Anno 14| Numero 04 2017 · Foto di copertina: Renato Lago (ISPRA) ... attendono e che considero...

52

Transcript of Anno 14| Numero 04 2017 · Foto di copertina: Renato Lago (ISPRA) ... attendono e che considero...

SommariopAnno 14| Numero 04_2017

Direttore ResponsabileRenata Montesanti

RedazioneCristina Pacciani (Caporedattore)

Giuliana Bevilacqua (Vice Caporedattore)Alessandra Lasco, Anna RitaPescetelli, Cristina Sanna

RubricheSpazio Internazionale Stefania Fusani, Sandra Moscone

Prossimamente nel mondo Stefania Fusani, Sandra Moscone

Psicologia&AmbienteSabrina Arata Farris

News dal Sistema delle Agenzie Ambientalia cura dell’Ufficio Stampa

CuriositàCristina Pacciani

GAiAChiara Bolognini

dal Mondo della RicercaGiuliana Bevilacqua

Gestione Mailing List DistribuzioneMichelina Porcarelli

Progetto grafico e impaginazioneElena PorrazzoAlessia Marinelli

Grafica di copertinaFranco Iozzoli

Documentazione fotograficaFranco Iozzoli

Registrazione Tribunale Civile di Roma n. 84/2004 del 5 marzo 2004

Foto di copertina: Renato Lago (ISPRA)

1sommariop ideambiente N°04_2017

“La Legge 132 segna il percorso del mio mandato” Cristina Pacciani 2“Qui succede Casamicciola” Marco Amanti 4PHOTOGALLERY Terremoto Centro Italia 2016: un anno dopo Cristina Sanna 2Incendi estivi: per la prevenzione arriva l’aiuto della tecnologia Filippo Pala 16Desertificazione e siccità, pronto un nuovo quadro strategico Anna Luise 17Le Accademie scientifiche ai Paesi del G7: più investimenti in scienza e tecnologie Giuliana Bevilacqua 18Incendi, al 2017 l’infausto primato Lorenzo Ciccarese 19Le criticità climatiche del 2017 in Italia Franco Desiato 21La calda estate 2017. Da Nord a Sud le conseguenze dei cambiamenti climatici Luca Mercalli 23Cambiamenti climatici e agricoltura : intervista Direttore del Centro di Agricoltura e Ambiente del CREA Alessandra Lasco 25Contro frane e dissesto idrogeologico, le attività di Italia Sicura Carla Iadanza 27Verde Umbria addio, a Spello via gli ippocastani dalla piazza Chiara Bolognini 29Cambiamenti climatici e opportunità per il nostro Paese Gabriella Rago 31Migrazione di balenottere nel Mediterraneo: nuovi studi per identificare habitat critici Giancarlo Lauriano 33Verso la cultura del fare. I Mobility Manager in azione Cristina Sanna 35Inaugurato al Bioparco di Roma il M.A.Cri Anna Rita Pescetelli 36Vertebrati, in corso la Sesta Estinzione di massaNews dal Sistema Nazionale a cura dell’Ufficio Stampa 39GAiA a cura di Chiara Bolognini 41Psicologia & Ambiente a cura di Sabrina Arata Farris 43Curiosità a cura di Cristina Pacciani 45Spazio Internazionale a cura di Stefania Fusani

e Sandra Moscone 47Prossimamente nel mondo a cura di Stefania Fusani

e Sandra Moscone 48dal Mondo della Ricerca a cura di Giuliana Bevilacqua 50

Intervista al dr. StefanoLaporta, Presidentedell’ISPRA e delConsiglio Nazionaledel Sistema per laProtezionedell’Ambiente (SNPA)

Presidente, può sintetizzarci gliobiettivi che lei ha in mente perentrambi i suoi incarichi?Il mandato che ho ricevuto dalParlamento è molto chiaro: attuarela Legge 132/2016 che istituì ilSNPA e che recepisce l’istanza deicittadini di vedere più tutelatol’ambiente in cui vivono. Per SNPAquesto significa pòrsi degliobiettivi e rafforzare la propriaidentità di Sistema, incrementandola consapevolezza di far parte diuna “rete” e di lavorare quindi inuna logica di squadra: ISPRA eAgenzie regionale contano quasi11 mila persone, è dunquenecessario che tutte questecomponenti si sentano parte di unSistema, la cui nuova identitàcercherò di potenziare. Aggiungo ilraggiungimento di alcuni obiettivispecifici del Sistema, primo fratutti i Lepta (Livelli Essenzialidelle Prestazioni TecnicheAmbientali). Per l’ISPRA significasuperare alcune contraddizioniinterne sulla nostra identità e

portare a termineun’organizzazione che, superandologiche obsolete, guardi al futuro esia in grado di assolvere ai compitiche la Legge ma anche il Paese cichiedono.

Lei è stato Direttore Generale percirca sei anni e mezzo, primaancora che Presidente, di ISPRA:le chiedo com’è cambiata la suaprospettiva anche inconsiderazione della Legge 132che lei ha vissuto dall’inizio.Come ho avuto modo di dire indiverse occasioni, ad un annodall’approvazione della Legge 132di cui ho seguito, da DirettoreGenerale, le alterne vicende, hoavuto modo di guardaredall’esterno e con il giustodistacco, la sua nascita, ledinamiche che si sono create ed hoseguito i progressi e le criticità.Sicuramente non cambierà lagestione amministrativadell’Istituto, rigorosa e corretta,che abbiamo sempre cercato diperseguire in questi anni.Mi rendo anche conto che siamoentrati in una fase nella quale c’ènecessità di attuare le leggi entratein vigore nell’ultimo periodo delprecedente mandato: la Legge 132in primis, la 218/2016 sul riordinodegli enti di ricerca, la 68/2015sugli ecoreati. C’è un contestonormativo che è cambiato, su cui

bisogna in qualche modoricalibrare le priorità dell’Istituto,come anche il Parlamento mi harichiesto, e su questo intendolavorare, insieme al Consiglio diamministrazione e al Consiglioscientifico. Gli obiettivi del mio mandato, chehanno avuto la fiducia delParlamento, puntano ad una“rete” che sia veramente in gradodi rispondere alle necessità delPaese e dei cittadini con efficacia etempestività: per fare questo, ènecessario che tutti si tenda ad unaprospettiva più ampia in grado diguardare al di là del nostro mondoe di confrontarsi con la realtà chevive e opera all’esterno di noi, unarealtà esterna che ci chiedecontinuamente di intervenire conautorevolezza e senza indugi.

Alla luce di quanto da lei esposto,le chiedo quali sono le sfide chesente più urgenti per il Paese.Abbiamo compiti ben precisi che ciattendono e che considero anchedelle sfide. Credo che siano staticompiuti dei significativi passiavanti rispetto al tema della tutelaambientale e che negli ultimi annisia aumentata la sensibilità deicittadini. Questo ci dà fortisperanze per il futuro. Mal’ambiente è ancora troppominacciato, troppo fragile:dobbiamo lavorare ancora per

2 l’Intervistap ideambiente N°04_2017

“La Legge 132 segna il percorso del miomandato”

l’Intervista

aumentare la consapevolezza chel’ambiente è un valore importantee al tempo stesso fragile, e questa èuna sfida anche culturale. Basta unincendio - e ne abbiamo visti tantinell’estate appena trascorsa - perbuttare anni e anni di lavoro e perprivarci di quel capitale naturaleche costituisce la vera ricchezzadel Paese e che ha unostraordinario valore dibiodiversità. Per ciò che riguarda piùstrettamente le attività tecnico-scientifiche, sento parlare spesso diuna contrapposizione tra funzioniagenziali e attività di ricerca: èun’idea obsoleta. Giudico non solofondamentale, ma necessariosvolgere attività di ricercafinalizzata e questo sarà un puntofermo del mio mandato comePresidente SNPA. Niente di nuovoo stravolgente, solo laconsapevolezza della sfida che ciattende e l’attenzione alle istanzedei cittadini e del Paese, cuiguardo con ottimismo perché hofiducia nelle grandi qualità umanee professionali di tutti i colleghi eil senso di una responsabilitàcomune, sfide e responsabilità chesolo in una logica di sistemapotremo vincere. Questo è ilSistema in cui credo e questo è ilSistema che intendo e spero diconsegnare al Paese alla fine delmio mandato.

Qual è a suo avviso il peso chehanno informazione ecomunicazione corrette e“certificate” nel raggiungimentodi tutti questi obiettivi?

Sono fondamentali perché vengariconosciuta quella autorevolezzatecnico scientifica che perseguiamosia come ISPRA che come SNPA.Nel primo Consiglio Nazionale delSistema che ho presieduto è statouno dei punti che ho tenuto apuntualizzare. Se vogliamo darerisposte ai cittadini, se vogliamoessere considerati il punto diriferimento per tutto ciò cheriguarda le attività in materia ditutela ambientale, non dobbiamosottrarci alla comunicazioneall’esterno, per tutto ciò che è dinostra competenza, fornendo,laddove richiesti, contributitecnico scientifici che possanoulteriormente incrementare l’ideache non solo l’ISPRA, ma tutto ilSistema siano la “voce” autorevolesull’ambiente.n

Cristina Pacciani

l’Intervistap ideambiente N°04_2017

3

Apoco più di 130 anni dall’eventosismico che rase al suolo

l’abitato di Casamicciola, causandopiù di 2300 vittime, la sera del 21luglio del 1883, una nuova scossacolpisce l’isola di Ischia la sera del21 agosto 2017.Di grande intensità e durata, fuvalutata del X-XI grado della ScalaMercalli-Cancani- Sieberg (MCS) ecalcolata successivamente con valoridi magnitudo superiori a 5 in basealle varie tipologie di calcolo ericostruzione utilizzate.Per la sua violenza e intensità, per idanni causati e per la grande

disperazione generata nellapopolazione, il terremoto del 1883entrò nel vocabolario comune infrasi come “Qui succedeCasamicciola”, per dire che succedeun grande disastro.La scossa più recente ha colpito ilsettore settentrionale dell’Isola diIschia alle ore 20.57, causando 2vittime; dopo alcune correzioni edaggiustamenti, l’epicentro è statolocalizzato circa 1 km a SWdell’abitato di Casamicciola Terme(loc. Majo), con una magnitudodurata Md 4.0 ed una profonditàipocentrale di 2 km (fonte INGV –

http://cnt.rm.ingv.itl).L’analisi dei dati interferometriciregistrati dai satelliti Sentinel-1 eCOSMO-SkyMed, ha evidenziatoun’area di massima deformazione alsuolo, con un valore diabbassamento massimo di circa 4cm, tra Casamicciola Terme e la basedi Monte Epomeo. I rilievi macrosismici hannoevidenziato l’area collinare diCasamicciola Terme come quella coni maggiori danni, mentre l’area diMarina di Casamicciola presentadanni lievi diffusi e riferibili al VIgrado EMS.

4 L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

“Qui succede Casamicciola”pfoto: Pio Di Manna e Luca Olivetta (ISPRA)

Abitazione in muratura fortemente danneggiata da sisma, in prossimita� di Piazza Majo - Casamicciola Terme

ISPRA ha partecipato alle attivitàemergenziali presso il ComitatoOperativo del Dipartimento dellaProtezione Civile ed haimmediatamente attivato unapposito “Gruppo di Lavoro perl’emergenza del terremoto di Ischiadel 21 agosto 2017” per fronteggiarele eventuali richieste di supportocome Centro di Competenza e perseguire l’evento, nell’ambito delSNPA.Terminata la fase emergenziale,personale ISPRA ha effettuato unsopralluogo per la ricognizionedegli effetti indotti dal sismasull’ambiente fisico e sulle struttureedilizie, reti e servizi, con l’obiettivodi evidenziare anche ulteriorisituazioni di criticità che potesseroavere ricadute in termini di impattosull’ambiente fisico e sullapopolazione.Il sopralluogo si è svolto incollaborazione con i tecnicidel’ARPA Campania, ed ha inoltrevisto la collaborazione sul campo traISPRA e CNR- IAMC di Napoli. I sopralluoghi hanno interessatol’area tra gli abitati di Lacco Amenoe Casamicciola, concentrandosisoprattutto nel settore compreso trale località Fango (Lacco Ameno) eMajo (Casamicciola), coincidentecon il settore dei maggioridanneggiamenti e della massimadeformazione al suolo. Sono statimappati oltre 50 punti diosservazione, rilevando diversetipologie di effetti/danni quali, adesempio, sistemi di fatturazione in

correlazione diretta con i giunti e glisvincoli tra edifici e antistantiterrazzi, oppure tra porzioni diedificio, che a luoghi tagliano ilmanto stradale, con aperturedell’ordine di 1-2 cm e rigettimassimi di 2-4 cm; distacchi e crolliin roccia tufacea, con blocchi di variedimensioni (da centimetrica ametrica) in diverse localitàdell’entroterra di Casamicciola.Inoltre, crolli di muri a secco,localmente chiamati parracine,realizzati con blocchi di tufoappoggiati ed incastrati senzal’utilizzo di malte e cementi, quindivulnerabili alle sollecitazionisismiche, con possibili problemi

sulla tenuta complessiva dellestrutture in caso di forti piogge esull’importante funzione che essesvolgono per l’assetto morfologicoed idrologico del territorio. Forti danneggiamenti agli edifici incorrispondenza la zona rossa, areaevacuata ed interdetta all’accessosubito dopo l’evento sismico. L’areapresenta un elevato tasso diurbanizzazione, gli edifici sono, perlo più, civili abitazioni costruite inmuratura, con caratteristiche divulnerabilità elevata in relazionealle azioni simiche. Infatti, leabitazioni più vecchie sonorealizzate in muratura a saccomentre altre, anche recenti, sono

L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

5

Deformazione al suolo prodotta dal sisma del 21 agosto 2017, Md 4.0. Fonte http://irea.irea.cnr.it

costruite in muratura con forteeterogeneità nella forme, dimensionie tipologia di materiali costruttivi; lestrutture solo raramente sonointelaiate e appaiono spessoinadeguati i vincoli tra le paretiortogonali, con le murature moltospesso solo appoggiate oammorsate, ma non vincolate. Inalcuni casi, si osserval’inadeguatezza o l’assenza di solaie, spesso, anche i tetti sono pocovincolati alla struttura. Sembra chealcuni edifici siano “cresciuti” peraggiunte successive accostateall’esistente, senza vincolarle allestrutture adiacenti; altri sono statielevati in altezza e mostranotentativi di rinforzo strutturale eaccostamenti di parti realizzate contecniche e materiali di uso piùrecenti (esempio murature in forati,oppure strutture in cemento armato)accostate e/o sovrapposte amurature in pietra. Sono stati riscontrati danni astrutture antropiche nonresidenziali, quali un muro disostegno inclinato, ildanneggiamento di opere diprotezione stradale e la rottura diuna condotta idrica con perdita diacqua.Come considerazione generale glieffetti di sito sembrano aver giocatoun ruolo importante anche alla scaladei singoli edifici; infatti accanto adabitazioni con danneggiamentomolto elevato se ne riscontrano altrecon danni più lievi. Questocomportamento potrebbe essere in

6 L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

foto: Pio Di Manna e Luca Olivetta (ISPRA)

Crollo parziale di una palazzina all'internodella zona Rossa a Casamicciola Terme

Frattura beante nella pavimentazione del ter-razzo di un edificio posto lungo via Crateca,loc. Fango di Lacco Am

relazione non soltanto con la minorevulnerabilità strutturaledell’edificio, ma anche con unaminore entità dell’azione sismica. L’elevata vulnerabilità delpatrimonio edilizio presentenell’area collinare di Casamicciola eLacco Ameno e i forti effetti di sitolegati all’assetto geologico emorfologico hanno fatto si che idanni prodotti dal sisma sugli edificifossero significativi, con molti crolliparziali ed alcuni crolli totali.Le attività ISPRA-SNPA potrannocontinuare nell’area costiera diCasamicciola, al fine di avere unquadro più completo degli effettiindotti dal sisma; verranno effettuatialtri sopralluoghi sia nell’area dimassima deformazione sia nelle areeprospicienti, in corrispondenza dellependici meridionali del MonteEpomeo.In particolare ulteriori sviluppipotrebbero derivare sia da unacollaborazione ISPRA- ARPACsull’analisi della variazione deiparametri chimico-fisici condottedall’ARPA Campania su alcunipozzi dell’Isola, sia da unacollaborazione con il CNR-IAMCsulla mappatura degli effettiambientali dell’evento sismico alfine della definizione del quadromacrosismico sulla base della scalaESI 2007 (Environmental SeismicIntensity scale 2007).n

Marco AmantiISPRA

L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

7

Il report completo delle risultanzedel sopralluogo “Ricognizionedegli effetti indotti dal terremotodi Casamicciola del 21 agosto2017 M4.0” è disponibile sul sitoweb ISPRA nella sezione dedicataall’evento.

foto: Pio Di Manna e Luca Olivetta (ISPRA)

8 L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

Castelluccio di NorciaPrima e dopo il terremoto

Foto: Brunella Urbani (ISPRA)

Terremoto Centro Italia 2016:un anno dopo

Una sequenza di immagini perricordare quelle aree che un anno fa

sono state colpite dal sisma. Quattro le regioni

coinvolte ( Abruzzo, Lazio, Marcheed Umbria) per un totale

di 62 comuni, ai quali vanno asommarsi altri 69, quelli cioè chehanno subìto danni con le nuove

scosse di fine ottobre. Le fotoripercorrono solo una parte di quei

luoghi - Amatrice, Castelluccio eNorcia - grazie alle quali è possibile

osservare, ancora oggi, i segnievidenti della devastazione: città

private delle loro bellezze naturali,della loro storia e dei paesaggicolorati che per anni le hanno

caratterizzate attraendo migliaia emigliaia di visitatori. Basti pensare a

Castelluccio di Norcia situata nelcuore del Parco Nazionale dei Monti

Sibillini, quando nel periodo dellafioritura i suoi campi cromati

regalavano una suggestione unica eirripetibile. Oggi rimane solo il

ricordo di quelle gradazioni naturali e ricche di vitalità. E come se

l’immagine a colori di quei luoghi sifosse improvvisamente trasformata

in bianco e nero.Cristina Sanna

L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

9

Castelluccio di NorciaDopo il terremoto

Foto: Brunella Urbani (ISPRA)

Castelluccio di NorciaDopo il terremoto

Foto: Brunella Urbani (ISPRA)

10 L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

Torrita, Rieti

Foto: Franco Iozzoli (ISPRA)

Amatrice, Rieti

Foto: Brunella Urbani (ISPRA)

L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

11

Torrita, Rieti

Foto: Franco Iozzoli (ISPRA)

Torrita, Rieti

Foto: Franco Iozzoli (ISPRA)

12 L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

Torrita, Rieti

Foto: Renato Lago (ISPRA)

Torrita, Rieti

Foto: Franco Iozzoli (ISPRA)

L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

13

Norcia

Foto: Brunella Urbani(ISPRA)

Norcia

Foto: Brunella Urbani(ISPRA)

Il Messico trema

Lo scorso 8 settembre un terremotodi magnitudo 8,2 ha colpito il Sud delMessico: il più potente nel Paese dal1932, uno fra i 50 più violenti mairegistrati. Con una magnitudocompresa fra 8,1 e 8,2 della scalaRichter, il sisma ha causato 98 morti. L’epicentro in mare, vicino alla costadi Chiapas. Il 19 settembre, appena 12 giornidopo, un nuovo terremoto, questavolta di magnitudo 7,1 della scalaRichter, è stato registrato a 12chilometri a sudest di Axochiapan,nello stato di Morelos. L’epicentro acirca 55 km da Puebla e 120 km daCittà del Messico. La scossa èarrivata mentre il paese ricordaval’anniversario del sisma del 1985 acausa del quale morirono almeno

seimila persone.Essendo questa faglia ubicata a circa200 chilometri dalla costa, si legge inuna nota stampa dell’INGV (Istitutonazionale di Geofisica eVulcanologia), non è stata diramataun’allerta tsunami, diversamente daquello dell’8 settembre. Secondoquanto riferito dalla Protezionecivile, i morti sono stati almeno 248.Un numero destinato a crescere,considerati i numerosi crolli. Almeno 21 i bimbi morti per il crollodella scuola Enrique Rebsamen, aCittà de Messico, oltre a 4 adulti. La United States Geological Survey(Usgs), l’agenzia scientifica delgoverno Usa per il territorio, hastimato che il triste bilancio potrebbearrivare a 1.000 decessi. Nei giornisuccessivi la terra ha continuato atremaren

Uragani, non c’è pace per i CaraibiIl potente uragano Irma ha devastatomolte isole dell’arcipelago caraibico,con venti fino a velocità massime di295 chilometri orari. Si è sviluppato il30 agosto al largo di Capo Verde e hacolpito le isole SopraventoSettentrionali, le Grandi Antille,Turks e Caicos, Bahamas, Cuba eFlorida. Dopo Irma è stata la voltadell’uragano Maria: con venti di oltre250 chilometri orari, è arrivato conviolenza a Porto Rico, provocandovittime e ingenti danni a case ededifici pubblici.n

14 L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

Il satellite americano GOES-16 ha catturato questa immagine dell’uragano Irma nel passaggio lungo l’estremità orientale di Cuba alle 8:00 del mattino dell’8 settembre 2017. Fonte: sito web NASA

L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

15

Cosa è stato fatto...

E’ passato più di un anno dallaprima scossa della lungasequenza sismica che ha colpitol’Italia centrale. In questoperiodo ISPRA, nell’ambito diSNPA, ha partecipato a tutte lefasi emergenziali dando ilproprio contributo tecnico,scientifico e professionale asupporto innanzitutto dellasicurezza, con oltre 400sopralluoghi effettuati nei primi6 mesi per la definizione dellacompatibilità geoidrologica deisiti destinati a varie finalità inemergenza e, poi, dellaprogrammazione dellaricostruzione. Sono in una fase avanzata leattività di supporto tecnicoscientifico ai professionistiincaricati di redigere laMicrozonazione sismica nei 140comuni colpiti, nell’ambito diuna larga collaborazione conmolti altri Enti ed Istituti chefanno parte, al pari di ISPRA, delCentroMS. L’obiettivo ècontribuire ad una ricostruzioneattenta alla realtà geologicalocale, favorendo la correttaapplicazione delle vigenti normeantisismiche.In particolare, uno studio piùapprofondito, su espressarichiesta della strutturaCommissariale per laricostruzione, ha riguardato lavalutazione della pericolositàgeoidrologica e della rispostasismica locale nelle areedestinate alla potenzialericostruzione della frazione diPescara del Tronto (Comune diArquata del Tronto, AP),completamente distrutta dalsisma.n

foto: Brunella Urbani (ISPRA)

Èstata un’estate tragica per molteregioni italiane, col grande caldo

che ha favorito siccità e soprattuttoincendi, che hanno devastato ilterritorio in Sardegna, Abruzzo,Lazio, Toscana e molte altre aree. Ipiromani come sempre distruggonoterritorio ed economia, mettendo arischio anche la vocazione turisticadei luoghi interessati, con la novitàquest’anno di una pesante incidenzaanche in metropoli come Roma. E ladomanda è sempre la stessa: che fare,oltre a potenziare i mezzi diintervento e inasprire le pene per chisi macchia di questo crimine odioso,come chiesto praticamenteall’unanimità da cittadini,associazioni e istituzioni? Visto chegià le pene esistono e probabilmenteverranno aumentate, e che il sistemadi protezione civile sembra quasisempre efficiente, anche a dettadell’ex capo del Dipartimentonazionale, Fabrizio Curcio, l’altroaspetto fondamentale è quello dellaprevenzione.Su questo, sono le nuove tecnologie apoter venire incontro a cittadini eistituzioni, anche se pochi sembranoessersene resi conto, finora, sia inItalia che all’estero. Un esempio sonoi sistemi di rete multisensoriali che

individuano i roghitempestivamente, processando leimmagini a raggi infrarossi. Unsistema ben descritto in un articoloscientifico del 2013, pubblicato dalloScientific World Journal, basato sulprincipio dell’esistenza di “sensoritermici sempre più efficaci e sempremeno costosi”. Nell’articolo, sidescrive dettagliatamente lo schemadi questo tipo di sistema di controlloa rete, entrando nel dettaglio anchecon numerosi esempi: lo studio èdell’Università di Valencia, e utilizzai radar a raggi infrarossi per rilevareincendi di grandi dimensioni inboschi e altre aree ad alta densità divegetazione, con test effettuatisempre in Spagna, in una zonamontuosa non lontana da Alicante enel parco di Albufera. La forza delsistema è nell’utilizzo di unostrumento denominato “predittore”che è in grado di prevedere losviluppo delle fiamme, quantopossano estendersi, la loropersistenza e quali siano la gravitàdel rogo e l’urgenza dell’intervento.Simile, anche se destinatomaggiormente alla salvaguardia dibeni culturali, quindi più adatto aicentri abitati, il sistema creato da unteam di ricercatori greci grazie a un

progetto europeo concluso nel 2012,che utilizza telecamere ottiche e ainfrarossi, Wireless Sensor Network(WSN), servizi informativimeteorologici e stazionimeteorologiche locali.Qui, un centro di monitoraggio“riceve e elabora i dati utilizzandotecniche di analisi dei dati pergenerare automaticamente segnali diavviso per le autorità locali, appenasi verifica un incendio o condizioniatmosferiche estreme”. In caso diincendi, la propagazione del fuocoviene stimata con parametri come latipologia di vegetazione, la velocitàdel vento, la pendenza e laconformazione della superficie delsuolo. Un sistema di informazione eosservazione alimentato dainformazioni geografiche (GIS)visualizza la propagazione del fuocoprevista in 3D, fornendo servizi perla decisione e il supporto operativodell’intervento di spegnimento.Un sistema che oggi viene giàutilizzato dal Ministero dell’ambientedella Turchia e che sicuramentedovrebbe suscitare l’interesse anchedelle istituzioni nostrane, sia quelleterritoriali che le nazionali.n

Filippo Pala

16 L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

Incendi estivi: per la prevenzione arriva l’aiuto della tecnologiap

Si è appena conclusa a Ordos, nellaMongolia cinese, la Tredicesima

Conferenza delle Parti dellaConvenzione delle Nazioni Unite perla Lotta alla Desertificazione e agliEffetti della Siccità.Grande soddisfazione per averconcluso con successo un negoziatoimportante, durante il quale idelegati hanno discusso e approvatoil nuovo quadro strategico. Sono statimantenuti, parzialmente modificati,gli obiettivi strategici già esistenti conl’aggiunta di impegni relativi allasiccità: migliorare la resilienza e lecondizioni degli ecosistemi,combattere la desertificazione,promuovere la gestione sostenibiledel suolo e del territorio e contribuirea raggiungere la land degradationneutrality; migliorare le condizioni divita delle popolazioni colpite dalladesertificazione e dagli effetti dellasiccità; mitigare, adattare e gestire glieffetti della siccità in modo tale daaumentare la resilienza dellepopolazioni e degli ecosistemivulnerabili. Non solo: confermata lavolontà di produrre beneficiambientali globali complessivi eaumentare sensibilmente le risorsefinanziarie e non, derivanti daqualsiasi fonte, attraversopartenariati e istituzioni responsabilie attraverso l’attuazione di politichededicate e correttamente gestite.Rinnovata enfasi al ruolo centraledella Convenzione e sostegno aipaesi per il raggiungimento deltarget 15.3 degli Obiettivi di SviluppoSostenibile, dunque, relativo ai

problemi del degrado del suolo e delterritorio, alla desertificazione e allestrategia di risanamento che si basasull’ottimo lavoro scientifico di ungruppo di esperti internazionali checostituiscono la Science-PolicyInterface e che ha prodotto undocumento di inquadramentotematico e la relativa guida tecnicaalla effettiva realizzazione. È stataanche riconosciuta la necessità dirispondere agli effetti dell’aumentoin intensità e frequenza della siccità,mettendo a disposizione dei paesielementi importanti per ladefinizione di un sistema dimonitoraggio e risposta. Tra le altreimportanti decisioni prese dallemigliaia di delegati presenti, alcunesono state fortemente sostenutedall’Unione Europea e dall’Italia.Nuovi temi come quelli relativi allatempesta di sabbia, al genderempowerment e all’influenza dellecondizioni ambientali sullemigrazioni forzate sono stati oggettodi decisioni specifiche. Sono statipresentati documenti, studi,esperienze e pratiche da tutto ilmondo. Tra questi, il lavoro al qualeha partecipato con forte impegnoISPRA relativo alla definizione deitarget di Land DegradationNeutrality per l’Italia in un eventoorganizzato dalla CommissioneEuropea alla presenza del DirettoreGenerale della Direzione GeneraleAmbiente, Daniel Calleja.Di rilievo anche la presentazioneufficiale del Global Land Outlookpreparato dalla UNCCD.

Nel suo discorso finale, il SegretarioEsecutivo della Convenzione,Monique Barbut, ha citato una frasedi Gengis Khan “Se hai paura nonfarlo, ma se lo fai non hai paura!”,sottolineando l’impeto che i paesihanno dimostrato. E richiamando iprincipi del taoismo, che invitanoalla collaborazione e alla capacità diraggiungere ottimi risultati se silavora tutti insieme come parti di untutto in riferimento alle complessedecisioni prese.La COP è stata chiusa dal Presidentedella COP, il Ministro delle forestedella Repubblica Popolare della Cina,Mr. Zhang JIANLONG che hasottolineato l’impegno cinese per losviluppo sostenibile e per lasalvaguardia dell’ambiente.La prossima occasione per irappresentanti dei 197 paesi firmataridi incontrarsi e confrontare le proprieattività sarà la DiciassettesimaRiunione del Comitato perl’attuazione della Convenzione,CRIC 17, che si terràpresumibilmente alla fine del 2018.Tra i cinque vicepresidentidell’Ufficio di Presidenza del CRIC èstata nominata Anna Luisedell’ISPRA, in rappresentanza deipaesi WEOG, che rimarrà in caricafino alla prossima COP 14 nel 2019.n

Anna LuiseISPRA

L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

17

pDesertificazione e siccità, pronto un nuovo quadro strategico

Con tre documenti, resi noti nelcorso della conferenza “The

role of National Academies andInternational Academy Networks inadvising Institutions”, la comunitàscientifica internazionale ha invitatoi governi a impegnarsi per“assicurare che, anche durante lefasi di recessione economica, lascienza e la tecnologia continuino asupportare gli obiettivi disostenibilità e i livelli di vita in tutti iPaesi”. Ai decisori politici la richiesta,pertanto, di assicurare investimentiin strutture produttive e ininfrastrutture: dalla creazione dinuovi impianti e reti di

comunicazione ai meno tangibili,ma ugualmente importanti, sistemidi istruzione, formazione e ricerca. Con un secondo documento leAccademie scientifiche hannosottolineato la necessità dipromuovere la protezione dei beniculturali dalle catastrofi naturali.Con uno sguardo al passato, comel’emblematica alluvione di Firenzedel 1966, e uno al futuro, minacciatodai cambiamenti climatici. Altra urgenza, rimarcata nel terzo eultimo documento, un impegnomaggiore nella lotta alle malattieneurodegenerative, tra le qualifigurano Parkinson e Alzheimer. Idati dell’Istituto Superiore di Sanità

non lasciano dubbi sul fatto chel’imperativo per i governi debbaessere “fare di più”: nel 2010, 35,6milioni di persone nel mondorisultavano affette da demenza, constima di aumento del doppio nel2030 e del triplo nel 2050. Ogni anno,7,7 milioni di nuovi casi (1 ogni 4secondi) e una sopravvivenzamedia, dopo la diagnosi, di 4-8-anni. n

Giuliana Bevilacqua

18 L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

Le Accademie scientifiche ai Paesi del G7: più investimenti in scienza e tecnologie

p

A fine settembre, normalmente, siappiattisce la curva che segue

l’evoluzione del numero degliincendi e della superficie forestalepercorsa dal fuoco. Settembre èanche il mese in cui—fuoridall’emergenza—si tirano le sommee si cerca di analizzare il fenomeno,i dati, le cause, le soluzioni. I datiforniti dal Sistema InformativoEuropeo sugli Incendi Boschivi(European Forest Fire InformationSystem, EFFIS), componente delProgramma UE Copernicus(consultabili al sitohttp://effis.jrc.ec.europa.eu/static/effis_current_situation/public/index.html), rivelano che in Italia, dal 1gennaio al 29 settembre diquest’anno, si sono verificati  758incendi forestali con estensionesuperiore a 30 ettari, quasi la mettadi tutti gli incendi registrati in tuttal’Unione Europea nello stessoperiodo (1535).  Complessivamentegli incendi hanno investito unasuperficie forestale di 134.949 ettaridi foreste, pari al 23% delle areeincendiate in tutta l’UE (593.622ettari). Questo dato è purtropposottostimato del 15-20 percento, nonpotendo EFFIS mappare incendi dipiccole dimensioni.  Ciò significache gli incendi possono aver giàinvestito una superficie forestale dicirca 162.000 ettari. Nel periodo 2008-2016 gli incendihanno avuto un andamentoaltalenante, con anni di picco esuccessive attenuazioni: in media,sono stati percorsi dal fuoco 38.310

ettari l’anno.  Quest’anno, dunque, afine settembre, abbiamo registratoun valore quattro volte superioredella superficie forestalemediamente percorsa da incendi nelperiodo 2008-2016. Dagli incendi boschivi si liberaistantaneamente in atmosfera unaserie di prodotti di combustione cheincludono, oltre all’anidridecarbonica (CO2), anche ossido dicarbonio (CO), metano (CH4),idrocarburi non-metanici (NMHC),monossido di azoto (NO),clorometano (CH3Cl). Ogni voltache un ettaro di foresta brucia, silibera in atmosfera una quantità digas-serra che varia a seconda dellatipologia forestale e delle

caratteristiche dell’incendio, dapoche unità a qualche decina ditonnellate di CO2.Gli incendi costituiscono la minacciapiù grave per la conservazione dellabiodiversità in Italia, insieme allatrasformazione di uso del suolo(consumo di suolo) eall’introduzione di specie alieneinvasive sia vegetali (in particolareRobinia, Ailanto e Ciliegioamericano) che animali(specialmente insetti quali il cinipidedel castagno). L’aumento della temperatura mediae la diminuzione delle precipitazioniindotte dai cambiamenti climatici incorso (soprattutto nei periodi estivi)e l’accumulo di biomassa (che

L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

19

Incendi, al 2017 l’infausto primatop

aumenta l’infiammabilità) su areeforestali e agricole abbandonatedeterminano un aumento del rischiod’incendio.Rispetto al passato, il fenomeno stacambiando: l’ambiente forestale e lesue interazioni con il clima e lasocietà hanno nuove connotazioni.La stagione degli incendi è semprepiù lunga ed eventi meteorologiciestremi, come ondate di calore esiccità, sono più frequenti e intensi eaumentano lo stress idrico dellavegetazione rendendola altamenteinfiammabile.Un tempo il territorio venivacoltivato e capillarmente gestito (sipensi al pascolo e allo sfalcio divaste porzioni del territorio). Oggi,la foresta ritorna ad occupare spazioa seguito dell’abbandono delle areeagricole e pastorali. I boschi italianisi stanno espandendo

spontaneamente di circa 30.000ettari all’anno: ne conseguonovantaggi dal punto di vistaecologico e ambientale, ma percontro anche un maggiore rischio diincendi, essendo questi gran partedei ‘vecchi’ e ‘nuovi’ boschi nongestiti. Si espandono anche le areeurbanizzate e sempre più diffusesono le zone di interfaccia urbano-foresta, dove il rischio incendi è altoe il pericolo evidente. Se gli incendi stanno cambiando, èopportuno cambiare le strategie pergovernare e regimare questofenomeno. In Italia, oggi, la lotta agliincendi boschivi si basaprevalentemente sulla estinzione delfuoco. Un approccio non sufficientené risolutivo e dai costi moltoelevati. L’impostazione preventivaentra invece nel bosco e mette inatto in modo mirato azioni per

ridurre la continuità el’infiammabilità della vegetazione inpunti critici. Per evitare gli incendioccorre gestire i boschi in funzionedella loro ecologia e dei servizi cheforniscono alle comunità e allacollettività, con l’obiettivo didiminuire la biomassa piùinfiammabile e rendere quindi lefiamme meno veloci, intense esevere. Via libera, pertanto, allespecie arboree più resistenti, dimaggiori dimensioni e con chiomepiù distanziate (fustaie). Tuttavia,questi interventi vanno incontro afattori limitanti come la difficileaccessibilità che si riflette sullarealizzazione e i costi dei cantieriforestali. n

Lorenzo CiccareseISPRA

20 L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

Dal 2016 ad oggi, il clima in Italiaè stato segnato da due criticità:

la costante carenza di precipitazioni ele onde di calore particolarmenteintense e prolungate nei mesi estivi.La somma delle due criticità hacausato situazioni di allarme e graviproblemi di gestione delle risorseidriche.Il periodo di siccità ha inizio negliultimi mesi del 2016. A dicembre, inparticolare, come già a dicembre2015, le precipitazioni sono statepraticamente assenti su gran partedel territorio nazionale. A differenzadel 2016, in cui in primavera è statoregistrato un ritorno abbastanzaconsistente e diffuso delleprecipitazioni, che hanno consentitodi colmare almeno in parte il deficitidrico, i primi sette mesi almenodell’anno in corso sono stati tuttisegnati da valori di precipitazioneinferiori alle medie climatologiche; inalcuni mesi e soprattutto al Nord e alCentro della penisola, nettamenteinferiori alla norma, se nonaddirittura assenti. Ciò hadeterminato il progressivoaggravamento della situazione di giàridotta disponibilità delle risorseidriche, che a partire dal mese dimaggio ha reso necessariprovvedimenti straordinari da partedelle amministrazioni locali,soprattutto nelle regionisettentrionali.Per quanto riguarda la temperatura,dal mese di marzo in poi in Italia hafatto ovunque nettamente più caldodella norma; l’anomalia della

temperatura media rispetto ai valoriclimatologici normali 1961-1990 èstata compresa nei vari mesi tra +1,5e +2,5 °C. Nella seconda metà diluglio e in agosto la presenza quasistabile sull’Europa meridionale ecentrale di una vasta areaanticiclonica di matrice africana, hadeterminato la persistenza ditemperature molto elevate

praticamente su tutto il territorionazionale e in diversi casi sono statisuperati i valori record registrati nel2003. Secondo la definizione dellaCommissione per la Climatologiadell’Organizzazione MeteorologicaMondiale, un’onda di calore è unevento della durata di almeno 6giorni consecutivi nei quali latemperatura massima è superiore al

L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

21

pLe criticità climatiche del 2017 in Italia

Giorni asciutti dicembre 2016

22 L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

90° percentile della distribuzionedelle temperature massimegiornaliere nello stesso periododell’anno durante il trentennioclimatologico di riferimento. L’indicerappresentativo delle onde di calore(Warm Spell Duration Index, WSDI)conta il numero dei giornicaratterizzati da un’onda di calore.Anche se il calcolo definitivo saràfatto a consuntivo dell’anno 2017, cisi aspetta che tutto o gran parte delperiodo di 40-45 giorni al culmine diquesta estate dovrà essereconsiderato, per numerose localitàitaliane, un’unica onda di calore didurata eccezionale.L’Italia certamente non è nuova aepisodi di siccità che hannoprocurato anche in passato,situazioni di allarme e difficoltà nellagestione delle risorse idriche. Il piùrecente risale forse all’estate del 2015,quando secondo un rapporto delJoint Research Centre dellaCommissione Europea, “l’Europa èstata colpita dalla peggiore siccità dal2003”, causata dalla carenza diprecipitazioni e dal caldo record e trale aree più colpite, insieme a Spagnasettentrionale, Francia, Benelux,Germania, Ungheria e RepubblicaCeca, figura anche il Nord Italia.Restando agli ultimi 20 anni, nel2001, per la Sicilia e gran parte delMeridione, l’estate e l’iniziodell’autunno furono particolarmenteavari di precipitazioni. A Palermocaddero soltanto soli 26 millimetri dipioggia in 5 mesi. Poi, a partire dalmese di dicembre, un grave episodio

di siccità colpì le regionisettentrionali, specie quelle di nord-occidentali, dove non piovve mai senon in due singole occasioni per ilpassaggio di due velociperturbazioni, una a metà gennaio euna a fine febbraio. Diversi altriepisodi di siccità si sono verificati nelsecolo scorso: tra di essi, l’inverno1980-1981 è stato molto siccitoso sututto il Nord-Ovest e dalla fine dinovembre 1980 alla metà di marzo1981 in Lombardia le precipitazionisono state mediamente inferiori a 20mm.Come di consueto in sede dicommento della cronaca e dei dati disingoli episodi meteorologici,rappresentativi di condizioni dellacircolazione atmosferica a grandescala che possono essere considerateanomale per la durata, o per laposizione geografica, o per il periododell’anno in cui si verificano, nonsarebbe corretto attribuire “toutcourt” ai cambiamenti climatici dimatrice antropica anche gli eventi ele condizioni critiche che hannocolpito l’Italia nei primi otto mesi diquest’anno. Ciò non toglie che si siatrattato di condizioni gravi, comeavvalorato dalle stime del CNR checlassificano la primavera 2017 comela terza più asciutta dal 1800 ad oggi(con un deficit di quasi il 50%rispetto alla norma) e il semestredicembre 2016 - maggio 2017 come ilquinto più secco (con un deficit dioltre il 30%) dal 1800 ad oggi.n

Franco DesiatoISPRA

Alluvione di Livorno,stanziati oltre 43 milionidi euro

La città di Livorno è stata colpita,il 10 settembre scorso, da unaviolenta alluvione che saràricordata per il triste bilancio divittime e devastazione. È notiziadi questi giorni la decisione, daparte del Consiglio regionaledella Toscana, di approvaremisure speciali per 28 milioni dieuro: una buona parte, 20 milioni,sarà destinata alla messa insicurezza del territorio mentre lasomma restante andràall’assistenza alla popolazione. Lacifra stanziata andrà adaggiungersi ai 15,5 milionidestinati a Livorno dal Governo. Messa in ginocchio da piogge,frane e smottamenti, Livornotenta di rialzarsi. Quali fattorihanno però determinato ifenomeni a cui abbiamo assistito?Le copiose precipitazioni,sopraggiunte dopo mesi di siccità,si sono abbattute principalmentenell’area livornese e pisana. Daun lato insistenti nubifragi,dall’altra forti correnti verso laterraferma, che hanno contrastatoil defluire delle acque verso ilmare. I corsi d’acqua, diconseguenza, non trovando altrisbocchi, si sono ingrossati,straripando. Entro 30 giorni dallapubblicazione dell’ordinanzasulla Gazzetta Ufficiale, ilpresidente della Regione Toscanae commissario per il postalluvione, Enrico Rossi, dovràpredisporre un piano di interventiurgenti e prevedere gli interventiutili a evitare situazioni dipericolo o maggiori danni apersone o cose. In caso diimminente pericolo, Rossi potràemanare ordinanze didemolizione di manufatti, inalveo o comunque di ostacolo alregolare deflusso delle acque.n

Giuliana Bevilacqua

Un’estate rovente e siccitosa comequella del 2017 in Italia ha  pochi

riscontri. Le statistiche nazionali delCNR-ISAC di Bologna la indicanoinfatti come seconda più calda dal1800 con 2,5 °C sopra media, dopoquella imbattuta del 2003, nonchéquarta più asciutta con un ammancodi pioggia del 40% rispetto alnormale, una disgraziatacombinazione per agricoltura, foreste,ghiacciai e fiumi, ma anche per ilnostro benessere. L’anomaliastagionale delle temperature è statapiuttosto omogenea da Nord a Sud, egran parte degli osservatorimeteorologici storici, da Torino aPalermo, ha visto la stagioneposizionarsi tra il secondo e il quartoposto nell’elenco delle più calde; solosulle Alpi orientali l’eccesso termico,pur vistoso (tra +1,5 e +2 °C), è statomeno straordinario (quarta estate piùcalda a Rovereto e quinta a Bolzano).Dalla fine di maggio il dominio deglianticicloni nord-africani ha concessopoche ed effimere tregue, fino aculminare nell’eccezionale periodocanicolare di inizio agosto, quandodiverse città dall’Emilia-Romagna alLazio hanno visto stabilire nuoviprimati termici assoluti di 42-43 °C,come a Forlì e Frosinone. Quanto alleprecipitazioni, solamente le Alpisettentrionali si sono salvatedall’arsura grazie a frequentitemporali (390 mm d’acqua nei tremesi a Bolzano, +50%, quarta estatepiù piovosa dal 1921), ma dal corsodel Po in giù la siccità ha colpitoduro, e la calura ha intensificato

l’evaporazione della poca acquadisponibile. Dal 1° giugno al 31agosto sono piovuti talora meno di 5mm su coste e pianure tra Maremmae Lazio, da cui la crisi idrica che ha

interessato Roma, e località dellaSicilia come Trapani e Marsala nonhanno visto una goccia da inizioaprile a inizio settembre. Per quantola siccità sia di casa nell’estate

L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

23

Ghiacciaio Ciardoney. La stupefacente contrazione subita in pochi anni e� evidenziata dal confronto con l'8 settembre 2004

2004

2017

p La calda estate 2017.Da Nord a Sud le conseguenze dei cambiamenti climatici

siciliana, la penuria idricainsolitamente grave si è tradotta inuna delle vendemmie più scarse dadecenni nell’isola, e nei boschi dellaSardegna sono seccate perfinoessenze mediterranee come lecci esughere. Con il concorso di azionicriminali il fuoco ha bruciato oltre1300 chilometri quadrati di territorio,una superficie pari a 6 volte l’isolad’Elba, intaccando gravemente ilpatrimonio forestale (come nel parcodella Majella a fine agosto) esfiorando perfino l’area urbana di

Roma con chiusura dell’Autosole il 22luglio. Laddove i temporali sonoarrivati spesso hanno prodotto piùdanno che beneficio, come nel casodei tre tornado del 6 giugno intorno aCrema, delle piene torrentizie del 4agosto a Cortina o della memorabiletempesta di vento del 9 agosto traVeneziano e Romagna (raffiche oltre120 km/h), ma localmente anche alSud, con l’alluvione-lampo del 16luglio a Scilla. I gravi nubifragi del 10settembre a Livorno e Roma hannochiuso la siccità con estremi di segno

opposto. Pessime notizie daighiacciai: il Ciardoney (GranParadiso) ha perso un metro e mezzodi spessore, ma è andata peggio sulleAlpi orientali, dove il caldo estivo èseguito a un inverno particolarmentepovero di neve e si stimano perdite dighiaccio superiori a 2-3 metri a quota3000 m. L’intensa fusione haalimentato i corsi d’acqua alpiniprovenienti da bacini glaciali, maciononostante a fine luglio nel Po aFerrara scorrevano appena 416 metricubi d’acqua al secondo, meno dimetà del normale; quasi del tuttosecchi i fiumi dall’Emilia verso il Sud.Inoltre il massiccio utilizzo deicondizionatori ha fatto impennare ladomanda elettrica fino a oltre 55gigawatt il 4 agosto, confermando latendenza allo spostamento dellamassima richiesta energeticastagionale dall’inverno all’estate.Cronache che ricalcano perfettamentequanto segnalato da decenni daimodelli di simulazione del clima edagli allarmi dei ricercatori, secondocui - senza riduzione dei gas serra -estati come questa diverranno“normali”  dalla metà del secolo e,verso il 2100, con 5-8 °C ditemperatura media in più, l’Italiapotrebbe somigliare al Nord Africa.Ormai i cambiamenti climatici sonoin atto, e se non prendiamo iprovvedimenti noti da tempo, ilprezzo da pagare in futuro diventeràpesantissimo.n

Luca Mercalli

24 L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

Perforazione del ghiacciaio Ciardoney con sonda a vapore-6 settembre 2017

l’Intervistap ideambiente N°04_2017

25

Siccità e incendi hannodevastato intere areeagricole in diverse zoned’Italia.Per capire quali siano idanni reali e quali leproduzioni piùdanneggiate ne abbiamoparlato con MarcelloDonatelli, Direttore delCentro di Agricoltura eAmbiente del CREA. 

Siccità e incendi, quest’anno, hannodevastato intere aree agricole. Qualiconseguenze sull’agricoltura?Mentre gli incendi hanno interessatoper lo più aree di valore naturalisticoe marginalmente pascoli, la siccità haavuto un forte impatto su alcunisistemi produttivi soprattutto inalcune aree. La disponibilità idricanaturale, vale a dire senza includereirrigazioni, può essere rappresentatautilizzando due indicatori principali:la disponibilità idrica nel suolo a fineinverno, e il deficit tra precipitazioni edomanda evapo-traspirativadell’ambiente. Quest’ultima, chedetermina la necessità di acqua daparte delle colture, è funzione ditemperatura, irraggiamento solare evento; tra queste variabili latemperatura è quella che ha vistovalori particolarmente elevati nellascorsa estate.

Quali sono state le regioni piùcolpite? Dalla carta (nella pagina a fianco) sicapisce bene La prima carta ci mostrala differenza tra i l’inverno 2016-2017e la media del periodo 1991-2015; icolori dall’aranciato al brunolocalizzano il deficit che hacaratterizzato la stagione colturale diquest’anno. Di particolare rilevanzaaree del nord e del centro Italia, oltrea parte delle regioni meridionali. Lostesso tipo di valutazione, fatto invececon dati del 2003, anno noto per laforte siccità, contro lo stesso periododi riferimento mostra invece unasituazione meno severa, e menoaccentuata nel centro-nord. Laseconda carta ci mostra invece ildeficit durante il ciclo colturale,evidenziando una particolare severitànel centro nord, anche in questo casocon una gravità maggiore del 2003.L’associazione tra scarsità diprecipitazioni invernali e deficitdurante la stagione colturale hacaratterizzato negativamente il 2017anche appunto rispetto ad annatevalutate come critiche, a cominciareappunto dal 2003.

Quali sono state le coltivazioni piùdanneggiate?Le coltivazioni più danneggiate sonostate le colture in sistemi tipicamentesenza irrigazione, che da una parte siavvalgono della riserva accumulatadurante il periodo invernale,

dall’altra sono maggiormentesensibili al deficit di precipitazionidurante la stagione colturale. Lecolture foraggere, e le colture asemina autunnale o primaverilesenza ausilio dell’irrigazione sonostate quelle maggiormente colpite.Minore il danno su colture arboree,spesso gestite da sistemi diirrigazione ad alta efficienza; suqueste, la produzione ha avutocontrazioni ma talvolta con unvantaggio sulla qualità, come peresempio per le uve destinate allavinificazione. Discorso a parte per leortive da pieno campo; l’irrigazione siè rivelata insufficiente, soprattutto nelcentro nord, oppure la produzione èstata compromessa da danni per“scottature” sul prodotto. Unulteriore elemento è dato da patogenifungini che possono avere un impattodistruttivo su colture soggette astress, mentre non appaiono incolture con disponibilità idricasufficiente; inoltre, una coltura chetraspira è maggiormente in grado,proprio per la traspirazione e gliscambi di calore che ne conseguono,di tollerare temperature dell’ariaelevate. In un quadro di dannigeneralizzati ma con una variabilitàin rapporto a situazionimicroclimatiche e tipologia digestione, nelle prossime settimanesarà quantificato esattamentel’impatto sulle produzioni a scalanazionale.

Cambiamenti climatici eagricoltura: intervista al Direttore del Centro di Agricoltura e Ambientedel CREA

l’Intervista

26 l’Intervistap ideambiente N°04_2017

Le anomalie climatiche sonodiventate ormai quasi la normalità, èpossibile prevenirne leconseguenze? Come?L’andamento climatico, con valorielevati di temperatura e con periodisiccitosi anomali, con precipitazioniintense che, in quanto tali, vengono inparte perse nell’uso agricolo per ilruscellamento superficiale che neimpedisce l’infiltrazione, può essereprincipalmente contrastato in duemodi. Con diversificazione colturale,aumentando la resilienza del sistemache almeno in alcune colture può nontrovarsi esposto al piccodell’anomalia; e con l’uso di sistemiirrigui efficienti, per ottimizzare l’usodell’acqua e garantirne l’applicazionein tempi rapidi. Inoltre, ma questo ènel quadro generale dei cambiamenticlimatici, il mutare dei regimi termo-pluviometrici porterà inevitabilmenteanche a modifiche più drastiche neisistemi produttivi, portando aconsiderare nuove colture e più ingenerale sistemi produttivi diversi.n

Alessandra Lasco

Come noto, l’Italia, per le suecaratteristiche geologiche,

morfologiche e idrografiche, è unterritorio predisposto a fenomeni didissesto, sia franosi che alluvionali.Le frane, in particolare, sonoestremamente diffuse, anche tenutoconto che il 75% del territorionazionale è montano-collinare.L’Inventario dei Fenomeni Franosi inItalia (Progetto IFFI;

http://www.progettoiffi.isprambiente.it), realizzato dall’ISPRA e dalleRegioni e Province Autonome,contiene oltre 614.000 frane,verificatesi a partire dall’anno 1116,che rappresentano i due terzi dellefrane complessivamente censite inEuropa dai Servizi Geologicinazionali. Ogni anno si verificano sulterritorio italiano qualche migliaio difrane e alcune centinaia di eventi

franosi principali che causanovittime, feriti, evacuati e danni aedifici e infrastrutture lineari dicomunicazione primarie. Nel 2016 glieventi franosi principali sono stati 146ed hanno causato complessivamente1 vittima, 17 feriti e danniprevalentemente alla rete stradale; traquesti si ricordano le frane innescatedalla sequenza sismica che hainteressato l’Italia centrale a partire

L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

27

pContro frane e dissesto idrogeologico,le attività di Italia Sicura

Figura 1: a) Popolazione a rischio residente in aree a pericolosità da frana elevata P3 e molto elevata P4 PAI su base comunale; b) Popolazione arischio alluvioni residente in aree a pericolosità media P2 (tempo di ritorno fra 100 e 200 anni) su base comunale

28 L’ESTATE DELLE EMERGENZE AMBIENTALIp ideambiente N°04_2017

dal 24 agosto 2016 e le frane innescatedalle intense precipitazioni tra il 21 eil 25 novembre 2016 nel ponenteligure e nel Piemonte centro-meridionale.L’8% del territorio nazionale (24.123km2) è classificato a pericolosità dafrana elevata e molto elevata nei Pianidi Assetto Idrogeologico (PAI) el’8,1% (24.411 km2) a pericolositàidraulica media, ovvero può essereinondato con tempo di ritorno fra 100e 200 anni.L’88,3% dei comuni italiani è a rischioper frane o alluvioni. La popolazionea rischio idrogeologico supera i 7milioni di abitanti (12% del totale),dei quali oltre 1 milione è residente inaree a pericolosità da frana elevata emolto elevata e quasi 6 milioni inzone a pericolosità idraulica media.Tali dati derivano dalle mosaicaturenazionali della pericolosità da frana eidraulica e dagli indicatori nazionalidi rischio idrogeologico prodottidall’ISPRA nell’ambito dei propricompiti istituzionali di raccolta,

elaborazione e diffusione dei dati inmateria di difesa del suolo e dissestoidrogeologico sul territorio nazionalenonché delle attività di supportotecnico-scientifico al MATTM e allaStruttura di Missione contro ildissesto idrogeologico Italia Sicuradella Presidenza del Consiglio deiMinistri. L’attività ISPRA a supportodi Italia Sicura riguarda, oltre agliindicatori di pericolosità e rischio,anche il monitoraggio e le istruttoriedegli interventi per la difesa del suoloche vengono gestiti nell’ambito dellapiattaforma ReNDiS (RepertorioNazionale degli Interventi per laDifesa del Suolo;http://www.rendis.isprambiente.it),individuata quale strumento tecnico-informativo per definire il Pianonazionale degli interventi contro ildissesto idrogeologico.Gli indicatori ISPRA forniscono unquadro ufficiale di riferimento sulrischio per frane e alluvioni in Italia eun importante strumento a supportodelle politiche nazionali di

mitigazione; sono stati utilizzati perl’individuazione delle priorità diintervento nell’ambito del Pianostralcio aree metropolitane e urbanecontro le alluvioni e per laripartizione dei fondi tra le Regioninell’ambito del Piano nazionalecontro il dissesto idrogeologico.n

Carla Iadanza ISPRA

Le mosaicature e gli indicatori di rischiosono pubblicati sul Geoportale ISPRA(http://www.geoviewer.isprambiente.it),dal 2015 sulla piattaforma cartografica diItalia Sicura(http://mappa.italiasicura.gov.it/) erecentemente anche nella nuovapiattaforma Mappa dei rischi dei comuniitaliani realizzata dalla Struttura dimissione Casa Italia della Presidenza delConsiglio dei Ministri e dall’ISTAT(http://www.istat.it/it/mappa-rischi).

Figura 2: Piattaforma cartografica di Italia Sicura (http://mappa.italiasicura.gov.it/) che consente di visualizzare le mosaicature di pericolosità e gliindicatori di rischio ISPRA insieme ai dati relativi agli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico del Repertorio ReNDiS

Collage Ambientep ideambiente N°04_2017

29

Si abbattono gli alberi esi cancella la storiaculturale e ambientale diuno dei borghi più bellidi Italia. Terra di SanFrancesco, patronodell’ecologia.

Un albero per qualcuno è solo unalbero ma ad Amsterdam si trova

uno degli ippocastani più famosi del

mondo. Si tratta dell’albero che AnnaFrank guardava dalla sua finestra diprigionia, unico contatto visivo con ilmondo esterno occupato dai nazisti.«Il nostro ippocastano quest’anno ècoperto di foglie», scriveva nelmaggio 1944 in quello che forse èdivenuto il diario più celebre delmondo. Proprio quest’albero è statorecentemente al centro di unabattaglia per la sua preservazione in

un ambiente urbano come appunto lacapitale dell’Olanda.Perché per qualcuno un albero non èsolo un albero. È un simbolo, unaprotezione, un tassello di memoriache entra a far parte della vita. Quellaquotidiana, fatta di pomeriggiassolati trascorsi in piazza achiacchierare con gli amici sottofronde silenziose, che nel cuore degliesseri umani diventano Storia. Così, seguendo la mappa

Verde Umbria addio, a Spello via gli ippocastani dalla piazza

p

30 Collage Ambientep ideambiente N°04_2017

immaginaria degli alberi, daAmsterdam voliamo in Umbria, aSpello (Perugia), dove giorni fal’amministrazione comunale haabbattuto gli undici ippocastani“storici” di Piazza della Repubblica. Per far spazio a un nuovo progetto dirisistemazione sul quale più voltealcuni cittadini, che a Spello hannopiantato radici più resistenti di quelledegli alberi, hanno chiesto unconfronto, un incontro, nel nomedella democrazia partecipativa, di cuitanto si parla a livello di“governance” in Italia e in Europa.

Al silenzio della politica il Comitatocivico Centro storico Spello(composto da Lucia De Rubertis,Angelo Mazzoli, Rinaldo Morosi,Nathalie Pezzei, Umberto Piasentin,Simonetta Spitella, Sergio Stecchini,Anna Torti, Luigina Verri, FedericoVillamena) ha risposto prontamentecon una lettera inviata, oltre che alsindaco, alla soprintendente MaricaMercalli, a Gabriella Sabatini dei Beniculturali, a Legambiente e ItaliaNostra. Nel documento i sottoscrittoriargomentano la loro posizione punto

per punto, in particolare:•denunciano il taglio immotivatodegli undici ippocastani chefornivano ombra e rappresentavanoun patrimonio culturale e ambientaleper la città; •suggeriscono che al loro postovengano impiantati dei tigli e non isette ulivi del piano comunale;•chiedono di non spostare la fontana

metallica del 1903 in posizionebaricentrica nella piazza perché lospostamento potrebbe arrecare“danni”;

•chiedono maggiori dettagli sullafutura viabilità e utilizzo dell’areacome parcheggio;

•denunciano la fumosità della“Relazione generale” che potrebbeaprire a “soluzioni improvvisate insede di cantiere” e non accenna inmodo preciso al trattamentoriservato a eventuali emergenzearcheologiche.

E in conclusione scrivono:“Consapevoli dell’importanza dimantenere per noi e per le futuregenerazioni una piazza che sia il piùpossibile fruibile per le persone e non soloper le auto, chiediamo attenta vigilanzasul progetto e sulla conduzione dei lavori,volendo anche noi cittadini essere partefondamentale di tale processo”.La lettera è stata inviata e vola sulleali del coraggio e della civiltà.Speriamo che chi la legga abbia unalbero sotto la finestra del proprioufficio. n

Chiara BologniniISPRA

Il 15 ottobre del 2016, in occasionedel 28mo Meeting delle Parti

(MOP) del Protocollo di Montrealsulle sostanze lesive per l’ozono,tenutosi a Kigali (Ruanda), i 172Paesi partecipanti hanno approvatol’emendamento per la riduzioneprogressiva della produzione econsumo degli idrofluorocarburi(HFC), sostanze a basso potereozono-lesivo ma ad elevatopotenziale di riscaldamento globale.E’ la prima volta nella storia delleMOP che vengono adottati deiprovvedimenti nei confronti degliidrofluorocarburi, fino a questomomento mai toccati dalle politichedel Protocollo. Gli HFC presi inconsiderazione sono in totale 19,principalmente utilizzati nei settoridel condizionamento e dellarefrigerazione. L’emendamento diKigali al Protocollo di Montrealsoddisfa l’esigenza di coordinaremeglio tra loro gli aspetti operativi diaccordi internazionali diversi, poichéinclude misure che sono anche asostegno delle politiche di riduzione

delle emissioni climalteranti adottatenell’ambito della Convenzione suicambiamenti climatici (UNFCCC).Per la riduzione progressiva (phasedown) degli HFC, l’emendamentoprevede scadenze temporali diverse,in funzione del grado di sviluppoeconomico e tecnologico del Paesefirmatario. Nei paesi industrializzatila riduzione graduale degliidrofluorocarburi avrà inizio nel2019, nella gran parte dei paesi in viadi sviluppo (compresi Cina, Brasile eSud-Africa) nel 2024 mentre un terzogruppo di paesi, sempre rientranti traquelli in via di sviluppo, quali India,Pakistan, GCC, Iran, e Iraqinizieranno il phase down soltantonel 2028.Entro il 2047 tutti i Paesi firmataridovranno consumare non più del 15-20% dei livelli di consumo dellacorrispondente baseline. Anche a talriguardo il conseguimento di questiobiettivi di consumo sarà scandito datempistiche differenti a seconda dellivello di sviluppo del Paeseinteressato. I paesi industrializzati

infatti saranno tenuti a raggiungere illimite del 15% entro il 2036, i paesidel secondo gruppo (con phase-down dal 2024) dovrannoraggiungere il limite del 20% entro il2045 mentre il terzo gruppo di paesiin via di sviluppo (con phase-downdal 2028) sarà impegnato araggiungere il limite del 20% deiconsumi entro il 2047. Tra i paesiavanzati la Russia ha strappato unaccordo particolare che prevede lestesse scadenze temporali degli altripaesi sviluppati ma con percentualidi riduzioni annuali diverse. L’emendamento prevede anche unadeguato supporto economico aiPaesi in Via di Sviluppo per lariduzione degli HFC attraverso ilfinanziamento delle attività di ricercae sviluppo di alternative, sia intermini di sostanze che in termini ditecnologie. L’entità di tale supportosarà quantificata nella prossima MOPche si terrà a Montreal a novembre2017. Mentre l’emendamento diKigali avrà significative ripercussioninei Paesi Art.5 (cioè i Paesi in via di

Collage Ambientep ideambiente N°04_2017

31

pCambiamenti climatici e opportunitàper il nostro Paese

International conference “Opportunities, challenges and key actions for the phase-down of HFCs,with special chapter on Africa”, Unido Vienna 13-15 giugno 2017 - foto di Gabriella Rago

32 Collage Ambientep ideambiente N°04_2017

sviluppo), dove è ancora in atto latransizione dagli HCFC agli HFC, inEuropa la sua sottoscrizione noncomporterà effetti particolari. Ciòdipende dal fatto che l’UnioneEuropea ha già da diversi anniadottato una severa politica diriduzione degli HFC e la legislazioneattualmente in essere risulta in lineacon gli obiettivi definiti a Kigali(Regolamento UE 517/2014).Al fine di garantire un adeguamentoalle politiche internazionali, avere unquadro esaustivo dello stato dell’artein Italia per le sostanze e tecnologieche attualmente impiegano HFC,individuando anche nuove sostanzeo alternative tecnologiche non clima-alteranti, e promuovere le tecnologiemade in Italy all’estero, il Ministerodell’Ambiente ha siglato un Accordodi collaborazione tecnica conl’ISPRA. Il prodotto finaledell’Accordo sarà uno studio sullealternative agli HFC nei diversisettori di impiego di queste sostanze,il rapporto finale è in corso di

ultimazione ed è realizzato basandosisu dati derivanti dalle attivitàistituzionali dell’ISPRA (Inventarionazionale dei gas serra; dichiarazioneFGas ai sensi dell’art.16, comma 1,DPR 43/2012), sull’analisi dellaletteratura scientifica internazionale esul coinvolgimento delle associazionidi categoria dei costruttori delleapparecchiature e dei sistemi cheimpiegano gli HFC al loro interno.I settori indagati sono: larefrigerazione, la climatizzazione, leschiume, l’aerosol e i sistemiantincendi fissi, individuando perognuno di essi gli HFCmaggiormente impiegatiattualmente, le sostanze o tecnologiealternative, le possibili criticità delsettore e le risposte del mercato.Inoltre nell’ ambito del Protocollo diMontreal è stato istituito un FondoMultilaterale allo scopo di finanziarei Paesi in via di sviluppo chevogliano sostituire e/o introdurrenuove tecnologie alternative agliHFC. L’ISPRA, come supporto

tecnico al MATTM anche in ambitointernazionale, ha valutatotecnicamente i progetti che i Paesiart.5 hanno sottoposto al FondoMultilaterale per il finanziamento. Iprogetti sono di diversa natura eriguardano generalmente: lasostituzione di sostanze, laconversione e/o introduzione dinuove tecnologie, la formazionespecialistica per tecnici e topmanager. Si tratta di aspetticaratterizzanti il know-how dellerealtà imprenditoriali italiane cheoperano nei settori menzionati e perqueste il Protocollo di Montrealpotrebbe essere quindi una ulterioreopportunità per entrare in nuovimercati attraverso la partecipazioneai progetti di formazione, e ai bandidi gara in altri paesi.Cambiamenti climatici non soltantocome obblighi internazionali, maanche come opportunità perl’economia italiana.n

Gabriella RagoISPRA

Dalla fine degli anni ’80 granparte degli studi sui cetacei del

Mar Mediterraneo è stataconcentrata su poche aree e rivoltasu alcune specie. Tra le prime vi èl’area del Bacino corso-ligure-provenzale e per le seconde labalenottera comune (Balaenopteraphysalus).Area e specie non sono due elementidisgiunti e non a caso le ricerchesono state indirizzate nell’areacorso-ligure-provenzale dove è stataevidenziata la zona di alimentazioneper la balenottera che quiconvogliano in grandi numeri. L’anomala presenza di balenottere,di altre specie di cetacei come anchedi fauna marina rispetto ad altrearee del Mediterraneo, alloraindagate, ha stimolato poi unprocesso di conservazione originedell’attuale Santuario per laprotezione dei mammiferi marini –Pelagos.Le indagini genetiche indicavanoanche che le balenottere presenti nelSantuario differivano dagliindividui dell’Atlantico,richiamando quindi ulterioreattenzione sul nucleoapparentemente “isolato” dibalenottere e pertanto sullamaggiore loro vulnerabilità versoelementi di disturbo diretto eindiretto. Appare chiaro che delle conoscenzesulla balenottera mancava ancora untassello sull’eventuale destinoinvernale degli esemplari e su comefossero i movimenti stagionali

all’interno del bacino mediterraneo.Solo una decina di anni fa è statatestimoniata e documentata lapresenza di balenottere nello Strettodi Sicilia e in particolare nelle acquelimitrofe all’Isola di Lampedusa. Lo studio dei movimenti degliesemplari è quindi stato uno deiprincipali obiettivi di ricerca degliultimi anni. I primi risultati sono oradisponibili e sono il frutto dicampagne di ricerca svolte negliultimi tre anni e concentrati appuntoin Santuario in tarda estate e a fineinverno nello stretto di Sicilia. Il metodo di studio è basato sull’usodella tecnologia satellitare ossia sustrumenti (Tag - trasmettitori) che

inviano ai satelliti orbitanti delsistema Argos le posizioni inlatitudine e longitudinedell’esemplare su cui sono statiapplicati. L’applicazione deitrasmettitori sul dorso o sulla pinnadorsale dell’esemplare avvieneattraverso un dardo lanciato da unabalestra o da un fucile ad ariacompressa appositamente ideatoallo scopo. La descrizionedell’operazione potrebbe far pensarea qualcosa di violento e in grado diporre a rischio l’incolumitàdell’esemplare; tuttavia ledimensioni stesse degli uncini chepenetrano nello strato di grasso,hanno dimensioni trascurabili

Collage Ambientep ideambiente N°04_2017

33

p

Tracce spostamenti delle balenottere ottenute da satelliti e loro comportamenti. In giallo comportameti di tipo alimentare. Fonte Scientific reports

Migrazione di balenottere nel Mediterraneo: nuovi studi per identificare habitat critici

rispetto a un esemplare di anche 18metri.Il team di ricerca compostodall’Istituto Tethys e dall’ISPRA hacondotto le operazioni nel 2012 nelSantuario e, tra il 2013 e il 2015, nelleacque attorno Lampedusa riuscendocosì a “taggare” in complesso 13esemplari, rispettivamente 8 e 5. La ricerca ha prodotto delleinformazioni di estrema utilità perinquadrare l’uso che la balenotterafa dell’habitat mediterraneo, datiche costituiscono un ulterioretassello nelle conoscenze necessariealla tutela della specie. Le tracceottenute dai satelliti, infatti,indicano per la prima volta inassoluto, uno spostamento tardoinvernale degli esemplari dalloStretto di Sicilia verso le aree delSantuario Pelagos, un tracciato didiverse centinaia di miglia con unarotta che transita nel Mar Tirreno aest della Sardegna e della Corsica(Figura 1). I dati satellitari sono statipoi analizzati per valutare ilcomportamento mantenuto da

ciascun esemplare lungo i percorsi esono emerse elevate frequenze diArea of Restricted Search (ARS) nelSantuario e nello Stretto di Sicilia(rispettivamente nel 65 e nel 66% deidati) che indicano delle zone dialimentazione dove gli animalisostano. Le tracce quindi sono unaconnessione tra aree dialimentazioni invernali site nelloStretto di Sicilia tra Lampedusa everso le coste tunisine e quelle postepiù a nord nell’area del Santuario. Sebbene le informazioni necessitinoancora di ulteriori approfondimentiattraverso anche la replica dellericerche, i dati ottenuti sono giàimportanti ai fini delle azioni diconservazione della specie; aesempio, lo studio ha dimostratoche gli spostamenti e le areefrequentate dalle balenotterecoincidono in parte con aree diintenso traffico navale, un elementoche può avere delle ripercussionidirette e indirette per gli esemplari acausa rispettivamente dellecollisioni e del disturbo acustico.

I risultati sono stati pubblicati su“Scientific Reports”(www.nature.com/articles/s41598-017-03560-9), importante rivistascientifica, a testimonianza anchedella risonanza che le informazioniottenute hanno nel panoramaMediterraneo. Le informazioni suquesta specie, il secondo animalepiù grosso esistente dopo labalenottera azzurra, saranno poiutili per definire un quadro totaledegli spostamenti, dell’usodell’habitat attraversol’ACCOBAMS Survey Initiativeprevisto per l’estate 2018 quandoalmeno 11 aerei e unità navalicopriranno l’intero Bacinomediterraneo per ottenere la stimanumerica della balenottera e di altrespecie di cetacei.n

Giancarlo LaurianoISPRA

34 Collage Ambientep ideambiente N°04_2017

Esemplare di balenottera comune in emersione.

foto: Giancarlo Lauriano (ISPRA)

Si è appena conclusa la settimanaeuropea dedicata alla mobilità

sostenibile caratterizzata da unakermesse di appuntamenti che havisto a confronto professionisti delsettore, i mobility manager, diaziende pubbliche e private. Diparticolare interesse è stato l’eventopromosso dal mobility managerdell’ISPRA, in collaborazione conl’Università di Roma Tre e CanaleEnergia, nell’ambito del quale èstato affrontato il tema ‘mobilità’sotto molteplici approcci. Degno di nota l’interventodell’endocrinologo dell’UniversitàLa Sapienza, prof. Andrea Lenzi, ilquale ha evidenziato uncollegamento molto forte tra salute emobilità. Secondo il prof. Lenzi l’altaincidenza del diabete tra le personeche vivono nelle città rispetto allepopolazioni stanziate nelle zonerurali, è sintomatico di come talepatologia sia correlata allasedentarietà e ad un uso eccessivodell’auto privato. Di mobilità si è parlato anche intermini di innovazione e ricerca,rispetto ai nuovi mezziecocompatibili presenti oggi sulmercato (auto, moto e bicielettriche), nonché degli effettipositivi che la promozione di bestpractice rivestono in termini diimpatto ambientale. A tal proposito,come ha ricordato CristinaTombolini del Ministerodell’Ambiente, il ministro Galletti hastanziato nel collegato ambientale 35milioni di euro da destinare ai

Comuni che presentano progettidedicati alla mobilità sostenibile. La seconda parte dell’evento hacoinvolto i mobility manager inpratiche di team building orientatea individuare, in modo partecipato econdiviso, azioni di comunicazioneal fine di valorizzare e diffondereuna cultura orientata alla mobilitàsostenibile. Si tratta di un primostep. Infatti, i mobility manager chehanno preso parte a questomomento dinamico, siincontreranno nuovamente, questavolta però affiancati dai loro esperti

in comunicazione, al fine dicostruire un piano di comunicazioneesterna/interna da destinare alleaziende partecipanti. Un primomodello partecipato che vieneintrodotto tra aziende pubbliche eche potrebbe essere ripropostoanche a livello di Sistema.n

Cristina Sanna

Collage Ambientep ideambiente N°04_2017

35

pVerso la cultura del fare. I Mobility Manager in azione

36

p

Collage Ambientep ideambiente N°04_2017

Apochi passi dall’entrata delBioparco di Roma è stata

inaugurata lo scorso luglio unastruttura completamente rinnovatadove visitatori piccoli e grandipossono conoscere quali sono oggi ireati ambientali compiuti in Italia enel mondo ai danni degli ecosistemi,delle specie protette e del settoreagroalimentare. L’edificio ospita ilprimo Museo Ambiente e Crimine(M.A.Cri) d’Europa: è statorealizzato dal Comando Unità per laTutela Forestale Ambientale eAgroalimentare (CUTFAA)dell’Arma dei Carabinieri e dalBioparco di Roma, con l’obiettivo disensibilizzare i cittadini verso icrimini compiuti contro l’ambiente eallo stesso tempo far conoscere illavoro della neo costituita unitàdell’Arma, che ha assorbito lecompetenze del Corpo forestale

dello Stato. Il Museo è dedicatoall’etologo e divulgatore scientificoDanilo Mainardi, scomparsorecentemente, ed stato inaugurato loscorso 7 luglio 2017 dal Ministrodelle politiche agricole alimentari eforestali Maurizio Martina.Un esemplare di bufalo accoglie ivisitatori all’entrata del Museo perricordare la piaga del bracconaggioe della caccia illegale alle specieprotette. Si prosegue quindi lungoun percorso di circa 400 metri nelquale sono stati ricreati gliecosistemi dove gli atti criminalihanno maggiormente prodottodanni all’ambiente, dagli incendiboschivi al taglio illegale delleforeste, dall’inquinamento ai rifiuti. L’ultima parte del Museo è costituitada una grande sala dove sono stateesposte una serie di teche cheraccontano i principali crimini

contro l’ambiente attraverso oggettie pannelli informativi. Sono visibilimateriali sequestrati dalle forzedell’ordine e accanto ad essi leriproduzioni imbalsamate dellespecie maggiormente soggette areati. Alcune teche ospitano, adesempio, le zanne di elefantetrasportate illegalmente in Italia ogli oggetti in avorio realizzati conesse, come anche borse, cinture eoggetti di lusso realizzati con pelli direttile o le sciarpe di shatooshtessute con la lana ricavatadall’antilope tibetana. Le frodi alimentari sono l’altrocampo di azione del ComandoCUTFAA dei Carabinieri ecostituiscono una parte degli oltre230.000 controlli effettuati nel soloprimo semestre 2017. n

Anna Rita Pescetelli

Inaugurato al Bioparco di Roma il M.A.CriUn museo dedicato alla tutela dell’ecosistema e ai crimini compiuti contro l’ambiente

I paleontologi definiscono leestinzioni di massa quegli eventi—

cinque di numero negli ultimi 540milioni di anni—in cui il pianetaperde oltre i tre-quarti delle specieche ospita, in un intervallotemporale “geologicamente” breve.Molti biologi ritengono che una«sesta estinzione di massa» sia incorso, a giudicare dal numero e dalritmo di estinzione di specieverificatesi negli ultimi secoli omillenni. Il primo di questi eventi siè concluso circa 443 milioni di annifa e ha portato alla scomparsa dicirca l’86 percento delle specie;l’ultimo si è concluso 65 milioni dianni fa e ha portato alla scomparsadel 76 percento delle specie. Uno studio di Barnosky ecollaboratori, pubblicato nel 2011sulla prestigiosa rivista scientificaNature, esaminando le differenze tradati e informazioni dell’era fossile edi quella moderna, concludeva chel’attuale livello di estinzione (intermini di velocità e dimensione) èdrammatico, sicuramente superiorerispetto a quella che ci siaspetterebbe dai record fossili, anchese non si configura comeun’estinzione di massa nel sensopaleontologico, alla stregua dellealtre cinque grandi estinzioni.Tuttavia, gli autori sostengono che sesi includono oltre alle specie estinte,anche quelle ora iscritte allecategorie “criticamente in pericolo”,“in pericolo” e “vulnerabili”, allorasi potrebbe rappresentare la sestagrande estinzione di massa nell’arco

di pochi secoli.Un lavoro di Ceballos et al. diquest’anno evidenzia come,prendendo in esame il tasso diestinzione a livello di popolazione, lasesta estinzione di massa sulla Terrasia molto più preoccupante diquanto si possa percepireconsiderando il tasso di estinzione alivello di specie. Circa 200 specie divertebrati si sono estinti negli ultimi100 anni: ciò vuol dire che siperdono in media 2 specie l’anno.Questo dato, tuttavia, non generaabbastanza preoccupazione nelpubblico, soprattutto perché molte diqueste specie non sono speciebandiera, come il panda, ilrinoceronte o l’orso bianco ed eranopoco conosciute e poco diffuse.Tuttavia le estinzioni di specie sonomolto importanti, soprattutto nellungo periodo, perché tali perdite

sono irreversibili e possono avereeffetti profondi che vanno daldeterioramento della funzione e deiservizi ecosistemici all’esaurimentodelle risorse di ispirazione edell’estetica della Terra. Negli ultimidecenni la perdita di habitat, ilsovra-sfruttamento, gli organismiinvasivi, l’inquinamento,l’intossicazione, e più recentementele alterazioni climatiche hannoportato al catastrofico declino sia nelnumero sia nella dimensione dellepopolazioni di specie di vertebraticomuni e rare (IUCN, 2015).L’analisi mira ad esaminare ladimensione delle perdite dipopolazioni di vertebrati terrestri inun sistema globale di quadrati di10.000 km2. Le specie variano daquelle comuni a quelle rare evengono considerate tutte le speciedi vertebrati terrestri (anfibi, uccelli,

Collage Ambientep ideambiente N°04_2017

37

pVertebrati, in corso la Sesta Estinzionedi massa

38 Collage Ambientep ideambiente N°04_2017

rettili e mammiferi) ritenuti “indeclino” dall’IUCN in modo dafornire una stima migliore delleperdite di popolazione rispettoall’uso esclusivo dei dati IUCN sullespecie a rischio. Sono stati valutatianche gli intervalli di contrazione e ideclini di popolazione per 177 speciedi mammiferi per i quali sonodisponibili dati sulla riduzione delladistribuzione geografica dal ~1900 al2015. Nello specifico sono state presein considerazione le estinzioni localicercando di rispondere alledomande: quali sono i valori e ledistribuzioni geografiche dellespecie di vertebrati terrestri indeclino (ad esempio che presentanoperdite di popolazione)? Quali sono igruppi di vertebrati e le regionigeografiche che presentano i valoriassoluti e percentuali più elevati dispecie in declino? Qual è la scala diriduzioni della popolazione localenei mammiferi – rappresentativa pergli altri vertebrati? Le analisidimostrano che il declino divertebrati è diffuso a livellogeografico, attraversa le lineefilogenetiche e riguarda sia speciecomuni che rare. Le perditecomunque non sono uniformi:alcune regioni mostranoconcentrazioni più alte di specie confenomeni di estinzione dipopolazioni locali.La Terra attraversa un periodo diestinzione di massa globale per ivertebrati. Purtroppo la vera

estensione di questa estinzione dimassa è stata sottostimata a causadell’enfasi sull’estinzione dellespecie. Così si sottovalutanoampiamente i segnali per affrontarel’estinzione accelerata dellepopolazioni. Mentre è noto da tempoche diverse specie relativamente benstudiate hanno subito una notevolecontrazione delle loro distribuzioni,sperimentato riduzioni dipopolazione considerevoli e soffertomolte estinzioni di popolazione,l’estensione globale dellacontrazione e della soppressione nonè stata precedentemente riconosciutae quantificata. L’estinzione a livellodi popolazione nei vertebratiterrestri è onnipresente, ma connotevole rilevanza nelle regioni

tropicali ricche di specie. Èinteressante, comunque, sottolineareche, quando le estinzioni dipopolazione sono calcolate comepercentuale della ricchezza totale dispecie, le regioni temperate, con laloro tipica bassa diversità di specie,mostrano percentuali più alte diperdita di popolazione. Perdendo lepopolazioni (e le specie) di vertebratisi perdono anche le intricate retiecologiche che interessano animali,piante e microorganismi,danneggiando i servizi che gliecosistemi forniscono alla civiltà.n

Carmela CasconeISPRA

Le ultime dal Sistema Summer School AssoArpaa Cagliari, 27 - 29settembre 2017Seconda edizione della Scuola diformazione estiva per l’Altadirigenza delle Agenzie ambientaliitaliane promossa dall’associazioneAssoArpa. La tre giorni è unlaboratorio di progettazionestrategica e organizzativa delSistema nazionale per la protezionedell’ambiente, operativo dal 1gennaio 2017. Focus della primagiornata sarà l’applicazione dellalegge 132/2016 di istituzione delSistema negli ordinamenti regionalie a livello nazionale, per fare ilpunto su ciò che è stato fatto e quelche ancora è da farsi. La secondagiornata sarà dedicata a due sessionidi approfondimento tecnico: laprima sui contaminanti emergentiche inquinano le falde acquifere euna seconda di confronto fra glistrumenti di gestione e diinnovazione utilizzati oggiall’interno delle Agenzie. LaSummer school si conclude con unaterza sessione dedicata al temastrategico della comunicazione einformazione in campoambientale.n A.R. P.

Remtech 2017 a FerraraEsperti di Ispra e delle Agenzieambientali hanno partecipato alricco il programma di convegni eincontri tecnici organizzato dalla

Fiera internazionale dedicata allebonifiche e alla tutela del territorio.Tra i numerosi appuntamenti aiquali hanno preso parte i tecniciSnpa, si segnalano gli incontri sulletecnologie innovative dicaratterizzazione e i valori di fondo,la chimica verde, la gestione deirifiuti radioattivi, le attività dimonitoraggio e tutela ambientaledelle aree marino-costiere e portualiinterne ai SIN. I Direttori generali diArpa Friuli Venezia-Giulia e ArpaEmilia Romagna, Luca Marchesi eGiuseppe Bortone, hannopartecipato al convegno inaugurale“Stati generali sulle bonifiche dei siticontaminati”. Presente a Ferrara conuno stand anche AssoArpa.nA.R. P.

Riunito a Roma ilConsiglio nazionale Snpaguidato dal nuovoPresidente LaportaL’organo che riunisce i direttori delleArpa e di Ispra si è riunito lo scorso1 agosto per proseguire il lavoro didefinizione dell’assetto strategico diSnpa secondo il mandato affidato alSistema dalla legge 132. Il nuovo

presidente di Ispra e di Snpa StefanoLaporta ha indicato quale saràl’elemento cardine del suo incarico:costruire un Sistema forte,autorevole e credibile, che siconsolidi attraverso la crescita diuno spirito di appartenenza e siapunto di riferimento per il Paese,nella consapevolezza di avere lamission comune di consegnare aicittadini una rafforzata tuteladell’ambiente. Il Consiglio nazionaleha approvato una serie didocumenti che definisconol’operatività dell’organo stesso ehanno deliberato i risultati diGruppi di lavoro del Sistema.Proposti alcuni approfondimenti sutematiche di nuovo impatto per leAgenzie, espressa una posizionecomune su questioni regionali dirilevanza nazionale.nA.R. P.

In Campania un convegnosu ecoreati e ruolo di Snpa La Commissione parlamentared’inchiesta sul ciclo dei rifiuti,presieduta da Alessandro Bratti, haorganizzato lo scorso 27 luglio aGiuliano (Na) un dibattito pubblicosul ruolo delle Agenzie ambientali

News dal SNPAp ideambiente N°04_2017

39

pNews dal Sistema Nazionale delle Agenzie Ambientalia cura dell’Ufficio Stampa

nei confronti degli ecoreati nellaprospettiva aperta dalla legge132/2016. Il confronto, organizzatonon a caso nella città simbolodell’emergenza rifiuti, ha visto lapresenza dei rappresentanti delleistituzioni operanti in prima lineanella prevenzione e repressionedegli ecoreati. Oltre a StefanoSorvino, commissario dell’ArpaCampania, hanno preso parte aldibattito le parlamentari PaolaNugnes e Giovanna Palma, ilprocuratore aggiunto Airoma inrappresentanza della Procura diNapoli Nord e Sergio Costa,comandante regionale deiCarabinieri forestali. Numerosi i magistrati presenti, tra iquali alcuni collaboratori dellastessa Commissione d’inchiesta, chehanno salutato con interesse la legge132/2016. L’introduzionenell’ordinamento del Sistema diprotezione ambientale può favorirenella magistratura, per il supportoalle indagini, un naturale rivolgersiai tecnici delle Agenzie anziché aiperiti. La legge sugli ecoreati giàprevede il coinvolgimento delleArpa nelle cosiddette procedure diestinguibilità per illeciti ambientalidi entità non grave, per i quali leArpa sono chiamate a certificare ilrispetto delle prescrizioni imposteall’inquinatore. Le ampieprospettive che apre la legge 132chiedono uno sforzo di risorse per

affrontare le molteplici sfide. Risoluzione Commissione Ambientedella Camera per una rapida e pienaattuazione della legge 132/2016.Approvata all’unanimità lo scorso20 luglio da tutti i gruppiparlamentari una risoluzione dellaCommissione che impegna ilGoverno ad una piena applicazionedella riforma della AgenzieAmbientali e al potenziamentodell’Ispra, anche garantendo risorseadeguate al Sistema nazionale(Snpa). All’esecutivo è stato chiestodi prendere tutte le iniziative dicompetenza per emanare entro lafine del 2017 i decreti attuativi dellariforma ancora mancanti.Soddisfazione per l’iniziativa è stataespressa dal vice presidente SnpaLuca Marchesi, secondo il quale ildocumento pone in modo corretto epienamente condivisibile tutti i temisu cui il Sistema ha più volte postol’attenzione in questi anni e inparticolare dopo l’entrata in vigoredella legge 132/2016. Per Marchesisi tratta di “un passaggio politicoimportante e positivo, che confermal’attenzione del Parlamento neinostri confronti e che ci confortacirca l’efficacia del lavoro che stiamofacendo come Consiglio del SNPA ecome Assoarpa, anche in termini direlazioni istituzionali”.nA.R. P.

40 News dal SNPAp ideambiente N°04_2017

Il coraggio quotidianonon ha età. Dallaprovincia di Ragusa unastraordinaria storiacontrotendenza: iragazzi della scuolaGiuseppe Rogasi diPozzallo hanno fattoriaprire il monumentonazionale della città,patrimonio artistico eambientale.

Di sono storie che incontri percaso, magari mentre sei in

vacanza, al mare, in Sicilia. Storie che ti catturano, con dentropersone che non puoi dimenticare,perché lasciano dentro di te unsegno indelebile. Tra queste, ci sono i ragazzi dellascuola “Giuseppe Rogasi” diPozzallo, in provincia di Ragusa. Il perché è presto scritto: questiragazzi sono le “guide speciali” diun monumento nazionale, che,senza il loro coraggio e impegno,sarebbe impossibile visitare escoprire. E’ la Torre Cabrera chedomina alta e bianca il lungomare diPozzallo, uno dei centri balneari piùimportanti e frequentati dell’interaprovincia ragusana.I “ragazzi del Rogasi” ne svelanostoria, segreti, misteri dalle 18 alle 22

di ogni sera da lunedì a domenicanei mesi di agosto e settembre. Lofanno con una preparazione degnadei migliori critici d’arte grazie a unprogetto realizzato nella loro scuola,condito da una passione unica per laloro terra e le loro radici. La storia di Pozzallo ha originiantichissime, sul suo territorio sonostati infatti ritrovate tracce bizantinee monete romane. Dopo un periododi dominazione Saracena,arrivarono gli arabi che ne fecerouno dei porti più importanti dellazona. Nel XIV secolo, Pozzallo era moltoconosciuta per le sorgenti di acquadolce, “Pozzofeto” e “Senia”, tantoda essere segnata nei portolani esulle carte nautiche per irifornimenti delle scorte d’acqua dainavigli.La storia più recente di Pozzalloinizia proprio da qui con la famigliaChiaramonte, Conti di Modica, chequi costruì un “Caricatore”, ovveroun complesso di magazzini conpontili e scivoli sulla costa, che fecedivenire Pozzallo, il secondo snodocommerciale marittimo perimportanza della Sicilia dell’epoca.Proprio per la sua importanzamarittima e commerciale,successivamente fu necessariopotenziare le strutture difensivedella costa. Su richiesta del conteGiovanni Bernardo Cabrera, nel XVsecolo il re Alfonso V d’Aragona

autorizzò la costruzione di una torredi difesa: la Torre di Cabrera.La struttura risultò moltoimponente e di grande importanzamilitare per l’avvistamentopreventivo dei velieri pirata che inquel tempo miravano spesso aimagazzini del Caricatore, semprecolmi di grano della Contea diModica, che imbarcato a Pozzalloraggiungeva i più lontani portidel Mediterraneo. Nella torreprestavanoservizio soldati e artiglieri e sullesue terrazze vi eranopiazzati cannoni di diverso calibromentre dei cavalieri sorvegliavanola costa. Venivano anche catturati e

GAiAp ideambiente N°04_2017

41

GAiA

a cura di Chiara Bolognini

Ambiente e patrimonioartistico, dalla Sicilia una storia di giovanicoraggiosi

42 GAiAp ideambiente N°04_2017

puniti i criminali o i prigionierisaraceni catturati e giustiziati in unacamera particolare, ancor oggivisibile, situata proprio sugli scogli,dove i detenuti venivano incatenatie poi uccisi per annegamento dalleacque innalzatisi con l’alta marea.Nelle volte a crociera di qualcunadelle sale, adibite a residenza delcastellano, o del conte stesso dipassaggio, spiccano gli stemmiscolpiti raffiguranti il blasone dellanobile famiglia catalana dei Cabrera.Mentre scrivo ho sotto mano ilcellulare e il messaggio che gli amicidi Pozzallo mi hanno appena inviatosu whatsapp per dirmi che anchequest’anno sono impegnati a fare le

guide. Riguardo le fotografie esorrido, pensando a quando l’annoscorso mi hanno trascinata nellestanze della Torre accendendo lafantasia e spingendola tra velieri,storie di pirati, conquistatori e nobilipronti a difendere il loro territorio. E provo gratitudine per lagrandezza di questi giovani che, inun Paese meraviglioso econtradditorio come il nostro,credono e vanno contro corrente,tenendo viva una memoriaaltrimenti dimenticata e invisibile. Nel rispetto dell’ambiente e delpatrimonio artistico, che sempreambiente è.n

C’è un termine che ricorresempre più frequentemente

presso i mezzi di comunicazione dimassa sia nazionali cheinternazionali: EMERGENZA. Anchesolo sfogliando i quotidiani,guardando i telegiornali o ascoltandola radio, possiamo renderci contodella forza evocativa di questa paroladal grande valore emotivo: calamità,allarme, minaccia, rischio,inquietudine. Il senso del termine acui ci riferiamo, in questo contesto, èquello riportato dal VocabolarioTreccani che così lo definiscenell’accezione che ci interessa:“Emergènza s.f. (der. di emergere).Circostanza imprevista, accidente.Sull’esempio dell’inglese emergency… momento critico, che richiede unintervento immediato, soprattuttonella locuzione stato di emergenza.Con usi più generici e più com.:avere un’e., essere, trovarsi in unasituazione di e., di improvvisadifficoltà; intervenire solo in caso die.; adottare provvedimenti di e.,eccezionali, ma resi necessari dallaparticolare situazione; cercare unrimedio d’emergenza. Emergenzaumanitaria, situazione di emergenzadeterminata dalle gravi condizionipatite dalle popolazioni civilistanziate in zone di guerra e daiprofughi costretti, a causa del

conflitto, a lasciare le loro abitazioni.Nel linguaggio giornalistico (seguitoda un sostantivo), situazione diestrema pericolosità pubblica, tale darichiedere l’adozione di interventieccezionali: e. droga; e. mafia; e.occupazione”.A queste ultime definizioni, nepossiamo aggiungere infinite altreche si affacciano giornalmente, come:emergenza terrorismo, attentati,incidenti sul lavoro, acqua, fame,epidemie, siccità, terremoti, eruzionie … chi più ne ha ne metta! Ora,considerando unicamente la partereale, umana e dolorosa che ilconcetto di “Emergenza” implica elasciando da parte il fatto che spessolo stesso concetto è stato usato ascopi politici, economici, di eserciziodi potere (vedi il rallegrarsi diimprenditori e faccendieri dopomolteplici terremoti in terra d’Italia),vogliamo soffermarci brevementesugli aspetti prettamente psicosocialiche accompagnano la percezionedella “circostanza imprevista e delpericolo incombente”. Un qualsiasievento percepito come “disastro”,implica una reazione collettiva chegeneralmente risulta positiva inquanto le persone si cercanoattivamente, si scambianoinformazioni e sostegno reciprocofacendo saltare le gerarchie di classee di appartenenza al proprio gruppo.Il principio fortemente presente nellapsicologia individuale e di massa, è

quello della solidarietà, dell’aiuto,della partecipazione attiva alla vitaaltrui, sia in termini pratici cheemotivi. A questo proposito èimportante sottolineare come lestrategie collettive di coping (termineinglese che si può tradurre come“strategie di adattamento” e cheindica l’insieme dei meccanismipsicologici adattivi messi in atto daun individuo per fronteggiare lesituazioni potenzialmente stressantio pericolose per il normalefunzionamento psichico), simanifestino e si concretizzino conuna precedenza di intervento attivoprima per i familiari, poi per gliamici, i vicini e alla fine nei confrontidegli sconosciuti. Questo tipo diatteggiamento, definito “pro sociale”,si manifesta generalmente in formespecifiche in tutte le situazioni di“disastro” e rappresentaun’eccezione rispetto alla routinequotidiana. Inoltre talecomportamento, indirizzatodall’interno del singolo individuoverso l’esterno, cioè la socialità, ètanto più percepibile quanto più altisono i livelli di ansia e tensionesensitiva che possono sfociare nelpanico vero e proprio. A questoproposito, va ricordato che secondol’approccio cognitivo -comportamentale, ogni singoloessere umano reagisce all’Emergenzacon modalità e sfumature esclusive aseconda della personalità, del

Psicologia e Ambientep ideambiente N°04_2017

43

Psicologia& Ambiente

a cura di Sabrina Arata Farris

L’emergenza nel psicosociale

proprio vissuto, delle esperienzepregresse, delle conoscenze acquisitee del sistema sociale di appartenenza.È necessario, quindi, avere cognizionicorrette riguardo alle caratteristicheche muovono la sfera psicosocialeper poter interpretare, gestire e saperformulare risposte adeguate neimomenti che seguono un eventotraumatico. E questo è, esattamente,il campo di intervento dellaPsicologia dell’Emergenza,impegnata ad analizzare,comprendere, affrontare e risolvere,le implicazioni psicologiche chederivano dai traumi di cui sonovittime le persone coinvolte in eventicatastrofici di natura ambientale oantropica. Questa sfera di studipsicologici relativi all’osservazione ealla gestione dei comportamentiumani in situazioni estreme, è natadall’apporto della psicologia militare,della psichiatria d’urgenza e dalla

Disaster Mental Health,successivamente si èprogressivamente sviluppata comeinsieme di tecniche d’intervento e,soprattutto, di modelli di“inquadramento concettuale” deglieventi cognitivi, emotivi, relazionali epsicosociali dell’Emergenza. Mentre imodelli anglosassoni fannoriferimento ad un approcciocognitivo - comportamentale,fondato su protocolli e funzionicodificate, i modelli europeipropongono una visione integratadell’intervento su basipsicodinamiche.Altrettanto importante è poil’assistenza psicologica dedicata alpersonale di soccorso (vigili delfuoco, operatori della protezionecivile, militari, operatori sanitari,corpi volontari ecc.) che,intervenendo in circostanze estreme,si trovano a fronteggiare problemi di

ogni sorta, continuamente inediti,con implicazioni emotive di grandedelicatezza. In sintesi la Psicologiadell’Emergenza sviluppa conoscenze,mette in risalto nuove competenze emetodologie con l’obiettivo diintervenire in situazioni di crisiattraverso l’utilizzo di strumenti etecniche sempre più adeguateall’evolversi della realtà. Essa nonsolo è finalizzata agli interventi disostegno individuali e di gruppo, masi propone anche come scienzainterdisciplinare in grado dicontribuire in maniera significativasul piano della prevenzione edell’organizzazione nel settore dellasicurezza e del benessere lavorativocon il proposito di preveniresituazione di emergenza umana epersonale.n

44 Psicologia e Ambientep ideambiente N°04_2017

curiositàp ideambiente N°04_2017

45

Curiosità

a cura di Cristina Pacciani

Sessanta alghe artificiali“sentinelle” della faunamarinaProgettate, stampate in 3D e‘trapiantate’ nella Baia di SantaTeresa (La Spezia) 60 alghe in resinasiliconica atossica simili alle alghenaturali, per testarne l’idoneità allacolonizzazione da parte di organismimarini, per comprendere l’effetto dimitigazione al cambiamentoclimatico e di protezione esercitatodall’alga naturale sulla faunaassociata. Sono gli obiettivi delprogetto “Will coralline algae reefmitigate climate change effects onassociated fauna?”, condotto daENEA in collaborazione con CNR eUniversità di Portsmouth e delladurata di due anni (2016-2018).Queste 60 alghe “sosia” delle alghe

naturali, sono state ‘trapiantate”all’interno del reef naturale a circa 50cm di profondità per avviare la fasedi acclimatazione e permettere albiofilm batterico di ricoprire imimics, favorendone lacolonizzazione da parte di organismiquali piccole stelle di mare, crostacei,molluschi e molte altre specie.(Fonte: ENEAinform@)n

Terremoto Ischia: Peduto,informare è dovere civile“A un anno dal sisma dell’Italiacentrale, riviviamo di nuovo ildramma del terremoto, che stavoltaha colpito l’isola d’Ischia, conepicentro a mare; lascia perplessocome un terremoto di talemagnitudo possa provocare danni evittime nel nostro Paese, è possibileche la magnitudo possa essere stataleggermente sottostimata ma, ripeto,è francamente allucinante che sicontinui a morire per terremoti diquesta entità”. Così ha dichiarato,con un comunicato stampa emessoqualche giorno dopo l’evento che hacolpito l’isola campana FrancescoPeduto, Presidente del ConsiglioNazionale dei Geologi, qualchegiorno dopo. Il nostro Paese siconferma estremamente vulnerabiledal punto di vista dei rischigeologico, sismico, ma anchevulcanico e idrogeologico, continuaPeduto, che lamenta la mancanza di

atti concreti per la prevenzione. “Farconoscere lo stato di sicurezza dellecase dove un cittadino abita o lavoraè un fatto di etica innanzitutto, unprincipio morale prima ancora cheuna misura di salvaguardia e diprevenzione civile”. (Fonte:Consiglio nazionale Geologi)n

Ancona, capofila dellamobilità sostenibileIl progetto MobilAttivAncona, natoper agevolare gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro, è statoselezionato dal Ministerodell’Ambiente tra quelli che sarannofinanziati.  Il Comune di Anconaaveva presentato il progetto loscorso gennaio scorso; dopo averottenuto il parere favorevolepreventivo della Conferenza Stato-Regioni e del Ministero delleInfrastrutture e Trasporti, il 19settembre scorso è stato pubblicatodal Ministero dell’Ambiente nellagraduatoria relativa al Bando sullamobilità sostenibile. Nel concreto,“MobilAttivAnconA” prevede, tra lealtre iniziative, la realizzazione dellaautostazione bus e nodo diinterscambio fra traffico privato,trasporto pubblico su gomma etrasporto pubblico su ferro nell’ex-area Verrocchio, il completamentodella linea di alimentazione deifilobus  (pali e cavi di alimentazioneaerea), la realizzazione di una rete dicolonnine per la ricarica elettrica deiveicoli e l’implementazione diservizi di car-sharing e bike-sharingelettrico nei nodi di attestazione deltraffico privato indotto dalpendolarismo per motivi di lavoro estudio (parcheggi scambiatori, polididattici universitari e sediamministrative) e molto altro ancora.Il progetto comporta un costo dicirca 2,7 milioni di euro, di cui 1milione è la quota finanziata dalbando Ministeriale.n

46 curiositàp ideambiente N°04_2017

Nel Lazio quattro nuovimonumenti naturaliIstituiti dalla Regione Lazio quattronuovi monumenti naturali,nell’ambito di un percorso divalorizzazione delle ricchezzenaturali del nostro territorio, natocome strumento per attrarreinvestimenti e risorse su questiluoghi per la loro conservazione,valorizzazione, progettazione e perrenderli ancora più fruibili, grazieanche al coinvolgimento deicittadini. Si tratta dei “Valloni dellaVia Francigena” nel Comune diCapranica (VT); di Aquinum” nelComune di Castrocielo (FR); di“Pyrgi” nel Comune di SantaMarinella (RM) e de “La Frasca” neiComuni di Civitavecchia (RM) eTarquinia (VT). (Fonte: RegioneLazio)n

Le discariche sotterraneeTorna quest’anno dal 22 al 24settembre la XIII edizione di“Puliamo il Buio”, campagna dellaSocietà speleologica italiana, legataal progetto “Puliamo il mondo”diLegambiente che, in diverse grotte ecavità artificiali dal nord al suddell’Italia, ha consentito diraccogliere, dalla prima edizione del2005 al 2016, 156.168 kg di materiali,avviati a discarica autorizzata.Purtroppo gli ipogei naturali eartificiali spesso vengano utilizzaticome delle e proprie discaricheabusive e i danni provocatiall’ambiente carsico e alle risorseidriche profonde sono incalcolabili.L’iniziativa si propone, oltre abonificare almeno in parte lediscariche abusive sotterranee,anche di documentarne lasituazione, di valutarne il grado dipericolosità e di individuare ipossibili rimedi, proponendoli poiall’opinione pubblica e alleAmministrazioni Locali.n

Italiani, autisti “green”In Italia abbiamo un parco circolante‘green’ che rappresenta l’8,58% deltotale. La sensibilità al carburantegreen è una buona abitudine increscita nel nostro Paese grazieanche al diffondersi di carburantialternativi: stando ai dati Aciaggiornati al 31 dicembre 2016, inItalia circolano 3.249.122 autovetturealimentate con carburantialternativi, di cui 2.211.368 sono aGpl, 911.246 a metano, 117.433 ibridebenzina, 5.743 elettriche e 3.332ibride gasolio. Per accrescere ancorpiù questa sensibilità nei confrontidei carburanti a basso impatto,Energas Spa – che opera da più diottant’anni nel settore delladistribuzione e vendita di Gpl peruso civile e industriale - ha lanciatoun nuovo spot‘Ecocompatibilmente’, perdiffondere la consapevolezza che ilGpl rappresenta non solo un’energiaa basso prezzo, ma anche, appunto,ecocompatibile. I carburantialternativi, come Gpl (Gas diPetrolio Liquefatto) e Gnl (GasNaturale Liquefatto), i vettorienergetici quali l’idrogeno e ibiocarburanti (Bioetanolo, Bio-eteri,Biodiesel e Hvo) sono fontienergetiche definite strategiche dallaDirettiva comunitaria Dafi, che ha

come obiettivo la decarbonizzazionedell’Unione Europea, da perseguirecon il ricorso ai carburantialternativi in tutti gli Stati Ue.(Fonte: Meteoweb)n

Bruxelles 31 May 2017, Green Week,Press Room – Hotel Crowne PlazaNovità in vista nel Network sullaComunicazione Ambientale dellaDirezione Generale Ambientedell’UE. Alla consueta riunioneannuale svoltasi durante la GreenWeek a Bruxelles il 31 maggio scorsoinfatti, il nuovo capo della UnitàComunicazione, il francese GillesLaroche, ha annunciato l’intenzionedi ridare vigore al network dellacomunicazione UE anche inottemperanza alle indicazioni delCommissario all’Ambiente,Karmenu Vella, che attraverso unacomunicazione mirata intendeinfondere nuova fiducia nei cittadiniverso le Istituzioni Europee anchecon una maggiore presenza a livellolocale tramite, ad esempio, lapartecipazione e la concessione delpatrocinio UE ad eventi nazionali. Tra le attività di comunicazioneambientale pianificate dall’UE, sisegnala che entro la fine dell’annosarà lanciata una campagna disensibilizzazione nel settore delriutilizzo delle acque e dei rifiutiplastici per evidenziare i progressied i risultati conseguiti finoranell’attuazione del pacchettosull’economia circolare. I paesidestinatari della campagna disensibilizzazione sul riuso delleacque sono: Francia, Germania,Italia, Grecia e Portogallo, mentre lacampagna sui rifiuti plastici è rivolta

a: Cipro, Grecia, Francia, Malta ePolonia. Per il 2017 il programma di lavorodella Commissione conferma iltotale impegno a garantire latempestiva attuazione del pianod’azione UE per l’economiacircolare, adottato il 2 dicembre2015, proponendo inoltre l’adozioneentro la fine dell’anno di unastrategia sulla plastica permigliorare l’economia, la qualità e ladiffusione del riutilizzo di materialiplastici e ridurne la dispersionenell’ambiente. La priorità sul temaPlastics è stato anche ribadito dallaEEA e si è ricordato come anchel’EPA Network abbia contribuito,inoltrando al Commissario KarmenuVella un Paper on Plastics, adottatodai paesi membri del gruppo, comecontributo alla discussione sullaelaborazione della nuova strategiaeuropea sulla Plastica“Recommendations toward the EUPlastics Strategy”. La rappresentate dell’Estonia, paeseche dal 1° luglio ricopre l’incarico diPresidenza dell’UE per la primavolta, ha preannunciato losvolgimento della prossima riunionedel Network GSN a Tallinn nel mesedi ottobre 2017. Mr Laroche haquindi annunciato che in futuro siorganizzeranno due incontriall’anno, uno a Bruxelles, durante laGreen Week, e l’altro nel paese chedetiene la presidenza di turno o in

altri che si offriranno. Infine è stata data informazione sulprossimo tema della Green Week2018, le “Green Cities”, cui il GSNcontribuirà attivamente anche grazieagli inputs forniti dagli stati membrisui temi connessi quali qualitàdell’aria, acqua, biodiversità,rifiuti.n

Stefania Fusani

News dal SNPAp ideambiente N°04_2017

47

Spazio Internazionalea cura di Stefania Fusani e Sandra Mosconep

Green Spider Network (GSN) Meeting 2017

48 Prossimamente nel mondop ideambiente N°04_2017

European Space Week 2017(EUSW 2017)3- 9 NOVEMBRE 2017Tallinn - Estonia Favorire un’Europa digitale eassicurare una libera circolazionedei dati per un’economia europeaaperta ed innovativa, è una dellequattro priorità della Presidenzaestone del Consiglio dell’UnioneEuropea che organizza la prossimaedizione della settimana europeadello Spazio (EUSW 2017). Lo scopoprincipale di questo evento è quellodi incoraggiare le interazioni tra lacomunità dello spazio e la comunitàdigitale. Un’occasione unica perfornire visibilità al settore spazialein rapido cambiamento, alle sueapplicazioni e ai programmi spazialidell’Unione Europea Copernicus eGalileo. Una costellazione di eventie conferenze tematiche tra cui unagiornata dedicata al tema Spazio nelProgramma di ricerca Horizon 2020,ruoterà intorno ad un grande spazioespositivo. Nel corso dell’interasettimana di lavori verrannoaffrontati diversi temi relativi allospazio e di interesse per il più ampiopubblico, dai policy maker alle start-up le PMI, le autorità pubbliche, iprincipali attori dell’industrianonché il pubblico in generale.n

The European Clean AirForum16 NOVEMBRE 2017PARIGI – FRANCIAFin dagli anni ’70, la Commissioneeuropea è impegnata ad affrontare ilproblema dell’inquinamentoatmosferico affinché venganoraggiunti livelli di inquinamento chenon causino impatti negativi

significativi per la salute dell’uomoe dell’ambiente. Il problemadell’inquinamento atmosferico, èuna sfida molto complessa daaffrontare, e richiede un’azionecongiunta tra tutti gli attori sociali ei settori economici coinvolti, inclusoil settore energetico, le attivitàindustriali, il trasporto, i sistemiproduttivi dell’agricoltura, ilriscaldamento domestico e ilconsumo. Il Forum europeo dell’ariapulita, organizzato dallaCommissione Europea, fornirà unabase solida per un dialogostrutturato ed uno scambio diconoscenze e buone pratiche miratea migliorare la capacità dei piùrilevanti portatori di interesse nell’affrontare il problema della qualitàdell’aria. Una riflessione sullepolitiche di sviluppo, sui progetti e iprogrammi in materia diinquinamento atmosferico, perfacilitare l’implementazione dellepolitiche europee, nazionali e locali.Due giornate di confronto peresperti, decisori politici e portatoridi interesse sul tema “AriaPulita”.n

Engendering EnvironmentConference16 OTTOBRE 2017BERLINO-GERMANIALa conferenza “Engendering theEnvironment” è organizzatadall’Agenzia tedesca per laprotezione Ambientale ed hal’obiettivo di incoraggiare loscambio di esperienze a livellointernazionalesull’implementazionedell’integrazione di genere, nellaricerca e nelle pubblicheamministrazioni. Tale iniziativaprende in considerazione il generecome valore aggiunto e fornisce undibattito sulle condizioni diprerequisito per le valutazioni diimpatto di genere cercando dirispondere alle seguenti domande:quale tipo di conoscenza di genere èrichiesto per condurre ricercaeccellente su tematiche ambientali esalute ambientale? Quali forme diconsulenza politica innovativa,aiuteranno ad utilizzare la

Prossimamente nel mondoa cura di Stefania Fusani e Sandra Moscone

Prossimamente nel mondop ideambiente N°04_2017

49

prospettiva di genere a beneficio ditutti i cittadini uomini e donne? Sidiscuterà anche sugli esitidell’implementazione dellastrategia per l’uguaglianza digenere nella pubblicaamministrazione, nella ricercascientifica accademica, negli istitutidi ricerca, nella società civile e nelsettore ambientale. Attraverso unaserie di panel e roundtable siaccenderà un faro sulla questionelanciando nuovi stimoli ed aprendoa nuovi dibattiti per il futuro.n

23rd Climate ChangeConference - COP236-17 NOVEMBREBONN- GERMANIA Saranno le isole Fiji a presiedere la23° Conferenza delle Parti dellaConvenzione Quadro delle NazioniUnite sui cambiamenti climatici(Unfccc) che si svolgerà a Bonn,quartiere generale del Segretariato.Una scelta molto simbolica quella didare la presidenza alle isole Fiji se sitiene presente che sono proprio gliStati isola, gli atolli e le piccolenazioni insulari ad essere più arischio a causa dei cambiamenticlimatici, quelli più severamentecolpiti dall’innalzamento dei livellidel mare, già costretti a preparareprogrammi di evacuazione deipropri abitanti. La scorsa COP diMarrakech si era conclusa conl’obiettivo di definire entrodicembre 2018 il regolamento diattuazione dell’Accordo di Parigisul clima, con il monitoraggio degli

impegni presi da ciascun paese el’istituzione del Fondo Verde peraiutare i paesi in via di sviluppo. Lapresidenza della COP23 riconoscel’importanza del coinvolgimentoequo delle donne nello svilupposostenibile e nell’implementazionedelle politiche sul clima, includendoper la prima volta un Pianod’Azione (the Gender Action Plan).Sarà il Bula Spirit ( “bula” saluto inlingua fiji) di inclusività, amicizia esolidarietà a caratterizzare questaedizione, con la speranza che siaquello giusto per far avanzarel’Accordo di Parigi e accelerarel’azione sul clima per tutte le societàpiù vulnerabili. Il logo dellaconferenza richiama all’esperienzadel devastante ciclone Winstonavuta dalle isole Fiji lo scorso anno,un messaggio duro ed efficace daportare al mondo intero. Allaconferenza COP23 parteciperannoquasi 20.000 persone, dai governi,gli organismi intergovernativi, leagenzie delle Nazioni Unite, leOrganizzazioni non governative e lasocietà civile.n

China-Italy Science,Technology & InnovationWeek 201713-17 NOVEMBRE 2017PECHINO,CHENGDU,GUIYANG –CINA L’iniziativa “China-Italy Science &Innovation Week” è promossa dalMinistero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca

(MIUR) in collaborazione con ilMinistero degli Affari Esteri e dellaCooperazione Internazionale(MAECI) e da parte cinese dalMinistero della Scienza e dellaTecnologia (MOST). La settimanaCina-Italia per la Scienza laTecnologia e l’Innovazione ècoordinata da Città della Scienza diNapoli in sinergia con diversiMinisteri tra cui il Ministerodell’Ambiente e della Tutela delTerritorio e del Mare e dal ConsiglioNazionale delle Ricerche (CNR).L’evento principale si svolgerà aPechino, successivamente aChengdu ed infine a Guiyang ,entrambi importanti centricommerciali e tecnologici. Unasettimana interamente dedicata alleattività di scambio e all’interazionein ambito scientifico e tecnologicotra gli operatori dei due Paesi,finalizzata a creare partenariatitecnologici, produttivi ecommerciali nei contesti innovativiricerca–impresa. Tra i temiprincipali di questa edizione :l’Aerospazio, l’Agrifood, la ChimicaVerde, il Clean Tech & Ambiente,l’Energia, la Mobilità Sostenibile e laBlue Growth. Il format dell’eventoprevede come di consueto Seminari,workshop e tavole rotonde, nonchéincontri one-to-one tra università,enti e aziende italiane e cinesi. Lapartecipazione è riservata alleimprese e a tutti i soggetti pubblici eprivati con sede in Italia, attivinell’innovazione di prodotto eprocesso o nella ricerca scientifica etecnologica interessati aconfrontarsi con potenziali clienti opartner della Repubblica PopolareCinese. Uno degli obiettiviprincipali è quello di promuovere le“eccellenze” dei due Paesi in ambitoscientifico e tecnologico rafforzandoil dialogo istituzionale bilaterale.n

G7 Scienza, più forza allaRicercaSi è conclusa pochi giorni fa, aTorino, la Riunione Ministeriale delG7 dedicata alla Scienza. L’incontro,insieme alle Ministeriali Industria eLavoro, ha fatto parte dellaSettimana dell’Innovazione,organizzata dalla Presidenzaitaliana.La discussione del G7 Scienza si èarticolata in tre sessioni: la primadedicata agli strumenti volti agarantire che i percorsi formativi deiricercatori, con un’attenzioneparticolare alle donne e ai giovani,includano le competenze richiestedal nuovo paradigma tecnologico.La seconda sessione ha affrontato iltema delle policy e della finanza peruna ricerca inclusiva e responsabile.Tema centrale, assicurare che ibenefici generati dagli investimenticontribuiscano a raggiungere gliobiettivi di sviluppo sostenibile.L’ultima sessione, infine, è stataincentrata sulle sinergie utili a creareinfrastrutture di ricerca globali,comprese le reti elettroniche (e-infrastructures), che rendanoaccessibili e riutilizzabili i risultatidella ricerca in tutti i campi.“Una straordinaria convergenza diimpegno e di visione tra i Paesi delG7 sulla centralità della ricercascientifica e della figura del

ricercatore”, il commento delministro dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca,Valeria Fedeli. “La responsabilitàche incombe sui paesi del G7, diguidare la transizione tecnologicaglobale, richiede politichecoordinate e lungimiranti,coinvolgendo tutte le partiinteressate, dal settore pubblico alprivato, dalla comunità scientificaalla società civile”, ha infineaggiunto.n

Raggi X e beni culturali,nuove collaborazionicercasiÈ stato lanciato a Torino, inoccasione del G7 della Scienza, uninvito rivolto alla comunitàscientifica internazionale per larealizzazione, secondo un modellodi open innovation, di un nuovoapparato per radiografie digitali etomografie computerizzate dedicateai beni culturali di grandi

dimensioni. Il Dipartimento di Fisicadell’Università degli Studi di Torino,l’Istituto Nazionale di FisicaNucleare (INFN) e la FondazioneCentro Conservazione e Restauro“La Venaria Reale” (CCR), nelperiodo 2010-2013, hanno infattirealizzato un sistema in grado difornire informazioni utili alladiagnostica nelle attività direstauro e conservazione. Il summit piemontese è statol’occasione per presentare i risultatidel lavoro fin qui svolto e pergettare le basi per future nuovecollaborazioni in ambito scientifico. I partner metteranno a disposizionedi tutta la comunitàscientifica l’intera documentazionedel progetto e il loro know-how percreare un network di ricercatori eaziende dedicate alla progettazionee all’attuazione della nuovainfrastruttura di ricerca.n

50 dal Mondo della Ricercap ideambiente N°04_2017

dal Mondo della Ricerca

a cura di Giuliana Bevilacqua

www.g7italy.it

Captato il primo segnaledelle onde gravitazionali:l’annuncio al G7 dellaScienzaLo scorso 14 agosto è stato captato ilsuono emesso al termine dellafusione di due buchi neri dellamassa di 31 e 25 volte quella del Solee distanti fra loro circa 1,8 miliardidi anni luce. Durante questoprocesso è avvenuta la conversionein energia sotto forma di ondegravitazionali. Il segnale è stato misurato coninedita precisione dai due rivelatoridi LIGO (Laser InterferometerGravitational-Wave Observatory),che si trovano negli Stati Uniti, e dalrilevatore VIRGO, fondatodall’Istituto Nazionale di FisicaNucleare (INFN) italiano e dalCentre National de la RechercheScientifique (CNRS) francese.Si tratta della quarta rilevazione diquesto genere, che testimonia lafusione di un sistema binario dibuchi neri. Un risultato importante,che dimostra il potenziale scientificodella rete globale di rilevatori. “Siamo orgogliosi di VIRGO, lostrumento che si trova in Italia, e checon il suo determinante contributorende possibile questa nuova,grande avventura scientifica”, hacommentato Fernando Ferroni,presidente dell’Istituto Nazionale diFisica Nucleare. n

No alle plastiche nei mari,una mostra a TorinoAl via dal capoluogo piemontese lamostra itinerante Ocean PlasticsLab, ideata per sensibilizzarel’opinione pubblica sugli effettidell’inquinamento provocato dallaplastica nei mari e negli oceani.L’iniziativa, promossa dal MinisteroFederale dell’Educazione e dellaRicerca della Germania, con ilsupporto dell’Ue, approderà poi a

Parigi, Bruxelles, Washington eBerlino. La scelta di Torino per dare inizio altour non è stata casuale: qualeoccasione migliore del G7 dellaScienza per puntare i riflettori suuna problematica così importante? Negli ultimi decenni nel mare èstato gettato ogni genere di rifiuto:liquami, spazzatura, oggettiingombranti, abbandonati conl’ipocrita convinzione che la suagrandezza fosse capace diaccogliere, diluire, riciclare ognicosa. Circa il 70% dei rifiutisolidi riversati in mare affonda,sparendo alla vista, mentre solo il15% rimane in superficie. Plastica egomma sintetica sono i materiali piùpersistenti e nel tempo tendono aframmentarsi in parti più piccole aseguito dell’azione fisica del mare(onde, correnti, maree) adell’abrasione conseguente alcontatto col fondale e la battigia. Ilprocesso di frammentazioneproduce particelledette microplastiche – hanno in piùoccasioni denunciato i ricercatoricoinvolti nel progetto DeFishGear,di cui anche ISPRA è partner. Questeparticelle hanno dimensioni simili alplancton e possono essere ingeritedagli organismi marini con effettitossici non ancora del tutto noti ma

che si propagano lungo la retetrofica fino all’uomo.Sensibilizzare cittadini e decisoripolitici rappresenta l’obiettivo, nonpiù procrastinabile, che ha ispiratola mostra Ocean Plastics Lab:l’esposizione, caratterizzata da unforte grado di interattività, si snodaall’interno di quattro containernormalmente utilizzati per iltrasporto marittimo, ciascunodedicato alla riflessione intorno auna tematica differente. Nel primo,presenti installazioni checonsentono di vivere un’esperienzaimmersiva nei rifiuti; nel secondo, ivisitatori possono vestire i pannidegli scienziati conducendo analisisu campioni e provette; nel terzocontainer emergono gli effettidannosi della plastica sulla flora esulla fauna marina mentre nelquarto sono rappresentate lepossibili soluzioni proposte a varilivelli, con la partecipazione diLegambiente.n

dal Mondo della Ricercap ideambiente N°04_2017

51

Foto: Greenpeace/Carè/Marine Photobank