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Andrea Fredi Il sentiero interiore Manuale pratico di EFT-I (Tecniche Integrate di Libertà Emotiva), la tua guida per connetterti all’Essenza e allenarti alla Sovranità individuale. “Trasforma il Passato, Vivi il Presente, Orienta il FuturoApplica EFT-I per favorire il benessere, l’evoluzione e l’indipendenza. E sviluppare un fulgido centro di gravità permanente.

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Andrea Fredi

Il sentiero interiore

Manuale pratico di EFT-I (Tecniche Integrate di Libertà Emotiva), la tua guida per connetterti all’Essenza e allenarti alla Sovranità individuale.

“Trasforma il Passato, Vivi il

Presente, Orienta il Futuro”

Applica EFT-I per favorire il benessere, l’evoluzione e l’indipendenza. E sviluppare un

fulgido centro di gravità permanente.

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indice ........................................................................................................................... 2

prefazione.................................................................................................................. 3

introduzione ............................................................................................................. 7

avvertenze .............................................................................................................. 10

capitolo I: Muovere energia ............................................................ 13

capitolo II: Veni, Vedi, Memi .......................................................................... 20

capitolo III: Solve et Coagula.......................................................................... 27

capitolo IV: Come nasce una capsula del tempo ................................... 31

capitolo V: La pratica di EFT Integrata ..................................................... 35

capitolo VI:Imparare EFT-I ............................................................................. 45

conclusione ............................................................................................................ 48

Copyright Creative Commons 2013

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Ci sei nel tuo sguardo?

Prefazione

Salute a te! Questo manuale nasce in concomitanza di un anniversario. Fu nel 2003 che, durante un viaggio negli USA, incontrai EFT. Oggi, dopo dieci anni passati a praticarla su di me e ad insegnarla a moltissime persone, posso tirare delle somme. Sono molto diverso dal “ragazzino quasi trentenne” alla ricerca di uno strumento per risolvere una serie piuttosto nutrita e variegata di problematiche. Mai avrei pensato, in quella torrida estate di inizio millennio, di dedicarmi con tanta passione alla diffusione di uno strumento di auto-aiuto e di sviluppo dei potenziali. Anche perché, parliamoci chiaro, il primo ad avere bisogno d’aiuto ero io. Va bene che non avevo vissuto alcun evento esageratamente doloroso, né separazione forzata dagli affetti, nessuna guerra o pulizia etnica, e da bambino le uniche attenzioni intime le avevo ricevute da coetanee durante il gioco del dottore. Però avevo avuto anch’io le mie delusioni, rabbie, sensi di colpa, paure, insomma il corredo emozionale di ogni essere umano, mixato in modo unico. Quindi, appena appreso il metodo lo applicai immediatamente su di me, e questo portò a galla tanti eventi dolorosi (o per meglio dire, vissuti e archiviati come tali) che avevo dimenticato. Uno dopo l’altro sono stati debitamente armonizzati, ed il processo continua ancora oggi poiché ogni tanto, pensa, ne saltano fuori di nuovi. Come ho avuto modo di scoprire durante questo percorso di vita, la mia Essenza aveva una serie di “blocchi d’espressione”, delle regole inconsce che limitavano la manifestazione della magnificenza umana. In pratica, se avevo un potenziale 100 mi esprimevo al 10. Suona familiare, vero? Anche tu pensi di essere molto di più di quanto manifesti nel mondo, nella vita che quotidianamente esprimi. Se non lo pensi, se credi di aver raggiunto la “completezza”, sei probabilmente ad un livello di repressione di te molto elevato. Quale che sia la tua attuale condizione, ti invito a porti queste due domande: “Ci sono, nel mio sguardo?”; “Chi c’è, nel mio sguardo?”. Parlo di sguardo poiché in varie tradizioni, gli occhi sono lo

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specchio dell’anima. E quando parliamo di sviluppo dei potenziali parliamo di anima. Per la precisione, di costruirne una. Intendo con questo l’utilizzare il tempo di vita per realizzare la magnificenza intrinseca nell’essere umano come seme, ovvero in potenza. Passare dal progetto al palazzo, dal copione al film. Penso che ogni essere umano abbia lo scopo di manifestare ed espandere consapevolezza, nel modo unico e irripetibile che appartiene esclusivamente a lui, o a lei. In un mondo che tende a rendere tutti uguali, a standardizzare idee, desideri e obiettivi, viaggiare verso il proprio centro è un atto rivoluzionario. In effetti, è l’unico atto che tu possa realmente compiere. Tutto il resto è automatismo, meccanicità. Per tutto il resto non vi sono sforzi coscienti da compiere, basta seguire la corrente. Se senti, o anche solo intuisci, che la tua vita su questo pianeta abbia un senso, significa che sei sufficientemente in contatto con la tua Essenza da ascoltarne la voce. Bene, ho concepito EFT-I come un amplificatore per la voce del tuo Centro. Grazie alla pratica quotidiana noterai, nel tempo, un’espansione della tua coscienza in direzione della Sovranità Interiore. Niente sarà più come prima. La disciplina di EFT-I ti aiuterà a far sparire dalla tua vita la lamentela, il senso di impotenza, la sottomissione, il giudizio, il senso di separazione e solitudine. Il tuo “bambino interiore cristallizzato”* sarà costretto a crescere, e non potrà più infastidirti con i suoi capricci, le sue paure e le sue accuse. Le parti separate che ora spadroneggiano e ti portano di qua e di là senza una reale direzione verranno dissolte, e potrai sentire dentro che sei tu, a determinare in che modo vuoi impiegare il tuo tempo di vita. Potrai diventare “la forza che viene da dentro”. Ora, ho scritto come se conoscessi già la tecnica, mentre è possibile che, nonostante i dieci anni di diffusione mediante conferenze, libri, corsi, video e articoli, tu ancora non sappia cosa sia questa benedetta EFT, sulle cui basi ho concepito EFT-I. Oppure, hai accumulato molteplici esperienze con EFT e la padroneggi al meglio.

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Anche io, dopo qualche anno di pratica, pensavo di sapere tanto. Invece, nella mia vita sono comparsi approcci (e persone che li hanno ideati ed insegnati) che mi hanno aperto ulteriormente la visione. Ho potuto conoscere il Dr. Willem Lammers e approfondire Logosintesi, che rappresenta la struttura teorica di EFT-I. L’incontro con il Dr. Di Spazio, e grazie al prezioso contributo di Giacinto Olivieri, ha portato all’ideazione di AGER. Ho conosciuto e portato in Italia due mostri sacri delle Tecniche Energetiche Provocative, il Dr. David Lake e Steve Wells. Ho avviato collaborazioni con importanti ricercatori, assieme ai quali scandagliamo l’orizzonte umano per trarne sempre maggiori spunti di crescita. Ho quindi deciso di dare un nome al bagaglio culturale ed esperienziale accumulato, che va oltre la classica EFT insegnata ormai in tutto il mondo. Ho dato una struttura a questa sapienza, ed alla pratica che ne deriva. L’ho chiamata EFT-I (EFT Integrata). Come scoprirai nel manuale, EFT-I è in primis uno strumento evolutivo. Per evoluzione intendo la messa in pratica delle potenzialità, l’ampliamento della capacità di prendersi responsabilità, e l’espansione della consapevolezza. Evolvere significa quindi muoversi verso la sovranità interiore, lasciando decadere le abitudini e gli schemi mentali tipici del suddito. La vita sulla Terra cambia sempre più rapidamente, e c’è la possibilità di raggiungere livelli di coscienza impensabili fino a pochi anni fa. EFT-I è uno strumento ideato allo scopo di favorire una evoluzione armonica, che coniughi la dimensione orizzontale a quella verticale: materia e spirito contemporaneamente. EFT-I integra, in modo funzionale, l’approccio teorico e pratico di Logosintesi con la modalità prettamente somatica tipica di EFT, ed espande l’orizzonte temporale inserendo le variabili genealogiche. Inoltre è strutturata per ricordare al praticante il suo potere creativo, la magnificenza implicita nell’essere umano, la sua sovranità Individuale. Rappresenta uno strumento per rendere la tua vita (ancor più) straordinaria, e fare tesoro del tempo che puoi trascorrere sul pianeta. Quindi quale che sia la tua provenienza culturale, questo libro ti sarà d’aiuto. Ne sono certo.

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Pensa che una mia amica aveva paura di non essere interessante per gli altri, poiché quando era piccola i genitori tendevano a non ascoltarla e lei ancora oggi reagiva alle “rappresentazioni cristallizzate” dei genitori. Mi chiese di fare una sessione di EFT-I, al termine della quale si è ritrovata con un mondo interiore profondamente mutato. Non solo ha smesso di ritenersi non interessante, ma ora è consapevole di poter essere utile alle persone che incontra sulla sua strada. Bene, per me è lo stesso. Questo manuale sarà per te interessante, ed utile al tuo percorso di vita. Lo so perché dietro a questo libro c’è un intento. Tra pochi mesi, forse già tra qualche settimana, ti accorgerai di una presenza interiore mai sperimentata prima. Inizierai a sentirti sovrano/a del tuo regno. Ti guarderai indietro, e sul tuo volto apparirà un sorriso pensando a “com’eri”. Anche la farfalla, prima di allontanarsi e volare la sua vita, sorride al bozzolo che l’ha protetta, e ospitata. Preparati a dispiegare le ali. Buon viaggio, dentro e fuori. Andrea Fredi * Con Bambino Interiore intendo quelle parti dell’essere umano che, durante l’infanzia, si cristallizzano e mantengono quindi un tipo di consapevolezza tipicamente infantile. La paura, il senso di abbandono, il giudizio, il senso di impotenza e in generale tutte le emozioni automatiche sono un prodotto del BIC (Bambino Interiore Cristallizzato). Ben diversa è la capacità di rimanere bambini, quando la situazione lo richiede o semplicemente lo si desidera.

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INTRODUZIONE

Questo libro ha un intento: risvegliare la tua sovranità individuale. Ciò può avvenire grazie ad un sapiente utilizzo di vari metodi elaborati negli ultimi decenni, la cui summa è rappresentata da EFT-I. Il mio è un intento egoistico: voglio che questo approccio ti aiuti dapprima a desiderare di essere sovrano/a, e solo in seguito a raggiungere gli obiettivi a te cari. Perché egoistico? Poiché è mio interesse che quante più persone smettano di pensare, sentire ed agire come gregge: solo così potranno avere degli obiettivi reali. Solo chi regna su se stesso può davvero focalizzare un intento; gli altri possono pensare di avere desideri e obiettivi propri, mentre in realtà vengono costantemente manovrati da chi ha strutture energetiche solide, e conosce le leve per orientare la psiche. Ritengo il discernimento e l’indipendenza caratteristiche necessarie per l’evoluzione del pianeta, compresi i curiosi bipedi che lo abitano. Quindi, se dieci anni fa ho incominciato a girare per l’Italia diffondendo la EFT, ora farò lo stesso in Europa e con un intento, a mio avviso, più maturo ed in linea con “chi” sono diventato. Agire nell’individuale per influenzare il sociale. Questo libro è anche inteso come percorso introduttivo alla teoria ed alla pratica di EFT Integrata, perciò troverai informazioni molto diverse rispetto a quelle che ho divulgato anni fa. Se hai letto “Il Codice del Benessere” (2004) riconoscerai che molto è cambiato in questi anni. Se non lo hai letto, ti consiglio di farlo. Quantomeno “Il Nuovo Codice del Benessere” (2010), poiché contiene indicazioni teoriche e pratiche che ho evitato di ripetere nel presente manuale. Seguire l’ordine dei capitoli è consigliato (ma se anche non lo fai va bene lo stesso) soprattutto se questo è il primo incontro con il metodo. Con il tempo scoprirai che EFT-I fluisce, e agisce, quanto più riesci ad osservarti mentre vivi le diverse situazioni che senti problematiche. In pratica: osservo il disagio ed esprimo tutto ciò che penso e sento mentre attivo i punti sui meridiani. Questo mi conduce ad una progressiva dis-identificazione dalla tematica e dalla mia conseguente reazione. L’energia collegata ad essa passa da una condizione di stasi ad una

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dinamica. Un ventaglio di opzioni si apre, laddove c’era una scelta che appariva obbligata. Soprattutto, focalizzo l’attenzione sulla consapevolezza che la situazione che genera disagio è una mia emanazione, proviene da me. La situazione che genera disagio è una mia emanazione, proviene da me In EFT-I non esiste un fuori “cattivo” e separato da me che vuole farmi soffrire. Tutto ciò che vivo è una proiezione della mia coscienza o, molto più spesso, del mio inconscio. Nella EFT arcaica si focalizzava l’attenzione sulla situazione disturbante: “Anche se Tizio si comporta così e mi da fastidio, io mi amo e mi accetto completamente e profondamente”. In EFT-I non poniamo l’accento sul comportamento altrui, ma lo consideriamo una emanazione di noi. “Anche se qualcosa in me attiva il comportamento di Tizio, tutto questo può cambiare, e sta cambiando mentre lo osservo”. Il gioco sta nello spostare il focus su di sé, attribuendosi il ruolo di causa prima di qualsiasi cosa si manifesti. Sebbene possa apparire illogico o impossibile, questo approccio assolve ad una funzione fondamentale: allena a sentirsi sovrani.

Questo approccio allena a sentirsi sovrani

Siamo educati e abituati ad accusare il mondo per tutto quello che ci accade, a lamentarci per ciò che non va, a riverire l’esterno come qualcosa di immensamente più grande di noi. Recitiamo costanti professioni di fede nel mondo, dimenticando che l’ambiente così come lo conosciamo avviene solo all’interno della nostra coscienza. Così, è lì che dobbiamo agire se vogliamo una vita più viva e soddisfacente. Allora la stimolazione dei punti sui Meridiani è sì utile, se la orientiamo al restare presenti a noi stessi. Se viviamo una situazione che ci crea disagio, partiamo dalla forma mentis che è tutto una nostra emanazione, anche se inconscia. Consideriamola uno specchio che ci mostra parti di noi ancora ignote, o comunque separate. Il nostro essere propaga onde nel plasma spaziotemporale, ed esso si adegua manifestando persone, luoghi, situazioni in accordo con le onde che emettiamo. Se anche ci sembra

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impossibile, facciamo uno sforzo! Facciamo finta che sia così, e agiamo a partire da questa idea. Automaticamente ogni persona che ci da fastidio, ogni situazione, ogni evento del passato e fantasia del futuro diventa occasione di espansione della consapevolezza. “Conosci te sesso” era scritto all’entrata dell’Oracolo di Delfi, in Grecia. Guardando il mondo conosco me stesso, e così perdo anche il bisogno di cambiarlo. Curiosamente, quando smetto di avere bisogno di cambiare il mondo (le persone, le situazioni, il passato, il futuro) esso tende a cambiare, ad armonizzarsi. Si aprono finestre là dove c’erano muri. Allora la mia coscienza torna nel presente (il corpo già vi si trova) e finalmente si siede sul trono che le spetta. Da lì, crea l’istante.

Nel presente creo l’istante Allora avrà senso chiedersi: chi c’è dietro al mio sguardo? Ci sono, dietro al mio sguardo?

Chi c’è dietro al mio sguardo? Ci sono, dietro al mio sguardo? Mentre le parole precedenti stanno ancora risuonando, porto l’attenzione sulla necessità di leggere attentamente quanto scritto nelle Avvertenze che seguono prima di sperimentare, in qualunque modo, EFT-I. Sottolineo che tutte le opinioni espresse in questo libro sono frutto dei miei studi e delle mie esperienze e non vanno intese come consiglio medico. Io, Andrea Fredi, non sono medico né possiedo alcuna laurea in Medicina, Psicologia o Scienze Politiche. Le mie opere non rappresentano altro se non la mia personale interpretazione di EFT-I supportata da quello che considero il più importante indice di valutazione di qualsiasi metodo: i risultati. Buona vibra, Andrea

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AVVERTENZE

Le informazioni contenute in questo e-book sono di natura didattica e sono fornite solo come informazioni generali. EFT-I è un approccio relativamente nuovo e la misura della sua efficacia, così come i rischi ed i benefici non sono conosciuti completamente. Il lettore è d’accordo nell’assumersi ed accetta la piena responsabilità per ogni e qualunque rischio associato alla lettura di questo e-book e nell’utilizzo di EFT-I come risultato. Il lettore comprende che se lui o lei sceglie di utilizzare EFT-I, emozioni o sensazioni fisiche o memorie irrisolte potrebbero emergere. Ciò potrebbe essere percepito come effetto collaterale negativo. Materiale emotivo potrebbe continuare ad emergere dopo l’utilizzo di EFT-I, indicando che altre tematiche necessitano di essere valutate. Memorie in precedenza vivide e dolorose potrebbero dissolversi, limitando la capacità di fornire testimonianze legali dettagliate riguardo accadimenti traumatici. Le informazioni presentate in questo testo non sono intese a rappresentare che EFT-I sia utilizzata per diagnosticare, trattare, curare, o prevenire alcuna malattia o disordine psicologico. EFT-I non sostituisce un trattamento medico o psicologico. I casi presentati in questo testo non costituiscono alcuna garanzia o predizione riguardo ad alcun risultato nell’utilizzo individuale di EFT-I per alcuna particolare problematica. L’autore non fornisce alcuna garanzia o predizione riguardo alcun risultato derivante dall’utilizzo di EFT-I per alcuna particolare problematica. Le informazioni presentate in questo e-book sono solo per il tuo uso personale. Per poter utilizzare EFT-I con altri, è consigliabile divenire sufficientemente formato sull’argomento. Sebbene i materiali ed i link ad altre risorse siano forniti in buona fede, l’accuratezza, la validità, l’efficacia, la completezza, o l’utilità di qualunque informazione qui contenuta, così come in qualunque pubblicazione, non possono essere garantite. L’autore non accetta alcuna responsabilità per l’utilizzo corretto o meno delle informazioni contenute in questo e-book. Consiglio di cercare consulenza professionale appropriata prima di praticare

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qualunque protocollo od opinione espressi in questo e-book, e prima di prendere qualunque decisione riguardo alla salute. Se qualsiasi corte legifera che qualsiasi parte di questo Disclaimer sia invalida, il Disclaimer sta come se queste parti fossero tolte. Continuando a leggere questo testo sei d’accordo con quanto sopra.

AVVERTENZE BIS

Questo libro non è stato canalizzato, bensì è frutto dell’ingegno e dell’esperienza di un essere umano chiamato Andrea Fredi. Nessuna entità spirituale ha dichiaratamente ispirato questi versi, tuttavia grazie al Copyright Creative Commons anche i Maestri, gli Angeli, le Fate ed i Folletti potranno far circolare liberamente questo libro all’interno dei mondi spirituali e non, ovviamente ricordandosi di attribuire all’autore la paternità dell’opera. Quindi che tu sia umano o altro, sappi che puoi:

diffondere liberamente questo ebook senza chiedere nulla in cambio, nemmeno un indirizzo email;

stamparlo e divulgarlo;

utilizzarlo citando sempre la fonte, ovvero Andrea Fredi; e non puoi:

utilizzarlo o citarlo attribuendotene la paternità;

modificarlo in alcun modo;

utilizzarlo in toto o in parte per elaborare una tua opera;

venderlo o fornirlo in cambio di denaro o altro valore.

ATTENZIONE! All’interno del libro potrebbero esserci tracce di temi “politicamente o spiritualmente scorretti”. In caso di allergia a punti di vista divergenti e non condivisi dal proprio gruppo culturale di appartenenza, si consiglia di sospendere immediatamente la lettura e di rivolgersi al proprio guru per chiedere lumi sul da farsi. Se il maestro dovesse essere impegnato in interminabili partite a scopa (ovviamente per il bene dell’umanità), oppure se comunica unicamente in aramaico

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con inflessioni mandarine e il traduttore ha un attacco di otite, è opportuno attendere un suo messaggio rimanendo in equilibrio sull’alluce del piede sinistro, ma solo se nelle 13 ore precedenti si è incontrato un unicorno parcheggiato in doppia fila. Se sprovvisti di guru, è d’uopo procurarsene uno, anche di seconda mano. Al mercato di Bombay si trovano ottime occasioni a prezzi modici, ed effettuano anche spedizioni internazionali. Se l’allergia permane si consiglia di inviare l’ebook alla propria lista di contatti, chiedendo loro di leggerlo e fornire un’opinione. In caso di valutazione negativa, meglio attenersi al loro insindacabile giudizio e seguire il proprio istinto gregario. Potrebbe di conseguenza essere necessario sospendere la lettura a tempo indeterminato, e dimenticare per sempre questo manuale. Se le parole qui sopra hanno provocato reazioni, una volta posta la domanda: “Che cosa in me reagisce a queste parole?” e trovata risposta, prevedo che il libro possa diventare un vero toccasana. Nelle prossime pagine vedremo come nasce una reazione (la quale spesso si manifesta come sintomo psicosomatico) e come utilizzarla per andare oltre, ottenendo una significativa crescita di consapevolezza. Senza la capacità di osservare le proprie reazioni non si esce dalla gabbia dell’illusione. Senza la capacità di trasformare le reazioni, si cede al mondo anche la propria parte di potere creativo, diventando (o rimanendo) sudditi. Con l’abilità di rimanere al centro, invece, ogni reazione diventa occasione di trasformazione interiore.

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CAPITOLO I: Muovere energia

Per produrre qualsiasi cambiamento, il primo passo è la consapevolezza della situazione attuale e di ciò che la determina: ecco perché è necessario guardare da vicino ciò che limita la manifestazione dei nostri meravigliosi potenziali: l’energia congelata in rappresentazioni. Fino a quando parte della nostra energia rimane cristallizzata in ciò che abbiamo vissuto (memorie), ciò che abbiamo temuto o sperato di vivere (fantasie), e ciò che crediamo vero (credenze), non possiamo orientarla verso la creazione della vita che intendiamo vivere. Non solo, l’energia cristallizzata ci impedisce anche di sapere ciò che vogliamo, e ancor meno di attivarci per crearlo. Una persona con buona parte della propria energia congelata vivrà come un automa, non si porrà domande, sarà come una palla durante una partita di calcio. La capacità di orientarsi ed orientare passa forzatamente dalla liberazione della propria energia (consapevolezza), favorendone nuovamente la circolazione. L’idea di base è che ci siano essenzialmente due manifestazioni dell’energia: in flusso o statica. Un po’ come l’acqua che rimane tale pur variando di stato (vapore, liquido, ghiaccio). Entrambe le manifestazioni sono necessarie ed imprescindibili, poiché un mondo di solo flusso sarebbe senza forma, mentre uno di sola stasi sarebbe immobile, congelato. Il mondo di solo flusso è, probabilmente, ciò che gli umani intendono per divino, assoluto. Probabilmente, una dimensione non assoggettata a leggi. L’energia fluisce, poi si cristallizza in una forma, infine torna a fluire in quella che molti poeti hanno descritto come danza dell’Universo. Come suggeriva Julian Huxley: “L’uomo è l’evoluzione che diventa cosciente di se stessa”. Perciò ogni istante della vita di un essere umano contiene il potenziale per esprimere consapevolezza. Proprio perché potenziale non avviene da sé, è necessaria una intenzione unita alla capacità di andare oltre i meccanismi automatici di espressione della vita, i quali sono disegnati secondo linee di minor resistenza. La paura di parlare in pubblico, il timore di rivolgersi agli sconosciuti, il protrarre indefinitamente il senso di colpa, il ritenersi indegni dell’abbondanza sono pensieri (e di conseguenza

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comportamenti) automatici, ovvero avvengono senza la nostra volontà. Sono reazioni a rappresentazioni congelate le quali ci governano (e per certi versi ci semplificano la vita) finché non ci accorgiamo della loro presenza, e le dissolviamo. Durante la nostra esistenza apprendiamo a rispondere ai diversi stimoli e creiamo rappresentazioni di tutto ciò che incontriamo o pensiamo, siano esse persone, luoghi, situazioni, idee.

Creiamo rappresentazioni di tutto ciò che incontriamo o pensiamo Queste rappresentazioni sono delle istantanee multi-sensoriali (catturate o costruite da uno o più dei cinque sensi) che ci permettono di orientarci in situazioni simili. Apprendiamo quindi una risposta automatica, che facilita la nostra permanenza sul pianeta. Pensiamo, ad esempio, se dovessimo ogni giorno porre attenzione a qualsiasi movimento che facciamo, come quando da bambini stavamo imparando a camminare o a mangiare da soli. Il sistema di rappresentazioni ci permette di svolgere molte funzioni in modo automatico, quindi più efficace. Grazie ad esse, possiamo rispondere alle domande che costantemente ci poniamo quando riceviamo un qualunque stimolo: “Che cos’è? Cosa faccio?”.

Ogni stimolo attiva in noi le domande: “Che cos’è? Cosa faccio?” Arriviamo al semaforo rosso, e automaticamente ci fermiamo poiché abbiamo la rappresentazione del semaforo con il significato del colore. Questo non vuol dire che non possiamo osservarci (ergo rimanere consapevoli di noi stessi) mentre percepiamo il semaforo e reagiamo ad esso. Anzi, l’osservarci mentre svolgiamo funzioni automatiche ci permette di migliorarle ulteriormente. Lo ripeto:

l’osservarci mentre svolgiamo funzioni automatiche ci permette di migliorarle ulteriormente

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Questo è il cuore del divenire maestri in ogni pratica, dal dipingere al tiro con l’arco: far sì che avvenga, ed osservarci mentre accade. Riassumendo, collezioniamo rappresentazioni di qualsiasi cosa viviamo, e ci facciamo guidare da esse senza accorgercene. Finché sono adeguate a ciò che stiamo vivendo, e sono in linea con il nostro cammino terreno, tutto bene. Il casino inizia (molto presto) quando le rappresentazioni sono distorte e agiscono come specchi deformanti. Ciò avviene quando viviamo un evento e non abbiamo sufficiente consapevolezza e/o informazioni per comprenderlo e gestirlo. Per esempio: siamo bambini, e un genitore normalmente amorevole si rivolge a noi con rabbia o scherno. Magari lo fa perché è disturbato dal mobbing sul lavoro, ma a tre o quattro anni di età non possiamo saperlo. Questa situazione è per noi fonte di stress, e non abbiamo strumenti adeguati per gestirlo. A questo punto, creiamo (inconsapevolmente) una rappresentazione dell’adulto arrabbiato, e una parte della nostra energia (consapevolezza) viene congelata in essa, come per riequilibrarla. Un po’ come gli atomi che cedono un elettrone per stabilizzarsi. Avremo quindi una rappresentazione cristallizzata dell’adulto arrabbiato, che ci permette in qualche modo di gestire la situazione e soprattutto di sapere come reagire nel caso un evento simile si riproponga. La mente cristallizza le informazioni (sensoriali, emozionali, mentali) che

non è riuscita a comprendere pienamente Ecco che, la prossima volta che ci troveremo di fronte ad un adulto arrabbiato, avremo una risposta automatica (la migliore che possiamo avere in base al nostro grado di consapevolezza) per reagire alla situazione. Fino a quando non individuiamo e aggiorniamo queste rappresentazioni, esse tendono a permanere. Alcune vengono aggiornate durante il processo di crescita, soprattutto quelle poco cariche di energia, lievemente polarizzate. Pensiamo a come ci sentivamo da bambini nella cameretta buia, dove immaginavamo mostri ed orchi, e a come ci sentiamo oggi (magari qualcuno russa come un orco, ma questa è tutta un’altra storia). Un amico mi ha raccontato che quando era piccolo e si metteva a letto, vedeva un’ombra sul muro simile ad una testa. Guardava

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la finestra, e non c’era nulla. Poi guardava nuovamente il muro, e ancora l’ombra lo terrorizzava (reagiva alla fantasia che ci fosse un mostro, poiché la sua consapevolezza di bimbo non gli permetteva di comprendere la situazione). A un certo punto ha abbassato il ginocchio, ed ha visto che l’ombra era scomparsa. Era il suo ginocchio! Un aumento di informazioni e consapevolezza determina un cambiamento nella percezione del mondo.

Un aumento di informazioni e consapevolezza determina un cambiamento nella percezione del mondo

In questo esempio, il bambino non ha avuto bisogno di applicare EFT-I (all’epoca non esisteva nemmeno), è bastato un aumento di informazioni e la paura è svanita. In molti casi infatti adeguiamo spontaneamente le nostre risposte agli stimoli interiori ed esteriori. Quando ciò non avviene, iniziano i problemi. Siamo di fronte ad una situazione nel qui-ed-ora, ma reagiamo come dieci o vent’anni prima. Il direttore ci sgrida, e noi non reagiamo da adulti sicuri di sé quanto piuttosto come bambini sgridati dal babbo incavolato. In casi del genere la rappresentazione congelata del babbo arrabbiato si sovrappone alla figura del direttore, impedendoci di reagire in modo adeguato. In pratica, la nostra percezione della realtà è limitata e filtrata da queste lenti obsolete e non più funzionali. Se vogliamo fare un aggiornamento del nostro sistema di percezione e risposta, ora abbiamo uno strumento: EFT-I.

Se desideri aggiornare il tuo sistema di rappresentazione della realtà per espandere la tua consapevolezza, ecco uno strumento potente e

funzionale: EFT-I Utilizziamo la stimolazione dei meridiani per fornire nuove informazioni al sistema, dissolvere le rappresentazioni limitanti e renderci più leggeri e meno polarizzati. Che io sia sempre +, o sempre -, devo comunque cercare un equilibrio mentre vivo ogni singolo istante. Questo implica che io sposti potenziali energetici in una direzione o nell’altra, generando una

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reazione uguale e contraria. Se sono leggero, reagisco a qualunque cosa io abbia attratto spostando poca energia, consumando meno. Più la mia energia è congelata in rappresentazioni disfunzionali, più sono identificato con ciò che vivo.

Più la mia energia è congelata in rappresentazioni disfunzionali, più sono identificato con ciò che vivo

Questo significa essere schiavi di un binario, non avere altre opzioni se non uno schema precostituito. Se la mia energia è investita in un sistema di rappresentazione (più) adeguato al tempo presente, mi ritrovo con maggiore consapevolezza per essere ed agire nel qui-ed-ora. Posso generare una risposta adeguata allo stimolo che mi arriva, perché il ventaglio di possibilità è più ampio. Sono meno preda delle reazioni automatiche, ergo più consapevole. Che spettacolo!!

Meno preda delle reazioni automatiche = più consapevole La stasi energetica (energia cristallizzata) si manifesta generalmente in quattro modi: come tensione, disagio o malattia fisica; come sentimento o stato emotivo disarmonico; come limite o disagio mentale; come mancanza di senso. In pratica, con il termine stasi possiamo intendere qualunque manifestazione di squilibrio o blocco nel corpo, nelle emozioni, nella mente e nello spirito. Così considerata, questa qualità di energia particolarmente densa rappresenta ciò che ci impedisce di accedere pienamente ai nostri immensi potenziali ed imprigiona le nostre risorse. Un’altra caratteristica delle rappresentazioni congelate è la loro straordinaria capacità di consumare inutilmente l’energia della quale siamo dotati e di lasciarci così senza altro “carburante” se non per sopravvivere. Pensiamo alle enormi quantità di energia che impieghiamo quotidianamente per nutrire tensioni muscolari, paure, lamentele, rancori, giudizi, sensi di colpa, convinzioni limitanti, e così via: è normale

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che arriviamo a sera stanchi, sfiduciati e privi di quel bagliore negli occhi che denota la presenza di passione per la vita. Le rappresentazioni congelate consumano inutilmente la nostra energia,

sottraendola a ciò che ci sta davvero a cuore Se vogliamo vivere intensamente e manifestare il genio sopito dentro di noi dobbiamo aggiornare il filtro che ci permette di interagire con l’ambiente, aumentando la consapevolezza. Come possiamo fare? Partendo da ciò che ci è più famigliare, con il quale spesso ci identifichiamo: il corpo. Ogni essere umano, che ne sia al corrente o meno, è dotato di un reticolo che trasporta energia (quindi informazioni) ad ogni distretto corporeo. La Medicina Tradizionale Cinese ha identificato, circa 5000 anni fa, i cosiddetti “Meridiani”. Essi rappresentano l’interfaccia tra noi e l’ambiente, influiscono e vengono influenzati dalle rappresentazioni (di noi e dell’ambiente) che abbiamo accumulato. Una modalità efficace per adeguare queste rappresentazioni consiste nella stimolazione del sistema energetico attraverso i suoi punti di accesso, presenti sulla pelle. Attivarli mentre si è focalizzati sulla tematica che si desidera trasformare veicola nuove informazioni, realizzando una sorta di aggiornamento del sistema riguardo all’argomento in questione. L’energia congelata in rappresentazioni non più funzionali viene liberata, dissolvendo l’illusione (che veniva percepita come realtà).

Praticando EFT-I liberi l’energia congelata, dissolvendo le illusioni Così, tornando all’esempio precedente, se applico EFT-I alla rappresentazione del babbo arrabbiato libero l’energia in essa contenuta, riportandola in uno stato di flusso. Ora che l’istantanea multi-sensoriale del babbo arrabbiato è stata svuotata, posso reagire al direttore in modo più funzionale e libero. Posso percepirlo come persona, e non più come alter ego del babbo arrabbiato. Più pratico il metodo, più vaporizzo rappresentazioni limitanti, più posso esprimere liberamente la mia Essenza nel tempo e nello spazio.

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Inoltre, dissolvere energia congelata presenta notevoli vantaggi. Più la nostra energia è cristallizzata, più veniamo agiti e orientati da essa, senza discernimento e direzione consapevole. Il poeta Arthur Rimbaud scriveva: “Io non penso, sono pensato”. In questa semplice frase ha rappresentato la realtà di miliardi di umani, pensati e gestiti dai loro mondi congelati senza che ne siano coscienti. Favorire la transizione della propria energia (che, lo ricordo, qui è intesa come sinonimo di consapevolezza) da cristallizzata a fluida permette di orientarla verso ciò che si desidera nel profondo. Solo così la famosa Legge d’Attrazione può essere utilizzata consapevolmente ed in modo efficace.

PUNTI SALIENTI DEL CAPITOLO I

Tutto è energia, che si esprime in diverse frequenze. Può essere in flusso o statica

Per orientarci nel mondo abbiamo bisogno di rappresentazioni, la nostra mappa. Rappresentazioni congelate sono come software non aggiornati: magari funzionano, ma non esprimono tutto il loro potenziale di orientamento e comprensione dell’esistenza

La mente cristallizza le informazioni (sensoriali, emozionali, mentali) che non è riuscita a comprendere pienamente. Esse tendono a permanere nel tempo, limitando l’espansione di consapevolezza e la manifestazione dei potenziali; inoltre, consumano energia

Alle rappresentazioni congelate reagiamo in modo totalmente automatico. Questo garantisce una maggiore velocità di risposta all’ambiente, a discapito della consapevolezza

I mondi congelati attivano la Legge d’Attrazione a nostro discapito, senza che ce ne accorgiamo. Liberare questa energia significa poterla orientare verso ciò che intimamente desideriamo

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CAPITOLO II: Veni, vedi, memi!

Caio Giulio non me ne voglia, se utilizzo e modifico la sua celebre affermazione per presentare una teoria poco conosciuta e molto contrastata: la memetica. Espressa nel 1976 da Richard Dawkins, nel suo libro “Il gene egoista”, propugna l’idea che i concetti culturali (ovvero qualsiasi cosa possa essere compresa da un intelletto) siano simili ai geni e come tali si propaghino. In pratica, un meme è un’unità culturale che tende a replicarsi, a mutare e ad essere selezionata. I memi sono i replicatori che permettono la trasmissione e la mutazione della cultura di generazione in generazione. Pur essendo controversa e difficile da verificare sperimentalmente (i geni sono biologici, i memi non lo sono), oltre che priva dell’aspetto spirituale che ritengo centrale per spiegare la vita, ho scelto di citare la memetica per introdurre l’argomento-chiave delle credenze. Con il termine credenza indichiamo un’idea che ha la funzione di interpretare la vita e l’ambiente, e che permette di gestirli ed orientarsi in essi. I risultati possono essere molto diversi in base alle credenze adottate. Possiamo immaginare la profonda differenza di percezione, sensazione, emozione e comportamento di una persona che vive con la credenza di essere immeritevole, rispetto ad un’altra che crede la vita un dono del divino. Infatti le credenze modulano la percezione sensoriale ed emozionale, il pensiero e di conseguenza il comportamento. Qualsiasi cosa io creda, tenderò a manifestarla nella vita poiché i miei pensieri, emozioni, percezioni e azioni saranno orientati a confermarla. Non solo, l’insieme delle mie credenze (consce e soprattutto inconsce) è in massima parte costituito da rappresentazioni congelate.

L’insieme delle mie credenze è in massima parte costituito da rappresentazioni congelate

Di conseguenza la visione del mondo che mi troverò ad avere sarà come una fotografia del passato. Sai che quando vedi una stella in realtà la osservi com’era centinaia, migliaia di anni fa? Bene, le credenze che hai riguardo a te stesso/a e al mondo sono, similmente, luce cristallizzata. Da un lato ti permettono di predire il futuro (hai la credenza/meme che devi

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occupare la corsia destra della strada; se non lo fai, rischi una collisione), dall’altro ti trovi a credere cose che sono ormai obsolete e soprattutto non risuonano con la tua Essenza: “se ti masturbi vai all’inferno” (invece se masturbi, puoi far andare in paradiso); “le femmine sono inferiori ai maschi”; “l’obbedienza è una virtù”; etc. Il gioco sta nel passare in esame tutte le credenze, anche quelle che appaiono logiche e accettate dalla società (in alcune comunità va benissimo recidere il clitoride alle bambine) così come quelle politicamente o “spiritualmente” corrette. Qualsiasi cosa tu creda può essere, in toto o in parte, energia congelata, luce riflessa di un lontano passato dove la consapevolezza era più limitata rispetto ad ora. Qualsiasi cosa tu creda può essere, in toto o in parte, energia congelata,

luce riflessa di un lontano passato con minore consapevolezza Meritevole è quindi un’opera di indagine interiore, alla ricerca di idee e convinzioni che abbiamo semplicemente appreso e inconsapevolmente accettato. Scavare in siffatta maniera all’interno di sé produce diversi risultati: ci si accorge che la propria visione del mondo è per molti versi quella di persone venute prima di noi; si sviluppa la tendenza a restare presenti, per valutare istante dopo istante ciò che accade. Si apprende altresì a pensare e ad agire da sovrani. Infatti il suddito china la testa (magari lamentandosi e maledicendo sottovoce), mentre il sovrano valuta la situazione e la osserva da diversi punti di vista.

Suddito o sovrano?

In questo paragrafo cercherò di convincerti a rimanere (o ritornare) suddito. Infatti un sovrano non ha bisogno di venire convinto, intrinsecamente sa di esserlo e agisce di conseguenza. Quindi, vediamo se posso dare il mio contributo a rinfoltire le peraltro già nutrite schiere di sudditi interiori. Ci sono innumerevoli vantaggi insiti nella sudditanza: non bisogna sforzarsi di pensare; basta obbedire e ci si sente a posto con la coscienza; se qualcosa va storto, si può accusare il mondo esterno; tra sudditi, la

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lamentela è la modalità preferita di comunicazione e rinforza il senso di appartenenza; ci si può sentire piccoli e indifesi, proprio come quando si era bambini; se quelli che vengono eletti nel ruolo di genitori (stato, istituzioni, partner, capi, guru, mentori, etc.) non agiscono secondo le aspettative, il suddito può sentirsi tradito e lamentarsi, abilità che ha ampiamente allenato pensando a ciò che gli hanno fatto mamma e papà: dandogli un fratello/sorella che gli hanno sottratto il ruolo di primadonna; non dandoglielo, lasciandolo in una angosciante solitudine; trasferendosi da quella casa che amava tanto; restando in quella casa che odiava tanto; inducendolo ad essere se stesso, quindi privandolo di guida ed esempio; dicendogli come doveva essere, soffocandolo; et lamentaris in saecula saeculorum. Inoltre, al suddito non è richiesta alcuna evoluzione. Può permettersi di rimanere uguale a sé stesso (e per certi versi anche di acuire le sue fragilità) seguendo la massa. Nessuno sforzo di espansione della coscienza, basta sopravvivere e concedersi qualche piacere ogni tanto, per i più virtuosi condito con una goccia di senso di colpa millesimato. Il suddito è, in buona sostanza, un dividuo. Apparentemente, una vita più facile. Poi, alla sua dipartita, la Storia ne perde le tracce. Però chi se ne frega se non creo un nucleo di coscienza permanente, l’importante è sopravvivere intanto che sono qui, no? La sovranità richiede ben altra attitudine. Innanzitutto una responsabilità totale per ciò che accade. Non esistono più gli infantili “è colpa sua; è cattivo/a; mi fa male; Gesù aiutami tu; il mondo ce l’ha con me; etc.” bensì un sistema di credenze che porta a considerarsi il centro del proprio universo. Non solo, il sovrano è consapevole che ogni persona che incontra ed il modo con il quale agisce rappresenta un suo specchio. Per questo, ogni mondo congelato che viene dissolto nell’altro è come se fosse stato trasmutato anche all’interno di sé.

Ogni persona che aiutiamo a tornare in sé facilita la creazione di un nostro centro di gravità permanente

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Ogni giorno è un’occasione per osservarsi ed integrare parti di sé frammentate. In questo modo si diventa individui. Individuo: tutto ciò che non si può dividere, frammentare. Tutto ciò che

ha una personalità, una esistenza tutta sua speciale Utilizzando EFT-I potrai smettere di essere come un asteroide che vaga nello spazio, bensì potrai volgerti sempre più verso il tuo centro, e cominciare a pensare, sentire ed agire come un Sole in miniatura. Torniamo ai memi: nella mia visione si possono equiparare ai “campi-pensiero” di Callahan, e stazionano non tanto dentro il cervello degli esseri umani, quanto piuttosto nel campo morfogenetico universale (chiamato anche Plasma spaziotemporale) che accoglie e unisce ogni creatura. Le credenze quindi non sono dentro di noi, bensì attorno a noi, nel nostro spazio personale. Il cervello funge da decoder, e le traduce in pensieri, emozioni e azioni. Anche i luoghi stessi contengono campi-pensiero che condizionano chi vi si immerge (ed ha, nel suo “terreno”, una sensibilizzazione verso di essi): ad esempio, di fronte ad una platea posso pensare certe cose di me e del mondo, mentre davanti ai miei familiari posso esprimere una visione di me e della vita completamente differente. Possiamo quindi suddividere le credenze in assolute e relative. Quelle assolute le abbiamo in ogni occasione, normalmente si riferiscono a idee che riteniamo immutabili (sono proprio un incapace; i ricchi sono disonesti; se faccio il mio dovere verrò premiato; etc.) e sono le più potenti. Quelle relative si “svegliano” solo in certe occasioni, o in presenza di determinate persone. Ovviamente, un cambiamento in una credenza assoluta potrà avere effetti a catena in ogni aspetto della vita (passo da: “Sono un perdente” a “Sono in grado di ottenere ciò che desidero”), mentre una variazione di credenza relativa porterà cambiamenti nel suo specifico ambito di pertinenza. Nelle mie ricerche ho incontrato tre modalità di incorporazione di una credenza:

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1. Ereditandola inconsciamente dal sistema famigliare nel quale si

nasce 2. Imparandola per imitazione 3. Apprendendola per trasmissione diretta

Se il 2 ed il 3 sono facilmente immaginabili, l’1 richiede la conoscenza delle dinamiche trans-generazionali e dei suoi meccanismi di trasmissione. Rimando al mio ebook gratuito: “AGER – Age Gate Emotional Release” disponibile sul sito www.andreafredi.com e www.eft-italia.it per maggiori informazioni in merito. Nel percorso didattico di EFT-I viene dato particolare risalto alle credenze, a come individuarle e soprattutto alle strategie per poterle trasformare. Un ulteriore spunto è la dissoluzione di una credenza tramite la sinergia di consapevolezza ed elaborazione energetica. Spesso le convinzioni hanno più livelli, e se restiamo in superficie possiamo renderci conto della loro obsolescenza, e pur tuttavia rimanerne schiavi. Per esempio, in quanto nato in un paese cattolico posso aver incorporato il meme “il sesso prima del matrimonio è peccato”. Una volta raggiunta la capacità di ragionare posso rendermi conto delle sue basi storiche e sociali, tuttavia ad un livello più profondo essa è energia congelata e come tale non muta, non evolve. Mi troverò quindi a sapere razionalmente che il sesso non è peccato e che tale meme è stato usato dalla chiesa per fini di potere, mentre una parte di me si sentirà “sbagliata” ogni volta che mi dedicherò a questa sublime attività. Sarà quindi necessario individuare questa credenza nel mio spazio personale (magari rievocando scene del passato che l’hanno configurata) e dissolverla praticando EFT-I. Ricorda: tutto quello che credi plasma la tua realtà.

Tutto quello che credi plasma la tua realtà Passa in rassegna i vari memi, e filtrali con il setaccio della consapevolezza. Solo così potrai muoverti nel mondo in modo consapevole.

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Un altro esempio: se scrivo “Attila”, cosa ti viene in mente? Flagello di Dio, giusto? E penserai che Attila fosse uno spietato conquistatore che razziava i poveri abitanti del tardo Impero Romano. Bene, grazie ad un libro dell’amico Marco Della Luna ho scoperto che le ragioni delle estese conquiste di Attila e del suo piccolo esercito di 25000 arcieri a cavallo non risiedevano nella forza militare, bensì nel consenso delle popolazioni invase. In quel tempo, l’Impero era in piena decadenza e l’apparato statale si dedicava esclusivamente a lotte di potere ed alla spremitura fiscale del cittadino, dal quale estraeva circa il 70% del reddito. Attila proponeva invece una tassazione attorno al 25%, cosa che spinse i ceti produttivi dell’epoca ad assoggettarsi agli Unni. Il governo imperiale, oltre ad una imposizione fiscale folle e deleteria per l’economia, si curava solo di mantenere le rendite e i privilegi di nobili e clero, i quali erano esenti dalle tasse. La definizione di Attila come personaggio negativo è opera di letterati appartenenti a nobiltà e clero, per i quali l’arrivo degli Unni è stato un vero e proprio “Flagellum Dei”. Anche in questo caso, chi detiene il potere scrive la storia, e le masse seguono senza porsi domande. In Ungheria, Attila è una figura positiva, un padre della patria e molti neonati ricevono il suo nome. Per smantellare una credenza come quella di Attila dovremo avere accesso a informazioni nuove (come quelle che ho fornito) e praticare EFT-I sulla rappresentazione congelata di “Attila Flagellum Dei”. Essa potrebbe essere un’immagine che ci siamo fatta da bambini, oppure un film, o un fumetto. Quello che conta è individuarla nel nostro spazio percettivo, ed applicarci EFT-I (un po’ di pazienza, tra poco scoprirai come praticarla). In questo modo libereremo l’energia cristallizzata in questo meme e potremo costruircene uno nostro, più consapevole. Ti rendi conto di quanti memi “infiltrati” ospiti nel tuo sistema psicoenergetico?

Azione: trasformare le credenze Il primo passo, in verità di qualunque processo trasformativo, è la presenza a sé stessi. Senza quella, e senza la capacità di osservarsi, si fa ben poca strada.

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Quando, durante il nostro vivere, ci accorgiamo che qualcosa non fluisce, che non stiamo esprimendo appieno la nostra Essenza, vale il piacere (la pena la lascio a chi la desidera) chiedersi: “come so che è così?- come so che è vero?- da chi l’ho appreso?- quando?”. Le risposte a queste domande porteranno a galla scene, idee, immagini, simboli, fantasie. Queste saranno l’oggetto di EFT-I. Un aspetto fondamentale da trattare è l’abitudine. Sappiamo che la natura segue le linee di minor resistenza, quindi una volta che abbiamo incorporato una credenza tenderemo ad abituarci ad essa, per poterla attivare più facilmente e rapidamente. Applicheremo EFT-I anche a questo ambito, iniziando dal Punto Karate (vedi Cap ): “Anche se sono abituato a questa credenza/idea/scena/etc. recupero tutta l’energia che ho utilizzato per crearla e mantenerla”. Ancora: “Anche se sono abituato a questa credenza che in qualche modo rende più stabile il mio mondo, oriento la mia energia verso una realtà più in linea con il mio centro”. (Queste frasi sono delle linee-guida, possono essere variate ed ampliate dal praticante secondo gusti e idee) Proseguo poi ad attivare gli altri punti, ripetendo mentalmente o ad alta voce i pensieri, i commenti, i ricordi o le fantasie che emergono, fino a quando non li sento svuotati di energia. Ovviamente questo è uno spunto per la pratica su di sé, che già può portare notevoli effetti. Tuttavia, i risultati più profondi ed entusiasmanti li otterrai partecipando ai seminari di EFT-I, che trovi nel Calendario Attività di www.eft-italia.it e di www.andreafredi.com

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CAPITOLO III: Solve et Coagula

La Vita ci fornisce costantemente strumenti che ci supportano nel processo di trasformazione interiore: meno dolore, rabbia, attaccamento, senso di colpa, giudizio, avidità, paura, lamentela ci permettono di innalzare le nostre vibrazioni avvicinandoci a quel “centro di gravità permanente” al quale molti anelano ma che ancora pochi effettivamente sviluppano. EFT-I è dunque uno strumento per ottenerlo; senza di essa, molte delle idee esposte nei capitoli precedenti resterebbero belle, ma difficili da raggiungere. Quella che presento ora è la versione di EFT che ho elaborato dopo un decennio di pratica sul campo, grazie alla preziosa collaborazione con veri e propri giganti della formazione e della crescita personale, oltre che allo studio di svariati ambiti della vita umana. EFT-I si basa sull’antico motto alchemico “Solve et Coagula”, ovvero “dissolvi il vecchio e potrai generare e consolidare il nuovo” e sul complesso teorico di Logosintesi. Il motto ricorda al praticante la necessità di entrare in contatto con la problematica, sentirne l’effetto sui vari livelli (corpo, emozioni, mente, spirito) per poi dissolverlo, ovvero favorirne la transizione da uno stato di blocco ad uno di flusso. Logosintesi (dal greco, riunire con le parole) spiega come tutto questo accade, e perché. La fase “Solve” è fondamentale, poiché se non avviene impedisce una reale attuazione della fase “Coagula”. Così come l’alchimista poneva il piombo (le emozioni automatiche, prive di presenza) sotto l’effetto del fuoco per iniziarne la trasformazione in oro (la consapevolezza, la presenza), così il moderno praticante di EFT-I pone il proprio vissuto doloroso (sia esso mentale, emotivo o fisico) nel fuoco della osservazione, per iniziare così il processo di ampliamento della coscienza. Se evito il dolore, se lo rifuggo in qualunque modo, esso rimane in me, magari nascosto ma intatto. Posso fare finta di star bene, posso anche ingannare me stesso per anni, ma prima o poi la vita genererà situazioni che mi porranno nuovamente di fronte ad esso.

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Facendo finta di niente inganno una parte di me stesso/a, ma non la Vita Fare finta di niente, pensare positivo perché l’ho letto su un libro, dirmi che “domani è un altro giorno”, sono tutte strategie utili per evitare il dolore, ma anche la crescita.

La sofferenza che faccio uscire dalla porta, rientra dalla finestra Se ho paura e non me la guardo per bene, se provo rabbia per il mondo ma evito di sentirla perché “non è spirituale”, sto perdendo una grande occasione. Entrare nella sofferenza, e rendersi conto che è una mera reazione automatica di una parte di me che è rimasta cristallizzata nello spazio-tempo: questo produce una reale espansione di consapevolezza. Tutto ciò, unito al ripristinare il flusso in quella parte favorendo la sua reintegrazione, è un vero atto di crescita. Smetto di reagire a qualcosa alla quale comunque do potere, e semplicemente riprendo la sovranità su me stesso. Come? Dissolvendo l’energia che si è cristallizzata nel momento X. A quel punto potrò coagulare una nuova realtà, con il mondo che si comporta nei miei confronti in modo diverso. Così smetto di reagire, e creo. In EFT-I un elemento fondamentale, che abbraccia e contiene tutto il resto, è il senso. Ogni azione che va a sciogliere un vecchio schema, a sanare una ferita emotiva, a favorire nuovi modi di pensare, ha come scopo ultimo una espansione della consapevolezza. Se ciò non avviene, se mi passa il mal di schiena o l’ansia per il futuro, ma non muta anche solo di poco il mio modo di vivere, ciò che ora ho cacciato si ripresenterà. Magari sotto nuove forme, con altre sembianze, grazie a persone differenti, ma tornerà. Se non aro il terreno, come posso seminare? Dissolvere quindi non si limita al problema come sintomo, bensì al “terreno” che l’ha generato. Solve si applica al “terreno” che genera il problema, e non al problema

stesso il quale è un mero sintomo

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Ad esempio, se passo la giornata a lamentarmi (non importa se solo con me stesso oppure rompendo i torroni agli altri) o a giudicare a destra e a manca, come posso anche solo sperare di avere una qualità di vita migliore? Se non trasformo il terreno (solve sull’abitudine a lamentarmi e giudicare) non potrò coagulare una realtà di vita più soddisfacente. Il vecchio terreno darà sempre gli stessi frutti. Un melo non può dare zucchine (a meno che non si intervenga con la genetica, però poi saltano fuori cose come gli OGM). Altro esempio: desidero crearmi un lavoro, ho ottime idee e vorrei “coagularle” nella realtà. Posso usare EFT-I per favorire questo passaggio? Certamente, partendo dalla fase “solve”. Vado ad individuare ciò che ha dato forma alla mia realtà fino ad oggi (credenze, abitudini, posture corporee, atteggiamenti, idee, patti) ed applico la fase “solve”. Una volta sperimentato un ampliamento della consapevolezza posso focalizzarmi sulla fase “coagula”, ovvero utilizzando EFT-I nella sua versione generativa. Va da sé che la fase più impegnativa è il “solve”, poiché attuarla significa lasciar andare la vita alla quale siamo abituati. E l’essere umano si incatena con le proprie abitudini.

L’essere umano si incatena con le proprie abitudini

Esercizio: la fase “Solve”. Trova una situazione della tua vita che non ti va, che vorresti cambiare, che in passato hai cercato di cambiare ma non ha funzionato. Vivila come se fosse presente (non farai fatica, visto che si manifesta ancora oggi nella tua vita) e osserva quali pensieri hai, quali emozioni provi, come sono la tua postura fisica e le sensazioni corporee. Esplora il tuo spazio personale, ovvero l’area intorno a te dove tutto ciò che percepisci ti influenza maggiormente. Chi o cosa emerge? Vedi qualcuno o qualcosa? Senti voci o suoni? Percepisci presenze? Affiorano ricordi o scene immaginate? Quanto ti è abituale tutto ciò? Quante volte nella tua vita hai vissuto situazioni simili a questa, quante volte hai risposto all’ambiente in questo modo, con

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questi pensieri ed emozioni? Annota tutto quello che sale alla tua coscienza. Con questo esercizio hai risvegliato un cosiddetto “mondo congelato” o anche “capsula del tempo”, ovvero una situazione cristallizzata che il tuo sistema mente-corpo adotta per reagire a situazioni simili che si presentano nella tua vita. Avrai notato come il tuo umore sia cambiato, magari la postura, o la lucidità. Quando un mondo congelato viene riattivato la consapevolezza (ammesso che fino a quel momento vi fosse) sparisce per lasciare il posto a pensieri, emozioni e sensazioni completamente automatici. Quando la capsula del tempo viene risvegliata, l’essere umano diventa simile ad un automa.

Quando la capsula del tempo si attiva, l’uomo diviene automa Se si accorge di ciò che sta avvenendo entra comunque in una fase “solve” poiché sta osservando il sistema che reagisce, quindi crea un punto di osservazione diverso dalla parte che reagisce. Accorgersi che le reazioni di paura, gelosia o frustrazione non sono mie, ma vengono attivate da QUALCOSA in me, avvia il processo trasformativo che conduce ad una espansione di consapevolezza. Con la pratica si arriva a rendersi conto, durante una reazione automatica, di come essa sia governata da un “mondo congelato”. Come Neo nel celebre film “Matrix”, si vede la realtà per quella che è: energia in flusso oppure congelata. Se invece il nostro caro essere umano viene completamente assorbito dalla reazione automatica, e si identifica in essa (non vi è altro punto di osservazione tranne la reazione stessa), allora parliamo di “assenza”. Nella fase di assenza non avviene alcun processo trasformativo volontario. Semplicemente, la persona “non è in casa” ed è quindi in balìa dei suoi mondi congelati. Una tale condizione, oltre a precludere qualsiasi interesse di risveglio, conduce ad una estrema facilità ad essere manipolati. Un individuo (o per meglio dire, un dividuo) così configurato sarà facilmente massa, folla, branco. Le implicazioni sociali, economiche, politiche e religiose di tale assetto sono facilmente intuibili.

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CAPITOLO IV: Nascita di una capsula del tempo

Come nasce una capsula del tempo? Vediamolo insieme, partendo da una fase della vita particolarmente fertile per la creazione di mondi congelati, l’infanzia. Sono bambino e l’ambiente genera in me due risposte differenti: curiosità e paura. Finché vengo sostenuto dai genitori (o in generale dagli adulti di riferimento) posso esprimere la mia naturale curiosità, esplorando il mondo e creando rappresentazioni di esso. Le rappresentazioni mi aiutano ad orientarmi nell’ambiente, e sono percezioni di persone, luoghi, oggetti, idee, etc. Grazie al supporto e all’amore dei genitori posso costruirmi una mappa del mondo che mi permetta di interagire con esso, apprezzandone la bellezza ma anche riconoscendone i pericoli. Tuttavia accade, per chissà quale disegno divino, che i genitori non siano sempre lì a spiegarmi la rava e la fava riguardo a tutto. Non riescono a proteggermi, a rassicurarmi ogni volta che incontro una difficoltà: devono lavorare, hanno i loro problemi, sono stressati. Addirittura, in varie occasioni i genitori stessi diventano fonte di sofferenza e paura, quando mi mandano in castigo oppure mi ignorano, o magari mi dimenticano al supermercato (ecco perché è meglio fare acquisti nei piccoli negozi di quartiere: lì, oltre a supportare l’economia locale, non corri il rischio di perdere i cuccioli!). In tutte queste situazioni il bambino (che ha la consapevolezza di un bambino, non di un adulto che riconosce la sua responsabilità negli accadimenti e si muove per trasformarsi) cosa può fare? Cosa fai quando non hai abbastanza consapevolezza e/o informazioni per gestire una data situazione? Come reagisci ad uno stimolo ambientale che non comprendi e sembra sovrastarti? Lo congeli. Lo congeli e ti irrigidisci, lasciando una parte di te in quel momento dello spazio-tempo.

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Lasci una parte della tua coscienza/energia in quel preciso istante dello spazio-tempo

Il bambino che vive l’abbandono, per esempio, congela quel momento insieme a tutte le percezioni sensoriali dell’ambiente, unite alle emozioni provate ed ai pensieri che si sono affacciati nella sua mente. Da adulto, se non ha praticato il “solve” su questa tematica, attrarrà situazioni simili che risveglieranno le stesse modalità di reazione apprese nell’infanzia. Il “congelamento” in qualche modo assolve alla funzione di stabilizzare la realtà del bambino (e in seguito dell’adulto) perciò diviene una strategia di gestione dell’ambiente efficace e replicabile. Poiché la Natura tende a seguire linee di minor resistenza (ciò che può fare a costo 10 non lo fa a costo 50), il meccanismo di creazione dei mondi congelati viene ripetuto ogni qualvolta la persona non abbia abbastanza informazioni (tipo quando squilla il telefono di notte, e normalmente ci si immagina chissà quali scenari tragici che nella maggior parte dei casi non avvengono) e/o consapevolezza per gestire una data situazione. Personalmente ritengo che questa strategia sia una benedizione, poiché generalmente permette la sopravvivenza e fa da sprone, per chi ne ha l’intenzione, ad attivarsi per dissolvere gradualmente i mondi congelati. Diciamo che se non ci fossero, li dovremmo inventare. Esploriamo un mondo congelato grazie ad un esempio: ho quattro anni e sono all’asilo. Nel pomeriggio le suore obbligano i bambini a fare il “riposino”, anche se non hanno sonno. Non capisco perché io debba dormire se non ne ho voglia, ma poiché loro sono l’autorità e in più tutti fanno così, mi adeguo (già qui si potrebbe intervenire con EFT-I per agire sull’istinto del gregge, ma in questo caso parliamo di mondo congelato collettivo). Sono nella brandina, come tutti gli altri. Due bimbi parlano sottovoce e ridono sommessamente per non farsi scoprire, ma non sono ancora abbastanza esperti. La suora “di guardia” fa uno scatto degno di Bolt e percuote il viso dei due bambini, vietando loro di piangere ed intimandogli di dormire. Io assisto alla scena dalla brandina, terrorizzato.

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Nella penombra ho scorto quanto è accaduto, e soprattutto ho sentito le voci ed i rumori dell’ambiente. Non dormo. La mia consapevolezza del momento, ovviamente limitata vista l’età, mi impedisce di comprendere ciò che accade e, nel caso, di intervenire. Quindi il mio sistema mente-corpo crea una rappresentazione congelata di tutto ciò che i miei sensi hanno percepito: la vista della suora che scatta nella penombra; la sua voce; il rumore degli schiaffi; il silenzio ricolmo della paura di tutti i bimbi. Ad esso si aggiungono le reazioni che ho avuto: la paura, il blocco del respiro, la fantasia che potesse accadere a me, la fantasia di “salvare” i miei compagni come un supereroe. Tutto questo è un mondo congelato, che resterà (a meno che io non lo dissolva) nel mio spazio personale, ovvero in me o vicino a me. Questa rappresentazione è fatta della mia energia e anche di quella delle persone presenti, che viene letteralmente cristallizzata dalla mia consapevolezza limitata, per poterla in qualche modo gestire. Tale capsula del tempo resta come un asteroide nella mia orbita, e tende ad attrarre situazioni simili.

I mondi congelati sono come asteroidi che ti orbitano intorno e attraggono situazioni simili a quelle che contengono

Ora, ogni essere umano si trova a vivere momenti di “consapevolezza ridotta” decine di migliaia di volte in una vita. Questo significa che lo spazio personale di un individuo è pieno di asteroidi fatti di energia cristallizzata, che limitano la sua capacità di percezione, discernimento, e manifestazione della volontà. Quanti più mondi congelati una persona ha creato, tanto più sarà in uno stato di “sonno”, ovvero di consapevolezza limitata. Vediamo per quale motivo. Una capsula del tempo è composta, principalmente, dall’energia di chi l’ha creata. Nell’esempio dell’asilo, la scena è fatta della mia energia e, in secondo luogo, dell’energia delle altre persone presenti (la suora, gli altri bambini). L’energia che ho cristallizzato in quel momento ed in quello spazio (da ora, spaziotempo) non solo non è più a mia disposizione (non fluisce più, è solidificata) ma non partecipa alla mia evoluzione. La

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coscienza che resta congelata non può evolvere, perciò liberandola ottengo due effetti importanti: ho più energia/consapevolezza a disposizione, e posso “aggiornare” parti di me che erano rimaste indietro. Capisci l’importanza di questo modello? Abbiamo anche visto come i mondi congelati abbiano un elevato potere di attrazione. La loro massa invia impulsi nel plasma spaziotemporale, il quale risponde manifestando persone, situazioni ed eventi simili a quelli contenuti nelle capsule del tempo. Uno ha rappresentazioni congelate del padre collerico, e si chiede come mai attira sempre datori di lavoro con le stesse caratteristiche. Un’altra ha nello spazio personale le memorie cristallizzate del gemello che non è riuscito a sopravvivere e non è mai nato, e si chiede come mai vive la vita con un costante senso di colpa. C’è chi ha congelato rappresentazioni della mamma che non rispetta gli spazi e curiosa nel diario privato, e ora attrae partner che controllano il telefono. Le possibilità sono davvero infinite. Quindi, ecco perché gli esercizi per attivare la famosa Legge d’Attrazione spesso sembrano non funzionare; in realtà essa agisce in accordo con i mondi congelati presenti nello spazio percettivo della persona. Per attrarre diversamente, bisogna vibrare ad una frequenza differente. Per poterlo fare, sciogliere le capsule del tempo è, oltre che piacevole, necessario. Una volta recuperata la nostra energia dai mondi congelati ne abbiamo a disposizione per la fase “coagula”. Essa viene favorita dall’enunciazione di una frase. Dopo aver eseguito EFT-I su una tematica (ho praticato il solve) mi focalizzo su ciò che desidero. Entro o rimango in un stato di presenza, e pronuncio la frase della EFT-I generativa: Oriento tutta l’energia disponibile, alla manifestazione equilibrata di____________________. La lascio espandere ed agire, osservando ciò che avviene. Nelle ore e nei giorni successivi la ripeto, per rafforzare l’intento. Rimango in uno stato di apertura mentre lascio che la frase muova il plasma spaziotemporale affinché favorisca ciò che intendo.

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CAPITOLO V: La pratica di EFT Integrata

EFT-I è incentrata sulla trasformazione della coscienza: se non avviene un cambiamento all’interno, mutare l’esterno sarà vano o effimero. Per favorire le trasformazioni illustrate ed auspicate nei precedenti capitoli, due vie si compenetrano. L’attivazione (manuale o mentale) di punti sul corpo e l’uso di parole (ad alta voce o dentro di sé) che veicolino un intento. I punti sono una selezione di aree cutanee che connettono ai 14 Meridiani principali, secondo le mappe della Medicina Tradizionale Cinese. Le parole sono un modo per evocare, sostanzialmente, le idee espresse nella prima parte del manuale. Utilizzati insieme, questi approcci permettono di far emergere, focalizzare e trasformare i mondi congelati presenti nel proprio “spazio di percezione”, liberandolo da inutili fardelli. Vi è la possibilità di attivare i punti senza pensare a nulla (una metodica chiamata SET indiretta) e già questo può produrre rilassamento e benessere. Tuttavia, EFT-I si basa sull’azione attiva del praticante. In questa fase è importante essere sintonizzati sulla tematica. Lo si può fare pensandoci, visualizzandola, sentendola nel corpo, ricordandola, e così via. Una volta connessi alla tematica si passa a stimolare i punti. Tre sono le modalità per attivarli:

picchiettamento (leggero)

massaggio (orario o antiorario, a piacere)

leggera pressione o “tenuta” del punto

Questa fase prende il nome di Sequenza e viene eseguita su una selezione di punti sui Meridiani. La scelta di tali aree cutanee segue un criterio di semplicità (di accesso e di memorizzazione). Anche altri punti sui meridiani sono efficaci, tuttavia in EFT-I usiamo questi perché sono facili da ricordare. Il tempo di attivazione di ciascun punto è soggettivo, e può variare in base alla persona, alla tematica scelta ed al momento. Raccomando almeno quattro o cinque secondi per ciascuna zona. In genere, più siamo lenti nell’attivazione dei punti, più abbiamo modo di

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rimanere presenti a noi stessi. Inoltre, si è visto che la tecnica funziona meglio se il corpo è idratato, quindi è opportuno avere sempre dell’acqua a disposizione. La posizione nella quale eseguire il metodo è ininfluente, perciò da seduti, sdraiati, in piedi, camminando, correndo, a gambe incrociate o lanciandosi con il paracadute, va bene tutto.

Applicare EFT-I L’ordine con il quale vengono stimolati non è importante, tuttavia consiglio di incominciare dal punto Sopra la Testa e progredire verso il basso, in modo da attivare tutti i Meridiani e memorizzare la collocazione dei punti. Una volta che queste aree diventano famigliari, possono essere stimolate anche senza alcun ordine. Ecco i punti indicati nella figura ed il loro corrispondente meridiano: (Fonte: Atlante di Agopuntura – Hoepli) sopra la testa: Vaso Governatore 20 sopracciglio: Vescica 2 lato occhio: Vescicola Biliare 1 sotto l’occhio: Stomaco 1 sotto il naso: Vaso Governatore 27 sotto la bocca: Vaso Concezione 24 clavicola: Rene 27 sotto l’ascella: Milza 21 sotto il seno/pettorale: Fegato 14 pollice: (lato esterno) Polmone 11 indice: (lato esterno) Grosso Intestino 1 medio: (centro) Ministro del Cuore 9 anulare: (lato esterno) Triplice Riscaldatore 1 mignolo: Cuore 9 (lato interno) e Intestino Tenue 1 (lato esterno) Punti per eseguire la Preparazione (vedi di seguito): punto Karate (lato di taglio della mano): Intestino Tenue 3 punto Doloroso: zona compresa tra le clavicole ed i pettorali (questo non è un meridiano, bensì un’area di congestione linfatica)

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I punti vanno stimolati con due o più dita, a seconda della facilità di raggiungimento dell’area cutanea. Usando quattro o cinque dita, i meridiani presenti su queste ultime vengono attivati maggiormente. Una nota speciale la merita il punto di Vescica 2. Dopo aver appreso il metodo Quick Remap ho modificato la modalità di stimolazione del punto Sopracciglio: utilizzando indice, medio ed anulare insieme è possibile attivare sia Vescica 2 che l’Extra Punto 1, collocato esattamente tra l’inizio di entrambe le sopracciglia. Ponendo il medio al centro (che stimola l’Extra Punto e non il cosiddetto Terzo Occhio, il quale si trova più in alto; quindi, nessun rischio di accecarsi) indice ed anulare andranno ad attivare entrambi i punti di Vescica 2. La modalità consigliata è il leggero massaggio.

Una sessione di EFT-I Nell’applicare EFT-I si possono scegliere due strategie, entrambe efficaci. La scelta del metodo da adottare dipende dal livello di consapevolezza della persona nel momento in cui utilizza EFT-I, e dalla configurazione della problematica.

La prima strategia

Nella prima strategia consideriamo il problema (sintomo fisico, credenza limitante, paura, blocco) come una REAZIONE ad una rappresentazione cristallizzata del passato o del futuro. Non andremo quindi a focalizzarci sulla reazione, bensì sul suo attivatore. Quest’ultimo può essere una rappresentazione, reale, immaginata o simbolica, che è rimasta nel nostro spazio personale e che viene inconsciamente vissuta come attuale. Per esempio, frequente è il caso di persone che hanno introiettato l’immagine, la voce o la presenza dei genitori in atteggiamenti percepiti come ostili, e anche dopo cinquant’anni reagiscono COME SE i genitori fossero presenti. Le istantanee multisensoriali del padre che dice “Sei una stupida”, o della madre che piange in cucina rimangono congelate nello spazio di percezione della persona, e da lì la influenzano.

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Per questo, l’obiettivo è trasformare queste istantanee da congelate a fluide, poiché in quest’ultimo stato possono facilmente essere dissolte, senza curarsi tanto dei sintomi (emozioni, dolori, etc.) che esse generano. Il risultato lo si ottiene preparando il terreno, ovvero iniziando a distinguere tra attivatore e reazioni. Questo può essere fatto grazie all’aiuto delle Meta Domande, ideate dallo psicoterapeuta (e inventore di Logosintesi) Willem Lammers. Con la prima ci chiediamo: in che modo sto reagendo? Andiamo quindi ad esplorare le reazioni che si manifestano, e che normalmente rappresentano ciò che ci fa andare alla ricerca di una tecnica di auto-aiuto. Una volta identificate le reazioni (attenzione: le emozioni fanno parte di questa categoria!), passiamo alla seconda Meta Domanda: a cosa sto reagendo?

Meta Domanda 1: In che modo sto reagendo?

Meta Domanda 2: A cosa sto reagendo? Qui indaghiamo in noi, nel nostro spazio di percezione ovvero ciò che possiamo percepire con i sensi. Potremo quindi chiederci: vedo qualcuno o qualcosa? Sento voci, frasi, o suoni? Percepisco presenze? La risposta sarà l‘oggetto di EFT-I: mentre stimolo il Punto Karate o massaggio leggermente il Punto Doloroso, pronuncio questa frase di Preparazione: “Anche se nel mio spazio di percezione è rimasta la rappresentazione congelata di __________ ed io continuo a reagire ad essa, recupero tutta l’energia che ho utilizzato per costruirla e mantenerla, e la riporto nel mio centro”. Passo poi ad eseguire la Sequenza, mentre ripeto mentalmente o a voce normale: “Il mio intento dissolve questa rappresentazione” o frasi simili. Se il problema iniziale si è risolto, o se ho raggiunto uno stato di quiete interiore e/o di benessere, posso considerare conclusa la sessione.

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Se invece la rappresentazione non si neutralizza completamente, o se emerge altro, riparto dalla Preparazione. In questi casi posso anche integrare con: “Restituisco a quello spaziotempo l’energia che gli appartiene”. Posso poi eseguire un’altra Sequenza, rimanendo in osservazione di me e di tutto ciò che vivo. Nel caso in cui emergessero altre tematiche, ricomincerò dalle Meta Domande. Esercizio: pensa a qualcosa che ti genera dolore emotivo. Inizia con la Meta Domanda 1: In che modo sto reagendo? Osserva quali emozioni provi, dove le senti nel corpo, quali pensieri hai. Passa poi alla Meta Domanda 2: A cosa sto reagendo? Ora esplora lo spazio intorno a te: chi o cosa appare? C’è una scena? La vedi? Oppure senti delle voci, o dei rumori? Percepisci qualcosa o qualcuno nello spazio intorno a te? La risposta a queste domande è l’attivatore, che sarà oggetto della EFT-I. Preparazione: “Anche se nel mio spazio di percezione è rimasta la rappresentazione congelata di scena/persona/etc. ed io continuo a reagire ad essa, recupero tutta l’energia che ho utilizzato per costruirla e mantenerla, e la riporto nel mio centro”. Esegui poi la Sequenza, ripetendo mentalmente o a voce normale: “Il mio intento dissolve questa rappresentazione” Ora nota cosa è cambiato nella rappresentazione, e focalizzati sulle reazioni (i sintomi iniziali di disagio). Cosa è cambiato? Se rimane della sofferenza, ricomincia dalle Meta Domande e ripeti la procedura su ciò che è rimasto.

La seconda strategia

La seconda strategia richiede che il praticante abbia come sentire profondo che “ogni cosa che si trova a vivere è un suo riflesso” o quantomeno che sia disponibile a “giocare” con questa idea.

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Come prima cosa focalizzo una tematica, poi vado sul Punto Karate (oppure sul Punto Doloroso) e lo stimolo pensando a ciò che mi crea disagio. In questo approccio non è necessario utilizzare le Meta Domande per distinguere gli attivatori dalle reazioni. Tuttavia, se preferisco, posso aggiungere la fase delle domande per focalizzare un attivatore. L’importante è rimanere il più possibile presenti, in osservazione di sé, durante l’esecuzione della tecnica. La frase iniziale detta di Preparazione, da ripetere mentalmente o a voce normale, suona così: “Anche se a qualche livello ho creato questo/a (sintomo, situazione, scena, fantasia, credenza, etc.), recupero tutta la mia energia dalla parte di me che l’ha inconsapevolmente generato, e la riporto nel mio centro.” Passo poi ad attivare i punti, preferibilmente (ma non necessariamente) partendo da Sopra la Testa fino alle dita, per il tempo che sento necessario a produrre dei cambiamenti. Intanto rimango mentalmente su questa idea: il mio intento dissolve la parte di me che ha creato questo/a (sintomo, situazione, etc.). Seguo il flusso di pensieri, immagini, sensazioni mentre continuo a stimolare i punti, rimanendo presente a me stesso/a. Osservo ciò che accade in me, senza giudicare. Noto i segnali di cambiamento, normalmente sospiri, sbadigli, gorgoglii di pancia, brividi, variazioni della temperatura, umido attorno agli occhi, risa, pianto, formicolii, rilascio delle tensioni. Quando questi segnali sopraggiungono, di solito si osservano dei cambiamenti a livello emotivo e nel flusso di pensieri. Continuo ad attivare i punti, finché non sono giunto ad uno stato di lucida presenza. Posso eseguire sessioni simili anche per ore al giorno, su argomenti differenti, tenendo presente un rischio: di non essere più quello/a di prima. Questo può sconvolgere l’abitudine che ho di me stesso/a, così come quella delle persone che mi stanno intorno. Se sciolgo nodi, poi potrebbe essere difficile accettare le trappole emotive che, magari inconsciamente, ho sempre attirato. Qualche relazione potrebbe subire degli scossoni.

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Una precauzione per le persone con un vissuto particolarmente pesante: riattivare certi ricordi porta a galla sofferenze sopite. Meglio agire con gradualità, evitando di toccare subito ferite profonde. La fase della Preparazione ha anche la funzione di dare voce a ciò che, normalmente, resta nascosto nelle profondità dell’individuo. Per questo spesso assume le caratteristiche di un dialogo interiore: è fondamentale osservarsi mentre si pronunciano frasi e parole che “risuonano” o risultano non veritiere. La Preparazione ha altresì lo scopo di favorire un ampliamento del punto di vista, antesignano di qualsiasi trasformazione interiore ed esteriore. Per questo, dobbiamo ricordare di essere l’origine di ciò che stiamo vivendo, e prendercene la totale responsabilità. Non importa se siano coinvolte altre persone, o il mondo intero. Partiamo dall’idea che una parte di noi (molto probabilmente inconscia) ha creato e mantiene in essere la problematica. Questa parte, in un tempo x, ha vissuto una situazione e l’ha cristallizzata. Finché è separata dal nostro centro, non può fare altro che riattivare ciò che ha vissuto, con conseguenze nel qui-ed-ora. Dovremo quindi riportare l’energia che si è congelata ad uno stato fluido, generando un “aggiornamento” del nostro sistema mente-corpo. Attenzione: le due strategie proposte possono anche essere integrate. La pratica di EFT-I non si svolge mediante protocolli standard, prevede invece la capacità di spaziare. Ecco come può presentarsi una sessione di EFT-I che include le due strategie assieme:

1. Oriento la mia attenzione su una tematica (ricordo doloroso, convinzione, paura e relativa fantasia che la genera, sintomo fisico, obiettivo percepito come difficile, dipendenza, etc.);

2. La focalizzo e osservo quali dei miei sensi sono coinvolti nel rappresentarla (vedo una scena? Sento voci o suoni? Percepisco persone o presenze? Sento odori o sapori?);

3. Noto quali reazioni genera in me (emozioni, pensieri, convinzioni, sintomi fisici);

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4. Inizio ad attivare il Punto Karate, pensando o pronunciando: “Anche se nel mio spazio di percezione è rimasta la rappresentazione congelata di scena/persona/etc. ed io continuo a reagire ad essa, recupero tutta l’energia che ho utilizzato per costruirla e mantenerla, e la riporto nel mio centro”.

5. Procedo alla stimolazione dei punti (la Sequenza) rimanendo in pura osservazione di ciò che emerge;

6. Nuovamente sul Punto Karate, da ripetere lentamente: “Anche se qualcosa in me ha creato e ancora oggi genera questa (situazione, scena, fantasia, etc.), e sono abituato/a a pensare e sentire così, recupero tutta la mia energia dalla parte di me che crea questa (__________________) e la riporto nel mio centro”;

7. Continuo con la Sequenza rimanendo in pura osservazione di ciò che emerge;

8. Quando ho raggiunto uno stato interiore di centratura e presenza, passo all’aspetto generativo: penso ad un obiettivo (di carattere spirituale, fisico, emotivo, lavorativo, etc.) e con le mani incrociate all’altezza del cuore pronuncio la frase: “Oriento tutta l’energia disponibile, alla manifestazione equilibrata di __________________”. Quest’ultima frase, se pronunciata con intento e presenza, è un vero e proprio generatore di realtà.

PUNTI SALIENTI DELLA EFT-I:

Nell’arte della trasformazione interiore ci sono degli elementi imprescindibili, che ho inserito nella EFT-I.

Essi sono:

La responsabilità totale verso tutto ciò che viviamo. Saperci e sentirci sorgente di qualsiasi evento della nostra vita (anche se in massima parte attraverso mondi congelati, ovvero parti di noi che sono separate dalla nostra Essenza) ci permette di stare (o ritornare) nel nostro centro, e da lì agire. Smettere di essere un burattino in balìa del mondo è il dono più grande che possiamo fare a noi, e al mondo.

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La consapevolezza che l’energia cristallizzata non evolve, non è senziente, genera solo risposte automatiche basate sul passato. Dobbiamo favorire il passaggio dell’energia da statica a fluida.

L’idea che una qualsiasi problematica, sia essa fisica, emotiva o mentale, è in realtà la miglior soluzione che il nostro sistema ha trovato in un determinato tempo x, e che ha adottato come reazione “di default”. Al contempo, la possibilità di aggiornare quella modalità di reazione/pensiero al “me stesso/a” che nel frattempo ho costruito.

La presenza nel qui-ed-ora come “conditio sine qua non” per vivere appieno e contattare le nostre risorse profonde.

L’idea che nulla sia immutabile: “tutto scorre”.

La consapevolezza che siamo parte di un’unica immensa creazione, intelligente e interconnessa. A trasformazioni dell’interno seguono sempre cambiamenti nell’esterno.

La necessità di smantellare l’abitudine ad essere come siamo, con la comodità di evitare “sbattimenti” e impegno. Per evolvere dobbiamo generare uno sforzo cosciente.

La consapevolezza che la natura segue linee di minor resistenza, quindi una frequenza più elevata va strutturata gradualmente attraverso la disciplina, così che possa essere mantenuta nel tempo. Se un dispositivo funziona con la corrente elettrica a 12V, alimentarlo improvvisamente con un voltaggio maggiore rischierebbe solo di provocare danni al sistema. Invece, attraverso la pratica quotidiana di EFT-I (coadiuvata da Logosintesi e AGER) è possibile sviluppare un sistema energetico in grado di ospitare e veicolare energia a frequenze più elevate.

Attenzione! Maggiore è il grado della tua vibrazione, maggiore è il livello di responsabilità che puoi accogliere.

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CAPITOLO VI: Imparare EFT-I Giunti sino a qui è facile (anche se non scontato) che tu abbia un ardente desiderio di apprendere EFT-I, per cui ho sviluppato diversi strumenti didattici. Prima di illustrarli, intendo chiarire alcuni punti: - Diversamente da EFT, che ha caratteristiche e modalità adatte alla grande diffusione, EFT-I non è per tutti, e nemmeno per tanti. Una buona parte dei lettori non è nemmeno arrivata a questo punto del libro, perché molte delle idee ivi contenute vanno a cozzare contro gruppi di memi accettati e rassicuranti. - EFT-I ruota attorno all’idea e alla sensazione di responsabilità totale la quale richiede, per manifestarsi effettivamente, un elevato livello di vibrazione. Si tratta di uno stato di consapevolezza dispendioso, poiché va oltre il livello che la Natura ha previsto per l’essere umano medio. La responsabilità (abilità di rispondere) totale è strettamente legata alla presenza a sé stessi, uno stato di coscienza assolutamente non ordinario e che richiede impegno e disciplina. - La responsabilità totale si interseca con quella di tutti gli altri esseri, andando a creare quell’universo intelligente e dinamico che possiamo anche chiamare “plasma spaziotemporale”. - L’energia può essere in flusso o congelata. Nel primo caso evolve ed è in continuo mutamento. Nel secondo caso, non evolve e rimane stabile ne tempo. Il segreto è trovare l’equilibrio tra questi due stati. - EFT-I è concepita come disciplina per la creazione di un centro di gravità permanente e lo sviluppo della sovranità individuale. Il resto è marginale. - Iniziare il percorso significa essere disposti a specchiarsi nella Vita, e trarne ogni istante la migliore immagine di sé. - EFT-I può stravolgere completamente le certezze acquisite, le idee, le priorità, i gusti. Può condurre a vedere il mondo sotto una luce nuova, diversa. Per questo motivo, consiglio a chi cerca semplicemente dei rimedi per vivere meglio di rivolgersi a chi li possa dispensare senza mettere in pericolo lo status quo.

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- EFT-I parte da basi teoriche diverse rispetto alla classica EFT che si impara nel mondo, e che per anni io per primo ho insegnato. Oltre alle succitate caratteristiche, una componente fondamentale ed unica è la mancanza di frasi che rafforzino la separazione in parti. Per questo motivo ho eliminato tutte le frasi che incitano una parte ad agire su un’altra. Dire “mi amo” trasmette l’idea che ci sia un io che ama ed un altro che viene amato; dire “mi perdono” significa che c’è una parte “perdonante” che esercita un influsso su una parte “perdonata”. Tutto questo rende ancora più evidente la frammentazione, e inibisce lo sviluppo di un centro. L’Essenza è omnipervasiva, omnicomprensiva e completa. Non necessitiamo di perdonare parti di noi o di convincerle a fare qualcosa, ma semplicemente di reintegrarne l’elemento costitutivo (consapevolezza, energia) così da renderci creature sempre più senzienti e sovrane. Se sei in contatto con l’Essenza non hai bisogno di amarti, accettarti, perdonarti o darti alcun permesso; sei, e questo è abbastanza. Detto questo, nel sito www.eft-italia.it trovi un percorso esperienziale che favorisce la conoscenza di EFT-I e soprattutto sviluppa nel partecipante le abilità per applicare il metodo su di sé e, eventualmente, sugli altri. Questo viaggio comincia con il corso EFT-I Base (un giorno) dove si apprendono i fondamenti di EFT-I ed il suo utilizzo quotidiano. Il livello Intermedio (due giorni) amplia le possibilità di utilizzo del metodo, e introduce al suo insegnamento ad altri. Normalmente Base ed Intermedio vengono proposti nello stesso fine settimana, così da accelerare la curva di apprendimento. Il livello Avanzato (tre giorni) fornisce strumenti d’avanguardia nell’utilizzo di EFT-I su di sé e con terze persone. Il percorso è inscindibile dall’EFT LIVE!, un corso di tre giorni durante i quali si impara e si pratica EFT-I ai suoi massimi livelli. Tutti i corsi vengono tenuti direttamente da me, ovvero Andrea Fredi. Pur non rappresentando una scuola professionale (gli attestati di partecipazione non forniscono qualifiche, e ricordo che EFT-I è un metodo di auto-aiuto e di crescita spirituale, e non una terapia) il percorso didattico è strutturato per imparare ad utilizzare con abilità questo potentissimo strumento di trasformazione.

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I seminari e le varie attività sono un percorso di conoscenza interiore che in più fornisce strumenti efficaci per sviluppare i propri talenti ed aiutare gli altri a fare altrettanto. Per favorire la divulgazione tra le persone che, a qualche livello, “stanno cercando”, numerosi Minicorsi introduttivi vengono organizzati in varie città italiane ed elvetiche. Partecipare ad un Minicorso può dare un’idea dell’efficacia e della semplicità del metodo e fornisce quella componente esperienziale necessaria alla comprensione di EFT-I. Sul sito www.eft-italia.it trovi consigli, articoli, l’elenco delle conferenze e dei corsi, e tanto altro materiale frutto dell’esperienza di persone da tutto il mondo che ti metterà in grado di trarre il meglio sia da EFT che da EFT-I. Se desideri organizzare un seminario nella tua città, azienda o associazione, puoi contattarmi all’indirizzo e-mail [email protected] I corsi di Andrea Fredi nel mondo sono proposti e organizzati da Dainami Sagl di Lugano (Svizzera). www.andreafredi.com Per rimanere aggiornati:

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Twitter: @AndreaFredi Per un approfondimento teorico-pratico sulla EFT moderna (una delle basi di EFT-I), rimando al mio libro con DVD: “EFT – L’arte della trasformazione” ed al DVD “EFT in pratica”, Edizioni MyLife. Una speciale applicazione di EFT e PNL per raggiungere il proprio giusto peso è presentata nel doppio DVD: “EFT & PNL – Insieme per Dimagrire” di Andrea Fredi e Debora Conti, Edizioni MyLife. Infine, una combinazione tra EFT e la Cronoriflessologia del Dr. Di Spazio è illustrata nel DVD: “AGER – Age Gate Emotional Release”, sempre Edizioni MyLife. Su AGER è anche disponibile un ebook gratuito agli indirizzi: www.eft-italia.it e www.andreafredi.com

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CONCLUSIONE

Hai presente uno di quei giorni in cui il cielo è blu, il sole splende e l’acqua ha riflessi smeraldo? Quando tutto scintilla, dentro e fuori? Bene, nel momento in cui scrivo queste righe sto vivendo esattamente questo: il contatto con la bellezza. La cosa interessante è che il giorno prima pioveva, faceva freddo, tuttavia provavo una simile connessione con la creazione. Perché? Poiché la conoscenza (di sé e del mondo) agevola il contatto con la bellezza in ogni sua forma. Ricorda cosa scriveva il sommo poeta, Dante Alighieri: “Fatti non foste a viver come bruti, ma a ricercare virtute e canoscenza”. Conoscendo me stesso sono in grado di scorgere la perfezione di ogni cosa, di fluire nel mondo e con il mondo, in una danza che incanta anche il più esigente degli déi. Fa sì che il tuo passo sia leggero, e il tuo incedere trionfale. Sei qui per splendere, ed offrire la tua luce al mondo. Utilizza la sofferenza che hai vissuto, e quella alla quale ancora ti avvinghi, come carburante per la tua mutazione in stella. Il mondo può fare a meno della tua luce. Sei tu, che non puoi rinunciarvi.

Trasforma il Passato, vivi il Presente, orienta il Futuro Buona vibra, Andrea Fredi