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ANNOLXXXVHII .N. 21 . .1°NOVEMBRE1964

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Il Saritt re Paolo VIinaugura la' terza ses-sione del Concilio Ecu-menlco Vaticano il conla solenne sacra 's Con-celebrazione` all'Al-tare Papale.

aa oopert/egraIl gruppo "San Dome-nico : Savio" dei Pic-coli Cantori di Lourdes'in Oaklelgh (VictoriaAustralia), ai quali- lastampa cattolica hadato larga pubblicità .

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LA III SESSIONE DEL CONCILIO VATICANO Il

IL DIALOGODELLA CHIESA

COL MONDOC hi si fosse trovato a Roma il 14 set-tembre scorso per l'apertura della terzaSessione del Concilio, avrebbe notato qual-che cosa d'insolito in San Pietro, quasialitasse un'aura di raccoglimento, di pa-cata sicurezza, simbolo di essenziale inten-sità d'interessi e di volontà protesa aigrandi temi di questa Sessione del Concilio .

Dal 1962 a oggi il cammino è stato arduoma anche sempre più impegnativo : allesolenni e sfarzose cerimonie iniziali, seguìla discussione timida e laboriosa dei primitemi sulla liturgia e sull'uso degli stru-menti di comunicazione sociale e per ladelineazione di alcuni motivi ecclesiali ;oggi, i Padri conciliari possono sperare diraccogliere più abbondanti conclusioni sulsettore della dottrina e dell'apostolato .Ma procediamo con ordine : il 4 dicem-

bre 1963 Paolo VI in San Pietro conclu-

deva la II Sessione con un primo bilanciopositivo : 79 riunioni plenarie, aumento delnumero degli osservatori, promulgazionedella costituzione sulla Sacra Liturgia edei decreti sui mezzi di comunicazione so-ciale. Poi, mentre sulle ampie scalee dellaBasilica vaticana scendeva il silenzio, daRoma partivano nel mondo le prime grandilinee di riforme liturgiche e, qua e là, sene elaboravano i vari progetti secondo leesigenze locali . Intanto a Roma continuava1'opera silenziosa delle Commissioni con-ciliari per le riduzioni e per i ritocchi dei70 schemi preparati dal 1960 al 1962 .

Oggi l'enorme materiale è stato ulterior-mente ridotto a 13 progetti legislativi, ecioè a 6 schemi e a 7 « proposizioni »,come è detto in latino . Inoltre dal mesedi luglio di quest'anno, assieme ai 13 fa-scicoli, i Padri Conciliari avevano ricevuto 361

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nelle proprie sedi un compendio di normeche riguardano lo snellimento delle pro-cedure per i dibattiti conciliari .

I sei schemi o progetti-legge riguardano :la divina rivelazione, la Chiesa, i doveridei Vescovi, l'ecumenismo, l'apostolato (leilaici, la presenza della Chiesa nel mondo ;seguono poi le « proposizioni » sulle Chieseorientali, sul compito missionario dellaChiesa, sui religiosi, sui sacerdoti, sul ma-trimonio, sulla formazione del clero, sullescuole cattoliche .

La terza sessione si è aperta con unalto numero di partecipanti : 213 Padriconciliari; 13 uditori laici tra cui gli ita-liani Golzio, Manzini, Vito, Veronesi ; illoro numero fu aumentato alla fine disettembre. Inoltre sono state invitate al-cune uditrici ; presenti poi 22 osservatoridelegati, rappresentanti di confessioni dichiese e comunità acattoliche:; 60 osserva-tori invitati a titolo personale. Bisognapoi notare che all'apertura della III Ses-sione gli schemi si sono arricchiti di al-cune proposte, come la costituzione di un

consiglio centrale di evangelizzazione e laistituzione di un segretariato per l'incre-mento dell'apostolato dei laici ; senza con-tare altri provvedimenti già attuati inquesti ultimi mesi, come il segretariatoper le religioni non cristiane e la com-missione per l'esecuzione della riforma li-turgica .

Il 15 settembre i Padri conciliari ripre-sero i lavori affrontando gli ultimi duecapitoli dello schema sulla Chiesa, e conla votazione su quelli discussi l'annopassato .

La sessione offriva non poche difficoltàsul tema della collegialità episcopale : laquestione, strettamente teologica, si pro-pone di chiarire i rapporti di principioe di fatto tra il Sommo Pontefice e i sin-goli Vescovi; è noto che questi rapportisino ad oggi sono stati regolati più danorme pratiche che da definite e solen-ni dichiarazioni ecclesiastiche; restavanodunque da stabilire i compiti e le com-petenze dei singoli Vescovi e soprattuttodell'intero corpo episcopale sia nel go-

Sua Santità Paolo VI entra nella Basilica Vaticana per aprire la III Sessione dei Concilio Vaticano Il

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verno della Chiesa universale sia versol'autorità del Sommo Pontefice. La vota-zione ebbe risultato positivo e fa preve-dere notevoli trasformazioni nell'ordina-mento della Curia romana e nel governodella Chiesa .

Assieme a questi lavori i Padri Conci-liari si sono occupati di Maria, Madre dellaChiesa. Seguì l'esame del secondo schemasui doveri dei Vescovi nelle rispettive dio-cesi; fu quindi la volta dello schema sul-l'ecumenismo, che conteneva tra l'altrodelle dichiarazioni sugli ebrei e sui non-cristiani . Poi i Padri affrontarono il temasulla divina rivelazione e così via .

Un tema avvincente è quello del sestoschema che riguarda la posizione dellaChiesa: qualcuno l'ha definito « la terrapromessa del Concilio », nel senso che essone rappresenterebbe il risultato più arduoma più promettente; esso infatti defini-rebbe in modo rivoluzionario lo stile dellaChiesa di fronte al nostro tempo e al no-stro mondo della tecnica, al mondo pro-fano delle arti, delle scienze, della vitacivile, sociale, del progresso industriale ecc .

l stato detto che la storia della Chiesaè dominata da due leggi : la legge di con-centrazione, quando la Chiesa si raccogliein sè per difendersi ; la legge di espan-sione, quando essa si distende effondendosul mondo le energie accumulate nei se-coli di contrazione ; oggi - stando alloschema in questione - la Chiesa sembre-rebbe passare da una fase di concentra-zione a quella di espansione .

1 progressi che la Chiesa, pur in mezzoa mille avversità, ha realizzato dal 1870,dicono che essa da un secolo sta dispie-gando le sue infinite ricchezze spiritualiin un crescendo che oggi allieta e conforta .

Ma il Concilio si occuperà anche deiproblemi interni alla Chiesa ; le cosiddette« proposizioni » sono altrettanti settori dicarattere pastorale per i quali converràescogitare idonei strumenti di azione .

Non è possibile sapere se con questaSessione il Concilio potrà finire; comunqueessa ha una scadenza improrogabile : il Con-grésso Eucaristico Internazionale, che siaprirà a Bombay alla fine di novembre eal quale parteciperà buona parte di PadriConciliare .

Un ex allievo salesianouditore laico' al Concilio

È il prof . August Vanistendael, docenteall'Università di Lovanio. Compì glistudi classici nell'Istituto Don Bosco diHechtel (Limbourg) e si mostrò sempreassai affezionato ai suoi educatori . Oggiè segretario generale della C .I .S.C. (Con-federazione Internazionale dei SindacatiCristiani) . Egli ha girato il mondo in-tero (tranne quello d'oltre cortina) conuno scopo ben definito : sviluppare almassimo le possibilità rappresentative delSindacalismo cristiano sul piano inter-nazionale e trasformare la C .I.S.C. daorganizzazione europea in una organiz-zazione universale . I suoi sforzi hannocondotto alla progressiva deconfessiona-lizzazione della C.I.S.C., che oggi si pre-senta ai lavoratori d'Africa e d'Asia comepromotrice del sindacalismo « credente »,vale a dire come movimento sindacale cheprende in considerazione anche i valorispirituali dell'Islam, del Buddismo e del-l'Induismo, per far blocco dei credenticontro gli atei . All'illustre ex allievo diDon Bosco auguriamo di poter continuareancora per lunghi anni la splendida mis-sione di apostolo laico in mezzo alla classeoperaia per stringerla numerosa attornoa Cristo, unica salvezza del nostro mondoin travaglio.

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O gni santo ha la sua via alla santità . La viadi Don Bosco fu chiara, limpida e senza pos-sibilità di equivoci fin dall'inizio. Nel sognodei nove anni egli « vide » la sua via . Nonfu una via facile, d'accordo, perchè in para-diso non si va in carrozza, ma l'itinerario gliera ben segnato. Invece a Don Guanella lavia alla santità si presentava come un ghiri-goro di piste nel deserto, che il vento can-cella. Sentiva una voce che gli diceva : tudevi dare alla tua diocesi delle opere e dellefondazioni. Ala lo stesso vescovo non ne vo-leva sapere, e gli suggeriva di restare unsemplice parroco pieno di zelo ma senzatroppe iniziative e senza grilli per la testa .In più, Dori Bosco nella sua congregazionedi giovanissimi aveva bisogno di sacerdoti acui affidare incarichi e responsabilità, e ilGuanella, con nove anni di ministero par-rocchiale all'attivo, gli pareva l'uomo adatto .Così anche la voce di Don Bosco si mescolòalle altre e aumentò le perplessità.

Aveva bisogno di prendere tempo, di rac-cogliersi e cercar di capire che cosa volesse Dioda lui. Rimase tre anni accanto a Don Bosco,e trovò quella pace di spirito che non aveva

364 provato prima .

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DON LUIGI GUANELLAdal 25 ottobre è Beato

La Famiglia salesiana venera con gioiaquesto sacerdote santo

che per tre annifu tra i figli di Don Bosco,in attesa dell'ora di Dio

Muratore e imbianchino

Nulla mai gli riuscì facile e senza contra-rietà. Era il nono di tredici figli, e la sua fa-miglia non fu in grado di avviarlo agli studi .Andò al pascolo . In seminario potè entrareperchè il buon vescovo lo accolse gratuita-mente. Prima di ordinarlo sacerdote dovet-tero trovargli un beneficio vacante e donar-glielo in dote, per ottemperare ai sacri ca-noni. Suo padre, un bravo contadino chelottava con la montagna per strapparle di chevivere, il giorno dopo i festeggiamenti per lasua prima messa cantata, ricompensava l'ar-ciprete del paese, per i tanti favori fatti, re-galandogli un sacco di patate .Fu eletto parroco di Savogno, un paese

della diocesi di Como, inerpicato sui monti,a cui si arrivava per una gradinata di 2000 sca-lini . Trovò la casa parrocchiale pericolante esi mise a fare il muratore, il manovale e l'im-bianchino. La chiesa era piccola e bisognavaingrandirla, per farci stare tutti i parrocchiani .Don Guanella lo fece, e in più innalzò deimuraglioni massicci per sostenere il piazzaledel sagrato. Bisognava anche rifare il cimiteroperchè quello vecchio non bastava più . Con

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alcuni volenterosi si arrampicò sul monte etutti insieme spinsero giù alcuni macigni. Imacigni si tirarono dietro fin sul fondo tantisassi che bastarono per costruire il murettodel nuovo cimitero . Don Guanella fece co-struire anche locali per le scuole, e la tettoiaper il lavatoio .

Scrisse un libroe incominciarono i guai

Intanto costruiva quell'altra chiesa, fatta dipietre vive, che è la parrocchia. La vita reli-giosa fioriva, le pecorelle del suo ovile for-mavano un tutt'uno con lui . Ci fu chi dissedella sua parrocchia : « Circondate di muraSavogno, e ne avrete un convento » .

Don Guanella scrisse anche un libro, e dilì incominciarono i suoi guai . Scrisse unSaggio di ammonimenti familiari per tutti, mapiù particolarmente per il popolo di campagna.I titoli dei libri allora costumavano così.Nel libro parlava troppo chiaro a riguardodel governo anticlericale di quei tempi, eapriva gli occhi alla gente semplice . Questoera un delitto contro lo Stato ; non l'avessemai fatto. 11 vescovo a cui l'opera era dedi-cata non ricevette dal governo 1'exequatur .Quanto a lui, si attirò ire e persecuzioni,compresi i carabinieri sotto il pulpito. Piùtardi verrà messo a domicilio coatto, in basea una legge di Crispi che colpiva « gli oziosi,i vagabondi, i camorristi e tutte le personeritenute sospette » . Gli amici temevano e loconsigliavano : « Fatti uccel di bosco nellavicina Svizzera », ma egli rimase al suo posto .Confidò un giorno : « Le vie oblique e le ti-inidità non le conobbi mai » . E aggiunse intono scherzoso : « Meglio Pietro in carcere chePaolo al terzo cielo » . Solo quando non nepotè più, scrisse a Don Bosco . Il santo glirispose : « Il suo posto è pronto». Ed egli partì .

Don Bosco era per Don Guanella una diquelle rare figure che anche da lontano soncapaci di entusiasmare e sconvolgere una vita .Don Guanella era già stato a trovarlo, e pro-prio da lui si era fatto stampare il suo librogaleotto . Così fece ritorno a Torino nel 1875,deciso di diventare salesiano . Compì il novi-ziato e a fine anno lo attendevano due dire-zioni : una per i giorni feriali e una per igiorni festivi . Per i giorni feriali Don Boscogli affidò la direzione dei Figli di Maria,cioè delle vocazioni tardive, quei giovani sta-gionati che hanno le mani callose ma il cuoreancora intatto e lo vogliono donare al Signore .Nei giorni festivi Don Guanella diventava in-vece direttore dell'oratorio San Lei, vicinoalla stazione principale di Trino . Erano25o ragazzi a cui fare il catechismo e con cuigiocare a barrarotta. Ogni tanto li portava apasseggio sulle colline perchè ciò era suffi-ciente, in -quei bei tempi andati, per animarlisempre più nel bene . Trovava anche tempo,chissà come, per fare scuola ai giovani chie-rici e per scrivere qualche libretto .

Sente chiara la voce di DioL'anno dopo, 1876-77, Don Bosco lo man-

dava a fondare una nuova casa . Un benefat-tore aveva offerto i locali perchè si aprisse unoratorio e una scuola a Trinità, nella diocesidi Mondovì. Don Guanella riuscì a riempirel'oratorio e la scuola, spopolando in com-penso le strade del paese e delle borgate vi-cine. Duecento ragazzi all'oratorio, tre classidiurne per i ragazzi poveri tra gli otto e isedici anni, e tre classi serali : una per i gio-vanotti dai sedici ai vent'anni, una per i nonpiù giovanotti fra i venti e i trent'anni, unaper i più anziani, i padri e i nonni .

Fu nei silenzi della campagna cuneese cheDon Guanella sentì finalmente chiara la voce 3 li

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di Dio . Don Bosco gli scrisse proponendoglidi dirigere una spedizione di missoinari sa-lesiani nel Sud America . L'idea era affascinante,ma Don Guanella doveva seguire la voce chegli parlava dal di dentro, e lasciò Don Bosco .

Il cardinal Cagliero scrisse di lui salesiano :« Esemplare nella regolare osservanza, umilenella santa ubbidienza e ardente nella caritàdi Gesù Cristo, amò Dio nel suo prossimo » .

La Provvidenza in tascaSoffrì molto per il distacco da Don Bosco .

Lui stesso disse che nel partire da Torino sisentiva « come un cane bastonato ». Per annie anni continuò a sentirsi salesiano nell'anima .« Per quanto potei - scriveva a Don Bosco -,nel regolare il mio spirito mi conformai alladisciplina salesiana » .

A buon conto il suo vescovo lo accolsemolto volentieri in diocesi, e quando s'incon-trarono gli lasciò capire che avrebbe potutorealizzare i suoi sogni . «Lasciai il vescovocredendo di avere la Provvidenza in tasca»,confidò. Ma non era così . La Provvidenza nonlo abbandonò mai, è vero, ma lo provò in tuttii modi, come si fa con l'oro fino .

Ora che la Chiesa lo venera beato, è facileesprimere un giudizio sii Don Guanella . Maai suoi tempi fu ritenuto dai " benpensanti "tino spensierato, imprudente e dalla testa calda,disordinato e cocciuto, fanatico esaltato, scia-lacquatore e fondatore fallito . Ci fu chi lo

disse senz'altro pazzo . Come non accodarsi aquesta litania, se persino il suo grande amicoe protettore San Pio X lo chiamava amabil-mente « disperato »

Il fondatore "fallito"Un giorno (era ancora parroco a Savogno)

due seminaristi passeggiavano con lui nel giar-dinetto dietro la canonica . A un tratto esclamò :- Io voglio fondare un istituto : mi aiutate?I due seminaristi sorrisero. Gli risposero :- Sì, sì, senz'altro. Ecco qui . . . - E dato

mano al portamonete, estrassero ciascuno unamoneta da venti centesimi e gliela porsero .Don Guanella afferrò i due ventini e mor-morò alzando le ciglia :

--- Lasciate fare, vedrete che frutteranno .Hanno fruttato . I due ventini sono diventati

in qualche modo le sue fondazioni : la Congrega-zione dei Servi della Carità, e la Congregazionedelle Figlie di Santa Maria della Provvidenza .

Non si può dire in poche parole quanto siacostato a Don Guanella donare alla Chiesaqueste sue creature. A volte si trovò solo,incompreso e abbandonato da tutti . Un giornoche le amarezze premevano di più sul suocuore fu udito esclamare tra le lacrime : « SoloDon Bosco mi ha compreso » .L un fatto che i tre anni passati vicino al

Santo furono decisivi. Don Guanella compreseallora la sua vera missione, maturò la sua viaalla santità .

« Beate voi quando, nelle corsie degli ospedali, offrite la vostra giovinezza in odore di incenso a Dio, liete di confortare366 chi soffre con la dedizione completa di tutto il vostro essere » (Don Guanella alle Figlie di S . Maria della Provvidenza)

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LA NOSTRA CAMPAGNA : FAMIGLIA EDUCATRICE

I giovanidi oggi

Come li vede il PapaIn un recente discorso agli esploratori cat-

tolici. Paolo VI ha tracciato un quadro dellagioventù d'oggi ., mettendone in rilievo senzamezzi termini le luci e le ombre .

Il suo occhio s'è posato sulle « fitcce infelicidei teddv boys e dei Mods and Rockers, cherivelano drammi profondi . pietosi e precoci didolore, di sfiducia, di vizio, di cattiveria e didelinquenza » ; su « tante altre facce giovanilicaratterizzate da stravaganze esistenzialiste, ir-requiete e gaudenti ; avide di godere la vitacome un'esperienza senza senso, uno spettacolofalso ed effimero, un tentativo di voluta follia » .Notava il Papa come «purtroppo questi tipi

fanno parlare di sè, nella letteratura, nel cineastae nei ritrovi dell'esibizione mondana ; essi diven-tano abusivamente campioni e maestri, e trovanoin tanta gioventù superficiale facili imitatori eseguaci, con la complicità di chi li circonda dicuriosità e di pubblicità » .

« Quanta gioventù - ha aggiunto con un fre-mito di commozione Paolo VI - passando dal-l'adolescenza alla maturità giovanile, spezza lalinea della propria fórmazione, disperde sforzie conquiste della prima educazione, confonde lalibertà degli anni cresciuti con lo sbandamentocapriccioso delle passioni, smarrisce il senso diresponsabilità e di finalità che deve guidare lavita, si concede al più conformista gregarismocredendo così di salire al livello degli uomininuovi e superiori » .

È pessimista, il Papa, sui giovani d'oggi?No. Se questa realtà innegabile costituisce-- sono ancora sue parole - « una delle im-pressioni più amare che ci viene dall'osservazione

del quadro della vita contemporanea . . . per for-tuna la realtà non è solo questa. Anche la gio-ventù odierna ha un altro volto e un altro va-lore! » . E Paolo VI, trasportato dall'entusiasmo,quasi si lascia prendere la mano nel descriverei giovani che ha conosciuto : « i più anziani,alcuni, hanno il viso forte e grave solcato dallestigmate della guerra e della resistenza ; fra ipiù giovani, molti che hanno già riacquistato l'a-spetto trasparente dei bravi figliuoli che mettonoallegria, entusiasmo, passione in ciò che li in-teressa; e ciò che li interessa sono spesso ideenuove e grandi » .« Conosciamo anche noi - prosegue con

slancio - famiglie d'oro, dove i figliuoli mag-giori restano accanto ai minori e fanno loro daallenatori allo studio, al gioco, alla vita . Ab-biamo conosciuto ambienti magnifici di gioventùlavoratrice . . . Così conosciamo una gioventù stu-dentesca che fa dello studio la sua vocazione, lasua passione, e che si pone frontalmente il pro-blema della verità cristiana . . . Abbiamo frequen-tato, e sempre con grande ammirazione e conso-lazione, tanti nostri meravigliosi oratori, mo-desti alcuni, ma pieni di giocondità pura ebuona; abbiamo conoscenza di bellissime nostreassociazioni giovanili, di nostri moderni collegipieni di vita, di ordine, di speranze; campeggidi giovani nostri, perfetti cenacoli di amici . . . » .

Oratori, associazioni giovanili, campeggi. Èconsolante - per i figli di Don Bosco c perquell'insostituibile loro complemento che sonoi Cooperatori - pensare che lo sguardo delPapa s'è posato anche sulle nostre opere . Manello stesso tempo quanta tristezza al pen-siero di quell'altro tipo di giovane, lontano daDio, in balìa di se stesso e perennemente in crisi. 367

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L'adolescente in crisiC'è in lui uno sbandamento affettivo che tal-

volta non rispetta neppure i sacri vincoli del-l'amore familiare ; c'è uno sbandamento reli-gioso che gli fa trascurare quel poco o tantodi tradizione cristiana che ogni famiglia si tra-manda; c'è uno sbandamento morale comin-ciato a volte nell'infanzia e incoraggiato dauna società edonistica, preoccupata solo di go-dere e di far quattrini .

I sociologi denunciano oggi un abbassamentonel livello degli ideali . Molti giovani accettanopassivamente la scuola o l'apprendistato comeil prezzo che devono necessariamente pagaiese vogliono assicurarsi una vita comoda nellaciviltà del benessere . Tra quelli che coltivanoaspirazioni superiori, non pochi si ribellano, eassumono atteggiamenti estremisti e asociali .Le parole ' abnegazione sacrificio rinuncia ' sitrovano più raramente sul vocabolario del gio-vane d'oggi . La religione è vista come un ele-mento della tradizione, scomodo ma insop-primibile ; perciò è tollerata, o è messa tra pa-rentesi come un problema dilazionabile, osemplicemente è respinta .

Le cause di questa situazione sono com-plesse. La civiltà della tecnica ha camminatotroppo celermente in questi decenni, travol-gendo forme di vita che progredivano lenta-mente e instaurando un nuovo ordine di cose .

la famiglia è cambiataAnche quella società in miniatura che è la

famiglia ha subìto profonde trasformazioni .La famiglia patriarcale, fondata sull'auto-

rità indiscussa del padre e sull'amorevolezz .ronnipresente della madre, sta passando dimoda. Il padre esercita sempre meno un'au-torità messa in discussione da un corrente spi-rito di democrazia a tutti i costi; la presenzamaterna nella vita (lei figli s'è rarefatta per ilmoltiplicarsi delle situazioni in cui il ragazzosi trova lontano da lei. Padre e madre stannodiventando solo più i compagni affettuosi e di-sinteressati (lei loro figli. E questi si sentonopiù liberi, più indipendenti, ma meno sorretti,meno guidati, e quindi incerti e insicuri .

Un giorno Domenico Savio fu invitato daun compagno a fare un bagno nel torrente ;rispose: « Prima vado a domandare allamamma ». Ma i ragazzi d'oggi in troppi casidevono decidere da sè. E se domandano aigenitori, non sempre ottengono una rispostapedagogicamente valida .

I genitori si sentono incapaci di assumere leresponsabilità della nuova situazione; anzispesso si lasciano travolgere dalla corrente .

:tmt Dimenticano la loro missione di educatori e

permettono a se stessi quello che dovrebberonegare ai figli .

In un'inchiesta sulla gioventù, una ragazzaha riconosciuto che « i genitori concedono aifigli troppa libertà, non già come un segno difiducia o come un dono che fanno a loro, maper ottenere per sè una libertà piena e asso-luta, che li porti a vivere una loro propriadolce vita ».

Molti genitori vogliono essere liberi, nonsentir gravare su di sè la responsabilità reli-giosa, morale, educativa. Reclamano per sèquella sfrenata libertà che - per evitare con-traddizioni troppo evidenti - sono poi co-stretti a concedere anche ai figli .

La saggezza di' Mamma MargheritaBen altre furono le responsabilità educative

di una mamma Margherita, che seppe stareal suo posto per influire sulla volontà deifigli. Rimasta vedova, avrebbe potuto sce-gliersi un'altra strada. Preferì essere la donnaforte, poggiata sulla retta coscienza di un do-vere che nasce dall'ossequio a Dio, la madreresponsabile che riconosce la preminenza diDio in tutti i fatti della vita. Considerò suoprimo dovere educare i figli, che le erano ri-masti come il retaggio migliore della sua vitadi sposa, come particolare missione nella suaqualità di madre . Volle essere madre e quindieducatrice .

Per questo seppe capire e indirizzare Gio-vannino Bosco su quella strada che lo avrebbereso il più grande educatore dell'epoca mo-derna. La saggezza e la pedagogia di mammaMargherita sono così passate nel sistema pre-ventivo di Don Bosco, che resta ancor oggiun valido programma per le famiglie e glieducatori .

"Reverendo, salvi mio figlio"È accaduto recentemente. Una giovane si-

gnora entra nella direzione di un istituto sa-lesiano . Le lacrime hanno scavato un solconegli strati di crema e di cipria del suo volto .- Reverendo - mormora con un tremito

nella voce - salvi mio figlio!Il direttore cerca di calmarla .- Dica, signora . Vediamo se posso fare

qualcosa per lei .E la signora prende a raccontare di suo

figlio, che ha rubato . Non è la prima volta cheruba, sebbene in casa non gli lascino mancarenulla. Questa volta è stato colto sul fattomentre rubava nel santuario della Madonna .Possono denunciarlo . Da un momento all'altropossono venire in casa a prenderlo e portarloin questura . Il prete del santuario ha detto

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che non farà la denuncia soltanto se lo inette-ranno in buone mani . Ora la mamma è lì daifigli di Don Bosco : in quali mani migliori po-trebbe metterlo? Supplica il direttore perchèaccetti in collegio il suo figlio ladro .

Il direttore rimane perplesso un istante . Poialza lo sguardo al soffitto, spalanca le bracciae mormora :- Ce lo mandi, signora . Proveremo .Ora le ' buone inani ' di Don Bosco cercano

di ricostruire in quel ragazzo ciò che i genitoricon tanta leggerezza sono riusciti a sciupare .

I compiti della famigliaL'evolversi della società rende oggi più dif-

ficile l'educazione . Il ragazzo un tempo impa-rava imitando il comportamento dei genitorie delle poche persone che vivevano nella suacerchia ristretta . Oggi i fumetti e i rotocalchi,la TV e il cinema hanno allargato enorme-mente la cerchia delle conoscenze del ragazzo,popolandola di personaggi simpatici, attraenti,addirittura sconvolgenti. Atleti, cantanti, divi,eroi della pistola e del brivido, avventurieridi ogni latitudine, superuomini e marzianisulle navi spaziali. Purtroppo molti di questimodelli di comportamento sono tutt'altro cheesemplari, molti sono almeno inopportuni . Sepoi anche la famiglia con l'esempio d'una vitasregolata spinge il ragazzo al male, allora addioeducazione .

Ecco il primo compito della famiglia cri-stiana : il buon esempio . I ragazzi sono degliimitatori. Perciò i genitori pratichino essi perprimi ciò che vogliono insegnare ai figli, sianoessi testimoni di vita cristiana .Ma non basta. Occorre vigilare sulle letture e

sulle amicizie dei ragazzi. Occorre orientarliverso grandi ideali, quegli stessi che oggi laChiesa presenta vivacemente in visione ecu-menica. L'apostolato dei laici nelle sue varieforme è capace di assorbire interamente e diattivare le più belle energie giovanili .Iiagazzi passano buona parte della loro

giornata fuori delle pareti domestiche. Perciòanche l'ambiente extra-familiare dev'essere sano :la scuola cattolica, l'oratorio, le opere parroc-chiali . Oggi per fortuna le organizzazioni cat-toliche sono in grado di offrire al giovane undivertimento sano e moderno .

È difficile realizzare un simile programmaper sè e per i propri figli? È diflicile per chinon sa amare, per chi dimentica il propriodovere di genitori per correre dietro a guadagnisempre più alti e a divertimenti sempre piùstimolanti. Non è difficile per chi accetta congioia - come mamma Margherita - di com-piere il proprio dovere di genitore cristianosotto lo sguardo di Dio .

Alla pedagogia dell'egoismo - che è appli-cata inconsciamente da tanti genitori - vasostituita l'educazione al sacrificio e allo spiritodi mortificazione . Non si tratta di un pio eser-cizio e supererogatorio di stile medioevale,perehè solo il ragazzo che impara a dire dino a una soddisfazione lecita saprà dire di noanche alle attrattive della tentazione .

Alla pedagogia dell'agnosticismo e dell'indif-ferenza religiosa - che è praticata oggi damolte famiglie - va sostituito lo spirito di pre-ghiera dell'autentica famiglia cristiana, pic-cola chiesa di Dio .

Alla pedagogia dell'iniziazione precoce almale - che oggi la pubblicità, la stampa e lospettacolo compiono con tanta irresponsabi-lità - va sostituita la vigilanza preventiva, l'as-sistenza continua e premurosa .

È il sistema di Don Bosco e di mamma Mar-gherita, chiamato oggi come ieri a salvare igiovani.

CALENDARIO SALESIANO1965

Il nuovo Calendario Salesiano,che giunge con questo numerodel Bollettino, viene da amicoin casa dei Cooperatori e Be-nefattori e s'accontenta d'unchiodino al quale appendersiper adornare la casa durantetutto l'anno 1965 . Sia ricevutobenevolmente: porta gli auguripiù belli per l'anno nuovo, eun mazzo di preghiere che laFamiglia Salesiana offre pertutti i suoi Benefattori .È un segno piccolo ma schiettodella riconoscenza che S. Gio-vanni Bosco nutre verso i lettoridel Bollettino che aiutano le sueOpere e soprattutto le sue Mis-sioni . Quando appenderannoil Calendario, se ne ricordino,e se possono siano generosi .Oltre al nuovo Calendario,l'anno 1965 riserva ai Bene-fattori una bella sorpresa : ilBollettino Salesiano in nuovaveste tipografica .

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IL XIV CAPITOLO GENERALEdelle Figliedi Maria Ausiliatrice

Un solenne Te Deum cantato nella Basilicadi Maria Ausiliatrice, il 17 settembre scorso,ha chiuso il XIV Capitolo Generale delle Figliedi Maria Ausiliatrice . tenutosi nella casa ge-neralizia dell'Istituto in Torino. Era stato apertoil 26 agosto con la benedizione del Santo Padree degli Em .mi Maurilio Fossati Arcivescovo diTorino, Ildebrando Antoniutti Prefetto dellaSacra Congregazione dei Religiosi, BenedettoAloisi Masella Cardinale Protettore .

V'intervennero complessivamente - insiemecon le Superiore Generalizie - 116 Capitolari,in rappresentanza delle 55 ispettorie sparse intutti i continenti, meno l'Ispettrice e la Delegatadella Polonia, a cui non fu concesso di inter-venirvi .

Lo presiedette in qualità di Delegato Aposto-lico, il r ev.mo Rettor Maggiore don RenatoZiggiotti, coadiuvato dall'assidua assistenza delrev.mo don Sante Garelli .

Dopo l'unanime rielezione della SuperioraGenerale, Madre Angela Vespa, e di tutti imembri del Consiglio Generalizio, si passò allatrattazione del tema base del Capitolo : Forma-zione del personale e formazione della gio-ventù oggi.

Questo aveva già avuto una preparazione re-mota nel grande Convegno Catechistico Interna-zionale dello scorso anno, ponendo l'approfon-dimento della Religione cristiana, e particolar-mente del Vangelo, come presupposto essenziale

372 per la formazione specifica e qualificata delle

Suore e di quella umana e cristiana dellagioventù .

Altra preparazione si ebbe nei mesi prece-denti il Capitolo, intensificata poi dal lavorodelle quattordici sottocommissioni di studio .

In ampie ed esaurien!i trattazioni, protrat-tesi per il corso di tre settimane, il Capitolo hamesso a fuoco le responsabilità dell'Istitutonella formazione del personale e nell'adegua-mento ai tempi per le opere di apostolato in or-dine allo scopo dell'educazione cristiana dellagioventù .

Ha studiato perciò attentamente il migliorfunzionamento delle Case di formazione, spe-cialmente degli Aspirantati e Juniorati, e deirelativi programmi per le varie sezioni .

Seguendo le sapienti direttive della Chiesa,alla luce dei più recenti documenti pontifici ein fedeltà assoluta allo spirito del santo Fonda-tore Don Bosco, il Capitolo ha soprattutto pre-cisato che le molteplici specializzazioni e quali-fiche del personale, richieste dalle esigenze odier-ne, debbono poggiare sulle basi di una sodamaturità umana, cristiana e religiosa, in modoche le Suore siano sempre, pur adeguandosi aitempi, testimonianza autentica delle realtà evan-geliche e dei valori eterni, che permangono aldi sopra di ogni umano ondeggiamento .

Riguardo alla formazione della gioventù,attraverso a un attento esame delle situazionie mezzi attuali, spesso veicolo di concezioni ma-terialistiche e naturalistiche (scuola, strumenti

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di comunicazione sociale, impiego del tempolibero), il Capitolo ha riaffermato la volontàche l'Istituto sia sempre all'avanguardia nel-l'educare la gioventù a valersi di tali mezzi peril bene. Per questo ha riconosciuto la necessità,oggi più di ieri, di formare coscienze illuminatee convinte che possano reggere vittoriosamentealle insidie che presenta il mondo di oggi .

Haa pure rilevato l'importanza di dare allegiovani, insieme alla qualifica e alla specializ-zazione che le rendono idonee a guadagnarsi lavita, la dovuta sodezza di princìpi religiosi edi ben chiare e profonde convinzioni moraliche valgano a preservarle dalle dannose sugge-stioni del nostro tempo . Educarle quindi al-l'amore di Dio e all'orrore al peccato attraversoalla pedagogia dei Novissimi, della pietà sa-cramentale e della devozione alla Madonna,per farne - secondo le parole stesse del santoFondatore - « delle oneste cittadine e dellebuone cristiane » .

Per realizzare questi fini l'assemblea fu una-nime nel riaffermare a più riprese la necessitàdi attenersi fedelmente al Sistema Preventivodi San Giovanni Bosco, che mira a creare tutto

un ambiente educativo e a svolgere, più cheun'azione collettiva, una formazione personale•

individuale .Nel corso delle adunanze, le Capitolari rice-

vettero anche la visita di S. E. mons. Tinivella,vescovo coadiutore di Torino, che disse felicela scelta dell'argomento centrale del Capitolo,poggiato sull'istruzione catechistica, base di ogniformazione umana, cristiana e religiosa .

Due pellegrinaggi segnarono l'inizio e laconclusione dei lavori : il primo fu al ColleDon Bosco per prendere dal santo Fondatoreispirazione e luce: l'altro a Mornese, la terranatia della Confondatrite Santa Maria Mazza-rello, per offrire alla Santa i voti e le delibera-zioni prese .

L'importante Capitolo, che si è tenuto nel-l'anno Centenario dell'incontro dei due Santi• nel clima del Concilio Ecumenico, avrà unalarga risonanza nell'Istituto, che fidando nellaceleste protezione di Maria Ausiliatrice, si ri-promette di dare alla Chiesa e alla societàelementi umanamente e eri.stianantente formati•

pronti ad affrontare le complesse responsabi-lità della vita odierna .

Le Figlie di Maria Ausiliatrice convenute da tutti i continenti per partecipare al XIV Capitolo Generale,prima di iniziare i lavori, hanno compiuto un devoto pellegrinaggio alla casetta natia di Don Boscoper prendere ispirazione e luce dal Santo Fondatore

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Nel 1881 don Luigi Lasagna, direttore aVilla Colón nell'Uruguay, era stato consigliatodai medici di rimpatriare per sottoporsi a unintervento chirurgico .

Giunto in Italia nel maggio di quell'anno,rimandò l'operazione fino all'ottobre, ma nonperdette tempo. Al Real Collegio Carlo Al-berto di Moncalieri dirigeva l'OsservatorioMeteorologico il famoso padre FrancescoDenza, barnabita. Da tempo don Lasagna,sfruttando la posizione magnifica di VillaColón, pensava di costruirvi un Osservatorio ;la cosa gli avrebbe attirato le simpatie delmondo scientifico e con quelle sarebberogiunti anche gli aiuti per le missioni . Cono-scendo il pensiero favorevole di Don Bosco,si abboccò cori il padre Denza, che fu entu-siasta dell'idea e lo esortò ad allargare il pro-gramma dell'Uruguay all'Argentina e in modospeciale alla Patagonia .

Poco dopo si teneva a Venezia il Terzo Con-gresso Internazionale di Geografia. PadreDenza, che era uno dei relatori, espose agliscienziati la proposta di don Lasagna . Essiapplaudirono all'idea e ne scrissero a DonBosco che accettò, dichiarando di mettere benvolentieri i suoi salesiani al servizio della scienza .

Per quei tempi stabilire nelle lontane Ame-riche Osservatori dall'Uruguay alla valle delRio Negro d'Argentina e ricevere informa-zioni sicure perché date da religiosi che vi si.dedicavano non per lucro ma per vocazione,era una fortuna impensata che faceva fare passidecisivi all'infanzia della meteorologia .

Quando don Lasagna in ottobre si presentò374 al « Mauriziano « di Torino per l'operazione,

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Fu scritto, con una punta di umorismo, che di tutti i Santi del Cielo

Don Bosco è l'unico che anche scientificamente abbia guardato al cielo,

interessandosi delle leggi fisiche che regolano i fenomeni della meteorologia

fra i dottori trovò un suo ex allievo di Lanzoche l'incuorò, benchè non nascondesse unacerta preoccupazione . Ma Don Bosco glitolse ogni . timore sull'esito dell'intervento el'assicurò che sarebbe tornato in Americacon una missione di grande importanza .L'operazione infatti ebbe esito felicissimo .

Gli Osservatorida Villa Colón a Puntarenas

Il r5 gennaio 1882 don Lasagna, già nomi-nato ispettore, partiva da 'orino con unacassa di strumenti che dovevano servire perimpiantare l'Osservatorio . Fu inaugurato ef-fettivamente il 7 ottobre a Villa Colón. Quellofu il primo anello di una lunga catena . Segui-rono a distanza di pochi anni S. Nicolàs delos Arroyos, Paysandú, Carmen di Patagones,la Boca, Almagro, Bernal, Bahia Bianca, RioGrande nella Terra del Fuoco e Punta Arenasnel Cile. Con don Lasagna è giusto ricordarealtri nomi, veri pionieri di questa attivitàscientifica : don Domenico Albanello, donAlessandro Stefenelli, don Luigi Pedemontee mons. Fagnano .

Quest'ultimo con il suo entusiasmo leggen-dario si mise all'opera comprando la seriecompleta di tutti i principali strumenti, fracui uno ideato dal padre Denza, che segnavaautomaticamente su un nastro la direzione el'intensità del vento e la pioggia. Per queitempi era l'ultima parola! Si formò cosí una

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rete di Osservatori, il cui centro era VillaColón, di dove si spedivano le osservazionial padre Denza, che le faceva pubblicare nel« Bollettino Internazionale Polare di Pietro-burgo» e in quello della «Società GeograficaItaliana» . Quando poi nel 1885 l'Uruguay ap-provò la legge per la soppressione degli Or-dini religiosi, la Congregazione Salesiana sisalvò perchè padre Denza aveva ottenuto dalministro Mancini una lettera elogiativa deisalesiani e dell'Osservatorio di Villa Colón .L'Uruguay, per non rompere le relazioni di-plomatiche, si dimenticò dei salesiani, i quali . . .inneggiarono alla meteorologia!

Roma ufficialmente ne godette e i marinaiitaliani, approdando a Montevideo, non man-carono di far visita a Villa Colón . Siccomepoi un giornalista, in omaggio ai tempi, pub-blicò un articolo lamentando che i nostri ma-rinai bazzicassero con i preti, una sera quattrodi essi, tornando da teatro, lo malmenaronoper bene e per giunta gli dissero di mandarela ricevuta agli ufficiali della « Vittor Pisani»ancorata nel porto .

L'Osservatorio di CuiabàIntanto dall'Uruguay l'opera salesiana nel-

l'ultimo ventennio dell'Ottocento si era estesaal Brasile che contava già parecchie case di-venute poi famose : Niteroi, Lorena, S. Paulo .

Anche il Mato Grosso è debitore a don La-sagna e ad alcuni salesiani che nel 1894, par-tendo da Montevideo, risalirono il Mar delPlata e il fiume Paraguay fino alla capitaleCuiabà. Quel gruppo, fra cui don Malan,don Balzola, don Castells e don Solari, diedeil via alla conversione dei Bororos e piantòstabilmente le tende nelle città più importantidello Stato . La gioventù studiosa matogros-sense del primo Novecento deve in gran partela sua formazione a Don Bosco e ai salesiani .Cuiabà dista oltre 2 mila chilometri da

S. Paulo ; ora le linee aeree l'hanno avvicinata,ma i vecchi ricordano ancora il ritornello che

ne fissava poeticamente le distanze : « In fondoal mondo vi è un fiume ; oltre quel fiume vi èun colle ; dietro quel colle vi è Cuiabd! » .

Nella sua storia bicentenaria Cuiabà è co-nosciuta come la città dell'oro cui deve la suaorigine ; ancor oggi, dopo le piogge è faciletrovare polvere aurifera nel greto del torrente« Prainha » che ne lambisce le mura. Ma ipoeti la cantarono come la «città verde, simileal color di smeraldo», dalle palme imperialiche adornano i viali e i giardini . Il più liricoè certamente mons. Aquino Corréa, salesiano,che onorò la sua città natale come governa-tore e come arcivescovo e ne tramandò leglorie in versi e pagine immortali .

Cuiabà è il centro geofisico dell'AmericaLatina : il fatto è ricordato da un cippo inmezzo all'orto del Liceo S . Gongalo con unaplacca di metallo che ne indica la longitudine :

56°, 05', 54" W-Gr. e la latitudine : 1 5 ° , 35',48" S . Partendo di là in direzione versooriente l'altipiano forma due grandi ver-santi, l'uno amazonico al nord con il Riodas Mortes e l'Araguaia, l'altro al sud con ilS. Louren4o e il Paraguay, che affluiscono alMar del Plata .

L'Osservatorio di Cuiabà fu inaugurato il17 novembre 1900 dal genio intraprendentedell'allora direttore don Elvezio Gomes deOliveira, più tardi arcivescovo di Mariana .Fin dall'inizio se ne registrarono mese permese i risultati ottenuti : quelli dei primi diecianni, raccolti in un volume a cura dell'incom-parabile salesiano coadiutore prof. Silvio Mi-lanese, suscitò tale ammirazione che l'Osser-vatorio fu incluso nella rete nazionale dimeteorologia ; poi, nel 1921, elevato alla ca-tegoria di 1a classe speciale, e nel 1933 sceltocome sede dell'8° Distretto Meteorologico .Geografi, geometri, ingegneri e aviatori pos-sono visitare in qualunque tempo l'Osser-vatorio, che conserva i dati giornalieri ditutto questo secolo . Chi sale sulla torre es'affaccia sulla piazzetta, trova ben dispostigli strumenti scientifici : barometro, pluvio-metro, anemometro, eliografo, igrometro, ozo-metro ecc .

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Ma la specialità di questo Osservatorio èche da 5o anni è diretto da don Riccardo Re-metter, un bavarese che approdò in Brasilenel 1913 e da allora non rivide più l'Europa :un distacco totale, una partenza missionariasenza ritorno

La passione con cui don Remetter lavoranell'Osservatorio, è notoria in Cuiabà e fuori .Se a Rio, confrontando i dati delle varie sta-zioni locali si nota qualche variante o diver-genza, la risposta sicura è data da Cuiabà,che non erra : tale la convinzione non smen-tita, creata dalla fama di don Remetter .

Curiosa la sua vocazione per la meteoro-logia . Ancor chierico, andando a passeggio,giudicava inutile perditempo che qualche col-lega tenesse il naso in aria e discutesse sullaforma delle nubi . Ma giunto a Cuiabà, gli fuindicato l'Osservatorio e gli si disse : « Avraicura di quello! ». Si danno nella vita casi chesconcertano, quando addirittura non rove-sciano i nostri piani .

Le benemerenze di don Remetter, attestatein numerosi atti ufficiali, furono coronatedalla « Croce al Merito », che la RepubblicaFederale Tedesca gli conferí per mezzo delConsole di Cuiabà il 24 maggio 1962 e daldiploma di <Cittadino Onorario r>, che gli haconsegnato in una sessione solenne il presi-dente della Camera Municipale.

Gli altri Osservatoridel Brasile

L'Osservatorio di Cuiabà è un po' comeil sole con i suoi satelliti, o come una famigliadi cui è il padre. L'uno dopo l'altro, venneroquelli di Campo Grande, di Corumbà, diCoxipò da Ponte, di Sangradouro e di Meruri,scaglionati lungo lo spartiacque dell'altipianoorientale del Mato Grosso .

La fama di serietà e di esattezza nella tra-smissione sollecita dei dati, indusse la Dire-zione Centrale di Rio a chiedere lo stessoservizio quando si apersero nel 1920 le mis-sioni del Rio Negro nel nord del Brasile .Sorsero così gli Osservatori di Porto Velhoe Humaità nel rio Madeira ; di Manaus, Bar-celos, Tapuruquara e Uaupés nel Rio Negro ;di Parí-Cachoeira nel rio Tiquié ; di Taraquàe Jauareté nel rio Uaupés .

Da Punta Arenas nell'estremo sud del Cilea Taraquà nel Brasile, sulla linea equatoriale,sono almeno 25 Osservatori che ogni giornooffrono con esattezza i dati meteorologici delcontinente sudamericano .

Aveva ragione Don Bosco di mettere i suoisalesiani a servizio della meteorologia : Il I cielicantano la gloria di Dio" .

Nel Messico si nota una consolante fioritura di vocazioni Qui il Consigliere generale delle Scuole376 Professionali Salesiane don Ernesto Giovannini tra gli aspiranti coadiutori di Sahuayo

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La Madonna di Don Boscofu anche di Don Orione

Gli Orionisti son venuti a prenderla perportarsela via . Era una statua della' Madonnad'importanza quasi storica, la prima collo-cata da Don Bosco nel Santuario di MariaAusiliatrice in Torino . Rivestita di azzurro ed'oro, col Bambino in braccio, dalla sua nicchiaaveva sorriso ai tanti ragazzi di Don Bosco,li aveva benedetti e spronati al bene . Poi isalesiani un giorno decisero di sostituirla conuna statua più bella . Così la prima statua diMaria Ausiliatr :ce passò su un altare laterale,per finire nel « Museo Don Bosco », quelloche i pellegrini a Valdocco vanno a visitaredopo aver sostato in preghiera nelle camerettedel Santo. La Madonna, lì nel museo, conti-nuava a sorridere col suo Bimbo in braccio,ma si vedeva che era ormai costretta a nonfare più nulla, come se fosse in pensione .

Ora i figli di Don Orione hanno scritto unalettera al Rettor Maggiore dei salesiani ehanno domandato per sè quella statua dellaMadonna. La richiesta non è strana, se sipensa che Don Orione e la statua sono natinello stesso paese, a Pontecurone, e sonoquasi coetanei .

In quegli anni lontani, il canonico scultoreMichele Cattaneo di Pontecurone non si li-mitò a scolpire la bella statua in legno e adipingerla, ma dette anche i primi colpi discalpello alla figura spirituale di Orione ra-gazzetto. Luigi lo accompagnava a visitarei malati, passava lunghe ore nel suo studioa leggere e conversare, lo aiutava anche comeapprendista scultore .

, Orione ricorderà per tutta la vita quel che siraccontava in paese a proposito del trasportodella statua a Torino. Si raccontava che unsacerdote del paese e un abile carrettiere chescortavano la Madonna, giunti a un torrente,

vi trovarono il ponte crollato e l'acqua gonfiae minacciosa. Il carrettiere stabilì a occhio ecroce che si poteva passare, e spinse il cavallonell'acqua . Ma sbagliò il calcolo . Il carretto,giunto a metà del greto, affondò nella sabbiamentre le ruote giravano a vuoto . Che fare?Sul carretto non c'è la Madonna? provvedalei! Così pensarono i due . sperarono, prega-rono e giunsero felicemente all'altra sponda .E poi a Torino .Il piccolo Orione a Pontecurone pensava

che questa statua non l'avrebbe mai vista .Invece qualche anno dopo andò anch'eglia Torino, da Don Bosco, a studiare. Fu làche i due « compaesani » si videro per laprima volta. La Madonna era nella nicchiadel Santuario, col Bambino in braccio, e sor-rideva. Sbocciò tra loro un'amicizia calda eaffettuosa, fatta di tenerezza e confidenza .Quando Orione aveva bisogno di un favore,correva dalla sua Madonna . All'avvicinarsidegli esami, le s'inginocchiava davanti e lediceva: « Cara Madonna, anche tu sei del miopaese, mi conosci bene . Perciò devi aiutarmi,devi concedermi la grazia della promozione » .

Ogni anno la bella statua faceva un gi-retto per la città, portata in processione dairagazzi dell'Oratorio, il 24 maggio ; Orioneci fu anche lui, tra quei ragazzi, dall'anno 1886al 1889 .

Il 29 gennaio 1888, due giorni prima cheDon Bosco si spegnesse, Orione e altri cinquecompagni offrirono la loro vita al Signore incambio di quella del Santo morente ; nontrovarono modo migliore, per compiere il gestogeneroso, che inginocchiarsi davanti alla statuadell'Ausiliatrice .Don Orione anche quando ebbe lasciato

l'Oratorio di Valdocco, tornò spesso a trovare 377

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la sua Madonna, e vi accompagnava soprat-tutto quelli di Pontecurone .

Ora in Spagna, a Fromida, i figli di Don Orio-ne stanno per aprire un grande seminarioche porterà il nome del fondatore. E hannochiesto in dono al Rettor Maggiore dei sale-siani la famosa Madonna che fu di Don Boscoma anche di Don Orione. Intanto le prepa-

Nuovi Centri di educazionedelle Figlie di Maria Ausiliatrice

« Chissà quale energia di bene doveva averela grande anima di Don Bosco se dopo cen-t'anni ispira e muove a donarsi con genero-sità altre anime nella scìa da lui segnata e ainnalzare istituti come questo per il benedella gioventù » .

Così si espresse l'ecc.mo mons. Colombo,arcivescovo di Milano, nell'inaugurare l'Isti-tuto « Maria Ausiliatrice » a Leeeo-Ol.ate(Como) .

Il nuovo edificio è bello ed elegante nellesue linee semplici e sobrie, degno di acco-gliere il trapianto di quella rigogliosa operagiovanile .

rano una nicchia nella cappella del seminarionuovo .Chi visita oggi il « Museo Don Bosco »

non trova più la statua in pensione : è partita .In terra di Spagna essa riprenderà a distri-buire sorrisi, benedizioni, conforto e incita-mento a tanti altri giovani generosi, comeaveva fatto ai tempi di Luigi Orione ragazzo .

Presso Torino, sulla via di Orbassano, aRivalta, è stata posta la prima pietra dellacasa « Laura Vicuùa » con un grande CentroEducativo Ricreativo . La nuova opera ha 1oscopo di rispondere alle esigenze attuali dellagioventù, offrendo alle alunne e alle orato-riane delle molte case e oratori di Torino unben attrezzato luogo di divertimento sano,che serva a rinvigorire anche lo spirito .

Il Centro disporrà, oltre che di grandi campisportivi e di palestre per esercitazioni gin-niche e ricreative, anche di aule catechistiche,di sale di lettura e di audizione .La rev.ma Superiora Generale, a cui si

e.e.e.e.e*e.e.e.e .e.e.e.ele.e.e ~ele.eoe.e.e •0•e.e.e.e.e .e.e,e .

BETLEMME (Giordania) . S . E. il Delegato Apostolico di Gerusalemme mons . Lino Zanini con i membri delCapitolo Ispettoriale del Medio Oriente . Nel chiudere i loro lavori in preparazione al Capitolo Generale,il Rappresentante della Santa Sede, si è augurato che, nel genuino e autentico spirito di Don Bosco, iiprossimo Capitolo Generale serva a trovare forme sempre più efficaci del dialogo aperto dal Conciliocol mondo, e in particolare con quello giovanile, per poterlo conquistare a Cristo e alla sua Chiesa

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deve l'idea ispiratrice del Centro- si trovòpresente alla cerimonia con le altre Superioredel Consiglio. Don Garelli, che vi rappresen-lava il Rettor Maggiore, lo benedisse e auguròalle giovani presenti di essere di quel campoi fiori più belli, che a suo tempo avrebberoportato i migliori frutti per la Chiesa e per lasocietà .

Il Centro sarà posto sotto gli auspici dellagiovanetta serva di Dio Laura Vicuíia, il cuinome è già un programma di forti e grandiideali di santità .

A Rottenbueb (Germania) si è inauguratoil ricostruito edificio di un antichissimo con-vento rimasto, dopo secoli di gloriose vicende .,in desolante abbandono . L'impresa era sem-brata audace, ma si riuscì a effettuarla e sipotè portare felicemente a termine la gran-diosa costruzione che, conservando l'anticastruttura dello storico monumento nazionale,risponde alle esigenze di un moderno istitutoeducativo con scuola magistrale e di avvia-mento, scuola materna, educandato e coloniapermanente .

La chiesa di Maria Ausiliatricein Bombay sarà consacratadurante il Congresso Eucaristico

La notizia ormai è certa . Durante il Con-gresso Eucaristico Internazionale avrà luogouna delle cerimonie che più toccherà la famigliasalesiana in India : la consacrazione della chiesadi Maria Ausiliatrice in Bombay. Questo bel-lissimo Santuario verrà quindi, per così dire,alla ribalta delle manifestazioni del Congresso .L'Autorità Ecclesiastica vuole con questo attodare un pubblico riconoscimento del bene chesi va facendo in questa chiesa, specialmenteper il culto dell'Eucaristia e la frequenza allasanta Comunione .

La Scuola Don Bosco annessa alla chiesasarà la sede delle manifestazioni per il gruppodi lingua italiana . Così le autorità e i pelle-grini della nostra bella Italia potranno ammi-rare qualcosa delle molte belle opere che l'Ausi-liatrice e Don Bosco hanno realizzato in terraindiana .

Inoltre i salesiani dell'India vogliono contri-buire al trionfo dì Gesù Eucaristico non solo colloro lavoro e col mettersi a disposizione dei pel-legrini, ma anche con la celebrazione del primoCongresso nazionale degli ex allievi.

IL CRISTO DELLE VETTE A 2000 METRILORETO - Il Campo estivo Grest 1964, organizzatodall'Oratorio salesiano di Loreto sulle propaggini delmonte Bove con 120 ragazzi e giovani, si conclusecon l'erezione di una statua raffigurante il " Cristodelle Vette ", modellata dal giovane artista loretanoEdgardo Mugnoz e benedetta dall'ispettore salesianodon Elio Scqtti . L'ardita impresa ha suggellato la vitadel "Grest", quasi sintetizzata nel Cristo delle Vette,che si staglia nel cielo dalla roccia del "Ricco"

l FILIPPINE_J

Dieci fondazioni in tredici anniFondando quest'anno un centro sociale alla

periferia di Manila e un seminario per le vo-cazioni native, i salesiani hanno portato adieci le loro opere nelle Filippine .

1 missionari salesiani, cacciati nel 1951 dallaCina comunista. furono invitati a trasferirsinelle Filippine e accolsero subito l'offerta . Indodici anni aprirono otto istituti, tra cui 379

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Il primo battesimo da quando i salesiani hanno l'assistenzaspirituale del lebbrosario delle Isole di Coloane (Macao) .Pietro Tong di 54 anni, rifugiato dalla Cina comunista, hatrovato il riposo del corpo e la vita dell'anima . Ora si sentefelice nel suo dolore .

quattro scuole professionali: una alla periferiadi Manila, una in Makati e le altre due nellecittà di Cebu e di Victorias . Le Filippinehanno più cattolici di tutti gli altri Stati del-l'Asia messi insieme; sono quindi una nazionefortemente cristiana ; ma oggi si rende ne-cessario un intenso lavoro apostolico special-mente tra la popolazione operaia, per pre-servarla dalle infiltrazioni ideologiche del mar-xismo. Le scuole professionali aperte dai sa-lesiani svolgono in questo senso un'opera so-ciale molto importante .Anche l'importanza del nuovo seminario

per le vocazioni native è evidente : il semi-nario preparerà il personale necessario a suc-cedere ai missionari venuti dall'Europa eassicurerà il progredire e l'ampliamento delleattività già iniziate . Le famiglie filippine sonosane e generose, e tutto fa prevedere unrapido fiorire di vocazioni, ché consentirà aisalesiani di andare molto al di là delle opere

380 attuali .

Sviluppi dell'attività missionarianel ManipurPer la festa di San Giuseppe si è aperta

a Sugnu, nello Stato del Manipur, presso lafrontiera birmana, una nuova stazione mis-sionaria. I salesiani furono i primi missionaricattolici a porre piede, nel 1953, nel Manipur .Lo visitavano allora da Dibrugarh, sede delvescovo mons. Marengo, che fu l'anima ditutto un felice movimento di conversioni .Nel 1956 due missionari salesiani poteronostabilirsi definitivamente nella capitale Im-phal .

Oggi il Manipur conta tre residenze mis-sionarie, un « Centro Giovanile Don Bosco »con oltre 300 giovani e una Scuola tenutadalle Figlie di Maria Ausiliatrice con 600 ra-gazze. I cattolici del Manipur sono quasi15.000. Ciò che consola assai il cuore del mis-sionario è il vedere che una quarantina digiovani sono già parte nel seminario dioce-sano di Dibrugarh e parte nell'aspirantato sa-lesiano di Shillong .

Il missionario don Pietro Bianchi scriveche nella sua zona, detta dei Mao-Maran, aiconfini col Nagaland, le conversioni seguonoun crescendo che ha del prodigioso . Alcunecentinaia di catecumeni sono sotto istruzione,e nuovi villaggi chiedono con insistenza diavere un maestro o un catechista .

PERÚ

Per la formazionedi insegnanti

Nella città di Puno, sita a 4 .000 metrisul livello del mare, i salesiani dirigonouna « Scuola Normale Regionale » gover-nativa : una Scuola analoga dirigono leFiglie di Maria Ausiliatrice . Questi Istitutisfornano ogni anno circa un centinaio dimaestri per le scuole elementari, dotati diserietà professionale e formazione profonda-mente cristiana . Le due Scuole sono statali,ma affidate all'Opera salesiana con pienalibertà di azione, e godono di alta stimapresso le autorità . Recentemente il Presidentedella Repubblica elevava queste Scuole allacategoria di « Normales Superiores », di guisache vi si formeranno anche insegnanti per lescuole medie e tecniche . Nella città di Punoi salesiani hanno anche la « Grand UnidadEscolar San Juan Bosco» per l'educazionedella gioventù indigena,

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ItA ll'esterno comincia a profilarsi in tutta lasua monumentalità la sagoma della gradinata diaccesso alla chiesa superiore . Il timore che lasua massa finisse per accecare la facciata, mor-tificandone l'ampiezza, è già apparso infondato .Si è infatti costatato che con la sua sobria e po-licroma eleganza ne diventa invece una compo-nente importante .Sempre all'esterno, continua la posa dei mat-toni a paramano, che corrono lungo tutto l'edi-ficio, al di sopra dello zoccolo di granito, chedefinisce il vano della chiesa inferiore . Di paripasso va la posa del travertino, che sottolinea lesporgenze del transetto . L'effetto che incomincia aintravedersi è anche qui piacevole e intona ma-gnificamente le chiese con le due ali dell'istituto .

Sul doppio giro di colonne che costituisconoil tamburo della cupola, alto una dozzina dimetri, è cresciuto un altro giro . semplice questavolta e appoggiato a quello inferiore interno,sopra il quale alla loro volta poggiano già le ner-vature della cupola vera e propria, che culmi-nerà nello svettante lucernario . I vani tra questeultime colonne sono destinati ad accogliere lefinestre per l'illuminazione della cupola stessa edel sottostante presbiterio .

All'interno si lavora alla rifinitura e al coni-pletamento della chiesa inferiore, nella qualeoltre al pavimento si è incominciato ad allestiregli altari laterali con il piazzamento dei gradinie degli zoccoli di marmo .

381

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Un Istituto per ragazzi ciechi e muti

« Ogni anno siamo invitati alla inaugura-zione di almeno una istituzione a sollievo del-l'umana sofferenza in questa Diocesi », cosìrimarcava il rev . Frate] Eleazar, Assistente delSuperiore Generale dei Fratelli di St. Gabriel,alla inaugurazione dell'Istituto per ragazzimuti e ciechi, che prende il nome dal fon-datore mons. Luigi Mathias, Arcivescovo diMadras-Meliapor .

L'Istituto San Luigi . situato in posizionesalubre al sud di Madras, comprende due fab-bricati a due piani, rispettivamente per ra-gazzi muti e ciechi, e una costruzione centraleche accoglie i laboratori, i refettori e la cucina .È stato inaugurato dal Primo Ministro diMadras .

Dopo la rituale offerta della collana di fioriagli ospiti d'onore, seguì un interessante trat-tenimento nel quale i 100 giovani muti eciechi diedero prova del progresso fatto dalluglio 1963 sotto l'esperto insegnamento e ladelicata attenzione dei Fratelli di St . Gabriel,ai quali l'Istituto è affidato . Un giovane ciecodiede il benvenuto al Ministro in questi ter-mini: « Signore, noi non vediamo il vostrovolto, ma conosciamo il caldo del vostro cuoree la larga simpatia che dimostrate per il nostrobenessere . Siamo certi che quest'opera lanciatada S. E. l'Arcivescovo avrà la vostra coopera-zione . Aiutateci a prendere il nostro posto nellasocietà » .

Prese quindi la parola S . E. mons. Mathiasdicendo che era suo grande desiderio che ilPrimo Ministro venisse a inaugurare l'Istituto,

382 poichè si era sempre dimostrato pieno di in-

teresse per le istituzioni cristiane e avrebbequindi goduto nnell'inaugurare quell'opera de-stinata ai giovani minorati . Rifacendo la storiadi quella istituzione, Sua Eccellenza disse che35 anni prima un suo predecessore aveva datovita ad una istituzione per ragazzi e ragazzecieche. Dopo il suo arrivo in Madras nel 1935,aveva preso a cuore quell'opera, ammirandoil sacrificio delle suore che ne avevano cura ;ma non condivideva l'idea che quei ragazzicrescessero nello stesso ambiente . Era quindivenuto nella deliberazione di fare un istitutoseparato per i ragazzi . Finalmente il suo sognoera realtà: i ragazzi sono separati dalle ra-gazze, e ; muti da quelli sordi, in distinti fab-bricati, con laboratori diversi nei quali si eser-citano nell'arte della tessitura, della sartoriae della stampa. Aggiunse che aveva affidatola nuova istituzione ai Fratelli di St . Gabriel,perchè specializzati in questo campo .

Il Primo Ministro si disse felice di aver oc-casione di pagare il suo umile tributo di am-mirazione per le opere di carità dell'Arcive-scovo, specialmente a favore della gioventùpovera e minorata, il che ricorda il suo cuoree il suo spirito salesiano . « Qui vediamo -ag-giunse - come il Cristianesimo pratichi la ca-rità e aiuti questi poveri fanciulli. PregoIddio che benedica questi giovani e coloroche per essi lavorano o in qualunque modovengono in loro aiuto » .

iVillaggio modello «Regina dell'Universo»

Dopo aver costruito oltre 200 abitazioni peri senzatetto nella città di Madras, monsignorMathias, ebbe l'idea di fondare villaggi mo-

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dello fuori della città . Fu così che fece costruirea Parthuripet delle caselle, che hanno dato unalloggio decoroso a 28 famiglie, formando unpiccolo villaggio .

Una seconda prova fu fatta a Kuthuvakkamsu un terreno di 230 acri rimasti incolti . Ilprimo progetto fu di coltivare quella terra e,se si fosse trovata fertile, di costruirvi un vil-laggio modello per dare una casa a 36 famiglie,che già abitavano su quei terreni in miserabilicapanne. Ogni famiglia fu così alloggiata inuna casetta comprendente una camera, unacucina, una veranda e i servizi igienici . Adogni casa si assegnò un bel pezzo di terra cin-tato. Ogni famiglia ebbe un bufalo e pollamedi razza .

Per essere sicuri che le case, una volta oc-cupate, fossero ben tenute, e i figli ben accu-diti dalle madri, furono inviate le suore, cheoccuparono un piccolo istituto eretto pressoil villaggio . Esse apersero subito un dispen-sario per la gente del luogo e dei villaggi cir-costanti. Fu pure costruita una scuola ele-mentare, sotto la direzione delle suore conmaestri laici È in progetto la costruzione diun orfanotrofio per fanciulli abbandonati :anche di questi si prenderanno cura le suore .

In questi villaggi cattolici la chiesa è ilcentro e come il cuore, che assicura la vita mo-rale e spirituale senza la quale non è possibilealcuna civiltà vera e durevole .

.La « Casa della misericordia »

Altra opera squisitamente sociale che statanto a cuore a mors . Mathias, è la « MercyHome » o « Casa della Misericordia », dove

Madras (India) . L'istituto San Luigi per ragazzi muti e ciechi

trovano accoglienza, cura e assistenza i reiettidegli ospedali perchè incurabili, gli abbando-nati che non hanno parenti che possano inte-ressarsi di loro . L'idea di questa fondazione fusuggerita all'Arcivescovo da una suora che glidisse : « Vostra Eccellenza ha costruito caseper le famiglie povere, perchè non fa qualchecosa per i miserabili abbandonati per lestrade? » .

La casa e il terreno in cui sorge l'opera fu-rono donati all'Arcivescovo dal signor Prud-homme, (la cui prende nome la casa . Vi lavo-rano sei suore indiane e francesi, che sono in-fermiere diplomate, e quattro infermiere lai-che. Dalla sua fondazione nel 1958 la Casa haaccolto un 3000 ammalati, la maggior parteraccolti dalle strade . Circa 700 persone vi sonomorte in serena dignità di creature umane .Alcuni dichiarati incurabili ritrovarono suf-ficiente salute per essere utili a sè e agli altricon il lavoro, mentre bimbi denutriti furonomessi in condizione di essere accolti in qualcheorfanotrofio. Come il buon samaritano, la« Mercy Home » non fa distinzione di castao di credo ; 2000 hindù, 500 cristiani e 300 mu-sulmani sono passati nelle sue stanze arieg-giate e linde. La . Casa ha una capacità di200 persone ed è superfluo dire che è sempresopraffollata e che in ogni letto vi è una do-lorosa si oria . La « Mercy Home » vive dellaPro-, iiden za .

Veramente la carità dell'Arcivescovo di Ma-dras non dice mai basta . Il prossimo anno, chesegnerà il Giubileo di diamante della sua vitasalesiana, segnerà pure il sorgere di altre nu-merose opere assistenziali e di nuove stazionimissionarie per raggiungere altri infelici nellezone della periferia e dell'interno .

383

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Trent'anni fa,

Nel novembre 1934 il transatlantico Oceania portava all'America Latina una folta schiera di missionari .In pieno oceano, verso l'equatore, il giornale di bordo fece trasalire i passeggeri : nelle Missioni del MatoGrosso i Xavantes avevano trucidato due missionari salesiani, don Giovanni Fuchs e don Pietro Sacilotti

Perchè l'odio dei XavantesIn Brasile la questione dei Xavantes è di-

battuta da quasi due secoli, da quando cioèquesti Indi dell'altipiano orientale matogros-sense vennero a contatto con i civilizzati . Nelsecondo Settecento v'era stato un tentativodi catechesi che ha reso celebra e ancora ricor-dato il cappuccino Padre Sigismondo da Tag-gia. Sembrava fosse vicina l'ora di integrarequegli Indi alla civiltà dei coloni e immigratieuropei, perchè un centinaio si erano presen-tati pacificamente nelle terre e nei villaggi deibianchi. Ma questi, spaventati dalla presenzadei Xavantes e temendo molestie e razzie delbestiame, ordirono un tradimento che, dopoun secolo e mezzo, non abbiamo ancora finitodi pagare .

Ci fu un grande banchetto, cui furono invi-tati i Xavantes ; alla fine fu loro propinato

384 il veleno . La più parte cadde, ma una dozzina

si salvò . Fu quello il principio di una guerrache non è ancora terminata . Ecco perchè que-sta tribù tramanda di padre in figlio, comeeredità sacra, di odiare i bianchi, cioè i civi-lizzati, che essi ritengono traditori .

Eppure anche i Xavantes sono creature diDio; anch'essi hanno un'anima e meritano diessere sollevati dalla loro abiezione.

Pionieri ardimentosiDa due anni don Fuchs e don Sacilotti non

si davano pace che questi Indi confinanti coni Bororos sfuggissero sempre ad ogni tentativodi avvicinamento . Se i salesiani stavano rea-lizzando lungo il Rio Barreiro la conversionedei Bororos, perchè lungo il Rio das Mortesnon si sarebbe potuto raggiungere i Xavantes?

In quell'anno i nostri missionari avevanogià costruito due residenze : una stabile a

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Mato Verde sull'Araguaia di fronte all'isolaBanana!, l'altra simbolica con una semplicecapanna a S . Teresina sul Rio das Mortes . Il24 ottobre, risalendo il fiume, dopo due o tresettimane di esplorazione e sempre accompa-gnati dal fumo rivelatore degli invisibili Xa-vantes, erano giunti appunto a S . Teresina .Di là don Fuchs scriveva l'ultima lettera, chetermina con parole profetiche : « Si avvicinal'ora dei Xavantes e la nostra! » .

Dopo una settimana, lasciarono S . Teresinaridiscendendo il fiume per ritornare ad Ara-guaiana. Viaggiavano in una lancia con unapiccola canoa a rimorchio. Erano sette : i duemissionari, un bororo (il fedele Luis Kapu-ceva), tre impiegati e un olandese . Chi os-serva oggi una carta topografica del MatoGrosso lungo il Rio das Mortes, trova a metàdel suo percorso, sulla sponda destra, il « Bar-ranco dos Màrtires » : i geografi noti hanno at-teso il giudizio della Chiesa!

L'olocaustoErano le 5 del pomeriggio del 31 otto-

bre 1934, verso il tramonto, là dove il fiumeforma una grande ansa. Improvvisamente, sulmargine destro, i nostri scorsero due Xavan-tes; diressero subito la lancia in quella dire-zione, ma i due scomparvero nella foresta .

Per lungo tratto il margine destro è alto unadecina di metri, quasi a picco . Don Sacilotti,più giovane, approdò con la canoa, arrampi-candosi su, seguìto dal bororo ; altrettanto macon fatica fece don Fuchs, più anziano e ma-landato in salute. aiutato dall'olandese . Dalmargine del fiume alla foresta fitta c'era unaradura a boscaglia per qualche centinaio dimetri. Don Sacilotti, vedendo avanzare i Xa-vantes, aveva ordinato ai due che andasseroa prendere i doni . Forse quell'atto fu inter-pretato male dai Xavantes, e perciò la tra-gedia scoppiò fulminea . Si udì un grido : « IXavantes attaccano », poi un lontano e con-fuso frastuono di voci, e uno stormir di frondee di rami spezzati, mentre quelli della barcasi affrettavano al largo verso il centro delfiume, atterriti per quello che intuivano e nonosavano pensare .

L'imbrunire in pochi minuti divenne serafatta, aumentando il terrore dell'incertezza el'incubo di possibili attacchi notturni .

La mattina del giorno dopo, i cinque ap-prodarono risalendo guardinghi la scarpata .A un centinaio di metri, giacevano i due mis-sionari con il cranio spaccato e tutto il corpoorrendamente contuso . Trasportatili sul mar-gine, li seppellirono l'uno accanto all'altro, vipiantarono una croce rudimentale e piangendopregarono per loro . Era la festa di Tutti i

Don Fuchs e don Sacilotti accanto alla prima crocepiantata sul Rio das Mortes . Oggi abbondano ifrutti della loro fede e del loro eroico sacrificio 385

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Santi: il Cielo in quel giorno ne contava duedi più.

Sei mesi dopo, i resti mortali furono tra-sportati ad Araguaiana e seppelliti nella bellachiesetta dove già li aveva preceduti il coa-diutore Giuseppe Pellegrino, vittima an-ch'egli, ma delle febbri, del Rio das Mortes .

Su quelle acque per lungo tempo non passòpiù una barca ; per quasi vent'anni il fiume ri-mase deserto.

1 disegni di Dio

Venne la seconda guerra e poichè sotto-marini tedeschi avevano affondato due o treimbarcazioni di cabotaggio . i l Brasile fu tiratoper i capelli nel conflitto. Chiuse ormai le viedel mare perchè pericolose, e troppo care le viedel cielo, urgeva aprire un'arteria dal sud alnord nel centro del Brasile attraverso le forestematogrossensi, fino a Manaus nell'Amazonia .Sorse così la F .B.C. (Fondazione Brasile

Centrale) con centinaia di tecnici, operai ebraccianti che, attraversato il Rio das Mortes,abbatterono la foresta sbozzando una stradacamionabile . I Xavantes nascosti osserva-vano da lontano e poichè l'aviazione insi-steva con voli a bassa quota per fotografareogni dettaglio, erano frecce che volavano alcielo contro gli aerei. Ma i Xavantes dovet-tero convincersi che le loro frecce erano inutili ;

386 Allora sul Rio das Mortes si navigava così

peggio ancora quando l'uomo di guardia spa-rava in aria un colpo dimostrativo: allora eraun fuggi-fuggi generale .

Visto che i bianchi, di settimana in setti-mana, avanzavano sempre più nel loro terri-torio ed erano più forti di loro, non restò chevenire alla resa .

La guerra in Europa era terminata, ma perfare i due o tremila chilometri di strada pro-gettati, c'era ancora lavoro per anni. Nel frat-tempo era sorto un problema serio : quei brac-cianti, piovuti là da ogni parte del Brasile edel mondo, chiudevano sovente la giornatacon litigi, ubriacature e coltellate . Fu così cheil colonnello Vanique, ex allievo salesiano diBagé e comandante di quella entità parami-litare, chiese che i nostri missionari prendes-sero cura dei bianchi, che preoccupavano piùdei Xavantes .

Questo lavoro paziente cominciò nel 1948in Xavantina, la prima nostra residenza sulRio das Mortes, non mancando ripetuti in-contri saltuari con i Xavantes che ormai co-noscevano i missionari e li distinguevano daglialtri . Sullo scorcio del 1953, la Messa d'orodel missionario don Antonio Colbacchini,assistita da un folto gruppo di Xavantes,inattesi e non sperati, fece rompere gliindugi .

li 1954 fu l'anno decisivo in cui noi tor-nammo a Santa Teresina di dove erano par-titi vent'anni prima don Fuchs e don Saci-

lotti per il loro sacrificio .Santa Teresina, nel giro

di due anni, arrivò a 300 epiù Xavantes, un numeroimponente se si pensa chei loro villaggi non vannooltre il centinaio. Venneropoi il gruppo di Sangradou-ro e quello di Meruri, chenel 1958 si trasferì a SanMarco sul Rio das . Mortes :ora è questa la missione piùimportante, fiorente di oltre500 Xavantes .

Me l'ha detto Gesùpoco fa'

Conservo una piccola fotodella famiglia Camargo diAraguaiana : vi sono i geni-tori con attorno gli ottofigli. Uno di essi, di nomeBenedito, nel '34 contavadagli 8 ai 9 anni e frequen-tava come esterno la nostramissione di Araguaiana, il

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ARF.AClunghi discorsi non - :•

ono sempre un piacere°per ì piccoFi " fsplorator~?.Don' Bosco" (inevita- F-

&le anche qualche sbadlglio), ma cercano di ::stare attenti.

TARLAC

p,i delegati dei parenti dei400 allieva salesiani

rin-

graziano il direttore a K.nome dei genitori . Ve- »'.stati come sono, questidue signori, non ,appa r";Fono quello che, sono"grand Knights''dei Ca ;valieri di Colombo.

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• •Non mancanonelle Fi-lippinegiovani sani e igenerosi come questi, v.che dicono di sl al Si- .;.gnore che li vuole por ":tatori dei suo messaggi "'

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cui direttore era appuntodon Sacilot .ti . 11 lo novem-bre, festa dei Santi, uscitodi chiesa, quel ragazzettoudì alcune persone in croc-chio chiedersi quando sa-rebbe tornato il direttore .Ed egli intervenne : « Il di-rettore? Non torna più » .« Bambino, cosa dici? », ri-batterono . Ma egli : « No,no, il direttore non tornapiù. Me l'ha detto Gesùpoco fa quando pregavo incappella » .

Nessuno volle prestarefede, e dell'eccidio dei duemissionari nulla si seppefino al 15 novembre . Fu inquel giorno che, mentre ledonne di Araguaiana lava-vano i panni nel fiume .,spuntò là in fondo unalancia che aveva per velaun drappo nero e salivalentamente . A quella vista,cessò istantaneo il lavorodelle donne . Erano i nostriuomini che ritornavano dal-l'infausta spedizione portan-do la notizia che i due mis-sionàri erano stati uccisinella festa di Tutti i Santi .11 bimbo aveva detto laverità!

Ma se i due missionarierano caduti sulla breccia,proprio in quei giorni l'Ocea-nia (la Trieste salpava versol'Atnerica portando un fortecontingente di altri che liavrebbero sostituiti . Cosìdalla morte sbocciava rigo-gliosa e fiorente la vita .

Quattro anni prima, pocodopo la Beatificazione diDoti Bosco, l'Oriente avevadato alla Chiesa i due mar-tiri mons . Versiglia e donCaravario; ora l'Occidente,nell'anno della Canonizza-zione, offriva don Fuehs edon Sacilotti .

Cominciò così la conver-sione di quella tribù chechiese col sangue il riscattodel tradimento.

DON GUIDO BORRAdel Capitolo Superiore

I Salesiani ira gli SwaziLo Swaziland è un Protettorato britannico nell'Africa delSud, presso la costa orientale, e ha una popolazione di circa250.000 anime. Gli Swazi sono una ramificazione dei Cafri ein generale sono molto amabili . Non sfuggono tuttavia all'on-data di nazionalismo che passa sul continente nero . Sono distatura regolare e di bell'aspetto . Hanno un innato senso didignità e talento per la musica ; amano le cerimonie e i colori .Gli Swazi sono poveri e vivono dello stretto necessaria,sempre in lotta per l'esistenza . Abitano in capanne dettekraal, fatte con pochi rami impastati di fango, senzafinestre, senza mobili nè masserizie e quasi buie ; ma questaè la loro minore preoccupazione, perchè passano la maggiorparte del giorno all'aria aperta ; vi entrano solo la sera perdormire su ruvide stuoie . Presso la capanna hanno unaspecie di orto che procura loro il cibo principale e quasiunico : una specie di cereale locale detto mealies .

Nel Sudafrica vi sono almeno 40.000 specie di insetti,molte varietà di scorpioni e di ragni e più di 3 .50 specie direttili . Numerosi i coccodrilli, le tartarughe e specialmentele lucertole. Il più grande nemico dell'uomo è il serpente ;se ne contano 125 qualità, tra le quali il cobra, il pitonee altri il cui veleno può uccidere in pochi minuti. E perquesto che gli Swazi vanno in giro con un bastone, perdifendersi dai serpenti e dagli altri animali. Vi è poi unatipica antilope rossiccia della grandezza di un cervo conilunghe corna bianche di daino . Vivono in grossi branchipresso le acque e diventano pericolose se disturbate . Anchele formiche sono comuni nell'Africa ; sovente fanno gallerienei muri di fango delle capanne fino a farle crollare .

• I salesiani giunsero nello Swaziland nel 1925, invitati dalVescovo del luogo perchè vi fondassero una Missione . Apri-rono subito una Scuola secondaria . Nel 1952 vi erano solo3 sacerdoti con 30 ragazzi swazi ; oggi i giovani sono .saliti- a500 e i salesiani a 10. Gli interni, che provengono da moltolontano, sono quasi tutti a carico dei salesiani, che dannopure 350 pasti caldi gratuiti agli allievi esterni . Se avesseropiù mezzi, i missionari potrebbero estendere a un maggiornumero di giovani il beneficio dell'istruzione civile e religiosa .Si stanno già raccogliendo i primi frutti dell'apostolatosalesiano tra gli Swazi . Quest'anno è stato ordinato sacer-dote un nostro ex allievo, il primo sacerdote secolare na-tivo della diocesi, e negli anni seguenti ve ne saranno duealtri. Attualmente i salesiani si prendono cura anche dei16 seminaristi del Vescovo, tutte le sue speranze! Altri 3ex allievi stanno studiando medicina e 12 si preparanoper diverse professioni, mentre dei 24 allievi della nuovaScuola magistrale 16 sono pure ex allievi di Don Bosco .Quest'anno i salesiani hanno avuto la gioia di ammini-strare 28 battesimi di adulti e 35 prime comunioni adallievi della scuola della Missione . In questa scuola secon-daria l'80% degli studenti sono cattolici e i rimanentistudiano volentieri il catechismo . Scopo dei missionari è dipreparare i leaders cattolici swazi di domani ; basti notureche il 93% dei ragazzi che vanno a scuola nello Swazilandè nelle mani dei missionari . Purtroppo la scuola non èancora obbligatoria, e quasi due terzi non la frequentano . 389

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2W,e~Z /~`

Tutti pensarono al miracoloLa nostra bambina di sei anni da oltre sei

mesi era in cura per una paralisi infantilegravissima . Tutti i mezzi erano stati tentati .Ogni barlume di speranza era scomparso dalcuore dei dottori e delle suore assistenti . Tuttiormai ritenevano non solo impossibile ognirimedio, ma prossima la morte . Nel momentocruciale, che poteva essere l'ultimo della suavita terrena, io diedi un grido di estrema fi-ducia nell'aiuto del Cielo per intercessione diMaria Ausiliatrice. Fu il miracolo! La bam-bina si trovò stranamente caduta in terra,non morta o moribonda ma nell'atto di cam-minare, fra lo stupore ammirato dei presenti .Io credo proprio al miracolo, e così la pensa-rono tutti in quel momento . Per questo hoportato la bambina guarita al Santuario dellaMadonna delle Lacrime a Siracusa e pregodi pubblicare la grazia come attestazione diriconoscenza alla Madonna Santissima .

Ci firmiamo i genitori riconoscenti :Riesi (Caltanissetta) GIUSEPPE E GIUSEPPINA CALI

Guarita da paralisiAbbiamo ricevuto una grande grazia per

intercessione della Madonna Ausiliatrice e diDon Filippo Rinaldi, che già in altre occa-sioni non sono stati sordi alle nostre preghiere .Questa volta si tratta della perfetta guarigionedella nostra nipotina Seletti Rita, ricoveratad'urgenza all'ospedale per una improvvisaforma di paralisi agli arti inferiori e al bacino,che ha messo in imbarazzo anche i professori .

AGGIORNATECI SUL VOSTROINDIRIZZO SEGNALANDOCI :

gli indirizzi errati•

l'arrivo di doppioni allo stesso nominativoo nella medesima famiglia

i cambiamenti di indirizzo, unendo anchel'indirizzo vecchio

Il caso si presentava grave e si temeva che labambina non potesse più ritornare alla nor-malità ; ma in poco più di un mese, duranteil quale ci siamo rivolte con fede e perseve-ranza alla Madonna Ausiliatrice e a Don Fi-lippo Rinaldi, ella ritornava a casa perfetta-mente guarita .Basilicagoiano (Parma) ITALINA E ROMILDA ZINELLI

Ha creduto nell'efficacia della novenaMantengo la promessa fatta a Maria Ausi-

liatrice di segnalare quanto ho ricevuto persua intercessione, perchè quanti leggerannoripongano sempre maggior fiducia nel suoaiuto e nell'efficacia della novena suggerita daSan Giovanni Bosco .

Alcuni anni fa mia cognata fu sottoposta aun grave intervento chirurgico e il professoreche la operò non nascose ai familiari la gravitàdel caso. Sopravvenne un blocco intestinale ele sue condizioni divennero critiche . Fu aquesto punto che intensificai con tanta fedele preghiere. E la Madonna ci esaudì . Tuttosi risolse bene e la cognata in poco tempopotè riprendere la vita di prima .

Questo è soltanto uno dei tanti casi neiquali ho sperimentato la materna bontà delcuore di Maria Santissima Ausiliatrice .Orvieto (Terni)

VILMA CAPRIOLO

Era sicura che l'avrebbero esauditaMia figlia Franca di anni iq fu colpita da

« radicolinevrite acuta» . Portata d'urgenza alle« Molinette » di Torino, rimase per quattromesi immobile nel letto dando molta preoc-cupazione ai professori .

La mia grande fede in Maria Ausiliatrice,San Giovanni Bosco e San Domenico Saviomi diedero forza a sopportare sì grande do-lore : ero sicura che i miei protettori mi avreb-bero esaudita .Dopo un mese cominciò a muovere gli arti

e a camminare, ma il Iniglioramento fu di

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pochi giorni, poichè la mia Franca ricadde piùgravemente con nuove complicazioni .Benchè il caso fosse gravissimo, non mi

persi di fiducia e, consigliata da mia figliasuora tra le Figlie di Maria Ausiliatrice, iniziaianche fervorose novene alla serva di DioSr. Teresa Valsè. Passò ancora qualche giornodi incubo, poi Franca cominciò a migliorarecontro le previsioni dei medici . Ora godebuona salute .Con cuore pieno di gratitudine farò una

offerta e manderò una catenina d'oro .Lagnasco (Cuneo)

TERESA FERRERO

Altri cuori riconoscenti

Caterina Marchisio (Racconigi-Cuneo) per l'interces-sione di M .A ., di S.G.B. e di S .D.S . ottenne la guari-gione della nipotina da febbre periodica che non si riu-sciva a diagnosticare .Antonio Petrucci (Capranica-Viterbo), avendo una figliuolacolpita da scarlattina e broncopolmonite, ne ottenneda M.A. e da S .G .B . la guarigione quando tutti gliastanti aspettavano il trapasso da un'ora all'altra .Fam. Ginepro (Monteforte d'Alpone) ringrazia M .A .per la salvezza della piccola Stefania da grave intos-sicazione .Bambina Maggi (Civate-Como) raccomanda a M.A .,a S.G .B ., a S.D .S . il suo avvenire e li ringrazia peraverle restituito il padre in buona salute .Coniugi Pasqualini (Golasecca-Varese) ringraziano M .A .e S .G .B . per la riuscita operazione di Parchison al marito .Giovanna Sclaverano (Milano) ottenne da M .A . il chia-rimento e la guarigione postoperatoria del figlio daocculta pericolosa appendicite e la sistemazione delmedesimo al lavoro .Maddalena Giordano ved . Rinaldi (Cuneo) pregandoM.A. e S.G .B . ottenne un felice esito di operazione eguarigione del nervo trigemino .Argelia Marsiglio de Perez (Rosario-Argentina) dopomolte preghiere a M.A ., conseguì la salute desiderata .Lucia Zoia in Cattaneo (Cavaglio d'Agogna-Novara)avendo un nipote ammalato di pleurite e nefrite, loraccomandò a S.G.B . ottenendogli il ripristino dallasalute .Angela Vergnano (Rivalta-Torino) colpita due volte daflebite acuta e stenosi esofagea con altre complicazioni,guarì per l'intercessione di M . Ausiliatrice .Lucia Stroppiana (Rivalta-Cuneo) comunica che lamamma, colpita da nevrosi cardiaca grave a cinquantaseianni, potè giungere fino ai novanta sempre raccomandan-dosi a S. G . Bosco .Maria Brisotto Zanella (S . Polo di Piave-Treviso) racco-mandò angosciosamente a M .A . e a S.D .S . la sua bam-bina colpita da grave irregolarità di circolazione san-guigna, ottenendone la guarigione dopo dieci giorni didegenza all'ospedale .Adelaide Tosa (Fontanile-Asti) ringrazia M .A . per favoreottenuto.Rosa Besio (Cabella Ligure-Aless.) comunica che langlia ammalata, raccomandata a M .A. e a S.G .B ., èin via di guarigione .Vincenza Santisi (Maletto-Catania) colpita da un ful-mine con ustioni alla faccia, invocando S.G.B., fu salvada gravi conseguenze .Antonietta Primo Vanotti (Milano), ottenne da S .G .B .il miglioramento e poi la guarigione del marito da untumore pericoloso.

Eff

%/imiottenute per l'intercessione di Maria Ausiliatrice e di S. Gio-vanni Bosco, di S. Maria Mazzarello, di S . Domenico Savioe di altri servi di Dio - alcuni hanno anche inviato offerte edelemosine per sante Messe di ringraziamento - i seguenti :

Molinari M . Enrica - Molino Elena - Monacchia Rosa-

,ma- Monon Anna - Montanaro Giuseppina - Montani

Bruna - Montani Oreste - Monti Claudina - MonseglioErnesto - Morandi Aldo - Morandi Angelina - Moran-dini Elena - Morbelli Teresina - Morcelli Rina . - MoriMaria - Morucci Losi Mirella - Moisellino Fina - Mo-scarello Virginia - Motroni Curotto Iolanda - Motta Co-niugi - Mottolese Maria Concetta - Mula Agata - MulasPeppina - Musmeci Salvatore - Musuraca Marta e Flora -Muzio Martinoni Adele - Napoli Angelo - Nassi Vittorio -Natale Carmelina - Nieri Guido Carlo - Nigro Giusep-pina - Noto Maria - Occhino Angela - Olivieri Angio-letta - Oliveti Lojacono Romilda - Olivieri Sorelle - OrgiuMarietta - Origgi Lucia - Orlando Celestina - OrsanicoAnna - Ottanelli Rosina - Pace Domenica - Palazzi An-gela - Paleari Anselmina - Palella Natalina - PanzardiLucia - Papa Serafina - Papetti Anna - Paracchi Angio-lina - Paravano Franca - Parenti Concetta - Parisi Anto-nina e Rosina - Parissia Teresa - Parodi Luisa - ParusoPareto Margherita - Paruzzo Ettorina - Pasquino Fran-cesco - Pasus Peppina - Patroni Lucia - Patuzzo MariaV. Gargiulo - Pedrali Annarosa - Pedrazzani Rita - Pel-liccia Rita - Penna Margherita - Pensabone Salvatore -Perissoni Itala - Perrone Regina - Persico Nunzia - Pe-savento Anna - Pettenati Giuseppina - Peveri Teresa -Pini Lidia - Pinto Margherita - Piras Lai Gavino - Pi-razzi Carla - Piron Manuela Nicoletta - Pistorello An-tonio - Pizzagalli Angela - Platone Cecilia - Poli Olga ved .Rolando - Polin Ausiliatrice - Ponti Assunta - PontiroliLina - Porzio Clotilde - Prazzino Gino - Preti AroldoPrizzi Liboria - Pugnatta Rita - Quaglia Maria - RagoneFrancesco - Ragusa Santa - Rangognini Elvira - Rapi-sarda Spina Elvira - Rapisarda Giovannina - RecuperoGiuseppa - Reina Alfonso - Remotti Pietro - RescinoGiuseppina - Ricciardi Michele - Riccobene Lina - Ri-gnani Francesca - Rigo Armido - Rivoli Celeste - RizzaAngela - Rizzo Maria - Rodigoni Dorotea - RoncaroloLuigi - Ronco Cristina - Rondano Maria - Rossi Fran-cesca - Rossitto Maria - Rosso Delfina - Rosso Giusep-pina - Rullo Mariangela - Rondine M. Antonia - Ron-dini Mafalda - Sacco Ada - Sacco Alfonso - Sacco Emma -Sacco Rosa - Sacco Serafina - Salassa Anna - Salata Mer-cedes - Salin Emilio - Salvadori Margherita - SalvettiDelfina - Sampò Antonietta V . Germanetti - Sandra Rosa -Sanna Francesca - Saporiti Schiavo Pinuccia - SardellaPepe Rosaria - Sarzotti Agnese - Savarese Elisa - SavarroCova Paola - Savelli Isabella - Savino Forte Carmela -Savoini Matilde - Secomandi Santo - Sempreboni Va-lentina - Seneca Giovanni - Selva Rosa - Serra Giusep-pina - Serra Luisa - Sertorio Bavio Pia - Scaglia Rosa -Scajoli Italina - Scano Eulalia - Scanu Carmelo - ScanuGiuseppina - Scarsini Rosa - Scarso Suor Adele - ScarsoAngelo - Sciacca Giacoma ved . Fina - Sciazzi Lucia -Siccardi Margherita - Simioni Angelo - Sismonda Mar-gherita - Sigismondi Irma - Sinatra Sarina - SiracusaMaria - Sisi Anna Maria - Solmi Wanda - Somenzi Ca-milla - Spampinato Concettina - Sparana Ida Maria -Speranza Rosaria - Speziale Granatelli Carolina - Spil-lere Gerosa Giulia - Spitaleri Perrinello Concetta - Stop-pani Elisabetta - Suburi Rachele - Sudano Angelica -Sutti Zucconi Teresa - Tabucchi Orsola - Tacchino Gemma- Tagliatella Raffaele - 'famaldo Michele - Tampan Cal-listo - Tanzi Albertina - Taroschi Anna Maria - TazioNunziella - Tenti Iride - Terracciano Lina - 'Foderi Pia -Toffanetto Rino - Togni Elena - Tomaselli PappalardoAngiolina - Tonazzolli Pia - Tondo Teresina - ToppiaLidia - Torazza Angiolina e Pietro - Tosi Rosa - TosoCarmela - Tovazzi Cainelli Maria - Travaglio Regina -'l'rebeschi Tina - Trevia Augusta - Trinchero Gianna -Tromba Angela - Turconi Gianna - Ungaro ChiminaRosa - Vai Bellola Mariuccia - Valido Ginetta - ValloElisa - Vassallo Verrina Maria - Vecchio Carolina - VegliaAngela - Venier Irene - Venza Gaspare - Venturini Gianna- Vercellio Savio Elena - Veronesi Innocenza - Verri Piera

Vico Clotilde - Vieho Rosa - Vigato Giuseppe - VillaGabriella - Vitali Maria - Vittone Maria - Viviani Dinaved . Cleriti - Voltancoli Rosa V . Pretolani - ZamboniMaria Agnese - Zamboni Maria Giulia - Zannier Nilde -Zanotti Daniele - Zapponi Pina - Zigliana Mansueta -Zito Felice e Antonietta - Zucal Elda . :191

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S. DOMENICO SAVIOL'emorragia cessò all'istante

Sono sposa da 27 anni. Due volte negli ul-timi dieci anni avevo visto svanire la speranzadi avere almeno uno di quei tesori che sichiamano figli e che nessuno può meglio ap-prezzare di chi non può averne . Colpita dauna nuova violenta emorragia, indossai l'abi-tino di San Domenico Savio e lo invocaicon fede ardente affinchè mi desse la gioiadi essere mamma almeno di un solo figlio .Fui esaudita : l'emorragia cessò all'istante . Co-noscendo le tremende complicazioni e i danniprecedenti, vi riconosciamo un miracolo diSan Domenico Savio, al quale va tutta lanostra imperitura riconoscenza. Continuerò apregarlo come mio Santo di casa perchè ciprotegga sempre .Alimena (Palermol

MADDALENA DI PAOLA-PEPE

« Vidi il piccolo Santo vicino al mio letto »Mi trovavo missionaria in piena selva ama-

zonica. Mentre sostituivo una suora infer-miera nel nostro ospedale, noncurante di unapiccola ferita al dito, venni a contatto col su-diciume della valigia di un paziente e contrassiil tetano. Tre giorni dopo ero gravissima enon si trovava via di scampo perchè la Mis-sione distava tre giorni di viaggio fluviale .Ci si affidò alla preghiera, l'unico mezzo cherestava alle mie consorelle . Ed ecco giungereall'improvviso un aereo militare con a bordoun dottore. Questi, costatato che il mio casoera gravissimo, decise di portarmi a Manauscon lo stesso apparecchio . Durante il viaggioebbi contrazioni così forti da farmi rimanerein piedi rigida come una statua di marmo.

All'ospedale dichiararono il caso disperato,vollero tuttavia fare un ultimo tentativo som-ministrando il siero antitetanico . Dopo altritre giorni passati tra la vita e la morte, era'fallita anche l'ultima speranza . Al sacerdoteche alludeva alla mia morte, accennai col capodi no, mentre pensavo : non posso morireperchè prima devo riconciliarmi coi miei ge-

392 nitori, che lasciai contro la loro volontà per

farmi suora . Intanto il dottore, dopo un ul-timo tentativo, disse all'infermiera : «Puòsmettere di somministrarle le medicine perchèè alla fine» . Io che avevo udito, in un impetodi fede dissi a me stessa : « Ho pregato tantiSanti, ma ho dimenticato Domenico Savio » .E cominciai a invocarlo con fiducia . All'ultimainvocazione : « San Domenico Savio, pregaper me », vidi il piccolo Santo vicino al mioletto e udii queste parole : « Sei guarita! » .Cominciai a muovere braccia e gambe e'misentii realmente guarita . Nessuno voleva cre-dere al miracolo e pensavano fosse il miglio-ramento della morte. Chiesi al dottore dipoter uscire dall'ospedale . Rispose : « Sì, perandare a morire in casa» . Tre settimane dopoandai a ringraziarlo nel suo studio . Mi disse :« È stato davvero un miracolo! ».

La guarigione miracolosa preparò la ricon-ciliazione con i miei genitori, che riuscì pienae commovente. Depongo quindi il mio grazie aipiedi di S . Domenico Savio, con la promessa didivulgare sempre più il suo potere presso Dio .Campo ., (Brasile)

SR. RITA VIEIRA AHESdirettrice Istituto Professionale a Laura Vicufia n

Domenico e Agnese Alessi (Caversaccio - Como) con vivariconoscenza comunicano tre grazie ottenute da M . A .e da S . D . S . : il nipotino Livio, soggetto a svenimenti,aveva focolai nel cervello, ma dopo la preghiera a S . D . S .,guari completamente ; altra volta aveva trangugiato unseme di arachide nella trachea, ma potè essere operatocon esito positivo ; un neonato, per difetto di circolazionesanguigna, sembrava dovesse morir soffocato, ma dopol'applicazione della reliquia di S . D . S . si riprese e guarì .Laura Salvato (Campo S . Martino - Padova) ringraziaS. D . S . per essere stata esaudita nella nascita del suoRaffaele .Petronilla Marcon (Piazzola s . Brenta - Padova) ringraziaper lo stesso buon esito nonostante il suo male di can-crena e diabete .Ermenegildo Cattin (Piazzola s . Brenta - Padova) con lareliquia di S . D . S . si ristabilì in salute da grave esauri-mento nervoso.Alberto Carolina e Anna Rita Frullanti (Farnetella-Siena)madre e figlia, ringraziano la bontà di S . D . S., che in-tervenne in circostanze molto critiche .Anna Ferracini (Desenzano al Serio - Bergamo), trovatasimadre a soli quattro mesi da un intervento, ricorse con granfervore all'intercessione di S . D . S . con l'uso dell'abitinoe giunse a completare felicemente la nuova maternità .

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« Ma lei ha avuto un miracolo! »Giambattista Ginetti di 58 anni era affetto

da ulcera duodenale trascurata e il prof. Rossidi Genova, osservando la lastra radiografica,gli aveva dato due giorni di vita, se non sifosse operato . Il malato non se la sentì . In-tanto le sottoscritte, mamma e sorella, ini-ziarono preghiere per ottenere la grazia conl'intercessione di Don Rua .

Le preghiere continuarono fino a che, dopocirca un mese, l'ammalato fu rimandato al-l'ospedale per un controllo dal suo medico .La meraviglia del professore fu grande

quando, osservando la lastra, non vide piùalcuna lesione . Dovette infatti esclamare :«Ma lei ha avuto un miracolo : non si vedepiù il segno dell'ulcera » . In fedeChiusola di Sesto Godano (La Spezia)

ADELAIDE E AMABILE GINETTI

Guarita da meningite tubercolareSuor Caterina Meglioli, all'età di 22 anni,

venne d'urgenza ricoverata all'Ospedale civiledi Salò per essere sottoposta ad esame e conse-guenti cure perchè colpita da un improvvisomalore che le paralizzava la gamba e . il bracciodestri . La diagnosi fatta dopo diciassette giornidi osservazione dal prof. Giuseppe Gargano,primario dell'Ospedale, dette per certa l'esi-stenza della meningite tubercolare .

Furono iniziate le cure con la più modernaterapia ; ma il male proseguiva inesorabile,fino a raggiungere punte assai preoccupanti,nel dicembre 1962 e nel gennaio 1963 .Nei primi giorni di febbraio si ebbe a

temere seriamente della sorte di Suor Caterina,anche perchè due consulti tenuti con il prof .Sacchi, primario neurologo dell'Ospedale civiledi Brescia, s'erano conclusi col parere che la me-dicina non poteva tentare nessun'altra cura, siapure con speranza minima di esito positivo . Seguarigione fosse avvenuta, si sarebbe dovutasicuramente attribuire a fatto soprannaturale .

Fu in seguito al giudizio predetto che larev.da Madre Ispettrice fece una visita a

dtcoriobcenii al erieut(r'i

DON MICHELE RUA

Suor Caterina, esortandola a ricevere l'Unzionedegli infermi ; esortazione accolta e attuata dallaSuora il 17 febbraio 1963 . Da quel giornoincominciò un imprevisto miglioramento .

È da notare che fin dal primo insorgeredella malattia, e in particolare nel periodopiù allarmante, si era intensificata la preghieraallo scopo di ottenere la guarigione, per in-tercessione del venerabile Don Michele Rua .

Dal miglioramento la Suora passò in temporelativamente breve alla completa guarigione,in modo da poter essere dimessa dall'ospedale,trascorrere un periodo di convalescenza e ri-prendere la sua attività .

È facile immaginare la gioia della Suoraprodigiosamente guarita, delle consorelle e deifamiliari, che sentono il dovere di ringraziareil Signore per grazia così insigne, ottenutaper intercessione del venerabile Don Rua .Ora la Suora è a Campione da un anno

circa ; in tutto questo tempo ha goduto buonasalute e non risente alcuna delle conseguenzedannose, che di solito sono triste retaggio dellameningite tubercolare .Campione sul Garda (Brescia)

LA DIRETTRICE

DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

Una Figlia di Maria Ausiliatrice (Torino)ringrazia il venerabile Don Michele Rua per-chè nell'autunno del 1962, invocato con fede,guarì una sua consorella già spacciata dai me-dici per sopraggiunta peritonite e occlusioneintestinale, in seguito a operazione di appen-dicite . Dopo vari giorni passati tra la vita e lamorte, l'inferma si era ripresa con meravigliadi quanti avevano seguito il decorso della ma-lattia e aveva gradatamente riacquistato forzee benessere .

La signora Visconti (Torino) chiese a Don Ruache manifestasse la sua bontà verso chi loprega, ottenendo al figlio la promozione chepareva incerta dopo tanto studiare . Ricono-scente per essere stata esaudita, invia offertaper la beatificazione del Venerabile e gliraccomanda tutta la sua famiglia .

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í noslrí mo1i1

SALESIANI DEFUNTI

Sac. Pietro Mayerhofer t a Marrero (USA) a 84 anni .Sac. Silvio Realiní t a Milano a 82 anni .Sac. Giuseppe Serra t a Lima (Perù) a 82 anni .Sac. Enrico Balnus t a Kassel (Germania) a 65 anni .Sac. Giuseppe Dupuy t a Colonia Las Heras (Argentina)a 63 anni .Sao. Samuele Bolton t a Bolton (Irlanda) a 59 anni .Sac. Cristoforo Barragry t a Las Palmas (Canarie) a59 anni .Sac. Vittorio Andrisani t a Paterson (USA) a 54 anni .Sac. Rodolfo J~ger t a Vienna (Austria) a 44 anni .Coad. Antonio Auda t a Bruxelles (Belgio) a 84 anni(di lui parleremo nel prossimo numero) .Coad. Giosuè Conti t a Piossasco (Torino) a 8z anni .Coad. Mosè Cerón t a Neiva (Colombia) a 8o anni .Coad. Giovanni Chiabai t a West Haverstraw (USA) a77 anni .Coad. Francesco Bergonzi t a Parma a 63 anni .Coad. Giuseppe Lehmeíer t a Vienna (Austria) a 59 anni .Coad. Daniele McConnell t a West Haverstraw (USA)a 24 anni .Ch. Guglielmo Klotz t a Innsbruck (Austria) a 35 anni .

COOPERATORI DEFUNTI

Sac. Alfonso Brudaglío t a Napoli .Si prodigò per la diffusione dello spirito salesiano attra-verso il Bollettino e, soprattutto, mediante la divozione aMaria Ausiliatrice . Istituì l'Arciconfraternita dei a Divotidi Maria Ausiliatrice a in vari centri : a Napoli (parrocchiadell'Ascensione a Chiaia), a Forino (Avellino), a Trani(Bari), a Caserta, a Castellammare . Quanti hanno potutogiovarsi del suo zelo ricordano quanto tenacemente eglifosse legato a Don Bosco e al suo spirito .

Rodolfo Carlotto t a Caluso (Torino) a 59 anni .Cooperatore salesiano, padre esemplare di tre figli, vissetutto per la famiglia nel lavoro, nella preghiera, nel sa-crificio . Seppe sopportare con eroica fortezza il male chelimava la sua fibra, pur continuando il lavoro quotidiano.Invitato a pregare per averne sollievo, rispose : a Nonsono degno che il Signore mi esaudisca : si faccia la suavolontà i> . Attingeva la forza per sostenere le durezzedella vita nella santa Comunione .

Bachísio Solinas t a Santulussurgiu (Cagliari) a 85 anni .Nella sua qualità di modestissimo lavoratore, fu precisoin ogni dovere di buon cristiano e generoso al punto daoffrire a Don Bosco il figlio don Michele, oggi direttoredell'opera salesiana in Concepción (Cile) . Durante l'ultimamalattia offrì al Signore il sacrificio della lontananza delfiglio ed edificò con le continue invocazioni a Gesù, aMaria Ausiliatrice e a San Giovanni Bosco .

Giovanni Bosticco t a S. Damiano d'Asti a 79 anni .Bontà esemplare, rettitudine non comune, zelo per il benedella famiglia e per il canto in parrocchia, furono l'espres-sione concreta della sua grande fede . Ebbe viva fiduciain Maria Ausiliatrice, in Don Bosco e nei Santi salesianidai quali ottenne parecchie grazie . Si compiaceva di averdato le uniche due figlie all'Istituto delle Figlie di MariaAusiliatrice .

Maddalena Guattíno t a Torino .Cooperatrice fervente e attiva, fu esempio di pietà sale-siana e di frequenza alla santa Messa e alla santa Comu-nione. Godeva di fare da madrina alle sacre Ordinazionidi novelli Sacerdoti esteri, studenti al P.A .S ., di cui ospi-tava anche i parenti con signorile generosità . Fu esimiabenefattrice delle Opere salesiane, cui offriva il propriolavoro, cospicue elargizioni e, negli ultimi anni, anchele sue sofferenze, che seppe sopportare con eroica con-formità alla volontà di Dio .

Rosa Mina t a Varallo Pombia (Novara) a 64 anni .Buona con tutti, dalla fede traeva l'impulso alle operedi bene ; dalla pietà il fervore di una vita esemplare, ani-mata da una grande devozione a Maria Ausiliatrice e aSan Giovanni Bosco .

Luisa Ciarlo ved . Della Rosa t a Savona .Madre esemplare, educò nella fede e nel sacrificio la nu-merosa famiglia . Grande Cooperatrice e benefattrice del-l'Opera salesiana, nella sua lunga vita intessuta di lavoroe trascorsa tutta tra casa e chiesa, profuse in tutti i cono-scenti serenità, gioia e amore .

Letizia Valerio t a Vercelli .Insegnante cristiana nell'anima, consacrò la vita a edu-care tanti bambini . Nella scuola e nella chiesa lavoròperché ogni anno fosse particolarmente ricordata la festadi Maria Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco . Anchenel suo testamento, insieme con l'offerta per le MissioniSalesiane, espresse la volontà che in dette ricorrenze sicontinuasse a celebrare una santa Messa soprattutto peri giovani .

Maria Magnani ved. Zambruno t ad Alessandria .Si distinse nella Terza Famiglia Salesiana per la pietà ela carità intensamente vissute, per la sua limpida e pro-fonda fede, per l'amore a Maria Ausiliatrice e a San Gio-vanni Bosco, virtù che trasmise con intelligente costanzanel suo degno figlio, ing . Carlo Zambruno, egli pure Coo-peratore .

Imbenía Caratzu t a Santulussurgiu (Cagliari) a 48 anni .Animatrice della P. U. di cui era segretaria, fu zelantis-sima in ogni forma di apostolato salesiano, particolarmentenell'organizzare gli esercizi spirituali, i pellegrinaggi, l'e-sercizio mensile della buona morte . Sorella del salesianocoadiutore Diego Caratzu, si considerava anch'essa figliadi San Giovanni Bosco .

Maria Sandrí t a Iseo (Brescia) .Zelantissima Cooperatrice, fu per molti anni l'anima

della P. U . locale ed aiutò con tutte le forze l'Opera Sale-siana, ravvivando in molti la fede e la devozione a SanGiovanni Bosco.

ALTRI COOPERATORI DEFUNTI

Accastello D. Giovanni - Alfano Maria - Amori Dome-nica - Ardizzone Luigia - Benotto Elisabetta - Betta Vir-ginia - Boveri Secondo - Buccola Ruffino Rosina - Calde-rara Luigi - Canta Antonio - Caramellino Giovanni -Carnielli D . Antonio - Cerutti Carolina - Cerutti Rosa -Chirchirillo Gaetana - Cinti Ernesto - Colli Orneglia -Colombo Virginia - Cortinovi Bonaventura - Danesi An-gelo - Della Torre Giovanni - Di Giambelardino Anna -Feroce Celio - Ferrucci Pierina - Filonzi Augusto - GaitiPaolina - Garetti Caterina - Gobbo Giovanna - GranzellaPierina - Lisa D . Vittorio - Magnani Maria - Merlo Ste-fano - Monterzino Piero - Monti Angela - Morelli Ines -Morosini Prof. Tullio - Mosconi Amalia - Oliva Zenaide- Ometto Florindo - Padulo Dott. Lorenzo - PalatiniCarmela - Pepino Giovanna - Pernazza Smeraldo - Pit-taluga Luigia - Poletti Maria Giacinta - Ricci Giovanni -Ricciarelli Iolanda - Santori Ines - Savio Maria Virginia- Scaglia Mario - Serazzi Maria - Tonta Elisa - TosiCarolina in Cerutti - Viola Marina - Zanetta Celestina -Zuanetto Cristina .

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONIcon sede in TORINO, eretto in Ente Morale conDecreto 12 gennaio 1924, n. 22, può legalmentericevere Legati ed Eredità. A evitare possibilicontestazioni si consigliano le seguenti formule :

Se si tratta d'un legato : « . . . lascio all'Istituto Sa-lesiano per le Missioni con sede in Torino a titolodi legato la somma di Lire . . . (oppure) l'immo-bile sito in . . . n.

Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni so-stanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa :« . ..Annullo ogni mia precedente disposizione testa-mentaria . Nomino mio erede universale l'IstitutoSalesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciandoad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo o .(luogo e data)

(firma per esteso)

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Ì h'~~ CROCIATA ~Iwiolt~rla

Borse da completareBorsa: Gesù Sacramentato, Maria Ausiliatrice, S . G .Bosco e Don Filippo Rinaldi, a cura di Rosalba ta-glione (Napoli) - i' vers. L . 10 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, invoco la loroprotezione per me e tutti i miei cari, a cura di Lina Tempia(Vercelli) - 1 ' vers. L . 10 .000 .Borsa: Rua Don Michele, Venerabile, perchè protegga lamia famiglia, a cura di Cuicchi Traiano (Ancona) -1 ' vers. L . 10 .000 .Borsa: Don Bosco e Mamma Margherita (Torino), acura di Garis Margherita - t' vers . L. 10 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e Consolatrice, a cura di T . O .(Torino) - 1 ' vers. L . 10 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, in suffragio ememoria dei genitori e per la pace nella mia famiglia, acura di B . O . T . (Vercelli) - i' vers . L. 25 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, proteggi la nostra famiglia, acura di Giovanni ing . Manfredi e Maria Cerisola (Cu-neo) - r ' vers . L . 10.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S. G . Bosco, per ottenere unagrazia, secondo promessa fatta, a cura di G . F. (Torino) -1 ° vers . L . 10.000 .Borsa: Immacolata Regina, converti i peccatori e secondole intenzioni di Lia Pinto (Milano) - t ' vers . L. 10 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice e Santi salesiani, assisteteci, inringraziamento e in attesa di grazia, a cura di Dalmo-nego Antonietta (Trento) - i vers . L . 10.000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, guidaci, e in suffragio dei nostridefunti, a cura di M . S. e A. Filippeschi (Firenze) -r' vers . L. 10 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco, S . Antonio eS. Rita, a cura di Lina Vantulina (Bergamo) - r' vers .L . 10 .000 .Borsa : Berruti don Pietro, salesiano, apostolo della gio-ventù abbandonata, a cura della fam . del prof. Ber-gandi - i' vers . L . io .ooo ; Bice Berruti-Bolognino 5000 ;Maria Bressani-Berruti 5000 - Tot. L. 20 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco, S . DomenicoSavio, a cura di Barbero Clara (Torino) - i ' vers . L . 20 .000 .Borsa: Maria Immacolata, ascolta il mio desiderio, pro-teggi i miei figli, a cura di Faggioni Jolanda (Genova) -i ' vers . L . 10.000 .Borsa: De Luca Suor Giuseppina, Figlia di Maria Ausi-liatrice, nel 50' della sua professione religiosa, a cura diG . Mariano (Caltagirone) - i' vers . L. 10.000 .Borsa: Madonnina Ausiliatrice, aiutaci, a cura di Rinaed Edoardo Valli (Parma) - i' vers . L . 20 .000 .Borsa : S . Cuore di Gesù e Maria Ausiliatrice, per la pro-tezione in vita e in morte di Maria Ricolfi (Torino) -Tot. L . 40 .000 .Borsa : Invoco una preghiera, a cura di L. A. T . (Argen-tina) - i' vers . L . 25 .000 .Borsa : S . Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice e S . G . Bo-sco, a cura di Costa Concettina (Catanzaro) - Tot . 30 .000 .Borsa : S . G . Bosco, secondo le intenzioni di Gianna Ci-prigno - Tot . L. 20 .000 .Borsa : S . Cuore di Gesù e Vergine di Pompei, a cura diParodi Virginia, Adele Pesando (Canadà) io .ooo - Tot .L . 39 .100 .Borsa : A S. G . Bosco e Santi salesiani, p . g . r. e da rice-vere, a cura di Pierina Gastoldi (Milano) . Anna Boerie famiglia io .ooo - Tot . L. 35 .000 .

TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000•

Per iniziare una Borsa occorre versare almeno la somma di L. 30.000•

Inviando una somma inferiore alle L. 30.000 si può contribuirea completare, a propria scelta, una Borsa già fondata

Borsa : S . Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice, prega perme, congiunti e per il ritorno dei popoli Slavi, a cura diV. M. (Grosseto) - Tot. L. 35 .000.Borsa: S . G. Bosco e Don Filippo Rinaldi, Servo di Dio,a cura del cav . Periti Angelo (3 5) (Piacenza) - r ' vers .L . 20 .000 .

(continua)

Borse completeBorsa: Maria Ausiliatrice, a cura del dott . Sebastiano EnzoCannata, ex allievo (Siracusa) - L . 50.000 .Borsa : Divina Provvidenza, a cura di Boglione Francesco(zr') - L . 50.000 .Borsa : Divina Provvidenza, a cura di Boglione Francesco(z2a) - L . 50 .000.Borsa : Rivaro Parma famiglia (Genova) - L . 50 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, p . g . r., da Alfònso-Maria-Luisa Remotti (Alessandria) ; Richelmi Giovanni12 .000 - Tot . L . 52 .000 .Borsa: Papa Giovanni XXIII, in ringraziamento, a curadi Borra Caterina (Torino), dott. Carlo Panizzi 30 .000 -Tot . L. 50 .000.Borsa : Auxilium Christianorum, a cura di Losana Pietro(Torino) - L . 65 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, proteggi Ada (Imperia), a curadi De Guglielmi Giuseppe e famiglia - L . 50 .000 .Borsa: Cuori SS . di Gesù e Maria, proteggete C. N. S.e congiunti vivi e defunti (La Spezia) - L . 6o.ooo .Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, secondo le in-tenzioni di A. L. ('l'orino) - L . 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, secondo le in-tenzioni di L. F. (Torino) - 1,. 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G . Bosco, salvate i carce-rati e gli infermi, a cura di L. F . (Torino) - L . 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, salvate gli affa-mati dell'Africa, a cura di L . F. (Torino) - L . 50 .000 .Borsa : Tutti i Santi salesiani, a cura di Annetta Butti-gliero (Cuneo) - L. 50 .000 .Borsa: S . Giovanni Bosco e Don F. Rinaldi, pregate perme, a cura di Vernetti Maria - L . 50.000 .Borsa: S . Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco,in suffragio e memoria di Modena Ida, a cura di MariaModena (Imperia) - L . 50 .000 .Borsa: S . Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco,aiutatemi, proteggetemi, salvatemi, a cura di Maria Modena(Imperia) - L . 50 .000 .Borsa: S . Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice, S . G . Boscoe tutti i Santi salesiani, implorando continua protezione,a cura di Fondon-Resset Palmira (Aosta) - L. 50.000 .Borsa: S . Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco,a cura di Teanini Elisa (Bergamo) - L . 50.000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e D . Michele Rua, a cura deiconiugi Tortello (Torino) - L . 50.000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, secondo le intenzioni di Ca-cherano Giovanni (Torino) - L. So .ooo.Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G . Bosco e Santo Bambinodi Praga, in ringraziamento e per ottenere una grazia ur-gente, a cura di N. N . - L . 50.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S. G . Bosco, a cura di S . G . P.(Trento) - L . 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, per intercessione di S . G.Bosco, vegliate su noi, a cura della famiglia Notte (To-rino) - L. ioo .ooo . 39:5

Page 38: ANNO LXXXVHII . N.21. .1° NOVEMBRE 1964biesseonline.sdb.org/1964/196421.pdf · di luglio di quest'anno, assieme ai 13 fa-scicoli, i Padri Conciliari avevano ricevuto 361. 362 nelle

Borsa: Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco e S. D. Savio,secondo le intenzioni dell'offerente Longo Jolando (Roma) -L . 50 .000.Borsa : Rossi Toffoloni Linda, a cura dei figli : Gaetano,Rina, Antonio e Margherita Zanon (33a) (Vicenza) -L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, a suffragio e ricordo di PaoloBinaghi e Angela B . Castelli, genitori di Virginia TofanelliBinaghi, chiedendo la loro benedizione per lei e famiglia(Milano) - L . 50.000 .Borsa: Rua Don Michele, Venerabile, p. g . r., a cura diFatucchi-Farnetti Elviranna (Arezzo) - L . 50.000Borsa : Lovati Michele, in suffragio, ex allievo di Lombriasco,a cura dei genitori (Milano) - L. 50 .000 .Borsa : Tarchelle Arnaldo, in suffragio e ricordo, nel 4 ° an-niversario della scomparsa, a cura della moglie LuigiaBallestrin-Tarchelle (Padova) - L . 50 .000 .Borsa: Brunod Rosalia e Agata (Aosta), a cura di AgataBrunod - L. 5o .ooo .Borsa : Maria Ausiliatrice e S. D . Savio, ringraziando perla nascita del bambino, a cura di Angela D'Antoni (Tra-pani) - L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco, S. D. Savio eDon Michele Rua, Venerabile, per ottenere la salute auna cara inferma, a cura di L. M. 'ricino (Svizzera) -L . 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, pregate per noie per il buon esito del Concilio Ecumenico, a cura di P .G. C . - L . 50 .000 .Borsa: Rua Don Michele, Venerabile, per un aspirantemissionario povero, a cura di Zaffagni Vittorina (Mi-lano) - L . 50 .000 .Borsa: Coen Giulia, in suffragio e ricordo, a cura dellacognata Vittoria Coen (Milano) - L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, concedete lungaesistenza alla mamma Adriana di Michela Gorini-Melis(Cagliari) - L. 5o .ooo.Borsa : Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e S. DomenicoSavio, pregate per me, a cura di Rina Marchetto . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, implorandoprotezione e benedizione per le nostre famiglie, a curadi Gaetano e Olga Seghetti (Roma) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice p .g .r ., a cura di Anna Greco .Francica Nava (Catania) L . 50 .000.Borsa: S . Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco,benedite mio figlio Franco Maria, secondo le intenzionidi Michela Garini Melis e a suffragio del padre RiccardoMelis ( Cagliari) - L . 50 .000 .Borsa: Sacro Cuore di Gesù, a cura di B . E . (Vercelli) -L. 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco, S . M. Mazzarelloe S . D . Savio, in ringraziamento e protezione, a cura diG. C . (Cuneo) - L . 50.000 .Borsa: San Giovanni Bosco, a cura di N . N . (Novara) -L . 50 .000.Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura di N . N. (Novara) -L. 50 .000.Borsa: Rua Don Michele, Venerabile (2 a ), a cura di For-nasier Giuseppe (Padova) - L . 52 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco e Don MicheleRua, Venerabile, per protezione della famiglia di F. M.(Varese) - L . 50 .000 .Borsa: Don Bosco, concedi la grazia a mia Mamma, acura di Bethas Albertina (Aosta) - L . 50.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco, S . D. Savio eDon Filippo Rinaldi, proteggeteci, a cura di Colella As-sunta (Napoli) - L . 5o .ooo .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, secondo le inten-zioni di Costa Concetta (Catania) - L. 50 .000 .Borsa: Maria Immacolata, proteggi la mia Mamma, acura di E . P . (Ferrara) - L. 6o .ooo.Borsa : Maria Ausiliatrice, prega per noi e donaci la pace.a cura di E . P. - L. 6o .ooo.

Borsa : Rinaldi Don Filippo, Suor Teresa Valsè Pantel-lini e anime sante del Purgatorio, p . g . r ., a cura di R . R .(Alessandria) - L. 5i .ooo .Borsa : San Giovanni Bosco, a cura di G . G . - L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e Santi salesiani,in ringraziamento e suffragio, a cura di Maria Brignone(Vercelli) - L . 50 .000 .Borsa: Gesù, Maria SS. Ausiliatrice, S . G. Bosco e MammaMargherita, grazie!_ a cura delle sorelle Bielli (Asti) -L. 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco, proteggetela mia famiglia, a cura di Santa Dario (Torino) -L. 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e Santi salesiani, a cura diL. B . (Roma) - L. 5o.ooo .Borsa: Stacchino Ernesto, a cura della Madre Raimon-dina Golzio ved . Stacchino - L . 200 .000 .Borsa: Stacchino Enrico, a cura della Madre Raimon-dina Golzio ved . Stacchino - L . 200 .000.Borsa: Fanciulli Pia, per preghiere (Grosseto) - L. ioo.ooo .Borsa : Immacolata Ausiliatrice, proteggi Teresa Sartori econgiunti ( Parma) - L. 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, in suffragio e ricordo di Fran-cesco Guerzoni, a cura di N. N. (Savona) - L . 50 .000 .Borsa : S . Giovanni Bosco, in suffragio e ricordo di MariaCleofe-Lotterio, a cura di N. N. (Savona) - L . 50 .000 .Borsa : San Domenico Savio, in suffragio e ricordo di NinoPietro Guerzoni d'Althan, a cura di N. N. (Savona) -L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, soccorri gli affamati dell'India,a cura di Spoto Giacomo - L . 50 .000_Borsa : Maria Ausiliatrice . secondo le intenzioni di L. M . -L . 50 .000 .Borsa : In suffragio e ricordo della mamma e familiaridefunti, a cura di N. N . - L. 5o .oa0 .Borsa : San Domenico Savio e Don Michele Rua, Vene-rabile, a cura di N . N . - L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, a cura di B . D . T .(Torino) - L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Domenico Savio, per otte-nere una grazia speciale, a cura di M . L. C . (Ascoli Pi-ceno) - L. ioo .ooo .Borsa : Padre, Figliuolo e Spirito Santo, per un apostolo,a cura di Visconti Ester (Cremona) - L . 5o .ooo.Borsa : Maria Ausiliatrice Immacolata, concedi la graziaall'offerente, Perola Assunta - L . 50.000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura di Luisa Verardo (Udine)L . 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e Don M . Rua, Venerabile, inattesa di completa guarigione, a cura di G . P . Z . (Brescia)L . 50 .000 .Borsa: Per un aspirante missionario negro, a cura di Pan-taloni Anna (Roma) - L . 50 .000 .Borsa: Madonna del Santo Rosario (Napoli-Vomero), acura di N . N . - L . 125 .000 .Borsa: San Giovanni Bosco, esaudisci Mina Mosca (Ver-celli) - L . 50 .000 .Borsa : Per una vocazione salesiana, a cura di F . F . Z . (La-tina) tramite il Parroco don Ilario Bussoletti - L. ioo .ooo .Borsa: San Giovanni Bosco, prega per noi e in suffragiodi Lina Tassone - L. 50 .000 .Borsa: Anime del Purgatorio, in suffragio dei familiaridefunti, a cura di Rina Bussetti (Genova) - L . 6o .ooo .Borsa: M. Ausiliatrice e Don Michele Rua, Venerabile,in suffragio dei defunti e per ringr ., a cura di AngelaSpadacini (Torino) - L . 50.000 .Borsa: Don Bosco, Don Rinaldi, S. Domenico Savio, acura di Cavallero Angela (Alessandria) - L . 50 .000 .Borsa : M . Ausiliatrice, S . G. Bosco e S . D . Savio, in suf-fragio dei genitori defunti e parenti, a cura di Argenteri-Mignelli Mercedes (Torino) - L . 50 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice e S. G . Bosco, proteggete i mieicari, a cura di O. N . G . (Perugia) - L . 50.000 . (continua)

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI TORINO IN DATA 16 FEBBRAIO 1949, NUMERO 403 . - CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA,38(1 DIRETTORE RESPONSABILE : SAC. DOTT . PIFTRO ZERBINO, VIA MARIA AUSILIATRICE . 32 - TORINO (7 12) - OFFICINE GRAFICHE S .B.I .

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La gioventù ha bisognodi un retto orientamentosui problemi dell'arroventata questione sociale

SILVIO SOLERO

Spedizione in abbonamento postale - Gruppo 2° - 1` quindicina

Appunti di sociologia cristianaPAGINE 160 • L. 800

Questo ci pare uno dei migliori testi da mettere nelle mani dellagioventù .Anzitutto, perchè fissa chiaramente i principi della giustizia sociale .Poi perchè offre una rapida diagnosi storica della crisi sociale intermini obiettivi . Infine, perchè affronta i problemi sociali dellapersona, della famiglia, della società civile e della società eco-nomica con i criteri armonizzati dell'onestà naturale, del buonsenso e del Vangelo vagliando le esperienze del passato, i valorie i paradossi delle ideologie contrastanti, il vero progresso e le mi-stificazioni, prospettando le più ragionevoli e dignitose soluzioni .

CORSO REGINA MARGHERITA, 176 • TORINO • CONTO CORRENTE POSTALE 21171

BOLLETTINO SALESIANOPERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI DI SAN GIOVANNI BOSCODirezione : via Maria Ausiliatrice, 32 - Torino - Telefono 48-41-17AI 1° del mese : per i Cooperatori e le Cooperatrici SalesianeAI 15 del mese : per i Dirigenti della Pia UnioneSi invia gratuitamente

Facciamo noto ai benemeriti Cooperatori e alle benemerite Cooperatriciche le Opere Salesiane hanno il c. c. postale con il numero 2-1355 (Torino)sotto la denominazione: Direzione Generale Opere di Don Bosco - Torino 712

Ognuno può valersene con risparmio di spesa, nell'inviare le proprie offerte,ricorrendo all'ufficio postale locale per il modulo relativo

IMPORTANTE - Per correzioni d'indirizzo si prega d'inviare anche l'indirizzo vecchio .Si ringraziano i sigg . Agenti postali che respingono, con le notificazioni d'uso, i Bollettini non recapitati .