Anno IV n°14 - 2/7 aprile 2012 - A Sua Immagine |...

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LA SANTA MESSA Domenica ore 09.30 I NOSTRI LIBRI LE RAGIONI DELLA SPERANZA Padre Ermes Ronchi Segue a pag.2 di mons. Vincenzo Paglia Vescovo di Terni - Narni - Amelia L’ L’ L’ L’ Lunedì 2 aprile Gv 12,1-11 Gesù si ferma in casa di Marta, Maria e Lazzaro: una famiglia molto cara a Gesù. Ad un certo momento della cena, Maria si alza, si inginocchia ai piedi di Gesù e li cosparge con l’un- guento; poi li asciuga con i capelli. Per Giuda è uno spreco inutile. L’apo- stolo appare un uomo equilibrato, ragionevole e persino attento ai più poveri. In realtà, il suo interesse ve- ro era per i soldi, non per i poveri. Gesù che guarda il cuore lascia fare la donna; quell’unguento anticipa l’olio con cui il suo corpo verrà co- sparso prima della sepoltura. E poi aggiunge: «I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre ave- te me». Di lì a poco sarebbe iniziata amore eccessivo di Gesù Anno IV n°14 - 2/7 aprile 2012 Lindau Andrea Monda BAGNASCO: «LAVORO PRIORITÀ ASSOLUTA», GARANZIE PER I GIOVANI E IL LORO FUTURO Rilanciare il lavoro, soprattutto per i giovani. È la priorità indicata dal cardinale Angelo Bagnasco per il bene del Paese. PAG.4 Ogni sabato alle ore 17.30 com- menta il Vangelo della domenica. Venerdì 6 aprile, puntata spe- ciale di A Sua Immagine dedicata al Venerdì Santo, a partire dalle 14.10 in diret- ta su Rai 1. Ripercorreremo gli istanti che hanno precedu- to la morte di Gesù: cos'è successo? Perché è successo? Com'è stato raccontato da chi c'era? E perché da duemila anni quel venerdì continua a parlare ad ogni uomo nel mondo? In studio con Rosa- rio Carello, grandi artisti e numerosi ospiti che rispon- deranno alle domande più ricorrenti, quelle che ciascu- no di noi si è sempre posto. PAG.4 La croce di Gesù secondo don Tonino Bello. PAG.5 Presieduta dal Santo Padre da Piazza San Pietro «LE ULTIME ORE DI GESÚ» SU RAI 1 «LE ULTIME ORE DI GESÚ» SU RAI 1 «LE ULTIME ORE DI GESÚ» SU RAI 1 «LE ULTIME ORE DI GESÚ» SU RAI 1 DOMENICA NON SAREMO IN ONDA VENERDÌ SANTO 6 APRILE ALLE 14.10 SU RAI 1: LE ULTIME ORE DI GESÙ. VI ASPETTIAMO BENEDETTA UMILTÀ LE SEMPLICI VIRTÙ DI JOSEPH RATZINGER SPECIALE SETTIMANA SANTA IN ALLEGATO

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LA SANTA MESSA Domenica

ore 09.30

I NOSTRI LIBRI LE RAGIONI DELLA SPERANZA

Padre Ermes Ronchi

Segue a pag.2

di mons. Vincenzo Paglia Vescovo di Terni - Narni - Amelia

L’L’L’L’

Lunedì 2 aprile Gv 12,1-11 Gesù si ferma in casa di Marta, Maria e Lazzaro: una famiglia molto cara a Gesù. Ad un certo momento della cena, Maria si alza, si inginocchia ai piedi di Gesù e li cosparge con l’un-guento; poi li asciuga con i capelli. Per Giuda è uno spreco inutile. L’apo-stolo appare un uomo equilibrato, ragionevole e persino attento ai più poveri. In realtà, il suo interesse ve-ro era per i soldi, non per i poveri. Gesù che guarda il cuore lascia fare la donna; quell’unguento anticipa l’olio con cui il suo corpo verrà co-sparso prima della sepoltura. E poi aggiunge: «I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre ave-te me». Di lì a poco sarebbe iniziata

amore eccessivo di Gesù

Anno IV n°14 - 2/7 aprile 2012

Lindau

Andrea Monda

BAGNASCO: «LAVORO PRIORITÀ ASSOLUTA», GARANZIE PER I GIOVANI E IL LORO FUTURO Rilanciare il lavoro, soprattutto per i giovani. È la priorità indicata dal cardinale Angelo Bagnasco per il bene del Paese. PAG.4

Ogni sabato alle ore 17.30 com-menta il Vangelo

della domenica.

Venerdì 6 aprile, puntata spe-ciale di A Sua Immagine dedicata al Venerdì Santo, a partire dalle 14.10 in diret-ta su Rai 1. Ripercorreremo gli istanti che hanno precedu-to la morte di Gesù: cos'è successo? Perché è successo? Com'è stato raccontato da chi

c'era? E perché da duemila anni quel venerdì continua a parlare ad ogni uomo nel mondo? In studio con Rosa-rio Carello, grandi artisti e numerosi ospiti che rispon-deranno alle domande più ricorrenti, quelle che ciascu-no di noi si è sempre posto.

PAG.4

La croce di Gesù secondo don Tonino Bello. PAG.5

Presieduta dal Santo Padre da

Piazza San Pietro

«LE ULTIME ORE DI GESÚ» SU RAI 1«LE ULTIME ORE DI GESÚ» SU RAI 1«LE ULTIME ORE DI GESÚ» SU RAI 1«LE ULTIME ORE DI GESÚ» SU RAI 1 DOMENICA NON SAREMO IN ONDA

VENERDÌ SANTO 6 APRILE ALLE 14.10 SU RAI 1: LE ULTIME ORE DI GESÙ. VI ASPETTIAMO

BENEDETTA UMILTÀ LE SEMPLICI VIRTÙ DI JOSEPH RATZINGER

SPECIALE SETTIMANA SANTA IN ALLEGATO

VENERDÌ SANTO 6 APRILE ALLE 14.10 SU RAI 1: LE ULTIME ORE DI GESÙ. VI ASPETTIAMO

scorsi che manifestano la pre-occupazione di Gesù per quel piccolo gruppo di discepoli e per quelli che attraverso la loro pa-rola crederanno in lui (cfr. Gv 17,20). È un'ora segnata dall'inesorabile avvicinarsi della morte. Gesù ha il cuore affolla-to di sentimenti, anche contrad-dittori: non vuole morire ma neppure fuggire. È giunta co-munque l 'ora della sua "partenza". Ma quel che lo an-goscia è il futuro di quel piccolo gruppo a cui ha legato il suo Vangelo. Non è scontato che continueranno a stare insieme.

Eppure è a loro che lascia l'ere-dità del cammino intrapreso. Dice loro: «Un comandamento nuovo vi do: che vi amiate gli uni gli altri». Non è la prima volta che parla di questo co-mandamento, ma ora c'è la so-lennità di un testamento. È evi-dente la volontà di Gesù di cre-are una comunità d'amore tra i suoi; una comunità di fratelli, quella che gli uomini da soli non sanno creare. Proprio questi discepoli, infatti, durante la stessa cena, avevano appena discusso su chi fosse tra loro il più grande. Solo Gesù sa creare tra gli uomini un'amicizia nuo-va, fraterna, profonda e non competitiva. Mercoledì 4 aprile Mt 26,14-25 Giuda, il traditore, disse:

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la sua via crucis, fino alla morte. Maria, unica tra tutti, aveva compreso che Gesù era un moribondo e perciò biso-gnoso di affetto. Questa donna ci inse-gna come stare accanto a Gesù, ai de-boli e ai malati. Quella che lei ha per-corso sino a baciare i piedi del maestro è la via della salvezza: essere compa-gni dei poveri per essere accanto a Ge-sù. I poveri li avremo sempre con noi. Essi possono dirci quanto hanno biso-gno dell’unguento dell’amicizia e dell’affetto. Martedì 3 aprile Gv 13,21-33.36-38 Il Vangelo di Giovanni, dal capitolo 13 al capitolo 17, riporta una serie di di-

LA PAROLA

La Croce non è fine a se stessa. È il simbolo trionfale con cui Egli batte alla porta del cielo e la spalanca. Allora ne erompono i fiotti della luce divina, sommergendo tutti quelli che marcia-no al seguito del Crocifisso. Molti nostri contemporanei vorrebbero far tacere la Croce. Ma niente è più eloquente della Croce messa a tacere! Il vero messaggio del dolore è una le-zione d'amore.

Edith Stein

Croce

Pagina 2

Gesù non si inchina per umiltà ma per

affetto. È un gesto

eccessivo, ma è così la tenerezza di Gesù. È eccessiva, come il suo amore.

Gesù lava i piedi a Pietro

Giotto

«Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto». Giuda cova nel suo cuore il tradimento già da molto prima del suo metterlo in atto. C’è una lontananza della nostra vita dal Signore che costituisce il terreno sul quale affondano le radici il tradimento e la diffi-denza. E una volta presa di-mora la pianta maligna si svi-luppa mascherando i suoi rami con i ragionamenti del reali-smo, come un argine ad un sogno che potrebbe portarci troppo lontani da noi stessi. Nella scena intima e familiare di quell’ultima cena dei fratelli del Signore riuniti il tradimen-to si affaccia e semina scon-certo. Non è un estraneo, un nemico che cova il risentimen-to, ma uno di quei familiari. Non è un pagano o un fariseo, ma uno di loro ad aprire le porte del cuore al male, tanto da divenirne complice. È facile, vuol dirci il Signore, sentirsi nel giusto e intanto fare spazio al male, cooperare con suo agire, ritenersi vicini e costrui-re intanto baratri di incom-prensione e freddezza. Non è un mostro Giuda, è uno dei dodici, ha visto e vissuto tutto quello che ha fatto Gesù, ha intinto la mano nel suo stesso piatto, eppure ha fatto del suo cuore la casa del risentimento verso quel Signore che ha l’unica colpa di avergli voluto fin troppo bene. Giovedì 5 aprile Gv 13,1-15 Con la narrazione dell’ultima cena entriamo nei giorni finali della vita di Gesù. Il pasto che sta consumando con i suoi di-scepoli sembra una comune cena; non viene fatto alcun cenno agli usi pasquali. Ma una cosa è chiara: Gesù sa che è giunta la sua ora. La prospettiva della morte tutta-via non lo rende incerto, anzi

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A Sua Immagine Giornale pubblica ogni settimana le meditazioni dei vescovi italiani ai vangeli dei giorni feriali.

Mons. Vincenzo Paglia è nato a Boville Ernica, provincia di Frosinone, il 21 aprile 1945. È stato assistente ecclesiastico generale della Comunità di Sant'Egidio che segue sin dall'ini-zio degli anni settanta. Partecipa attivamente all'associazione Uomini e religioni della Comunità di Sant'Egidio che organizza incontri ecumenici e interreligiosi. È stato a lungo segretario della Commissione Presbiterale regionale e membro della Commissione Presbiterale Italiana. Eletto alla sede vescovile

di Terni - Narni - Amelia il 4 marzo 2000. Attualmente ricopre l'incarico di Presidente della Conferenza Episcopale Umbra ed è Membro del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.

MONS. VINCENZO PAGLIAMONS. VINCENZO PAGLIA

Gesù arriva davanti a loro chiede: «Chi cercate?». «Gesù il Nazare-no», rispondono; ed egli: «Sono io». A queste parole tutti i pre-senti arretrano e cadono a terra. Gesù aveva veramente il potere nelle mani. Era un potere appa-rentemente debole, senza armi né soldati; possedeva solo la parola che però fu sufficiente per atter-rare i soldati. A Pietro, che colpi-sce un servo del sommo sacerdo-te staccandogli un orecchio, rivol-ge un duro rimprovero e impone di rimettere la spada nel fodero. Ordina però ai soldati di non ac-canirsi sui discepoli visto che è lui che cercano. Si adempivano fino in fondo le parole che aveva det-to: «Li ho custoditi e nessuno di loro si è perduto». Gesù così ama i suoi, anche durante la Passione.

C’è una lontananza della nostra vita dal Signore che costituisce il terreno sul quale affondano le radici il tradimento e la diffidenza.

lo spinge ad amare fino alle estreme conseguenze quel picco-lo gruppo di uomini che con tanta fatica si è radunato. Ora ancor più di prima hanno bisogno del suo amore. E Gesù glielo mostra, più che con le parole, con un ge-sto che nessuno si aspettava: si inginocchia davanti a ognuno dei Dodici e lava loro i piedi. Pietro vuole sottrarsi, ma Gesù lo rim-provera. Povero Pietro, non ha capito nulla! Gesù non si inchina semplicemente per umiltà ma per affetto; non è una questione di virtù, è un problema d’amore. È un gesto che mostra l’infinito bi-sogno di dolcezza, di intimità e di consolazione che abbiamo e che solo il Signore ci può dare. È un gesto eccessivo, ma è così la te-nerezza di Gesù. È eccessiva, co-me il suo amore. Lo aveva intui-to Maria che aveva lavato i piedi a Gesù con l’unguento e li aveva poi asciugati con i suoi capelli e

VENERDÌ SANTO 6 APRILE ALLE 14.10 SU RAI 1: LE ULTIME ORE DI GESÙ. VI ASPETTIAMO

coperti di baci. Gesù sta davanti ai suoi come uno che serve, co-me uno che lava i piedi. Venerdì 6 aprile Gv 18,1-19,42 Inizia la passione di Gesù: queste pagine non narrano solo il mo-mento finale della sua vita, rias-sumono tutta la sua passione per gli uomini. Gesù ha amato i di-scepoli fino all’ultimo. Esce dal cenacolo e si dirige verso l’orto degli Ulivi, anche se sa bene che verranno a catturarlo. Gesù, in-fatti, non è sorpreso da quanto sta per accadere; anzi, è lui che va incontro a Giuda e ai soldati che stanno avvicinandosi e, come il vero padrone della situazione, li affronta. Se c’era qualcuno che doveva cadere a terra non era lui, erano piuttosto i soldati e le guardie venuti ad arrestarlo. E avvenne proprio così. Quando

BAGNASCO: «LAVORO PRIORITÀ ASSOLUTA», GARANZIE PER I GIOVANI E IL LORO FUTURO

«Creare lavoro è una priorità assoluta», a dirlo è il presi-dente della Cei Angelo Ba-gnasco, che durante l’apertura dei lavori del Consiglio perma-nente dei vescovi italiani, è in-tervenuto sui temi stringenti dell’attualità: Imu sui beni ecclesiastici, difesa della vita, matrimonio, famiglia, ripresa economica ma soprattutto lavo-ro e lavoro per i giovani. Bagnasco riconosce che i prov-vedimenti adottati dal governo hanno messo al sicuro il Paese ma è arrivato il momento di pensare alla ripresa, «di azionare tutti gli strumenti e investire tutte le risorse per dare agli italiani la possibili-tà di lavorare». Sono chiamati ad unire le proprie forze stato, imprenditoria, banche, perché «il lavoro è diventato la priorità e la persona che lavora, è un bene sommo».

La strada indicata dai vescovi non è semplice, per percorrerla occor-re avere il coraggio di essere anti-conformisti, si vuole evitare che le rendite di posizione stritoli-no i giovani e il loro futuro. Per rimettere in moto il Paese bi-sogna anche saper «modificare il modo di pensare» e mettere in piedi un sistema di «welfare condiviso», una rete di «conseguenze vincolanti, sul fron-te del fisco, di un reddito minimo, di un credito agibile», che dia ga-ranzie. Soprattutto ai giovani. Perché un Paese che non pen-sa a loro «non si ama a suffi-cienza». Invece «dal mondo degli adulti e dalle loro organizzazioni, stenta a emergere una disponibili-tà al riequilibrio delle risorse in campo». Anzi, «i padri hanno ot-tenuto, lottando, garanzie che og-gi appaiono sproporzionate rispet-to alle disponibilità riconosciute ai loro figli». Figli che «nonostante

Le offerte, raccolte durante la Messa ve-spertina del Giovedì santo celebrata in San Giovanni dal Papa, saranno impiega-te per l’assistenza umanitaria ai profughi siriani. Mons. Samir Nassar, arcivescovo maroni-ta di Damasco ha dichiarato all’Agenzia Fi-des: «è un gesto molto generoso da parte del Santo Padre nei confronti della immane soffe-renza del nostro popolo, che vive anche le conseguenze dell’embargo». «É un gesto di vicinanza e solidarietà che ha un forte significato per noi, in questo tempo qua-resimale e di grande sofferenza: ci fa sentire la Chiesa universale vicina ai suoi fedeli in difficoltà» prosegue l’arcivescovo. «Teniamo ben presenti e auspichiamo si rea-lizzino i messaggi inviati da Benedetto XVI per il cessate il fuoco, la pace, il dialogo, la libertà in Siria», conclude. Oltre 20.000 profughi siriani, in fu-ga dal con-flitto, hanno già varcato la frontiera con il Libano, e l’esodo conti-nua.

Pagina 4 giornale giornale PAPA, COLLETTA DELLA MESSA DEL

GIOVEDÌ SANTO PER PROFUGHI SIRIA

Venerdì 6 aprile a partire dalle 14.10 andrà in onda lo specia-le di A Sua Im-magine dedica-to al Venerdì Santo. Entrata di Gesù a Geru-salemme, la Ce-na con gli apo-stoli, la Condan-na, la Passione, ora dopo ora si ricostruiranno gli avvenimenti che hanno segnato gli ultimi mo-menti della vita di Gesù. In studio con

Rosario Carello, la storica Barba-ra Frale e il teo-logo Mons. Pie-rangelo Seque-ri, che faranno da guida attraverso episodi storici, personaggi e pro-fondi significati teologici. Daranno un con-tributo alla di-scuss i one l o scrittore Davide Rondoni e l’attri-ce Claudia Koll. Due grandi artiste porteranno la magia e la pas-sione della loro

la precarietà che sta segnando la loro giovinezza, non possono rinun-ciare a costruirsi come persone sta-bili, interiormente solide, capaci di idealità e dunque resistenti alle sfi-de». Il Presidente della Cei lancia un appello anche al mondo della politica, per-ché giunga un periodo di rinnova-mento per i partiti, « non hanno alter-nativa se vogliono tornare ad essere via ordinaria della politica ed essere pronti a riassumere direttamente nelle loro mani la guida del Paese».

creatività in trasmis-sione. La sand artist Gabriella Compa-gnone realizzerà in diretta le sue straordi-narie opere, dise-gnando con la sab-bia l’appassionante percorso storico e teologico, che cer-cherà di far luce su-gli ultimi istanti della vita del Cristo, preludio dell’attesa Resurrezione. La ballerina Simona Atzori, invece, ci re-galerà una sua toc-cante esibizione, danzando sulle note di un musica coinvolgen-te. In studio anche gli studenti del liceo Pino Albertelli di Roma che rivolgeran-no le loro domande.

«LE ULTIME ORE DI GESÚ» SU RAI 1

VENERDÌ SANTO 6 APRILE ALLE 14.10 SU RAI 1: LE ULTIME ORE DI GESÙ. VI ASPETTIAMO

gere aiuto al prossimo col quale abbiamo categoricamente deciso di archiviare ogni tipo di rapporto. È su questa scarpata che siamo chiamati a vincere la pendenza del nostro egoismo e a misura-re la nostra fedeltà al mistero della croce. Purtroppo la nostra vita cristiana non incrocia il Calvario. Non s’iner-pica sui tornanti del Golgota. Come i Corinzi anche noi, la croce, l’ab-biamo “inquadrata” nella cornice della sapienza umana, e nel telaio della sublimità di parola. L’abbia-mo attaccata con riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce la siamo piantata nel cuore. Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte. Le rivolgiamo inchini in chiesa, ma ci manteniamo agli antipodi

G e s ù non è vittima d e l l a forza del destino; è salito sulla croce perché l’ha voluto. La sua accettazione non è ras-segnazione passiva, ma è accoglimento della croce, è accettazione della volontà del Padre. È una visione bellissima, che ci schioda dalla situazione di con-dannati a vita. Se è vero che la croce è l’unità di misura di ogni impegno cristiano, dob-biamo fare attenzione al peri-colo che stiamo correndo: quello che san Paolo chiama «l’evacuazione della croce» la croce rimane sempre al centro delle nostre prospet-tive, ma noi vi giriamo al largo, come quando si sfio-ra una città passando dalla tangenziale. L’automobile corre sulla strada, si da un’oc-chiata ai campanili, ma tutto finisce lì. Se è vero che ogni cristiano

deve accogliere la sua cro-ce, ma deve anche schiodare

tutti coloro che vi sono appesi, noi oggi siamo chiamati a un com-pito dalla portata storica senza precedenti: «Sciogliere le catene

inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppres-si» (Is 58,6). Per-

tanto, non solo dobbiamo lasciare il “belvedere” delle no-stre contemplazioni panorami-che e correre in aiuto del fra-tello che geme sotto la sua cro-ce personale, ma dobbiamo an-che individuare, con coraggio e intelligenza, le botteghe dove si fabbricano le croci collettive. L’accoglienza porta diritto al cuore del crocifisso. Dobbiamo accogliere il fratello come un dono, non come un rivale o un possibile concorren-te. Accogliere il fra-tello con tutti i suoi bagagli, perché non ci vuole molto ad accettare il prossimo senza nome, contorni, o fisionomia. Ma oc-corre una gran fatica per accettare chi abi-ta di fronte a casa mia. La riconciliazione ver-so i nostri nemici: noi dobbiamo assolutamente dare un aiuto al fratello che abbiamo ostracizzato dai no-stri affetti, stringere la mano alla gente con cui abbia-mo rotto il dialogo, por-

«Gli occhi del Crocefisso ti fissano interrogandoti, interpellandoti.

Quale sarà la tua risposta? Signore, dove andare?

Tu solo hai parola di vita».

(Edith Stein)

di DON TONINO BELLO

Lo crocifissero e con lui altri due

LA CROCE DI GESÙ