Angeli in culo alla balena bianca

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Tempo: data stellare 12675990089776544343.89 ossia metà del secondo decennio del ventunesimo secolo. Protagonisti: un uomo di 36 anni piuttosto confuso e i suoi scazzi, un cagnolino mitico di nome Ugo, una città nella quale il tempo non passa mai del tutto, un turbinio di persone fantastiche, l'amore impossibile per l' attrice Sara Tommasi. Plot: una sana risata simile ad una ciliegina sulla torta di una quotidianità ritratta un po' come farsa un po' come commedia. E, alla fine, quel maledetto bastardo di Billy Bones. Un libro surreale ricco di riflessioni serie e semi-serie per imparare ad annegare il male di vivere in una Coca Cola! 2015 - ISBN 9788896926543- brossura - pp. 113

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Matteo Pazzi

Angeli in culo alla balena biancaLa strana vita di un corteggiatore di alligatori

Pamphlet umoristico e romanzato all’inizio di un secolo confuso

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Ai miei genitori perché mi sopportano,

a Sara Macchi con un sorriso,

al Gruppo del Tasso-La Compagnia del libro perché di sì

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Copyright © 2015 - Tutti i diritti sono riservati per tutti i PaesiCasa Editrice AntipodesVia Toscana, 290144 [email protected]

ISBN: 978-88-96926-54-3

Matteo Pazzi, Angeli in culo alla balena bianca, Antipodes, Palermo 2015

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Un Vaso di Pandora carico di Derive Sociali

Il saggio Maestro Yoda nella celeberrima saga di Guerre Stellaridice una battuta che è rimasta nella storia. Quando il suo allievoLuke Skywalker durante l’addestramento sullo sperduto pianetaDegobah si lamenta del fatto che non sa se riuscirà ad usare laForza appieno, il piccolo alieno verde lo guarda con i suoi occhionicisposi e gli dice: “Fare o non fare, non esiste provare”.

Quello che vuole spiegare al suo allievo è la determinazione,l’impegno per realizzare un obiettivo, il fatto che dobbiamo con-vincere noi stessi delle nostre idee, prima di cercare di convinceregli altri.

Perché, vi chiederete ora, sto usando un esempio legato aGuerre Stellari per introdurvi l’ultimo romanzo breve di MatteoPazzi?

Semplice, intanto perché Yoda c’entra con il libro, e poi perchédi fronte alla difficoltà di scrivere queste poche righe per analiz-zare l’ultimo lavoro dello scrittore, le parole del Maestro Jedi misono tornate in mente, dandomi una motivazione ulteriore.

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Non è facile che sia chiaro, è complesso scrivere una prefazioneper un testo che si chiama “Angeli in Culo alla Balena Bianca”,perché è incredibile la quantità di materiale e riflessioni che l’au-tore nasconde dietro a un titolo così politicamente scorretto, chegioca con un celebre modo di dire per augurare fortuna, con qual-cosa di etereo come gli angeli e con il riferimento a Melville, nelriportare l’ossessione, l’obiettivo di una vita.

Nella prosa di Matteo Pazzi si mescolano sempre in modo grot-tesco, ironico e dissacrante sacro e profano, la capacità che ha loscrittore di narrare vicende normali, la vita di tutti i giorni, e cari-carle di significati altri di metaletteratura e filosofia è eclatante.

Ogni volta che Matteo mi sottopone un suo testo, mi sembrasempre di avere tra le mani una pentola bollente, un vaso di pan-dora invitante pronto a liberare tutti i mali del mondo per sbatterliin faccia al distratto lettore, per far capire quali sono le idiosincra-sie del mondo odierno e le problematiche con le quali ci scon-triamo ogni singolo giorno.

La storia è semplice, è un diario di vita di una persona normale,senza difetti e senza pregi, unico forse: “Ritengo d’avere un unico

“talento”: so guardare in faccia la realtà” (scrive l’autore nel fi-nale del libro), un uomo senza qualità alla Musil insomma. Unastoria lieve inframmezzata da elementi intratestuali e metaletterariincredibili come la storia di Billy Bones a fine romanzo, e la letteradello scrittore americano Matt Simoni, o le splendide parti dedi-cate al cane Ugo, vero trascinatore della vicenda con il fantasticosegreto legato al suo passato.

Con la sua prosa fluida e ricca di spunti Matteo Pazzi ci rac-conta la vita di un uomo che non ci sta. Un uomo che non vuolescendere a patti con niente e nessuno per essere quello che tuttivorrebbero. Una storia accalorata di integrità, e delle conseguenzeche ne derivano. Matteo Pazzi si fa disincantato portatore di tutto

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quello che c’è di negativo nella società odierna, ce lo racconta eprova anche a darne una motivazione, una motivazione logica ditutti i mali che usciti dal vaso infestano la terra, ma alla fine nonriesce a trovare nessun fine ultimo superiore per giustificare la de-riva della società.

Alla fine ritorna a parlare dell’uomo inteso come tale, di quelloche può fare per salvarsi la pellaccia, per non essere travolto dalloscorrere della vita e dai suoi allucinanti ritmi, e l’unica cosa chepuò fare é: “Imparare ad avere il coraggio di metterci la faccia e

a scommettere il proprio culo, porca miseria!” e ancora una voltasono le parole del Maestro Jedi Yoda che ci risuonano in testa,“Non esiste provare”.

E nelle ultime pagine del testo la conclusione ultima cui MatteoPazzi giunge è la perfetta chiosa di un romanzo breve che ti si in-chioda nell’anima, come il sorriso di una bella ragazza o losguardo devoto di Ugo.

“Molto probabilmente quell’elenco di “non sono” mi condan-

neranno alla solitudine assoluta. Ma vedete, io non sono disposto

ad uniformarmi ad uno stereotipo sociale e a diventare un luogo

comune pur di portarmi a letto una qualsiasi pulzella.

Forse per cercare il “libero sviluppo di ognuno” dobbiamo ini-

ziare a mandare a quel paese ciò che crediamo di essere.”.

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Introduzione

Forse capita a tutti ad un certo punto della vita…. A volte provo la strana sensazione di non avere più tempo per

nulla. Mi sento vuoto. Mi sento come se tutti i giochi fossero giàfatti.

Ogni tanto mi piace guardare il cielo. Mi fermo e guardo ilcielo. Come in questo momento. Sono le 6:30 del pomeriggio. Hofinito di lavorare alle sei. Stavo guidando.

All’improvviso accosto, scendo dall’auto e alzo gli occhi alcielo. In questo preciso istante sto guardando il cielo. Il cielo sopraFerrara.

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Capitolo 1 - primo

Dialogo al Quartier Generale, pub Main

Street, Viale Cavour, Ferrara

Giorgio: «Una volta quando compravi un prodotto mu-sicale ti ritrovavi in mano qualcosa con una consi-stenza fisica, disco in vinile o cd. Oggi scarichi una

canzone e stop. Non hai in mano niente.».Luca: «Perché non hai bisogno di me? Maria mi ha sparato in

faccia questa domanda mentre stavo guardando su Sky la partitaReal Madrid-Barcellona. Ma sono domande da fare soprattutto du-rante un epico match calcistico come Real Madrid-Barcellona? Iole donne non le capirò mai.».

Giorgio: «Una volta c’erano le cabine telefoniche. Una voltanon c’erano i telefoni cellulari eppure tutti se la cavavano lostesso.».

Luca: «Mi piacerebbe comprare una Ducati.».Giorgio: «Io possiedo una Ducati.».Luca: «Da quando?».

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Giorgio: «Da dieci giorni.».Luca. «Ma se hai sempre detto che le moto non ti piacevano!»Giorgio: «Ho cambiato idea.».Luca: «Che cosa ti ha fatto cambiare idea?».Giorgio: «La mia vicina di casa.».Luca: «Quella vicina di casa.».Giorgio: «Proprio quella. Avevo appena parcheggiato l’auto in

garage quando la incrocio nell’androne del palazzo in cui abi-tiamo. Parliamo del più e del meno. Ad un tratto afferma di trovaresexy gli uomini con la moto.».

Luca: «E allora tu sei corso ad acquistarne una. A mio pareresei un cretino.».

Giorgio: «Ha parlato mister Lamborghini.».Luca: «Colpito e affondato. Va bene. Avevo noleggiato la Lam-

borghini per fare colpo su Maria in occasione del primo appunta-mento. Pessima idea. L’automobile era talmente bella che quellasera non degnai Maria neanche di mezzo sguardo.».

Giorgio: «Lo stesso sta accadendo a me. Da una settimanasogno di fare l’amore con la mia splendida Ducati.».

Io: «Quasi quasi ordino un’altra coca piccola.».

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