Analisi+Statica+Di+Edifici+Multipiano
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Dipartimento di Ingegneria Civile
Seconda Università degli Studi di Napoli
Facoltà di Ingegneria
CORSO DI ELEMENTI DI PROGETTAZIONE ANTISISMICA
XY XZ
YZ
ANALISI STATICA DI EDIFICI MULTIPIANO
MASSIMILIANO FERRAIOLI Real Casa dell’Annunziata - Via Roma 29 - 81031 Aversa (CE) - Italia
tel. +39 081 50.10.210 fax +39 081 503.73.70 E-mail: [email protected]
Aprile 2007
Capitolo 1
Analisi Statica di edifici multipiano
1. RIPARTIZIONE DELLE FORZE SISMICHE – MODELLO SHEAR-TYPE
Si consideri un edificio monopiano la cui struttura portante sia costituita da travi
e pilastri in c.a. All’interno della maglia strutturale è possibile individuare quattro
telai a cui è affidato il compito di conferire alla struttura adeguate caratteristiche
di rigidezza e resistenza nelle direzioni x e y, e di rigidezza e resistenza
torsionale. In particolare i telai 1 e 2 sono disposti nel piano x-z, mentre i telai 3
e 4 sono disposti nel piano y-z. Si ipotizza che i telai abbiano rigidezza
trascurabile al di fuori del loro piano e che la rigidezza flessionale della travi sia
molto maggiore di quella dei pilastri (IT/IP>10 -> telaio shear-type). Ai fini della
valutazione della rigidezza torsionale della struttura si trascura il contributo
fornito dalla rigidezza torsionale propria dei pilastri rispetto a quello fornito dalla
rigidezza flessionale di telai mutuamente contrapposti. Per quanto riguarda il
solaio si fa l'ipotesi che esso sia infinitamente rigido a livello estensionale, la qual
cosa risulta essere ben verificata in presenza di una soletta di spessore almeno
pari a 4 cm.
y
1
2
34
o
o'v
u0
0
x
zy
x
θ0
Figura 1.1: Schema monopiano a telaio shear-type
Analisi Statica di edifici multipiano 2/27
Fissata una terna di riferimento xyz, ciascuna configurazione deformata è
individuata da tre coordinate v uo o o, e ϑ , che rappresentano rispettivamente la
traslazione lungo l’asse x, la traslazione lungo l’asse y e la rotazione attorno
all’asse z. L’equazione di equilibrio dinamico del traverso del telaio i-esimo si
scrive nella forma:
3 31212 CDAB
AB CD i ii i
EIEIF T Th h
= + = Δ + Δ
che consente di definire la rigidezza di piano del telaio i-esimo data da:
2 2
, 3 31 1
121 12jT i i j
i i j jj j
EIF ER Ih h= =
= = Δ =Δ Δ ∑ ∑ RIGIDEZZA DI PIANO
M
Δi
i
AB
telaioi-esimo
F
A C
B D
T CDT
Figura 1.2: Telaio shear-type
Ciascun telaio sarà caratterizzato da un’assegnata rigidezza laterale:
Telaio 1 ⇒ ( )RT x,
1 Telaio 2 ⇒ ( )RT x,2
Telaio 3 ⇒ ( )RT y,3 Telaio 4 ⇒ ( )RT y,
4
Una forza applicata in un generico punto dell’impalcato produce in genere sia uno
spostamento lungo x, sia uno spostamento lungo y, sia una rotazione attorno
all’asse z. Esiste però un punto R dell’impalcato che gode delle seguenti
proprietà:
Applicando una forza con retta d'azione passante per R e parallela all’asse
x l’impalcato trasla rigidamente lungo x, senza traslare lungo y e senza
ruotare attorno a z;
Applicando una forza con retta d'azione passante per R e parallela all’asse
y l’impalcato trasla rigidamente lungo y senza traslare lungo x e senza
ruotare attorno a z;
Analisi Statica di edifici multipiano 3/27
Applicando una forza comunque diretta nel piano dell'impalcato, passante
per il punto R, la struttura trasla rigidamente senza ruotare
Applicando una coppia attorno all’asse z l’impalcato ruota senza traslare.
Il punto R che gode delle tre proprietà suddette viene definito BARICENTRO DI
RIGIDEZZA. Al fine di determinare le coordinate xR e yR del baricentro delle
rigidezze si consideri uno spostamento xδ dell'impalcato parallelo all'asse x. Tale
spostamento determina l’insorgere delle seguenti forze reattive sul telaio 1 e sul
telaio 2:
( )F Rx x T x11
, ,= δ ( )F Rx x T x22
, ,= δ
L’equazione di equilibrio alla traslazione lungo l’asse x fornisce il valore della
forza totale da applicare all’impalcato:
( ) ( ) ( )( ) ( )F R R RTx
x T x T x x T xi
i= + = ∑δ δ, , ,
1 2
La forza FT x, deve essere applicata su una retta parallela all'asse x ad una
distanza yF da tale asse. Tale distanza può essere determinata attraverso
l'equazione di equilibrio alla rotazione attorno all'asse z :
( )
( )F L F y yFF
LR
RLx y T x R R
x
T xy
T x
T xj
j
y22
2
, ,,
,
,
,
= ⇒ = =∑
In generale si ha:
( )
( )
,
, ,,
jT x j
jR j x j x j R j
j j T xj
R yy F F y y
R⋅ = ⇒ =
∑∑ ∑ ∑
L y
yF
FT,x
F
F
2,x
1,x
y
x
δx
Figura 1.3: Ripartizione forza lungo x
Analisi Statica di edifici multipiano 4/27
In modo analogo si procede ipotizzando uno spostamento dell'impalcato parallelo
all’asse y. Si ottiene così:
( )
( )∑∑
∑∑ =⇒=⋅
j
jyT
jj
jyT
Rj
jyjj
yjR R
xRxxFFx
,
,
,, .
Resta così individuato il punto ( )R x yR R≡ , = Baricentro delle rigidezze che
dipende dalle caratteristiche geometrico-meccaniche della struttura e non dai
carichi applicati.
Le forze sismiche agenti sull’impalcato sono forze inerziali e, quindi, sono
applicate nel baricentro delle masse G. La posizione di tale punto varia inoltre al
variare della distribuzione dei sovraccarichi accidentali che non è nota a priori. La
forza sismica risulta quindi eccentrica rispetto il baricentro delle rigidezze, e
risulta pertanto equivalente ad una forza applicata nel baricentro di rigidezza e
ad una coppia proporzionale all’eccentricità tra G ed R. Tale coppia produce un
incremento delle sollecitazioni indotte dal sisma sui singoli elementi strutturali
resistenti. Per limitare tale effetto occorre progettare la struttura in modo
rendere minima la distanza tra il baricentro delle masse ed il baricentro delle
rigidezze.
1.1 Ripartizione forze sismiche tra telai disposti lungo gli assi x e y
La forza globale di piano agente nella direzione x si ripartisce tra i telai 1 e 2
come segue:
xxxT FFF ,2,1, += ( )F Rx x T x11
, ,= δ ( )F Rx x T x22
, ,= δ ⇒ ( )∑=i
ixTxxT RF ,, δ ⇒
( )∑=
i
ixT
xTx R
F
,
,δ e quindi : F F F Fxx
T x xx
T x1 1 2 2, , , ,= =ρ ρ
in cui 1 2
x xeρ ρ sono i coefficienti di ripartizione alla Grinter definiti da:
( )
( )
( )
( )ρ ρ1
1
2
2x T x
T xi
i
x T x
T xi
i
RR
RR
= =∑ ∑
,
,
,
,
; .
In modo analogo si procede se la spinta globale di piano è diretta lungo y. Nel
caso di una generica forza di piano comunque inclinata e passante per R si ha:
Analisi Statica di edifici multipiano 5/27
( ) ( ) yyiiyx
xiix
i
iyT
yy
i
ixT
xx FFFF
RF
RF ρρδδ ==⇒==
∑∑ ,,,,
( )
( )∑=
i
ixT
ixTx
i RR
,
,ρ = coefficiente di ripartizione alla Grinter - i-esimo telaio lungo x
( )
( )∑=
i
iyT
iyTy
i RR
,
,ρ = coefficiente di ripartizione alla Grinter - i-esimo telaio lungo y
Nel caso in cui la forza globale di piano sia eccentrica rispetto ad R, la struttura
subirà oltre ad una traslazione rigida, anche una rotazione attorno ad R. Infatti la
forza eccentrica è equivalente ad una forza di piano FT passante per R e ad una
coppia torcente pari a :
L yy
R
Fx
y
x
δx
Fy
FT
R
xR
δy
Figura 1.4: Ripartizione forza inclinata
y
xy
R
xR
ϕM
o'
o''
o
R
Figura 1.5: Deformata dell’impalcato per effetto di una coppia torcente
Analisi Statica di edifici multipiano 6/27
Dall’equilibrio alla rotazione attorno ad R deriva:
F di i
N
=∑ Mi=1
( N il numero di telai ) ⇒( )
( )
( )ϕ τ= ⇒ = =
= =∑ ∑
M MM
R dF
R d
R dTi
ii
N iT
ii
Ti
ii
N i2
1
2
1
( )
( )τ i
Ti
i
Ti
ii
N
R d
R d=
=∑ 2
1
= coefficiente di ripartizione della torcente
In conclusione, sommando gli effetti dovuti alla traslazione ed alla rotazione su
ciascun telaio le forze di piano si ripartiscono tra i telai nel modo seguente:
y
x
δϕR
δ
δ
δ
1
2
3 4d
dd
d3
1
42
F
F
F
F
1
23
4
Figura 1.6: Ripartizione della coppia torcente
Telaio 1: ( )
( )
( )
( )ρ τ1 1
1
1
2
11
1
2
xT x
T x
T xi
i
T xT
Tj
j
N
j
FR
RF R d
R d,
,
,
,− = −
= =∑ ∑
M M
Telaio 2: ( )
( )
( )
( )ρ τ2 2
2
1
2
22
1
2
xT x
T x
T xi
i
T xT
Tj
j
N
j
FR
RF
R d
R d,
,
,
,+ = +
= =∑ ∑
M M
Telaio 3: ( )
( )
( )
( )ρ τ3 3
3
3
4
33
1
2
yT y
T y
T yi
i
T yT
Tj
j
N
j
FR
RF R d
R d,
,
,
,− = −
= =∑ ∑
M M
Telaio 4: ( )
( )
( )
( )ρ τ4 4
4
3
4
44
1
2
yT x
T y
T yi
i
T yT
Tj
j
N
j
FR
RF R d
R d,
,
,
,+ = +
= =∑ ∑
M M
Analisi Statica di edifici multipiano 7/27
1.2 Ripartizione forze sismiche in presenza di telai inclinati
Abbiamo analizzato il caso di telai che lavorano o nella direzione x oppure nella
direzione y, esaminiamo ora il caso di telai comunque orientati.
Sia x,y,z la terna di riferimento, rispetto alla quale caratterizziamo ogni
deformata rigida del telaio mediante le componenti u vo o o, ,θ . Si definisce un
sistema di coordinate locali di origine in Gi = baricentro geometrico dell'i-esimo
controvento: ξ η, ,z indicando con α i l'angolo che l'asse ξ forma con l'asse x .
Nell'ipotesi di inestensibilità dell'impalcato gli spostamenti di Gi valgono:
Δ Δu pp y v pp xi i o i i i o i= = = = −' sen ; ' cosγ θ γ θ
Sovrapponendo la rotazione rigida alla traslazione si ha:
u u u u y v v v v xi o o o i i o o o i= + = + = + = −Δ Δθ θ
x
y
Gi
ξ
η
αi
x
xi
iy
pi
p 'i
γ
θi
i
γi
uΔ
vΔ
y
Figura 1.7: Componenti di spostamento – telaio comunque orientato
Gli spostamenti nel sistema locale valgono:
( )v u v y xi o i o i o i i i iη α α θ α α, sen cos sen cos= + + −
( )u u v y xi o i o i o i i i iξ α α θ α α, cos sen cos sen= − + −
Per le ipotesi poste il telaio è dotato di rigidezza nel piano zη, mentre ha una
rigidezza trascurabile nel piano zξ. Di conseguenza allo spostamento u iη, è
associare una forza reattiva F iη, , mentre allo spostamento v iξ , non è associata
alcuna forza (ossia F iξ , = 0 ). Si ha quindi:
( )( )F F K v K u v y xi i i i i o i o i o i i i iξ η η η η α α θ α α, , , , , sen cos sen cos= = = + + −0
Analisi Statica di edifici multipiano 8/27
Le componenti di F iη, lungo x ed y sono:
( )( )F F K u v y xx i i i i o i o i i o i i i i i, , ,sen sen sen cos sen sen cos= = + + −η ηα α α α θ α α α2 2
( )( )F F K u v y xy i i i i o i i o i o i i i i i, , ,cos cos sen cos sen cos cos= = + + −η ηα α α α θ α α α2 2
x
y
Gi
ξ
η
αi
Fβ
xF
yF
Figura 1.8
F Fx i y i, , e rappresentano le forze orizzontali applicate al controvento i-esimo
secondo due assi ortogonali x e y in funzione degli spostamenti che definiscono il
moto rigido dell'impalcato. Per l'equilibrio dell'impalcato valgono le equazioni
seguenti:
( )
,
,
, ,
cossen
cos sen
x i
y i
F F x i i y i i
F FF F
F y x F y F x
β
β
β β
= Σ
= Σ
− = Σ − Σ
sostituendo i valori di F Fx i y i, ,, si ottiene:
( ) ( ) ( )( ) βθαααααα ηηη coscoscos 2
,,2
, FsenxsenyKvsenKusenK oiiiiiioiiioii =−Σ+Σ+Σ ( ) ( ) ( )( ) βθαααααα ηηη FsenxsenyKvKusenK oiiiiiioiioiii =−Σ+Σ+Σ 2
,2
,, coscoscoscos ( ) ( ) +Σ+Σ+Σ+Σ oiiiiioiiiii vKsenKusenKsenK αααααα ηηηη
2,,,
2, coscoscos
( ) ( )( ) ( )+ − + − = −Σ ΣK y x K y x F y xi i i i i i i i i i i i o F Fη ηα α α α α α θ β β, ,sen cos cos sen sen cos cos sen2 2 Anche in presenza di telai orientati secondo direzioni diverse dagli assi prescelti è
possibile individuare il baricentro delle rigidezze ( )R x yR R≡ , .
Analisi Statica di edifici multipiano 9/27
yR è la distanza dall'asse delle x alla quale deve essere applicata una forza
avente solo componente lungo x, affinché l'impalcato subisca uno spostamento
rigido soltanto nella direzione x.
xR è la distanza dall'asse delle y alla quale deve essere applicata una forza
avente solo componente lungo y, affinché l'impalcato subisca uno spostamento
rigido soltanto nella direzione y.
Per determinare yR si ipotizza la F parallela ad x ⇒ β = 0° imponendo nulla la
rotazione θo ⇒ θo = 0°, si ha un sistema di tre equazioni nelle incognite
u v yo o F, , .
Lo stesso vale per determinare xR : si ipotizza la F parallela ad y ⇒ β = 0°
imponendo nulla la rotazione θo ⇒ θo = 0°, si ha un sistema di tre equazioni
nelle incognite u v xo o R, , . E' possibile verificare che nelle ipotesi di controventi
ortogonali orientati secondo gli assi x e y, xR e yR assumono le espressioni già
viste in precedenza.
In presenza di sensibili variazioni della rigidezza tra i telai che compongono
l’organismo strutturale resistente alle azioni orizzontali, ovvero all’interno dello
stesso elemento di controventamento tra un piano e l’altro, la ripartizione delle
spinte sismiche può determinare l’insorgere di forze laterali di piano di segno
opposto rispetto alla direzione di ingresso del sisma.
Si faccia ad esempio riferimento al semplice schema strutturale di fig. 1.9
costituito da due impalcati collegati da tre telai shear-type disposti lungo la
direzione y, e soggetto ad una sola forza F applicata nel baricentro geometrico
del 2° piano. Supponiamo che i pilastri del 2° piano del telaio centrale siano
molto più flessibili di quelli dei telai esterni. Al 1° piano invece i pilastri di tutti i
telai siano uguali tra loro, per cui il tagliante complessivo pari a F si ripartisce in
tre parti uguali. Poiché il secondo piano del telaio centrale ha una rigidezza
trascurabile, la forza F applicata all'impalcato viene equilibrata solamente dalle
due reazioni dei telai esterni. Una volta ottenuti i taglianti di piano per ciascun
telaio l’equilibrio alla traslazione dei traversi fornisce la distribuzione delle forze
laterali sui traversi. Come si vede dalla fig. 1.9 la forza laterale al primo piano sui
telai esterni è opposta alla forza applicata.
Analisi Statica di edifici multipiano 10/27
F
F/2 F/2
F/2 F/2
F/6 F/6F/6
Figura 1.9
Analisi Statica di edifici multipiano 11/27
2. ANALISI DI SISTEMI SPAZIALI CON IL MODELLO PSEUDO-TRIDIMENSIONALE
Le azioni indotte dal terremoto sono azioni inerziali che possono ritenersi
applicate sul piano dei solai dove è collocata gran parte della massa dell'edificio.
A partire dai solai tali forze devono trasmettersi alle strutture verticali e, quindi,
alle strutture di fondazione. Un'altra funzione essenziale che gli impalcati
svolgono nella trasmissione degli sforzi tra le varie parti della struttura
resistente, è quella di collegamento tra i vari controventi. Gli impalcati dotati di
rigidezza opportuna nel proprio piano funzionano da veri e propri elementi
ripartitori, chiamando in causa tutti i controventi. Anche in presenza di impalcati
rigidi a livello estensionale è sempre preferibile minimizzare il percorso delle
sollecitazioni che dalle zone in cui sono concentrate le masse e applicate le azioni
sismiche, alle zone in cui si trovano gli elementi più rigidi e più resistenti.
Il modello tridimensionale richiede lo studio di un sistema intelaiato spaziale
avente 6xNN gradi di libertà, essendo NN il numero di nodi della struttura. Infatti
lo spostamento di ciascun nodo è definito da tre componenti traslazionali e tre
rotazionali, ed il vettore delle azioni nodali ha 6 componenti.
Il modello pseudo-tridimensionale consente di ridurre notevolmente il numero di
gradi di libertà del sistema adottando alcune ipotesi semplificative. L'organismo
strutturale viene considerati come un complesso spaziale di elementi resistenti
verticali (controventi) : telai, pareti, mensole, ecc, collegati tra loro ai vari piani
da diaframmi costituiti dai solai. Tali diaframmi vengono considerati inestensibili
nel loro piano ma deformabili flessionalmente.
Per effetto dell’ipotizzata rigidezza dei solai nel proprio piano, la posizione del
generico impalcato è definita da tre parametri: gli spostamenti u vo o e secondo le
due direzioni ortogonali x e y e la rotazione θo dell'impalcato attorno all'asse z.
Il complesso della struttura presenta quindi 3n gradi di libertà essendo n è il
numero dei piani. I parametri cinematici che definiscono la deformata della
struttura possono essere organizzati nel vettore :
{ }DG = vettore degli spostamenti globali generalizzati definito come segue:
Analisi Statica di edifici multipiano 12/27
{ }
1 1
1 2
1 31
3 2
3 1
3
o x
o y
o z
G
no nx
no ny
no nzn
u D Dv D D
D DD
Du DDv DDD
θ
θ
−
−
⎧ ⎫ ⎧ ⎫⎧ ⎫ ⎧ ⎫ ⎧ ⎫⎪ ⎪⎪ ⎪ ⎪ ⎪⎪ ⎪ ⎪ ⎪⎨ ⎬ ⎨ ⎬⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪⎪ ⎪ ⎪ ⎪⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪⎩ ⎭ ⎩ ⎭⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪= = =⎨ ⎬ ⎨ ⎬ ⎨ ⎬
⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪⎧ ⎫ ⎧ ⎫⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪⎪ ⎪ ⎪ ⎪⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪⎨ ⎬ ⎨ ⎬⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪⎩ ⎭⎪ ⎪⎩ ⎭ ⎩ ⎭⎪ ⎪ ⎩ ⎭⎩ ⎭
M M M di dimensione 3nx1
y
o
o'v
u0
0
x
θ0
di
G i
iF
i,xF
i,yF
yG,i
x G,i i-esimo impalcato
Figura 2.1
Il vettore delle azioni duale del vettore { }DG è il seguente:
{ }QG = vettore delle spinte globali generalizzate
Tale vettore è formato dagli enti forza duali degli enti spostamento che
costituiscono il vettore { }DG . In particolare, gli enti forza duali a u vo o, e θ o
sono:
u Fo ix→ Componente lungo x del vettore forza di piano dell'i-esimo impalcato v Fo i y→ , Componente lungo y del vettore forza di piano dell'i-esimo impalcato
θo i x G i i y G i i zF y F x F→ − =, , , , , Componente torsionale da cui:
Analisi Statica di edifici multipiano 13/27
{ }Q
FFF
FFF
QQQ
QQQ
G
x
y
z
nx
ny
nz
n
n
n
=
⎧
⎨⎪
⎩⎪
⎫
⎬⎪
⎭⎪
⎧
⎨⎪
⎩⎪
⎫
⎬⎪
⎭⎪
⎧
⎨
⎪⎪⎪⎪
⎩
⎪⎪⎪⎪
⎫
⎬
⎪⎪⎪⎪
⎭
⎪⎪⎪⎪
=
⎧
⎨
⎪⎪⎪⎪
⎩
⎪⎪⎪⎪
⎫
⎬
⎪⎪⎪⎪
⎭
⎪⎪⎪⎪
−
−
1
1
1
1
2
3
3 2
3 1
3
M M di dimensione 3nx1
2.1 Analisi statica
Nell’ipotesi di piccoli spostamenti e di comportamento elastico lineare del
materiale vale il principio di sovrapposizione degli effetti, per cui si può scrivere:
{ } [ ]{ }Q K DG G G= in cui [ ]KG = matrice di rigidezza globale
Si potrebbe dimostrare, come è stato fatto per i telai piani, che [ ]KG è una
matrice simmetrica e definita positiva, ossia che { } [ ]{ } { }∀ ≠ ⋅ >U K U UG G G G0 0: .
Di conseguenza [ ]KG è una matrice invertibile, e la sua inversa è:
[ ] [ ] 1
G GF K −= matrice di deformabilità globale
Tale matrice consente di esprimere gli spostamenti di ciascun piano in funzione
delle forze duali applicate:
{ } [ ]{ }D F QG G G=
La valutazione di [ ]KG può essere facilmente perseguita a partire dalla matrici di
rigidezza degli elementi piani verticali di irrigidimento in cui può disassemblarsi il
complesso spaziale. A tal fine possiamo caratterizzare ciascun controvento i
mediante la sua matrice di rigidezza traslante [ ]Kt i,* che è di dimensioni n x n
essendo n è il numero di impalcati della struttura.
Per ciascun elemento verticale piano di controvento si ha: { } [ ]{ }Q K D it i t i t i, ,*
,= ∀
avendo indicato con { }Dt i, il vettore le cui componenti sono gli spostamenti
orizzontali subiti ai vari piani del telaio i-esimo, e con { }Qt i, il vettore le cui
Analisi Statica di edifici multipiano 14/27
componenti rappresentano le spinte orizzontali da applicare ai vari piani del
telaio i-esimo per generare la deformata definita dal vettore { }Dt i, .
E' possibile collegare la deformazione dei singoli telai piani a quella globale del
sistema spaziale. Ciò è possibile attraverso l'introduzione, per ogni elemento di
una cosiddetta matrice di congruenza o di compatibiltà [ ]Ci facilmente
determinabile dall'esame del generico spostamento rigido dell'impalcato.
Analizziamo la matrice di congruenza [ ]Ci prendendo a riferimento il generico
telaio i-esimo inclinato sull'orizzontale di αi (Fig. 1.11).
y
oxt i
αi
AB
C
i-esimo telaio
k-esimo piano
t
y
ot i
αi
t
x
B DD
(i)xk
(i)tk
Figura 2.2
Sia t la direzione del piano del telaio, esprimiamo lo spostamento ( )Dt ki, in funzione
dei parametri cinematici globali D D Dx k y k z k, , ,, , . Per uno spostamento nella
direzione x si ha uno spostamento nella direzione t pari a ( )D Dt ki
x k i, , cos= α . Lo
stesso vale per uno spostamento nella direzione y : ( )D D Dy k t ki
y k i, , , sen⇒ = α .
Imponendo poi una rotazione Dz k, si ottiene uno spostamento nella direzione t
pari a ( )D D tt ki
z k i, ,= ⋅ .
Dunque ( )D D D D tt ki
x k i y k i z k i, , , ,cos sen= + + ⋅α α dove k è l'indice di piano ed i è
l'indice di telaio. Al variare del piano k da 1 a n si ha:
Analisi Statica di edifici multipiano 15/27
( )
( )
( )
D D D D t
D D D D t
D D D D t
ti
i i i
t ki
j i j i j i
t ni
n i n i n i
,
,
,
cos sen
cos sen
cos sen
1 1 2 3
2 1
3 2 3 1 3
= + + ⋅
= + + ⋅
= + + ⋅
− −
− −
α α
α α
α α
M M
M M
Scrivendo le equazioni ottenute In forma matriciale si ha:
{ } [ ]{ }D C Dt i i G, =
La matrice di congruenza [ ]Ci assume pertanto la forma seguente:
[ ]C
t
t
i
i i i
i i i
=
⎡
⎣
⎢⎢⎢⎢⎢⎢
⎤
⎦
⎥⎥⎥⎥⎥⎥
cos sen
cos sen
α α
α α
0 0 0 0 00 0 0 0 0 0 0
0 0 0 0 0 0 00 0 0 0 0
K
O K
L L L L L L L L L
K O
K
[ ]n n× 3
Applicando il principio dei lavori virtuali al sistema complessivo si ha:
Lavoro esterno = Lavoro interno ⇒ L Lest = int dove:
{ } { }L Q Dest G
T
G= δ ; { } { }L Q Dt i
T
t ii
nt
int , ,==∑ δ
1 essendo nt il numero di telai.
Trasponendo primo e secondo membro si ottiene:
{ } { } { } { } { } { } { } [ ]{ }* *, , , , , , ,
1 1 1
t t tn n nT T TT
G G t i t i t i t i t i t i t i i Gi i i
D Q D Q D K D D K C Dδ δ δ δ= = =
⎡ ⎤ ⎡ ⎤= = =⎣ ⎦ ⎣ ⎦∑ ∑ ∑
Poiché risulta { } [ ]{ } { } { } [ ], ,
T TTt i i G t i G iD C D D D Cδ δ δ δ= ⇒ = ⇒
{ } { } { } [ ]{ } { } [ ] [ ]{ }* *, , ,
1 1
t tn nTT T
G G t i t i i G G i t i i Gi i
D Q D K C D D C K C Dδ δ δ= =
⎡ ⎤ ⎡ ⎤= =⎣ ⎦ ⎣ ⎦∑ ∑ ⇒
{ } [ ] [ ]{ } [ ]{ }*,
1
tnT
G i t i i G G Gi
Q C K C D K D=
⎡ ⎤= =⎣ ⎦∑
La matrice di rigidezza globale dell’organismo spaziale caratterizzato con il
modello pseudo-tridimednsionale è definita dalla relazione:
Analisi Statica di edifici multipiano 16/27
[ ] [ ] [ ][ ]K C K CG iT
t i ii
nt
==∑ ,
*
1 MATRICE DI RIGIDEZZA GLOBALE
Poiché { } [ ]{ } { } [ ]{ }Q K D D C Dt i t i t i t i i G, ,
*, ,= = ⇒ dove
{ } [ ]{ } { } [ ]{ } { } [ ][ ]{ }* *, , , , ma t i t i i G G G G t i t i i G GQ K C D D F Q Q K C F Q⎡ ⎤ ⎡ ⎤= = ⇒ =⎣ ⎦ ⎣ ⎦
Indicando con: [ ] [ ][ ][ ]R K C Fi t i i G= ,
* = matrice di ripartizione relativa al telaio i-
esimo si ha:
{ } [ ]{ }Q R Qt i i G, =
Una volta schematizzati i controventi che costituiscono la struttura e definita per
ognuno di essi la matrice di rigidezza traslante la distribuzione delle forze laterali
di piano sui singoli controventi è definita dalla relazione:
{ } [ ]{ },t i i GQ R Q i= ∀
3. ANALISI DI SISTEMI SPAZIALI CON IL MODELLO TRIDIMENSIONALE COMPLETO
Il calcolo di una struttura intelaiata spaziale è una semplice estensione del caso
piano. In generale le singole aste sono dotate di rigidezza flessionale nei due
piani ortogonali all’asse dell’elemento, di rigidezza torsionale ed estensionale. 3.1 Matrice di Rigidezza della Singola Asta
Figura 3.1: Asta singola nel telaio spaziale
Analisi Statica di edifici multipiano 17/27
La deformata della generica asta è individuata da 6 spostamenti per ciascun
nodo di estremità (fig.3.1). Nel riferimento locale dell’asta il vettore degli
spostamenti ed il vettore delle azioni nodali corrispondenti relativi al nodo J si
scrivono:
{ } { }1 2 3 1 2 3
TJ JS u u u φ φ φ′ = { } { }2 3 2 3
TJ JF P V V T M M′ = (3.1)
avendo indicato con P lo sforzo normale, con V2 e V3 i tagli rispettivamente nelle
direzioni 2 e 3 (y e z), con T il momento torcente, con M2 e M3 i momenti
rispettivamente attorno agli assi 2 e 3. La relazione tra il vettore delle forze ed il
vettore degli spostamenti relativi al generico estremo J si scrivono nella seguente
forma compatta:
11 1
2 22 26 2
3 33 35 3
44 1
2 53 55 2
3 62 66 3
0 0 0 0 00 0 0 00 0 0 00 0 0 0 00 0 0 00 0 0 0
J J J
P k uV k k uV k k uT k
M k kM k k
φφφ
⎡ ⎤ ⎡ ⎤ ⎡ ⎤⎢ ⎥ ⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎢ ⎥ ⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎢ ⎥ ⎢ ⎥ ⎢ ⎥
= ⋅⎢ ⎥ ⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎢ ⎥ ⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎢ ⎥ ⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎢ ⎥ ⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎢ ⎥ ⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎣ ⎦ ⎣ ⎦ ⎣ ⎦
ossia { } { }j j jK S F⎡ ′ ⎤ ′ ′⋅ =⎣ ⎦ (3.2)
Il vettore { }IF ′ delle azioni interne agenti sul nodo I può essere espresso in
funzione del vettore { }JF ′ delle azioni agenti sul nodo J applicando le equazioni
fondamentali della statica. Si ottiene così:
2 2
3 3
2 2
3 3
1 0 0 0 0 00 1 0 0 0 10 0 1 0 1 00 0 0 1 0 00 0 0 1 00 0 0 0 1I J
P PV VLV VLT T
M MLM ML
−⎡ ⎤ ⎡ ⎤⎡ ⎤⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎢ ⎥−⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎢ ⎥−
= ⋅⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎢ ⎥−⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎢ ⎥−⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎢ ⎥
−⎢ ⎥⎢ ⎥ ⎢ ⎥⎣ ⎦⎣ ⎦ ⎣ ⎦
ossia { } [ ] { }I IJ JF b F′ ′= ⋅ (3.3)
Il vettore { } { } { }{ }T
I JF F F′ ′ ′= delle azioni nodali agenti sull’asta può quindi
scriversi nella forma:
Analisi Statica di edifici multipiano 18/27
{ } { }{ }
[ ][ ] { } [ ] { }I IJ
J IJ JJ
F bF F B F
F I′⎧ ⎫ ⎡ ⎤⎪ ⎪′ ′ ′= = ⋅ = ⋅⎨ ⎬ ⎢ ⎥′⎪ ⎪⎩ ⎭ ⎣ ⎦
(3.4)
In modo analogo dalle equazioni di equilibrio e di congruenza si ottiene la
seguente relazione:
{ } { }{ }
[ ][ ] { } [ ] { }I IJ
J IJ JJ
S bS S B S
S I′⎧ ⎫ ⎡ ⎤⎪ ⎪′ ′ ′= = ⋅ = ⋅⎨ ⎬ ⎢ ⎥′⎪ ⎪⎩ ⎭ ⎣ ⎦
(3.5)
Infatti sostituendo l’eq.(3.2) nella (3.3) si ha:
[ ]{ } [ ] [ ]{ } { } [ ] [ ] [ ]{ } [ ] [ ] [ ]{ } [ ] { }1 1I I IJ J J I I IJ J J IJ I J J IJ JK S b K S S K b K S b K K S b S− −′ ′ ′ ′ ′ ′ ′ ′ ′ ′ ′ ′= ⋅ ⇒ = ⋅ = ⋅ = ⋅
(3.6) La relazione tra il vettore delle azioni interne ed il vettore degli spostamenti
dell’asta si scrive pertanto nella forma:
{ } [ ] { } [ ] [ ] { } [ ] [ ] [ ] { }TIJ J IJ J J IJ J IJF B F B K S B K B S′ ′ ′ ′ ′ ′= ⋅ = ⋅ ⋅ = ⋅ ⋅ ⋅ (3.7)
Di conseguenza la matrice di rigidezza dell’asta nel riferimento locale può
scriversi nel modo seguente:
[ ] [ ] [ ] [ ]TIJ J IJK B K B′ ′= ⋅ ⋅ (3.8)
La trasformazione dal sistema di riferimento locale a quello globale può essere
espressa attraverso la matrice [λ] dei coseni direttori:
[ ]
11 12 13
21 22 23
31 32 33
11 12 13
21 22 23
31 32 33
cos cos cos 0 0 0cos cos cos 0 0 0cos cos cos 0 0 0
0 0 0 cos cos cos0 0 0 cos cos cos0 0 0 cos cos cos
γ γ γγ γ γγ γ γ
λγ γ γγ γ γγ γ γ
⎡ ⎤⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥
= ⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎣ ⎦
(3.9)
La matrice di rotazione dell'asta assume pertanto la forma:
[ ] [ ] [ ][ ] [ ]
00
Tλ
λ⎡ ⎤
= ⎢ ⎥⎣ ⎦
(3.10)
Analisi Statica di edifici multipiano 19/27
Gli spostamenti { }S′ e le azioni interne { }F ′ nel riferimento locale possono
essere quindi espressi in funzione degli spostamenti { }S e delle azioni interne
{ }F nel riferimento globale attraverso le relazioni:
{ } [ ] { }S T S′ = ⋅ (3.11)
{ } [ ] { }F T F′ = ⋅ (3.12) La matrice di rigidezza [K] nel riferimento globale è data da:
[ ] [ ] [ ] [ ]TK T K T′= ⋅ ⋅
L’equazione di equilibrio si scrive infine nella forma:
{ } [ ] { } { }0F K S F= ⋅ +
essendo { }0F il vettore delle azioni di incastro perfetto.
Figura 3.2: Azioni sull’asta nel riferimento globale
3.2 Equazioni di Equilibrio
La costruzione della matrice di rigidezza totale del telaio spaziale viene effettuata
attraverso il Metodo Diretto detto anche Metodo della matrice espansa. Si
definiscono cioè i vettori espansi (di dimensione pari a 6 volte il numero N di nodi
Analisi Statica di edifici multipiano 20/27
della struttura) e la matrice espansa di rigidezza (di dimensioni 6Nx6N) relativi
all’asta m:
{ } { } { }{ }, ..... , , ..... , , .....T
ei jm m m
F F F= 0 0 0 0 0 0 0
{ } { } { }{ }0 0, 0,, ..... , , ..... , , .....T
ei jm m m
F F F= 0 0 0 0 0 0 0
{ } { } { }{ }, ..... , , ..... , , .....T
ei jm m m
S S S= 0 0 0 0 0 0 0
[ ]
[ ] [ ]
[ ] [ ]
11 12
21 22
. . . . . .. . . . . . .
. . . . .
. . . . .
. . . . . . . . .
. . . . .
. . . . .
. . . . . . .. . . . . .
m m
em
m m
K K
K
K K
⎡ ⎤⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥
= ⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎣ ⎦
0 0 00 0
0 0
0 0 0 0
0 0 0 0
0 0
0 00 0 0
Con le posizioni fatte si può scrivere:
{ } [ ] { } { } { } { } { }0 0
e e e e e eTm m m m m mF K S F K S F= ⋅ + = ⋅ +
Sommando su tutte le aste si ottiene:
{ } [ ] { } { } { } { } [ ] { }0 0,e e e
T T T T Tm m mm m mF K S F F F K S= ⋅ + ⇒ − = ⋅∑ ∑ ∑
essendo { }TF ,{ }0,TF ,{ }TS e [ ]TK rispettivamente il vettore delle azioni nodali, il
vettore delle azioni di incastro perfetto, il vettore degli spostamenti e la matrice
di rigidezza totale del teaio. La risoluzione del sistema delle equazioni di
equilibrio può essere realizzata attraverso la fattorizzazione della matrice di
rigidezza totale condotta con il metodo di Wilkinson.
3.3 Inserimento condizioni di vincolo ( restraints)
Il sistema{ } [ ] { }T T TF K S= ⋅ delle equazioni di equilibrio del telaio spaziale non è
ancora risolvibile. La matrice di rigidezza [KT] della struttura è singolare e,
Analisi Statica di edifici multipiano 21/27
quindi, non è invertibile. Il sistema omogeneo associato [ ] { } { }0T TK S⋅ = ammette
pertanto infinite soluzioni che rappresentano gli infiniti atti di moto rigido del
telaio spaziale. Per rendere il sistema risolvibile occorre inserire le condizioni di
vincolo modificando la matrice di rigidezza ed il vettore delle azioni nodali
esterne. In particolare la matrice di rigidezza deve essere corretta nel modo
seguente:
• Se la riga che stiamo esaminando (riga di ordine K relativamente ai gradi
di libertà della struttura) non è quella relativa al grado di libertà vincolato
(grado di ordine K1),allora viene annullato solo il termine relativo al grado
di libertà vincolato (K1)
• Se la riga che stiamo esaminando è invece quella relativa al grado di
libertà vincolato, allora tutta la riga viene azzerata e viene posto 1 sul
termine diagonale e cioè in corrispondenza al grado di libertà vincolato.
Con riferimento al vettore delle azioni esterne è necessario invece annullare il
termine corrispondente al grado di libertà vincolato.
3.4 Inserimento diaframmi di piano ( floor diaphragm constraints)
Figura 3.3: Azioni sull’asta nel riferimento globale
In edifici con struttura intelaiata in c.a. la presenza di solai latero-cementizi con
soletta di spessore non inferiore a 4 cm garantisce che le deformazioni
dell’impalcato nel proprio piano siano trascurabili rispetto agli spostamenti
d’interpiano. Di conseguenza ad ogni impalcato il campo di spostamenti è rigido
piano (comportamento a diaframma) e può essere caratterizzato a partire dallo
Analisi Statica di edifici multipiano 22/27
spostamento di un nodo detto “master” (master-slave constraints). Per l’i-esimo
nodo “slave” dell’impalcato devono essere quindi rispettate le seguenti
condizioni:
( ) ( ) ( ) ( )
( ) ( ) ( ) ( )
( ) ( )
i mi mx x z
i mi my y z
i mz z
u u y u
u u x u
θ
θ
θ θφ φ
= − ⋅
= + ⋅
=
essendo ( )i
xu , ( )iyu le due componenti di spostamento del nodo i nel piano
dell’impalcato e ( )izθφ la rotazione attorno all’asse ortogonale a tale piano. Nel caso
di azioni di tipo sismico la collocazione naturale del nodo master è nel baricentro
delle masse dell’impalcato, in modo da diagonalizzare la matrice delle masse
dell’intera struttura.
La presenza di un comportamento diaframmatico per ciascun impalcato consente
di ridurre notevolmente in numero di gradi di libertà del sistema. Infatti per la
generica colonna situata tra l’impalcato m e l’impalcato m+1 il vettore { }S degli
spostamenti nel riferimento globale può essere espresso in funzione degli
spostamenti e delle rotazioni dei nodi master ai due livelli. In particolare si ha:
Figura. 3.4: Azioni sull’asta nel riferimento globale
Analisi Statica di edifici multipiano 23/27
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 00 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 00 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 00 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 00 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0
0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0
0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 00 0 0 0
ixi i
yii
zix
iy
izj i
xij
yj
zjxjy
jz
u
yu
xu
u
u
u
yu
xu
u
u
u
u
θ
θ
θ
θ
θ
θ
⎧ ⎫⎪ ⎪⎪ ⎪ −⎪ ⎪⎪ ⎪ −⎪ ⎪⎪ ⎪⎪ ⎪⎪ ⎪⎪ ⎪⎪ ⎪⎪ ⎪ =⎨ ⎬
−⎪ ⎪⎪ ⎪⎪ ⎪⎪ ⎪⎪ ⎪⎪ ⎪⎪ ⎪⎪ ⎪⎪ ⎪⎪ ⎪⎪ ⎪⎩ ⎭
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
( )
1
1
1
0 0 0 0 1 0 0 00 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 00 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 00 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1
mxm
yi
zix
iy
mz
mxm
yj
zjxjy
mz
u
u
u
u
u
u
u
u
u
u
u
u
θ
θ
θ
θ
θ
θ
+
+
+
⎧ ⎫⎪ ⎪⎪ ⎪⎡ ⎤⎪ ⎪⎢ ⎥⎪ ⎪⎢ ⎥⎪ ⎪⎢ ⎥⎪ ⎪⎢ ⎥⎪ ⎪⎢ ⎥⎪ ⎪⎢ ⎥⎪ ⎪⎢ ⎥⎪ ⎪⎢ ⎥ ⎪ ⎪⎢ ⎥ ⋅ ⎨ ⎬
⎢ ⎥ ⎪ ⎪⎢ ⎥ ⎪ ⎪⎢ ⎥ ⎪ ⎪⎢ ⎥ ⎪ ⎪⎢ ⎥ ⎪ ⎪⎢ ⎥ ⎪ ⎪⎢ ⎥ ⎪ ⎪⎢ ⎥ ⎪ ⎪⎢ ⎥ ⎪ ⎪⎢ ⎥⎣ ⎦
⎪ ⎪⎪ ⎪⎩ ⎭
Per i nodi legati dal master-slave constraint il numero di gradi di libertà passa
quindi da 6 a 3. Se i nodi si trovano tutti sugli impalcati il numero complessivo di
gradi di libertà passa da 6N a 3N + 6xNP, essendo NP il numero di piani
dell’edificio.
Analisi Statica di edifici multipiano 24/27
Capitolo 2
Mensole con sezione sottile aperta
1. MATRICE DI RIGIDEZZA TRASLANTE
Tra i sistemi di controventamento verticale esistono delle mensole che sono
dotate di rigidezza flessionale non trascurabile in qualsiasi direzione e,
soprattutto nel caso di sezioni chiuse, dotate di elevata rigidezza torsionale.
Si consideri una generica mensola con sezione trasversale ad L e costante nei
tratti compresi fra piano e piano, incastrata alla base (fig. 1.1). Siano inoltre G e
C rispettivamente il Baricentro ed il Centro di Taglio, questo ultimo individuato
dall’intersezione degli assi dei rettangoli che compongono la sezione trasversale,
supposti in posizioni invariante in corrispondenza dei vari piani. Assunto come
sistema di riferimento locale con origine nel centro di taglio ed assi x’ e y’
paralleli agli assi principali d’inerzia, numerando i nodi dal basso verso l’alto, i
parametri cinematici indipendenti sono gli n spostamenti (fig. 1.2):
u lungo x
v lungo y
θ attorno all’azze z verticale.
C
G
x'y'
uv
Figura. 1.1: Pianta della mensola
Analisi Statica di edifici multipiano 25/27
u
v
1
u
v
u
v
u
v
u
v
n
n-1
n-2
2
u
v
Figura. 1.2:
La matrice delle rigidezze ridotta della mensola ha la seguente forma:
[ ] [ ][ ] [ ][ ] [ ]
*
* *
3 3
*
0 0
0 0
0 0
u nxn nxnnxn
v nxnnxn nxnnx n
nxn nxn nxn
K
K K
Kθ
⎡ ⎤⎡ ⎤⎣ ⎦⎢ ⎥⎢ ⎥⎡ ⎤ ⎡ ⎤=⎣ ⎦ ⎣ ⎦⎢ ⎥⎢ ⎥⎡ ⎤⎣ ⎦⎣ ⎦
(1)
Le matrici *uK⎡ ⎤⎣ ⎦
*vK⎡ ⎤⎣ ⎦ rappresentano le matrici delle rigidezze flessionali della
mensola rispettivamente nei piani verticali di traccia u e v, mentre la matrice *Kθ⎡ ⎤⎣ ⎦ è la matrice delle rigidezze torsionali. Le prime due matrici sono state
caratterizzate nello studio dei sistemi piani, la matrice delle rigidezze torsionali si
ricava sempre al solito modo, ovvero per colonne imponendo delle rotazioni
torsionali unitarie e positive ai vari livelli e determinando il sistema di forze che
garantisce l’equilibrio della configurazione deformata.
Definite le proprietà meccaniche e geometriche, la rigidezza torsionale della
sezione trasversale della mensola è pari a tGJh
dove:
J = momento d’inerzia torsionale della sezione retta
G = modulo di elasticità tangenziale
h = altezza d’interpiano
La matrice delle rigidezze torsionali è la seguente:
Analisi Statica di edifici multipiano 26/27
1 2
2 2 3
*
3
.
0
. 0
. .
0 0 .. ..
t t
t t t
tnxn
t t
n n
GJ GJh h
GJ GJ GJ Symh h h
GJKh
GJ GJh h
θ
⎡ ⎤⎡ ⎤⎛ ⎞ ⎛ ⎞+⎢ ⎥⎢ ⎥⎜ ⎟ ⎜ ⎟⎝ ⎠ ⎝ ⎠⎣ ⎦⎢ ⎥
⎢ ⎥⎡ ⎤⎛ ⎞ ⎛ ⎞ ⎛ ⎞⎢ ⎥− +⎢ ⎥⎜ ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ ⎟⎢ ⎥⎝ ⎠ ⎝ ⎠ ⎝ ⎠⎣ ⎦⎢ ⎥
⎛ ⎞⎢ ⎥⎡ ⎤ = −⎣ ⎦ ⎜ ⎟⎢ ⎥⎝ ⎠⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎢ ⎥⎛ ⎞ ⎛ ⎞−⎜ ⎟ ⎜ ⎟⎢ ⎥⎢ ⎥⎝ ⎠ ⎝ ⎠⎣ ⎦
(2)
Il pedice utilizzato si riferisce al tratto di mensola compreso fra due nodi
successivi, numerati da 1 ad n.