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Anno IX - n. 10 Novembre 2015 Mensile dell’ Azione cattolica trentina - Aut. Trib. Trento nr. 768 del 23/05/1992 - Sped. in AP fil. Trento D.L. 353/2003 Poste Italiane S.P.A. Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 art. 1, comma 2, DCB Trento - Dir. Resp. Alessandro Cagol - Via Borsieri, 7 - 38122 Trento

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2 novembre 2015

SOMMARIO

Camminiamo Insieme

Chiusura in redazione27 ottobre 2015

Editoriale Missionari come Maria ……………………………………………………………………………………………pag. 3

Spiritualità Riscoprire e accogliere la misericordia di Dio …………………………………………………………………………………………………pag. 4

Attualità Nazioni Unite: la crisi di un’idea forte……………pag. 6

Approfondimento Ci sta a cuore! ……………………………………………………………………………………………………………………………………………pag. 8

Cammini formativi Dall’altra parte del mondo………………………………………………………………………pag. 10

Vita di Ac La Presidenza diocesana ………………………………………………………………………………pag. 12

Il libro Dire la vita ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………pag. 13

L’Agenda di Ac Gli Esercizi Spirituali di Avvento……………………………………………pag. 14

Appuntamenti di dicembre ………………………………………………………………………pag. 15

Carta proveniente da forestecorrettamente gestite

Stampa Publistampa Arti Grafiche Pergine Valsugana

Azione cattolica Diocesi di Trento - Via Borsieri, 7 - 38122 Trentotel. 0461 260985 / fax 0461 233551 - segreteria@azionecattolica.trento.itwww.azionecattolica.trento.it - Facebook (Azione-Cattolica-Diocesi-di-Trento)

Orari di segreteria:lunedì dalle 8.30 alle 12.30martedì dalle 14.30 alle 18.30mercoledì dalle 8.30 alle 12.30giovedì dalle 8.30 alle 12.30venerdì dalle 14.30 alle 18.30

L’assistente ecclesiastico don Giulio Vivianiè presente in Centro diocesano il venerdì dalle 15 alle 17.30.

«È viaggiando che si impara a vive-re. Anche il percorso che ogni annocompiamo in Ac, singolarmente ocon i nostri gruppi, fa parte di quelpellegrinaggio e vuole aiutarci a va-lorizzare gli incontri fatti e a diven-tare sempre più autentici pellegrinie insieme testimoni.»

(dal sussidio Ac adulti “#Viaggiando”)

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Il mese di ottobre appena trascorso è un mese denso e ricco, perché ricomincia-no tutte le attività pastorali e associative, ma soprattutto perché è il mese di Ma-ria e delle missioni. È il mese in cui la Chiesa intera, ponendosi sotto la protezio-ne materna di Maria, ci esorta e riflette sull’essere chiamati a essere missionari.Come Chiesa, noi abbiamo ricevuto il tesoro del Vangelo, un tesoro prezioso dacustodire con cura, ma anche un tesoro infinito, che non si consuma e che quin-di può e deve essere condiviso. Proprio come Maria, che all’annuncio della nascitadi Gesù riceve dall’angelo la notizia della gravidanza della cugina Elisabetta. E Ma-ria, come prima missionaria del Vangelo, si reca da lei per assisterla negli ultimi me-si prima della nascita di Giovanni Battista. Questa icona evangelica, che guideràil nostro anno associativo, pone al centro Maria e ci farà riflettere su altri incon-tri che il Vangelo di Luca propone: i primi incontri missionari.Ogni cristiano, come Maria, è chiamato a vivere di questo grande tesoro che è il Van-gelo, ma pure a condividerlo con gli altri. In noi, molte volte vediamo questi due at-teggiamenti come contrapposti e ci sentiamo attirati dall’uno o dall’altro senza pe-rò riuscire a viverli appieno; perché, se da una parte c’è la percezione di averricevuto una grande ricchezza che è prima di tutto da vivere per sé, dall’altra si per-cepisce una spinta all’azione, affinché questa stessa ricchezza possa essere cono-sciuta, accolta e vissuta anche da altri. Tra questi due poli vi è una forte tensione,

che sentiamo anche a livello associativo, in Azione cattolica, e pure nel-le comunità parrocchiali, quando da una parte sentiamo la bellezza del vi-vere la fede personalmente e comunitariamente e dall’altra l’esigenza diandare “oltre” l’associazione e la parrocchia stessa per riuscire a far co-noscere questa bellezza anche ad altri. Quindi, che fare? Dobbiamo scegliere tra uno dei due poli? Sicuramenteno. Tra vita ecclesiale e vita missionaria, siamo chiamati a costruire unasana tensione; passare da due poli che si contrappongono ad un’ellissein cui ecclesialità e missionarietà siano i due fuochi. La figura geometrica dell’ellisse può esistere solo perché ha due fuochi;allo stesso modo, la Chiesa – e in particolare noi di Ac – è chiamata a vi-

vere e a trasmettere la fede come parte essenziale del proprio essere, esistere, agi-re. Un polo non può esistere senza l’altro: l’essere missionari ha bisogno di una vi-ta cristiana piena, che nutra e dia forza, altrimenti il rischio è quello di esaurirsi, disvuotarsi, di venir meno lungo il cammino.Sta all’associazione stessa – e alla fine a ciascuno di noi – il compito di trovare legiuste ed equilibrate soluzioni, perché il nutrimento delle nostre attività formativee spirituali possa essere sorgente per la nostra spinta missionaria.

Maddalena

3novembre 2015

Camminiamo Insieme

Missionari come MariaEditoriale

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4 novembre 2015

Camminiamo Insieme

Tale riscoperta si colloca nella scia diquanto ha fatto San Giovanni Paolo IIfin dalla sua seconda enciclica Dives inMisericordia (30 novembre 1980), su Dioricco di misericordia: «Cristo stesso laincarna e la personifica. Egli stesso è,in un certo senso, la misericordia» (DM2); «La Chiesa vive una vita autenticaquando professa e proclama la miseri-cordia… La Chiesa contemporanea èprofondamente consapevole che sol-tanto sulla base della misericordia diDio potrà dare attuazione ai compitiche scaturiscono dalla dottrina delConcilio Vaticano II» (DM 13).

I segni della misericordia di CristoGesù si presenta a noi come uno cheha misericordia e desiderio di salvezzaper ogni uomo e ogni donna che incon-tra, per tutta la persona umana (corpoe anima). Solo se noi siamo consape-voli dei nostri limiti e delle nostre fragi-lità, allora Cristo e il suo Santo Spiritopossono veramente operare.Un passo del kerigma primitivo, pro-clamato a Pasqua, sintetizza bene la vi-cenda di Cristo, Salvatore dell’umanità:«Dio consacrò in Spirito Santo e po-

tenza Gesù di Nàzaret, il quale passòbeneficando e risanando tutti coloroche stavano sotto il potere del diavolo,perché Dio era con lui» (At 10, 34-43).Quanti gesti e parole di salvezza offer-ti da Gesù sono descritti nei Vangeli!Tutti i suoi miracoli sono sempre e so-lo gesti di amore verso quanti incon-trava (con due eccezioni: in Mt 21, 18-22 il fico seccato, e in Mt 17, 24 -27 lamoneta per pagare la tassa!): moltipli-cazione dei pani e pesci, guarigione diammalati, liberazione di indemoniati,risurrezione di morti, perdono ai pec-catori, parole agli smarriti di cuore,ecc. Egli così rivela, dona e trasmettela misericordia del Padre. Come dicePapa Francesco (MV 8): «Con lo sguar-do fisso su Gesù e il suo volto miseri-cordioso possiamo cogliere l’amoredella Santissima Trinità. La missioneche Gesù ha ricevuto dal Padre è stataquella di rivelare il mistero dell’amoredivino nella sua pienezza». Papa Francesco, inoltre, afferma cheanche le parole di Gesù comunicano lamisericordia del Padre (MV 9): «Nelleparabole dedicate alla misericordia,Gesù rivela la natura di Dio come quel-

Riscoprire e accogliere la misericordia di Dio

Spiritualità

La proposta, a sorpresa, di un Anno Santo giubilare della Misericordia(dall’8 dicembre 2015 al 21 novembre 2016), nel 50° del ConcilioVaticano II, da parte di Papa Francesco, con la Bolla di IndizioneMisericordiae Vultus (MV -11 aprile 2015), invita i cristiani – e quindi noi di Ac – a intraprendere un cammino di riscoperta di cosa significariconoscere e accogliere la misericordia di Dio, per farne esperienzapersonale e comunitaria e offrirla a quanti incontriamo ogni giorno.

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5novembre 2015

Camminiamo Insieme

la di un Padre che non si dà mai pervinto fino a quando non ha dissolto ilpeccato e vinto il rifiuto, con la com-passione e la misericordia… Gesù af-ferma che la misericordia non è solol’agire del Padre, ma diventa il criterioper capire chi sono i suoi veri figli. In-somma, siamo chiamati a vivere di mi-sericordia, perché a noi per primi è sta-ta usata misericordia».

I sacramenti di guarigione della ChiesaQuanto Gesù ha compiuto di bene pernoi non si è fermato alla sua vicendaterrena. Egli ha donato alla Chiesa laforza del suo Santo Spirito perché es-sa continui la sua opera di salvezza,mediante l’esercizio della sua missio-ne con la liturgia, la catechesi e la ca-rità. In particolare, i Sacramenti sono imezzi con i quali la Chiesa continual’opera salvifica di Cristo. La liturgia, nei suoi sette Sacramenti, è espressione e prolungamento dellavita, della presenza, della persona diGesù: glorificazione di Dio e salvezzadell’uomo. I Sacramenti sono i segniefficaci (segno e strumento) e normaliattraverso i quali passa e giunge a noi,nella Chiesa per opera dello SpiritoSanto, la misericordia di Dio; in parti-colare, attraverso i due Sacramentidetti “di guarigione” (cfr CCC 1420-1421): Penitenza e Unzione degli Infer-mi. Oltre a questi, i tre dell’Iniziazionecristiana: Battesimo, Confermazioneed Eucaristia (essi stessi occasione estrumento di salvezza); e i due del“servizio alla comunione e alla missio-ne”: Ordine Sacro e Matrimonio.

Sacramenti di guarigione perché nellaloro dinamica celebrativa sono ambitiin cui si compie il mistero, l’evento del-la guarigione pasquale delle persone.Ogni celebrazione sacramentale è sem-pre un evento di guarigione: è un mo-mento creativo in cui, ad analogia deimiracoli compiuti da Gesù nella sua vi-cenda terrena, egli continua ad opera-re nella Chiesa in modo essenziale esemplice per ricreare continuamente lapersona umana, che nella fede a lui siaaccosta e a lui si affida anche oggi nel-la celebrazione dei Sacramenti.Non dimentichiamo, infine, che noi,siamo Chiesa, Corpo di Cristo, chiama-ti a continuare l’opera, la missione, lapresenza di Cristo. Chiamati quindi aessere noi stessi i segni e gli strumentidella misericordia di Dio per tanti fra-telli e sorelle. Non ci sono e non basta-no solo i sette Sacramenti: la Chiesa,noi, siamo il Sacramento che fa incon-trare e che offre la misericordia di Dioagli uomini e alle donne, alle famiglie,ai popoli di oggi.

don Giulio

«Lo spirito delle Beatitudini si compren-de dentro questa cornice: la potenza deiSacramenti assume la nostra condizioneumana e la presenta come offerta gradi-ta a Dio, restituendocela trasfigurata ecapace di condivisione e di solidarietà…A noi, popolo delle beatitudini che si ra-dica nell’orazione di Gesù, è chiesto dioperare nel mondo, sotto lo sguardo delPadre, proiettandoci nel futuro mentreviviamo il presente con le sue sfide e lesue promesse, con il carico di peccato econ la spinta alla conversione» (Tracciaper il Convegno di Firenze, p. 54).

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6 novembre 2015

Camminiamo Insieme

Per approfondirne luci e ombre, pubblichiamoun estratto dell’articolo che Giuseppe DallaTorre (docente di Diritto canonico e Teologia,presidente del Tribunale dello Stato della Cit-tà del Vaticano e membro del Comitato na-zionale per la bioetica) ha scritto per la rivi-sta Ac “Dialoghi” n.3/2015. Difficile fare un bilancio delle positivi-tà accumulatesi nei settant’anni di vitadelle Nazioni Unite. Certamente, se siguarda alle salienti ragioni della loroesistenza, vale a dire il perseguimentodella pace e l’affermazione e tutela deidiritti umani, si possono cogliere facil-mente dei punti conquistati. Lo spet-tro di una terza guerra mondiale, riaf-facciatosi più di una volta alla ribaltaplanetaria, è stato ricacciato indietroanche grazie alla azione dell’Onu. Percontro, la guerra non è stata debella-ta; anzi sembra essere divenuta ende-mica, sparsa a macchia di leopardo nelmondo, sovente rivestita di abiti diver-si dal passato e talora difficilmente ri-conoscibile: si pensi solo al fenomenocrescente del terrorismo, in cui i nemi-ci non si distinguono più per bandieree divise, non si affrontano frontalmen-te né dichiarano formalmente la guer-ra, ma sono mimetizzati nella massa,dissimulano la propria identità, opera-no dentro la società e le sue strutture.Non a caso papa Francesco, nell’ome-

lia della messa celebrata nel sacrariomilitare di Redipuglia in occasione delcentenario dello scoppio della primaguerra mondiale, ha potuto fare una af-fermazione che ha sconvolto, aprendogli occhi sul fenomeno: «Anche oggi –ha detto –, dopo il secondo fallimentodi un’altra guerra mondiale, forse sipuò parlare di una terza guerra com-battuta “a pezzi”, con crimini, massa-cri, distruzioni».

Quanto ai diritti umani,non si può negare il ruo-lo che l’Organizzazioneha avuto, specie attra-verso alcune delle sue

agenzie, nel far crescere una coscienzaindividuale e collettiva circa l’esisten-za di spettanze inalienabili in ogni uo-mo, nel promuoverne la conoscenza ela tutela, nel reclamarne l’osservanza,non solo formale ma anche sostanzia-le. In questo contesto appare partico-larmente apprezzabile l’affermazione ela crescita, nell’agire più recente del-l’Onu, del principio della «responsabi-lità di proteggere», fondato appuntosulla dignità della persona umana.È da dire però che a settant’anni dallasua fondazione si coglie con evidenzain quale misura l’Onu non sia riuscita inmaniera soddisfacente a perseguire –per usare le parole di Paolo VI – «il gran-

Attualità Nazioni Unite, la crisi di un’idea forte

L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) compie 70 anni: nata il 24 ottobre 1945, è un’organizzazione intergovernativa a cuiaderiscono 193 Stati sul totale dei 205 esistenti al mondo.

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7novembre 2015

Camminiamo Insieme

de principio che i rapporti fra i popolidevono essere regolati dalla ragione,dalla giustizia, dal diritto, dalla trattati-va, non dalla forza, non dalla violenza,non dalla guerra, e nemmeno dalla pau-ra, né dall’inganno». In un mondo pro-fondamente trasformato rispetto aquello del secondo dopoguerra, con fe-nomeni nuovi – dall’economia all’eco-logia – che hanno assunto dimensioniplanetarie, l’Onu sembra sempre piùspesso uno spettatore distratto o im-potente, attardato in discussioni tantointerminabili quanto non incisive, ap-pesantito da un apparato burocraticoche parrebbe pletorico, incapace di in-tervenire con autorevolezza, immedia-tezza ed efficacia nei momenti e neiluoghi di crisi.

Si avverte, nel sentire diffuso, l’affievo-lirsi delle speranze di un tempo; il dif-fondersi del disinteresse verso un’au-torità mondiale non percepita – o nonpercepita più – come tale. In qualchemodo si avverte il singolare divario trala globalizzazione dei problemi e lamancanza – o quantomeno la debo-

lezza – di tale autorità. Ed invece, co-me ha scritto Benedetto XVI nell’enci-clica Caritas in veritate, «per il governodell’economia mondiale; per risanarele economie colpite dalla crisi, per pre-venire peggioramenti della stessa econseguenti maggiori squilibri; per rea-lizzare un opportuno disarmo integra-le, la sicurezza alimentare e la pace;per garantire la salvaguardia dell’am-biente e per regolamentare i flussi mi-gratori, urge la presenza di una veraAutorità politica mondiale».Tra i fattori della crisi di un’idea forte,nata nel crogiolo delle sofferenze cau-sate dall’immane conflitto mondiale,dalle truci dittature che avevano fattoconoscere gli abissi del male, tre misembrano particolarmente rilevanti: ilmancato adeguamento della istituzio-ne – auspicato da Paolo VI – alle esi-genze poste dai grandi mutamentidella storia; la sua incapacità a far cre-scere nel proprio ambito un ethos con-diviso, volto a darle un’anima; un’am-bigua esperienza nell’ambito dei dirittiumani.In uno storico momento di svolta perl’umanità, con problemi incombenti einterrelati che per essere risolti postu-lano un comune sforzo a livello plane-tario (si consideri solo la questioneecologica, denunciata con tanto pathose forza da Francesco nell’enciclica Lau-dato si’), sembra imprescindibile un ripensamento delle strutture istituzio-nali e delle forme d’azione delle Nazio-ni Unite; un ripensamento assistito,però, da un “salto di qualità” a livelloetico, politico e giuridico.(per approfondire: www.azionecattolica.it)

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8 novembre 2015

Camminiamo Insieme

Ci sta a cuore!

Lasciamo la parola al nostro Presiden-te nazionale Matteo Truffelli, che neldepliant sull’adesione afferma: «L’Azio-ne cattolica è un’esperienza di vita e difede, che si esprime attraverso una re-te di relazioni autentiche e di legamibuoni e una consapevole appartenen-za ecclesiale, fatta di preghiera, ascol-to della Parola, celebrazione e servizio.La nostra storia è una storia di impe-gno e corresponsabilità: ci stanno acuore le persone, ciascuna con la pro-pria vita fatta di speranze e fatiche. Perquesto ci mettiamo al servizio delle no-stre comunità nell’educazione e nellapromozione del bene comune. “Si alzò e andò in fretta” è l’icona trat-ta dal Vangelo di Luca (1, 39-56) cheguiderà l’Azione cattolica nel prossimoanno associativo. Come Maria, sentia-mo l’urgenza di metterci in cammino,per andare incontro all’altro, nella con-cretezza della vita di ogni giorno. De-sideriamo accompagnare gli uomini ele donne di oggi in ogni situazione,perché tutto e tutti ci stanno a cuore! La passione per la città ci spinge ad es-sere sempre più un’Ac “in uscita”, chesi spende con generosità per il benecomune. Desideriamo essere testimo-

ni del bene reale che già c’è nei nostriterritori ed essere missionari del benepossibile che, con il nostro piccolo maindispensabile contributo, possiamocostruire. Insieme!»Se la vita è un cammino, è importantescegliere i giusti compagni di viaggio(come hanno sperimentato i giovanis-simi nell’attività di settore alla Giorna-ta Diocesana del 25 ottobre): quelliche sono in sintonia con noi e/o quel-li più esperti; le persone che ci posso-no aiutare, quelle in cui abbiamo pienafiducia; gli adulti saggi, i coetanei sim-patici, la famiglia che mi vuole bene, lacomunità accogliente, la società liberae che aiuta a crescere.

Ma per noi cristianiin viaggio e in ri-cerca, l’ancoraggiosicuro – e allo stes-so tempo la giustaspinta in avanti –parte da quel cieloblu dove la nuvolaa forma di cuore èvela e sguardo “leg-gero” (non minac-cioso o incomben-te, ma pu ro alito di

ACI

L’Azione cattolica nacque nel 1867 con il motto “preghiera, azione,sacrificio”, che sintetizzava il programma a cui la Società della GioventùCattolica Italiana si ispirava: la devozione alla Santa Sede, lo studiodella religione, la testimonianza di una vita cristiana, l’esercizio dellacarità. Oggi, dopo quasi centocinquant’anni, cosa resta, cosa conta…perché aderire?

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9novembre 2015

Camminiamo Insieme

vita) sulla città e sugli uomini che cam-minano, da soli o insieme. Dove troviamo quei compagni e quel-la Presenza accogliente e amorevole?Noi li abbiamo trovati in Azione catto-lica: luogo e spazio di vita comune, disostegno reciproco, di incontro tra ge-nerazioni e tra persone della stessacomunità.Ogni cristiano viaggia verso il futuro nelservizio all’altro, nella fede e nella ri-cerca della meta sperata. Allora qual èil “di più” dell’Ac? È l’esperienza di comunità accogliente,palestra di vita e di Chiesa; è l’incontrotra le generazioni (la cura dell’adultoverso il giovane, l’accompagnamentodel giovane verso il ragazzo, lo sguardosorridente dell’anziano); è la formazio-ne permanente, nello sforzo di costrui-re percorsi adatti all’età, al cammino difede, alle situazioni di vita. È la rete as-sociativa che nasce dalla parrocchia,trova la sua trama a livello diocesano el’ordito a livello nazionale, per intrec-ciarsi poi con fili lievi ma coloratissiminella dimensione internazionale delFIAC.Che dire ancora? Che nei nostri gruppiognuno è non solo necessario, ma pro-prio indispensabile, come afferma Mat-teo Truffelli: «Ogni persona è preziosaperché unica, depositaria di un tesorodi ricchezza interiore che si accrescesolo condividendolo». In questa espe-rienza, la scelta dell’Ac è scelta di vita,come ci testimoniano i soci che hannoreso la nostra associazione significati-va per noi, per la Chiesa e per il terri-

torio dove è presente. Ne raccogliamoil testimone con gratitudine, con laconsapevolezza che non è opera dellenostre mani, ma un lascito da valoriz-zare e trasmettere.In questa logica del dono e del servizio,la tessera dell’adesione non è il lascia-passare, l’adempimento burocraticoannuale; non è un segno di riconosci-mento da mostrare, né la ricevuta checorrisponde a un abbonamento a unarivista. La mia tessera Ac è il suggello diuna scelta rinnovata ogni anno con co-scienza, responsabilità e fedeltà, da cu-stodire ma anche da dimostrare pub-blicamente.Ha senso per chi si impegna a parteci-pare alle iniziative associative, nel ser-vizio in parrocchia e nella propria co-munità. Ha senso anche per chi, peretà, opportunità e condizioni di vita,può mantenere “solo” una fedeltà idea-le e accompagna il cammino dell’asso-ciazione con la sintonia e la preghiera.Ha senso per ricambiare il bene ricevu-to, per dire il proprio grazie e un “Sì”pieno di fiducia pur nelle difficoltà – oproprio dentro le difficoltà - di cui la vi-ta è costellata.Ha senso quindi anche proporla a chici cammina accanto, a chi cerca quel“di più” nel viaggio della vita, perchépossa sperimentare la ricchezza delcamminare insieme: aspettandosi quan-do serve, incoraggiandoci a vicenda,condividendo pesi, cibo e gioia.«In questo servizio ci spendiamo vo-lentieri, perché… ci sta a cuore!»

Anna

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10 novembre 2015

Camminiamo Insieme

Il 3°esercizio di laicità della seconda tappadel sussidio adulti “#Viaggiando” (dal tito-lo “I pastori: l’incontro che non ti aspetti”)chiede di fare un viaggio immaginario dal-l’altra parte del mondo per aprirci a realtà eculture anche profondamente diverse dallenostre. Abbiamo chiesto una breve testimo-nianza al responsabile dell’Associazione Ku-Saidia di Mori, che questi viaggi li fa spesso,per volontariato e per pura passione verso lepersone che incontra e la loro cultura.Ho la fortuna di frequentare l’Africa dapiù di 20 anni. Ad ogni rientro portocon me la luce e i colori di quel conti-nente, che purtroppo spesso noi con-sideriamo solo per i problemi ed i bi-sogni che evidenzia.È un viaggio nella memoria per ripen-sare a motivazioni, speranze, illusionie delusioni, per ricordare i momenti didisperazione quando in situazioni trau-matiche non era possibile fare di più,ma anche i momenti di gioia per la rea-

lizzazione di progetti in contesti pienidi difficoltà, accolti con sana inco-scienza e portati a termine con impe-gno e caparbietà. Alla memoria tornano anche i suoni e icolori, gli odori, i bambini, le donne egli uomini incontrati in terra africana. Da bambino sognavo di fare molte co-se, quasi come il vestito d’Arlecchino...Non andavo molto bene a scuola, peròcostruivo ed inventavo, i miei giornierano sempre pieni, come lo sono an-che oggi; la grande manualità e soprat-tutto la curiosità mi hanno salvato inmolte situazioni, prima a scuola poi sullavoro. Il mio motto è sempre stato“Non c’è niente che io non possa fare”. Que-sto mi ha aiutato in molte occasioni,anche nei miei viaggi in Africa. Ho cer-cato di capire il più possibile la ric-chezza e la natura della gente africana,documentandomi, leggendo parecchiepubblicazioni, studiando la loro lingua,lavorando e mangiando con loro nellecapanne, seguendo i loro ritmi senzaforzature. Loro hanno un diverso rap-porto con il tempo, vivono in sintoniacon i ritmi naturali dell’uomo, della na-tura, della giornata e delle stagioni. Mi riferiva un missionario: “I giovanihanno fame di istruzione, ma molti nonsono in grado di andare a scuola per-ché non possono pagarsi le tasse sco-lastiche”. Nel 2000, con alcuni amici,decidiamo di costituirci in Associazionee iniziamo con progetti in Tanzania eKenya.

Dall’altra parte del mondoCamminiformativi

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11novembre 2015

Camminiamo Insieme

Lo spirito rimane lo stesso: “operare conle popolazioni locali avendo come fine ultimola loro crescita umana”. Accesso ai beniprimari, acqua e cibo, miglioramentodelle condizioni igienico-sanitarie, scuo- le primarie, secondarie e professionali,la formazione di maestre d’asilo e pro-getti che portano le donne a raggiun-gere un’indipendenza economica pervivere dignitosamente. Il nostro impe-gno è anche di promuovere la cono-scenza dell’Africa, della sua gente e

della sua cultura, attraverso momentidi incontro realizzati nelle scuole e ne-gli asili trentini.Fin dai miei primi viaggi in Tanzania, ri-masi affascinato dalle forme dell’arteche quei popoli riuscivano a produrre.Loro riproducevano ciò che vedevano,ma soprattutto ciò che la mente elabo-rava e trasmetteva alla mano. Non es-sendoci storia scritta ma per la maggiorparte tramandata oralmente da padrea figlio, da madre a figlia, da nonno anipote, questa si arricchisce di sfuma-ture che noi, chiamati popolo evoluto,abbiamo perso nei secoli scorsi. Neglianni in cui sono tornato, ho avuto mo-do di conoscere alcuni di questi artisti,e acquistare le loro opere che ora con-servo nella mia collezione ed espongoin mostre organizzate in parecchie oc-casioni.Come disse San Giovanni Paolo II nel2003: «l’impegno dei volontari interna-zionali è lo strumento concreto dellapreoccupazione e dell’amore di Dioper l’umanità».

Mario Galvagni

L’Associazione KuSaidia è nata nel 2000 a Mori come continuazionedell’esperienza di alcuni volontari che, nel 1992, iniziarono con picco-li progetti a sostenere la missione di Matembwe dove Padre RemoVilla svolgeva il suo apostolato.

Moltissime le persone che hanno contribuito con l’impegno individuale e con il soste-gno economico ad aiutare, assistere, sostenere i più poveri. Incontri che hanno per-messo al gruppo di crescere a livello numerico e valoriale e di intrecciare forti legamicon l’Africa, in particolare con la Tanzania e il Kenya. L’Associazione lavora a fianco delle popolazioni dell’Africa orientale, nel rispetto e va-lorizzazione di usi e costumi locali. Attraverso la realizzazione di progetti per lo svilup-po sociale e formativo (scuole, ospedali, pozzi idrici…) privilegia l’approccio di collabo-razione responsabilizzata con le popolazioni locali attraverso la consapevolezza e losviluppo delle loro capacità. [www.kusaidia.org]

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Camminiamo Insieme

La Presidenza diocesana è compostada: la Presidente diocesana MaddalenaCiaghi; l’Assistente diocesano don Giu-lio Viviani; i due Vicepresidenti AdultiEletta Margonari e Roberto Prezzi; la Vi-cepresidente Giovani Silvia Panizza; laResponsabile dell’Acr Sara Consolati; irappresentanti dei Presidenti parroc-chiali Giuliana Prezzi e René Drigo; laresponsabile della promozione AnnaRigoni, la segretaria di presidenza Sere-na Luchin, l’amministratore GiancarloLunelli e l’addetto stampa AlessandroCagol. Non siamo certo profeti di giusti-zia e di pace, ma cerchiamo sempre difare del nostro meglio per l’associazionee per noi stessi, con il massimo impe-gno e dedicando parte del nostro tempoper promuovere lo sviluppo della vitaassociativa attraverso la valorizzazionedi ogni sua componente. Cerchiamo dicurare i rapporti di comunione con lacomunità ecclesiale e di assicurare lacollaborazione con tutte le strutturediocesane dell’apostolato dei laici.I nostri incontri si svolgono normal-mente il 2° lunedì di ogni mese; inizia-mo con la recita del Vespro per chiede-re l’aiuto del Signore, poi si entra nelvivo dell’ordine del giorno con con-

fronti aperti e tenendo conto del pare-re di ognuno. A un certo punto dellaserata c’è sempre qualcuno/a, che pre-para una semplice ma gustosa cena edinfine si conclude arrivando fino infondo all’ordine del giorno... torniamospesso alle nostre case quando ormai èprossima la mezzanotte.Riprendendo le parole di Papa France-sco sul tema della Misericordia, cheavremo modo di meditare anche nel-l’itinerario di spiritualità, «un’associa-zione che non ha gli occhi del samari-tano non riesce ad allungare lo sguardoe vive l’invito ad aprirsi concretamentecon timore, preoccupazione o disinte-resse, immaginando che altri, più or- ganizzati, più liberi possano dedicarsi aquesto compito difficile e specialisti-co, per essere alla portata di tutti». Se riusciremo a trasformare la massi-ma distanza in una massima vicinanza,questo è il modo attraverso il qualel’Associazione potrà fare un’esperienzaoriginale di cattolicità attiva, che dilatagli orizzonti, liberandoli dalla cattura delpiccolo circuito, in cui siamo disposti aincontrare soltanto i “soliti noti”.Grazie a tutti!

René

Per descrivere brevemente chi sono i suoi componenti, cosa fanno ed i loro compiti, per prima cosa vorrei citare una breve frase di quelgrande vescovo che è stato don Tonino Bello durante un saluto ai giovani di Ac: «Oltre che iscritti all’Azione Cattolica, siate esperti diCattolicità Attiva, capaci cioè di accoglienze ecumeniche, provocatori di solidarietà planetarie, missionari “fino agli estremi confini”, profetidi giustizia e di pace».

Vita di Ac La Presidenza diocesana

novembre 2015

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Camminiamo Insieme

Dire la vita La trama delle relazioni

nell’ordito della preghiera

Quattro domande costitui-scono l’intelaiatura del li-bro Dire la vita, edito daAVE nel 2013, scritto dallaCommissione adultissimidell’Azione cattolica italia-na: Dare la vita, trattenere olasciare andare? Scambi di vi-ta, possedere o perdonare? Pro-cessi di vita, cambiare o matu-rare? Oltre la vita, temere odesiderare?Lo spunto per individuare tracce di ap-profondimento è in quattro diverse fa-si di ascolto, proposte da chi la vita haavuto tempo di assaporarla nelle suediverse sfumature: ascolto delle Scrit-ture; del cuore, dentro di noi; della ter-ra, intorno a noi; del cielo, oltre a noi.Ripropongo qui di seguito uno stralciodal capitolo processi di vita, perchéperché mi sembra bene si intrecci conil nostro tema associativo del viaggia-re inteso come opportunità di cambia-mento.«Di fallimenti è piena la vita. Senzal’impatto con il limite, nostro e altrui,non si cresce. Accettare i nostri difettifisici e di carattere, senza ripiegarsi inessi ci fa bene. Non siamo gli stessi di

ieri e, domani, non saremouguali a oggi. Cambiare ideavuol dire porsi domande ecercare risposte. Anche nelciclo biologico della vita cisono i processi di matura-zione. Qualche cosa di noirimane lungo la strada. Custodire, contemplare ilpassato, ci serve all’oggi perrileggerlo con sapienza.Non solo per vedere gli er-

rori commessi ma, ancora di più tra-mite questi, per scoprire cosa è inter-venuto nella nostra vita. La memoriadunque è importante e necessaria allavita. Grazie ad essa possiamo sceglie-re di vivere con gratitudine, non conrimpianto; non con nostalgia ma conconsapevolezza.»Questo viaggio nella memoria, nellanostra personale storia, ci permetteràdi scoprire - gli autori ne sono certi! - lapresenza di Dio e la sua fedeltà nono-stante i nostri tradimenti. Da qui nascono un impegno ed un’op-portunità per ognuno: narrare ad altriquesta meraviglia o, detto più sempli-cemente, dire la vita.

Roberta

Sono le relazioni che ci costituiscono - dicono gli autori del libro - e che ci hanno formato per quello che siamo diventati. Tramite queste e secondo il modo in cui le abbiamo attraversate, siamo usciti semprediversi da come, in esse, siamo entrati.

Il libro

novembre 2015

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14 novembre 2015

Camminiamo Insieme

Gli Esercizi Spirituali di Avvento

Dopo qualche anno di interruzione,l'Azione cattolica diocesana riproponegli esercizi spirituali per giovani e adul-ti nella formula del fine settimana.Consapevoli che «ogni proposta for-mativa oggi deve includere una di-mensione di evangelizzazione, ancheper chi vive abitualmente in un mon-do di valori religiosi ecristiani» (Progetto For-mativo Ac “Perchè sia for-mato Cristo in voi”, cap.5.4) – intendiamo offri-re ai soci di Ac, aglioperatori pastorali e aicristiani in ricerca unluogo e un tempo dipausa, preghiera e ap-profondimento perso-nale guidato dall'assi-stente diocesano donGiulio Viviani. Il tema prende spuntodall'Anno giubilare dellaMisericordia, dall'affer-mazione di Papa France-sco nella Bolla di Indi-zione: «La prima veritàdella Chiesa è l'amore diCristo. Di questo amore,che giunge fino al perdo-no e al dono di sé, laChiesa si fa serva e me-diatrice presso gli uomi-ni. Nelle nostre parroc-chie, nelle comunità, nelleassociazioni e nei movi-

menti, insomma, dovunque vi sono deicristiani, chiunque deve poter trovareun'oasi di misericordia.» (MV 12).A cominciare da noi, chiamati a speri-mentarla nel nostro cuore per poterlaannunciare e testimoniare quotidiana-mente con parole e azioni.

L’Agenda di Ac

«La prima verità della Chiesaè l’amore di Cristo»: il volto di Dio in Cristo,

lo sposo che viene incontro

Programma

Venerdì 4 dicembre 2015ore 17.00: accoglienza ore 17.30: I meditazione, riflessione personale

ore 19.00: Vespri ore 17.30: cenaore 17.30: adorazione eucaristica

Sabato 5 dicembre 2015ore 7.30: Lodiore 8.00: colazioneore 9.00: II meditazione, riflessione personale

ore 11.30: S. Messaore 12.30: pranzoore 16.00: III meditazione, riflessione personale

ore 18.30: Vesproore 19.00: cenaore 20.30: condivisione

Durante la giornata: possibilità di celebrare personalmente la Riconciliazione

Domenica 6 dicembre 2015ore 7.30: Lodiore 8.00: colazioneore 9.00: IV meditazione, riflessione personale

ore 11.30: S. Messaore 12.30: pranzo e rientro

Note tecniche• Iscrizioni: entro lunedì 30 novembre presso la segreteria diocesana Ac

• Quota di partecipazione: 100 euro

• Si raccomanda di portare la Bibbia

Esercizi spirituali di Avvento

DA VENERDÌ 4 A DOMENICA 6 DICEMBRE 2015

Villa Moretta (Costasavina di Pergine)

Azione cattolica Diocesi di Trento Via Borsieri, 7 • 38122 Trento • tel. 0461 260985

www.azionecattolica.trento.it - [email protected]

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15novembre 2015

Camminiamo Insieme

L’Agenda di AcAppuntamenti di

dicembre

Dalle ore 17.00

di venerdì 4 dicembre

a domenica 6 dicembre

(dopo il pranzo) a Villa Moretta

di Costasavina di Pergine

ESERCIZI SPIRITUALI

DI AVVENTO“La prima verità della Chiesa

è l'amore di Cristo”: il volto di Dio

in Cristo, lo sposo che viene incontro

animati da don Giulio Viviani

(vedi pag. 14).

Iscrizione entro lunedì 30 novembre,

quota di partecipazione: 100 euro.

Martedì 8 dicembreper i soci Ac è

FESTA DELL’ADESIONEa livello parrocchiale.Sono disponibili presso il Centro diocesano le tessere e una proposta di celebrazionea cura dell'assistente diocesano.

Domenica 10 gennaiola Presidenza nazionale incontrerà i presidenti parrocchiali del Triveneto

presso l'Opera della Provvidenza S. Antonio a Sarmeola (PD).Programma e note tecniche saranno inviate per posta agli interessati.

La quota per l'adesione all'Azione cattolica è invariata rispetto all'anno scorso; si conferma la proposta diadesione famigliare, comprendente la quota adesione dei genitori e in numero illimitato per i figli (Acr eGiovanissimi).

Si raccomanda di concludere il rinnovo delle adesioni entro il 31 GENNAIO 2016, con pagamento dellequote preferibilmente tramite bonifico bancario intestato a:AZIONE CATTOLICA ITALIANA DIOCESI DI TRENTO (CF 96025590223)CASSA RURALE DI ALDENO E CADINEIBAN E C/C: IT 58K 08013 01802 000050354648Causale: Quote associative 2015/2016 Ass. Parrocchiale di... (oppure nominativo personale)

Quote associative diocesaneper l’adesione 2016

ADULTI € 25COPPIE DI SPOSI € 40GIOVANI (18-30 anni) € 20

GIOVANISSIMI (15-18 anni) € 15RAGAZZI (4-14 anni) € 12FAMIGLIA € 50

Con l'adesione si ricevono gratuitamente il mensile diocesano Camminiamo Insieme, le riviste nazionali di settore e Acr e ilsussidio per la preghiera personale di settore.

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