Andrea Zanzotto - Al Mondo e Nino Negli Anni Ottanta

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Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921) dalla raccolta di poesie La Beltà (Milano, Mondadori, 1968) Al mondo Mondo, sii, e buono; esisti buonamente, fa’ che, cerca di, tendi a, dimmi tutto, ed ecco che io ribaltavo eludevo e ogni inclusione era fattiva non meno che ogni esclusione; su bravo, esisti, non accartocciarti in te stesso in me stesso Io pensavo che il mondo così concepito con questo super-cadere super-morire il mondo così fatturato fosse soltanto un io male sbozzolato fossi io indigesto male fantasticante male fantasticato mal pagato e non tu, bello, non tu “santo” e “santificato” un po’ più in là, da lato, da lato Fa’ di (ex-de-ob etc.)-sistere e oltre tutte le preposizioni note e ignote, abbi qualche chance, fa’ buonamente un po’; il congegno abbia gioco. Su, bello, su. Su Münchhausen* * Riferimento al barone di Münchhausen, noto per essersi tratto fuori dall’acqua tirandosi con una mano per i capelli.

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Poesia di Andrea Zanzotto

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Page 1: Andrea Zanzotto - Al Mondo e Nino Negli Anni Ottanta

Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921)

dalla raccolta di poesie

La Beltà (Milano, Mondadori, 1968)

Al mondo

Mondo, sii, e buono;

esisti buonamente,

fa’ che, cerca di, tendi a, dimmi tutto,

ed ecco che io ribaltavo eludevo

e ogni inclusione era fattiva

non meno che ogni esclusione;

su bravo, esisti,

non accartocciarti in te stesso in me stesso

Io pensavo che il mondo così concepito

con questo super-cadere super-morire

il mondo così fatturato

fosse soltanto un io male sbozzolato

fossi io indigesto male fantasticante

male fantasticato mal pagato

e non tu, bello, non tu “santo” e “santificato”

un po’ più in là, da lato, da lato

Fa’ di (ex-de-ob etc.)-sistere

e oltre tutte le preposizioni note e ignote,

abbi qualche chance,

fa’ buonamente un po’;

il congegno abbia gioco.

Su, bello, su.

Su Münchhausen*

* Riferimento al barone di Münchhausen,

noto per essersi tratto fuori dall’acqua

tirandosi con una mano per i capelli.

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Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921)

dalla raccolta di poesie

Idioma (Milano, Mondadori, 1986)

Nino negli anni ottanta 25 gennaio 1983, S. Paolo

Durante l’estate sotto l’equivoco sudore

del solstizio arrancavi

Nino, come reggendoti a malapena

sulla sponda dell’aldiquà,

salivi le chine incretinite

del tuo feudo ormai scalpato

d’ogni vite,

dai grevi tacchini sbeccuzzato

vedovo di lepri e fagiani, strampalato.

Tu faticavi, vestito di nero, ansimavi

la tua già irreale presenza

anche se egregiamente

raccordato a fermezze finezze

imprinting elementi

per ogni dove a noi da sempre sfuggenti.

Ora no: splende ora gennaio

e la gloria di gennaio ti assume

a sé –

immune da malattie

svelto del tuo costume, privo

dei defedanti soprabiti.

E certo la tua fronte può di ghiaccioli

farsi scintillante com’è di quotidianità

e di furbizia contro l’aldilà,

quando, pedalando

tra i novanta e i cento anni quasi volage,

ti addentri nel mistero delle colline

per te ricanticchiato, riacutizzato senza fine.

Si riferisce a una poesia, “Le profezie di Nino” della mia raccolta La Beltà, anzi ne è

l’aggiornamento. Allora Nino (si era negli anni ’60), pedalava fra i “settanta e gli ottanta anni

quasi volage”.