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Andrea Bosco - Teoria dei Test 1

Teoria dei Tests

Prof. Andrea Bosco

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 2

Selezionare e classificare

• Decisioni dello psicologo:– selezione o classificazione di individui– valutazione di trattamenti o processi

educativi– valutazione di ipotesi sperimentali di ricerca

• Selezionare– accettare o

rifiutare q.no per una occupazione

• T. Su gravi disturbi emotivi in militari

• Classificare– decidere il tipo di

trattamento o di occupazione migliore per q.no

• Placement test (T. di livello)

• T.attitudinali

– Sono possibili anche classificazioni che prendono in esame diverse caratteristiche dell’individuo:

• gli interessi personali• la struttura di personalità• il livello di cultura generale/specifico

• Profili multidimensionali

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 3

I tipi di test

Cognitivi

Test psicologici

Non cognitivi

Profitto

Intelligenza

Attitudine

Atteggiamento Personalità

Proiettivi Non Proiettivi

Cognitivo Non cognitivo

Car

ta e

M

atit

aS

trum

enta

le

Somm. Individuale

Somm. CollettivaRaven, GEFT

EFT

WAIS, WISC

MMPI, EPQ

Rorschach, TAT

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 4

Le origini dei test di intelligenza

Wundt - Lipsia - 1879 Galton - Londra - 1884

Primo laboratorio di psicologia sperimentale. Usa il metodo psicofisico per individuare leggi generali del funzionamento della mente.

Laboratorio antropometrico. Mette in relazione le prestazioni e le misure di genitori e figli per individuare la componente ereditaria delle differenze individuali.

Cattell

Studente di Wundt a Lipsia, era interessato, al contrario del suo maestro, alla variabilità osservata tra soggetti che egli dimostrò essere abbastanza stabile.Nel 1890 definisce Mental Test le prove che ha costruito per studiare le differenze interindividuali.

Variabilità

Errore casuale

Errore sistematico

interindividuale

Errore sistematico ereditario

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Esercizio 1

1.

2.

3.

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Elementi di tecnica 1

• Il foglio di risposta. Quali informazioni devono essere contenute?

• La salvaguardia della privacy.

• Le istruzioni. Come tranquillizzare quelli che si sentono costantemente sotto esame?

• La formulazione dei problemi. Parte della variabilità dipende anche da questo. Il problema 1 è una domanda aperta, mentre i due successivi sono a scelta multipla (o forzata).

• La variabilità dovuta al materiale, alla situazione (posizione nell’aula) va semplicemente controllata (condizioni costanti per tutti gli esaminati) durante la fase di somministrazione.

• La variabilità che ci interessa è quella relativa agli individui (genere sessuale, età, abilità individuale etc.).

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Binet e il modello metrico di intelligenza

• Il primo test nato per valutare le differenze tra bambini normali e con ritardo conteneva circa 30 item di comprensione e ragionamento.

• ITEM. L’item è la singola unità di cui è costituito un test. I problemi, le domande i compiti sottoposti agli individui vengono genericamente chiamati in questo modo.

• Prima versione 1904, revisioni nel 1908 e 1911. Per la prima volta si studiano direttamente le capacità complesse e non le abilità percettive di base.

• 1916. Viene pubblicata la versione americana Stanford-Binet da parte di Terman.

• 1920-1940. Continue revisione della Stanford-Binet.

• 1966 Revisione della Binet-Simon in Francia ad opera di René Zazzo.

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La tecnica di Binet

• Tecnica dei “gruppi contrapposti”. Nella sostanza si prendono due campioni considerati “estremi” per una certa abilità e, una volta somministrata una serie di prove, si individuano quelle prove che maggiormente mettono in evidenza la differenza tra i due gruppi considerati.

• Esempi di gruppi contrapposti nella pratica psicometrica:

• 1) maschi e femmine,• 2) giovani e anziani,• 3) normali e patologici.

• Binet aveva a disposizione bambini normali e bambini con ritardo ospiti dell’istituto presso il quale lavorara Theodore Simon, il Perray-Vaucluse.

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L’età mentale

• Età mentale. Consiste in una stima dell’età cronologica che un certo soggetto dovrebbe avere sulla base del confronto della sua prestazione con quella di un campione rappresentativo di individui di diverse classi di età. Ad esempio un bambino di otto anni ha una età mentale di 10 nel senso che risolve compiti che sono risolti usualmente da bambini di 10 anni (e non di otto). Nella scala del 1908 ci sono 50 item, 4-5 item per ogni anno successivo di età tra i 3 e i 15 anni.

Esempio: Ricordare una lista di cifre.2 cifre: due anni mentali3 cifre: tre anni mentali

...5 cifre: otto anni mentali

...7 cifre: 15 anni mentali

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Il QI di rapporto

• Nel 1912 uno psicologo tedesco, William Stern, sulla base della scala dei due autori francesi enunciò la nozione di Quoziente intellettivo.

• Il QI. È costituito dal rapporto (da qui il termine quoziente), moltiplicato per 100 (al fine di evitare i decimali) tra età mentale e età cronologica. Esprime la rapidità di sviluppo, oppure più genericamente il vantaggio o lo svantaggio che un certo bambino mostra rispetto alla media dei suoi coetanei.

Esempi:età ment. 12, età cron. 10;

(12/10)*100=120età ment. 10, età cron. 12; (10/12)*100=83

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Binet-Simon: conclusioni

• Vantaggi della “scala metrica di intelligenza”.

• 1) cerca di valutare i processi mentali complessi invece dei soli processi sensoriali.

• 2) ordina la difficoltà di una serie di item (complessità cognitiva) in base all’età in cui gli item vengono normalmente risolti.

• 3) ordina di conseguenza anche gli individui sulla base della loro età mentale: sotto la norma, sopra la norma e nella norma.

• 4) fornisce un punteggio univoco che esprime il grado di sviluppo in termini di rapporto tra età mentale e età cronologica: Il QI.

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Spearman e il fattore generale di intelligenza

• Per comprende il contributo di C. Spearman bisogna introdurre brevemente due nozioni: il coefficiente di correlazione e l’analisi fattoriale.

• Coefficiente di correlazione. Indice del grado di relazione tra due variabili o tra due misure entrambe registrate sullo stesso campione di individui. L’indice varia da –1 (perfetta correlazione negativa) a +1 (perfetta correlazione positiva) con zero che significa assenza di relazione. L’indice può essere interpretato in termini di grado di somiglianza tra due misure. In linea teorica, potremmo trovare un coefficiente di correlazione positivo se mettessimo in relazione, ad esempio, il reddito e la soddisfazione professionale. Cioè tanto più uno guadagna tanto più alta è la sua soddisfazione professionale. Al contrario potremmo trovare, sempre in linea di principio, una correlazione negativa se mettessimo in relazione la mancanza di sonno e l’attenzione: tanto più uno rimane sveglio quanto più la sua capacità attentiva diminuisce. Si tratta ovviamente di esempi fittizi.

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Il fattore g

• Analisi fattoriale. Tecnica multivariata (che prende in esame più variabili insieme) di analisi dei dati che consente, partendo dalle intercorrelazioni tra le variabili considerate, di individuare fattori comuni non direttamente misurabili ma che sono spiegati dalle parti comuni delle variabili osservate. In questo modo è possibile ridurre le dimensioni in gioco perché le variabili tendono ad assemblarsi in fattori numericamente inferiori.

• Il primo metodo di analisi fattoriale è stato applicato da Spearman ad una serie di correlazioni ottenute da un campione di soggetti in diverse prove: voti scolastici, semplici test, valutazioni dell’intelligenza fornite dai professori. Egli individuò un fattore generale comune a tutti i tipi di variabili possedute, il fattore g o fattore generale di intelligenza, più una serie di altri fattori specifici per le diverse misure considerate

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I compiti saturi su g

• Spearman considerava il suo fattore g come una sorta di “energia mentale”. In modo più pragmantico il fattore g aveva forti correlazioni (o saturava nel linguaggio psicometrico) con due prove di ragionamento: la capacità di fare inferenze e di generalizzare o associare.

• Fare inferenze significa comprendere quale è il nesso, la relazione che unisce due entità. Ad esempio le entità “vino” e “birra” possono rientrare nel dominio “bevande alcoliche” che le comprende.

• Associare o generalizzare significa trovare un’altra entità che soddisfi l’associazione tra un’entità e una relazione. Ad esempio dati “vino” e “bevande alcoliche” una possibile soluzione è “birra”.

• Il fattore g di Spearman constituisce il primo esempio di modello fattoriale di intelligenza.

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Thurstone e le abilità primarie

• Lo sviluppo delle tecniche di analisi fattoriale e un approccio più analitico alle capacità umane, mise ben presto in dubbio il modello ad un solo fattore espresso da Spearman. In Particolare Thurstone negli anni trenta individuò per mezzo di questa tecnica statistica una serie di abilità separate che egli defini “abilità primarie”.

• Le abilità primarie. Erano, anche a seconda della batteria di prove utilizzata, all’incirca sette.

• 1) comprensione verbale (V),• 2) fluidità verbale (W),• 3) abilità numerica (N),• 4) abilità inferenziale (I),• 5) abilità spaziale (S),• 6) velocità percettiva (P),• 7) memoria (M).

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I cinque fattori di Horn e Cattell

• nel 1966 Horn e Cattell hanno distinto cinque fattori di secondo ordine.

• 1) intelligenza cristallizzata (gc), si fonda sulle conoscenze acquisite e organizzate in memoria,

• 2) intelligenza fluida (gf), si fonda sulle capacità che non si basano sulle conoscenze a priori, ma sulla capacità di ragionamento,

• 3) fattore generale di intelligenza visuo-spaziale (gv),

• 4) un fattore generale di creatività, entra in gioco quando è necessario scoprire delle soluzioni nuove e originali,

• 5) un fattore generale di velocità di reazione.

• Qualora si sottoponessero ad analisi fattoriale i cinque fattori si potrebbe trovare un “fattore di terzo ordine” che raggruppa tutte le prove insieme. Come a dire che Spearman e Thurstone avevano entrambi ragione e torto insieme.

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Le origini dei test di personalità

• I questionari o inventari di personalità consistono in un insieme di item sotto forma di affermazioni che riguardano comportamenti o sentimenti cui il soggetto deve rispondere dichiarando il suo (grado di) assenso oppure meno (Ercolani e Perugini, 1996).

• Intervista psichiatrica strutturata: Check list di sintomi– Heymans e Wiersma (1909)– Personal Data Sheet di Woodworth

(1919). Era stata costituita una lista di item (200) tutti riconosciuti sintomi di “reazione psiconevrotica”;

• La lista era stata sottoposta in forma di domande dirette del tipo “Fai facilmente amicizia?” ad un campione di richiamati

• l’autore si preoccupò di eliminare quegli item a cui oltre il 25% degli individui dava risposta affermativa.

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Le check list di sintomi 1

– I 116 item residui costituirono l’edizione definitiva del Q. Negli anni ’50 Berg denominò ipotesi di deviazione il considerare come patologiche solo le risposte meno frequenti. Secondo questo modello la modalità psichica può essere descritta come “riferimento alla tendenza centrale”.

– In seguito altri autori si ispirarono al lavoro di Woodworth: • i Thurstone (1928) pubblicarono il

Personality Schedule, • Weider (1944) pubblicò il Cornell

Index che arrivò anche in Italia.

– Alcuni strumenti simili per struttura sono utilizzati ancora oggi:• ICD 10. La “Classificazione

statistica internazionale delle malattie, traumi e cause di decesso” della O.M.S. E’ divisa in 17 sezioni, la quinta riguarda i disturbi mentali separati in 30 categorie.

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Le check list di sintomi 2

– DSM-IV. La quarta revisione del “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”. Dell’APA. Anche questo come il precedente è uno strumento multidimensionale nel senso che è organizzato su 5 “assi” principali:• Sindromi cliniche• Disordini di personalità – disordini

evolutivi specifici• Disordini organici e stato di salute in

generale• Entità di eventi stressogeni psichici

e/o sociali• Valutazione del livello di

adattamento psico-sociale raggiunto nell’anno precedente all’esame.

– Sono entrambi strumenti che non fanno riferimento direttamente ad una teoria o ad un approccio terapeutico, piuttosto vanno considerati strumenti utili nella pratica per avere un quadro il più ampio possibile delle condizioni generali dell’individuo.

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Altri test di personalità 1

• Negli anni trenta appaiono questionari basati su modelli teorici che indagavano più aree della personalità.– Personality Inventory di Bernreuter

(1931), anche in edizione italiana del 1955 di Nencini, Misiti, Banissoni. Fu forse il primo caso in cui i questionari costruiti in precedenza servirono per costruire una nuova scala che intendeva indagare:

• tendenze nevrotiche,• autosufficienza,• introversione-estroversione,• dominanza-sottomissione.

– Il Questionario di adattamento di Bell (1935 anche in Italia), che dava punteggi di adattamento:

• familiare,• sociale,• affettivo,• nei confronti della salute.

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Altri test di personalità 2

– Il Questionario di adattamento per bambini (Carl Rogers, 1931)

– Il Mental Health Analysis (Thorpe & Clark, 1946, 1960)

– Il California Test of Personality (Thorpe, Clark, Tiegs, 1939)

– Tra il 1930 e 1940 oltre alla verifica della omogeneità interna delle scale si cominciarono anche a fare degli studi sulla VALIDITA’.

– Si definisce la Validità di un test o di un qualunque altro strumento di misura, la capacità di uno strumento di misurare la caratteristica che si vuole misurare.

– Nascono i primi test di pers. validati con la tecnica dei “gruppi contrapposti”, sia norm. Vs. patologici sia gruppi patologici a confronto.

• Temperament Schedule (Humm & Wadsworth, 1934, 1935);

• P.S. Experience Blank (McFarland e Selz, 1938, 1960)

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Test di personalità validati

– La stessa tecnica è stata utilizzata per la costruzione successivamente dello MMPI (iniziata negli anni trenta) e del CPI che da esso è derivato.

– Tutti i questionari costruiti dopo il 1940 sono in sostanza una rielaborazione dei questionari costruiti in precedenza.

– Omnibus Personality Inventory. Costituisce un mosaico di più di 700 item che fanno riferimento a 18 scale diverse.

– Il MMPI (Minnesota Multiphasic Personality Inventory) è il più conosciuto e utilizzato strumento multifattoriale per lo studio della personalità. Dalla sua pubblicazione al 1985 ha avuto più di 5000 riferimenti bibliografici (lavori pubblicati su riviste scientifiche o volumi) nella sola lingua inglese.

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Gli scopi del MMPI

– Gli scopi che hanno spinto Hathaway e McKinley (1940) a costruire un nuovo strumento di personalità:

• la necessità di includere una gamma molto ampia di contenuti e comportamenti rilevanti per lo psichiatra;

• l’importanza metodologica di realizzare un criterio di presentazione del materiale utilizzando un linguaggio che potesse risultare comprensibile anche ad individui di ceti sociali medio-bassi;

• la creazione di un repertorio di item abbastanza ampio per costruire varie scale per la descrizione della personalità.

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Le regole del MMPI

– Il formato delle frasi è sempre lo stesso (mutuato dal questionario di Interessi di Strong) e la pratica psicometrica negli anni successivi ha confermato la bontà della scelta:

• brevi frasi descrittive con i verbi in prima persona singolare;

• quasi sempre frasi in forma affermativa, qualche volta in forma negativa, mai interrogativa;

• utilizzazione di un vocabolario semplice e composto da termini comuni.

– Gli autori partirono come sempre dalla raccolta degli item (più di 1000) e arrivarono in seguito ad un minuzioso lavoro di selezione a conservarne 504 (poi diventati 550 più 16 “doppi” per esigenze di formato) che costituiscono il corpus attuale di item dell’inventario.

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Le aree coperte dal MMPI

• Gli item si riferiscono a 25 aree di contenuto. La numerosità (tra parentesi) degli item in ogni area è variabile:

– atteggiamenti sociali (72),– atteggiamenti politici, legalità

ordine (46),– moralità (33),– affetti (o tendenze) depressive

(32),– deliri, allucinazioni (31),– fobie (29),– problemi familiari e coniugali (29),– affetti (o tendenze) maniacali (24),– usi, comportamenti abituali (20),– atteggiamenti religiosi (20),– neurologia generale (19),– atteggiamenti sessuali (19),– problemi legati al lavoro e alle

occupazioni (18),

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Le aree coperte dal MMPI

– ossessività e compulsione (15),– tendenza a descriversi in una luce

favorevole o sfavorevole (15),– problemi scolastici (12),– eventuali disturbi legati ai nervi

cranici (11),– problemi gastrointestinali (11)– vasomotricità, trofismo, parola,

secrezioni (10) – salute in generale (9),– sadismo e masochismo (7),– problemi urogenitali (6),– motilità e coordinazione (5), – sensibilità (5),– problemi cardiorespiratori (5).

– Nel 1989 è stato pubblicato il MMPI-2 (Hathaway et al., 1989, Graham, 1990) che dovrebbe sostituire il vecchio MMPI, secondo le intenzioni degli autori. L’aspetto pratico che fa preferire il vecchio test è la grande mole di dati esistenti su quel test.

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Esercizio 2:Foglio di risposta

codicegenere etàavanti/dietro dx/sn

1.

2.

3.

4. 5. 6. 7.

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Esercizio 2

– ragionamento aritmetico. semplici problemi a risposta aperta che si risolvono in una/due operazioni a una/due cifre.

• Di quanti metri quadrati è una stanza lunga 7 m. e larga 6 m.?– Completamento di frasi. Frasi cui

mancano uno/due elementi a risposta aperta. Viene valutata la pertinenza del completamento.

• I pesci ________ nell’acqua– Ragionamento o logica. Abbinamenti

su base semantica a scelta multipla.

• Cane - coperta, catena, collare, gambe, naso– Confronto di significati (uguale-

diverso, risposta a scelta dicotomica).

• Ingombrante_____Grande• libero_____affrancato• indolente_____lesto• ponderato_____fatuo

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 29

Esercizio 2

– Cifrario.Vengono dati nove simboli grafici associati a numeri. Gli individui devono ricodificare un gran numero di questi simboli.

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 30

Altri tipi di test

• Esistono inoltre entro le due categorie test cognitivi e non cognitivi altri tipi di test indirizzati ad usi specifici in aree di indagine altrettanto specifiche.

• Test di profitto e di attitudine nell’area dell’educazione.

• Test neuropsicologici in area riabilitativa

• Test sugli atteggiamenti, sui valori, sugli interessi che riguardano l’area di della psicologia del lavoro e delle organizzazioni.

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 31

Profitto e attitudine

• Caratteristiche comuni a test di profitto e di attitudine– maximum performance e non il livello

“tipico”– gli item sono del tutto simili a quelli di

abilità generale o di intelligenza.

• Caratteristiche tipiche dei test di profitto– valutano la situazione presente o

passata ma non permettono previsioni

– si riferiscono ad apprendimenti specifici

– non includono gli apprendimenti incidentali

• Prova oggettiva di italiano I-59 (Andreani-Dentici, 1961)

• Serie di test di livello per la Sc. Elem. Italiano e aritmetica. (Cimino, 1961)

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 32

Neuropsicologici

• Indagano le capacità residue di soggetti che hanno subito un danno del sistema nervoso centrale pregresso, per trauma o patologia distruttiva o degenerativa– Test che valutano l’impedimento

generalizzato delle funzioni cognitive• Porteus Maze Test

– Test che valutano deficit di memoria• Wechsler Memory Scale• Memoria di prosa• Test di Corsi

– Test che valutano impedimenti dell’attenzione

• Test dei “deux barrages”• Test di cancellatura di simboli

– Test che valutano la parola e il linguaggio

• Token test o test dei gettoni – Test che valutano rapidità motoria,

percezione e abilità visuo-spaziali

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 33

Interessi, atteggiamenti, valori

• Interessi: definiti da preferenze o rifiuti per determinare attività lavorative, accademiche o del tempo libero (preferisco guardare la televisione che leggere un libro, lavorare all’aperto piuttosto che in una stanza).

• Valori: definiti da preferenze o rifiuti per determinare finalità o stili di vita, descritti a livello di maggiore generalizzazione rispetto agli interessi (per me è più importante servire gli altri che avere riconoscimenti pubblici)

• atteggiamenti: definiti da un insieme strutturato di convinzioni, sentimenti e tendenze ad agire nei confronti di determinati oggetti sociali (pregiudizio etnico, l’inquinamento etc.)

• mezzo: questionari autovalutativi

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 34

Codice morale e test

I test sono utili ma nelle mani sbagliate possono essere pericolosi. Essi richiedono sempre:

– elevato training– misure precise– approfondita comprensione delle

caratteristiche del test– la limitazione all’uso dei soli test

veramente conosciuti

Richiedono inoltre:– confidenzialità– privacy– uso di strumenti validi– esercizio del diritto a conoscere gli

esiti

•Nota: a lezione è stato distribuito materiale integrativo su questo argomento.

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Somministrazione individuale (si) e collettiva (sc)

• I problemi tipici della si

– distorsioni dovute alla comunicazione tra soggetto e somministratore.

• Caratteristiche personali del somministratore

– Il somministratore introverso raccoglie le informazioni meglio dell’estroverso.

– Il somministratore con buona conoscenza di sé, che è a conoscenza dei suoi propri bisogni tende a distorcere di meno la realtà.

• Caratteristiche dei soggetti– L’effetto dell’aspetto fisico. Le

persone attraenti, ben vestite tendono ad essere considerate dagli altri come più socievoli, più interessanti, più gentili delle persone meno attraenti.

– Con soggetti stimolanti il somm. può insistere finché non emerge la risposta esatta ad un t. cogn., oppure può non prendere in esame una risposta “patologica” ad un t. non cogn.

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 36

I problemi tipici della si

• I problemi tipici della si

– distorsioni dovute alla comunicazione tra soggetto e somministratore.

• Relazione tra somministratore e soggetto.

– Il rapporto diadico può far emergere pulsioni e bisogni che in un rapporto di gruppo non emergerebbero.

– I disturbi del soggetto che si presenta per la somministrazione condizionano il rapporto. Se il soggetto è volontario ci si aspetta che tenda alla collaborazione, affiliazione, al vittimismo e all’esagerazione dei sintomi. Se il soggetto è coartato ci si aspetta una tendenza all’ostilità e una scarsa collaborazione.

– Quando si somministra un test a persone di culture diverse dalla propria è opportuno interrogarsi sul fatto che un certo comportamento possa essere interpretato come offensivo o disdicevole.

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 37

Le regole della si

• I problemi tipici della si

– distorsioni dovute alla comunicazione tra soggetto e somministratore.

• La comunicazione che una risposta è sbagliata, che si sono superati i limiti di tempo per rispondere non dovrebbero essere comunicati a meno che questo non sia esplicitato nelle norme del test.

• Regole della si• Utilizzare la disposizione fisica

standard (rispettando la distanza fisica tra somministratore e soggetto e mantenendola costante)

• Mostrare gli stimoli uno alla volta (a meno di diverse istruzioni)

• Usare il registratore, ove consentito, per avere una registrazione della sessione di raccolta dati in grado di chiarire qualche dubbio in fase di codifica delle risposte.

• Motivare il soggetto a collaborare.

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 38

I problemi della sc 1

• I problemi tipici della sc– L’elemento che caratterizza più di

tutti questo tipo di somministrazione è la scarsa personalizzazione dei rapporti dal momento che l’interazione deve essere molto limitata.

• E’ quindi molto importante:– Non stabilire rapporti interpersonali

con nessun soggetto se non si vuole distorcere la prova.

– Pianificare razionalmente i ruoli durante la somministrazione

– Dare un immagine professionale– Mostrare un giusto grado di

autorevolezza– Decidere il grado di motivazione

generale da dare ai soggetti, e quindi sul clima da instaurare

– Controllare l’ansia d’esame– OPZIONALMENTE: dare alcuni esercizi

preliminari, fornire tutte le spiegazioni necessarie, dare le istruzioni per iscritto o registrate su supporto magnetico, se la somministrazione avviene in classe dare anche un ruolo all’insegnante.

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 39

I problemi della sc 2

• I problemi tipici della sc– E’ necessario inoltre controllare

rigidamente il tempo di somministr. Infatti due somministr. diverse divengono del tutto non confrontabili se i tempi di somministr. vengono abbreviati o accresciuti.

– E’ inoltre buona norma compilare un verbale di somministrazione con i dati del campione, l’inizio e la fine della somministrazione, i disturbi alla prova, le eventuali consultazioni tra soggetti, i problemi emotivi, le uscite dall’aula ed infine i quesiti posti dai soggetti e le risposte ad essi fornite.

– Infine bisogna tenere sotto controllo le condizioni ambientali ed in particolare le caratteristiche del locale (silenzioso e ben illuminato), il comfort delle postazioni per i soggetti e anche per i somministratori, la qualità dell’acustica da cui dipende la diffusione delle istruzioni, la qualità degli stimoli forniti che devono essere nuovi.

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La siglatura (scoring)

• Le risposte “alfa”. Si definiscono risposte alfa le risposte indicative di un certo attributo oggetto della misurazione. – Nei test cognitivi le risposte alfa sono

essenzialmente le risposte corrette mentre le beta sono le risposte errate “che non sono indicative di un certo attributo”.

– Nei test non cognitivi il problema è più complesso poiché nei test non cognitivi non vi sono solitamente risposte corrette pertanto il concetto di risposta alfa è più aleatorio: la risposta alfa è quella in grado di definire la presenza di un certo attributo.

– Nei questionari in genere però è possibile individuare chiaramente le risposte alfa. Lo strumento che si usa per la correzione si chiama “chiave” o più comunemente “griglia di correzione”.

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 41

Griglie di correzione

• Le griglie di correzione. – chiave per scale unidimensionali

(dove tutti gli item contribuiscono alla costituzione dello stesso punteggio). La chiave avvicinata al foglio di risposta del soggetto consente di individuare immediatamente quali risposte sono corrette e quali sbagliate.

– Esistono poi le griglie perforate che lasciano vedere solo gli item che compongono una certa scala.

– Poi vi sono le griglie trasparenti che hanno alcuni vantaggi rispetto alle precedenti.

– Da circa dieci anni esistono dei sistemi di siglatura automatizzata che forniscono la siglatura di un centinaio di questionari in pochi minuti.

– Vi sono infine i sistemi automatizzati di somministrazione del questionario tramite il computer che sono in grado di fornire direttamente il profilo del soggetto alla fine della somministrazione.

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 42

Il punteggio grezzo

• il punteggio grezzo spesso consiste nella somma delle risposte alfa. In realtà però non è sufficiente la distinzione tra risposte giuste o sbagliate neanche nei test cognitivi.

– Item affrontati sono quelli compresi tra il primo e l’ultimo cui viene data risposta.

– Item omessi sono quelli che, tra gli item affrontati, non ricevono alcuna risposta.

– Ai fini del conteggio delle risposte alfa gli omessi non cambiano il risultato dal momento che non danno punteggio.

– Nei questionari di personalità le omissioni sono importanti. Es. questi. sull’ansia in cui su 20 item un soggetto fornisce 10 risposte alfa e 10 beta mentre un secondo soggetto fornisce 10 alfa e 10 omissioni.

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 43

Le correzioni 1

• Spesso è necessario pensare a tecniche di correzione dei punteggi.– La scala K dello MMPI. Nei test di

personalità a volte bisogna correggere il tentativo di sembrare migliori di come si è in realtà. Per esempio la scala K dell’MMPI serve per correggere i punteggi di altre quattro importanti scale.

– L’età mentale di Binet. Binet aveva strutturato un metodo del calcolo dell’età mentale che era basato su delle ponderazioni a priori.

Serie diprove

sommin.

Num.Prove

superate

Punteggioassegnato

Tot. Anni tot. Mesi

IV,6 6 età base 4 6V 5 1mese x 5 - 5VI 6 2mesi x 6 1 -VII 4 2mesi x 4 - 8VIII 2 2mesi x 2 - 4IX 2 2mesi x 2 - 4X 0 - - -

Tot 5 277 anni 3 mesi

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 44

• La ponderazione per effetto del caso. – Può capitare nei compiti con risposte a

scelta forzata che soggetti che non sanno rispondere, oppure per mancanza di tempo o di scarsa motivazione rispondano segnando una risposta a caso. Se si pensa che questo possa accadere con elevata frequenza si può introdurre una correzione per le risposte casuali secondo la formula:

• In cui alfa c sono le risposte alfa corrette per l’effetto delle risposte casuali, alfa sono le risposte corrette grezze, beta sono le risposte sbagliate e k sono il numero delle alternative.

Le correzioni 2

1

kc

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 45

Le correzioni 3

• Osservando la tabella che segue è facile comprendere come il numero di alternative influisca su questa correzione.

Num.Alternat.

Prob. casualedi alfa apriori

Alfa/beta Alfa corrette

5 0,20 60/40 50

4 0,25 60/40 47

3 0,33 60/40 40

2 0,50 60/40 20

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 46

Le correzioni 4

• I problemi di questa correzione sono:

• Requisito della equiprobabilità delle alternative,

• Non considerazione degli individui con conoscenze parziali: per effetto della correzione esistono solo individui che sanno o non sanno.

• Non tiene conto della difficoltà dell’item.

• Una volta operata la correzione, se è prevista, si ottiene il punteggio grezzo.

• Ma il punteggio grezzo ha a sua volta diversi limiti perché non si riferisce ad un criterio esterno ma è la semplice quantificazione della prestazione del soggetto in quel momento.

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 47

I punteggi standardizzati

• Il difetto del punteggio grezzo è che non

può essere confrontato con nessun altro

punteggio: non si può dire, ad esempio, che

un soggetto è oppure non è nella media per

una certa caratteristica se non esiste una

distribuzione di quella caratteristica cui fare

riferimento. La distribuzione teorica

considerata più di frequente è la curva

normale o gaussiana. Per mezzo di questa

distribuzione possiamo riferirci al valore

medio, alla deviazione standard, dal

momento che ne conosciamo le proprietà.

– La forma della distribuzione ci dice quale

proporzione di punteggi è <, = o > a

qualunque punteggio di quella distribuzione

– La variabilità media ci dice quanto sono

dispersi i punteggi.

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 48

La distribuzione normale

• Rango percentile: indica la posizione che un punteggio occupa nella distribuzione trasformata in percentuali. Rango 30.mo significa che il 30% dei punteggi sono uguali o minori (graduatorie, scale ordinali).

• Punti z (o normalizzati): Punteggio che esprime la distanza di un punteggio grezzo dalla media, utilizzando lo scarto quadratico medio (dev. St.) come unità di misura.

• Punti T: è ottenuto come trasformazione lineare dei punti z in modo da avere media 50 e dev. St. 10.

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LA scala WAIS: origini

• David Wechsler (DW) era psicologo in un ospedale psichiatrico. Il suo compito era di valutare le capacità intellettive dei suoi pazienti.

• La scala Stanford-Binet era considerata da DW inadatta:– Item per bambini,– Troppo basata sulla verbalizzazione,– QI di rapporto senza senso negli adulti.

• Non aveva una teoria di intelligenza ma un approccio pratico.

• L’intelligenza riguarda per DW processi complessi come per Binet, in termini di capacità di adattamento globale.

• Risoluzione dei problemi– Item più adatti ad adulti,– Due sottoscale: verbale e performance– QI di deviazione con media 100 e ds 15 o

16, non più indice di sviluppo ma indicatore del rango che occupa il punteggio ottenuto tra quelli della popolazione di riferimento

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 50

LA scala WAIS-R• La WAIS è stata rivista diverse volte ed

è stata adattata anche per la popolazione italiana (WAIS-R contributo alla taratura italiana. Orsini e Laicardi, 1997).

• La prima parte del manuale del test (curato da Orsini e Laicardi) riporta molte informazioni sulla composizione del campione originale (USA) in termini di stratificazione (razza, età, genere, scolarizzazione, professione). Questo genere di informazioni servono per capire se gli autori sono stati sufficientemente sensibili al problema della rappresentatività del campione.

• Il primo passo consiste nella lettura delle “considerazioni generali sulla somministrazione” (p.49) del manuale.– Età: da 16 anni, norme fino a 74,– Procedure standard– Ambiente di somministrazione– Tempo di esecuzione– Rapporto tra esaminato e esaminatore– Principi generali di somministrazione

• Punto di inizio e interruzione• Tempo di risposta• Inchiesta sulle risposte

– Principi generali sull’attribuzione dei punteggi

– Scheda di notazione– Elenco dei materiali del test

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I subtest 1-4

• “Norme per la somministrazione e attribuzione del punteggio” (pp.57 e succ. ).Scala verbale (sv), scala performance (sp)• 1a prova: Informazioni, sv, 29

domande di cultura generale, che un adulto ha in teoria avuto l’opportunità di acquisire.

• 2a prova: completamento di figure, sp, 20 immagini che il soggetto deve esaminare per trovare la parte mancante.

• 3a prova: memoria di cifre, sv, sono serie di numeri da 3 a 9 cifre, da ripetere nello stesso ordine di presentazione, e serie da 3 a 8 da ripetere in ordine inverso.

• 4a prova: riordinamento di storie figurate, sp, 10 item di difficoltà crescente che propongono una serie di immagini in disordine. Compito del soggetto è di ordinarli perché raccontino una storia

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I subtest 5-7

• “Norme per la somministrazione e attribuzione del punteggio” (pp.57 e succ. ).Scala verbale (sv), scala performance (sp)• 5a prova: vocabolario, sv, 35 parole di

difficoltà crescente, sono presentate contemporaneamente a voce e per iscritto. Il compito dell’esaminato è quello di fornire una definizione.

• 6a prova: disegno con i cubi, sp, figure geometriche composte da parti rosse e bianche sono presentate una dopo l’altra. Il materiale e composto da cubetti colorati per metà di bianco e metà di rosso lungo la diagonale.

• 7a prova: ragionamento aritmetico, sv, 14 piccoli problemi sono proposti oralmente e devono essere risolti senza l’ausilio di carta e penna.

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I subtest 8-11

• “Norme per la somministrazione e attribuzione del punteggio” (pp.57 e succ. ).

Scala verbale (sv), scala performance (sp)• 8a prova: ricostruzione di oggetti, sp,

pezzetti di cartone vengono presentati in disordine e il soggetto deve assemblarli in modo che formino l’immagine di un oggetto familiare.

• 9a prova: comprensione, sv, la prova propone 16 domande in cui si richiede al soggetto di spiegare delle osservazioni della vita quotidiana, dei proverbi.

• 10a prova: associazione di simboli a numeri, sp, si presenta al soggetto un foglio dove righe in cui si succedono serie di cifre sono appaiate a righe in cui ad ogni fila corrisponde un quadretto bianco. Al soggetto viene richiesto di riempire ogni quadretto con il simbolo corrispondente.

• 11a prova: analogie, sv, 14 quesiti che richiedono di individuare in che cosa due elementi si assomigliano. Questa prova valuta la capacità di formare concetti astratti a partire dall’analisi delle somiglianze e delle differenze tra due oggetti.

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 54

Calcolo dei punteggi

• “Istruzioni per il calcolo dei punti ponderati e dei QI” (pp. 83 e segg.)– Per il calcolo del QI bisogna fare

riferimento alla scheda di notazione e in particolare alla tabella di conversione dei grezzi in ponderati che è basata sul gruppo di riferimento di 830 soggetti italiani di età compresa tra 19-34 anni.

– Per tracciare un profilo clinico (che esula dai nostri intenti) bisogna trasformare i punti grezzi in punteggi ponderati per età.

– Come sono stati costruiti i punteggi ponderati? Sulla base del campione di riferimento USA di 500 soggetti con età compresa tra 20 e 34 anni che costituisce il campione con prestazioni migliori in assoluto. I punteggi agli 11 subtest sono stati trasformati in una scala con media 10 e dev. St. 3. I punteggi ponderati vanno quindi da 1 a 19 cioè 10 +/- 3.

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 55

Le tabelle del manuale 1-12

• Tab. 1: Numero di item per subtest, confronto con la versione 1955.

• Tab. 2-6: informazioni sulla stratificazione del campione USA

• Tab. 7: numerosità, medie e deviazioni standard dei punti ponderati per le scale verb., perf. E totale su 1880 soggetti americani.

• Tab. 8: relazione tra punteggi di QI, deviazioni standard e rango percentile.

• Tab. 9: classificazione del QI.• Tab. 10: Coefficienti di attendibilità

dei subtest e del QI per età.• Tab. 11: Media, dev.st per test

retest e correlazione tra i due test.• Tab. 12 Errori standard di misura

(Esm) Essa rappresenta una stima della deviazione standard dei punteggi osservati intorno al punteggio vero. Quanto più è piccola questa quantità migliore è la stima del punteggio.

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Andrea Bosco - Teoria dei Test 56

Le tabelle del manuale 12-

• Tab. 13: Valori critici delle differenze tra punti ponderati per tutti i sub-test.

• Tab. 14: Valori critici tra QI verbali e QI di performance.

• Tab. 15: Intercorrelazioni tra sub-test per gruppi di età.

• Tab. 16:Intercorrelazioni medie per tutti i soggetti (N=1880).

• Tabb. 17-18 altre informazioni.