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21-04-2015
ANATOMIA PATOLOGICA
Prof. V. Cavallari
“Patologia del laringe & Pneumopatie restrittive”
1.LARINGE
1.1. Introduzione Abbiamo dato spazio alla patologia del laringe
perché è una patologia che ha un’incidenza
molto elevata, sia per quello che riguarda
quella benigna, sia per quello che riguarda la
patologia maligna. Bisogna dire una cosa, che
come in tutti i distretti, come tutti gli organi e
gli apparati noi abbiamo sicuramente una
prevalenza delle lesioni benigne su quelle
maligne e allora quando io vi dico “Ragazzi
ditemi un tumore del laringe” non cominciate a
dirmi il carcinoma del laringe, un po’ come lo
dite quando si parla della mammella, il
carcinoma della mammella, NO, perché la
maggior parte delle istanze con cui voi vi
confronterete, facendo degli esempi di patologia
pratica, sul campo, sono patologie benigne, che con quelle maligne hanno delle somiglianze e
quindi voi dovrete conoscerne l’esistenza per non commettere l’errore di sovrastima, che è un
errore purtroppo abbastanza frequente ed è un errore purtroppo abbastanza frequente in quanto è
anche un errore cautelativo, in quanto uno tenderebbe a sovrastimare immaginando che così
sbaglia di meno, ma la sovrastima è probabilmente a volte più grave della sottostima, perché può
comportare anche nel paziente delle reazioni, soprattutto reazioni psicologiche, che possono
essere pure drammatiche, se voi ad un pz fate capire che ha una patologia maligna ma non è
vero, voi avete fatto un danno molto maggiore rispetto a quello che vi costava dire “Non ho
capito bene, fammici pensare” Allora trinceratevi dietro il “Non lo so”, il “Non capisco, devo
pensarci”, perché non è assolutamente peccato, io lo faccio tutti i giorni nella mia pratica, eppure
ho una certa età, eppure quando arriva qualcuno e mi dice “Dimmi subito se è benigno o
maligno”, io a volte non lo capisco e allora invece di buttarmi e dire “E’ maligno, stai tranquillo”
così magari quello prende un organo intero e lo strappa via, a volte si tratta di un laringe, io
invece gli dico “Guarda non ho capito bene, fammici pensare ancora” e allora io ho tempo di
riguardare di informarmi, di guardare su internet, di guardare il libro, di consultare un amico,
perché tutte queste cose il medico le può fare, quindi imparate a non essere troppo pronti nella
vostra decisione diagnostica o terapeutica e imparate anche a dire “Non lo so, non l’ho capito,
devo pensarci” perché non è peccato, non è assolutamente un’ammissione di ignoranza, è invece
una misura cautelativa sia nei confronti vostri che nei confronti del malato.
1.2. Anatomia Il laringe, in questa bella immagine è un pezzo macroscopico
asportato in blocco, contrae stretti rapporti col faringe,
chiaramente e con la base della lingua. In questa regione, qua c’è
il forame cieco, si possono innovare diverse lesioni che vanno in
d.d.f. per esempio è importante la presenza di residui tiroidei
durante il suo decorso che termina col forame cieco e che
possono dal luogo a dei gozzi, a dei noduli iperplastici a questo
livello , ma anche a dei tumori benigni o maligni, quindi a degli
adenomi o carcinomi che derivano dai residui tiroidei che sono
localizzati qui. Qui vediamo il pavimento del faringe con i seni
piriformi, l’ipofaringe, e pensate che il bolo alimentare quando noi
facciamo un movimento di deglutizione spinge in basso, viene
tirato in basso dalla contrazione di questi muscoli e l’epiglottide,
che ottura le vie respiratorie ed impedisce che il bolo vada nelle vie respiratorie. In tutti i casi in
cui c’è un difetto in questo meccanismo, che può essere legato a dei difetti neuromuscolari e
quindi le varie patologie neuromuscolari, tutti i tipi possibili che potete immaginare, paralisi mono
e bilaterali dei vari nervi, glossofaringeo, l’accessorio, l’ipoglosso, che sono interessati in questo
meccanismo, oppure anche dei difetti dati dalla presenza di un tumore o di un processo
infiammatorio che determina rigidità a questo livello, c’è il rischio, il pericolo che il bolo alimentare
venga aspirato nelle vie respiratorie e quindi possa dar luogo ad una varia patologia da ingesti
(ab ingestis), questa patologia viene in genere prevenuta dal riflesso della tosse che è intenso e
fortissimo a questo livello, la mucosa è sensibilissima e quindi specialmente quando si ci avvicina
alla rima della glottide noi abbiamo un limite quasi invalicabile, ma questo riflesso può essere
anche in qualche modo meno efficiente in caso di sedazione con farmaci, in caso di sedazione
anche con farmaci sedativi della tosse stessa, oppure più semplicemente in soggetti che hanno
preso tranquillanti o soggetti che hanno assunto molto alcool, allora in questo caso, il soggetto
alcolista si sdraia e può avere un reflusso
gastroesofageo e parte di questo materiale
refluito può andare parzialmente nelle vie
respiratorie stimolando un riflesso della tosse
debole perché questo soggetto è sedato
dall’alcool, tante patologie della regione hanno
questa genesi. Comunque, nel laringe noi
possiamo distinguere una porzione sottoglottica,
una porzione che è la rima della glottide in cui
noi vediamo in basso le due corde vocali vere
che sono riunite anteriormente dalla commessura
anteriore che è una struttura anatomica molto
importante, che vibrano durante la fonazione, poi
c’è il ventricolo del Morgagni e al disopra del
ventricolo c’è un’altra plica della mucosa che si
chiama falsa corda vocale, al disopra di questa
struttura ci sta l’epiglottide, che noi vediamo adagiata e si muove verso il basso.
1.3. Istologia Il laringe è rivestito:
- Nella porzione sovraglottiva, cioè quella che è l’epiglottide e la falsa corda, è rivestito da epitelio
piatto pluristratificato non corneificato, simile a quello della bocca e del faringe.
- Il ventricolo è rivestito da epitelio cilindrico ciliato.
- La corda vocale vera è rivestita da epitelio piatto pluristratificato però sottile, più sottile rispetto
la sovraglottiva.
- La porzione sottoglottica è invece rivestita da epitelio cilindrico ciliato, tipico respiratorio, con
interposte delle cellule muciare.
1.4. Lesioni del Laringe Le lesioni del laringe hanno una diversa presentazione clinica a seconda che siano sovraglottiche,
glottiche e sottoglottiche.
- Le lesioni sovraglottiche avranno come sintomatologia, in genere, un disturbo durante la
deglutizione, quindi la DISFAGIA.
- Lesioni della glottide avranno come conseguenza una modificazione del timbro della voce,
quindi una DISFONIA.
- Lesioni sottoglottiche devono diventare cos’ grandi da provocare una DISPNEA.
Quindi è chiaro che le lesioni sottoglottiche quando vengono scoperte e danno una dispnea sono
grandi, mentre invece delle lesioni a questo livello (gtottico) quando danno una disfonia sono
piccolissime. Questo ci aiuta in quanto moltissime lesioni neoplastiche del laringe sono proprio
localizzate in modo specifico a livello della rima della glottide. Prima di parlare dei tumori benigni
e maligni, ricordiamoci che possono esserci altri processi occupanti spazio, processi che possono
determinare una flogosi produttiva, il primo esempio è la TUBERCOLOSI, altro esempio sono delle
MICOSI, che possono determinare delle lesioni granulomatose produttive occupanti spazio che
aggettano all’interno del lume. Più raramente altri agenti patogeni possono determinare un quadro
similare come per es. la LEISHMANIA, in tutta la mia vita ho osservato due lesioni del Faringe e
del Laringe che si comportavano come una “colata” neoplastica, sembrava una colata di neoplasia
che irrigidiva prima la porzione sottoglottica e poi ha interessato anche la regione glottica, hanno
indicato la tracheotomia e i medici non sapevano “che pesci prendere” fino al momento in cui
siamo riusciti ad identificare nella lesione pochissime leishmanie che erano responsabili di questo
processo granulomatoso produttivo e quindi con la terapia specifica, anche se è una terapia
velenosa, le Leishmanie sono state eliminate ed il soggetto è guarito, perché questa lesione è
regredita in modo completo. Quindi ricordiamoci anche questa possibilità, difficile però possibile,
un granuloma che si sviluppa a quel livello. Abbiamo ancora l’AMILOIDOSI, che può essere
sistemica o localizzata, quando è sistemica interessa tutta la mucosa, tutta la sottomucosa, più
che sottomucosa, il connettivo, lo stroma che sta sotto la mucosa, quindi possono essere
inspessite le corde vocali, possono avere un aspetto “lardaceo”, più facilmente però può essere
localizzata l’amiloidosi e allora in questo caso si tratta di lesioni circoscritte a livello delle corde
vocali che vanno in diagnosi direttamente come polipi. Inoltre in soggetti con MRGE importante ci
può essere una lesione superficiale dell’epitelio che poi quando viene riparata, viene riparata da
parte di un tessuto di granulazione che può essere anche ipertrofico. Questo tessuto si sviluppa
come una lesione macroscopicamente mammellonata che tende a vegetare, una lesione vegetante,
ulcerata in parte, che quindi ricorda molto un tumore maligno, facilmente friabile, sanguinante e
questo tessuto di granulazione si può vedere sia in caso di reflusso, una lesione proprio primaria
della mucosa da parte del reflusso, sia invece in seguito a delle manovre diagnosticoterapeudice,
quando viene asportata una lesione sia maligna che benigna, rimane un letto chirurgico che tende
a guarire, però se la guarigione non è facilitata, se ci sono colpi di tosse, se il soggetto non
guarisce bene, guarisce con molto tessuto di granulazione in corrispondenza di un’asportanzione
chirurgica di una cosa qualunque, dove il chirurgo è andato con la pinza ed ha asportato, o con
il laser, si sviluppa una vegetazione friabile, rossastra, di aspetto molto sospetto, che potrebbe
essere anche una ripresa di malattia se si trattava di un tumore maligno, uno vede questo tessuto
qui e pensa “Ma chissà, chi lo sa”, invece nella maggior parte dei casi noi abbiamo tessuto di
granulazione. Alla fine, per completezza, ricordiamo la possibilità delle CISTI AEREE, che sono dei
diverticolo in zone di lassità maggiore dello stroma sottomucoso, sotto i colpi di tosse
specialmente, durante la fonazione, il canto, un utilizzo intensivo della voce, ma specialmente è la
tosse a provocarlo, questa mucosa tende a estroflettersi portandosi dietro del connettivo e a
formare a volte una vera e propria cisti ripiena di aria che è molto simile ai diverticoli esofagei,
anche nell’esofago ci sono i diverticoli, che però sono ripieni di cibo, di bolo alimentare, in questo
caso invece è una cisti ripiena di aria che si gonfia sotto i colpi di tosse o durante la fonazione,
a volte si può vere anche come un rigonfiamento del collo mentre uno parla, in ogni caso dà
segno di sé, perché può comprimere le corde vocali, può determinare DISFONIA, ed è una banalità
da punto di vista dell’intervento perché viene asportata in todo e vedete che è una formazione
cistica rivestita in questo caso da epitelio respiratorio. Fra le lesioni non neoplastiche sono
frequentissime, teniamo conto che questo tipo di patologie comportano il circa l’80/90% dei
preparati istologici che noi abbiamo sul tavolo, poi abbiamo anche preparati che vengono da
orecchio o dal naso, ma orecchio e naso per voi NON SONO STATI PREVISTI NEL PROGRAMMA DI
ANATOMIA PATOLOGICA, comunque la maggior parte delle lesioni che noi vediamo sono LESIONI
BENIGNE, le lesioni maligne sono poche per fortuna.
1.4.1. Neoformazioni Benigne
1.4.1.1. Polipi
I POLIPI del laringe sono frequentissimi, sono delle pliche di mucosa rivestite da epitelio che in
genere è piatto pluristratificato e si può pure inspessire un pochino e si vanno a formare sotto
sforzo, le corde vocali durante la fonazione, durante il canto, vibrano e se vibrano in modo
scomposto, come avviene quando vengono prese delle note troppo alte per l’impostazione vocale
del soggetto o quando troppo a lungo viene utilizzata la voce, come avviene per es. negli
insegnati che magari urlano, sbraitano e tutto il resto, oppure come esempio io amo ricordare
quelli che vendono il pesce al mercato che hanno quella voce “stentoria” che però a volte
vengono dall’otorinolaringoiatra perché a volte la perdono, allora in questo caso, questa mucosa si
estroflette e col perdurare del trauma vocale, questa lesione tende a diventare più grande, più
grande sempre nell’ordine di mm, teniamo conto che sono mm. In genere questa lesione è
costituita da uno stroma rivestito da un epitelio, questo stroma può andare incontro a diverse
alterazione, regressive, di edema, può essere vascolarizzato, può essere scleroialino e tutto il
resto, la cosa importante è che, se c’è un “bruscolino” minuscolo millimetrico, testa di spillo, sulla
corda vocale, il timbro della voce si modifica, si ha subito un DISFONIA. Allora, la disfonia che è
la modificazione permanente del timbro della voce, che non è legata a fatti contingenti, uno può
anche diventare AFONO per una laringite acuta anche virale, però questo processo recede nel giro
di alcuni giorni, se invece questo processo, nonostante siano state instaurate delle terapie, si
mantiene, la disfonia permanente è sempre un sintomo che indica in ogni caso il ricorso
immediato ad una visita specialistica, perché bisogna subito andare a vedere se è responsabile
una di queste lesioni benigne o se il responsabile è una lesione maligna localizzata all’interno
della corda vocale. Se è il secondo caso, noi abbiamo una lesione maligna piccolissima, così
piccola da consentire molto spesso un intervento chirurgico di tipo conservativo, non una
laringectomia, ma una CORDECTOMIA anche parziale che consente quindi la preservazione delle
funzione fonatoria nel soggetto e soprattutto viene prevenuta quella grossa mutilazione che
comporta la laringectomia totale che viene mal sopportata dai oggetti, quindi se è possibile evetira
la cosa è meglio. In genere i polipi interessano l’età giovanile ma abbiamo anche i polipi
dell’adulto nei soggetti anche di 50 anni. I polipi possono avere la struttura vacolare, possono
avere una sclerosi ialinosa stromale, il rivestimento è epiteliale, che è piatto pluristratificato e può
essere un pòinspessito. I polipi sono benigni e se si elimina il trauma vocale, anche con un
intervento di logopedia, con l’impostazione della voce se si tratta di cantanti dilettanti, si ottiene
un ottimo risultato.
Questo è un polipo in questo soggetto intubato,
vedete che è una lesione che ha lo stesso colore
della mucosa, è liscia, non è ulcerata e
chiaramente determina in questo caso una
disfonia importante. Perché è importante la
commessura anteriore? La commessura anteriore
è importantissima perché nel caso di un
intervento conservativo per un tumore maligno noi
dobbiamo osservare la commessura anteriore
anche durante l’intervento operatorio, in
estemporanea, per essere sicuri che non ci sia
compromissione neoplastica, per esempio se questo fosse un tumore maligno e noi guardiamo qui,
noi possiamo dire al chirurgo “Sì, puoi togliere la corda soltanto”, senza che sia compromessa
quella controlaterale, nel caso di compromissione della commessura anteriore, la contro lateralità
è invece indicata alla laringectomia.
Ecco qua un polipo a struttura fibrosa, un polipo
fibroepiteliale con l’epitelio inspessito, un polipo in cui ci
sono le ectasie venose, un polipo angioectasico, a volte
vengono chiamati polipi angiomatosi. Perché è importante
sapere che può esistere questo polipo? Perché questo
polipo si può rompere e può determinare sotto i colpi di
tosse delle emissioni sangue e anche questo (EMOFTOE)
sempre un sintomo da prendere con estrema attenzione,
perché raramente in questo caso, ed in pochi altri
esempi è l’espressione di una patologia benignia, ma più
frequentemente è espressione di qualcosa che non va,
può essere addirittura un sintomo di esordio di alcuni
tumori maligni sottoglottici che ad un certo punto si sfaldano superficialmente e provocano questo
sintomo, lo “sputo ematico” con un colpo di tosse, che è il sintomo di esordio in assenza ancora
della dispnea, però sono tumori che già possono essere avanzati.
Tra i tumori benigni noi abbiamo una serie di “tumoretti”. Il PAPILLOMA SQUAMOSO per primo, il
più frequente di tutti, i TUMORI EPITELIALI DI TIPO SALIVARE, perché sono importanti questi?
Perché le gh. accessorie del laringe, come anche quelle dei bronchi sono gh. acinose composte a
secrezione mista, molto simili alle gh. salivari accessorie che sono presenti nel cavo orale, quelle
piccole ovviamente, non quelle grandi, quelle accessorie, sono presenti nel cavo orale ma sono
presenti anche nel faringe, nel laringe e nell’albero bronchiale oltre che nel laringe. Queste gh.
possono essere il punto di partenza di tutti i tumori benigni e maligni delle gh. salivari, che sono
chiaramente meno frequenti in queste regioni ma possibili e quindi noi a volte possiamo incontrare
anche nelle fosse nasali, anche nel laringe, anche nei bronchi, dei tumori che sembrerebbero
stranissimi se uno non pensasse che c’è la possibilità di un tumore uguale, identico a quelli delle
gh. salivari presenti in queste sedi, ecco perché io voglio farvi la lez. sulle gh. salivari e ce l’avrete
fra quelle che vengono recuperate. Poi c’è un TUMORE A C. GRANULOSE che è molto simile a
quello della lingua, molto simile a quello della cute, che in d.d.f. con il carcinoma, sono più rari
però questi tumori, un PARAGANGLIOMA che è molto simile a quello del glomo carotideo, infatti in
regione siamo vicini, e soprattutto questo EMANGIOMA SOTTOGLOTTICO che è un importante
tumore dell’infanzia di cui bisogna conoscere assolutamente l’esistenza. Poi esiste tutto un insieme
di altri tumori NON EPITELIALI che sono ENANGIOMA, FIBROANGIOMA, FIBROLIPOMI, ecc. qui vale il
concetto che vi ho detto anche l’anno scorso quando si parlava del farsi un’idea sistematica dei
vari organi in base ai tessuti che li compongono, se uno non sa che nella laringe c’è cartilagine,
non ci può essere un CONDROMA, se c’è muscolatura striata ci può essere un RABDOMIOMA, se
c’è muscolatura liscia ci può essere un LEIOMIOMA, se ci sono nervi ci può essere un
NEURINOMA,se c’è grasso ci può essere un LIPOMA, cioè è possibile appunto per la presenza di
tessuti di un certo tipo che fanno parte di un organo, quindi questi tumori, che poi sono rari,
possono essere presenti in tutti gli organi che appunto sono costituiti anche da questi tessuti,
anche se poi un tessuto è più interessato quasi sempre in ciascun orano e quasi sempre è
interessato il tessuto di “interfaccia”, quello cioè che mette in contatto due fasi, come l’ep. di
rivestimento di tutti i visceri cavi e allora sono quelli, i tumori epiteliali sono più frequenti, oppure
nell’utero qual è il tumore più presente? Quello della componente più abbondante, che è appunto
il miometrio e allora appunto il leiomioma è il tumore più frequente a livello dell’utero. Uno deve
anche fare questi ragionamenti per ricordare meglio, per non fare uno sforzo mnemonico nello
studio dell’anatomia patologica, ma per cercare di utilizzare il ragionamento, se fate questo lo
studio vi verrà più facile.
1.4.1.2. Papilloma squamoso
Il PAPILLOMA SQUAMOSO è il tumore laringeo più frequente dell’infanzia, c’è differenza tra il
papilloma squamoso dell’infanzia e il papilloma squamoso invece dell’adulto. Sembra che il
papilloma dell’adulto non sia legato all’HPV, però è controverso il discorso, mentre invece
sicuramente il papilloma dell’infanzia è correlato all’infezione da HPV, specialmente sottotipi 6 e
11, non sono sottotipi oncogenici, però determinano questa formazione che in genere ha la
caratteristica di non essere unica, quindi non abbiamo un papilloma ma abbiamo molto spesso
una PAPILLOMATOSI. In più, come a colte succede anche a livello cutaneo, a volte noi vediamo
dei soggetti che hanno una papillomatosi cutanea, che sono proprio come delle foreste di
estroflessioni e noi dobbiamo affrontarle con dei metodi abbastanza drastici, perché sono anche
brutte a vedersi e danno anche molto fastidio. La diffusione del virus alle porzioni vicine è molto
facile e quindi questa papillomatosi ha la caratteristica di essere facilmente recidivante e di
estendersi anche alle vie respiratorie del soggetto e allora la gravità della papillomatosi consiste
proprio in questo. Sono lesioni esofitiche friabili, localizzate a livello delle corde, però possono
avvenire delle r3ecidive locali, specialmente quando vengono asportate queste lesioni, vengono
asportate e facendo questo so diffonde il virus in giro, specialmente alla regione sottoglottica e
anche alla trachea e ai bronchi perche a volte questi soggetti vengo tracheostomizzati e questo
procedimento diffonde ancora di più il virus, a volte si può vedere anche una papillomatosi
bronchiale. Tutto questo era molto grave in epoca pretera pia antivirale, oggi la situazione è
lievemente migliorata, tenendo conto che molti di questi ceppi di virus rispondono entro certi limiti
alla terapia, però è sempre una sfida terapeutica, un grosso problema, perché sono “bambinetti”
che sviluppano queste recidive e queste recidive a volte possono essere così importanti dal punto
di vista del numero e delle dimensioni della lesione da determinare un ostacolo alla respirazione.
Microscopicamente i papillomi sono degli
assi connettivo-vascolari e sono rivestiti da
epitelio che può mostrare degli effetti
citopatici caratteristici, il papilloma squamoso
ha un comportamento benigno, non è
correlato con i sottotipi oncogenici ed ha
una prognosi che dipende dalla possibilità di
dominare questo bambino fino a quando il
bambino cresce,perché alla pubertà
generalmente tutto questo finisce, come se i
poteri immunitari di un soggetto potessero
in qualche modo risolvere il problema.
Nell’adulto invece il papilloma è solitario,
alcuni dicono che non sia correlato all’HPV, però io sul libro ho visto delle immagini che mostrano
chiaramente un aspetto CITOPATICO e quindi è possibile che sia correlato. La differenza tra il
papilloma dell’adulto e quello del “bimbetto” consiste nel fatto che questo è UNICO e questo
farebbe pensare ad un rapporto differente, ammesso che ci sia un’eziologia virale, è un rapporto
però differente del soggetto con il virus, con il virus, sì, può essere localizzato in quella regione,
in quel gruppo di cellule, ma è tenuto poi sotto controllo dal sistema immunitario del soggetto e
quindi non è capace di interessare le porzioni di mucosa adiacenti, cosa che invece succede nel
bambino. In ogni caso la differenza è anche che superficialmente, invece di essere NON
cornificato, E’ CORNEIFICATO il papilloma ed è SOLITARIO. Una lesione a volte incidentale, come
in questo caso (parla del caso proiettato con la slide) è un reperto autoptico incidentale, questo
soggetto era disfonico però probabilmente aveva dei problemi molto più grossi, quindi non è stato
diagnosticato questo piccolo papilloma localizzato sulla corda vocale vera. E’ una lesione che se si
guarda con attenzione ha una superficie un pochino “zigrinata” un pochino frastagliata e
vedendolo istologicamente vediamo le estroflessioni stromali, sono gli assi connettivali, gli assi
stromali che sono rivestiti da cellule squamose che in questo caso non cornificano ma possono
anche cornificare, che hanno tipicamente questi aspetti citopatici, che si chiamano (?) quella
vacuolizzazione perinucleare che da quell’aspetto chiaro alle cellule che deriva proprio
dall’interazione del virus, legate alla replicazione del virus con le componenti del citoscheletro di
questi elementi, il citoscheletro ne viene disturbato e si ha questo tipo di quadro.
1.4.1.3. Tumori Salivari
I TUMORI SALIVARI possono essere di tutti i tipi,
specialmente quelli benigni e prevale il tumore benigno
più frequente di tutti per eccellenza che è il cosiddetto
TUMORE MISTO o ADENOMA PLEOMORFO, è un tumore
che può avere 100 facce, ma è sempre lo stesso, un
tumore che deriva dalla componente sia dei dotti sia mio
epiteliale della gh. salivaria e determina dei quadri
istologici molto differenti tra di loro, ma è sempre una
palla ben circoscritta, capsulata. Un tumore a cellelule
granulose, ricordiamocene la possibilità specialmente per
quelli che faranno gli anatomopatologi o che hanno a
che fare con un reperto anatomopatologico e non vi
fidate del patologo e abbia misdiagnosticato un tumore a cellule granulose per un carcinoma,
perché la sua caratteristica è quella di avere delle cellule con citoplasma ampio, eosinofilo, molto
simile a quello delle cellule epiteliale ma sonno cellule che esprimono l’S100 (?) sono elementi
chiamati AMILOBLASTI, elementi che derivano dalla cresta neurale e che possono dare luogo a
tumori sia della cute, sia della lingua. La differenza rispetto al CARCINOMA SQUAMOSO consiste
nel fatto che questi nuclei, guardate che in estemporanea una cosa di queste se uno non è molto
esperto la può sbagliare, quindi c’è questo tumore io gli dico che è cancro e gli levano il laringe
e poi si scopre che è questo, il soggetto penso che sia “lievemente” arrabbiato e se la prenderà
con tutti. Se voi non vi fidate troppo del patologo, ricordatevi che ci può essere questa difficoltà,
la differenza col carcinoma è sfumata, i nuclei invece di essere dimetrici, ipercronici, atipici sono
molto più regolari, i citoplasmi sono eosinofili come succede in tanti tumori maligni e quindi
l’errore è dietro l’angolo.
1.4.1.4. Paraganglioma
Il PARAGANGLIOMA è un altro tumore in regione
abbastanza raro perché è più frequente quello
del glomo carotideo, però è possibile nel laringe,
si localizza alla falsa corda o nella regione
sottoglottica e ha la famosa struttura
“organoide” che è descritta nel paraganglioma di
altre sedi, con questi nidi cellulari, palle di
cellule, zellballen, che sono circondate da una
trama contenente nervi, contenente elementi e
vasi, sono elementi che essendo chemocettori,
rispondono.
1.4.1.5. Emangioma sottoglottico
Finiamo parlando dei tumori benigni con
l’EMANGIOMA SOTTOGLOTTICO. e’ un tumore
importante dell’infanzia, è importante perché
determina una sintomatologia grave, può
determinare per esempio una sintomatologia
ostruttiva se è grosso, con uno stridore
respiratorio, però soprattutto la cosa grave è
che essendo fatto proprio da una spugna di
vasi, durante le crisi di pianto aumenta di
dimensioni perché questi vasi si congestionano,
si riempiono di sangue e allora si possono avere
anche degli episodi di apnea, di cianosi durante le crisi di pian to, tutto questo è molto grave. Il
tumore è sottoglottico e quindi ha un esame non mirato che porti la sedazione del soggetto con
l’oltrepassamento della rima della glottide, il tutto non si vede dall’esterno, si sospetta soltanto.
Allora ricordatevi la possibilità di questo evento in un “bambinetto” che piangendo diventa tutto
scuro, tutto nero, che ha questo rumore, ci può essere questo tumore. E’ un tumore che può
essere associato ad altre grandi malformazioni vascolari, per esempio i nevi flammei del viso e del
cuoio capelluto o che interessano gran parte del corpo e con queste malformazioni vascolari
condivide la tendenza alla regressione col crescere dell’età, quindi alla pubertà possiamo avere
una tendenza alla regressione di questi tumori. Però la gravità della sintomatologia è dovuta al
fatto che ci siano queste crisi respiratorie e allora a volte può essere indicato l’intervento
chirurgico che non è mai un intervento banale, è sottoglottico, è un intervento su una lesione che
sanguinerà in modo terribile e quindi chiaramente può comportare grossissimi problemi. Ci sono
lesioni simili anche a livello delle fosse nasali, c’è un tumore che si chiama FIBROANGIOMA o
ANGIOFIBROMA delle fosse nasali che è vascolarizzatissimo e da dei “problemoni”.
1.4.2. Cheratosi Laringee
Il CARCINOMA SQUAMOSO del laringe
è il tumore più frequente dell’intera
regione testa-collo, più frequente dello
stesso carcinoma che si può ritrovare
a livello del pavimento della bocca, a
livello della lingua delle tonsille
palatine, del faringe e a questo
proposito io vi ricordo che quando voi
studiate un carcinoma di un tipo
cellulare è lo stesso dovunque, questo
stesso tumore avrà le stesse
caratteristiche a livello del faringe,
della tonsilla, dell’esofago, della vulva,
della vagina, del collo dell’utero, sarà sempre lo stesso carcinoma squamoso che si comporterà
sempre nello stesso modo, darà sempre metastasi linfonodali e avrà lo stesso grading istologico,
sempre uguale, non spaventiamoci se nel libro viene ripetuta in ogni capitolo la stessa solfa
identica per completezza, ma basta leggerlo una volta sola. La prevalenza è nel sesso maschile
anche se c’è una triste tendenza alla parità dei sessi in quanto è legato molto alle abitudini di
vita che oggi vengono condivise anche dalle donne, per es. il fumo, le bevande alcoliche e
inquinanti ambientali e professionali. Tenendo conto che spesso le donne pur essendo “dei carri
armati” perché sono molto più robuste e resistenti a determinati tipi di noxa in quanto sono fatte
per sostenere l’evento drammatico delle gravidanza e a volte sono maggiormente sensibili a delle
altre noxa. (telefonata del prof) Le donne sono quindi meno resistenti all’esposizione a fumo e
alcool, hanno una risposta peggiore e quindi finiscono per essere maggiormente esposte. Una
delle modalità con cui la mucosa viene alterata è il trauma chimico ripetuto durante MRGE, si
parlava all’inizio che il reflusso può essere più nocivo in soggetti sedati ma anche in soggetti che
hanno bevuto tanto (altra telefonata) Chiaramente agiscono anche altri fattori a seconda della
sede. (ripete nuovamente la struttura istologica, vedi paragrafo 1.3. Istologia) l’epitelio può
aumentare di spessore nella zona sottoposta ad agenti nocivi, aumenta di spessore come aumenta
sempre l’epitelio squamoso non cornificato in tutte le regioni, nella bocca nella lingua, tonsilla,
esofago, vulva, vagina, collo dell’utero, anche a livello della mucosa bronchiale, la stessa cosa.
Questa cosa di epitelio squamoso sotto uno stimolo che continua, questa mucosa per difendersi
si inspessisce, questo fenomeno comporta macroscopicamente (!in tutte le sedi che vi ho detto!),
una placca bianca, perché bianca? Perché l’epitelio più inspessito magari anche cornificato
superficialmente non fa trasparire più come di norma lo stroma vascolarizzato che c’è sotto quindi
la mucosa invece di essere rosea, perché l’epitelio è abbastanza trasparente, fa trasparire il colore
sottostante, in questo caso ferma la luce che viene riflessa e noi abbiamo questa impressione
della placca bianca , la leucoplachia, condizione che indica una noxa cronica che ha agito su
questo epitelio, che lo ha stimolato ad accrescersi per resistere a questa noxa e quindi è sempre
una condizione che può preludere la neoplasia, in quanto è espressione di una noxa cronica che
agisce a lungo, nella bocca succede qnache quando strofina a lungo una protesi dentaria malfatta
con la guancia, con la lingua e nella bocca è meno grave, soprattutto quando è provocato da
cause meccaniche, però quando è provocato da cause chimiche è senz’altro più grave. A livello
del laringe non si tratta di un “callo meccanico” come avviene nella bocca ma si tratta di una
reazione di un epitelio biologicamente stimolato a proliferare e quindi già maggiormente
suscettibile a sviluppare mutazioni che porteranno alla trasformazione. Le lesioni possono essere
circoscritte e interessare le corde vocali, le false corde o l’epiglottide, a seconda del tipo di
stimolo che c’è stato oppure possono essere così estese e confluenti da dare a tutta la mucosa,
a gran parte del laringe un aspetto inspessiti, tipo “pachidermico”, si parla proprio di pachidermia
con inspessimento diffuso a tutta la mucosa. In questi casi conviene fare interventi di
decorticazione. Esiste anche il CONDILOMA PIANO che è analogo a quello osservato nella cervice
uterina, lesione provocata da HPV e a volte anche da ceppi oncogenici e comporta una
alterazione citopatica come quella del papilloma. Anche questa può essere una lesione
precancerosa. Lesioni di questo tipo le vediamo anche nella bocca, nel palato, nell’ugula, nelle
tonsille.
1.4.3. Neoformazioni Maligne
1.4.3.1. Carcinoma in Situ
Il CARCINOMA IN SITU è una lesione che ancora non ha oltrepassato il limite della mucosa, in
questo caso si tratta in un epitelio pluristratificato che poggia su una membrana basale. Si parla
di LIN come il CIN, è una terminologia standardizzata, è una neoplasia intraepiteliale laringea. E’
caratterizzata da alterazioni citologiche ad architettura caratteristica come la perdità della polarità
cellulare, polimorfismo, ipercromia nucleare, mitosi negli stati superiori. Il carcinoma in situ si
distingue tipicamente in tre stadi (1,2 e 3). 1 e 2 sono lesioni a basso rischio, mentre 3 è
considerato una lesione ad alto rischio di diventare invasivo, in ogni caso merita un intervento
chirurgico.
- Nel LIN 1 le alterazioni cellulari si vedono soltanto
nel terzo inferiore dell’epitelio, anche questo vale
per tutti i carcinomi in situ, però a volte in alcune
zone non lo possiamo vedere.
- LIN 2 metà spessore
- LIN 3 tutto spessore senza fenomeni di infiltrazione
dello stroma.
Chiaramente questa valutazione la facciamo su una biopsia che deve essere orientata e tagliata
perpendicolarmente alla superficie in modo corretto e soddisfacente.
Qui vedete un esempio di LIN 1 con le alterazione limitate
alla porzione bassa.
Poi abbiamo il LIN 2 quando le alterazioni si vedono
oltre la metà ma non a tutto spessore.
LIN 3 in cui queste gravi alterazioni sono presenti a livello di
tutto lo spessore
Una cosa importante da notare è che qui a livello del confine epiteliostromale c’è la m.b. che si
può vedere abbastastanza distintamente e c’è anche un infiltrato linfocitario importante,
espressione della reazione dell’ospite che tende a limitare il processo patologico e tende a
contenerlo. Ci sono importanti esempi di contenimento di processi neoplastici da parte di infiltrati
dell’ospite, per esempio nel carcinoma midollare della mammella il tumore è circondato tutto da
una reazione linfocitaria che ne previene l’atteggiamento invasivo e finisce con l’essere un tumore
scarsamente invesivo rispetto a tumori delle stesse dimensioni che però non hanno questa
caratteristica, oppure nel melanoma esistono le forme con un intenso infiltrato infiammatorio al
confine col tessuto sano che hanno una prognosi molto migliore rispetto a quelle senza infiltrato
infiammatorio perché l’infiltrato infiammatorio è sempre espressione di una iper-reattività del
soggetto. La diagnosi carcinoma in situ è difficile perché comporta l’osservazione efficiente di un
preparato difficile da studiare. In ogni caso nei carcinomi microinvasivi la prognosi è
sostanzialmente buona rispetto a quelli macroinvasivi.
1.4.3.2. Carcinoma Squamoso
Il CARCINOMA SQUAMOSO è il tumore maligno più frequente come abbiamo detto tra i tumori
testa-collo, preferisce V, VI, VII decade di età e la localizzazione più frequente, per fortuna è alla
regione della glottide quindi, numero 1 è glottico quindi determina precocemente DISFONIA, se i
soggetti si controllassero con un po’ di attenzione si accorgerebbero del tumore quando è ancora
millimetrico, purtroppo non succede così perché sono soggetti che spesso hanno già una voce
alterata per le loro abitudini di vita, hanno questa voce roca perché magari bevono e fumano e si
accorgono poco della variazione se non quando diventa importante, se anche il medico fosse più
attento, probabilmente tanti tumori verrebbero identificati in una face molto precoce. La stessa
cosa succede per quelli sovraglottici che sono al secondo posto, viene interessata l’epiglottide è
molto coinvolto in questo caso il RGE o anche i fumo di tabacco che viene deglutito in gran
parte. In questo caso il sintomo è la DISFAGIA e a volte può essere una disfagia anche con
facilità di passaggio di parti del bolo alimentare nelle vie respiratorie perché è un tumore che
infiltra e compromette la motilità dell’epiglottide che deve essere elastica e facilmente abbassabile
e allora può determinare delle piccole aspirazioni di bolo alimentare. Al terzo posto per fortuna
vengono quelli sottoglottici che non danno segno di sé se non quando diventano così grossi da
provocare DISPNEA oppure si ulcerano e danno l’EMOFTOE, però in questo caso il tumore è
grande. La crescita in genere è esofitica, frequentemente il tumore è ulcerat, è importante il fatto
che parte da una zona localizzata ma può sconfinare attraverso la commessura anteriore alla
corda vocale controlaterale o può sconfinare anche alla porzione sovraglottica o sottoglottica,
tutto questo dobbiamo appurarlo molto bene in sede pre-operatoria o intra-operatoria per guidare
il comportamento del chirugo. Il GRADING istologico è da DIFFERENZIATO, MODERATAMENTE
DIFFERENZIATO O SCARSAMENTE DIFFERENZIATO, come in tutti i carcinomi squamosi.
Ecco un esempio catastrofico di tumore chge è partito dalla
glottide ma che poiu ha sconfinata nella regione
sovraglottica, è un tumore che oltre che infiltrante, è un
tumore che probabilmente è arrivato oltre il piano
cartilagineo, è un tumore anche ulcerato e necrotico. Altro
esempio di tumore friabile che ha interessato la reione
glottica e sovraglottica (non ho trovato immagini quindi non
riporto gli esempi delle slide comunque recuperabili
contattando il prof.)
Istologicamente si hanno
queste strutture concentriche che sono le perle cornee date dal
fatto che gli elementi ancora tendono a maturare e produrre
citocheratina e quindi esprimere quello che era l’organo di
partenza.
1.4.3.3. Carcinoma Verrucoso
Ci sono delle varianti, il CARCINOMA
VERRUCOSO per esempio è un carcinoma che
si scambia con un papilloma o un condiloma,
carcinoma in cui si ha inspessimento della
mucosa fatto di cellule quasi normali e allora
anche in questo caso è facile sbagliare e
prenderlo per una lesione benigna, ed è un
errore grave, in quanto se viene asportato
precocemente ha una prognosi ottima, se
viene invece asportato tardivamente, quando
ha dato metastasi è molto difficile da trattare
perché non risponde né alla chemio né alla
radioterapia perché è molto differenziato.
1.4.3.4. Forme carcinomatose meno frequenti
Nel CARCINOMA A CELLULE FUSATE le cellule ricordano molto quelle di un sarcoma; un
CARCINOMA BASALOIDE e poi dei CARCINOMI NEUROENDOCRINI, DIFFERENZIATI quindi CARCINOIDI,
MODERATAMENTE DIFFERENZIATI e SCARSAMENTE DIFFERENZIATI. All’ultimo posto, molto raro è
l’ADENOCARCINOMA, cioè il tumore che viene proprio dalle strutture ghiandolari accessorie, dalle
quali derivano più facilmente i tumori benigni. L’adenocarcinoma è simile alle varianti che ci sono
nelle gh. salivari. Un carcinoma particolare è il CARCINOMA ADENOIDE CISTICO chiamato CAC che
è un tumore terribile perché pur essendo scarsamente atipico fatto di gettoni e tubulini che
sembrano quasi normali, ha la caratteristica di infiltrare molto a distanza e dare metastasi precoci
un po’ dovunque, non risponde a niente e la sopravvivenza a 5 anni è quasi 0. (il prof fa vedere
altri esempi sulle sue slide).Abbiamo anche il CARCINOMA NEUROENDOCRINO A PICCOLE CELLULE.
Ricordiamoci che possono esserci un po’ tutti i tumori possibili e immaginabili, perché è
importante fare diagnosi di carcinoma a piccole cellule? Perché in questi soggetti non si deve fare
la laringectomia, è perfettamente inutile, si fa un danno inutile al soggetto che invece può essere
soggetto a chemio o radio che sono efficaci per il carcinoma neuroendocrino a piccole cellule che
possono evitare il trauma della laringectomia. Il TNM ve lo guardate voi(pag. 1035 Mariuzzi).
Le metastasi di questo tumore (CARCINOMA SQUAMOSO) sono soprattutto ematogene, ai linfonodi
regionali, laterocervicali che vengono studiati sia nella laringectomia ma possono essere studiati
anche successivamente. In genere il fatto che ci sia una patologia metastatica del tumore del
laringe, anche importante, non comporta un grosso peggioramento delle prognosi, in quanto questi
tumori poi posso avere anche lo stesso una prognosi abbastanza buona. Le metastasi a distanza
sono soprattutto al polmone e poi si diffondono, le laterocervicali che vengono studiate nei vari
livelli di Robbins generalmente se sono circoscritte ai primi livelli hanno una buona prognosi,
analogia con questo la da il carcinoma papillare della tiroide, anche in questo caso le metastasi
sono soprattutto per via linfatica ai laterocervicali e non comportano un peggioramento della
prognosi se la terapia è adeguata, in genere si fanno dei protocolli di chemio e radio in base al
TNM, se è circoscritto o esteso ai tessuti ma solo alle componenti intrinseche del laringe oppure
ai tessuti extralaringei, in tutti questi casi prognosi e trattamento si modificano (in base al TNM).
2. PNEUMOPATIE RESTRITTIVE Probabilmente visto che recupereremo vi completerò questa lezione, in ogni caso come definizione
di pneuomopatie restrittive, che sono poi contrapposte ad altre pneumopatie che comportano
l’ostruzione bronchiale e si chiamano PNEUMOPATIE OSTRUTTIVE, comportano una riduzione dei
volumi aerei polmonari e sono causate da:
- Alterazioni del parenchima polmonare e sono quelle INTRINSECHE.
- Malattie della pleura, della parete toracica dell’apparato neuromuscolare che in qualche
modo condizionano una ridotta espansione dei polmoni per compressione dall’esterno e si
chiamano ESTRINSECHE.
Le intrinseche sono patologie infiammatorie e fibrotiche del parenchima polmonare con
occupazione degli spazi aerei da parte di essudato. Quelle estrinseche invece patologie della
pleura, parete toracica e apparato neuromuscolare .
L’interstizio del polmone è una componente ben sviluppata se teniamo conto che la maggior parte
del volume consiste in aria e se consideriamo che la maggior parte della superficie è aria quello
che resta è quel poco connettivo che circonda vene e arterie e poi la parete dei setti alveolari.
Nella genesi delle pneumopatie restrittive di tipo ACUTO (intrinseche) è soprattutto la deposizione
di qualche cosa, di materiale di tipo essudatizio a livello degli spazi alveolari. In genere si ha
emoraggia accumulo di elementi infiammatori negli spazi alveolari, dovuti ad una modificazione
della permeabilità dei capillari. Esistono due condizioni:
- Una nell’AULTO
- Una nel NEONATO
Per cui eccesso di citochine, la permeabilità dei capillari alveolari si modifica e parte tutto un
insieme di eventi che comportano la riduzione degli spazi aerei, l’occupazione dello spazio aereo
da parte di essudato. Questo è differente rispetto a quanto avviene nelle polmoniti, perché nelle
polmoniti l’agente eziologico è un germe che può essere un batterio ma anche altri agenti
patogeni, invece in questo caso sono le citochine che agiscono sui vasi e determinano una
lesione abbastanza monotono, similare sia nell’adulto che nel neonato, pur dando delle sindromi
diverse. L’evoluzione di questo quadro è la FIBROSI INTERSTIZIALE. Dal punto di visti della
sistematica delle patologie restrittive, abbiamo quelle ACUTE che sono le sindromi da distrerss
respiratorio acuto, mentre quelle legate all’infiammazione dell’interstizio, le polmoniti interstiziali che
ho messo per completezza e le MALATTIE INTERSTIZIALI CRONICHE che sono tante e complicate.
La cosa importante è ricordarsi che nei soggetti con traumi cranici, CID, trasfusioni, ustioni,
pancreatite acuta, politrauomi, molto spesso questi soggetti vanno incontro a questo fenomeno. I
miei maestri parlavano di “polmone da respiratore” cioè dopo che questi soggetti erano stati
portati in terapia intensiva, intubati e tenuti per dei giorni in terapia intensiva spesso morivano e
avevano dei polmoni ingrossati contenenti essudato che si riteneva fosse dovuto alla lunga
permanenza in respirazione assistita, in realtà non era così, perché erano le citochine liberate dal
processo patologico di base ad indurre nel parenchima polmonare un alterazione della
permeabilità e questo comporta questo tipo di quadro con polmone molto grande e pesante ed
espanso e sulle superfici di taglio si spreme del materiale, però è un polmone ventilato. Gli alveoli
sono inspessiti, sono infiltrati da elementi infiammatori, a livello delle pareti alveolari noi vediamo
le membrane ialine che non sono altro che la deposizione massiva di componenti protiche,
plasmatiche, fibrina, che si depositano a livello dell’interfaccia setto alveolare-fase aerea, è una
cosa aspecifica e guardando a forte ingrandimento a livello degli spazi alveolari a voltè c’è questo
essudato costituito in parte da pneumociti che si sono staccati dalla parete e in parte da
macrofagi, ci sono anche elementi infiammatori, linfociti, granulociti neutrofili. Chiaramente
l’evoluzione di quel processo dipende da come va la malattia di base perché se è per esempio un
poliustionato o con un danno cerebrale grave è chiaro che molti di questi soggetti muoiono. Se
questi soggetti riescono a sopravvivere possono sviluppare dei processi di riparazione e
riorganizzazione di quell’essudato che va in fibrosi, quindi forme di fibrosi polmonare più o meno
importanti che conseguono alla liberazione di citochine e distruzione parenchimale parziale. La
forma del NEONATO è invece una forma purtroppo abbastanza frequente chiamata anche
ATELECTASIA NEONATALE, in questo caso è legata a tanti fattori, primo fattore l’immaturità perché
come sapete l’atelectasia neonatale è provocata dalla carenza assoluta o relativa del fattore
surfattante che è un prodotto ditipo lipidico complesso, un insieme di lipidi complessi che
ricordano molto quelliche costituiscono la mielina o la m.c. vengono secreti nel lume alveolare
dagli pneumociti di II ordine e facilitano l’espansione degli alveoli perché si dispongono in
monostrato lungo la parete e questo deve avvenire in modo efficiente nelle prime ore, nei primi
minuti dopo la nascita, quando si espandono gli alveoli durante i primi movimenti respiratori, il
pianto iniziale serve a facilitare l’espansione degli alveoli, se questo non avviene perché c’è un
deficit per immaturità o dismaturità (condizione presente per esempio in figli di madri diabetiche)
oppure i soggetti cesarizzati, tenete conto che i nati da madri diabetiche possono essere tutte e
tre le cose. Macroscopicamente abbioamo un quadro chiamato splenizzazione polmonare perché i
polmoni sono acquattati, molli, di consistenza diminuita e aspetto simili al rosso vinaccio della
milza. Si ha il collasso polmonare, i polmoni vanno a fondo completamente se messi in acqua,
questa manovra si chiama ?????idrostatica ed è positiva quando il materiale affonda.
(altra telefonata del prof.) il polmone immaturo in cui i setti alveolari sono inspessiti e abbiamo
solo gli pneumociti di primo ordine. Questo è invece un’immagine al M.E. del fattore surfattante,
vedete che ha molta mielina ed ha un aspetto caratteristico dei lipidi complessi (scusate ancora
se non ho trovato alcuna immagine da inserire) all’esterno si dispongono con la porzione idrofila
rivolta verso le cellule e la porzione idrofoba verso lo spazio aereo. Questo materiale diminuisce
parecchio la tensione superficiale e quindi aumenta la capacità di espansione degli alveoli
polmonari, se viene a mancare ci sono grossi problemi infatti oggi la terapia consiste anche in
aerosol di fattore tensioattivo che migliora la situazione.
(fa vedere alcuni esempi e finisce la lezione!)