Anche in natura c’è chi gioca a nascondino... Scoprite chi!

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le pagine dei ragazzi C ari ragazzi, scommetto che avete giocato tan- te volte a nascondino e probabilmente qualcu- no di voi lo fa ancora... Lo sapete che ci so- no animali che a na- scondino giocano per tutta la loro esistenza? Beh, a dir la verità, il loro non è proprio un gioco, ma uno strata- gemma per salvarsi la vita o per procurarsi il cibo. Ovviamente quando noi ci nascondiamo per giocare è suf- ficiente stare acquattati dietro qualcosa: un muro, un albero, una siepe. Non importa quindi che abbiamo dei vestiti mime- tici; va bene anche la maglietta bianca che la mamma ci racco- manda sempre di non sporcare! Nel mondo animale, in- vece, chi attua questo «gioco» (chiamiamolo così!) lo fa molto seriamente e mette in atto tra- vestimenti degni del miglior at- tore di teatro. Andiamo a vedere, sgranando bene gli occhi per indi- viduarli, quali sono in campagna questi astuti e fantasiosi animali. Direi che uno straordinario esempio di mimetismo è dato dal- Anche in natura c’è chi gioca a nascondino... Scoprite chi! la mantide religiosa (1), un inset- to che vive in campagna nelle siepi e negli incolti e che talvolta s’in- contra nei giardini. Deve il suo nome al fatto che tiene le zampe piegate sul tora- ce in un modo che ricorda le mani giunte di un uomo in preghiera. La mantide non è un’abile volatrice e per procurarsi il cibo deve tendere agguati agli altri insetti di cui si nutre. Ha una livrea (cioè l’insieme dei colori e dei dise- gni del corpo) molto mimetica e si confon- de benissimo nell’am- biente in cui vive, tant’è vero che le ba- sta rimanere ferma sul- lo stelo di una pianti- na per passare del tut- to inosservata agli oc- chi delle sue vittime, ma anche dei suoi nemici, come le lucertole e gli uccelli insettivori. Che dire poi del grillo dei ce- spugli (2)? È un insetto che vi- ve tra la vegetazione degli incol- ti e che affida la sua vita al pro- prio mimetismo, che gli consente di essere scambiato spes- so per l’appendice di una piantina. Il nostro grillo tuttavia ogni tanto cade vittima della mantide e 74 VITA IN CAMPAGNA 1/2015 1 2 3 4 © 2015 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l.

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le pagine dei ragazzi

Cari ragazzi, scommetto che avete giocato tan-

te volte a nascondino e probabilmente qualcu-no di voi lo fa ancora...

Lo sapete che ci so-no animali che a na-scondino giocano per tutta la loro esistenza? Beh, a dir la verità, il loro non è proprio un gioco, ma uno strata-gemma per salvarsi la vita o per procurarsi il cibo.

Ovviamente quando noi ci nascondiamo per giocare è suf-ficiente stare acquattati dietro qualcosa: un muro, un albero, una siepe. Non importa quindi che abbiamo dei vestiti mime-tici; va bene anche la maglietta bianca che la mamma ci racco-manda sempre di non sporcare!

Nel mondo animale, in-vece, chi attua questo «gioco» (chiamiamolo così!) lo fa molto seriamente e mette in atto tra-vestimenti degni del miglior at-tore di teatro. Andiamo a vedere, sgranando bene gli occhi per indi-viduarli, quali sono in campagna questi astuti e fantasiosi animali.

Direi che uno straordinario esempio di mimetismo è dato dal-

Anche in natura c’è chi gioca a nascondino... Scoprite chi!

la mantide religiosa (1), un inset-to che vive in campagna nelle siepi e negli incolti e che talvolta s’in-contra nei giardini.

Deve il suo nome al fatto che tiene le zampe piegate sul tora-ce in un modo che ricorda le mani giunte di un uomo in preghiera. La mantide non è un’abile volatrice e per procurarsi il cibo deve tendere

agguati agli altri insetti di cui si nutre. Ha una livrea (cioè l’insieme dei colori e dei dise-gni del corpo) molto mimetica e si confon-de benissimo nell’am-biente in cui vive, tant’è vero che le ba-sta rimanere ferma sul-lo stelo di una pianti-na per passare del tut-to inosservata agli oc-

chi delle sue vittime, ma anche dei suoi nemici, come le lucertole e gli uccelli insettivori.

Che dire poi del grillo dei ce-spugli (2)? È un insetto che vi-ve tra la vegetazione degli incol-ti e che affi da la sua vita al pro-prio mimetismo, che gli consente

di essere scambiato spes-so per l’appendice di una piantina. Il nostro grillo tuttavia ogni tanto cade vittima della mantide e

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quando succede è perché il mime-tismo del predatore (la mantide) in quell’occasione ha funzionato meglio del suo. Ci sono tante altre volte, però, che il grillo si cela alla vista di un ramarro o di un uccel-lo in cerca d’insetti e riesce a sal-varsi la vita.

Tra gli uccelli mimetici e mol-to diffi cili da vedere bisogna men-zionare il gufo comune (3), che vive nelle campagne alberate. Sia il maschio che la femmina han-no il piumaggio che assomiglia moltissimo alla corteccia di un al-bero. Quando il gufo si riposa di giorno (lo sapete, vero, che caccia di notte?) e si addossa a un tron-co, scompare letteralmente alla vi-sta di chiunque. A volte sono so-lo gli occhi aperti a tradirlo, poi-ché l’iride arancio può richiamare l’attenzione, ma vi posso assicu-rare che in ogni caso è molto diffi -cile scorgere un gufo tra i rami di un albero.

Il re del mimetismo tra gli uc-celli rimane, però, il tarabuso (4). Vive nelle ampie paludi ricche di canneti praticamente inosservato, confondendosi a meraviglia tra la vegetazione palustre. Sa nascon-dersi così bene da imitare le can-ne che gli stanno intorno allun-gando il già lungo collo e addirit-tura ondeggiando leggermente per seguire il loro movimento quando sono agitate dal vento. La mimica gli riesce perfettamente, tant’è ve-ro che per questa sua arte è diven-tato famoso.

Ad ogni modo sappiate che tra gli animali l’arte del passa-re inosservati è molto importan-te e spesso essere invisibili è più vantaggioso che possedere armi temibili per fronteggiare un ne-mico!

Maurizio Bonora

La curiosa scoperta di Nikolaas Tinbergen

Avete mai sentito parlare dell’etologo (cioè uno studioso del com-

portamento animale) Nikolaas Tinbergen? Ha ottenuto il premio

Nobel nel 1973, insieme agli amici Konrad Lorenz e Karl Von Fri-

sch, per le sue scoperte nel campo del comportamento animale.

Durante i suoi esperimenti Tinbergen ha notato che negli ani-

mali alcuni comportamenti si scatenano solo con un preci-

so stimolo. Cerchiamo di capire meglio il signifi cato di questa af-

fermazione.

In un suo esperimento Tin-

bergen ha provato a far

«volare» sagome di diffe-

renti specie di uccello so-

pra ad alcune galline e ha

notato che solo quelle dei

rapaci generavano pani-

co (A). Le galline scappava-

no solo all’arrivo di un preda-

tore: quindi ha dedotto che

la forma dei rapaci in volo

è riconosciuta dalle galline come fonte di pericolo.

Partendo da questa conclusione si è pensato di attaccare delle

sagome (B) di uccelli rapaci (per esempio della poiana, del falco o

dell’aquila) sui pannelli fonoisolanti che sicuramente vi sarà capita-

to di vedere in alcuni tratti lungo l’autostrada. Questi pannelli sono

delle barriere necessarie per evitare che i rumori provocati dall’alta

velocità dei mezzi si pro-

paghino nei centri abitati,

ecco perché sono detti

fonoisolanti. I disegni dei

rapaci avrebbero lo sco-

po di fare in modo che gli

uccelli che non si accor-

gono della presenza dei

pannelli (in particolare le

specie più a rischio come

i pettirossi, i cardellini e le

rondini) non ci vadano a

sbattere contro. Essi, ve-

dendo la sagoma del rapace, dovrebbero alzare la propria traiet-

toria di volo ed evitare di schiantarsi sul pannello (i rapaci, invece,

volano più alto e, comunque, non vogliono entrare in confl itto con

altri rapaci, in questo caso con le sagome).

Dalle ultime ricerche realizzate in Europa sembrerebbe, però, che

gli uccelli non riconoscano nella sagoma statica del predatore un

nemico da cui fuggire, ma semplicemente un ostacolo da aggirare.

Laura Brisotto

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