Annalisa Micheloni Pagine eparole - trevisini.it · A Valentina, perché impari ad amare le pagine...

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Guida didattica TREVISINI EDITORE Annalisa Micheloni Pagine e parole Presentazione dell’opera 3 A 9 Prove di verifica finale 11 Soluzioni delle prove di verifica finale 125 B 169 Prove di verifica finale 171 Soluzioni delle prove di verifica finale 239 C 273 Prove di verifica finale 275 Soluzioni delle prove di verifica finale 320 D 333 Prove di verifica finale 335 Soluzioni delle prove di verifica finale 394

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Guida didattica

TREVISINI EDITORE

Annalisa Micheloni

Pagineeparole

Presentazione dell’opera 3

A 9Prove di verifica finale 11Soluzioni delle prove di verifica finale 125

B 169Prove di verifica finale 171Soluzioni delle prove di verifica finale 239

C 273Prove di verifica finale 275Soluzioni delle prove di verifica finale 320

D 333Prove di verifica finale 335Soluzioni delle prove di verifica finale 394

La pubblicazione di un libro è un’operazione complessa, che richiede numerosi con-trolli: sul testo, sulle immagini e sulle relazioni che si stabiliscono tra essi.L’esperienza suggerisce che è praticamente impossibile pubblicare un libro privo dierrori. Saremo quindi grati ai lettori che vorranno segnalarceli.

AVVERTENZA: Nel caso di eventuali errori od omissioni nelle citazioni delle fonti, laCasa Editrice provvederà alle rettifiche che verranno comunicate dagli aventi diritto.

Copertina: Areaimmagine - Milano

Impaginazione e progetto grafico: Areaimmagine - Milano

A Valentina, perché impari ad amare le pagine e le parole di un libro,e a Giuseppe, che tanto le amò.

Edizione: 1 2 3 4 5 2007 2008 2009 2010

Proprietà letteraria riservata

Con i tipi della Casa Editrice Luigi Trevisini - MilanoSito Internet: http://www.trevisini.itPosta Elettronica: [email protected]

Trevisini Editore opera con Si-stema Qualità, certificatoCISQCERT, conforme alla nor-ma UNI EN ISO 9001:2000.

UNI EN ISO 9001:2000

Guida didatticaD

Prove di verifica finale– modulo 1 335– modulo 2 346– modulo 3 375

Soluzioni delle prove di verifica finale– modulo 1 394– modulo 2 403– modulo 3 423

Testi della comunicazioneLaboratorio di scrittura

IL PROCESSO DELLA COMUNICAZIONE • MODULO 1 335

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 1: La comunicazione

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La teoria

➊ Definisci il concetto di:

– SEGNO: ...................................................................................................................

– EMITTENTE: ..............................................................................................................

– REFERENTE: ..............................................................................................................

– CANALE: ..................................................................................................................

– RUMORE: .................................................................................................................

➋ Definisci i seguenti tipi di comunicazione e spiega il loro nome:

COMUNICAZIONEPERFETTA

La comunicazione è perfetta quando ..........................................................................................................

Si chiama così perché ..............…… ..........................................................................................................

COMUNICAZIONEINESISTENTE

La comunicazione è inesistente quando..........................................................................................................

Si chiama così perché ..............…… ..........................................................................................................

COMUNICAZIONE RIFLESSIVA

La comunicazione è riflessiva quando..........................................................................................................

Si chiama così perché ..............…… ..........................................................................................................

COMUNICAZIONE TRANSITIVA

La comunicazione è transitiva quando..........................................................................................................

Si chiama così perché ..............…… ..........................................................................................................

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA336

➌ Completa gli spazi bianchi di questo piccolo schema su alcune delle funzioni della comuni-cazione:

La pratica

➊ Inventa un esempio di comunicazione con:

– UN SEGNO ACUSTICO: ...........................................................................................

– UN SEGNO OLFATTIVO: ...........................................................................................

– UN SEGNO ICONICO: .............................................................................................

➋ Rappresenta, con lo schema di Jakobson, questa situazione comunicativa:GIGI ASCOLTA ALLA RADIO LA SUA CANZONE PREFERITA

➌ Stabilisci la funzione dominante per cui è usata la lingua in ciascuno di questi messaggi: – VIETATO CALPESTARE LE AIUOLE

.................................................................................................................................

– Induismo: (da indù) s.m. Movimento religioso e filosofico sorto, in India, dopo il Brah-manesimo.

Da Vocabolario della lingua italiana di N. Zingarelli, 11° edizione, Zanichelli, Bologna.

.................................................................................................................................

– “Il canneto rispunta i suoi cimelli,nella serenità che non si ragna:l’orto assetato sporge irti ramellioltre i chiusi ripari, all’afa stagna”

Da E. Montale, Poesie, A. Mondadori Scuola, Milano.

.................................................................................................................................

– “Giovanni, riesci a sentirmi? Pronto? Pronto?!…”

.................................................................................................................................

– “Eccomi giunto all’anno 1787, ottantesimo della mia età, che ho stabilito termine delle miememorie. I miei ottanta anni sono compiuti; la mia opera pure; il prospetto è stato distribui-to; i sottoscrittori hanno superato le mie speranze e il disegno del mio ritratto è terminato”.

Da C. Goldoni, Memorie, cap. XL, BUR, Milano.

.................................................................................................................................

– “Forza! Spegnete subito quella luce e mettetevi a dormire!”

.................................................................................................................................

SCOPOFUNZIONE

POETICA

Per esprimere sentimenti,pareri, giudizi ed emozioni

Testi di grammatica e di lin-guistica

E PREVALE

IL PROCESSO DELLA COMUNICAZIONE • MODULO 1 337

DOVE PREV

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 2: Il codice – lingua

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La teoria

➊ Definisci i seguenti concetti:

– LINGUAGGIO VERBALE (O CODICE – LINGUA): ........................................................

.................................................................................................................................

– GEOSINONIMO: ......................................................................................................

– DIALETTO: ................................................................................................................

– GERGO: ...................................................................................................................

– LESSICO FAMILIARE: .................................................................................................

– FEED – BACK: ...........................................................................................................

– COMPETENZA LINGUISTICA: ....................................................................................

La pratica

➊ Riempi gli spazi bianchi di questo brano, che sintetizza le tappe fondamentali della nascitadella lingua italiana:

“Nella ......................................., cioè nel territorio romanizzato già a partire dal......................................., i .......................... e i ....................................... esportaronoil latino ....................................... Questa lingua, così chiamata perché parlata dal......................................., cioè dalla gente comune, ci ha lasciato moltissimi vocaboli. Lasua diffusione determinò il passaggio delle parlate locali a .......................................,cioè lingue di fondo, che tornarono alla luce non appena l’Impero romano entrò in crisi(....................................... secolo d.C.).

Le parlate locali, influenzate in modo più o meno forte dal latino e dai ............................,che invasero i territori prima occupati dai Romani, si trasformarono in ................................................................... ; la loro evoluzione continuò fino a quando esse divennero lin-gue estranee le une alle altre, chiamate ......................................., nome che significa....................................... Ne sono esempio .................................................................”

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA338

➋ Scrivi la corretta definizione di questi termini; spiega poi quale sarà il probabile destinodei dialetti.

Il probabile destino dei dialetti sarà quello di ..................................................................

....................................................................................................................................

➌ Leggi con attenzione questo brano:

“(Calvino) ne dava un gustoso esempio immaginando la deposizione del cittadino al bri-gadiere (“Stamattina presto andavo in cantina ad accendere la stufa e ho trovato tutti queifiaschi di vino dietro la cassa del carbone. Ne ho preso uno per berlo a cena. Non ne sa-pevo niente che la bottiglieria di sopra era stata scassinata”) e il brigadiere che invece dat-tiloscrive: “Il sottoscritto, essendosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali delloscantinato, per eseguire l’avviamento dell’impianto termico, dichiara di essere casualmenteincorso nel rinvenimento di un quantitativo di prodotti vinicoli, situati in posizione retro-stante al recipiente adibito al contenimento del combustibile, e di aver effettuato l’asporta-zione di uno dei detti articoli nell’intento di consumarlo durante il pasto pomeridiano, nonessendo a conoscenza dell’avvenuta effrazione dell’esercizio soprastante”

Da G.L. Beccaria, Italiano antico e nuovo, Garzanti, Milano.

a) Qual è il linguaggio settoriale a cui si fa riferimento?

b) Scrivi nella prima colonna le parole usate dalla persona che fa la denuncia e nella se-conda quelle utilizzate dal brigadiere che la raccoglie, facendo in modo che siano incorrispondenza tra loro.

DIALETTO

ITALIANO REGIONALE

PAROLE DELLA LINGUA COMUNE PAROLE DEL LINGUAGGIO SETTORIALE

IL PROCESSO DELLA COMUNICAZIONE • MODULO 1 339

➍ Leggi con attenzione questi due passi:

PASSO A

Alla cortese attenzioneDegli Alunni e degli Insegnanti di tutte le classi dell’Istituto xxxxxx

OGGETTO: eccessivo numero di assenze nelle giornate di verifica

IL PRESIDEIn seguito alle numerose assenze che continuano a verificarsi nelle giornate in cui è statastabilita una verifica

DISPONE

Che gli Insegnanti facciano recuperare la verifica all’alunno risultato assente nel più brevetempo possibile, e che gli stessi redigano - e consegnino in Presidenza – un verbale conte-nente i nomi degli alunni assenti in occasione di una verifica, le motivazioni successiva-mente addotte per giustificare l’assenza e l’esito della verifica di recupero.

PASSO B

L’insegnante agli alunni

“Ragazzi, poiché continuate a fare troppe assenze nei giorni di verifica, il Preside ha deci-so che l’alunno assente recupererà la verifica appena rientra in classe. Noi, poi, dobbiamopresentare in Presidenza un verbale con i nomi degli assenti, le motivazioni dell’assenza eil risultato della verifica di recupero.”

Rispondi ora a queste domande:

a) Qual è il registro del passo A?

b) Qual è il registro del passo B?

c) Quali sono le principali caratteristiche di entrambi i registri usati?

d) Immagina ora di dover dare questa notizia ad un tuo compagno, utilizzando, ovvia-mente, il registro familiare. Che parole useresti?

“Ciao, Roberto! Hai sentito la novità?!?… (continua tu)

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA340

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 3: Il testo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La teoria

➊ Definisci i seguenti concetti:

– TESTO (in linguistica): ................................................................................................

– TESTO (nel linguaggio comune): .................................................................................

– COESIVI: ..................................................................................................................

– CONNETTIVI: ...........................................................................................................

– COERENZA STILISTICA: ............................................................................................

La pratica

➊ Individua, nei testi che ti sono proposti, tutti i coesivi che si riferiscono alla parola in neret-to; elencali e indicane la natura.

– Il blu ha un effetto rilassante, specialmente per chi soffre di insonnia. È consideratol’antistress per eccellenza. Una stanza blu sembra sempre più spaziosa.

– Con quel lavoro guadagna molto denaro. Certo, i soldi non sono tutto nella vita, maammetto che avere qualche quattrino in più non mi dispiacerebbe.

– Molti buongustai amano i funghi. Le ricette variano da regione a regione. Alcuni li cu-cinano, altri li preferiscono freschi o sott’olio. Bisogna però fare attenzione ai funghi ve-lenosi, che possono essere davvero molto pericolosi.

– Nelle case degli italiani si trovano spesso cani e gatti, animali ritenuti da sempre ami-ci degli uomini. Sono di grande compagnia per i bambini: anche se li strapazzano unpo’, non reagiscono mai!

– Ieri sera Riccardo Muti ha diretto con successo “Tosca” alla Scala.Il celebre direttored’orchestra ha ricevuto, infatti, molti applausi, che lo hanno costretto a tornare sul pal-coscenico più volte. Un altro trionfo che si aggiunge a quelli, già numerosi, della sualunga carriera.

IL PROCESSO DELLA COMUNICAZIONE • MODULO 1 341

➋ Il racconto di questo breve mito è completamente privo di coerenza. Ricostruisci la natu-rale successione delle sue parti, segnando di fianco ad ogni spezzone la sua giusta col-locazione.

1) Dopo il saccheggio, Odisseo consigliò di salpare subito, ma i suoi compagni si attarda-rono per godere del bottino.

2) I Ciconi erano abitanti della Tracia alleati dei Troiani.

3) Intanto i Ciconi superstiti, chiamati i loro vicini che vivevano all’interno del paese, ritor-narono più numerosi, mettendo in fuga gli assalitori e obbligandoli a ripartire, non sen-za aver prima inferto loro gravi perdite.

4) Il paese dei Ciconi fu il primo luogo in cui approdarono Odisseo e i suoi compagni diritorno da Troia, ne distrussero la capitale Ismaro e fecero strage tra gli abitanti.

Da G. L. Bruschi, Dizionario dei miti greci e romani,

Edizioni Il capitello, Torino.

➌ Leggi con attenzione questo testo:

“Gli Stinfalidi erano uccelli favolosi che vivevano in una foresta ai margini della paludeStinfalia. Erano molto voraci e divoravano tutti i raccolti; si dice anche che assalissero uo-mini ed animali colpendoli con le loro piume d’acciaio che lanciavano come frecce. Poiché si erano moltiplicati enormemente, Euristeo impose a Eracle di distruggerli. L’eroefece uscire dalla foresta gli uccelli, spaventandoli con il fragore delle nacchere di bronzo,fornitegli da Atena: molti ne uccise con le sue frecce e i pochi scampati fuggirono nellaColchide, da dove furono poi cacciati dagli Argonauti.”

Da G. L. Bruschi, Dizionario dei miti greci e romani,

Edizioni Il capitello, Torino.

Rispondi ora a queste domande:

a) Qual è l’idea centrale (o tema) del testo proposto?

b) Elenca i coesivi che si riferiscono a Eracle e illustrane la natura.

c) Che cosa sono “poiché” e “anche”? Illustra la loro funzione generale e quella specificache hanno in questo testo.

d) Perché questo testo è coerente anche dal punto di vista linguistico?

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA342

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 4: La struttura di un testo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La teoria

➊ Definisci i seguenti concetti:

– CAPOVERSO: ...........................................................................................................

– PARAGRAFO (in un libro): .........................................................................................

– PARAGRAFO (in analisi del testo): ..............................................................................

– IDEA CENTRALE O TEMA: .........................................................................................

➋ Elenca ed illustra le principali caratteristiche di un paragrafo:

a) ................................................................................................................................

b) ................................................................................................................................

c) ................................................................................................................................

La pratica

➊ Ti proponiamo un articolo di giornale:

– Dagli un titolo

– Sottolinea le idee centrali

– Dividilo in paragrafi

– Definisci le tipologie dei paragrafi

– Illustra le caratteristiche di tre tipologie di paragrafi presenti in questo testo

IL PROCESSO DELLA COMUNICAZIONE • MODULO 1 343

TITOLO: ……………………..………………………………………………

Sorpresa: tre donne coraggiose hanno sconfitto la strana coppia George Bush – SaddamHussein nella corsa alla copertina di Time. La persona dell’anno del 2002 – non si dice piùl’uomo dell’anno in ossequio al politically correct – non sono il presidente americano e ildittatore iracheno, uomini di guerra anziché di pace. Sono Cynthia Cooper, di 38 anni,una dirigente della WorldCom, l’ex regina delle telecom, la più grande società che sia maiandata in bancarotta; Coleen Rowley, 48 anni, un’agente dell’Fbi, la polizia federale;Sherron Watkins, 42 anni, ex vicepresidente della Enron, la compagnia che diede il viaagli scandali di Wall Street.Il loro merito: avere denunciato i reati o gli errori commessi dalle tre istituzioni, considerateda sempre intoccabili, a rischio del posto di lavoro e della salute, e così facendo di averedifeso “l’America per bene”. Time ha voluto premiare, ha scritto, “la loro fede che la veritànon vada nascosta, il loro coraggio nell’esporsi, la loro modestia, il loro monito a conser-vare i nostri valori e affrontare le nostre responsabilità.”La nomina delle tre signore, tutte sposate e con figli, è stata tra le più applaudite della sto-ria della rivista. La Cooper, la Rowley e la Watkins sono tre eroine popolari, portate alla ri-balta nazionale dalla loro coscienza, che hanno restituito agli americani, o almeno a unaparte, la fiducia nel loro Paese all’apice di una grave crisi. […]Con i loro interventi, le tre donne aprirono la guerra agli abusi di potere e avviarono unprocesso di riforma delle istituzioni a Wall Street, al Congresso e in minor misura nel go-verno che è tuttora in corso.Nessuna delle tre eroine di Time ha tratto vantaggi dal proprio gesto: la Watkins è stata co-stretta a dimettersi qualche settimana fa, e la Cooper e la Rowley sono spesso ostracizzate1

dai colleghi. La rivista le ha intervistate a Minneapolis – era il loro primo incontro – e le hatrovate serene e combattive. Sherron Watkins ha sottolineato l’ipocrisia della Enron dicen-do che distribuiva ai dipendenti detti celebri come quello di Martin Luther King, il Gandhinero: “La vita finisce il giorno in cui si cela ciò che è più importante”. Cynthia Cooper haammesso di aver pianto per giornate intere per la rovina della WorldCom, ma ha dichia-rato di voler contribuire alla sua ripresa. Coleen Rowley, che compilò un memoriale perl’amministrazione, ha insistito che l’Fbi deve cambiare in fretta strada, e deve coordinarsicon la Cia, il servizio segreto: “Gli agenti contano di più dei missili del Pentagono”.Time non ha nascosto la sua ammirazione: “La comunità è come una nave, ciascuno deveessere pronto a prenderne il timone, e queste tre cittadine lo hanno fatto”.I mesi passati, i media avevano messo in evidenza che tre donne, non tre uomini, erano di-venute il simbolo della pulizia morale in America. Ieri la rivista ha svelato quale caro prez-zo fossero disposte a pagare per la loro onestà. Ciascuna delle tre, ha scritto, ha uno sti-pendio medio elevato e mantiene la famiglia.D’accordo con le mogli, i mariti della Rowleye della Cooper, che guadagnavano molto di meno, non lavorano, stanno a casa a badareai figli, quattro e tre rispettivamente, mentre lavora solo part time quello della Watkins (lacoppia ha un bambino). Denunciando le colpe dei loro superiori, le tre donne avevanomesso a repentaglio la famiglia. “Naturalmente ne discutemmo in casa” ha riferito ColeenRowley. “I nostri consorti e figli ci appoggiarono”. Un retroscena che ha suscitato nuovi ap-plausi. Una vicenda che aiuterà la donna americana a raggiungere alcuni vertici della po-litica e della finanza. Non a caso sull’onda degli scandali a Wall Street gli incarichi delica-ti sono affidati sempre più spesso a donne.

E. Caretto, Corriere delle Sera, 23 dicembre 2002.

1. Ostracizzate: boicottate, messe in difficoltà.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA344

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 5: Testi letterari e testi non letterari

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La teoria

➊ Definisci i seguenti concetti:

– TESTO LETTERARIO: ..................................................................................................

– TESTO NON LETTERARIO: .........................................................................................

– IPERSEGNO: .............................................................................................................

– POETICA: .................................................................................................................

– MACROGENERE: ......................................................................................................

La pratica

Ti proponiamo due testi che trattano lo stesso argomento: la descrizione di un minuscolo uc-cello, lo scricciolo. Leggili con attenzione:

L’UCCELLINO DEL FREDDO

1. Sgricciolo: lo scricciolo o “uccelli-no del freddo” annuncia, con il suocanto, l’arrivo dell’inverno.

2. Zirlo: è il verso di molti uccelli.

3. Lo strido… crepi: il suono acuto digelo che si crepi è riprodotto dalloscricciolo nel suo verso.

4. Sgrigiola: scricchiola.

5. Verno: l’inverno.

6. Tecco: infreddolito.

7. Elitre: le ali esterne, che il grillousa per produrre il suo tipico verso.

8. Stiocchi: schiocchi.

Viene il freddo. Giri per dirlotu, sgricciolo1, intorno le siepi;e sentire fai nel tuo zirlo2

lo strido di gelo che crepi3.Il tuo trillo sembra la brina che sgrigiola4, il vetro che incrina...trr trr trr terit tirit...

Viene il verno5. Nella tua vocec’è il verno tutt’arido e tecco6.

Tu somigli un guscio di noce,che ruzzola con rumor secco.T’ha insegnato il breve tuo trillo con l’elitre7 tremule il grillo…trr trr trr terit tirit...

Nel tuo verso suona scrio scrio,con piccoli crepiti e stiocchi8,il segreto scricchiolettio di quella catasta di ciocchi.

IL PROCESSO DELLA COMUNICAZIONE • MODULO 1 345

Uno scricchiolettio ti parve d’udirvi cercando le larve…trr trr trr terit tirit...

Tutto, intorno, screpola rotto.Tu frulli ad un tetto, ad un vetro.Così rompere odi lì sotto, così screpolare lì dietro.Oh! lì dentro vedi una vecchiache fiacca la stipa e la grecchia9…trr trr trr terit tirit...

Vedi il lume, vedi la vampa10.Tu frulli dal vetro alla fratta11.

Ecco un tizzo12 soffia, una stiampagià croscia13, una scorza già scatta14.Ecco nella grigia casetta L’allegra fiammata scoppietta… trr trr trr terit tirit...

Fuori, in terra, frusciano fogliecadute. Nell’Alpe lontana ce n’è un mucchio grande che accogliela verde tua palla di lana15.Nido verde tra le foglie morte, che fanno, ad un soffio più forte…trr trr trr terit tirit...

9. Che fiacca… grecchia: che spezzalegna ed erbe (da bruciare).

10. Vampa: è quella del fuoco accesodalla vecchia.

11. Fratta: siepe selvatica, rovo.

12. Tizzo: un tizzone.

13. Una stiampa… croscia: un grossopezzo di legno scroscia (fa rumore bru-ciando).

14. Una scorza… scatta: un pezzo dicorteccia salta via.

15. La verde… lana: il nido delloscricciolo.

SCRICCIOLO (Troglodytes troglodytes). Grazioso uccelletto passeriforme, una delle più piccolespecie nostrali. Ha becco acuto, coda breve, piumaggio bruno con macchie e strie più oscu-re.Vive nei boschi e nei giardini, prediligendo le siepi; ha volo rapido e basso, canto melodio-so. Si nutre di insetti e anche di sostanze vegetali. In un nido globoide1 con apertura lateraledepone 6 – 7 uova, bianche con punti rossi.

Da Grande dizionario enciclopedico, UTET.

➊ Spiega nel modo più esauriente possibile perché il primo di questi testi è letterario e il se-condo no.

➋ Cerca (e illustra), nel primo testo, qualche esempio di scarto dalla norma e spiega cosa siintende con questo concetto.

➌ Sottolinea gli ipersegni costituiti dalla ripetizione di una stessa consonante e prova a spie-gare la loro funzione.

G. Pascoli, Canti di Castelvecchio, in Poesie, vol. I,

Mondadori, Milano.

1. Globoide: a forma di sfera.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA346

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 1: Gli appunti, gli schemi e le mappe concettuali

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La teoria

➊ Definisci i seguenti concetti:

– APPUNTO: ...............................................................................................................

– SCHEMA: .................................................................................................................

– MAPPA CONCETTUALE: ............................................................................................

➋ Completa gli spazi bianchi di questo piccolo schema sulla lettura:

La pratica

➊ Per domani devi studiare questa pagina del tuo libro di testo:

Le prime manifestazioni artistiche risalgono a un’epoca molto più remota, alla fine del pa-leolitico. Decine di millenni a. C.. gli uomini, che vivevano di caccia e dell’occasionale rac-colta di frutti selvatici, conoscevano già il valore dell’immagine o della figurazione: risaleinfatti al paleolitico superiore tutta una serie di figurazioni così sinteticamente ed intensa-

MODALITÀTIPO DI LETTURA

Lettura orientativa

Con estrema attenzione e parte-cipazione

Cercare l’informazione che serve

SCOPO

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 347

mente espressive che alcuni dei maggiori artisti moderni (primo tra tutti Picasso) le hannoconsiderate opere d’arte perfette, fino a proporle come modelli di assoluta autenticità del-l’espressione artistica. Sono immagini di animali selvatici (bisonti, renne, mammut, ecc.)graffite e dipinte sulle pareti e sulle volte di grotte naturali disseminate nell’Europa mediter-ranea e specialmente nella zona franco – cantabrica (Lascaux, Altamira, Montignac, Poli-gnac). Sono tracciate con le dita o con elementari strumenti dai cacciatori che hanno fre-quentato per molti secoli quelle grotte, a cui attribuivano valore di luoghi sacri. Sono statespesso considerate come straordinarie manifestazioni di un’attività artistica istintiva, noncondizionata da una precedente esperienza figurativa e tecnica né da una finalità pratica.È stato invece dimostrato che queste figurazioni, pur rivelando con estrema vivacità l’im-magine che l’uomo del Paleolitico aveva del mondo e del proprio essere nel mondo, hannoun carattere magico e una finalità pratica. Raffigurando o, piuttosto, prefigurando l’incon-tro con l’animale nella foresta, il cacciatore immaginava di assicurarsi, con un’operazionemagica, il successo della battaglia da cui dipendeva la sua esistenza.

Da G. C. Argan, Storia dell’arte italiana, vol.I,

Sansoni, Firenze.

Esegui, per raggiungere lo scopo che ti sei prefisso (= studiare questa pagina), queste ope-razioni:

a) Individua il tema di cui si parla

b) Dividi il testo in paragrafi e cerca di capire le relazioni che intercorrono tra loro

c) Cancella con una riga le affermazioni che ti sembrano inutili

d) Riproponi il testo sotto forma di schema o mappa concettuale

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA348

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 2: La parafrasi

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La teoria

➊ Rispondi a queste domande:

a) Che cos’è la parafrasi?

b) Quali vantaggi offre l’esercizio della parafrasi ad uno studente?

c) Perché il testo parafrasato è solo un espediente per studiare meglio?

La pratica

➊ Leggi attentamente questa lirica:

1 Lenta fiocca la neve pe ‘l cielo cinereo: gridi,suoni di vita più non salgon da la città,

non d’erbaiola il grido o corrente rumore di carro, non d’amor la canzone ilare e di gioventù.

5 Da la torre di piazza roche per l’aere le ore gemon, come sospir d’un mondo lungi dal dì.

Picchiano uccelli raminghi a’ vetri appannati: gli amici spiriti reduci son, guardano e chiamano me.

In breve, o cari, in breve – tu calmati, indomito cuore –10 giù al silenzio verrò, ne l’ombra riposerò.

Da G. Carducci, Odi barbare,

a cura di M. Valgimigli, Zanichelli, Bologna.

NB: per lo svolgimento di questa prova di verifica è indispensabile l’uso del dizionario.

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 349

G. Carducci scrisse questa lirica nell’inverno del 1881. La donna di cui era innamoratoera molto malata: per questo egli intravede nel paesaggio che lo circonda cupi presagidi morte.

Esegui la versione in prosa del testo che ti è stato proposto seguendo la solita procedura dilavoro:

– Leggi il testo

– Descrivi a grandi linee l’argomento di cui si tratta

– Sottolinea con una riga i vocaboli che non conosci e con dei puntini le espressioni chenon ti sono chiare

– Elenca i significati trovati sul dizionario

– Ragiona per iscritto sulle espressioni non chiare

– Sistema la sintassi

– Proponi la tua versione in prosa della lirica

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA350

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 3: Il riassunto

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La teoria

➊ Segna con una crocetta le risposte esatte:

a) Il riassunto: può cambiare l’aspetto del testo di partenzanon può cambiare l’aspetto del testo di partenza

b) Quali di questi elementi devono essere presi in considerazione prima di scrivere un ri-assunto?

La forma del riassuntoLa forma del testo di partenzaIl tempo a disposizioneLa dimensione del riassuntoLa dimensione del testo di partenzaIl destinatarioLa tipologia del testo da riassumereAltri testi dello stesso genereL’epoca di stesura del testo di partenzaLo scopo del testo di partenzaLo scopo del riassunto

c) In un riassunto sono generalmente considerate parti essenziali: Quelle che si riferiscono direttamente al tema principale del testoLe parti descrittiveLe parti riflessiveQuelle che introducono qualcosa di nuovoGli esempiI commenti personali Quelle che introducono un nuovo personaggioQuelle che fanno affermazioni che il lettore sa già

NB: per lo svolgimento di questa prova di verifica è indispensabile l’uso del dizionario.

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 351

d) In un riassunto i dialoghi:vanno lasciati inalterativanno riassuntivanno riassunti e trasformati in discorsi indiretti

La pratica

➊ Speriamo che il racconto di I. Calvino che ha per protagonista Marcovaldo ti sia piaciu-to, perché ora te ne proponiamo un altro, intitolato Funghi in città, tratto dalla medesimaraccolta.

Leggilo, come di consueto, con molta attenzione:

Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s’accorgono solo po-che anime sensibili, come i raffreddati da fieno, che starnutano per pollini di fiori d’altreterre. Un giorno, sulla striscia d’aiola d’un corso cittadino, capitò chissà donde una ventata dispore, e ci germinarono dei funghi. Nessuno se ne accorse tranne il manovale Marcoval-do, che proprio lì prendeva ogni mattina il tram.Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alle vie di città: cartelli, semafori, vetrine,insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai fermavanoil suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto. Invece, una foglia che ingiallis-se su un ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola, non gli sfuggivano mai: nonc’era tafano sul dorso di un cavallo, pertugio di tarlo in una tavola, buccia di fico spiacci-cata sul marciapiede che Marcovaldo non notasse, e non facesse oggetto di ragionamento,scoprendo i mutamenti della stagione, i desideri del suo animo, e le miserie della sua esi-stenza.Così un mattino, aspettando il tram che lo portava alla ditta Sbav dov’era uomo di fatica,notò qualcosa d’insolito presso la fermata, nella striscia di terra sterile e incrostata che se-gue l’alberatura del viale: in certi punti, al ceppo degli alberi, sembrava si gonfiassero ber-noccoli che qua e là s’aprivano e lasciavano affiorare tondeggianti corpi sotterranei.Si chinò a legarsi le scarpe e guardò meglio: erano funghi, veri funghi, che stavano spun-tando proprio nel cuore della città! A Marcovaldo parve che il mondo grigio e misero chelo circondava diventasse tutt’a un tratto generoso di ricchezze nascoste, e che dalla vita cisi potesse ancora aspettare qualcosa, oltre la paga oraria del salario contrattuale, la con-tingenza, gli assegni familiari e il caropane. Al lavoro fu distratto più del solito; pensava che mentre lui era lì a scaricare pacchi e cas-se, nel buio della terra i funghi silenziosi, lenti, conosciuti solo da lui, maturavano la polpaporosa, assimilavano succhi sotterranei, rompevano la crosta delle zolle. “ Basterebbe unanotte di pioggia, – si disse, – e già sarebbero da cogliere”. E non vedeva l’ora di mettere aparte della scoperta sua moglie e i sei figlioli.– Ecco quel che vi dico! – annunciò durante il magro desinare. – Entro la settimana man-geremo funghi! Una bella frittura! V’assicuro!

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA352

E ai bambini più piccoli, che non sapevano cosa i funghi fossero, spiegò con trasporto labellezza delle loro molte specie, la delicatezza del loro sapore, e come si doveva cucinarli;e trascinò così nella discussione anche sua moglie Domitilla, che s’era mostrata fino a quelmomento piuttosto incredula e distratta.– E dove sono questi funghi? – domandarono i bambini. – Dicci dove crescono!A quella domanda l’entusiasmo di Marcovaldo fu frenato da un ragionamento sospettoso:“ Ecco che io gli spiego il posto, loro vanno a cercarli con una delle solite bande di monel-li, si sparge la voce nel quartiere, e i funghi finiscono nelle casseruole altrui!” Così, quellascoperta che subito gli aveva riempito il cuore d’amore universale, ora gli metteva la sma-nia del possesso, lo circondava di timore geloso e diffidente.– Il posto dei funghi lo so io e io solo – disse ai figli, – e guai a voi se vi lasciate sfuggireuna parola.Il mattino dopo, Marcovaldo, avvicinandosi alla fermata del tram, era pieno d’apprensio-ne. Si chinò sull’aiola e con sollievo vide i funghi un po’ cresciuti ma non molto, ancora na-scosti quasi del tutto dalla terra. Era così chinato, quando si accorse d’aver qualcuno alle spalle. S’alzò di scatto e cercò didarsi un’aria indifferente. C’era uno spazzino che lo stava guardando, appoggiato allasua scopa. Questo spazzino, nella cui giurisdizione si trovavano i funghi, era un giovane occhialuto espilungone. Si chiamava Amadigi e a Marcovaldo era antipatico da tempo, forse per viadi quegli occhiali che scrutavano l’asfalto in cerca di ogni traccia naturale da cancellare acolpi di scopa. Era sabato; e Marcovaldo passò la mezza giornata libera girando con aria distratta neipressi dell’aiola, tenendo d’occhio di lontano lo spazzino e i funghi, e facendo il conto diquanto tempo ci voleva a farli crescere. La notte piovve: come i contadini dopo mesi di siccità si svegliano e balzano di gioia al ru-more delle prime gocce, così Marcovaldo, unico in tutta la città, si levò a sedere nel letto,chiamò i famigliari: “ È la pioggia, è la pioggia” e respirò l’odore di polvere bagnata emuffa fresca che veniva di fuori. All’alba – era domenica –, coi bambini, con un cesto preso in prestito, corse subito all’aio-la. I funghi c’erano, ritti sui loro gambi, coi cappucci alti sulla terra ancora zuppa d’acqua.– Evviva! – e si buttarono a raccoglierli.– Babbo! guarda quel signore lì quanti ne ha presi! – disse Michelino, e il padre alzando ilcapo vide, in piedi accanto a loro, Amadigi anche lui con un cesto pieno di funghi sotto ilbraccio.– Ah, li raccogliete anche voi? – fece lo spazzino. – Allora sono buoni da mangiare? Io neho presi un po’ ma non sapevo se fidarmi… Più in là nel corso ce n’è nati di più grossi an-cora… Bene, adesso che lo so, avverto i miei parenti che sono là a discutere se convieneraccoglierli o lasciarli… – e si allontanò di gran passo. Marcovaldo restò senza parola: funghi ancora più grossi, di cui lui non s’era accorto, unraccolto mai sperato, che gli veniva portato via così, di sotto il naso. Restò un momentoquasi impietrito dall’ira, dalla rabbia, poi – come talora avviene – il tracollo di quelle pas-sioni individuali si trasformò in uno slancio generoso. A quell’ora, molta gente stava aspet-tando il tram, con l’ombrello appeso al braccio, perché il tempo restava umido e incerto. –Ehi, voialtri! Volete farvi un fritto di funghi, questa sera? – gridò Marcovaldo alla gente as-

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 353

siepata alla fermata. – Sono cresciuti i funghi qui nel corso! Venite con me! Ce n’è per tutti!– e si mise alle calcagna di Amadigi, seguito da un codazzo di persone.Trovarono ancora funghi per tutti, e, in mancanza di cesti, li misero negli ombrelli aperti.Qualcuno disse: – Sarebbe bello fare un pranzo tutti insieme! – Invece ciascuno prese isuoi funghi e andò a casa propria.Ma si rividero presto, anzi la stessa sera, nella medesima corsia dell’ospedale, dopo la la-vatura gastrica che li aveva tutti salvati dall’avvelenamento: non grave, perché la quantitàdi funghi mangiati da ciascuno era assai poca.Marcovaldo e Amadigi avevano i letti vicini e si guardavano in cagnesco.

Da I. Calvino, Marcovaldo, Corriere della Sera – I Grandi romanzi, Milano.

Dopo aver letto il testo, esegui le consuete operazioni:

a) cerca eventuali vocaboli che non conosci e segnane il significato

b) dividi il testo in paragrafi e sottolinea, in ciascuno, le idee centrali

c) stendi il riassunto del testo in due versioni: una di lunghezza media e l’altra nella formapiù breve possibile•

• Ti suggeriamo di lavorare nel modo che ben conosci, utilizzando il primo riassunto come base per la stesura di un altroriassunto più breve.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA354

L’analisi

➊ Questa breve descrizione è tratta da un racconto, intitolato L’uomo della sabbia, diE.T.A.Hoffmann, un apprezzato narratore degli inizi dell’Ottocento.Leggila con molta attenzione:

Immaginati un omaccio con larghe spalle e grossa testa informe, volto terreo1, sopraccigliagrigie a cespuglio, di sotto alle quali lampeggiano due occhi verdi come quelli dei gatti epenetranti, naso grosso e pronunciato, che scende sopra il labbro superiore. La brutta boc-ca si torce spesso in un bieco2 ghigno; sulle guance gli si vedono due macchie color vino euna strana voce sibilante striscia tra due file di denti serrati. Tutto il suo aspetto era spiace-vole e ripugnante; ma sopra ogni cosa le sue manacce pelose e ossute eccitavano3 in noibambini il disgusto più intenso, tanto che non potevamo più soffrire4 quello che egli avevatoccato. Coppelius, che l’aveva notato, trovava adesso maligno piacere nel toccare, sottoquesto e quel pretesto, ora un pezzetto di torta, ora un frutto dolce che la mamma ci avevamesso di nascosto sul piatto, così che noi, con le lacrime agli occhi, non potevamo più gu-stare per lo schifo e la ripugnanza la ghiottoneria, dalla quale avremmo potuto ritarre5

tanto godimento. E lo stesso faceva, quando nei giorni di festa il babbo ci versava un bic-chierino di buon vino. Rapido stendeva la sua manaccia sui nostri bicchieri o fingeva addi-rittura di portarli alle livide6 labbra.

Da E.T.A. Hoffmann, L’uomo della sabbia, in Racconti,

trad. di G. Calzecchi Onesti, Bompiani, Milano.

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 4: Il testo descrittivo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

1. Terreo: livido, di colore giallo oliva-stro.

2. Bieco: minaccioso.

3. Eccitavano: suscitavano.

4. Soffrire: sopportare.

5. Ritrarre: ricevere.

6. Livide: vedi nota 1.

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 355

Rispondi ora a queste domande:

a) Qual è l’oggetto descritto in questo testo?

b) Con quale scopo è stato descritto?

c) Da che cosa lo deduci?

d) Chi è il destinatario del testo?

e) La descrizione è oggettiva o soggettiva?

f) Da che cosa lo deduci?

g) Quali sensi sono stati usati nella descrizione?

h) Elenca le espressioni che si riferiscono ai sensi utilizzati per la descrizione.

i) Ci sono operazioni mentali complesse? Dove?

l) La descrizione può essere suddivisa in tre parti: – da Immaginati a serrati– da Tutto a toccato– da Coppelius alla fine

Quale criterio descrittivo viene usato in ciascuna di loro?

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA356

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 4: Il testo descrittivo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La produzione

➊ Stendi la descrizione del viso che ti proponiamo. Ma attenzione: il testo dovrà avere dellecaratteristiche ben precise:

– scopo: informare

– destinatario: il tuo insegnante

– tipo di testo: esercizio descrittivo

– tipo di descrizione: soggettiva

– mezzi: sensi e operazioni mentali complesse

– criterio: attorno a un’idea centrale: la donna dipinta è una pazza

Da G. C. Argan, L’arte moderna,

1770/1790, Sansoni, Firenze.

T. Gèricault, Ritrattodi una pazza.

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 357

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 5: Il testo espositivo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

L’analisi

➊ Per ovvi motivi, non ti forniamo indicazioni sulla natura e sull’argomento di questo passo.Leggilo con attenzione…

In una vasta area dell’Italia, comprendente le odierne regioni dell’ Emilia, della Romagna,della Toscana, dell’Umbria, e di parti interne del Lazio, della Campania, dell’Abruzzo edel Molise, si sviluppa a partire dal X secolo a.C. una splendida cultura preistorica, chia-mata cultura villanoviana dal sito di Villanova, presso Bologna, dove già nel 1853 nefurono scoperte le prime tracce archeologiche.

Gli studiosi escludono, in base a raffronti con l’assetto1 successivo, storicamente documen-tato, delle popolazioni della penisola, che la cultura villanoviana abbia avuto una base et-nica, sia cioè stata peculiare2 di una determinata stirpe. Si deve dunque immaginarla co-me un complesso specifico di modalità insediative3, costumi di vita, tecniche di produzionee rapporti sociali comuni a vari e differenziati popoli, di cui non conosciamo, perché ar-cheologicamente non individuabile, la specificità etnica.

Il suo insediamento tipico è il villaggio composto da un fitto tessuto4 di robuste e comodecapanne di legno, inframmezzate da orti, collegate da sentieri spianati, e circondate all’e-sterno da campi coltivati. Successivamente, pare negli ultimi decenni dell’VIII secolo a. C.,in alcune zone dell’attuale Toscana villaggi contigui5 si sono uniti, circondati da solide cintemurarie, e trasformati in città, socialmente e produttivamente distinte dalle aree rurali6 cir-costanti. In queste città – Populonia, Vetulonia, Volci, Tarquinia, le prime sorte inItalia, a parte le colonie greche – compaiono i primi documenti scritti. Inizia così la civiltàdegli Etruschi. (…)

In secondo luogo, la cultura villanoviana ha come suo costante costume sociale quello dicremare i cadaveri e di conservarne le ceneri in urne sepolte in appositi campi.

In terzo luogo – ed è questo un aspetto fondamentale –, la cultura villanoviana ha comesua base produttiva un’agricoltura molto evoluta per l’epoca, perché ben integrata con l’al-

1. Assetto: sistemazione.

2. Peculiare: tipica.

3. Insediative: che riguardano lo sta-bilirsi in un luogo.

4. Tessuto: intreccio.

5. Contigui: vicini.

6. Rurale: di campagna.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA358

levamento degli animali, caratterizzata da coltivazioni assai diversificate, e capace di al-largare le aree coltivabili e insediative attraverso efficaci lavori di dissodamento7 del suolo.Non dobbiamo infatti dimenticare che l’Italia preistorica è largamente dominata da vastis-sime foreste, appena intaccate dai suoi primi abitatori. Le popolazioni villanoviane, invece,per prime riescono a trasformare zone di foresta in campi coltivati, utilizzando il legnamedegli alberi abbattuti per le loro solide costruzioni. L’importanza degli attrezzi di ferro perqueste opere di dissodamento sospinge gradualmente la cultura villanoviana, che nelle sueprime fasi è una cultura del bronzo, al reperimento e alla lavorazione del ferro.

In quarto luogo, infine, la cultura villanoviana conosce tecniche metallurgiche di alto livelloe fabbrica una gran varietà di oggetti metallici – inizialmente quasi soltanto di bronzo, poisempre più anche di ferro – tra cui splendide spade di bronzo.

Il problema se la cultura villanoviana sia opera delle medesime popolazioni che avevanocreato la cultura delle terremare8 e la cultura appenninica del bronzo o sia stata portatada una migrazione di nuove popolazioni indoeuropee9 provenienti dall’Europa centrale, èstato molto dibattuto, ma permane tuttora irrisolto, ed è forse irrisolvibile.

Da M. Bontempelli – E. Bruni, Civiltà storiche e loro documenti,

Trevisini Editore, Milano.

Lavora ora sul testo che hai appena letto (abbiamo separato graficamente i singoli capo-versi che lo compongono per aiutarti a orientarti nel testo):

a) Spiega perché questo testo può essere considerato espositivo.

b) Indica il tema centrale del testo proposto. Dov’è enunciato?

c) Quale tecnica di scrittura è stata usata nel primo capoverso? Sottolinea le parti interes-sate.

d) Nel secondo capoverso compaiono, tra gli altri, i seguenti connettivi: cioè, dunque,perché. Spiega la loro funzione in relazione al testo in cui sono inseriti.

e) Nella terza riga del terzo capoverso un connettivo fa chiaramente capire l’ordine espo-sitivo usato: qual è? E qual è l’ordine usato?

f) L’inizio del quarto capoverso è “in secondo luogo”. Di quale ordine espositivo è un se-gnale? E se questo è il “secondo”, dove si trova il “primo”?

g) Elenca i connettivi più importanti del quinto capoverso, quelli cioè che evidenziano ilragionamento sotteso al testo, e spiega la loro funzione.

h) Quali connettivi sono coordinati tra loro nel sesto capoverso? Perché?

i) Che funzione hanno i connettivi “se” e “ma” nell’ultimo capoverso? Prova a schematiz-zarne il contenuto.

l) Perché nel testo alcune parole sono state scritte con caratteri diversi?

7. Dissodamento: operazione checonsiste nel lavorare un terreno maicoltivato per ridurlo a coltura.

8. Terremare: palafitte. 9. Indoeuropee: che parlavano l’in-doeuropeo, una lingua ricostruita par-lata dall’India all’Europa.

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 359

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 5: Il testo espositivo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La produzione

➊ Prova a cimentarti nella stesura di un breve testo espositivo scegliendo tra:

– il verbale di un’assemblea di classe che riguardi la possibilità di tornare ascuola al pomeriggio per corsi di recupero e / o approfondimento

– una lezione sul testo espositivo, che dovrai tenere agli alunni della tua classe

– la relazione di un esperimento di biologia o di chimica (o di un’altra materia atua scelta)

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DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA360

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 6: Il testo espressivo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

L’analisi

➊ Ti proponiamo un testo espressivo scritto da G. D’Annunzio: leggilo con attenzione.

Roma, 1 febbraio 1884

Lavorate, lavorate, lavorate, voi giovani, voi pieni di fede, e di forza! Ci sono ancora moltevette da conquistare. Tu1, che sei una natura così signorilmente squisita di artista, tu faraimolto, andrai molto avanti. Getta via lungi2 da te tutti i timori, tutte le timidezze, tutte le esi-tazioni: sii audace, sempre audace; non ti stancare mai di cercare, di tentare, di provare.La via dell’arte è lunga e scabra3 ed erta4: per salirla ci vogliono dei lombi5 armati di valo-re. Tu hai una intelligenza fine e una cultura non comune; ti manca lo spirito irrequieto del-le imprese. Costì6 a Napoli in cotesta baraonda vivente, tramezzo7 ai coetanei, alli8 emuli9,alli invidi10, fatti largo, per dio! Tu hai diritto di farti largo in faccia al gran sole: conquista-lo, Vittorio, e trai augurio11 dal tuo nome. Non ti spaventare della lotta: è la lotta per la vi-ta: the struggle for life del Darwin, la lotta inevitabile e inesorabile12. Guai a chi si abbatte.Guai alli umili! Non ti scandalizzare di queste massime poco cristiane. Dà retta a me, ame che ti sono amico sincero e che ho molta esperienza dall’essere vissuto in mezzo allagente combattendo a furia di gomitate e facendomi largo furiosamente.

Da G. D’ Annunzio, Lettera a V. Pepe,

in G. Squarciapino, Roma bizantina, Einaudi, Torino.

1. Tu: è Vittorio Pepe, un alunno delConservatorio musicale di Napoli, ami-co di D’Annunzio.

2. Lungi: lontano.

3. Scabra: aspra, piena di ostacoli.

4. Erta: in salita.

5. Lombi: fianchi.

6. Costì: lì, nel luogo in cui si trova lapersona a cui ci si rivolge.

7. Tramezzo: in mezzo ai.

8. Alli: agli.

9. Emuli: rivali (per capacità).

10. Invidi: invidiosi.

11. Augurio: buon auspicio.

12. La lotta… inesorabile: efficaceriassunto delle teorie darwiniane, se-condo cui la lotta per la sopravvivenzadetermina l’eliminazione delle speciemeno forti a vantaggio delle altre.

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 361

Ora che hai letto il passo, rispondi a queste domande:

a) Che tipo di testo hai appena letto? Perché questa tipologia di testo è considerataespressiva?

b) Chi è il destinatario? Uno o più di uno?

c) Qual è, in sintesi, il messaggio del testo? C’è una frase che lo può riassumere megliodelle altre?

d) Qual è, di conseguenza, lo scopo del testo?

e) Per chiarire meglio quanto detto, l’autore del testo ricorre ad alcuni espedienti. Rintrac-cia e trascrivi:– un paragone – un gioco di parole– una prova oggettiva

f) Come si può definire il lessico usato? Rintraccia, nel testo, qualche esempio di:– vocaboli connotati in senso emotivo (con spiegazione del perché si possono ritenere tali)– vocaboli alti (o comunque di uso non quotidiano)– esotismi

g) Che caratteristiche ha la sintassi? Fai qualche esempio.

h) Quali altri espedienti tipici della funzione emotiva della lingua hai riconosciuto nel testo?

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA362

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 6: Il testo espressivo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La produzione

➊ Prova a cimentarti nella stesura di un breve testo espressivo scegliendo tra:

– Una lettera a tuo padre o a tua madre per dire loro qualcosa di te che ancoranon sanno

– Una pagina di diario in cui esprimi le emozioni più belle / brutte che hai provato inquesti giorni

– Uno dei due testi precedenti in chiave non autobiografica (puoi, cioè, inventare deltutto quello che intendi esprimere)

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LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 363

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 7: Il testo narrativo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

L’analisi

Leggi con attenzione questo testo:

UNA CONTADINA RACCONTA LA STRAGE DI MARZABOTTO1 (29 settembre 1944)

Arrivarono2 calando dalla Steccola3, con le armi puntate, uno davanti, quattro dietro. Il pri-mo, insaccato in un grande giubbone mimetico color verde, era quasi biondo, allampanato4,con un dente d’oro in mezzo alla bocca, sotto il labbro superiore. Me lo ricordo come se fosseieri. Si piazzò sull’apertura della porta e ci volle tutte di fronte, si faceva grande dietro il suomitra e voleva metterci sotto i piedi. Certamente avevamo molta paura, ma non si capiva e luipareva contrariato5.Un altro intanto era salito nelle camere di sopra, dove lo sentimmo urlare: si affacciò dall’altodella scala e gridò parole concitate6 nella sua lingua. Il biondastro ripeté a noi le parole, initaliano: “Dice che ha trovato dei medicinali”. Fece una breve pausa, poi: “Ve la fate con ipartigiani, eh?”, e ridacchiava scrollando il capo. Ci squadrò a lungo una per una, facendorotare il mitra.La notizia ci aveva riempito di terrore, ed egli lo sapeva, perché dopo un po’ soggiunse sorri-dendo, in dialetto bolognese: “Adess avì pora, ed nuter!” (Adesso avete paura di noi!).Fui io a rispondergli: “Non si ha paura di nessuno, quando non si è fatto del male!”“Sapete cosa ha detto il tedesco?” riprese lentamente, senza più sorridere.” Ha detto: tutti ka-putt7!” e vidi le sue dita sbiancarsi strette sul mitra.Fu allora che notai la vera8. “Non è giusto uccidere noi donne e bambini. Pensi a sua mogliee ai suoi figli!”“Non guardiamo in faccia a nessuno, grandi e piccoli! Siamo fuori per questo!” e a spinte cibuttò nella loggetta9 del corridoio.Graziella, tirandosi dietro la Gianna, andò verso la porta di cucina: fu la prima a morire conun urlo straziante; il biondastro le sparò in faccia; ella cadde con la bimba che stringeva sem-

1. Marzabotto: piccolo comune inprovincia di Bologna.

2. Arrivarono: le SS, unità combattentinaziste comandate dal maggiore Reder.

3. Steccola: località collinare nei pres-si di Marzabotto.

4. Allampanato: alto e magro.

5. Contrariato: infastidito.

6. Concitate: che tradivano la suaemozione.

7. Kaputt!: morti!

8. Vera: fede nuziale.

9. Loggetta: rientranza.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA364

pre in mano la sua pagnotta. La ritrovammo tempo dopo, al nostro ritorno, che stringeva an-cora i resti della pagnotta rosicchiata dai topi.Poi il biondastro sparò a noi: la sposina incinta si abbatté colpita in fronte, io caddi a terraabbracciata alla mamma; mi accorsi di essere soltanto ferita a una mano. La piccola Annaro-sa, seduta in mezzo alla stanza, terrorizzata, urlava con le manine protese verso la madre. Ilnazista che era nella camera di sopra scese le scale e col nostro assassino andò in tinello10,dove si misero a spaccare tutto e a rubare. Il pianto disperato di Annarosa attirò l’attenzionedel biondastro che tornò in cucina, brontolando tra i denti, e con un colpo di pistola ammaz-zò la piccola.Finalmente se ne andarono. Mi alzai e la prima cosa che notai fu una grossa sveglia sopra lacredenza11: erano le nove. Mi affacciai alla porta e li vidi che camminavano in fila verso l’al-to, in direzione della Steccola. Corsi sopra, dalla parte opposta alla casa, legai una fune allagamba del letto e per la finestra mi calai nel cortile e mi lanciai come una pazza contro lamacchia12. Mentre correvo mi sentii chiamare: era il babbo con mio fratello, quello sordomu-to, che poi fu ucciso sotto la Steccola. Stando nel bosco arrivò l’eco di molte raffiche e spari;in seguito vidi che avevano massacrato quelli del Palazzo, una decina di persone.

Da R. Giorgi, Marzabotto parla, Edizioni Avanti, Milano – Roma.

➊ Rispondi ora a queste domande:

a) A quale genere appartiene questo testo?

b) Sottolinea la frase che dimostra la sua appartenenza a questo genere.

c) In che ordine sono narrati i fatti?

d) Sottolinea le anticipazioni presenti nel testo.

e) Sottolinea i connettivi temporali presenti nel testo.

f) Nel testo c’è un paragrafo interamente descrittivo: sottolinealo e spiegane la funzione.

g) La narrazione è oggettiva o soggettiva?

h) Ci sono parole connotate emotivamente? Quali?

i) Quali tempi verbali sono più usati nel testo? Che funzione hanno?

l) Che scopo ha questo testo?

➋ Riassumi ora il contenuto secondo lo schema consueto:

a) Che cosa è successo?

b) Dove è successo?

c) Quando è successo?

d) Chi o che cosa è stato coinvolto?

e) Come si sono svolti i fatti?

f) Quali sono state le conseguenze?

10. Tinello: soggiorno. 11. Credenza: mobile da cucina. 12. Contro la macchia: verso il bosco.

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 365

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 7: Il testo narrativo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

L’analisi

➊ Leggi questa fiaba cinese:

Li – Tang era un vecchio poverissimo, magro e giallo come un bastoncello di vecchio avo-rio. Viveva vicino al grande fiume in una capanna di legno corroso. Mangiava raramentee con estrema parsimonia1. Preferiva mortificare2 lo stomaco piuttosto che piegarsi alle leg-gi del lavoro. Non aveva famiglia, né parenti, né amici. Ma non si lagnava della suasquallida solitudine. L’aveva scelta lui, del resto: scaturiva come un’erba maligna dal suoegoismo, dall’arida desolazione del suo cuore vacuo3.Un giorno, per la prima volta nella vita, Li – Tang provò i morsi della fame: una fame rab-biosa, sconvolgente. Non aveva neanche una radice amara, neanche una focaccia di orzoda mettere in bocca. Era inverno, tirava un vento gelido, il fiume, a pochi passi dalla ca-panna, urlava con pazza frenesia4 di onde. Il poveraccio non sapeva proprio dove andareper procurarsi un poco di cibo. Gli venne in mente il Sasso sacro: una pietra di granito5

confitta al suolo. Si trovava vicina, avrebbe potuto raggiungerla senza fatica. Si diceva cheBudda, al tempo dei tempi, avesse sostato vicino alla pietra e a questa, prima di allonta-narsi, avesse infuso il lume divino del suo spirito. Uomini e donne di villaggi adiacenti6 ve-nivano, in certi giorni dell’anno, a genuflettersi7 attorno al Sacro Sasso per domandaregrazie. Molti assicuravano di aver udito levarsi dal granito voci profonde di incitamento, diconforto, di promessa. Li – Tang non aveva mai badato alle credenze popolari. Le considerava superstizioni scioc-che, lo avevano sempre fatto sorridere con disprezzo. Adesso, morso dalla crudeltà dellafame, pensò al Sasso sacro senza superbia. Ci pensò, anzi, con sollievo, con fede. Il fred-do invernale, molto intenso, gli consigliò di gettarsi la logora coperta sopra le spalle sche-letriche. E, lottando furiosamente con la sizza8, raggiunse la pietra santificata da Budda.La fame lo tormentava troppo.– Sasso sacro – disse con umiltà – il mio stomaco reclama cibo. Il digiuno, ormai, è diven-tato insopportabile. Aiutami. Vuoi la mia coperta? È logora, è l’unica arma che mi restaper combattere il rigido inverno. Ma te la offro. Non respingere il mio dono.

1. Parsimonia: moderazione.

2. Mortificare: punire.

3. Vacuo: privo di sentimenti.

4. Frenesia: furore.

5. Granito: roccia molto dura.

6. Adiacenti: vicini.

7. Genuflettersi: inginocchiarsi.

8. Sizza: vento molto freddo.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA366

Brillò, vicino al vegliardo, una piccola luce. Li – Tang vide un cesto colmo di focacce fra-granti. Se ne impadronì e si allontanò in fretta. Percorsi pochi metri avvertì l’assalto dellasizza. “Sono stato sciocco – pensò – a offrire la mia coperta al Sasso. I sassi non patisconoil freddo. La provvida cesta l’avrei trovata senza bisogno di scalmanarmi con strane pre-ghiere. Deve averla lasciata uno di quei babbei che vengono di quando in quando a chie-dere grazie alla pietra. Le pietre non hanno occhi né orecchie, non hanno sensibilità. Sologli stolti possono illudersi di ricevere consolazione e aiuti”. Adesso che non temeva più la fame, l’uomo era ridiventato sprezzante. Posò a terra la ce-sta e andò a riprendersi la coperta che aveva gettato sul sasso. Si sentiva tranquillo, ormai.E protervo9. Ma quando giunse nel luogo in cui aveva lasciato le focacce restò malissimo.La cesta era scomparsa e al suo posto, rivelati da un misterioso lampo, vide un mucchio diciottoli. Ritornò al Sasso sacro, al sasso di Budda. Offerse, ancora, la vecchia coperta, l’unico suotesoro. Ma il prodigio non si ripeté, per quanto implorasse, gridando e piangendo. Dovette tenersi in corpo la sua fame disperata. Se ne andò con un gran fuoco di collera nelsangue. Tanto fuoco che non sentiva più freddo, il crudo freddo dell’inverno. Tuttavia la co-perta l’aveva ripresa per la seconda volta. E la stringeva tra le braccia scheletriche urlandoall’indirizzo del Sasso sacro e di Budda parole sacrileghe. Il giorno dopo l’aquila delle folgori10, nera come la notte, con gli occhi sfavillanti di luci sini-stre venne a ghermirlo nella sua capanna. Non trovò che uno scheletro. E questo scheletroportò tra le nuvole di tempesta nel mondo bieco11 in cui dominano la cattiveria e l’egoismo.

Da Le più belle fiabe del mondo, vol. I, UTET, Torino.

Lavoriamo sul testo:

a) Dividi il testo nelle quattro parti che costituiscono la struttura della narrazione di fatti difantasia.

b) Quale funzione ha, di solito, la prima parte?

c) In questo testo la prima parte è narrativa?

d) In che cosa rispetta la funzione tipica della prima parte della struttura di una narrazio-ne di fantasia?

e) A che cosa serve, di solito, la seconda parte?

f) Come è introdotta, in questo testo?

g) Elenca i momenti fondamentali della terza parte di questo testo.

h) Sottolinea i connettivi temporali presenti in questa parte. Quale compito hanno?

i) Qual è la funzione della quarta parte di un racconto di fantasia?

l) Come si conclude questo racconto?

m)Chi racconta la storia?

n) Quali tempi verbali sono stati usati? Illustra la loro funzione in generale.

9. Protervo: arrogante. 10. Folgori: saette. 11. Bieco: malvagio.

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 367

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 7: Il testo narrativo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La produzione di un testo che narra fatti realmente accaduti

➊ Racconta un breve episodio a scelta della tua vita presente o passata con queste modalitànarrative:

– Introduzione all’episodio (con indicazione dei protagonisti, del luogo e delle circostanzetemporali in cui si svolgono i fatti narrati)

– Narrazione dei fatti principali

– Narrazione delle conseguenze o della conclusione della vicenda

➋ Ora racconta lo stesso episodio con queste altre modalità:

– Narrazione delle conseguenze o della conclusione della vicenda

– Rievocazione dei fatti precedenti

– Narrazione dei fatti principali

Usa i tempi verbali che ritieni più adatti; il lessico deve essere semplice ma curato.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA368

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 7: Il testo narrativo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La produzione di un testo che narra fatti di fantasia

➊ Inventa un racconto di fantasia che abbia le seguenti caratteristiche:

– è destinato ai bambini, per indurli a riflettere sul tema della pace

– è scandito nelle quattro parti canoniche

– il narratore è esterno

➋ Riscrivi ora il racconto con un narratore interno.

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LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 369

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 8: La scrittura creativa

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La produzione

➊ Leggi questa fiaba di origine livornese, intitolata Lo sciocco senza paura, nella versione diI. Calvino.

Un uomo aveva un nipote che era stupido: non capiva niente ma non aveva paura di nul-la. Quell’uomo partì e lasciò detto al nipote che stesse attento ai ladri, che non portasserovia la roba di casa. E lui: – Che sono questi ladri? Che cos’è questa roba di casa? Io nonho paura di niente.Vengono i ladri, gli dicono: – Cosa fai qui, ragazzo? Noi dobbiamo rubare.– E be’, e con ciò? E rubate pure, chi ve lo impedisce? Credete che io abbia paura? – e lilasciò rubare tutto.Torna lo zio e vede la casa svaligiata. Dice al nipote: - Hai fatto venire i ladri?– Io? Io ero qui sulla porta. Sono venuti i ladri. Hanno detto: “Che fai qui? Dobbiamo ru-bare”. “E chi ve lo impedisce?”, gli ho detto, “guarda che tipi!” e loro hanno rubato. Ionon c’entro.L’uomo pensò che aveva un fratello prete, che avrebbe potuto educarlo meglio. – Devi an-dare da tuo zio prete, - gli disse.– Che cos’è questo zio prete? Io non conosco zii preti, io non conosco nessuno, se voglia-mo andare dallo zio prete su, andiamoci!Lo zio prete la prima sera gli disse: - Stasera devi andare a spegnere i lumi in chiesa.E il nipote: – Che cosa sono questi lumi? Che cos’è questa chiesa? Io non conosco lumi, ionon conosco chiesa; andrò dove volete non ho paura di niente.Lo zio aveva detto al sacrestano che mentre il nipote spegneva i lumi calasse un corbello1

pieno di candele accese e dicesse: – Chi vuol vedere il Regno dei Cieli, venga qui dentro.Il nipote vede il corbello, sente la voce e dice: – Che cieli, che cieli, io non conosco i cieli,aspettami che vengo.

1 . Corbello: cesto.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA370

Prende un coltello e taglia la fune. Il sacrestano tira e gli rimane la fune in mano.La sera dopo lo zio prete comandò al sacrestano che si mettesse in una bara e si fingessemorto per poi fare paura al nipote. – Questa sera vai a vegliare un morto, – disse al ra-gazzo.– Che cos’è questo morto? Che cos’è questo vegliare? Io andrò in tutti i posti –. E andò inchiesa a vegliare il morto. C’era un lumicino fioco fioco vicino al morto, e tutto il resto buio. Ilmorto comincia a alzare una gamba. Il ragazzo lo guarda e non si fa né in qua né in là. Il morto alza la testa e il ragazzo sbadiglia. Allora il morto dice: - Ehi, tu! Sono vivo ancora!Il ragazzo dice: – Se sei vivo, morirai ora! –. Prende uno spegnitoio2, glielo dà sulla testa el’ammazza. Torna dallo zio prete e gli dice: – Sai, quel morto, non aveva finito di morire,e l’ho finito io.

Da I. Calvino, Fiabe italiane, vol. II, Mondadori, Milano.

Dopo aver letto il testo con attenzione:

a) fai il lipogramma in “a” del primo capoverso

b) aggiungi un altro paragrafo (lunghezza minima: dieci righe) alla storia

2. Spegnitoio: piccolo cono di metallofissato a un manico con cui si spegnela fiamma delle candele.

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 371

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 9: Il testo argomentativo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

L’analisi

➊ Leggi con attenzione questo passo, tratto da Mille e non più mille, un saggio dello storicofrancese Georges Duby:

I terrori dell’anno mille sono frutto di una leggenda romantica. Gli storici del XIX secolohanno pensato bene di ricostruire l’attesa dell’anno mille in termini di panico collettivo, mahanno falsato la realtà delle cose. Di fatto, noi disponiamo di una sola testimonianza al ri-guardo, quella di un monaco dell’abbazia di Saint – Benoit – sur – Loire: “Mi è stato rac-contato che nell’anno 994, a Parigi, alcuni preti annunciavano la fine del mondo”. Scri-vendo quattro o cinque anni più tardi, all’immediata vigilia dell’anno mille, il monaco ag-giungeva: “Questi preti sono pazzi. Basta aprire il testo sacro, la Bibbia, per constatarecome Gesù abbia detto che mai si sarebbe saputo il giorno, né l’ora”.Beninteso, quei tempi erano davvero percorsi da un’attesa continua e inquieta, l’attesa del-la fine del mondo: stava scritto nei Vangeli che un giorno il Cristo sarebbe ritornato, che imorti sarebbero resuscitati, che Cristo stesso avrebbe selezionato i buoni e i cattivi. Tutti neerano convinti, tutti aspettavano tale terribile successione di eventi, che non avrebbe potutonon occasionare tribolazioni, tumulti, rovine. Per giunta si poteva leggere, nell’Apocalisse1,che dopo mille anni Satana sarebbe riuscito a liberarsi dalle proprie catene, che sarebbescoccata l’ora dell’Anticristo2; allora, dal fondo del mondo, dalle terre sconosciute che sitrovavano oltre l’orizzonte, verso est e verso nord, sarebbero sbucate genti dall’aspettospaventoso…Quantunque3 valesse ad alimentare simili paure, l’Apocalisse – d’altra parte – giustificavale speranze. Prevedeva infatti che il momento delle tribolazioni venisse seguito da un’epocadi pace, meno difficile da viversi della normale vita quotidiana: la stagione che avrebbe im-mediatamente preceduto il Giudizio universale. Quando pensiamo al Medioevo, dobbiamoporre mente alla condizione di fondamentale debolezza che caratterizzava il rapporto degliuomini con la natura; la gente viveva allora in uno stato di privazione materiale paragona-bile a quello condiviso oggi dalle più povere tra le popolazioni dell’Africa nera.

1. Apocalisse: ultimo libro del NuovoTestamento.

2. Anticristo: essere diabolico che, se-condo l’Apocalisse, alla fine dei secolisi leverà contro Cristo e la Chiesa.

3. Quantunque: anche se, nonostante.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA372

Possiamo dunque capire perché gli uomini e le donne del Medioevo coltivassero la speran-za che, una volta superata la fase dei disordini e delle difficoltà, il mondo imboccasse lastrada del paradiso; oppure, che il mondo imboccasse quella strada di pace, di liberazio-ne dal male, che doveva aprirsi dopo l’arrivo dell’Anticristo. (…)La gente viveva allora nella più completa povertà. Per lavorare la terra, gli uomini dell’an-no mille utilizzavano utensili in legno: gli stessi che vengono impiegati oggi dalle popola-zioni africane. Per un chicco di grano che veniva seminato, andava bene se si riusciva araccoglierne tre… Occorre dunque figurarsi uomini e donne vestiti con pelli di animali, eappena più in carne che nell’era neolitica4 (mi riferisco alla gente del popolo, dal momentoche la società medioevale era strettamente gerarchica). I lavoratori erano schiacciati dalpeso di una nobiltà insieme militare e religiosa, che arraffava quasi tutto il sovrappiù. Ine-vitabilmente, la gente del popolo viveva nelle perenne paura dell’indomani. Ma parlare di una miseria senza scampo sarebbe inesatto, poiché una fitta trama di rela-zioni di solidarietà e di fratellanza faceva sì che quel poco di ricchezza in sovrappiù venis-se ridistribuito. Non esisteva quella condizione spaventosa di totale solitudine che è propria del miserabiledi oggi, così come noi lo incontriamo nei corridoi della metropolitana.

Da G. Duby, Mille e non più mille, Rizzoli, Milano.

Lavoriamo ora insieme sul testo:

a) Chi parla?

b) A chi si rivolge?

c) Qual è lo scopo del testo?

d) Qual è il tema? È enunciato in modo esplicito o implicito?

e) Quante sono le tesi che l’autore dimostra in questo brano? Compila, per ciascuna tesiidentificata, il seguente schema:

TESI: ........................................................................................................................

ARGOMENTAZIONI: ...............................................................................................

f) Sono presenti dei dati? Dove?

g) Sono presenti degli affidamenti? Dove?

h) Le tesi proposte sono condivisibili? Perché?

i) Come sono lessico e sintassi?

l) Il saggio da cui è tratto questo passo è, a parer tuo, divulgativo o specialistico? Perché?

4. Era neolitica: ultimo periodo del-l’età della pietra.

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 373

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 9: Il testo argomentativo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La produzione: il tema

➊ Svolgi una delle seguenti consegne, scegliendo tra un titolo citazione, un titolo aperto e untitolo – traccia:

a) Aristotele dice che “la musica imita gli stati d’animo, gli affetti e gli atti con l’aiuto delritmo, delle parole, della successione melodica ed armonica”. Ritieni anche tu che lamusica abbia questo potere? Che importanza ha nella tua vita?

b) Il fenomeno dell’immigrazione, nato sulla base di motivazioni economiche, sociali, po-litiche e religiose, comporta una serie di problemi legati alla piena realizzazione diuna società di tipo multirazziale. Dopo aver riflettuto su questo aspetto, proponi alcunesoluzioni che potrebbero rivelarsi efficaci per risolvere questo problema.

c) I mesi di ottobre e di novembre sono spesso caratterizzati dalla protesta dei giovanistudenti italiani. Condividi le modalità di queste proteste? Hai anche tu delle riserve sulfunzionamento della scuola italiana? Cosa chiedi alla scuola superiore per la tua for-mazione?

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA374

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 9: Il testo argomentativo

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La produzione: il saggio breve

AMBITO: artistico – letterario

ARGOMENTO: “la cultura”

DOCUMENTI:•– “La cultura è un ornamento nella buona sorte, ma un rifugio nell’avversa”

(Aristotele, filosofo greco del IV secolo a. C.)

– “La cultura è sapere una cosina in più” (Luciano de Crescenzo, scrittore)

– “Far cultura con la tivù? È come cercare di arare un campo usando un phon”(Antonio Ricci, autore di Striscia la notizia)

– “La cultura è un gioco con cui la collettività esprime la sua interpretazione della vita edel mondo” (Johan Huizinga, storico olandese, 1872 – 1945)

– “La cultura è come l’eleganza: è buona solo quella che non si vede: quando viene esibi-ta e ostentata diventa cafoneria” (Indro Montanelli, giornalista, 1909 – 2001)

– “Cultura è quella cosa che i più ricevono, molti trasmettono e pochi hanno”(Karl Kraus, giornalista viennese, 1874 – 1936)

– “La cultura, se non è contro, diventa inevitabilmente propaganda” (Sergio Rubini, attore)

– “La cultura si acquista con la curiosità. Ogni volta che si è curiosi di qualcosa si accre-sce la propria cultura” (Pippo Baudo, conduttore Tv)

– “La cultura è avere la coscienza di non capire niente” (Enrico Lucci, showman)

– “Il principale compito della cultura è difenderci dalla natura”(Sigmund Freud, medico, 1856 – 1939)

– “La cultura è come il denaro: affluisce più facilmente nel bagagliaio di coloro che nehanno meno bisogno”(Rex Stout, scrittore americano, 1886 – 1975)

• Tutti i documenti sono tratti da un articolo di M. Aprile, pubblicato su Donna Moderna n. 13 del 2 aprile 2003.

LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 375

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 1: Il giornale

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

L’analisi: l’articolo

➊ Leggi con molta attenzione questo articolo, tratto dal Corriere della sera dell’11 maggio 2003:

Drammatico incidente stradale nel centro di San Donato

Investiti da un’auto: sono in prognosi riservataPadre e figlio di due anni travolti sulle strisce pedonali

Stavano tornando a casa, come ogni sabato,dopo una passeggiata e un po’ di spesa fattanei negozi che si affacciano sulla centralissi-ma via Gramsci, a San Donato Milanese.Una strada percorsa decine di volte. Il picco-lo Lorenzo, 2 anni era sul passeggino spintodal papà, Marco C., 35 anni, impiegato inuna ditta di Milano. Una Bmw 320, guidatada un ventottenne di San Giuliano Milanese,li ha falciati mentre erano sulle strisce pedo-nali a un centinaio di metri da casa. Padre efiglio adesso sono in coma e stanno lottandocontro la morte in un letto di ospedale.L’urto è stato tremendo: Marco C. è statosbalzato a diversi metri di distanza sull’aiuo-la spartitraffico che separa le due carreggia-te. Per lui si è temuto subito il peggio. «Perfortuna da qui passava un medico che haprestato i primi soccorsi», racconta Giusep-pe Alò, titolare di un bar vicino e tra i primiad accorrere. Lorenzo, invece, è rimasto ag-ganciato al passeggino, che si è ribaltato e ilbimbo ha sbattuto la testa. L’uomo è ricove-rato nel reparto di Rianimazione del Policli-nico di Milano, il bambino è al San Raffae-le: per entrambi la prognosi è riservata.L’incidente è accaduto ieri attorno alle 12.30.Marco C. spingendo il passeggino ha attra-versato sulle strisce pedonali «come del re-sto faceva sempre perché è attento, preciso eprudente», dice Roberto R., 35 anni, vicino

di casa dell’impiegato. La Bmw è sbucatadal nulla e li ha investiti in pieno. Sull’asfal-to nemmeno un segno di frenata.«In questa zona nessuno rispetta i limiti divelocità e la segnaletica», dicono in coro gliabitanti. La polizia municipale, che ha rile-vato l’incidente, sta tentando di accertareche cosa sia realmente successo. Il guidatoredella Bmw, che si è subito fermato per pre-stare soccorso, avrebbe raccontato di nonaver visto i due sulle strisce pedonali. I resi-

denti di via Gramsci, un lungo rettilineoparallelo alla statale Emilia, da un lato pa-lazzi e negozi, dall’altro un ampio prato e uncentro sportivo, hanno già emesso il loroverdetto: «Questa non è una strada urbana –dicono Libera e Annamaria, commercianti –ma una pista. C’è da aver paura ad andare ingiro a piedi e gli incidenti sono all’ordinedel giorno».«Vanno tutti troppo forte, come se fossero suun circuito di Formula Uno», aggiunge Raf-faele Mostarella, 65 anni. E Armando Cre-moni, 56 anni, conferma: «Sono anni che vi-vo qui e gli automobilisti che rispettano ilcodice della strada si contano sulle dita diuna mano». Sotto accusa la velocità, ma an-che il parcheggio selvaggio che riduce la vi-sibilità. Roberto R. precisa che «da anni gliabitanti del quartiere chiedono interventi perla sicurezza».Una vicina di casa di Marco e Lorenzo, ap-pena tornata dall’ospedale dove è ricoveratoil bimbo, si sfoga con un vigile urbano:«Non possiamo nemmeno uscire di casa, leauto sono dappertutto e bloccano i passaggi.E attraversare la strada significa ogni voltarischiare la vita». Un passante ascolta e,scuotendo la testa, commenta: «Questa èuna via pericolosissima troppo lunga e drit-ta. Che cosa aspettano a fare qualcosa?».

Barbara SanaldiVIA GRAMSCI Le strisce dove sono statiinvestiti padre e figlio

L’uomo è stato scaraventato ad alcuni

metri di distanza. Il passeggino si è

ribaltato e il bambino ha battuto la testa

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA376

Rispondi ora a queste domande ed esegui quanto richiesto:

a) Che tipo di articolo hai letto?

b) In base a quale criterio il fatto narrato è diventato notizia?

c) Perché questo articolo è stato collocato nella parte in alto a sinistra della pagina?

d) Analizza le parti che compongono il titolo; esso può essere considerato emotivo o in-formativo?

e) Dividi l’articolo nelle tre parti principali che lo compongono.

f) L’articolo ha la struttura “a piramide rovesciata”? Quali sono i vantaggi che offre que-sta struttura?

g) Evidenzia la presenza delle cinque W all’interno del testo.

h) La ricostruzione del fatto ti sembra esauriente? Perché?

i) Sono presenti testimonianze dirette dell’accaduto? Qual è il loro scopo?

l) È presente qualche commento (implicito o esplicito) della giornalista che ha stesol’articolo?

m)Che caratteristiche ha il lessico usato? Sono presenti formule fisse? Quali?

n) Il direttore sostiene che questo pezzo è troppo lungo: riassumilo in modo da ridurlo del-la metà.

LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 377

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 1: Il giornale

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

L’analisi: l’intervista

➊ Leggi con molta attenzione questa intervista, tratta da un libro, che già conosci, di DaciaMaraini: l’intervistato è lo scrittore Alberto Moravia, autore di romanzi, saggi e racconti.

D. Qual è il ricordo più lontano che hai della tua infanzia?

R. Mi ricordo una tombola di beneficenza in cui vinsi due bottiglie di Alkermes1. Mi ricor-do quelle due bottiglie grosse, panciute, lucide. Me le ricordo benissimo. Mi ricordo an-che che presi freddo e la sera avevo la febbre. Il giorno dopo avevo la polmonite. Dopoquesta polmonite mi venne la tubercolosi ossea e sono rimasto sempre malato fino aivent’anni. Stavo sempre solo.

D. Ma ogni tanto ti alzavi?

R. Sì. La prima volta sono rimasto a letto un anno. Poi mi sono alzato e sono rimasto alza-to otto mesi. Poi mi tornavano i dolori e tornavo a letto. Complessivamente ho passatotre anni a casa e due in sanatorio, a letto.

D. E come facevi con gli studi?

R. Studiavo come potevo, a casa. Agli esami di licenza ginnasiale sono stato portato inaula in braccio dal bidello. L’anno dopo però stavo meglio e ho frequentato il primo li-ceo. Ho fatto ottobre, novembre e poi sono dovuto tornare a letto. Mi avevano ripreso idolori. Ero caduto svenuto per la strada. Sono stato molto male, quella volta. Stavo permorire. Allora i miei, disperati, decisero di mandarmi al Codivilla2, a Cortina. Mi inges-sarono, mi infilarono in un treno, dal finestrino perché dalla porta non entravo, e mimandarono a Cortina. Una volta arrivato all’ospedale mi tolsero l’ingessatura, e mi mi-sero in trazione di otto chili di piombo. E i dolori cessarono.

1. Alkermes: liquore dolce e rosso abase di spezie.

2. Codivilla: un famoso sanatorio.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA378

D. Quindi i tuoi studi sono stati fatti in maniera molto irregolare?

R. Non ho studiato per niente. A scuola ho fatto la quarta elementare, la prima e la terzaginnasiale e basta. Non capivo niente. Capivo solo le cose che mi piacevano.

D. Cioè?

R. Mi piacevano la storia, la geografia e basta. Ancora adesso non so fare una divisione.

Da D. Maraini, E tu chi eri?, Rizzoli, Milano.

Rispondi ora a queste domande sull’intervista che hai appena letto:

a) Chi è l’intervistatore?

b) E l’intervistato?

c) Che rapporto c’è tra loro? Da che cosa lo deduci?

d) Che scopo ha questa intervista?

e) Qual è l’argomento principale?

f) Quali domande sono state preparate per tempo?

g) Quali, invece, sono state decise sul momento? Da che cosa lo capisci?

h) Le risposte dell’intervistato sono connotate in senso emotivo?

i) Che caratteristiche ha il lessico usato da entrambi?

l) L’intervista può essere considerata riuscita?

LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 379

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 1: Il giornale

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La produzione: un articolo di cronaca

➊ Scrivi un articolo di cronaca (completo di titolo) basato su queste informazioni:

a) A Roma, ieri sera verso le 18, due rapinatori sono entrati in una gioielleria

b) Con la scusa di vedere degli orologi d’oro hanno fatto aprire la cassaforte

c) Poi hanno estratto un’arma

d) Luigi Z., il proprietario del negozio, ha fatto fuoco

e) Un bandito è morto; l’altro è fuggito

f) Il magistrato ha disposto un’indagine per valutare se ci sia stato un eccesso di legittimadifesa

➋ Al termine della stesura evidenzia sul testo del tuo articolo le tre parti fondamentali in cuiesso può essere diviso e le cinque W.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA380

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 1: Il giornale

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La produzione: un’intervista impossibile

Affronterai, con il poeta Eugenio Montale, la discussione dei seguenti spunti legati alla suapersona:

– la visione pessimistica della vita: vivere è una grande sofferenza, di cui non si com-prende il senso. Non c’è una fede religiosa o politica in grado di sostenere l’uomo e dargliforza: neanche la poesia può aiutare a capire il senso dell’esistenza. L’unica – parziale –consolazione può venire dal distacco dalla realtà, dalla capacità di essere come una statuasotto il sole, che non si cura né dell’afa né del caldo.

– l’attività di giornalista: Montale scrisse per diversi quotidiani (soprattutto per il Corrie-re della sera, in cui lavorò come redattore a partire dal 1948) prose, racconti, riflessioni,raccolti nel volume La farfalla di Dinard. Il tono di questi articoli è leggero; si comprende apieno la sua passione per il racconto di argomento quotidiano.

– i numerosi riconoscimenti: nel 1967 il Presidente della Repubblica Saragat lo nominòsenatore a vita “per aver illustrato1 la Patria nel campo letterario e artistico”; nel 1975 gli fuconferito il premio Nobel per la letteratura per aver interpretato “con grande sensibilità ar-tistica, valori umani nel segno di una visione della vita senza illusioni”

Lavora con le modalità che ben conosci; completa l’intervista con un’introduzione e una con-clusione adeguate.

1. Illustrato: dato lustro, fama.

LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 381

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 2: Le lettere

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

L’analisi

➊ Leggi con attenzione questa lettera, scritta da Cesare Pavese alla sorella Maria:

Alla sorella Maria, Torino. Torino, Carceri Nuove, 18 maggio 1935

Cara Maria,non so niente di nuovo, ma continuo a star bene. Ho ricevuto gli indumenti e li porto tuttiindosso. Continuo a credere che uscirò al più presto, ma comunque vada, sono sempre io.Siccome non ho fatto il militare, faccio conto che questo sia il servizio militare. La limitazio-ne di libertà è supergiù la stessa. Continua però a seccarmi per le scuole, le serali, dove gliallievi avevano bisogno di finire il programma e senza di me perderanno tempo e si faran-no bocciare tutti. Il Dainotti (Via Mercanti, 3) che non ha telefono, avvertilo tu di persona,se la lettera arriva a tempo, prima di lunedì sera; anzi, lunedì sera stesso, quando io alle 8e un quarto avevo lezione. Di’ pure a Sturani che aspetto di bere, sul mezzo milione di suamoglie1, molti liquori.Spero che non verrete tutti i giorni a far coda alla porta e se otterrete un colloquio con me,disponetevi fin d’ora a sopportarlo virilmente, altrimenti sarò capace di rifiutarlo. Qui si stacome in convento e sono tutti gentilissimi, meno la porta. Quando uscirò, saprò cosa pen-sare della mia vocazione religiosa: se posso decidermi a fare il frate o no. Credo di no,però. Ogni tanto andiamo a spasso e fumiamo lunghi sigari, scelti con particolare cura daldistributore. Non si sa fumar bene che in prigione. Anche quando sarò fuori, credo cheverrò a rifornirmi qui. Oppure sceglierò di restar qui sempre.In questa prigione non manca niente. C’è persino un ragno che conto di addomesticare, e,se Dio vuole che ci resti, quest’estate acchiappargli le mosche. Fra poco coltiverò una pian-ticella sul davanzale.

1. La moglie di Sturani aveva vinto allalotteria.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA382

Mi raccomando ancora una volta: niente ordine nella mia camera. Metteteci sopra un gior-nale e non toccate più, neanche con questa scusa, per curiosare; perché ci sono lettere nonadatte a persone morigerate2. Chiunque venga a trovarvi fategli le mie feste, ma voi non andate a trovare nessuno per me.Rinnovo i più sentiti auguri

Cesare

Da C. Pavese, Lettere 1924 – 1944, Einaudi, Torino.

Analizza, con l’aiuto di queste domande, il testo che hai appena letto:

a) Chi è il mittente?

b) E il destinatario?

c) Come definiresti questa lettera (privata, formale…)?

d) Quali sono le caratteristiche che la rendono tale?

e) Qual è il suo scopo?

f) Dividi la lettera nelle sue parti fondamentali (luogo e data, intestazione…)

g) È possibile dividere il testo della lettera in introduzione, svolgimento e conclusione? Sesì, indica l’estensione di ciascuno sul testo.

h) Qual è l’argomento principale affrontato nella lettera?

i) Quali informazioni si riferiscono al referente comune a mittente e destinatario della let-tera?

l) Immagina di essere la sorella di Pavese: prova a rispondere a questa lettera, con tono econtenuti adeguati.

2. Morigerate: persone che rispettanola morale e i buoni costumi.

LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 383

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 2: Le lettere

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

L’analisi

➊ Nella lettera che segue Cesare Pavese scrive ad Enrico Bemporad, un prestigioso editorefiorentino…

Torino, 4 aprile 1931Egregio Signore,La ringrazio anzitutto del saldo inviatomi – di cui accludo ricevuta – e delle copie in più,del Signor Wrenn e dei due volumi della Loos che ho avuto contemporaneamente.Non Le nascondo che le Sue osservazioni in merito alla traduzione mi hanno sorpreso. Intutta modestia, io credo di non aver fatto opera indegna della Sua Casa, e, quel che piùimporta, del testo che avevo dinnanzi.Mi preme farLe osservare che il mio sforzo è stato appunto di far sì che “i lettori capisseroil pensiero e gli atteggiamenti dei personaggi del romanzo”.E ad ottenere questo non c’era che un mezzo: intendere1 il più fedelmente possibile il testoe rendere quel che s’era inteso, non colla letterale equivalenza linguistica, ma col più ita-liano, col più nostro, sforzo di ri – creazione possibile.Potrò (sono il primo a riconoscerlo e l’ultimo a volermene scusare), potrò in quest’impresaessere incorso in qualche sovrabbondanza o in qualche debolezza, potrò aver usato qual-che espressione un po’ insolita o un po’ dura, ma vorrei che si tenesse a mente la difficoltà,l’estraneità del testo, e, soprattutto, la novità del punto di vista.Poiché, ci sono due generi di traduzione. L’uno, quello da me scelto; l’altro, il metodoscientifico, ed allora l’ideale è, senza mezzi termini, la versione interlineare che serva aglistudentini. O la traduzione precisa, fredda, impersonale, ed allora, se pure è possibile ot-tenerla, il pubblico ci capirebbe poco davvero, o una traduzione che sia una secondacreazione, esposta ai pericoli di ogni creazione e soprattutto conscia2 del pubblico a cui

1. Intendere: capire. 2. Conscia: consapevole.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA384

parla. Poiché, debbo dire, non credo che nel mio Signor Wrenn ci siano, come Lei mi scri-ve, “pagine assolutamente incomprensibili”. E non credo di essere il solo a pensare così.Come vede, anch’io Le parlo con la massima franchezza. Comunque, sono lieto dell’occasione di scambiare queste idee, e resto sempre a Sua disposi-zione. Suo devotissimo.

Cesare Pavese

Da C. Pavese, Lettere 1924 – 1944, Einaudi, Torino.

Lavoriamo sul testo proposto:

a) Chi è il mittente?

b) E il destinatario?

c) Come definiresti questa lettera (privata, formale…)?

d) Quali sono le caratteristiche che la rendono tale?

e) Qual è il suo scopo?

f) Dividi la lettera nelle sue parti fondamentali (luogo e data, intestazione…)

g) È possibile dividere il testo della lettera in introduzione, svolgimento e conclusione? Sesì, indica l’estensione di ciascuno sul testo.

h) Qual è l’argomento principale affrontato nella lettera?

i) Spiega con parole tue cosa rimprovera l’editore a Pavese e cosa gli risponde que-st’ultimo.

l) Riscrivi la lettera nel registro opposto a quello adottato da Pavese.

LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 385

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 2: Le lettere

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La produzione

➊ Scrivi ad un amico che abita in un’altra città per raccontargli una mattina – tipo a scuola.

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DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA386

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 2: Le lettere

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La produzione

➊ Scrivi a nome tuo e dei tuoi compagni al Preside della tua scuola perché vi conceda l’auto-rizzazione necessaria per effettuare una gita d’istruzione a Parigi.

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LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 387

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 3: Il diario

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

L’analisi

➊ Leggi con attenzione questi passi, tratti da Il male di vivere di Cesare Pavese…

20 giugno 1938

È notevole come divenendo adulti non s’imparino nuovi modi di fare il bene – di esserebuoni – ma soltanto di fare il male, anzi di essere cattivi. Di questi sì, non si finisce maid’impararne.Perché? Forse perché il più serio desiderio di bontà non va oltre la ricordata innocenza in-fantile? Dico ricordata, perché in pratica si era carogne anche allora.

13 ottobre 1938

Se una donna non tradisce, è perché non le conviene.

Ogni lusso bisogna pagarselo. Tutto è lusso; a cominciare dall’essere al mondo.

Sciocco addolorarsi per la perdita di una compagnia: quella persona potevamo non incon-trarla mai, quindi possiamo farne a meno.

La religione consiste nel credere che tutto quello che ci accade è straordinariamente impor-tante. Non potrà mai sparire dal mondo, proprio per questa ragione.

17 marzo 1947

Finita un’opera, si cerca di rinnovarne la forma non il contenuto. Lo stile, non i sentimenti.Il simbolo, non la cosa simboleggiata.Dove si sente la stanchezza è nello stile, nella forma, nel simbolo. Di sentimento – contenu-to se ne ha sempre abbondanza, per il solo fatto che si vive.

Da C. Pavese, Il male di vivere, Einaudi, Torino.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA388

Rispondi ora a queste domande:

a) Da che tipo di diario sono tratte queste annotazioni?

b) Qual è lo scopo di un diario vero e proprio?

c) Qual è lo scopo di questo tipo di diario?

d) Com’è la struttura di questo tipo di diario?

e) Qual è il modo di scrivere che caratterizza questo tipo di diario?

f) Che caratteristiche ha il lessico di questo tipo di diario?

g) E la sintassi?

h) Il passo del 20 giugno può essere considerato espressivo? Per quale motivo?

i) Come definiresti i passi del 13 ottobre? Qual è il loro scopo?

l) Riassumi con le tue parole il contenuto del passo del 17 marzo.

LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 389

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 4: Le istruzioni e le regole

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

L’analisi e la produzione

Il testo che ti proponiamo è tratto da un’enciclopedia intitolata Il libro completo della mammae del bambino. Leggilo con attenzione…

SPINE E SCHEGGE

1. Se l’estremità della scheggia sporge, estraetela delicatamente con un paio di pinzette steri-lizzate sulla fiamma. Lavate accuratamente la zona con acqua e sapone.

2. Se non c’è un’estremità sporgente ma riuscite a vedere chiaramente la scheggia, probabil-mente è poco sotto la superficie della pelle. Sterilizzate un ago sulla fiamma e fatelo raf-freddare senza tuttavia toccarne la punta. Poi, iniziando dal punto in cui è penetrata lascheggia, lacerate un po’ con delicatezza la pelle lungo la linea della scheggia stessa. Sol-levate delicatamente l’estremità del corpo estraneo con la punta dell’ago ed estraetelo conla pinzetta, poi lavate accuratamente la zona con acqua e sapone.

3. Se una spina o una scheggia piccola si è conficcata verticalmente nella pelle e non provocadolore, è meglio lasciarla stare. Probabilmente con il tempo uscirà da sola.

Da E. Fenwick, Il libro completo della mamma e del bambino,

De Agostini, Novara.

ANALISI DEL TESTO

➊ Rispondi ora a queste domande:

a) Che tipo di testo hai appena letto? Definisci in dettaglio la sua tipologia (testo d’istru-zione o testo di prescrizione?)

b) Qual è la sua funzione?

c) Come è strutturato il testo proposto?

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA390

d) Sono presenti elementi di controllo per verificare la correttezza delle operazioni effet-tuate?

e) Quali verbi sono usati nelle vere e proprie parti regolative del testo? Sono presenti dellevariazioni? Se sì, perché?

f) Che caratteristiche hanno il lessico e la sintassi? Perché?

g) Illustra la funzione dei connettivi più significativi presenti nel testo.

h) Sono presenti termini tecnici? Perché?

PRODUZIONE

➋ Riscrivi il testo proposto nel modo più schematico e sintetico possibile.

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LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 391

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 5: La critica d’arte e musicale

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

L’analisi

➊ La pagina che segue, tratta dalla rivista Donna moderna (n. 15, 16 aprile 2003), è intera-mente dedicata alla critica d’arte e musicale.

Leggila con attenzione e poi rispondi a queste domande:

a) Qual è il compito di questa pagina (e della critica in generale)?

b) È strano trovare articoli di critica sulle pagine dei giornali?

c) Quale funzione prevale nei testi critici? Questa funzione è presente anche in questi duearticoli?

d) In quali direzioni si muove, di solito, l’attività critica?

e) Qualcuna di queste direzioni è presente nella pagina che ti abbiamo proposto?

f) Perché l’attività critica ha una forte componente di soggettività?

g) Sono presenti, in questa pagina, giudizi chiaramente soggettivi?

h) Quali sono i principali parametri di analisi e giudizio per un’opera d’arte?

i) È possibile rintracciarli in questa pagina?

l) Quali sono i principali parametri di analisi e giudizio per un brano musicale?

m)È possibile rintracciarli in questa pagina?

n) Che caratteristiche deve avere un testo critico per poter essere considerato ben riuscito?

o) Queste caratteristiche sono presenti nei testi che hai appena letto?

p) Quali caratteristiche hanno, di solito, il lessico e la sintassi di un testo critico?

q) Queste caratteristiche formali sono presenti anche nei passi che hai appena letto?

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA392

■ I giochi di Chen Zen. Ma-giche torri composte da cataste disedie e candele colorate; un labirintofatto di legno, foglie e luci al neon;composizioni di tamburi e campanac-ci; un cuore, un fegato, una milza indimensioni reali, ma realizzati in cri-stallo purissimo. Sono solo alcunedelle opere dell’artista cinese ChenZen che, quattro anni fa, aveva entu-siasmato i visitatori della Biennale diVenezia. A lui, scomparso prematura-mente nel 2001, Il Padiglione di artecontemporanea di Milano (Pac) dedi-ca una mostra. In tutto, 70 opere frainstallazioni e disegni. Con il suo lavo-ro, Chen Zen ci permette di tornarebambini. Perché ci insegna a mesco-lare con semplicità e leggerezzaOriente e Occidente. Senza perdereuno sguardo ironico e divertito sulmondo. Di questi tempi, una veraboccata d’ossigeno. Chen Zen, fi-no al 18 maggio, presso il Pacdi Milano, per informazioni,tel. 0276009085.■ Le provocazioni di War-hol. Colore, ironia e dissacrazione.Sono le caratteristiche delle cento

opere di Andy Warhol che sarannoesposte a Brescia dall’11 aprile finoa fine giugno. Dalle lattine di zuppaCampbell fino alle famosissime gigan-tografie dei miti americani come Ma-rilyn Monroe, James Dean, Super-man e Topolino. Una mostra che aiu-ta a comprendere meglio quello cheè considerato il vate della Pop Art.Warhol non finisce mai di stupire,per la sua capacità di raccontare laproduzione in serie americana deglianni Cinquanta e Sessanta, e per co-me sa trasformarla in una fonte diispirazione artistica. Con ironia e sen-so del gioco. Andy Warhol. Unmito americano, fino al 29 giu-gno, presso Palazzo Martinen-go, Brescia, tel. 030297551.

Silvia Calvi

Enrico Ruggieri in concertoDagli esordi con gli Champagne Molotov sonopassati quasi trent’anni. Ma Enrico Ruggerisale sul palco con la stessa voglia e la stessaenergia di un tempo. E, prima di un lungo tourestivo, il cantautore milanese, 46 anni, ha inprogramma tre date: Torino (13 aprile, Teatro

Colosseo), Milano (14aprile, Teatro Naziona-le), Roma (15 aprile, Au-ditorium Parco della Mu-sica). Ad Andrea Mirò,sua compagna nella vitae sul lavoro, il compito diaprire lo spettacolo concinque brani tratti dal suonuovo album live. Seguo-

no due ore di musica, ogni sera con una scalet-ta a sorpresa: si spazia dal rock di Contessaalle atmosfere francesi di Rien va plus, aquelle balcaniche e folk di Primavera a Sa-rajevo. Gran finale con il ritorno in scena diAndrea Mirò per proporre Nessuno tocchiCaino, il brano che ha conquistato il quartoposto all’ultimo Festival di Sanremo. Per infor-mazioni: Midas, tel. 063332200. (p.g.)

L’arte ti divertecon due mostre

A sinistra, Marilyn Monroe vista da Andy Warhol.Sotto, un’installazionedell’artista Chen Zen.

il piaceredi uscire)

LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 393

PROVE DI VERIFICA FINALEPROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 5: La critica d’arte e musicale

Alunno ....................................................... Classe .............. Data ..................

La produzione

➊ Stendi un breve testo critico su un brano musicale di moda in questo periodo e particolar-mente amato dai tuoi coetanei.

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DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA394

La teoria

COMUNICAZIONEPERFETTA

La comunicazione è perfetta quandosono presenti tutti gli elementi delloschema della comunicazione ideatoda Jakobson

Si chiama così perché è il modo otti-male di comunicare

COMUNICAZIONEINESISTENTE

La comunicazione è inesistente quan-do manca completamente uno deglielementi teorizzati da Jakobson

Si chiama così perché perché in que-sto caso è impossibile comunicare

COMUNICAZIONE RIFLESSIVA

La comunicazione è riflessiva quandosi parla o si scrive per se stessi

Si chiama così perché perché il mes-saggio si riflette sull’emittente

COMUNICAZIONE TRANSITIVA

La comunicazione è transitiva quandosi trasmette ad altri un messaggio

Si chiama così perché perché il mes-saggio “transita” da emittente a rice-vente

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 1: La comunicazione

Avvertenza

Per ovvi motivi non saranno fornite le soluzioni delle domande che prevedono risposte personali, degli eserci-zi di definizione dei termini tecnici e di qualsiasi altra tipologia di esercizio che non lo consenta.

➌ SCOPOFUNZIONE

POETICA

EMOTIVA O ESPRESSIVA

METALINGUISTICA

Per presentare un messaggioperfetto nella forma

Per esprimere sentimenti, pareri,giudizi ed emozioni

Riflettere sulla lingua

Testi letterari, poetici, canzoni epubblicità

Diari, lettere, commenti, giudizi…

Testi di grammatica e di linguistica

DOVE PREVALE

IL PROCESSO DELLA COMUNICAZIONE • MODULO 1 395

La pratica

➌ – CONATIVA– METALINGUISTICA– POETICA– FATICA– ESPRESSIVA - INFORMATIVA– CONATIVA

Il cantante preferito(Il programma di musica leggera)

Radio ------------------------------------- canzone ------------------------------------- Gigi | |

Le radioonde; l’aria in cui si diffondono; l’apparato uditivo di Gigi;l’attenzione di Gigi nei confronti della trasmissione radiofonica

Musica + parole

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA396

La pratica

➊ Romània; IV secolo a.C.; i contadini e i soldati; volgare; volgo; sostrati; III – V secolo d.C.; barbari; volgari;lingue neolatine o romanze; “latine nuove” e “lingue che derivano dal latino”; portoghese, catalano, ara-gonese, lingua d’oc e d’oil, volgari regionali italiani, rumeno, sardo, ladino.

Il probabile destino dei dialetti sarà quello di confluire nei diversi italiani regionali e di lì nella lingua nazio-nale, dove saranno presenti sotto forma di modalità di pronuncia e di nuovi vocaboli.

➌ a) Il linguaggio burocratico o burocratese

b)

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 2: Il codice – lingua

DIALETTO

ITALIANO REGIONALE

Codice linguistico di origine latina, usato in zone geograficamente li-mitate e in contesti ristretti, divenuto secondario rispetto ad un altro si-stema linguistico dominante

Diversa modalità di utilizzo della lingua italiana nelle regioni del no-stro paese

PAROLE DELLA LINGUA COMUNE

Stamattina presto

Andavo in cantina

Ad accendere la stufa

Ho trovato

Tutti quei fiaschi di vino

Dietro la cassa del carbone

Ne ho preso uno per berlo a cena

Non ne sapevo niente

La bottiglieria di sopra

Era stata scassinata

Nelle prime ore antimeridiane

Essendosi recato nei locali dello scantinato

Per eseguire l’avviamento dell’impianto termico

Dichiara di essere casualmente incorso nel rinvenimento

Un quantitativo di prodotti vinicoli

Situati in posizione retrostante al recipiente adibito al contenimento del combustibile

Aver effettuato l’asportazione di uno di detti articoli nell’intento di consumarlo durante il pastopomeridiano

Non essendo a conoscenza

Esercizio soprastante

Avvenuta effrazione

PAROLE DEL LINGUAGGIO SETTORIALE

IL PROCESSO DELLA COMUNICAZIONE • MODULO 1 397

➍ a) Il registro formale.

b) Il registro quotidiano.

c) REGISTRO FORMALE

Lingua scritta

Espedienti grafici

Scelta lessicale curata

Sintassi articolata

Lingua orale

Scelta di un lessico semplice e diretto

Sintassi semplice

REGISTRO QUOTIDIANO

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA398

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 3: Il testo

La pratica

➊ – BLU: * = Ellissi del soggetto (il blu) prima del predicato verbale (è considerato)BLU = Ripetizione

– DENARO: SOLDI/QUATTRINI = Uso di sinonimi

– FUNGHI: LI = Sostituzione di un termine (funghi) con un pronomeFUNGHI = RipetizioneCHE = Sostituzione di un termine (funghi) con un pronome

– CANI/GATTI: ANIMALI = Un termine generico sostituisce i due termini particolari (cani/gatti)* = Ellissi del soggetto (cani/gatti) prima del predicato verbale (sono)LI = Sostituzione di due termini (cani/gatti) con un pronome* = Ellissi del soggetto (cani/gatti) davanti al predicato verbale (reagiscono)

– RICCARDO MUTI: CELEBRE DIRETTORE D’ORCHESTRA = PerifrasiLO = Sostituzione di un termine (R. Muti) con un pronomeSUA = Uso dell’aggettivo possessivo

➋ La giusta successione è: 2; 4; 1; 3.

➌ a) L’idea centrale (o tema) è la narrazione del mito degli Stinfalidi.

b) L’EROE = Sostituzione di un termine particolare (Eracle) con uno genericoGLI (= a lui ) = Uso di un pronome* = Ellissi del soggetto (Eracle) davanti al predicato verbale (uccise)

SUE = Uso dell’aggettivo possessivo

c) CONNETTIVI. La loro funzione è collegare parti di testo più o meno estese; nel passo proposto “poiché”motiva la richiesta di Euristeo; “anche” aggiunge un’altra informazione alla descrizione di questi uccelli.

d) Perché usa un unico registro linguistico, adatto alla narrazione.

IL PROCESSO DELLA COMUNICAZIONE • MODULO 1 399

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 4: La struttura di un testo

La teoria

➋ a) Organicità: ogni paragrafo deve avere un’unica idea centrale, espressa da una frase che la enuncichiaramente (e che per questo è chiamata frase – chiave)

b) Originalità: ogni paragrafo deve presentare qualcosa di nuovo rispetto a quello che lo precede epreannunciare, a sua volta, la novità seguente

c) Progressività: ogni paragrafo deve farci fare un passo in avanti nella lettura del testo, sviluppandol’argomento da esso trattato, anticipato dal titolo

La pratica

➊ – Sorpresa: tre donne coraggiose hanno sconfitto la strana coppia George Bush –Saddam Hussein nella corsa alla copertina di Time. La persona dell’anno del 2002 – non sidice più l’uomo dell’anno in ossequio al politically correct – non sono il presidente americano e il dittato-re iracheno, uomini di guerra anziché di pace. = PARAGRAFO NARRATIVO

– Sono Cynthia Cooper, di 38 anni, una dirigente della WorldCom, la ex regina delle telecom, la piùgrande società che sia mai andata in bancarotta; Coleen Rowley, 48 anni, un’agente dell’Fbi, la poli-zia federale; Sherron Watkins, 42 anni, ex vicepresidente della Enron, la compagnia che diede il viaagli scandali di Wall Street. = PARAGRAFO ELENCATIVO

– Il loro merito: aver denunciato i reati o gli errori commessi dalle tre istituzioni, consi-derate da sempre intoccabili, a rischio del posto di lavoro e della salute, e così facendo di ave-re difeso l’“America per bene”. = PARAGRAFO ARGOMENTATIVO

– Time ha voluto premiare, ha scritto, “la loro fede che la verità non vada nascosta, il loro coraggionell’esporsi, la loro modestia, il loro monito a conservare i nostri valori e affrontare le nostre responsabi-lità”. = PARAGRAFO DIALOGICO

– La nomina delle tre signore, tutte sposate e con figli, è stata tra le più applauditedella storia della rivista. = PARAGRAFO VALUTATIVO

– La Cooper, la Rowley e la Watkins sono tre eroine popolari, portate alla ribalta nazionaledalla loro coscienza, che hanno restituito agli americani, o almeno a una parte, la fiducia nelloro Paese all’apice di una grave crisi. = PARAGRAFO ARGOMENTATIVO

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA400

– Con i loro interventi, le tre donne aprirono la guerra agli abusi di potere e avviarono unprocesso di riforma delle istituzioni a Wall Street, al Congresso e in misura minorenel governo che è tuttora in corso. = PARAGRAFO NARRATIVO

– Nessuna delle tre eroine di Time ha tratto vantaggi dal proprio gesto: = PARAGRAFOVALUTATIVO

– la Watkins è stata costretta a dimettersi qualche settimana fa, e la Cooper e la Rowley sonospesso ostracizzate dai colleghi. = PARAGRAFO ELENCATIVO

– La rivista le ha intervistate a Minneapolis – era il loro primo incontro – e le ha trovate se-rene e combattive. = PARAGRAFO NARRATIVO

– Sherron Watkins ha sottolineato l’ipocrisia della Enron dicendo che distribuiva ai dipenden-ti detti celebri, come quello di Martin Luther King, il Gandhi nero: ”la vita finisce il giorno in cui si celaciò che è più importante.” Cynthia Cooper ha ammesso di avere pianto per giornate inte-re per la rovina della WorldCom, ma ha dichiarato di volere contribuire alla sua ripresa. Co-leen Rowley, che compilò un memoriale per l’amministrazione, ha insistito che l’Fbi deve cam-biare in fretta strada e deve coordinarsi con la Cia, il servizio segreto: “Gli agenti contano dipiù dei missili del Pentagono”. = PARAGRAFO ELENCATIVO

– Time non ha nascosto la sua ammirazione: “La comunità è come una nave, ciascuno deve es-sere pronto a prenderne il timone, e queste tre cittadine lo hanno fatto”. = PARAGRAFO DIALOGICO

– I mesi passati, i media avevano messo in evidenza che tre donne, non tre uomini,erano divenute il simbolo della pulizia morale in America. Ieri la rivista ha svelato qualecaro prezzo fossero disposte a pagare per la loro onestà. = PARAGRAFO NARRATIVO

– Ciascuna delle tre, ha scritto, ha uno stipendio elevato e mantiene la famiglia. D’ac-cordo con le mogli, i mariti della Rowley e della Cooper, che guadagnavano molto di meno, non lavora-no, stanno a casa a badare ai figli, quattro e tre rispettivamente, mentre lavora solo part time quello del-la Watkins (la coppia ha un bambino). Denunciando le colpe dei loro superiori, le tre donne avevanomesso a repentaglio la famiglia. = PARAGRAFO ARGOMENTATIVO

– “Naturalmente ne discutemmo in casa” ha riferito Coleen Rowley “i nostri consorti e figli ci appog-giarono”. = PARAGRAFO DIALOGICO

– Un retroscena che ha suscitato nuovi applausi. Una vicenda che aiuterà la donnaamericana a raggiungere alcuni vertici della politica e della finanza. = PARAGRAFOVALUTATIVO

– Non a caso sull’onda degli scandali a Wall Street gli incarichi delicati sono affidatisempre più spesso a donne. = PARAGRAFO ESEMPLIFICATIVO

NB: La suddivisione e le tipologie proposte non hanno la pretesa di essere le uniche possibili. L’insegnantepotrà, a suo giudizio, ritenere corrette, o comunque accettabili, altre interpretazioni, purché adeguatamentemotivate.

IL PROCESSO DELLA COMUNICAZIONE • MODULO 1 401

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 5: Testi letterari e testi non letterari

La pratica

➊ – Il codice – lingua è elaborato: la lingua utilizzata nel dizionario enciclopedico è caratterizzata dal-la presenza di termini tecnici (passeriforme, acuto, globoide…), ma non è né complessa né elaborata; neltesto letterario, invece, i termini sono complessi (basta leggere tutti quelli che sono segnati nelle note) ecreano numerosissimi giochi di parole.

– Necessità di relazionare ogni parte del testo al suo insieme: le informazioni contenute neldizionario enciclopedico sono autonome tra loro (per esempio, posso apprendere che le uova sono bian-che con i punti rossi senza sapere che lo scricciolo vive nei boschi e nei giardini); nella lirica le immaginicampagnole di un freddo inverno sono tutte legate tra loro dalla presenza unificante dello scricciolo, che,volando qua e là, offre al poeta il pretesto per descrivere un intero paesaggio.

– Capacità di andare “oltre”: il dizionario enciclopedico ci dice tutto quello che dobbiamo saperesullo scricciolo, e lì si ferma; la lirica parte dalla descrizione di questo uccellino (livello tematico), perarrivare a farne il simbolo dell’inverno (livello simbolico) e di una concezione della vita certamentedolorosa (livello ideologico).

– Chi parla vuole proporre il suo modo di concepire la realtà: il compilatore del dizionariodescrive l’uccellino in termini oggettivi; il poeta nasconde dietro la descrizione dello scricciolo la sua vi-sione della realtà che lo circonda.

– Rappresentazione di un mondo immaginario: la descrizione dello scricciolo e dei suoi com-portamenti che ricaviamo dal dizionario enciclopedico è assolutamente scientifica, e dunque veritiera;l’uccellino di Pascoli è frutto di fantasia, così come di fantasia è il paesaggio in cui esso si muove.

– Chi parla è il portavoce dell’autore del testo: il compilatore del dizionario enciclopedico hascritto questa voce; Pascoli si è nascosto dietro una voce narrante per comunicare il senso di malinconiae solitudine che gli dà l’arrivo dell’inverno.

– Un testo letterario “non finisce mai”

– Chi legge il testo letterario ne diventa parte attiva: il lettore è chiamato a condividere (o no)la visione della vita che emerge da questo testo e dunque ri – crea il messaggio di cui esso è portavoce.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA402

➋ SCARTO DALLA NORMA: si ha quando la lingua letteraria si allontana dalla lingua quotidiana grazieall’elaborazione stilistico – formale e agli artifici retorici. Ne sono esempi:

– intorno le siepi: la forma solita è “intorno alle siepi”

– sentire fai: l’ordine delle parole è invertito rispetto al solito

– crepi, incrina, screpola e rompere: sono tutti usati intransitivamente

– somigli un guscio di noce: la forma solita è “somigli a un guscio di noce”

– il breve tuo trillo; l’elitre tremule: l’ordine delle parole è diverso da quello consueto

– uno scricchiolettio ti parve d’udirvi: l’ordine delle parole è diverso da quello consueto

– così rompere odi: l’ordine delle parole è diverso da quello consueto

– ecco… scoppietta: l’ordine delle parole è diverso da quello consueto

– nell’Alpe lontana: l’ordine delle parole è diverso da quello consueto

– la verde tua palla di lana: l’ordine delle parole è diverso da quello consueto

➌ Gli ipersegni presenti nel testo sono moltissimi; elenchiamo qui di seguito quelli più facilmente riconoscibili:

– sentire fai nel tuo zirlo; lo strido di gelo che crepi; il tuo trillo; la brina che sgrigio-la; il vetro che incrina; verno tutt’arido e tecco; ruzzola con rumor secco; breve tuotrillo; l’elitre tremule il grillo; suona scrio scrio; piccoli crepiti e stiocchi; il segretoscricchiolettio; uno scricchiolettio ti parve; screpola rotto; frulli; screpolare lì dietro;vedi la vampa; un tizzo soffia; una stiampa già croscia; una scorza già scatta;scoppietta; fuori… frusciano foglie: tutti quanti riproducono il suono che descrivono grazie allaripetizione delle consonanti.

– Trr trr trr terit tirit: riproduce sempre qualcosa di diverso: il vetro che incrina, l’elitre tremule del gril-lo, lo scricchiolettio, una vecchia che fiacca la stipa e la grecchia, l’allegra fiamma che scoppietta, le fo-glie morte.

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 403

La teoria

La pratica

➊ a) Si parla dell’arte nella preistoria.

b) e c) Le prime manifestazioni artistiche risalgono a un’epoca molto più remota, alla finedel paleolitico. Decine di millenni a. C. gli uomini, che vivevano di caccia e dell’occasio-nale raccolta di frutti selvatici, conoscevano già il valore dell’immagine o della figura-zione: | risale infatti al paleolitico superiore tutta una serie di figurazioni così sintetica-mente ed intensamente espressive che alcuni dei maggiori artisti moderni (primo tra tuttiPicasso*) le hanno considerate opere d’arte perfette, fino a proporle come modelli di as-soluta autenticità dell’espressione artistica. | Sono immagini di animali selvatici (bisonti,renne, mammut ecc.) graffite e dipinte sulle pareti e sulle volte di grotte naturali dissemi-

MODALITÀTIPO DI LETTURA

Lettura orientativa

Lettura approfondita

Lettura selettiva

Si scorre rapidamente il testocon gli occhi

Con estrema attenzione e parte-cipazione

Si scorrono indici e ordine didisposizione del materiale

Farsi un’idea di quello che si staleggendo

Leggere per capire e assimilare

Cercare l’informazione che serve

SCOPO

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 1: Gli appunti, gli schemi e le mappe concettuali

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA404

nate nell’Europa mediterranea e specialmente nella zona franco – cantabrica (Lascaux,Altamira, Montignac, Polignac). Sono tracciate con le dita o con elementari strumentidai cacciatori che hanno frequentato per molti secoli quelle grotte, a cui attribuivano va-lore di luoghi sacri.| Sono state spesso considerate* come straordinarie manifestazionidi un’attività artistica istintiva, non condizionata da una precedente esperienza artisticafigurativa e tecnica né da una finalità pratica.| È stato invece dimostrato che queste fi-gurazioni, pur rivelando con estrema vivacità l’immagine che l’uomo del paleolitico ave-va del mondo e del proprio essere nel mondo, hanno un carattere magico e una finalitàpratica. Raffigurando o, piuttosto, prefigurando l’incontro con l’animale nella foresta, ilcacciatore immaginava di assicurarsi, con un’operazione magica, il successo della bat-taglia da cui dipendeva la sua esistenza.

d) Prime manifestazioni artistiche

DESCRIZIONE

VALUTAZIONE

NB: Questo schema è solo una delle varie possibilità che esistono per studiare questapagina: la scansione in paragrafi (quasi tutti espositivi), la decisione di omettere del ma-teriale (la parte che, a nostro giudizio, risultava inutilmente ripetitiva o poco significati-va), la divisione del materiale stesso e il suo raggruppamento possono essere diversi daquelli proposti. In questa prova, dunque, il vero arbitro sarà l’insegnante, che valuterà lacorrettezza, la completezza e l’efficacia di ogni singolo schema che gli sarà proposto.

– GIUDIZIO NON CORRETTO – GIUDIZIO CORRETTO

Manifestazioni di un’attività artistica Hanno carattere magico e finalità istintiva, senza finalità pratiche pratica: raffigurando il suo incontro(è il giudizio, ad esempio, di Picasso) con la preda, il cacciatore pensa

di propiziarsi la vittoria

◗ Fine del paleolitico

◗ Europa mediterranea (zona franco – cantabrica: Lascaux, Altamira…)

◗ Immagini di animali selvatici (bisonti, renne, mammut...)

◗ Graffite con elementari strumenti e dipinte con le dita sulle pareti o volte di grot-te, considerate un luogo sacro

◗ Fatte dai cacciatori

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 405

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 2: La parafrasi

La teoria

➊ a) Fare la parafrasi vuol dire riscrivere un testo in ogni sua parte in modo più semplice,senza cambiarne il contenuto e il significato.

b) La parafrasi offre allo studente tre vantaggi:– esercitarsi nella scelta lessicale– lavorare sui costrutti sintattici– comprendere meglio il messaggio di un testo

c) Perché solo nella sua veste originaria il testo si rivela davvero al lettore in tutte le suecaratteristiche formali e nel suo messaggio, che di solito va ben al di là di quello lette-rale messo in luce dalla parafrasi.

La pratica

➊ – Il poeta descrive un paesaggio invernale, che gli suggerisce tristi pensieri di morte. Eglicosì immagina che gli uccelli che battono alla sua finestra in cerca di cibo siano gli ami-ci scomparsi che lo chiamano perché vada con loro.

– Lenta fiocca la neve pe ‘l cielo cinereo: gridi,suoni di vita più non salgon da la città,

non d’erbaiola il grido o corrente rumore di carro, non d’amor la canzone ilare e di gioventù.

Da la torre di piazza roche per l’aere le ore gemon, come sospir d’un mondo lungi dal dì.

Picchiano uccelli raminghi a’ vetri appannati: gli amici spiriti reduci son, guardano e chiamano me.

In breve, o cari, in breve – tu calmati, indomito cuore –giù al silenzio verrò, ne l’ombra riposerò.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA406

– Cinereo: di colore grigio

Erbaiola: che vende erbaggi / che va a fare erba nei campi

Corrente: che corre

Ilare: allegra

Roca: detto di suono: fioco, poco limpido

Lungi: lontano

Ramingo: errante, che va senza una meta

Reduce: che ritorna sano e salvo

Indomito: che non può essere domato

– L’unico rumore che il poeta avverte, in questo silenzioso paesaggio invernale, provienedalla torre della piazza: le ore, cioè i rintocchi dell’orologio, si diffondono fioche nell’a-ria, cosicché sembrano dei gemiti,dei sospiri che arrivano da un mondo lontano dalgiorno, ossia dal mondo dei morti.

Per quanto riguarda i vocaboli dal doppio significato, sceglieremo per erbaiola che ven-de erbaggi, visto che la scena è ambientata in una città e dunque è improbabile che ladonna torni dai campi; per reduce semplificheremo in che ritorna.

– Per la sintassi valgono le solite modifiche: riproporre le parole secondo l’ordine consuetocon cui sono presentate nella lingua parlata (soggetto, predicato verbale, complementooggetto, altri complementi) ed eventualmente spezzare i periodi più lunghi.

– VERSIONE IN PROSALa neve fiocca lenta nel cielo grigio: non salgono più, dalla città, grida e suoni di vita, ilgrido dell’erbivendola o il rumore di un carro che corre, e neppure l’allegra canzoned’amore e gioventù. Dalla torre della piazza si diffondono fiochi per l’aria i rintocchidell’orologio, che sembrano gemiti, sospiri di un mondo lontano da quello dei vivi. Gliuccelli erranti picchiano sui vetri appannati: sono le anime degli amici che tornano,guardano e chiamano me. Tra poco, o cari, tra poco – tu calmati, cuore che non vuoiessere domato – verrò giù nel silenzio, riposerò nell’ombra.

NB: tutto ciò che è stato presentato è suscettibile di varianti e modifiche, che spetterà al-l’insegnante valutare adeguatamente.

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 407

La teoria

➊ a) Il riassunto: può cambiare l’aspetto del testo di partenza

b) Quali di questi elementi devono essere presi in considerazione prima di scrivere un ri-assunto?La forma del riassuntoLa dimensione del riassuntoIl destinatarioLa tipologia del testo da riassumereLo scopo del riassunto

c) In un riassunto sono generalmente considerate parti essenziali: Quelle che si riferiscono direttamente al tema principale del testoQuelle che introducono qualcosa di nuovoQuelle che introducono un nuovo personaggio

d) In un riassunto i dialoghi:vanno riassunti e trasformati in discorsi indiretti

La pratica

➊ b) Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s’accorgono solopoche anime sensibili, come i raffreddati da fieno, che starnutano per pollini di fiorid’altre terre. |Un giorno, sulla striscia d’aiola d’un corso cittadino, capitò chissà donde una ventatadi spore, e ci germinarono dei funghi. | Nessuno se ne accorse tranne il manovaleMarcovaldo, che proprio lì prendeva ogni mattina il tram.|

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 3: Il riassunto

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA408

Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alle vie di città: cartelli, semafori, ve-trine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, maifermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto. Invece, una fo-glia che ingiallisse su un ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola, non glisfuggivano mai: non c’era tafano sul dorso di un cavallo, pertugio di tarlo in una tavo-la, buccia di fico spiaccicata sul marciapiede che Marcovaldo non notasse, e non fa-cesse oggetto di ragionamento, scoprendo i mutamenti della stagione, i desideri delsuo animo, e le miserie della sua esistenza.|Così un mattino, aspettando il tram che lo portava alla ditta Sbav dov’era uomo di fati-ca, notò qualcosa d’insolito presso la fermata, nella striscia di terra sterile e incrostatache segue l’alberatura del viale: in certi punti, al ceppo degli alberi, sembrava si gon-fiassero bernoccoli che qua e là s’aprivano e lasciavano affiorare tondeggianti corpisotterranei.Si chinò a legarsi le scarpe e guardò meglio: erano funghi, veri funghi, che stavanospuntando proprio nel cuore della città! | A Marcovaldo parve che il mondo grigio emisero che lo circondava diventasse tutt’a un tratto generoso di ricchezze nascoste, eche dalla vita ci si potesse ancora aspettare qualcosa, oltre la paga oraria del salariocontrattuale, la contingenza, gli assegni familiari e il caropane. |Al lavoro fu distratto più del solito; pensava che mentre lui era lì a scaricare pacchi ecasse, nel buio della terra i funghi silenziosi, lenti, conosciuti solo da lui, maturavano lapolpa porosa, assimilavano succhi sotterranei, rompevano la crosta delle zolle. “Baste-rebbe una notte di pioggia, – si disse, – e già sarebbero da cogliere”. E non vedeval’ora di mettere a parte della scoperta sua moglie e i sei figlioli.|– Ecco quel che vi dico! – annunciò durante il magro desinare. – Entro la settimanamangeremo funghi! Una bella frittura! V’assicuro!E ai bambini più piccoli, che non sapevano cosa i funghi fossero, spiegò con trasportola bellezza delle loro molte specie, la delicatezza del loro sapore, e come si doveva cu-cinarli; e trascinò così nella discussione anche sua moglie Domitilla, che s’era mostratafino a quel momento piuttosto incredula e distratta.|– E dove sono questi funghi? – domandarono i bambini. – Dicci dove crescono!A quella domanda l’entusiasmo di Marcovaldo fu frenato da un ragionamento sospet-toso: “ Ecco che io gli spiego il posto, loro vanno a cercarli con una delle solite bandedi monelli, si sparge la voce nel quartiere, e i funghi finiscono nelle casseruole altrui!”Così, quella scoperta che subito gli aveva riempito il cuore d’amore universale, ora glimetteva la smania del possesso, lo circondava di timore geloso e diffidente.– Il posto dei funghi lo so io e io solo – disse ai figli, – e guai a voi se vi lasciate sfuggi-re una parola.|Il mattino dopo, Marcovaldo, avvicinandosi alla fermata del tram, era pieno d’appren-sione. Si chinò sull’aiola e con sollievo vide i funghi un po’ cresciuti ma non molto, an-cora nascosti quasi del tutto dalla terra. |Era così chinato, quando si accorse d’aver qualcuno alle spalle. S’alzò di scatto e cer-cò di darsi un’aria indifferente. C’era uno spazzino che lo stava guardando, appog-giato alla sua scopa. |Questo spazzino, nella cui giurisdizione si trovavano i funghi, era un giovane occhia-luto e spilungone. Si chiamava Amadigi e a Marcovaldo era antipatico da tempo, for-se per via di quegli occhiali che scrutavano l’asfalto in cerca di ogni traccia naturaleda cancellare a colpi di scopa. |

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 409

Era sabato; e Marcovaldo passò la mezza giornata libera girando con aria distrattanei pressi dell’aiola, tenendo d’occhio di lontano lo spazzino e i funghi, e facendo ilconto di quanto tempo ci voleva a farli crescere.| La notte piovve: come i contadini dopo mesi di siccità si svegliano e balzano di gioia alrumore delle prime gocce, così Marcovaldo, unico in tutta la città, si levò a sedere nelletto, chiamò i famigliari: “È la pioggia, è la pioggia” e respirò l’odore di polvere ba-gnata e muffa fresca che veniva di fuori.| All’alba – era domenica –, coi bambini, con un cesto preso in prestito, corse subito al-l’aiola. I funghi c’erano, ritti sui loro gambi, coi cappucci alti sulla terra ancora zuppad’acqua. – Evviva! – e si buttarono a raccoglierli.|– Babbo! guarda quel signore lì quanti ne ha presi! – disse Michelino, e il padre al-zando il capo vide, in piedi accanto a loro, Amadigi anche lui con un cesto pieno difunghi sotto il braccio.|– Ah, li raccogliete anche voi? – fece lo spazzino. – Allora sono buoni da mangiare?Io ne ho presi un po’ ma non sapevo se fidarmi…..Più in là nel corso ce n’è nati di piùgrossi ancora. … Bene, adesso che lo so, avverto i miei parenti che sono là a discuterese conviene raccoglierli o lasciarli...– e si allontanò di gran passo. |Marcovaldo restò senza parola: funghi ancora più grossi, di cui lui non s’era accorto,un raccolto mai sperato, che gli veniva portato via così, di sotto il naso. Restò un mo-mento quasi impietrito dall’ira, dalla rabbia, poi – come talora avviene – il tracollo diquelle passioni individuali si trasformò in uno slancio generoso. | A quell’ora, moltagente stava aspettando il tram, con l’ombrello appeso al braccio, perché il tempo re-stava umido e incerto. – Ehi, voialtri! Volete farvi un fritto di funghi, questa sera? – gri-dò Marcovaldo alla gente assiepata alla fermata. – Sono cresciuti i funghi qui nel cor-so! Venite con me! Ce n’è per tutti! – e si mise alle calcagna di Amadigi, seguito da uncodazzo di persone.|Trovarono ancora funghi per tutti, e, in mancanza di cesti, li misero negli ombrelliaperti. Qualcuno disse: – Sarebbe bello fare un pranzo tutti insieme! – Invece ciascunoprese i suoi funghi e andò a casa propria.|Ma si rividero presto, anzi la stessa sera, nella medesima corsia dell’ospedale, dopo lalavatura gastrica che li aveva tutti salvati dall’avvelenamento: non grave, perché laquantità di funghi mangiati da ciascuno era assai poca.|Marcovaldo e Amadigi avevano i letti vicini e si guardavano in cagnesco.

c) PRIMO RIASSUNTO:

Un mattino, aspettando il tram, Marcovaldo, disattento ai particolari della città ma ac-corto su quelli della natura, notò presso la fermata, in una striscia di terra sterile, dei pic-coli funghi. La scoperta lo riempì di gioia: al lavoro fu distratto più del solito e non vede-va l’ora di comunicare la novità alla moglie e ai figli. A pranzo disse che presto avreb-bero mangiato funghi; spiegò cosa fossero ai bambini più piccoli, ma si rifiutò di rivelaredove si trovassero, per paura che qualcun altro potesse portarli via prima di lui.

Il mattino dopo, mentre controllava che i funghi fossero cresciuti, si accorse che lospazzino, Amadigi, lo stava guardando. Era sabato; Marcovaldo passò la mezzagiornata libera girando nei pressi dell’aiola, tenendo d’occhio di lontano lo spazzino e

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA410

i funghi. La notte piovve: all’alba – era domenica –, corse subito all’aiola coi bambinie con un cesto, e si buttarono a raccoglierli. Marcovaldo si accorse che anche Amadigiera lì, con un cesto pieno di funghi sotto il braccio: egli disse di essere contento, per-ché, ora che vedeva anche Marcovaldo raccoglierli, lui e i suoi parenti avrebbero coltopiù sicuri i grossi funghi che erano cresciuti più in là. Marcovaldo dapprima restò sen-za parole: poi, smaltita la rabbia, in un impeto di generosità gridò alla gente assiepa-ta alla fermata di andare con lui a raccogliere i funghi. Trovarono funghi per tutti:ognuno se ne andò con il suo carico a casa propria.

Si rividero la stessa sera, in ospedale, dopo la lavatura gastrica: Marcovaldo e Amadi-gi avevano i letti vicini e si guardavano in cagnesco.

SECONDO RIASSUNTO:

Un mattino, aspettando il tram, Marcovaldo notò presso la fermata dei piccoli funghi.La scoperta lo riempì di gioia. Il mattino dopo, mentre li controllava, si accorse che lospazzino, Amadigi, lo stava guardando. Era sabato; Marcovaldo passò la mezzagiornata libera girando nei pressi dell’aiola, tenendo d’occhio di lontano lo spazzino ei funghi. La notte piovve: Marcovaldo all’alba corse subito all’aiola e si buttò a racco-glierli. Presto si accorse che anche Amadigi era lì, con un cesto pieno di funghi sotto ilbraccio: egli disse di essere contento, perché, ora che vedeva anche Marcovaldo rac-coglierli, lui e i suoi parenti avrebbero colto più sicuri i grossi funghi che erano cresciu-ti più in là. Marcovaldo passò dalla rabbia a un impeto di generosità: così, gridò allagente assiepata alla fermata di andare con lui a raccogliere i funghi. Trovarono funghiper tutti.

Si rividero la stessa sera, in ospedale, dopo la lavatura gastrica: Marcovaldo e Amadi-gi avevano i letti vicini e si guardavano in cagnesco.

NB: questa seconda parte della prova di verifica è suscettibile di varianti e modifiche,che spetterà all’insegnante valutare adeguatamente

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 411

L’analisi

➊ a) L’oggetto descritto in questo testo è un uomo di nome Coppelius.

b) Poiché il testo proposto è tratto da un racconto, lo scopo è presentare questo personaggio.

c) Poiché egli è descritto sia dal punto di vista fisico che da quello morale, deduco che l’autoreha voluto fornirci un vero e proprio ritratto, per farci conoscere bene questo individuo.

d) Il lettore del racconto.

e) La descrizione è soggettiva.

f) – Dal fatto che la descrizione passa attraverso gli occhi di un bambino (innoi bambini), che elenca solo i particolari più spaventosi di Coppelius, lavorando at-torno all’idea centrale della paura che egli incute.

– Dal punto di vista formale, sono presenti gli elementi propri della descrizione sogget-tiva: lessico connotato emotivamente (omaccio; lampeggiano; striscia; ma-nacce; manaccia), paragoni e giudizi.

g) – Vista: larghe spalle e grossa testa informe; volto terreo, sopracciglia grigie a cespuglio;h) due occhi verdi come quelli dei gatti e penetranti, naso grosso e pronunciato, che scende

sopra il labbro superiore; la bocca torta in un ghigno; sulle guance due macchie colorvino; due file di denti serrati; mani pelose e ossute; toccava ora un pezzetto di torta, oraun frutto dolce che la mamma aveva messo sul piatto; rapido stendeva la sua mano suinostri bicchieri o fingeva addirittura di portarli alle livide labbra– Udito: una strana voce sibilante– Gusto: frutto dolce; buon vino

i) Si, perché la descrizione è soggettiva:– paragoni: occhi verdi come quelli dei gatti– giudizi: la brutta bocca; un bieco ghigno; una strana voce; tutto il suo aspetto era

spiacevole e ripugnante; il disgusto più intenso tanto che non potevamo più soffrirequello che egli aveva toccato; maligno piacere

l) – da Immaginati a serrati: si segue il criterio descrittivo dall’alto in basso, anche senon in modo rigoroso (per esempio si descrivono prima le spalle e poi la testa); ognielemento è arricchito da precisazioni.

– da Tutto a toccato: dal generale al particolare– da Coppelius a labbra: descrizione delle azioni

La produzioneData la natura del testo richiesto, non è ovviamente possibile fornire un modello per la cor-rezione.

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 4: Il testo descrittivo

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA412

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 5: Il testo espositivo

L’analisi

➊ a) Questo testo può essere considerato espositivo perché si propone di presentare conchiarezza delle informazioni su un argomento ben preciso, affinché il lettore possa ca-pirle e ricordarle.

b) Il tema centrale del testo proposto è “la cultura villanoviana”; esso è enunciato nella se-conda metà del primo capoverso.

c) Nel primo capoverso viene definita la zona geografica in cui si è sviluppata la culturavillanoviana. La parte di testo compresa nella definizione è la seguente: in una vastaarea dell’Italia, comprendente le odierne regioni dell’Emilia, della Ro-magna, della Toscana, dell’Umbria e di parti interne del Lazio, dellaCampania, dell’Abruzzo e del Molise…

d) Il connettivo cioè serve per spiegare: in questo caso esso serve a chiarire l’espressione“base etnica”, che significa, appunto, essere “peculiare di una determinata stirpe”.Il connettivo dunque ha valore conclusivo. In questo caso trae le conclusioni di quanto èstato appena detto: la cultura villanoviana non ha base etnica ➙ bisogna immaginarlain questo modo.Infine, il connettivo perché stabilisce una causa: in questo caso motiva la nostra man-cata conoscenza della specificità etnica di questi popoli.

e) Il connettivo in questione è successivamente, che fa capire che si sta passando all’ordi-ne cronologico.

f) Questo connettivo indica che chi parla sta facendo l’elenco, in ordine numerico, degliaspetti che caratterizzano la cultura villanoviana; il primo aspetto è stato elencato, inmodo non esplicito, nel capoverso precedente, che illustrava la struttura del villaggio.

g) In terzo luogo – ed è questo un aspetto fondamentale –, la cultura villanoviana ha | come sua base produttiva un’agricoltura molto evoluta per

elenca l’epoca,

perché ---- motiva

ben integrata con l’allevamento degli animali, caratterizzata da col-tivazioni assai diversificate e capace di allargare le aree coltivabilie insediative attraverso efficaci lavori di dissodamento del suolo.

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 413

Non dobbiamo infatti dimenticare ---------------- abitatori.|

introduce un dato di fattocollegandolo a quanto èstato appena detto

Le popolazioni villanoviane, invece, ---------------- costruzioni.|

evidenzia una contrapposizione a quanto detto sopra

L’importanza degli attrezzi di ferro per queste opere di dissodamento ------------ ferro.|

lega a quanto detto primaesplicitando lo scopo

h) I due connettivi coordinati tra loro sono inizialmente e poi: servono a evidenziare il las-so di tempo intercorso tra l’uso del bronzo e quello del ferro.

i) Il problema se la cultura villanoviana sia opera delle medesime popolazioni che | avevano creato la cultura delle terremare e

introduce un’ipotesi la cultura appenninica del bronzoo

sia stata portata da una migrazione di nuove popolazioni indoeuropee provenientidall’Europa centrale

è stato molto dibattuto ma permane tuttora irrisolto, ed è forse irrisolvibile.|

introduce un’opposizione

l) Sono stati scritti in carattere diverso: cultura villanoviana ➙ è il tema centralePopulonia, Vetulonia, Volci , Tarquinia ➙ sono le città che segnano il pas-saggio dalla cultura villanoviana alla civiltà degli Etruschi

Se si trascrivono le parole evidenziate una di seguito all’altra, si ricostruisce l’evolu-zione storica di questa cultura:cultura villanoviana ➙ Populonia, Vetulonia, Volci, Tarquinia ➙ civil-tà degli Etruschi

La produzione

Data la natura del testo richiesto, non è ovviamente possibile fornire un modello per la cor-rezione.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA414

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 6: Il testo espressivo

L’analisi

➊ a) Il testo proposto è una lettera; questa tipologia di testo è considerata espressiva perchéesprime i sentimenti, le sensazioni e le emozioni di chi scrive.

b) La lettera è indirizzata ad un amico di D’Annunzio, Vittorio Pepe; essa si rivolge peròanche a tutti gli altri giovani come lui (voi giovani).

c) Il messaggio del testo è chiaro: si deve sempre cercare di sfruttare le proprie capacitàper arrivare il più in alto possibile. Non ci si deve spaventare per la lotta, perché essafa parte della vita. La frase che lo riassume meglio potrebbe essere: non ti stancare mai di cercare, di ten-tare, di provare. La via dell’arte è lunga e scabra ed erta: per salirla ci vogliono deilombi armati di valore.

d) Lo scopo del testo è di incoraggiare il ragazzo a sfruttare il suo talento, senza paura dimettersi alla prova.

e) – un paragone: la via dell’arte è lunga e scabra ed erta– un gioco di parole: Vittorio, trai augurio dal tuo nome (Vittorio = vittoria)– una prova oggettiva: the struggle for life del Darwin

f) Il lessico usato è di tipo medio, perché non è quotidiano ma nemmeno troppo alto. Gliesempi sono i seguenti:– vocaboli connotati in senso emotivo: la via dell’arte è lunga e scabra ed erta

(gli aggettivi scelti, con predominanza della lettera R, danno l’idea della fatica dacompiere per arrivare alla meta); baraonda vivente (rende bene l’idea della confusio-ne, anche grazie alla ripetizione dei suoni che compongono le singole parole); gransole (dà l’idea della positività, del successo); a furia di gomitate e facendomi largofuriosamente (anche queste espressioni danno l’idea della lotta, grazie al gioco dellaripetizione “furia…furiosamente”).

– vocaboli alti (o comunque di uso non quotidiano): natura squisita; lungi;scabra; lombi; costì; tramezzo; invidi; augurio

– esotismi: the struggle for life

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 415

g) La sintassi è caratterizzata dalla presenza di brevi frasi coordinate, che si susseguonouna dopo l’altra, seguendo l’ordine dei pensieri che si presentano alla mente dell’auto-re. Rileggendo la lettera così:

Lavorate, lavorate, lavorate, voi giovani, voi pieni di fede, e di forza! Ci sono ancora molte vette da conquistare. Tu, che sei una natura così signorilmente squisita di artista, tu farai molto, andrai moltoavanti. Getta via lungi da te tutti i timori, tutte le timidezze, tutte le esitazioni: sii audace, sem-pre audace; non ti stancare mai di cercare, di tentare, di provare.La via dell’arte è lunga e scabra ed erta: per salirla ci vogliono dei lombi armati di valore. Tu hai una intelligenza fine e una cultura non comune; ti manca lo spirito irrequieto del-le imprese. Costì a Napoli in cotesta baraonda vivente, tramezzo ai coetanei, alli emuli, alli invidi,fatti largo, per dio! Tu hai diritto di farti largo in faccia al gran sole: conquistalo, Vittorio, e trai augurio daltuo nome.Non ti spaventare della lotta: è la lotta per la vita: the struggle for life del Darwin, lalotta inevitabile e inesorabile. Guai a chi si abbatte. Guai alli umili! Non ti scandalizzare di queste massime poco cristiane.Dà retta a me, a me che ti sono amico sincero e che ho molta esperienza dall’essere vissu-to in mezzo alla gente combattendo a furia di gomitate e facendomi largo furiosamente

ci si accorge, infatti, che mancano i connettivi e che i collegamenti tra le parti dipendo-no solo dal senso di quanto viene detto.

h) Gli altri espedienti tipici della funzione emotiva del linguaggio sono:– Proposizioni esclamative:

Lavorate, lavorate, lavorate, voi giovani, voi pieni di fede, e di forza! Guai alli umili!

– Esclamazioni:fatti largo, per dio!Guai a chi si abbatte.

La produzione

Data la natura del testo richiesto, non è ovviamente possibile fornire un modello per lacorrezione.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA416

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 7: Il testo narrativo

L’analisi

UNA CONTADINA RACCONTA LA STRAGE DI MARZABOTTO

➊ a) Questo testo appartiene al genere della memoria autobiografica.

b) Me lo ricordo come se fosse ieri.

c) I fatti sono narrati in ordine cronologico, ma sono presenti alcune anticipazioni.

d) La ritrovammo tempo dopo, al nostro ritorno, che stringeva ancora iresti della pagnotta rosicchiata dai topi.… quello sordomuto, che poi fu ucciso sotto la Steccola.

e) Arrivarono calando dalla Steccola, con le armi puntate, uno davanti, quattro dietro. Ilprimo, insaccato in un grande giubbone mimetico color verde, era quasi biondo, al-lampanato, con un dente d’oro in mezzo alla bocca, sotto il labbro superiore. Me lo ri-cordo come se fosse ieri. Si piazzò sull’apertura della porta e ci volle tutte di fronte, sifaceva grande dietro il suo mitra e voleva metterci sotto i piedi. Certamente avevamomolta paura, ma non si capiva e lui pareva contrariato.Un altro intanto era salito nelle camere di sopra, dove lo sentimmo urlare: si affacciòdall’alto della scala e gridò parole concitate nella sua lingua. Il biondastro ripeté a noile parole, in italiano: “Dice che ha trovato dei medicinali”. Fece una breve pausa, poi:“Ve la fate con i partigiani, eh?”, e ridacchiava scrollando il capo. Ci squadrò a lun-go una per una, facendo rotare il mitra.La notizia ci aveva riempito di terrore, ed egli lo sapeva, perché dopo un po’ sog-giunse sorridendo, in dialetto bolognese: “Adess avì pora, ed nuter!” (Adesso avetepaura di noi!).Fui io a rispondergli: “Non si ha paura di nessuno, quando non si è fatto del male!”“Sapete cosa ha detto il tedesco?” riprese lentamente, senza più sorridere.” Ha detto:tutti kaputt!” e vidi le sue dita sbiancarsi strette sul mitra.Fu allora che notai la vera. “Non è giusto uccidere noi donne e bambini. Pensi a suamoglie e ai suoi figli!”“Non guardiamo in faccia a nessuno, grandi e piccoli! Siamo fuori per questo!” e aspinte ci buttò nella loggetta del corridoio.Graziella, tirandosi dietro la Gianna, andò verso la porta di cucina: fu la prima a mo-rire con un urlo straziante; il biondastro le sparò in faccia; ella cadde con la bimba che

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 417

stringeva sempre in mano la sua pagnotta. La ritrovammo tempo dopo, al nostro ri-torno, che stringeva ancora i resti della pagnotta rosicchiata dai topi.Poi il biondastro sparò a noi: la sposina incinta si abbatté colpita in fronte, io caddi aterra abbracciata alla mamma; mi accorsi di essere soltanto ferita a una mano. La pic-cola Annarosa, seduta in mezzo alla stanza, terrorizzata, urlava con le manine proteseverso la madre. Il nazista che era nella camera di sopra scese le scale e col nostro as-sassino andò in tinello, dove si misero a spaccare tutto e a rubare. Il pianto disperato diAnnarosa attirò l’attenzione del biondastro che tornò in cucina, brontolando tra i denti,e con un colpo di pistola ammazzò la piccola.Finalmente se ne andarono. Mi alzai e la prima cosa che notai fu una grossa svegliasopra la credenza: erano le nove. Mi affacciai alla porta e li vidi che camminavano infila verso l’alto, in direzione della Steccola. Corsi sopra, dalla parte opposta alla casa,legai una fune alla gamba del letto e per la finestra mi calai nel cortile e mi lanciai co-me una pazza contro la macchia. Mentre correvo mi sentii chiamare: era il babbocon mio fratello, quello sordomuto, che poi fu ucciso sotto la Steccola. Stando nel bo-sco arrivò l’eco di molte raffiche e spari; in seguito vidi che avevano massacratoquelli del Palazzo, una decina di persone.

f) Il primo, insaccato in un grande giubbone mimetico color verde, eraquasi biondo, allampanato, con un dente d’oro in mezzo alla bocca,sotto il labbro superiore: è la descrizione (condotta, come al solito, dall’alto inbasso) di una delle SS; serve a dare attendibilità ai fatti e a dimostrare che quegli attimiterribili si sono fissati in modo indelebile nella mente della testimone.

g) La narrazione è soggettiva.

h) Sono connotati emotivamente l’aggettivo straziante, riferito all’urlo della prima donnauccisa; le manine protese della piccola Annarosa e il suo pianto disperato; l’avverbio ditempo finalmente, che rivela l’emozione di chi racconta.

i) Sono usati, in prevalenza, il passato remoto e l’imperfetto. Il passato remoto è usatoper le azioni che scandiscono la trama e per i cambi di scena; l’imperfetto per le circo-stanze accessorie o descrittive, per i modi di essere o i comportamenti abituali.

l) Lo scopo di questo testo è informativo – documentario: informativo perché si propo-ne di far sapere come andarono i fatti; documentario perché il racconto è una testi-monianza diretta dei fatti accaduti.

➋ a) Alcune donne (con i loro bambini) sono uccise perché sospettate di aver aiutato ipartigiani.

b) Il fatto è successo a Marzabotto, un piccolo comune in provincia di Bologna.

c) Il 29 settembre 1944, alle nove del mattino.

d) Alcune donne e i loro bambini; più tardi sono state assassinate altre dieci persone.

e) Le SS arrivano alla casa in cui si trova la testimone. Uno di loro scopre dei medicinali: èla scusa che cercano per il massacro. Tutte le donne e i bambini presenti vengono uccisi,tranne la testimone, che si salva fingendosi morta dopo essere stata colpita a una mano.Dopo il massacro se ne vanno; la testimone fugge verso il bosco, dove incontra il padree il fratello. Da lì sentono le raffiche del successivo massacro di altre dieci persone.

f) La morte di tutti i presenti in casa, tranne la testimone.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA418

L’analisi

FIABA CINESE

➊ a) – Li – Tang era un vecchio poverissimo... dall’arida desolazione del suo cuore vacuo.= SITUAZIONE INIZIALE

– Un giorno, per la prima volta nella vita, Li – Tang provò i morsi della fame: una famerabbiosa, sconvolgente. = EVENTO CHE ALTERA L’EQUILIBRIO ESISTENTE

– Non aveva neanche una radice amara... E la stringeva tra le braccia scheletriche ur-lando all’indirizzo del Sasso sacro e di Budda parole sacrileghe. = SVOLGIMEN-TO DEL RACCONTO

– Il giorno dopo l’aquila delle folgori... in cui dominano la cattiveria e l’egoismo. = SI-TUAZIONE CONCLUSIVA

b) Di solito la prima parte serve a presentare il protagonista, gli altri personaggi dellanarrazione, l’ambiente e il tempo in cui si svolgono i fatti narrati.

c) In questo testo la prima parte è descrittiva.d) Presenta il protagonista (Li –Tang era un vecchio poverissimo, magro e giallo come un

bastoncello di vecchio avorio. Mangiava raramente e con estrema parsimonia. Preferi-va mortificare lo stomaco piuttosto che piegarsi alle leggi del lavoro. Non aveva fami-glia, né parenti, né amici. Ma non si lagnava della sua squallida solitudine. L’avevascelta lui, del resto: scaturiva come un’erba maligna dal suo egoismo, dall’arida deso-lazione del suo cuore vacuo) e l’ambiente in cui vive (viveva vicino al grande fiume inuna capanna di legno corroso); non viene invece specificato il tempo. Non sono presentati gli altri protagonisti perché Li –Tang è l’unico personaggio della vi-cenda narrata.

e) La seconda parte serve ad alterare l’equilibrio esistente per provocare delle conseguen-ze e degli sviluppi, che costituiranno il vero e proprio svolgimento del racconto.

f) È introdotta da due connettivi temporali (Un giorno, per la prima volta nella vita), cherichiamano l’attenzione del lettore sul fatto che sta accadendo qualcosa di nuovo.

g) Li –Tang non ha niente da mangiare: gli viene allora in mente il Sasso sacro, una pietradi granito confitta al suolo in cui, seconda la leggenda, Budda aveva infuso il lume di-vino del suo spirito. Li –Tang raggiunge la pietra e prega, offrendo in dono la sua co-perta: subito gli appare un cesto colmo di focacce fragranti. Li –Tang se ne impadroni-sce e si allontana in fretta. Dopo pochi metri avverte, però, l’assalto della sizza: egli sipente del suo gesto e pensa che la cesta sia stata lasciata lì da qualche devoto. Cosìposa a terra la cesta e va a riprendersi la coperta che aveva gettato sul sasso. Maquando torna la cesta è scomparsa: al suo posto c’è solo un mucchio di ciottoli. Li–Tang ritorna al Sasso sacro e offre di nuovo la vecchia coperta, ma il prodigio non siripete. Così se ne va con un gran fuoco di collera nel sangue, urlando all’indirizzo delSasso sacro e di Budda parole sacrileghe.

h) Non aveva neanche una radice amara, neanche una focaccia di orzo da mettere inbocca. Era inverno, tirava un vento gelido, il fiume, a pochi passi dalla capanna, urla-va con pazza frenesia di onde. Il poveraccio non sapeva proprio dove andare per pro-curarsi un poco di cibo. Gli venne in mente il Sasso sacro: una pietra di granito confittaal suolo. Si trovava vicina, avrebbe potuto raggiungerla senza fatica. Si diceva cheBudda, al tempo dei tempi, avesse sostato vicino alla pietra e a questa, prima diallontanarsi, avesse infuso il lume divino del suo spirito. Uomini e donne di villaggiadiacenti venivano, in certi giorni dell’anno, a genuflettersi attorno al Sacro Sasso per

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 419

domandare grazie. Molti assicuravano di aver udito levarsi dal granito voci profondedi incitamento, di conforto, di promessa. Li –Tang non aveva mai badato alle credenze popolari. Le considerava superstizionisciocche, lo avevano sempre fatto sorridere con disprezzo. Adesso, morso dallacrudeltà della fame, pensò al Sasso sacro senza superbia. Ci pensò, anzi, con sollievo,con fede. Il freddo invernale, molto intenso, gli consigliò di gettarsi la logora copertasopra le spalle scheletriche. E, lottando furiosamente con la sizza, raggiunse la pietrasantificata da Budda. La fame lo tormentava troppo.– Sasso sacro – disse con umiltà – il mio stomaco reclama cibo. Il digiuno, ormai, èdiventato insopportabile. Aiutami. Vuoi la mia coperta? È logora, è l’unica arma chemi resta per combattere il rigido inverno. Ma te la offro. Non respingere il mio dono.Brillò, vicino al vegliardo, una piccola luce. Li – Tang vide un cesto colmo di focaccefragranti. Se ne impadronì e si allontanò in fretta. Percorsi pochi metri avvertì l’assaltodella sizza. “ Sono stato sciocco – pensò – a offrire la mia coperta al Sasso. I sassi nonpatiscono il freddo. La provvida cesta l’avrei trovata senza bisogno di scalmanarmi constrane preghiere. Deve averla lasciata uno di quei babbei che vengono di quando inquando a chiedere grazie alla pietra. Le pietre non hanno occhi né orecchie, non han-no sensibilità. Solo gli stolti possono illudersi di ricevere consolazione e aiuti”. Adesso che non temeva più la fame, l’uomo era ridiventato sprezzante. Posò a terrala cesta e andò a riprendersi la coperta che aveva gettato sul sasso. Si sentiva tranquil-lo, ormai. E protervo. Ma quando giunse nel luogo in cui aveva lasciato le focaccerestò malissimo. La cesta era scomparsa e al suo posto, rivelati da un misterioso lampo,vide un mucchio di ciottoli. Ritornò al Sasso sacro, al sasso di Budda. Offerse, ancora, la vecchia coperta, l’unicosuo tesoro. Ma il prodigio non si ripeté, per quanto implorasse, gridando e piangendo. Dovette tenersi in corpo la sua fame disperata. Se ne andò con un gran fuoco di colleranel sangue. Tanto fuoco che non sentiva più freddo, il crudo freddo dell’inverno. Tutta-via la coperta l’aveva ripresa per la seconda volta. E la stringeva tra le bracciascheletriche urlando all’indirizzo del sasso sacro e di Budda parole sacrileghe. I connettivi temporali presenti hanno la funzione di indicare il passaggio da una faseall’altra della narrazione e di legare in una successione temporale coerente le diverseparti del testo.

i) La quarta parte ha la funzione di ristabilire un equilibrio, uguale o diverso dal prece-dente.

l) Li –Tang resta, dopo la morte, cattivo ed egoista: l’equilibrio ristabilito è uguale a quel-lo iniziale, perché egli non ha imparato niente e non è cambiato.

m)La storia è raccontata da una persona estranea ai fatti narrati: per questo motivo il rac-conto è in terza persona.

n) Sono usati, in prevalenza, il passato remoto e l’imperfetto. Il passato remoto è usatoper le azioni che scandiscono la trama e per i cambi di scena; l’imperfetto per le circo-stanze accessorie o descrittive, per i modi di essere o i comportamenti abituali.

La produzione

Data la natura dei testi richiesti, non è ovviamente possibile fornire un modello per lacorrezione.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA420

La produzione

➊ a) Un uomo ebbe in sorte un nipote molto stupido: non intendendo niente, non temetteniente. Quell’uomo dovette muoversi di lì e gli disse di essere solerte contro i predoni,che non togliessero i suoi beni. E lui: – Che sono questi predoni? Che sono questi beni?Io non temo niente.

b) Data la natura del testo richiesto, non è ovviamente possibile fornire un modello per lacorrezione.

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 8: La scrittura creativa

LA SCRITTURA SCOLASTICA • MODULO 2 421

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 9: Il testo argomentativo

L’analisi

➊ a) Sta parlando lo storico francese Georges Duby.

b) Il destinatario è costituito dai lettori del saggio.

c) Il testo, come tutti i testi argomentativi, ha lo scopo di informare su un determinatoargomento e di convincere della validità delle tesi dello storico su quello stesso argo-mento.

d) Il tema è “i terrori dell’anno mille”. Esso è enunciato in modo esplicito nella prima rigae costituisce il filo conduttore di tutto il testo.

e) Le tesi che l’autore dimostra in questo brano sono tre.

PRIMA TESI: I terrori dell’anno mille sono frutto di una leggenda romantica.ARGOMENTAZIONI: a) La testimonianza di un monaco, che contrasta la ricostruzione degli storici del XIX

secolo.b) Quanto afferma la Bibbia (mai si saprà il giorno e l’ora della fine del mondo)

SECONDA TESI: È vero che quei tempi erano percorsi da un’attesa continua e inquie-ta, ma quest’attesa portava con sé anche delle speranze.ARGOMENTAZIONI: a) L’Apocalisse prevedeva che il momento delle tribolazioni venisse seguito da un’epo-

ca di pace meno difficile da viversi della normale vita quotidiana|

b) paragone per illustrare le condizioni di vita degli uomini del Medioevo: le più povere popolazioni che vivono oggi nell’Africa nera

TERZA TESI: La gente viveva allora nella più completa povertà ma non esisteva lacondizione di solitudine che troviamo oggi.ARGOMENTAZIONI: la gente viveva allora nella più ma non esisteva la condizione di completa povertà solitudine che troviamo oggi.

| |a) per lavorare la terra usavano utensili in legnob) per un chicco di grano seminato andava bene ridistribuivano tra loro il poco

se ne raccoglievano tre di ricchezza in sovrappiùc) vestivano con pelli di animale ed erano magrid) erano schiacciati dal peso della nobiltà

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA422

f) I dati (intesi come il materiale che può essere direttamente verificato dal lettore) sonocostituiti dai passi citati dalla Bibbia, dal Vangelo e dall’Apocalisse; si fa riferimentoanche alle condizioni di vita attuali di alcuni popoli dell’Africa nera e a quelle degli uo-mini del neolitico, che si possono verificare in molti modi.

g) È presente un affidamento: le parole, citate direttamente e quindi poste tra virgolette,del monaco dell’abbazia di Saint – Benoit –sur – Loire: “Mi è stato raccontato che nel-l’anno 994, a Parigi, alcuni preti annunciavano la fine del mondo”; “Questi preti sonopazzi. Basta aprire il testo sacro, la Bibbia, per constatare come Gesù abbia detto chemai si sarebbe saputo il giorno, né l’ora”.

h) Le tesi proposte sono condivisibili perché sono opportunamente documentate: è veroche è stato citato solo un documento dell’epoca e che tutti gli altri dati sono fornitidall’autore senza ulteriore documentazione, ma è anche vero che chi parla è un illu-stre studioso di questi argomenti, della cui preparazione non abbiamo motivo di du-bitare.

i) Il lessico, anche se frutto di una traduzione, risulta piuttosto semplice, così come i pochitermini tecnici usati; anche la sintassi è scorrevole e semplice.

l) Quanto appena detto sul lessico e la sintassi, e la semplicità dell’argomento trattato mifanno pensare che il saggio sia divulgativo.

La produzione

Data la natura dei testi richiesti, non è ovviamente possibile fornire un modello per lacorrezione.

LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 423

L’analisi: l’articolo

➊ a) Un articolo di cronaca nera; essa si occupa di omicidi, rapine, rapimenti, insomma ditutti gli avvenimenti che hanno a che fare con il tragico e con la violenza.

b) Il fatto narrato è diventato notizia in base al criterio della drammaticità: il lettore è piùattirato da un fatto drammatico che da uno lieto.

c) Questa posizione è stata scelta perché è la più importante: l’occhio, che procede, nellalettura, seguendo la direzione usata nella scrittura, cioè da sinistra a destra e dall’altoin basso, vi si sofferma di sicuro.

d) – OCCHIELLO: precisa, come al solito, l’argomento che sarà trattato nell’articolo e illuogo in cui è accaduto il fatto: in questo caso un incidente stradale e il centro di SanDonato

– TITOLO: enuncia l’informazione più importante contenuta nell’articolo: padre e fi-glio di due anni travolti sulle strisce pedonali

– SOMMARIO: riassume i dati più importanti dell’articolo: il padre e il figlio, investitida un’auto, sono in prognosi riservata.

– CATENACCIO: aggiunge un’ulteriore informazione importante: l’uomo è stato sca-raventato ad alcuni metri di distanza. Il passeggino si è ribaltato e il bambino ha bat-tuto la testa.

Il titolo può essere considerato emotivo: – nell’occhiello si parla di drammatico incidente stradale– nel titolo si sottolinea che i due protagonisti si trovavano sulle strisce pedonali (e dun-

que non hanno alcuna colpa dell’accaduto) – nel titolo si usa il termine travolti, più forte di investiti

e) – LEAD: da Stavano tornando a casa, a contro la morte in un letto d’ospedale.

– BLOCCO: da L’urto è stato tremendo a interventi per la sicurezza”.

– CONCLUSIONE: da Una vicina di casa alla fine dell’articolo.

f) Si, l’articolo ha una struttura “a piramide rovesciata”, perché parte dai fatti più impor-tanti per arrivare a quelli meno significativi: in questo modo se l’impaginatore ha delledifficoltà per la collocazione dell’articolo, potrà tagliare l’ultima parte senza correre ilrischio di eliminare elementi essenziali dell’informazione (in questo caso, per esempio,elimina due testimonianze che hanno la funzione di ribadire e confermare un concettogià espresso).

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 1: Il giornale

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA424

g) – WHO: Marco C., 35 anni, impiegato in una ditta di Milano; suo figlio, Lorenzo, di 2anni; un ventottenne di San Giuliano Milanese.

– WHAT: La Bmw guidata dal ventottenne è piombata su padre e figlio che stavano at-traversando la strada, travolgendoli.

– WHERE: Nella centralissima Via Gramsci, a San Donato Milanese.

– WHEN: Sabato 10 maggio 2003 attorno alle 12.30.

– WHY: Causa: la forte velocità. Conseguenze: entrambi sono in coma e stanno lottando contro la morte in unletto d’ospedale.

h) La ricostruzione del fatto è esauriente: essa è proposta in modo sommario nel lead epoi è ripresa (con l’aggiunta di particolari e di testimonianze) nel blocco.

i) Sì, sono presenti diverse testimonianze: – quella di Giuseppe Alò, titolare di un bar vicino e tra i primi ad accorrere – quella di Roberto R., 35 anni, vicino di casa– il coro degli abitanti– quella di Libera e Annamaria, commercianti– quella di Raffaele Mostarella, 65 anni– quella di Armando Cremoni, 56 anni– quella di una vicina di casa delle vittime– quella di un passante

Esse hanno la funzione di confermare la ricostruzione dei fatti effettuata dalla gior-nalista e di documentare la pericolosità della strada in cui è avvenuto l’incidente;hanno inoltre lo scopo di dare vivacità all’articolo.

l) Sono presenti alcuni commenti: – drammatico: esprime il giudizio della giornalista sull’episodio – come ogni sabato; una strada percorsa decine di volte; l’urto è stato tremendo; per

lui si è temuto subito il peggio: sono tutte osservazioni della giornalista.

m)Il lessico usato è quello della cronaca, quindi piuttosto semplice e privo di vocaboli spe-cifici; sono presenti formule fisse: drammatico incidente stradale, stanno lottando controla morte, l’urto è stato tremendo, si è temuto subito il peggio.

n) Data la natura della richiesta non è ovviamente possibile fornire un modello per la cor-rezione.

L’analisi: l’intervista

➊ a) L’intervistatore è Dacia Maraini.

b) L’intervistato è lo scrittore Alberto Moravia.

c) Tra loro c’è un rapporto amichevole: lo deduco dal fatto che l’intervistatrice dà “del tu”all’intervistato, che è un famoso scrittore.

d) L’intervista vuole illustrare (come tutte le altre raccolte nel libro della Maraini) il periododell’infanzia di alcuni personaggi famosi, per permettere al pubblico di conoscerli meglio.

LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 425

e) L’argomento principale di questo stralcio d’intervista è, come si è detto, l’infanzia e, inparticolare, la malattia dello scrittore (e le sue conseguenze).

f) È stata preparata per tempo la domanda: Qual è il ricordo più lontano che hai dellatua infanzia?

g) Tutte le altre: – Ma ogni tanto ti alzavi?: prende spunto dalla descrizione della malattia che l’intervi-

stato ha appena fatto.– E come facevi con gli studi?: è una considerazione che nasce da quanto è stato detto

nella risposta precedente.– Quindi i tuoi studi sono stati fatti in maniera molto irregolare?: come dimostra il con-

nettivo quindi, essa si riallaccia a quanto è stato appena detto.– Cioè?: chiede, evidentemente, un chiarimento su qualcosa che è stato detto nella ri-

sposta precedente.

h) Sì: lo dimostrano le ripetizioni (per esempio, quella del verbo ricordo nella prima ri-sposta e del verbo alzare nella seconda) e la sintassi spezzata (il doloroso ricordoillustrato nella terza risposta è esposto con una sintassi frantumata, quella che usa chifatica a esprimere ciò che prova).

i) Entrambi usano un lessico semplice e quotidiano, perché l’intento dell’intervista è divul-gativo.

l) L’intervista può essere considerata riuscita perché l’intervistato ha raccontato all’intervi-statrice momenti molto personali con sincerità e schiettezza.

La produzione

Data la natura dei testi richiesti, non è ovviamente possibile fornire un modello per lacorrezione.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA426

L’analisi

PRIMA LETTERA

➊ a) Il mittente è lo scrittore Cesare Pavese.

b) Il destinatario è sua sorella Maria.

c) Una lettera privata.

d) 1. è indirizzata a una parente2. ha contenuti strettamente privati3. ha un linguaggio semplice e informale

e) Lo scopo è informativo: Pavese desidera comunicare alla sorella le sue condizioni di vi-ta all’interno del carcere e chiederle alcune cortesie.

f) – LUOGO E DATA: Torino, Carceri Nuove, 18 maggio 1935– INTESTAZIONE: Cara Maria,– TESTO: non so niente… nessuno per me.– CONGEDO: Rinnovo i più sentiti auguri– FIRMA: Cesare

g) Sì:– INTRODUZIONE: non so niente di nuovo, ma continuo a star bene.– SVOLGIMENTO: Ho ricevuto gli indumenti… una pianticella sul davanzale.– CONCLUSIONE: Mi raccomando… nessuno per me.

h) L’argomento principale è costituito dalle condizioni di vita del mittente in carcere; ci so-no anche argomenti secondari (la preoccupazione per il destino dei propri studenti e leraccomandazioni ai familiari).

i) Le informazioni che si riferiscono al referente comune sono: – Non so niente di nuovo ➙ sulla propria condizione di carcerato, di cui la sorella è a

conoscenza– Ho ricevuto gli indumenti ➙ sono stati inviati dalla sorella– Il Dainotti ➙ la sorella sa che è il nome di un alunno del fratello– Sul mezzo milione di sua moglie ➙ la sorella sa che ha vinto alla lotteria

l) Data la natura della richiesta, non è ovviamente possibile fornire un modello per la cor-rezione.

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 2: Le lettere

LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 427

SECONDA LETTERA

➊ a) Il mittente è lo scrittore Cesare Pavese.

b) Il destinatario è l’editore fiorentino Enrico Bemporad.

c) Una lettera formale.

d) 1. è indirizzata a una persona con cui non si ha confidenza e a cui ci si rivolge per in-combenze di carattere lavorativo

2. è curata nella forma e rispettosa delle convenzioni.

e) Il suo scopo è informativo: Pavese desidera far conoscere il suo punto di vista all’edito-re che ha espresso alcune riserve sul suo operato di traduttore.

f) – LUOGO E DATA: Torino, 4 aprile 1931– INTESTAZIONE: Egregio signore,– TESTO: La ringrazio anzitutto… sempre a Sua disposizione.– CONGEDO: Suo devotissimo.– FIRMA: Cesare Pavese

g) Sì:– INTRODUZIONE: La ringrazio anzitutto… avuto contemporaneamente.– SVOLGIMENTO: Non Le nascondo… con la massima franchezza.– CONCLUSIONE: Comunque,… resto sempre a Sua disposizione.

h) L’argomento principale è costituito dalle modalità di traduzione di un testo.

i) e l) Dato il tipo di richiesta, non è possibile fornire un modello per la correzione.

La produzione

Data la natura dei testi richiesti, non è ovviamente possibile fornire un modello per lacorrezione.

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA428

L’analisi

➊ a) Da un diario d’autore: in questo tipo di diario uno scrittore, un poeta o un uomo di cul-tura appunta considerazioni, riflessioni, esperienze, che gli sembrano degni di esserericordati o che sono destinati a essere successivamente rielaborati.

b) Lo scopo di un diario vero e proprio è perlopiù espressivo: esso deve raccogliere i sen-timenti del suo autore, perché egli possa rielaborarli e rifletterci sopra grazie alla scrit-tura. A questo scopo si può anche unire la volontà di raccontare, descrivere e motivarei propri comportamenti.

c) Un diario di questo genere è, allo stesso tempo, annotazione di fatti privati e quadernodi lavoro.

d) La struttura di questo tipo di diario è paragonabile a una pagina di appunti.

e) Una scrittura rapida e schematica, in prosa.

f) Il lessico di questo tipo di diario è sia connotato in senso emotivo (per esempio, in que-sti passi, le parole scritte in corsivo) sia testimonianza che chi scrive ha notevole dime-stichezza con carta e penna (la scelta lessicale è precisa e chiara).

g) Le frasi sono rapide, brevi e secche: questa struttura asseconda lo stato d’animo tor-mentato di Pavese e conferma la natura del testo, che si presenta come una serie di ap-punti sintetici, essenziali e sinceri, perché non destinati alla pubblicazione.

h) Sì, perché la riflessione che esso contiene nasce dall’esperienza diretta dello scrittore,che dunque esprime ciò che prova. Anche il lessico usato è connotato in senso emotivo(la parola ricordata è scritta in corsivo per avere maggior risalto ed è usato il terminecarogne, fortemente espressivo).

i) Questi passi sono brevi riflessioni di argomento diverso, tutte caratterizzate da sintetici-tà e chiarezza espressiva. Il loro scopo è di fermare sulla carta dei pensieri che potran-no essere eventualmente approfonditi o utilizzati in altre opere.

l) Questo passo contiene una riflessione di carattere letterario. Quando un autore terminadi scrivere un’opera, cerca di sistemarne la forma e non il contenuto, perché è soloquesta la parte in cui si possono avvertire stanchezza e imprecisione: il contenuto, cheracconta la vita, è sempre adeguato.

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 3: Il diario

LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 429

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 4: Le istruzioni e le regole

L’analisi e la produzione

➊ a) Un testo regolativo, appartenente alla tipologia della scrittura d’istruzione.

b) La sua funzione è conativa, perché esso vuole insegnare a fare qualcosa: in questo ca-so, a togliere una spina o una scheggia.

c) Il testo proposto è strutturato secondo due criteri diversi: 1. per argomento (ha, infatti, un titolo preciso, che riunisce le informazioni ad esso per-

tinenti)2. con un criterio temporale (espone le azioni nella successione in cui esse devono esse-

re eseguite)

d) No, perché le azioni da eseguire sono molto semplici.

e) I verbi che illustrano le azioni da eseguire sono tutti alla seconda persona plurale; c’èun’unica eccezione (la costruzione impersonale è meglio lasciarla stare), perché in que-sto caso l’istruzione si trasforma in un consiglio.

f) Sono entrambi chiari e semplici, perché l’intento principale di un testo regolativo è di-vulgativo: il lessico, pertanto, è quotidiano e la sintassi è caratterizzata da proposizionidalla struttura semplice, coordinate le une alle altre.

g) Il se ipotizza le tre situazioni che si possono verificare:1. l’estremità della scheggia sporge2. l’estremità della scheggia non sporge3. la scheggia si è conficcata verticalmente

I poi scandiscono le operazioni nell’ordine temporale in cui esse devono essere eseguite.

h) Nel testo non sono presenti termini tecnici perché, data la natura del messaggio, lamamma deve essere messa in condizione di sapere subito cosa fare per poter aiutare ilsuo bambino.

➋ Un esempio di riscrittura schematica e sintetica potrebbe essere impostato così:

SPINE E SCHEGGE

Estremità della scheggia sporgente1. sterilizzare sulla fiamma un paio di pinzette2. estrarre la scheggia delicatamente3. lavare accuratamente la zona con acqua e sapone

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA430

Scheggia visibile ma non sporgente1. sterilizzare sulla fiamma un ago 2. farlo raffreddare senza toccarne la punta3. lacerare con delicatezza la pelle lungo la linea della scheggia partendo dal punto

in cui essa è penetrata4. sollevare delicatamente l’estremità della scheggia con l’ago5. estrarla con la pinzetta6. lavare accuratamente la zona con acqua e sapone

Scheggia conficcata verticalmente (senza dolore)1. non fare nulla (uscirà da sola con il tempo)

Questo, naturalmente, è solo un esempio: ogni insegnante deciderà come valutare lediverse soluzioni che saranno presentate dagli alunni.

LA SCRITTURA DI COMUNICAZIONE PRATICA E SOCIALE • MODULO 3 431

SOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALESOLUZIONI DELLE PROVE DI VERIFICA FINALEU.D. 5: La critica d’arte e musicale

L’analisi

➊ a) La critica ha il compito di indagare per cercare di comprendere, illustrare, attribuire unsignificato o formulare un giudizio su ciò che l’uomo produce o sui suoi comportamenti:in questo caso, in particolare, si illustrano e si formula un giudizio su delle opere d’artee si illustra l’attività di un musicista.

b) No, perché i risultati dell’attività critica si trovano perlopiù sui giornali; essi possono es-sere raccolti in un volume se riguardano un argomento particolarmente ampio o signifi-cativo.

c) Nei testi critici prevale la funzione informativa: in questo caso l’intento informativo èparticolarmente evidente, visto che la pagina di giornale si propone, come evidenzia ilsuo titolo, di fornire utili consigli per il piacere di uscire.

d) L’attività critica si muove, di solito, in quattro diverse direzioni: la spiegazione di un te-sto, la ricerca delle sue origini, il raffronto con il contesto, l’accoglienza da parte deidestinatari.

e) Si: l’intento esplicativo (si illustrano le opere di Chen Zen e l’attività di Ruggeri) e il raf-fronto con il contesto (le opere di Warhol sono inserite nel contesto della produzione inserie degli anni Cinquanta e Sessanta).

f) Perché essa ha una natura interpretativa che implica di necessità una forte componentedi soggettività.

g) Sì: di questi tempi una vera boccata d’ossigeno, che esprime il parere del critico sullasituazione dei suoi giorni; Warhol non finisce mai di stupire e Enrico Ruggeri sale sulpalco con la stessa voglia e la stessa energia di un tempo che esprimono delle conside-razioni dei giornalisti che hanno scritto gli articoli.

h) I principali parametri di analisi e di giudizio per un’opera d’arte (in questo caso scultu-ra – Chen Zen – e pittura – Warhol –) sono: – originalità– volume– materiale– luce– segno – colore

DD • TESTI DELLA COMUNICAZIONE – LABORATORIO DI SCRITTURA432

i) Sì: per quanto riguarda le sculture di Chen Zen, si illustrano i materiali con cui sonostate realizzate; il colore, anche se citato in modo generico, è indicato come una delleprincipali caratteristiche delle pitture di Warhol (e l’illustrazione del viso di MarylinMonroe ne è una chiara conferma).

l) I principali parametri di analisi e di giudizio per un brano musicale sono: – melodia– ritmo– armonia– timbro– parole

m)Si citano le atmosfere francesi di Rien ne va plus e quelle balcaniche e folk di Primaveraa Sarajevo.

n) Deve essere originale, fondato, profondo, coerente e coeso.

o) Sì, anche se il chiaro intento divulgativo limita la profondità.

p) Per quanto concerne il lessico, si trovano vocaboli quotidiani accanto a termini tecnici;la sintassi è lineare e semplice.

q) Sì: il lessico presenta termini tecnici (installazioni, gigantografie, Pop Art, tour, album li-ve, rock, folk…) accanto a quelli quotidiani e la sintassi è lineare e semplice.

La produzione

Data la natura del testo richiesto non è ovviamente possibile fornire un modello per la cor-rezione.