Anno Pastorale 2007-2008: Lo Spirito Santo e noi.

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Anno Pastorale 2007-2008: “Lo Spirito Santo e noi”

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Allora gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa decisero di eleggere alcuni di loro e di inviarli ad Antiochia insieme a Paolo e Barnaba Giuda chiamato Barsabba e Sila, uomini tenuti in grande considerazione tra i fratelli.

E consegnarono loro la seguente lettera:

“Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che

provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni da parte

nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a

turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi. Abbiamo

perciò deciso tutti d’accordo di eleggere alcune persone e inviarle a

voi insieme ai nostri carissimi Barnaba e Paolo, uomini che hanno

votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo

mandato dunque Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi queste

stesse cose a voce.

Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro

obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenervi dalle carni

offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla

impudicizia.

Farete cosa buona perciò a guardarvi da queste cose.

State bene”.

(At 15,22 ss)

Come la Chiesa primitiva si riunì a Gerusalemme per discutere, così il Consiglio Pastorale si riunisce per discutere;

A quel tempo l’argomento erano le norme per accettare i pagani nella Chiesa, oggi gli argomenti del Consiglio riguardano l’azione Pastorale cioè: come far incontrare Gesù Cristo e gli uomini d’oggi;

Le decisioni furono prese all’unanimità e tenendo conto dei segni che lo Spirito Santo aveva mandato nella vita dei primi cristiani. Il C.P.P. dovrebbe utilizzare lo stesso stile, cioè: saper leggere i segni dei tempi ed assecondare le azioni dello Spirito Santo.

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Come lo Spirito interviene nel Consiglio Pastorale

1.Spirito di sapienza 2.Spirito di intelligenza, 3.Spirito di consiglio 4.Spirito di fortezza, 5.Spirito di conoscenza 6.Spirito di timore del Signore7.Spirito di accoglienza8.Spirito di umiltà9.Spirito di pace10.Spirito di unità

1. Quando si devono valutare i risultati dell’azione pastorale

2. Quando si devono programmare le attività pastorali3. Quando si devono considerare le possibilità di riuscita4. Quando si devono affrontare situazioni difficili5. Quando si deve individuare la verità6. Quando si ascolta insieme la Parola di Dio7. Quando si vuole creare una comunità aperta alla

novità8. Quando si accolgono le parole dei piccoli, dei semplici9. Quando si vogliono ricomporre le controversie10. In ogni momento perché l’unità è il fine di tutta la

pastorale, di tutto il Vangelo, di tutta la vita di Gesù.

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LO SPIRITO DI UNITA’Dal Vangelo di Giovanni 17, 1 ss

Così parlò Gesù.

Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per

coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le

cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io

sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo;

essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre

santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai

dato, perché siano una cosa sola, come noi.

Non prego solo per questi, ma anche per quelli che

per la loro parola crederanno in me; perché tutti

siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io

in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il

mondo creda che tu mi hai mandato.

E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro,

perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu

in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo

sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come

hai amato me.

La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune.

Con grande forza gli apostoli rendevano

testimonianza della risurrezione del

Signore Gesù e tutti essi godevano di

grande simpatia.

Nessuno infatti tra loro era bisognoso,

perché quanti possedevano campi o case

li vendevano, portavano l’importo di ciò

che era stato venduto e lo deponevano ai

piedi degli apostoli; e poi veniva

distribuito a ciascuno secondo il bisogno.

Dagli Atti degli Apostoli 4,32 ss

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E’ GIUNTA L’ORA DI CRESCERE come credenti ed assumersi le proprie

responsabilità ecclesialiperché

ANCHE I LAICI possono svolgere alcuni servizi pastorali,

avendo ricevuto nel Battesimo i doni dello Spirito Santo.

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TUTTI I BATTEZZATI SONO CORRESPONSABILI PER L’EDIFICAZIONE DELLA CHIESA

Hanno la responsabilità di “gestire” i beni che sono a loro affidati. Quali beni?

La chiesa, il patronato, la scuola materna ma anche e soprattutto le risorse umane i ragazzi, i giovani, gli anziani…

La tentazione è sentirsi in una posizione di POTERE.

Per difendersi da questa tentazione occorre che il potere sia condiviso, sia nelle mani della Comunità e che i tutti i battezzati lavorino per la Comunità con spirito di SERVIZIO.

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Comunità che si fonda sull’EUCARISTIA e mediante questa è legata a tutta la

Chiesa

Famiglia di Dio, animata dallo Spirito di Unità

PARROCCHIA = parola greca composta da Para (presso, vicino) e Oikeo (abitare) quindi può voler dire “abito vicino” oppure “insieme di case vicine ad una chiesa”.

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SE LA PARROCCHIA E’ PARAGONABILE A UNA CHIESA e LE PERSONE SONO COME LE PIETRE VIVE

IL CONSIGLIO PASTORALE PUO’ ESSERE PARAGONATO A UNA SQUADRA DI OPERAI CHE TENTANO DI ORGANIZZARE I LAVORI DI COSTRUZIONE, VALORIZZANDO OGNI MATERIALE

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I membri del C.P.P. non sono persone con speciali virtù o particolari titoli di studio… SONO PERSONE SENSIBILI ALLA VITA DELLA PARROCCHIA, STIMATI E VOTATI DALLA GENTE PER LA LORO UMANITA’ E IL LORO IMPEGNO DISINTERESSATO

Ogni comunità ha bisogno di un “nucleo” che l’aiuti crescere nell’unità e ad agire come “un corpo solo”. Questo nucleo è il Consiglio Pastorale.

Il CPP è un’immagine in formato ridotto della parrocchia, in cui sono presenti fedeli di diverse età e con diverse esigenze.

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FORMARE IL CONSIGLIO PASTORALE PERCHE’ NO PERCHE’ SIPerché non ha nessun

poterePerché nascono sempre

discussioni e divisioniPerché non c’è gente

disponibile a partecipare

Perché è previsto dal Programma della Diocesi

Per organizzare meglio le attività, senza sovrapposizioni di date

Perché anche i laici possano esprimere le loro idee, le proposte, le loro critiche

Perché entri gente nuova e rinnovi la vita parrocchiale

Perché ogni gruppo sia al corrente di quello che fanno gli altri gruppi

Perché il Parroco non sia lasciato solo quando deve fare determinate scelte pastorali.

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CONSIGLIO PASTORALE

COSA E’COSA NON E’

- PUNTO DI RACCORDO TRA TUTTE LE REALTÀ PRESENTI IN PARROCCHIA

- SEGNO DELL’ESISTENZA DI UNA COMUNITÀ CRISTIANA ORGANIZZATA

- STRUMENTO DI UNITÀ TRA TUTTI I GRUPPI PRESENTI IN PARROCCHIA

- COMITATO DI GESTIONE DELLA PARROCCHIA

- CONSIGLIO AFFARI ECONOMICI- GRUPPO PER LA SOLUZIONE DI

PROBLEMI URGENTI- GRUPPO RELIGIOSO E DI

FORMAZIONE- GRUPPO CHE ORGANIZZA GITE,

SAGRE, PELLEGRINAGGI, RESTAURI

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SI OCCUPA DI

FEDE quindi che venga fatta la

catechesi ai piccoli, agli adulti, alle famiglie;

• CULTOquindi che vengano organizzate

con decoro le Celebrazioni Liturgiche, le Messe, le Processioni, i tempi forti: Avvento, Natale,Quaresima, Pasqua;

• CARITA’ quindi che vengano aiutati i poveri, le Missioni, i Malati,

gli Anziani

CONSIGLIO PASTORALEDOVREBBE PORSI DOMANDE COME:

• Qual è il tono complessivo della nostra Comunità?

• In che modo la nostra Comunità può annunciare il Vangelo all’uomo di oggi e collaborare a costruire una società più giusta e fraterna?

• Che cosa lo Spirito Santo sta chiedendo alla nostra Comunità?

• Come progettare la vita parrocchiale coinvolgendo e creando comunione tra tutte le persone e con Dio?

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FINALITA’ del C.P.P.

-concordare il calendario delle attività pastorali- affrontare problemi che superano le competenze dei singoli gruppi o settori- suscitare la partecipazione attiva di tutti i membri e le associazioni della Parrocchia-realizzare il Piano pastorale proposto annualmente dalla Diocesi, adattandolo alle possibilità della parrocchia -verificare i frutti delle attività che si sono svolte nel corso dell’anno pastorale

ACR

Catech

i smo Festeggiamenti

Letto

ri

Scuola Mater

na

Patronato

Cantori

Altri

C.P.P.

Affari

Econo

-mici

Caritas

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PERSONAGGI del Consiglio Pastorale

PARROCO LAICI

CONSIGLIARE i laici in modo che i piani pastorali riescano meglio e le decisioni siano condivise.

Egli resta sempre libero di accettare le proposte formulate dalla maggioranza o quelle della minoranza dei laici in CPP.

CONSIGLIARE il parroco nel senso di fargli presente le esigenze e le potenzialità delle famiglie, dei giovani, della società.

Alcuni del CPP devono rappresentare la Parrocchia nel Coordinamento Vicariale.

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STILE del CONSIGLIO PASTORALE -DIALOGARE cioè ascoltare e comunicare, con ordine.-Non ci devono essere VINCITORI e VINTI ma tutti hanno diritto di parola perché lo Spirito Santo parla attraverso le parole di uomini, a volte i più semplici e umili.-E’ consentita la CRITICA COSTRUTTIVA anche se la Chiesa non è una società di tipo politico-democratico e la comunione ecclesiale deve rispettare la natura gerarchica.

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COMPOSIZIONE del C.P.P.Membri di DIRITTO: il Parroco, il Sacerdote

Aiutante, il presidente parrocchiale dell’A.C. (3)

Membri ELETTI dalla Comunità (5)Rappresentanti dei GRUPPI e STRUTTURE

(10)Membri di FIDUCIA del Parroco (3)

TOTALE 21 persone

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DURATA del MANDATO: 5 anni - se un consigliere non partecipa per 3 volte consecutive alle riunioni del C.P.P., decade e viene sostituito o dal primo dei non eletti o da un altro membro del gruppo di appartenenza

RIUNIONI 4 all’anno:- a settembre (inizio-programmazione anno pastorale)- Avvento- Quaresima- a giugno (conclusione-verifica attività pastorali svolte)

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REGOLEELETTORI ELETTI

Possono votare coloro che:hanno compiuto 16 annipartecipano alla vita

della parrocchiasono disponibili a

lavorare insieme per il bene della parrocchia

Possono far parte del C.P.P. coloro che:

Abbiano compiuto 18 anni

Non facciano parte di Consigli Comunali, Provinciali, Regionali, o dirigano Organi Politici, ecc.

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PERCORSO per il RINNOVO del C.P.P.1. PRE-ELEZIONI cioè

raccolta delle possibili candidature

2. DESIGNAZIONI cioè indicazione dei rappresentanti da parte di ogni Gruppo presente in Parrocchia

3. ELEZIONI cioè votazione e scutinio

4. COMUNICAZIONE del nuovo C.P.P. all’ordinario diocesano che darà il mandato ecclesiale

5. Prima RIUNIONE del nuovo C.P.P. per la scelta del Vice-presidente e del Segretario

6. PRESENTAZIONE del nuovo C.P.P. alla Comunità

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