Anice verde · 2016-11-09 · all’ascella delle foglie inferiori e per il fogliame più scuro e...

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L’anice verde è un’erba annuale aromatica che appartiene al-

la famiglia delle Ombrellifere. Originario dell’Egitto e di alcu-

ne regioni del Mediterraneo orientale, l’anice verde è colti-

vao oggi su scala commerciale soprattutto in India, Turchia,

Messico, Cile e Russia. Cresce anche spontaneamente in ter-

reni ricchi e asciutti, preferibilmente in posizione soleggiata

e riparata. Ha una radice esile, intensamente profumata, un

fusto eretto, alto fino a 50 cm, e fiorellini biancastri, raccolti

in piccole ombrelle che compaiono nei mesi di luglio e agosto.

I semi aromatici, ovoidali, appuntiti, da grigio-verdi a giallo-

marroni presentano sulla superficie dieci scanalature più chia-

re e mantengono spesso un frammento del peduncolo.

Anice verdePimpinella anisum

PROPRIETÀL’anice è botanicamente affine all’aneto, al cumino e alfinocchio; i Romani ne introdussero la coltivazione in To-scana e dall’Italia venne diffuso nel resto dell’Europa,comprese le Isole Britanniche, dove fu talmente apprez-zato che la sua importazione era soggetta a tassazione.L’anice verde è largamente utilizzato per le sue qualitàaromatiche e salutari; svolge un’azione leggermenteespettorante, carminativa, blandamente diuretica, las-sativa e antispasmodica. È particolarmente efficace nel-la cura delle flatulenze e delle coliche; viene utilizzato co-me coadiuvante della digestione e stimolante dell’appe-tito poiché favorisce la secrezione gastrica. Favorisceanche la secrezione delle ghiandole mammarie. Efficacecontro la tosse, il mal di gola e il raffreddore, viene usa-to nella terapia contro il catarro bronchiale. L’olio estrat-to dai semi è ottimo come antisettico.

PRINCIPI ATTIVIContenuti maggiormente nel seme: olio essenziale (sinoal 3,5%) costituito soprattutto da anetolo (sino all’85%),pinene, fellandrene, cimene, metilcalvicolo, estragolo;inoltre olio fissato (sino al 20%); amido; colina; zucche-ri; mucillaggine; proteine, furfurolo; pentosano.

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L’anice verde è una spezia antica: già nel 1500 a.C. gli Egizi lo usavano come cibo e bevanda e ne sfruttavano le proprietà medicinali. Coltivato in seguito anche da Greci e Arabi, nel Medioevo fu ampiamente utilizzato sia come insaporente e aromatizzante sia per la preparazione di rimedi naturali.

SALUTE

Acidità gastrica, aerofagia, cattiva digestione, coliche gastrointestinali, flatulenza,meteorismoBere una tazza d’infuso dopo i pasti principali, oppure 10 gocce di tinturadisciolte in un po’ di acqua tiepida. In alternativa, prendere un bicchieri-no di liquore a stomaco pieno. In caso di flatulenza, di meteorismo oppu-re di acidità, preparare un carbone digestivo seguendo questa ricetta: ridurrein polvere 50 g di semi, metterli in un recipiente e aggiungere 50 g di car-bone di tiglio e 50 g di zucchero; miscelare con cura e prenderne un cuc-chiaino in un’ostia dopo i pasti principali. In ogni caso, dopo aver mangiatocibi grassi oppure pesanti si consiglia di masticare qualche seme legger-mente tostato.

Incremento della montata latteaPer aumentare la secrezione delle ghiandole mammarie bere 2-3 tazze d’in-fuso di semi.

Affezioni bronchiali, asma, catarro nei bronchi, raffreddore e tosseAssumere all’occorrenza, 3 volte al giorno, 2-3 tazze d’infuso caldo; se il sa-pore è troppo sgradevole, dolcificare con un poco di miele. In alternativaprendere, 3 volte nel corso della giornata, 10-15 gocce di tintura discioltein una zolletta di zucchero oppure in una tazza di tè o di latte caldo. Per co-loro che soffrono di attacchi di asma si consiglia di fumare nella pipa, o ma-sticare, alcuni semi tostati.

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A n i c e v e r d e

PREPARAZIONI e Semi maturi essiccati

e INFUSO: portare a bollore un litro d’acqua;nel frattempo, pestare in un mortaio 10-15 g di se-mi, quindi versarvi sopra l’acqua e lasciare in infu-sione per 10 minuti circa. Colare e assumere all’oc-correnza.

e TINTURA: mettere a macerare 20 g di semifinemente sminuzzati in 100 g di alcol a 70°; la-sciare a macero per 10-15 giorni, quindi colare econservare in una bottiglietta di vetro scuro concontagocce. La dose media è di 10-20 gocce per vol-ta, disciolte in un poco di zucchero o di miele. Non as-sumere più di 50 gocce al giorno.

e LIQUORE: lasciare macerare, per circa unmese, in un litro di grappa 50-60 g di semi pestati;aggiungere anche un pizzico di cannella, 3 chiodi digarofano e un baccello di vaniglia. Prenderne al-l’occorrenza un bicchierino dopo i pasti.

� OLIO ESSENZIALE: si acquista già pronto in er-boristeria; prenderne 2-3 gocce disciolte nello zuc-chero 2-3 volte al giorno.

� IN CUCINAIn cucina vengono utilizzate tutte le parti della pian-

ta. Il seme, intero oppure sminuzzato, vie-ne impiegato nella preparazione di pa-

ne, focacce, strudel, salse, creme ecanditi; può essere aggiunto a for-

maggi freschi e cremosi, a mari-nate e nell’acqua di cottura deicrostacei. Con i semi di anice,

inoltre, si preparano nume-rose bevande e liquori, tracui il celebre Pernod. Il fiore

e le foglie possono essere me-scolate alle macedonie con fi-chi, datteri e castagne; la fo-glia è indicata per fare guarni-

zioni di torte dolci e salate. Il gam-bo e la radice, infine, vengono me-

scolati a minestre e stufati per do-nare un leggero aroma di liquirizia.

Eccitazione nervosa, crampi e insonniaAssumere dopo i pasti, ogni volta che si ma-nifestano i disturbi, 10-15 gocce di tinturadisciolte in una tazza d’infuso di camomilla odi tiglio; oppure prendere 2-3 gocce di olio es-senziale su una zolletta di zucchero.

BELLEZZA

Acqua di ColoniaAggiungere a 50 ml di alcol etilico 45 gocce di olio di ber-gamotto, 15 gocce di olio di limone, 10 gocce di olio es-senziale di anice, 4 gocce di neruli, una goccia di olio dilavanda e una goccia di olio di rosmarino; mescolare conmolta cura e conservare in una bottiglietta con tappo a vi-te, in un luogo asciutto e lontano da fonti di caloree di luce. Agitare bene prima dell’uso.

Elisir per rinfrescare e disinfettare la bocca,per profumare l’alito, per sbiancare i dentie tonificare le gengiveMiscelare bene, in un recipiente che si possatappare ermeticamente, 50 g di semi di anicein polvere, 8 g di chiodi di garofano in polvere, 10 gdi cannella macinata, un grammo di essenza di mentae 850 ml di acquavite. Lasciare macerare per 10-15 gior-ni, quindi filtrare e conservare in una bottiglietta di ve-tro scuro. Utilizzare l’elisir (qualche goccia in un bicchieredi acqua tiepida) per fare sciacqui e gargarismi due volteal giorno.

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L’arancia è un agrume, frutto dell’arancio, pianta che appar-

tiene alla famiglia delle Rutacee. Alberello sempreverde, alto

fino a 12 m, con corteccia verde-bruno e rami spinosi da gio-

vani, l’arancio ha foglie persistenti, ovali, e fiori bianchi pro-

fumatissimi. Il frutto (detto esperidio) ha forma subglobosa,

leggermente schiacciata alle estremità; la buccia, di colore a-

rancio-rossastro e cosparsa esternamente di ghiandole olei-

fere, ha un sottile strato biancastro (albedo) che la separa dal-

la polpa. Esistono due specie di arancio, entrambe originarie

della Cina: ‘amara’, Citrus aurantium, e ‘dolce’, C. sinensis (con-

siderata un tempo una varietà della prima), ampiamente col-

tivata in Italia per i suoi frutti dolci e succosi.

AranciaCitrus aurantium e C. sinensis

PROPRIETÀ

I pregi e le virtù della pianta dell’arancio sono moltepli-

ci: in primo luogo, grazie al loro elevato contenuto di vi-

tamina A e C, i frutti rappresentano un importante inte-

gratore vitaminico naturale. L’arancio svolge inoltre una

blanda azione lassativa; è stomachico e tonico per gli or-

gani digestivi in generale; è un ottimo sedativo, antispa-

smodico, tossifugo, febbrifugo e sudorifero, benefico con-

tro il mal di testa. Viene anche utilizzato, soprattutto co-

me calmante e sedativo, in caso di tachicardia e di spa-

smi che interessano il sistema cardiovascolare, di in-

sonnia e di nevrastenia.

PRINCIPI ATTIVI

Nei fiori è contenuto principalmente un olio essenziale

detto olio di fiori di arancio. Nei frutti immaturi verdi, con

scorza, sono presenti: un olio essenziale contenente li-

monene (al 92%); glicidi; sali minerali; acido citrico e ma-

lico; vitamine A, B1, B2, C, E, K, PP; un glicoside; compo-

sti amari.

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Il nome arancio deriva probabilmente dal termine sanscrito nagarania, che significa

‘gusto degli elefanti’. Viene attribuito a due specie del genere Citrus, C. aurantium(arancio amaro) e C. sinensis (arancio dolce), che comprende tutti gli agrumi tranne

il kumquat (o mandarino cinese), che appartiene al genere Fortunella.

UN NOME, DUE SPECIE

L’arancio è la specie agrumaria più coltivata nel mondo, dall’Asia all’Afri-ca, dall’Europa all’America Settentrionale e Meridionale, dove è concentratala maggior parte della produzione mondiale. Il Brasile, seguito dalla Cinae dal Messico, è attualmente il maggior produttore di questi agrumi. An-che la regione mediterranea, soprattutto l’Italia e la Spagna, riveste un ruo-lo di primaria importanza. Entrambe le specie di arancio (dolce e amaro) vengono ampiamente uti-lizzate nell’industria alimentare per la preparazione di marmellate, compostee canditi, succhi e bevande, in liquoreria, nell’industria cosmetica e in fi-toterapia.

OLI PREZIOSI

Da questi agrumi si ricavano numerose, preziose essenze: l’olio essenziale diarancio amaro, o essenza di bigarade, che si estrae dalla buccia dei frutti; l’o-lio essenziale di arancio dolce, o essenza d’arancio o di portogallo, che si estraeanch’esso dalla buccia dei frutti; l’essenza di fiori di arancio amaro, o essen-za di neroli, dal nome del paese di Nerola, in provincia di Roma, di cui e-ra principe Flavio Orsini, la cui moglie, Anna Maria de la Tremoille de Noir-moutier, la introdusse in Francia verso il 1680; l’essenza di petit-grain, chesi ricava per distillazione dalle foglie e dai rametti di arancio amaro, ma an-

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che di arancio dolce. Dai fiori, sempre per distillazione, viene estratta an-che la cosiddetta acqua nanfia, un’acqua profumata usata come eccipientee correttivo.

DOLCE O AMARA?

L’arancio amaro, Citrus aurantium, chiamatoanche ‘cedrangolo’, ‘cetrangolo’, ‘melangolo’e ‘arancio forte’, è una specie originaria del-l’Asia sudorientale. Coltivato in Arabia dal IXsec. e in Sicilia dall’anno 1002, oggi è diffusoin tutte le regioni climaticamente adatte allacoltivazione degli agrumi. Il suo frutto vieneutilizzato per canditure, la polpa per la prepa-razione di marmellate e la buccia in profu-meria e in liquoreria, per preparare, fra l’al-tro, il noto Curaçao. L’arancio amaro vieneimpiegato, inoltre, come portainnesto dellamaggior parte delle specie agrumarie e, mol-to spesso, come pianta ornamentale. Si di-stingue dall’arancio dolce per le lunghe spineall’ascella delle foglie inferiori e per il fogliamepiù scuro e aromatico.L’arancia propriamente detta, che arricchiscedi colore e sapore le tavole imbandite, è inve-ce il frutto dell’arancio dolce, C. sinensis, chia-mato un tempo anche ‘melarancio’ e ‘porto-gallo’. Coltivato in Cina fin dall’antichità, ven-ne introdotto in Europa nel 1520 dai naviga-tori portoghesi e si diffuse dalla penisola ibe-rica all’Italia e successivamente nelle Americhee in numerose altre regioni del mondo.

A r a n c i a

In inverno, le arance, a spicchi o spremute,

sono uno dei rimedi popolari più comuni

per prevenire, grazie all’elevato contenuto

vitaminico, le tipiche malattie da raffreddamento.

Le arance si possono gustare anche in molti

altri modi: primo fra tutti, come marmellata.

Questo termine viene utilizzato comunemente

per indicare una qualunque conserva di frutta

cotta con lo zucchero, ma in realtà si riferisce

soltanto a quella ottenuta dagli agrumi: quelle

preparate con altri frutti vengono definite,

anche secondo la legge, confetture.

Per preparare la marmellata di arance si utilizza

anche la scorza, tagliata a fettine più o meno fini:

è quindi indispensabile, per ottenere un prodotto

veramente salutare oltre che gustoso e saporito,

impiegare frutti coltivati in modo naturale,

senza l’impiego di sostanze chimiche per

proteggere le piante dai parassiti, o per conservare

i frutti o ritardarne la maturazione, o addirittura

per renderli esteticamente più gradevoli.

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A r a n c i a

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Sopra, una tavola francese del XIX sec. che raffigura

una venditrice di arance.

A destra, marmellata di arance amare.

Le arance amare rientrano nella composizione

di vermouth e liquori, come il Cointreau e il Curaçao,

ma anche, per macerazione, di acquaviti, elisir,

bevande analcoliche e aperitivi.

Le arance dolci, invece, sono pregiati frutti da dessert,

da gustare da soli o per arricchire squisite macedonie,

gelati e creme. Sono un aroma ideale per prodotti

di pasticceria, ma sono anche ottime per preparare

originali piatti salati, come l’anatra all’arancia,

soufflè vari e persino insalate.

SALUTE

Acidità gastrica, cattiva digestione, dolori intestinali, mancanza di appetitoAssumere all’occorrenza, prima dei pasti principali, una tazza o una tazzi-na d’infuso di scorza, oppure bere, come sedativo stomachico, una tazzad’infuso di foglie alla sera prima di coricarsi. In alternativa, come efficacerimedio per i dolori di stomaco, prendere qualche goccia di essenza di ne-roli oppure 25 gocce di tintura prima o dopo ogni pasto principale. Se i di-sturbi persistono, consultare il medico.

Febbre, mal di testa, raffreddore e tossePer stimolare la sudorazione e far diminuire la febbre, bere due volte algiorno una tazza d’infuso caldo di scorze o di foglie; in alternativa, pren-dere 30 gocce di tintura su una zolletta di zucchero. In ogni caso si consi-glia di consumare grandi quantità di succo per combattere eventuali infe-zioni in corso e per rifornire l’organismo, in modo naturale, di vitamina C.

Insonnie nervose, nevrastenie, spasmi del sistema cardiovascolare, tachicardieCome sedativo e calmante, assumere una tazza d’infuso di foglie prima odopo i pasti principali e una tazza alla sera prima di coricarsi. È un ottimorimedio, indicato anche per i bambini che fanno fatica ad addormentarsi;in questo caso, far bere loro, prima di mandarli a letto, una tazza d’infusocaldo di fiori, dolcificato con un poco di miele o di zucchero.

BELLEZZA

Lozione nutrientePratica e molto semplice da preparare: è sufficiente spremere uno o più frut-ti, raccogliere il succo, filtrarlo e versarlo quindi negli stampini da ghiaccio

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da riporre nel freezer. All’occorrenza, passare un cubetto sul volto più vol-te, per ottenere una benefica sensazione rinfrescante e tonificante dell’epi-dermide del viso.

Maschera per pelli stancheOttima per nutrire, ammorbidire e cancel-lare i segni di stanchezza. Sbucciare un’a-rancia e grattare con un coltello ben affi-lato la parte bianca e spugnosa (albedo)che si trova tra la buccia e la polpa. Ag-giungere a questa parte bianca un albu-me d’uovo, due cucchiai di latte in polve-re e un cucchiaino di miele. Amalgamarebene tutti gli ingredienti fino a ottenere unacrema densa ed omogenea; spalmare sulviso e sul collo, lasciare agire per 20 mi-nuti, quindi asportare con un batuffo-lo di cotone imbevuto di acqua tiepi-da e, alla fine, ripassare con un tonicorinfrescante.

Tonico ai fiori per pelli delicateOttimo per attenuare gli arrossa-menti e stimolare la circolazionesanguigna. Prendere 60 g di fio-ri freschissimi, farli bollire per 20minuti circa in 500 ml di acquadistillata. Trascorsi il tempo in-dicato, filtrare e aggiungere 2 mldi glicerina e 2 cucchiai di alcolpuro a 95°. Conservare in una boc-cetta di vetro e utilizzare come unnormale tonico.

PREPARAZIONI

u Frutti freschi e loro scorza essiccata

r Foglie essiccate B Fiori freschi o essiccati

� Olio essenziale

u INFUSO DI SCORZE: mettere in una tazza di ac-

qua bollente un cucchiaino di bucce essiccate e smi-

nuzzate; lasciare in infusione per 20 minuti circa.

r INFUSO DI FOGLIE: mettere in infusione, per

10-15 minuti, 2-4 g di foglie secche in 100 ml di ac-

qua; filtrare e berne una tazza al giorno.

B INFUSO DI FIORI: lasciare in infusione, per 10-

15 minuti, 15 g di fiori di freschi oppure 5 g di fiori

essiccati in 100 ml di acqua bollente. Filtrare attra-

verso un colino, e, se si desidera, dolcificare con un

poco di miele.

u SUCCO: spremere la quantità desiderata di a-

rance e berne immediatamente il succo, puro o leg-

germente zuccherato.

u TINTURA: mettere a macerare 20 g di scorza

essiccata e sminuzzata in 100 ml di alcol a 70°. Do-

po 10-12 giorni, filtrare e conservare in una boccet-

ta di vetro scuro con contagocce. La dose consi-

gliata è di 20-30 gocce in poca acqua, prima o dopo

i pasti principali.

� OLIO ESSENZIALE DEI FIORI: ottenuto per di-

stillazione dai fiori freschi di arancio amaro, si può

acquistare già pronto in erboristeria o in farmacia.

È comunemente conosciuto come ‘olio essenziale

di neroli’, ‘essenza di neroli’ o ‘acqua di fiori d’aran-

cio amaro’.

� OLIO ESSENZIALE DELLE FOGLIE: ottenuto

per distillazione delle foglie e dei rametti di arancio

amaro, si può acquistare già pronto in erboristeria

o in farmacia. Viene commercializzato con il nome di

‘essenza di petit-grain’.

� IN CUCINA

Le arance si possono consumare fre-

sche, in spremute, cocktail e frulla-

ti; si possono associare a insalata

o gustare a fettine, condite con o-

lio, sale e pepe. Si utilizzano per

fare crostate, canditi e marmella-

te; rientrano nella preparazione di

rosoli e di alcuni liquori, come il

Grand Marnier, il Cointreau e il Cu-

raçao. L’acqua dei fiori è un aromatiz-

zante essenziale per la ‘pastiera napoleta-

na’ e per altri tipici dolci del Meridione.

A r a n c i a

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La betulla è un’elegante latifoglia che appartiene alla famiglia

delle Betulacee. Originaria del Nord Europa e dell’Asia set-

tentrionale, è ampiamente diffusa anche nelle aree montuo-

se dell’Europa meridionale, in Asia Minore e nel Nordameri-

ca; nel nostro Paese cresce spontanea soprattutto sulle Alpi,

formando talvolta boschi puri (betuleti). Alta fino a 30 m, ha

un tronco snello con rami esili e penduli e una corteccia pa-

piracea argentea, interrotta da caratteristiche lenticelle ne-

rastre, che si sfoglia in lamine facili da asportare. Le foglie de-

cidue, piccole e acuminate, sono alterne e hanno il margine

doppiamente dentato. I frutti sono simili a corte pignette ci-

lindriche, pendenti, che a maturità si disfano completamente.

BetullaBetula pendula

PROPRIETÀ

La betulla possiede ottime proprietà diuretiche ed anti-

settiche contro le infezioni dell’apparato urinario: stimola

la diuresi senza provocare alcun effetto collaterale sgra-

dito, è utile per combattere la ritenzione di liquidi nei tes-

suti, sia di origine renale che cardiaca, e favorisce l’eli-

minazione di acido urico. Aumenta altresì la fluidità del-

la bile e abbassa il tasso di colesterolo nel sangue e svol-

ge inoltre una buona azione lassativa, febbrifuga e de-

purativa dell’organismo. Per uso esterno possiede ottime

qualità astringenti, antisettiche, disinfettanti ed emol-

lienti, utili soprattutto nella cura della pelle e del cuoio ca-

pelluto.

PRINCIPI ATTIVI

La betulla contiene principalmente: olio essenziale; tan-

nini; resine; saponine; tracce di flavonoidi e di glucosidi

di vario genere.

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Albero sacro degli antichi Celti, la betulla è una specie pioniera che cresce anche

in condizioni proibitive, fino ai limiti della vegetazione arborea, in tutto l’emisfero

settentrionale. I nativi nordamericani ne utilizzavano la scorza per costruire le loro

canoe e per rivestire le loro capanne.

SALUTE

Artrosi, astenia sessuale, decalcificazione osseaBere all’occorrenza, durante la giornata e lontano dai pasti principali, 3tazze di infuso di gemme; se il gusto risultasse troppo amaro, dolcificare conun po’ di miele. Se i disturbi persistono, consultare uno specialista.

Calcoli ai reni, coliche renali, edemi e idropisia, renella e ritenzione di acido uricoPrendere, durante la giornata, 8-10 cucchiai di decotto di radice oppure 2tazze di infuso di foglie, lontano dai pasti; in alternativa, assumere 3 cuc-chiaini di tintura al giorno, diluiti in una tisana a piacere. In caso di renel-la, è molto efficace la linfa: si consiglia di prenderne 2-3 bicchierini alla mat-tina a digiuno, prima di colazione, per 15 giorni.

Per fluidificare la secrezione biliare, per ridurre il colesterolo nel sangue e per abbassare il tasso di albumina nelle urinePer un’ottima azione depurativa, bere 3 tazze al giorno di infuso di foglieo 2-5 cucchiaini di tintura diluiti in una tazza di decotto di foglie di car-ciofo, preferibilmente lontano dai pasti. Se i valori non ritornano alla nor-malità rivolgersi al medico.

Febbre, raffreddorePer un’azione tonica e stimolante, assumere all’occorrenza un bicchierinodi vino medicinale, prima dei pasti principali, oppure, in caso di febbri in-termittenti, bere una tazza di decotto di radice prima dei pasti.

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PREPARAZIONI

r Gemme e foglie giovani essiccate 4 Corteccia e linfa

4 DECOTTO DI CORTECCIA: far bollire 5-10 g di

corteccia essiccata e sminuzzata in una tazza di ac-

qua bollente, per 5 minuti; togliere quindi dal fuoco,

lasciare riposare per 30 minuti, poi colare e con-

servare in un luogo fresco.

r INFUSO: versare un litro di acqua bollente so-

pra 40 g di foglie o di gemme essiccate e sminuzzate,

aggiungere mezzo cucchiaino di bicarbonato e la-

sciare in infusione per 10-15 minuti, quindi filtrare.

Berne 3 tazze al giorno, lontano dai pasti.

r TINTURA: mettere a macerare 20 g di foglie es-

siccate e sminuzzate in 80 ml di alcol a 60°; dopo 10-

12 giorni, filtrare e conservare in una boccetta di

vetro scuro.

4 VINO MEDICINALE: mettere a macerare, per

un tempo non inferiore a 8 giorni, 50 g di corteccia

in un litro di buon vino rosso; trascorso il tempo in-

dicato, filtrare e conservare in una bottiglia ben chiu-

sa, in un luogo asciutto. La dose consigliata è di un

bicchiere prima dei pasti.

4 LINFA: praticare un’incisione sulla corteccia del-

la pianta e raccogliere la linfa che ne fuoriesce in un

barattolo di vetro. Somministrare a bicchierini, se-

condo le indicazioni.

� IN CUCINA

La betulla possiede ottime qualità curative, ma non

trova un grande impiego in campo alimentare. Uti-

lizzando la corteccia è possibile preparare una birra

dal gusto e dal sapore particolari; dalla linfa, invece,

si possono ricavare vino e aceto aromatico.

Dermatosi, piaghe e ulcereFare lavaggi e applicare compresse sulle zone interessate, utilizzando un de-cotto preparato con 80-100 g di foglie essiccate o 30-40 g di corteccia, fat-te bollire in un litro d’acqua per 10 minuti circa.

BELLEZZA

Cura depurativa per l’acne e per pelli grasse con eccesso di seboPer cicatrizzare i foruncoli ed evitare l’espandersi delle impurità,applicare un cataplasma direttamente sulle zone interessate. Fa-re cuocere qualche foglia e alcune gemme in pochissima acquafino a quando evapora completamente; togliere quindi dalfuoco e lasciare intiepidire; stendere l’impaccosul viso lasciandolo agire per 20-25 minuti epoi sciacquare con acqua tiepida. In alter-nativa, lavare molto bene le zone colpitecon un infuso di foglie e gemme (una man-ciata in una tazza di acqua bollente); ba-gnare più volte il viso utilizzando delle gar-ze sterili.

Impacchi contro la cellulitePer uso esterno, fare degli impacchi sullezone interessate con un decotto di cortecciao di foglie; fasciare ben stretto e lasciare agi-re per 30-35 minuti.

Lozione per l’igiene e l’irrobustimento dei capelliPreparare una tintura di foglie di betulla a basso gra-do alcolico (20°); diluirne un cucchiaio in una tazzadi acqua e praticare massaggi e frizioni sul cuoio ca-pelluto 2 volte alla settimana.

B e t u l l a

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Il biancospino è un arbusto che appartiene alla famiglia del-

le Rosacee ed è originario dell’Europa, dell’Africa settentrio-

nale e dell’Asia occidentale. In Italia cresce dalle zone calde

vicino al mare fino alle zone submontane, in siepi e in boschi

di latifoglie. Pianta spinosa a crescita rapida, il biancospino

può raggiungere i 9 m d’altezza. Le foglie sono verde scuro,

glabre, coriacee e profondamente lobate. Nella tarda prima-

vera, all’apice di corti rametti, compaiono i fiorellini bianchi,

leggermente sfumati di rosso e dolcemente profumati, riuni-

ti in grappolini. Dalla tarda estate fino all’autunno sui rami

compaiono le bacche rosse, che contengono il vero frutto:

uno o due noccioli.

Biancospino Crataegus oxyacantha

PROPRIETÀÈ una pianta molto importante dal punto di vista medico,largamente utilizzata nella medicina orientale e occi-dentale, nel trattamento di disturbi dovuti a ipertensionee stress. La corteccia possiede proprietà febbrifughe, lefoglie e i frutti sono astringenti, antidiarroici e antiscor-butici. I fiori, che svolgono l’azione curativa più impor-tante, sono ottimi cardiotonici, ipotensivi, antispasmodicie blandamente ipnotici. Il biancospino svolge un’effica-ce azione sedativa del sistema nervoso simpatico, rego-la la pulsazione cardiaca e la pressione sanguigna in ca-so di angina pectoris, nevrosi cardiache, tachicardia eipertensioni in genere. Svolge un’azione vasodilatatricein stati di sofferenza dei grandi vasi sanguigni e in casodi vene varicose; è utile nell’arteriosclerosi, nei disturbidella menopausa, nelle insonnie nervose, in caso di ver-tigini, stati di angoscia e ronzii alle orecchie.

PRINCIPI ATTIVIContiene: glucosidi di flavone; catechine; crategina; quer-cetina; quercitrina; saponine; vitamina C; acidi crategicoe crategolico; diversi altri componenti non ancora iden-tificati.

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Le virtù curative del biancospino, in particolar modo dei suoi fiori, sono conosciutefin dal Medioevo. È un eccellente regolatore dell’attività cardiaca: viene utilizzato per contrastare l’ipertensione, l’arteriosclerosi e le palpitazioni. Le sue proprietàantispasmodiche e calmanti combattono l’insonnia e gli stati di angoscia.

SALUTE

Affezioni delle vie respiratorie, infiammazioni delle mucose della bocca e delle gengive, tosseUtilizzare il decotto di frutti o l’infuso di fiori, eventualmente addolciti conun po’ di miele, per fare sciacqui e gargarismi almeno due volte al giorno.

Insonnia, ipertensione, ronzii alle orecchie, stati di angoscia e di arteriosclerosi,vertiginiBere con regolarità 3 tazze d’infuso di fiori caldo, addolcito con miele, o 3-4 cucchiai al giorno di vino medicinale, oppure 30 gocce di tintura 3 vol-te al giorno (mattino, metà pomeriggio e sera, prima di coricarsi). Control’ipertensione prendere un infuso preparato con biancospino, boccioli di ti-glio e achillea. Se i sintomi non migliorano, consultare subito il medico.

Aritmia cardiaca, angina pectoris, nevrosi cardiache, palpitazioni, tachicardiaSe i sintomi sono gravi chiamare subito il medico. Bere inoltre regolar-mente 2-3 tazze al giorno d’infuso di fiori, tiepido o caldo, o prendere al-l’occorrenza, come cardiotonico e ipotensore 20-40 gocce (per volta) ditintura, 2-3 volte al giorno.

Crampi uterini e disturbi della menopausaCon azione antispasmodica, prendere all’occorrenza 2 tazze al giorno di in-fuso di fiori di biancospino e un bicchierino di vino medicinale, prima deipasti principali.

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B i a n c o s p i n o

PREPARAZIONIB Fiori essiccati u Frutti freschi o essiccati

u DECOTTO DI FRUTTI: fare bollire in un litrod’acqua, per 15 minuti circa, 100 g di frutti essiccati;lasciare raffreddare, colare e prenderne 2-3 tazzeal giorno.

B INFUSO DI FIORI: versare una tazza d’acquabollente sopra 5-6 g (un cucchiaino da tè) di fiori es-siccati sminuzzati; lasciare riposare per 5-8 minuti,quindi colare e bere caldo. Se si desidera, dolcifica-re con un cucchiaino di miele.

B TINTURA: mettere a macerare, in 80-85 g di al-col a 30°, 25 g di fiori essiccati e sminuzzati. Dopo10-12 giorni filtrare e conservare in una boccetta divetro scuro con contagocce. Prendere 20-40 goc-ce, 2-3 volte al dì, in una tisana calda, o allungate inun po’ d’acqua.

B VINO MEDICINALE: mettere a macerare in unlitro di vino bianco secco 50 g di fiori essiccati dibiancospino e 100 g di vischio. Dopo una settimana,filtrare e conservare in una bottiglia di vetro. Pren-derne un bicchierino prima dei pasti principali, op-pure 5-6 cucchiai al giorno.

IN GIARDINONel prato il biancospino forma una bella siepe spes-sa oppure un gradevole arbusto. Per fare una bella recinzione di biancospino, piantaregli arbusti a 30-40 cm d’intervallo l’uno dall’altro, epotare le piante, se necessario, tra metà estate emetà primavera. Se bruciato emana un buon calore e un delicato pro-fumo rilassante.

Calcoli renali, diarrea, ritenzione urinariaBere una tazza di decotto di frutti 2-3 volte al giorno. Se i disturbi persi-stono, consultare il medico.

Pressione alta, vene varicosePer rafforzare i vasi sanguigni e regolarizzare la circolazione sanguigna, be-re una tazza d’infuso caldo di fiori 3-4 volte al dì.

BELLEZZA

Maschera astringente per pelli grassePreparare un infuso mettendo 5 g difoglie essiccate e sminuzzate, in 50 mld’acqua bollente; lasciare in infusioneper 10-12 minuti, colare e filtra-re. Nel frattempo scioglierea fuoco lento, mescolando,un cucchiaio di cera d’api euno di lanolina; toglieredal fuoco, aggiungere l’in-fuso e mescolare finché il com-posto non si sia completamente raffreddato; aggiungerequindi un cucchiaio di argilla bianca e rimestare fino a ot-tenere una crema soffice e densa. Applicare sul viso e lasciare agi-re per 20-30 minuti; sciacquare poi con abbondante acqua tiepida.

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La pianta più tipica fra le cosiddette ‘erbe della nonna’ è

senz’altro la camomilla. In realtà, però, con questo nome si in-

dicano più specie che appartengono a due differenti generi,

Matricaria e Anthemis, della famiglia delle Composite. Pianta

erbacea aromatica, annuale, biennale o perenne, la camo-

milla è originaria dell’Europa centromeridionale e dell’Africa

nordoccidentale; in Italia cresce spontanea dalle zone sub-

montane fino al mare, lungo le strade campestri, negli incol-

ti come nei coltivi. Alta da 10 a 50 cm, ha fiori profumati e ro-

busti, riuniti in capolini che sbocciano alla sommità di lunghi

peduncoli; gialli-dorati quelli al centro e bianchi nella raggie-

ra, compaiono in estate formando splendidi tappeti erbosi.

CamomillaAnthemis spp. e Matricaria spp.

PROPRIETÀ

Comune, ma preziosa erba medicinale, impiegata da ol-

tre 2000 anni per le sue qualità antispasmodiche, seda-

tive, antimicotiche e antibatteriche, la camomilla svolge

un’efficace azione emmenagoga nelle amenorree e di-

smenorree di origine nervosa; è un blando analgesico,

particolarmente efficace per la fascia del trigemino, in ca-

so di cefalee premestruali, influenzali e odontalgie; miti-

ga le coliche e ha una benefica azione sulla digestione;

possiede altresì proprietà cicatrizzanti, carminative e an-

tiallergiche ed è un ottimo stimolante del sistema im-

munitario. Per uso esterno l’infuso, sotto forma di im-

pacchi, cura blefariti, congiuntiviti, occhi arrossati, gen-

giviti e infiammazioni cutanee. La camomilla romana,

per uso interno, interferisce con l’assorbimento del fer-

ro e di altri minerali, mentre, per uso esterno, può irrita-

re le mucose.

PRINCIPI ATTIVI

Nei capolini sono presenti principalmente: un olio volatile

contenente amazulene e abisabololo; flavonoidi, tra cui

apigenina, luteolina e quercitina; inositolo e acido ante-

mico; cumarine.

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Antica pianta, già conosciuta e apprezzata per le sue proprietà terapeutiche dagli

Egizi e dai Greci, la camomilla è la più nota fra le erbe della nonna, ancora oggi

usata abitualmente sotto forma di tisana, per la sua blanda azione sedativa

e antispasmodica, per conciliare il sonno, in particolare dei bambini.

Sono due le specie più importanti e maggiormente utilizzate in ambitomedico e cosmetico: la camomilla comune (Matricaria recutita) e la camo-milla romana (Anthemis nobilis). Sebbene possiedano proprietà analoghe,anche se in parte differenti, molti erboristi preferiscono utilizzare solo la ca-momilla romana, che ha un aroma più marcato, oppure mescolare le som-mità fiorite delle due piante (due parti di camomilla comune e una di ca-momilla romana). La camomilla comune ha una percentuale di olio vola-tile più elevata e contiene sostanze antinfiammatorie e analgesiche parti-colarmente efficaci nella cura delle scottature e nelle prevenzione delle ul-cere e delle infezioni.I capolini delle diverse specie di camomilla vanno raccolti, a scopo medi-cinale, un po’ prima della fioritura completa, possibilmente in giornate ditempo bello, calde e asciutte; si fanno quindi seccare rapidamente all’om-bra, in un luogo ben ventilato, e li si ripone, infine, in un recipiente chiu-so ermeticamente da conservare al riparo dall’umidità. Per non perdere leloro proprietà terapeutiche, i fiori essiccati devono essere utilizzati entro l’an-no di raccolta.La camomilla viene utilizzata anche in campo cosmetico e la sua essenza vie-ne viene impiegata in profumeria.Alcune specie e numerose varietà e ibridi vengono coltivate come piante a-romatiche o come ornamentali, come ad esempio A. nobilis ‘Flore Pleno’,bellissima cultivar con fiori doppi, bianco crema, e foglie profumate di me-la, e A. nobilis ‘Treneague’, priva di fiori, che forma tappeti erbosi dall’aspettodi muschio. A. tinctoria, invece, la camomilla dei tintori, è un’elegantepiantina di origine europea con fiori solitari dorati, utilizzati per preparareuna tintura di un colore giallo particolarmente intenso.

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LA CAMOMILLA COMUNE

Conosciuta anche con il nome di ‘capomilla’ e un tempo clas-sificata come M. chamomilla, M. recutita è una specie di origi-ne asiatica, diffusa quasi ovunque nel mondo e presente su tut-to il territorio del nostro Paese, a carattere infestante, soprattuttonei campi di cereali. Pianta annuale alta fino a 50 cm, la ca-momilla comune fiorisce da maggio ad agosto. Il nome del ge-nere a cui appartiene deriva, secondo alcuni botanici, dal ter-mine latino matrix, che significa ‘utero’, per l’azione eccitanteche questa pianta esercita sulla muscolatura di quell’organo.

LA CAMOMILLA ROMANA

Un tempo classificata come Chamaemelum nobile, A. nobilis èuna specie che non cresce spontanea sul nostro territorio, masolo coltivata come pianta medicinale e talvolta ornamentale.Alta fino a 30 cm, ha foglie grigio-verdi, leggermente velluta-te. Il genere a cui appartiene comprende numerose specie, per-lopiù originarie dell’Europa mediterranea e, alcune, endemichedel nostro Paese. In Italia è assai comune la camomilla bastar-da (A. arvensis), poco profumata e con foglie divise in segmen-ti più larghi di quelli delle altre specie.

C a m o m i l l a

Nell’immagine a sinistra, fiori di camomilla

freschi ed essiccati (nel vaso).

In diverse località, come ad esempio nel

Monferrato, in Piemonte, si tramanda la credenza

che, per garantire pienamente i suoi effetti

curativi, la camomilla debba essere raccolta

con la mano sinistra senza farle toccare terra

prima di essere giunti a casa e che, soprattutto,

si debbano cogliere di preferenza le piantine

che si sono sviluppate vicino a a cespi di gramigna

oppure di cicoria.

Sotto, uno splendido capolino di camomilla.

Il termine chamomilla è un adattamento tardo

latino del nome che gli antichi Greci diedero

a questa pianta e che significa ‘mela nana’

per il profumo delle foglie di alcune specie,

che ricorda quello della mela.

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Sopra, capolini di camomilla (Matricaria chamomilla).

Questa pianta ha fusti eretti brevemente prostrati

alla base e foglie profondamente divise in stretti

segmenti, detti lacinie.

I fiori della camomilla, come tutti quelli delle specie

che appartengono alla famiglia delle Composite

sono riuniti in capolini, formati dai fiorellini del centro

(disco), chiamati flosculi, gialli e tubolosi, e da quelli

del raggio, bianchi, impropriamente chiamati petali,

con una ligula (prolungamento a forma di linguetta)

con due solchi profondi.

SALUTE

Acne e rottura dei capillariCon azione purificante, dopo essersi lavati il viso, sciacquare con l’infuso.

Blefarite, congiuntivite, occhi arrossati e stanchiMettere in infusione, per 15 minuti, un cucchiaio di fiori essiccati in unatazza di acqua bollente, quindi filtrare e lasciare raffreddare. Fare impacchifreddi sugli occhi con una pezzuola imbevuta nell’infuso.

Diarrea, nausee mattutine, vomito, indigestione, ulcera allo stomaco e mancanzadi appetitoBere 3 tazze d’infuso, di prima mattina, a mezzogiorno e di sera, oppure as-sumere 8-10 gocce di tintura su una zolletta di zucchero o in alternativa 3cucchiai di sciroppo, 3 volte al giorno.

Disturbi premestrualiAssumere, lontano dai pasti, 2-3 tazze di infuso al giorno, oppure 10-12 goc-ce di tintura su una zolletta di zucchero, 3 volte durante la giornata.

Infiammazioni cutanee da pannolini, pelle irritata, screpolata e feriteEsporre le parti arrossate all’aria fresca e applicare sulle parti interessate del-le compresse fredde di camomilla.

Insonnia, difficoltà a dormire, stati d’ansiaPrendere una tazza calda di infuso mezz’ora prima di coricarsi; questo me-todo è un blando sedativo anche per i bambini, tradizionalmente consigliatocontro gli incubi notturni; per i più piccoli mettere un cucchiaio d’infusonel poppatoio.

Mal di gola e gengivitiFare gargarismi e sciacqui con l’infuso freddo di fiori, più volte nel corso del-la giornata.

Mal di schiena, mal di testaSpalmare sulle parti interessate un poco di olio per uso esterno e massag-giare delicatamente. In caso di dolori molto forti e persistenti, consultareil medico.

C a m o m i l l a

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PREPARAZIONI

B Fiori essiccati � Olio essenziale

B INFUSO: mettere un cucchiaio di fiori essicca-

ti in una tazza di acqua bollente; lasciare in infusio-

ne per un’ora, quindi filtrare e assumere secondo le

indicazioni.

B POLVERE DI FIORI: triturare finemente in un

mortaio 5 g circa di fiori essiccati. Conservare in un

barattolo chiuso e prendere la polvere mescolata a

miele oppure a zucchero, a piacimento.

B TINTURA: mettere a macerare 20 g di fiori smi-

nuzzati in 100 ml di alcol a 70°; dopo 8 giorni, colare

e conservare in una bottiglietta di vetro scuro con

contagocce.

B SCIROPPO: preparare un infuso con 3 cucchiai

di fiori in 150 ml di acqua bollente; lasciare in infu-

sione per almeno un’ora, spremere, filtrare e ag-

giungere quindi 250 ml di sciroppo semplice, pre-

parato sciogliendo 665 g di zucchero in 335 ml di ac-

qua, portando a ebollizione e quindi filtrando con u-

na tela.

BOLIO PER USO ESTERNO: mettere a ma-

cerare 60 g di fiori secchi ben sminuzzati in

500 ml di olio di oliva; scaldare per 2 ore a ba-

gnomaria, agitando ogni tanto. Spremere

con cura e passare attraverso una tela; con-

servare in una bottiglia di vetro scuro, a

chiusura ermetica.

�OLIO ESSENZIALE: si può acquistare

già pronto in erboristeria o nelle farmacie

più fornite.

�MILLEUSI

La camomilla è apprezzata per le sue pro-

prietà curative anche in giardino: infatti

può essere coltivata come pianta ‘medico’

accanto a una pianta deperita per ‘riani-

marla’, oppure si può utilizzare l’infuso

come spray sulle piantine per prevenire il

marciume da umidità e sul composto ve-

getale per attivarne la decomposizione.

Anthemis tinctoria, la camomilla dei tin-

tori viene usata come base di una tintura,

di un bel colore giallo dorato, per la lana

e la seta.

� AVVERTENZE

In soggetti particolari o in quantità ecces-

sive, la camomilla può provocare insonnia

ed eccitazione. Inoltre, a dosi elevate può di-

ventare vomitiva.

C a m o m i l l a

BELLEZZA

Latte detergente per pelli secche e sensibiliAgisce come ottimo calmante e, inoltre, ammor-bidisce e schiarisce la pelle. Riscaldare a bagno-maria 2 cucchiai di fiori in 1/2 tazza di latte inte-ro e cuocere per 30 minuti (non far bollire il lat-te ed evitare la formazione della pellicola). Lascia-re in infusione per 2 ore, quindi filtrare. Conser-vare in frigo e consumare entro una settimana. Ap-plicare sul viso con un batuffolo di cotone ed eli-minare gli eccessi con un fazzoletto di carta.

Bagno calmante e rilassanteAggiungere all’acqua del bagno 5-10 gocce di olioessenziale, distribuendolo nell’acqua che deve esse-re a una temperatura poco inferiore a quella corpo-rea (33-36 °C); lasciare riposare qualche minuto eagitare leggermente. Attenzione a non versare l’olionell’acqua calda bollente poiché evapora.

Prevenire la forforaPreparare un decotto con 4 cucchiai di fiori in 1/2 l diacqua, far bollire per 20 minuti e poi filtrare; versare u-na dose di shampoo neutro in una tazza e aggiungere 2cucchiai di decotto o 4 gocce di olio essenziale. Mesco-lare bene e usare come di consueto.

Schiarire i capelliPreparare un infuso con 8 cucchiai di fiori e usarlo rego-larmente dopo lo shampo.

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La cannella, conosciuta anche come cinnamomo, è un albero

sempreverde, alto fino a 10 m, con una corteccia bruno chia-

ro, cartacea, foglie coriacee e glabre, lunghe fino a 18 cm, e

piccoli fiori giallastri riuniti in pannocchie ascellari e terminali.

Questa pianta prospera nei climi tropicali marittimi a bassa

altitudine e predilige i terreni sabbiosi. Appartiene alla fami-

glia delle Lauracee ed è originaria dello Srı Lanka (l’antica

Isola di Ceylon), il maggiore produttore mondiale, ma viene col-

tivata anche in India, Brasile, Indonesia e nelle Seicelle, dove

si è naturalizzata. La spezia consiste nella corteccia essicca-

ta della pianta, che ha uno spessore di un quarto di millime-

tro, colore chiaro, forte odore aromatico e gusto piccante.

CannellaCinnamomum verum

PROPRIETÀLa cannella possiede proprietà antiparassitarie, antiset-tiche, antispasmodiche, astringenti, carminative, dige-stive, febbrifughe, leggermente afrodisiache e tonificanti.Stimola l’appetito, riduce il vomito e la flatulenza e, co-me ben si sapeva in passato, favorisce la contrazionedell’utero: è quindi indicata per frenare emorragie e perregolare il flusso mestruale.

PRINCIPI ATTIVIContiene un olio volatile (fino al 10%), pectine, resine, mu-cillagini, zuccheri e tannini (contenuti sia nella cortecciache nelle foglie). Dalla corteccia viene estratto l’olio es-senziale di cinnamomo, dall’odore penetrante e dal sa-pore dolciastro, utilizzato in liquoreria, profumeria e far-macia, che contiene il 5-10% di eugenolo, il 65-75% di al-deide cinnamica, aldeide cuminica, cineolo, fellandrene,safrolo ed esteri dell’acido cinnamico. Dalle foglie si ri-cava invece un olio essenziale che contiene dal 70 al95% di eugenolo, oltre a piccole quantità di altre so-stanze, che viene talvolta usato come sostituto dell’oliodi chiodi di garofano. Dalle radici, infine, viene estrattoun olio essenziale ricco di canfora (60%), non in com-mercio.

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Il commercio della cannella ha scandito per secoli la storia dell’Isola di Ceylon: perassicurarsi il predominio su questi traffici, i Portoghesi la sottomisero nel XVI sec.,soppiantati poi, nel 1658, dagli Olandesi, che intrapresero per primi la coltivazione di questa spezia. Nel 1796 subentrarono gli Inglesi, che vi rimasero fino al 1948.

SALUTE

Artrosi e reumatismi, per disinfettare piccole piaghe e punture d’insettiDiluire 1-2 gocce di olio essenziale di cannella in un cucchiaio di olio dimandorle dolci e applicarlo sulla zona interessata con un leggero massag-gio, fino a quando è completamente assorbito.

Coliche addominali, diarrea cronica, dolori di stomacoBere una tazza di infuso una volta al giorno.

Disturbi digestivi e renali causati dal freddoSi consiglia di bere, ogni giorno, 1-2 tazze di infuso o di decotto, a tempe-ratura ambiente.

Raffreddori, influenza e per facilitare la sudorazioneBere 1-2 bicchierini di vino medicinale bollente, dolcificato con miele, op-pure 2-3 tazze di infuso, al giorno.

Infezioni cronicheIngerire, lontano dai pasti, una goccia di olio essenziale su una zolletta dizucchero.

Tosse e disturbi respiratori in genere, per stimolare la circolazione, Diluire 1-2 gocce di olio essenziale di cannella in un cucchiaio di olio dimandorle dolci e applicarlo sul torace con un leggero massaggio. In questi

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C a n n e l l a

PREPARAZIONI 4 Corteccia dei rami (facilmente reperibile in erboristeria, farmacia, drogheria e nei supermercati) � Olio essenziale

4 INFUSO: portare a ebollizione un litro di acqua,togliere dal fuoco e aggiungere un cucchiaino di can-nella in polvere; lasciare in infusione per almeno 15minuti prima di filtrare. Si consiglia di conservare l’in-fuso così preparato in bottiglie di vetro, in un luogoasciutto.

4 DECOTTO: mettere un cucchiaio di cortecciaspezzettata in un litro di acqua; portare a ebollizio-ne e fare sobbollire per 5 minuti; togliere quindi dalfuoco, fare intiepidire e infine filtrare con un colino.

4 TINTURA: mettere 20 g circa di corteccia tritatae ridotta in polvere in 100 ml di alcol a 80°; faremacerare il composto per una settimana e alla finefiltrare.

4 VINO MEDICINALE: aggiungere 60 g di cor-teccia in polvere a un litro di buon vino bianco; la-sciare macerare per almeno 6 giorni, quindi filtraree conservare in un luogo fresco e asciutto. È beneporre una particolare attenzione nella scelta del vi-no, poiché se la qualità è scadente durante la ma-cerazione può inacidire.

�OLIO ESSENZIALE: viene estratto direttamen-te dalla corteccia o dalle foglie e subisce una com-plessa lavorazione, per cui è preferibile acquistarlogià pronto in erboristeria.

� IN CUCINAFortemente aromatica, dolce, gradevole e solo ra-ramente amara o astringente, la cannella ha un pro-fumo molto fragrante; per distillazione si ottiene u-na quantità minima di olio, anch’esso deliziosamente

aromatico.Grazie al suo sapore particolare, la cannella è in-

dicata sia per i piatti dolci che per quel-li salati: è gradevole soprattutto conil riso, nei pani speziati, nelle com-poste di frutta (in particolar modo

in quelle a base di pere), nei dessert, nei dolci e nel-le bevande al cioccolato. Un tempo veniva usata nel-la birra e nel vino e ancora oggi è apprezzata nel vin

brûlé, che si può preparare facendo bollire 150 mldi acqua in una casseruola con un pezzetto di

stecca di cannella, un pezzetto di zenzeroessiccato e pestato, 8 chiodi di garofano,qualche pezzetto di scorza d’arancia e 75g di zucchero; si uniscono quindi 750 mldi vino rosso, portando questa miscela

quasi a ebollizione prima di servire.

casi sono indicati anche l’infuso, il decotto, la tintu-ra e il vino medicinale.

Gengive e mucose della bocca ulcerateSciacquare la bocca ed effettuare gar-garismi con l’infuso freddo oppurecon 10 gocce di tintura diluite in unbicchiere di acqua; ripetere almeno duevolte al giorno.

Stati di convalescenzaDiluire 10 gocce di tintura in un pocodi acqua e bere prima dei pasti.

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Il carcadè, o karkadè, è un arbusto annuale che appartiene

alla famiglia delle Malvacee. Originario della fascia tropicale

afroasiatica, viene oggi coltivato ovunque lungo i Tropici. Alto

fino a 2 m, assai ramificato alla base, semplice o con poche

ramificazioni nella porzione superiore, ha fusti rossastri. Le

foglie hanno un lungo picciolo: quelle basali sono ovoidali e

con il margine intero, mentre quelle superiori sono palmate

e composte da tre foglioline. I fiori solitari, inseriti all’ascella

delle foglie superiori, hanno un calice carnoso, rosso, e una

corolla formata da 5 petali gialli, spesso macchiati di bruno

rossastro. Il frutto è una capsula ovoidale, allungata e con

l’apice appuntito, ricoperta da un sottile strato di peluria.

CarcadèHibiscus sabdariffa

PROPRIETÀIl carcadè è noto sin dall’antichità per le sue pregiate e particolari qualità aromatiche e dissetanti, assai apprez-zate soprattutto nella stagione estiva e nei Paesi molto caldi. Il carcadè, oltre a essere una piacevole bevanda aromatica, grazie ai suoi principi attivi possiede anche proprietà salutari che lo rendono un ottimo rimedio naturale: agisce infatti come sudorifero e diuretico, stimolando le funzioni dell’apparato renale e favorendo l’eliminazione dei liquidi in eccesso; è un ottimo regola-tore delle funzioni epatiche e agisce come fluidificatore del sangue. Grazie al contenuto di mucillagini, protegge le mucose interne, regola le funzioni intestinali ed eser-cita un’azione leggermente lassativa; è altresì utile per prevenire e combattere l’influenza, il raffreddore e la febbre. Per uso esterno, esercita un’azione emolliente, astringente e tonificante.

PRINCIPI ATTIVIContiene principalmente: acidi organici, compresi acido tartarico, acido citrico, acido malico e acido ibiscico; pigmenti rossi, tra cui gossipitina e ibiscina; vitamina C; mucillagini; polifenoli; glucosidi; fitosterolina.

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Coltivato su scala commerciale soprattutto in Egitto, Srı Lanka, Messico e nelle regioni più calde dell’Asia, il carcadè venne importato in Italia, forse dall’Eritrea, negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale, ma il suo utilizzo nel nostro Paese e nella nostra farmacopea è ancora oggi estremamente limitato.

SALUTE

Affezioni all’apparato renale, eccessiva ritenzione di liquidi, per regolarizzare le funzioni epatiche, per favorire la fluidificazione e la depurazione del sangue, per favorire la sudorazioneAll’occorrenza assumere a piacere l’infuso: per avere dei buoni risultati e goderne i benefici, si consiglia di consumare almeno un litro di infuso al giorno. Questo rimedio è particolarmente indicato soprattutto nei mesi estivi, o quando incominciano i primi caldi, per alleviare ‘il carico di lavoro’ dell’apparato renale. Se i disturbi si aggravano e i sintomi non tendono a migliorare, è opportuno consultare il medico.

Carenza di vitamina C, digestione difficile, intestino pigro, per proteggere le mucose intestinaliCome buona fonte di vitamina C, assumere tutti i giorni, sotto forma di bevanda rinfrescante, dissetante e a basso contenuto calorico, 2-3 tazze di infuso, caldo o freddo a piacere; per regolarizzare le funzioni dell’intestino e per proteggere le mucosi intestinali, bere regolarmente tutti i giorni 3-4 tazze di infuso.

Febbre, influenza, mal di gola, raffreddore, per migliorare e per stimolare le difese naturali dell’organismoAssumere l’infuso caldo, soprattutto come prevenzione nel periodo inver-nale; per calmare i bruciori e il mal di gola aggiungere 1-2 cucchiaini di miele di acacia.

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PREPARAZIONI B Dell’intera pianta vengono utilizzati solamente i calici giovani essiccati

Il calice di carcadè secco si presenta sotto forma di piccoli filamenti, o pezzettini, lunghi 2 cm circa ciascuno, di colore rosso scuro e molto spesso accartocciati. Si possono trovare facilmente nelle erboristerie, nei negozi specializzati in cucina ma-crobiotica e nei supermercati ben forniti.

B INFUSO: versare un litro di acqua bollente in un recipiente di porcellana o di terracotta contenen-te 10-20 g di calici essiccati e leggermente contusi; lasciare in infusione per 10-15 minuti, quindi colare. Berne a piacere nel corso della giornata; se si desi-dera, aggiungere una fettina di limone o di arancio e, se il gusto dovesse risultare troppo amaro, dolci-ficare con un cucchiaino di miele.

� IN CUCINAIl carcadè è ottimo per preparare un tè dal sapore leggermente acidulo, da bere caldo nella stagione fredda, oppure ghiacciato durante l’estate. Viene ampiamente utilizzato come insaporente aci-do per salse, vini, marmellate, gelatine, bibite, curry e salse piccanti. Può anche essere impiegato come colorante rosso per bibite e tisane.

BELLEZZA

Colorante naturale per una splendida tintura rosso ramatoPreparare un infuso piuttosto concentrato di calici di carcadè (50 g in un litro d’acqua), lasciare intiepidire, filtrare e utilizzare per fare più risciacqui ai capelli.

Maschera schiarentePreparare un infuso mettendo 3 g di calici essiccati in 100 ml d’acqua: lasciare in infusione per 10-15 minuti, quindi colare. Nel frattempo, preparare 150 ml di gel di agar-agar all’1% nel seguente modo: pesare 1,5 g di agar-agar in polvere e scioglierlo in 150 ml d’acqua, mettere sul fuoco e far bollire fino a quando l’agar-agar è completante sciolto e la soluzione appare limpida. A questo punto, unire l’infuso di carcadè al gel appena tolto dal fuoco, mescolare molto bene, versare in un vasetto con tappo a vite e lasciare gelificare fino a completo raffreddamento. Spalmare con le mani la maschera così preparata sulla pelle del viso ben pulita, lasciare agire per 20-25 minuti, quindi sciacquare con abbondante acqua tiepida. Per un risultato più rapido e duraturo applicare due volte alla settimana.

Tonico emolliente e riacidificante per pelli precocemente invecchiate, facilmente irritabili e sensibili agli agenti atmosfericiMettere a macerare 3-4 cucchiai di calici essiccati in 4 cucchiai di alcol etilico (o 6 cucchiai di vodka), per 2 settimane, quindi filtrare; sciogliere 1/4 di cucchiaio di borace in 3 cucchiai di amamelide e aggiungere il composto all’alcol filtrato, mescolare bene, aggiungere 10 gocce di glicerina e travasare in una bottiglietta con tappo sottovuoto. Applicare come di consueto sulla pelle del viso dopo averlo lavato, agitando bene prima dell’uso.

C a r c a d è

Come il carciofo, ssp. scolymus, anche il cardo è ritenuto

una derivazione, ottenuta in secoli di coltivazione, del cardo

selvatico, pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle

Composite. In natura è una pianta perenne, ma viene colti-

vato come annuale e raccolto alla fine del primo del primo

anno: se viene lasciato in campo, nel secondo anno fiorisce e

fruttifica. È un ortaggio dalle dimensioni imponenti, che può

pesare fino a 20 kg e con foglie lunghe 2 m, vigorose, con

la nervatura centrale carnosa, profondamente frastagliate,

talvolta spinose, che formano un vero e proprio cespo alla

base della pianta. I fiori, come quelli del carciofo, sono capo-

lini solitari, terminali.

CardoCynara cardunculus ssp. altilis

PROPRIETÀIl cardo è una pianta officinale che svolge un’efficace azione coleretica e colagoga (simolante della secrezione biliare); è un notevole epatoprotettore e depurativo del fegato e presenta, inoltre, buone proprietà diuretiche: favorisce infatti l’eliminazione dell’acido urico e previene l’artrite, la gotta e la calcolosi urinaria.Come verdura il cardo è raccomandabile a tutti, ma so-prattutto ai forti mangiatori, che molto spesso eccedono con i grassi: accompagnare le carni con un contorno di cardi o di carciofi è una buona regola che preserva la salute del fegato e garantisce una buona funzionalità intestinale.

PRINCIPI ATTIVIIl cardo contiene principalmente: vitamine; sali minerali; glucosidi; tannini; inulina; sostanze amare.

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Originario del bacino del Mediterraneo, il cardo veniva raccolto e coltivato già nell’antichità ed era assai apprezzato dai Romani, che ne conoscevano diverse varietà. Attualmente, in Italia, viene coltivato soprattutto in Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna e in tutte le regioni meridionali.

SALUTE

Affezioni del fegato, sovraccarico epatico, lieve insufficienza epatica, stitichezza da scarsa attività biliare, disturbi della produzione biliare, cefalea epatobiliare, disturbi postprandiali legati a insufficienza biliareIn presenza di questi disturbi è raccomandabile assumere prima dei pasti principali una tazza di infuso o, in alternativa, 30 gocce diluite in un po’ d’acqua. Se invece si desidera facilitare il deflusso della bile, oppure favorire la digestione dopo un pasto particolarmente abbondante o ricco di grassi, bere un bicchierino di vino medicinale dopo il pasto.

Artrite, gotta, calcolosi urinariaIn caso di gotta o calcolosi urinaria, assumere 40 gocce di tintura 2-3 volte al giorno, secondo la prescrizione del medico. Come prevenzione dell’ar-trite, invece, assumere 20 gocce 2 volte al giorno. Sebbene il cardo non sia tossico, è comunque bene consultare l’erborista.

CASA E GIARDINO

Coltivazione in orti familiariIl cardo si coltiva in pieno sole e resiste alle basse temperature solo nelle fasi finali della coltivazione. Predilige terreni piuttosto sciolti, tendenzialmente sabbiosi e profondi; sono da evitare i terreni compatti e argillosi. Ha note-

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PREPARAZIONI r Foglie

r INFUSO: mettere in infusione due cucchiai di foglie essiccate e sminuzzate in un litro di acqua bol-lente, per 10-15 minuti. Berne a tazze, dolcificando con un poco di miele.

r TINTURA: mettere a macerare 20 g di foglie essiccate e sminuzzate in una miscela di 55 ml di alcol puro e 25 ml di acqua. Dopo 10 giorni, colare e filtrare.

r VINO: mettere a macerare 50 g di foglie essic-cate e sminuzzate in un litro di buon vino bianco secco. Dopo 15 giorni di macerazione, filtrare e assumerne a bicchierini.

� IN CUCINAIn cucina si utilizzano le nervature fogliari carnose, imbianchite. Il cardo si presta a diverse preparazioni. In Piemon-

te è una delle verdure d’elezione per la ‘bagna càuda’ e non a caso, dal momento che i suoi

principi attivi aiutano la digestione dei grassi che costituiscono la base della

‘bagna’ stessa; in Emilia-Romagna, invece, viene gratinato al forno con parmigiano (cardi alla Parmigiana); ma oltre a queste ricette ve ne sono molte altre tipiche delle diverse re-gioni. Ciò che va sottolineato è che i cardi, impiegati come contorno,

agevolano indubbiamente la dige-stione e contribuiscono a limitare i

danni delle carni grasse.

� AVVERTEZEI rimedi a base di cardo e il

regolare inserimento del cardo nella dieta sono sconsigliati alle perso-ne affetta da calcolosi biliare e da stasi bilia-re dovuta a ostruzioni meccaniche.

voli esigenze idriche, ma non tollera i ristagni d’acqua: va quin-di posto in un terreno ben drenato e deve essere irrigato regolar-mente. La riproduzione si effettua per seme, sia direttamente a di-mora sia in semenzaio, da metà aprile a metà maggio. Per renderlo più tenero e croc-cante, il cardo viene sottopostoa imbianchimento, che consistenel tenere le foglie senza luce per20-30 giorni, in modo che le costeperdano la loro fibrosità e divenganobianche. Questa operazione va eseguita ingiornate asciutte e nelle ore più calde; nonessendoci più rugiada sulle foglie, que-ste vengono piegate (per questo i car-di imbianchiti sono chiamati ‘gob-bi’) e il tutto viene ricoperto di paglia.I cardi giovani, non imbianchiti, so-no comunque buoni, ma hanno unsapore più amarognolo.È consigliabile non ripetere la coltura del car-do sullo stesso terreno prima che siano trascorsi tre anni.

NOTA

Il cardo selvatico, Cynara cardunculus var. silvestris, è la specie selvatica antenata sia del carciofo, Cynara cardunculus var. scolymus sia del cardo, Cynara cardunculus var. altilis. Que-sta pianta, che oggi viene considerata un’infestante dei pascoli e cresce spontanea nei terreni incolti, in passato si trovava spes-so sulla tavola di contadini e allevatori; il suo gusto è intenso, legger-mente amaro ed è ovviamente un toccasana per fegato e intestino.

C a r d o

Comunemente conosciuto come cumino dei prati o cumino te-

desco, il carvi è una pianta erbacea biennale che appartiene

alla famiglia delle Ombrellifere. Ha una radice a fittone, gros-

sa e carnosa, un fusto eretto, ramificato nella porzione su-

periore, alto fino a 80 cm, una rosetta di foglie basali e piccole

foglie superiori, profondamente divise e pennate. Il frutto, for-

temente aromatico, è costituito da due parti acheni ovali-o-

blunghe, costolate. È originario di Medio Oriente, Asia ed Eu-

ropa centrale; i Paesi Bassi ne sono i maggiori produttori mon-

diali. Il carvi è usato sin dall’antichità e coltivato in Europa dal-

l’epoca medioevale. Gli antichi Egizi, così come i Romani, lo u-

tilizzavano come medicinale e come condimento alimentare.

Carvi Carum carvi

PROPRIETÀOltre a essere una delle più note piante aromatiche, ilcarvi possiede particolari proprietà salutari che lo ren-dono una pianta medicinale per eccellenza: svolge infat-ti una preziosa azione digestiva e antispasmodica ed èparticolarmente indicato in caso di indigestione, flatu-lenza e meteorismo; contrasta efficacemente attacchidi diarrea, coliche (in particolare dei bambini) e crampiintestinali e mestruali, disinfettando nel contempo il tu-bo digerente. È utile in caso di ernia iatale, ulcera ga-strica e bronchiti. Stimola inoltre l’appetito e aumenta lasecrezione lattea delle nutrici durante l’allattamento. Peruso esterno, il carvi stimola la circolazione periferica esvolge un’efficace azione disinfettante e antisettica del-le mucose e dell’epidermide e aiuta anche a combatterele laringiti.

PRINCIPI ATTIVII frutti (chiamati abitualmente semi) contengono dal 3 al7% di olio essenziale, composto principalmente da car-vone (50-85%) e limonene (20-30%); gli altri compo-nenti (carveolo, pinene, sabinene e alcol perillico) rive-stono minore importanza.

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Il carvi è stato rinvenuto in resti di cibo nei villaggi del Neolitico, nelle tombe egizie e nelle stazioni di posta lungo le antiche carovaniere della Via della Seta. Anticamentea questa spezia erano attribuiti poteri magici: si riteneva proteggesse dalle streghe e dai ladri e veniva usata nei filtri d’amore per impedire le separazioni.

SALUTE

Aerofagia, diarrea, flatulenza, meteorismoAssumere all’occorrenza una tazza di decotto caldo dopo ogni pasto prin-cipale; se si desidera, addolcire con un cucchiaino di miele d’acacia checontribuisce a eliminare i gas intestinali; oppure prendere, a stomaco pie-no, 20 gocce di tintura disciolte in un poco di acqua tiepida o sopra unazolletta di zucchero. Infine, se piace il vino, bere un bicchierino di vino me-dicinale dopo i pasti.

Digestione difficile, coliche e crampi intestinaliPrendere, un’ora circa prima dei pasti, una tazza di decotto di semi oppu-re assumere 3 gocce di olio essenziale su una zolletta di zucchero dopo o lon-tano dai pasti (2-3 volte al giorno). In alternativa prendere, sempre dopoaver mangiato, un cucchiaino di polvere di semi mescolata a un cucchiaiodi miele d’acacia. Come coadiuvante della digestione, masticare qualche se-me crudo dopo pranzo o dopo cena.

Stimolare l’appetito, favorire la montata latteaAssumere all’occorrenza, prima dei pasti principali, una tazza di decotto disemi oppure 25 gocce di tintura o 2-3 gocce di olio essenziale, su una zol-letta di zucchero, 3 volte al giorno, sempre prima di mangiare. Per au-mentare la secrezione del latte, prendere, con regolarità durante l’allatta-mento, due tazze di decotto al giorno, oppure 20-25 gocce di tintura 2-3volte nel corso della giornata.

SK 1 04-BOTTEGA 15-04-2004 12:21 Pagina 42

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EmorroidiFare lavaggi rinfrescanti sulle zone interessate con l’infuso di semi prepara-to mettendo in infusione 5 g di semi in un litro di acqua bollente, lascian-dolo intiepidire e filtrandolo. Se i disturbi persistono consultare il medico.

BELLEZZA

Lozione per rinfrescare l’alito e la boccaPreparare un decotto con 5-10 g di semi in 100-200 ml di acqua; fare bollire per 10 minuti,lasciare raffreddare, quindi filtrare eutilizzare per fare sciacqui e garga-rismi due volte al giorno. Con-servare la lozione in una botti-glia di vetro in un luogo frescoe asciutto. In alternativa, di-luire qualche goccia di olio es-senziale in un bicchiere d’acqua efare sciacqui e gargarismi.

Bagno purificante e rinfrescanteMettere nell’acqua calda del bagno 30-40 g di semi;lasciare in infusione per almeno 5 minuti agitando ditanto in tanto l’acqua, quindi immergersi come di con-sueto.

Acqua di ColoniaPer dare un profumo aromatico alla vostra acqua diColonia, aggiungere 5 gocce di olio essenziale; me-scolare e conservare in una bottiglietta di vetro scu-ro, lontano dalla luce e da fonti dirette di calore. Agitare bene prima dell’uso.

C a r v i

PREPARAZIONI e Frutti (comunemente, ma erroneamente definiti semi)� Olio essenziale

e DECOTTO: fare bollire 10 g di semi in 500 mldi acqua per non più di 5 minuti; togliere quindi dalfuoco, lasciare raffreddare e filtrare.

e TINTURA: mettere a macerare 20 g di semiin 100 ml di alcol a 70°. Dopo 12-15 giorni filtraree conservare in una bottiglietta di vetro scuro. La do-se consigliata è di 15-25 gocce.

e POLVERE: polverizzare la quantità desidera-ta di semi essiccati (utilizzare un macinacaffè) econservarli in un barattolo ben chiuso, lontano dal-la polvere e dall’umidità. Assumerne all’occorrenzaun cucchiaino mescolato con un po’ di miele o dimarmellata.

e VINO MEDICINALE: mettere a macerare 5g di semi essiccati in 120 ml di vino bianco secco. La-sciare riposare per 5-8 giorni, quindi filtrare e pren-derne un bicchierino dopo i pasti principali.

�OLIO ESSENZIALE: si può acquistare già pron-to in erboristeria. Prenderne 3 gocce, diluite in un po-co di acqua o su una zolletta di zucchero, preferibil-mente dopo o lontano dai pasti.

� IN CUCINAI semi del carvi hanno un aroma e un sapore pun-genti, caldi e appena amarognoli. Mischiati a fruttae verdura, danno quasi una nota di limone.In cucina vengono ampiamente utilizzati per insa-porire minestre, pane, dolci, biscotti, mele al forno

e formaggi. Per favorire la digestione si usaspargerli sulle carni grasse, co-

me maiale, oca e manzo,mentre aggiungendoli al-

l’acqua di cottura deicavoli ne riducono

il cattivo odore.L’olio essenzialeviene impiegato

in pasticceria e nel-la preparazione di liquori, come

il celebre kümmel. Le foglie giovani ven-gono aggiunte a minestre e insalate, mentre le radicipossono essere cotte come verdure.

SK 1 04-BOTTEGA 5-04-2004 17:31 Pagina 43

Il coriandolo è una piccola pianta erbacea che appartiene al-

la famiglia delle Ombrellifere. Originario delle regioni sudoc-

cidentali del bacino mediterraneo, oggi viene coltivato ovun-

que nelle regioni temperate, sia su scala commerciale che or-

ticola. Raramente spontaneo, predilige terreni asciutti, ben

drenati e molto soleggiati. Il coriandolo ha un’unica radice a

fittone, conica, sottile e affusolata, un fusto eretto, ramifica-

to, alto 20-50 cm, fiori bianco rosati raggruppati in ombrelle

che compaiono da maggio a giugno e frutti di colore brunastro,

dalla forma globosa, che emanano un odore sgradevole da

acerbi, mentre sono aromatici a maturità.

CoriandoloCoriandrum sativum

PROPRIETÀL’impiego del coriandolo per scopi medicinali e culinari nel-l’antichità è ben documentato: la pianta viene citata nelpapiro di Ebers (1550 a.C.) e nella Bibbia, in cui si dice:«... dette il nome di ‘Manna’ a quel cibo, che era somi-gliante al seme di coriandolo, bianco...» (Esodo 16:31). Ifrutti del coriandolo possiedono proprietà aperitive e aro-matiche, utili in caso di inappetenza; svolgono un’azionedigestiva e carminativa, in caso di digestione difficile edolorosa, stimolando la secrezione dei succhi gastrici . Èantispasmodico, attenua infatti i dolori dovuti a colichee le formazioni gassose nello stomaco e nell’intestino efavorisce l’eliminazione dei gas intestinali. Il coriandoloè inoltre un efficace rimedio nella cura preventiva del-l’influenza e del raffreddore, allevia il mal di testa, so-prattutto quello dovuto a una lenta e cattiva digestione,e contribuisce a eliminare la pesantezza e la sonnolenzapost-pranzo. Per uso esterno, svolge un’azione efficacese applicato sulle articolazioni affette da reumatismi.

PRINCIPI ATTIVIOlio essenziale contenente borneolo, coriandrolo, d-pi-nene, ß-pinene, terpinene, geraniolo, aldeide decilica, aci-do linoleico, acido malico; tannini e mucillaggini.

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Coltivato da oltre 3000 anni, il coriandolo era una delle erbe più note nell’antichità. È infatti citata in testi sanscriti, egizi, greci e latini e in tutti gli erbari medioevali. Il nome del genere, Coriandrum, è una deformazione del greco koriannon (‘cimice’),per l’odore forte e sgradevole delle foglie, identico a quello del noto insetto.

SALUTE

Cattiva, dolorosa e lenta digestione, coliche e crampi addominali, flatulenza,meteorismo intestinale, per stimolare le funzioni epaticheAssumere all’occorrenza, nel corso della giornata, preferibilmente dopo i pa-sti, due o tre tazze di infuso di semi, oppure 25 gocce di tintura su una zol-letta di zucchero da sciogliere lentamente in bocca. Inoltre, per coloro a cuipiace il vino, prendere come digestivo, dopo mangiato, uno o due bic-chierini di vino medicinale. Infine, per stimolare la secrezione dei succhi ga-strici e le funzioni epatiche, masticare durante il giorno qualche seme di co-riandolo. Se i disturbi non passano consultare il medico.

Emicrania, pesantezza e sonnolenza post-pranzoAssumere 20-25 gocce di tintura su una zolletta di zucchero o diluite in unpo’ di acqua calda; in alternativa, prendere 4 gocce di olio essenziale in uncucchiaino di miele, due volte al giorno preferibilmente dopo i pasti.

Influenza e raffreddoreCome cura preventiva bere, due volte al giorno, una tazza d’infuso di semidolcificando, se si desidera, con un cucchiaino di miele di acacia; oppureassumere 20-30 gocce di tintura, due volte al giorno.

Reumatismi alle articolazioniPestare in un mortaio due o tre manciate di semi fino a ottenere una pol-vere piuttosto fine; impastarla con un po’ di acqua per ottenere una crema

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C o r i a n d o l o

PREPARAZIONI e Semi, maturi ed essiccati

e INFUSO: versare una tazza di acqua bollen-te sopra 5-7 g di semi (un cucchiaino colmo) essic-cati e pestati; lasciare in infusione per 10-15 minu-ti, colare e dolcificare con un po’ di miele. Berne dueo tre tazze al giorno, dopo i pasti principali.

e TINTURA: mettere a macerare 20-25 g disemi pestati in 100-120 g di alcol a 60°; trascorsi 5-6 giorni, filtrare e conservare in una boccetta concontagocce. La dose consigliata è di 20-30 gocce astomaco pieno.

e VINO MEDICINALE: mettere a macerare20 g di semi in un litro di buon vino bianco; dopo unasettimana, colare e conservare in un luogo fresco.Assumerne uno o due bicchierini dopo i pasti.

� OLIO ESSENZIALE: si acquista già pronto in er-boristeria o nei negozi specializzati. Prenderne 1-4gocce, 2-3 volte nel corso della giornata, su una zol-letta di zucchero, in un cucchiaino di miele oppure di-luite in un poco di acqua calda.

� IN CUCINAIl coriandolo viene impiegato nella preparazione diricette sia dolci che salate. La radice cotta è usatanei paesi d’origine della pianta come verdura da bol-lire o da cucinare in umido. Le foglie fresche trova-no ampio impiego nella cucina asiatica e medio-

rientale come erbe aromatiche e comecontorno; i semi sono usati come spezia ecome condimento alimentare. È ingre-diente indispensabile delle miscele alcurry; è usato spesso nei piatti a base dicarne macinata, nelle salsicce e negli stu-fati; è impiegato nella preparazione di

salse e conserve, e i ‘piatti alla greca’non possono esserne privi. Infine,

con l’olio essenziale si profu-mano cioccolato e liquori.

densa da applicare direttamente sulle parti doloranti, fasciandoe lasciando agire per 30-40 minuti. Se i dolori persistono enon diminuiscono si consiglia di consultare il medico.

BELLEZZA

Bagno stimolante e deodoranteMettere in infusione nell’acqua del bagno calda, ma non bol-lente, un pugno di semi; mescolare bene, aspettare qualche mi-nuto, quindi immergersi per 20 minuti. Diminuendo le pro-porzioni è efficace per pediluvi.

Massaggi fortificanti per il corpoMescolare bene 15 gocce di olio essenziale di coriandoloe 15 gocce di olio essenziale di cipresso con 50-60 ml diolio di nocciole, che stimola la circolazione e nutre la pel-le; massaggiare il corpo con questo unguento prima di andarea dormire, dopo una giornata di lavoro. Questo rimedio ha ef-fetto fortificante ed è ottimo per calmare tensioni e stress di ori-gine nervosa.

Per deodorare l’alitoPer avere sempre un alito fresco e profumato masticare all’oc-correnza qualche seme di coriandolo.

046-061 02-BOTTEGA 11-02-2004 12:47 Pagina 49

La curcuma è una pianta erbacea perenne che appartiene al-

la famiglia delle Zingiberacee. Ha grandi foglie lanceolate

(lunghe fino a un metro), disposte a ciuffi, fiori giallo chiaro,

in fitte spighe, e frutti formati da una capsula divisa interna-

mente in tre piccoli scomparti, che contengono numerosi pic-

coli semi. La spezia è costituita dal grosso rizoma ovoidale, con

la polpa arancio brillante, nella cui porzione inferiore si origi-

nano numerose radichette. Originaria del Sud-Est asiatico e

dell’Asia meridionale, la curcuma è ampiamente impiegata

in queste regioni per il caratteristico sapore muschiato e il gra-

devole colore dorato. In genere, viene esportata intera ed es-

siccata e viene macinata nei Paesi consumatori.

Curcuma Curcuma longa

PROPRIETÀLa curcuma, oltre ad avere un forte potere aromatizzan-te, è un ottimo stimolante generale, cura i disturbi me-struali e quelli dovuti a cattiva circolazione, catarro e ca-taratta. È amara, astringente, stimolante, antinfiamma-toria e antibiotica. Negli ultimi anni si è osservato chequesta spezia è un grado di svolgere una particolare a-zione sulla cistifellea, aumentando la quantità di bile se-creta e rendendola maggiormente fluida; in questo sen-so esercita un’azione di detossificazione del fegato, fa-vorendo in questo modo anche la digestione dei cibi. Fa-cilita, inoltre, l’eliminazione dei calcoli biliari ed è anti-spasmodica nelle coliche epatiche. Per uso esterno, mi-scelata a unguenti, è efficace nella cura di pruriti cutaneiparticolarmente fastidiosi, così come in caso di lesioni,piaghe e tricofizia.

PRINCIPI ATTIVIIl rizoma contiene: un terpene; amido (24%); pentosani;albume (30%); curcumina, il colorante responsabile deltonalità arancio; olio essenziale (fino al 5%) costituitoprincipalmente da turmerone (30% al massimo), il che-tone responsabile dell’aroma, e deidroturmerone.

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Quasi l’intera produzione mondiale di curcuma proviene dall’India, dove è utilizzatada più di 4000 anni: nella cultura vedica aveva una funzione religiosa ed era la speziapiù importante e diffusa. Ancora oggi, come un tempo, viene usata per colorare le lunghe vesti dei monaci buddhisti.

SALUTE

Digestione lenta e difficileAggiungere un poco di polvere ai cibi cucinati, oppure assumere dopo i pa-sti principali 10 gocce di tintura su una zolletta di zucchero; se i problemidi digestione sono gravi e persistono consultare il medico.

Irritazioni della congiuntivaFare un bagno calmante così preparato: 2 gocce di tintura di curcuma di-sciolte in 50 ml di acido borico e 200 ml di acqua. In ogni caso consulta-re l’oculista se l’irritazione non migliora.

Detossificare il fegatoPrendere regolarmente 15 gocce di tintura prima dei pasti principali.

Pruriti cutanei e contusioniPer alleviare questi disturbi, applicare sulle parti interessate delle compres-se preparate con 20 gocce di tintura o con 0,2 g di polvere disciolta in 10ml di acqua. Lasciare agire per 15 minuti, quindi ripetere una seconda ap-plicazione. Se si manifestano reazioni allergiche interrompere il trattamen-to e consultare subito un medico.

Stimolare la secrezione biliare e favorire l’espulsione dei calcoliAssumere regolarmente la polvere di radice di curcuma su un’ostia un’oracirca prima dei pasti, oppure prendere 20 gocce di tintura disciolte in un

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C u r c u m a

PREPARAZIONIt Rizoma essiccato (il colore è indice della qualità: quanto più è cupo tanto migliore è la spezia)

t POLVERE: sminuzzare finemente il rizoma es-siccato. La dose consigliata è di 0,1-0,2 g, in un’ostia,generalmente prima dei pasti.

t TINTURA: mettere a macerare 20 g di radice, es-siccata e sminuzzata, in 100 ml di alcol a 70°. La-sciare a macero per 10 giorni circa, quindi colare efiltrare. Conservare la tintura così preparata in unabottiglietta di vetro scuro con tappo contagocce,lontano da fonti di calore. Prendere a gocce, fino amezzo cucchiaino, prima dei pasti.

� IN CUCINALievemente aromatica, la curcuma ha un odore fre-sco e pepato, con toni di arancio e zenzero. Il sapo-re è pungente, amarognolo e muschiato.In Occidente viene utilizzata per salse, carni, pesci,minestre e zuppe preparati con ricette esotiche. Ol-tre a essere un ingrediente essenziale del curry, lacurcuma è anche un componente fondamentale dimolti altri piatti dell’Asia tropicale. La cucina vege-tariana indiana ne fa largo impiego, soprattutto ab-binata a fagioli e lenticchie. Celebre e di facile pre-parazione è la polvere di Sahmbar, che dà sapore asalse, legumi, verdure brasate e stufate: eliminare isemi da 10 peperoncini rossi secchi e farli saltare afuoco medio insieme a 25 g di semi di coriandolo, 20g di semi di cumino, 15 g di pepe nero in grani, uncucchiaino di semi di senape e 15 g di semi di fienogreco; quando i semi smettono di crepitare, ag-giungere un cucchiaio di curcuma macinata, lascia-re ancora un minuto sul fuoco e versare quindi in u-na terrina; friggere nella stessa padella, con un cuc-chiaio d’olio, 25 g di piselli secchi gialli e 25 g di fa-gioli bianchi; versarli poi nella terrina e miscelarlibene con le spezie, frullando fino a ottenere unapolvere fine, che si conserva per 3-4 mesi in barat-toli ben chiusi.

poco di acqua. In ogni caso, in presenza di calcoli è consigliabile consulta-re il medico per la terapia più adatta.

Disordini sanguigniAssumere la polvere o la tintura secondo le dosi consigliate.

CASA E GIARDINO

Tintura arancio dorataOttima non solo per la lana e altri tessuti, cotone, lino, seta, ma anche perla carta. Per tingere la lana procedere nel modo seguente: portare 20 l di ac-qua alla temperatura di 50 °C, mettere a bagno la lana per l’intera nottecon un cucchiaio di detersivo liquido sgrassante; strizzare delicatamen-te e ripetere l’operazione; fare un ultimo sciacquo con acqua calda e 50ml di aceto. Sciogliere il mordente (fissativo), in questo caso l’allume,in poca acqua calda, quindi diluire il tutto in 20 l di acqua a 50 °C eimmergere la lana umida. Portare a ebollizione in un’ora e poi far bol-lire a fuoco lento a 82-93 °C per un’altra ora; sciacquare e tingere in unbagno di tintura predisposto nel modo seguente. Tagliare e triturare30 g di radice di curcuma, collocarla, senza schiacciare, in un sacchet-to di mussola e lasciare a mollo per tutta la notte in 20 l di acqua tie-pida; bollire quindi a 82-93 °C per circa 1-3 ore fino a raggiungere ilcolore desiderato. Togliere il sacchetto e lasciare raffreddare l’acqua; ag-giungere quindi la lana. Fare nuovamente bollirel’acqua lentamente (un’ora) e poi far bollireper un’altra ora. Lasciare raffreddare etogliere la lana, sciacquare primain acqua calda, tiepida e infi-ne fredda. Appenderequindi ad asciugare.

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L’echinacea è una pianta erbacea perenne che appartiene al-

la famiglia delle Composite. Originaria degli Stati Uniti centrali

e sudoccidentali, venne importata in Europa nella seconda

metà del XVII sec. Cresce nelle radure boschive asciutte, nel-

le praterie e lungo le strade. Alta fino a 90 cm, si sviluppa su

spesse radici nere. Le foglie sono ricoperte da una folta pe-

luria; i fiori porporini compaiono da metà estate fino all’inizio

dell’autunno. Le varietà violette, bianche e gialle sono assai

apprezzate come piante ornamentali. In campo medicinale si

usano indistintamente anche altre due specie, con princìpi

attivi molto simili, che appartengono allo stesso genere: E. pur-

purea ed E. pallida.

Echinacea Echinacea angustifolia

PROPRIETÀL’echinacea è un rimedio molto importante della medici-na naturale e della fitoterapia. Possiede preziose pro-prietà depurative, antibatteriche e antisettiche che larendono molto utile nella cura di infezioni e infiammazionisia interne che esterne: stimola infatti i globuli bianchi areagire in caso di infezioni virali e batteriche e, dal pun-to di vista preventivo, aumenta la resistenza dell’orga-nismo contro tutti i tipi di infezione. Come depurativo fa-vorisce l’eliminazione delle tossine, impedendone l’ac-cumulo nei tessuti e nel sangue e rallentando così l’in-sorgenza di manifestazioni settiche, come brufoli, fo-runcoli, ascessi e irritazioni cutanee. Agisce come sto-machico e digestivo, stimolando il sistema metabolico emigliorando l’assorbimento dei nutrienti. Svolge inoltreun’efficace azione in caso di affezioni alle vie respirato-rie, raffreddori, tonsilliti e catarro. Per uso esterno, puòessere applicata su ferite, leggere scottature e piccoleabrasioni.

PRINCIPI ATTIVIResine; zuccheri, quali glucosio e levulosio; sali minera-li; acidi grassi; inulina; olio volatile composto da sostan-ze eteree; acido folico.

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L’echinacea, una bellissima pianta dai grandi fiori vivacemente colorati, possiedeimportanti proprietà depurative e combatte efficacemente le infezioni virali,batteriche e fungine. Stimola inoltre il sistema immunitario e cura le ustioni leggere e le ferite.

SALUTE

Ferite, leggere scottature, morsicature di insetti e serpenti, piccole abrasioni,reumatismiCon azione antibiotica e depurativa, utilizzare il decotto di radice per farelavaggi e sciacqui delle zone doloranti e applicare alcune compresse imbe-vute nel medesimo decotto. Se la situazione si aggrava, soprattutto in casodi morsicature, chiamare immediatamente il medico.

Cattiva digestione, disturbi gastrointestinali, per stimolare il metabolismo, per migliorare l’assorbimento dei nutrientiPrendere quando necessario 2-4 tazze al giorno di decotto di radice, oppure,per facilitare i processi digestivi, assumere la polvere di radice nella dose in-dicata o in alternativa 3 compresse al giorno.

Affezioni alle basse vie respiratorie, catarro nei bronchi, raffreddore, raffreddoreda fieno, sinusite, tonsilliteCon azione antisettica e antibiotica, bere 2-3 tazze al giorno di decotto diradice, dolcificando eventualmente con miele, oppure prendere nel corsodella giornata 15-20 gocce di tintura su una zolletta di zucchero. In caso dicatarro e sinusite associare l’echinacea a preparazioni a base di aglio e car-bone vegetale; mentre nella cura del raffreddore da fieno applicare diretta-mente sul naso una crema a base di echinacea, olio di menta piperita, tin-ture vegetali, timo ed eucalipto. Per aumentare l’efficacia dell’echinacea, ri-durre il consumo di latticini che stimolano la secrezione del muco.

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E c h i n a c e a

PREPARAZIONIt Radici e rizoma essiccati

t DECOTTO: far bollire a fuoco lento 60 g di radi-ce essiccata in un litro d’acqua; dopo 25 minuti dal-l’inizio dell’ebollizione togliere dal fuoco, lasciare ri-posare per 5 minuti, poi filtrare e dolcificare conmiele. Se ne prendono 2-3 tazze al giorno secondole indicazioni.

t POLVERE: pestare in un mortaio la quantità de-siderata di radice essiccata fino a ottenere una pol-vere fine. La dose consigliata è 0,5-1 g al giorno, as-sunta in un’ostia, mescolata a marmellata o diluitain una bevanda a piacere.

t TINTURA: mettere a macerare in 100 g di alcola 60° 20-25 g di radice essiccata sminuzzata gros-solanamente. Trascorsi 8 giorni, filtrare e conser-vare al riparo dalla luce in una boccetta di vetro scu-ro con contagocce. All’occorrenza se ne prendono da15 a 20 gocce nel corso della giornata su una zol-letta di zucchero oppure diluite in poca acqua o inuna tisana a piacere.

£ COMPRESSE E CAPSULE: si acquistano giàpronte in erboristeria o in farmacia e se ne prendo-no 3 al giorno.

IN GIARDINOIn Italia l’echinacea non cresce sponta-

neamente. Sia Echinacea angutifolia cheE. purpurea sono specie coltivate nel-

le regioni temperate, soprattuttoin Europa, per decorare aiuo-

le e macchie nei grandi giar-dini pubblici e privati. Ven-gono inoltre utilizzate nella

preparazione di composizio-ni floreali di grande effetto.

Cistite, encefalomielite, infezioni batteriche e virali di vario genere, infiammazionicroniche di origine tossica, mononucleosi infettiva, per aumentare la resistenzadell’organismo contro le malattie infettive in generalePer un’efficace azione antibiotica, antisettica e per rinforzare il sistemaimmunitario, assumere all’occorrenza 2-4 tazze di decotto di radice,dolcificando con un poco di miele, oppure prendere la polvere di ra-dice nella dose di 0,5-1 g al giorno, mescolata a un poco di miele o di-luita in poca acqua. In caso di cistite, diluire anche 10-15 gocce di tin-tura in una tazza di infuso di achillea o di villucchio.

Dermatiti, disturbi dermatologici, eczemi, foruncoli e brufoli, irritazione dei tessuticutanei, problemi della pelle, per depurare il sangue, per eliminare le tossinedall’organismoCome cura interna, assumere tutti i giorni, fino al miglioramento dei sin-tomi, 2-3 tazze di decotto di radice, oppure prendere da 0,5 a 1 g di pol-vere di radice (3 compresse) al giorno, mescolata a un poco di miele op-pure disciolta in una tisana di bardana; in alternativa, come depurati-vo, prendere da 15 a 20 gocce al giorno di tintura, disciolta in una taz-za di infuso di acetosa.

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L’equiseto, conosciuto anche con il nome di ‘coda cavallina’,

è una pianta erbacea perenne che appartiene alla famiglia

delle Equisetacee e alla divisione delle Pteridofite (piante sen-

za fiori, frutti e semi). Originaria dell’Europa, in Italia è co-

mune dalla regione mediterranea a quella subalpina, lungo le

sponde di corsi d’acqua, in terreni pietrosi, incolti e umidi.

Possiede un lungo rizoma strisciante, da cui si originano i fu-

sti sterili e fertili, al cui apice si formano le spighe ovali che

contengono le spore per la riproduzione. L’equiseto è una pian-

ta antichissima: i suoi antenati erano giganteschi alberi che

formavano estese foreste palustri nel Carbonifero superiore

(345 milioni di anni fa).

Equiseto Equisetum arvense

PROPRIETÀPianta medicinale molto antica, conosciuta dai farmaci-sti del Medioevo, l’equiseto svolge un’importante fun-zione rimineralizzante per l’intero organismo. L’acido sa-licilico che contiene contribuisce ad aumentare l’elasticitàdei tessuti e partecipa alla ricostruzione dello scheletro,rendendosi così utile nella cura di fratture ossee, e svol-gendo inoltre un’ottima azione cicatrizzante e astrin-gente. Per via interna è un efficacissimo diuretico e de-purativo, aumenta infatti il volume delle urine in caso diritenzione di liquidi e idropisia; svolge un’azione antie-morragica in caso di emorragie di qualsiasi natura (emor-ragie da ulcere, mestruazioni troppo abbondanti, emor-ragie emorroidali e uterine, epistassi ecc.). Possiede in-fine particolari proprietà emopoietiche, cioè è in grado distimolare la produzione di globuli rossi e bianchi, assai uti-le in caso d’infezioni e malattie in corso.

PRINCIPI ATTIVIAcido salicilico e composti silicici idrosolubili; sali di po-tassio; saponine; fitosterolo; flavonoidi; acido aconitico;tracce di alcaloidi; nicotina; palustrina e palustrinina; vi-tamina C; tannini; resina; acido malico e gallico.

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Pianta preistorica, l’equiseto è un ottimo rimineralizzante. Le sue proprietàdiuretiche, emostatiche, depurative e antinfiammatorie lo rendono un rimedioparticolarmente importante. Combatte qualsiasi malattia, stimolando la produzionedei globuli rossi e di quelli bianchi.

SALUTE

Fratture ossee, deficit mineralePer migliorare e velocizzare il processo di saldatura ossea e come riminera-lizzante, assumere dopo i pasti principali 1-2 g di polvere; è un ottimo ri-medio anche per le mamme che hanno appena partorito.

Idropisia, ritenzione di liquidiCome diuretico e depurativo dell’organismo, bere una tazza di decotto peruso interno 3 volte al giorno; oppure prendere due cucchiai al giorno di tin-tura, diluendola in un poco di acqua e miele se il sapore è troppo forte.

Ferite, foruncoli, gengiviti, gola arrossata e infiammata, infiammazioni e irritazionidella pelle, piaghe, ulcere aftose e varicoseCon azione cicatrizzante e astringente, fare lavaggi e sciacqui delle zonedoloranti con il decotto per uso esterno. Applicare, inoltre, compresse(astringenti) e cataplasmi (cicatrizzanti) su piaghe e ferite, rinnovando ogni20-30 minuti circa, per 2 o 3 volte.

Emorragie da ulcere, emorragie emorroidali, uterine e di varia natura, epistassi,mestruazioni troppo abbondantiCon azione antiemorragica e per stimolare la produzione di globuli bian-chi e rossi, bere all’occorrenza 2-3 tazze al giorno di decotto dolcificando,se si desidera, con miele, o prendere 3 cucchiai al giorno di succo dellapianta fresca diluito con un po’ d’acqua. In caso di emorragie nasali inala-

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E q u i s e t o

PREPARAZIONIZ Pianta intera fresca o essiccata U Fusti sterili essiccati

Z DECOTTO PER USO INTERNO: fare bollire in500 ml di acqua, per 30-35 minuti circa, 50-60 g dipianta essiccata e sminuzzata; togliere quindi dalfuoco e lasciare riposare per 2-3 ore; infine colare.La dose consigliata è di 2-3 tazze, da bere nel corsodella giornata.

U POLVERE: pestare in un mortaio i fusticini ste-rili essiccati, fino a ottenere una polvere fine; assu-merne 1-2 g prima dei pasti.

Z SUCCO DELLA PIANTA FRESCA: centrifuga-re la quantità desiderata di pianta fresca, ben lava-ta, fino a ottenerne il succo; prenderne 1-4 cucchiaial giorno.

Z TINTURA: mettere a macerare in 80 g di grap-pa a moderata gradazione alcolica, per 8-10 giorni,20 g di pianta essiccata (privilegiare i fusti sterili);filtrare e conservare in luogo asciutto in una botti-glietta ben chiusa. Prenderne all’occorrenza due cuc-chiai al giorno.

Z DECOTTO PER USO ESTERNO: fare bollire,per 30 minuti, in mezzo litro di acqua 60-80 g dipianta essiccata; lasciare intiepidire, quindi utilizza-re per fare lavaggi, sciacqui, gargarismi e applicarecompresse.

� IN CUCINAL’unica parte d’interesse alimentare so-no i fusti fertili, raccolti prima dello svi-

luppo degli sporangi, che vanno co-munque eliminati. I fusti vanno breve-

mente lessati, quindi impanati e frit-ti, oppure consumati come se fos-

sero asparagi.

re un po’ di decotto per uso esterno, mentre per infiammazioni emor-roidali fare lavaggi utilizzando una o due tazze di decotto per uso ester-no. Se le emorragie non si arrestano chiamare subito il medico.

BELLEZZA

Per rinforzare le unghie fragiliPer evitare che le unghie si spezzino occorre nutrirle con un adegua-to apporto di sostanze minerali. Preparare una tazza di decotto per usoesterno, lasciarlo intiepidire e quindi immergervi le mani per 20-30 mi-nuti. Ripetere il maniluvio tre volte alla settimana.

CASA E GIARDINO

Per pulire le pentoleIn alternativa alla paglietta di ferro, strofinare su padelle e vasellame unamanciata di gambi di equiseto privi di foglie ed essiccati in superficie, ri-sciacquando con abbondante acqua.

Tintura naturale giallo-pannaPer ottenere un bellissimo colore giallo-panna utilizzare gambi sterili fre-schi di equiseto, con allume come fissativo.

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Al genere Eucalyptus, della famiglia delle Mirtacee, appar-

tengono circa 600 specie originarie dell’Australia, dove for-

mano fitte foreste, con esemplari che superano i 90 m di al-

tezza. In Italia è comune, lungo le coste fino a 800 m di alti-

tudine, E. globulus, albero sempreverde dal tipico tronco diritto,

con la corteccia liscia, grigio-azzurrognola, che si sfoglia in lun-

ghe e sottili strisce verticali. Le foglie sono cosparse di ghian-

dole che contengono un’essenza profumata (olio di eucalipto)

nella pagina superiore: da giovani sono opposte, ovali, gri-

gio-azzurre, cerose e aromatiche, mentre quelle dei rami adulti

sono verdi, alterne e lanceolate. Il frutto è una bacca legno-

sa a forma di calice, che contiene numerosi piccoli semi.

Eucalipto Eucalyptus globulus

PROPRIETÀ

L’eucalipto possiede innumerevoli qualità terapeutiche:

balsamiche, espettoranti, disinfettanti, antinfiammato-

rie, antiparassitarie e antisettiche delle vie respiratorie.

È particolarmente utile nella cura di bronchiti, infiam-

mazioni alla gola, catarro nei bronchi e nei polmoni ed è

un ottimo febbrifugo, antiasmatico e sedativo della tos-

se. Svolge un’azione ipoglicemizzante nella cura del dia-

bete, diminuendo il tasso di zuccheri nel sangue, e viene

impiegato, inoltre, per alleviare dolori reumatici, emi-

cranie, sinusiti e per eliminare parassiti e vermi intesti-

nali. Applicato esternamente, ha proprietà cicatrizzanti

e lenitive.

PRINCIPI ATTIVI

Contiene principalmente: olio essenziale, costituito so-

prattutto da eucaliptolo, cineolo, globulolo, eugenolo, pi-

nene, canfene e fellandrene; alcoli; flavonoidi; aldeide

valerianica, butilica e caproica.

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Nel XIX sec. gli eucalipti sono stati introdotti in Europa dalle loro terre di origine,

l’Australia e la Tasmania, a scopo ornamentale, per rimboschimenti, a fini medicinali,

per ricavarne preziose essenze e credendo, erroneamente, che il fogliame profumato

impedisse lo crescita della zanzara anofele, portatrice della malaria.

SALUTE

Asma, bronchite cronica, catarro nei bronchi e nei polmoni, influenza, raffreddore,sinusite, tosseBere una tazza di decotto o d’infuso, preferibilmente caldo, 3-4 volte du-rante il corso della giornata, oppure prendere 2 bicchierini di vino medici-nale dopo i pasti principali. In caso di asma, bronchite, raffreddore e sinu-site, fare anche delle inalazioni 2 volte al giorno, per 8-15 giorni, diluendo10-15 gocce di olio essenziale in 2-3 l di acqua bollente; coprire il capo conun asciugamano e respirare i vapori a una distanza di 30-40 cm. Si consi-glia, inoltre, di fare delle frizioni sul petto con 10-20 gocce di tintura di-luite in 2 cucchiai di olio di oliva. Infine, prima di andare a dormire, siste-mare nella camera da letto, vicino al letto, un recipiente di vetro con 40 gdi foglie essiccate in infusione in un litro di acqua bollente.

Diarrea, dispepsia, infiammazioni allo stomaco e alla vescica, vermi intestinaliBere all’occorrenza 3 tazze al giorno d’infuso, abbondantemente dolcifica-to con miele, oppure prendere 2 volte al giorno 10 gocce di tintura discioltein acqua e zucchero; in alternativa bere 2 bicchierini di vino medicinale do-po i pasti. In caso d’infezione dovuta a vermi intestinali si consiglia, co-munque, di consultare il medico.

Ferite, piaghe, ulcere e ustioniPer pulire e disinfettare la pelle preparare un infuso con 6-8 g di foglie in100 ml di acqua bollente, lasciare in infusione fino a raffreddamento, quin-

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PREPARAZIONI

r Foglie fresche o essiccate � Olio essenziale

r INFUSO: sminuzzare finemente 20-25 g di fo-

glie essiccate in un recipiente di vetro, versarvi so-

pra un litro di acqua bollente, lasciare riposare per

5-10 minuti, quindi filtrare e assumere secondo le in-

dicazioni.

r DECOTTO: far bollire 25 g di foglie per 20-25

minuti, quindi togliere dal fuoco, aspettare 15 mi-

nuti, filtrare e bere nel corso della giornata.

r VINO MEDICINALE: mettere a macerare 20 g

di foglie essiccate in un litro di buon vino bianco,

per 15-20 giorni; trascorso il tempo indicato, colare

e conservare in luogo fresco e asciutto, lontano dal-

la luce.

r TINTURA: preparare una miscela composta da

75 ml di alcol puro e 25 ml di acqua (meglio se di-

stillata); nel frattempo sminuzzare 25 g di foglie es-

siccate. Mettere quindi a macerare, per 10-12 gior-

ni, le foglie nella miscela di alcol e acqua. Al terrmi-

ne filtrare e conservare la tintura in una bottiglietta

di vetro scuro con contagocce.

�OLIO ESSENZIALE: noto con il nome di euca-

liptolo, viene estratto dalle foglie. Si può acquistare

già pronto in farmacia o in erboristeria. Assumerlo

a gocce a seconda del disturbo da curare.

� IN CUCINA

L’essenza aromatica e profumata di eucalipto viene

ampiamente utilizzata nell’industria dolciaria

per la confezione di caramelle, pastiglie

e sciroppi e in liquoreria per la prepara-

zione di liquori digestivi ed elisir balsamici.

� AVVERTENZE

Si consiglia di verificare sempre la

sensibilità individuale ai preparati:

Si ricorda inoltre che dosi abbon-

danti possono essere tossiche.

di filtrare e utilizzare il liquido per fare lavaggi delle zone interessate, oppureper fare applicazioni con le compresse, di 15-20 minuti, direttamente sul-le zone doloranti.

Infiammazioni alla bocca, mal di gola, stomatiteUtilizzare il decotto tiepido per fare sciacqui e gargarismi almeno 2 volte algiorno; bere inoltre 2 tazze d’infuso preparato con 20 g di foglie essiccatedi eucalipto e 20 g di fiori di sambuco.

BELLEZZA

Bagno deodorante, tonico e stimolanteAggiungere all’acqua del bagno calda,ma non bollente, 5-10 gocce di olio es-senziale, distribuirlo bene nell’acqua, agi-tare leggermente, lasciare riposare per 2-3minuti, quindi immergersi come di con-sueto.

Massaggi per piedi stanchiLavare accuratamente i piedi, metterli quindia bagno in un catino di acqua tiepida in cuisono stati messi in infusione 30 g di salvia fre-sca e un cucchiaino di sale; lasciare in ammolloper 15-20 minuti. Nel frattempo diluire 25 goc-ce di olio essenziale di eucalipto in 50 ml di oliodi noce, mescolando bene fino a ottenere unamiscela omogenea e utilizzarne 4 cucchiai permassaggiare delicatamente i piedi.

E u c a l i p t o

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Il finocchio selvatico è una pianta erbacea, biennale o peren-

ne, che appartiene alla famiglia delle Ombrellifere ed è origi-

naria della regione mediterranea. Oggi le sue diverse varietà

e cultivar, alcune assai decorative altre particolarmente aro-

matiche, vengono coltivate estensivamente su scala orticola

e commerciale in tutte le regioni a clima temperato. Ha radi-

ci rizomatose e fusti eretti, verde bluastri, alti fino a 150 cm,

succulenti da giovani e cavi in seguito. Le foglie sono verde

cedro, più scure in autunno. I piccoli fiori, di colore giallo in-

tenso, sono raggruppati in ampie ombrelle e compaiono da

metà estate a metà autunno. Il seme aromatico é costituito

da due acheni ovoidali, verde-grigi, lunghi circa 1 cm.

FinocchioFoeniculum vulgare

PROPRIETÀIl finocchio è una pianta dalle innumerevoli proprietà te-rapeutiche e curative. Svolge una particolare azione ape-ritiva, antispasmodica, diuretica, digestiva ed espetto-rante: evita infatti l’accumularsi di liquidi e stimola l’ap-petito in casi di anoressia e inappetenza. È ottimo comedigestivo ed efficace nella cura di coliche e flatulenza:contribuisce infatti a diminuire i gas gastrici e intestina-li; è inoltre indicato in caso di mestruazioni difficili. Peruso esterno svolge un’azione molto efficace nella cura diingorghi di latte alle mammelle e di infiammazioni dellacute (ascessi, ecchimosi).Il finocchio era molto apprezzato dai Romani: i gladiato-ri lo mescolavano al cibo, il vincitore si cingeva la testa,dopo la vittoria, con una corona di finocchio; durante ibanchetti i guerrieri lo consumavano per restare sani ele matrone per evitare l’obesità.

PRINCIPI ATTIVIDa questa pianta si estrae un olio essenziale contenen-te principalmente anetolo, d-pinene, limonene, diapen-tene, fellandrene, fenolo, estragolo e acido anisico; con-tiene inoltre: aleurone; mucillaggine; acido clorogenico eacido caffeico.

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Questa pianta aromatica, utilizzata spesso anche come ornamentale, è una delle erbeconosciute da più tempo: veniva coltivato come verdura e come erba medicinale giàin epoca classica, ma fu solo durante l’impero di Carlomagno (742-814) che si diffusenell’Europa settentrionale e centrale.

SALUTE

Ascessi, ecchimosi e ingorghi di latte alle mammelleApplicare un cataplasma preparato facendo bollire in poca acqua 40-50 gdi foglie fresche di finocchio finché il liquido è evaporato. Applicare le fo-glie calde, ma non bollenti, sulle parti malate. Se i disturbi persistono, con-sultare il medico.

Calcoli renali, gotta, ritenzione di liquidiAssumere, come diuretico, una tazza di decotto di radice tre volte al gior-no; oppure 20-25 gocce di tintura due o tre volte al giorno, diluendo in unpo’ di acqua o in un cucchiaino di miele se il sapore è troppo sgradevole.

Cattiva digestione, coliche, diarrea, dolori addominali, flatulenza, gonfiori e gas intestinaliBere una tazza d’infuso di semi dopo ogni pasto principale, dolcificando conun po’ di zucchero, o, sempre dopo i pasti, prendere 3 g di polvere di semiin un cucchiaino di miele o 4 gocce di olio essenziale su una zolletta di zuc-chero grezzo; in caso di inappetenza assumere questi rimedi 30-40 minutiprima dei pasti. Contro la diarrea fare bollire un cucchiaino di semi di fi-nocchio in 500 ml di latte; quando il liquido si é ridotto a 1/3 del volumeiniziale aggiungere un cucchiaino di miele e bere subito, ancora caldo.

Mestruazioni difficiliBere due volte al giorno una tazza d’infuso di semi di finocchio.

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F i n o c c h i o

PREPARAZIONI

t Radice essiccata e Semi essiccati

t DECOTTO DI RADICE: fare bollire 30-40 g di ra-dice essiccata e sminuzzata in un litro di acqua; do-po 10-12 minuti togliere dal fuoco e lasciare riposa-re per altri 10 minuti. Prenderne all’occorrenza 2-3tazze al giorno.

e INFUSO DI SEMI: mettere in infusione uncucchiaino di semi in una tazza di acqua bollenteper 10-15 minuti circa, filtrare e colare.

e POLVERE DI SEMI: sminuzzare e triturarela quantità desiderata di semi sino a ottenere unapolvere finissima da conservare in barattoli di vetroben chiusi, in un luogo asciutto. La dose consigliatavaria da 2 a 5 g, da prendere in un’ostia oppure di-luiti in poca acqua tiepida e miele.

e TINTURA: fare macerare 25 g di semi pe-stati in 80 g di alcol a 70°; trascorsi 10 giorni cola-re e conservare in una bottiglietta di vetro scurocon contagocce. Assumere, secondo le indicazioni,15-20 gocce 2-3 volte al giorno.

� OLIO ESSENZIALE: acquistare già pronto in er-boristeria. Prendere da una a tre gocce, 2-3 volte algiorno, su una zolletta di zucchero. Non superare ledosi consigliate.

� IN CUCINA

Tutte le parti della pianta del finocchio vengono uti-lizzate a scopo alimentare. Le foglie, per tradi-

zione, guarniscono i piatti di pesce e vengo-no aggiunte alle insalate, nelle minestre,nelle salse e nei piatti a base di maiale. Ra-

dici e steli bolliti costituiscono un’otti-ma verdura cotta e i rizomi vengonoinoltre mangiati crudi in insalata e pin-

zimonio, cotti al burro, al forno e con-diti con besciamella. I semi, usati an-che per insaporire pani e dolci e come

condimento, conferiscono il caratteri-stico aroma alla ‘finocchiona’, un tipico

salame toscano, e alla fenouillette, un no-to liquore francese.

� AVVERTENZE

Non superare le quantità consigliate, inquanto dosi abbondanti e prolungate pos-

sono provocare disturbi al sistema nervoso.

Influenza, stati febbrili e tossePrendere 5-6 gocce di olio essenziale su una zolletta di zucchero oppure scio-gliere un cucchiaino di polvere di semi in una tazza di latte caldo dolcifi-cata con un cucchiaino di miele di acacia. In alternativa, preparare un in-fuso con 30 g di foglie in un litro d’acqua e berne un bicchiere dopo i pa-sti principali.

BELLEZZA

Alito cattivoFare degli sciacqui con una tazza d’infuso di semi,oppure masticare qualche seme di finocchio.

Bagno deodorante, rinfrescante e stimolanteMettere in infusione nell’acqua calda del-la vasca 40-50 g (una manciata circa) di se-mi di finocchio.

Latte detergente per pelli grasseFare cuocere a fuoco lento e a bagnomaria,per 30 minuti circa, mezza tazza di latte frescoe 2 cucchiai di semi di finocchio; togliere quindi dalfuoco e lasciare in infusione per 2 ore. Filtrare, versarein vasetti e conservare in frigorifero. Si consiglia di utiliz-zare questo latte entro una settimana dalla sua preparazione.

Maschere facciali detergentiGrazie alla sua profonda azione detergente il finocchio aiuta a ri-muovere le impurità: aggiungere pertanto i semi macinati alla pre-parazione di maschere facciali.

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La genziana maggiore è una pianta erbacea perenne che ap-

partiene alla famiglia della Genzianacee. Originaria dei pa-

scoli alpini europei, è coltivata in Europa orientale e in Nor-

damerica. In Italia è diffusa su tutto l’arco alpino, sugli Ap-

pennini e sul Gennargentu. Cresce in prati, pascoli e luoghi roc-

ciosi su substrato calcareo. Alta fino a 150 cm, ha un grosso

rizoma bruno giallastro, foglie basali in rosette e quelle del fu-

sto opposte. I fiori giallo vivo sbocciano in estate fino a inizio

autunno. Le genziane contengono alcuni dei composti più

amari che si conoscano, con i quali si misura scientificamen-

te l’amarezza di altre sostanze. Con la radice si producono li-

quori amaro-tonici, vini aromatici e pastiglie digestive.

Genziana Gentiana lutea

PROPRIETÀSecondo Plinio il Vecchio le proprietà terapeutiche dellagenziana sono state scoperte nel II sec. a.C. dall’ultimore degli Illiri, Gentius (da cui questa pianta ha preso ilnome). Le numerose proprietà officinali della genziana so-no dovute alla sua radice, l’unica parte della pianta cheviene utilizzata, e si esplicano principalmente a livellodell’apparato digerente: è digestiva, stimola l’appetito, èefficace contro la flatulenza, è febbrifuga, favorisce laformazione dei globuli bianchi (utile per gli organismi de-bilitati e soggetti a contrarre malattie infettive), è unbuon depurativo del sangue, utile in caso di insufficien-za epatica e nelle affezioni reumatiche, e svolge un’a-zione antimalarica.

PRINCIPI ATTIVILattoni insaturi (genziopicrosidi); amarogenziina; gen-ziopicrina (convertita nei glucosidi amari genziina e gen-zimarina); olio essenziale; zuccheri; mucillagine; tanni-no; acidi gentisico, genziotannico e genziogenico; enzimi;un pigmento giallo.

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Chiamata anche ‘genziana maggiore’ e ‘genziana gialla’ per la dimensione e il coloredei suoi bellissimi fiori, è un importante tonificante, che combatte l’affaticamento,l’astenia, l’anemia e stimola le funzioni digestive e intestinali. È un buon vermifugo e fa abbassare la febbre.

SALUTE

Depurativo del sangue, stimolante della produzione dei globuli bianchi (azioneantimalarica), antireumaticoAssumere regolarmente durante la giornata l’infuso, o il decotto, o la tin-tura, o il vino, oppure lo sciroppo di radice nelle dosi sopra indicate.

Influenza, raffreddore e stati di debolezza in generaleBere una tazza d’infuso appena alzati e una prima di coricarsi, o 20 goccedi tintura in un cucchiaio di miele o sopra una zolletta di zucchero al mat-tino e alla sera, o 2-3 bicchierini di vino dopo i pasti principali.

Cattiva digestione, flatulenza, mancanza d’appetito, evacuazione delle vie biliariPrendere il decotto a tazzine nel corso della giornata o 2-3 tazze d’infuso do-po i pasti principali oppure 10 gocce di tintura in poca acqua prima dei pa-sti principali. In alternativa, prendere mezzo cucchiaino di polvere di radi-ce in un cucchiaio di miele subito dopo i pasti o bere 2-4 bicchierini di vi-no, sempre dopo i pasti principali. In caso di inappetenza, assumere i rimedisopra citati prima dei pasti.

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G e n z i a n a

PREPARAZIONIt Radice

t INFUSO: versare una tazza d’acqua bollente so-pra un cucchiaio di radice sminuzzata finemente; la-sciare in infusione per 10 minuti e filtrare.

t DECOTTO: bollire 10 g di radice sminuzzata in unlitro d’acqua per almeno un’ora. Lasciare raffredda-re, filtrare e bere all’occorrenza.

t POLVERE: pestare in un mortaio un pezzo di ra-dice fino a ottenere una polvere piuttosto fine.

t TINTURA: macerare 20 g di radice in 100 ml dialcol a 60° per 8-10 giorni; quindi filtrare.

t VINO MEDICINALE: mettere a macerare 30 gdi radice finemente tritata e sminuzzata in un litro diottimo vino bianco ad alta gradazione alcolica. Do-po 8-12 giorni colare e filtrare.

t SCIROPPO: sminuzzare 2 cucchiai di radice, la-sciarla macerare per 24 ore in 1/2 l d’acqua ini-zialmente tiepida; quindi colare, filtrare e aggiun-gere lentamente 400 g di zucchero. La dose consi-gliata varia da un bicchierino a un bicchiere al gior-no, in più volte.

� IN CUCINALa genziana viene ampiamente utilizzata per la pre-parazione di liquori e amari digestivi, comunemen-te reperibili in commercio. Numerosi sono infatti glialcolati a base di questa pianta, che si possono fa-cilmente preparare in questo modo: mettere a ma-cerare in un litro di buona grappa un segmento di ra-dice di genziana di circa 5 cm. Dopo un mese si puòbere la grappa così aromatizzata oppure utilizzarlaper correggere il caffè dopo i pasti. Come varianteè possibile aromatizzarla aggiungendo 7-8 bacche diginepro, dei frammenti di scorza d’arancio e alcunichiodi di garofano.

� AVVERTENZEPer raccogliere la radice di genziana maggiore, do-ve la specie non è protetta, bisogna fare molta at-tenzione: in assenza di fiori, può essere facilmenteconfusa con il veratro (Veratrum album), una giglia-cea assai velenosa che cresce più o meno negli stes-si ambienti. Le due piante si distinguono per la di-sposizione delle foglie: nella genziana sono oppo-ste, mentre nel veratro sono alterne.I preparati a base di genziana sono sconsigliati allepersone che soffrono di ipercloridria; in dosi eleva-te possono inoltre bloccare la digestione. Le prepa-razioni descritte sono molto amare, ma è semprepossibile dolcificarle con zucchero o miele.

BELLEZZA

Tonico per normalizzare le pelli grasseLavare e asciugare accuratamente la pelle del viso,applicare, mediante compresse, un poco di decot-to di radice concentrato e lasciarvele per qualcheminuto; in alternativa, è possibile utilizzare dellatintura diluita in un poco di acqua. Eliminare deli-catamente e con cura i residui con acqua tiepida.

Schiarire le lentigginiLavare con molta cura la pelle cosparsa di len-tiggini con dell’infuso di radice tiepido e lascia-re agire per 15-20 minuti circa.

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Arbusto legnoso, con l’aspetto di una grossa e volubile liana,

rampicante, sempreverde, con rami molto flessibili, il gua-

ranà può raggiungere un’altezza di 10 m. Le foglie, costituite

da foglioline ovali-oblunghe, sono glabre, composte, impari-

pennate, con margini grossolanamente dentato-crenati; di-

sposte in posizione alterna, presentano l’apice acuminato e

hanno una consistenza piuttosto coriacea; le nervature sulla

pagina inferiore sono ben visibili e leggermente vellutate. I fio-

ri, poco appariscenti, bianchi o gialli, sono riuniti a mazzetto

in infiorescenze. Il frutto è una capsula trigona piriforme, con

deiscenza in tre valve longitudinali; presenta all’incirca le di-

mensioni di una nocciola.

GuaranàPaullinia cupana

PROPRIETÀLa guaranà è una pianta dalle eccezionali proprietà me-dicinali. La guaranina, insieme alle altre sostanze pre-senti nei semi, svolge un’azione tonico-stimolante simi-le a quella della caffeina, col vantaggio che non dà as-suefazione e richiede più tempo per essere metabolizza-ta, offrendo un effetto stimolante meno forte, ma moltopiù duraturo. È inoltre un ottimo diuretico, indicato per e-liminare i liquidi in eccesso; svolge un’azione regolatricee disinfettante per l’intestino, utile in alcune forme didiarrea e disturbi gastrointestinali, nonché in caso di fla-tulenza e meteorismo; rilassa la muscolatura dello sto-maco, allevia cefalee, emicranie, nevralgie e dolori me-struali; è un ottimo antidepressivo, efficace in caso didebolezza fisica e mentale; aiuta a combattere l’affati-camento. Stimola e favorisce l’attività cerebrale; abbas-sa la temperatura corporea in caso di febbre; aumenta laresistenza alla fatica e allo stress; rafforza il sistema im-munitario e incrementa le facoltà di adattamento del-l’organismo in situazioni difficili.

PRINCIPI ATTIVIContiene dal 3 al 7% di guaranina e quantità molto infe-riori di teobromina, teofillina e altre sostanze puriniche.

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Il nome di questa specie discende da quello della tribù amazzonica dei Guaraní:secondo una loro antica leggenda, la prima pianta di guaranà ebbe origine dagli occhidi un bimbo divino ucciso da un serpente. Gli occhi, dopo la sepoltura, diedero la loro forza vitale alla pianta a beneficio degli uomini.

SALUTE

Cattiva digestione, diarrea, disturbi gastrointestinali, flatulenza, intestino pigro,stitichezza, per regolarizzare i processi digestivi e combattere i disordini di stomaco, per calmare gli stimoli della fameCon azione digestiva, astringente e disinfettante, assumere all’occorrenza,dopo i pasti principali, 2 capsule al giorno di guaranà; oppure prendere, do-po aver mangiato, un cucchiaino di polvere di semi in poca acqua o in u-na tazza di infuso di acacia o di calendula. Durante le diete dimagranti, percalmare gli stimoli insistenti della fame, assumere un’ora prima dei pasti uncucchiaino di polvere disciolto in un poco d’acqua.

Cefalea, dolori mestruali, emicrania, nevralgie di varia naturaCon azione calmante, antidolorifica e antinevralgica, assumere all’occorrenza2-4 volte al giorno un cucchiaino di polvere di semi a stomaco vuoto; op-pure prendere 2 capsule di guaranà lontano dai pasti principali. Se i dolo-ri persistono, rivolgersi al medico.

Febbre, innalzamento improvviso della temperatura corporea, per raffreddarel’organismo quando è surriscaldatoCon azione febbrifuga, prendere, quando è necessario, un cucchiaino di pol-vere 3 volte al giorno, lontano dai pasti, in un po’ d’acqua oppure disciol-to in una tazza di infuso di eucalipto. In alternativa, si possono assumerele capsule nelle dosi indicate, ma se la febbre non si abbassa, occorre chia-mare il medico.

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PREPARAZIONI e Semi maturi essiccati e tostati

e CAPSULE O COMPRESSE: si possono ac-quistare nei negozi di alimenti naturali, in erbori-steria e in farmacia. Sono composte da semi sele-zionati di guaranà essiccati e macinati; in genere o-gni capsula fornisce 500 mg di guaranà. La doseconsigliata è di 2 capsule al giorno.

e POLVERE: ottenuta pestando in un mortaioo passando al macinacaffè la quantità desideratadi semi essiccati. Se ne prende, allungata in poca ac-qua oppure disciolta in una bevanda a piacere, uncucchiaino da caffè 2-4 volte al giorno, prima o lon-tano dai pasti a seconda dell’effetto desiderato.

� IN CUCINAI semi tostati, macinati e pressati formano una pa-sta (pasta guaranà), che viene essiccata sotto for-ma di bastoncini e poi grattugiata in acqua per ot-tenere una bevanda simile al tè. Viene inoltre utiliz-zata come fonte di caffeina, aromatizzante per be-vande analcoliche, liquori e prodotti dolciari.

� AVVERTENZEGli estratti di guaranà, an-che se dotati di prezioseproprietà, si comportanomolto soggettivamente,ciò significa che talvolta,

molto raramente, posso-no verificarsi effetti impre-

visti e opposti a quelli desi-derati. Se ne sconsiglia co-

munque l’uso a chi soffre di in-sonnia, ipertensione o ha problemi

cardiovascolari.

Debolezza, debilitazione dell’organismo, momenti di depressione, stati di affaticamento, per rafforzare il sistema immunitario, per incrementare le facoltà di adattamento dell’organismo in situazioni difficili, per combattere lo stressCon azione tonica, stimolante e antide-pressiva, assumere all’occorrenza 2 ca-psule al giorno di guaranà, oppure pren-dere durante la giornata, lontano dai pastiprincipali, dai 2 ai 4 cucchiaini di polveredi semi, allungati in poca acqua freddaoppure disciolti in una bevanda a pia-cere. La guaranà è da considerarsi un otti-mo antidepressivo che non dà assuefazione e nonprovoca fastidiosi effetti collaterali, come inson-nia o ipertensione.

Edemi, gonfiori agli arti inferiori,ritenzione di liquidiCon azione diuretica e per aiutarel’organismo a liberarsi dei liquidi ineccesso, assumere durante il giorno 2-4 cucchiaini di polvere, diluiti in pocaacqua o in una tazza di infuso di carciofoo di bardana.

Per combattere l’invecchiamentoUn antico rimedio per prevenire i primi sintomi dellavecchiaia consiste nel bere tutti i giorni a colazione u-na bevanda preparata mescolando bene, in un bicchieredi acqua minerale, un cucchiaino di polvere di semi diguaranà, uno di lievito di birra in polvere, uno di ger-me di grano e un cucchiaio di miele.

G u a r a n à

Il limone è un agrume, frutto dell’omonimo alberello, appar-

tenente alla famiglia delle Rutacee. Alto da 3 a 10 m, talvol-

ta spinoso, ha la corteccia liscia e la chioma globosa. Le foglie

sono ovali e di colore verde chiaro, mentre i fiori, bianchi in-

ternamente e rosa all’esterno, emanano un delicato profu-

mo. I frutti (esperidi), oblunghi, più o meno bitorzoluti e con

la buccia dal caratteristico colore giallo, sono ricchi di succo

acido. Ne esistono molte varietà che si distinguono per la for-

ma della foglia e del frutto, per la produttività, per il contenuto

di succo e di semi, nonché per la resistenza al freddo e alle ma-

lattie. Originario dell’Asia orientale tropicale, è diffuso in tut-

ta l’area mediterranea e può essere coltivato anche in vaso.

LimoneCitrus limon

PROPRIETÀ

Il limone è una pianta aromatica e rinfrescante dalle in-

numerevoli proprietà terapeutiche. Ricco di vitamine, è

un frutto prezioso sia nella cura di piccoli disturbi sia co-

me coadiuvante nella terapia di patologie più serie. Fra

le numerose azioni che svolge, il limone è particolar-

mente efficace come antianemico, antinfiammatorio, an-

tireumatico, antiscorbutico, antitossico, astringente, bat-

tericida, cicatrizzante, depurativo, digestivo, dissetante,

diuretico, febbrifugo, fluidificante del sangue, ipotensivo,

stimolante, vermifugo, vitaminizzante.

PRINCIPI ATTIVI

Nella scorza sono contenuti: olio essenziale a base di li-

monene e citrale; cumarine; flavonoidi. Nel succo sono in-

vece presenti: acidi citrico e malico; citrati di calcio e di

potassio; sali minerali e oligoelementi (ferro, fosforo,

manganese, rame); zuccheri; vitamine A, C (fino a 50

mg/100 ml di succo), B1, B2, B3 (o PP).

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Il limone è un agrume dai molteplici usi, alimentari, officinali e cosmetici, ma si

presta molto bene anche a utilizzi legati alla casa: con la buccia si possono preparare

pot-pourri e simpatici profumatori per armadi o cassetti, con il succo detersivi

ecologici per stoviglie o saponi profumati per l’igiene personale.

SALUTE

Il limone è uno dei frutti più utilizzati nella medicina popolare e in fitote-rapia. Il succo di limone preso a piccoli sorsi può far passare crisi di SIN-GHIOZZO, utilizzato per sciacqui e gargarismi è un ottimo rimedio per il MAL

DI GOLA, applicato alle narici con un batuffolo di cotone imbevuto può bloc-care le EPISTASSI, pennellato sulle parti interessate da CALLI, VERRUCHE,PUNTURE D’INSETTI, GELONI (insieme a un po’ di glicerina), STOMATITI

aiuta a risolvere questi disturbi, applicato alle orecchie con un leggero mas-saggio allevia i sintomi dell’OTITE, aggiunto nel caffè può aiutare in caso diEMICRANIA, inserito nella dieta quotidiana è un ottimo coadiuvante nellacura di GASTRITI e MALATTIE INFETTIVE, bevuto ogni mattina a digiuno èefficace contro ACNE, OBESITÀ, VERMI e, come rivitaminizzante, aiuta l’or-ganismo in CONVALESCENZA. L’olio essenziale viene utilizzato in caso diNEVRALGIE, massaggiando le zone interessate, o di SINUSITE, mettendone 5gocce nell’acqua bollente per inalazioni. La tintura, 30-50 gocce diluite inpoca acqua e assunte 1-2 volte al giorno, è utile in caso di LITIASI URINA-RIA e di ALITOSI dovuta a problemi digestivi; in quest’ultimo caso è moltoefficace anche la tisana calda, bevuta dopo i pasti. Una tazza di tisana cal-da è anche un classico rimedio contro il VOMITO e, associata a frizioni al pet-to con 2-3 gocce di olio essenziale mescolate a olio di mandorle dolci, aiu-ta a curare ASMA, BRONCHITE e RAFFREDDORE. In caso di febbre è utile be-re una tazza di tisana fredda più volte al giorno, applicare compresse sullafronte imbevute in acqua fresca con poche gocce di olio essenziale e, se in-termittente, assumere 30 gocce di tintura in poca acqua 1-2 volte al dì.

028-119 07-BOTTEGA 25-06-2004 18:13 Pagina 74

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BELLEZZA

Per rendere luminosa la pelle del viso e in caso di couperose, punti neri e rugheUn’ottima lozione nutriente e purificante per il viso si prepara mescolan-do il succo di un limone con il succo di un cetriolo; utilizzare il compostodistribuendolo sul viso e picchiettando bene con le dita.

Per detergere la pelle grassaUtilizzare un latte detergente al limone preparato nel modo seguente. Scio-gliere a fuoco lento un cucchiaio di cera d’api e 1/2 cucchiaio di vaselina.A parte scaldare 3 cucchiai di olio minerale (acquistare in erboristeria) e u-nirlo, poco per volta, sbattendo per 3-5 minuti. Unire un cucchiaio di a-mamelide a uno di succo di limone. Scaldare lentamente e aggiungere 0,6g di borace, rimestando fino a che sia disciolto. Unire i due composti esbattere fino a raffreddamento. Aggiungere 6 gocce di olio essenziale dilimone, mescolare e conservare in vasetti di vetro scuro.

Cellulite e smagliatureMettere 2 gocce di olio essenziale di limone in un cucchiaio di oliodi mandorle dolci, mescolare bene e massaggiare le parti interessatedalla cellulite.

CapelliPer dare uno splendore particolare ai capelli, sciacquarli con succo di li-mone e acqua (una tazza di succo di limone per un catino di acqua).

Bagni rilassantiAggiungere all’acqua del bagno 10 gocce di olio essenziale.

Denti e gengive, gomiti e talloni, unghie fragiliStrofinare una fetta di limone fresco sui denti, per sbiancarli, sulle gengi-ve, per rinforzarle, su gomiti e talloni, per ammorbidire la pelle, e sulle un-ghie, per rinforzarle.

L i m o n e

PREPARAZIONI

u Frutti freschi, succo e scorza � Olio essenziale

u TISANA: mescolare il succo di 2 limoni a un li-

tro di acqua.

u TINTURA: mettere 15 g di scorza di limone non

trattato in 50 ml di alcol a 70°. Lasciare macerare

per 7 giorni, quindi filtrare e conservare in una bot-

tiglietta di vetro scuro, posta in luogo fresco e buio.

� OLIO ESSENZIALE: si può acquistare già pron-

to in erboristeria o in negozi specializzati. Seguire le

indicazioni e i consigli dell’erborista.

� IN CUCINA

Il limone dev’essere sempre impiegato freschissi-

mo e tagliato al momento. A tavola, la presentazio-

ne migliore è quella dei mezzi limoni, da preferirsi a-

gli spicchi che sono di meno agevole spremitura. Si

usa nelle salse, nelle marinate e, spremuto, aroma-

tizza cocktail e aperitivi. È il condimento ideale per

insalate, verdura cotta, molluschi e macedonie. Con

il limone si preparano gelatine, marmellate, canditi

e rosoli, ed è un ingrediente fondamentale in pa-

sticceria e gelateria.

068-119 07-BOTTEGA 5-07-2004 14:38 Pagina 75

La liquirizia, o liquerizia, è una pianta perenne cespugliosache

appartiene alla famiglia delle Leguminose. Originaria del Me-

diterraneo orientale e dell’Asia sudoccidentale, viene colti-

vata estensivamente in Iran, India, Spagna e Russia. In Italia

è diffusa nelle regioni meridionali, coltivata e talvolta rinsel-

vatichita, persino infestante nei luoghi incolti aridi. Cresce

dal piano fino a 1000 m di altitudine. Ha fusti eretti, flessuo-

si e fiori azzurro violacei o biancastri. Dalle sue lunghe radici

legnose, da cui si sviluppano stoloni striscianti lunghi fino a

8 m, si ricava una pasta con cui viene prodotta la ‘liquirizia ne-

ra’, che si trova facilmente in commercio sotto forma di ba-

stoncini, caramelle e pasticche.

Liquirizia Glycyrrhiza glabra

PROPRIETÀPianta dalle numerose virtù, la liquirizia è dissetante, rin-frescante, aromatizzante e dolcificante; la radice contie-ne glicirrizina, una sostanza più dolce dello zucchero, chepuò essere somministrata ai diabetici. È un ottimo emol-liente e fluidificante nella cura di bronchiti, raffreddori, in-fluenze, attacchi di tosse e affezioni del cavo orale. Èun’efficace antispasmodico renale e intestinale e dà ot-timi risultati nella cura dell’ulcera gastrica e duodenale.Ha proprietà lassative e anoressanti (aumenta la sen-sazione di sazietà) e svolge un’azione mineralcorticoidenella cura del morbo di Addison. Esternamente, svolgeun’azione lenitiva e normalizzante ed è un ottimo an-tinffiamatorio del cavo orale.

PRINCIPI ATTIVIGlicirrizina (5-10%), contenente sali di calcio e di potas-sio dell’acido glicirrizico; liquiritina, un glucoside flavo-nico; saccarosio e destrosio (5-10%); amido (30%); pro-teine; grassi; resina; asparagina; olio essenziale; fitoste-roli; saponina; vitamine del gruppo B.

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La liquirizia è un utile rimedio contro l’ulcera, le coliti e la stitichezza. Coadiuvante nel trattamento delle affezioni delle vie respiratorie, facilita la digestione e purifical’alito. Ha un leggero effetto lassativo e antispasmodico. Ha un gusto molto gradevole,apprezzato da adulti e bambini.

SALUTE

Bronchite, influenza, mal di gola, raffreddore, stomatiti e tosseBere 5-6 tazze di decotto o di infuso al giorno e masticare radice a volontà.Per alleviare arrossamenti, infiammazioni alla gola e bruciori dovuti ad af-te e stomatiti, fare sciacqui e gargarismi con il seguente decotto: fare bolli-re in un litro d’acqua, per 10 minuti, 20 g di radice di liquirizia, 40 g di eu-calipto e 10 g di santoreggia; lasciare riposare a lungo, filtrare e utilizzare piùvolte al giorno. In alternativa, prendere 2-3 cucchiaini di tintura pura o di-luita in una bevanda calda (latte o tè). Per calmare una tosse stizzosa, seccae insistente, bere 5-6 cucchiai di vino medicinale dopo i pasti principali.

Coliche intestinali, gastriti, ulcere gastriche, stitichezzaBere una tazza di decotto al mattino e una alla sera prima di coricarsi; incaso di stitichezza, come lassativo prendere un cucchiaino di polvere di ra-dice prima dei pasti, mescolandola con un poco di miele se il gusto è trop-po forte. Per gastriti croniche e ulcere allo stomaco, bere due tazze al gior-no del seguente decotto: fare bollire in un litro d’acqua per 5 minuti 100g di radice di liquirizia e 100 g di radice di iperico, lasciare riposare per 30-40 minuti, quindi filtrare.

Congiuntiviti, blefariti, piaghePer bagni oculari, compresse e impacchi utilizzare un infuso preparato con5 g di radice sminuzzata in 100 ml di acqua bollente: lasciare in infusionefino a raffreddamento, filtrare e applicare direttamente sulle parti interessate.

024-115 01-BOTTEGA 29-12-2003 11:06 Pagina 90

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L i q u i r i z i a

PREPARAZIONIt Radice

t DECOTTO: fare bollire in un litro abbondanted’acqua, per 5 minuti, 50 g di radice sminuzzata; to-gliere dal fuoco, lasciare macerare per 12 ore, fil-trare e berne secondo le indicazioni.

£ POLVERE: si acquista già pronta in farmacia oin erboristeria; prenderne 15-20 g in un’ostia o me-scolata a un poco di miele.

t INFUSO: versare una tazza di acqua bollente su5 g di radice sminuzzata finemente e lasciare in in-fusione per 1-2 ore, quindi bere secondo le indica-zioni.

t TINTURA: mettere a macerare 20-25 g di radi-ce sminuzzata in 60 g di alcol puro da liquori e 50 mldi acqua distillata. Dopo 10-15 giorni, filtrare e con-servare in una bottiglietta di vetro scuro, al riparodalla luce.

t VINO MEDICINALE: lasciare macerare, per 15-20 giorni, in un litro di buon vino bianco secco 100g di radice triturata. Filtrare e assumerne 5-6 cuc-chiai al giorno.

� IN CUCINAOltre che nell’industria farmaceutica, la liquirizia vie-ne utilizzata anche in quella dolciaria e liquoristica.Dalle radici si estrae un caratteristico succo dal sa-

pore dolce-amaro, ampiamenteutilizzato nell’industria dolcia-ria come aromatizzante per la

confezione di pastiglie, bastoncini, ca-ramelle e sciroppi. Con l’estratto di pos-

sono preparare budini, gelati, mousse ealtri dessert. Grandi quantità di liquirizia

vengono infine utilizzate come insaporente dibirre e miscele di tabacco da fiuto.

� AVVERTENZEDosi eccessive possono dare al-

cuni effetti collaterali, co-me perdita di sodio edi potassio con conse-

guente ritenzione idrica,ipertensione,mal di capo einsufficienza

respiratoria.

BELLEZZA

Maschera per pelli stancheFormare un impasto omogeneo mischiando 10-15 g di radice di liquirizia in polvere e 5-7 g difieno greco in polvere con un po’ di acqua; amal-gamare bene e applicare sul viso come una ma-schera, lasciando agire per 20-30minuti. In caso di pelli moltoscrepolate, usare al postodell’acqua un cucchiaino diolio di oliva o di germe di grano.

Tonico per pelli arrossateMettere 40 g di radice in 200 ml di acqua elasciare riposare per 10 minuti. Far bollirequindi per 8-10 minuti, spegnere e lasciare raf-freddare, con le radici sempre in ammollo. Unavolta a temperatura ambiente, filtrare il decotto neglistampini dei cubetti del ghiaccio econservare nel freezer. Pas-sare tutti i giorni sul visoun cubetto di tonico, an-che prima di applicare iltrucco.

024-115 01-BOTTEGA 29-12-2003 11:07 Pagina 91

Con il nome malva si indicano le piante che appartengono al

genere omonimo, che fa parte della famiglia delle Malvacee

ed è composto da una quarantina di specie di erbe annuali,

biennali, perenni e suffrutrici, diffuse perlopiù in Europa, Asia

e Africa, alcune delle quali fanno parte della flora italiana.

Cresce nei luoghi incolti e ha la radice a fittone; a seconda del-

le specie il fusto può essere prostrato o eretto, di altezza va-

riabile da 10 cm a 2 m, spesso ramificato e talvolta ricoper-

to da un sottile strato di peluria; le foglie, dotate di un piccio-

lo più o meno lungo, sono rotondeggianti o reniformi e sud-

divise in 5-7 lobi, e i fiori, solitari o riuniti a 2-6 all’ascella del-

le foglie superiori, sono in genere di colore rosa-violaceo.

MalvaMalva spp.

PROPRIETÀ

Una delle proprietà che hanno reso importante la malva

in campo medicinale è quella di essere un ottimo emol-

liente: è infatti assai efficace nella cura di tutti gli stati in-

fiammatori e irritativi; in particolare si rivela molto utile

nel trattamento delle infiammazioni del cavo orale (gen-

giviti, afte, ascessi, stomatiti ecc.). Svolge un’azione e-

spettorante e rinfrescante in caso di bronchite e catarro

persistente; calma la tosse e il mal di gola; è un buon an-

tispasmodico, assai efficace per calmare spasmi ga-

strointestinali, colite ed enterocolite, mentre a dosi più e-

levate è un blando lassativo; agisce come antinfiamma-

torio in caso d’infezioni all’intestino, ai reni e alla vesci-

ca; lenisce i dolori reumatici e artritici. Per uso esterno,

inoltre, possiede proprietà analgesiche, antidolorifiche, e-

mollienti e idratanti per la pelle.

PRINCIPI ATTIVI

La malva contiene: mucillagini; pectine; antociani (mal-

vina); olio essenziale; tannini; vitamine A, B1, B2, C, E; sa-

li minerali (in particolare sali di potassio); acido clorige-

nico; acido caffeico.

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Il nome del genere Malva deriva dal termine greco malakòs, che significa ‘molle’,

in riferimento alle proprietà emollienti di queste piante. Già conosciuta anticamente,

al tempo degli antichi filosofi greci pitagorici, la malva era considerata una pianta

sacra, simbolo della lotta che si libera dalle passioni.

Citata da Marco Tullio Cicerone (I sec. a.C.), dal poeta latino Marco Va-lerio Marziale (I sec.) e da Plinio il Vecchio (I sec.), la malva veniva colti-vata in epoca romana come fiore ornamentale da giardino, pianta medici-nale ed erba aromatica, ma già nell’VIII sec. a.C. veniva utilizzata a scopoalimentare: i giovani germogli erano consumati abitualmente come verdu-ra cruda. Successivamente la malva acquistò sempre maggiore importanzain campo officinale, fino al XVI sec. quando, considerata come una vera epropria panacea, venne chiamata omnimorbia.Le due specie del genere Malva più importanti dal punto di vista terapeu-tico sono M. sylvestris e M. alcea, ma alla famiglia delle Malvacee appar-tengono anche altre specie utilizzate nell’industria tessile per la produzio-ne di fibre vegetali per tessuti e cordami, oppure coltivate in giardino perl’eleganza del portamento e la bellezza dei loro grandi fiori.

MALVA SELVATICA (Malva sylvestris)

Nel Medioevo la malva selvatica godeva di una notevole reputazione nonsolo dal punto di vista medicinale: era infatti considerata una pianta an-tiafrodisiaca, che favoriva un comportamento più sobrio e quieto. Pianta erbacea perenne, talvolta annuale o biennale, cespugliosa, con fustiprostrati o ascendenti, ramificati, pubescenti, striati, legnosi alla base, altifino a 50 cm, la malva selvatica ha foglie palmato-lobate, dotate di un lun-go picciolo, e caratteristici fiori rosa-violacei con striature più scure, che sboc-ciano solitari o appaiati all’ascella delle foglie superiori, da maggio fino a set-

028-119 13-BOTTEGA 3 16-12-2004 16:21 Pagina 80

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Oltre alla malva selvatica (Malva sylvestris)

e alla malva alcea (M. alcea), in Italia sono

presenti altre 7 specie appartenenti al genere

Malva: la malva cretese (M. cretica), con fusti

ispidi, caratteristica delle regioni tirreniche

e ioniche; la malva moscata (M. moschata),

presente su quasi tutto il territorio; la malva

scabra (M. nicaeensis), dai petali biancastri

o bluastri senza strie scure, comune solo

nella penisola; la malva minore (M. parviflora),

con petali biancastri venati di rosa o viola,

presente nelle isole (comune) e nel sud del nostro

Paese (rara); la malva boreale (M. pusilla),

con petali cigliati, rosei o biancastri, assai rara

e segnalata solo in Lombardia; la malva domestica

(M. neglecta), comune su quasi tutto il territorio;

la malva crespa (M. verticillata), con foglie

densamente pelose e fiori rosa chiaro, presente

solo nelle valli alpine.

In basso e nella pagina a fianco, gli splendidi fiori

della malva selvatica.

tembre. Specie di origine eurosiberiana, sub-cosmopolita, cioè diffusa quasi ovunque nelmondo, in Italia è molto comune in tutto ilterritorio, dal piano fino a 1600 m di altitu-dine. Predilige i luoghi incolti, i ruderi, lemassicciate ferroviarie e i margini delle stra-de di campagna.

MALVA ALCEA (M. alcea)

Pianta erbacea perenne, con fusti eretti, alti fi-no a 80 cm, foglie palmate, più o menoprofondamente lobate oppure divise fino al-la base in 5 foglioline, questa malva ha fiorisolitari, che sbocciano da giugno a settembreall’ascella delle foglie, di colore rosa-porporacon venature più scure. Originaria dell’Eu-ropa centrale, in Italia è presente in quasi tut-to il territorio, anche se rara, fino a 2000 mdi altitudine. Cresce lungo le strade, vicino al-le discariche, negli incolti, su suoli ricchi di ni-trati, come ad esempio nei pressi dei letamai.Le sue proprietà officinali sono analoghe aquelle della malva selvatica.

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82

Alcune specie di Malva possiedono i medesimi

principi attivi e, di conseguenza, analoghe proprietà

officinali, cosicché talvolta M. sylvestris o M. alcea

(nella fotografia in basso) vengono sostituite

nella cura di taluni disturbi da M. moschata,

anche se meno efficace, o da M. neglecta,

con caratteri più marcati. Altre specie, invece,

hanno proprietà almeno in parte differenti, come

M. verticillata, utilizzata nella medicina cinese,

che viene utilizzata come galattagogo e come diuretico

calmante in caso di infezioni dell’apparato urinario.

Dal punto di vista terapeutico, comunque, le specie

che appartengono al genere Malva vengono

generalmente considerate meno efficaci di un’altra

pianta della famiglia delle Malvacee, l’altea

(Althaea officinalis).

SALUTE

Affezioni delle vie respiratorie, bronchite, catarro persistente, mal di gola,raffreddore e tosseBere all’occorrenza 3-4 tazze d’infuso al giorno, meglio se tiepido e dolci-ficato con un cucchiaino di miele di acacia. In alternativa, in caso di affe-zioni respiratorie persistenti e per aumentare il potere emolliente della mal-va, preparare un infuso di foglie e di fiori (10 g in tutto) in 100-120 ml dilatte, lasciando in infusione per 10-15 minuti prima di colare. Bere l’infu-so così preparato ancora caldo prima di andare a dormire alla sera.

Afte, ascessi, gengiviti e gengive fragili, infiammazioni alla gola, nevralgiedentarie, stomatiteFare due volte nel corso della giornata sciacqui e lavaggi con il decotto peruso esterno; in caso di infiammazioni alle gengive e alla gola, fare anche gar-garismi più volte al giorno.

Colite, enterocolite, infiammazioni all’intestino, ai reni, alla vescica, stitichezzaBere 2-3 tazze al giorno di decotto, dolcificato con un cucchiaino di mie-le di tarassaco. In caso di stitichezza acuta, fare un clistere con un infuso co-sì preparato: mettere in infusione 10 g di fiori in un litro d’acqua, lasciareintiepidire, quindi filtrare e utilizzare subito.

Dolori artritici e reumatici, foruncoli, gotta, irritazioni vaginali, pruriti fastidiosiApplicare direttamente sulle zone interessate un cataplasma caldo, ma nonbollente, preparato con foglie di malva fresche; rinnovare l’applicazione o-gni ora, oppure quando si è raffreddato. Se i dolori persistono, consultareil medico.

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PREPARAZIONI

r Foglie essiccate B Fiori essiccati t Radici (talvolta)

B rDECOTTO: far bollire 90-120 g di fiori e fo-

glie sminuzzati grossolanamente in 2 litri d’acqua;

dopo 15 minuti, togliere dal fuoco, fare riposare per

10 minuti, quindi colare. Berne 2-3 tazze al giorno,

secondo le indicazioni.

B r INFUSO: mettere in infusione 30-40 g (una

manciata) di fiori o foglie, oppure di entrambi, in un

litro di acqua bollente; lasciare riposare per 10-15 mi-

nuti, quindi filtrare e bere preferibilmente tiepido,

dolcificando, se si desidera, con un po’ di miele.

r CATAPLASMA: fare scaldare sopra una su-

perficie ben calda alcune foglie fresche appena col-

te, facendo attenzione che non secchino; schiac-

ciarle leggermente per farne uscire il succo, quindi

riporle sopra una pezza di lana pulita e applicare il

cataplasma sulle zone interessate, secondo le indi-

cazioni.

r DECOTTO PER USO ESTERNO: far bollire u-

na manciata di foglie in un litro d’acqua; dopo 15 mi-

nuti dall’inizio dell’ebollizione, togliere da fuoco, la-

sciare intiepidire e utilizzare per lavaggi, sciacqui,

gargarismi e come collutorio.

� IN CUCINA

La malva, oltre a essere una splendida

pianta da giardino, è assai apprezzata

anche in cucina: le sue foglie giovani si

aggiungono a minestre, zuppe e mi-

nestroni, oppure, lessate e poi sal-

tate in padella con un pizzico di bur-

ro o un goccio d’olio, sono un’otti-

ma verdura cotta.

BELLEZZA

Crema emolliente per pelli sottoposte al freddo intenso e al ventoOttima cura per rendere liscia ed elastica la pelle stressata dalfreddo e dal vento. Sciogliere a fuoco lento e a bagnomaria20 g di burro freschissimo, aggiungere 20 g di fiori e fogliedi malva tritati finissimi e 5-10 g di foglie di menta smi-nuzzate; amalgamare bene il tutto e cuocere a bagnomariaper circa un’ora. Quindi filtrare molto bene il composto at-traverso una tela a trama rada, spremendo con cura anchei residui di fiori e di foglie per recuperare tutti i loro prin-cipi attivi. Conservare la crema così preparata in un vasettodi vetro ben chiuso, in frigorifero, per 10 giorni. Non u-tilizzare assolutamente la crema quando comincia ad al-terarsi.

Lozione per pelli stanche e opacheFar bollire 50 g di fiori di malva in due tazze d’acqua, per5-6 minuti, quindi togliere dal fuoco, lasciare intiepidi-re, filtrare con il colino e, infine, aggiungere 2 cucchiai-ni di miele. Utilizzare tutti i giorni questa lozione per la-vare il viso: si otterrà una pelle luminosa, morbida e ri-posata.

Tonico per reidratare la pelle seccaPreparare un decotto con 2 cucchiai di foglie di malva eun cucchiaio di fiori in 300 ml di acqua; fare bollire peralmeno 5 minuti e lasciare quindi raffreddare. Utilizzareil preparato per fare delle applicazioni quotidiane con al-cuni batuffoli di cotone imbevuti.

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Il mandarino è un agrume, frutto dell’omonima pianta che ap-

partiene alla famiglia delle Rutacee. Alberello di modeste di-

mensioni, ha un fusto poco tortuoso, con rami abbastanza fles-

suosi e una corteccia liscia, di colore bruno. Le foglie, lisce, so-

no più scure nella pagina inferiore e formano una grossa mas-

sa frondosa. I fiori, molto profumati, sono riuniti in grappoli.

Il frutto carnoso è ricoperto da una buccia aromatica, dalla ti-

pica colorazione giallo-arancio, ricca di ghiandole oleifere e fa-

cilmente staccabile dalla polpa, divisa in genere in 8-10 spic-

chi, dolci e aromatici. Originario dell’Asia sudorientale e del-

le isole del Pacifico, è ampiamente coltivato a scopo orticolo

soprattutto nei Paesi del bacino del Mediterraneo.

MandarinoCitrus nobilis

PROPRIETÀ

I frutti del mandarino sono un alimento ricco di vitamine

e principi attivi, e possiedono anche ottime proprietà me-

dicinali che li rendono un prezioso rimedio della medici-

na naturale e della fitoterapia. A livello dell’apparato di-

gerente e respiratorio, in particolare della milza, del fe-

gato, della cistifellea, dei reni e dei polmoni, svolgono

un’efficace azione digestiva e stimolante; sono, inoltre,

un ottimo sedativo ed esercitano un’azione calmante sui

bronchi in caso di tosse umida. Le foglie del mandarino

sono particolarmente energetiche e analgesiche. Per u-

so esterno i mandarini sono un efficace antinfiammato-

rio, soprattutto nella cura di lombaggini, reumatismi e

forme di sciatica di varia natura.

PRINCIPI ATTIVI

Contiene principalmente: pigmenti del gruppo degli an-

tociani; acidi organici vari; mucillagini; olio essenziale;

vitamine, in particolare vitamina C; sali minerali; pectine;

zuccheri.

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La pianta del mandarino è stata introdotta per la prima volta in Europa nel 1828,

come curiosità botanica. Dal 1940 si è diffusa anche la coltivazione di un ibrido

di mandarino e arancio amaro, la clementina , dal nome di un padre Clemente,

della missione di Misserghin in Algeria, che la individuò all’inizio del XX secolo.

SALUTE

Ascessi, contusioni, eritemi, eruzioni cutanee, infiammazioni delle mucose della bocca e della gola, ferite, foruncoli, piccole piaghe, tagliCon azione antinfiammatoria e per facilitare i processi di cicatrizzazione, la-vare con cura le zone doloranti utilizzando l’infuso per uso esterno; appli-care inoltre, sulle zone interessate, impacchi o compresse imbevuti nel me-desimo infuso, oppure cataplasmi, lasciando agire per 30-40 minuti. Se itessuti non cominciano a cicatrizzare nell’arco di un breve periodo di tem-po, è preferibile consultare il medico.

Asma, bronchite cronica, carenza di vitamina C, catarro, congestione bronchiale e polmonare, enfisema, influenza, raffreddore, tosse convulsa, umida e persistenteCon azione espettorante e antinfiammatoria, assumere all’occorrenza 3 taz-ze di infuso di foglie, dolcificato con succo di pera; oppure, con azione an-tispasmodica, prendere la tintura di bucce nelle dosi indicate. Fare inoltre,2 volte al giorno, sciacqui e gargarismi con l’infuso per uso esterno. Se i di-sturbi non accennano a migliorare, consultare subito il medico.

Artrite e reumatismi, cancro, soprattutto della mammella, mastite, vomito, per stimolare l’uteroAssumere 3 volte al giorno, lontano dai pasti principali, una tazza di infu-so di foglie essiccate, oppure bere 3 bicchieri di succo fresco nel corso del-la giornata. Come trattamento esterno, inoltre, applicare sulle zone inte-

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ressate compresse imbevute di succo fresco diluito, coprire e lasciare agireper 5-10 minuti. Se i disturbi non migliorano, consultare al più presto ilmedico. In ogni caso, per la cura di queste malattie i rimedi naturali devo-no essere supportati dalla medicina tradizionale.

Disturbi del fegato e della cistifellea, durante lunghiperiodi di convalescenza, lombaggine, sciatica, permigliorare e stimolare le difese naturalidell’organismoQuando è necessario, bere 1-2 tazze di infusonel corso della giornata, oppure prendere 5-10gocce di tintura allungate in un poco di acqua; se si de-sidera, dolcificare con un cucchiaino di miele o conun cucchiaio di succo di pera o di mela. Mangia-re inoltre 5-6 mandarini nel corso della giornata.Se i disturbi persistono o non accennano a mi-gliorare, consultare subito il medico.

BELLEZZA

Bagno tonificante per pelli stanche e irritate dal solee dal ventoAdatta per ammorbidire e calmare le infiamma-zioni. Aggiungere all’acqua del bagno una manciatadi foglie essiccate e di semi di mandarino, immergersiper 15-20 minuti nel bagno così preparato, asciu-garsi quindi picchiettando la pelle con l’asciuga-mano e, infine, stendere una crema idratante.

M a n d a r i n o

PREPARAZIONI

u Frutti freschi e loro scorza, fresca o essiccata r Foglie

Scegliere mandarini freschi della migliore qualità,

di colore intenso, pesanti e sodi, con la buccia a gra-

na mista, evitando quelli mollicci, contusi o am-

muffiti.

u FRUTTO FRESCO: introdurre nella dieta quo-

tidiana il frutto fresco, consumandone a piacere, an-

che 6-7 al giorno.

u SUCCO FRESCO: assumere al naturale, a pia-

cere; se il gusto risulta troppo acidulo e asprigno, ag-

giungere un cucchiaino di miele di acacia o mille-

fiori.

r INFUSO PER USO INTERNO: mettere in infu-

sione 10 g di foglie essiccate in un litro di acqua bol-

lente; lasciare riposare per 15-20 minuti, quindi fil-

trare e dolcificare con un poco di miele o di succo di

pera o di mela. Assumerne 2-3 tazzine durante il

corso della giornata.

r INFUSO PER USO ESTERNO: versare un li-

tro di acqua bollente sopra 30-40 g di foglie essic-

cate e sminuzzate grossolanamente; lasciare in in-

fusione per 30-40 minuti, quindi colare e utilizzare

per fare lavaggi e applicare impacchi e compresse.

u TINTURA: mettere a ma-

cerare 20 g di bucce essic-

cate e sminuzzate in 100

ml di alcol a 20°; dopo 8

giorni, filtrare e conser-

vare in una boccetta di

vetro scuro con con-

tagocce. Prendere 30-

50 gocce 2-3 volte al

giorno, allungate in

un poco d’acqua.

� IN CUCINA

Il mandarino è un frutto

squisito che si può consu-

mare fresco o in spremuta; è

largamente utilizzato in pasticceria,

per guarnire torte di frutta, biscotti secchi e pa-

sticcini. Le bucce, che sono molto aromatiche,

vengono impiegate per dare sapore e aroma

ai liquori.

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Il matè è un arbusto o albero sempreverde, delicato, coltiva-

to su scala commerciale in Paraguay; la sua altezza varia a se-

conda della località dove cresce la pianta (da 10 a 20 m cir-

ca). Possiede tronco eretto con rami glabri; le foglie, persi-

stenti, alterne, sono ovato-lanceolate e cuneiformi alla base;

lunghe circa 5 cm, hanno margine irregolarmente dentato-cre-

nato, lucenti e di colore verde più scuro sulla pagina inferio-

re. I fiori, bianchi, di grandezza simile a quelli del nostro co-

mune agrifoglio, sono ascellari e sbocciano riuniti in fascetti.

I frutti sono piccole bacche rossastre, di forma sferica, all’in-

terno delle quali sono contenuti quattro noccioli con la su-

perficie solcata da striature longitudinali.

MatèIlex paraguariensis

PROPRIETÀL’albero del matè, oltre a trovare impiego come tè aro-matico, possiede preziose proprietà medicinali che nehanno fatto un ottimo rimedio della medicina popolare edella fitoterapia; un tempo veniva utilizzato dagli Indiossudamericani per le sue proprietà stimolanti, soprattut-to durante le lunghe traversate delle Ande. Il matè svol-ge un’efficace azione tonica e stimolante a livello del si-stema nervoso centrale, per questo viene spesso utiliz-zato nella cura di cefalee, emicranie e mali di testa da ten-sione nervosa associata ad affaticamento; è assai utileanche in caso di depressione e stati di affaticamento siafisico che mentale. Come diuretico e depurativo agisce incaso di ritenzione di liquidi e dolori di origine reumaticae artritica; è un buon antispasmodico ed è in grado di e-liminare l’appetito in caso di obesità. Per uso esterno ilmatè esercita un’azione antisettica e cicatrizzante, as-sai utile in caso di ferite infette, ulcere e bruciature

PRINCIPI ATTIVIContenuti principalmente nelle foglie fresche ed essic-cate: alcaloidi, tra i quali la caffeina sino allo 0,2-2% cir-ca; acido clorogenico fino al 10-16%; acido neocloroge-nico; catecolo di teobromina; tannini; olio volatile.

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L’importanza che il matè, conosciuto nei Paesi di origine con i nomi di Palo Yerbae Kaa, ebbe nel consumo americano ha fatto sì che diventasse ben presto oggetto di coltivazioni specializzate; furono i Gesuiti i primi che, nel 1578, si occuparonodella coltivazione della pianta e della preparazione del prodotto.

SALUTE

Cefalee, congestione cerebrale dovuta al calore (insolazione), depressione,emicranie, lipotimia o svenimento, mal di testa da tensione nervosa, stati di affaticamento psicofisicoCon azione tonica, antispasmodica e leggermente analgesica, assumere al-l’occorrenza durante il corso della giornata 2-3 tazze di infuso di foglie; seil gusto del preparato risultasse troppo sgradevole al palato, dolcificare conun cucchiaino di miele di rosmarino o di castagno. Se i sintomi persistonoe la situazione non migliora nell’arco di breve tempo, interrompere il trat-tamento e rivolgersi al medico per una terapia più adeguata.

Dolori di origine reumatica, ritenzione di liquidiCon azione diuretica e depurativa, può essere benefico assumere all’occor-renza durante il corso della giornata 2, al massimo 3, tazze di infuso di fo-glie, dolcificato con un cucchiaino di miele di tarassaco. All’insorgere deiprimi segni di intolleranza alla pianta oppure se i sintomi persistono a lun-go, interrompere immediatamente il trattamento e consultare al più prestoil medico.

Ferite infette, piaghe, ulcere della pelle, bruciature, per favorire i processi di cicatrizzazioneCon azione antisettica e cicatrizzante, fare almeno 2 volte al giorno dei la-vaggi oppure degli sciacqui utilizzando l’infuso di foglie per uso esterno; ap-plicare, inoltre, sulle zone doloranti impacchi o compresse imbevuti nel me-

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PREPARAZIONI r Foglie essiccate

r INFUSO: versare un litro di acqua bollente in unrecipiente di porcellana o di terracotta contenente20-40 g di foglie essiccate e sminuzzate grossola-namente; lasciare in infusione, coperto e a tempe-ratura ambiente, per 10-15 minuti, quindi colare.Berne 2-3 tazze nel corso della giornata; se si desi-dera, dolcificare con un cucchiaino di miele.

r INFUSO PER USO ESTERNO: sminuzzaregrossolanamente 50-60 g di foglie essiccate e ver-sarvi sopra un litro di acqua bollente; lasciare in in-fusione coperto fino a completo raffreddamento,quindi colare. Utilizzare l’infuso così preparato per fa-re lavaggi e sciacqui e per applicare impacchi e com-presse; lasciare agire sulle parti doloranti per 20-30 minuti prima di rinnovare.

� IN CUCINAll matè è una bevanda molto diffusa in Sudamerica,specialmente nelle regioni in cui la dieta è preve-lentementea base di carne. L’aroma ricorda quellodel tè, e lo stesso vale per la sua composizione chi-mica. I sudamericani preparano il matè mettendo lefoglie, leggermente tostate, in un guscio di cocco o

in una zucca svuotata; quindi vi ver-sano sopra acqua calda, addolci-

scono l’infuso con un’abbon-dante dose di zucchero e lo

bevono con una sorta dicannuccia detta ‘bombil-la’: un tubicino nella cuiestremità inferiore è si-stemata una sfera bu-cherellata che funzionada filtro.

desimo preparato, lasciando agire per 20-30 mi-nuti. Se la situazione non mostra alcun segno dimiglioramento nell’arco di breve tempo, si con-siglia di consultare il medico per evitare l’insorge-re di infezioni.

� AVVERTENZEIl matè è un eccitante nervoso e muscolare, anche se i suoi effetti non so-no così marcati come quelli del caffè, e non deve essere assunto in modocontinuativo, neanche quando lo si utilizza a scopo medicinale. Il consumoabituale di matè, per l’elevato contenuto di caffeina, provoca dipen-denza (necessità di continuare ad assumerlo) e assuefazione (neces-sità di aumentarne le dosi), al pari di quanto avviene con qualsiasidroga. Provoca anche diversi effetti tossici a livello del sistema nervoso(irritazione), del cuore (palpitazioni e tachicardia) e dell’apparato di-gerente (gastrite e predisposizione all’ulcera gastroduodenale). L’usodel matè è inoltre controindicato nei seguenti casi: ulcera gastroduo-denale, gastrite, pirosi (acidità di stomaco), nervosismo, ipertensione, car-diopatie, aritmie e gotta; non va assunto in gravidanza, in quanto riduce losviluppo del feto, e nel periodo dell’allattamento, poiché la caffeina passa ra-pidamente nel latte materno.

M a t è

La mela è il frutto di una pianta che appartiene alla famiglia

delle Rosacee. Albero alto fino a 10 m o arbusto di 2-3 m, il

melo ha un tronco molto robusto, con una corteccia bruno-gri-

giastra assai screpolata con l’età; i rami, numerosi e frondo-

si, conferiscono alla chioma un aspetto rigoglioso. Le foglie,

ovate e leggermente pelose inferiormente, compaiono in pri-

mavera insieme ai fiori, bianchi e soffusi di rosa esterna-

mente. I frutti, di forma sferica, sono grossi pomi, con all’in-

terno un torsolo che contiene i semi; il colore della buccia,

così come l’epoca di maturazione, varia a seconda delle in-

numerevoli varietà e cultivar (oltre 7000). Originario del Cau-

caso, il melo è il frutto più coltivato al mondo.

MelaMalus communis (= M. pumila)

PROPRIETÀ

La mela è conosciuta e utilizzata da sempre come rime-

dio della medicina popolare. Ottimo febbrifugo, rinfre-

scante e antinfiammatorio, è particolarmente utile nella

cura di infezioni delle vie respiratorie, di malattie digestive

e delle vie urinarie, dovute principalmente a processi in-

fiammatori. La mela è inoltre un efficace disintossican-

te generale: grazie al suo contenuto di pectine (fibre ve-

getali che a contatto con l’acqua formano dei gel), aiuta

la muscolatura intestinale a spingere i residui lungo l’in-

testino, elimina le tossine gastrointestinali, abbassa il

colesterolo nel sangue e contribuisce alla perdita di pe-

so. È diuretica ed è pertanto utile nella cura e nel tratta-

mento della gotta, dell’artrite, dei reumatismi e della ne-

frite; è anche un ottimo tonico-digestivo, efficace in ca-

so di atonia intestinale e disturbi gastrointestinali (diar-

rea e vomito).

PRINCIPI ATTIVI

La mela contiene: acqua, fino all’85-90%; sali minerali,

fra cui potassio, sodio, calcio, acido fosforico, ferro, ma-

gnesio e zolfo; zuccheri riduttori, saccarosio, cellulosa;

pectine; vitamine A, B1, B2, C e PP; nella buccia acido

gallotanico.

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Nella mitologia germanica le mele custodite da Idhunn, la dea dell’immortalità,

donavano eterna giovinezza agli Asi, la stirpe di dei guidati da Odino, il dio della

guerra, e da Thor, il dio del tuono. Anche nella mitologia celtica le mele sono

il frutto dell’immortalità che veniva concessa agli eroi vittoriosi.

UNA STORIA ANTICA

La coltura del melo ha avuto inizio in epoca preistorica: lo testimoniano al-cuni fossili di frutti, tagliati e seccati per poter essere conservati, rinvenutiin Svizzera e in Austria, che risalgono all’età della pietra. Il progenitore diquesta pianta, oggi diffusa in tutte le regioni temperate del globo, si sup-pone che fosse una specie originaria del Caucaso, la catena montuosa po-sta al crocevia fra l’Iran, la Turchia e le antiche terre di Russia, dove i meliselvatici crescono tuttora in abbondanza. Le popolazioni che migrarono daqueste regioni verso ovest, portando, fra le varie provviste, anche le mele,contribuirono involontariamente, tramite i semi, alla diffusione del meloin Europa.

MITI E LEGGENDE

La coltura del melo era nota a Greci, Etruschi, Romani ed Ebrei, già nelleprime fasi di sviluppo della loro civiltà, come testimoniano ad esempio gliantichi miti di Paride ed Elena, di Ercole e il giardino delle Esperidi, di Ip-pomene e Atalanta, e di Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre. Grazie al-l’invenzione della tecnica dell’innesto, Greci, Etruschi e Romani riusciro-no a selezionare piante particolarmente produttive, che i Romani diffuse-ro nei territori occupati durante la loro espansione. Con il crollo dell’Im-pero Romano, la coltivazione di alcune delle varietà create venne perpetuata

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dai monaci dei numerosi monasteri sparsi in tutta Europa: almeno unacultivar, la celebre ‘Court Pendu Plat’, selezionata nel XVI sec. è giunta fi-no ai nostri giorni. Quando gli Europei colonizzarono l’America Setten-trionale, ne diffusero la coltivazione partendo dal seme: sebbene questoabbia determinato la crescita di varietà con frutti più piccoli, per contro haconsentito di sviluppare una maggiore diversità genetica rispetto al VecchioContinente.Insieme alla pianta del melo, si diffusero anche nuovi miti e leggende legatial suo frutto: dalla mitologia scandinava ai misteriosi riti vudu dell’Ameri-ca Centrale, dai racconti medievali che narrano di mele fatate che donanol’immortalita o che sono un indispensabile ingrediente dei filtri d’amore,alla leggenda di Guglielmo Tell, l’eroe dell’indipendenza elvetica, che riu-scì a colpire con una freccia, in una terribile prova di abilità, la mela postasul capo del figlio, per liberare la sua patria dalla tirannide.

UN FRUTTO PREZIOSO

La mela è un frutto presente sulle tavole imbandite di quasi tutti i popolidel mondo. Alimento ricco di acqua, di pectina, di sali minerali e di vita-mine, gustato fresco, da solo, in macedonie e frullati, oppure cotto o an-cora sotto forma di confetture, gelatine e canditi, la mela viene utilizzata an-che per la produzione dell’aceto di mele, nell’industria dei liquori per la fab-bricazione del sidro, un succo di mele fermentato, e in campo terapeutico,per le molteplici proprietà curative.

M e l a

«Una mela al giorno leva il medico di torno»...

questo famosissimo proverbio popolare,

comune anche alla tradizione anglosassone

(«An apple a day keeps the doctor away»)

illustra meglio di ogni altra immagine i pregi

di questo antico e salutare frutto, ricco di sali

minerali, acidi organici, vitamine e zuccheri

semplici di facile assimilazione. Ottimo e completo

alimento, la mela viene usata da tempi remoti

per le sue innumerevoli proprietà curative.

I petali bianchi, sfumati di rosa, del melo

lo rendono anche un albero assai attraente:

la sua coltivazione intensiva, spesso attuata

su vaste aree, si trasforma, nel periodo della

fioritura, in un immenso giardino; persino

il momento della fruttificazione, con gli alberi

carichi di frutti colorati, che hanno ispirato

scrittori e poeti antichi e moderni, diventa

uno spettacolo affascinante!

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M e l a

84

Oggi esistono in commercio più di 7000 varietà e cultivar,

suddivise generalmente in base all’epoca di maturazione

(estive, autunnali e invernali) e alla destinazione

(da tavola, da cuocere, da sidro, da essiccare).

Fra le più comuni sulle nostre tavole troviamo

la ‘delicious’, di origine americana e importata fra le

due grandi guerre, di colore giallo macchiato di rosso

e con la polpa molto profumata, e la ‘starkrimson delicious’,

una sua mutazione dalla buccia rosso cupo; la ‘golden

delicious’, medio-grossa e gialla a maturità, con la polpa

gradevole e aromatica; la ‘renetta’, invernale, coltivata

dal XVII sec., con la buccia gialla marmorizzata, ruvida

al tatto; la ‘rosa di Caldaro’, di forma leggermente

schiacciata e colore giallo con sfumature rosse;

l’‘abbondanza’, medio-grossa a buccia liscia con striature

rosso-vino; la ‘grany’, dal tipico colore verde.

SALUTE

Acidità di stomaco, diarrea, digestione difficile, disturbi gastrointestinali,stitichezza, vomitoMangiare una mela prima dei pasti principali e bere all’occorrenza 3-4 taz-ze di decotto di frutti al giorno. Un rimedio molto efficace per problemidi stitichezza consiste nel mangiare mele cotte in poca acqua e con un pez-zetto di scorza di limone oppure purea di mele, due volte al giorno alla fi-ne dei pasti principali. In caso di diarrea fare un clistere utilizzando il de-cotto di corteccia preparato con metà dose (20-25 g di corteccia in un li-tro di acqua).

Artrite, dolori reumatici, gotta, infiammazioni alle vie urinarie, nefrite, reumatismi articolariConsumare a volontà mele fresche durante la giornata e assumere all’oc-correnza 4-5 tazzine al giorno di decotto di frutti. In alternativa, con azio-ne diuretica, preparare un decotto con 50 g di bucce essiccate in 500 ml diacqua: far bollire per 10 minuti, lasciare quindi riposare, poi colare e berea tazzine durante il giorno.

Febbre, infiammazioni delle vie respiratorie, raffreddore, raucedineBere 4 tazzine al giorno di decotto di frutti, meglio se caldo, oppure assu-mere 2-3 bicchieri di succo di mela; prendere inoltre lo sciroppo di mele,puro (4-5 cucchiai) o diluito in un poco di acqua. In alternativa, bere 4-5tazze di decotto di corteccia, addolcito con un poco di miele. In questi ca-si, con azione disintossicante e antinfiammatoria, si consiglia di consuma-re mele a volontà: fresche, crude, cotte al vapore, al forno o in qualsiasi al-tro modo e in un qualunque momento della giornata.

040-115 07-BOTTEGA 26-06-2004 9:22 Pagina 84

85

BELLEZZA

Detergente alla mela per una pulizia profondaPer avere una pelle chiara e morbida, pelare bene unamela matura, passarla su una grattugia di vetro fino aridurla in purea, unire un cucchiaio di miele e u-no di yogurt. Amalgamare bene il tutto e spal-mare il composto, in piccole quantità, sullapelle del viso e del collo; massaggiare legger-mente con la punta delle dita, quindi sciacqua-re con abbondante acqua tiepida. Utilizzare rego-larmente il composto al posto del latte detergente.

Per avere denti sani e belliPer avere un sorriso chiaro e ridurre il rischio di carie,utilizzare il seguente dentifricio liquido: aggiungerequalche goccia di limone a un bicchiere di succodi mela centrifugato, mescolare bene, immer-gervi lo spazzolino e strofinare i denti energi-camente come di consueto.

Per avere i capelli lucenti e splendentiDopo aver fatto lo shampoo aggiungere al-l’ultimo risciacquo mezzo bicchiere di acetodi mele così preparato: tagliare a pezzi delle me-le sbucciate, schiacciarle e metterle in un conte-nitore di legno, lasciare fermentare a temperaturaambiente fino a quando non si forma la schiuma in su-perficie (8-10 giorni). Travasare quindi in un altro reci-piente di legno e lasciare riposare almeno una settima-na, quindi chiudere il recipiente e fare invecchiare peralmeno 2 mesi. Passato tale periodo imbottigliare l’acetodi mele e conservare in un luogo fresco e asciutto.

PREPARAZIONI

u Frutti freschi 4 Corteccia dei tronchi e dei rami

u FRUTTO FRESCO: lavare bene il frutto per eli-

minare i residui di sostanze chimiche (si consiglia di

acquistare mele coltivate biologicamente) e man-

giarlo crudo all’inizio dei pasti e durante la giornata.

u SUCCO: per coloro che non digeriscono le me-

le e sono intolleranti alla cellulosa, passare uno o più

frutti alla centrifuga (non al frullatore).

u SCIROPPO: passare la quantità desiderata di

mele alla centrifuga e raccoglierne il succo in un re-

cipiente; aggiungere al succo una quantità di zuc-

chero pari a una volta e mezzo il suo peso e fare

quindi sciogliere lentamente a bagnomaria.

u DECOTTO DI FRUTTI: portare a bollore, in mez-

zo litro d’acqua, 30-40 g di mela tagliata a pezzi, ma

non sbucciata (lavare molto bene); far cuocere per

15 minuti a fuoco basso, lasciare raffreddare, quin-

di colare. Utilizzare la polpa, privata della buccia,

per preparare una purea di mele.

4 DECOTTO DI CORTECCIA: far bollire 40-50 g

di corteccia essiccata e sminuzzata in un litro di ac-

qua; dopo 15 minuti togliere dal fuoco, lasciare ri-

posare qualche minuto, quindi colare.

� IN CUCINA

La mela si usa comunemente come frut-

to fresco, grattugiata, in macedo-

nia e nelle insalate; è ottima nel-

lo strudel, in crostate, biscotti

e dolci. La purea di mele si

può utilizzare come contor-

no per le carni, in partico-

lare di maiale.

Quando viene utilizzata

fresca, la mela dev’essere

preparata al momento:

pochi minuti dopo aver

sbucciato il frutto, infatti,

la polpa si macchia, a cau-

sa di un processo ossidativo

il cui catalizzatore è un enzi-

ma (polifenolo-ossidasi) che

viene attivato dall’ossigeno che

normalmente non passa attraverso

la buccia, ma che, in caso di ammac-

cature o tagli, raggiunge la parte intaccata,

facendola così scurire.

M e l a

040-115 07-BOTTEGA 5-07-2004 13:39 Pagina 85

Il meliloto, conosciuto anche con i nomi di ‘vetturina gialla’ o

‘erba vetturina’, è una pianta erbacea biennale che appartie-

ne alla famiglia delle Leguminose. Alto fino a 120 cm, si svi-

luppa su una grossa radice a fittone, con fusti verdi o rossa-

stri, a sezione circolare e cavi all’interno, foglie leggermente

profumate, composte da tre foglioline ovato-lanceolate, e fio-

ri gialli, riuniti a 30-70 in racemi inseriti all’ascella delle foglie

superiori, dal delicato profumo di miele. Originario dell’Euro-

pa e dell’Asia occidentale, il meliloto è diffuso in quasi tutto

il mondo; impiegato un tempo come erba foraggera, sostitui-

to in seguito dal trifoglio comune, viene coltivato su scala

commerciale, a scopo medicinale e alimentare.

MelilotoMelilotus officinalis

PROPRIETÀ

Il meliloto svolge un’efficace azione sedativa e antispa-

smodica, utile nella cura di coliche del tubo digerente, in

caso di spasmi gastrici, intestinali e di disturbi digestivi

in generale; è ottimo contro le tossi ostinate e stizzose,

aiuta a vincere l’insonnia ed esercita un’azione calman-

te in caso di attacchi di ansia, irritazione nervosa, ne-

vralgie e mal di testa. È un efficace tonico per le vene e

per i capillari, utilissimo in caso di varici, edemi, stan-

chezza delle gambe ed emorroidi; come anticoagulante,

fluidificante del sangue e attivatore della circolazione, è

indicato in caso di flebite e come preventivo della trom-

bosi venosa e arteriosa; esercita, inoltre, un’azione diu-

retica, indicata per stimolare l’attività renale, ed è un an-

tibiotico e un antinfiammatorio, utile soprattutto in caso

di affezioni delle vie urinarie. Per uso esterno, è emol-

liente, decongestionante e sedativo per disturbi infiam-

matori della pelle e delle mucose.

PRINCIPI ATTIVI

Contiene: un glucoside, il melilotoside, che, essiccando-

si, si trasforma in cumarina e in altre sostanze affini; fla-

vonoidi; mucillagini; colina; vitamina C; olio fissato; aci-

di e sali organici; acido melilotico.

80

Il nome di questa pianta richiama il profumo di miele che emanano i suoi fiori.

Le diverse specie di meliloto venivano usate nel Medioevo per fare linimenti e

poltiglie curative di gonfiori, vesciche e abrasioni e, fino al XIX sec., l’infuso dei fiori

in alcol canforato veniva impiegato come lavanda oculare.

SALUTE

Coliche del tubo digerente, disturbi digestivi, flatulenza, indigestione, spasmi gastrointestinali, per normalizzare i processi digestiviAssumere all’occorrenza 3-4 tazze di infuso al giorno, oppure prendere 10-15 gocce di tintura, 2 volte al giorno, diluite in poca acqua o in una tisanaa piacere (genziana, calendula o valeriana). In caso di coliche, applicare an-che degli impacchi tiepidi preparati con sommità fiorite cotte in pochissi-ma acqua e ridotte in poltiglia.

Dolori articolari, ferite, foruncoli, infiammazioni del naso e della gola, irritazionidella pelle e delle mucoseFare lavaggi delle zone doloranti utilizzando l’infuso per uso esterno e ap-plicare, inoltre, alcune compresse imbevute nel medesimo infuso. In casodi mal di gola e infiammazioni al naso, fare sciacqui e gargarismi 2 volte algiorno con l’infuso per uso esterno. Per guarire abrasioni, eruzioni cutaneee ferite, applicare come cataplasma, direttamente sulle zone interessate, al-cune foglie fresche di meliloto, lasciando agire per 30-40 minuti.

Flebite, pesantezza e stanchezza alle gambe, varici, per prevenire la trombosiarteriosa e venosaAssumere all’occorrenza una tazza di infuso 3-4 volte al giorno o 15-20 goc-ce di tintura, diluite in poca acqua; in alternativa, prendere un cucchiainodi polvere in un’ostia oppure disciolta in una tazza di decotto o infuso disemi di lino. Se i disturbi peggiorano, consultare subito il medico.

SK1 09-BOTTEGA 23-08-2004 17:41 Pagina 80

81

PREPARAZIONI

r Foglie fresche o essiccate B Sommità fiorite essiccate

B INFUSO: mettere in infusione 50 g di pianta

essiccata e sminuzzata in un litro d’acqua calda; la-

sciare in infusione per 10 minuti circa, filtrare e zuc-

cherare con un poco di miele, se lo si desidera. La do-

se consigliata è di 3-4 tazze al giorno.

B TINTURA: mettere a macerare 20-25 g di fiori

essiccati in 80-90 ml di alcol a 60°, per 10-12 gior-

ni; trascorso il tempo indicato, filtrare e conservare

in una boccetta di vetro scuro con contagocce. Pren-

derne dalle 10 alle 20 gocce in una tisana o diluite

in poca acqua.

B POLVERE: pestare in un mortaio la quantità de-

siderata di sommità fiorite essiccate fino a ottene-

re una polvere fine. Assumerne da mezzo a un cuc-

chiaino in un’ostia o mescolata a marmellata, 2-3

volte al giorno.

B INFUSO PER USO ESTERNO: mettere in in-

fusione 150-200 g di sommità fiorite essiccate e

sminuzzate in un litro di acqua bollente; lasciare in

infusione per 15-20 minuti, quindi colare e utilizza-

re secondo le indicazioni.

� IN CUCINA

Il meliloto possiede anche proprietà a-

romatizzanti e insaporenti: le foglie

essiccate vengono usate nella pre-

parazioni di liquori, per dare sapore ai

salumi, alle carni di maiale e ai ri-

pieni; vengono impiegate per aro-

matizzare la birra e i formaggi, in par-

ticolare il Gruyère e lo

Schabzieger svizzeri.

Infiammazioni alle vie urinarie, per migliorare la diuresiBere una tazza di infuso 3-4 volte al giorno, oppure prende-re 15 gocce di tintura diluite in poca acqua o in una tazza diinfuso di bardana. Se i disturbi non migliorano, consulta-re il medico.

Insonnia, irritazione nervosa, mal di testa, nevralgie, stati di ansia e angoscia, tosse nervosa, ostinata e stizzosaCon azione sedativa e calmante, bere 4 tazze di infuso algiorno, di cui l’ultima prima di coricarsi, oppure pren-dere, un’ora prima di andare a dormire, 10-15 gocce ditintura diluite in una tazza di infuso di camomilla; in al-ternativa, assumere la polvere secondo le modalità indicate.

BELLEZZA

Bagno contro la ‘malinconia’Far bollire in 4 litri d’acqua una manciata di fioridi meliloto, 3 manciate di malva, 3 di parietaria,una di fiori di camomilla e 25 g di semi di se-dano, fino a quando l’acqua non si riduce diun terzo circa; aggiungere quindi un litro dilatte fresco, mescolare bene e aggiungere al-l’acqua del bagno, a temperatura corporea opoco più.

Per palpebre infiammate, congiuntiviteUtilizzare l’infuso per uso esterno per fare la-vaggi oculari e impacchi.

M e l i l o t o

SK1 09-BOTTEGA 23-08-2004 17:41 Pagina 81

La melissa, chiamata comunemente anche ‘erba cedronella’

e ‘limoncella’, è un’erba aromatica che appartiene alla fami-

glia delle Labiate. Originaria dell’Europa meridionale e dell’A-

sia occidentale, è naturalizzata e diffusa nella maggior parte

delle regioni temperate dell’emisfero boreale. In Italia è pre-

sente in quasi tutto il territorio, negli incolti, ai margini di stra-

de e nei luoghi erbosi, fino a 1000 m di altitudine. Possiede

un breve rizoma, da cui si sviluppa il gambo, peloso e ramifi-

cato, alto 40-80 cm. Le foglie emanano un caratteristico pro-

fumo di limone che diventa aspro se le piante crescono in un

terreno secco e in pieno sole. I piccoli fiori sono dapprima

giallo pallido, quindi bianco rosati o azzurro pallido.

Melissa Melissa officinalis

PROPRIETÀLa melissa era utilizzata come medicinale già nell’anticaGrecia. Un tempo, nell’Europa meridionale, veniva chia-mata ‘balsamo del cuore’ o ‘elisir di lunga vita’: si dice-va che presa ogni mattina rinnovava la giovinezza, raffor-zava il cervello e sosteneva l’organismo deperito. La me-lissa ha proprietà carminative, diaforetiche, antispa-smodiche ed è un ottimo sedativo e tonico del sistemanervoso. Viene utilizzata nella cura di emicranie e ne-vralgie, per calmare dolori spastici intestinali e in caso dimestruazioni irregolari e particolarmente dolorose. Svol-ge un’azione digestiva, antifermentativa e stomachica.Per uso esterno ha proprietà cicatrizzanti, astringenti eantimicrobiche ed è indicata per dolori reumatici e ne-vralgici.

PRINCIPI ATTIVINella pianta fresca: olio essenziale (0,1%) costituito dacitrale, citronellale, linalolo, citronellolo e geraniolo; tan-nini (5%); resine; acido succinico; sostanze amare.

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La melissa, ‘erba cedronella’ o ‘limoncella’, è ideale nei casi di stress, crisi di angosciao depressione; è un antispasmodico e facilita la digestione. Combatte l’insonnia e purifica l’alito. Secondo gli antichi, che la coltivavano già duemila anni anni fa con il nome di ‘balsamo del cuore’ o ‘elisir di lunga vita’, rinnovava la giovinezza,rafforzava il cervello e sosteneva l’organismo deperito.

SALUTE

Cattiva e difficile digestione, flatulenza, gastroenterite, spasmi intestinaliPer espellere i gas da stomaco e intestino, assumere all’occorrenza una taz-za di decotto dopo ogni pasto principale, oppure bere una tazza calda d’in-fuso di fiori dopo i pasti e una alla sera prima di coricarsi.

Dolori mestrualiIn caso di mestruazioni particolarmente dolorose, assumere 3 tazze di in-fuso di foglie nel corso della giornata, nei 5 giorni che precedono il ciclo edurante il ciclo.

Dolori articolari, ferite, piaghe e ulcere, reumatismiFare frizioni sulle parti interessate con alcune gocce di tintura; in alterna-tiva preparare degli impacchi come sopra descritto.

Emicranie e nevralgie in genereAssumere l’infuso di fiori, 2 volte al giorno alla distanza di un’ora. Si con-siglia di fare anche degli impacchi sulla fronte: pestare e sminuzzare unamanciata di fiori o di foglie, adagiarle sulla fronte con una pezzuola di li-no e lasciare agire fino a quando il dolore non si attenua.

Ansia, eccitazione nervosa, isterismoCome sedativo prendere mezzo cucchiaino di acqua di melissa in una taz-za di acqua calda e zuccherata oppure 10 gocce su una zolletta di zucche-

024-115 01-BOTTEGA 29-12-2003 11:07 Pagina 92

93

M e l i s s a

PREPARAZIONIr Foglie B Fiori

� ACQUA DI MELISSA: si può acquistare in far-macia oppure preparare in casa mettendo a mace-rare i seguenti ingredienti in 2,5 l di alcol a 70°:350 g di fiori freschi di melissa, 75 g di bucce di li-mone (solo la parte gialla), 40 g di cannella in stec-che, 40 g di chiodi di garofano, 40 g di noce mo-scata, 20 g di coriandolo e 20 g di radice di angeli-ca. Dopo 4-5 giorni filtrare, raccogliere l’acqua inuna bottiglia di vetro scuro chiusa ermeticamente econservarla in luogo fresco e asciutto, al riparo dal-la luce.

B INFUSO DI FIORI: mettere in infusione, per 10-15 minuti, 10 g di fiori di melissa in 1/2 l di acquabollente; filtrare e zuccherare, se si desidera, conun poco di miele o zucchero.

r INFUSO DI FOGLIE: versare una tazza d’acquabollente sopra 5 g di foglie sminuzzate, lasciare in in-fusione per 10 minuti, filtrare e bere caldo o tiepido.

B DECOTTO: far bollire 100 ml di acqua, aggiun-gere 4-5 g di foglie e fiori e lasciare bollire per un mi-nuto. Filtrare e zuccherare.

B TINTURA: mettere a macerare 20 g di fiori in100 ml di alcol a 70°; dopo 5 giorni filtrare il pre-parato e conservarlo in un flacone di vetro munito

di contagocce.

� OLIO ESSENZIALE: acquista-re in farmacia o in erboristeria.

� IN CUCINALe foglie fresche, finemente tri-tate, possono essere utilizzateper insaporire sia piatti salati

che dolci: insalate, salse biancheda pesce, maionese, alcune verdure,

marmellate, crostate, spremute di frutta eanche il vino.

ro da far sciogliere lentamente in bocca. In alternativa prendere, al matti-no e alla sera, una tazza d’infusione mista preparata con fiori di melissa, fio-ri di lavanda e boccioli di tiglio.

BELLEZZA

Alito cattivoVersare 100 g di fiori di melissa in 800 g di grappa oppure di acquavi-te; lasciare macerare per 5 giorni, poi filtrare e conservare in una botti-glia con tappo. Diluire mezzo cucchiaino del liquido filtrato in un bic-chiere d’acqua tiepida e fare frequenti sciacqui e gargarismi nel cor-so della giornata.

Tisana per una pelle sanaFare bollire in 300 ml di acqua, per 5-7 minuti, 2 cucchiai di semi di ani-ce o finocchio e 2 semi di coriandolo, aggiungere quindi fuori dal fuo-co un cucchiaio di fiori di melissa e lasciare riposare per 10 minuti. Fil-trare e berne una tazzina tre volte al giorno, aromatizzando latisana con una scorza di limone e una di arancia.

Tonico per la pelle purificante, decongestionante e stimolanteMescolare in una bottiglietta 150 ml di acqua di melis-sa, 140 ml di amamelide e 6 gocce di glicerina e applicare sul viso.

024-115 01-BOTTEGA 29-12-2003 11:07 Pagina 93

La menta è una pianta aromatica perenne, cespugliosa, che

appartiene alla famiglia delle Labiate. Di origine eurasiatica,

predilige i luoghi umidi ed è diffusa in quasi tutte le regioni tem-

perate del globo. È una pianta rizomatosa che sviluppa dap-

prima un fusto strisciante che emette radici ai nodi e suc-

cessivamente diviene eretto o ascendente e a sezione qua-

drata. Le foglie ovato-lanceolate sono di colore verde piutto-

sto intenso, mentre i fiori, che compaiono fra giugno e otto-

bre, hanno sfumature da biancastre a rosa-violacee. Tutte le

specie di menta, selvatiche e coltivate, emanano un profumo

caratteristico, penetrante, dovuto principalmente alla pre-

senza nelle foglie di un olio essenziale contenente mentolo.

MentaMentha spp.

PROPRIETÀLa scienza moderna riconosce alla menta molte delleproprietà indicate dagli antichi autori e altre ancora. Lamedicina ricorre alla menta, o meglio alla sua essenza oal mentolo che ne è il maggiore costituente, come ottimofarmaco in diverse affezioni. La menta è infatti antiset-tica, antifermentativa, antispasmodica, anestetica, anal-gesica, calmante, dissetante, rinfrescante, emmenagoga,tonica del sistema nervoso, stimolante, stomachica, di-gestiva, carminativa, vermifuga; stimola inoltre lo sto-maco, attiva la digestione, aumenta la traspirazione cu-tanea e la diuresi, combatte la gastralgia, le emicranie ecerte forme reumatiche, cura il meteorismo nervoso, l’in-sonnia, le riniti, l’ozena, le laringiti catarrali e alcune ma-lattie parassitarie del cuoio capelluto. L’essenza o il men-tolo sono stati preconizzati come prodotti antitubercolo-tici, antidifterici ed anticolerici. L’essenza della menta,inoltre, più di qualunque altra aromatica è ideale per co-prire l’odore del tabacco.

PRINCIPI ATTIVIIl principio attivo più importante è un olio volatile a basedi mentolo; nelle sue foglie sono inoltre contenuti: car-vone, tannino, acidi acetico e valerianico e cineolo.

70

Il nome Mentha trae la sua origine da una leggenda della mitologia greca. Ade, il dio degli inferi, si innamorò di Menthès, una ninfa di meravigliosa bellezza.Ma sua moglie Persefone, regina dell’oltretomba, sorpresi gli amanti e folle di gelosia,la trasformò in una pianta, che simboleggia il freddo del timore e l’ardore dell’amore.

Il genere Mentha è molto complesso, poiché comprende numerose sotto-specie, varietà e soprattutto ibridi ottenuti in coltivazione, ma originatisi an-che spontaneamente. In Italia sono diffuse soprattutto 5 specie, presenti qua-si ovunque: M. arvensis (menta campestre), tradizionalmente utilizzata co-me anticoagulante del latte, che emana, al contrario delle altre mente, uncaratteristico odore acre; M. aquatica (menta d’acqua, nella fotografia in bas-so), comune nei luoghi umidi e lungo le sponde dei fossi fino a 1200 m dialtitudine, che forse è la specie coltivata già 2000 anni fa dagli antichi Ro-mani; M. spicata (o M. viridis, menta romana, nella fotografia della pagina

a fianco), che secondo alcuni bo-tanici formerebbe un gruppo aparte di specie (fra cui M. lon-gifolia e M. suaveolens), sottospe-cie e ibridi con caratteri morfo-logici molto simili e quindi spes-so difficili da determinare concertezza; M. longifolia (o M. syl-vestris, menta selvatica, nella fo-tografia di pag. 72 in basso a de-stra), che in Italia cresce fino a2000 m di altitudine; M. sua-veolens (o M. rotundifolia, men-ta a foglie rotonde), poco utiliz-zata in cucina a causa delle suefoglie pelose che, peraltro, ven-gono tradizionalmente candite.

070-073 02-BOTTEGA 3-02-2004 15:47 Pagina 70

71

M e n t a

La menta era considerata un tempo, e in diversi

luoghi la si ritiene tuttora, un potente rimedio

magico per allontanare gli spiriti maligni.

Nell’arte talismanica veniva bruciata insieme

ad altre piante per ricavare il profumo impiegato

nella consacrazione del talismano planetario

di Marte, destinato a proteggere contro malattie

e problemi psichici.

Il collegamento tra le malattie mentali e le entità

malefiche è antichissimo come la credenza che le

erbe adatte a curare le prime potessero anche

tener lontane le seconde.

MENTA PIPERITA (Mentha x piperita)

Con il termine menta si fa generalmente riferimento alla menta piperita,(nella fotografia in alto nella pagina a fianco), irbido orticolo assai diffuso edesistente solo allo stato coltivato, ottenuto dall’incrocio tra M. aquatica eM. spicata. Alta da 40 a 70 cm, la menta piperita ha fusti spesso rossastricon infiorescenze riunite in dense spighe assai tipiche. Possiede proprietà ecaratteristiche analoghe alla maggior parte delle altre mente, ma l’essenzache se ne ricava, ampiamente utilizzata dall’industria dolciaria, farmaceu-tica, cosmetica, in liquoreria e in profumeria, è in genere di migliore qua-lità, grazie al suo profumo gradevole, ma particolarmente intenso e pene-trante, dovuto alla grande quantità di mentolo presente, che la rende, in do-si elevate, un efficace analgesico e calmante. Peraltro può provocare reazio-ni allergiche, per cui spesso si preferisce l’olio estratto da altre specie, comeM. spicata, soprattutto quando lo si deve utilizzare per i bambini. La men-ta piperita è ampiamente coltivata in Occidente, mentre in Cina le vienepreferita, per gli usi terapeutici, M. arvensis, conosciuta come bo he. Nellamedicina popolare ha sempre goduto e gode la più ampia reputazione co-me rimedio nelle digestioni difficili e nei crampi di stomaco e intestinali,nelle palpitazioni, nei dolori nevralgici, come vermifugo per i bambini, per‘far passare il latte’ alle nutrici, per prevenire l’emicrania, per frenare i vo-miti e il singhiozzo ostinato, per le ulcere indolenti, per gli ingorghi mam-mari... ma sicuramente l’utilizzo che la rende più popolare sono le pastigliedi menta (un tempo chiamate ‘diavoloni’), le caramelle, i fondant e le altregoloserie che aiutano la digestione o semplicemente rinfrescano l’alito.

070-073 02-BOTTEGA 11-02-2004 12:52 Pagina 71

M e n t a

72

La menta è stata citata o descritta dalla maggior parte

degli autori classici, da Ippocrate a Dioscoride,

da Teofrasto a Plinio e a Ovidio, ed era conosciuta

in tempi remoti anche in Oriente, ma è difficile stabilire

quali specie venissero realmente coltivate e utilizzate

nell’antichità. Ancora oggi la classificazione,

e di conseguenza la determinazione, delle diverse specie,

sottospecie e ibridi di menta rimane oggetto di ampie

dispute fra i botanici di tutto il mondo.

In basso, a sinistra M. x piperita e, a destra, M. longifolia.

SALUTE

Aerofagia, alitosi, bronchiti, indigestione, influenza, mestruazioni irregolari,nausea, raffreddore, sinusite e tosseBere 2-3 tazze di infuso o 20-50 g di sciroppo o 3-4 cucchiai di liquore, algiorno; fare inalazioni oppure versare sul fazzoletto o sul cuscino alcune goc-ce di olio essenziale; in caso di bronchiti, influenza, raffreddore, sinusite etosse fare gargarismi con 15 gocce di tintura in mezzo bicchiere d’acqua.

Ansia, palpitazioni, stress e stati emotivi, tremiti, vertiginiFare massaggi rilassanti con una goccia di olio essenziale mescolata a un cuc-chiaio di olio di mandorle oppure inalazioni mettendo 5-10 gocce di olioessenziale in un catino con acqua bollente e inalando il vapore per 10 mi-nuti, stando a 25 cm di distanza dall’acqua.

Asma, dolori muscolariSpalmare sul petto una goccia di olio essenziale mescolata con un cucchiaiodi olio di mandorle dolci; per i dolori muscolari massaggiare la parte do-lente con la stessa miscela.

Cefalee, emicranie, nevralgie, punture di insettiStrofinare delicatamente per qualche minuto sulla fronte o sulle parti do-lenti foglie fresche di menta.

InsonniaMettere una goccia di olio essenziale sul cuscino oppure bere una tazza diinfuso leggero prima di coricarsi.

BELLEZZA

Bagni rinfrescantiVersare 5-10 gocce di olio essenziale nell’acqua calda del bagno. Mescola-re bene e immergersi per 10 minuti con porte e finestre chiuse in modo dasfruttare al meglio i vapori aromatici.

070-073 02-BOTTEGA 11-02-2004 12:58 Pagina 72

73

M e n t a

PREPARAZIONI r Foglie fresche o essiccate

r DECOTTO: mettere, in un recipiente smaltato,4 cucchiaini di foglie essiccate in un litro di acquafredda; coprire e portare lentamente a bollore. Ab-bassare la fiamma e fare consumare fino a ottene-re 1/4 del quantitativo originario, lasciare macera-re, coperto, per altri 3 minuti, quindi filtrare.

r INFUSO: porre un pizzico di foglie secche inuna tazzina di acqua bollente; dopo 5 minuti filtraree dolcificare con miele.

r TINTURA: mettere a macerare 20 g di foglie,per 8 giorni, in 100 ml di alcol a 70°.

r LIQUORE: mettere a macerare 30 g di fogliefresche, per una settimana, in 650 g di alcol a 70°,filtrare e aggiungere 350 g di sciroppo semplice.

� SCIROPPO SEMPLICE: scaldare 570 ml di ac-qua con 90 g di miele e mescolare fino ad ebollizio-ne. Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare.

r SCIROPPO: mettere a macerare una manciatadi foglie fresche, per 8-10 giorni, in un litro di alcola 70°; unire quindi 500 g di sciroppo semplice.

� OLIO ESSENZIALE: si trova in vendita nelle er-boristerie già pronto per l’uso.

� IN CUCINALa menta piperita è largamente impiegata nell’in-dustria dolciaria per caramelle, pastiglie, gomme damasticare, creme e gelati. In cucina (soprattutto inGran Bretagna) viene impiegata per insaporire car-ni e verdure e aromatizzare il tè, ma si adatta anchea frittate e omelettes, insalate miste e panini im-bottiti con formaggi o salumi. In liquoreria entra nel-la composizione di vari prodotti.

� MILLEUSIGrazie alle sue proprietà antisettiche la menta pi-perita può essere utilizzata nella prevenzione e nel-la cura di malattie e parassiti delle piante. Una goccia di tintura posta tra le scapole dei cuccioli(cani e gatti) tiene lontano le pulci senza recare dan-no all’animale.Sfruttando le caratteristiche aromatiche della men-

ta si possono preparare simpatici bigliettini pro-fumati, attaccando su alcuni cartoncini bian-chi dei fiori, del tipo e colore preferito, insie-me a foglie pressate di menta.Riempiendo sacchettini di mussola con men-

ta essiccata e appendendoli nelle stanze si purifi-cano e profumano gli ambienti.

Lozione per capelli grassiVersare una manciata di foglie in 850 ml di acqua bollente e lasciare raf-freddare; filtrare e aggiungere un cucchiaio di aceto di mele (o succo di li-mone se i capelli sono chiari). Lavare i capelli con lo shampoo abituale, co-spargerli con la lozione e massaggiare il cuoio capelluto. Ripetere l’opera-zione alcune volte.

Collutorio per rinfrescare l’alitoBollire 600 ml di acqua minerale naturale e mettervi in infusione, per20 minuti, 2 cucchiaini di foglie di menta e un cucchiaino di semi dianice. Una volta raffreddato, filtrare e usare per gargarismi.

Dentifricio casalingoMescolare un cucchiaino di bicarbonato di sodio, uno di car-bone di legna o di radice di fragola in polvere e 2 goccedi olio essenziale di menta con una quantità di acquasufficiente a formare una pasta. Utilizzare al-meno due volte al giorno.

Mani screpolateImmergere regolarmente le mani nel de-cotto tiepido e filtrato per una decinadi minuti circa.

Suffumigi facciali ad azione calmanteMettere 2 manciate di foglie fresche di menta inuna terrina, versarvi un litro e mezzo di acqua cal-da e mescolare. Tenere il viso a una distanzadi 30 cm, coprendo il capo con un asciu-gamano; mantenere questa posizioneper 10-15 minuti. Risciacquare quin-di con acqua tiepida. Questo trat-tamento è controindicato in casodi fragilità capillare.

070-073 02-BOTTEGA 11-02-2004 12:58 Pagina 73

«Il miele è il prodotto alimentare che le api domestiche pro-

ducono dal nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da

parti vive di piante o che si trovano sulle stesse, che esse

bottinano, trasformano, combinano con sostanze specifiche

proprie e lasciano maturare nei favi dell’alveare.» (Codex Ali-

mentarius, commissione Fao/Oms delle Nazioni Unite). I mie-

li vengono suddivisi in due categorie: uniflorali, se sono sta-

ti prodotti dalle api con nettare proveniente da una sola spe-

cie botanica, e millefiori (o poliflora o multiflora) se il netta-

re proviene da specie differenti. In Italia vengono prodotti cir-

ca 50 mieli uniflorali, di cui una ventina con regolarità e in

quantità economicamente rilevabile.

Miele

PROPRIETÀDelizia del palato, il miele, oltre a essere un dolcificanteeccezionale e di facile digeribilità, è anche un prodotto na-turale di notevole valore terapeutico, che può essere as-sunto sia per via orale sia mediante applicazioni esterne.Nell’antichità veniva impiegato nella cura di scottature,bruciature, ferite, piaghe e ulcere della pelle: infatti, ilmiele esercita un’efficace azione antibatterica, agiscecome rigeneratore dei tessuti e impedisce l’insorgere dieventuali infezioni. Sempre per uso esterno è un ottimoemolliente, rinfrescante, nutriente, utile contro la disi-dratazione: garantisce, infatti, il giusto tasso di umiditàdelle pelle, mantenendo morbidi, flessibili ed elastici itessuti e impedendo la formazione di screpolature. Per viaorale il miele esercita un’azione benefica a livello del-l’apparato digerente, proteggendo le mucose gastroin-testinali e stimolando e regolando i processi digestivi.Ha benefici effetti sull’apparato cardiocircolatorio, svol-ge un’azione cardiotropa e stimola la circolazione san-guigna. A livello renale favorisce la diuresi. Esercita un’a-zione decongestionante e calmante della tosse. È parti-colarmente apprezzato dagli sportivi, poiché aumenta laresistenza e la potenza fisica dei muscoli, ed è molto im-portante per l’alimentazione degli anziani, in quanto fa-vorisce il fissaggio del calcio e del magnesio nelle ossa.

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Sin dai tempi più remoti, il miele è stato utilizzato, oltre che in cucina e cosmesi,anche per le sue proprietà terapeutiche: dagli antichi Egizi agli Aztechi, dalle tribùafricane agli indiani d’America, dalle popolazioni dell’India alla farmacopeatradizionale cinese sono numerose le testimonianze sulle proprietà curative del miele.

Il miele è una sostanza zuccherina elaborata dalle api domestiche a partiredal nettare prelevato dai fiori o dalla melata e immagazzinato nelle celle delfavo. Il miele rappresenta per le api una riserva alimentare ricca di energia.Il nettare viene raccolto dalle api bottinatrici e immagazzinato in una sac-ca situata sopra l’esofago (borsa melaria), dove viene arricchito con enzimisecreti dalle ghiandole salivari che danno inizio alla trasformazione. Giun-ta all’alveare, l’ape viene stimolata da altre api operaie a rigurgitare nelle lo-ro appendici boccali il carico di nettare che, dopo una serie di passaggi, vie-ne trasferito in una celletta dell’alveare e sottoposto a ventilazione per fareevaporare una parte dell’acqua. Quando la cella è piena viene sigillata conla cera e il nettare completa la sua trasformazione in miele, che può richie-dere da pochi giorni a 2-3 settimane. La principale reazione chimica che av-viene in questa fase è la scissione (idrolisi) del saccarosio nei due zuccherisemplici costituenti, cioè il fruttosio e il glucosio.

IL NETTARE

Il nettare è un liquido zuccherino secreto dai nettari, tessuti ghiandolari pre-senti nel fiore (nettari fiorali, bottinati dalle api) o nella parte vegetativa del-la pianta (nettari extrafiorali, in genere non bottinati dalle api, ma dalle for-miche). Il nettare deriva dalla linfa floematica ed è costituito essenzial-mente da carboidrati (prevalentemente saccarosio, fruttosio e glucosio) e,in piccola parte, da altre sostanze quali composti azotati, vitamine, pig-menti, oli essenziali (responsabili dell’aroma), sali minerali, acidi organici,

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Le api devono compiere circa 50 000 voli e

visitare un numero incredibile di fiori per poter

raccogliere il nettare sufficiente per produrre

un chilogrammo di miele.

Nei periodi di massima fioritura, una colonia

molto popolata di api è in grado di produrre

oltre 6 kg di miele in una sola giornata.

Il consumo di miele in una colonia di api può

variare notevolmente; entro certi limiti, però,

può essere calcolato. Una buona famiglia di api

può consumare, dalla primavera avanzata

all’autunno, da 6 a 8 kg di miele, mentre

nella stagione invernale, quando l’attività

della colonia è minima, il consumo si riduce

a meno di 1 kg.

I due zuccheri più importanti presenti nel miele

sono glucosio e fruttosio che insieme

costituiscono circa il 90 % degli zuccheri totali.

Nella maggior parte dei mieli il contenuto in

fruttosio è leggermente superiore a quello del

glucosio: solo in alcuni tipi di miele, in genere quelli

primaverili (come il miele di tarassaco e di colza),

avviene il contrario. È un dato molto importante,

poiché il glucosio è relativamente poco solubile

in acqua e, di conseguenza, un contenuto elevato

di questo zucchero determina una tendenza

alla cristallizzazione, mentre una maggiore

concentrazione di fruttosio, molto solubile

in acqua, conserva il miele allo stato liquido.

aminoacidi, enzimi ecc. La quantità e la qualità del nettare dipendono dal-le caratteristiche morfologiche e fisiologiche della pianta (numero e di-mensione dei nettari, età della pianta, posizione del fiore sulla pianta ecc.)e dall’ambiente (terreno, temperatura, umidità, esposizione solare, vento,latitudine ecc.). La composizione del nettare, relativamente costante per ognispecie botanica, condiziona direttamente la composizione del miele chene deriva.

LA MELATA

La melata è un liquido zuccherino e viscoso, incolore appena emesso (a con-tatto con l’aria diventa bruno), caratteristico di alcune specie di alberi, chetrasuda dall’apice delle foglie, a causa di un’eccessiva traspirazione, una for-te intensità luminosa o per il marciume radicale, oppure dai rami, in seguitoall’intervento di insetti emerotteri (psille, cocciniglie, afidi, cicaline) chesucchiano la linfa per nutrirsene, trattenendone le sostanze azotate e rila-sciando il liquido in eccesso, che contiene in prevalenza zuccheri, che vie-ne escreto come melata. Anche la melata quindi, analogamente al nettare,è composta principalmente da zuccheri, ma con una percentuale più ele-vata di oligosaccaridi, e, come il nettare, viene raccolta dalle api bottinatri-ci dando origine al miele delle foreste.Le piante interessate alla produzione di melata, nelle nostre aree geografi-che, sono in primo luogo conifere (abete bianco, abete rosso, pino, larice),ma anche piante decidue non nettarifere (quercia, faggio, pioppo) e netta-rifere (tiglio, salice, acero, castagno, robinia, alberi da frutto). In alcuni ca-si la specializzazione insetto-pianta è molto stretta, in altri meno. Metcalfapruinosa, ad esempio, una cicalina diffusasi recentemente in Italia e re-sponsabile della produzione di grandi quantità di melata, è in grado di pa-rassitare diverse piante. Le melate più appetite dalle api sono quelle di abe-te e di salice, mentre quella delle querce, assai abbondante, tende a cristal-lizzare velocemente ed è difficilmente utilizzabile. Il miele di melata ha co-lore ambra scuro, gusto gradevole ed è ricchissimo in sali minerali.

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Dai graffiti preistorici a Matisse... è l’affascinante

e misterioso mondo delle api o il dolce sapore del miele

a donare l’ispirazione artistica?

Qui sotto, Les Abeilles, Henri Matisse, 1948.

LA COMPOSIZIONE DEL MIELE

Il miele si presenta come un liquido trasparente, più o meno denso, diaspetto sciropposo, di colore variabile da bianco-giallognolo fino a rossastro,di odore gradevole e sapore dolce, più o meno aromatico a seconda dell’o-rigine del nettare. La composizione del miele è molto complessa (le sostanze presenti nel mie-le finora identificate sono oltre 300) e, come per gli altri prodotti dell’al-veare, probabilmente vi sono componenti minori non ancora noti. I principali componenti del miele sono: carboidrati (75-80%), acqua (16,5-18,5%), acidi (0,1-0,5%), minerali (0,1-1,5%), proteine e aminoacidi (0,2-2%), vitamine (tracce). Le loro proporzioni possono variare anche note-volmente in relazione alla composizione del nettare o della melata da cui ilmiele deriva, cioè alla sua origine botanica. La composizione media delmiele per 100 g di prodotto è: acqua 18 g, zuccheri 77 g (fruttosio 41 g,glucosio 33 g, saccarosio 2 g, destrina e maltosio 1 g, raffinosio, maltosil-lattosio e altri in tracce); sali minerali meno di 1 g (calcio 5 mg, ferro 0,5mg, fosforo 6 mg, sodio 5 mg, potassio 51 mg, magnesio 6 mg e tracce dirame, manganese, cromo, zinco, cobalto, cloro, zolfo, silicio); vitamine (B10,01 mg, B2 0,04 mg, B6 0,3 mg, C 1 mg, niacina 0,3 mg, acido pantote-nico 0,1 mg e tracce di biotina e acido folico), protidi e aminoacidi liberi1 g, lipidi 0,2 g.Gli zuccheri sono quindi i principali componenti del miele: oltre il 95% del-la sostanza secca. Contribuiscono in modo determinante a definire nume-rose proprietà fisiche e alimentari del miele: viscosità, igroscopicità, stato fi-sico (liquido o cristallizzato), valore energetico, potere dolcificante.Il contenuto di acqua nel miele è una caratteristica assai importante, poi-ché ne condiziona la conservabilità: valori elevati provocano con facilità fe-nomeni fermentativi. Il valore ottimale può essere definito intorno al 17%.Tutti i mieli sono leggermente acidi: hanno infatti valori di pH compresitra circa 3,5 e 5,5; i mieli di nettare sono in genere più acidi di quelli di me-lata. L’acidità del miele contribuisce a determinarne la stabilità nei confrontidei microrganismi e gli acidi organici, insieme ad altri componenti, con-tribuiscono a definirne l’aroma.La presenza di sostanze minerali, o ceneri in quanto sono il residuo inor-ganico non volatile del miele dopo la carbonizzazione, è limitata. L’ele-mento più rappresentato è il potassio. I minerali contenuti nel miele pro-vengono dal terreno in cui vive la pianta. In genere i mieli chiari sono po-veri in sostanze minerali, mentre quelli più scuri, in particolare il miele dicastagno e i mieli di melata, ne contengono una maggiore quantità.Il miele contiene poche sostanze azotate (aminoacidi liberi e proteine), inparte presenti nel nettare e nella melata, in parte nei granuli di polline. Glienzimi sono una classe di sostanze proteiche che riveste un’importanza par-ticolare: svolgono infatti l’importante ruolo di catalizzatori biologici, sonocioè capaci di determinare o accelerare importanti reazioni chimiche negliorganismi viventi. In particolare, quelli presenti nel miele derivano dalle se-crezioni ghiandolari delle api e in parte anche dal nettare e dalla melata. Glienzimi si degradano nel tempo o in seguito a trattamenti termici, quindila loro quantità può indicare la freschezza e la genuinità del prodotto.Il miele ha un contenuto in vitamine molto basso. Sono presenti solo vi-tamine idrosolubili, vitamina C e alcune vitamine del gruppo B, che sonocontenute nei granuli di polline presenti nel miele.

LE PROPRIETÀ FISICHE

Le proprietà fisiche del miele sono legate alla sua composizione chimica: glizuccheri e l’acqua, ad esempio, condizionano indice di rifrazione, cristal-lizzazione, densità e igroscopicità, mentre i sali minerali determinano il va-lore di conducibilità elettrica. La conoscenza di tali proprietà riveste im-

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Il colore del miele varia dalle tonalità più chiare

a quelle più scure del giallo, dell’ambra, fino

praticamente al nero; non mancano mieli con

riflessi verdi o rossi. Il colore è legato all’origine

botanica. Le sostanze responsabili del colore

del miele sono alcuni pigmenti vegetali, tra cui

carotene, xantofille, antociani, flavonoidi,

nonché aminoacidi, sali minerali, sostanze

derivate dagli zuccheri e altre ancora sconosciute.

Invecchiando il miele diviene più scuro.

portanza pratica in quanto a esse sono collegati numerosi processi tecno-logici applicati al miele. La misura della rifrazione e della densità consentedi conoscere il contenuto in acqua del miele. La viscosità nel miele è generalmente alta, per l’elevata concentrazione dizuccheri e varia in funzione del contenuto in acqua e della temperatura. Ilmiele ha un elevato valore di igroscopicità e tende a raggiungere uno statodi equilibrio igrometrico con l’ambiente in cui si trova: in ambiente umi-do assorbe acqua e in ambiente secco la cede; è importante, quindi, che ilmiele venga conservato o in contenitori ermetici o in ambienti con umi-dità relativa bassa, inferiore al 60%. La conducibilità elettrica del miele è legata al contenuto in sali minerali: imieli di melata e quelli scuri, quindi, hanno in generale valori più elevati.Nel commercio del miele, la caratteristica fisica più importante, insieme alcolore, è la cristallizzazione. Ogni miele ha una differente tendenza a cri-stallizzare a seconda della composizione: aumenta in relazione alla minorepresenza di acqua o a una maggiore presenza di glucosio e dipende quindidalla concentrazione degli zuccheri nel miele stesso. Anche la temperaturadi conservazione influisce su questo fenomeno: oltre i 25 °C e sotto i 5 °Cla cristallizzazione è inibita.

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Il miele è un composto zuccherino di pronta assimilazione

e con un alto valore energetico: un chilogrammo fornisce

3264 calorie che corrispondono all’equivalente di circa

3 kg di carne, 5,5 litri di latte, 1 kg circa di prosciutto,

3 kg di banane o 6 kg di arance. Ma non è solo un alimento

altamente calorico: un chilogrammo di miele può infatti

contenere circa 40 mg di fosforo, da 205 a 1676 mg

di potassio, 50 mg di calcio, da 2,4 a 9,4 mg di ferro.

SALUTE

Bruciature, ferite, infiammazioni cutanee, piaghe, scottature, ulcere delle pelle,ustioniCome antibatterico, emolliente e cicatrizzante, spalmare direttamente sul-le zone interessate un po’ di miele e lasciare agire per qualche ora. Se taglie ustioni sono gravi, consultare il medico.

Cattiva digestione, difficoltà a digerire, stitichezza, per proteggere le mucosegastrointestinali, per stimolare la diuresi, per disintossicare e depurare l’organismoIniziare a utilizzare il miele come dolcificante naturale per tutte le bevan-de: tè, caffè, tisane ecc.; la dose ottimale è di 50 g al giorno; per facilitare iprocessi digestivi e la diuresi assumere un cucchiaino di miele in mezzo bic-chiere di acqua dopo i pasti e, come blando lassativo, prendere tutte lemattine a digiuno un cucchiaino di miele puro o disciolto in poca acquatiepida.

Infiammazioni dell’apparato respiratorio, influenza, raffreddore, tosseCon azione decongestionante, calmante e antibatterica assumere 30-50 gdi miele al giorno, a cucchiaini oppure diluito in un bicchiere di latte cal-do o in una tisana di eucalipto, altea, menta o ginepro.

TossePer combattere efficacemente la tosse si può preparare uno sciroppo comesegue. Spremere 2 limoni succosi, filtrare il succo ottenuto e versarlo in unabrocca insieme a 150 ml di miele chiaro non cristallizzato e 50 ml di gli-cerina; mescolare energicamente e imbottigliare il composto in una botti-glietta per medicinali, chiudendo con una tappo di sughero. Il miele, gra-zie alle sue proprietà calmanti, allevia il fastidioso leggero bruciore alla go-la e il limone fornisce un’abbondante dose di vitamina C. Le dosi degli in-gredienti possono essere variate a piacere, a seconda del gusto personale.

Per aumentare la potenza e la resistenza dei muscoli, per favorire il fissaggio dicalcio e magnesio nelle ossa, per combattere la stanchezza fisica nei soggettianemiciAssumere tutti i giorni, regolarmente, 40-50 g di miele, disciolti in qual-siasi bevanda a piacere, spalmati su fette di pane fresco oppure aggiunti adella frutta cotta.

BELLEZZA

Bagnoschiuma stimolante al mieleLascia sulla pelle una gradevole sensazione di fre-

schezza e di benessere. Versare in un bicchiere40-50 ml di un bagnoschiuma neutro, ag-

giungere 2 cucchiaini di miele e 4 goccedi olio essenziale di rosmarino, me-

scolare bene e utilizzare come diconsueto.

Latte detergente per la puliziaquotidianaScaldare a bagnomaria unatazza di latte intero con 4 cuc-chiai di fiori di camomilla; fa-re cuocere per 30 minuti sen-za far bollire il latte ed evitan-do la formazione della pelli-

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CLASSIFICAZIONE

Il miele viene classificato a seconda delle modalitàdi estrazione, raccolta e lavorazione. In commerciosi trova comunemente miele centrifugato e miele difavo, più raramente miele torchiato.

MIELE CENTRIFUGATO: si ottiene per centrifu-gazione dei favi disopercolati che non contengonocovata. È quello che si trova più comunemente incommercio.

MIELE CON PEZZI DI FAVO: è un miele centrifu-gato nel quale vengono immersi frammenti di faviopercolati. È ricavato da diverse fioriture ed è par-ticolarmente apprezzato dagli americani.

MIELE SCOLATO: si ottiene per scolatura dai favidisopercolati che non contengono covata. In gene-re non viene utilizzato per il consumo diretto.

MIELE VERGINE O DI FAVO: ottenuto dalla cola-tura spontanea dai favi per azione del calore solare.

MIELE DI SPREMITURA O TORCHIATO: vieneestratto per pressione o torchiatura dei favi dopo laraccolta del miele vergine. È il metodo di produzio-ne più arcaico: i pezzi di favo vengono avvolti in pan-ni e spremuti in presse a vite. I mieli torchiati sonoparticolarmente ricchi di polline.

MIELE IN FAVI: questo tipo di miele, che non vienequasi mai prodotto il Italia, è generalmente un mie-le di fiori di brughiera non cristallizzato, in favi com-pletamente opercolati senza covata, costruiti dalleapi stesse. Non deve colare fuori dalle celle incise edeve avere una consistenza gelatinosa. I favi devo-no essere di colore chiaro.

In campo farmaceutico viene fatta un’ulteriore di-stinzione tra miele comune e miele depurato o chia-rificato che, a differenza del primo, viene sottopostoa un processo di depurazione, per liberarlo da granulidi polline, residui di cera e sostanze albuminoidi chepotrebbero favorirne l’alterazione.

� IN CUCINAIl miele è ampiamente utilizzato sin dall’antichitàsia per la dolcificazione di alimenti e di bevande, siacome alimento in sé, sia come base per la produ-zione di altri prodotti. In liquoreria viene impiegato,ad esempio, durante i processi di fermentazione perla preparazione di alcuni liquori scozzesi, oltre cheper il tradizionale idromele.

cola; togliere quindi dal fuoco e lasciare in infusione per 2 ore, poi filtraree infine aggiungere un cucchiaio colmo di miele e un cucchiaio di olio dinocciolo di albicocca. Mescolare bene, conservare in frigorifero e utilizza-re entro una settimana.

Maschera nutrienteParticolarmente adatta per il trattamento di pelli secche e avvizzite. Sbat-tere un cucchiaio di miele con un cucchiaio di decotto concentrato di ca-lendula, aggiungere la polpa pestata di mezza albicocca e mescolare moltobene fino a ottenere un composto cremoso. Stendere sulla pelle del viso, la-sciando agire per 15-20 minuti, quindi sciacquare con abbondante acquafredda.

Shampo delicato per capelli chiariVersare 550 ml di acqua bollente sopra 40-50 g di fiori di camomilla essiccatie sminuzzati e 20 g di saponaria in polvere o finemente tritata; aggiungere2 cucchiai di miele, mescolare bene e lasciare in infusione per 30 minuti.Filtrare e utilizzare freddo: mezza tazza è sufficiente per capelli di media lun-ghezza.

Crema emolliente per le maniFrullare insieme un cucchiaio di miele liquido, 2 manciate di avena, un tuor-lo, 2 cucchiai di olio di mandorle e 8 gocce di tintura di benzoino, in mo-do da ottenere un composto cremoso ben amalgamato, da conservare in unvasetto chiuso. Quando le mani sono secche o ruvide, spalmare abbon-dantemente la crema, facendola assorbire; per ottenere un benefico e rapi-do effetto, indossare un paio di guanti di cotone e lasciare agire per una not-te intera. Aggiungere un olio essenziale (rosa o lavanda) per ottenere un pro-fumo più gradevole.

068-079 03-BOTTEGA 11-03-2004 13:37 Pagina 79

Il mirtillo nero è un piccolo arbusto molto vigoroso, a foglie ca-

duche; presenta radici fibrose, esili e fusti numerosi, alti fino

a 30-60 cm, cilindrici, glabri, e molto ramificati con rami an-

golosi. Le foglie, brevemente picciolate sono alterne, di forma

ovale o ellittica, con l’apice acuto e la base arrotondata; di co-

lore verde vivo, hanno margine seghettato e superficie glabra,

la pagina inferiore risulta leggermente più chiara, con ner-

vature sottili. I fiori, piccoli, penduli e picciolati, compaiono al-

la fine della primavera all’ascella delle foglie; sono campa-

niformi, di colore variabile dal rosso vivo al bianco rosato fi-

no al verde giallastro. Il frutto è una bacca globosa, carnosa,

di colore blu-violaceo, con polpa di sapore gradevole.

Mirtillo Vaccinium myrtillus

PROPRIETÀIl mirtillo possiede buone proprietà protettrici dei vasisanguigni e agisce come antiemorragico; le foglie di mir-tillo vengono utilizzate nella cura del diabete perché so-no in grado di ridurre sensibilmente il tasso di glucosionel sangue; gli estratti di mirtillo, inoltre, sono ampia-mente utilizzati per curare soggetti che soffrono di di-sturbi oculari quali: retinite pigmentosa, sensibilità allaluce forte, retinopatia diabetica e degenerazione macu-lare; recenti studi indicano anche una possibile azioneprotettrice dei mirtilli contro l’insorgenza della catarattae del glaucoma. Infine, per uso esterno i mirtilli sono ef-ficaci come astringenti, antinfiammatori contro mal digola, raffreddore, irritazione delle gengive; utili nel trat-tamento contro disturbi emorroidali e altre infiamma-zioni della pelle dovute a infezioni microbiche.

PRINCIPI ATTIVII principi attivi sono principalmente contenuti nel frutto:acidi organici; sostanze pectiche; zuccheri; tannini; sali mi-nerali; acido chinico; il glucoside arbutina; idrochinone; re-sine; vitamine A e C; pigmenti di antocianina.

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I mirtilli appartengono a quella categoria di frutta comunemente conosciuta come‘frutti di bosco’; sono assai utili in quanto contengono in abbondanza elementinutritivi vitali, senza però essere troppo ricchi di grassi e calorie. Il colore nero-violetto dei mirtilli è dovuto a un pigmento detto cianidina.

IL MIRTILLO NERO

Il genere Vaccinium comprende molte specie, circa 150 in tutto, alcunedelle quali vengono coltivate come piante ornamentali mentre altre prin-cipalmente per le loro bacche commestibili; sicuramente Vaccinium myr-tillus, il mirtillo nero, è la specie più nota. Appartenente alla famiglia delle Ericacee, il mirtillo è un arbusto origi-nario dell’Europa e dell’Asia settentrionale; in Italia cresce prevalente-mente nelle zone montane e submontane delle Alpi e dell’Appennino;in particolare lo si trova nei boschi e nelle brughiere. Nel nostro Paesecresce spontaneo in terreni ricchi di humus e umidi e lo si trova facil-mente nei boschi, nelle coniferete, nella macchia, fino a un’altitudine di2600 m circa. La pianta dei mirtilli è molto nota a tutti sia per la squisitezza dei frut-ti, ampiamente utilizzati in cucina e in pasticceria, sia per le sue prezio-se qualità terapeutiche, già utilizzate fin da tempi remoti dalla medici-na popolare e dalla fitoterapia e oggi confermate da recenti studi clini-ci, tanto che questa pianta viene utilizzata anche nella preparazione disvariati prodotti farmaceutici. Oltre alle proprietà già citate qui a fianco, bisogna ricordare che i frut-ti e le foglie del mirtillo sono ottimi astringenti intestinali e antidiarroi-ci consigliati in casi di dissenteria cronica in special modo a bambini, apersone deboli e debilitate. Il mirtillo svolge inoltre un’efficace azione an-tibatterica e disinfettante delle vie urinarie, serve infatti per curare le in-fezioni della vescica (cistite, prostatite ecc.), riducendo la capacità dei bat-teri patogeni di aderire alla mucosa della vescica e dell’uretra.

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Nella pagina accanto, il mirtillo nero e, qui a fianco

il mirtillo rosso, conosciuto anche con i nomi di

“uva di monte” e “vite del Monte Ida”.

Nelle foto sotto, la marmellata di mirtillo nero e

quella di mirtillo rosso.

IL MIRTILLO ROSSO

Il mirtillo rosso, Vaccinium vitis-idaea è strettamente affine al mirtillonero e, come questo, è comune allo stato spontaneo nel sottobosco del-le zone montane, su tutto l’arco alpino, in particolare nelle abetaie di a-beti rossi, negli arbusteti e nelle brughiere, in associazione o non al mir-tillo nero, da 1000 fino a 2200 m di altitudine. È presente, ma più raro,anche sull’Appennino tosco-emiliano. Si tratta di un piccolo arbusto ru-stico, sempreverde, con fusti a portamento prostrato-ascendente, alti 20-30 cm, che viene coltivato, sia a scopo ornamentale, sia per le bacche com-mestibili, nei giardini delle zone montane e collinari, ma anche in pianura.Si differenzia dal mirtillo nero per i rametti lisci e robusti; le foglie sonocoriacee, di color verde lucido, lisce, a margine ricurvo. I fiori, riuniti inbrevi racemi apicali sono penduli, di colore bianco rosato, a forma dicampanella; sbocciano in maggio-giugno riuniti in grappoli terminali. Ifrutti, di forma tondeggiante, del diametro di circa 6-7mm, sono di co-lore rosso brillante e hanno sapore acidulo-amarognolo-dolciastro, nelcomplesso gradevole al palato. Possono essere consumati freschi, ma so-litamente vengono utilizzati per preparare gelatine, marmellate, sciroppie anche un ottimo liquore. Nelle regioni dell’Europa orientale vengonoutilizzati cotti, come contorno a selvaggina e carni in umido.Dal punto di vista terapeutico il mirtillo rosso è conosciuto e apprezza-to grazie alle sue proprietà astringenti, antinfiammatorie, disinfettantidelle vie urinarie, diuretiche e antisettiche; i principi attivi in esso con-tenuti (glucosidi, tannini e acidi organici) esercitano una forte azione di-sinfettante su tutto l’apparato urinario che si rivela molto efficace in ca-so di cistiti, pieliti, prostatiti, uretriti ecc. Risulta anche astringente neicasi di diarrea e nelle emorragie che coinvolgono gli organi contenuti nelbacino. Viene utilizzato sotto forma di decotto, polvere o tintura.Il mirtillo rosso non va confuso con l’uva orsina (Arctostaphylos uva-ur-si), anch’essa usata in fitoterapia.

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Insieme al rododendro e al mirtillo rosso, il mirtillo nero

forma il tipo di arbusteto più rappresentato sulle Alpi.

SALUTE

Cataratta, degenerazione maculare, disturbi oculari, glaucoma, retinitepigmentosa, retinopatia diabetica, sensibilità alla luce forte, per migliorare lavisibilità notturnaConsumare giornalmente i frutti freschi di mirtilli, oltre a bere 2-3 bicchieridi succo fresco di mirtilli; prendere anche 25 gocce di tintura di frutti di-luite su una zolletta di zucchero o in un po’ d’acqua 3 volte al giorno. Intutti questi casi si consiglia comunque di consultare uno specialista.

Cistite, enuresi dei bambini, infezioni alle vie urinarie in genere, infezioni allavescica e all’uretra, prostatiteBere in questi casi mezzo litro circa di succo fresco di mirtillo durante la gior-nata (è preferibile non utilizzare i succhi in commercio, in quanto conten-gono soltanto 1/3 di succo di mirtilli mescolato con acqua e zucchero); i-noltre mangiare mirtilli freschi da soli oppure con limone e zucchero. In que-sti casi assumere anche 4 tazze al giorno d’infuso di frutti. In caso di cisti-te, enuresi dei bambini e dei ragazzi assumere cinque tazze al giorno di de-cotto di foglie di mirtilli.

Diarrea, dissenteria, disturbi e irritazioni intestinaliCon azione astringente assumere all’occorrenza una tazza d’infuso di frut-ti 3-4 volte nel corso della giornata; consumare inoltre frutti freschi, oppurebere un bicchiere di succo non zuccherato 3-4 volte al giorno. In caso diattacchi di diarrea persistenti e di dissenteria cronica prendere, 3-4 volte algiorno, 20-30 gocce di tintura di frutti diluite in un po’ d’acqua tiepida; sei disturbi persistono e non accennano a migliorare è consigliabile consul-tare il medico.

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PREPARAZIONI r Foglie essiccate u Frutto fresco

r DECOTTO DI FOGLIE: fare bollire in 1 l di ac-qua 40-50 g di foglie di mirtillo essiccate e sminuz-zate; dopo qualche minuto togliere dal fuoco, la-sciare riposare fino a raffreddamento, quindi colare.Berne 5-6 tazze al giorno.

u FRUTTI FRESCHI: aggiungere nella dieta se-condo il normale consumo alimentare.

u INFUSO DI FRUTTI: versare mezzo litro d’ac-qua bollente su tre cucchiai (40 g circa) di mirtilli fre-schi; lasciare riposare per 10-15 minuti, colare e be-re una tazza 3-4 volte al giorno.

u SUCCO FRESCO: schiacciare con un cucchiaiola quantità desiderata di mirtilli freschi (oppure scon-gelati) fino a ottenerne il succo; non aggiungere zuc-chero ma se si desidera dolcificare con succo fre-sco di mela, di pera o di uva.

u TINTURA: mettere a macerare, in 100 ml di al-cool a 80°, 20 g di mirtilli freschi; dopo 10 giorni co-lare e conservare in una boccetta di vetro scuro concontagocce; la dose consigliata è di 20/30 gocce di-luite in un po’ d’acqua 2-3 volte al giorno.

� IN CUCINAIl mirtillo si consuma fresco come frutto di bosco, dasolo o insieme a fragole e lamponi in macedonie,gelati e composte di frutta; è utilizzato come con-torno per piatti di carne e arrosto. Dal succo fer-mentato si ottiene l’ottimo vino di mirtillo dalle be-nefiche proprietà antisettiche e digestive. I mirtilli

freschi possono essere conser-vati in frigorifero per mesi per-dendo una quota minima divalore nutrizionale.

Diabete, tasso ematico di zucchero elevatoAssumere 5-6 tazze al giorno di decotto di foglie di mirtillo, se si desideradolcificare con un pizzico di miele.

Emorroidi, infiammazioni alla bocca e alle gengive,infiammazioni e irritazioni della pelle e delle mucoseaccessibiliCon azione disinfettante e astringente applicaresulle zone interessate il succo o la polpa dimirtilli freschi; inoltre fare lavaggi,sciacqui e gargarismi utilizzando 15-20 gocce di tintura diluite in unbicchiere d’acqua. In alternativa,per un’efficace azione astringen-te, preparare un decotto con 5g di foglie secche di mirtilli in100 ml d’acqua, quindi fare la-vaggi e applicare compresse im-bevute con tale decotto.

BELLEZZA

Bevanda per chi soffre di fragilità capillare ecelluliteFrullare insieme 50 g di mirtilli, meglio se fre-schi, 50 g di lamponi, due cucchiai di vino ros-so e un cucchiaio di zucchero; conservare la be-vanda in frigorifero e berne regolarmente duebicchieri al giorno.

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080-083_BN14 26-01-2005 12:05 Pagina 83

L’ortica è un’erbacea perenne dioica (cioè ogni pianta porta so-

lo fiori maschili o femminili) che appartiene alla famiglia del-

le Orticacee. Diffusa quasi ovunque nel mondo e assai co-

mune in tutto il territorio del nostro Paese, cresce nei luoghi

incolti e nelle aree antropizzate, soprattutto su terreni ricchi

di nitrati o di concimi organici, fino a 1800 m di altitudine. L’or-

tica ha radici rizomatose, striscianti, ramificate e fibrose, un

fusto eretto, alto fino a 120 cm, con rami radi, foglie ovato-

lanceolate, di colore verde scuro, a margine seghettato, e fio-

ri giallo-verdastri, piccoli e insignificanti, che formano spighe

pendenti all’ascella delle foglie superiori. Il frutto è un ache-

nio di forma ovale. Tutte le parti della pianta sono urticanti.

OrticaUrtica dioica

PROPRIETÀL’ortica è un’erba preziosa che possiede numerose pro-prietà officinali: è astringente, dietetica, diuretica, de-purativa, antinfiammatoria (in particolare per i disturbiintestinali), antiforfora e contro la caduta dei capelli, an-tiemorroidale, astringente, emostatica, galattogena e,ovviamente, urticante. La principale azione terapeuticadell’ortica si manifesta a livello epatico, soprattutto nel-le epatopatie. Per uso interno, è assai utile in caso di a-nemia, emorragie, mestruazioni abbondanti, emorroidi,artrite, reumatismi, gotta e malattie cutanee, in partico-lare eczemi. Per uso esterno, è efficace in caso di doloriartritici, gotta, sciatica, nevralgie, emorroidi, scottature,punture d’insetti ed epistassi.

PRINCIPI ATTIVII numerosi principi attivi dell’ortica sono contenuti so-prattutto nelle foglie. Fra i più importanti vi sono: nume-rosi sali minerali, in particolare ferro; vitamine, soprat-tutto vitamina A e C; indoli, tra cui istamina e serotoni-na; acetilcolina; acido formico; tannini. Contiene inoltregrandi quantità di clorofilla, che viene estratta indu-strialmente per essere impiegata come colorante (E140)negli alimenti e nelle medicine.

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Il nome del genere a cui appartiene l’ortica deriva dal latino ùrere (‘bruciare’), per il bruciore che la sostanza irritante presente nei peli provoca a contatto con la pelle. Per utilizzare la pianta in cucina o in fitoterapia è comunque sufficiente una breve cottura, che neutralizza completamente l’effetto urticante.

UNA BENEFICA ‘MALERBA’

Al genere Urtica appartengono un’ottantina di specie diffuse nelle regionitemperate di tutto il mondo, la più nota delle quali è l’ortica (U. dioica), oortica comune, infestante dei luoghi abitati, che predilige i terreni ricchi diazoto caratteristici dei coltivi, dei pascoli, ma anche delle discariche di ri-fiuti. Comunissima nei boschi, nelle siepi, lungo i margini delle strade e deisentieri di campagna, quest’erba, temibile nemica delle ginocchia dei bam-bini e delle mani dei contadini, guardata da sempre con disprezzo o pau-ra, è conosciuta sin dall’antichità per le sue preziose proprietà medicinali.Ancora oggi di comune uso terapeutico e cosmetico, l’ortica veniva utiliz-zata già dai Romani, che si flagellavano con quest’erba per preservarsi daireumatismi e per curare le febbri. Pianta fibrosa, l’ortica è stata utilizzata dai tempi più remoti fino ai giorninostri per la manifattura di tessuti: nell’Europa del nord sono state rinve-nute ossa risalenti all’età del bronzo avvolte in tela realizzata con i fusti diquesta pianta e, in Scozia, fino al XIX sec. erano d’uso comune tovaglie eperfino lenzuola in fibra d’ortica.

L’ORTICA MINORE

A differenza dell’ortica comune (Urtica dioica), l’ortica minore (U. urens)è un’erba annuale e monoica, cioè ogni piantina porta fiori sia femminili

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Simili all’ortica, ma prive di peli urticanti,

anche le piante che appartengono al genere

Lamium (famiglia delle Labiate) vengono

comunemente chiamate ortiche (o false ortiche):

anch’esse vengono bollite o mangiate crude

in insalata e possiedono preziose proprietà

officinali. Oltre all’ortica bianca, trattata in questo

volume, nel nostro Paese sono assai comuni

anche la milzadella (L. maculatum), l’ortica

purpurea (L. purpureum), nella fotografia in basso,

l’erba ruota (L. amplexicaule) e l’ortica ibrida

(L. hybridum).

che maschili. Diffusa anch’essa quasi ovunque nel mondo e comune intutte le regioni italiane, fino a 1500 m di altitudine, si distingue dalla sua‘cugina’ per le dimensioni ridotte (raggiunge al massimo 50 cm di altezza),per le foglie più chiare e per le infiorescenze erette e assai più brevi. Possie-de proprieta officinali analoghe all’ortica comune e può essere utilizzata inmodo simile anche in cucina.

CASA E GIARDINO

L’ortica trova un vastissimo impiego anche nell’agricoltura e nel giardinag-gio biologici. Di grande importanza è il macerato di ortica, preparato ricco di calcio, po-tassio e azoto, che stimola la crescita delle piante, lo sviluppo delle radici ene favorisce la respirazione. Il macerato concentrato può essere utilizzato an-che per combattere gli afidi, spruzzandolo sulle foglie; se diluito 10 voltein acqua, invece, stimola la crescita delle piante di appartamento, terrazzoo giardino. Per la preparazione si mette a macerare un chilogrammo di pianta fresca(senza radici) o 200 g di pianta essicata in un litro di acqua fredda (piova-na o di fonte); il contenitore per la macerazione non deve essere di metal-lo, ma di legno o di terracotta. Si lascia macerare per 12 o 48 ore oppureper 12-15 giorni a seconda dello scopo per cui lo si vuole usare (insettici-da, fungicida, fertilizzante ecc.). Si filtra quindi il macerato e lo si distribuiscesulle piante o sul terreno, dove necessario.

O r t i c a

O r t i c a

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L’intera pianta dell’ortica è provvista di peli urticanti:

la parte apicale di ogni pelo è molto fragile e al minimo

contatto si spezza, liberando una sostanza irritante

contenuta nella base rigonfia, che funge da serbatoio.

L’effetto urticante, in genere, svanisce rapidamente

con un semplice impacco di acqua fredda: l’irritazione,

infatti, non si avverte se la pianta è bagnata e alcune

varietà che crescono nei boschi umidi, vicino ai corsi

d’acqua, come Urtica dioica var. subinermis, sono quasi

prive di peli urticanti.

Per la raccolta è indispensabile munirsi di guanti

da giardiniere (nella fotografia in basso); la raccolta

deve essere effettuata all’epoca della fioritura,

o poco prima, e la pianta va fatta essiccare il più

rapidamente possibile, all’ombra.

Per usi culinari, si deve impiegare la pianta giovane:

le foglie, tenere, devono essere utilizzate ancora fresche,

meglio se appena raccolte.

SALUTE

Acne e malattie cutanee in generale, soprattutto eczemiBere 2-3 tazze di infuso nel corso della giornata, o una tazza di decotto almattino a digiuno, oppure assumere 10-15 gocce di tintura al giorno, di-luite in un poco d’acqua. Per uso esterno, spalmare un poco di pomata sul-la pelle alla sera, prima di andare a dormire.

Acidi urici, anemia, colesterolo, diabete, diarree, enteriti acute e croniche, enteriticatarrali, epatopatie, gotta, insufficienza cardiaca, obesità, renella, stanchezzaAssumere fino a 6-7 cucchiai di succo al giorno, oppure bere 2-3 tazze diinfuso nel corso della giornata, o ancora assumere 2-4 cucchiaini di tintu-ra al giorno; in alternativa, si può usare l’ortica in polvere mettendone unpizzico sui cibi.

Artriti e reumatismi, emorroidi, sciaticaAssumere a piacere l’infuso, il decotto, la tintura o il succo come prece-dentemente indicato; per applicazioni esterne, fare impacchi o applicare lapomata sulla zona interessata dal dolore.

Bruciature, distorsioni, punture d’insetti, tendinitiApplicare degli impacchi direttamente sulle zone interessate oppure spal-marvi un po’ di pomata.

Perdita di sangue dal naso (epistassi)Introdurre nel naso un poco di ovatta imbevuta in succo d’ortica.

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PREPARAZIONI Z Pianta intera fresca o essiccata

Z INFUSO: versare 500 ml di acqua calda so-pra15 g di ortica essiccata, lasciare in infusione per10 minuti, quindi filtrare e conservare in luogo fre-sco. Si può bere caldo o freddo.

Z DECOTTO DI ERBA FRESCA: mettere 30 g diortica fresca in 500 ml di acqua fredda e far bollireper 10 minuti. Bere caldo o freddo.

Z TINTURA: mettere a macerare 20 g di ortica es-siccata in 100 ml di alcol a 25 °; filtrare dopo 5 gior-ni di macerazione.

Z SUCCO: ridurre in pasta la pianta con un frul-latore o con uno spremitore domestico, quindi striz-zarla in un colino o in un filtro per gelatina per otte-nerne il succo. Occorrono grandi quantità di erbafresca per ottenere poco succo (10 kg di erba frescapossono dare al massimo 100 ml di succo).

Z IMPACCHI: per gli impacchi si può utilizzareun infuso, un decotto oppure 5-20 ml di tintura in500 ml di acqua calda. Immergere un panno morbi-do e pulito nell’infuso caldo o in un altro estratto a

base di ortica, strizzare il panno, applicare sul-la parte interessata e tenere fermo il tampo-ne. Quando inizia a raffreddare o ad asciu-gare, rinnovara con la miscela calda.

Z POMATA: sciogliere 250 g di cera d’a-pi sbiancata in un recipiente posto sopra unapentola piena d’acqua in ebollizione, versar-vi quindi 30 g di ortica essiccata e far scal-

dare per 2 ore a fuoco bassissimo. Versa-re la miscela in un filtro di mussola po-sto sopra una caraffa. Facendo atten-zione poiché la miscela è ancora calda,spremerla attraverso il filtro nella ca-raffa. Versare rapidamente il compo-sto filtrato, finché è ancora caldo equindi liquido, in vasetti di vetro scu-ro, per la conservazione.

Z POLVERE: l’ortica può essereassunta sotto forma di polvere me-scolata ad acqua o sparsa sul cibo.

� IN CUCINAL’ortica viene utilizzata in diverse ricette, comefrittate, minestre, risotti e ravioli, e va raccoltaquando i germogli sono teneri: se la pianta è svi-luppata bisogna staccare le foglie dal fusto, cherimane duro. L’ortica va preparata al più presto

dopo essere stata colta: si può conservare almassimo 1 o 2 giorni in frigorifero in un sac-chetto per alimenti.

BELLEZZA

Contro la forfora e la caduta dei capelliPreparare un decotto con 3 manciate di radici di orticaspezzettate in un litro d’acqua; far bollire per 30 mi-nuti e quindi colare. Per profumare, aggiungere 1-2gocce di olio essenziale di rosmarino, di limone o ditimo. Questo decotto è più efficace se preparato con 0,5l d’acqua e 0,5 l di aceto di mele. Frizionare il cuoio capel-luto con il preparato. Sempre contro la forfora e la cadutadei capelli, è utile sciacquare la testa, dopo averla lavata,con l’infuso tiepido. Se la perdita dei capelli è dovuta a uneccesso di tossine accumulate nel corpo, bere anche il suc-co o il decotto di erba fresca.

Vaporizzazioni al visoPer una pulizia accurata e profonda della pelle gras-sa, mettere 3 cucchiai di erba essiccata in una ter-rina, versarvi 1,5 l di acqua bollente, mescolareed esporsi al vapore coprendosi il capo con un a-sciugamano. Per ottenere un effetto migliore, ag-giungere una goccia di olio essenziale di rosa.Dopo dieci minuti di esposizione al vapore, pas-sare sul viso un batuffolo di cotone imbevutodi tonico astringente all’ortica così preparato:mettere a macerare 4 cucchiai di ortica essicca-ta in 4 cucchiai di alcol etilico; dopo due setti-mane filtrare; sciogliere un quarto di cucchiaiodi borace in 3 cucchiai di amamelide e aggiun-gere il filtrato precedentemente preparato; uni-re 10 gocce di glicerina e travasare in unabottiglia con tappo ermetico. Agitare beneprima dell’uso.

O r t i c a

Esile arbusto appartenente alla famiglia delle Labiate, suf-

fruttescente, molto ramificato, l’ortosifone ha la porzione in-

feriore lignificata e quella superiore erbacea; i fusti sono eretti,

a sezione quadrangolare. Le foglie, assai aromatiche, opposte

e verticillate, sono ovali con l’apice acuminato, hanno la su-

perficie inferiore pelosa e il margine dentellato; sono di colo-

re blu verdastro, con corto picciolo violaceo e nervature pro-

minenti rosso violacee. I fiori sono riuniti in un’infiorescenza

terminale formata da pseudo-verticilli con 4-6 fiori ciascuno;

la corolla, bianca o porpora, è tubulare e divisa in due labbri:

quello superiore è quattro-lobato, quello inferiore intero; gli sta-

mi, eccezionalmente lunghi, posseggono filamenti blu.

OrtosifoneOrthosiphon stamineus (=O. aristatus)

PROPRIETÀL’ortosifone agisce come pianta medicinale esercitandoun’azione diuretica e depurativa sull’apparato renale, fa-vorisce l’eliminazione dei rifiuti organici azotati, special-mente l’urea, ed è particolarmente indicato nella cura diedemi, asciti, insufficienza renale, litiasi e ritenzione i-drica nei tessuti. Grazie alla sua potente azione diuretica,è molto efficace per ridurre il peso nelle diete dimagran-ti; svolge inoltre un’azione colagoga, stimolando la mo-tilità della cistifellea e lo svuotamento della bile. Se as-sunto abitualmente è un utile anticolesterolico, cioè è ingrado di abbassare il livello di colesterolo nel sangue.

PRINCIPI ATTIVIL’ortosifone contiene: acidi organici; olio essenziale; de-rivati terpenici, ortosifonolo; colina; un glucoside, orto-sifonina; sali minerali, in particolare potassio; saponine;tannini.

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Comunemente noto con il nome di ‘tè di Giava’, l’ortosifone è coltivato ormai da molti secoli per i suoi utilizzi medicinali. Originario di Giava, delle Filippine e della Thailandia, fu portato in Europa dagli Olandesi e qui naturalizzato a partiredal XIX secolo. In Italia è ormai spontaneo nella Pianura Padana.

SALUTE

Affezioni dell’apparato renale, ascite, eccessiva ritenzione di liquidi, edemi,idropisia, litiasi renale, malattie delle vie renali, problemi di obesità, ritenzione di liquidi, per regolarizzare le funzioni epatiche, per migliorare la diuresiBere, quando è necessario, fino a 5 tazze di infuso per uso interno; se nel-l’arco di una settimana non si osservano i primi miglioramenti, è bene con-sultare il medico.

Artrite, disturbi cardiaci, gotta, malattie dell’apparato urogenitale, reumatismiAssumere 20 gocce di tintura 2-3 volte al giorno, disciolte in un poco diacqua o in una tisana rilassante; se il sapore è troppo acidulo, dolcificare conun cucchiaino di succo di pera o con un poco di miele. Se i disturbi nonmigliorano entro breve tempo, consultare il medico.

Dermatosi da intossicazione, eritemi, eruzioni cutanee, ferite, piccole piaghe, tagliPer facilitare i processi di cicatrizzazione, lavare con cura le zone doloranticon l’infuso di ortosifone per uso esterno; applicare inoltre sulle zone inte-ressate impacchi o compresse imbevuti nel medesimo infuso, oppure ap-plicare cataplasmi, lasciando agire per 30 minuti. Se i tessuti non inco-minciano a cicatrizzare nell’arco di breve tempo, consultare il medico perevitare eventuali infezioni.

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PREPARAZIONI r Foglie B Sommità fiorite

r B INFUSO PER USO INTERNO: versare unlitro di acqua bollente in un recipiente di porcellanao di terracotta contenente 5 g di foglie e di sommitàfiorite essiccate e sminuzzate finemente; lasciare ininfusione per 20-30 minuti, poi colare e berne 3 taz-ze al giorno prima dei pasti principali, dolcificandocon un poco di miele.

B INFUSO PER USO ESTERNO: versare sopra10-20 g di sommità fiorite essiccate e sminuzzategrossolanamente un litro di acqua bollente; lascia-re in infusione per 30-40 minuti, quindi colare e uti-lizzare per fare lavaggi e applicare impacchi e com-presse, secondo le indicazioni.

r POLVERE DI FOGLIE: si può acquistare giàpronta in erboristeria, oppure si può ottenere pe-stando in un mortaio la quantità desiderata di fo-glie essiccate.

r DECOTTO DI FOGLIE: sminuzzare grossola-namente 20 g di foglie essiccate, versarle in un litroabbondante di acqua fredda, mettere sul fuoco e farcuocere per 10 minuti dall’inizio dell’ebollizione. La-sciare quindi riposare per altri 15 minuti, colare e ber-ne 3 tazze nel corso della giornata; se il gusto è trop-po sgradevole, aggiungere un cucchiaino di miele oun cucchiaio di succo di pera o di mela a piacere.

rTINTURA: mettere a macerare, per 10giorni, 30 g di foglie essiccate e smi-

nuzzate in 120 ml di alcol a 70°; tra-scorso il tempo indicato, filtrare e

conservare in una boccetta di ve-tro scuro con contagocce. Pren-derne 20 gocce 2-3 volte algiorno; se il sapore è troppoamaro, allungare la tinturacosì preparata in una tisa-na abbondantemente dolci-ficata con miele o zuccherodi canna.

� IN CUCINAL’ortosifone è ottimo perpreparare un tè dal saporeleggermente acidulo e dal-

l’aroma assai gradevole, poi-ché le foglie vengono sotto-poste a una leggera torrefa-

zione per intensificarne l’aroma.Per questa ragione si è diffuso ra-

pidamente in tutto il mondo.

Ipocolesterolizzante, per favorire la fluidificazione e la depurazione del sangue, per favorire la sudorazionePer abbassare il livello di colesterolo nel san-gue, bere 3 tazze di decotto di foglie di or-tosifone essiccate nel corso della giorna-ta, dolcificando con un cucchiaino dimiele o di zucchero di canna; prendere,inoltre, un cucchiaino da caffè di polveredi ortosifone 2-3 volte al giorno, me-scolato a miele o a marmellata. In alter-nativa, assumere fino a 5 tazze di infuso diortosifone al giorno, dolcificando con me-lassa o miele. Se i disturbi si aggravano, con-sultare il medico.

O r t o s i f o n e

PassifloraPassiflora incarnata

PROPRIETÀ

La passiflora, considerata come pianta ‘sedativa’ per ec-

cellenza, svolge un’efficace azione antispasmodica, cal-

mante, leggermente ipnotica e analgesica; distende i ner-

vi senza nuocere all’organismo, viene infatti ampiamen-

te utilizzata nella cura di diverse forme d’isterismo, ec-

citazione nervosa, angosce, irrequietezza, disturbi della

menopausa, stati ansiosi, insonnia, cardiopalmo e aritmia

cardiaca. È utile per calmare e alleviare spasmi musco-

lari, anche in alcuni casi di convulsioni o spasmi di tipo

epilettico, crampi, dolori addominali e asma bronchiale;

infine possiede proprietà antinfiammatorie e lenitive, ef-

ficaci nella cura di emorroidi e scottature.

PRINCIPI ATTIVI

Nel frutto sono contenuti: acido ascorbico, flavonoidi, a-

cido citrico e malico, amilopectina e olio fissato. Nella

pianta in fiore sono contenuti: alcaloidi, tra quali harmi-

na, harmolo e passiflorina; un glucoside cianogenico, fla-

vonoidi, tannide di passiflora, maracugina.

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Grazie alle sue proprietà calmanti, nella prima guerra mondiale la passiflora fu usata

come sedativo contro l’‘angoscia da guerra’. I suoi fiori sono detti ‘fiori della Passione’

per la somiglianza della corolla, degli stami e degli stimmi con i simboli della

Passione di Cristo: la corona di spine, il martello, i chiodi e le cinque piaghe.

SALUTE

Ansia, eccitazione nervosa, isterismo, nevrasteniaAssumere a tazze l’infuso di passiflora 2-3 volte nel corso della giornata; no-tevolmente efficace in questi casi è anche la tintura: prenderne 20 gocce 3volte al giorno e 20 gocce prima di coricarsi alla sera.

InsonniaAlle giuste dosi la passiflora favorisce un sonno ristoratore perfettamente nor-male con un risveglio senza fenomeni di depressione e stordimento; in que-sti casi disciogliere 30 gocce di tintura in una tazza di camomilla o di tiglio30 minuti prima di coricarsi. Fare attenzione alla sensibilità personale ver-so la camomilla.

Cardiopalmo, tachicardia nervosa, attacchi di asma bronchialeBere con regolarità 3 tazze d’infuso al giorno, e, all’occorrenza, prendere 20-30 gocce di tintura. Si consiglia comunque di consultare il medico.

Crampi, convulsioni, spasmi muscolari e dolori addominaliAssumere all’occorrenza 40 gocce di tintura; bere inoltre una tazze d’infu-so 2 volte al giorno. Nel caso in cui i dolori siano molto forti e soprattut-to in caso di convulsioni consultare il medico.

Emorroidi, scottature, irritazioni della pelle, piccole ustioni, foruncoli e pruritiApplicare con cura, direttamente sulle parti interessate, compresse e cata-plasmi tiepidi, preparati con il decotto di passiflora; lasciare agire per 20-

La passiflora è una pianta rampicante che appartiene alla fa-

miglia delle Passifloracee. Originaria degli Stati Uniti meri-

dionali, in seguito importata nelle Bermude, oggi è coltivata

un po’ ovunque a scopo medicinale. Possiede un robusto ri-

zoma che si sviluppa per lunghi tratti interrato. Il fusto verde,

ramificato e rampicante, conferisce alla pianta un aspetto ce-

spuglioso. I rami, che raggiungono una lunghezza anche di al-

cuni metri, presentano gemme ascellari modificate in viticci

con cui si ancorano ai sostegni. Le foglie alterne, trilobate, han-

no margine seghettato. I fiori, solitari, compaiono da giugno

ad agosto; sono formati da cinque petali bianchi, o violacei.

Il frutto è costituito da una bacca ovale, arancione.

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P a s s i f l o r a

PREPARAZIONI

r Foglie essiccate B Fiori freschi ed essiccati

B r INFUSO: portare a bollore 1 l di acqua e

versarlo sopra 20 g di fiori e foglie essiccati e smi-

nuzzati; lasciare in infusione per 30 minuti circa,

quindi filtrare e assumere secondo le indicazioni.

B TINTURA: mettere a macerare 20 g di fiori fre-

schi in 100 ml di alcool a 60°. Dopo 8-10 giorni fil-

trare il liquido con l’apposita carta e conservarlo in

una bottiglietta con tappo contagocce. La dose con-

sigliata è 20-40 gocce prima di coricarsi e all’oc-

correnza secondo le indicazioni; la tintura di passi-

flora è inoltre facilmente reperibile in farmacia.

B COMPRESSE E CATAPLASMI: far bollire, per

5-10 minuti, in una tazza di latte, 20-40 g di fiori di

passiflora; quando il liquido è evaporato stendere i

fiori sopra una garza, applicarli quindi tiepidi sopra

le parti interessate.

d COLTIVAZIONE

Prospera in terreni fertili, ricchi, argillosi. La posi-

zione ideale è quella in pieno sole. Necessita di un cli-

ma mite: infatti non tollera le gelate invernali. In in-

verno la temperatura minima dovrebbe aggirarsi in-

torno ai 5-7 °C. Presso i vivai sono tuttavia dispo-

nibili cultivar più resistenti al freddo. Durante lo

sviluppo vegetativo e la fioritura va innaffia-

ta regolarmente e in abbondanza. Si riprodu-

ce per talea o per semi. Nel primo caso le ta-

lee si realizzano in primavera, tagliando i

getti più giovani, lunghi circa 15 cm, e

piantandoli in vasetti o terrine con ter-

riccio leggero e torba a 18-20 °C. Le

piante ottenute in un o dei due modi si

ripicchettano in vasetti. Le piante de-

stinate alla coltivazione in piena terra

si mettono a dimora a maggio.

30 minuti, fino al raffreddamento. In alternativafare dei lavaggi delle zone doloranti con il se-guente infuso: 4 g di foglie e fiori essiccati in100 ml di acqua bollente, lasciare in infu-sione per 15 minuti, quindi colare ed uti-lizzare tiepido o a temperatura ambiente.

BELLEZZA

Tonico rinfrescante e rilassanteMacerare 4 cucchiai di fiori e foglie di passiflorain 4 cucchiai di alcool etilico (o 6 cucchiai divodka) per due settimane, quindi filtrare. Scio-gliere 1/4 di cucchiaio di borace in 3 cucchiai di a-mamelide e aggiungere l’alcool precedentemente filtra-to. Unire 10 gocce di glicerina e travasare in una bottigliacon tappo sottovuoto. Agitare prima dell’uso e ap-plicare sul viso come di consueto soprattutto do-po una giornata faticosa, o dopo una notte in-sonne.

Bagno calmante alla passifloraMettere nell’acqua del bagno un sacchettino ditela contenente 40-50 g di passiflora essiccata,lasciare in fusione e fare il bagno come di con-sueto. Si consiglia di non usare l’acqua bollente,poiché se l’acqua è troppo calda la pelle trasuda e nonassorbe le proprietà benefiche della passiflora.

BN8 084-103 30-07-2004 21:09 Pagina 103

La pesca è il frutto del pesco, un albero da frutto che appar-

tiene alla famiglia delle Rosacee. Arbusto o alberello, alto fi-

no a 8 m, il pesco ha una chioma tondeggiante, con foglie ca-

duche, lanceolate, finemente seghettate, lungamente acu-

minate all’apice e ristrette alla base in un corto picciolo. I fio-

ri rosa, solitari o in gruppi di 2-3, sbocciano in marzo. Il frut-

to è una drupa tondeggiante, con la buccia vellutata, una pol-

pa carnosa e un unico grosso nocciolo; le caratteristiche del-

la polpa e della buccia dipendono dalle varietà. Originario del-

la Cina occidentale e del Tibet, dove viene coltivato da più di

4000 anni, il pesco è giunto fino a noi attraverso il regno di

Persia (da cui il nome della specie) ai tempi dell’antica Roma.

PescaPrunus persica

PROPRIETÀ

Il pesco è una pianta ampiamente utilizzata a scopo me-

dicinale. Le foglie hanno proprietà amaro-toniche, sto-

machiche, digestive e purgative: facilitano i processi di-

gestivi, stimolano la sudorazione in caso di influenza e

febbre, svolgono un’efficace azione espettorante e be-

chica nella cura di tosse, pertosse e bronchite. I fiori so-

no efficaci lassativi, utili in caso di stitichezza e stipsi o-

stinata, agiscono come sedativi e calmanti e sono efficaci

diuretici e diaforetici, utili in caso di ritenzione di liquidi

ed edemi agli arti inferiori. I frutti sono un ottimo ali-

mento energetico, ricco di vitamine, sali minerali e zuc-

cheri semplici, facilmente metabolizzabili; sono buoni

diuretici e depuratori dell’organismo; le pectine conte-

nute nella polpa regolano le funzioni intestinali in caso di

stitichezza; il succo, per le sue proprietà alcalinizzanti, è

ottimo in caso di acidità gastrica; per uso esterno hanno

proprietà idratanti, emollienti, toniche e vitaminizzanti.

PRINCIPI ATTIVI

Acidi organici di varia natura; vitamine, soprattutto vi-

tamina A e C; sali minerali, in particolare potassio; caro-

tenoidi; flavonoidi; zuccheri; sostanze pectiche (frutti);

piccole quantità di amigdalina e di olio essenziale (fiori).

100

Le innumerevoli varietà di pesco vengono suddivise, a seconda del periodo

di maturazione del frutto, in ‘precocissime’ (che maturano a marzo), ‘precoci’

o ‘lugliatiche’, ‘agostane’, ‘settembrine’ e ‘molto tardive’. Il pesco viene coltivato

anche a scopo ornamentale e floricolturale, soprattutto in Giappone.

SALUTE

Acidità di stomaco, cattiva digestione, gastrite, stipsi, stitichezza ostinata, ulceraintestinale, per regolare le funzioni gastrointestinaliCon azione stomachica e digestiva, assumere all’occorrenza 4-5 tazzine algiorno di infuso di foglie. In caso di ulcera intestinale prendere mezza taz-zina al giorno di infuso di fiori o 20-30 gocce di tintura 2 volte al giornoin una tazza di infuso di ortica o di fieno greco. In caso di stitichezza e sti-psi, come lassativo assumere l’infuso di foglie nelle dosi indicate o discio-gliere 100 g di zucchero nell’infuso di fiori e prendere a cucchiai lo scirop-po così preparato. In caso di forte acidità gastrica e di stitichezza, consumarea volontà pesche fresche ben mature e bere, inoltre, 2-3 bicchieri di succofresco al giorno. Se i disturbi persistono, consultare il medico.

Bronchite, febbre, influenza, malaria, pertosse, tosseCon azione espettorante, antipiretica e tossifuga, assumere quando neces-sario 4-5 tazzine al giorno di infuso di foglie, eventualmente dolcificato conmiele di acacia, oppure prendere 20 gocce di tintura, 3 volte al giorno, di-luite in una tazza di infuso di ginepro o di veronica. Se i sintomi persisto-no, chiamare il medico.

Edemi, ritenzione di liquidi, per depurare l’organismoCon azione diuretica e depurativa, bere nel corso della giornata mezza taz-zina di infuso di fiori oppure prendere 20-30 gocce di tintura 2-3 volte algiorno con un po’ d’acqua o diluite in una tazza di infuso di crescione.

068-119 07-BOTTEGA 29-06-2004 13:40 Pagina 100

101

BELLEZZA

Crema ad azione rigeneranteSciogliere 2 cucchiaini di cera d’api e 4 cuc-chiaini di cera emulsionante; nel frat-tempo scaldare 8 cucchiai di essenza diamamelide, 4 cucchiai di essenza di a-vocado e 4 cucchiai di essenza di pesco(acquistare in erboristeria), lasciare in-tiepidire e aggiungere 150 ml di bo-race. Unire il composto così prepara-to alle cere sciolte, mescolare bene, la-sciare raffreddare e unire 8 gocce di olioessenziale di cedro.

Maschera tonificante per il visoAdatta a tutti i tipi di pelle, riduce i poritroppo aperti, combatte le rughe e conferi-sce un colorito roseo e fresco. Sbucciare unapesca di medie dimensioni, matura ma nontroppo acquosa, schiacciare la polpa con una for-chetta e stenderla sul viso e sul collo. Lasciare asciu-gare completamente prima di risciacquare.

Olio all’essenza di pesco per massaggi ad azione emolliente e nutrienteAdatto a tutti i tipi di pelle. Mescolare bene 50 ml di oliodi mandorle dolci con 4-5 cucchiai di essenza di pesco, fi-no a ottenere una miscela omogenea. Utilizzare l’unguen-to così preparato per fare massaggi, una volta al giorno.

P e s c a

PREPARAZIONI

r Foglie B Fiori u Frutti

u FRUTTI FRESCHI: scegliere frutti ben sodi; se

sono ancora un po’ acerbi, lasciarli maturare a tem-

peratura ambiente.

u SUCCO FRESCO: passare in centrifuga la quan-

tità desiderata di polpa di pesche fresche; il succo co-

sì ottenuto va bevuto puro, senza aggiunta di zuc-

chero.

r INFUSO DI FOGLIE: versare un litro di acqua

bollente sopra due manciate di foglie essiccate e

sminuzzate, coprire e lasciare in infusione per 10-15

minuti prima di colare. La dose consigliata è di 4-5

tazzine al giorno.

B INFUSO DI FIORI: versare 250 ml di acqua

bollente sopra un cucchiaino da tè di fiori essiccati

e sminuzzati, lasciare riposare per 10 minuti, quin-

di colare. Prenderne mezza tazzina al giorno.

B TINTURA: mettere a macerare 30 g di fiori es-

siccati e sminuzzati in 120 ml di alcol a 60°; dopo 10

giorni di macerazione, colare e conservare in una

boccetta di vetro scuro con contagocce. La dose

consigliata è di 20-30 gocce, 2 volte nel corso della

giornata, diluite in un poco di acqua o in una tisana

a piacere.

� IN CUCINA

Le pesche si possono consumare come frut-

ta fresca, in macedonia, al limone o al vi-

no, oppure essiccata; si possono pre-

parare confetture, conserve scirop-

pate e liquori; vengono inoltre uti-

lizzate per la preparazione di cro-

state, dolci e in alta gastronomia.

� AVVERTENZE

Si ricorda che le foglie, i fiori e

soprattutto il nocciolo del pe-

sco contengono una sostan-

za che libera acido cianidrico:

pertanto non superare mai le

dosi indicate.

068-119 07-BOTTEGA 5-07-2004 14:23 Pagina 101

Il pompelmo è un agrume, frutto dell’omonima pianta che ap-

partiene alla famiglia delle Rutacee. Albero sempreverde, al-

to fino a 9 m, dal portamento armonico, con una ramifica-

zione regolare e una chioma arrotondata, il pompelmo ha fo-

glie tenere, ovali, di colore verde cupo, che portano una spi-

na molto flessibile e poco pungente al punto d’inserzione sul

ramo. I fiori bianchi sbocciano isolati o in grappoli a livello del-

l’ascella fogliare. I frutti (esperidi), sferici o globosi, portati in

grappoli di 10-12 esemplari, sono rivestiti da una scorza, o buc-

cia, di colore giallo pallido, talvolta rosato; internamente so-

no divisi in 10-15 spicchi, con una polpa ricca di succo, più o

meno acidula e amarognola a seconda delle cultivar.

PompelmoCitrus paradisi

PROPRIETÀ

Il pompelmo è un frutto dalle molteplici qualità: è assai

ricco di flavonoidi, fibre idrosolubili, vitamine A, C e del

gruppo B, acido folico e sali minerali, come il potassio, e

svolge quindi un’ottima azione tonica, vitaminizzante,

rinfrescante e dissetante; essendo povero di calorie è in-

dicato nelle diete a basso contenuto calorico; grazie al-

l’elevato contenuto dell’aminoacido fenilalanina, il pom-

pelmo è un efficace antidolorifico, antidepressivo e a-

noressante (limita lo stimolo della fame), per questo ri-

sulta particolarmente indicato nelle diete dimagranti. Le

pectine contenute nel pompelmo (polimeri composti da

20-100 molecole di acido galatturonico) abbassano no-

tevolmente il tasso di colesterolo nel sangue, mentre il

flavonoide naringina facilita il ricambio dei globuli rossi

e contribuisce a mantenere un livello normale di emato-

crito (percentuale dei globuli rossi nel sangue), riducen-

do di molto il pericolo di problemi cardiaci.

PRINCIPI ATTIVI

Contenuti nel frutto: pectine (3,9%); flavonoidi, in parti-

colare naringina; vitamina C; acidi organici, zuccheri, so-

prattutto fruttosio; sali minerali.

104

Originario delle Indie Occidentali, nato forse per ibridazione di altre specie

del genere Citrus, il pompelmo è stato riconosciuto come specie botanica nel 1830

e la sua coltivazione, oggi particolarmente estesa soprattutto negli Stati Uniti

e in Israele, è iniziata verso il 1880 in Florida.

SALUTE

Costituzioni delicate e particolarmente deboli, diete dimagranti e a bassocontenuto calorico, durante periodi di convalescenza, per un’alimentazionenutriente e leggera, indicata per i bambini e gli anzianiIn tutti questi casi, per un’azione tonica, ricostituente e rivitaminizzante,mangiare regolarmente ogni giorno 3-4 pompelmi, come frutta fresca pre-feribilmente prima dei pasti principali, oppure sotto forma di succo o in ma-cedonia, aggiunti a mele, pere e arance. Se il sapore è troppo aspro non ag-giungere zucchero, ma dolcificare con miele, succo d’arancia o di pera.

Livello di colesterolo nel sangue elevato, per mantenere un livello normale di ematocrito, per ridurre il rischio di malattie cardiacheAlle persone che corrono il rischio di infarto e a coloro che hanno valori dicolesterolo molto alti si consiglia di aggiungere, all’alimentazione di ognigiorno, 2-3 pompelmi consumati come più si preferisce, ma sempre senzaaggiungere zucchero. Se i sintomi non migliorano, consultare immediata-mente il medico.

Malattie da raffreddamento, raffreddore, raucedine, sintomi di influenza, tosseCome efficace e immediato rimedio per bloccare l’insorgenza di tali di-sturbi fare scaldare a bagnomaria, in un pentolino di acqua in ebollizione,il succo di un pompelmo, un pizzico di cannella e un cucchiaino di miele;quando il succo incomincia a bollire togliere dal fuoco lasciare riposare per5 minuti, quindi bere ancora caldo.

068-119 07-BOTTEGA 29-06-2004 14:22 Pagina 104

105

Per depurare e disintossicare l’organismo, per migliorare e aumentare la diuresiUn rimedio adatto a tutte le persone soprattutto nel cambio di stagione: be-re al mattino a digiuno, prima di fare colazione, il succo di un pompelmofresco; non dolcificare con zucchero, ma con miele o succo di arancia.

BELLEZZA

Latte detergente al pompelmo per pelli grasseSciogliere a fuoco lento un cucchiaio di cera d’api e uncucchiaino di vaselina; scaldare a parte 3 cucchiai di oliominerale e unire poco per volta al composto, sbattendo per3-5 minuti. Nel frattempo unire un cucchiaio di amame-lide a 2 cucchiai di succo di pompelmo filtrato, lasciarescaldare lentamente e aggiungere 0,6 ml di borace, fino aquando sia completamente sciolto. Unire i due composti esbattere continuamente fino al completo raffreddamento.Aggiungere 3 gocce di olio essenziale di limone e versare in va-setti con tappo a vite. Utilizzare come di consueto per unaprofonda pulizia del viso.

Trattamento astringente per pelli grasseStrofinare energicamente sul viso delle fettine di pompelmo, op-pure passare un batuffolo di cotone imbevuto nel succo di pom-pelmo. Per ottenere un risultato migliore si consiglia di utilizzare ilsucco di mezzo pompelmo mescolato al succo di mezzo limone; do-po aver strofinato sul viso, lasciare agire per 10-15 minuti prima disciacquare con acqua tiepida.

P o m p e l m o

PREPARAZIONI

u Frutti maturi

Scegliere pompelmi sodi, elastici al tocco e ben for-

mati; non consumare pompelmi molli e avvizziti o

con la buccia verde.

u FRUTTO FRESCO: si può acquistare nei su-

permercati o dal fruttivendolo di fiducia; assicurar-

si della buona qualità del frutto.

u SUCCO FRESCO: spremere la quantità desi-

derata di pompelmi freschi; se il sapore naturale è

troppo acido e amaro, dolcificare con un cucchiaino

di miele, oppure aggiungendo del succo d’arancia. Si

consiglia di consumare il succo appena spremuto o

nell’arco di due o tre ore al massimo.

� IN CUCINA

Il pompelmo è un agrume assai apprezzato come

dissetante frutto fresco, sotto forma di succo o ag-

giunto alle macedonie; la sua polpa viene impiega-

ta nella preparazione di marmellate e di gelati; la

scorza, invece, viene utilizzata in pasticceria per con-

fezionare canditi e caramelle.

068-119 07-BOTTEGA 29-06-2004 14:30 Pagina 105

PungitopoRuscus aculeatus

PROPRIETÀ

Il pungitopo è una pianta conosciuta per le sue proprietà

aromatiche, leggermente lassative, antinfiammatorie,

vasocostrittrici e sudorifere; è utilizzato in preparati atti

a stimolare la secrezione urinaria, eliminare piccoli cal-

coli renali, combattere l’obesità da ritenzione di acqua, l’it-

terizia, la nefrite e le malattie delle vene. È probabilmente

il più potente tonico venoso vegetale e per questa ra-

gione rientra nella composizione di molti farmaci antie-

morroidali e antivaricosi. Talvolta si usa per alleviare la

gotta, i reumatismi e la gonorrea. Per uso interno, pos-

siede ottime qualità diuretiche, depurative, antinfiam-

matorie delle vie urinarie; coadiuvante nel trattamento

delle emorroidi e delle varici, è indicato nella cura delle

emorroidi e delle gambe gonfie.

PRINCIPI ATTIVI

Olio essenziale in piccole quantità; calcio; fitosteroli; man-

nite; rescugenine; resina; saponine; tannini; inoltre sono

presenti alcuni principi amari.

114

Il suggestivo nome comune inglese butcher’s broom, che significa ‘scopa del macellaio’,

si riferisce sicuramente al fatto che un tempo, soprattutto in Inghilterra, i rami di

pungitopo riuniti in grossi fasci erano impiegati per pulire il pavimento delle

macellerie al posto delle tradizionali scope di saggina.

SALUTE

Artrite, ascite (raccolta sierosa nella cavità peritonale), calcoli alla vescica,calcolosi renale, edemi, gotta, idropisia, ritenzione di liquidi, per stimolare lasecrezione urinariaPer un’efficace azione diuretica e depurativa, assumere all’occorrenza 5-6 vol-te al giorno una tazza di decotto oppure prendere la polvere di radice nel-le dosi sottoindicate in un’ostia, o mescolata a un cucchiaino di miele di ta-rassaco, oppure diluita in una tazza di infuso di ortica o di karkadé. Per co-loro a cui piace il vino, bere un bicchierino di vino medicinale dopo i pa-sti principali. Inoltre, in caso di edemi e gotta, fare alcuni lavaggi delle zo-ne doloranti utilizzando il decotto per uso esterno e applicare, per 20-30minuti, impacchi o compresse imbevute nel medesimo preparato. Se i di-sturbi persistono, consultare il medico.

Emorroidi, flebiti, malattie delle vene in generale, pesantezza alle gambe,rilassamenti venosi, varici, per migliorare la circolazione del sistema venoso, perrafforzare la parete dei capillariCon azione capilloprotettrice e vasocostrittrice, bere una tazza di decotto4-5 volte al giorno lontano dai pasti, oppure assumere un cucchiaino di pol-vere 2-3 volte al giorno, diluita in una tazza di infuso di cipresso o piopponero (emorroidi), oppure in una tazza di infuso di cavolo o edera rampi-cante (varici). In questi casi inoltre, applicare sulle parti doloranti impac-chi e compresse imbevute nel decotto per uso esterno, lasciando agire per30 minuti prima di rinnovare la medicazione. Se la situazione non miglio-ra, consultare il medico.

Il Ruscus aculeatus, noto come ‘pungitopo’, è una pianta sem-

preverde che appartiene alla famiglia delle Liliacee. Originario

della fascia tra le Azzorre e l’Iran, che comprende il Nordafri-

ca, l’Europa occidentale e l’area mediterranea fino al Mar Ca-

spio, in Italia è tipico dell’ambiente mediterraneo. Si sviluppa

su un rizoma robusto, strisciante; i fusti sono eretti, ramosi,

rigidi. Quelle che sembrano foglie sono rametti appiattiti: lun-

ghi fino a 2,5 cm terminano in un’acuta spina apicale; le foglie

vere sono molto piccole, triangolari o lanceolate. I fiori sono

di colore verde, a volte tendente al bruno, poco appariscenti:

compaiono dal tardo inverno alla primavera e sono seguiti

dai frutti, belle bacche globose, di colore rosso vivo.

BN8 104-119 31-07-2004 14:17 Pagina 114

115

P u n g i t o p o

PREPARAZIONI

t Radici essiccate

t DECOTTO: far bollire a fuoco basso, per 10-15

minuti, in un litro di acqua bollente 30-40 g di radi-

ce essiccata e sminuzzata grossolanamente; toglie-

re dal fuoco, lasciar riposare il tutto per 10-15 minuti,

quindi colare e bere 5-6 tazze al giorno.

t POLVERE: pestare in un mortaio o in un maci-

nacaffè le radici di pungitopo, fino a ottenere una pol-

vere omogenea e molto fine; se ne prendono da uno

a tre cucchiaini da caffè al giorno in ostia, mescolati

a miele o diluiti in una tisana a piacere.

t VINO MEDICINALE: lasciare macerare per 10

giorni in 100 ml di buon vino bianco 5 g di radice di

pungitopo sminuzzata e contusa. Bere due-tre bic-

chierini al giorno.

t DECOTTO PER USO ESTERNO: far bollire 40-

60 g di radice o rizoma in un litro di acqua per 10 mi-

nuti; lasciar riposare fino a raffreddamento, quindi

utilizzare per fare sciacqui e lavaggi e applicare com-

presse e impacchi, lasciando agire per 20-30

minuti circa.

d COLTIVAZIONE

Il pungitopo si adatta perfettamente a sva-

riati tipi di terreno: da quelli calcarei ben

drenati a quelli asciutti e poveri. Cresce

bene al sole o in ombra, nella macchia, nei

boschi o lungo le siepi. Le innaffiature de-

vono essere regolari e abbondanti nella sta-

gione calda, mentre durante l’inverno devono

essere piuttosto scarse. La riproduzione av-

viene per divisione di cespi, che devono essere

tolti dal terreno, separati e rimpiantati a settem-

bre o a marzo. È anche possibile la riproduzione

per semina, che deve avvenire in settembre-otto-

bre, in terrine riempite con composto da semi, in let-

to freddo oppure in vivaio; la germinazione ha

luogo dopo 18 mesi. Una volta raggiunto un’al-

tezza di 7 cm, le piantine vanno trapiantate in vi-

vaio, dove saranno coltivate per tre anni, prima di es-

sere messe a dimora nel mese di aprile.

� AVVERTENZE

Data la composizione dei suoi principi atti-

vi, si raccomanda di non somministrare pre-

parati a base di pungitopo a soggetti ipertesi.

BELLEZZA

Bagno con azione astringenteIndicato dopo un’intensa giornata di lavoro e per alle-viare la sensazione di pesantezza alle gambe. Versarenell’acqua del bagno 2 l di decotto di radice concen-trato (80-100 g in un litro), mescolare bene e immer-gersi per circa 15 minuti.

Lozione per pelli arrossate e con problemi di couperoseAdatto a tutti i tipi di pelli. Applicare 2 volte al gior-no come lozione sulla pelle del viso il decotto di pun-gitopo per uso esterno; in questi casi si consiglia inoltredi proteggere sempre la pelle dal caldo e dal freddo e difare esercizio fisico.

Trattamento contro la cellulite e gli inestetismi della pellePer un efficace effetto tonificante e riducente, ap-plicare direttamente sulle zone interessate im-pacchi o lozioni preparati con il decotto per u-so esterno. Per ottenere un risultato duraturoripetere il trattamento 3-4 volte la settimana.

CASA E GIARDINO

Decorazioni natalizieLe foglie sempreverdi e i rametti con le bellissime baccherosse sono molto usate nelle composizioni invernalinatalizie, in particolare sono di grande effetto asso-ciate a fiori bianchi, come quelli dell’elegante vio-lacciocca, Matthiola incana.

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Il rabarbaro cinese è una pianta erbacea perenne che appar-

tiene alla famiglia delle Poligonacee. Originario del Tibet e

della Cina nordoccidentale, venne importato in Europa alla fi-

ne del XVIII sec. In Italia è molto apprezzato anche come pian-

ta ornamentale. Nei luoghi di origine cresce su terreni umidi

fra i 3000 e i 4000 m di altitudine. Ha un grosso e carnoso

rizoma verticale, da cui si dipartono numerose radici. Alto fi-

no a 2 m, ha un fusto rigido e vuoto e foglie verde lucenti, lun-

gamente picciolate. I fiori, bianco verdastri oppure rosso scu-

ro, che compaiono in primavera e in estate, sono raccolti in

spighe che formano una vistosa pannocchia nella parte più al-

ta dei fusti.

Rabarbaro cinese Rheum officinale

PROPRIETÀIl rabarbaro, R. officinale e R. palmatum (rabarbaro pal-mato o della Mongolia), veniva coltivato in Cina per le sueproprietà medicinali già nel 2700 a.C. Il rabarbaro cine-se ha proprietà colagoghe e coleretiche, stimolando laproduzione della bile e favorendone il deflusso dal fega-to al primo tratto intestinale. Proprietà ed effetti sonostrettamente legati alle quantità: a piccole dosi è astrin-gente, aperitivo, stomachico ed efficace come digesti-vo, a dosi medie svolge un’azione lassativa, mentre se vie-ne assunto a dosi più elevate diventa purgante e talvol-ta vomitivo. Associato ad altri farmaci viene impiegatonella cura della stitichezza cronica. Esternamente il ra-barbaro esercita un’azione astringente sulla cute e sullemucose.

PRINCIPI ATTIVIComposti antrachinonici; acido crisofanico; reumemodi-na; reina; reocrisidina; fiscione; pectine; resine; tannini ealtri composti eterosodici.

100

Pianta dalle molteplici virtù terapeutiche, il rabarbaro cinese è conosciuto soprattuttocome lassativo, ma viene utilizzato anche in caso di itterizia, di digestione difficile, di gastroenterite e di coliche epatiche. Stimola il funzionamento del fegato e dellavescicola biliare.

SALUTE

Cattiva digestionePrendere 1-2 tazzine al giorno d’infuso, dopo i pasti principali, oppure as-sumere 0,2-0,5 g di polvere in un’ostia. Altrettanto efficaci sono la tintura(35-40 gocce 2 volte al giorno in un poco di acqua o in un’altra bevanda)e il vino medicinale (un bicchierino dopo i pasti).

OrticariaAssumere all’occorrenza una tazza di infuso di polvere; in alcuni casi risul-ta efficace aggiungere 2 g di bicarbonato di sodio in una tazza d’infuso. Sei sintomi peggiorano, consultare il medico.

Calcoli al fegatoMiscelare 40 g di polvere di rabarbaro con i seguenti ingredienti ridotti inpolvere: 20 g di genziana, 20 g di boldo, 40 g di semi di anice e 20 g di ro-smarino; prendere prima dei pasti mezzo cucchiaino della miscela in un’o-stia o disciolta in un poco di acqua zuccherata. Conservare la miscela in unbarattolo di vetro ben chiuso e lontano dall’umidità.

StitichezzaPer un’azione lassativa assumere 2-3 volte al giorno mezzo cucchiaino (0,2-0,5 g) di polvere in un’ostia o in una bevanda come il vino; per un’azionepurgante aumentare la dose fino a 1-4 g di polvere. In entrambi i casi la cu-ra non deve protrarsi oltre 15 giorni.

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R a b a r b a r o c i n e s e

PREPARAZIONIt Rizoma e radici U Steli

t INFUSO: portare a bollore un litro di acqua, ag-giungere 10-20 g di radice essiccata e frantumata,bollire per un minuto, quindi togliere dal fuoco e la-sciare in infusione, coperta, per 15 minuti. Conser-vare in un luogo fresco.

t POLVERE: spezzare i rizomi in frammenti gros-solani e poi in polvere fine, utilizzando il mortaio oil macinacaffè. Conservare la polvere così ottenutain barattoli di vetro, chiusi ermeticamente, in un luo-go fresco e asciutto.

t TINTURA: triturare e sminuzzare, il più fine-mente possibile, un pezzo di radice essiccata e la-sciarlo macerare in una quantità di alcol a 75° parial suo peso. Dopo 10 giorni, colare, filtrare con cu-ra e conservare in una bottiglietta di vetro scurocon contagocce.

t VINO MEDICINALE: macerare per una setti-mana 60 g di polvere in 100 g di alcol; nel frattem-po fare sciogliere 100 g di zucchero in un litro dibuon vino rosso a cui è stata aggiunta anche la scor-za di 1/4 di arancia. Trascorsa la settimana, elimi-nare la buccia di arancia e aggiungere l’alcol con lapolvere di rabarbaro. Lasciare macerare per un’altrasettimana, agitando di tanto in tanto; filtrare quin-di con l’apposita carta e conservare il vino in una bot-tiglietta di vetro scuro.

� IN CUCINAIl rabarbaro viene utilizzato per la produzione di ca-ramelle digestive e per aromatizzare vini e liquori;con gli steli raccolti in primavera si può preparareuna squisita marmellata, con proprietà digestive edepurative.

� AVVERTENZECome lassativo il rabarbaro cinese è indicato ancheper i bambini, mentre è sconsigliato alle persone

che soffrono di emorroidi. Non sommini-strare a persone affette da calcoli renali op-pure da cistite catarrale, alle donne in gra-

vidanza e durante il periodo dell’allattamento.

� IN COMMERCIOIl rabarbaro cinese si trova nelle far-

macie e nelle erboristerie sotto for-ma di grossi pezzi cilindrico-ap-piattiti, di colore giallo-bruno, dalla

consistenza compatta, pesanti e raggia-ti al taglio.

BELLEZZA

Lozione tonica per pelli grassePreparare un decotto in 500 ml di acquacon 2 cucchiai colmi di radici essiccate, ri-dotte in piccoli pezzi e un cucchiaio di fo-glie di timo. Fare bollire per 15 minuti cir-ca, lasciare raffreddare, quindi filtrare eaggiungere il 10% di alcol puro perpoter conservare la lozione. Applica-re regolarmente la lozione, con un ba-tuffolo di cotone, sulle parti del visoche risultano particolarmente grasse eimpure. Dopo alcuni trattamenti la pel-le risulterà più asciutta e tonificata.

Per schiarire i capelliUn metodo naturale per imbion-dire i capelli consiste nel fare bollire 100g di radice di rabarbaro, tagliata in pic-coli pezzi, e 20 g di fiori di camomillain un litro d’acqua, fino a quando il li-quido si è ridotto a metà. Fare raffred-dare, filtrare e utilizzare quest’acqua perfare degli sciacqui. Per ottenere un ri-sultato più deciso lasciare ridurre fino a250 ml l’acqua del decotto, filtrare, ag-giungere un cucchiaio di shampoo emescolare fino a ottenere un’emulsioneda applicare direttamente sui capelli per45 minuti.

024-115 01-BOTTEGA 29-12-2003 11:11 Pagina 101

Il ribes è il frutto di una pianta appartenente al genere omo-

nimo, della famiglia delle Sassifragacee, del quale fanno par-

te diverse specie utilizzate in cucina. Cespuglio aromatico,

perenne, a foglie caduche, il ribes cresce spontaneo nei boschi

freschi, lungo i fiumi e le siepi. Ha fusti eretti, ramificati, con

una corteccia liscia e di colore chiaro nei rami giovani, scura

e rugosa in quelli più vecchi; i germogli hanno sulla superfi-

cie una serie di ghiandole gialle, che emanano un profumo ca-

ratteristico. Le foglie sono palmato-lobate, con l’apice acuto,

il margine dentato e un lungo picciolo. I fiori, bianco-verdastri

o rossastri, sono campanulati. I frutti sono bacche succose,

di sapore agro-dolciastro, con la porzione carnosa verdastra.

RibesRibes spp.

PROPRIETÀ

Le foglie del ribes possiedono preziose proprietà medici-

nali: svolgono un’azione diuretica, antireumatica e de-

purativa, assai efficace nella cura di disturbi renali e in-

fezioni urogenitali, poiché stimolano l’eliminazione degli

acidi urici e delle purine, in caso di calcoli ai reni, idropi-

sia, ritenzione di liquidi, gotta e iperuricemia. Agiscono co-

me antidiarroico, antidissenterico e antinfiammatorio in

caso di infezioni gastrointestinali. Per uso esterno, e-

sercitano un’azione astringente sulla pelle e sulle muco-

se esterne. I frutti, ricca fonte di vitamine, sali minerali

e zuccheri, sono ottimi tonici dei vasi sanguigni, parti-

colarmente indicati in caso di ipertensione e di fragilità

capillare; esercitano un’azione benefica sul nervo otti-

co, aumentando la percezione visiva in condizioni di scar-

sa luminosità e in caso di atrofia dello stesso; applicati

su ustioni, infiammazioni della bocca e della gola facili-

tano inoltre i processi di cicatrizzazione e di guarigione.

PRINCIPI ATTIVI

I frutti contengono: pigmenti del gruppo degli antociani;

acidi organici vari; vitamine, in particolare vitamina C; sa-

li minerali; pectine; zuccheri; olio essenziale. Nelle foglie

sono invece presenti tannini.

108

Un tempo le foglie del ribes erano un importante succedaneo, peraltro ancora oggi

assai apprezzato, del tè cinese e indiano. In Gran Bretagna, più volte nel XVIII

e XIX sec., la carenza e il prezzo elevato del tè imposero l’abitudine di sostituirlo

con l’infuso di ribes, le cui foglie venivano anche aggiunte alle miscele indiane.

IL GENERE RIBES

Le bacche del ribes venivano raccolte un tempo soltanto dalle piante sel-vatiche, che crescono spontaneamente nei boschi, dalla pianura fino a1500-2100 m di altitudine a seconda delle specie, mentre oggi questo ar-busto viene ampiamente coltivato sia a scopo alimentare, per la produzio-ne di confetture, gelatine, sciroppi e liquori, sia a scopo medicinale, per lepreziose proprietà terapeutiche delle sue foglie e dei suoi frutti. Al genere Ribes, diffuso nelle regioni temperate dell’emisfero settentriona-le, appartengono una cinquantina di specie, sia fruttifere sia ornamentali,oltre a innumerevoli varietà e ibridi. A questo genere appartiene anche l’u-va spina (R. uva-crispa), descritta più avanti in questo volume. Le due spe-cie di ribes più utilizzate in Europa e in Italia sono il ribes nero (R. nigrum)e il ribes rosso (R. rubrum), diffusi allo stato spontaneo nel nostro Paese so-lo nelle regioni settentrionali; sul territorio italiano sono presenti altre 4 spe-cie di ribes, di cui una endemica (cioè che cresce solo in quella zona) dellaSardegna (R. sardoum), dalle bacche color rosso vivo. Il ribes, soprattutto quello nero, è un importante veicolo di diffusione diun pericoloso fungo, la ruggine vescicolosa dei pini (Cronartium ribicola), le cui spore, contenute in vescicole bianche, infettano dapprima le foglie delribes e quindi gli aghi dei pini: se l’infezione non viene arrestata in tempo,con tagli radicali, si diffonde rapidamente provocando la distruzione di in-teri boschi di conifere, come avviene, anche di frequente, negli Stati Unitidove, per questo motivo, la diffusione del ribes nero è limitata e monito-rata costantemente.

040-115 07-BOTTEGA 26-06-2004 9:59 Pagina 108

109

IL RIBES NERO

Il ribes nero, R. nigrum, chiamato anche ‘uva spina nera’ e ‘cassis’, è un ar-busto privo di spine, alto 1-2 m, dalle caratteristiche foglie provviste dighiandole oleifere sulla pagina inferiore, che emanano un intenso odore a-romatico se vengono strofinate. Le sue bacche, che si formano sui rami diun anno, sono nere o violette, molto succose, dolciastre, dall’odore pene-trante, ricche di vitamina C, acido citrico e malico, e maturano all’inizio del-l’estate. Originario dell’Europa centrosettentrionale e dell’Asia occidenta-le, il ribes nero, assente in genere nell’Europa meridionale, è diffuso anchenel continente americano e viene largamente utilizzato in campo officina-le. Dai suoi semi si ricava l’acido gamma-linolenico, impiegato nel settoredei cosmetici.

IL RIBES ROSSO

Il ribes rosso, R. rubrum, chiamato anche ‘uva di San Giovanni’ per le suebacche disposte in grappoli dalla caratteristica forma che ricorda quelli del-l’uva, è un arbusto privo di spine, alto fino a 1,5 m, che produce frutti ros-si, semitrasparenti, di sapore gradevole, acidulo, più piccoli rispetto a quel-li del ribes nero. Originario dell’Europa centrale, il ribes rosso prediligeambienti freschi e umidi, come i boschi ripariali, e cresce fino a 2100 m dialtitudine. Alcune sue varietà producono frutti giallognoli e bianchi.

R i b e s

Nelle fotografie a sinistra e nella pagina a fianco,

i caratteristici grappoli di bacche rispettivamente

del ribes rosso e di quello nero.

Coltivato fin dal 1521 come pianta da giardino,

il ribes rosso viene spesso impiegato come

essenza ornamentale: per questo scopo sono

state create numerose cultivar, con bacche

anche di colore differente dal rosso.

Le specie selvatiche di ribes, prediligono

gli ambienti freschi e umidi, e crescono spesso

in associazione con altri tipici frutti di bosco,

come l’uva spina, il sambuco, il lampone,

la frangola, e la berretta da prete.

Nell’immagine in basso si possono notare le grandi

foglie palmate del ribes nero che, se vengono

strofinate, emanano un forte odore aromatico.

040-115 07-BOTTEGA 26-06-2004 9:34 Pagina 109

R i b e s

110

Sopra, ribes rosso in un’antica tavola tratta

da Historia stirpium (1542) del celebre botanico

e medico tedesco Leonhart Fuchs (1501-1566).

Con il ribes rosso si possono preparare squisite

confetture, gelatine e sciroppi, mentre il ribes nero,

quasi sconosciuto in Italia, ma assai apprezzato

nei Paesi dell’Europa centrosettentrionale

(Francia, Svizzera, Austria, Germania, Gran Bretagna),

viene utilizzato per fabbricare un liquore pregiato,

il Cassis, dal nome francese di questa specie,

creato a Digione (Francia centrorientale) nel 1841.

A destra, ribes rosso allo sciroppo.

SALUTE

Attacchi di diarrea, dissenteria, infezioni e infiammazioni intestinali, inappetenza,durante lunghi periodi di convalescenzaCon azione astringente e antinfiammatoria, assumere all’occorrenza, pre-feribilmente lontano dai pasti, 3 tazze di infuso di foglie al giorno, dolcifi-cando eventualmente con un cucchiaino di miele. In caso di inappetenzae durante lunghi periodi di convalescenza, consumare a piacere i frutti fre-schi del ribes, da soli oppure in macedonia, sotto forma di sciroppi, gelati-ne o confetture. Inoltre, come regolatore intestinale, assumere il succo fre-sco di frutti nella dose indicata, diluendolo, se si preferisce, con un poco diacqua o di latte intero. Se i sintomi persistono senza dare alcun segno di mi-glioramento, chiamare il medico.

Calcoli ai reni e altri disturbi renali, gotta, idropisia, iperuricemia, reumatismi, per stimolare l’eliminazione dei liquidi e degli acidi uriciPer un’efficace azione diuretica e depurativa, bere 2-3 tazze al giorno di in-fuso di foglie, lontano dai pasti principali, oppure prendere, prima dei pa-sti, un bicchierino di vino medicinale di foglie. Se i sintomi non migliora-no o addirittura peggiorano, consultare al più presto il medico per adotta-re una terapia più efficace.

Fragilità dei vasi capillari, ipertensioneCon azione tonica sui vasi sanguigni, introdurre nella dieta quotidiana i frut-ti freschi di ribes, consumati come frutta fresca o sotto forma di confettu-ra, sciroppo o gelatina; bere inoltre, nel corso della giornata, il succo fresconella dose di 60-170 ml (mezzo bicchiere 2-3 volte al giorno). In alterna-tiva, preparare il seguente vino medicinale di frutti: far macerare mezzochilo di bacche fresche di ribes nero in un litro di buon vino rosso; dopo5-6 giorni colare, filtrare e poi far sciogliere nel liquido tiepido pari peso dizucchero. Berne un bicchierino prima dei pasti principali. Se i disturbi nonmigliorano, consultare subito il medico.

040-115 07-BOTTEGA 5-07-2004 14:25 Pagina 110

111

R i b e s

Lesioni della retina, problemi di atrofia del nervo ottico, per migliorare la percezione visiva in caso di scarsa luminositàConsumare a volontà frutti freschi di ribes nero, come frut-ta fresca, in macedonia, come confettura e in sciroppo;bere, inoltre, il succo fresco di frutti nella dose indicata eun bicchierino di vino medicinale di frutti prima dei pa-sti principali. In ogni caso, per evitare complicazioni an-che gravi, consultare il medico all’insorgenza dei primisintomi.

Mucose della bocca e della gola irritate, pelle arrossata e infiammata, piccole ustioniCon azione antinfiammatoria e astringente, applicare direttamente sul-le zone doloranti un cataplasma preparato utilizzando la polpa deifrutti freschi di ribes, oppure una conserva di ribes, e lasciare agire per2 ore. Per infiammazioni alla gola e alla bocca fare sciacqui e gar-garismi utilizzando un poco di succo di ribes diluito con ac-qua tiepida.

PREPARAZIONI

u Frutti freschi o scongelati r Foglie fresche o essiccate

u FRUTTI: si possono consumare freschi, con-

servati in recipienti di vetro chiusi, oppure congela-

ti per mantenere inalterate tutte le loro proprietà.

u SUCCO: si può ottenere spremendo i frutti per

torsione, mediante una tela robusta di cotone, op-

pure con una centrifuga o, in alternativa, con uno

schiacciapatate. La dose consigliata varia da 60 a

170 ml al giorno.

r INFUSO DI FOGLIE: versare un litro di acqua

bollente in un recipiente contenente 50-60 g di foglie

essiccate e sminuzzate; lasciare in infusione per 30-

40 minuti, poi colare e conservare in un luogo fresco

e asciutto. Prenderne 3 tazze al giorno, meglio se lon-

tano dai pasti principali.

r VINO MEDICINALE DI FOGLIE: mettere a ma-

cerare 80-85 g di foglie di ribes nero essiccate e

sminuzzate grossolanamente in un litro di vino ros-

so di buona gradazione alcolica; dopo 10-12 giorni fil-

trare. La dose consigliata è di un bicchierino 2-3 vol-

te al giorno, prima dei pasti.

� IN CUCINA

Il ribes è un prelibato frutto di bosco, dal sapore leg-

germente agro-dolciastro. È squisito sia gustato da

solo, condito con un poco di zucchero e limone, sia

in macedonie sia in misti di frutti di bo-

sco, con fragole, more e lamponi; è

ottimo per preparare confetture,

gelati, ripieni per dolci e viene

talvolta impiegato come con-

torno per le carni. Le bacche del

ribes vengono utilizzate, in pa-

sticceria, per decorare torte e cro-

state di frutta e, in liquoreria, per

aromatizzare acqueviti e preparare

liquori, come il Cassis.

040-115 07-BOTTEGA 5-07-2004 15:06 Pagina 111

La rosa canina è un arbusto perenne, spinoso, cespuglioso, a

foglia caduca che cresce spontaneo nei boschi, nelle radure,

nelle macchie e in luoghi incolti. Appartiene alla famiglia del-

le Rosacee ed è originaria dell’Europa, dell’Africa settentrio-

nale e dell’Asia occidentale. In Italia è diffusa dalle regioni

marittime, temperate ma non secche, a quelle di montagna,

fino a 1600 m di altitudine. Tra le numerose specie e varietà

di rose utilizzate in erboristeria, profumeria e cosmetica, la ro-

sa canina è una delle più importanti, insieme alla ‘rosa cen-

tifoglia’. I falsi frutti (cinorrodonti) sono ricettacoli ingrossa-

ti che contengono numerosi acheni ovali, che a maturazione

assumono un caratteristico colore rosso.

Rosa canina Rosa canina

PROPRIETÀIl nome specifico (‘canina’) attribuito a questa pianta de-riva dall’antica credenza che le sue radici potessero cu-rare le persone morsicate da cani affetti da rabbia. Untempo venivano utilizzate anche le galle di rosa canina,provocate da un insetto (Diplolepis rosae), come diureti-co e per facilitare le contrazioni uterine. La rosa caninasvolge un’azione tonico-amara; è un’efficace lassativo ediuretico, utile nella cura di dolori e problemi intestinalie in caso di ritenzione di liquidi. I suoi frutti, che sono laporzione erboristicamente più interessante, grazie al con-tenuto di polifenoli svolgono una singolare azione anti-settica e antinfiammatoria; sono ricchi di vitamina C equindi efficaci in casi di avitaminosi e astenia; hannoproprietà astringenti e antianemiche e sono ottimi co-me rimedio per attacchi di dissenteria ed emorragie.

PRINCIPI ATTIVIContiene: vitamina C (sino all’1,7%) presente principal-mente nei falsi frutti (cinorrodonti); vitamine B, E, K; ni-cotinamide; acidi organici; tannini; carotenoidi; pectine;e polifenoli.

102

Conosciuta comunemente come ‘rosa di macchia’ e ‘rosa selvatica comune’ la rosacanina ha molteplici virtù. Le sue bacche sono astringenti e diuretiche. I suoi fiori,oltre a essere lassativi, hanno un effetto stimolante sull’organismo, mentre la piantaintera cura i calcoli renali, la stitichezza, la diarrea e l’astenia.

SALUTE

Cattiva digestione, ritenzione di liquidiBere, dopo i pasti principali, una tazza di infuso caldo di fiori addolcendo,se si desidera, con un cucchiaino di miele o zucchero; oppure prendere, sem-pre a stomaco pieno, 1-2 bicchierini di tintura vinosa. Se i disturbi persi-stono, consultare il medico.

Diarrea e dissenteriaCome astringente bere 2-3 tazze al dì di infuso di fiori o prendere, nel cor-so della giornata, 3-4 tazzine di decotto di frutti. In alternativa fare un cli-stere con un infuso così preparato: 10 g di petali di rosa canina e 10 g diradice di ratania in infusione in 300 g di acqua bollente; lasciare intiepidi-re, filtrare, aggiungere 5 gocce di laudano e utilizzare, ancora caldo, per ilclistere.

Infiammazioni al cavo orale, irritazioni alle gengive, mal di gola, raffreddore,stomatitePreparare l’infuso di petali di rosa, lasciare i fiori in infusione per 24 ore,quindi filtrare e utilizzare il liquido per fare sciacqui e gargarismi 2-3 volteal giorno; prendere inoltre 5-6 gocce di olio essenziale su una zolletta di zuc-chero due volte al giorno, mattina e sera. In caso di stomatite e di affezio-ni alla gola e alle gengive, un ottimo rimedio è il miele rosato che si può pre-parare nel seguente modo: schiacciare leggermente 40 g di petali di rosa,metterli in infusione per 10 minuti in un bicchiere con poca acqua bollente,

024-115 01-BOTTEGA 29-12-2003 11:11 Pagina 102

103

R o s a c a n i n a

PREPARAZIONIu Falsi frutti (bacche o cinorrodonti) r Foglie essiccate

B Fiori essiccati

B INFUSO DI FIORI: lasciare in infusione, per 15minuti, 30 g di fiori essiccati in 750 ml di acqua bol-lente; quindi filtrare e bere ancora caldo seguendole indicazioni del caso.

r INFUSO DI FOGLIE: versare 500 ml di acquabollente in una ciotola con 5-10 g di foglie secche; la-sciare in infusione per 10-15 minuti, quindi filtrare eberne 2-3 tazze al giorno.

u DECOTTO DI FRUTTI: fare bollire in un litrod’acqua, per 15-20 minuti, 40 g di frutti secchi. To-gliere dal fuoco, lasciare intiepidire (30-40 minuti),quindi filtrare e bere a tazzine.

u TINTURA VINOSA: lasciare macerare 20 g difrutti essiccati in mezzo litro di vino bianco secco. Do-po 10-12 giorni filtrare e conservare in una bottigliaben chiusa.

� OLIO ESSENZIALE: acquistare già pronto in er-boristeria; seguire scrupolosamente i consigli del-l’erborista.

� IN CUCINACon i falsi frutti della rosa canina si

preparano confetture e marmel-late ricche di vitamina C. Semprecon le bacche si preparano frul-

lati e bevande rivitalizzanti, otti-me per la merenda dei bambini e do-po una dura giornata di lavoro.

quindi raccoglierli, adagiarli sopra un tovagliolo e strizzarli su una ciotoli-na per farne uscire il succo. Aggiungere un cucchiaio di miele emescolare bene. Prendere 2-3 cucchiai nel corso della giornata.

StitichezzaPer un’efficace azione lassativa bere 2-3 tazze al giorno di infuso difoglie, addolcendo con un poco di miele.

BELLEZZA

Latte di rose ricostituente della pelleMettere nel frullatore 40-50 g (una manciata) di man-dorle sbucciate e aggiungere poco per volta dell’acqua dirose fino a ottenere una miscela fluida e cremosa; filtra-re diverse volte il composto con delle garze e versarlo in-fine in una bottiglietta di vetro da conservare in frigorifero.Aggiungere a questo punto, non prima, 4-5 gocce di tinturadi benzoino (acquistare in farmacia o in erboristeria), eutilizzare il latte dopo la normale pulizia dellapelle.

Maschera facciale schiarente e tonificanteRaccogliere la quantità desiderata di frutti fre-schi di rosa canina; tagliarli, svuotarlicon cura e lavarli più volte pereliminare la peluria aguzza efastidiosa; passarli quindi nelfrullatore fino a ottenere uncomposto cremoso e denso.Travasare in un barattolino di vetro.Stendere sul viso e sul collo, lasciareagire per 20 minuti, quindi sciacquarecon un poco di acqua tiepida.

024-115 01-BOTTEGA 8-01-2004 17:51 Pagina 103

Il sambuco è un piccolo albero, o arbusto, che appartiene al-

la famiglia delle Sambucacee. Originario dell’Europa e del

Caucaso, è diventata una specie cosmopolita; in Italia è diffuso

ovunque, fino a 1400 m di altitudine. Alto fino a 8 m, ha una

chioma densa e globosa, un tronco contorto e nodoso, con u-

na corteccia rugosa, grigio-brunastra, profondamente solca-

ta verticalmente. Le foglie, decidue e opposte, sono formate

da 5-7 foglioline lanceolate, con l’apice acuminato e il margine

seghettato, che emanano un odore sgradevole. I fiori, bianco

crema, numerosissimi e assai profumati, sono riuniti in larghe

cime terminali. I frutti, commestibili, sono piccole drupe dap-

prima verdi, poi nero lucenti e succose a maturità.

Sambuco Sambucus nigra

PROPRIETÀ

Il sambuco svolge un’azione diaforetica, diuretica e sti-

molante della circolazione; possiede proprietà sudorife-

re, lassative, antiemorroidarie, antinevralgiche (in parti-

colar modo nelle nevralgie del trigemino e del nervo scia-

tico), antireumatiche ed emollienti; previene inoltre la

formazione di catarro.

PRINCIPI ATTIVI

Nel sambuco sono presenti principalmente: olio essen-

ziale contenente terpeni; glucosidi: rutina, quercina e

sambunigrina; alcaloidi, tra cui sambucina; tannini; vi-

tamina C; mucillagine; antocianine.

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Albero un tempo legato a numerose leggende e riti magici, il sambuco predilige

i luoghi umidi, come le sponde dei corsi d’acqua, e i suoli arricchiti dall’azoto

che si forma con la decomposizione di sostanze organiche e si diffonde facilmente

grazie ai semi dispersi dagli uccelli che si nutrono delle sue bacche.

SALUTE

Affezioni bronchiali, influenza, raffreddoreBere 5-6 bicchieri d’infuso caldo di fiori al giorno.

Artrite e reumatismiBere 4-5 bicchierini di vino medicinale e 2 tazze d’infuso di fiori, nel cor-so della giornata, oppure prendere 3 tazze di decotto di corteccia.

EmorroidiDisporre 30 g di fiori freschi sopra una garza, ripiegata più volte, e schiac-ciarli un poco fino a farne uscire il ‘succo’; applicare il cataplasma sulla par-te dolorante e ripetere l’operazione dopo 24 ore.

Malessere da ubriachezzaBere all’occorrenza 1-2 tazze d’infuso di fiori.

Nevralgie in genere e in particolare al trigemino, sciaticaPrendere lo sciroppo 4 volte nel corso della giornata; se il dolore persiste,consultare il medico.

Diuretico, depurativo, lassativo e sudoriferoPrendere 2-3 bicchieri di decotto di foglie o di corteccia al giorno, oppure2 cucchiai di sciroppo; come disintossicante e depurativo del fegato, bereal mattino a digiuno 2 bicchieri di decotto di foglie.

110-119_10_BOTTEGA 24-09-2004 14:24 Pagina 110

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S a m b u c o

PREPARAZIONI

p Corteccia dei rami più vecchi r Foglie fresche

o essiccate B Fiori essiccati u Frutti

p DECOTTO DI CORTECCIA: far bollire 60 g di

corteccia essiccata e sminuzzata in un litro e mezzo

d’acqua, fino a quando si è ridotta a un litro.

r DECOTTO DI FOGLIE: tritare 7 g di foglie fre-

sche (15 g di foglie essiccate) e farle bollire in 1/2

litro d’acqua per dieci minuti; quindi filtrare e, se si

desidera, dolcificare con un po’ di miele. Berne mez-

za tazza al mattino a digiuno, o seguire le indicazio-

ni del caso.

B INFUSO DI FIORI: versare un litro d’acqua bol-

lente su 40 g di fiori essiccati, lasciare a riposo per

30 minuti, quindi colare. Questo infuso risulta più ef-

ficace se si utilizza latte intero al posto dell’acqua.

u SCIROPPO: spremere i frutti maturi in una te-

la robusta (meglio se bianca); raccogliere il succo co-

sì spremuto e aggiungere una pari quantità di zuc-

chero, sciogliendolo lentamente a caldo.

p VINO MEDICINALE: mettere a macerare 150 g

di corteccia in un litro di vino bianco secco. Dopo 3

giorni, filtrare e berne 4 bicchierini al giorno.

� IN CUCINA

Il sambuco viene ampiamente utilizzato in cucina: i

giovani germogli, ben lavati e asciugati, possono es-

sere messi sott’aceto; i fiori, commestibili, vengono

mangiati crudi in insalata, in frittelle dolci, o impie-

gati per preparare varie bevande, compresi vini e li-

quori; i frutti, lassativi, vengono utilizzati per prepa-

rare ottime confetture e conserve.

�MILLEUSI

Facendo bollire in acqua le foglie di sambuco si può

ottenere una tintura con due particolari sfumature:

giallo-verde, utilizzando un fissativo di rame e acido

acetico, o grigio-verde, con un pizzico di ferro ag-

giunto al bagno degli oggetti

da tingere a mezz’ora dalla fi-

ne. Con il suo legno tenero si

fabbricano piccoli oggetti e, un

tempo, i suoi rami venivano svuo-

tati per farne cerbottane e flauti.

BELLEZZA

Bagno ammorbidente al latte e fiori di sambucoMettere 3 cucchiai di latte in polvere (non scremato perché non contienele medesime proprietà benefiche) in un sacchetto di garza insieme a 110 gdi fiori di sambuco freschi (60 g se essiccati) e immergerlo nell’acqua delbagno; in alternativa mettere in infusione i fiori freschi in 275 ml di lattefreddo e, dopo 2 ore circa, filtrare e aggiungere all’acqua del bagno.

Crema idratante per distendere la rughe, attenuare la lentiggini e lenire le scottature solariPreparare una normale crema idratante a cui aggiungere 4 cucchiai d’infu-so di fiori. Usare ogni giorno come di consueto.

Tonico rinfrescanteIndicato per pelli non più gio-vani o giallastre. Metterea macerare 4 cucchiai difiori in 4 cucchiai dialcol etilico (o 6 cuc-chiai di vodka), per2 settimane, quindifiltrare. Nel frattempo scio-gliere 1/4 di cucchiaiodi borace in 3 cucchiaidi amamelide e aggiunger-vi poco alla volta l’alcol; unire10 gocce di glicerina e conservare in bottigliette contappo sottovuoto. Agitare delicatamente prima del-l’uso e applicare sul viso mattina e sera.

110-119_10_BOTTEGA 24-09-2004 14:24 Pagina 111

La sena, conosciuta anche con i nomi di ‘senna’ e ‘vescicaria’,

è un arbusto cespuglioso perenne che appartiene alla famiglia

delle Leguminose. Alto fino a 2 m, ha un apparato radicale ben

sviluppato, da cui si origina un fusto eretto, ramificato nella

porzione apicale, con i rametti giovani ricoperti da una sotti-

le peluria. Le foglie, di colore verde giallastro, sono formate

da cinque-otto foglioline di forma obovato-lanceolata, con l’a-

pice acuto. I fiori, giallastri e abbondanti, sono riuniti in lun-

ghi racemi al termine dei rami. I frutti sono baccelli verde scu-

ro o bruno, schiacciati e sottili, che contengono 6-8 semi, an-

ch’essi appiattiti e rugosi. Originaria di Arabia e Somalia, la

sena è diffusa soprattutto nelle regioni tropicali e subtropicali.

SenaSenna alexandrina (= Cassia angustifolia)

PROPRIETÀ

I principi attivi più importanti della sena, i sennosidi, non

sono attivi allo stato naturale: una volta ingeriti, attra-

versano lo stomaco senza subire alterazioni, mentre nel

colon vengono trasformati dall’azione di enzimi prodot-

ti dai batteri intestinali liberando genina, principio attivo

delle molecole di sennoside. La genina e gli altri derivati

attivi stimolano la motilità dell’intestino crasso, ne au-

mentano i movimenti peristaltici e diminuiscono la per-

meabilità della mucosa intestinale, rendendo così difficile

il normale assorbimento di acqua che si produce nell’in-

testino crasso. Grazie a queste proprietà agiscono come

efficaci lassativi, facilitando l’espulsione di feci morbi-

de, senza coliche, e come purganti, provocando l’eva-

cuazione di feci liquide diarroiche, accompagnate da co-

liche. Sono, inoltre, in grado di potenziare il tono mu-

scolare dell’apparato urinario e dell’utero.

PRINCIPI ATTIVI

Contenuti principalmente nelle foglie e nei semi: glucosidi

antrachinonici (sino al 2-3%) liberi e combinati, cono-

sciuti come sennosidi A e B, tra cui aloemodina, isoram-

netina, reina e catartina; mucillagini; flavonoidi; resine;

alcaloidi; ß-sitosterolo; olio essenziale.

106

Conosciuta già nell’antichità per le sue proprietà depurative e lassative, la sena venne

introdotta in Europa dagli Arabi nell’IX sec. È una delle piante medicinali più usate

in fitoterapia: viene coltivata a questo scopo soprattutto in Africa, in India e nell’Asia

sudoccidentale, da dove vengono esportati, in tutto il mondo, foglie e frutti.

SALUTE

Atonia intestinale, stipsi, stitichezza causata da viaggi, cambiamenti legati alla dieta, conseguenze del parto e di interventi chirurgici, per facilitare la defecazione dei pazienti ipertesi o sofferenti di angina pectorisPer una normale azione lassativa, bere all’occorrenza una tazza di infuso difoglie alla sera, prima di andare a dormire; oppure prendere, sempre primadi coricarsi, 0,5-0,8 g di polvere in un’ostia o mescolati a un cucchiaio dimarmellata di tamarindo. In alternativa, assumere 1-2 cucchiaini di tintu-ra, puri o diluiti in pochissima acqua tiepida, prima di andare a dormire.Per ottenere, invece, un effetto purgante, bere alla sera prima di coricarsi u-na tazza dell’infuso di foglie concentrato (30 g in 100 ml di acqua), oppu-re prendere 1-1,5 g di polvere in un’ostia; in alternativa, assumere 2-3 cuc-chiaini di tintura diluita in un poco di acqua. Se si desidera un effetto im-mediato, fare un clistere seguendo le indicazioni indicate nelle preparazio-ni. Se i disturbi e i sintomi di stitichezza persistono, consultare il medico.Si ricorda che l’effetto lassativo o quello purgante si manifestano nell’arcodi 6-7 ore dopo l’assunzione e che l’impiego dei preparati a base di sena puòessere prolungato per uno o due giorni e non è seguito da una reazione distitichezza.

Per depurare l’organismoCon azione depurativa, assumere all’occorrenza una tazza di infuso prepa-rato con 10 g di foglie in 100 ml di acqua; se lo si desidera, dolcificare conun cucchiaino di miele di tarassaco.

SK1 09-BOTTEGA 25-08-2004 9:34 Pagina 106

107

PREPARAZIONI

r Foglie essiccate e Semi essiccati

r INFUSO: versare una tazza di acqua bollente so-

pra 5-10 g di foglie essiccate e triturate finemente;

lasciare in infusione per 10 minuti, quindi colare.

Berlo alla sera, prima di andare a dormire. Per otte-

nere un effetto purgante aumentare la dose di foglie

a 30 g in 100 ml di acqua; se il gusto risultasse trop-

po sgradevole, dolcificare con un cucchiaino di mie-

le di acacia.

r POLVERE: pestare in un mortaio la quantità de-

siderata di foglie essiccate e sminuzzate grossola-

namente, fino a ottenere una polvere finissima, che

dev’essere conservata in un recipiente di vetro o di

porcellana ben chiuso. La dose consigliata varia da

0,5 a 1,5 g, 2 volte al giorno, a seconda della sensi-

bilità individuale e dell’effetto desiderato; assume-

re la polvere in un’ostia oppure con un poco di mie-

le o di marmellata.

r TINTURA: mettere a macerare 30 g di foglie

essiccate e sminuzzate finemente in 150 ml di alcol

a 20°; dopo 5-6 giorni di macerazione, colare, se

necessario filtrare e conservare in una boccetta di

vetro scuro con tappo a vite. Prenderne da 1 a 3

cucchiaini al giorno.

r CLISTERE PER USO ESTERNO: preparare un

infuso con 20-30 g di foglie essiccate e sminuzzate

in un litro di acqua bollente; una volta raffreddato,

colare e somministrare sotto forma di clistere; l’ef-

fetto è immediato.

Per potenziare il tono muscolare dell’apparato urinarioe dell’uteroBere all’occorrenza una tazza di infuso nontroppo concentrato, oppure prendere 0,5-0,7 g al giorno di polvere, mescolata conun cucchiaino di miele di acacia; inalternativa assumere la tintura nel-la dose di 1-2 cucchiaini al gior-no. In questi casi, si raccomanda diassumere i preparati a base di senadietro prescrizione e sotto stretto con-trollo del medico.

� AVVERTENZE

Per la sua efficace azione stimolante sugli organi cavi del-

l’addome ricoperti da fibre muscolari lisce (specialmente a

livello della vescica e dell’utero), l’uso della sena è assolu-

tamente sconsigliato durante la gravidanza, nel periodo del-

le mestruazioni, in caso di cistite, colite e in presenza di in-

fiammazioni intestinali di varia natura. Inoltre, deve essere im-

piegata con molta prudenza e a piccole dosi in caso di affezio-

ni anorettali, come per esempio ragadi anali, emorroidi e rilas-

samento della muscolatura rettale.

Se impiegata in dosi eccessive e troppo frequentemente, la sena può

provocare nausea, vomito, dolori addominali, infiammazione del tratto

gastrointestinale, cattivo e doloroso funzionamento dell’intestino (assuefa-

zione al lassativo).

S e n a

SK1 09-BOTTEGA-2 30-08-2004 16:57 Pagina 107

La soldinella è una pianta esile, perenne, rustica, rampicante,

che appartiene alla famiglia delle Ombrellifere. Di altezza va-

riabile da 15 a 20 cm circa, possiede steli di colore rossastro,

prostrati sul terreno e radicanti a livello dei nodi; le foglie, di

colore verde intenso, spuntano a ciuffetti e sono dotate di un

lungo peduncolo; rotonde o reniformi, con margine crenato,

sono larghe fino a 5 cm; hanno consistenza quasi carnoset-

ta e superficie glabra. I fiori, piccoli, sono riuniti in piccole in-

fiorescenze a ombrella, composte da tre a sei fiori sessili, di

colore rossastro; generalmente compaiono nella stagione e-

stiva sotto il denso strato di foglie. I frutti sono diacheni di for-

ma subglobosa.

SoldinellaCentella asiatica (=Hydrocotyle asiatica)

PROPRIETÀLa soldinella possiede preziose qualità medicinali, cono-sciute sin dai tempi più antichi; in Africa e in India veni-va utilizzata nella terapia della lebbra: recenti ricerchehanno dimostrato che la pianta svolge realmente unacerta azione sui batteri che causano questa malattia.Svolge inoltre un’efficace azione diuretica e depurativa,indicata in caso di edemi, ritenzione di liquidi e per eli-minare le tossine accumulate nel sangue e nei tessuti; a-gisce come antisettico, antipiretico e antinfiammatorio,indicato nella cura di malattie veneree, tubercolosi, ma-lattie della pelle in generale e affezioni cutanee croni-che. È un ottimo tonico e ringiovanente per l’organismo;migliora le difese immunitarie; ha effetti equilibranti sulsistema nervoso centrale. Per uso esterno favorisce la ci-catrizzazione e la guarigione dei tessuti, in caso di e-morroidi, tagli, ulcere, vene varicose e dolori reumatici.

PRINCIPI ATTIVIContenuti nell’intera pianta: un eteroside (asiaticoside);acidi di triterpene, compreso acido indocentoico; un glu-coside (indocentelloside); un alcaloide (idrocotilina); re-sina; acido pectico; vitamina C; un composto amaro (vel-larina); tannini, fino al 9%; zuccheri; olio essenziale.

110

La soldinella, una delle erbe più importanti della medicina ayurvedica, è originariadell’India, di Srı Lanka, della Malaysia e dell’Africa meridionale. In seguito è stataintrodotta e naturalizzata in altre zone a clima tropicale e attualmente è presenteanche nell’Europa sudorientale.

SALUTE

Affezioni cutanee croniche, infiammazioni e irritazioni cutanee, lebbra, malaria,malattie della pelle in generale, malattie venereeCon azione antibatterica, antibiotica e depurativa, bere all’occorrenza co-me cura interna 5-6 tazzine al giorno di infuso, oppure 4-5 tazzine di de-cotto, lontano dai pasti. In alternativa, assumere la polvere nelle dosi indi-cate. Se i disturbi e i sintomi persistono, è preferibile consultare il medicoal più presto.

Edemi, ritenzione di liquidi, per depurare l’organismo, per eliminare le tossine e le sostanze di rifiuto accumulate nel sangue e nei tessuti, per aumentare le difese immunitarieCon azione diuretica e depurativa, bere 4-5 tazzine di infuso durante ilcorso della giornata, dolcificando con un cucchiaino di miele, oppure pren-dere 2-3 tazzine di decotto. In alternativa, assumere 1-2 cucchiaini di pol-vere in un’ostia oppure mescolata a un poco di miele. Se i sintomi non ac-cennano a migliorare nell’arco di qualche giorno, è preferibile consultare ilmedico.

Emorroidi, ferite, piaghe, piccoli tagli, reumatismi, ulcere, vene varicose, per favorire i processi di cicatrizzazioneCon azione antinfiammatoria e cicatrizzante, fare più volte al giorno lavaggie sciacqui utilizzando il decotto per uso esterno; applicare inoltre, sulle zo-ne doloranti, impacchi e compresse imbevuti nel medesimo decotto; lasciare

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PREPARAZIONI r Foglie fresche o essiccate Z Pianta intera fresca o essiccata

Z INFUSO: versare un litro di acqua bollente in unrecipiente di vetro o di porcellana contenente 30-40 g di pianta intera essiccata e sminuzzata gros-solanamente; lasciare in infusione per 10-15 minu-ti, coperto e a temperatura ambiente, quindi colare.Berne 4-5 tazzine al giorno; se si desidera, dolcificarecon un cucchiaino di miele.

Z DECOTTO: mettere a macerare in un litro di lat-te fresco intero, per 1-2 ore, 30 g di pianta essicca-ta e sminuzzata grossolanamente; porre quindi sulfuoco e far bollire lentamente per 10 minuti, toglie-re poi dal fuoco e lasciare riposare per 10 minuti co-perto. La dose consigliata è di 4-5 tazzine al giornodolcificate con un po’ di miele o di succo di pera.

Z rPOLVERE: pestare in un mortaio la quantitàdesiderata di pianta intera e di foglie essiccate esminuzzate, fino a ottenere una polvere fine. Pren-derne 1-2 cucchiaini al giorno in un’ostia oppure me-scolati con un poco di miele, o ancora diluiti in un po-co d’acqua.

Z DECOTTO PER USO ESTERNO: far bollire inun litro d’acqua, a fuoco lento e moderato, 50-60 gdi pianta intera essiccata e sminuzzata; dopo 10-15

minuti dall’inizio dell’ebollizione,togliere dal fuoco, lasciare in

infusione fino a completoraffreddamento, quindi co-lare. Utilizzare il decottoper fare lavaggi e per ap-plicare impacchi e com-

presse.

� IN CUCINANelle regioni del Sud-Est asiatico, le fo-

glie fresche di soldinella vengono ancoraoggi consumate in insalate fresche di sta-

gione, oppure servite come contorno di pie-tanze al curry.

agire per 20-30 minuti prima di rinnovare. In caso divene varicose e ulcere, bere nel corso della giorna-ta, come cura interna, l’infuso o il decotto se-condo le dosi indicate. Se la situazione non mo-stra alcun segno di miglioramento nell’arco dibreve tempo, si consiglia di consultare al piùpresto il medico.

Senilità, turbe del sistema nervoso in generaleCon azione ringiovanente, come tonico gene-rale per l’organismo e come equilibrante per ilsistema nervoso, bere all’occorrenza durante ilcorso della giornata 4-5 tazzine di infuso o didecotto. In alternativa, prendere la polverenelle dosi indicate. Se i sintomi anzichémigliorare tendono a peggiorare, rivol-gersi al medico.

BELLEZZA

Crema rassodante per il corpoSciogliere 2 cucchiaini di cerad’api e un cucchiaino di cera e-mulsionante a bagnomaria; nelfrattempo riscaldare 3 cucchiaini diolio di mandorle e un cucchiaino di olio di avocadoe unirli alle cere mescolando bene; aggiungere 4 cuc-chiai di decotto di soldinella per uso esterno, lascia-re raffreddare e aggiungere 8 gocce di olio essenzia-le di rosmarino. Se si desidera ottenere anche un ef-fetto anticellulite, aggiungere 2 cucchiai di decottodi edera.

S o l d i n e l l a

La susina, o prugna, è il frutto del susino, o pruno, un alberello

che appartiene alla famiglia delle Rosacee. Alto fino a 10 m,

molto ramificato e nodoso nei vecchi esemplari, il susino ha

una corteccia bruno-nerastra, foglie decidue, ovato-ellittiche,

con margine dentellato, e fiori bianchi con lunghi peduncoli.

Il frutto è una drupa rotonda od oblunga, di colore variabile dal

verde, al rosso al violaceo scuro, con la superficie ricoperta

da un sottile strato ceroso e una polpa carnosa e succosa, che

racchiude un solo seme, o nocciolo. Pianta che deriva proba-

bilmente dalla domesticazione del mirabolano (Prunus cera-

sifera), originario dell’Asia occidentale, il susino viene coltivato

in Europa da tempi assai remoti.

SusinaPrunus domestica

PROPRIETÀ

Il susino possiede innumerevoli proprietà medicinali. La

corteccia è un efficace astringente e febbrifugo, utile in

stati influenzali dovuti a raffreddori e in febbri intermit-

tenti; le foglie, invece, sono impiegate per frenare attac-

chi di vomito, per stimolare l’attività diuretica e come ri-

medio antisettico e vermifugo. I frutti, freschi, secchi o

cotti, sono un ottimo alimento dietetico, energetico, dis-

setante e ricco di vitamine, particolarmente adatto per

bambini, anziani, persone debilitate e convalescenti; gra-

zie al contenuto di pectine e di fibre vegetali, sono effi-

caci lassativi, stimolano infatti la motilità intestinale e as-

sorbono le tossine, aumentano la massa fecale e facili-

tano l’assorbimento del cibo, favorendo la secrezione bi-

liare. Recenti studi attribuiscono alle susine anche le pro-

prietà di stimolare il sistema nervoso, calmare la tosse,

favorire la diuresi, fluidificare il catarro bronchiale e fa-

vorirne l’eliminazione. Per uso esterno la polpa dei frut-

ti è un ottimo emolliente, vitaminizzante e acidificante.

PRINCIPI ATTIVI

Acidi organici; zuccheri; sostanze pectiche; vitamine (so-

prattutto nei frutti); sali minerali; tannini; sostanze a-

mare (corteccia).

116

Albero fruttifero per eccellenza, del susino esistono infinite varietà e cultivar, ma

si distinguono in particolare due gruppi principali: Prunus domestica var. domestica,

che fornisce le prugne per conserva e frutto secco, e P. domestica var. insititia,

da cui si traggono le susine in senso stretto per il consumo fresco.

SALUTE

Cattiva digestione, stitichezza abituale, stipsi ostinata, per regolare le funzioniintestinali e diuretichePer preparare un lassativo naturale di sicuro effetto, tagliare a metà e snoc-ciolare la quantità desiderata di susine secche (una ventina circa) e metter-le a bagno in acqua fredda per 24 ore. Trascorso il periodo di ‘reidratazio-ne’, fare cuocere, per 2-3 ore, in abbondante acqua, rinnovando per alme-no tre volte (sostituire l’acqua di cottura con altrettanta acqua calda); do-po la cottura lasciare intiepidire. Consumare da 8 a 20 susine così trattate,a seconda della gravità della stipsi; si raccomanda di mangiarle tiepide, o ri-scaldate nella loro acqua di cottura, a digiuno alla mattina prima di cola-zione e all’inizio dei pasti o comunque a stomaco vuoto. In caso di cattivadigestione, bere un bicchierino di liquore digestivo alla susina così prepa-rato: fare cuocere per 15 minuti, in 2 l di vino bianco secco, 20 susine fre-sche, sbucciate e senza nocciolo; togliere dal fuoco, aggiungere 3-4 g dicorteccia di cannella e lasciare a macero. Dopo 3 giorni, filtrare, aggiunge-re al liquido 500 g di zucchero, fare bollire per 5-6 minuti, togliere quin-di dal fuoco e, quando il vino si sarà completamente raffreddato, aggiun-gere 500 ml di alcol a 90° e travasare il liquore in una bottiglia.

Febbre intermittente, influenza, raffreddore, raucedine, tosse, per una curaenergetica, ricostituente per bambini, anziani e convalescentiAssumere all’occorrenza 3-4 tazzine d’infuso di corteccia, dolcificando, sesi desidera, con un po’ di miele; in alternativa, mettere in forno alcune su-

068-119 07-BOTTEGA 29-06-2004 14:31 Pagina 116

117

sine secche e prive di nocciolo, farle cuocere finché diventano durissime(come il legno), quindi pestarle in un mortaio fino a ottenere una pol-vere fine, da conservare in vasetti di vetro ben chiusi. Scaldare una taz-za d’acqua e aggiungervi un cucchiaino di polvere di susine, mescola-re bene, dolcificare con miele e bere l’infuso ben caldo senza filtrar-lo. In questi casi si consiglia anche di consumare susine fresche avolontà durante la giornata. Per un’ottima cura energetica,consumare giornalmente, come frutta fresca o cotta,la quantità desiderata di susine e bere durante la gior-nata il succo fresco di susina, puro o diluito con ac-qua o succo di pera.

VermiApplicare il seguente cataplasma sul basso ventrecome antico, ma ottimo rimedio contro i vermiintestinali: sminuzzare abbastanza finemente u-na manciata (40-50 g) di foglie secche di susino,preparare una pastella amalgamandole con qual-che cucchiaino di fuliggine e impastare bene iltutto con aceto. Mescolare fino ad ottenere un im-pasto denso e cremoso, spalmare la miscela ottenu-ta sul basso ventre e lasciare agire per 30-40 minuti.

BELLEZZA

Maschera acidificante e ammorbidenteAdatta per pelli secche e facilmente irritabili e per avereuna pelle morbida e vellutata. Tagliare a metà una susi-na di grosse dimensioni, ma non troppo matura; stro-finare sulla pelle del viso e del collo, ripassando più vol-te, appena il liquido tende ad asciugarsi; lasciare agire per20 minuti, quindi risciacquare.

S u s i n a

PREPARAZIONI

u Frutti freschi o essiccati 4 Corteccia essiccata

r Foglie essiccate

u FRUTTI FRESCHI: consumarne a volontà du-

rante la giornata, evitando di mangiare susine con

la buccia lesionata, troppo molli o che presentano

macchie brune.

u FRUTTI SECCHI: farli essiccare al sole oppure

in forno; in alternativa si possono acquistare già

pronti in farmacia, erboristeria oppure nei super-

mercati.

u SUCCO: snocciolare la quantità desiderata di

susine, passarle quindi alla centrifuga (non utilizza-

re il frullatore) e raccoglierne il succo. Si può acqui-

stare già pronto nei negozi specializzati.

4 DECOTTO DI CORTECCIA: far bollire 20-25 g

di corteccia essiccata e sminuzzata in un litro di ac-

qua; dopo 30 minuti togliere dal fuoco e colare. Pren-

derne 3-4 tazzine all’occorrenza.

� IN CUCINA

Le susine sono ottime consumate fresche, da sole op-

pure in macedonia, e sono squisite

per preparare confetture, torte,

biscotti, gelati, crostate; in

particolare sono di grande

effetto se intinte nel cioc-

colato e usate come guar-

nizione di dolci e torte. I

frutti secchi, inoltre, ottenu-

ti generalmente con

le varietà tardi-

ve di susina, so-

no un lassativo

comunemente usato nel-

l’alimentazione sin dal-

l’antichità, ma sem-

pre in dosi moderate

per evitare spiace-

voli conseguenze,

come le coliche ad-

dominali.

068-119 07-BOTTEGA 5-07-2004 14:29 Pagina 117

Il tamarindo è un grande albero, alto fino a 20 m, dalla chio-

ma cupolare, che appartiene alla famiglia delle Cesalpinia-

cee. Il fusto, ramificato alla base, è rivestito da una spessa cor-

teccia grigiastra, molto fessurata, a scaglie friabili. Ha foglie

persistenti, con 10-18 foglioline verde pallido, glabre, che si

richiudono di notte e al freddo, e fiori giallo chiaro venati di ver-

miglio, raccolti in racemi terminali. Il frutto è un legume bru-

no, lungo fino a 10 cm, con una polpa carnosa, appiccicosa e

commestibile. Originario dell’Africa equatoriale e coltivato da

secoli in India, nel XVII sec. il tamarindo è stato introdotto

dagli Spagnoli nelle Indie Occidentali (Antille e Bahama) e in

Messico, dove viene tuttora ampiamente coltivato.

Tamarindo Tamarindus indica

PROPRIETÀIl tamarindo è considerato un efficace lassativo zucche-rino, adatto anche per problemi di stitichezza negli or-ganismi più delicati, come nei bambini e negli anziani;grazie al suo contenuto di pectine e di acido tartarico, sti-mola il funzionamento dell’intestino mantenendolo puli-to. Possiede particolari proprietà dissetanti, e costituisceinfatti un ingrediente ideale per la preparazione casalin-ga di bevande rinfrescanti, depurative, epatodetossifi-canti e antivomitive. Per le sue proprietà antipiretiche, vie-ne talvolta impiegato nella cura di stati febbrili e di raf-freddamento. Per uso esterno, calma le irritazioni agliocchi, le ulcere e i reumatismi. Grazie al suo gusto dol-ciastro, viene utilizzato nell’industria farmaceutica percorreggere alcune preparazioni medicinali dal saporesgradevole.

PRINCIPI ATTIVIIl tamarindo contiene: acidi organici; zucchero invertito(fino al 35%); acidi tartarico, malico, citrico e loro sali;pectine; mucillagini e gommoresine; potassio; piccolequantità di terpeni (limonene e geraniolo).

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Il nome Tamarindus deriva dall’arabo tamar hindi, che significa ‘dattero dell’India’,sebbene questa pianta non sia originaria dell’India e non sia in alcun modoimparentata con le palme da datteri. Nel Medioevo era una spezia molto popolare fra le popolazioni arabe e venne probabilmente introdotto in Europa dai crociati.

SALUTE

Febbre, raffreddore e tosseDiluire 4 cucchiai di sciroppo in una tazza di acqua calda, aggiungervi uncucchiaio di miele e prendere dopo i pasti principali; come alternativa si puòscegliere di bere 2-3 tazze di infuso oppure di decotto caldo, sempre dopoaver mangiato. Se i sintomi non mostrano alcun segno di miglioramento,consultare il medico.

Stitichezza e stipsi acutaCome rinfrescante e per normalizzare le funzioni dell’intestino, assumereall’occorrenza 15-20 g di polpa disciolta in acqua calda; per ottenere un’a-zione lassativa, aumentare la dose fino a 20-40 g di polpa al giorno; in en-trambi i casi consumare la polpa al mattino a digiuno, prima di aver fattocolazione. In alternativa, bere 2 volte al giorno 2 tazze di decotto, oppurediluire 3 cucchiai di sciroppo in una tazza di acqua calda. Nei casi di stiti-chezza cronica, per ottenere un’azione purgativa più energica, preparareun infuso diluendo 20 g di polpa di tamarindo in 250 ml di acqua e ag-giungendo 10 g di manna e 10 g di scorza di limone; lasciare gli ingredientiin infusione per 10-20 minuti, quindi filtrare e assumerne 3 tazze nell’ar-co della giornata.

Depurativo per il fegato e per i reniBere 2 tazze di infuso 2 volte nel corso della giornata, preferibilmente do-po i pasti principali.

SK 1 04-BOTTEGA 5-04-2004 17:35 Pagina 104

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T a m a r i n d o

PREPARAZIONI u Frutti

u POLPA: fare stemperare la polpa grezza in unapari quantità in peso di acqua bollente e passarla at-traverso un setaccio (mai di metallo). Raccogliere ilpassato e lasciarlo cuocere a bagnomaria finché as-sume una consistenza pastosa. Conservare il con-centrato, di colore scuro, dal sapore acidulo e con unprofumo simile a quello della melassa, in un luogofresco, asciutto e lontano da fonti di calore. Consu-mare al naturale o mescolato con un po’ di miele.

u INFUSO: mettere in infusione 30-50 g di polpain un litro di acqua bollente, lasciare riposare perun’ora circa, quindi colare e conservare coperto in unluogo fresco e lontano dalla polvere.

u DECOTTO: fare bollire, in un contenitore nonmetallico, 20 g di polpa in un litro di acqua per 10-20 minuti (finché si riduce di un quarto del volumeiniziale). Lasciare intiepidire, filtrare e colare.

u SCIROPPO: fare sciogliere lentamente, a fuocobasso, per evitare che si formino grumi, 100 g dipolpa di tamarindo, 250 g di zucchero e 20 g di aci-do citrico in 300 ml di acqua bollente. Fare bollire per10-15 minuti, lasciare raffreddare e quindi filtrare. Di-luire a piacere in acqua, al momento dell’uso, e se-condo le indicazioni.

� IN CUCINAIl tamarindo ha un aroma lievemente dol-

ce e un sapore piacevolmente fruttatoe acidulo.Particolarmente apprezzato per le sue

qualità aromatiche, rientra nella pre-parazione di numerose vivande, so-

prattutto nella cucina dei Paesi o-rientali. In India lo si usa nel curry,nel sambhar, un caratteristico stu-

fato di lenticchie e verdure speziate enel rasam, una tipica minestra

di lenticchie. In Thailan-dia se ne fanno minestre

calde e acidule. Dal fruttosi estraggono le pectine u-

tilizzate per la produzione dimarmellate e gelatine di frutta. Il

tamarindo rientra nella preparazionedi diverse salse speziate, come la Worce-

ster. In casa si possono preparare ottime be-vande dissetanti e rinfrescanti, diluendo in acquasciroppi a base di tamarindo, che hanno il vantaggiodi non essere nocive allo stomaco e all’intestino e diessere abbastanza economiche.

� AVVERTENZESi sconsiglia l’assunzione di preparazioni a base ditamarindo a persone che soffrono di anormali fer-mentazioni intestinali. Inoltre, quando si compra-no preparazioni a base di tamarindo è be-ne fare molta attenzione, poichépolpa e sciroppi si prestano asofisticazioni: si consiglia per-tanto di acquistarli sempre in far-macia o in erboristeria.

PAG 105 CORRETTA 04-BOTTEGA 15-04-2004 12:12 Pagina 105

Il tarassaco, comunemente conosciuto come ‘soffione’ o ‘den-

te di leone’, è una pianta erbacea perenne che appartiene al-

la numerosa famiglia delle Composite. Originario dell’Europa

e dell’Asia, in Italia è comunissimo su tutto il territorio. Cresce

nei prati, nei pascoli, nei luoghi erbosi, negli incolti e ai mar-

gini delle strade, sino a 2000 m di altitudine. Alto fino a 40

cm, ha una radice fittonante e foglie riunite in dense rosette

basali appressate al suolo. I fiori giallo-oro compaiono dalla

primavera all’autunno in capolini solitari all’apice degli steli

e sono seguiti da pappi globulari composti da setole ramifi-

cate, a forma di ombrello, al cui apice sono disposti i semi piu-

mati.

Tarassaco Taraxacum officinale

PROPRIETÀTutte le parti della pianta vengono impiegate in campo te-rapeutico, con un’efficace e sicura azione diuretica pa-ragonabile a quella dei farmaci chimici. Il tarassaco vie-ne anche usato in cosmesi e nell’alimentazione, comeerba da insalata e sostituto del caffè. Le proprietà deltarassaco sono innumerevoli: amaro-toniche, eupepti-che, digestive, depurative, colagoghe e lassative. Svolgeun’ottima azione diuretica, coleretica e stomachica; sti-mola inoltre l’appetito. È particolarmente indicato nellacura dei disturbi epatici, specialmente itterizia, coleci-stite, ipercolesterolemia e primi stadi della cirrosi epati-ca. È un efficace rimedio come antireumatico e nella cu-ra delle artriti. Grazie alle sue proprietà depurative è uti-le anche nella cura di emorroidi, verruche e dermatitisquamose.

PRINCIPI ATTIVIContiene: un principio amaro (tarassicina); tarasserina,una resina acida; tarassosterolo; acidi diossicinnaminici;flavoxantina; inulina; acido citrico; acido fenilossiacetico;riboflavina; sitosterolo; sitosterina; stigmasterolo, cu-mestrolo; vitamina B, C e provitamina A.

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Benché venga considerato infestante, il tarassaco è una delle erbe officinali più importanti: è un ottimo depurativo, diuretico, tonico, lassativo e antitossico.Viene utilizzato nel trattamento di numerose malattie, dall’eccesso di colesteroloall’arteriosclerosi, ai disturbi epatici, alla stitichezza e ai reumatismi.

SALUTE

Artrite reumatoide e reumatismiAssumere un bicchiere di infuso di radice al mattino a digiuno prima del-la colazione.

Cattiva digestione, mancanza di appetito, stitichezzaPrendere 2-4 cucchiai al giorno di succo fresco o 1-2 cucchiai di succoconservato.

Disturbi al fegato, insufficienza epatica, itterizia, cirrosi epatica,ipercolesterolemia, calcoli renali, calcoli biliariAssumere nel corso della giornata, lontano dai pasti, 2 tazze di decotto diradice o 3-4 cucchiai di tintura.

Xantelasma e dermatiti squamoseLo xantelasma è un’affezione della pelle, che si manifesta con escrescenzegiallastre a livello delle palpebre superiori, dovuta a eccesso di colesterolonel sangue e a cattivo funzionamento del fegato. Fare impacchi e bere, pri-ma dei pasti, 3 tazze di decotto di radici e foglie o, per 15 giorni al matti-no a digiuno, un bicchiere di succo fresco.

Emorroidi e verrucheApplicare cataplasmi o compresse preparate con il succo fresco di radice; la-sciare agire per 15-20 minuti e sciacquare con acqua tiepida.

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T a r a s s a c o

PREPARAZIONIt Radice r Foglie B Fiori

r INFUSO: portare a bollore un litro di acqua, to-gliere dal fuoco e mettere a macerare 25 g di foglie.Lasciare raffreddare, quindi filtrare.

t DECOTTO DI RADICI: fare bollire 10 g di radi-ci per 15-20 minuti circa; lasciare quindi raffredda-re e colare.

trDECOTTO DI RADICI E FOGLIE: sminuzzaree frantumare 30-40 g di radici e foglie; metterle inun litro di acqua fredda, portare a bollore e prose-guire la cottura per altri 10 minuti. Lasciare raf-freddare e colare.

t SUCCO DI RADICE: strizzare con una tela le ra-dici raccolte in autunno fino a ottenere il succo. Èpossibile consumare il succo fresco, addolcito conzucchero o con un po’ di miele, oppure conservarlo.In questo caso, aggiungere al succo 20 g di alcol a90°, 15 g di glicerina e 18-20 g di acqua; travasarequindi in una bottiglietta a chiusura ermetica e con-servare in luogo fresco e asciutto.

t TINTURA: mettere a macerare 20 g di radici es-siccate e sminuzzate in 80 g di alcol a 20°. Trascorsi10-15 giorni colare e filtrare. Assumere 50-60 goc-

ce 3-4 volte nel corso della giornata. È possi-bile acquistare in erboristeria la tintura di

tarassaco già pronta.

� IN CUCINARadici e foglie di tarassaco si utilizzanoin insalata. Le radici essiccate, tagliate

e abbrustolite forniscono un ottimo surrogato delcaffè. Tutte le parti del-la pianta sono impie-gate per la preparazio-

ne di vini, liquori, bevandetoniche e birra.

Stimolare le attività diuretiche, sudorifere e depurativePer depurare il sangue, favorendo l’eliminazione delletossine con la diuresi, assumere, prima dei pasti prin-cipali, 3 tazze di decotto di radici e foglie o bere un bic-chiere d’infuso tiepido a digiuno. L’uso commestibiledelle foglie fresche è un ottimo trattamento depurativoe vitaminizzante.

BELLEZZA

Crema emolliente per pelli secche, non più giovaniScaldare a fuoco lento 25 ml di olio di soia e 25 mldi olio di mandorle; sciogliere 25 g di burro di cacaoe amalgamarlo agli oli; fare fondere 15 g di cera d’a-pi e versarla nel composto mescolando per evitare laformazione di grumi; riscaldare 25 ml di infuso fil-trato di tarassaco e aggiungere 0,65 ml di borace; uni-re tutto al composto e lasciare raffreddare; non appe-na la crema comincia a rapprendersi unire 5 gocce diessenza di neruli. Conservare la crema in vasetti con co-perchio a vite lontano da fonti di calore. Stendere sul visoogni mattina.

Lozione per schiarire le efelidi e la pelle giallastraFare lavaggi delle zone interessate con l’infuso di fiori; se fat-ti regolarmente questi lavaggi contribuiscono a pulire pelli im-pure e malsane rendendole fresche e luminose.

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Il tè deriva dalla lavorazione delle foglie di Camellia sinensis,

una pianta sempreverde che appartiene alla famiglia delle

Teacee. Originario dell’Assam e delle regioni comprese fra In-

dia e Cina, dove è coltivato da tempi remoti, venne introdot-

to in Europa all’inizio del XVII sec. dalla Compagnia Olandese

delle Indie; oggi i maggiori Paesi produttori sono India, Cina,

Srı Lanka, Kenya, Turchia, Indonesia e Giappone. La pianta del

tè ha un fusto legnoso, numerosi rami grigi e ruvidi e foglie ver-

de scuro, coriacee, ellittico-lanceolate od ovate, con il margi-

ne dentato. I grandi fiori bianchi, con numerosi stami gialli,

sbocciano solitari o in gruppi di 2-5 all’ascella delle foglie. I frut-

ti sono capsule trivalvi che contengono semi oleosi.

TèCamellia sinensis (=Thea sinensis)

PROPRIETÀGrazie al suo contenuto di sostanze stimolanti, quali tei-na, teobromina e xantina, stimola il sistema nervoso, èleggermente eccitante, migliora i riflessi e infonde unasensazione di benessere. Il tè agisce su quelle parti delsistema nervoso che regolano la respirazione, la dige-stione e la circolazione del sangue: è utile nella cura di at-tacchi d’asma, in quanto attenua la contrazione del trat-to bronchiale, svolge un’azione diuretica, favorendo unmaggiore afflusso sanguigno ai reni, protegge le muco-se da irritazioni e infiammazioni, riduce il catarro e arre-sta le emorragie, ed è quindi un buon rimedio in caso disinusite, diarrea e per la cura di ulcere, piaghe e ferite. Re-centi studi gli attribuiscono proprietà antiossidanti, cherallentano i processi d’invecchiamento.

PRINCIPI ATTIVIContiene: un alcaloide identico alla caffeina, denomina-to teina (2-4%); teofillina; teobromina; adenina; xantina;salicilato di amile; mucillagini; tannini; sostanze resino-se; un olio essenziale, responsabile dell’intenso e carat-teristico profumo della bevanda del tè, costituito da alcolmetilico e altri composti simili. Le foglie fresche conten-gono il 75-80% di acqua.

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Anticamente il tè, le cui origini si perdono nella leggenda, veniva usato solo cometisana medicinale e tonico. Il suo nome deriva da t’e, termine con cui viene chiamatonel dialetto di Amoy (Xiamen, provincia di Fujian), il porto cinese sullo stretto diFormosa dove i commercianti olandesi iniziarono i primi traffici di questa pianta.

CINQUE MILLENNI DI STORIA

Secondo la tradizione cinese l’utilizzo del tè come tisana benefica risalireb-be addirittura al 2737 a.C., ma solo intorno al IV sec. il tè ha iniziato adiffondersi come bevanda popolare, dapprima in Cina e in seguito in In-dia e in Giappone. In Europa il tè, importato dapprima da Olandesi e Por-toghesi all’inizio del XVII sec., divenne con gli Inglesi oggetto di un com-mercio sempre più florido. In seguito alla sua rapida diffusione nel VecchioContinente, dapprima presso i ceti più aristocratici, per il costo elevato, maben presto anche in quelli popolari, il commercio via mare e via terra coni produttori cinesi e indiani assunse proporzioni impressionanti. Nel RegnoUnito, in Giappone, in Cina, in India, ma anche in Paesi legati a tradizio-ni differenti, come gli Stati Uniti, la Turchia, l’Iran o la Russia, il tè è di-ventato ben presto un elemento culturale e sociale di primaria importan-za. Oggi il tè è diventato la bevanda più diffusa e consumata al mondo e lasua produzione annua supera i 3 milioni di tonnellate.

TÈ PER TUTTI I GUSTI

Esistono infinite varietà, razze colturali e ibridi della pianta del tè, con cuisi ottengono oltre 3000 tè differenti, di aroma, colore e sapore assai diffe-renti fra di loro. La qualità del tè in commercio non dipende soltanto dal-la varietà e dalla zona di produzione, ma anche, e in modo preponderan-

Nella fotografia a sinistra, un momento

del complesso rituale della Cerimonia del Tè

in Giappone. Importato dalla Cina nell’VIII sec.,

il tè è diventato un elemento di primo piano

nella cultura giapponese. La Cerimonia del Tè

(chanoyu), che si è sviluppata nel corso di secoli

e viene tramandata da generazioni di maestri

del tè, è un evento sociale caratterizzato

da un’etichetta molto rigida, per il quale

sia l’ospite sia gli invitati devono prepararsi

con cura. Esistono diverse scuole che insegnano

l’arte del tè, la maggior parte delle quali risale

al grande maestro Sen no Rikyu (XVI sec.).

Anche nel Regno Unito la cerimonia del tè,

importato dalla Cina nel 1658 e diventato ben

presto il simbolo di un’intera nazione, segue

un cerimoniale ben preciso, ma a differenza del

chanoyu diventa spesso spunto per organizzare

eventi mondani. Riservato un tempo solo

all’aristocrazia, oggi il tè è la bevanda nazionale

inglese. Sotto, un dipinto inglese del XIX secolo.

te, dalle successive operazioni di preparazione. A seconda del processo di es-siccazione e, in generale, di lavorazione si distinguono alcuni tipi fonda-mentali di tè: ‘nero’, ‘verde’, ‘bianco’, ‘oolong’, ‘pouchong’, ‘aromatizzato’e ‘pressato’, oltre naturalmente a numerose varianti.

IL TÈ NERO

La produzione del tè nero, il più consumato nei Pae-si occidentali, può variare anche molto da una re-gione all’altra, ma comprende sempre cinque fasi dilavorazione: la disidratazione (o avvizzimento o ap-passimento) delle foglie appena raccolte, che vengo-no fatte essiccare in modo che perdano parte del con-tenuto d’acqua iniziale (25-30%) e si ammorbidi-scano in modo da poter essere arrotolate senza che sispezzino; l’accartocciamento (o arrotolamento), e-seguito a mano o a macchina, per mettere a contat-to le parti superiori e inferiori e attivare le reazionichimiche che definiranno colore e aroma finali; lafermentazione, in cui avviene un processo di ossi-dazione enzimatica delle catechine, che si trasfor-mano nei composti polifenolici responsabili del co-lore e dell’aroma finali, e in cui le foglie, da verde o-liva, diventano brune più o meno chiare; la torrefa-zione (o essiccazione) in cui le foglie subiscono un ri-scaldamento rapido a 90-95 °C in forno o in con-dotti di aria calda, per arrestare le trasformazioni en-zimatiche e il processo di decomposizione; un tem-po, e ancora oggi in molte regioni cinesi, la torrefa-zione avveniva in grandi padelle a fuoco vivo; la se-tacciatura, eseguita meccanicamente o per ventila-zione, per eliminare i detriti.

T è

T è

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Nella fotografia in basso, la raccolta del tè a Sumatra.

Allo stato spontaneo la pianta del tè si presenta come un

albero che può raggiungere i 12-15 m di altezza, ma nelle

piantagioni viene potato e mantenuto come cespuglio alto

circa un metro, per facilitare la raccolta delle foglie; resiste

bene alle oscillazioni di temperatura, richiede abbondanti

precipitazioni (fra 2000 e 2500 mm annui) e predilige

i climi caldo-umidi con un’esposizione soleggiata; vi sono

varietà che crescono in pianura, altre in montagna, fino a

2200 m di altitudine, ma tutte richiedono un terreno acido,

profondo, ben drenato e ricco di sostanze organiche.

La riproduzione avviene per seme, ma in coltivazione

si utilizzano spesso talee e rami radicanti o foglie clonali.

Le piantine, allevate in vivaio, vengono messe a dimora

al 5° mese dalla germinazione e la prima raccolta di foglie

viene fatta al 3° anno; una piantagione può essere

sfruttata anche per più di 50 anni.

IL TÈ VERDE

Per la preparazione del tè verde, o tè non fermentato, il più diffuso e ap-prezzato in Giappone e, in generale, in Oriente, le foglie vengono sottopostea un rapido riscaldamento delle foglie per bloccare fermentazione e ossi-dazione ed evitare la trasformazione delle catechine e la conseguente varia-zione del colore. Anche per il tè verde la lavorazione varia a seconda dellazona di produzione.

DA TAIWAN ALLO SRı LANKA

Il tè oolong (o Formosa) viene prodotto in Cina e a Taiwan: le foglie ven-gono fatte appassire al sole e agitate poi in ceste di bambù per frantumar-ne i bordi, che diventano rossastri per un processo di ossidazione (che in ge-nere dura circa due ore), mentre le foglie, seccate, ingialliscono. Il pouchong, un tè che si può collocare, come caratteristiche, fra il tè ver-de e l’oolong, viene prodotto principalmente a Taiwan e viene impiegatocome base per tè aromatizzati.Nel tè bianco i germogli vengono strappati prima che si schiudano; fatti ap-passire e quindi seccare, sono caratterizzati da un tipico colore argento e iltè che si ottiene è di un colore giallo paglierino. Viene prodotto nella pro-vincia cinese del Fujian e a Srı Lanka.

Per la produzione dei tè aromatizzati si u-tilizzano tè neri, verdi, oolong o pouchong;gli aromi vengono aggiunti a fine lavora-zione, prima dell’imballo. I tè aromatizza-ti non vanno confusi con le tisane a base difrutti, fiori ed erbe.Preparato anticamente in Cina cuocendo lefoglie a vapore e comprimendole poi in pa-netti che venivano fatti essiccare, oggi il tèpressato viene prodotto con presse idrauli-che da tè in polvere, in formati differenti.

SALUTE

Attacchi di asma, catarro, raffreddore, sinusiteBere all’occorrenza 2-3 tazze di infuso algiorno, preferibilmente caldo o tiepido; sesi desidera, dolcificare con un poco di mie-le oppure di zucchero. In caso di forte raf-freddore, aggiungere all’infuso ben caldoun bicchierino di cognac, un cucchiainodi miele e un pezzetto di corteccia di can-nella; bere il punch, così preparato, bencaldo prima di coricarsi.

Cattiva digestione, diarreaBere una tazza d’infuso caldo dopo i pastiprincipali, aggiungendo un cucchiaino dimiele e un poco di succo di limone.

Emorragie, ferite, gengive infiammate, tagli,ulcerePer sfruttare al meglio le sue proprietà a-stringenti e antisettiche, utilizzare l’infusofreddo, o a temperatura ambiente, per fa-

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PREPARAZIONI r Foglie essiccate

r INFUSO: mettere in una teiera, possibilmentedi ceramica, un cucchiaino di foglie di tè per perso-na, versarvi sopra dell’acqua bollente, lasciare ininfusione per 5-7 minuti, quindi colare e bere caldoo tiepido. Una tazza di infuso di tè contiene 50 mgcirca di caffeina.

� IN CUCINAOltre che per il classico infuso, le foglie vengono u-tilizzate per aromatizzare il ‘pane di tè’, un pan dol-ce di uvetta impastato con tè, scorza d’arancia can-dita e ricoperto di noci, zucchero e cannella.Il tè viene utilizzato anche per diluire una fonduta alformaggio e per preparare gelati, spumoni, liquori,sciroppi e tonici.

� AVVERTENZESi raccomanda di non consumare troppo tè per pe-riodi di tempo prolungati: in dosi elevate può causareansietà, insonnia, attacchi di panico, depressione, e-micrania, mal di testa, tremori e disturbi cardiaci. Non è consigliabile alle persone che soffrono di ga-

strite e ulcera gastrica, poiché que-sta bevanda stimola la produ-

zione di succhi gastrici. Il tè favorisce inoltre la sti-

psi, soprattutto nelle per-sone anziane, la flatulen-za, l’indigestione e può i-nibire l’assorbimento diferro e di zinco.Il tè contiene dal 10 al24% di tannini, so-stanze potenzialmen-te dannose per l’ap-parato digerente, chevengono però neutra-lizzate semplicemen-te aggiungendo del lat-

te all’infuso.

re impacchi, lavaggi e per applicare compresse direttamente sul-le zone interessate, più volte nel corso della giornata. In casodi epistassi (emorragie nasali), aspirare mezzo cucchiainoda caffè di tè in polvere. Se l’emorragia non si arresta, con-sultare subito il medico.

Per facilitare la diuresiCome ottimo diuretico, bere una tazza d’infuso, 2-3 voltenel corso della giornata.

BELLEZZA

Impacchi per occhi stanchi e affaticatiPreparare un infuso leggero di tè, camomilla e fiordaliso; lasciare ininfusione per 3-5 minuti, quindi filtrare più volte fino a quandonel liquido non saranno più presenti fram-menti, anche minuscoli, di foglie. Prima dicoricarsi, fare degli impacchi oculari con gar-ze imbevute nell’infuso tiepido.

Lozione per una lunga abbronzaturaPreparare un decotto con 40-50 g di tè e uncucchiaio di mallo di noci; fare bollire in 250ml di acqua per 10-12 minuti; togliere dal fuocoe lasciare raffreddare. Filtrare e spalmare la lozionesulla pelle abbronzata dopo una giornata di sole.

Tonico astringente per pelli grassePreparare un infuso piuttosto carico e aggiungere il succo di unlimone, amalgamando con cura. Immergere un batuffolo di co-tone nell’infuso, quindi passarlo sulla pelle del viso picchiettan-do più volte.

T è

Il timo è una delle erbe aromatiche più note e utilizzate a sco-

po alimentare: viene raccolto allo stato selvatico nell’area

mediterranea e coltivato su scala commerciale nell’Europa

centrale e orientale, soprattutto in Ungheria e in Germania. Ap-

partiene alla famiglia delle Labiate ed è originario dell’Euro-

pa centromeridionale e dell’Asia occidentale. Ne esistono nu-

merose specie e sottospecie, presenti in Italia in areali tal-

volta ben definiti e limitati: all’interno del genere si distingue

il gruppo di Thymus serpyllum, che include numerose specie

assai simili fra di loro. Ampiamente utilizzate anche in fitote-

rapia, tutte le specie appartenenti al genere Thymus hanno ca-

ratteristiche e utilizzi pressoché analoghi.

TimoThymus spp.

PROPRIETÀIl timo viene utilizzato nella cura di una vasta gamma didisturbi. Svolge un’efficace azione antisettica, balsami-ca ed espettorante; disinfetta l’intero apparato respira-torio, facilita l’espulsione del catarro dai bronchi e dai pol-moni, combatte le malattie da raffreddamento ed è utileper calmare gli attacchi di tosse, pertosse e asma. Pos-siede preziose proprietà toniche, digestive, stomachichee depurative, che si rivelano particolarmente efficaci nel-la cura e nel trattamento di fermentazioni e infezioni ga-strointestinali; normalizza i processi digestivi, stimolal’appetito, distrugge i vermi intestinali e favorisce il fun-zionamento del fegato. Per uso esterno è un buon cica-trizzante ed è leggermente analgesico nella cura del maldi testa e di dolori muscolari; in presenza di infezionisembra inoltre in grado di stimolare la produzione di glo-buli bianchi.

PRINCIPI ATTIVIOlio essenziale (sino al 2,5%) formato da timolo (sino al40%), carvacrolo, borneolo, cimene, linalolo, levopine-ne; acetato di bornile; saponine acide e neutre; tiamina;acido ursolico; acido caffeico; tannini; composti amari; re-sine; altri numerosi principi attivi.

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Il nome del genere Thymus deriva dall’originale greco thymós che, tra gli altri, haanche il significato di ‘anima, vita, soffio vitale’. Come altre erbe dall’aroma gradevole,il timo è un simbolo di morte: in passato si credeva che l’anima dei defunti riposassenei suoi fiori e che il suo profumo aleggiasse nei luoghi infestati dai fantasmi.

Il genere Thymus è molto vasto e tuttora controverso (secondo alcuni au-tori include circa 350 specie). Comprende piante suffruticose rustiche, perla maggior parte perenni, note per il loro intenso e caratteristico aroma. Al-cune specie formano dei piccoli arbusti alti 30 cm, costituiti da fusti rigi-di, eretti, muniti di foglie ornamentali; altre invece sono prostrate e sonoottime piante tappezzanti, usate anche per riempire le fenditure tra le pie-tre di pavimentazione. Tutte le specie sono ricche di oli volatili, in partico-lare di timolo, un potente antisettico.In cucina le foglie vengono usate fresche, essiccate o anche congelate, perinsaporire le vivande, grazie al loro potere digestivo e alla loro proprietà dievitare fermentazioni intestinali e flatulenza. Oltre che per uso erboristico e culinario, il timo, facilmente coltivabile an-che in vaso o in cassetta su balconi, davanzali e terrazzi in posizioni ben so-leggiate e calde, viene spesso adoperato come pianta ornamentale, soprat-tutto nelle varietà e cultivar a foglie variegate.

TIMO (Thymus vulgaris)

Il timo, o ‘timo maggiore’ (nella fotografia qui sopra e in basso a destra nel-la pagina a fianco), è una pianta suffruticosa perenne, sempreverde, alta da10 a 30 cm, con un robusto apparato radicale e fusto legnoso, tortuoso, no-doso e molto ramificato. Le foglie sono piccole, grigio verdastre, da linea-ri a strettamente lanceolate, finemente punteggiate per la presenza di pic-colissime ghiandole contenenti olio essenziale, hanno i margini arrotolati

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T i m o

Descritto dagli autori più antichi,

fra cui il filosofo greco Teofrasto, il timo era

conosciuto, apprezzato e ampiamente utilizzato in

tutto il bacino del Mediterraneo,

sin dall’epoca degli Egizi, che lo impiegavano,

in particolare, nell’imbalsamazione

delle mummie.

I Romani ne ricavavano un vino medicinale

che usavano nei sacrifici per gli dei e i soldati

si bagnavano nell’acqua di timo per infondersi

coraggio e vigore.

I cartaginesi ne sfruttavano, invece, le proprietà

antisettiche e cicatrizzanti per ottenere,

mischiandolo al grasso di capra, una crema per

arrestare il sangue delle ferite, in battaglia.

Nel Medioevo le dame ricamavano spighe

di timo sulle insegne dei loro cavalieri affinché

le virtù eroiche della pianta li accompagnassero

in battaglia, rendendoli forti e invincibili.

In Gran Bretagna, per contro, il timo perdeva le sue

caratteristiche battagliere per ingentilirsi

e diventare il fiore prediletto delle fate.

e una fine e densa peluria biancastra sulla pagina inferiore; i fiori, bilabiatie di colore bianco-rosato, sbocciano da inizio primavera fino a metà estateriuniti in glomeruli che formano infiorescenze terminali all’apice dei rami.In Italia il timo è diffuso su quasi tutto il territorio: cresce spontaneamen-te nei luoghi aridi e assolati, tra le garighe, fino a 900 m di altitudine.

SERPILLO (Thymus serpyllum)

Con il nome scientifico di Thymus serpyllum i botanici indicano un grup-po di specie, sottospecie, varietà e cultivar molto simili fra di loro, che ven-gono comunemente chiamate serpillo, ‘pepolino’ o ‘serpollino’. Affine al timo maggiore, il serpillo (nella fotografia qui sopra), è una piantaaromatica, legnosa alla base, prostrato-strisciante, sempreverde, alta da 10a 25 cm, che forma un intrico fitto di rami serpeggianti, da cui deriva il no-me specifico. I fusti sono sottili, radicanti ai nodi e ramosi, con steli fiora-li eretti o ascendenti. Le foglie sono piccole, lineari o ellittiche, verde scu-ro; i fiori sono anch’essi piccoli, a corolla bilabiata, di color rosa porpora;compaiono riuniti in densi verticillastri globosi apicali da maggio a set-tembre. Fra le varie specie incluse nel gruppo di Thymus serpyllum, in Ita-lia è piuttosto comune il timo goniotrico, T. pulegioides, che predilige i pra-ti aridi e assolati su suolo siliceo, dal piano fino a 2500 m di altitudine. In commercio sono disponibili numerose cultivar ornamentali nane, mol-to decorative, con portamento elegante, fogliame profumato variegato o do-rato e fiori colorati, ideali per giardini rocciosi, muri e contenitori.

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T i m o

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In basso e qui sotto, Thymus serpyllum e, nella pagina

a fianco in basso, T. vulgaris. Per distinguere

le differenti specie di timo è importante il riconoscimento

dei caratteri dei peli, ricorrendo talvolta all’utilizzo

del microscopio.

SALUTE

Asma, catarro bronchiale, influenza, pertosse, raffreddore, tosse e tosse convulsaCon azione tonica, antisettica ed espettorante bere all’occorrenza, nel cor-so della giornata, 3 tazze d’infuso di sommità fiorite dolcificando, se si de-sidera, con un po’ di miele; oppure prendere, 3 volte al giorno, 30 gocce ditintura su una zolletta di zucchero o diluite in un bicchiere di latte caldo oin un’altra bevanda a piacere. In caso di forte raffreddore, naso chiuso e dif-

ficoltà a respirare aggiungere a mezzo bicchiere di olio di oli-va 5-8 gocce di olio essenziale e fare dei massaggi sul pet-to con l’unguento così preparato. Se i sintomi non mi-gliorano consultare il medico.

Cattiva digestione, fermentazioni e flatulenze intestinali,infezioni gastrointestinali, vermiCome antifermentativo, stomachico e digestivo bere l’in-

fuso: una tazza a digiuno al mattino prima di colazione epoi a piccole tazze durante il giorno, preferibilmente dopo ipasti principali; per ottenere dei buoni risultati assumere ta-le rimedio tutti i giorni per almeno tre mesi. In alternativa,

per disturbi temporanei prendere 1-2 cucchiaini (30-40 gocce ditintura) di polvere in un ostia, oppure mescolati a miele o marmel-

lata secondo i gusti. Per eliminare i vermi intestinali utilizzare l’olioessenziale.

Dolori muscolari e reumatici, ferite, infezioni della pelle, mal di testa, piaghe e ulcerePer un’efficace azione cicatrizzante fare lavaggi delle zone doloranti conuna tazza d’infuso tiepido; in caso di dolori muscolari e reumatismi, ag-giungere 5-6 gocce di olio essenziale di timo in mezzo bicchiere di olio dimandorle dolci, mescolare bene e utilizzare per fare massaggi e frizioni del-le zone interessate.

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T i m o

PREPARAZIONI r Foglie essiccate B Sommità fiorite essiccate

B r INFUSO: mettere in infusione, in un litro diacqua bollente, 10-15 g (un cucchiaio da minestraabbondante) di sommità fiorite e foglie, essiccate esminuzzate; lasciare riposare per 15-20 minuti, quin-di colare ed eventualmente filtrare. Prendere l’infu-so a piccole tazze, più volte nel corso della giornata,secondo le indicazioni.

r POLVERE: pestare in un mortaio la quantità de-siderata di foglie essiccate, fino a ottenere una pol-vere molto fine; conservare in un barattolo di vetrochiuso ermeticamente. La dose consigliata è di 1-2cucchiaini al giorno, mescolati a miele o a marmel-lata, oppure disciolti in una bevanda a piacere.

B TINTURA: lasciare a macero 20-25 g di som-mità fiorite secche e sminuzzate in 80-90 g di alcola 60°; trascorsi 10-12 giorni, colare e conservare inuna boccetta di vetro scuro con contagocce. La do-se consigliata è di 20-30 gocce, assunte 2-3 volte nelcorso della giornata.

�OLIO ESSENZIALE: acquistare già pronto in er-boristeria. Prenderne, 3-5 volte al giorno, 4-5 goccesu una zolletta di zucchero oppure mescolate a uncucchiaino di miele.

� IN CUCINAIl timo è una delle erbe aromatiche più utilizzate incucina: grazie al suo potere antisettico è ottimo an-che come conservante, per tenere lontano la muffa,se aggiunto alle carni, soprattutto affumicate, e al-le salamoie; è essenziale nei court-bouillon dei pesci,nelle conserve in salamoia e in carpione, si adattamolto bene nei ripieni, nelle salse, nelle minestre edè ottimo aggiunto agli arrosti di carni rosse e nellemarinature di carni e pesci.

MILLEUSISebbene di piccole dimensioni, i fiori producono ab-

bondante nettare, per cui numerose specie so-no anche importanti piante mellifere: il mie-le che si ricava è particolarmente profu-

mato. Il timo viene utilizzato anche in li-quoreria, in profumeria

e nella produzionedi saponi.

BELLEZZA

Bagno stimolanteÈ particolarmente indicato per chi ha bisogno di stimolare la circolazione.Preparare un decotto facendo bollire 2 manciate di foglie secche in 2 l d’ac-qua; trascorsi 10-15 minuti, togliere dal fuoco, quindi colare e versarenell’acqua del bagno.

Dentifricio antisettico e disinfettante al timoAmalgamare bene un cucchiaino di bicarbonato di so-dio, uno di carbone di legna o di radice di fragola inpolvere e 2-3 gocce di olio essenziale di timo; aggiun-gere la quantità d’acqua necessaria a ottenere unimpasto cremoso e denso, mescolare il tut-to e utilizzare.

Lozione per lavare i capelli ed eliminare la forforaPreparare un infuso con una manciata difoglie essiccate di timo e una di foglie es-siccate di rosmarino. Utilizzare il liquidofiltrato per sciacquare più volte i ca-pelli dopo lo shampoo.

Tonico al timo per una pelle grassaFare bollire, per 10 minuti, in un li-tro di acqua addolcita con un cuc-chiaio abbondante di zucchero, 40-50 g di foglie essiccate; togliere dalfuoco, filtrare e fare raffreddare. Usa-re al mattino, prima di truccarsi, ealla sera.

110-113 02-BOTTEGA 3-02-2004 16:45 Pagina 113

La valeriana è una pianta erbacea perenne che appartiene

alla famiglia delle Valerianacee. Originaria dell’Europa, in Ita-

lia è comune in tutta la penisola, dal piano sino a 1400 m di

altitudine, ma è probabilmente assente nelle isole. Cresce nei

luoghi umidi, nei prati ombrosi, ai margini dei boschi e in pros-

simità di corsi d’acqua. Alta fino a 150 cm, ha fusti eretti,

glabri, fistolosi e solcati. La sua grossa radice emana un ca-

ratteristico odore poco gradevole. Le foglie, di colore verde

scuro, trasudano un acuto aroma di rafano. I fiori bianchi o ro-

sati, che compaiono da metà primavera fino a metà estate, so-

no raccolti in ampi corimbi apicali ed emanano un’aroma mol-

to particolare.

Valeriana Valeriana officinalis

PROPRIETÀNota agli antichi Egizi come rimedio per le turbe nervo-se e utilizzata da Ippocrate, la valeriana era conosciutadagli erboristi arabi, persiani e cinesi per le sue proprietàantisettiche. Durante la I e la II guerra mondiale la vale-riana venne usata contro gli shock da bombardamento,divenendo assai popolare. Ha proprietà calmanti, seda-tive e antispasmodiche: è uno dei farmaci naturali piùefficaci nella cura dei disturbi del sistema nervoso. Vie-ne utilizzata come calmante per i disturbi della meno-pausa, in attacchi d’isterismo, in manifestazioni di ca-rattere nevrastenico, quali insonnia, emicranie, esauri-mento nervoso, palpitazioni, ipereccittabilità, crampi e co-liche addominali di natura nervosa, e come coadiuvantenella cura dell’epilessia. Per uso esterno contribuisce adalleviare gli effetti di distorsioni, contusioni, dolori mu-scolari e delle nevralgie di varia origine.

PRINCIPI ATTIVIOlio essenziale contenente monoterpeni ed esteri del bor-neolo, acido valerianico, aldeide valerianica, pinene; aci-di; alcaloidi; mucillagine, gomma, resina e zuccheri.

110

Un tempo si riteneva che la valeriana, o ‘erba gatta’, fosse efficace contro numerosimalanni, mentre oggi viene utilizzata quasi esclusivamente per le turbe del sistemanervoso, grazie alle sue proprietà sedative, calmanti, soporifere e antispasmodiche.Cura la depressione, l’insonnia, le crisi di angoscia e la tachicardia.

SALUTE

Coliche e crampi addominali di origine nervosa, emicranie, fobie, insonnia,ipereccitabilità, ipertensione, palpitazioni cardiache, spasmi e tremori di originenervosa, stati d’ansia e d’agitazioneAssumere una tazza d’infuso di radice tre volte al dì o 1-4 g di polvere diradice, in un’ostia o in un cucchiaino di miele o marmellata. In caso di ten-sione nervosa prendere 5-10 g di succo al giorno, in più volte, diluito in ac-qua tiepida o in una tisana di scutellaria. Per conciliare il sonno prendere,prima di coricarsi, 10 gocce di tintura su una zolletta di zucchero.

Esaurimento nervosoAssumere due volte al dì, con molta costanza, l’infuso preparato con 50 gdi radice di valeriana, 50 g di foglie di arancio, 30 g di fiori di tiglio e 40 gdi fiori di camomilla.

Contusioni, distorsioni, dolori muscolari, ferite, nevralgie, piagheApplicare direttamente sulle zone doloranti impacchi e compresse prepa-rati con il decotto di radice; fasciare bene e lasciare agire per 8-10 ore. Se ildolore non diminuisce consultare il medico.

Disturbi della menopausa, per alleviare i dolori mestrualiBere tre volte al giorno una tazza d’infuso di radice, dolcificato, se si desi-dera, con un cucchiaino di miele; in alternativa assumere 10 gocce di tin-tura su una zolletta di zucchero tre volte al giorno.

024-115 01-BOTTEGA 29-12-2003 11:16 Pagina 110

111

V a l e r i a n a

PREPARAZIONIt Rizoma e radice essiccati

t POLVERE: pestare, in un mortaio o in una cio-tolina, la quantità desiderata di rizoma e radici es-siccati, fino a ottenere una polvere fine. Assumerne,secondo le indicazioni, in’un ostia o disciolta in unpoco d’acqua o in una tisana a scelta a seconda deldisturbo da curare.

t INFUSO: mettere a macerare per circa 8 ore, in150 g di acqua fredda, 8-9 g di radice; filtrare e con-sumare in giornata. In alternativa, versare 1-2 g dipolvere di radice in una tazza d’acqua bollente; la-sciare in infusione per 2 minuti, quindi filtrare e be-re subito.

t DECOTTO: fare bollire, per 10-15 minuti in un li-tro d’acqua, 80-85 g di radice essiccata; lasciare ri-posare per 20-30 minuti, quindi filtrare e utilizzareper fare impacchi e compresse.

t SUCCO: spremere con forza il rizoma fresco eraccoglierne il succo in una boccettina. Prenderne 5-10 g al giorno, diluito in acqua o in un’altra bevan-da a piacere.

t TINTURA: fare macerare, per 10 giorni, in 100-120 g di alcol a 70°, 25 g di radice essiccata. As-sumerne 10 gocce tre volte al giorno.

� IN CUCINALa radice di valeriana è utilizzata anche in cucina:è ottima per insaporire stufati, arrosti e piatti di sel-vaggina, ma viene usata anche per condire mi-

nestre e zuppe e per aromatizzare ripieni, condi-menti e intingoli di vario genere.

� AVVERTENZENon somministrare in dosi ab-

bondanti per un lungo pe-riodo: interrompere dopo10 giorni e riprendere, so-lo se necessario, dopo 15-20 giorni circa.

BELLEZZA

Lozione per una pelle con acne ed esantemiSciacquare il viso più volte al giorno con il decotto di radice leg-germente tiepido.

Bagno rilassanteVersare nell’acqua del bagno un litro d’infuso di radice, me-scolare bene, lasciare riposare per 2-3 minuti, quindi immergersiper almeno 20 minuti.

CASA E GIARDINO

Concime vegetaleAggiungere al concime vegetale al-cune foglie di valeriana, ricche disali minerali.

Per migliorare lo sviluppo delle piantePer avere splendide piante da giardino, va-porizzate l’infuso di radici sul terreno: lavaleriana stimola l’azione del fosforo eattira i lombrichi, particolarmente beneficiper la crescita delle piante.

Trappole per topiMettere nelle trappole per topi o altriparassiti qualche pezzetto di radice di valerianafresca o essiccata, che li attira.

024-115 01-BOTTEGA 8-01-2004 18:02 Pagina 111

La verbena, conosciuta anche con i nomi di ‘erba sacra’ ed ‘er-

ba della milza’, è una pianta erbacea perenne che appartiene

alla famiglia delle Verbenacee. Originaria delle regioni a clima

temperato dell’Europa e dell’Asia, è diffusa quasi ovunque

nel mondo. In Italia è molto comune e cresce nei luoghi incolti,

tra i ruderi, lungo le massicciate ferroviarie e le strade, dal pia-

no sino a 1500 m di altitudine. Alta fino a 80 cm, ha una ra-

dice fibrosa e fusiforme, un fusto eretto, verde scuro, molto

ramificato nella parte superiore e legnoso alla base, e foglie

ovate e sovente pennate. I fiori lilla chiaro compaiono dalla pri-

mavera all’autunno inseriti su spighe che formano lunghe

pannocchie apicali.

Verbena Verbena officinalis

PROPRIETÀNota fin dall’antichità, la verbena veniva usata nelle ce-rimonie religiose e magiche. Nell’antico Egitto si crede-va che fosse nata dalle lacrime di Iside e i sacerdoti gre-ci si adornavano i vestiti con le sue radici. Sacra a Venere,era usata nei filtri d’amore come afrodisiaco. La verbenacontiene il glucoside verbenalina, che agisce sul siste-ma nervoso vegetativo (specie sul parasimpatico), pro-vocando un’azione sedativa, antispastica e analgesica, eha effetti digestivi e antinfiammatori. È tonica, stimo-lante e ricostituente; ha proprietà diuretiche e depurati-ve del fegato e della milza; facilita l’espulsione dei calcolirenali; come sudorifero contribuisce ad abbassare la feb-bre e allevia i dolori nevralgici e di natura reumatica; èastringente ed emolliente. Per uso esterno svolge un’ef-ficace azione disinfettante, detergente e cicatrizzantenella cura di piaghe e ferite; allevia i dolori muscolari edelle articolazioni e, applicata sulle contusioni, contri-buisce a far regredire il gonfiore e i travasi di liquidi.

PRINCIPI ATTIVIGlucosidi, tra i quali verbenalina e verbenina; verbena-loside; mucillagine; tannini; saponine; olio essenziale;principi amari e sostanze a tutt’oggi sconosciute.

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Una delle piante più apprezzate dagli antichi druidi galli, la verbena è diuretica,antireumatica, sedativa, tonica, antispasmodica ed espettorante. Stimola lo stomaco e cura le emicranie. Allevia l’artrite, la sciatica e le ecchimosi. Con questa erba, inoltre, vengono prodotti eccellenti liquori.

SALUTE

Affezioni alle vie respiratorie, faringite, infezioni e infiammazioni alla gola,laringite, sinusite, stati febbrili, tonsilliteAssumere 3-4 tazze al giorno di infuso, dolcificando, se lo si desidera, conun poco di miele. In caso di mal di gola fare anche gargarismi, due volte algiorno, utilizzando l’infuso o il decotto concentrati (40-50 g per un litro);in caso di sinusite, fare inalazioni con i vapori del decotto bollente e appli-care sulle zone doloranti impacchi caldi preparati con l’infuso o il decotto.

Anemia, debolezza, stati di affaticamento generaleCome rimedio antianemico, assumere 3-4 bicchierini al giorno di vinomedicinale.

Emicranie, nevralgie al nervo trigeminoPer un’azione antispastica sul sistema arterioso, per impedire l’insorgere delmal di testa o diminuirne l’intensità, assumere nei periodi di crisi 3-4 taz-ze di infuso o di decotto al giorno. Se i dolori si intensificano consultare su-bito il medico.

Contusioni, distorsioni, dolori reumatici, muscolari e articolari, ferite, nevralgie,piaghe, sciatica, ulcereAssumere l’infuso o il decotto nelle dosi indicate; per via esterna applicaresulle zone doloranti, per 5-6 ore, cataplasmi e impacchi caldi preparati conil decotto o l’infuso.

024-115 01-BOTTEGA 29-12-2003 11:17 Pagina 112

113

V e r b e n a

PREPARAZIONIZ Pianta intera fresca o essiccata r Foglie

Z INFUSO: versare un litro di acqua bollente in unrecipiente di terracotta, sopra 15-20 g di pianta fre-sca o essiccata; lasciare in infusione per 15 minuti,quindi colare e bere all’occorrenza 3-4 tazze nel cor-so della giornata.

Z DECOTTO: far bollire, in un litro abbondante diacqua, 20-25 g di pianta fresca o essiccata; dopo 10minuti di bollitura, togliere dal fuoco, lasciare ripo-sare per 5-10 minuti e colare. Prenderne 3-4 tazzedurante la giornata.

Z VINO MEDICINALE: fare macerare, in un litrodi buon vino bianco secco, 70-80 g di pianta essic-cata e sminuzzata. Dopo 15 giorni colare, filtrare econservare in un luogo fresco. La dose consigliata èdi 3-4 bicchierini al giorno.

Z CATAPLASMI: fare bollire (o in alternativa cuo-cere in padella) la pianta intera fino a quando co-mincia a disfarsi; toglierla quindi dal fuoco e lasciarlaintiepidire. Trascorsi 5 minuti circa, avvolgerla inuna tela di cotone e applicare il cataplasma sulle zo-ne interessate.

� IN CUCINALe foglie di verbena, utilizzata anticamente nei filtrid’amore, sono ottime nella preparazione di bevan-de alcoliche, amari e liquori alle erbe fatti in casa.Danno inoltre un’aroma particolare se impiegatenella confezione di caramelle digestive. La verbenapuò essere confusa con la cedronella, ma non haprofumo di limone.

� CONSIGLISi consiglia, per quanto possibile, di utilizzare la pian-ta fresca, poiché il suo principio attivo più impor-tante, la verbenalina, si degrada progressivamentecon l’essiccazione.

Cattiva digestione, coliche e spasmi intestinali, diarrea,dissenteria, mancanza di appetitoPrendere 2 tazze al giorno di infuso oppure 3-4tazze di decotto; a chi piace, bere come digestivodopo i pasti principali un bicchierino di vino me-dicinale; per stimolare l’appetito assumere, un’oraprima di mangiare, il decotto o l’infuso oppure il vinomedicinale.

Calcoli biliari, coliche renali, disturbi al fegato, epatopatie di variogenere, per disintossicare e riattivare la diuresi, permigliorare la funzionalità dell’apparato renaleAssumere all’occorrenza 3 tazze al giorno di decotto,dolcificato con miele di tarassaco, oppure 3-4 tazze diinfuso. Se i disturbi non migliorano consultare il me-dico per evitare complicazioni.

BELLEZZA

Bagno oculareAdatto per occhi stanchi e palpebre infiammate. Pre-parare il decotto come indicato, lasciare intiepidire eutilizzare come collutorio oculare.

Tonico per il cuoio capellutoPer rinforzare e ridare vigore al cuoio capelluto e ai capel-li, preparare l’infuso, filtrarlo, lasciarlo intiepidire per qualche mi-nuto e utilizzarlo per fare massaggi al cuoio capelluto e risciacquialla testa.

024-115 01-BOTTEGA 29-12-2003 11:17 Pagina 113

La vite è un arbusto rampicante che appartiene alla famiglia

delle Vitacee. Alta da 1 a 3 m, ha fusti legnosi (tralci), rami-

ficati e nodosi, lunghi fino a 30-40 m negli individui più vec-

chi, che possono superare anche i 300 anni di età; i rami, da

bruno-giallastri a bruno-rossicci, sono ancorati al sostegno

per mezzo di un cirro situato in posizione opposta alla foglia.

Ha foglie palmate, con piccioli robusti, fiori verdastri, riuniti

in dense pannocchie, e i frutti (acini) sono bacche più o me-

no piccole, sferiche o ellittiche, riuniti in raspi che formano il

grappolo; gli acini sono ricoperti di una sottile pellicola (gial-

la, verde, rossa o nera) che racchiude una polpa succosa, ric-

ca di zuccheri, con piccoli semi piriformi legnosi (vinaccioli).

ViteVitis vinifera

PROPRIETÀ

Pochi sanno che le proprietà terapeutiche della vite non

si esauriscono solo con l’uva, ma che anche le foglie e i

viticci svolgono un’azione benefica e curativa. Le foglie

(in particolare quelle delle varietà rosse) hanno proprietà

antinfiammatorie e sono adatte a combattere numerosi

disturbi della circolazione, vene varicose, emorroidi, ge-

loni e disturbi della menopausa. I viticci sono considera-

ti un ottimo depurativo del sangue, particolarmente uti-

le nel trattamento dell’artrosi e della gotta. L’uva è rin-

frescante e dissetante, possiede un elevato valore nu-

tritivo, tanto da essere considerata un alimento com-

pleto (molto diffusa è la nota cura dell’uva), è molto uti-

le per cure depurative e disintossicanti, non solo del san-

gue ma dell’intero organismo, e stimola anche l’appeti-

to, facilita i processi digestivi e migliora la diuresi.

PRINCIPI ATTIVI

Contenuti non solo negli acini, ma anche nelle foglie e nei

semi (vinaccioli): tannini; flavonoidi; acidi organici; zuc-

cheri naturali, in particolare fruttosio e glucosio; sali mi-

nerali, quali ferro, magnesio, potassio, sodio, calcio e fo-

sforo.

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Di origine dubbia, la vite è presente nell’emisfero boreale fin dall’Era terziaria

(Cenozoico), come testimoniato dai ritrovamenti di forme fossili simili alle attuali.

Nel Neolitico, i popoli dell’Europa centrale e meridionale raccoglievano l’uva selvatica

e probabilmente avevano già appreso una rudimentale tecnica di vinificazione.

UNA COLTIVAZIONE ANTICHISSIMA

Le popolazioni del Mediterraneo orientale (Egitto) iniziarono la coltivazionedella vite (Vitis vinifera subsp. vinifera) nel IV millennio a.C., ma è proba-bile che già in precedenza questa pianta venisse coltivata nella valle dell’Indo.La sottospecie vinifera non esiste in natura, ma venne creata dall’uomo peribridazione e selezione dai ceppi della sottospecie sylvestris, e forse l’originedella coltura avvenne in luoghi differenti più o meno contemporanea-mente. Verso il 1500 a.C. la coltivazione della vite è ormai comune in Mesopota-mia come nell’Egeo, mentre i popoli che si affacciano al bacino del Medi-terraneo l’apprendono solo più tardi da Egizi e Semiti (popolazioni dell’Asiasudoccidentale), a quali viene attribuita l’origine del nome ‘vino’, assuntoper assonanza dai Romani (vinum) e dai Greci ([v]oinos) dal termine semitawain (o jain). Durante l’Impero Romano la coltura della vite si estende rapidamente intutto il bacino del Mediterraneo, con ceppi simili a quelli in uso fino al XIXsec.; in questo periodo il vino, per la difficoltà di conservazione, veniva ingenere aromatizzato con erbe e resine e bevuto allungato con acqua. Nel Medioevo la coltura si diffonde considerevolmente in Europa, fino araggiungere il 55° parallelo (Sovetsk, l’antica Tilsit nella Russia occidenta-le), forse per concomitanze climatiche favorevoli: la vite, infatti, necessitadi una temperatura media annua non inferiore a 10 °C, medie del mese piùfreddo superiori allo zero e almeno un mese estivo con temperature supe-riori a 20 °C; attualmente, in Europa, il limite è ridotto al 52° parallelo.

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115

GRAVI MALATTIE

Nel XIX sec. la coltura della vite in Europa rischiò discomparire a causa di tre gravi malattie, importate dal-l’America: la fillossera, causata da un afide (Phylloxeravastatrix), la peronospora, provocata da un fungo (Pla-smopara viticola), e il mal bianco od oidio, dovuto a unaltro fungo (Uncinula necator). In particolare la fillosse-ra, giunta in Francia tra il 1858 e il 1862 e comparsa inItalia per la prima volta nel 1879, devastò i vigneti di tut-ta Europa fino al secolo successivo; per combatterla ven-nero importate viti americane resistenti alla malattia, sul-le quali vennero innestate le viti europee.

MOLTEPLICI USI

L’antica tradizione contadina ha tramandato molteplici u-si terapeutici della pianta della vite e dell’uva in partico-lare, ma oggi la vite viene coltivata in numerosi Paesi delVecchio e del Nuovo Mondo, soprattutto in Italia, Fran-cia, Spagna, Stati Uniti (California), Argentina, Cile, Su-dafrica, Australia e Cina, principalmente per la produ-zione di vino e di uva da tavola.

V i t e

La vite è una pianta ampiamente utilizzata

in campo alimentare, cosmetico e terapeutico.

Le razze coltivate, che derivano da mutazioni

o ibridazione della specie originale, sono

innumerevoli (oltre 5000), ma solo pochi

vitigni vengono coltivati a livello industriale

per la produzione di uve da vino e di uve

da tavola.

Nella fotografia in basso, scene di lavoro

nella vigna, dipinte su ceramica

(Spagna, XX sec.).

SK 2 09-BOTTEGA 30-08-2004 10:36 Pagina 115

V i t e

116

Sopra, vigneto nella regione del Beaujolais, in Francia.

Sotto, i caratteristici vigneti a terrazza di Donnaz,

in Valle d’Aosta, testimoniano come l’uomo riesca ad

adattarsi a condizioni ambientali anche particolarmente

difficili e ostili, come in montagna, modificando spesso

profondamente il paesaggio, modellandolo per poter

svolgere le proprie attività.

SALUTE

Cattiva digestione, mancanza di appetito, per stimolare la diuresiCome aperitivo e stimolante intestinale, mangiare, nel corso della giorna-ta, 200 g di uva oppure bere 2 bicchieri di succo d’uva.

Disturbi circolatori, disturbi della menopausa, emorroidi, vene varicoseBere all’occorrenza 3-4 tazze di decotto di foglie o 2-3 bicchierini di infu-so di foglie e viticci al giorno; assumere inoltre, durante il corso della gior-nata, 1-2 bicchieri di succo d’uva.

Dolori artritici, geloni, gotta, vasi superficiali dilatatiCome tonico e depurativo del sangue, bere 4-5 tazzine al giorno di decot-to di viticci; si consiglia inoltre di fare impacchi o applicare compresse di-rettamente sulle parti interessate, utilizzando il decotto o l’infuso di fogliee viticci.

Irritazioni agli occhi e alla congiuntivaIn caso di infiammazioni, fare all’occorrenza, due volte al giorno, bagni o-culari utilizzando il decotto di viticci.

Per disintossicare l’organismoLa cura dell’uva è un ottimo rimedio per eliminare l’accumulo di tossinenell’organismo; si raccomanda però di farsi seguire costantemente da un me-dico o da un naturopata e, per tutta la durata della cura, di non assumerefarmaci o altri alimenti oltre quelli indicati. • Prima fase (durata qualche giorno): bere al mattino a digiuno 2 bicchie-ri di acqua fredda o calda, dopo 30 minuti fare colazione con 225 g di u-va (consumare tutte le varietà disponibili e lavare sempre con acqua calda),masticare accuratamente pelle e semi (tralasciare i semi se si soffre di ulce-ra gastrica). Bere un litro di acqua tiepida, 1-2 volte nel corso della giornata,per favorire l’evacuazione quotidiana; i pasti consigliati durante la giorna-ta sono 7 circa, uno ogni 2 ore (mangiare da un minimo di 450 g a un mas-simo di 1800 g di uva al giorno). • Seconda fase: aggiungere alla dieta altra frutta fresca, pomodori, latte aci-do o ricotta, anche se il primo e l’ultimo pasto devono essere costituiti so-lamente da uva.

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• Terza fase: inserire nella dietatutti gli alimenti che possonoessere mangiati crudi (verdure,frutta fresca e secca, latte acido,yogurt, siero di latte, miele, oliodi oliva e, infine, le uova sode). • Quarta fase: colazione a basedi uva; pranzo con verdure a va-pore; a cena, insalata.

BELLEZZA

Maschera astringente, adatta per tutti i tipi di pelle e per tutte l’età, ottima perrassodare la pelle flaccidae rifornire la cute divitamine, senza stringeree occludere troppo i poriTagliare a metà due o tregrossi acini d’uva (megliose uva bianca) ed elimina-re con cura i semini interni;strofinare quindi gli acini sulla pelle del viso e del collo, ripassando più volte.

Bevanda rinfrescante e depurativa dell’organismoPigiare un bel grappolo d’uva, passare al colino e pro-fumare con 1-2 gocce di estratto di vaniglia; bere regolar-mente due volte al giorno per avere una pelle pulita e lu-minosa.

PREPARAZIONI

u Frutti freschi o essiccati r Foglie p Viticci

r DECOTTO DI FOGLIE: far bollire, in un litro di

acqua, 30-40 g di foglie essiccate e sminuzzate; do-

po 10-15 minuti togliere dal fuoco, lasciare riposare

per 5-10 minuti, quindi colare. Assumerne, all’oc-

correnza, 2-3 tazze al giorno.

p DECOTTO DI VITICCI: far bollire, solo per qual-

che minuto, 25-30 g di viticci in un litro d’acqua; to-

gliere quindi dal fuoco e lasciare riposare per 30 mi-

nuti; filtrare e berne 4-5 tazzine al giorno, secondo

le indicazioni del caso.

r p INFUSO DI FOGLIE E VITICCI: versare un

litro di acqua bollente, in un recipiente di terracotta,

sopra 50 g di viticci e di foglie essiccate e sminuz-

zate; lasciare intiepidire, quindi filtrare e prenderne

3 bicchierini.

uSUCCO D’UVA: spremere gli acini necessari a

ottenere la quantità desiderata di succo. In com-

mercio si può anche trovare il succo d’uva pasto-

rizzato, facilmente assimilabile dall’organismo.

� IN CUCINA

L’uva è ampiamente utilizzata in cucina: se ne rica-

va il vino, si consuma come frutta fresca di stagio-

ne, in macedonia o in succhi, ma anche come frutta

secca; si confeziona, con l’uva fresca molto matura,

il vincotto, un mosto stracotto fino a diventare una

melassa dolcissima, usata per confezionare mo-

staccioli e torroni, mentre con l’uva appassita si pro-

ducono vari passiti. Le giovani foglie della vite ser-

vono per avvolgere le carni d’agnello e il riso nella

cucina greca e turca. Con le vinacce, invece, si

preparano acquaviti, come le grappe.

V i t e

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Lo zenzero è una pianta perenne strisciante, che appartiene

alla famiglia delle Zingiberacee. Ha un rizoma duro e nodoso

color cuoio, che viene utilizzato come spezia, foglie lanceola-

te e piccoli fiori gialli, macchiati di viola e simili agli iris, rac-

colti in spighe all’ascella di brattee colorate. Originario delle

foreste tropicali del Sud-Est asiatico e coltivato in Asia da ol-

tre 3000 anni, lo zenzero è diffuso in quasi tutte le regioni tro-

picali, ma soprattutto in Cina, India e Indie Occidentali, dove

venne portato dagli Spagnoli nel XVI sec. Conosciuto dagli

antichi Egizi, Greci e Romani, venne probabilmente introdot-

to nell’area mediterranea dai Fenici e si diffuse rapidamente

come spezia da tavola, al pari del pepe.

Zenzero Zingiber officinale

PROPRIETÀLo zenzero ha proprietà emmenagoghe, aromatizzanti,carminative, toniche, riscaldanti, stomachiche, eupepti-che, afrodisiache, antisettiche, febbrifughe. Svolge un’ef-ficace azione espettorante, sudorifera, digestiva, anti-spastica e analgesica. Migliora la funzionalità epatica, fre-na la nausea, il vomito e la tosse e stimola la circolazio-ne periferica. Per uso interno è utile in caso di cinetosi,digestione difficile, coliche, freddo addominale, diarrea,raffreddore, tosse, influenza, emorragie uterine e san-gue nelle urine. Per uso esterno è efficace in caso di do-lori spastici, reumatismi, lombaggine, distorsioni e cram-pi mestruali.

PRINCIPI ATTIVIIl rizoma contiene: olio essenziale (1-3%), composto prin-cipalmente da sesquiterpeni (fellandrene, cineolo, bor-neolo, zingiberene, canfene e citrolo); materiale resinosocostituito da gingeroli, zingerolo e shogaolo, responsabilidel sapore piccante; amido; mucillagini; proteine; ami-noacidi; acido malico e acido ossalico.

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Antichissimo rimedio terapeutico, raccomandato dal medico greco Dioscoride (I sec. d.C.) per il benessere dello stomaco e come antidoto contro i veleni, nellamedicina ayurvedica lo zenzero è noto come vishwabhesaj (‘medicina universale’) ed è presente, al pari della medicina cinese, in quasi metà delle prescrizioni.

SALUTE

Arteriosclerosi, colesterolo, impotenzaInserire la radice di zenzero nella dieta quotidiana per arricchire il sapore del-le vivande e, occasionalmente, prendere una tazza di infuso, dopo i pasti.

Artrite, lombaggine, reumatismiAggiungere 5-10 gocce di olio essenziale di zenzero in 25 ml di olio dimandorle dolci; utilizzare per massaggiare la zona interessata dal dolore.

Crampi addominali, diarreaBere all’occorrenza una tazza di decotto di radice essiccata.

Digestione lenta e difficileBere due tazze di infuso dopo i pasti. In caso di digestione particolarmen-te lenta, sostituire l’infuso con una tazza di decotto di radice essiccata da as-sumere due volte nel corso della giornata.

Dolori mestrualiUsare 1-2 gocce di olio essenziale su una zolletta di zucchero o in mezzo cuc-chiaino da tè di miele.

FebbreAssumere all’occorrenza, una volta al giorno, una tazza di decotto di radi-ce essiccata, oppure 10-15 gocce di tintura in un poco di acqua.

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Z e n z e r o

PREPARAZIONIt Rizomi

t INFUSO: mettere un grammo di zenzero in pol-vere in 100 ml di acqua bollente, lasciare riposareper 15 minuti, quindi filtrare.

t DECOTTO: mettere 1-2 fette di radice fresca inun recipiente di acqua e far bollire per 10 minuti. Sipuò aggiungere uno spruzzo di cannella. Se si utilizzala radice essiccata, farne bollire 15 g, dopo averlaspezzettata, per 10 minuti e quindi filtrare.

t TINTURA: mettere 20 g di zenzero in polvere in100 ml di alcol a 60°; fare macerare per 7 giorni,quindi filtrare.

� IN CUCINALo zenzero è una spezia dall’aroma caldo, con unanota di legno fresco e sfumature dolci e ricche. Haun sapore caldo e molto piccante.Viene utilizzato nella preparazione di piatti sia dolcisia salati (zuppe, minestre e condimenti). È un in-grediente essenziale del curry e di altre miscele dispezie e si trova nel pane allo zenzero, in biscotti, tor-te, budini, conserve e in molti piatti di verdura asia-tici. Si trovano in commercio anche marmellate al-lo zenzero e zenzero candito. Nei Paesi orientali vie-

ne utilizzato anche per insaporire vini, birre ecordiali. Molto dissetante è il té allo zen-

zero, che si prepara lasciando in infu-sione in acqua bollente per 5 minuti

rizomi freschi o essiccati.

� AVVERTENZEÈ bene evitare di usare dosi

eccessive di zenzero selo stomaco è già cal-

do e iperstimolato,come nell’ulcera

peptica. Non vasomministra-to in presen-

za di febbre alta e a pazienti con distur-bi cutanei di origine infiammatoria.All’inizio della gravidanza usare lo zen-zero con cautela: può essere comunqueassunto per la nausea mattutina.

PertosseBere 1-2 tazze al giorno di infuso caldo, dolcificato con miele.

Angina, catarro, raffreddoriBere 1-2 tazze di decotto di radice fresca o essiccata al giorno.

BELLEZZA

Capelli grassi e forforaGrattugiare un pezzetto di radice fresca, strizzare la polpa grat-tugiata fra le dita, raccoglierne il succo in una ciotolina e usarloper frizionare il cuoio capelluto dopo avere lavato e asciugatoi capelli. In alternativa alla radice fresca, acquistare in erbori-steria l’olio essenziale, diluirne 3 gocce in un cucchiaio di o-lio di mandorle dolci e frizionare il cuoio capelluto.

CelluliteMettere in un sacchetto di garza 75 g di zenzero frescograttugiato e torcerlo per ricavarne il succo; portare a bol-lore 3 l d’acqua, togliere dal fuoco e aggiungere il succodi zenzero e il sacchetto di garza. Immergere una spugnadi cotone nell’acqua allo zenzero, molto calda, e fare spu-gnature sulle parti interessate dalla cellulite. Ripetere 2-3volte alla settimana. Per un rimedio più rapido preparareuna miscela con 4 gocce di olio essenziale di zenzero, 2 dirosmarino, 2 di timo e 2 di limone in 4 cucchiai di olio dimandorle dolci, e massaggiare le parti interessate.

Massaggi tonificantiMescolare a 25 ml di olio di mandorle dolci 5 gocce di olio essenziale di zen-zero, 2 gocce di olio essenziale di lavanda, 2 gocce di olio essenziale di in-censo e utilizzare questa miscela per massaggiare l’intero corpo.

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