLESE

1. In “Hard Times” Dickens criticized the major social and economic problems of his age. Give reasons.

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2. Compare Hemingway’s description of the bomb explosion in the text ‘There is nothing worse than war’

from A Farewell to Arms, to the gas attack in Dulce et Decorum Est by the poet Wilfred Owen as

regards the soldier’s mood, the writer’s attitude to war, the imagery and the message.

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I SIMULAZIONE TERZA PROVA BES 3 E BES 4: INGLESE

1. The 'Victorian compromise' defines:

a. the privileges the Monarchy lost to Parliament.

b. Queen Victoria's foreign policy concerning the relationship between England and its 28 major colonies.

c. the hypocritical attitude of the Victorians and their contradictions.

d. the alternation of Liberals and Conservatives in the British Government.

2. The Crystal Palace

a. was built for the Great Exhibition of 1851.

b. was a huge greenhouse built next to Buckingham Palace.

c. was the meeting place of the English Aesthetes.

d. held the Great Exhibition and was then turned into a railway station.

3. In almost every novel C. Dickens depicted

a.The vast panorama of political change in Victorian England

b.The vast panorama of social change in Victorian England

c.The vast panorama of complete and total improvements in Victorian England

d. His open denouce of Victorian failures

4. R.L. Stevenson’s complex narrative structure is a mixture of:

a.The third and the first person narrative technique

b.The doppelganger motif and the use of exaggerations

c.Dramatic dialogues and internal point of view

d. Epistolary novel and diary form

5. In “The Picture of Dorian Gray”, Lord Henry’s philosophy is that:

a. a man should be brave enough to live fully and completely, giving form to all his sensations

b.a man should be afraid of giving form to every feeling, expression to every thought, reality to every dream

c. a man should surrender to temptations, the soul grows sick over what the body has done

d. a man should simply follow his instincts, never forgetting the basic moral principles

6. The name ‘Gilded Age’ refers to

a.a novel written in 1870.

b.to the discovery of gold in the West.

c.the last three decades of the 19th century.

d.a thin layer of gold.

7. Whitman believed that the poet’s task was

a.to be detached from reality.

b.to teach men the beauties of nature.

c. to evoke.

d. to assert and celebrate.

8. In Dickinson’s poems the speaking voice ‘I’ stands for

a.a bee, a spider, a blade of grass, a flower.

b.an unidentified American woman.

c. the new liberated woman.

d. the poet herself.

9. The War Poets

a. composed rough songs about the life in the trenches.

b. expressed patriotic idealism.

c. tried to convey the horror of warfare.

d.acted as a public voice.

10. Wilfred Owen wanted to write poems about

a. heroes.

b. the pity of war.

c. foreign lands.

d. the idea that war is cleansing.

I SIMULAZIONE TERZA PROVA: INFORMATICA

1) Scrivi il codice in HTML per creare una pagina web che contiene un logo in alto, una lista puntata con

3 voci (link ad altre pagine), una tabella di 3 righe e 2 colonne.

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2) Scrivi il codice javascript per inserire in una pagina web la data e il giorno corrente (come una

stringa).

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3) Descrivi l’architettura client/server del web

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I SIMULAZIONE TERZA PROVA EQUIPOLLENTE: INFORMATICA

1) Scrivi il codice in HTML per creare una pagina web che contiene un logo in alto, una lista puntata con

3 voci (link ad altre pagine), una tabella di 3 righe e 2 colonne.

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2) Descrivi l’architettura client/server del web

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I SIMULAZIONE TERZA PROVA: SCIENZE DELLA TERRA

1. Spiega in che cosa consiste e a che cosa serve l’elettroforesi su gel (max 10 righe)

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2. Definisci il concetto di isomeria, indica i differenti tipi di isomeria e fai qualche esempio (max 10 righe di

testo scritto, escluse eventuali formule)

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3. Spiega quali sono i fattori e gli elementi climatici (max 10 righe)

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I SIMULAZIONE TERZA PROVA EQUIPOLLENTE: SCIENZE DELLA TERRA

1. Spiega in che cosa consiste e a che cosa serve l’elettroforesi su gel (max 10 righe)

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2. Definisci il concetto di isomeria, indica i differenti tipi di isomeria e fai qualche esempio (max 10 righe di

testo scritto, escluse eventuali formule)

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I SIMULAZIONE TERZA PROVA: STORIA DELL’ARTE

1.QUESITO

Vincent Van Gogh, con la propria opera, esprime principi importanti del suo tempo staccandosi

dalla tradizione dell’”Impressionismo”, verso una pittura che diviene più intima ed interiore,

definita del “Post-impressionismo”.

Analizzare l’opera in riferimento ai contenuti sentiti e rappresentati dall’autore.

“Notte stellata – 1989” - Museum of Modern Art – New York

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2.QUESITO

I primi anni del ‘900 in Europa sono caratterizzati da un clima sociale di profonda incertezza ed

inquietudine, specie per l’imminente conflitto bellico della 1a Guerra Mondiale. Gli artisti che

operano in questo periodo appartengono alla corrente dell’Espressionismo.

Edvard Munch è fra gli artisti più celebri di tale corrente artistica

Descrivere il significato dell’opera “l’Urlo”.

“L’Urlo” 1° versione – 1893 – Galleria Nazionale – Oslo

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3. QUESITO

Descrivere l'opera di Egon Schiele, autore austriaco dei primi del ‘900, la cui esperienza si colloca

fra Secessione Viennese e primo Espressionismo.

L’abbraccio – 1917 – Osterreische Galerie - Vienna

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I SIMULAZIONE TERZA PROVA EQUIPOLLENTE: STORIA DELL’ARTE

1.QUESITO

Vincent Van Gogh, con la propria opera, esprime principi importanti del suo tempo staccandosi

dalla tradizione dell’”Impressionismo”, verso una pittura che diviene più intima ed interiore,

definita del “Post-impressionismo”.

Analizzare l’opera in riferimento ai contenuti sentiti e rappresentati dall’autore.

“Notte stellata – 1989” - Museum of Modern Art – New York

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2.QUESITO

I primi anni del ‘900 in Europa sono caratterizzati da un clima sociale di profonda incertezza ed

inquietudine, specie per l’imminente conflitto bellico della 1a Guerra Mondiale. Gli artisti che

operano in questo periodo appartengono alla corrente dell’Espressionismo.

Edvard Munch è fra gli artisti più celebri di tale corrente artistica

Descrivere il significato dell’opera “l’Urlo”.

“L’Urlo” 1° versione – 1893 – Galleria Nazionale

II SIMULAZIONE TERZA PROVA: INGLESE

1. What is the meaning of the word “compromise” when applied to the Victorian way of life?

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2. T.S. Eliot and the alienation of modern man. How is this theme represented in “The Waste Land”?

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3. Virginia Woolf is one of the most representative Modernist writer. Illustrate her style, techniques, features and themes.

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II SIMULAZIONE TERZA PROVA BES 2 E BES 5: INGLESE

1. T.S. Eliot and the alienation of modern man. How is this theme represented in “The Waste Land”?

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2. Virginia Woolf is one of the most representative Modernist writer. Illustrate her style, techniques, features and themes.

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II SIMULAZIONE TERZA PROVA BES 3 E BES 4: INGLESE

1. The Victorian Age can be regarded as a very profitable period for:

a. short stories

b. the novel

c. drama

2. In Hard Times Dickens attacked

a. Darwinism

b. Marxism

c. The ideas of the Utilitarian James Mill

3. According to Darwin’s theory the survival of a species is determined by:

a. unfavourable physical conditions

b. favourable physical conditions

c. the economic and social conditions

4. According to James Mill happiness is

a. an artificial and mutable state of the mind

b. a state of the mind and the spirit

c. a mere search for selfish pleasures

5. The War Poets can be considered modern because

a. they experimented with language.

b. they experimented with poetic forms.

c. of the subject-matter they dealt with.

6. What was the spirit characterizing Modernism?

a. moralist, hard, cynical, inadequate

b. originality, vitality, innovation, experimentation in all the fields.

c. mythical for a realistic method and the manipulation of conscious parallels between

contemporaneity and antiquity.

7. The Modern Age.

a. The role of modern novelists was to reinforce the values of the past.

b. The modern novelists adopted the omniscient narrator.

c. Modernist novelists chose subjective narrative techniques.

8. Henry Bergson made a distinction between

a. unconscious and historical memory

b. relativity and collective unconscious

c. historical time and psychological

9. Virginia Woolf was interested in

a. giving voice to the complex inner world of feeling and memory

b. the relationship between the individual and society

c. the Victorian conventions in art and literature

10. Virginia Woolf based her technique on

a. the fusion of stream of consciousness and third- person, past tense narrative

b. letting her characters show their thought directly through extreme interior dialogue

c. adopting the traditional form of realistic novels

II SIMULAZIONE TERZA PROVA: INFORMATICA

1. Descrivi i mezzi trasmissivi più usati.

2. Quali sono le principali classi di indirizzi IP e il loro utilizzo.

3. Scrivere un esempio di codice, opportunamente commentato, di un form HTML.

II SIMULAZIONE TERZA PROVA EQUIPOLLENTE: INFORMATICA

1. Descrivi i mezzi trasmissivi più usati.

2. Quali sono le principali classi di indirizzi IP e il loro utilizzo.

II SIMULAZIONE TERZA PROVA: STORIA DELL’ARTE

1. QUESITO

Il clima socioculturale dei primi anni del '900 è influenzato da innovazioni di carattere tecnologico e

scientifico di grande rilievo, e l'Arte del periodo, con le Avanguardie Storiche, ne diviene espressione. Il

Cubismo mette in discussione gli aspetti legati alla metodologia della rappresentazione fino ad allora

adottata in pittura, proponendone una più oggettiva e più vicina alla realtà.

Spiegare il percorso logico espresso dagli studi di Braque e Picasso anche con la citazione di un’opera

degli autori.

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2. QUESITO

“Stati d’animo, gli addii” di Umberto Boccioni. Descrivere l'opera.

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3. QUESITO

Spiegare quali sono in principi del Dada, l’origine del movimento artistico, anche in relazione alla logica

in esso contenuta, quindi al razionale ed all’irrazionale

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II SIMULAZIONE TERZA PROVA EQUIPOLLENTE: STORIA DELL’ARTE

1. QUESITO

Il clima socioculturale dei primi anni del '900 è influenzato da innovazioni di carattere tecnologico e

scientifico di grande rilievo, e l'Arte del periodo, con le Avanguardie Storiche, ne diviene espressione. Il

Cubismo mette in discussione gli aspetti legati alla metodologia della rappresentazione fino ad allora

adottata in pittura, proponendone una più oggettiva e più vicina alla realtà.

Spiegare il percorso logico espresso dagli studi di Braque e Picasso anche con la citazione di un’opera

degli autori.

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2. QUESITO

“Stati d’animo, gli addii” di Umberto Boccioni. Descrivere l'opera.

II SIMULAZIONE TERZA PROVA: SCIENZE DELLA TERRA

1) Spiega a che cosa serve e in che cosa consiste il metodo Sanger (massimo 12 righe)

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2) Considera la seguente reazione e rispondi alle domande:

a) Tra quale classe di composti avviene la reazione e quale prodotto si forma?

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b) A quale meccanismo di reazione si riferisce e chi rappresenta l’agente nucleofilo in questa reazione?

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c) Perché in generale il carbonile è attaccato dagli agenti nucleofili? (massimo 4 righe)

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3) Scrivi un testo (massimo 12 righe) sviluppando i seguenti punti:

a) In che cosa consiste la teoria della tettonica delle placche

b) Quali sono i possibili tipi di margini e come si muovono le placche in corrispondenza di essi.

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II SIMULAZIONE TERZA PROVA EQUIPOLLENTE: SCIENZE DELLA TERRA

1) Spiega a che cosa serve e in che cosa consiste il metodo Sanger (massimo 12 righe)

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2) Scrivi un testo (massimo 12 righe) sviluppando i seguenti punti:

a) In che cosa consiste la teoria della tettonica delle placche

b) Quali sono i possibili tipi di margini e come si muovono le placche in corrispondenza di essi.

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ALLEGATO 4

GRIGLIE DI VALUTAZIONE PRIMA, SECONDA E TERZA PROVA

Griglia di valutazione per la prima prova dell’esame di Stato

CRITERI DI VALUTAZIONE LETTERE

Griglia di valutazione in quindicesimi per le prove scritte del TRIENNIO (analisi del testo, articolo di giornale,

saggio, tema)

Giudizi Grave insufficienza Inadeguato Sufficiente Discreto Buono Ottimo

Valutazione in

decimi 1-3 3,5 4 4,5 5 5,5 6 6,5 7 8 9 10

Valutazione in

quindicesimi 1-4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

ANALISI DEL TESTO

Conoscenze

Conoscenza, completezza e pertinenza Punteggio

buone: padroneggia pienamente l’argomento proposto; comprende i quesiti e

sviluppa risposte ampie e pertinenti

3

adeguate: conosce i dati fondamentali dell’argomento proposto; comprende i

quesiti e sviluppa risposte pertinenti ma sintetiche

2

insufficienti: ha conoscenze lacunose; non comprende o comprende in modo

molto parziale i quesiti; sviluppa risposte poco o per nulla pertinenti

1

Competenze

Correttezza morfosintattica e uso del lessico Punteggio

buoni: usa correttamente l’ortografia; usa con disinvoltura e varietà la sintassi; si

esprime con ricchezza e proprietà lessicale

3

adeguati: non commette gravi errori di ortografia; usa una sintassi semplice ma

corretta; utilizza un lessico corretto, anche se non ricco

2

scarsi: commette errori gravi di ortografia e/o grammatica e/o sintassi; usa un

lessico approssimativo, tale da compromettere la comprensibilità complessiva

1

del messaggio

Analisi, sintesi e argomentazione Punteggio

complete: analizza in modo approfondito, sintetizza in modo puntuale e

argomenta in modo articolato ed efficace

3

adeguate: analizza in modo corretto ma generico, si esprime in modo semplice e

lineare, si limita alle argomentazioni essenziali

2

scarse: non è in grado, o è in grado solo parzialmente, di formulare analisi e

sintesi corrette e di articolare argomentazioni pertinenti

1

Capacità

Capacità di collegamento, confronto, contestualizzazione Punteggio

buone: sa svolgere i quesiti utilizzando con proprietà e sicurezza dati

appartenenti ad altri ambiti disciplinari; sa collocare un dato nel contesto storico-

culturale di riferimento

3

adeguate: si orienta nell’utilizzare elementi appartenenti ad altri ambiti

disciplinari e nel collocare un dato nel contesto storico-culturale di riferimento

2

inadeguate: non è in grado di compiere le operazioni sopra elencate

1

Rielaborazione personale a partire dai dati testuali e originalità interpretativa Punteggio

buone: sa approfondire autonomamente l’argomento proposto; sa utilizzare i dati

culturali a sua disposizione per elaborare valutazioni personali plausibili

3

adeguate: sa analizzare i principali dati in suo possesso per formulare una linea

interpretativa coerente

2

inadeguate: non è in grado di compiere le operazioni sopra elencate 1

SAGGIO BREVE

Conoscenze

Comprensione del materiale fornito Punteggio

buona: comprende e usa in modo sistematico ed efficace i documenti; sa trarre

dal materiale fornito le informazioni necessarie

3

adeguata: comprende i documenti ma li usa in modo non del tutto sistematico; 2

trae dal materiale di supporto prevalentemente le informazioni esplicite

insufficiente: non comprende o comprende in modo parziale i documenti e ne fa

un uso scarso o nullo; non è in grado di utilizzare proficuamente il materiale di

supporto

1

Competenze

Correttezza morfosintattica, uso di lessico e registro comunicativo congrui Punteggio

buoni: usa correttamente l’ortografia; usa con disinvoltura e varietà la sintassi; è in

grado di utilizzare con padronanza i lessici specifici e sa condurre l’elaborato con

il linguaggio sobrio e rigoroso dello stile saggistico

3

adeguati: non commette gravi errori di ortografia; usa una sintassi semplice ma

corretta; si orienta nell’utilizzo dei lessici specifici richiesti in un saggio

2

scarsi: commette errori gravi di ortografia e/o grammatica e/o sintassi; non sa

usare il lessico specifico; confonde il saggio breve con il tema

1

Capacità di analisi e sintesi, formulazione della tesi, coerenza argomentativa Punteggio

buone: sa operare le opportune inferenze; dimostra sicure capacità di astrazione

e confronto; formula una tesi chiara e la argomenta in modo ricco, coerente e

coeso

3

adeguate; sa occasionalmente compiere inferenze, astrazione e confronto;

formula una tesi semplice e la argomenta in modo coerente, ma parziale,

limitandosi ai punti essenziali

2

scarse: non è in grado di compiere inferenze, astrazione, confronto; non formula

una tesi, o ne formula una confusa; svolge un’argomentazione incoerente o

contraddittoria

1

Rispetto dei vincoli comunicativi (titolo, lunghezza) Punteggio

buono: rispetta pienamente i vincoli comunicativi 3

accettabile: rispetta sostanzialmente i vincoli comunicativi 2

Insufficiente: non rispetta i vincoli comunicativi 1

Capacità

Rielaborazione personale e originalità dell’argomentazione Punteggio

buone: sa sviluppare una tesi originale fondendo creatività e utilizzo del materiale

d’appoggio; sa argomentare con disinvoltura e persuasività

3

adeguate: è in grado di introdurre elementi di valutazione personale,

presentandoli in modo sobrio ed efficace

2

scarse: non è in grado di apportare contributi personali; oppure sviluppa una tesi

contenente luoghi comuni; oppure si limita a riassumere i dati in suo possesso

seguendo pedissequamente l’opinione corrente

1

ARTICOLO DI GIORNALE

Conoscenze

Comprensione del materiale fornito Punteggio

buona: comprende e usa in modo sistematico ed efficace i documenti; sa trarre dal

materiale fornito le informazioni necessarie

3

adeguata: comprende i documenti ma li usa in modo non del tutto sistematico; trae

dal materiale di supporto prevalentemente le informazioni esplicite

2

insufficiente: non comprende o comprende in modo parziale i documenti e ne fa un

uso scarso o nullo; non è in grado di utilizzare proficuamente il materiale di

supporto

1

Competenze

Correttezza morfosintattica, varietà lessicale e conformità al registro linguistico

giornalistico

Punteggio

buone: usa correttamente l’ortografia; usa con disinvoltura e varietà la sintassi;

usa un lessico preciso ed incisivo; sa utilizzare strumenti retorico-formali per una

comunicazione efficace; imposta correttamente l’articolo tenendo conto del

contesto comunicativo

3

adeguate: non commette gravi errori di ortografia; usa una sintassi semplice ma

corretta; si orienta nell’utilizzo delle caratteristiche tipologiche dell’articolo in

modo non sempre sicuro; si esprime con un lessico sufficientemente preciso

2

scarse: commette errori gravi di ortografia e/o grammatica e/o sintassi; utilizza

un lessico approssimativo con presenza di luoghi comuni e/o non adatto al

contesto comunicativo

1

Capacità di analisi e sintesi, formulazione della tesi, coerenza argomentativa Punteggio

buone: sa operare le opportune inferenze; dimostra sicure capacità di astrazione

e confronto; formula una tesi chiara e la argomenta in modo ricco, coerente e

coeso

3

Adeguate: sa occasionalmente compiere inferenze, astrazione e confronto;

formula una tesi semplice e la argomenta in modo coerente, ma parziale,

2

limitandosi ai punti essenziali

scarse: non é in grado di compiere inferenze, astrazione, confronto; non formula

una tesi, o ne formula una confusa; svolge un’argomentazione incoerente o

contraddittoria

1

Rispetto dei vincoli comunicativi (titolo, lunghezza, intestazione, destinatario) e

pertinenza dell’elaborato

Punteggio

buoni: rispetta pienamente i vincoli comunicativi; presenta il fatto/problema in

modo completo e persuasivo, è in grado di costruire un contesto appropriato in cui

calare la notizia per renderla efficace

3

adeguati: rispetta sostanzialmente i vincoli comunicativi; si orienta nel collocare il

fatto/problema in un contesto; costruisce un testo pertinente ma frammentario

2

insufficienti non rispetta i vincoli comunicativi; si limita ad utilizzare i materiali

letteralmente; non coglie la specificità tipologica dell’articolo

1

Capacità

Elaborazione di un punto di vista personale e originalità espositiva Punteggio

buona: sviluppa un punto di vista originale; sa operare un accorto “montaggio”

delle notizie in suo possesso

3

adeguata: presenta i fatti/problemi in modo sobrio e lineare, esponendo un punto

di vista meditato, pur senza particolare originalità

2

Insufficiente: presenta i fatti/problemi in modo prolisso o contorto; non è in grado

di apportare contributi personali, limitandosi a riassumere i dati in suo possesso

1

TEMA STORICO

Conoscenze

Conoscenza, completezza e pertinenza Punteggio

buone: padroneggia pienamente l’argomento proposto, comprende la traccia e la

sviluppa in tutte le sue parti

4

accettabili: conosce i dati fondamentali dell’argomento proposto, comprende

sostanzialmente la traccia e ne sviluppa in modo pertinente i punti essenziali

3

insufficienti: ha conoscenze lacunose; comprende in modo molto parziale la traccia

e la sviluppa in modo poco pertinente

2

gravemente insufficienti: non conosce o conosce molto superficialmente

l’argomento; non comprende la traccia e la sviluppa in modo non pertinente

1

Competenze

Correttezza morfosintattica e uso del lessico Punteggio

buoni: usa correttamente l’ortografia; usa con disinvoltura e varietà la sintassi; si

esprime con un lessico preciso, denotante il possesso di linguaggi settoriali

3

adeguati: non commette gravi errori di ortografia; usa una sintassi semplice ma

corretta; utilizza un lessico chiaro e corretto, anche se non ricco

2

scarsi: commette errori gravi di ortografia e/o grammatica e/o sintassi; usa un

lessico approssimativo, tale da compromettere la comprensibilità complessiva del

messaggio

1

Capacità argomentative Punteggio

complete: argomenta in modo approfondito, coerente e motivato 3

adeguate: argomenta in modo generico ma coerente 2

scarse: argomenta in modo contraddittorio, incoerente e poco motivato 1

Capacità

Capacità di collegamento, confronto, contestualizzazione Punteggio

buone: sa confrontare con sicurezza e in modo pertinente dati appartenenti a

diversi ambiti disciplinari e sa collocare un dato nel contesto storico-culturale di

riferimento

3

adeguate: si orienta nell’operare confronti fra elementi appartenenti al medesimo

ambito disciplinare e nel collocare un dato nel contesto storico-culturale di

riferimento

2

inadeguate: non è in grado di compiere le operazioni sopra elencate 1

Rielaborazione personale, originalità, efficacia espositiva Punteggio

buone: sa elaborare un punto di vista spiccatamente personale proponendo un

approccio non scontato al problema; si esprime in modo scorrevole

2

adeguate: sa analizzare i dati in suo possesso per formulare una linea

interpretativa coerente e con qualche tratto di originalità

1

insufficienti: interpreta il problema in modo scontato e banale 0

TEMA DI ORDINE GENERALE

Conoscenze

Correttezza, completezza e pertinenza Punteggio

buone: comprende pienamente la traccia e la sviluppa articolatamente in tutte le

sue parti

3

adeguate: comprende sostanzialmente la traccia e la sviluppa in modo pertinente

limitandosi alle argomentazioni essenziali

2

scarse: non comprende o comprende in modo molto parziale la traccia e la

sviluppa in modo poco o per nulla pertinente

1

Competenze

Correttezza morfosintattica e uso del lessico Punteggio

buoni: usa correttamente l’ortografia; usa con disinvoltura e varietà la sintassi; si

esprime con un lessico preciso, denotante il possesso di linguaggi settoriali

3

adeguati: non commette gravi errori di ortografia; usa una sintassi semplice ma

corretta; utilizza un lessico chiaro e corretto, anche se non ricco

2

scarsi: commette errori gravi di ortografia e/o grammatica e/o sintassi; usa un

lessico approssimativo, tale da compromettere la comprensibilità complessiva del

messaggio

1

Formulazione della tesi, coesione e coerenza argomentativa Punteggio

buone: formula una tesi chiara e la argomenta in modo ricco, coerente e coeso 3

adeguate: formula una tesi semplice e la argomenta in modo coerente, ma

parziale, limitandosi ai punti essenziali

2

scarse: non formula una tesi, o ne formula una confusa, con un’argomentazione

incoerente o contraddittoria caratterizzata dalla presenza di luoghi comuni

1

Capacità

Riferimenti a conoscenze ed esperienze culturali Punteggio

buoni: introduce riferimenti a conoscenze ed esperienze culturali efficaci e

pertinenti

3

adeguati: introduce riferimenti a conoscenze ed esperienze culturali corrette 2

insufficienti: non introduce riferimenti a conoscenze ed esperienze culturali o ne

introduce di generici, parziali o ripetitivi

1

Rielaborazione personale, originalità, efficacia espositiva Punteggio

buone: sa elaborare un punto di vista spiccatamente personale proponendo un

approccio non scontato al problema; si esprime in modo scorrevole

3

adeguate: sa analizzare i dati in suo possesso per formulare una linea

interpretativa coerente e con qualche tratto di originalità

2

insufficienti: interpreta il problema in modo scontato e banale 1

Griglia di valutazione per la seconda prova dell’esame di Stato

Sezione A: PROBLEMA

INDICATORI LIVELLO DESCRITTORI Evidenze Punti

Comprendere

Analizzare la situazione

problematica, identificare i dati ed interpretarli.

L1 (0-4)

Non comprende le richieste o le recepisce in maniera inesatta o parziale, non riuscendo a riconoscere i concetti chiave e le informazioni essenziali, o, pur avendone individuati alcuni, non li interpreta correttamente. Non stabilisce gli opportuni collegamenti tra le informazioni. Non utilizza i codici matematici grafico-simbolici.

L2 (5-9)

Analizza ed interpreta le richieste in maniera parziale, riuscendo a selezionare solo alcuni dei concetti chiave e delle informazioni essenziali, o, pur avendoli individuati tutti, commette qualche errore nell’interpretarne alcuni e nello stabilire i collegamenti. Utilizza parzialmente i codici matematici grafico-simbolici, nonostante lievi inesattezze e/o errori.

L3 (10-15)

Analizza in modo adeguato la situazione problematica, individuando e interpretando correttamente i concetti chiave, le informazioni e le relazioni tra queste; utilizza con adeguata padronanza i codici matematici grafico-simbolici, nonostante lievi inesattezze.

L4 (16-18)

Analizza ed interpreta in modo completo e pertinente i concetti chiave, le informazioni essenziali e le relazioni tra queste; utilizza i codici matematici grafico–simbolici con buona padronanza e precisione.

Individuare

Mettere in campo strategie

risolutive e individuare la strategia più adatta.

L1 (0-4)

Non individua strategie di lavoro o ne individua di non adeguate Non è in grado di individuare relazioni tra le variabili in gioco. Non si coglie alcuno spunto nell'individuare il procedimento risolutivo. Non individua gli strumenti formali opportuni.

L2 (5-10)

Individua strategie di lavoro poco efficaci, talora sviluppandole in modo poco coerente; ed usa con una certa difficoltà le relazioni tra le variabili. Non riesce ad impostare correttamente le varie fasi del lavoro. Individua con difficoltà e qualche errore gli strumenti formali opportuni.

L3 (11-16)

Sa individuare delle strategie risolutive, anche se non sempre le più adeguate ed efficienti. Dimostra di conoscere le procedure consuete e le possibili relazioni tra le variabili e le utilizza in modo adeguato. Individua gli strumenti di lavoro formali opportuni anche se con qualche incertezza.

L4 (17-21)

Attraverso congetture effettua, con padronanza, chiari collegamenti logici. Individua strategie di lavoro adeguate ed efficienti. Utilizza nel modo migliore le relazioni matematiche note. Dimostra padronanza nell'impostare le varie fasi di lavoro. Individua con cura e precisione le procedure ottimali anche non standard.

Sviluppare il processo risolutivo Risolvere la situazione problematica in maniera coerente, completa e corretta, applicando le regole ed eseguendo i calcoli necessari.

L1 (0-4)

Non applica le strategie scelte o le applica in maniera non corretta. Non sviluppa il processo risolutivo o lo sviluppa in modo incompleto e/o errato. Non è in grado di utilizzare procedure e/o teoremi o li applica in modo errato e/o con numerosi errori nei calcoli. La soluzione ottenuta non è coerente con il problema.

L2 (5-10)

Applica le strategie scelte in maniera parziale e non sempre appropriata. Sviluppa il processo risolutivo in modo incompleto. Non sempre è in grado di utilizzare procedure e/o teoremi o li applica in modo parzialmente corretto e/o con numerosi errori nei calcoli. La soluzione ottenuta è coerente solo in parte con il problema.

L3 (11-16)

Applica le strategie scelte in maniera corretta pur con qualche imprecisione. Sviluppa il processo risolutivo quasi completamente. È in grado di utilizzare procedure e/o teoremi o regole e li applica quasi sempre in modo corretto e appropriato. Commette qualche errore nei calcoli. La soluzione ottenuta è generalmente coerente con il problema.

L4 (17-21)

Applica le strategie scelte in maniera corretta supportandole anche con l’uso di modelli e/o diagrammi e/o simboli. Sviluppa il processo risolutivo in modo analitico, completo, chiaro e corretto. Applica procedure e/o teoremi o regole in modo corretto e appropriato, con abilità e con spunti di originalità. Esegue i calcoli in modo accurato, la soluzione è ragionevole e coerente con il problema.

Argomentare Commentare e giustificare opportunamente la scelta della strategia applicata, i passaggi fondamentali del processo

L1 (0-3)

Non argomenta o argomenta in modo errato la strategia/procedura risolutiva e la fase di verifica, utilizzando un linguaggio matematico non appropriato o molto impreciso.

L2 (4-7)

Argomenta in maniera frammentaria e/o non sempre coerente la strategia/procedura esecutiva o la fase di verifica. Utilizza un linguaggio

esecutivo e la coerenza dei risultati.

matematico per lo più appropriato, ma non sempre rigoroso.

L3 (8-11)

Argomenta in modo coerente ma incompleto la procedura esecutiva e la fase di verifica. Spiega la risposta, ma non le strategie risolutive adottate (o viceversa). Utilizza un linguaggio matematico pertinente ma con qualche incertezza.

L4 (12-15)

Argomenta in modo coerente, preciso e accurato, approfondito ed esaustivo tanto le strategie adottate quanto la soluzione ottenuta. Mostra un’ottima padronanza nell’utilizzo del linguaggio scientifico.

TOTALE

Sezione B: QUESITI

Calcolo del punteggio totale

PUNTEGGIO SEZIONE A (PROBLEMA)

PUNTEGGIO SEZIONE B (QUESITI)

PUNTEGGIO TOTALE

Tabella di conversione dal punteggio grezzo al voto in quindicesimi

CRITERI

Quesiti

(Valore massimo attribuibile 75/150 = 15x5)

P.T.

Q1 Q2 Q3 Q4 Q5 Q6 Q7 Q8 Q9 Q10

COMPRENSIONE e CONOSCENZA

Comprensione della richiesta. Conoscenza dei contenuti matematici.

(0-4)

___

(0-4)

___

(0-4)

___

(0-5)

___

(0-5)

___

(0-4)

___

(0-3)

___

(0-3)

___

(0-5)

___

(0-4)

___

ABILITA’ LOGICHE e RISOLUTIVE

Abilità di analisi. Uso di linguaggio appropriato. Scelta di strategie risolutive adeguate.

(0-4)

___

(0-4)

___

(0-3)

___

(0-4)

___

(0-4)

___

(0-4)

___

(0-4)

___

(0-5)

___

(0-4)

___

(0-5)

___

CORRETTEZZA dello SVOLGIMENTO

Correttezza nei calcoli. Correttezza nell'applicazione di Tecniche e Procedure anche grafiche.

(0-4)

___

(0-4)

___

(0-4)

___

(0-4)

___

(0-4)

___

(0-4)

___

(0-4)

___

(0-5)

___

(0-4)

___

(0-4)

___

ARGOMENTAZIONE

Giustificazione e Commento delle scelte effettuate.

(0-3)

___

(0-3)

___

(0-4)

___

(0-2)

___

(0-2)

___

(0-2)

___

(0-4)

___

(0-2)

___

(0-2)

___

(0-2)

___

Punteggio totale quesiti

Punti 0-4 5-10 11-18 19-26 27-34 35-43 44-53 54-63 64-74 75-85 86-97 98-109 110-123 124-137 138-150

Voto 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

Griglia di valutazione per la terza prova dell’esame di Stato

Obiettivo Contenuto Valutazione Livello Voto

Conoscenze

Comprensione e conoscenza

dei contenuti richiesti nel

quesito

Del tutto

insufficiente

Non conosce e non comprende

i contenuti richiesti 1

Gravemente

insufficiente Gravemente lacunosa 2

Insufficiente Lacunosa e frammentaria 3 – 4

Sufficiente

Conosce in modo sufficiente i

contenuti, pur con qualche

lacuna o imprecisione

5

Buona Completa nei contenuti

fondamentali

6

Ottima Completa e approfondita 7

Abilità 1

Correttezza nell'esposizione,

utilizzo del lessico specifico

oppure

Utilizzo di formule e

procedimenti specifici nel

campo scientifico

e correttezza nell'esposizione,

utilizzo del lessico specifico

Del tutto

insufficiente Risposta mancante 0

Gravemente

insufficiente

Si esprime in modo poco

comprensibile, con gravi errori

formali

1

Insufficiente

Si esprime in modo

comprensibile, con alcune

imprecisioni formali o

terminologiche

2

Sufficiente Si esprime in modo lineare,

pur con qualche lieve

imprecisione

3

Buona Si esprime in modo corretto e

complessivamente coerente 4

Ottima Si esprime in modo corretto e

coerente

5

Abilità 2 Analisi e sintesi appropriata

Del tutto

insufficiente

Risposta mancante 0

Insufficiente Procede senza ordine

logico

1

Sufficiente Analizza in linea generale gli

argomenti richiesti, con una

minima rielaborazione

2

Buona Analizza gli argomenti

richiesti operando sintesi

appropriate

3

Voto assegnato ____ /15

ALLEGATO N. 5

PROGRAMMI SVOLTI

CONTENUTI DEL DOCUMENTO: 1. PROFILO E FINALITÀ DELL’INDIRIZZO DI STUDIO

1.1 PROFILO DELL’INDIRIZZO DI STUDIO 1.2 FINALITÀ DELL’INDIRIZZO DI STUDIO

2. PRESENTAZIONE DELLA CLASSE

2.1 ELENCO DEGLI ALUNNI 2.2 COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DI CASSE 2.3 STORIA DELLA CLASSE 2.4 CARATTERISTICHE DELLA CLASSE 2.5 CONTINUITÀ DIDATTICA 2.6 PROGETTAZIONE DEL CONSIGLIO DI CLASSE

3. ATTIVITA’ INTEGRATIVE, INCONTRI DI ORIENTAMENTO, VISITE DIDATTICHE, PARTECIPAZIONE A MOSTRE E SPETTACOLI, VIAGGIO D’ISTRUZIONE SVOLTI NEL CORSO DELL’ANNO SCOLASTICO

4. SIMULAZIONI DELLE PROVE D’ESAME E GRIGLIE DI VALUTAZIONE

4.1 DATE DELLE SIMULAZIONI ED ELENCO ALLEGATI 4.2 SCHEMA SIMULAZIONI BES

ALLEGATO 1: SIMULAZIONI PRIMA PROVA ALLEGATO 2: SIMULAZIONI TERZA PROVA ALLEGATO 3: SIMULAZIONI SECONDA PROVA ALLEGATO 4: GRIGLIE DI VALUTAZIONE PRIMA, SECONDA E TERZA PROVA ALLEGATO 5: PROGRAMMI SVOLTI