Anna Rossi 05 06
-
Upload
giuseppe-dattola -
Category
Documents
-
view
223 -
download
1
description
Transcript of Anna Rossi 05 06
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 1/68
Istituto MEME s.r.l. di Modena
associato a
Université Européenne
Jean Monnet A.I.S.B.L. Bruxelles
“La musica come stimolo per la memoria”
Musicoterapia con anziani e malati d’Alzheimer
Scuola di Specializzazione: Musicoterapia
Relatore: Dott. Roberta Frison
Contesto di Project Work: Casa protetta
Tesista specializzando: Anna Rossi
Anno di corso: Primo
Modena, 17/06/2006
Anno accademico 2005-2006
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 2/68
i
INDICE
1 Introduzione ………………………………………..…… pg. 1
2 Cenni sull’anziano ……….……………...…………….. pg. 5
2.1 L’invecchiamento dell’uomo ……………...……… pg. 7
2.2 Musicoterapia con anziani e malati di Alzheimer ……... pg. 10
2.3
La musicoterapia umanistica per persone anziane e
malati di demenza d’Alzheimer …………………….. pg. 14
2.4 Convibrare con l’anziano e il malato di Alzheimer …….. pg. 16
2.5 Il dialogo sonoro …………………………………….. pg. 17
3 Metodologia …………………………………………….. pg. 19
3.1 Struttura incontri …………………………………….. pg. 20
3.2 Linee di intervento e presupposti metodologici ……... pg. 21
3.3 Attività musicali ………….………………...………. pg. 22
3.4 Strumenti di lavoro ………………………….….. pg. 22
3.5 Lavoro di gruppo ……………………………... pg. 23
3.6 Frequenza degli incontri ……………………………... pg. 23
3.7 Luoghi e setting ……………………………………... pg. 24
3.8 Collaborazione con l’equipe multiprofessionale ……… pg. 243.9 Collaborazione con le famiglie …................................ pg. 24
4 Il trattamento della malattia di Alzheimer secondo R.O. Benenzon pg. 26
4.1 Metodo terapeutico ………………………........... pg. 28
5 Project work ….................................................………….. pg. 32
5.1 Contesto generale del lavoro ..............................…. pg. 32
5.2 Luoghi della terapia ……………………………... pg. 32
5.3 Lo strumentario ……..………………………………. pg. 34
5.4 Scelta dei pazienti all’interno della struttura ……… pg. 34
5.5 Nascita del metodo terapeutico da me utilizzato …….... pg. 39
5.6 Descrizione generale dei quattro ospiti osservati …….... pg. 41
5.7 Attività proposte al gruppo di anziani …………….... pg. 45
6 Risultati della mia esperienza …………………………...…. pg. 58
6.1 Conclusioni della mia osservazione …………….... pg. 61
6.2 Conclusioni generali ……….……………………... pg. 62
7 Bibliografia …………………………………………….... pg. 66
8 Sitografia …………………………………………….... pg. 66
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 3/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
1
1 INTRODUZIONE
Il seguente project-work tratta l’esperienza di tirocinio di
musicoterapia svolta all’interno di una casa protetta per anziani in
provincia di Reggio Emilia.
Ho iniziato questa attività non avendo molte basi teoriche, solo la
lettura di alcuni libri quali:- “Musicoterapia con il malato di Alzheimer” (esperienze,
tecniche, riflessioni) P.A.M. (Progetto Anziani Musicoterapia);
- “Setting arteterapeutici e clinica sociale” (interventi in ambito
comunitario residenziale geriatrico e psichiatrico) di Giovanni
Lauro Sacchetti;
- “Musicoterapia e malattia di Alzheimer” (proposte applicative e
ipotesi di ricerca) a cura di Alfredo Raglio, Gerardo Manarolo e
Daniele Villani.
L’unica cosa che conoscevo bene erano gli anziani della Casa
Protetta situata in un piccolo comune di Reggio Emilia questo perché
vi lavoro come Operatore Socio Assistenziale.
All’interno di questa struttura non vi era la figura del
musicoterapeuta, ma a volte, durante le feste a tema o di compleanno,
improvvisavo con il mio flauto alcune melodie popolari.
Durante queste occasioni ho notato reazioni inaspettate da parte
degli ospiti come per esempio il pianto di un paziente, in uno stadio
terminale di demenza senile di tipo Alzheimer, dopo il canto del brano
“Romagna Mia”.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 4/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
2
Così ho deciso di approfondire queste piccole esperienze con un
progetto di sei mesi circa, che ho iniziato a gennaio e terminato a
giugno.
Durante questi incontri, che svolgevo in modo rituale il giovedì
pomeriggio dalle 15.00 alle 16.00, non ho semplicemente intonato
melodie popolari da far cantare, pensando che a lungo andare questo
avrebbe riscosso poco interesse. Così ho inserito altre attività come la
costruzione di strumenti musicali con materiali di recupero, la
conversazione, il ricordo e il racconto di esperienze passate, la
conoscenza di forme e suoni di strumenti musicali classici.Ad un gruppo di anziani ho insegnato un canto a due voci non
conosciuto da nessuno degli ospiti dove come obiettivi mi ero posta la
memorizzazione del testo seguita dal battito delle mani, in modo da
avere un ritmo comune e poter meglio eseguire la polifonia.
Questa attività potevo svolgerla con persone mentalmente lucide o
quasi.All’interno dei libri che ho letto vi sono anche esperienze svolte con
persone affette da demenze come la demenza di Alzheimer, che come
sappiamo dalla letteratura esistente, è una malattia senile cagionata da
una grave degenerazione dei neuroni cerebrali.
Le persone colpite da questa malattia sin dall’inizio presentano una
progressiva e sempre più grave compromissione del linguaggio ed
infine una completa perdita della memoria e delle capacità
intellettuali.
Altri sintomi tipici sono da una parte la diminuzione dell’emotività
e dell’iniziativa, dall’altra un incremento dell’ostinazione, che spesso
giunge alla sospettosità e ad atteggiamenti paranoidi e aggressivi.1
1 Giovanni Gelmini, “Geriatria per operatori socio sanitari”, (Il sistema nervoso aspettineurologici), Carrocci Faber, pg. 174.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 5/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
3
Abbastanza spesso è presente anche una componente di ansia e
depressione.
L’obiettivo che mi ero posta con queste persone era il ridurre
l’aggressività, rivitalizzare l’umore stimolare la memoria e lo stare
con gli altri.
Questa non è una cosa semplice perché non si possono fare richieste
specifiche al paziente visto che spesso le rifiuta. Sia pur con difficoltà
questi pazienti vanno conquistati dolcemente e dolcemente guidati a
sperimentare piacere e gratificazione.
L’uso della musicoterapia costituisce una via privilegiata perstimolare le parti sane del cervello e riorientarlo alla vita.
Elementi importanti che ho riscontrato durante le varie sedute con
queste persone sono la capacità di ascolto, l’uso del suono, della voce
e del movimento. Altre parti fondamentali sono il gesto il segnale
espressivo mimico; questi sono i punti su cui ho impostato il mio
lavoro in modo da poter aprire un canale di comunicazione.All’interno di questa tesi ho raccolto, con l’aiuto degli ospiti di
“Villa Ilva”, alcuni testi di brani popolari anche se il ricordo del testo,
da parte degli anziani, è stato un po’ frammentario.
L’inizio di questa attività non è stato così semplice ed immediato, le
difficoltà sono state molte come per esempio l’inserimento degli ospiti
all’interno di un gruppo di cui non conoscevano nulla; cantare ed
esprimere le proprie emozioni a persone che si vivevano nello stesso
stabile, ma erano praticamente sconosciute.
Piano piano questi problemi sono scomparsi, anzi, in un secondo
tempo, erano proprio gli ospiti a chiedermi quando si sarebbe svolta
l’attività di musica.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 6/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
4
Molto spesso, nei giorni trascorsi tra un incontro e l’altro, gli
anziani pensavano a testi di canzoni da proporre nella“seduta”
successiva.
Frasi come:
“Questa musica mi fa’ tornare a dodici anni!”;
”Queste canzoni sono belle, ci riportano alla gioventù…
sembra che possiamo rigustare quell’epoca…”;
“Riascoltare qualcosa che piaceva, sembra si senta un brivido!”;
“È come rivivere cose già viste”.
Queste esclamazioni mi hanno portato a pensare che gli anziani
sono consapevoli degli effetti benefici del far musica insieme e del
potere della musica di “trasformarli” e di ridare loro nuova vita.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 7/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
5
2 CENNI SULL’ANZIANO
Negli ultimi anni il termine anziano è stato messo in discussione,
perché non si sa definire con precisione l’età che lo rappresenta, anzi,
c’è chi pensa che non esista.
L’anziano però, a causa dell’età e dell’attuale organizzazione si
trova inserito in un duplice processo di degradazione vitale: quellodell’invecchiamento biologico e quello dell’emarginazione sociale.
Entrambi i processi comportano una graduale “perdita
dell’autonomia personale” e la progressiva dipendenza dal contesto
familiare, sociale e assistenziale.
L’uomo aveva di sé un’immagine fortemente positiva, quando stava
bene in salute, con un ruolo di rilievo nel contesto dell’attività
produttiva, con una posizione socialmente ed economicamente
autonoma.
Ora l’essere anziano comporta il ridimensionamento del ruolo e
dell’immagine positiva precedente, trasformandosi in immagine
negativa.
L’anziano si sente in posizione di disagio senza alcun ruolo attivo e
senza responsabilità.
Il mondo del lavoro porta, automaticamente, ad escludere l’anziano
dall’area vitale della società, facilitando, nello stesso anziano, il
processo d’autoesclusione.
Tale processo favorito anche dal tipo di trasformazione sociale che
ha subito il “sistema-famiglia”.
Questo processo punta al radicamento della famiglia mononucleare,
comportando uno stato di solitudine reale, vissuta a volte come
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 8/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
6
abbandono, oltre che avere come conseguenza, la perdita del
riconoscimento di un ruolo significativo per il soggetto anziano
all’interno dello stesso nucleo familiare.
L’anziano sente il bisogno fondamentale di relazione anche se in lui
si accentuano alcune caratteristiche personali, per esempio la rigidità
nel rapportarsi con gli altri, l’eccessiva e, talvolta, sospettosa
prudenza, il porsi sempre davanti a tutto e tutti con spirito critico.
L’anziano ripete spesso: “Ai miei tempi” e brontola, si lamenta di
qualunque cosa diventando noioso e insopportabile.
Anche la televisione e la radio sembrano contro di lui, perché imessaggi pubblicitari incoraggiano i giovani al “produttivismo” e al
“consumismo”, quindi l’anziano si sente escluso, viene
completamente dimenticato il contributo che quest’uomo ha dato alla
società e che comunque, data la sua età, è pur sempre migliore di altri,
poiché ha acquisito una maggiore esperienza.
Oggi, invece, l’atteggiamento predominante della società neiriguardi della popolazione anziana, è orientata verso una concezione
passiva dei medesimi e quindi è andata poco sviluppandosi la
solidarietà, non tanto come interventi assistenziali, ma come capacità
di comunicazione nel far sentire l’anziano ancora elemento importante
della comunità.
Spesso i bisogni reali dell’anziano sono diversi da quelli percepiti
dalla società e dalle istituzioni: l’anziano è un soggetto di diritto in
quanto è persona umana e cittadino. Questo diritto è però ostacolato
da condizioni di malattia, anzianità e povertà.
Questa condizione non deve impedire al soggetto anziano
l’esercizio di diritti.
I servizi e l’anziano sono posti così sullo stesso piano, poiché
l’esercizio dei diritti è un problema comune a tutte le società.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 9/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
7
L’anziano deve essere protagonista nelle sue scelte e occorre
coinvolgerlo nelle attività, anche quando non partono dalla sua
iniziativa.
La strategia per consentire l’esercizio dei diritti agli anziani, non
può limitarsi a prevedere delle strutture totalizzanti che rispondono ai
bisogni ma minacciano i diritti; l’amministrazione dovrebbe invece
realizzare servizi che oltre a soddisfare bisogni consentano programmi
personalizzati e flessibili per la prevenzione, il recupero, il
mantenimento e la sua socializzazione.
A mio parere, si dovrebbero proporre all’anziano itinerari e programmi riabilitativi in cui egli si senta partecipe e responsabile, in
quanto è il vero protagonista.
2.1 L’INVECCHIAMENTO DELL’UOMO
L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno planetario cheinteressa non solo i paesi economicamente avanzati ma anche quelli in
via di sviluppo per cui, in tutto il pianeta, si vive e si vivrà sempre più
a lungo.
Il “fenomeno anziani”, che nell’Occidente si è proposto sul piano
demografico in maniera quasi improvvisa, ha imposto un adattamento
sociale, come sempre più lento e difficoltoso nel definirsi. Essotuttavia va visto e giudicato in maniera positiva, in quanto risponde ad
una delle massime aspirazioni dell’uomo: quella di campare il più a
lungo possibile e di poter vedere le generazioni successive che
crescono e prolificano, di poter conoscere i figli dei figli e, magari,
anche i nipoti dei figli.
L’aumento della vita media è praticamente frutto delle nuove
condizioni igienico-sanitarie sviluppatesi soprattutto a partire dalla
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 10/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
8
seconda guerra mondiale, quali l’introduzione delle vaccinazioni,
l’utilizzo degli antibiotici nella cura delle malattie infettive batteriche,
l’eliminazione delle carenze alimentari, il miglioramento delle
condizioni igieniche dell’ambiente di vita e di lavoro, lo sviluppo di
un certo benessere economico e la possibilità di cura per situazioni
cliniche precedentemente incurabili.
Nel 1998 le strutture per anziani, secondo i dati del Ministero degli
Interni presentati in occasione della “Relazione Biennale al
parlamento sulla condizione dell’anziano 1998-99” organizzata dal
Ministero degli Affari Sociali sono risultate 4383 con un totale dicirca 212624 posti letto a fronte di oltre 1800000 disabili.
Esse sono concentrate soprattutto nel Nord-Ovest e al Nord-Est;
meno serviti il Centro e il Sud nonché le Isole.
Le principali figure professionali coinvolte nell’erogazione dei
servizi per gli anziani sono:
- medico di famiglia- geriatra
- infermiera professionale
- operatore socio-sanitario
- tecnico della riabilitazione
- assistente sociale
- psicologo
- fisiatra
- animatore educatore
Quest’ultima figura svolge un ruolo importantissimo nel rendere la
vita dell’anziano, all’interno delle strutture, piena d’interessi e attiva.
È sua competenza saper riempire la giornata dell’ospite nei
momenti liberi mediante varie iniziative possibilmente “interattive” le
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 11/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
9
quali per altro devono essere differenziate in rapporto agli interessi e
alle peculiarità motorie e funzionali del soggetto. Ovviamente la sua
attività si deve integrare nel piano assistenziale individualizzato e
pertanto finalizzarsi agli obiettivi riabilitativi psico-fisici previsti2.
Questo concetto riprende quello del musicoterapeuta perché le
finalità sono le medesime, infatti, la parola musicoterapia ha al suo
interno due concetti da un lato Musica e dall’altro il Curare.
Si tratta quindi di una disciplina specialistica (da carattere
preventivo e terapeutico-riabilitativo) che utilizza l’espressione
musicale in quanto forma di comunicazione non verbale comestrumento per intervenire sulla sofferenza e il disagio. “La
musicoterapia è l’uso della musica per la realizzazione di fini
terapeutici: il ristabilimento, il mantenimento e il miglioramento della
salute fisica e mentale”3.
La musica viene proposta come mezzo per la stimolazione e lo
sviluppo di funzioni quali l’affettività, la motricità, il linguaggio,ecc…
Elemento importante all’interno della definizione della
musicoterapia: la centralità del rapporto che si stabilisce tra paziente e
musicoterapeuta, dove il linguaggio per comunicare è quello dei
suoni. La situazione terapeutica si avvale perciò di una comunicazione
agita prevalentemente attraverso il linguaggio non verbale della
musica dove per “musica” s’intende l’intero mondo del suono e cioè:
musica propriamente detta, suono/ritmo, suono/movimento, vocalità.
2 Giovanni Gelmini “Geriatria per operatori socio sanitari”, (L’invecchiamento tranormalità e patologia 1.2), Carrocci Faber, pg. 17-18. 3 Associazione nazionale per la Musicoterapia-NAMT.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 12/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
10
I principi base della pratica musicoterapica sono:
- il lavoro è centrato sulle “parti sane” della persona e sulla
valorizzazione di tutte le sue potenzialità residue (il
paziente è parte attiva della terapia);
- la centralità del rapporto di fiducia e l’accettazione
incondizionata a rispetto al paziente;
- l’adattamento e la personalizzazione della tecnica volta
per volta;
- l’accoglimento delle proposte della persona che vengano
anche ampliate ed arricchite in uno scambio reciproco tra paziente e musicoterapeuta4.
2.2 MUSICOTERAPIA CON ANZIANI E MALATI DI
ALZHEIMER
La letteratura internazionale e le ricerche sull’uso della musica
come coadiuvante nella terapia della Malattia di Alzheimer rilevano
come le due funzioni che sembrano essere maggiormente interessate
dalla stimolazione musicale sono:
1) l’umore: che può stimolare la percezione di benessere nei
malati e agire anche sul mantenimento delle loro capacitàcognitive, oltre che sulle condizioni fisiche generali;
2) Il rinforzo dei moduli cerebrali connessi con la memoria: la
musica sembra essere un canale privilegiato nel tenere viva la
plasticità cerebrale e quindi le funzioni cognitive.
4 www.pamonline.it/musicoterpia.htm
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 13/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
11
La musicoterapia si presenta, quindi, come un mezzo privilegiato
che consente il recupero di alcune delle molte perdite causate dalle
demenza di Alzheimer: essa, inoltre, offre al malato la possibilità di
utilizzare alcune delle poche facoltà rimaste abbastanza conservate,
favorisce le reazioni comportamentali (sorriso, movimenti corporei)
rafforza l’attenzione e la prontezza, favorisce importanti cambiamenti
nella qualità della vita (rafforzamento della fiducia in sé, voglia di
vivere, vitalità, socializzazione), facilita l’interazione e lo sviluppo di
contatti sociali, consente l’espressione dei sentimenti, un maggior
coinvolgimento con l’ambiente circostante e consapevolezza. Lamusica dà alla persona malata la possibilità di esprimere e percepire le
proprie emozioni e sensazioni emotive, di manifestare e comunicare il
proprio pensiero sentimento o stato d’animo attraverso il linguaggio
non verbale. La musicoterapia, inoltre, può migliorare le prestazioni
della memoria della persona malata per quanto riguarda il materiale
cantato rispetto a quello parlato: persone che non sono più capaci di parlare coerentemente, sono in grado di cantare abbastanza
correttamente le strofe di canzoni conosciute. Scopo centrale della
musicoterapia è aprire i canali di comunicazione che permettono
all’individuo di accedere alle proprie risorse nascoste e favorire una
migliore sintonia con l’ambiente ed una soddisfacente realizzazione
personale.
La demenza di Alzheimer è una malattia che oggi riveste una
grande rilevanza sociale, a causa del progressivo invecchiamento della
popolazione. Si calcola che essa sia responsabile di oltre la metà dei
casi di demenza senile, che, come è noto, riguarda un numero molto
alto di soggetti anziani (circa un 10% della popolazione sopra i 65
anni e un 30% della popolazione sopra gli 80).
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 14/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
12
Le persone colpite dall’Alzheimer sin dall’inizio presentano una
perdita della memoria a breve termine e dell’orientamento.
Successivamente si nota una progressiva perdita e sempre più grave
compromissione del linguaggio ed infine una perdita completa della
memoria e delle capacità intellettuali. Altri sintomi tipici sono da una
parte la diminuzione dell’emotività e dell’iniziativa (apatia) e
dall’altra un incremento dell’ostinazione, che spesso giunge alla
sospettosità e ad atteggiamenti paranoidi e aggressivi.
Abbastanza spesso è presente una componente di ansia e
depressione.Già da questi pochi tratti incompleti, bene si comprende quanto è
difficile e gravoso convivere e prendersi cura di un famigliare colpito
da questa malattia.
Trattandosi di malattia ancora oggi pressoché inguaribile, ciò che si
può fare, oltre ad un corretto utilizzo dei farmaci diretti a contrastare
alcuni aspetti di un quadro clinico destinato ad un inevitabile peggioramento è ricorrere a pratiche riabilitative terapeutiche che
coinvolgano il paziente, lo stimolino in modo adeguato, cercando di
mantenere e ravvivare il suo interesse con il mondo esterno e con gli
altri.
In tal modo si può rivitalizzare l’umore, ridurre l’aggressività,
stimolare la memoria. In altri termini si tratta di far leva, sulla parte
sana, sull’energia vitale ancora presente, sul desiderio di vivere
anziché morire. Si tratta di un lavoro molto delicato, in quanto al
paziente non si possono fare richieste specifiche, che egli non in grado
di eseguire o che rifiuta.
Sia pure con difficoltà, questi pazienti vanno conquistati
dolcemente e dolcemente guidati a sperimentare piacere e
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 15/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
13
gratificazione, in modo che volontariamente abbandonino la spirale di
chiusura autodistruttiva in cui tendono a precipitare.
Tra le pratiche riabilitative e terapeutiche utilizzabili la
musicoterapia sembra rivelarsi l’unica via per contattare il “cuore” dei
malati di Alzheimer.
Già dal suo primo apparire come disciplina scientifica, nel
dopoguerra negli Stati Uniti, è stata utilizzata con buoni risultati nel
lavoro con gli anziani.
Le ragioni sono molteplici; in primo luogo certe abilità musicali
appaiono riservate, nonostante il deterioramento cognitivo dovuto allamalattia: quindi il mezzo sonoro musicale costituisce una via
privilegiata per stimolare le parti sane del cervello di questi pazienti,
coinvolgerli in attività gratificanti, riorientarli alla vita.
In secondo luogo, la formazione del musicoterapeuta lo rende
particolarmente preparato per creare un ponte tra il loro e nostro
mondo.Due tra le attitudini e capacità sviluppate dal musicoterapeuta si
rivelano fondamentali in questo delicato lavoro: la capacità di ascolto
e la flessibilità creativa.
La capacità di ascolto è una dote essenziale di qualunque vero
musicista. Il musicoterapeuta estende questa abilità ad ogni aspetto
dell’espressione umana: non solo il suono e la voce, ma il movimento,
il respiro, il gesto, il segnale espressivo mimico di cui egli sa cogliere
gli aspetti primitivi e fondamentali ai fini della comunicazione: quelli
ritmici ed energetici.
Egli sa sintonizzarsi con l’altro traducendo questi segnali i suoni
che combaciano in questi aspetti e per tanto costituiscono un modo
non invasivo e pienamente rispettoso di mettersi in contatto.
Un contatto che non fa richieste ma offre solo opportunità.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 16/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
14
La musica è per altro capace di coinvolgere non solo chi vi
partecipa attivamente, ma anche coloro i quali si limitano a seguire
l’esecuzione. È in grado di catturare e fermare l’attenzione dei malati,
riesce a farsi non solo percepire per quello che è ma a farsi seguire in
maniera ordinaria dalla loro mente dove regna l’anarchia del pensiero.
È lo stato d’animo in cui l’intera esperienza musicale si svolge, è uno
stato d’animo di gioia, buonumore, tranquillità e generale benessere
ed è in grado di alleviare molti dei problemi del comportamento tipici
della malattia di Alzheimer, come per esempio il “wandering” e gli
stati allucinatori5
.
2.3 LA MUSICOTERAPIA UMANISTICA PER
PERSONE ANZIANE E MALATI DI DEMENZA
D’ALZHEIMER
L’intervento di musicoterapia umanistica prende le mosse del
riconoscimento dell’unicità di ogni persona umana del valore della
significatività che ogni vita rappresenta, anche quella vicina all’età
della morte e quella colpita da malattie devastanti come l’Alzheimer.
Mettere al centro del lavoro di musicoterapia le persone anziane o
affette da demenza, intesa nella sua globalità di corpo – mente - anima
significa che:
- va considerata come un individuo senza uguali, un essere unico,
irripetibile, non totalmente definibile (Mashow);
- ogni essere umano è prezioso indipendente dal suo grado di
disorientamento (Feigl)6;
5 www.pamonline.it/musicoterapia.htm 6 Herbert Feigl, ”Studies in philosophy of science”.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 17/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
15
- esiste una causa dietro il comportamento delle persone molto
anziane e disorientate (Feigl);
- occorre dare senso ai comportamenti insensati alle stereotipie, che
vanno considerate come tattiche di sopravvivenza: l’arte di vivere è
fondata su un’innata sapienza del corpo ed è governata dal
principio del piacere, che assume compiutezza umana nel
compiacimento e, nell’agire, porta all’accomodamento (Erickson)7;
- vanno utilizzate le potenzialità della persona e vanno considerati i
suoi sintomi non solo come il segnale di una sofferenza o come
manifestazione di patologie, ma come risultato di risorse bloccate eanche come strategie di comunicazione, come un mezzo di
comunicazione e un messaggio dell’inconscio (Erickson).
Nessuna teoria, neanche la migliore, può pregiudicare il destino
dell’uomo. Questa affermazione rimette al centro dell’indagine e del
fare terapeutico la persona, mentre la teoria diventa solo una “mappa” per conoscere meglio l’oggetto della conoscenza.
L’importante è capire che la “mappa” non è il “territorio”.
Diceva K. G. Jung:
“ Il terapeuta deve ricordarsi che il paziente è lì per essere trattato e
non per verificare una teoria”.
La cosa importante non è l’invecchiamento ma l’uomo che è
vecchio. La cosa importante non è la malattia ma l’uomo che ha la
malattia. In questa prospettiva la scelta di un metodo non dipende dal
suo valore intrinseco, ma dalla sua efficacia nei confronti di un dato
individuo in dato momento.
7 Erik Erickson, “Childhood and society”.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 18/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
16
Il modello di musicoterapia umanistica si basa sulla relazione,
sull’ascolto empatico, sull’accettazione incondizionata dell’altro per
com’è nel momento presente e sull’utilizzo del suono e della musica
come mezzo per scoprire e sviluppare i potenziali, le risorse della
persona.
La cosa importante per me non è arrivare all’esecuzione perfetta di
un brano ma lo stare insieme, ridere, scherzare insomma divertirsi.
Si parte dal presupposto che ogni persona abbia in sé tute le risorse
necessarie per adattarsi all’ambiente.
C’è una sostanziale fiducia nella persona che ha dentro di sé le potenzialità per superare le difficoltà nelle quali si trova e di venirne
fuori.
Ciò è possibile quando “l’agire del musicoterapeuta attua l’ascolto
empatico” per cercare di scoprire come l’altro viva la realtà, cercando
il senso del suo modo di essere, di comportarsi andando a ricercare
non ciò che manca, ma quello che c’è. Suo compito è di suonare“dialogando” con le persone di cui si prende cura8.
2.4 CONVIBRARE CON L’ANZIANO E IL MALATO
D’ALZHEIMER
La persona anziana ricoverata vive dentro di sé una sorta di
“frammentazione del sé” con sofferenza, sensazioni di perdita,
disorganizzazione e depressione.
Anche la persona demente vive dentro di sé una situazione di
“disintegrazione” e di “frammentarietà” che la porta ad una fragilità
8 www.musicoterapia.it/art-101html
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 19/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
17
nella vita affettiva e sociale e ad un’instabilità piena di ansia, di
angoscia.
In termini musicali l’invecchiamento associato al ricovero e la
malattia di Alzheimer rappresentano la rottura di un ordine, la rottura
di un’armonicità della persona. Attraverso la musicoterapia ci si può
relazionare con la persona e riuscire a ritrovare l’ordine che sembra
perduto. Non si tratta di intervenire per o su una patologia; ci si
relaziona con la persona. Tutto accade nella reciprocità, nella
relazione, nel rispetto.
L’essere umano è il primo strumento musicale. “È l’uomo corpovibrante di onde che non sono mai soltanto sonore, bensì sonoro –
tonico - comunicativo – emotive” (Giulia Cremaschi).
Possiamo supporre una convibrazione con qualcosa di profondo
come schemi motori, o di pensiero, emozioni e memorie. La risonanza
propone alla persona anziana e demente il mondo di emozioni
impresso nella sua memoria che in quel momento sta riaffiorando. Larisonanza coinvolge e compenetra9.
2.5 IL DIALOGO SONORO
La musica è usata per influenzare direttamente il corpo, i sensi, isentimenti, i pensieri o i comportamenti del paziente anziano demente
quindi il terapeuta “diventa una guida, colui che facilita, un ponte che
porta il paziente in contato terapeutico con la musica” (K. Bruscia).
Il modello musicoterapeutico principale, integrato da altre tecniche, è
quello del “dialogo sonoro” (Mauro Scardovelli). Esso è un particolare
9 www.musicoterapia.it/art-101html
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 20/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
18
tipo di interazione in cui vengono amplificati ed evidenziati attraverso
il linguaggio sonoro certi aspetti della comunicazione:
- sintonizzazione sul piano temporale – ritmico –
energetico;
- precisione nei tempi di risposta;
- equilibrio fra familiarità e novità nella variazione;
- creatività nella produzione di nuovi messaggi.
Tre sono i momenti fondamentali del dialogo sonoro:
- matching il ricalco, combaciamento o sintonizzazione dialcuni aspetti della fisiologia (respirazione, tono
posturale, gestualità) e del tono emotivo della persona;
- pacing: letteralmente andare al passo con la persona
assecondarla;
- leading: guidare o condurre la persona in una nuova
direzione10
.
10 www.musicoterapia.it/art-101html
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 21/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
19
3 METODOLOGIA
a) L’approccio metodologico si basa su un’accoglienza calda e
incondizionata, un’atmosfera disinvolta, centrata sull’ironia, la gioia e
il buon umore.
b) A questo scopo la seduta non è mai rigidamente strutturata ma
fluisce liberamente momento dopo momento e permette al processo
terapeutico di svolgersi fenomenologicamente.
c) Il lavoro è centrato sulle parti sane valorizzando tutte le
potenzialità fisiche e intellettive residue: si parte da ciò che alla
persone piace fare e da ciò che sanno, puntando a mete accessibili
nelle quali possa sperimentare una riuscita gratificante.
d) Vanno utilizzate tutte le potenzialità del linguaggio musicale:
canto, ascolto, movimento, suono degli strumenti e danza
coinvolgendo tutti i sensi, le fantasie, le funzioni cognitive e
l’emotività.
e) Attivare la curiosità l’interesse la motivazione attraverso
situazioni significative attraenti per gli anziani.
f) Adattare e personalizzare la tecnica in base ai bisogni delle
persone.
Tutto ciò che avviene all’interno dell’incontro a livello musicale o
relazionale è valorizzato come elemento di un processo. Viene
favorito il contatto corporeo: il musicoterapeuta sfiora e tocca le
persone, le fa’ sedere molto vicine e lui stesso si avvicina molto alla
soglia della riservatezza; inoltre viene favorito il contatto con lo
strumento musicale.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 22/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
20
3.1 STRUTTURA DEGLI INCONTRI
Ogni incontro è concepito con un tempo ed uno spazio sonoro –
musicale e relazionale nel quale, una volta fissate le coordinate di base
(rappresentate dalle attività musicali) accadono degli eventi, si fanno
degli incontri, si creano relazioni, si mettono in movimento energie.
L’incontro, quindi, è una struttura dinamica che ha un inizio, uno
svolgersi ed una fine; in esso l’elemento ritmo rappresenta il momento
dove circolano energie, dove il corpo si muove producendo emozioni.
In termini musicali, il percorso nelle sue grandi linee prevede un
passare dalla melodia al ritmo attraverso brani musicali caratterizzati
da pulsazioni lente per arrivare gradualmente a brani ritmati con un
aumento della velocità e concludere con un ritmo a tempi lenti.
In termini di movimento ciò significa passare dallo stare fermi al
muoversi sempre di più, coinvolgendo progressivamente tutte le parti
del corpo, mettendosi in gioco ed appropriandosi della musica con ilmovimento del corpo intero, da seduti allo stare in piedi.
In termini spaziali si passa da un uso limitato ad un uso ampio dello
spazio.
In termini di energia emotiva si passa da un coinvolgimento
emotivo affettivo contenuto ad un coinvolgimento intenso per tornare
ad un coinvolgimento misurato.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 23/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
21
3.2 LINEE DI INTERVENTO E PRESUPPOSTI
METODOLOGICI
a) Cercare di ricreare il clima delle “veglie” serali del passato,
quando attorno ad un focolare si andava a veglia presso una famiglia
di amici o parenti e ci si intratteneva con racconti, canti e balli,
ripristinando in qualche modo l’atmosfera del contesto/ambiente
famigliare e sociale in cui i canti furono appresi, fruiti, o sperimentati,
si poteva consentire alla persona anziana e disorientata di ritrovare una
modalità di intrattenimento più consona alla sua storia e ai suoi
bisogni e rendere più facilitante il richiamo, il ricordo o il
riapprendimento delle pratiche musicali come canto o ballo.
b) offrire un menù vario di attività musicali in modo da assecondare
e di andare in contro alle esigenze di ogni componente del gruppo.
c) Prevedere una progressione nelle proposte: da attività musicale
iniziale più calma e con minor coinvolgimento (ascolto di musicaregistrata) ad attività più coinvolgente e partecipante (il cantare in
gruppo) per proseguire verso esperienze musicali sempre più
coinvolgenti sia a livello fisico che emozionale (il suonare strumenti a
percussione, le sequenze ritmiche o la danza, l’improvvisazione
strumentale) sempre più coinvolgenti sia a livello fisico che
emozionale, per chiudere con un ritmo ai tempi lenti dell’inizio.L’obiettivo è quello di favorire la partecipazione e l’espressione delle
persone, facendole entrare gradualmente nel clima dell’attività.
d) Partire dall’informale per arrivare alle regole allo strutturato: si
parte da una situazione informale, non costrittiva, senza precise
consegne e regole, lasciando che le cose accadano da sole, e che le
persone reagiscano liberamente agli stimoli della musica; i loro spunti,stimoli o reazioni vengono raccolti dal musicoterapeuta, e rilanciati, in
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 24/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
22
modo amplificato, riproposti poi in una forma più strutturata , secondo
il metodo di intervento del dialogo sonoro.
3.3 ATTIVITÀ MUSICALI
Un programma di lavoro di musicoterapia prevede molteplici
attività musicali per assecondare le esigenze e i bisogni di ogni
persona che frequenta il piccolo gruppo.
Nel lavoro vengono integrate tecniche attive e ricettive, tra cui: il
canto di canzoni del repertorio della musica leggera e popolare,
l’ascolto di brani musicali, l’associazione di musica/movimento (dal
rilassamento fisico ai gesti liberi o strutturati in sequenze ritmiche, al
ballo libero e alle danze popolari) l’improvvisazione strumentale.
Queste attività strumentali vengono usate singolarmente o in
combinazione tra loro a seconda dei soggetti, dei loro bisogni e deiloro obiettivi da perseguire11.
3.4 STRUMENTI DI LAVORO
Per lo svolgimento dell’attività è necessaria una dotazione distrumenti musicali a percussione (strumentario Orff): claves,
triangolo, maracas, tamburi, piatto sospeso, piattini, xilofono,
sonagli,…) inoltre anche materiali euritmici e oggetti (palla, stoffe,
corda, foulards), oggetti della vita quotidiana, utensili della cucina,
barattoli, vecchi strumenti musicali, oggetti del passato, materiali vari.
11 www.musicoterapia.it/art-101html
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 25/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
23
Il musicoterapeuta fa uso di chitarra, fisarmonica, pianoforte,
strumenti a fiato(flauto, clarinetto,…) strumenti a corda (viola,
violino,…).
3.5 LAVORO DI GRUPPO
In genere l’intervento di musicoterapia con anziani è di gruppo, con
un numero di persone che varia dalle dieci alle quindici unità.
Anche l’intervento con malati di Alzheimer è di gruppo (dalle
cinque alle dodici unità) i alcune situazioni viene prevista una
selezione di pazienti attraverso l’applicazione di criteri d’inclusione
determinati da strumenti operativi (ad es.: Mini Mental) il che
comporta la costruzione di gruppi più omogenei a livello di malattia
(ad es. tutti di grado “lieve/medio”). Tuttavia anche il lavoro con
gruppi “disomogenei” a livello di malattia pur comportando difficoltà,risulta comunque creativo e sempre pieno di sorprese, proprio perché
è ricca l’esperienza umana.
L’intervento individuale in genere non viene richiesto dai
committenti. All’interno di lavoro di gruppo è comunque possibile
attuare interventi individuali. E comunque a chi fa musicoterapia di
gruppo sono richieste delle competenze particolari.
3.6 FREQUNZE DEGLI INCONTRI
Un incontro a settimana, per la durata di un’ora/un’ora e mezzo, a
seconda della gravità della malattia di demenza.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 26/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
24
3.7 LUOGHI E SETTING
Case di riposo per anziani, case protette e centri diurni per malati di
Alzheimer.
3.8 COLLABORAZIONE CON L’EQUIPE
MULTIPROFESSIONALE
Nelle case di riposo per anziani sono previsti degli incontri di
verifica e di monitoraggio del lavoro con le altre figure professionali,
come geriatra, assistente sociale, educatori, animatori ed assistenti.
Nei centri diurni d’ Alzheimer della A.S.L. ogni mese è previsto un
incontro di verifica con le altre figure professionali che operano con lo
stesso paziente.
3.9 COLLABORAZIONE CON LE FAMIGLIE
Il rapporto con i famigliari è auspicabile proprio perché la visione e
la stessa partecipazione al lavoro consente ad essi di verificare la
validità del trattamento e in alcuni casi offre l’opportunità di
“scoprire” aspetti del proprio anziano o malato inaspettati e
sorprendenti.
Occasioni concrete per far questo sono: l’incontro iniziale per la
raccolta dei dati e delle informazioni sulla storia sonoro/musicale del
soggetto, le feste e gli incontri conclusivi dell’attività, che risultano
più efficaci delle parole per mostrare e monitorare i cambiamenti
intervenuti.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 27/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
25
In un’ottica sistemica, vengono condotti piccoli gruppi di
musicoterapia per familiari e malati di Alzheimer (due/tre famiglie) e
gruppi di musicoterapia e consuelling per caregivers (familiari
impegnati nell’assistenza ai malati di demenza). Tali gruppi hanno
ricadute ed effetti positivi nelle persone, sia nel rapporto con il proprio
malato, sia nella gestione nel vissuto della malattia stessa.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 28/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
26
4 IL TRATTAMENTO DELLA MALATTIA
DI ALZHEIMER SECONDO R. O. BENENZON
Per quanto riguarda la musicoterapia con gli anziani nelle mie
letture, ho rilevato che in questo ambito, in particolar modo in Europa,
esiste meno letteratura in rapporto alle applicazioni in altre cliniche.
Negli Stati Uniti si è sviluppato maggiormente un lavoro basato su
attività strutturate piuttosto che sull’improvvisazione, mentre inEuropa è maggiormente sviluppato un approccio psico-dinamico.
Molti studiosi si sono occupati di questo argomento come Brotons e
Koger che hanno studiato il miglioramento della scorrevolezza del
linguaggio; Hatfield e Kasayka hanno osservato gli stadi depressivi
degli anziani; Fitzgerald-Cloutier e Groena si sono occupati della
diminuzione del wandering.
Uno dei modelli, a mio parere più completo, che cerca di migliorare
le problematiche del malato di Alzheimer attraverso la musicoterapia,
è quello di Rolando Omar Benenzon.
L’applicazione della musicoterapia su pazienti con malattia di
Alzheimer si basa su una serie di presupposti. Per quanto riguarda gli
aspetti del modello teorico Benenzon prende in considerazione l’Iso
come l’identità sonora che caratterizza un individuo e che,
indubbiamente, forma parte della sua personalità. Questa identità è
formata da infinite energie che si incontrano e che sono in continuo
movimento. Queste energie si classificano rispetto al luogo dove si
incontrano all’interno della struttura della mente elaborata da Freud.
Se le energie si incontrano all’interno dell’inconscio hanno un nome
di Iso Universale e Iso Gestaltico. All’interno dell’Iso Universale sono
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 29/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
27
collocate le energie prodotte dal suono e dal ritmo del battito cardiaco,
i suoni prodotti dall’espirazione e dall’inspirazione, il rumore del
vento e di alcune strutture che nel corso dei millenni sono state
incorporate nell’eredità arcaica, come è il caso delle melodie infantili
e delle ninna nanne. Nei pazienti di Alzheimer questo Iso dovrebbe
essere completamente preservato anche se può essere utilizzato negli
ultimi stadi della malattia.
Se parliamo di Iso Gestaltico ci riferiamo alla storia della gestazione
intrauterina. Questo Iso si sviluppa ogni volta che si stabilisce una
relazione; si incontrano energie provenienti dal legame materno fetaledall’inconscio della madre.
Si tratta di ciò che Freud chiamò “il principio del piacere” e che
descrive in realtà il passaggio dalle energie dell’inconscio al
preconscio ed in seguito al conscio.
Nel passare al preconscio le energie che si strutturano vengono
definite da Benenzon Iso Culturale. Qui si incontrano le sonorità, imovimenti ed i comportamenti che rappresentano la cultura che
circonda l’individuo. L’Iso Culturale, è immerso nelle fonti arcaiche e
familiari a partire dalla nascita.
L’Iso Universale, Gestaltico e Culturale mantengono la loro forza
energetica fino all’interno dei sistemi vitali più rudimentali, proprio
per il fatto che sono i più primitivi nella loro comparsa iniziale e nella
loro strutturazione. È per questa ragione che da un punto di vista
tecnico il musicoterapista deve riconoscere l’Iso del paziente con cui
si relaziona12.
12 Rolando Omar Benenzon, “Musicoterapia e malattia di Alzheimer”, (La ricerca inmusicoterapia nel trattamento della malattia di Alzheimer), Cosmopolis, pg. 63-64-65.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 30/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
28
4.1 METODO TERAPEUTICO
Con gli anziani c’è la tendenza ad una terapia basata sull’ascolto, e
questo rappresenta un’identificazione pericolosa che può portare
all’immobilità. È il principio dell’allettare e del far dormire. Lo
stimolo arriva attraverso il corpo, la memoria si sollecita attraverso il
movimento.
Ricordiamo che la sequenza energetica musicoterapica è la
seguente:
a) Il musicoterapista, attraverso le sue espressioni non verbali e la
propria personalità aiuta a liberare le tensioni energetiche dell’Iso del
paziente.
b) Queste scariche energetiche del paziente penetrano nel
musicoterapista ed hanno un impatto con i suoi Iso.
c) Questo stimolo mette in movimento gli Iso del musicoterapista
che elabora una risposta in funzione delle sue associazioni corporee,sonore e musicali.
Il musicoterapista, quindi, ha un impatto con il paziente, dato non
solo da quello che deriva dalle energie scaricate dagli Iso dello stesso,
ma da ciò che si è potuto percepire dal suo nucleo familiare e dalla sua
cultura.Questa liberazione, manifestatasi attraverso i canali di
comunicazione, rappresenta la scarica energetica, producendo quel
passaggio che porta dallo stato d’eccitazione a quello di riposo.
All’interno dell’Holding musicoterapico si trova il setting e il suo
svolgimento.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 31/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
29
La successione tecnica precisa del modello di Benenzon produce
un’Holding musicoterapico che libera la relazione tra il paziente e il
musicoterapista.
I passaggi di quest’Holding in ogni sessione, sono i seguenti:
1 Preparare il setting (venti minuti prima dell’inizio della
seduta);
2 Compilare i protocolli che riguardano i momenti che
precedono la seduta;
3 Stare per qualche minuto nel setting;
4 Ricevere il paziente;5 Realizzare la seduta;
6 Congedare il paziente;
7 Stare nel setting per qualche minuto, in silenzio o
osservando;
8 Compilare i protocolli relativi alla seduta e ai momenti
successivi;9 Effettuare la supervisione.
Ognuno di questi elementi possiede un suo sviluppo specifico che è
legato alle caratteristiche del paziente.
Il lavoro è maggiormente efficace se avviene in forma individuale.
C’è, infatti, una tendenza ad organizzare gruppi di pazienti con
Alzheimer con l’illusione che questo stimoli la socializzazione.
I gruppi servono soprattutto per la ricreazione e l’integrazione
sociale.
Il musicoterapista deve prepararsi in modo da attivare al massimo la
creatività dei pazienti di Alzheimer, questo è il miglior antidoto contro
l’inerzia terapeutica rompendo i pregiudizi del “questo non si può
fare”. È opportuno che il paziente non sia posto di fronte ai propri
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 32/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
30
deficit; dal punto di vista funzionale il paziente, in una sessione di
musicoterapia, deve smettere di essere un malato per trasformarsi in
una persona con svariate alternative.
Qualsiasi associazione prodotta dagli Iso che nasce dalla relazione
(identità sonora/musicale in Interazione) può essere espressa
attraverso una parte del corpo, un movimento, un canto, un sibilo, un
colpo di piede, una percussione, un grido.
Qualsiasi elemento può essere valido per creare uno strumento
relazionale.
Al musicoterapista non interessa tanto la diagnosi del malato ma lavalutazione delle attuali possibilità del paziente nel potersi relazionare
con l’altro.
Nella fase operativa quanto evocato e suscitato dal paziente viene
evidenziato, elaborato e restituito dal musicoterapista dal punto di
vista emotivo e sonoro-musicale con il fine instaurare una relazione.
Il musicoterapista potrà:a) Stimolare il paziente nel caso in cui questo non
interagisca attraverso l’impegno di materiale sonoro-
musicale.
b) Riprendere, elaborare e rimandare le produzioni sonoro-
musicali spontanee emergenti dal contesto musicoterapico,
nel caso in cui il paziente sia propositivo.
Nel primo caso il musicoterapista può proporre stimoli sonoro-
musicali anticipando il disagio, l’ansia o il disorientamento che si
potrebbero creare durante silenzi o attese troppo prolungate: tali
momenti, che in genere nel trattamento musicoterapico vengono
valorizzati e assumono spesso una valenza relazionale e terapeutica
carica di significati, nei trattamenti di persone con malattia di
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 33/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
31
Alzheimer, possono assumere una connotazione molto negativa.
Infatti potrebbero accentuare strati di frustrazione e impotenza che i
pazienti non sono in grado di elaborare.
Diventa quindi fondamentale la capacità di ascolto del
musicoterapista al fine di prevenire tali momenti. Ma lo stimolo
proposto può anche determinare un’embrionale forma di comunica-
zione oppure facilitare una semplice forma di coinvolgimento
attentivo ed emotivo senza che si arrivi ad una vera e propria
interazione attraverso l’impiego condiviso del materiale sonoro-
musicale.Il secondo caso si verifica quando il paziente fornisce direttamente
spunti sonoro-musicali appartenenti al suo vissuto interno (produzioni
ritmiche, melodiche, vocali, strumentali).
Attraverso il rispecchiamento, che via via si allontana sempre più
dall’imitazione per diventare condivisione parziale del messaggio
sonoro-musicale e contemporaneamente introduzione di novità, si puòaggiungere a un dialogo sonoro improntato sull’allargamento del
progetto espressivo e sulla condivisione emotiva di uno stato
d’animo13.
13
Rolando Omar Benenzon, “Musicoterapia e malattia di Alzheimer”, (Un’ipotesi diintervento), Cosmopolis, pg. 77.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 34/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
32
5 PROJECT WORK
5.1 CONTESTO GENERALE DEL LAVORO
Non avendo mai fatto musicoterapia, non avevo ben chiaro cosa
proporre, come utilizzare la mia cultura strumentale classica con
persone anziane, e soprattutto come aiutare chi era colpito da
sindrome di Alzheimer.Queste erano le domande che mi ponevo nei giorni precedenti alle
sedute.
Mi informai, lessi articoli e riviste, consultai le risorse di internet,
decisi di affrontare il nuovo impegno con animo sereno. Da una parte
ero consapevole di essere “ambasciatrice” di una bella cosa come la
musica che poteva essere condivisa da chiunque ed inoltre ero
segretamente convinta che le capacità strumentali acquisite potevano
essermi d’aiuto.
Dall’altra, avevo il terrore di essere ignorata e di proporre loro cose
scontate che avrebbero potuto metterli ulteriormente in imbarazzo;
farli sentire dei bambini alla scuola materna dove la maestra propone
attività come il canto ed il suono.
5.2 LUOGHI DELLA TERAPIA
In un primo momento avevo a mia disposizione l’uso della palestra
posta al seminterrato dell’edificio, dove in periodi differenti, si
tenevano gli incontri di fisioterapia. Il locale, di non grande
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 35/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
33
dimensioni, era poco luminoso e non tanto accogliente, anche perché
vi erano attrezzi adibiti alla riabilitazione che non permettevano una
corretta sistemazione degli ospiti. Decisi così di parlare di questo
problema con la responsabile, la quale mi trovò all’istante un’altra
sistemazione.
La stanza, che mi fu assegnata, era un’ex camera da letto posta al
primo piano, di grandi dimensioni, luminosa, accogliente e ben
riscaldata. Il soffitto non era molto alto, l’acustica risultava buona, vi
erano piante sedie ed un grande tavolo al centro che molto spesso
spostavo per avere più spazio in modo da sistemare gli ospiti incerchio.
Essendo una stanza un po’ in disparte il luogo era silenzioso, si
poteva ascoltare e suonare musica senza disturbare gli altri ospiti della
struttura.
Questa stanza veniva definita dagli operatori “il giardino” proprio
per la sua luminosità e le grandi piante che la decoravano rendendo unsetting più gioioso.
Il paesaggio che si poteva vedere dalle finestre non era stimolante,
si potevano ammirare solo case, muri e tetti, questo perché la casa di
riposo è situata nel centro del paese di un piccolo comune di Reggi
Emilia.
Non sono ben convinta, al contrario di molti altri, che una stanza
con muri bianchi e pochi colori sia ideale per fare musicoterapia.
Penso che il luogo migliore dove poter fare attività di questo genere
sia la collina, visto che, dai racconti raccolti sulle canzoni del passato,
spesso emergevano immagini sulla vita degli anziani nei campi sui
monti e nei pascoli; in quei frangenti gli ospiti passavano il tempo
cantando.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 36/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
34
Il lavoro in casa di riposo si deve affrontare con chi ha lasciato la
casa, gli oggetto e i luoghi della vita e trasferirsi in una struttura dove
altri hanno deciso per loro.
5.3 LO STRUMENTARIO
Non sapendo quali strumenti utilizzare durante le sedute, decisi di
adottare strumenti musicali giocattolo quali tamburelli colorati,
campanelle, piccoli sonagli, triangolo, fischietti, piatti, tamburi con
pelli su entrambi i lati; veri strumenti musicali etnici e non quali
bastone della pioggia, tamburi peruviani ed indiani, nacchere e
scacciapensieri; un lettore cd con a disposizione brani di musica
classica e popolare.
Una volta recuperato il materiale musicale scelto lo riposi dentro un
armadio all’interno della sala a mia disposizione.Strumenti musicali a fiato classici come flauto, tromba, saxofono e
clarinetto.
Altro materiale utilizzato come bicchieri di plastica, riso, bottiglie
di vetro e plastica, ritagli di stoffe ed elastici, sono oggetti di recupero
fornitimi dalla cucina della struttura.
5.4 SCELTA DEI PAZIENTI ALL’INTERNO DELLA
STRUTTURA
Fin dal primo incontro decisi di delineare una mappa il più possibile
dettagliata sull’identità sonoro musicale di ogni singola persona;decisi così di organizzare incontri con gli ospiti di tutta la struttura. Il
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 37/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
35
modo per definire questa mappa era quello di accoglierli in un clima
festoso: ogni mese si celebravano feste dove io ed un mio collega
chitarrista intonavamo canti popolari in modo da creare un gruppo di
trenta/quaranta persone tutti soggetti che trascorrevano gran parte
della giornata in solitudine, tra loro partecipavano anche i malati di
Alzheimer.
Potevo avere una guida descrittiva e verbale da chi era più abile al
dialogo, ma nei casi conclamati di Alzheimer tutto risultava più
difficile.
La mappa era così definita:- nome e cognome
- luogo e data di nascita
- provenienza
----------------------------------
- anamnesi medica
- ipoacusia- vista
- paresi
----------------------------------
- strumenti graditi
- strumenti rifiutati
----------------------------------
- utilizzo della voce
----------------------------------
- brani graditi
- brani rifiutati
----------------------------------
- risposta musicale
- risposta motoria
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 38/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
36
----------------------------------
- è disponibile al dialogo (si/no)
Stilate tutte le mappe, ho scelto di sottoporre a trattamento
musicoterapico dieci anziani tra i quali prenderò in esame solamente
quelli affetti da demenza di Alzheimer che, dopo la scrematura
iniziale sono quattro (per tutela della privacy citerò nomi diversi da
quelli veri):
- Agata (F)
- Maria (F)- Carlo (M)
- Paolo (M)
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 39/68
Mappe dell'identità dei pazienti presi in esame
Paziente n°1
Nome Cognome Luogo e data di nascita Provenienza
Agata Cadelbosco Sotto 07/07/1928 Domicilio
Si o No In che modo/approfondimento
Anamnesi medica Si
Ipoacusia No
Vista Si
Paresi No Strumenti graditi Tromba, Fisarmonica
Strumenti rifiutati Saxofono, Clarinetto
Utilizzo della voce Si
Brani graditi Romagna mia, Mamma son tanto felice
Brani rifiutati Partigiano, musica classica
Risposta musicale Si Canta
Risposta motoria Si parziale (problemi di artrosi deformante)
E' disponobile al dialogo Si
Paziente n°2
Nome Cognome Luogo e data di nascita Provenienza
Maria Sant' Ilario 10/09/1932 Domicilio
Si o No In che modo/approfondimento
Anamnesi medica Si
Ipoacusia Si
Vista Si Paresi No
Strumenti graditi Nacchere, Flauto
Strumenti rifiutati strumenti a percussione
Utilizzo della voce Si
Brani graditi Mira il tuo popolo
Brani rifiutati Musica classica
Risposta musicale Si Urla, Canta
Risposta motoria Si parziale (rottura del femore)
E' disponobile al dialogo Si
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 40/68
Paziente n°3
Nome Cognome Luogo e data di nascita Provenienza
Carlo Montecchio Emilia 21/11/1930 Altra struttura
Si o No In che modo/approfondimento
Anamnesi medica Si
Ipoacusia No
Vista No Porta occhiali
Paresi No
Strumenti graditi Tromba, Chitarra
Strumenti rifiutati Fisarmonica
Utilizzo della voce Si
Brani graditi Canzoni patriottiche
Brani rifiutati Brani eclesiastici
Risposta musicale Si Canta
Risposta motoria Si parziale (rigidità arti inferiori)
E' disponobile al dialogo Si
Paziente n°4
Nome Cognome Luogo e data di nascita ProvenienzaPaolo Cavriago 12/02/1925 Altra struttura
Si o No In che modo/approfondimento
Anamnesi medica Si
Ipoacusia No
Vista Si
Paresi No
Strumenti graditi Fisarmonica, flauto
Strumenti rifiutati Chitarra, Saxofono
Utilizzo della voce Si
Brani graditi Canzoni patriottiche Brani rifiutati Brani eclesiastici
Risposta musicale Si Canta
Risposta motoria Si batte mani e piedi a tempo di musica
E' disponobile al dialogo Si
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 41/68
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 42/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
40
d) Migliorare il livello di attenzione proponendo ai pazienti attività
ricreative (lezione n°8 Costruzione di strumenti musicali con materiale
di recupero).
e) Controllare la partecipazione emotiva e le manifestazioni
affettive (lezione n°10 ascolto di musiche classiche con massaggio).
f) Sviluppare il livello d’attenzione unito alla partecipazione
emotiva (lezione n°12 intonazione del terapeuta di canzoni popolari
seguito dal battito di mani e piedi a tempo).
g) Continuare con l’aumento della soglia di attenzione e
partecipazione emotiva (lezione n°14 intonazione del terapeuta dicanti popolari con accompagnamento di strumenti musicali a
percussione suonati dai pazienti).
h) Cercare di mantenere alto il livello di attenzione “acquisito”
(lezione n°16 ascolto ed insegnamento di un brano non conosciuto).
i) Continuare con il mantenimento del livello di attenzione
“acquisito” e della partecipazione emotiva (lezione n°18 accompa-gnamento con battito mani e piedi, oltre al canto, del brano imparato
nella lez. n°16).
l) Provare ad aumentare il più possibile il livello di attenzione e
partecipazione emotiva (lezione n° 20 sostituzione al battito di mani e
piedi con strumenti a percussione autocostruiti e non).
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 43/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
41
Tutte le attività hanno un elemento comune, quello ricercato in
modo diretto nei primi tre passi del programma: la socializzazione.
Volutamente le lezioni descritte nel programma hanno una cadenza
bisettimanale, questo per dare modo ai pazienti di effettuare un
cambiamento di programma in modo graduale, all’interno della
lezione, interposta fra le due in esame.
Lezione n° 2 Canto di brani conosciuti Lezione n° 4 Ricordi generati dalle canzoni della 2° lezione
Lezione n° 6 Conoscenza degli strumenti e il loro ascolto
Lezione n° 8 Costruzione di strumenti con materiale di recupero
Lezione n°10 Ascolto di musiche classiche con massaggio
Lezione n°12 Canto di melodie popolari con battito mani e piedi
Lezione n°14 Canto di melodie popolari con uso di strumenti musicali
Lezione n°16 Ascolto ed insegnamento di un brano sconosciuto dagli ospiti
Lezione n°18 Aggiunta di battito mani e piedi al canto del brano della lez. 16
Lezione n°20 Uso di strumenti musical i al canto del brano di lez.16
5.6 DESCRIZIONE GENERALE DEI QUATTRO
OSPITI OSSERVATI
Agata:
L’ospite presenta crisi di allucinatorie e molto spesso, quando è insalone, inizia ad urlare accusando le persone vicine di volerle fare del
male. Entra in crisi e piange se non ottiene all’istante la cosa o
l’oggetto precedentemente richiesto.
Per motivi di artrosi, agli arti superiori e inferiori, è impossibilitata
nella deambulazione.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 44/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
42
Di tanto in tanto, quando l’ospite è tranquilla, la fisioterapista la fa
deambulare per un breve tratto, ma dopo qualche secondo riferisce di
essere stanca iniziando ad urlare.
Tutto quello che gli capita tra le mani come cibo, posate, fazzoletti,
ecc… lo nasconde tra gli abiti con cui è vestita.
Molto spesso presenta difficoltà a compiere movimenti mirati
(aprassia) che non è data dalla non volontà o dalle menomazioni
fisiche ma per una incapacità del cervello di dare un ordine ai passaggi
che servono per portare a termine una determinata attività.
L’ospite, con un piccolo aiuto, riesce a leggere ma non a scrivere. Avolte, nei confronti degli operatori, ha atteggiamenti sospettosi e di
persecuzione.
Ho deciso di inserire Agata nel gruppo di musicoterapia per la
particolare attitudine che l’ospite ha nei confronti del canto; quando
sente una melodia a lei conosciuta inizia a cantare immediatamente.
Maria:
Fino a qualche tempo fa, l’ospite, era solita vagare per la struttura
senza una meta (wandering); lo scorso settembre, durante il suo
vagabondare cadde e si ruppe il femore.
Da quel momento, questa donna, è costretta ad una sedia a rotelle,
poiché, dopo vari tentativi di riabilitazione, non riesce più a
deambulare autonomamente.
Oltre a ciò, chiede in continuazione a chi passa li vicino, di portarla
in bagno anche se vi è andata da pochi minuti.
Presenta problemi nella deglutizione e per questo motivo alimenta
con cibi liquidi o semiliquidi in modo autonomo.
In alcuni momenti della giornata presenta stereotipie motorie come
per esempio lo sfregamento delle mani sulle gambe.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 45/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
43
Come Agata, anche quest’ ospite, non riesce a scrivere e quando le
si chiede il suo intervento in attività creative come fare disegni,
presenta svariati tipi di reazione come per esempio tenere in mano la
matita e non fare o dire nulla, oppure, rifiutarsi di fare quel tipo di
attività con urla e parolacce,
Se stimolata e aiutata da una operatrice è capace di leggere.
Carlo:
L’ospite, per motivi di rigidità muscolare, è costretto a rimanere su
una carrozzina, anche se, per brevi tratti riesce a svolgere qualche passo con l’aiuto della fisioterapista.
L’ espressione del viso, a volte, è completamente assente, persa nel
vuoto.
Il livello d’ attenzione è molto basso, infatti, anche se stimolato
nello svolgimento di semplici attività si incanta e non vi partecipa.
A volte, se troppo stimolato, presenta episodi di aggressività.È incapace di dare un giudizio o fare critiche alle attività e agli
oggetti che lo circondano.
Presenta difficoltà nel prendere ogni tipo di decisione o scelta anche
la più semplice come quale abito indossare o cosa mangiare,
Di frequente durante il pranzo o la cena, rimane con lo sguardo
fermo ad osservare le pietanze, ed è per questo che le operatrici
devono aiutarlo nel consumare il pranzo. La masticazione è molto
lenta e alle volte, anche se il cibo è accuratamente sminuzzato, non
riesce a deglutirlo tenendolo in bocca.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 46/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
44
Paolo:
L’ospite deambula autonomamente con l’aiuto del rolletor, ma per
problemi di wandering è ad alto rischio di caduta e per questo è
contenuto alla sedia.
È incapace di prendere decisioni anche le più semplici; se troppo
stimolato nello svolgere qualsiasi tipo di attività, reagisce con
comportamenti aggressivi.
Non presenta particolare compromissione nelle espressioni del viso;
un altro episodio di aggressività e agitazione dell’ospite nasce dalla
troppa attesa alle richieste da lui espresse.Il livello d’attenzione svanisce facilmente se non continuamente
stimolato.
Durante la socializzazione non esprime mai un suo giudizio o una
critica a cose, oggetti e persone.
Si alimenta autonomamente, ma è totalmente dipendente in tutte le
attività della vita quotidiana come lavarsi e vestirsi,La scelta di inserirlo all’interno del gruppo di musicoterapia è nata
dalla risposta attiva dell’ospite a tutti i brani intonati da me nelle
precedenti attività.
Agata:
- Attenzione: media
- Socializzazione: alterna momenti tranquilli ad altri di
aggressività
- Partecipazione emotiva: alterna momenti gioiosi a crisi
di pianto
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 47/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
45
Maria:
- Attenzione: bassa
- Socializzazione: momenti d’aggressività particolarmente
presenti
- Partecipazione emotiva: presenta spesso episodi d’ag-
gressività
Carlo:
- Attenzione: bassa
- Socializzazione: se stimolato - Partecipazione emotiva: fortemente alterata con crisi di
pianto
Paolo:
- Attenzione: media
- Socializzazione: attiva - Partecipazione emotiva: aggressive gioiose
5.7 ATTIVITÀ PROPOSTE AL GRUPPO DI ANZIANI
La prima lezione, aveva come obiettivo l’accoglienza degli ospiticon una breve introduzione delle attività che mi prestavo a svolgere.
Di notevole importanza è l’invito che precede ogni attività; una
presa di mano, un sorriso, un tono di voce affidabile e sicuro fanno si
che si stabilisca un contatto che invogli gli ospiti a raggiungere la sala
di musicoterapia.
Altrettanto importante, è il saluto con il quale si conclude l’attività;
si ringrazia ogni componente del gruppo con un gesto affettuoso
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 48/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
46
(stretta di mano, baci e piccoli abbracci). Dopo di che, gli ospiti,
vengono riaccompagnati in salone al loro posto abituale per fare
merenda.
Ho pensato di concludere gli incontri con una festa dove gli ospiti,
avendo a disposizione tutto il repertorio canoro delle precedenti
attività, cantavano brani da loro scelti il tutto accompagnato da torte e
bibite.
Nel secondo incontro decisi di proporre agli anziani canti popolari,
cercando di attirare l’attenzione di tutto il gruppo.
Decisi di sistemare gli ospiti in modo da formare un cerchio con leloro carrozzine; la struttura circolare elimina la figura del leader in
quanto gli ospiti sono tutti allo stesso livello, oltre a ciò permette di
vedere e di poter dialogare con tutti i componenti del gruppo.
Per motivi di spazio, mi misi al centro del gruppo,qui intonavo canti
con il mio flauto vedendo quali erano i brani più conosciuti e quali
piacevano maggiormente.I brani popolari che conoscevo non erano molti, così decisi di farmi
aiutare da alcuni di loro improvvisando la partitura durante il loro
canto.
In questa seduta, come quasi in tutte le altre, il mio compito era
quello di incitare tutti i partecipanti al canto, quindi mi spostavo
all’interno del cerchio invitando con cenni mimici e verbali la
partecipazione all’attività.
I malati di Alzheimer presi in esame riconoscevano e molto spesso
ricordavano le parole di molti brani.
Le canzoni preferite avevano come tema la lontananza dei propri
cari e del proprio paese. Il testo poteva essere un altro parametro sul
quale poter lavorare, il suo valore semantico poteva essere la partenza
per imparare parole e melodie nuove.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 49/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
47
Decisi poi di stillare un elenco delle canzoni più utilizzate e
conosciute dagli ospiti:
• Cimitero di rose
• Mamma son tanto felice
• Romagna mia
• Sul cappello
• Dove sei stato mio bell’alpino
• Vecchio scarpone
• Bella ciao
• Rosamunda
• Era una notte
• Non ti scordar di me
Oltre alle canzoni nell’incontro successivo emersero anche ricordi
del passato così decisi di impostare la sesta lezione prendendo in
esame questo tema.
Questa volta non mi misi più al centro del cerchio ma seduta tra gli
ospiti in modo da creare un clima più sereno.
Il mio ruolo era quello di intermediare tra gli ospiti cercando di
creare un’atmosfera adatta al colloquio, in modo tale che gli anziani
non si sentissero a disagio nell’esporre i propri pensieri.
Iniziai la lezione esponendo i ricordi tramandatimi dai miei nonnisulla guerra, sui brani che cantavano al fronte per cercare coraggio o
nel viaggio di ritorno a casa per manifestare la loro gioia.
Questo fu un ottimo argomento da cui partire; ogni membro del
gruppo iniziò a ricordare e narrare la sua storia agli altri ospiti
prendendo spunto da ciò che avevo raccontato.
Non a caso scelsi l’argomento della guerra, poiché è un’ esperienzacomune a tutti gli ospiti; inoltre ero quasi certa che i malati di
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 50/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
48
Alzheimer avrebbero dato un loro contributo durante il colloquio, data
la loro attitudine a ricordare più facilmente episodi del passato rispetto
a eventi recenti.
La maggior parte degli anziani, durante il racconto, difficilmente
faceva riferimento al repertorio musicale divagando con l’esposizione
di episodi inerenti alla vita quotidiana. Era molto piacevole ascoltarli,
però il mio compito era quello di riportarli al tema della musica.
A tutto ciò seguivano una serie di “flesc” relativi all’ambiente
sonoro, frequentato dagli anziani durante la loro vita, prima di entrare
in casa di riposo.Così pensai di impostare il sesto incontro sul ricordo e sulla
conoscenza di strumenti musicali usati per la maggior parte nelle
bande di paese e nelle orchestre da liscio.
Iniziai l’attività con l’esposizione di alcuni strumenti di mia
proprietà come saxofono, clarinetto, tromba e chitarra; mi feci prestare
anche una fisarmonica, strumento che riscosse particolare successo.Ancora una volta il ricordo di eventi passati stimolava la
partecipazione dei soggetti dementi persi in esame.
Lo svolgimento di questa attività non si limitava solo
all’osservazione di questi strumenti ma ad una specie di gioco in cui
mi ponevo al centro del cerchio, formato dagli ospiti, ponendo alcuni
quesiti, come per esempio il nome dello strumento con eventuale
descrizione, in quale orchestra poteva suonare e i relativi ricordi.
Oltre a ciò feci anche ascoltare il suono che emettevano e per alcuni
dei quali suonai piccole melodie.
La conoscenza del timbro associata all’immagine penso sia
fondamentale per il recupero di eventi legati al passato degli anziani
ma anche un ottimo aggancio per mantenere o ristabilire un contatto
con la realtà.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 51/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
49
Gli strumenti più conosciuti risultavano clarinetto, fisarmonica e
tromba anche se, il nome tromba, veniva attribuito, da parte dei
membri di tutto il gruppo, a quasi tutti gli strumenti.
Nella lezione numero 7, associai a questi strumenti musicali di uso
professionale, altri oggetti musicali che coinvolgevano direttamente il
gruppo data la loro forma e il semplice modo di poterli suonare .
Acquistai così tamburelli, legnetti, campanelle, piccoli sonagli,
triangoli e fischietti; mi feci prestare tamburi, un bastone della
pioggia, carillons e nacchere.
Svolsi questa attività soltanto con alcuni membri del gruppo, poiché per motivi di indisposizione tre dei soggetti presi in esame, non erano
presenti alla seduta.
Questa attività non è inserita nel progetto di osservazione ma penso
sia importante descriverla.
Sistemai lo strumentario raccolto, all’interno di un grande cesto
colorato che misi al centro del cerchio formato dalle carrozzine degliospiti; presi in mano uno strumento alla volta descrivendoglielo e
facendolo suonare. Ogni membro del gruppo ne scelse uno e così
iniziò una vera esplorazione di questi strumenti.
Il fatto che gli ospiti potessero suonare uno strumento musicale li
riempiva di gioia visto che non né avevano mai suonato uno.
Finita la fase di esplorazione e scambio dello strumentario,
introdussi il canto dei brani più conosciuti e preferiti dagli anziani che
iniziarono a cantare e suonare.
L’ottava lezione decisi di impostarla sulla costruzione di strumenti
musicali con materiale di recupero; questa attività penso coinvolga
direttamente tutti gli ospiti, in modo da catturare l’attenzione di quei
soggetti più agitati, creando così una sorta di “catalizzatore calmante”.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 52/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
50
Questo “gioco” riaffiora ricordi del passato come il lavorar
fischiando o cantando, il modo tipico di socializzare, la riscoperta di
capacità assopite e comunque l’occasione di poterle manifestare.
L’idea di questa attività fu il risultato della lezione svolta con
Philiphe Mion, uno studioso sugli effetti prodotti da strumenti
musicali costruiti con materiale di recupero.
Il setting era cosi strutturato: due grandi tavoli quadrati, presi dalla
sala da pranzo, con sopra barattoli di latta, bicchieri di plastica,
chicchi di riso, bottiglie di plastica e vetro; questo materiale mi fu dato
dalla cucina della struttura; oltre a ciò portai da casa ritagli di stoffe inmodo da decorare i nuovi strumenti.
Decisi di svolgere questa attività non nella sala di musicoterapia ma
in un punto ben visibile del salone di modo che vi potessero
partecipare tutti gli ospiti della struttura.
Costruimmo maracas, mettendo del riso all’interno dei bicchieri di
plastica chiusi da un cartoncino fissato da un elastico il tutto decoratocon stoffe colorate; lo stesso procedimento lo usammo per le bottiglie
di plastica.
Per rendere ancora più gradevole l’atmosfera intonai canti dove
inserirvi il suono dei nostri nuovi strumenti, incitando la
partecipazione degli ospiti.
Nel decimo incontro decisi di osservare le reazioni emerse dal
contatto fisico tra terapeuta e paziente.
Dalla letteratura esistente sappiamo che i dementi non amano
lasciarsi toccare, abbracciare e molto spesso la reazione a questo tipo
di approccio è di aggressività verbale e fisica.
Ancora una volta sistemai gli ospiti in posizione circolare e misi lo
stereo a fianco del cerchio.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 53/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
51
Iniziai la seduta con l’ascolto di una musica molto dolce di Sensen,
tutti gli ospiti rimasero incantati e notai un rilassamento generale.
Riproposi la melodia più volte, il tutto accompagnato da un delicato
massaggio ad alcune parti del corpo come braccia, collo, schiena di
ogni singolo paziente.
La scelta dei pazienti a cui feci il massaggio partì da un ordine ben
preciso, questo per tranquillizzare i soggetti dementi sull’attività che
mi prestavo a svolgere.
Nella dodicesima seduta decisi di integrare, all’attività del canto, il
battito delle mani e dei piedi.Questa attività è utile sia per le persone dementi che per gli anziani
con altri tipi di problematiche perché stimola un movimento
coordinato e la ripresa di elasticità muscolare.
Per gli anziani con problemi plegici questa attività è molto utile;
infatti, per motivi di rifiuto, le parti del corpo affette da paralisi
vengono prese poco in considerazione nello svolgimento di attivitàdella vita quotidiana. Questo, a mio parere, è un ottimo esercizio per
mantenerne il movimento e migliorarne la coordinazione.
Nei dementi, questo tipo di attività, è utile per limitare il wandering
e le stereotipie motorie.
Il battito delle mani associato alle melodie conosciute dava maggior
sicurezza e spontaneità agli anziani nel poter eseguire un canto in cui
tutti gli ospiti rispettassero lo stesso ritmo. Il rumore prodotto da
questo movimento fa si che il canto emesso abbia più alto volume, una
maggiore espressione e energia.
Nel quattordicesimo incontro proposi il canto di melodie conosciute
associato all’uso degli strumenti musicali.
Davanti a me avevo per la maggior parte persone sedute su una
sedia a rotelle, quindi gli unici strumenti adeguati, come ho citato in
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 54/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
52
precedenza erano: il triangolo, i legnetti, le nacchere, le maracas,
fischietti, sonagli e campanelle.
Anche in questa attività le forme, i colori, le decorazioni e i suono
emesso da questi strumenti sono stati il primo aggancio.
Il suono emesso da questi oggetti musicali è più forte rispetto a
quello delle mani e dei piedi, quindi, il canto emesso risulterà essere
più espressivo e libero. Nel sedicesimo incontro, decisi di insegnare
agli ospiti un brano a loro sconosciuto dove il testo è scritto in dialetto
reggiano che dà più allegria e sapore al brano.
Dato il comune passato contadino, degli anziani del gruppo, l’usodel dialetto era un elemento comune a tutti.
Bim Bam Bom
Al vilan ciapa la sapa
Và sapèr al furmintòun
Al lavora ca ‘l s’amasa
Per mantgnir al so padròunSo muiéra ‘lla mattina
Tò su ‘l fèr e la và sghèr
Che ‘l padroun con la so sgnòura
‘l và in ti camp a passèggèr.
Rit.Bim bam bomTè vilan t’è un gran cuiòn
Se ‘l padròun vol do magnèr
Dégh’ cal vaga a lavurèr 14
14 Canto emiliano di sottile protesta. Conosciamo solo riferimenti orali che rifanno alle
rivolte contadine dei primi novecento.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 55/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
53
Per insegnare il testo di questo brano feci delle fotocopie e durante
questa lezione mi limitai a cantare mezza strofa inserendovi il
ritornello.
Durante questa seduta, cambiai la disposizione degli ospiti che non
erano più a cerchio, come in tutte le altre attività, ma a semicerchio in
modo che potessero sentirmi e vedermi meglio.
Iniziai scandendo bene le parole riga per riga facendole ripetere in
coro da tutti gli ospiti. Questo era un metodo che permetteva di
stimolare sia la memoria a breve termine che la lettura.
Il gruppo dei malati di Alzheimer con un aiuto riusciva a leggereanche se lentamente e questo poteva essere uno stimolo per mantenere
viva questa abilità.
Dopo la lettura inserii nel diciassettesimo incontro la melodia,
anche se in questa giornata passai quaranta minuti a ripetere il testo
insegnato la lezione precedente.
Insegnare un brano nuovo richiede molta pazienza e per mantenereviva l’attenzione bisogna trovare una coinvolgente motivazione che in
questo caso era l’esibizione, di questo gruppo, durante la festa d’estate
che si sarebbe svolta nel giardino della struttura; una cena a cui
avrebbero partecipato tutti i parenti.
Il motivo di aver inserito ospiti con problematiche di demenza
d’Alzheimer medio-grave all’interno di un gruppo di persone con
problematiche differenti, in molte occasioni, e soprattutto in questa, si
è rilevato uno stimolo.
Spesso, erano questi ultimi ad incitare il canto dei malati di
demenza poiché, dopo tutti quegli incontri, si era creato un gruppo in
cui era nata la voglia di creare qualcosa e, per fare ciò, bisognava dare
il massimo dell’impegno.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 56/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
54
Poiché si seguisse una linea comune, in cui tutti gli ospiti avessero
una base a cui fare riferimento, che in questo caso non poteva più
essere la conoscenza sicura di una melodia a loro nota, inserii, nella
diciottesima lezione, il battito delle mani e dei piedi.
Questo fu d’aiuto anche se, a causa del testo e del ritmo poco
conosciuto, il risultato non fu quello prestabilito.
Il ritornello invece, era la parte che coinvolgeva maggiormente gli
anziani, questo penso sia dato dal fatto che le parole e la melodia sono
ricche di espressività, con un preciso significato in cui tutti gli ospiti
potevano riconoscersi.La disposizione degli ospiti, durante questa attività, non era più a
semicerchio, ma bensì in forma circolare con la mia presenza al centro
che dava suggerimenti ed input a tutti i membri del gruppo.
Nell’incontro numero venti, sostituii al battito delle mani e dei piedi
l’uso di strumenti.
L’introduzione di questi oggetti dava un taglio leggermente diversoalla lezione, mantenendo così viva l’attenzione.
L’elemento importante, in questa attività, era la scelta di strumenti
in alcuni ospiti non per il colore o alla forma, bensì al tipo di suono
che emettevano in modo da dare maggiore valore alla melodia.
Vennero privilegiati strumenti come maracas, maracas costruite con
materiale di recupero, tamburelli e campanelle.
La scelta di questi strumenti musicali penso sia data dal forte
rumore che emettono che disinibisce gli ospiti al canto; non solo
questi sono strumenti che troviamo in ambienti di festa.
Imparare un brano nuovo, soprattutto con persone dementi, non è un
obiettivo che si può raggiungere in breve tempo forse non è del tutto
possibile.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 57/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
55
Durante la mia esperienza, ho notato che inserire pazienti dementi
all’interno di un gruppo, anche se questi non sentono di farne parte, è
altamente stimolante poiché, il contatto con soggetti che presentano
problematiche differenti, permette di avere un concreto rapporto con
la realtà dove ci sono tempi e regole da rispettare.
Del brano proposto gli ospiti hanno imparato soltanto parte della
prima strofa più il ritornello il tutto con un ritmo poco preciso.
Durante la lezione in cui si cantava il brano “Bim bam bom”, gli
ultimi quindici minuti erano dedicati alla conversazione con i
componenti del gruppo oppure al canto di brani a loro notiaccompagnati dal suono del mio flauto.
Il suono del flauto traverso era, fin dall’inizio degli incontri, ben
noto agli ospiti, questo perché prima di iniziare questa attività avevo
già suonato durante alcune feste della struttura.
Molte volte gli ospiti si incantavano e si lasciavano cullare dal
suono del mio strumento, questa attività, a mio parere, permetteva lorodi sognare, lasciando così da parte, per un momento, la condizione di
vita che dovevano affrontare. Questo penso sia stato utile a tutti gli
ospiti del gruppo.
Quantificare e qualificare un risultato terapeutico è frutto di una
attenta osservazione della metamorfosi dei parametri di riferimento. Il
cambiamento è il risultato di un percorso che deve partire dalla
constatazione e dalla valutazione dei bisogni per potere arrivare ad un
superamento o ad una compensazione degli stessi.
Ogni passo compiuto in questa direzione anche se minimo è da
considerarsi una conquista.
Nel caso dei malati di Alzheimer, di fronte ad una malattia che
inesorabilmente procede verso una menomazione delle attività
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 58/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
56
funzionali, è da rilevare come risultato positivo anche il mantenimento
delle potenzialità comunicative, motorie, mnemoniche dell’anziano.
È un percorso complesso che richiede pazienza e abilità nel saper
gestire in modo opportuno la situazione che si evolve.
La strada da percorrere è quella di un itinere artistico-creativo che
utilizzi le potenzialità pedagogiche dell’arte come chiave di svolta per
la maturazione della persona.
Da verifiche effettuate sul campo i risultati riscontrabili sono che un
approccio musicoterapico strutturato, con malati di Alzheimer:
• È per l’anziano fonte di divertimento, soddisfazione e benessere.
• Stimola coloro che hanno scarse reazioni emotive.
• Aumenta l’autostima.
• Propone agli anziani e ai loro familiari un’immagine più
positiva del luogo di cura.
• Accelera il recupero della parola negli afasici.• Stimola motivazioni e ricordi progressi.
• Favorisce il rilassamento.
• Attenua atteggiamenti ansiogeni e ripetitivi.
• Sposta l’attenzione da comportamenti violenti.
• Favorisce l’orientamento e l’acquisizione della dimensione
spazio-temporale.
• Favorisce le interazioni con gli altri e la socializzazione.
• Rivaluta le potenzialità e le attitudini del malati
d’Alzheimer.
• Facilita l’apprendimento e la concentrazione.
• Stimola il corpo attraverso movimenti semplici e la danza.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 59/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
57
Dal punto di vista musicale, il linguaggio sonoro della canzone
popolare gioca sul fascino nel giusto equilibrio fra variazione e
ripetitività. Questa caratteristica permette all’operatore di variare in
modo creativo la proposta adattandola alla necessità del momento,
avendo comunque un protocollo dialogico culturale di riferimento
acquisito sul quale fare affidamento.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 60/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
58
6 I RISULTATI DELLA MIA ESPERIENZA
L’osservazione dei dati, visualizzati nei grafici inerenti
all’andamento delle “risposte” date da Agata nelle aree indicate,
consentono alcune riflessioni.
Innanzitutto l’innalzamento e stabilizzazione delle risposte a tutte le
aree nella fase finale delle attività.
In un primo momento l’ospite si presenta svogliata alle attività
accusando malessere, poi grazie al migliorato stato di salute e
all’incitazione che il resto del gruppo rivolgeva ad Agata, consapevole
delle sue abilità nel canto, la partecipazione dell’anziana è migliorata
sensibilmente.
Per quanto riguarda il livello di attenzione dell’ospite, all’inizio è
molto basso poi cresce con una certa coerenza; questo penso sia dato
dal tipo di attività svolta durante le prime lezioni.
In riferimento alle attività manuali, il grafico mostra un evidente
discesa, dato che l’ospite, per problemi di artrosi, presenta difficoltà
nello svolgere movimenti, anche semplici, con le dita15.
Un'attività che in Agata ha scatenato poca attenzione è stata la
numero dieci, visto che l’ospite non ama farsi toccare, al contrario la
partecipazione emotiva si è innalzata sensibilmente in quanto urlava e
piangeva.
Nelle ultime attività il livello di attenzione, di socializzazione e la
partecipazione emotiva sono sensibilmente migliorati questo, credo,
sia dato dall’entusiasmo con cui il gruppo ha affrontato questa attività.
15 P.A.M. (Progetto Anziani Musica), “Musicoterapia con il malato di Alzheimer” pg. 30.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 61/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
59
All’attività di canto Maria non presta particolare attenzione infatti,
durante l’ora di musicoterapia, l’ospite definiva il lavoro svolto “delle
stupidate”.
Spesso i componenti del resto del gruppo sgridavano Maria per i
commenti poco carini, che esponeva sulle attività; grazie a ciò l’ospite
si tranquillizzava per qualche minuto sentendosi, penso, fonte di
disturbo.
Come si può notare dal grafico il livello di attenzione e quello
emotivo hanno una certa stabilità, questo penso sia determinato dal
fatto che questa paziente non si era particolarmente integrata nelgruppo e quest’ultimo non l’avesse accettata, dati i continui commenti
negativi, da parte di Maria, a cose e persone.
L’attenzione di quest’ospite è decisamente altalenante questo
perché prestava maggiore interesse alle attività che riguardavano la
relazione, i ricordi; infatti spesso interrompeva il racconto di altri
ospiti, dando poi, una sua versione dei fatti narrati.L’andamento del grafico ha un picco nell’attività di massaggio con
la musica in sottofondo, questo perché l’ospite ha reagito con urla e
parolacce.
Il livello di socializzazione è più attivo nelle attività di relazione.
Carlo, nelle aree prese in esame, è migliorato sensibilmente, questo
perché, se stimolato senza troppe pretese, da il meglio di se.
Molto spesso erano gli ospiti del resto del gruppo ad incitarlo e
aiutarlo in tutte le attività svolte.
Un notevole abbassamento dei dati è presente nell’attività numero
quattro, non tanto per l’argomento proposto ma per lo stato di salute
compromesso.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 62/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
60
Per quanto riguarda il livello d’attenzione è notevolmente
migliorato nelle ultime attività, proprio perché era il gruppo a
coinvolgerlo, dato il grande entusiasmo con cui gli ospiti imparavano
il nuovo brano.
La partecipazione emotiva, secondo quanto riportato sul grafico, ha
un andamento altalenante con una maggiore approvazione, rispetto ad
Agata e Maria, per l’attività numero dieci.
Secondo quanto riportato sul grafico, la curva del livello di
socializzazione presenta valori un po’ instabili ma sempre in una
fascia medio-alta, questo perchè Carlo, se stimolato, partecipavaattivamente e con entusiasmo alle attività proposte durante l’ora di
musicoterapia.
Le aree prese in considerazione, in Paolo, non seguono una linea
pressoché comune, infatti l’attenzione rispetto alla socializzazione e
alla partecipazione emotiva è più alta nelle attività che riguardano ilcanto, questo grazie alla conoscenza di molti canti popolari di cui
l’ospite ricorda ancora il testo.
La partecipazione emotiva, ricopre valori medio-alti nel grafico;
commovente è stato il racconto sulla morte dei genitori dell’ospite
durante la guerra.
Il livello di socializzazione è migliorato sensibilmente, questo
grazie alla buona integrazione dell’ospite all’interno del gruppo.
All’ospite piaceva molto raccontare le sue esperienze e spesso
interveniva interrompendo gli altri durante il loro racconto,
assumendo poi atteggiamenti aggressivi se non lo si lasciava parlare.
Per evitare questo tipo di atteggiamento, che avrebbe soltanto
innervosito e in seguito agitato Paolo, cercavo di inserire la sua
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 63/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
61
opinione, all’interno di quelle di altri ospiti, nel più breve tempo
possibile.
Interessante notare come i due uomini a differenza delle due donne
prese in esame, avessero reagito in modo sereno all’attività del
massaggio con sottofondo musicale.
6.1 CONCLUSIONI DELLA MIA OSSERVAZIONE
Da quanto riportato dalle considerazioni effettuate in precedenza,
alcuni pazienti affetti da demenza di Alzheimer, hanno tratto notevoli
vantaggi nell’inserimento all’interno di un gruppo di anziani che non
presentavano problemi di questo tipo di demenza.
Per quanto riguarda Agata, questo tipo di integrazione ha permesso
di risvegliare le aree di socializzazione, attenzione e partecipazione
emotiva.Dalle notizie rilevate dalle operatrici della casa protetta, sul
comportamento di Agata dopo l’ora di musicoterapia, gli
atteggiamenti di aggressività sono diminuiti sensibilmente, infatti
l’ospite si presentava più serena e tranquilla.
Maria invece non ha presentato significativi miglioramenti nelle tre
aree prese in considerazione poiché non è riuscita ad integrarsi nelgruppo, anche se, ripresa dagli altri ospiti, in un primo momento si
tranquillizzava.
Il metodo migliore da applicare su questo ospite doveva basarsi
sulla socializzazione e non sulla musica.
Sorprendente è stata l’atteggiamento che l’ospite mostrava dopo
l’ora di musicoterapia, infatti le operatrici mi riferivano che in salone
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 64/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
62
Maria appariva più tranquilla e il numero delle continue richieste per
andare in bagno era diminuito sensibilmente.
Carlo, penso abbia ricevuto, da parte di tutto il gruppo, molta
attenzione e grazie a ciò le aree prese in esame sono migliorate
notevolmente rispetto all’atteggiamento che l’ospite assumeva in
salone; infatti gratificandolo nelle attività svolte era più attiva la sua
partecipazione.
Dalle notizie rilevate dalle operatrici, l’atteggiamento che l’ospite
assumeva in salone, dopo l’ora di musicoterapia, era più attivo e
partecipante alle attività solo per poco tempo, isolandosi e chiudendosi poi in se stesso.
L’inserimento di Paolo, all’interno del gruppo, ha determinato un
innalzamento dei livelli di attenzione, socializzazione e partecipazione
emotiva.
Credo che entrare in stretto contatto con persone che non presentano
la demenza di Alzheimer abbia permesso un miglior contatto con larealtà, che in questo caso ha diminuito l’aggressività di Paolo data dai
tempi d’attesa presenti nella regole della comunicazione.
Di notevole gratificazione personale, è stato l’atteggiamento gioioso
con cui l’ospite entrava ed usciva dalla sala di musicoterapia; infatti le
operatrici mi riferirono che Paolo, dopo l’attività, in salone cantava
alcuni dei brani trattati.
6.2 CONCLUSIONI GENERALI
La partecipazione al gruppo di musicoterapia penso abbia
migliorato in Paolo, Carlo e Agata il livello di autostima durante le
attività svolte; mi rendo conto che l’uso di queste parole sia un po’
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 65/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
63
affrettato ma l’atteggiamento riscontrato in questi tre ospiti e in tutti
gli anziani che non fanno parte del gruppo di osservazione, sia stato di
gioia nel voler fare e imparare cose nuove ed è proprio grazie alla base
musicale che l’attività diventa più allegra e divertente.
Sono infine convinta, sempre musicalmente parlando, che sia
doveroso accompagnare queste persone nel loro cammino di
sofferenza, nel loro estraniarsi dal mondo, nel loro procedere verso la
morte.
Chi opera con anziani deve tenere ben presente che la morte può
giungere inaspettata questo può vanificare i progetti programmati. Incasa di riposo si opera nella precarietà; la malattia, l’aggravamento
irreversibile dello stato di salute delle persone, possono mutare da un
giorno all’altro.
Personalmente giudico importante per mia formazione, l’esperienza
svolta in casa di riposo, intendo proseguire il percorso intrapreso
poiché l’attività di questi sei mesi mi ha migliorato interiormente siacome operatrice che come musicista.
Devo dire che le difficoltà non sono mancate, vi sono stati momenti
difficili, alternati ad altri pieni di entusiasmo; gli stessi anziani mi
hanno aiutato, in loro c’era voglia di fare, di entrare ancora in contatto
con i loro ricordi e le cose belle del mondo. Non tutti hanno progredito
verso gli obiettivi sperati, ma in generale penso che in tutti i casi si
siano fatti considerevoli passi avanti.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 66/68
Agata: dati relativi all'osservazione
N° della lezione
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Attenz. 3 4 5 1 7 7 4 7 7 6Emotivo 5 6 5 4 9 6 5 7 7 7
Socializ. 4 5 6 6 4 7 7 8 8 8
Maria: dati relativi all'osservazione
N° della lezione
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Attenz. 1 6 2 6 8 3 3 2 2 2
Emotivo 3 7 7 4 9 3 3 2 2 2
Socializ. 3 7 5 5 5 4 4 5 5 5
Agata
0
2
4
6
8
10
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
N° lezione
V a l
u t a z i o n e
Attenz. Emotivo Socializ.
Maria
0
2
4
6
8
10
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
N° lezione
V a l u t a z i o n e
Attenz. Emotivo Socializ.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 67/68
Carlo: dati relativi all'osservazione
N° della lezione
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Attenz. 5 4 4 5 6 5 6 8 8 8Emotivo 7 7 5 4 8 7 6 7 8 9
Socializ. 5 6 6 5 8 6 7 8 9 8
Paolo: dati relativi all'osservazione
N° della lezione
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Attenz. 8 5 5 4 6 3 3 7 5 4
Emotivo 6 9 7 8 8 7 8 8 9 9
Socializ. 6 8 6 7 8 7 7 8 9 9
Carlo
0
2
4
6
8
10
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
N° lezione
V a l
u t a z i o n e
Attenz. Emotivo Socializ.
Paolo
0
2
4
6
8
10
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
N° lezione
V a l u t a z i o n e
Attenz. Emotivo Socializ.
7/21/2019 Anna Rossi 05 06
http://slidepdf.com/reader/full/anna-rossi-05-06 68/68
ISTITUTO MEME S.R .L. - MODENA ASSOCIATO U NIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES
A NNA R OSSI – MUSICOTERAPIA - PRIMO ANNO A.A. 2005/06
7 BIBLIOGRAFIA
- P.A.M. Progetto Anziani Musicoterapia “Musicoterapia con il
malato di Alzheimer” (Esperienze, Tecniche, Riflessioni)
Fondazione Alzheimer Italia (Milano), Marzo 2003, pg. 148.
- Raglio Alfredo, Manarolo Gerardo, Villani Daniele “Musicoterapia
e malattia di Alzheimer” (Proposte applicative e ipotesi di ricerca)
Edizioni Cosmopolis (Torino), Dicembre 2001, pg. 43.
8 SITOGRAFIA
www.pamonline.it/musicoterapia.htm
www.musicoterapia.it/art101.html