Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il...

36
Autc rizz. Trib. Roma N. 185 del 27 aprile 1994 Sped, in Abb. postale 50% - Roma Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone flPP *

Transcript of Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il...

Page 1: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

Autc rizz. Trib. Roma N. 185 del 27 aprile 1994 Sped, in Abb. postale 50% - Roma Anno III - n. 5 - Magglo 1996

35° Anno dalla fondazlone

flPP

*

Page 2: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

CVRNGCUZARC pauperibus misit me

Anno III - n. 5 - Maggio 1996 35 Anno dalla fondazione

Sc osaKar-so

1 Esitazioni dei ritardatari nella via del bene

// seme della parola 2 Come il Maestro

Ma sorgente 4 Manoscritto inedito di Padre Semeria 6 Manoscritti Minozziani

Alia seuola di Padre Minozi 8 Allenarsi al bene

Pensiero Mariano 10 II mese di maggio e Maria

Religione, arte, cultura e vita 11 11 Dio denaro. oggi. ovvero mastro Don Gesualdo 13 ...A lei ehe era nei miei pensieri 14 Monterosso al Mare nella vita e nell'opera di

Eugenio Montale

// Santo del mese 16 San Filippo Neri

Dalle case nostre 17 DA GIOIA DEL COLLE: Un desiderio di Pasqua

18 DA POLICORO: Dissero il loro si.., 19 DA AMATRICE: Novelli sposi 20 DA FRANCAVILLA AL MARE: Nuova Via Crucis della

pittrice Silvia Di Nardo 21 ... Da Roggiano Gravina 23 DA ROCCA DI MEZZO: II sacerdote stimato, non

invidiato 25 Cinquantenario di Festa

La sveglia 26 Pasqua-Insieme! 28 Pellegrinaggio degli Ex di Napoli al Beato Nunzio

di Pescosansonesco 29 Posta Ex-Alunni ed Amici 32 Spizzicando

EVANGELIZARE pauperibus misit me

BOLLETT1NO MENSILE DELL'OPERA NAZTONALE PER IL MEZZOGIORNO D'ITALIA DIRETTA DALLA FAM10LIA DEI D1SCEPOL1

Direllore Responsabile Don Michele Celiberti

Segretario di Amministrazione Michele Leone

Direzione - Redazione - Amministrazione: Via dei Pianellari, 7 - Tel. (16/68801409 Fax 06/686102? - C.c.p. 33870007 00186 R O M A

Copertina "Gesu con i fanciulli" di Alfredo Mori. Potcnza: Ex-Cappella Istituto Principe di Piemonte.

Autorizz. Trib. Roma N. 185 del 27 aprile 1994 Sped, in Abb. postale 5(YX - Roma

Stampa Tipolitografia IN.CiRA.C. s.r.l. - Tel. (0776) 429988 03049 S. Elia Fiumerapido (FR)

Page 3: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

6SITFIZIONI D€l RITflRDflTflRI N6LLR VIR 061 B€N€

II troppo tordi non esiste. Tutte le ore sono buone, purche siono ore del giorno, sono buone tutte le etb dello vito, buone do porte di Dio perche Ggli amo; buone perao do porte nostra per rispondere e corrispondere. flncoro ol crepuscolo, sul limitore dello notte, quondo lo morte e imminente. Dio chiomo oncoro. Perche £gli e misencordioso. Ggli e poziente, come lo sono tutti quel I i che olio bontb realmente si ispirano. £-gli si occontento di poco, perche onche il poco e guolcoso. €gli vuole od ogni costo lo solvezza delle onime, le quoli non possono trovore solvezzo nello eternitb, se non commcino le loro conversioni ol bene nel corso del tempo. Finche c'e un momento di tempo, di vito, c'e uno scompo di solvezzo. Dio chiomo sempre, chiomo oncoro, c'e oncoro quolche coso, quolche coso do rare.

Si possono oncoro nporare degli scondoli, con dei buoni esempi, si posso­no cancellare le bestemmie con le preghiere, si possono estinguere gli odi con I'omore, con lo generosito del perdono. C'e vito, c'e possibilitb di bene, c'e speronzo.

Questo generosito buono del Podre, se e risposta perentorio ol troppo tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, proprio perche sopete che Dio e buono? essere sgorboti nel rifiuto, perche sopete ch'Ggli e insistente nell'invito?

flmo losciarvi, o giovoni ritordotori, sotto I'impressione di questo domon-do, non senza ricordorvi che servire Dio ol trionfo delle sue cause non e solo un dovere, e un onore ed uno gioio.

P. Giovanni Semeria

Page 4: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

n seme della parola

COME IL MAESTRO

«ll discepolo non e piu del suo maestro, ma ogni discepolo sara perfetto quando sara come il suo maestro» (Lc 6, 40).

E Gesu, il Divin Maestro, a fare questa dichiarazione e a porsi davanti ai suoi discepoli quale modello da uguagliare, come misura di grandezza e di perfezione e non solo nel campo della cultura, ma soprattutto in quello piu vasto della santita.

«lmparate da me» (Mt 11,29). II maestro non limitava la sua azione

educativa alia sola trasmissione della cultura

intellettuale, ma agiva sul discepolo coinvolgendone intera la vita nella sua imitazione, in tutti i momenti della giomata. II discepolo seguiva il suo maestro perfino al mercato, per imparare a trattare le cose anche piu spicciole del mondo. II suo era percio un insegnamento esistenziale, proprio perche esteso a tutti gli aspetti dell'esistenza. Chiaro che ogni discepolo anelava" naturalmente a uguagliare il proprio Maestro, a ricopiare in se le qualita di chi s'e preso a modello, a diventare come lui. Tendenza

2

Page 5: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

umana nobilissima» dira in proposito padre Minozzi.

Ma I'impegno e arduo. II «come» e misura e qualita. "Come il suo

Maestro". Richiama I'altra esortazione: «Siate perfetti come e perfetto il Padre vostro che e nei cieli» (Mt 5, 48). Essere alia pari nella perfezione, in qualita e quantita, con il Padre celeste e proprio impensabile. Eppure la parola di Gesu deve avere il suo senso, per non generare frustrazione. Suscitare infatti desideri irrealizzabili e frustrare I'uomo. Preso in termini assoluti, e chiaro che non e possibile raggiungere tale risultato quando il Maestro e Gesu Cristo e non un semplice, anche se grande, uomo. Nel campo dell'umano il discepolo pud anche superare il suo maestro. Non cos) in quello divino. Tanto piu che il discepolo cristiano non diventera mai maestro, sara sempre e solo discepolo. Cio significa che la perfezione del discepolo non consistera in una meta raggiunta, ma in una instancabile ed ininterrotta tensione che lo portera alia configurazione, mai perfettamente compiuta, col Maestro. Un discepolo in cammino continuo verso la riproduzione del Maestro in se.

«Ad ora ad ora devi studiarti perche in ogni tua azione tu possa rassomigliarti a Lui. Rispecchiare Lui in te sempre devi, dai desideri dell'anima profonda alle aspirazioni tutte della vita, alle minime manifestazioni della tua attivita. E ardere di entusiasmo per ripetere alle genti il messaggio di salute nel suo nome, per propagare tra i fratelli pellegrini il regno di Dio» (P.Giovanni Minozzi).

II padre fondatore non esita a stimolare la nostra crescita fino a diventare addirittura «copie sue», copie cioe di Gesu.

Si tratta di diventare «Cristiformi», oltre che cristiani.

L'Esortazione post-sinodale sulla Vita Consacrata insiste frequentemente ed in vario modo su questo concetto basilare di conformazbne e presentazione agli uomini del nostro tempo della figura di Gesu nella propria

vita. Per cui il consacrato ed ogni credente, neH'accezione pura del termine, deve essere memoria e rimando al suo Dio, del quale dovrebbe riprodurre sul suo volto almeno i tratti fisionomici essenziali. Cio viene espresso con il neologismo di «immedesimazione conformativa». Concetto esaltante, anche se di difficile realizzazione.

Ma volendo ridurre ad essenzialita il Maestro, cosa dovremmo dire di Lui? Chi era, come si presento al mondo? Come ripresentarlo? Quali i tratti fisionomici essenziali da riprodurre in noi?

Una grande passione di amore per gli uomini, che vuole servire fino a dare la vita per la loro redenzione, che e recupero ai valori supremi, in cui la vita si significa, una proposta di dottrina eccezionale ed uno stile di vita improntato a poverta, castfta ed ubbidienza. Qui e essenzialmente Gesu.

Essere come il Maestro vorra allora dire per noi discepoli dare il primato assoluto a Dio Padre, da anteporre sempre a tutto, annunciarLo con passione ed improntare la nostra vita alle virtu-voto di poverta, di castita e di ubbidienza. Questo per tutti, ma con lo stile che si addice ai diversi stati di vita. Certo per i religiosi sono, in piu, irrinunciabili e qualificanti i concetti di radicalita e di totalita di sequela perche, per voto, impegnati con cuore indiviso nell'opera di immedesimazione conformativa a Cristo. Per essi ripresentare cosi lo stile di vita di Gesu sulla terra ne esaurisce e spiega tutta la vocazione e missione. Ma anche gli altri battezzati non possono fare a meno di riferirsi alle tre virtu-voto, il cui valore terapeutico oggi, piu che mai, e necessario affermare con vigore.

Cos! la religione recupera intero il suo senso di sequela-imitazione e le virtu della poverta-castita-obbedienza non sono piu roba da frati, ma connotati indispensabili di ogni credente, che deve in qualche modo rassomigliarsi al Dio nel quale crede, ricalcandone le orme. E legge per il cristiano divenire cristiforme.

D. Michele Celiberti FdD

3

Page 6: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

Alia sorgente

MANOSCRITTO INEDITO DI PADRE SEMERIA

Sono sempre graditissime le sorprese che gli ex-alunni sono in grado di presentarci in tan-tissime occasioni. Ma quando ci fanno dono di foto o manoscritti inediti dei nostri fondatori, per loro le lodi vanno espresse in termini di superla-tivi assoluti. Cos) per il nostra De Angelis Dionisio, che prima a Gioia del Colle e poi ad

4 J! y j ^ t y * b*fr JH/l. iX L '^! , :« . r XK/Xt-

1/HHAJI» K i K i w i v f l at

Juvv'1 %i ( f l " ^ i / ™ o <•-

&-* Y* Uu L Y^'\ "i In.

Jfi ~ " f l O * ' luvyKTu

[0 -ft.; J | > >

9\J • J ( (/V'-t <yv^

ir,k t.vs. (ii, m

% jmA*** pSU. ^

Manoscritto Semeriano.

Ofena, e rimasto nell'Ope-radal 1936 al 1940.

t'adie uiovanni baneud

Padre Semeria tramite il suo manoscritto ci ha ri-portato anche un ex, che personalmente ignoravo. Lode a Dio!

Padre Semeria, fattosi, sull'esempio del suo S. Paolo, tutto a tutti, non esito a farsi anche raccomandazione, awalendosi dei suoi titoli militari, in favore di due povere donnette profu-ghe.

La scrittura del padre e per fortuna ancora leggibile, ma per comodita dei lettori la decifria-mo. Eccone il testo:

«ll Padre Semeria cappellano militare al Comando Supremo raccomanda vivamente al Senatore Di Prampero o a chi per lui le profu-ghe sig.ne Fioretti porgitrici di questo foglio.

Giov. Semeria Wnov. 917

Via Torino (163)? Comitato profughi"

Inquadriamo I'awenimento nella storia. II manoscritto e di proprieta di una suora, di cui le citate profughe sono rispettivamente la madre, Romana Fioretti, e la nonna Clotilde Da Re ved. Fioretti.

Nel novembre 1917 madre e figlia, rispetti­vamente vedova ed orfana, fuggendo da Vittorio Veneto per I'avanzata degli Austriaci dopo la disfatta di Caporetto, arrivarono alia Stazione Ferroviaria di Padova. II bigliettaio

4

Page 7: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

chiese loro dove volessero andare a trovare scampo. La nonnina prontamente risponde: «Vogliamo andare a Roma. Li c'e il papa!»

Presto fatto il biglietto. In cerca del giusto binario, le due profughe

incrociarono padre Semeria, e piene di fiducia e di ardire lo fermarono e gli chiesero: « Stiamo fuggendo a Roma, ma a chi rivolgerci cola?»

P. Semeria prese li per li un foglio di carta e vi scrisse quanta sopra riportato: vengono indi-

rizzate al Comitato profughi dipendente dal Mi-nistero della guerra.

II buon esito dell'operazione e facilmente immaginabile.

Ci vuole cosi poco a fare del bene anche attraverso una raccomandazione, mettendo in giuoco i propri titoli!.. E poi qualunque sia la forma "a far del bene non si sbaglia mail". Tan-to piu in occasioni tragiche come queste!

M.c.

Ai nostri abbonati

Due preghiere semplici semplici, e chiarissime:

I. Rinnovar presto I'abbonamento, mandandoci la tenue offerta abituale. II. Trovarci altri abbonati per allargare la famiglia, per moltiplicare il bene e

renderlo piu forte, piu simpatico, piu vivo.

E cosi il bene: deve diffondersi: Chi I'ama, non puo che diffond erlo per goderne piu, sempre di piu. Che il bene e carita. E la caritd e Dio.

P. G. M. c.c.p. 33870007 intestato a:

OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA Via dei Pianellari, 7 - 00186 ROMA

ABBONAMENTO 1996

fr Ordinario L. 30.000 Sostenitore L. 50.000 d'Amicizia L. 100.000

%

V Una copia L. 1.500 JJ

Page 8: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

MANOSCRITTI MINOZZIANI

Questi manoscritti sono piu che semplici episodi: il loro valore e di altissimo significato, perche sono storia documentata, provata.

A consegnarmi i seguenti documenti minozziani e don Tommaso Molinaro, appassionato ricercatore storico della Famiglia dei Discepoli, il quale li ha avuto in dono dalla Signora Pasqua Fonzi dell'Aquila, figlia di Emilio, figlio a sua volta

OPERA nAZIOflALE PER IL M£ZZ0GIORHO. D'JTALIA

<^27 7

.--aa—is0

Roma <t?),S2? Pian* DrazioHf S

C. C. P. l/noia • RoniB

£ / t-Ut-^t?

^ 1 ^ - ^ -T&fc

///.,•/, A* y ^^*y^-Sf-tA

<^ts*-*^

,^/s.Y^v?

/ffww

/• ^ty/ # -^ZLj? <^r

iuJ^-T^ / / ^ ^

^f^s&A-^C^—

/

della sorella di don Minozzi, Pasqua, alia quale il padre inviava il 22 dicembre 1929 la seguente lettera:

«Cara sorella, auguri vivissimi a te e a tutti i tuoi. II Signore possa dar gioia serena al tuo cuore e alia tua famiglia!

Per il santo Natale fammi il piacere di distribuire tra i poveri piu bisognosi della nostra Preta un po' di pasta, di baccala, di

sarde, di vino per I'importo di 100-200 lire, secondo il tuo giudizio. Continueremo le pie tradizioni de' nostri antichi avi, che mamma ebbe sempre consiglieri.

Ti rinfranchero io le spese, appena verro.

Per te io non ho tempo di prowedere di qui: spero Io facciano le sorelle almeno. Io compiro il mio dovere venendo. Saluti a Eugenio, a Emilio, a Zelinda.

Saluti a tutti i paesani. Un abbraccio a te

D. Giovanni

Ad Emilio Fonzi, suo nipote, insieme poeta e titolare dell'ufficio postale di Preta, allora centro di riferimento per tutto il paese, padre Minozzi indirizzava il 30.3.1933, il seguente

Manoscritto di P. Minozzi.

6

Page 9: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

biglietto rapido e sostanzioso, espressivo del suo amore al paesello natio, per il quale ha sempre operato.

Eccone il testo: «Caro Emilio, tutto approvato per I'acquedotto. A giorni I'appalto. Sollecito ora il commissario.

Bisogna camminare: i lavori entro aprile o i primissimi di maggio.

E assicurato anche il ponte di Trione. Contenti? Viva Preta! Ma che diventino buoni tutti, per carita! Saluti».

Minozzi

I due manoscritti si commentano da se. Bellissime le pie tradizioni della tamiglia dei Minozzi di far Natale con la carita ai poveri. Insieme ci fanno supporre a quanti poveri

prowedesse padre Minozzi oltre quelli dell'Opera, che gia non erano pochi. E uno studio interessantissimo da fare con molta attenzione. E chiaro che I'Opera non ha esaurito I'ansia di bene e di servizio ai poveri che bruciava I'anima del padre Fondatore.

Un ringraziamento vivo alia famiglia Fonzi per questo dono che ha fatto non solo ai Discepoli, ma all'intera Chiesa: la lucema accesa va messa sul candeliere, non pud, non deve restare sotto il moggio.

Evidenziamo allora le opere dei santi: parteciperemo cosi al bene che ne derivera per chi le conoscera e le sperimentera.

Ci auguriamo vivamente I'arrivo di qualche altro manoscritto.

M. Celiberti FdD

Pensieri Minozziani • La favola della compagine familiare adamantina nel Mezzogiomo non c'inganna: ci fa

piangere. Nacque essa prima probabilmente da quelle- strano sconvolgimento di pensiero che considero per tanto tempo la miseria ed il Cristianesimo una sola cosa:l a miseria, dico, piii desolata e piu sporca. In nome del Crista non si santificd il dolore, elevandolo a strumento di purificazione, a stimolo di nobilta morale, no: si disse tacitamente che era necessario giacere nell'abiezione per awicinarsi a Lui. Si calunnio il Cristianesimo per - confessata o no- speculazione politico-sociale, vilissimamente.

• Sgombriamo dalle tenebre I'aurora!

• Vogliamo elevare la povera massa umana abbandonata cui il cuore che sanguina ci lega. A vol aiutarci! Abbiamo bisogno di braccia e di danaro. Braccia...Suore pie e laboriose ne abbiamo trovate e ne troveremo quasi certamente, suore cui va il nostro reverente saluto, pieno di ricono-scenza e di fede; ma sacerdoti pochi pochi pochi. Non brilla di carriere il Mezzogiomo!

• II poco e molto a chi non ha che pocoi

• Chi educa deve comprendere e deve amare, deve saper amare, come deve credere: se no, non pud educare. Ingegno e cuore sono un cosa: vita che produce vita. Nessuna influenza sugge-stiva, nessun valore educativo ha chi non sente religiosamente I'animo vibrare. II calcolatore, il ragionatore astratto e melenso non arriva al cuore e non crea; non pud e non sa creare nulla. L'educazione e creazione: sono anime che incontrandosi generano nell'amore. E una mutualita amorosa!

Padre Giovanni Minozzi 1923

7

Page 10: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

AJla Scuola di Padre Minozzi

ALLENARSI AL BENE

«Anche net bene c'e un allenamento, figliuoli, come in ogni conquista umana. E operando il bene che ci si allena a piu ampio bene.

Allenatevi ardimentosi a fare il bene, a diventar operator! di bene sempre piu fervidi nel nome Santo di Dio!».

E da pensare che, allora, riducessimo I'allenamento solo ad alcuni atti ritenuti esdusivi, e che il compito principale fosse assorbito dallo sport. Chi lo praticava

doveva allenarsi, perche altrimenti i muscoli sarebbero risultati torpidi e, per alcuni sport, in particolare il calcio, che era lo sport per eccellenza, sarebbero stati inefficaci, perche non praticati a sufficienza, alcuni accorgimenti, necessari per muovere con raziocinio tutta la squadra.

Ma, tolto lo sport, appariva piuttosto difficile pensare ad altre forme di allenamento.

D'altra parte, nello sport questo era immediatamente comprensibile, perche, anzitutto, era molto forte e desiderato il fine da raggiungere, cioe la vittoria sugli altri, in secondo luogo si capiva che per arrivare bisognava esserne capaci, essere per lo meno piu capaci degli altri, e per essere tali occorreva ripetere le azioni mille volte, fino alia saturazione.

Ma tolta I'ansia del fine, come giustificare lo sforzo? Quindi l'allenamento, che di per se richiedeva sforzo, rinuncia. attenzione, volonta, sacrificio, era proporzionato al fine che era II, palpabile, a portata di mano, concrete

Per il resto la catena, cosi evidente nel calcio, era insussistente. Significava sforzo, rinuncia. sacrificio, e il resto, per niente, o almeno per niente a portata di mane. Tant'e vero che, mentre per lo sport preferito ci si sottoponeva volentieri a qualsiasi fatica, per le altre cose, che in genere vanno sotto I'etichetta di «doven», si era per lo piu recalcitranti. II vice e I'assistente ne sapevano qualcosa.

II Padre, owiamente, si preoccupava soprattutto di questo risvolto dell'allenamento, proprio quello da noi

8

Page 11: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

meno considerato, I'allenamento al bene. Si badi, non a questo o a quel modo di bene, che so, alio studio, al comportamento in chiesa, all'aiuto scambievole, alia gentilezza, no, allenamento «a fare il bene» dovunque s'appalesi la sua richiesta, che la coscienza, vigile antenna, capta sicura.

Non e I'abilita in un campo, come per lo sport e per il lavoro, ma e I'abito costante per una forma di attivita (fare il bene) che abbraccia tutto I'operare, qualunque ne sia I'oggetto.

II Padre si preoccupava di preparaci a questa uiversale vocazione umana e cristiana, percio il suo invito a porre immediatamente mano al «fare» il bene fin dall'infanzia e dall'adolescenza.

Infine, perche fare il bene non fosse lasciato al facile giudizio individualistico («e bene cio che io ritengo un bene»), rammentava il sicuro aggancio che ne garantisse la consistenza: «diventare operatori di bene nel nome di Dio».

Ricca lezione che continua ancora. Quanta «bene» e stato strombazzato con le piu assordanti sicurezze, ma con I'andare del tempo, cessato il clamore, ha messo a nudo la poca consistenza e spesso I'inganno che lo sosteneva! Nel turbinio dei mille risvoiti di falsi beni e emersa discreta e sincera la voce che ci aveva seguiti negli anni della formazione: A fare del bene non si sbaglia mai, e profondamente vero I'invito paterno a prepararsi fin da piccoli a volere il bene, ad amarlo, a praticarlo.

Non si puo dire che tutto I'infinito mondo del dovere attuale sia il risultato deirallenamento di allora, ma un fatto e certo, che la dove c'e stato e dove I'esercizio si e protratto nel tempo e, operando il bene «ci si e allenati a piu ampio bene», si sa sorridere perfino agli acciacchi.

Per giunta col pallone non posso giocare piu.

Luigi Galaffu

9

Page 12: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

Pensiero mariano

IL MESE DI MAGGIO E MARIA E compito dei responsabili delle comunita locali re-

staurare sapientemente pratiche ed esercizi di venerazione verso la beata Vergine IEA 40). Cosi Paolo VI, mentre ricorre il bel mese di maggio che la nostra devozione filiale consacra da sempre a Maria. La quale attira sempre la nostra attenzione, cosi come attirava I'attenzione e la venerazione dei primi cristiani, essendo colei che ha generato il nostra Dio e Salvatore.

"Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte degli Ulivi, che e vicino a Gerusalemme quanta il cammino permesso in un sabato. Entrati in citta salirono al piano superiore dove abitavano. Tutti erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesu, e con i suoi fratelli (At 1. 12)".

Eccola, dunque, Maria polo d attrazione, fin dai primi passi della Chiesa nascente, per tutti noi che vogiiamo seguire le orme del suo divin Figlio. E a ragione!

Chi infatti piu di lei ha attirato lo sguardo di Dio facen-dolo scendere dai Cieli per divenire uno di noi ed essere il Dio con noi? Ecco perche Elisabetta, all'udire la voce di Maria, dietro la mozione dello Spirito Santo, non esita a proclamarla: "Madre del mio Signore" (Lc 1 43).

E noi con Elisabetta, sull'esempio dei primi cristiani.

IJJWtt*. Santuario Montepetroso (CB).

in questo mese di maggio, ci raccogliamo in umile e fiduciosa preghiera intorno alia Madre del Cielo.

II Vaticano II, al riguardo, non solo invita "tutti i fedeli a effondere insistenti preghiere alia madre di Dio e madre degli uomini ILG 69), ma anche ad aver "in grande stima le pratiche e gli esercizi di pieta verso la beata Vergine, raccomandati lungo i secoli dal Magistero della Chiesa" (LG 67).

E vera che la pia pratica del mese di maggio, come devozione pubblica e relativamente recente, pero e an-ch'essa ormai secolare e profondamente radicata nella pieta popolare.

Come devozione privata invece risale al tardo medio-evo e all'inizio dell'evo moderno.

II primo che ha collegato il mese di maggio al culto di Maria e stato Alfonso X di Castiglia, re e poeta, uomo pio e cultore di una ingenua devozione alia Vergine, vissuto dal 1221 al 1284.

Nelle "Cantiche alia Vergine", dove si rivela uno dei piu sinceri e fervidi cantori di Maria, risuona I'invito a dedicare il mese di "maggio" al culto della Vergine, come argine all'insorgere e al dilagare dei costumi e comporta-menti pagani. II mese di maggio, egli scrive, ci richiama al culto di Maria per la sua stessa natura di mese nel quale risorge la vita".

Alcuni pensano che il vera istitutore di questa devo­zione sia stato san Filippo Neri. venuto al mondo in un quartiere popolare d'Oltrarno nel 1515.

Ma come devozione pubblica e popolare si diffonde solo nel corso di questi ultimi secoli.

Incominciando da Pio VII, che la ha solennemente approvata, parecchi se non tutti i pontefici dedicano al mese di maggio discorsi ed encicliche, nei quali lo racco-mandano caldamente alia pieta del popolo cristiano. Al quale non pud non riuscire sempre gradita e consolante questa pia pratica del mese di maggio, cosi onorifica per la Vergine e cosi ricca di frutti spirituali per ognuno di noi, giacche Maria e pur sempre strada che conduce a Crista.

Ogni incontro con lei, infatti, non pud non risolversi in un incontro con Cristo stesso. E che altro significa il conti-nuo ricorso a Maria, se non un cercare fra le sue braccia, in lei e per lei e con lei. Cristo salvatore nostra, al quale gli uomini, negli smarrimenti e nei pericoli di quaggiu, hanno il dovere e sentono senza tregua il bisogno di rivolgersi come a porta di salvezza e fonte trascendente di Vita? (PAOLO VI Enciclica Mense Maio).

0. Michele Perriello

10

Page 13: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

1 w iffiij a_

Religione, arte, cultura e vita

IL DIO DENARO, OGGI, OWERO MASTRO DON GESUALDO

E vergognoso concentrare la mente, oggi, al dio-denaro o alia "roba" e dimenticare il Dio prowidenziale, creatore del mondo. La roba, infatti, oggi e un motivo vitale, ma non piu che un motivo... La roba, nella sua materiale accezione del denaro e della casa con i suoi prodotti, e I'interesse vitale di questo mondo; ma da essa, per il suo acquisto e per la sua tutela, si genera tutta una rete fitta e complessa di rapporti sociali, tutta un'etica, come saremo tentati di dire, se, nel suo esclusivo e categorico porsi, essa non mortificasse o peggio non escludesse alti e sacri valori umani. L'interesse economico non attende solo a governare il corso delle entrate e delle uscite, ma tende fatalmente ad evadere dai propri confini, e investire di se tutta la vita, e regolare le

vicende degli uomini. Si spiegano cosi agevolmente le guerre e le alleanze, i patti e i tradimenti, le contrastanti e contraddittorie azioni, I'eterno gesticolare altrimenti incomprensibili — di molti

11

Page 14: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

personaggi di questo mondo... II mondo della roba non riconosce altra realta fuori di se, aspira a porsi esso solo come tutta, anzi come Tunica realta. Esilia, dunque, dalla vita chi non ne riconosce le leggi, non indietreggia dinanzi alle estreme misure (assassinii, latrocini e sequestri), tende a piegare ai suoi fini i movimenti politici, ad abbassare a strumento economico la stessa religione.

Ma la sua vita si risolve fatalmente in un meccanismo monotono, al quale corrisponde nelle relazioni sociali un formalismo quasi rituale, quale si puo osservare, oltre che in molti episodi odierni, negli innumerevoli particolari del ricevimento in casa di onorevoli e boss mafiosi, segnatamente nell'entrata solenne delle case alto-locate, o nella distribuzione e nel consumo dei sorbetti... Ma il mondo della roba, escludendo da se e negando cio che nelTuomo vi e di piu nobile ed alto, si risolve necessariamente in una fredda astrazione, incapace nelTarte a generare caratteri umani, ma solo meccanici fantocci come sono tutti i personaggi puramente economici di questo mondo. Perche possa generare prowidenzialita, e necessario che la roba sia sentita non nella sua arida e materiale accezione, ma come simbolo della grandezza e della potenza della cosa divina; bisogna che da motivo economico si tramuti in motivo etico...

Nelle scorse articolazioni di questo motivo non si esaurisce, pero, ne si risolve la complessa orditura della vita di oggi. Vive, accanto a questo, un mondo diverso e ben piu feoondo di prowidenziale carita, il mondo dei sentimenti buoni e disinteressati, dei nobili affetti. Respirano quest'aria le figure piu nobili, quelle che hanno come comune esigenza la fedelta a un ordine superiore piu o meno oscuramente intuito: Maria Teresa di Calcutta.

Ma non bisogna dimenticare coloro che, per un certo periodo si allontanano dal Padre quando vedono in lui un traditore delle leggi domestiche, I'intangibile tesoro trasmesso dai padri, e neanche moribondi non si riconciliano con lui. E vi sono anche gli umili, come Nardo, il manovale, che s'era rotto una gamba alia rovina del ponte; e alia partenza desolata di Gesualdo per Palermo, vuole accompagnare il padrone sino alle ultime case del paese, ed e il solo, con Diodato, a salutarlo per Tultima volta...

Sempre la prowidenzialita piii suggestiva, quella fatta di sommesso e dolente partecipazione, sgorga quando le creature umane patiscono violenza e mortificazione dalla cieca tirannide della roba. Come e nello spasimo di ognuno di noi, che apriamo una parentesi di dolore tra Tinteressato pettegolezzo di casa Sgangi, e al quale anche dal paesaggio notturno viene uno struggimento, un'amarezza sconfinata, con quelTimprowiso crearsi di un'atmosfera leopardiana...

Ma occorre anche dire che in questo mondo si respira un'aria rarefatta e come viziata. Difatti, quell'ideale ordine superiore a cui le creature umane e piii dolenti hanno giurato fede, non si manifesta in verita nel mondo, ne come presenza prowidenziale e divina, ne come austera e augusta legge morale.

Quindi, e che queste creature hanno tutte quel loro aspetto di vittime, di vittime di un Dio ignoto e forse irreale, certo non meno tirannico, astratto e assurdo della divinita della roba.

E necessario, percio, nutrirsi di vita spirituale e dare meno peso alia roba per comunicare con Colui che ci ha create

La roba e il danno di coloro che hanno perduto il "ben delTintelletto".

Bruno Manserra

12

Page 15: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

...A LEI CHE ERA NEI MIEI PENSIERI

La strada di montagna scorreva come le anse di un fiume davanti al vetro del cruscotto.

Tra il fogliame rugginoso di alberi ancora secchi, decisi di recitare il Rosario.

Iniziai tra la vegetazione ancora in sonno per la primavera tardiva, e le spruzzate a tratti di pioggia contro il tergicristallo mi rendevano inquieta; di II a poco tutto sarebbe esploso nella natura e forse anch'io.

Mi sentivo pressata da strati di cose che dovevo risolvere in fretta; con un po' di ansia cercai di mettere in ordine o quantomeno di programmare gli impegni; ma il tempo mi batteva sempre sugli orari.

I sospiri tirati di tanto in tanto e lo scuotere la testa m'affannavano di piu.

Mi accorsi subito di essermi distratta, percio tornai piu attenta alle "Ave Maria".

Dopo poco, pero, quel groviglio di sensazioni ancora accavallate mi riaffosso di nuovo.

Ormai era un'altalena tra il tentativo di rompere la cortina di collegamento con il cielo e il tiro di coda che mi riportava a terra.

Ricominciavo e la preghiera s'intrecciava essa stessa con gli assillanti problemi.

Rassegnata chiesi scusa alia Madonna, perche mi riusciva difficile concentrarmi cosi confusa com'ero.

Provai anche a voce alta trascinandomi fino al "Gloria" con I'ultimo filino di volonta.

Poi capii, d'un tratto. Che sciocca a credere che gli sforzi lanciati come segnali di comunicazione non avessero gia un posto nel cuore della Vergine; che peregrina compagna di viaggio, come sempre raccoglieva tutte le mie vicissitudini per sostenermi.

Le erano valsi, piu che una monotona e

grigia invocazione, quegli incerti S.O.S. ed un povero piccolo pensiero a lei che gia era nei miei pensieri.

Immaginai anche quanto piii avrei potuto ricevere in consigli e calore se libera e snebbiata di tutto mi fossi arrendevolmente consegnata alia sua dolcezza, ispirandomi, con quei misteri, alia sua tanto generosa vita di madre.

Cosi, tra il cambio e I'acceleratore, rassicurata per le strade che correvamo insieme, con sollievo mi fu finalmente spontaneo, in uno slancio di amore, chiamarla e ringraziarla ripetutamente con un nuovo devoto e stavolta vibrante Ave Maria!

Rita D'Annunzio Lombard!

Banneux N.D.

13

Page 16: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

MONTEROSSO AL MARE NELLA VITA E NELL'OPERA DI EUGENIO MONTALE

Ricorre quest'anno il centenario della nascita di Eugenio Montale, Premio Nobel 1975 per la letteratura, preceduto nel '59 da S. Quasimodo nell'ambitissimo riconoscimento e, con G. Ungaretti, tra i poeti maggiori del nostra Novecento.

Nato a Genova il 12 ottobre 1896, frequento I'lstituto tecnico, diplomandosi ragioniere (affine anche in cio a Quasimodo, che fu semplice geometra, ma per conto suo studioso di letterature classiche, tanto da tradurre i Lirici greci e dal latino i Carmi di Catullo), ma praticando fin dai giovani anni I'attivita giomalistica che lo portera, quale redattore letterario, al "Corriere della Sera", dove restera fino al pensionamento. Milano sara, quindi, la sua dimora definitiva ed ivi morira il 12 settembre1981.

Ma come entra Monterosso al Mare nella sua vita e nella sua poesia? E perche concentriamo I'attenzione su uno dei gioielli delle Cinque Terre, dove il futuro poeta

passo i periodi estivi in tutta la sua infanzia e giovinezza nella villa di famiglia? Monterosso importa anche a noi dell'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'ltalia, perche una delle prime case che avrebbero dovuto accogliere gli orfani di guerra sorse proprio qui, nella terra di P. Semeria, anch'egli ligure, di Coldirodi, fondatore, con P.G. Minozzi, abruzzese, di Preta, frazione di Amatrice, della benemerita Opera. Un'oasi beata quella di Monterosso, che oggi accoglie anche chi voglia trascorrere in tutta tranquillita la sua terza eta. Fu sicuramente la spiaggia di Monterosso a suggerire a Montale il titolo della sua prima silloge poetica «Ossi di seppia», edita nel 1925, tutta ispirata dal paesaggio ligure e dove confluiscono anche liriche precedenti, come la famosa «Meriggiare pallido e assorto», che riassume gia la poetica montaliana, insistente su un'ontologia negativa della vita, vista come «una muraglia / che ha in cima cocci aguzzi di bottJglia», ossia ostacoli insormontabili.

Ma tutta la raccolta ha come motivo di fondo questa visione dell'esistenza, a cominciare da "I limoni", assunti a simboli della sua poesia, che e diversa e contrastante con quella dei poeti "laureati" (Carducci e D'Annunzio) che "si muovono soltanto fra le piante/dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti". II che significa

14

Page 17: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

che il poeta ama le cose semplici, quelle che piu aderiscono alia generality degli uomini.

Tra le poesie piu belle degli Ossi abbiamo la serie di "Mediterraneo", oltre quelle contraddistinte dall'indice tematico del titolo e dal sottotitolo "Movimenti", tra le quali, oltre "I Limoni", "Corno inglese" e "Falsetto", quesfultima ispirata da Esterina (per la precisione Esterina Rossi, esperta nuotatrice che in compagnia di Montale e di alcune amiche si spingeva fino a Quarto, richiamando per le sue doti I'attenzione del futuro poeta, che ne esaltera la bravura in questa bellissima lirica: «l'acqua e la forza che ti tempra, nell'acqua ti ritrovi e ti rinnovi » e ancora: «il tuo profilo s'incide contro uno sfondo di perla», con la conclusione: «ti guardiamo noi, della razza di chi rimane a terra».

Nella seconda raccolta, Le occasion'!, del 1939, il tono si fa piu affabulante, con nuovi referenti femminili, in particolare Clizia e Dora Markus, che, con la nominata de "La casa dei doganieri", ispira a Montale una delle sue poesie piu belle, accanto a "Notizie dell'Amiata" e a "Punta del Mesco", che trae il titolo dall'insenatura di Monterosso.

Nella "Bufera e altro", del '56, troviamo liriche altrettanto notevoli e ormai fumose, quali "Gli orecchini", "A mia madre", evocazione commossa della madre morta, "Due nel crepuscolo", "Voce, giunta con le folaghe", dedicata al padre, alia cui ombra, sempre presente dice: «Ho pensato per te, ho ricordato per tutti. Ora rimani al cielo libera che ti tramuta». E infine va ricordata

"L'anguilla", che per il poeta e tutto: «torcia, frusta freccia d'amore in terra» metafora totalizzante della poetica montaliana. Nelle ultime opere, Satura del 71, Diario del 71 e del 72, Quademo di quattro anni, del 77, il tono diventa piu colloquiale, ironico e autoironico, mai satirico e violento. Negli Xenia, poche formano la prima parte di Satura, e dei quali e protagonista la moglie morta Drusilla Tanzi, che tutti chiamavano "Mosca", il linguaggio poetico acquista intimita tenera e delicata, come nel 5° dei primi 'Xenia', con quell'incipe rivolto alia consorte quasi cieca, sommesso e intenso: «Ho sceso, dandoti il bacio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei e il vuoto ad ogni gradino».

Un poeta, dunque, di nettissimo rilievo. E. Montale, non solo per le profonde innovazioni, sia di ordine tematico che stilistico e metrico ch'egli apporta, ma per I'aderenza alia realta della vita, alle vicissitudini dell'uomo nel mare spesso tempestoso dell'esistenza, un poeta "scabro ed essenziale", come avrebbe voluto essere ed e stato, un protagonista della poesia contemporanea, e non soltanto italiana.

Ermanno Circeo

15

Page 18: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

San Filippo Neri E risaputo che Roma e citta santa, resa tale

dal sangue dei pnncipi degli apostoli e da una schiera eletta di numerosissimi martiri. Roma e citta santificata dalle testimonianze di fede of-ferte dai visitatori e pellegrini di ogni parte del mondo, che qui giungono per pregare sui luo-ghi che videro I'annuncio e I'opera degli apostoli e degli evangelizzatori.

E proprio Roma ad affascinare, attraverso la visita delle basiliche e della catacombe, Filip­po Neri, che nella citta etema definisce la sua vocazione e di vita alle geniali sue creazioni di

fede, di cultura e di carita. Egli era nato a Firen-ze da ricca famiglia nel 1515: ha un carattere mite, cosi da essere chiamato Pippo il buono.

Per poter farsi sacerdote rinunzia all'eredita dello zio e parte per Roma, dove viene accolto come suo concittadino. Terminati gli studi ed ordinato a 36 anni sacerdote, si da con tutte le forze alia propria santificazione, dando poco dopo vita airOratorio, una congregazione reli-giosa di sacerdoti impegnati in particolar modo nell'educazione dei giovani.

Ama molto i poveri ed e a continuo contatto col popolo; visita gli ammalati nelle case e negli ospedali e li serve di giomo e di notte. Per soccorrere i bisognosi non esita a mendicare per le strade.

Predilige pero i giovani e la sua stanza di-vento il loro ritrovo piu gradito; la sua parola e ricca di facezie e comunica I'allegria santa che gli trabocca dal cuore. A chi si lamenta del chiasso che fanno risponde: "Purche non fac-ciano del male, mi accontenterei che mi spaccassero la legna in testa".

Nella celebrazione eucaristica spesso viene rapito in estasi e circonfuso di luce celestiale; al confessionale passa intere giomate ed e tanta la sua abilita che non va via nessun peccatore senza che si rimetta sulla retta strada.

Muore il 26 maggio 1595, all'eta di 80 anni. I medici gli trovano due costole adiacenti al cuore inarcate a causa dei violenti battiti di amor di Dio. In pieno clima di riforma e contrortforma il Santo si esprime con una frase molto efficace: "E possibile restaurare le uma-ne istituzioni con la santita, non restaurare la santita con le istituzioni".

D. Fernando Di Stasio

16

Page 19: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

DaJle case nostre

Da Gioia del Colle

UN DESIDERIO Dl PASQUA

E stato il titolo del recital che i giova-ni della parrocchia del Sacro Cuore hanno rappresentato per la Pasqua a Gioia del Colle prima e a Policoro, nel nostra Centra Giovanile "P. Minozzi", poi. Un rivivere in forme visive e con linguaggio giovanile i momenti, i senti-menti e gli annunci piu significativi della vita di Gesu dal Discorso della monta-gna alia domenica delle Palme e della Resurrezione. II tutto in un crescendo di ammirazione e di commozione, in uno scenario coreografico suggestivo di canti commoventi ed annunzianti e rappre-sentazioni e messaggi evangelici toccanti che hanno creato il giusto clima per preparar-si all'imminente Pasqua.

Angelo Fasano, Maria Isdraele, Carmela

Fusaro, Rosanna Curione, Natale Mellau e Nicola Favale, Giovanni Santoiemma, Saverio Capozzi e Anna Gallo impegnati nei canti, nella narrazione, costumi, luci, scenografie e coordinazione sono stati unici

ed insuperabili. Ottima I'interpretazione di Crista da parte di Berto Fagiolino. Tutti gli altri, attori cantori e collaboratori vari, sono stati meravigliosi nel loro generoso impegno, e tutti meritano applausi scro-scianti. Ma ancor piu perche tutti hanno avuto come preoccupazione fondamen-tale non quella di esibirsi e cimentarsi nell'arte drammatica, ma di portare avanti in tal modo quell'impegno di evangelizzazione che tanto necessita oggi nel popolo cristiano.

Quidam

17

Page 20: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

Da Policoro

DISSERO IL LORO SI E RAFFAELLA DELLI VENERI ED ERMANNO AFFUSO

Di Policoro, tra i "fondatori" del gruppo gio-vanile, furono sposi per sempre. E si potrebbe concludere la cosa cosi, magari con I'aggiunta dei «tanti auguri». Ci sono stati pero nella cele-brazione elementi particolari che I'hanno reso significativa e non comune. La santa Messa, presieduta dal padre Generate dei Discepoli, d. Michele Celiberti, sostenuta dalla corale del gruppo del Rinnovamento dello Spirito, di cui Leila e pietra angolare, animata liturgicamente da Alessandra Vicino, teologa, e confortata dal­la presenza (discreta) dell'Ordinario del luogo, mons. Rocco Talucci, e stato il momento cen-trale e piu esaltante del matrimonio. Spesso tanti matrimoni, che danno I'idea di burocrazia religiosa, in chiesa sembrano celebrazioni fu-nebri ed estremamente frettolosi, proiettati come sono i partecipanti alia vera testa da ce-lebrare al ristorante, tra battute ambigue, cosi come provenienti da menti un po' annebbiate dai fumi di Bacco. Ci sono, purtroppo, celebra­zioni in cui molti uomini non entrano neppure in chiesa, aspettano fuori a farsi la sigaretta in attesa che il prete si spied. Per molti la chiesa e luogo obbligato per I'atto matrimoniale e occa-sione per belle foto-ricordo. E piu niente.

I partecipanti fanno a gara a chi sta piu con le labbra in-lucchettate. Rarissime risposte al dialogo liturgico. Una marcia nuziale di sapore profano, qualche cantante in esibizione, qual-che sviolinata.

II bello verra dopo. La stessa gente, com-pressa in chiesa, esplode bersagliando la sposa a colpi di «risate», confetti e monetine davanti al santuario, per completare, dando la stura poi ad ogni altra chiassosa manifestazio-ne, in ristorante. Nulla di male fin qui!

E un rilievo rispettoso delle liberta altrui: ma cio che si rispetta, non per questo si accetta e

si ammira. Tra rispetto ed condiviso apprezza-mento e'e talora un abisso di separazione.

Questo matrimomo ha voluto essere sem-plicemente una ricerca di gloria per Dio, di annuncio per gli uomini, di soddisfazione per tuffi i partecipanti.

Le parole del celebrante appropriate e ed esortanti a rispondere alle «sfide» delle modeme depauperanti e distruffive visioni sulla famiglia, con raffermazione del primato di Dio, fonte e rigeneratore di amore, con una vita filtrata dalle virtu della castita, poverta ed ubbidienza, in un vincolo indissoluble quale "nodo che piu si tira e piu si stringe". I canti meravigliosi, non tanto per tecnica musicale o qualita di esecuzione, quanto per I'affetto di che sono intrisi, per la preghiera di che sono sostanziati, per il messaggio annunziante e la perfetta sintonia con I'intera litur-gia, che rendono satura di clima gioioso e spirituale. La processione offertoriale con pane azzimo e vino locale, cesto di vivande per i pove-ri, mazzo di fiori, accensione di candela dal cero pasquale da parte degli sposi. Lo scambio delle promesse e degli anelli con gli sposi rivolti all'as-semblea, rimmediato saluto del vescovo e poi, in fine I'invocazione auo Spirito Santo sugli sposi, la lettura del messaggio del vescovo, gli auguri del sommo Pontefice, la preghiera toccante della nuova famiglia ed il messaggio augurale di un fratello a nome della intera comunita sono stati momenti di gioia profonda, in cui si awertiva chia-ra la presenza gioiosa del Padre celeste esaltato dalla stupenda esecuzione di un progetto prepa-rato per loro fin dalla fondazione del mondo.

Una bella festa, la vera festa della giomata! L'assemblea si e sciolta portando in se

un'impronta incancellabile ed il desiderio di po-ter assistere a tanti altri matrimoni belli come questo di Leila ed Ermanno. Auguri!

Un invitato

18

Page 21: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

Da Amatrice

NOVELLI SPOSI

Nel santuario della Madonna di Capodacqua, in Cittareale (Ri), hanno coronato il loro sogno d'amore con il sacramento del matrimonio

BONFANTE CONCETTA E

GREGORI ANGELO

Angelo, nativo del posto insegna nella scuola alberghiera di Amatrice; lei, Concetta, di origine siciliana, collabora nelle nostre istituzioni di carita da oltre dieci anni, a favore dei

«picciotti» prima a San Martino delle Scale e degli anziani poi in Amatrice.

Insieme ai numerosi amici e parenti sono intervenuti a portare la solidarieta dell'Opera D. Antonio Giura, D. Francesco Di Corleto e D. Antonio Carozza con i quali Concetta ha sem-pre collaborate) nel servizio dei bisognosi.

Dalle colonne del nostra bollettino a Concetta ed Angelo esprimiamo i nostri piu sentiti auguri perche con I'implorata benedizio-ne divina possano realizzare, all'intemo di una solida famiglia cristiana, quella piena comunio-ne di vita e quei progetti di bene da lungotempo sognati ed accarezzati.

D.F.

Sul piazzale esterno del Santuario, dopo la cerimonia.

19

Page 22: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

Francavilla al Mare - Casa di Riposo "Madonna della Pace"

NUOVAVIACRUCIS DELLA PITTRICE SILVIA DI NARDO

Non e un'impresa di poco conto quella di intraprendere la raffigurazione della Via Crucis, se si tiene presente di come sia ardua la creati­vity nella Arte Sacra, inserita nel contesto alquanto confuso deH'arte contemporanea. Acclarata ormai I'incapacita da parte di pittori, siano essi astratti o figurativi o di qualsiasi altra corrente, di esprimere una profonda spiritualita e non tenendo in considerazione i "copisti" in quanta non creativi e incapaci di rappresentare proprie emozioni e stati d'animo, diventa vera-mente difficile far rappresentare un volto di Crista, una Madonna o una Crocifissione. Per fortuna esiste ancora qualche artista in grado di affrontare il difficilissimo tema deH'Arte Sacra senza cadere nel dilettantismo e neH'imitazio-ne. E il caso di Silvia Di Nardo, una giovane diplomatasi presso I'Accademia di Belle Arti di L'Aquila e gia distintasi con numerose mostre, dove ha ottenuto vari premi e il giudizio positivo

Silvia Di Nardo - Gesu deposto nel Sepolcro.

di valenti critici che vedono in lei una pittrice di talento e di sicuro avvenire. Don Bartolo D'Achille, stimatissimo sacerdote della Famiglia dei Discepoli, direttore della Casa di Riposo in titolo, ha invitato la pittrice a rappresentare le 15 stazioni della Via Crucis secondo i nuovi detta-mi della Chiesa, da realizzarsi su lastre di cristallo.

L'artista si poneva subito all'opera e dopo un periodo intenso di studi e ricerche, creava le 15 opere. Le pitture, inaugurate e benedette con una solenne funzione religiosa Venerdi Santo, 5 aprile 1996 dal Superiore Generate della Famiglia dei Discepoli Don Michele Celiberti, adomano e arricchiscono la chiesa della Casa di Riposo. Le immagini sono chiare, di grande potenza espressiva e narrativa, i co­lon sono stati plasmati con raffinata forza interiore, con estrema dolcezza e leggerezza. L'artista ha dimostrato di saper usare alia perfe-zione sia i pennelli che il cuore. Ogni opera e capace di comunicare una forte emozione con il suo messaggio di bellezza spirituale, con uno stile figurativo che trova nelle masse cromatiche e nei contrasti un linguaggio origi­nate, quanta mai espressivo e denso di sensazioni e stati d'animo. Un'opera degna della Famiglia dei Discepoli, molto sensibili ver­so I'arte figurativa, cosi come lo fu il loro grande Padre Fondatore: Don Giovanni Minozzi.

Si pensi che la Casa di Riposo di Francavilla era stata da Lui concepita per acco-gliere gli artisti a riposo. Ora queste bellissime pitture, nuova creazione di Silvia Di Nardo, che fa di questa Arte una via di evangelizzazione, inducono alia preghiera, alia riflessione profon­da e alia partecipazione dei momenti dolorosi attraversati da nostra Signore fino alia Sua ra-diosa, solenne e sfolgorante Risurezione.

Sergio DI NARDO

20

Page 23: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

... DA ROGGIANO GRAVINA

La conduzione di un corso di Esercizi Spiri- Vergara e da don Vincenzo (parroco emerito). tuali per tutto il popolo di Dio mi offre U parrocchia e punto di convergenza e di irra-I'opportunita di conoscere piu da vicino questo diazione delle diverse realta locali. Intorno ad paese in cui I'Opera ha posto una delle sue essa gravitano uomini e donne di tutti i ceti e le tende. Apparentemente calma e tranquilla, eta. Colpisce in particolare una nutrita presen-Roggiano deve fare i conti, come altri centri del za di giovani attivi e corresponsabili che cosentino e della Calabria, con un reddito me- trovano nei sacerdoti accoglienza, ascolto e ri-dio pro capite molto basso si da collocarla al sposta alle loro attese. La vita liturgica e 39° posto tra i 50 Comuni piu poveri d'ltalia. A sintomatica della vitalita pastorale che promette fronte di questa situazione economica si riscon- e fa sperare buoni frutti. Ad maiora! tra un certo malessere sociale che inquieta la in tale contesto si situa e trova accoglienza collettivita con fenomeni isolati e circoscritti di e sostegno I'attivita della nostra Opera che, nel-malavita e delinquenza. la persona delle Suore del Sacro Costato,

Purtuttavia, ho potuto constatare con ammi- dirige una Casa di assistenza ed educazione razione una presenza cristiana viva ed per bambini poveri. operante. Faccio riferimento alia parrocchia di Attualmente essa e nido sicuro per 26 fan-S. Pietro apostolo presso cui sono stato ospite, ciulli che sprizzano dagli occhi tenerezza e accolto con tutti i riguardi. La comunita e guida- gioia di vivere. Ti colpisce in modo provocatorio ta dall'instancabile ed intraprendente Don |a presenza di Myrian, di appena due anni e Michele Coppa, coadiuvato da don Salvatore mezzo, non accolta dai genitori, che ha ritrova-

21

Page 24: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

to nell'affetto e nella sollecitudine delle Suore pace e voglia di crescere.

Le otto religiose non fanno mancare nulla a questi angioletti. La dinamica Suor Silveria ha trasformato la Casa in una piccola reggia acco-gliente e confortevole ove luce e serenita favoriscono la crescita armonica dei giovani ospiti. Apprezzamento e gratitudine a suor Pla-cida e alle altre consorelle che profondono tutta la loro forza di mente, di cuore e di santita.

Con le Suore e anche Emilia che ormai e un'istituzione e si e conquistata la stima e I'af-fetto dei ragazzi.

II Parroco non fa mancare alia comunita religiosa e giovanile la s. Messa quotidiana e

I'assistenza spirituale. Dal canto loro le religio­se, in parrocchia, animano la liturgia e testimoniano la carita. Si realizza cosi quella osmosi e quella sinergia tra parrocchia e vita consacrata che sola puo diventare incisiva e garantire quel rinnovamento dei cuori e della societa che il nostra Mezzogiomo reclama a piena voce e che I'Opera da sempre ha cerca-to di attivare.

Tutto bello... anche se il pensiero corre avanti nel tempo e si chiede... "che ne sara di questi fanciulli quando usciranno da questi am-bienti cosl sani e protetti?".

don Cesare Faiazza

MAMMA

L'amore della mamma

chi mai puo misurar?

E grande piu del mondo,

immenso piu del mar.

II cuore della mamma

lenisce ogni dolor,

le pene sa mutare

in petali di fior.

II nome della mamma

e dolce piu che miel,

le sillabe piu belle

cadute a noi dal del.

Se un giorno la sua strada

il figlio scegliera,

c'e I'occhio della mamma

che ognor lo seguira. Fernando Di Stasio

22

Page 25: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

Da Rocca di Mezzo

IL SACERDOTE STIMATO, NON INVIDIATO

Nella mia esistenza, come anche nella tua e in quella di ogni uomo, noi siamo in ricerca di cio che veramente rende piena e significativa la vita. Nella misura in cui realizzi quest'anelito insopprimibile ed identificativo dell'essere, tu sei felice e comunichi la felicita. Tutto cio lo chiamiamo vocazione. E ognuno ha la sua. Vocazione e carisma, dono dello Spirito dato al singolo per il bene, la gioia di tutti. C e chi trova la sua realizzazione nel trasformare le cose, chi le persone, chi i cuori; chi neli'accogliere nella sua vita una persona che diventi il suo completamento.... Ma c'e anche chi ad un certo punto si accorge che nessun amore finito, di creatura, potra mai soddisfare la sua sete. E sceglie Cristo in cui trova pienezza di vita e di verita. Ecco il sacerdote.

Siamo abituati a considerare il sacerdote come I'uomo delle grandi rinunce, come uno piu da commiserare che da imitare. E invece non e cosi. Egli e una persona come noi, ma con un cuore piu grande di noi: un cuore reso capace da Dio di amare come quello di Cristo.

Piu di ogni altro e felice e realizzato perche ha trovato in Gesu la sorgente, che senza esaurirsi, puo dissetarlo.

II sacerdote e I'uomo che ha incontrato Gesu facendone il centra e I'orientamento del suo esistere, e vuol fare partecipi anche gli altri di questo tesoro inestimabile di fronte al quale tutto diventa spazzatura. Per questo Capitale egli investe tutto se stesso.

Come il buon Pastore va in cerca delle pecore smarrite per ricondurle all'ovile della pace e della vita che e la comunita di coloro che hanno incontrato Gesu credendo e

sperando in Lui. L'amore di Cristo e per Cristo lo spinge...senza soste e senza riserve. E piu guarda Gesu e piu si sente infiammato per la salvezza dei suoi fratelli.

Sacerdote: la vita dell'uomo trasformata in Gesu che e l'amore che si dona. Ed essendo l'amore eterno, anche il sacerdozio e etemo. Nel giomo della sua ordinazione il sacerdote viene costituito tale in perpetuo: la vita di quaggiu non gli sara piu sufficiente per esaurire lo slancio missionario che urge nel cuore. E per questo che egli non va mai in pensione. Finche le forze glielo consentiranno, egli

50'

23

Page 26: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

1 —

1 Don Virginio neo-sacerdote con P. Minozzi il 7 aprile 1946.

sara sulla breccia. Quando poi queste declineranno, aH'apostolato dell'azione egli sostituira (anche se sempre sono stati presenti) quello della preghiera e della sofferenza, presupposti ineludibili di ogni fecondita apostolica.

Queste le considerazioni che sono scaturite nella celebrazione giubilare del 50c

di don Virginio di Marco, compiuto il 6 aprile e festeggiato solennemente a Calascio prima e a Rocca di Mezzo poi. Quivi si e data particolare significativita alia ricorrenza. Alia santa messa, resa ancor piu solenne dal coro polifonico diretto da don Vincenzo Catalfo, ha partecipato il padre Superiore che ha rivolto al festeggiato e ai presenti una stimolante omelia, di cui sopra qualche eco. Presenti i Discepoli delle comunita abruzzesi e discreta la partecipazione dei parenti e parrocchiani. Guidava la rappresentanza degli ex Alunni Michele Leone, presidente dell'Associazione.

Motivo di commozione: la presenza dell'ex Giuseppe Perrone, testimone, con

don Bartolo D'Achille, della prima messa celebrata in Amatrice nel 1946.

A rendere altresi piu significativa la celebrazione ha contribuito la consegna ufficiale delle Costituzioni della Famiglia dei Discepoli al giovane novizio brasiliano, Claudio Domingos Fernandes, che ne iniziera proprio in questo mese lo studio accurate II giovane ha comunicato all'assemblea uno spaccato della sua storia vocazionale ricca di molteplici awenture ed esperienze giovanili.

Cinquant'anni! Una tappa apprezzabile ed invidiabile, ma non certo un tramonto o un epilogo. Semplicemente una scadenza per offrire a Dio con gratitudine il mmistero vissuto in fedelta e generosita. Un'occasione per ripensare le motivazioni del dono ricevuto ed offerto, anche se venato di umana fragilita. Un trampolmo per vivere una nuova stagione di consacrazione a Dio e ai fratelli con tutto I'entusiasmo deH'animo, sempre. Auguri, caro Don Virginio!

Cesare Faiazza FdD

24

Page 27: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

CINQUANTENARIO DI FESTA

Domenica 7 aprile 1996, giorno di Pasqua, Calascio ha vissuto una giomata doppiamente festi-va. Alia celebrazione pasquale, solenne per suo conto, si e aggiunta quella del 50° di Sacerdozio di Don Virginio Di Marco, calascino doc, e Padre Di-scepolo.

A questo punto mi verrebbe spontaneo trattare un tema certamente importante: L'importanza di Calascio nella storia dell'Opera Nazionale per il Mezzogiomo d'ltalia e della Famiglia Religiosa dei Discepoli. Ma per questa volta ci rinuncio e rimando ad un momento piu opportuno.

Dicevo sopra... giomata memorabile per il pic­colo paese di Calascio... giomata bellissima e piena di suggestione. Don Virginio per sua scelta ha volu-to fare le cose "in famiglia" senza grandi frastuoni, senza rumori ed enfasi particolari. La sua richiesta e stata di celebrare, come 50 anni prima, nella Chiesa Madre di Calascio.

II rito religioso, a cui ha partecipato una folia commossa (non e'erano piu posti a sedere), e stato concelebrato con Don Tommaso Molinaro e Don Antonio Di Mascio, e stato suggestivo perche si awertiva I'intensa partecipazione del celebrante e se ne coglieva la grande emozione.

Nessuna parola inutile e stata pronunciata. Don

Giovanni, parroco di Calascio da oltre 50 anni, ha ricordato la giomata di 50 anni prima ed ha messo in evidenza I'apostolato fatto da Don Virginio duran­te tutti questi anni di apostolato. Don Tommaso ha parlato a nome della Famiglia religiosa dei Discepoli ed ha ringraziato, innanzitutto il buon Dio, del dono grande avuto. Don Virginio ha concluso con una benedizione partecipata ed impartita sui gradini del-I'abside come a voler abbracciare tutti i partecipanti al sacro rito ed anche quelli idealmente a lui uniti, anche quelli che furono.

Dopo la S. Messa, nel palazzo Taranta messo a disposizione daH'Amministrazione comunale, e stato presentato il libro scritto da Don Virginio ed intitolato: ALLORA... quadretti di vita vissuta, di vita calascina s'intende da parte di un giovinetto tanti e tanti anni fa. In questa occasione non vi parlero del libro, ma ci tengo a precisare che tutti hanno ascol-tato la presentazione e che poi si sono stretti attorno a Don Virginio per ringraziarlo sia per la bella giomata sia per tutto il bene che ha fatto per tanti ragazzi di Calascio e dei paesi limitrofi.

Un piccolo rinfresco offerto daH'Amministrazione ha concluso la bella mattinata e poi tutti a casa a festeggiare in famiglia la Pasqua.

Michele Leone

Don Virginio festeggiato dagli Ex-Alunni.

25

Page 28: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

\

LA SVEGLIA NOTIZIARIO DELLA ASSOCIAZIONE EX - ALUNNI

PASQUA-INSIEME!

Un lussuoso e grande torpedone la mattina del 30 marzo lascia S. Antimo di Napoli, colmo di pellegrini guidati ed animati dall'ex Nando Cariea, che ha saputo coinvolgere perfino il sin-daco della simpatica cittadina, il dott. Arcangelo Cappuccio.

Puntano su Miglianico di Pescara, ospiti di Giovanni Lanaro. Una immancabile visita a Pescosansonesco per pregare sulla tomba del beato Nunzio Sulprizio e poi via diretti a Rocca di Mezzo per la Pasqua degli Ex-alunni ed Ami-ci di don Minozzi.

Puntuale anche la partenza pomeridiana da

Roma, con un numero ridotto di partecipanti falcidiati dalla imperante influenza.

Ci contagia subito la gioia dello stare insie-me. Anche perche questa volta abbiamo un ospite d'eccezione!.. Si tratta propiio del caro Don Michele Celiberti, Padre Superiore, che ha scelto di viaggiare con noi in pullman intratte-nendoci con garbo sui mille episodi degli anni 54-55-56, quando, da Discepolini, eravamo at-tratti dal pallone sui campi verdi di Rocca di Mezzo o dalle fragole, more e ribes nei boschi del monte Rotondo. Ma significativi sono stati soprattutto gli episodi sulla presenza di don

Minozzi a Celano e la presenta-a^^^^^m zione delle motivazioni spirituali

del nostra incontro rocchiggiano. E con lui anche il fratello Donato entrato nel grup-po Amicidon Minozzi.

II tempo sfugge al nostra controllo e ci troviamo quasi al-I'improvviso nell'accogliente Casa "Madonna delle Rocche", ogni anno piu bella e piu intima nel suo splendore.

Unanime il commento: "Ma siamo volati!!!"

Grandissima la gioia dell'in-contro con il gruppo di Napoli, numerosissimo ed entusiasta come sempre.

Sistemazione logistica, un breve relax e il via ai lavori dello spirito.

Una sostanziosa meditazio-ne sulla passione di Cristo

26

Page 29: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

crocifisso, retto tra le mani da Alvaro Vitale, ha creato il giusto clima di fede destando viva ed illuminata commozione sugli eventi del nostra riscatto. Uno studio sindonico e confessioni sacramentali hanno caratteriz-zato inoltre la serata del 30 marzo.

La mattina del 31 marzo il gruppo diventa folia con I'arrivo dei tanti ex alunni abruzzesi. L'accresciuto numero accresce la fraternita e la gioia della co-munione.

La processione delle Palme, la lettura del Passio, la S. Co-munione-precetto, hanno dato senso alia nostra presenza rocchiggiana, perche un'asso-ciazione cattolica vive di fede ed in essa si riconosce e si cemen-ta. Momenti indescrivibili e incancellabili!

La gente e tanta e la chiesetta non ce la fa a contenere tutti: proveniamo infatti da Napoli, L'Aquila, Pescara, Miglianico, Amatrice, Aielli, Sulmona, Roma, Collarmele, Celano, Trasacco, Avezzano: siamo tutti arsi dalla sete della parola di Dio e I'abbiamo soddisfatta al ruscello della fede cristiana!

A tavola e tutta una festa: ottimo I'abbacchio, (la cuoca, Agata, e ormai collauda-ta), ottimo il vino di Lanaro, rosso d'Abruzzo, gustosissimo, eccezionale e splendido il gesto di Nando Carlea che, il conquistato assegno di un milione da parte deH'amministrazione cittadi-na di S. Antimo di Napoli, quale "Migliore artista di presepe", ha devoluto subito a vantaggio dei bambini poveri del Brasile, facendolo conse-gnare nelle mani del Superiore Generale daH'illustrissimo Sindaco. Fragoroso I'applauso e tante le lacrime di gioia...Possibile?!.. Nel mondo di oggi ancora c'e chi fa della carita, del bene, della solidarieta, una o forse Tunica ra-gione di vita. Ma le sorprese non si sono fermate a questo.

i £ III d^^ >r\.mX%^m

^L x^B •

'•••••'^j^^^t^ 1

^

// Dott. Arcangelo Cappuccio mentre consegna al Superiore

Generale un'offerta per il Brasile.

Attanagliati dalla commozione di essere og-getto di inesauribile attenzione da parte del gruppo di Nando, che si e esaltato in gesti di generosa fraternita attraverso offerte di brioches, gelati, regalini, accendini, souvenirs e tanto calore umano, ho proposto allora, avuto I'OK dal Padre Superiore, una giomata a Roma di tutti gli ex, dove, con il gruppo di Nando e di Roma in testa, si potra vivere un grande mo-mento di grazia con tutti tutti gli altri gruppi della nostra penisola.

In programma I'incontro con il Papa, la visi-ta alia citta etema, scambio di esperienze e un ricco pranzo che verra offerto dall'Opera Nazio-nale col contribute) di ogni ex, in segno di vera amicizia e cristiana fratellanza.

Sono queste e solo queste le vera gioie della vita!!! Intanto ci si da I'arrivederci, sempre a Rocca di Mezzo, per il 23-30 giugno per gli Esercizi Spirituali insieme ai Discepoli.

E a casa tutti con il cuore pieno di gratitudi-ne al Signore e a quanti hanno contribuito a rendere stupendo I'incontro.

Alvaro Manzoni

27

Page 30: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

PELLEGRINAGGIO DEGLI EX DI NAPOLI AL BEATO NUNZIO DI PESCOSANSONESCO

Sabato, 30 marzo, siamo andati in pellegri-naggio a Pescosansonesco in provincia di Pescara, per fare visita al santuario del Beato Nunzio Sulprizio, a pregare dinanzi alia sua tomba, a chiedere grazie, a dissetarci alia sua fonte miracolosa, dispensatrice di grazie, un tempo testimone muta delle sue sofferenze e della sua Santita.

Abbiamo pregato a lungo, nel bellissimo santuario sfavillante di luci e di fiori. Mentre era-vamo in chiesa in devoto raccoglimento ad ammirare i doni votivi dei miracolati, e arrivato il Parroco del paese, il quale con belle ed elevate parole ci ha parlato sulla vita del Beato Nunzio, suscitando in noi una grande commozione.

AH'uscita dal santuario, nel bel piazzale, ab­biamo posato per la foto ricordo, e la ripresa con la telecamera ha suggellato la magnifica giomata.

II santuario di San Nunzio, e situato nella parte alta del vecchio borgo, alle pendici del Monte Picca. Pescosansonesco e noto sin dal trecento: appartenne all'Abbazia di San Cle-

mente a Casauria, poi ai Cantelmo e ai Sansonetti.

Nel 1934, una frana indusse ad abbando-nare il vecchio borgo. Cos! sorse il paese nuovo ad un paio di chilometri; che noi non abbiamo potuto visitare per mancanza di tem­po.

II Beato Nunzio, e nato il 13 aprile 1817 a Pescosansonesco. Passo la sua breve vita tra il lavoro e il dolore; fu umile, paziente; ebbe amore ardente per I'Eucaristia; una tenera de-vozione per la Madonna che chiamava la "Mamma sua".

Mori, all'eta di 19 anni, il 5 maggio 1836 a Napoli. Fu sepolto in una chiesetta, vicina a Piazza Dante.

Per piu di cento anni e rimasto a Napoli. II4 maggio 1965 tornava al paese natio in modo solenne, alia Fonte di Ripa Rossa; dove al po-sto della vecchia chiesa e sorto un grandioso santuario. Pellegrini da ogni parte d'ltalia, ed anche dall'estero vengono a venerare questo grande santo artigiano.

PESCOSANSONESCO - 30 marzo 1996: Gli Ex-Alunni dinanzi al Santuario del Beato Nunzio.

28

Page 31: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

Padre Giovanni Minozzi amava, venerava il Beato Nunzio. Nel suo libra: "Buona Notte! Come parlo ai miei figliuoli" a pagina 212, dal titolo "Un operaio santo", Padre Minozzi, all'ini-zio cos] parla di Nunzio: "Mi piace tratteggiare a Voi stasera, Figliuoli la figura d'un autentico la-voratore, un operaio, un artigiano nato povero come voi, provato dalle awersita assai piu di voi e pur fattosi Santo giovanissimo. La vita dolorosa e gloriosa di Nunzio Sulprizio possa

"Siete la concretizzazione deH'amore di Dio"

Questa volta a scriverci e un ex-alunno dav-vero singolare per la sua vita significativa e per il suo stimolante messaggio di fratemita. La-scio a lui la parola per raccontarsi a noi.

«Carissimo don Michele, mi e giunta fedele la nostra bella rivista Evangelizare che, messa sul comodino, e pronta per essere letta e gu-stata prima di dormire. Anche se mezzanotte inoltrata, ne ho incominciato la lettura e con grande sorpresa ho trovato il suo articolo focalizzante la figura di suor Giovanna Grana-ta, che conosco da 35 anni a Palazzo S. Gervasio, dove come orfano sono stato dal 1946, anno della mia nascita, al 1955. Ricordo che da piccolo vidi varie volte padre Minozzi.

Se il mondo non ha voluto darmi I'amore di una famiglia, il buon Dio me ne ha date tante: la vostra, in don Minozzi e P. Semeria, quella delle Figlie dell'Oratorio, la famiglia comboniana alia quale appartengo da ventisei anni, la Chiesa, il Mondo.

lo amo far memoria, non per sentimentalismo infantile, ma perche essa ser-va come di israelitica esperienza a non dimentjcare i doni di Dio ricevuti e sentirsi sem-pre piu dono per gli altri....

So che voi Discepoli siete una Famiglia nu-mericamente piccola, ma grande di cuore, di

essere sempre presente alia vostra ammirata venerazione figliuoli miei".

Padre Minozzi, alia fine, cosi conclude: "Consunto, a diciannove anni chiuse gli occhi alia terra che non era stata degna. Martire del lavoro, spezzato da una iniquita dia-bolica, la mano patema di Dio lo trapianto amorosamente sui colli della Primavera eter-na".

Giovanni Lanaro

apertura, vedute. II carisma di Padre Semeria e don Minozzi non e esaurito: la loro energica vitalita di santita, di vita, di pensiero hanno an-cora molto da dire al mondo, e sono contento nel vedere che i loro figli in voi identificati non si stancano di portare avanti, pur tra gli innumere-voli sacrifici quotidiani, il dura lavoro, questa luce accesa nella Chiesa dai due Fondatori.

Sempre siete stati presenti nel mio cuore, nel pensiero, ma soprattutto nelle mie povere preghiere: siete parte integrante della mia vita, i Padri Fondatori, Voi, le Suore; siete la concretizzazione deH'amore di Dio in me, della sua patemita, sorriso, dolore, fatica, gioia e vita. Quanta importanza ha avuto il tutto nel lungo discemimento vocazionale missionario! lo sog-getto dell'amor di Dio, oggetto di amore agli altri attraverso voi tutti! Grazie a Dio, grazie a voi tutti!» Carlo Morani, missionario comboniano.

Ora Carlo e ritornato in missione: da due mesi ha lasciato Napoli, il centra antidroga "la Tenda", e sta dando tutte le sue energie a van-taggio dei poveri del Sud-America, a Quito, capitale dell'Equador, donde invia alia casa generalizia per tutti gli ex gli auguri piu belli per la S. Pasqua dichiarando intera la sua disponi-bilita ad operare ancora per e con noi.

Noi ringraziamo il Signore per quanta ha operato ed opera nella vita di questa caro ex-alunno, ora consacrato comboniano. No, non e sacerdote, e fratello laico, in abiti laicali, ma il

POSTA EX- ALUNNI ED AMICI

29

Page 32: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

Fratel Carlo Morani e Giuseppe Perrone

bene che fa non ha nulla da invidiare alia mis-sione dei sacerdoti. Non c'e bisogno di essere sacerdoti per fare i missionari, per aiutare i dro-gati, i malati di AIDS, per predicare ai fedeli ed agli stessi sacerdoti, come Carlo fa. Basta solo essere religiosi, cioe stretti con voti a Cristo.

Occorre solo tanta bonta nascente dalla gioia di aver scoperto la bellezza trascendente del volto di Cristo, che radicalmente abbraccia-to e vissuto come il senso della propria vita, impegna poi alia donazione totale di se per la causa del Regno.

Una consacrazione (= vita consacrata) per la missione!

Anche tra i Discepoli c'e tanto spazio per i laid

consacrati. Ora ne abbiamo solo due e sono entrati tra noi alia bel-la eta di 55 anni! Sono inseriti nelle nostre comunita e svolgono un ministero sacro come quello dei Discepoli sacerdoti, come quello di Carlo. Ce ne fossero di piu! Quanto bene in piu si opere-rebbe nel mondo!

E intanto penso! Quante per-sone vivono da sole strappando la vita in maniera socialmente e cristianamente improduttiva con la sola preoccupazione di non sciuparsi e di durare a lungo? Tanti altri lavorano pure, ma da soli, privatamente, indivi­dual isticamente! E con risultati troppo scarsi per la causa comu-ne: insieme, in comu-nita-comunione, si allargherebbe airinfinito il raggio del bene!

«Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conservera per la vita eterna» (Gv 12.25).

Ecco il provocatorio parados-so di Gesu: solo perdendola si ritrova la propria vita e la si perde conservandola.

Cosi, la vita che e legata al prowisorio, si carica di immortali-ta!

Questa la sapienza evangelical Ma oggi predomina una cultura di materialismo edonistico, che rende inattuale il messaggio di Gesu! Ma siamo in piena insipienza maschera-ta di egoistica furbizia!

A Carlo esprimiamo la nostra fratemita fatta di altissima stima per la sua missione e di gran-dissimo affetto per la sua persona, che tanto ci onora. A lui I'augurio paolino «di essere irreprensibile e semplice, figlio di Dio immacola-to in mezzo ad una generazione perversa e degenere, nella quale deve splendere come astro nel mondo, tenendo alta la parola di Dio» (Fit 2, 15).

La Redazione

30

Page 33: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

RPPUNTflMCNTI Dfl nNNOTflR€ Al fine di evitare ritardi di informazione dovuti alle marce ridotte delle

poste italiane, ci premuriamo di avvisare anticipatamente i nostri amici e lettori

degli appuntamenti prossimi che interessano le varie categorie della Famiglia

Minozziana e quanti altri ne sono interessati.

Ci piace ricordare che la dove nasce un'amicizia, un interesse,

scaturisce contemporaneamente anche un desiderio di incontro visivo tra

uomini.

Ogni incontro, nella sua riuscita finale, e legato anche alia presenza ed

al contributo apportato da ognuno dei partecipanti. La tua presenza e gia un

gran dono per gli altri: la tua assenza genera poverta per tutti.

Ogni convegno allora e qualcosa da produrre, non solo da consumare e

pretendere perfetto.

In Famiglia tutto si fa con la collaborazione di tutti.

Ecco allora le date per le quali occorre fare il nodo al fazzoletto.

16 Giugno 1996: Chiusura anno sociale per gli Ex di Roma con santa messa e agape fraterna.

23 Giugno 1996: AMATRICE - Consegna premio-bonta e solidarieta Padre Minozzi.

24-29 Giugno 1996: ROCCA DI MEZZO - ESERCIZI SPIRITUALI per tutta la Fami­glia Minozziana.

20-25 Agosto 1996: OFENA - CASA DEI DISCEPOLI: Campo scuola vocazionale per giovani dai 16 anni in poi.

8 Settembre 1996: AMATRICE - Celebrazione centenario morte di don PEPPE MINOZZI.

10 Novembre 1996: AMATRICE - Incontro Nazionale Famiglia Minozziana.

1a Domenica di ogni mese: Ore 10,30: ROMA - Incontro Ex-Alunni ed Amici. Ultimo giovedi di ogni mese: Incontro culturale.

Altre iniziative, anche locali, ma di rilievo, saranno comunicate tempestivamente.

La Redazione

Page 34: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

SPIZZICANDOSPIZZICANDO SPIZZICANDOSPIZZICANDO

Ancora non sono pervenuti i risultati definitivi delle elezioni del 21 aprile, ma pare certo, dal sondaggi e dalle proiezioni, che la coalizione dell'Ulivo + Rifondazione Comunista abbia raggiunto la maggioranza dei seggi nei due rami del Pariamento.

Una vittoria sognata per quaranfanni e finalmente raggiunta; cosi si e espresso un alto esponente di quello schieramento.

Ora si dovra passare ai fatti e si dovranno attuare i programmi elettorali che sono stati sbandierati a destra ed a sinistra.

La ricetta non e certamente delle piu facili e, forse, con la composizione eterogenea di questa coalizione si complied ancora dipiu.

Sbolliti i fumi delta vittoria, passate le sbomie trionfalistiche si dovranno affrontare i PROBLEM/ reali del Paese che sono tanti e di grande importanza. Si va dalla disoccupazione, alle pensioni, dall'esigenza di entrare in Europa a quella di partecipare a pieno titolo alia Moneta Unica europea, dal modemizzare finalmente la macchina dello Stato a quello di utilizzare a pieno, con Progetti Veri, le molte risorse che I'Europa mette a nostra disposizione e che noi non utilizziamo per oltre 3.000 miliardi.... e mille altri ancora.

Ce n'e, insomma, per chi abbia voglia di lavorare veramente e di far vedere che cosa e capace di fare e che per quaranfanni non ha potuto far vedere.

Le aspettative dei Cittadini elettori, anche di quelli che hanno votato diversamente, sono tante e sono tante le domande che indiscutibilmente gli vengono alia mente:

• Se dovesse nascere un Govemo PRODI, cosi come e stato detto durante la campagna elettorale, che durata avra, essendo composto da una miriade di partiti ? Non si ricreeranno gli stessi problem! che abbiamo gia conosciuto durante la prima repubblica quando alposto del PDS e'era la DC?

• Come potranno andare d'accordo sui GRANDI PROBLEMI partiti cosi diversi per storia, per cultura, per tradizione? La nuova coalizione e, infatti, composta da comunisti e da liberal!, da cattolici e da mangiapreti e, forse, potrebbe avere bisogno perfino di Bossi...

E le grandi riforme istituzionali si faranno con questa maggioranza ? Ma si faranno? Ed avanti di questo passo.

La preoccupazione che rimane in molti e che le cose continueranno ad andare cosi come sono andate fin'ora. La grande abbuffata continuera alia faccia dei disoccupati, dei poveri pensionati e dei lavoratori dipendenti. Le tasse le continueranno a pagare coloro che fino ad ora le hanno sempre pagate e coloro che hanno fatto i furbi continueranno a farli... alia faccia del solito pantalone.

Auguriamoci di essere cattivi osservatoh ....male cose cosi come appaiono non sono certamente motto rosee. Speriamo in bene!

m.l.

32

Page 35: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

( flBBONRM€NTI € RINNOVI ~] ELENCO ABBONATI DAL 1 MARZO AL 31 MARZO 1996

Lire 5.000 De Berardinis Suor Emma, Chiaravalle.

Lire 10.000 Manglaviti Luisa, Belluno.

Lire 15.000 Di Battista Fausto, Castelvecchio Calv.; Drago Ada, Roma; Gazzelli Attilio, Palermo; Mircoli Dante, Roma.

Lire 20.000 Alcedo Lorenzina, Gioia del Colle; Battista Emilia, Scanzano lonico; Camardi Giuseppe, Montalbano lonico; De Deo Laura, Mosciano S. Angelo; Di Carmine Antonio, Palidoro; Di Tursi Donata ved. D'Alessandro, Marconia di Pisticci; lodice Vincenzo, S. Giuliano Milanese; Marinacci Salvina, Cervignano del Friuli; Papi Marcella, Roma; Petriccione Don Antonio, Fontanarosa; Rocchi Enrico, Roma; Spagnolo Elena, Orvieto; Tassotti Luisa, Roma.

Lire 25.000 Crippa Mario, Monterosso al Mare; Miccio Gaetano, Milano; Pellegrini Wanda, Rimini; Stanizzo Gatti Teresita, Guidonia; Zirilli Carmelo, Marina di Palizzi.

Lire 30.000 Agreiter Leopoldo, La Villa in Badia; Di Giulio Paola, Roma; Frasca Ada, L'Aquila; Gandini Angelina, Venegone Inferiore; Lioi Michele, Roma; Martini Vittorina, S. Egidio alia Vibrat; Petrilli Vincenzo, Reggio Calabria; Porretti Filomena, Montemilone; Rabasco Antonietta, Barile; Rinaldi Antonio, Roma.

Lire 40.000 Lapolla Rocco, Palese; Vitale Alvaro, Roma.

Lire 50.000 Castelli Bianca Stella, Forenza; D'Orazio Nicola, Chieti; Elefante Gian Canio, San Miniato; Folli Giuseppe e Anna, Milano; Gianni Elsa, Roma; Gianni Francesco, Roma; Mattioli Gianni Liliana, Roma; Mazzocca, Roma; Minozzi Giuseppina, Roma; Minozzi Mario, Roma; Minozzi Wanda, Roma; Monaco Giuseppe, Potenza; Quarato Mario, Ciampino.

Lire 100.000 Casa "Madonna delle Rocche", Rocca di Mezzo; Confratemita di S. Rocco, Gioia del Colle; Di Fabio Palmerindo, Roma; Fabbri Remo, Villa Fontana; Parrocchia S. Maria della Neve, Rocca di Mezzo; Sgarra Giulio, Collegno.

Lire 200.000 Marchioni, Roma.

Lire 300.000 Centra Residenziale P. G. Semeria, Monterosso al Mare.

Page 36: Anno III - n. 5 - Magglo 1996 35° Anno dalla fondazlone · tordi dei vecchi, non legittimo il troppo presto dei giovoni. Vorreste dunque far i cottivi voi con Dio perche, ... P.

SERVO Dl DIO P. GIOVANNI SEMERIA

BARNABITA

VIVE INVANO CHI VIVE PER SE

In caso di mancato recapito si prega di restituire a:

€VnNG€UZflft€ pauperibus misit me - Via dei Pianellari, 7 - 00186 ROMA

L. 1.500