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Regione Basilicata Dipartimento Presidenza della Giunta Autorità di Gestione del PO FESR Basilicata 2007/2013 Nucleo Regionale di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici via Vincenzo Verrastro, 4 85100 - Potenza www.porbasilicata.it Piano di Comunicazione del Programma Operativo FESR Basilicata 2007/2013 Approvato dalla Commissione europea con nota di conformità n. 010961 del 13/11/2008 Recepito e approvato dalla Regione Basilicata con Delibera di Giunta Regionale n. 227/2009 giugno 2011 Rapporto redatto ai sensi dell’ art. 4 del Reg. CE n. 1828/2006 Analisi Valutativa del Piano di Comunicazione del Programma Operativo FESR Basilicata 2007/2013

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Piano di Comunicazione del Programma Operativo FESR Basilicata 2007/2013Approvato dalla Commissione europea con nota di conformità n. 010961 del 13/11/2008Recepito e approvato dalla Regione Basilicata con Delibera di Giunta Regionale n. 227/2009

giugno 2011

Rapporto redatto ai sensi dell’ art. 4 del Reg. CE n. 1828/2006

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Indice

Introduzione.................................................................................................. 3

I parte – L’analisi di contesto .........................................................................6

1.1 Abstract..................................................................................................6

1.2. Il contesto regionale................................................................................7

1.2.1 Territorio e popolazione....................................................................7

1.2.2. Popolazione e media in Basilicata ...................................................13

1.3 Internet................................................................................................16

1.4 Le emittenti radiofoniche ........................................................................24

1.5 Quotidiani .............................................................................................26

1.6 Televisione............................................................................................29

1.7 I canali dell’informazione ........................................................................31

II parte: i risultati dell’indagine quali-quantitativa.......................................32

2.1 Il ruolo della UE e dei fondi strutturali ......................................................32

2.2 La conoscenza specifica del PO FESR 2007-2013 da parte della totalità dei

cittadini regionali ...................................................................................36

2.3 La conoscenza specifica del PO FESR 2007-2013 da parte dei beneficiari delle

misure già attuate .................................................................................37

2.4. La conoscenza dei singoli ambiti di intervento...........................................39

2.5. L’impatto percepito del PO FESR .............................................................41

2.6. Valutazione dell’efficacia comunicativa del PO FESR ed i fabbisogni informativi

dei cittadini...........................................................................................42

2.7. Valutazione dell’efficacia comunicativa del PO FESR ed i fabbisogni informativi

dei beneficiari degli interventi già attuati ..................................................47

2.8 Caso di studio: il film “Basilicata Coast to Coast” .......................................50

Conclusioni e raccomandazioni .................................................................... 53

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Introduzione Scopi, metodologia adottata e struttura del rapporto di valutazione Il Nucleo Regionale di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici (NRVVIP) è stato incaricato, per i suoi requisiti di indipendenza e professionalità, della valutazione degli effetti delle azioni di comunicazione del PO FESR 2007-2013, valutazione che copre gli interventi comunicativi effettuati nel periodo 2007-2010. Per le attività strumentali di rilevazione dei dati primari presso le platee dei beneficiari del programma, da rielaborare al fine di condurre l’analisi valutativa, ci si è avvalsi della società specializzata SWG di Trieste. La ricerca valutativa si pone le seguenti domande strettamente connesse alle finalità del Piano di Comunicazione: 1. verificare in che misura le attività messe in atto o in corso di attuazione hanno risposto

alle esigenze di: • conoscenza del PO FESR 2007-2013 e del suo apporto allo sviluppo di settori importanti dell’economia regionale (ad es. trasporti, inclusione sociale, competitività produttiva, miglioramento dei servizi urbani ecc.);

• conoscenza dei progetti più significativi del PO FESR 2007-2013;

• conoscenza dei risultati tangibili conseguiti (come si evincono dalle conclusioni del rapporto di monitoraggio e di valutazione).

2. comprendere il grado di percezione del ruolo dell’Unione Europea insieme all’Italia nel

finanziamento del Programma rispetto a specifici target; 3. analizzare il grado di trasparenza e di accessibilità sulle opportunità offerte dal

Programma; 4. alla luce delle risultanze delle attività valutative svolte in itinere individuare gli eventuali

adattamenti delle strategie applicative del Piano, per migliorare l’efficacia e l’efficienza delle azioni e nel campo delle strategie di comunicazione.

La metodologia di indagine messa a punto al fine di rispondere alle suddette domande di valutazione si avvale della combinazione dei risultati di tre fasi distinte, ma i cui esiti sono complementari per determinare un quadro di insieme dei risultati e dei primi impatti stimabili delle azioni di comunicazione. Nello specifico:

- un’indagine quantitativa, basata sulla somministrazione, con tecnica CATI, di un questionario strutturato ad un campione stocastico di cittadini, potenziali beneficiari del programma;

- un’indagine qualitativa, basata su un approfondimento tematico di alcune questioni specifiche legate alla comunicazione, tramite interviste approfondite su un panel di effettivi beneficiari, che sono cioè già stati coinvolti dalle linee di intervento attivate al 31.12.2010. Di fatto, poiché a tale data risultano attivate quasi esclusivamente linee a favore di enti pubblici sub-regionali, il panel è costituito da enti pubblici locali;

- una intervista all’Autorità di gestione del PO FESR, mirata a comprendere quale sia l’efficacia della comunicazione e quali i punti ed i suggerimenti di miglioramento dal lato del programmatore, e non solo dell’utenza finale del processo comunicativo;

- come prosieguo dell’analisi qualitativa di cui sopra, un focus group ad un panel di imprese beneficiarie dal PO, da eseguirsi non appena vi sarà un sufficiente numero di

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linee di intervento attivate a favore delle attività produttive. Tale focus group darà luogo ad una integrazione ai risultati valutativi ottenuti tramite le fasi precedenti, che già possono considerarsi completi.

Nello specifico, la rilevazione quantitativa campionaria si è basata sulla somministrazione di un questionario telefonico a campione rappresentativo della popolazione lucana effettuata nel mese di febbraio 2011. I metodi utilizzati per l'individuazione delle unità finali sono di tipo casuale, come per i campioni probabilistici. I parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall'ISTAT. I dati sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentatività rispetto ai parametri di sesso, età e macroarea territoriale di residenza. Il campione di 732 intervistati è stato stratificato per sesso, età, professione, titolo di studio, area regionale di residenza, ampiezza demografica del centro di residenza, di differenziare opportunamente l'impatto comunicativo per le singole componenti della società. La rappresentatività e la significatività statistica è stata assicurata con un margine di errore campionario pari a ±3,47% ed una probabilità del 97%. L’indagine è stata volta a valutare, da un lato, la visibilità del programma operativo e la conoscenza specifica delle sue opportunità, e dall’altro il grado di consapevolezza del ruolo svolto dall’Unione Europea, così come percepiti dai cittadini, per i quali è stato formulato un set di domande, di chiara e semplice interpretazione, tutte chiuse e a risposta definita. Nello specifico, il questionario si articola nei seguenti blocchi informativi:

- la percezione del ruolo della UE e dei fondi strutturali in generale;

- la percezione dell’esistenza, del ruolo, dei settori di intervento e del potenziale impatto, in termini di sviluppo, del PO FESR;

- la percezione e l’efficacia comunicativa dei diversi strumenti di comunicazione utilizzati per promuovere la conoscenza del PO FESR.

E’ da rilevare anche che il questionario è stato tarato in modo da fornire risposte atte a quantificare alcuni dei principali indicatori di risultato previsti dal Piano di Comunicazione del PO FESR, per i quali era prevista una rilevazione basata su indagini field. La seconda fase analitica, ovvero l’indagine qualitativa sugli enti pubblici beneficiari del PO FESR prevede una intervista approfondita ad un gruppo di venti enti locali beneficiari del PO FESR 2007-2013, imperniata sui seguenti elementi:

- le modalità di informazione sul finanziamento ottenuto;

- l’efficacia e l’impatto potenziale dell’attività di comunicazione della Regione.

Analoghe questioni verranno poste nel focus group che verrà svolto con le imprese private future beneficiarie del PO. Le risposte a tali elementi informativi fornite nel corso delle interviste qualitative sono servite per meglio qualificare e chiarire quelle, necessariamente più sintetiche, ottenute nel corso dell’indagine quantitativa campionaria, approfondendo la tematica e fornendo quindi maggiori elementi informativi. Ad esempio, un determinato giudizio formulato dal campione, composto essenzialmente da individui che non sono ancora stati coinvolti operativamente nel programma, perché non ancora beneficiari o destinatari di linee di intervento, in merito all’efficacia comunicativa di uno specifico canale di comunicazione (televisione, radio, giornali, cartelloni, web, ecc.) deve essere confrontato con il giudizio fornito da chi invece è stato coinvolto come beneficiario del programma, e che quindi può avere un metro di giudizio della sua efficacia comunicativa più “maturo”, in un certo senso. Pertanto, le due fasi di indagine (quantitativa e qualitativa) non possono essere disgiunte l’una dall’altra, perché complementari

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nel fornire una risposta valutativa adeguata alle domande poste alla base del processo di valutazione. Infine, in ragione del particolare successo ottenuto in termini di audience, della rilevanza comunicativa assegnata dalla Regione, dell’innovatività dell’approccio utilizzato, si è proceduto ad approfondire l’efficacia comunicativa del film “Basilicata Coast to Coast”, cofinanziato dal PO FESR 2007-2013, come veicolo di migliore conoscenza, oltre che della regione, anche degli stessi fondi strutturali. In ragione di ciò, il rapporto è così articolato:

- Introduzione

- I parte: Analisi di contesto sulle attività valutative del PO FESR

- II parte: Risultati dell’indagine quali-quantitativa sui beneficiari attuali e potenziali del PO FESR.

- Conclusioni e raccomandazioni valutative.

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I parte – L’analisi di contesto

1.1 Abstract

La conformazione territoriale e demografica della Basilicata impone, per vari motivi, restrizioni al bacino di mercato, e quindi all’offerta, di mezzi di comunicazione, soprattutto se tradizionali ed invece amplifica la possibilità di fare ricorso a strumenti di comunicazione innovativi, ed in particolare quelli legati alle tecnologie dell’informazione, che infatti si sono evoluti in modo notevole (pur scontando ancora un digital divide con il Centro-Nord) grazie ai programmi regionali che, sin dallo scorso ciclo di programmazione, hanno agito sulla banda larga. In effetti, le modalità con le quali la popolazione regionale si informa dei fatti della politica nazionale sono molto poco influenzate dalla carta stampata, anche meno che in confronto con il Mezzogiorno, mentre l’informazione politica viene, in un modo molto intenso, veicolata dalla televisione e, in seconda battuta, dal passaparola informale di amici, parenti e colleghi di lavoro. Non molto diffuso è l’utilizzo di strumenti radiofonici. Del tutto marginale, e con valori in linea al trend nazionale, risulta invece l’informazione politica veicolata tramite la partecipazione ad organizzazioni politiche e sindacali. Nell’insieme, l’accesso ai vari canali di informazione politica sembra accentuare alcune tendenze di base che sono comuni a tutto il Paese. Il minor interesse all’informazione da carta stampata deriva dalle difficoltà di mercato crescenti di tale settore, sempre più soppiantato da modalità di accesso all’informazione più immediate, o più innovative, come la televisione ed il web (la minore propensione alla lettura della carta stampata che caratterizza la Basilicata potrebbe essere anche data dalle maggiori difficoltà, e dalla minore convenienza economica, della distribuzione capillare di giornali e periodici in un territorio caratterizzato da una grande dispersione di popolazione, frazionata in centri con numeri piccoli e piccolissimi, in un contesto territoriale connotato da gap di accessibilità importanti). Anche se la distribuzione per fasce di età della lettura di quotidiani è spostata sulle classi più anziane, il che si accompagna, in parallelo, con l’invecchiamento progressivo della popolazione lucana, comunque i dati di lettura rimangono molto bassi e connotati anche da una notevole episodicità (i lettori frequenti di giornali sono pochissimi). L’analisi per fasce di reddito e titolo di studio è ovviamente influenzata dalla composizione socio-educativa della popolazione lucana. Le fasce di reddito che leggono con più frequenza i giornali sono quelle più presenti nella popolazione, ovvero la fascia media e media-inferiore, e tale quadro è confermato anche dall’analisi per titolo di studio. I laureati, che rappresentano l’8,6% della popolazione adulta, costituiscono solo il 7,4% dei lettori di quotidiani. Pertanto, nonostante una propensione alla lettura che, per i laureati, dovrebbe essere più elevata, la loro quota sul totale dei lettori regionali è inferiore al loro peso sulla popolazione. Se ne ricava che i laureati residenti in regione non sono “buoni” lettori di quotidiani. La tipologia di informazione stampata prevalente in Basilicata (cronaca locale e sportiva) sembra più idonea ad un pubblico di fascia media. Sono soprattutto gli operai non agricoli, accompagnati dai pensionati, quelli che leggono di più. Il gap di lettura dei quotidiani tradizionali è in parte compensato dal rapido sviluppo della free press, per quanto connotata da un livello di informazione per molti versi con minore approfondimento. I free papers rappresentano la novità mediatica del nuovo millennio nel settore italiano dei quotidiani. In Basilicata sono numerosissimi i free papers, tra i quali è possibile citare il settimanale gratuito Controsenso, con redazioni a Potenza e Matera, viene distribuito il sabato nelle principali vie cittadine e si trova in molti esercizi commerciali, nelle

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edicole viene dato in abbinamento al Quotidiano di Basilicata. Altro periodico free press che viene distribuito insieme al più diffuso periodico di annunci, Potenza Affari, è Il Basento, un magazine edito dall’Università di Basilicata viene scritto dagli allievi del master biennale di giornalismo. A Matera e provincia il settimanale più diffuso è “Il resto”. L’accesso all’informazione sul web è in velocissima crescita, per tutte le categorie di utenti. Nonostante ciò, ancora persiste un gap di accesso digitale, nonostante l’ottimo risultato del programma Basitel+, che nel ciclo 2000-2006, ha consentito di mettere on line una quota crescente di popolazione. La frequenza di accesso ad Internet, peraltro, oltre che essere fra le più basse del Paese, ad eccezione della Campania, appare caratterizzata anche da notevole sporadicità. Nonostante ciò, l’accesso ai servizi informativi del web, in Basilicata, registra, fra chi utilizza Internet (che come si è visto è meno diffuso rispetto al resto del Paese) una frequenza maggiore rispetto alla media meridionale, ed in linea con quella nazionale. Infatti, se il 41,5% degli utenti Internet lucani ha utilizzato servizi informativi sul web nell’ultimo anno, tale percentuale scende al 35% nel Sud ed è del 37,8% a livello nazionale. Il digital divide lucano assume quindi forme particolari, con specifico riferimento all’accesso all’informazione su web. Se è vero che, in assoluto, permane ancora un ritardo nell’accesso al web da parte della popolazione, coloro i quali vi accedono manifestano una capacità di usufruire dei servizi informativi del web superiore anche alla media nazionale, e quindi molto sofisticata. C’è quindi una sorta di “aristocrazia” di Internet, per cui chi accede riesce a sfruttare il web in modo molto efficiente, mentre sono ancora molti quelli che non vi accedono, o lo fanno con canali tradizionali, oramai tecnologicamente inadeguati. La frequenza di accesso ai servizi informativi è anche il riflesso positivo del fatto che, sempre tramite Basitel, la Regione Basilicata si sia dotata di un portale, Basilicatanet, che oltre ad una serie di servizi amministrativi, offre al cittadino anche servizi di tipo informativo e comunicativo, ivi compreso il link ai servizi di informazione sui programmi europei. I dati di accesso ai portali regionali (periodo di riferimento luglio 2010/febbraio 2011) confortano sull’utilizzo delle nuove tecnologie in regione: sono stati infatti ben 3.501.940 i visitatori con 9.837.711 pagine visualizzate. Per quanto riguarda invece le statistiche di accesso alla sezione dedicata ai finanziamenti europei afferenti al PO FESR 2007-2013 gennaio/dicembre 2010 gli utenti che hanno visitato il sito sono stati 5.648 provenienti da 17 paesi con 28.437 visualizzazioni di pagina e un tempo medio trascorso sul sito di 3 minuti e 20 sec. La diffusione geografica dell’informazione è quindi più che soddisfacente, mentre qualcosa di più andrebbe fatto in riferimento alla numerosità dei contatti, specie locali.

1.2. Il contesto regionale

1.2.1 Territorio e popolazione

La Basilicata è una regione piuttosto estesa (9.994 kmq, ovvero il 3,3% del totale nazionale. Si tratta della 14-ma regione più estesa d’Italia). La popolazione residente, tuttavia, è pari ad appena 588.879 abitanti, meno dell’1% del valore nazionale, con una densità demografica molto ridotta (58,9 abitanti per chilometro quadrato, a fronte di 191 ab./kmq della media nazionale). La pressione antropica sul territorio è quindi molto modesta, e la scarsa popolazione tende a distribuirsi con un modello insediativo molto frazionato e disperso. Infatti, il capoluogo di regione, ovvero il Comune più abitato, possiede appena 68.556 abitanti, ovvero l’11,6% della

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popolazione regionale totale. La città di Matera ne concentra il 10,3% (60.522 residenti). Il resto è disperso in una moltitudine di piccoli e piccolissimi Comuni: più del 33% della popolazione si distribuisce in Comuni che non superano i 5.000 abitanti; l’11,6% addirittura in Comuni con non più di 2.000 abitanti (Graf. 1). Una simile struttura insediativa, unitamente alla debole densità demografica, genera problemi di gestione degli assetti idro-geologici del territorio e di particolare onerosità nel garantire un accesso uniforme ai principali servizi pubblici. La difficoltà di distribuire uniformemente i servizi pubblici è altresì aggravata dalle condizioni infrastrutturali, che, in un territorio connotato da particolari difficoltà orografiche, non consentono una facile accessibilità. La quasi totalità del territorio è montano e collinare, con pochi rilievi superiori ai 2000 metri, e solo l’8% di pianura, collocata nella fascia costiera che si affaccia sul mar Ionio. In base al potenziale di risorse economiche e territoriali, è pertanto operabile una “naturale” suddivisione della Basilicata in due realtà:

• la prima corrisponde a quelle aree – Metapontino, hinterland di Matera e di Potenza, area del Vulture collinare – nelle quali si concentra gran parte del potenziale regionale di risorse già prevalentemente disponibile per utilizzazioni intersettoriali a livelli di produttività concorrenziali.

• la seconda realtà corrisponde a quelle aree nelle quali il potenziale di risorse territoriali è inutilizzato o utilizzato a livelli modesti di produttività, o per le quali i problemi dominanti sono ancora quelli diretti a rendere disponibili, per utilizzazioni poliproduttive, le risorse esistenti. In questa realtà sono da comprendere la gran parte dei territori della Basilicata interna, che pur con le dovute differenziazioni, sono afflitti da una marginalità sociale ed economica di lunga data, e da una forte propensione al depauperamento demografico.

Come evidente dalla Tab. 1, infatti, la dotazione di infrastrutture di trasporto è inferiore alla media nazionale. Tab. 1 – Indici di dotazione di infrastrutture nel 2001 e nel 2009 (N.I. Italia = 100)

INFRASTRUTTURE ECONOMICHE

INFRASTRUTTURE SOCIALI

Rete stradale

Porti Aeroporti Rete

ferroviaria

Strutture e reti per la telefonia

e la telematica

Reti bancarie

e di servizi vari

Impianti e reti

energetico

ambient.

Strutture per

l'istruz.

Strutt. Sanitar.

Strutture

cultur. e

ricreat.

Tot

2009

Basilicata 71,4 1,1 0,0 68,0 40,7 37,6 36,9 54,5 39,8 39,0 43,1

Mezzogiorno 87,1 106,6 61,6 81,1 95,5 64,2 66,2 96,9 84,4 60,2 77,5

2001

Basilicata 91,4 0,4 0,0 74,8 40,5 (*) 35,5 40,7 54,7 35,3 45,8 47,9

Mezzogiorno 91,8 107,7 60,3 84,7 94,9 (*) 61,0 63,8 93,0 81,9 57,0 80,1

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Rispetto alla comunicazione, ovviamente, tale problema si replica. Infatti, le difficoltà orografiche e di accessibilità, su un territorio avente una dispersione abitativa elevata, creano problemi di diffusione dei mezzi di comunicazione più tradizionali, come ad es. i media cartacei, mentre favoriscono lo sviluppo di nuove tecnologie per l’informazione, basate sulle reti telematiche. In tal senso, in effetti, la Regione ha investito molto, creando un forte

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incremento dell’accessibilità ad Internet (cfr. tab. 2) con programmi che hanno avuto anche notevole successo, come il Piano Basitel, finanziato sul POR 2000-2006, creando piattaforme web (come il portale basilicatanet) che, tramite una sezione di notizie, una rassegna stampa quotidiana, un Tg web, riesce a superare il gap di accessibilità ed a dare la possibilità all’intera popolazione regionale di essere informata circa la propria regione. Nello specifico, una sezione apposita del portale, denominata “porbasilicata”, raggiungibile dalla sezione Link Utili, offre tutte le necessarie informazioni circa il P.O. FESR, con i relativi programmi e bandi.

Tab. 2 – Alcuni indici di diffusione delle infrastrutture e dei servizi informatici

Basilicata Mezzogiorno Italia Diffusione banda larga fra le imprese

Var. % 2009/2003 444% 166% 208%

Diffusione Internet fra le famiglie

Var. % 2009/2000 234,7% 374,2% 222,0%

Fonte: Istat-DPS

Graf. 1- Distribuzione percentuale della popolazione regionale per dimensione del Comune di residenza al 01.01.2010

11,6

7,3

14,3

22,023,6

21,1

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

<2000 ab. 2001-3000ab.

3001-5000ab.

5001-10.000 ab.

10.001-20.000 ab.

Oltre20.000 ab.

Fonte: Istat-DPS

La distribuzione territoriale è il frutto delle dinamiche migratorie interne ed esterne alla stessa regione: le aree più colpite dagli storici fenomeni migratori sono quelle più interne e centrali (al netto di un non molto intenso effetto di polarizzazione di popolazione nei Comuni dell’hinterland immediatamente a ridosso della città capoluogo), mentre il Vulture, il metapontino ed in misura minore la ridotta fascia costiera tirrenica hanno beneficiato di un afflusso di popolazione da altre zone della regione e di un saldo migratorio con l’esterno meno intenso.

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Fig. 1 – Distribuzione della popolazione regionale – anno 2009

Fonte: SisgeoS Basilicata su dati Istat

La popolazione della Basilicata si denota per alcune caratteristiche strutturali che la rendono più simile alle regioni del Centro Nord che a quelle del Mezzogiorno. In primo luogo, un saldo naturale strutturalmente negativo, associato all’incremento della speranza di vita media ed a un saldo migratorio che, specie prima della fine degli anni Novanta, era sistematicamente in rosso, ha prodotto una tendenza all’invecchiamento della popolazione piuttosto evidente. La quota di ultrasessantacinquenni sul totale della popolazione è infatti piuttosto alta, superiore al dato meridionale ed analoga a quello nazionale. Viceversa, i ragazzi con meno di 15 anni rappresentano una percentuale della popolazione che non raggiunge nemmeno il 14%, un dato molto inferiore anche a quello italiano. La tendenza è peraltro chiaramente ispirata ad un ulteriore invecchiamento demografico: le previsioni Istat stimano che, nel 2020, su una popolazione regionale che, per motivi naturali e migratori sarà diminuita ulteriormente a 564.600 unità, gli ultrasessantacinquenni rappresenteranno il 23,5% della popolazione, a fronte del 20,2% attuale1.

1 Scenario centrale delle previsioni demografiche Istat.

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Tab. 3 - Struttura per età della popolazione al 1° gennaio - Anni 2008-2011 (valori percentuali)

2009 2010 2011*

REGIONI

0-14 anni

15-64 anni

65 anni e oltre

0-14 anni

15-64 anni

65 anni e oltre

0-14 anni

15-64 anni

65 anni e oltre

Basilicata 13,7 66,2 20,1 13,5 66,4 20,1 13,4 66,5 20,2 ITALIA 14,0 65,8 20,1 14,1 65,7 20,2 14,0 65,7 20,3 Mezzogiorno 15,2 66,9 17,9 15,0 66,9 18,1 14,9 66,9 18,3 *Stima.

Fonte: Istat

La riduzione dei flussi migratori in termini quantitativi e, contemporaneamente, la contrazione della natalità, indotta in parte da stili di vita e modelli culturali esogeni alla regione, nonché dall’invecchiamento della popolazione, hanno comportato un cambiamento profondo delle determinanti sottostanti le dinamiche della popolazione. Tali dinamiche sono infatti sempre più influenzate dall’andamento del saldo naturale. E’ invece diminuito il ruolo del saldo migratorio, che si è attestato stabilmente da anni su livelli lontani dai picchi negativi precedenti il 2001. Di fatto, nel periodo 1996-2001, il saldo migratorio spiegava il 91% circa della dinamica della popolazione lucana, ed il saldo naturale era ancora moderatamente positivo. Nel periodo 2006-2009, il saldo migratorio spiega appena il 38% della dinamica demografica, mentre il restante 62% è attribuibile al saldo naturale, divenuto fortemente negativo.

Graf. 2 – Tassi cumulati naturali e migratori

Fonte: Istat

Come conseguenza di tali dinamiche, la popolazione residente ha subito un calo costante, particolarmente accentuato negli anni Novanta, quando ancora gli effetti del saldo migratorio negativo erano consistenti, a fronte di un incremento pressoché lineare dell’indice di vecchiaia, e di un indice di carico sociale (inattivi/attivi) che, dopo una costante crescita fino ai primi anni Duemila, tende nuovamente a ridursi, per effetto dell’invecchiamento stesso della popolazione, che riduce le fasce di età giovanili.

0,2

-0,2-0,47

-2,1

-0,3 -0,29

-2,5

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1996-2001 2002-2005 2006-2009

Crescita naturale Crescita migratoria

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Graf. 3 – Andamento di medio periodo di alcune variabili demografiche

Fonte: SisgeoS Basilicata su dati Istat

Le conseguenze di tali dinamiche sono numerose, e diverse tra loro. Sinteticamente:

- la natalità decrescente implica un invecchiamento della popolazione: l’indice di vecchiaia, pari a 148% nel 2009, è superiore anche alla media nazionale (144%) ed allineato a quello di regioni del Centro Nord come la Val d’Aosta o il Lazio;

- contemporaneamente, la fecondità è in deciso calo, con la conseguenza che il numero medio di figli per donna (1,19) è nettamente inferiore alla media nazionale (1,41). Ciò farà sì che la popolazione regionale degli ultrasessantacinquenni continuerà a aumentare, anche perché la speranza di vita media si allunga, e con i suoi 78,8 anni per i maschi e 84,5 anni per le femmine, ha raggiunto il dato medio nazionale (rispettivamente pari a 78,9 anni e 84,1 anni), dopo una crescita costante (in soli 4 anni, tale dato è infatti cresciuto, in Basilicata, di 0,7 anni per i maschi e 1,2 anni per le femmine). In particolare, secondo le previsioni dell’Istat, nel 2020 l’indice di vecchiaia della Basilicata, attualmente pari al 148%, raggiungerà il 187%. In valore assoluto, fra 10 anni avremo 14.283 ultrasessantacinquenni in più rispetto ad oggi;

- l’indice di dipendenza degli anziani, ovvero il rapporto fra anziani e popolazione attiva (15-64 anni), pari al 30%, è di 3 punti più alto della media del Mezzogiorno ed allineato al valore nazionale (31%). Ciò ha ripercussioni importanti, anche in termini di politiche sociali e di supporto alla famiglia: significa che sempre più i componenti delle famiglie regionali che lavorano dovranno farsi carico degli anziani che fanno parte della famiglia;

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- la contrazione del peso del saldo migratorio nel determinare la dinamica demografica è anche alimentata da un fenomeno di immigrazione extracomunitaria, seppur meno intenso rispetto ad altre regioni, anche del Sud. Al primo gennaio 2010, la popolazione straniera residente in Basilicata è composta da 12.992 individui, per lo più provenienti dai Balcani-Europa dell’Est e dall’America Latina (ma anche con più piccole comunità africane e cinesi). Solo sette anni prima, tali residenti erano 3.560. Vi è stata quindi una crescita del 265% in sette anni, e tale componente non include, ovviamente, l’immigrazione clandestina. Gli stranieri rappresentano oggi il 2,2% della popolazione regionale. Siamo ancora lontani dal 7% medio nazionale, ma anche dallo 0,6% del 2003. Considerando che il 44,2% degli stranieri residenti in Basilicata non supera i 30 anni di età, è chiaro che l’immigrazione è una importante risorsa per mantenere una popolazione attiva giovane, in grado di creare ricchezza con il suo lavoro.

E’ quindi evidente che il modello demografico della Basilicata, caratterizzato da una popolazione anziana in aumento, da una declinante natalità, dal crescente ruolo assunto dagli extracomunitari, tende a distaccarsi sempre più dal Mezzogiorno, per somigliare in modo crescente ai modelli demografici tipici delle regioni del Centro Nord.

1.2.2. Popolazione e media in Basilicata

Sul versante dell’offerta, il sistema delle comunicazioni in Basilicata (cfr Graf.3) si basa sull’attività dei seguenti soggetti:

• 4 emittenti televisive tradizionali;

• 1 emittente televisiva satellitare;

• 1 webtv;

• 22 emittenti radiofoniche;

• 26 testate giornalistiche tra quotidiani, periodici, fogli locali;

• 14 testate giornalistiche on line;

• 2 agenzie di stampa.2

Per quanto riguarda le testate giornalistiche nella regione Basilicata, ne sono attive circa 40 tra quotidiani, periodici, fogli locali e testate on line. L’informazione locale è molto presente (vi sono due giornali quotidiani prettamente regionali, più uno meridionale che prevede però uno spazio specifico per la Basilicata, è presente, come nelle altre regioni, un telegiornale regionale della RAI, ed in aggiunta vi sono la web tv e un’emittente televisiva satellitare specifica, oltre che emittenti radiofoniche locali). E’ chiara, nel sistema dei media lucano, la prevalenza delle forme tradizionali di comunicazione: le forme più innovative, come la web tv e le emittenti televisive satellitari, sono ancora poco diffuse (peraltro il passaggio al digitale terrestre si compirà solo fra qualche mese). La natura del territorio e della distribuzione della popolazione, in realtà, favorirebbe un maggior sviluppo dei nuovi media, quelli veicolati via web, grazie anche ai rapidi progressi che il piano regionale per la banda larga sta sperimentando, in termini di accesso alla connettività veloce3. 2 Dati Relazione attività CO.RE.COM. Basilicata, anno 2007. 3 Ad Ottobre 2009, il 90% della popolazione regionale e più del 75% dei Comuni risultano già connessi alla banda larga.

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Graf. 4 – Sistema delle comunicazioni in Basilicata

Fonte: CO.RE.COM. Basilicata, anno 2007.

Quanto sopra riguarda l’offerta di informazione. Sul profilo della domanda, alcune informazioni di base possono desumersi dall’indagine multiscopo annuale sulle famiglie “La vita quotidiana nel 2009” dell’ Istat (cfr. Tab. 4), dalla quale risulta che le modalità con le quali la popolazione regionale si informa dei fatti della politica nazionale sono molto poco influenzate dalla carta stampata (appena il 35% degli intervistati legge giornali quotidiani; solo il 7,1% legge settimanali, il 2,2% altre riviste non settimanali. Si tratta di dati che sono tutti quanti inferiori alla media nazionale e finanche a quella, già piuttosto bassa, del Mezzogiorno), mentre l’informazione politica viene, in un modo molto intenso, veicolata dalla televisione (95,1% degli intervistati, un valore anche più alto rispetto alla media nazionale, pari al 93,5%), e, in seconda battuta, dal passaparola informale di amici, parenti e colleghi di lavoro (68% del totale degli intervistati, a fronte del 69,5% medio nazionale). Non molto diffuso è l’utilizzo di strumenti radiofonici (meno del 29% degli intervistati, un dato meno rilevante rispetto a quello italiano, anche se leggermente superiore rispetto a quello meridionale). Del tutto marginale, e con valori in linea al trend nazionale, risulta invece l’informazione politica veicolata tramite la partecipazione ad organizzazioni politiche e sindacali. Nell’insieme, l’accesso ai vari canali di informazione politica sembra accentuare alcune tendenze di base che sono comuni a tutto il Paese: l’indebolimento del grado di partecipazione politica e sindacale, un fatto sociologico riscontrato già da molti anni in tutto il Paese, rende marginale l’informazione erogata dai soggetti intermedi della rappresentanza politica e lavorativa. Il minor interesse all’informazione da carta stampata deriva dalle difficoltà di mercato crescenti di tale settore, sempre più soppiantato da modalità di accesso all’informazione più immediate, o più innovative, come la televisione ed il web (la minore propensione alla lettura della carta stampata che caratterizza la Basilicata potrebbe essere anche data dalle maggiori difficoltà, e dalla minore convenienza economica, della distribuzione capillare di giornali e periodici in un territorio caratterizzato da una grande dispersione di popolazione, frazionata in centri con numeri piccoli e piccolissimi, in un contesto territoriale connotato da gap di accessibilità importanti). La rilevanza, analoga a quanto avviene nel resto del Paese, dell’informazione ottenuta per mero passaparola suscita preoccupazioni, in relazione al minore grado di affidabilità e di approfondimento che tale canale informativo riveste. Si tratta cioè di una modalità informativa “povera”, non suscettibile di fornire un quadro conoscitivo adeguato a chi vi ricorre, non in

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grado di stimolare una conoscenza critica in grado di sostenere decisioni (segnatamente di tipo elettorale) sufficientemente mature. Peraltro, tale canale di tipo informale sottrae spazi di mercato al sistema dei media, ostacolandone lo sviluppo e la penetrazione nella popolazione regionale. Tab.4 - Persone di 14 anni e più per modalità con cui si informano dei fatti della politica italiana, regione, ripartizione geografica e tipo di comune - Anno 2009 (per 100 persone di 14 anni e più della stessa zona che si informano dei fatti della politica italiana)

REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE TIPI DI COMUNE

Radio Televi-sione

Quoti-diani

Setti-manali

Altre riviste non setti-manali

Amici Parenti Cono-scenti

Colleghi di

lavoro

Organiz-zazioni politiche

Organiz-zazioni sindacali

Altro

Piemonte 31,4 92,2 53,4 15,3 3,9 22,4 16,7 9,6 15,6 1,4 1,8 2,8

Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 31,8 92,2 57,6 15,7 3,4 22,2 19,1 11,1 11,2 2,2 2,2 2,6

Lombardia 33,9 91,9 52,4 11,6 3,6 23,4 20,3 9,9 17,9 1,7 2,0 3,5

Trentino-Alto Adige 45,8 90,2 68,3 11,9 4,6 25,6 18,6 12,0 15,3 1,7 1,3 3,0

Bolzano/Bozen 55,5 89,0 73,9 11,2 4,1 23,4 16,0 12,0 12,5 1,3 1,2 2,9 Trento 36,8 91,3 63,1 12,5 5,2 27,7 20,9 12,0 17,9 2,0 1,4 3,1 Veneto 32,4 93,4 53,0 14,9 3,9 21,6 18,1 11,0 16,3 1,4 1,6 2,8

Friuli-Venezia Giulia 38,9 92,6 60,9 13,4 5,6 19,7 16,5 8,7 14,8 1,0 1,6 3,3

Liguria 30,2 93,9 56,7 10,0 3,1 20,1 15,9 8,1 11,0 1,9 1,5 2,3

Emilia-Romagna 31,9 93,9 53,6 12,3 4,7 23,4 19,4 9,5 15,4 2,3 2,9 3,6

Toscana 32,2 95,3 52,6 11,0 3,0 19,5 17,0 8,6 11,7 2,5 2,3 3,4

Umbria 29,3 94,5 45,1 12,4 3,3 23,5 15,1 12,1 16,4 2,3 1,5 4,0

Marche 30,0 93,3 47,7 10,9 4,0 25,2 17,0 8,7 14,8 1,3 1,3 3,3

Lazio 34,8 94,9 54,8 12,0 3,5 22,4 17,8 11,8 16,8 1,5 1,2 2,5

Abruzzo 28,1 95,7 43,6 10,9 3,7 29,3 20,4 13,1 13,5 1,4 0,9 2,3

Molise 25,7 94,3 36,2 8,7 3,1 33,4 20,5 9,8 14,0 2,7 1,7 1,7

Campania 26,6 93,7 39,2 7,6 3,2 31,2 19,7 10,2 15,2 1,3 1,4 1,7

Puglia 25,6 95,1 35,3 7,9 2,3 34,7 20,5 10,4 15,0 2,1 1,4 1,3

Basilicata 28,8 95,1 35,0 7,1 2,2 30,0 18,4 9,2 10,4 2,4 1,2 2,4

Calabria 28,7 94,2 42,3 9,0 4,4 25,2 19,3 13,0 12,2 2,1 1,3 2,1

Sicilia 23,4 92,7 41,0 7,8 2,9 30,4 20,1 10,9 15,7 2,5 1,6 2,0

Sardegna 32,9 92,8 60,3 13,4 5,4 27,4 21,0 13,8 14,5 3,1 1,9 3,2

Nord-ovest 32,8 92,2 53,2 12,5 3,6 22,8 18,8 9,6 16,4 1,7 1,9 3,2 Nord-est 34,1 93,2 55,4 13,5 4,4 22,5 18,4 10,3 15,7 1,7 2,1 3,2 Centro 32,9 94,8 52,5 11,6 3,4 21,9 17,3 10,4 14,9 1,9 1,6 3,0 Sud 26,8 94,5 38,7 8,2 3,1 31,2 19,9 10,9 14,3 1,7 1,3 1,8 Isole 26,2 92,7 46,6 9,4 3,6 29,5 20,4 11,7 15,3 2,6 1,7 2,3

Comune centro dell'area metropolitana

36,2 92,3 60,6 12,1 3,8 24,2 19,3 11,2 17,6 1,2 2,0 3,2

Periferia dell'area metropolitana 32,1 92,3 50,7 11,0 3,9 27,9 20,6 11,5 18,8 2,2 1,7 3,5

Fino a 2.000 abitanti 29,3 93,8 46,3 11,6 3,7 19,6 15,5 8,2 10,8 0,8 1,1 1,7

Da 2.001 a 10.000 abitanti 29,7 93,1 45,3 10,8 3,4 23,6 18,5 10,3 14,5 2,3 1,5 3,1

Da 10.001 a 50.000 abitanti 29,8 94,8 45,2 11,2 3,8 25,9 18,3 10,0 15,5 1,8 1,7 2,2

50.001 abitanti e più 30,8 93,8 53,7 11,8 3,4 25,6 19,4 10,4 13,6 1,7 2,0 2,7

Italia 31,2 93,5 49,9 11,3 3,6 24,9 18,8 10,4 15,4 1,8 1,7 2,8

Fonte Istat

Un approfondimento sulla frequenza di ricorso ai vari canali comunicativi conferma la peculiare prevalenza della televisione sui media cartacei, che contraddistingue la Basilicata anche in misura maggiore rispetto al Sud ed all’Italia nel suo insieme. Infatti, la percentuale di intervistati che guarda la televisione solo per qualche giorno alla settimana è inferiore al già modesto valore medio meridionale e nazionale. Di converso, i lettori frequenti di giornali (più di 5 volte alla settimana) e di libri (almeno 12 libri negli ultimi 12 mesi) rappresentano un percentuale particolarmente bassa, se confrontata con il valore del Sud e, ancora di più, con

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quello del Paese nel suo complesso (cfr. Graf. 5). In sostanza, il pubblico lucano appare connotato da uno scarso ricorso ai medi cartacei, accompagnato da una scarsa frequenza d’uso degli stessi, anche da parte di chi vi ricorre, mentre al contrario l’utilizzo, molto frequente e pressoché quotidiano, dell’informazione televisiva, è più diffuso rispetto al resto del Paese ed anche alle regioni meridionali contermini. Graf. 5 – Persone di 6 anni e più per frequenza di fruizione dei principali media, anno 2009

5,0

15,0

25,0

35,0

45,0

55,0

65,0

75,0

85,0

95,0

Guarda la Tv di cuiqualchegiorno

Ascolta laradio

Di cui tutti igiorni

Quotidianialmeno una

volta asettimana

Di cui 5 voltee più

Leggono libri Da 1 a 3 libri 12 e più libri

Basilicata Sud Italia

Fonte: Istat

1.3 Internet

Vi è nel sistema dei media tradizionali una tendenza globale ad una maggiore integrazione con le piattaforme Internet: sempre più la stampa cerca di sopperire a difficoltà di mercato strutturali tramite l’edizione di giornali e periodici on line, che consentono di tagliare i costi e di raggiungere quote più ampie di clientela. L’integrazione fra web, televisione e telefonia fornisce nuove modalità di fruizione dell’informazione, più adeguate alla velocità ed agli stili di vita attuali. In Italia il 48,9 per cento della popolazione di 6 anni e più utilizza Internet, ma solo il 26,4 per cento lo fa quotidianamente. Negli ultimi 10 anni si è registrato un aumento consistente nella quota di utenti di Internet (dal 27,0 per cento del 2001 al 48,9 per cento del 2010), ma non basta. L’Istat propone nella nuova applicazione “Noi Italia” lo spaccato sulla diffusione di Internet nel nostro paese. In dieci anni Internet non è riuscita a diventare un fenomeno di massa e il suo utilizzo si è fermato nel 2010 a meno del 50% (48,9% per l’esattezza). Livelli di utilizzo molto più bassi si registrano nelle regioni del Mezzogiorno dove la quota degli utenti di Internet scende al 42,7 per cento. Le regioni più svantaggiate sono la Campania (40,4 per cento) e la Basilicata (40,8 per cento), dove ancora persiste un gap, nonostante l’ottimo

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risultato del programma Basitel+, che nel ciclo 2000-2006, ha consentito di mettere on line una quota crescente di popolazione. Di fatto, il grado di diffusione della banda larga fra le imprese regionali è cresciuto del 444% fra 2003 e 2009, un risultato straordinario, se comparato con la crescita meridionale e nazionale. Il grado di utilizzazione di Internet fra le famiglie è altresì cresciuto in modo esponenziale. In generale, la diffusione di Internet fra le principali categorie di utenti (famiglie, imprese, amministrazioni pubbliche) è proceduto in modo molto veloce negli ultimi anni, proprio grazie ai programmi regionali di superamento del digital divide, mettendo in luce (come del resto in tutto il Mezzogiorno) tassi di espansione superiori, anche di molto, alla media nazionale.

Graf. 6 – Tassi di variazione % totali della diffusione di Internet fra le principali categorie di utenti

0

50

100

150

200

250

300

350

400

Indice di informatizzazione dei

Comuni (2002-2006)

Diffusione di Internet nelle

famiglie (2000-2009)

Utilizzo di Internet nelle

famiglie (2002-2009)

Utilizzo di Internet nelle

imprese (2003-2009)

Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: Istat-DPS

Tale rapidissima crescita, tuttavia, non ha ancora colmato, come si è detto, il digital divide della Basilicata. Se si eccettua la diffusione di Internet fra le pubbliche amministrazioni, che di fatto è pressoché totale, la diffusione e l’utilizzo di internet fra i privati segna ancora valori che non solo sono inferiori alla media nazionale, ma anche a quella del Mezzogiorno. Particolarmente penalizzante appare il gap di accesso alla rete delle imprese, forse anche per la natura particolarmente tradizionale del tessuto produttivo lucano, connotato da molte micro imprese che operano soltanto in contesti di mercato locali, e che quindi non hanno un immediato fabbisogno di strumenti telematici moderni. Tuttavia, l’insufficiente diffusione di tali strumenti contribuisce a mantenere il sistema produttivo in condizioni di eccessivo tradizionalismo, e di insufficiente competitività sui mercati extra-locali.

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Graf. 7 – Valori % della diffusione e della utilizzazione di Internet fra le principali categorie di utenti – anno 2009

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

Diffusione Internet fra lefamiglie

Utilizzo Internet fra lefamiglie

Utilizzo Internet fra leimprese

Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: Istat-DPS

La frequenza di accesso ad Internet, peraltro, oltre che essere fra le più basse del Paese, ad eccezione della Campania, appare caratterizzata anche da notevole sporadicità. Solo il 19,5% di chi accede lo fa tutti i giorni, e ciò costituisce il dato più basso di tutto il Paese, mentre chi fa uso di Internet solo per qualche volta all’anno è il 2,1%, il valore più alto fra tutte le regioni italiane. La modesta frequenza di accesso dovrebbe limitare, in teoria, l’utilizzo del web per sbrigare faccende quotidiane, come ad esempio il disbrigo di pratiche amministrative. Nonostante ciò, l’accesso ai servizi informativi del web, in Basilicata, registra, fra chi utilizza Internet (che come si è visto è meno diffuso rispetto al resto del Paese) una frequenza maggiore rispetto alla media meridionale, ed in linea con quella nazionale. Infatti, se il 41,5% degli utenti Internet lucani ha utilizzato servizi informativi sul web nell’ultimo anno, tale percentuale scende al 35% nel Sud ed è del 37,8% a livello nazionale. Il digital divide lucano assume quindi forme particolari, con specifico riferimento all’accesso all’informazione su web. Se è vero che, in assoluto, permane ancora un ritardo nell’accesso al web da parte della popolazione, coloro i quali accedono manifestano una capacità di usufruire dei servizi informativi del web superiore anche alla media nazionale, e quindi molto sofisticata. C’è quindi una sorta di “aristocrazia” di Internet, per cui chi accede riesce a sfruttare il web in modo molto efficiente, mentre sono ancora molti quelli che non vi accedono, o lo fanno con canali tradizionali, oramai tecnologicamente inadeguati. La frequenza di accesso ai servizi informativi è anche il riflesso positivo del fatto che, sempre tramite Basitel, la Regione Basilicata si sia dotata di un portale, basilicatanet, che oltre ad una serie di servizi amministrativi, offre al cittadino anche servizi di tipo informativo e comunicativo, ivi compreso il link ai servizi di informazione sui programmi europei. Il portale basilicatanet nasce nel gennaio 2001 nell’ambito del progetto regionale “Un computer in ogni casa” nel tentativo di offrire ai cittadini non solo una postazione informatica ma anche un portale di servizi: informazione, prenotazione dei servizi sanitari on line e altro ancora. I

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servizi - informazioni sulle strutture regionali, programmazione regionale, concorsi, documenti, politiche sociali e governo territoriale - sono stati implementati con notiziari di approfondimento attraverso un Tg web settimanale e un Giornale Radio con tre edizioni quotidiane, realizzato d’intesa con le radio locali. Nelle due fasi di attuazione del progetto oltre 100 mila persone hanno avuto in dotazione un indirizzo di posta elettronica sul quale, per un periodo, hanno potuto ricevere le news. In circa dieci anni di attività basilicatanet ha pubblicato oltre 150 mila notizie, con una media di quaranta notizie giornaliere riguardanti la Regione, gli Enti locali, le organizzazioni imprenditoriali e associative, i sindacati. A dieci anni dalla pubblicazione del portale basilicatanet, nel mese di luglio 2010 la presenza in Internet della Regione è raddoppiata in due “galassie” a cui puntano i due domini storici della regione. La prima, all’indirizzo www.regione.basilicata.it propone il portale istituzionale della Regione Basilicata la seconda, all’indirizzo www.basilicatanet.it conduce ad un portale di informazione e servizi. I due portali sono tra loro strettamente collegati. Non solo perché dalle diverse pagine è possibile interrogare basi dati comuni e perché in qualsiasi momento della navigazione un solo click consente di cambiare portale, ma anche perché la parte alta di entrambi i portali presenta una barra di navigazione comune. I nuovi portali, sono stati interamente progettati e realizzati in base alle direttive di accessibilità dei portali della pubblica amministrazione. Ogni elemento risponde alle indicazioni date sulla presenza degli enti on line, sulla facilità di utilizzo, sulle modalità di proposizione. I dati di accesso ai portali regionali (periodo di riferimento luglio 2010/febbraio 2011) ci confortano sull’utilizzo delle nuove tecnologie in regione: sono stati infatti ben 3.501.940 i visitatori con 9.837.711 pagine visualizzate. Per quanto riguarda invece le statistiche di accesso alla sezione dedicata ai finanziamenti europei afferenti al PO FESR 2007-2013 gennaio/dicembre 2010 gli utenti che hanno visitato il sito sono stati 5.648 provenienti da 17 paesi (cfr Fig. n. 2) con 28.437 visualizzazioni di pagina e un tempo medio trascorso sul sito di 3 minuti e 20 sec. Come si evince dal Graf. n.8 relativo alle sorgenti di traffico, quasi il 69% dei visitatori è giunto in maniera diretta sul sito,ovvero digitando direttamente l'URL nella barra degli indirizzi del browser, o che lo hanno tra i bookmark e i preferiti o cliccano su link diretti da client di posta elettronica.

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Tab.5 - Persone di 3 anni e più per frequenza con cui usano il personal computer e persone di 6 anni e più per frequenza con cui usano Internet, regione, ripartizione geografica e tipo di comune (a) - Anno 2010

Uso del personal computer (b) Uso di Internet (c)

REGIONI, RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE E TIPI DI COMUNE Sì

Tutti i

giorni

Una o più volte alla settimana

Qualche volta al mese

Qualche volta

all’anno

Non usano il pc

Sì Tutti i giorni

Una o più volte alla settimana

Qualche

volta al

mese

Qualche volta

all’anno

Non usano Internet

Piemonte 53,7 32,2 16,6 3,1 1,8 44,0 51,1 27,5 18,4 3,4 1,8 46,2 Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 55,7 32,3 18,3 3,4 1,7 43,2 52,2 26,9 19,7 3,6 2,0 46,2

Lombardia 57,5 36,2 16,5 2,9 1,8 40,0 55,7 31,5 18,7 3,8 1,7 41,4

Trentino-Alto Adige 58,7 32,4 20,3 4,2 1,7 39,7 54,7 25,6 22,3 5,3 1,6 42,5

Bolzano/Bozen 59,9 32,2 20,6 4,9 2,1 37,8 55,0 24,3 23,4 5,8 1,6 42,2 Trento 57,6 32,5 20,1 3,6 1,4 41,5 54,5 26,8 21,2 4,9 1,6 42,8 Veneto 54,3 32,0 17,6 3,0 1,6 43,5 50,6 27,1 18,0 3,9 1,6 46,5

Friuli-Venezia Giulia 53,8 32,6 16,8 3,2 1,2 44,4 51,9 27,3 19,2 3,9 1,5 46,3

Liguria 49,2 29,7 14,9 3,2 1,4 48,6 48,1 25,9 17,1 3,2 1,9 49,5

Emilia-Romagna 52,9 32,3 16,1 3,6 1,0 45,2 51,1 27,2 18,2 4,2 1,5 46,1

Toscana 52,3 34,9 13,9 2,8 0,7 46,1 50,9 31,1 15,2 3,7 1,0 46,8

Umbria 48,6 28,0 15,4 3,9 1,3 49,5 47,0 24,8 16,4 3,9 1,9 50,7

Marche 49,6 30,6 15,4 2,6 1,0 48,2 48,0 27,0 17,2 2,5 1,3 49,2

Lazio 55,3 35,0 15,8 3,0 1,6 42,1 53,1 30,1 18,2 3,3 1,5 43,6

Abruzzo 49,7 28,7 17,8 2,3 0,9 48,1 47,6 23,6 19,9 2,9 1,3 49,5

Molise 46,7 26,3 15,6 2,8 2,1 51,7 43,8 22,2 16,4 3,5 1,7 54,1

Campania 41,6 24,4 14,4 2,0 0,8 57,5 40,4 21,5 16,0 2,1 0,8 57,9

Puglia 42,6 23,7 14,9 2,5 1,4 56,3 41,4 21,0 15,2 4,0 1,2 57,5

Basilicata 44,1 24,2 15,0 3,5 1,5 52,2 40,8 19,5 16,3 3,0 2,1 55,3

Calabria 45,9 25,2 16,1 3,6 1,0 52,2 43,1 21,4 17,1 3,5 1,1 54,6

Sicilia 44,8 24,4 16,4 2,8 1,1 52,9 42,3 19,8 18,3 2,8 1,3 55,1

Sardegna 53,6 31,8 17,3 3,3 1,2 42,7 51,0 27,7 17,9 4,0 1,5 44,5

Nord-ovest 55,6 34,4 16,4 3,0 1,8 42,0 53,6 29,8 18,4 3,6 1,8 43,6 Nord-est 54,1 32,2 17,2 3,4 1,4 43,9 51,3 27,0 18,6 4,1 1,5 46,0 Centro 53,1 33,8 15,1 2,9 1,2 44,7 51,3 29,6 17,0 3,4 1,3 45,9 Sud 43,5 24,7 15,2 2,5 1,1 55,2 41,9 21,5 16,3 3,0 1,1 56,3 Isole 47,0 26,3 16,6 2,9 1,2 50,3 44,5 21,8 18,2 3,1 1,3 52,5

Comune centro dell'area metropolitana 55,7 37,1 15,0 2,7 0,9 40,9 53,5 32,6 17,1 2,9 0,9 42,7 Periferia dell'area metropolitana 54,4 32,4 17,1 2,9 1,9 43,8 53,0 28,7 18,8 3,7 1,8 44,2

Fino a 2.000 abitanti 46,0 24,3 17,4 3,0 1,3 51,9 42,4 19,8 17,5 3,3 1,7 54,9 Da 2.001 a 10.000 abitanti 49,8 28,6 16,8 2,9 1,6 47,8 47,2 23,9 18,2 3,7 1,4 50,0 Da 10.001 a 50.000 abitanti 49,7 29,5 15,7 3,0 1,4 48,7 47,6 25,2 17,2 3,7 1,5 50,1 50.001 abitanti e più 49,9 30,8 15,2 3,0 0,9 48,8 48,7 26,8 17,2 3,2 1,5 49,9 Italia 51,0 30,7 16,0 2,9 1,3 46,9 48,9 26,4 17,7 3,5 1,4 48,5

(a) Negli ultimi 12 mesi (b) Per 100 persone di 3 anni e più della stessa zona. La somma delle percentuali raggiunge il 100 se si sommano i valori “non indicato”. (c) Per 100 persone di 6 anni e più della stessa zona. La somma delle percentuali raggiunge il 100 se si sommano i valori “non indicato”.

Fonte Istat

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Tab. 6 - Persone di 14 anni e più che hanno usato Internet negli ultimi 12 mesi per relazionarsi con i Servizi pubblici e/o la Pubblica Amministrazione, regione, ripartizione geografica e tipo di comune – Anno 2010

Ottenere informazioni dai siti web della

Pubblica Amministrazione

Scaricare moduli della Pubblica

Amministrazione

Spedire moduli compilati

della Pubblica Amministrazione REGIONI, RIPARTIZIONI

GEOGRAFICHE E TIPI DI COMUNE

Hanno usato

Internet negli ultimi

12 mesi

Negli ultimi 3 mesi

Da 3 mesi a 1 anno fa

Negli ultimi 3 mesi

Da 3 mesi a 1 anno fa

Negli ultimi 3 mesi

Da 3 mesi a

1 anno fa

Piemonte 1.989 520 217 362 165 164 83 Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 58 20 5 14 4 7 3 Lombardia 4.682 1.351 515 875 367 437 160 Trentino-Alto Adige 471 158 46 109 41 51 15 Bolzano/Bozen 233 84 24 55 20 26 6 Trento 239 75 22 54 21 25 9 Veneto 2.107 596 202 407 161 192 89 Friuli-Venezia Giulia 551 188 51 125 36 39 21 Liguria 690 195 58 135 43 66 13 Emilia-Romagna 1.935 542 162 347 115 154 62 Toscana 1.656 487 167 348 128 161 61 Umbria 362 106 33 77 28 45 11 Marche 648 186 63 122 45 59 19 Lazio 2.620 814 235 635 201 271 100 Abruzzo 563 140 35 100 28 57 17 Molise 123 32 10 27 5 15 4 Campania 1.998 584 150 465 129 281 63 Puglia 1.436 370 117 260 105 111 56 Basilicata 205 67 18 54 18 31 11 Calabria 735 190 57 155 41 87 29 Sicilia 1.819 438 141 340 113 168 62 Sardegna 744 244 79 173 72 85 40 Nord-ovest 7.419 2.087 795 1.385 579 673 258 Nord-est 5.064 1.485 460 988 354 436 188 Centro 5.285 1.593 498 1.182 402 536 191 Sud 5.059 1.384 387 1.062 326 582 179 Isole 2.562 682 221 512 185 253 102 Comune centro dell'area metropolitana 4.186 1.450 481 1.098 395 490 181 Periferia dell'area metropolitana 3.301 918 319 606 261 304 117 Fino a 2.000 abitanti 1.242 338 120 226 86 111 50 Da 2.001 a 10.000 abitanti 5.778 1.500 515 1.066 372 526 186 Da 10.001 a 50.000 abitanti 6.472 1.610 543 1.136 436 571 224 50.001 abitanti e più 4.412 1.414 384 999 296 477 159

Italia 25.391 7.231 2.362 5.130 1.847 2.479 918

Fonte Istat

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Fig. 2 – Provenienza dei visitatori del sito wwww.porbasilicata.it

Fonte: Regione Basilicata, dati anno 2011

Graf. 8 - Sorgenti di traffico relative al sito www.porbasilicata.it

Fonte: Regione Basilicata, dati anno 2011.

Peraltro, il digital divide non si misura soltanto in termini di accesso assoluto al web, ma anche di canali e modalità di accesso. Da questo punto di vista, tutte le analisi condotte in questi anni, ivi compreso il “Rapporto Caio” del 2009, sono concordi nel ritenere che il digital divide italiano, rispetto alla banda larga ultraveloce, quindi al canale di accesso più rapido e potente, quello che consente di navigare e scaricare i contenuti multimediali di maggiori dimensioni, riguarda ancora il 12% circa della popolazione, un dato che è peraltro più elevato fra le regioni

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del Sud. Con riferimento alle famiglie, se nel 2010 il 44,1% di quelle lucane dichiara di possedere l’accesso ad Internet (un dato molto più basso rispetto al resto del Paese e del Sud, che qualifica un digital divide di tipo assoluto), ben il 12,2% di tale gruppo di famiglie connesse ha ancora una connessione tradizionale o Isdn, un valore che è di oltre mezzo punto superiore a quello nazionale, ed in linea con quello meridionale. Di contro, la banda larga è posseduta dal 60,5% delle famiglie regionali, un valore che è inferiore, oltre che al dato nazionale, pari al 62,9%, anche a quello meridionale (61,2%) configurando un digital divide, oltre che assoluto, anche relativo ai canali più moderni e competitivi di navigazione sul web. Naturalmente, poiché il piano regionale per la banda larga ha registrato avanzamenti significativi, tali ritardi sono attribuibili anche alla conformazione orografica del territorio, che non consente di connettere in modo ottimale le aree meno densamente abitate e localizzate fra le montagne più impervie (tanto che per tali nuclei abitati si deve spesso ricorrere a ponti-radio per poter effettuare la connessione). Tab. 7 - Famiglie che possiedono accesso a Internet per tipo di connessione con cui accedono, regione, ripartizione geografica e tipo di comune - Anno 2010 (per 100 famiglie della stessa zona)

Famiglie che possiedono accesso a Internet

Tipo di connessione (a)

REGIONI, RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE E TIPI DI COMUNE No Sì

Linea telefonica

tradizionale o ISDN

DSL (ADSL, SHDSL,

ecc.)

Altro tipo di connessione a banda larga

Telefono cellulare abilitato

(WAP, GPRS, ecc.)

Piemonte 48,8 50,8 11,4 61,7 30,1 4,2 Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 50,4 48,8 10,0 58,3 30,0 1,4 Lombardia 42,2 57,7 10,1 61,6 26,9 3,8 Trentino-Alto Adige 44,6 55,3 11,4 62,1 31,5 3,1 Bolzano/Bozen 44,7 55,0 16,5 58,3 29,7 2,3 Trento 44,5 55,5 6,7 65,5 33,2 3,8 Veneto 44,8 55,1 8,3 65,8 27,8 3,9 Friuli-Venezia Giulia 45,7 54,1 9,5 64,8 22,5 4,2 Liguria 51,9 47,7 7,5 65,7 24,8 4,0 Emilia-Romagna 46,0 53,4 11,0 63,6 26,0 4,9 Toscana 45,9 53,6 9,2 69,0 25,0 3,9 Umbria 46,7 52,3 7,7 59,5 31,9 3,2 Marche 46,2 53,5 10,4 66,2 22,8 1,6 Lazio 41,3 58,2 15,4 62,4 27,2 4,4 Abruzzo 45,4 54,1 13,8 57,8 25,8 1,5 Molise 55,1 43,9 24,4 49,5 21,9 4,1 Campania 51,4 48,3 17,7 63,2 21,3 3,4 Puglia 55,8 44,1 15,0 60,1 23,6 3,9 Basilicata 55,5 44,1 12,2 60,5 19,6 5,3 Calabria 53,0 46,9 13,7 62,2 20,9 4,4 Sicilia 55,5 44,2 11,3 61,5 26,1 3,9 Sardegna 42,5 56,4 6,7 60,8 30,2 3,7 Nord-ovest 45,2 54,6 10,2 62,0 27,6 3,9 Nord-est 45,3 54,3 9,7 64,5 26,8 4,2 Centro 43,8 55,7 12,4 64,7 26,3 3,8 Sud 52,6 47,2 15,8 61,2 22,3 3,6 Isole 52,2 47,3 9,9 61,3 27,3 3,8 Comune centro dell'area metropolitana 41,5 58,2

9,2 66,7 27,6 3,0

Periferia dell'area metropolitana 42,4 56,9 10,8 65,2 23,4 5,0 Fino a 2.000 abitanti 54,0 45,8 14,2 48,8 36,0 5,3 Da 2.001 a 10.000 abitanti 49,2 50,5 12,1 58,1 26,9 3,3 Da 10.001 a 50.000 abitanti 48,7 51,0 12,8 62,5 25,3 4,2 50.001 abitanti e più 49,1 50,8 11,8 68,0 23,8 3,7 Italia 47,3 52,4 11,6 62,9 26,1 3,9 (a) Per 100 famiglie che possiedono accesso a Internet. Possibili più risposte.

Fonte Istat

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La situazione è solo leggermente migliore se si guarda alla diffusione della banda larga fra le imprese. Nonostante il rapido incremento delle imprese in banda larga, attribuibile all’avanzamento degli investimenti della Regione sulla dotazione di banda larga sul territorio, che ha portato ad un incremento esplosivo dell’accesso alla banda larga da parte delle imprese, la diffusione è ancora pari al 93,4% della media nazionale. Anche sul versante delle amministrazioni pubbliche, le amministrazioni locali connesse in banda larga sono, al 2007, il 44,7% del totale, un valore che è pari solo all’83,6% della media meridionale ed al 76,1% di quella nazionale.

Graf. 8 – Tasso di diffusione e di crescita della banda larga fra le imprese

75

125

175

225

275

325

375

425

Basilicata Mezzogiorno Italia

Diffusione 2009 Tasso di crescita 2009/2003

Fonte: Istat-DPS

1.4 Le emittenti radiofoniche

In Basilicata sono presenti 22 emittenti radiofoniche4, di queste alcune trasmettono in streaming5. Le radio più ascoltate in Basilicata6, sono: Radiouno con 79.000 radioascoltatori, seguita da Radiodue (66.000), Radionorba (64.000), RDS (58.000), Radio Potenza Centrale (55.000), RTL102.5 (54.000), Kiss Kiss (51.000), Deejay (42.000), Radio Italia (35.000) ed infine Radio Carina (29.000). Dall’indagine telefonica di Audiradio 2010 su di una popolazione di 533 ascoltatori lucani con più di 11 anni su giorno medio, l’emittente più ascoltata risulta essere Radio Norba (69.000), seguita da Radio Potenza Centrale (38.000), Radio Carina (27.000), Radio Lattemiele (19.000), Basilicata Radiodue Bierredue (13.000), Radio Italia anni 60 (11.000).

4 Dati: Relazione attività Co.Re.Com Basilicata anno 2007 5 Basilicata Radio 2 , Basilicata Radio Carina Basilicata, Radio Color, Radio Eva, Radio Laser, Radio New Sound, Radio Potenza Centrale, Potenza

Radio Radiosa e Radio Tour FM. 6 Anno 2008 elaborazione su dati di ascolto Audiradio, http://www.newslinet.it/notizie/audiradio-le-top-ten-degli-ascolti-2008-regione-per-regione

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Tab. 8 - Emittenti radiofoniche locali per regione - Anni 2003-2007

REGIONI 2003 2004 2005 2006 2007 Composizione % anno

2007

Piemonte 108 108 108 108 108 6,4

Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 7 7 7 7 7

0,4

Lombardia 167 167 167 167 167 9,9

Liguria 41 41 41 41 41 2,4

Trentino-Alto Adige 39 39 39 39 39 2,3

Bolzano/Bozen …. …. …. …. …. …. Trento …. …. …. …. …. ….

Veneto 96 96 96 96 96 5,7

Friuli-Venezia Giulia 45 45 45 45 45 2,7

Emilia-Romagna 94 94 94 94 94 5,6

Toscana 79 78 78 78 78 4,6

Umbria 24 24 24 24 24 1,4

Marche 56 56 56 56 56 3,3

Lazio 128 128 128 128 128 7,6

Abruzzo 48 48 48 48 48 2,8

Molise 10 10 10 10 10 0,6

Campania 126 126 126 126 126 7,5

Puglia 166 166 166 166 166 9,8

Basilicata 31 31 31 31 31 1,8

Calabria 125 124 124 124 124 7,4

Sicilia 224 224 224 224 224 13,3

Sardegna 74 74 74 74 74 4,4

ITALIA 1.688 1.686 1.686 1.686 1686 100,0 Nord-ovest 323 323 323 323 323 19,2 Nord-est 274 274 274 274 274 16,3 Centro 287 286 286 286 286 17,0 Sud 506 505 505 505 505 30,0 Isole 298 298 298 298 298 17,7 I dati della serie storica sono stati revisionati e aggiornati sulla base dell'effettiva operatività delle emittenti in ciascun anno.

Fonte: Ministero delle comunicazioni - Direzione generale concessioni e autorizzazioni

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1.5 Quotidiani7

I due quotidiani più letti dalla popolazione adulta lucana sono, nell’ordine, La Gazzetta del Mezzogiorno, che ha 128.000 lettori, ovvero il 24,8% del totale della popolazione adulta, e la Gazzetta dello Sport, che ha il 16,1%, con 83.000 lettori (cfr. Tab. 9). Prevale quindi un orientamento alla lettura di notizie politiche e di cronaca locali, ed alla lettura di notizie sportive. Tab. 9- Quotidiani, lettori per regione Basilicata, duplicazioni di lettura lettori in un giorno medio / numero medio,

base adulti

TOTALE LA GAZZETTA

DEL MEZZOGIORNO

LA GAZZETTA DELLO SPORT

VALORI ASSOLUTI x 1.000

TOTALE

516

128

83 QUOTIDIANI A PAGAMENTO

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

128 128 46

LA GAZZETTA DELLO SPORT

83 46 83

Fonte Audipress, anno 2010

Con riferimento alle caratteristiche strutturali, le donne leggono i quotidiani più degli uomini; tuttavia, i due giornali più venduti sono, specie per la Gazzetta dello Sport, pressoché appannaggio di un pubblico maschile (cfr. Tab 10). Le fasce di età centrali (35-54 anni) e quella più anziana (65 anni e oltre, quest’ultima che però privilegia giornali diversi rispetto ai due più venduti in Basilicata; quindi, è probabile che i lettori più anziani siano attirati anche dai quotidiani di livello nazionale) sono quelle in cui si leggono i quotidiani in modo più diffuso, con una discreta diffusione anche nella fascia 25-34 anni. Molto modesta è la propensione alla lettura di quotidiani per chi ha meno di 25 anni, se si eccettuano i quotidiani sportivi, che anche fra i più giovani hanno una discreta diffusione, proprio per il carattere “leggero” della loro informazione. L’analisi per fasce di reddito e titolo di studio è ovviamente influenzata dalla composizione socio-educativa della popolazione lucana. Le fasce di reddito che leggono con più frequenza i giornali sono quelle più presenti nella popolazione, ovvero la fascia media e media-inferiore, e tale quadro è confermato anche dall’analisi per titolo di studio. I laureati, che rappresentano l’8,6% della popolazione adulta, costituiscono solo il 7,4% dei lettori di quotidiani. Pertanto, nonostante una propensione alla lettura che, per i laureati, dovrebbe essere più elevata, la loro quota sul totale dei lettori regionali è inferiore al loro peso sulla popolazione. Se ne ricava che i laureati residenti in regione non sono “buoni” lettori di quotidiani.

7 Audipress: per l’indagine quotidiani, la dimensione campionaria annua è di 33.000 interviste base (ripartite in tre cicli di 11.000 interviste ciascuno). La loro

pubblicazione prevede la cumulazione di 2 cicli per i Quotidiani ed i Supplementi di Quotidiani. Gli Istituti esecutori del field sono Doxa ed Ipsos. Il disegno del campione e l’elaborazione dei dati sono stati effettuati da Doxa. I controlli sono a cura di Reply.

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Anche la distribuzione della popolazione per ampiezza demografica del centro abitato, che come si è visto è molto spostata sui centri minori, influenza la lettura: il 54,7% dei lettori proviene da centri con meno di 10.000 abitanti, che in effetti concentrano il 55,2% della popolazione regionale. Tab. 10 - Lettori giorno medio delle testate più lette della regione Basilicata, secondo caratteri socio demografici,

base adulti

LA GAZZETTA DEL LA GAZZETTA TOTALE MEZZOGIORNO DELLO SPORT PERCENTUALI DI COLONNA TOTALE 100,0 100,0 100,0 SESSO Uomini 48,6 67,8 85,8 Donne 51,4 32,2 14,2 Responsabili Acquisti 44,0 28,5 15,4 Responsabili Acquisti Uomini 4,5 7,5 8,4 Responsabili Acquisti Donne 39,5 21,0 7,1 CLASSI DI ETA' 14-17 anni 5,0 0,6 6,4 18-24 anni 9,9 12,3 19,7 25-34 anni 15,3 18,9 25,0 35-44 anni 17,2 23,2 19,1 45-54 anni 16,3 23,4 19,4 55-64 anni 13,2 12,0 8,7 65 anni e oltre 23,1 9,6 1,7 CLASSE SOCIO-ECONOMICA Superiore 4,6 7,7 5,4 Medio superiore 11,2 22,5 16,1 Media 54,4 57,1 65,9 Medio inferiore 26,9 11,5 10,2 Inferiore 2,9 1,2 2,3 TITOLO DI STUDIO Laurea 7,4 11,4 7,2 Diploma media superiore 34,6 51,9 48,3 Licenza media inferiore 34,9 31,6 43,3 Licenza elementare 14,1 4,0 - Nessun titolo 8,9 1,1 1,2 CATEGORIA SOCIO-PROFESSIONALE Ceti superiori 5,2 10,1 5,3 Ceti medi 20,2 34,2 35,9 Agricoltori 0,5 0,1 - Intellettuali docenti 2,9 3,9 1,3 Intellettuali studenti 9,5 7,0 13,6 Operai 13,2 15,8 24,3 Braccianti 0,9 0,8 1,1 Pensionati ed altri 32,2 21,1 15,7 Casalinghe fam. non operaie 8,9 4,2 1,5 Casalinghe fam. operaie 6,5 2,7 1,2

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CONDIZIONE PROFESSIONALE Imprend./possid./dirig./lib.prof. (1) 5,2 10,1 5,3 Impiegati (2) 7,8 13,9 12,1 Negozianti/artigiani (3) 9,1 14,9 17,9 Agenti/lav.proprio (4) 2,1 3,1 2,1 Agricoltori (5) 0,5 0,1 - Insegnanti/giornalisti (6) 2,9 3,9 1,3 Operai/op.agricoli (7) 14,1 16,6 25,5 Casalinghe (Capofam. 1) 0,2 0,2 - Casalinghe (Capofam. 2-6) 1,3 2,2 - Casalinghe (Capofam. 3-5) 1,7 0,1 0,5 Casalinghe (Capofam. 7) 6,5 2,7 1,2 Casalinghe (Capofam. altro) 5,6 1,7 0,9 Studenti 9,5 7,0 13,6 Pensionati 23,3 12,2 4,3 Altri 10,2 11,2 15,2 AMPIEZZA CENTRI Fino a 10.000 abitanti 54,7 57,0 58,5 10-30.000 23,4 24,7 29,3 30-100.000 21,9 18,3 12,2 Fonte Audipress, anno 2010

I free papers rappresentano la novità mediatica del nuovo millennio nel settore italiano dei quotidiani. Le prime stime sull’insieme dei lettori dei nuovi giornali attestano la loro diffusione rispetto ad una fascia tradizionale di non-lettori della stampa quotidiana quale il pubblico giovanile. Una recente indagine Eurisko, commissionata dalle concessionarie pubblicitarie dei tre quotidiani, mostra che i due terzi del lettorato dei neo-quotidiani, oltre il milione e mezzo di lettori giornalieri, non si rivolge alla stampa quotidiana a pagamento. L’ipotesi è che l’appeal dei giornali gratuiti non risiede semplicemente nella loro gratuità. Anche la facile reperibilità e la rapida fruibilità sono infatti, fattore chiave del loro successo. Le caratteristiche dei free papers: notizie fornite in modo veloce e secco (spesso simili a un flash di agenzia) e un grande uso delle fotografie e delle fotonotizie. Una predominanza, quindi, dell’immagine sulla parola scritta, che riporta a un modello comunicativo molto vicino a quello televisivo. In Basilicata sono numerosissimi i free papers, tra i quali è possibile citare il settimanale gratuito Controsenso, con redazioni a Potenza e Matera, viene distribuito il sabato nelle principali vie cittadine e si trova in molti esercizi commerciali, nelle edicole viene dato in abbinamento al Quotidiano di Basilicata. Altro periodico free press che viene distribuito insieme al più diffuso periodico di annunci, Potenza Affari, è Il Basento, un magazine edito dall’Università di Basilicata viene scritto dagli allievi del master biennale di giornalismo. A Matera e provincia il settimanale più diffuso è “Il resto”.

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1.6 Televisione

L’evoluzione del settore audiovisivo è caratterizzata, nel 2009, dalla prosecuzione delle dinamiche di sviluppo già evidenziate negli anni precedenti e indotte, principalmente, dal processo di digitalizzazione dei sistemi trasmissivi e dall’affermazione di nuove piattaforme per la diffusione e la fruizione dei contenuti. La forte espansione è favorita dalle numerose potenzialità offerte dalle piattaforme digitali che ha determinato una serie di profondi mutamenti sulle dinamiche del mercato televisivo. Alle trasformazioni delle reti trasmissive si affianca il cambiamento nelle modalità di fruizione dei servizi audiovisivi da parte dei consumatori. Si rileva, in particolare, lo sviluppo della televisione su internet, la cui base di utenti, nel 2009, è cresciuta del 48% rispetto all’anno precedente, proprio grazie alla sua capacità di adeguarsi alla domanda. In effetti, l’utente è interessato, in misura sempre crescente, oltre che alla ricezione passiva dei servizi televisivi, a scegliere direttamente i contenuti, al di fuori dei tradizionali palinsesti.8

Tab. 11 – Emittenti televisive locali per regione-anni 2003-2007 (a)

REGIONI 2003 2004 2005 2006 2007

Piemonte 30 30 30 30 30 Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 4 4 4 4 4 Lombardia 45 45 45 45 45 Trentino-Alto Adige 3 3 3 3 3 Bolzano/Bozen …. …. …. …. …. Trento …. …. …. …. …. Veneto 31 31 31 31 31 Friuli-Venezia Giulia 7 7 7 7 7 Liguria 19 19 19 19 19 Emilia-Romagna 30 30 30 30 30 Toscana 37 37 37 37 37 Umbria 9 9 9 9 9 Marche 9 9 9 9 9 Lazio 62 62 62 62 62 Abruzzo 22 22 22 22 22 Molise 5 5 5 5 9 Campania 86 86 86 86 86 Puglia 50 50 50 50 50 Basilicata 6 6 6 6 6 Calabria 34 34 34 34 34 Sicilia 89 89 89 89 89 Sardegna 15 15 15 15 15 ITALIA 593 593 593 593 597 Nord-ovest 98 98 98 98 98 Nord-est 71 71 71 71 71 Centro 117 117 117 117 117 Sud 203 203 203 203 207 Isole 104 104 104 104 104 (a) I dati della serie storica sono stati revisionati e aggiornati sulla base dell'effettiva operatività delle emittenti in ciascun anno.

Fonte: Ministero delle comunicazioni - Direzione generale concessioni e autorizzazioni

8 Relazione annuale 2010 AGCOM.

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Auditel ha pubblicato le statistiche degli abbonati a Sky TV , per regione e pacchetto posseduto (Tab. n.12). A luglio 2010 ci sono circa 4 milioni e 516 mila abbonati a Sky TV (che equivalgono a 12 milioni 324 mila individui) e 17 milioni 54 mila famiglie che dispongono del digitale terrestre (41 milioni 960 mila individui). Basilicata 28.039 (0,6%). Tab. 12 – Abbonati a Sky TV per regione e pacchetto posseduto, anno 2010

TOTALE ASCOLTO ANALOGICA TERRESTRE DIGITALE TERRESTRE SATELLITARE

AM CO AM SH% CO AM SH% CO AM SH% CO

TOTALE ITALIA

10.278.032 55.937.663 5.454.775 53,1 42.982.285 3.210.803 31,2 28.213.470 1.556.415 15,1 14.932.543

Valle d'Aosta 20.602 113.109 0 0,0 0 16.271 79,0 102.919 3.738 18,2 30.553

Piemonte 772.508 4.156.685 167.531 21,7 1.717.005 513.105 66,4 3.331.422 88.778 11,5 871.868

Liguria 267.776 1.539.090 170.429 63,7 1.376.386 51.326 19,2 545.998 44.386 16,6 470.489

Lombardia 1.685.667 9.069.761 1.115.539 66,2 8.481.156 300.066 17,8 4.103.105 255.954 15,2 2.619.994

Trentino alto Adige

129.631 929.399 0 0,0 0 111.670 86,1 901.458 17.961 13,9 307.680

Veneto 858.110 4.608.063 670.198 78,1 4.536.074 118.009 13,8 1.720.135 67.223 7,8 958.958

Friuli Venezia Giulia

219.048 1.175.139 151.089 69,0 1.146.521 36.178 16,5 461.839 31.676 14,5 319.166

Emilia Romagna 717.311 4.035.781 524.393 73,1 3.828.248 69.304 9,7 1.025.647 117.447 16,4 1.139.820

Marche 281.213 1.497.646 199.638 71,0 1.402.462 15.435 5,5 392.327 65.920 23,4 602.289

Toscana 625.015 3.430.000 404.154 64,7 3.217.443 88.098 14,1 1.156.357 131.341 21,0 1.117.311

Umbria 150.943 839.086 98.020 64,9 837.171 21.249 14,1 283.087 27.162 18,0 308.950

Lazio 880.229 5.203.079 35.313 4,0 835.238 663.620 75,4 4.547.845 170.914 19,4 1.522.708

Campania 887.590 5.353.247 67.987 7,7 3.846.250 676.878 76,3 4.567.926 136.849 15,4 1.210.004

Abruzzo 228.606 1.214.670 169.071 74,0 1.116.646 30.026 13,1 506.853 29.333 12,8 325.150

Molise 61.791 307.729 45.312 73,3 296.519 2.456 4,0 41.276 14.021 22,7 140.377

Puglia 802.835 3.808.779 629.632 78,4 3.707.913 97.243 12,1 1.566.155 75.822 9,4 775.840

Basilicata 120.253 553.578 96.860 80,6 549.020 4.719 3,9 116.538 18.674 15,5 180.746

Calabria 389.443 1.889.053 277.253 71,2 1.736.719 35.725 9,2 343.006 75.803 19,5 500.375

Sicilia 866.761 4.679.298 632.356 73,0 4.334.000 108.117 12,5 1.130.129 122.957 14,2 1.079.088

Sardegna 312.700 1.534.473 0 0,0 17.516 251.307 80,4 1.369.448 60.458 19,3 451.177

Famiglie possesso IPTV: (Dato espanso al02/01/2010) 612.333

Fonte Auditel, gennaio 2010

In Basilicata (52 famiglie Auditel) la rete nazionale più vista è RaiUno che totalizza nelle 24 ore il 33,07% di share contro il 20,47% di Canale 5, in prime time risultato ancora più netto con RaiUno al 35% contro il 21,47% per Canale 5. Nel totale reti, Rai è al 53,54% contro il 37,80% per Mediaset. La 7 totalizza lo 0,79% mentre le reti satellitari arrivano al 4%. Fra le televisioni locali la più vista è Telenorba con 144.557 contatti nelle 24 ore, al secondo posto TeleCapri con 37.171 telespettatori segue al terzo posto Teledue con 22.017 contatti.9

9 I dati si riferiscono al mese di Aprile 2008 e riguardano le medie dello share del totale giornata per le reti nazionali ed i contatti sempre nel totale giornata

per ciò che concerne le televisioni locali. Fonte (http://italia-live.it/index.php?q=italia/news/item/0/158362)

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A livello nazionale il TGR come per gli anni precedenti, conferma il successo d’ascolto con uno share altissimo, il 43,00% nell’edizione delle ore 14.00 (pari a 118.000 telespettatori), il 18% per l’edizione delle ore 19.35 (paria 42.000 telespettatori) ed il 7% di share (pari a 5.110 telespettatori) per l’edizione delle ore 0.10. Il dato assume particolare significato se paragonato ai dati di ascolto del TG3 nazionale con il 18.17% di share, pari a 3.047.000 telespettatori per l’edizione delle ore 14.00, il 14.85% per l’edizione delle 19.35 pari a 3.493.000 telespettatori e lo share del 12.05% per l’edizione delle 0.12 paria 1.154.000 telespettatori.10

1.7 I canali dell’informazione

Da un’indagine condotta nel 2008 dalla Regione Basilicata su 2.579 contatti per valutare la campagna informativa della Regione sugli interventi del POR Basilicata 200r-2006 risulta che le notizie inerenti i finanziamenti dell’UE per progetti di sviluppo in Basilicata raggiungono la popolazione principalmente tramite le TV locali. Risulta molto rilevante anche il passaparola, lo scambio di informazioni tra parenti, amici o colleghi. Gli altri mezzi sembrano marginali, anche se bisogna notare che per i giovani (in senso lato, 18-44enni) Internet assume una rilevanza non trascurabile (il 24% lo utilizza per acquisire questo tipo di informazioni). I tabelloni hanno un pubblico piuttosto ristretto e hanno una visibilità maggiore solamente nei centri di piccole dimensioni. Diversa è la situazione quando si parla di canali preferiti. Vi è una forte richiesta di ricevere informazioni sui finanziamenti UE dal free press, apprezzato bene da tutti i segmenti e in modo particolare dai giovani e dai residenti nelle zone di Potenza e Lagonegro. I soggetti che sono tradizionalmente meno informati (anziani, casalinghe, meno scolarizzati) optano soprattutto per le TV locali, mentre i giovani (soprattutto gli studenti ma anche i disoccupati) e chi detiene un titolo di studio elevato puntano molto sul web. La cartellonistica viene citata dal 10% dei rispondenti, in misura maggiore dai 25-34enni, dai lavoratori dipendenti e dai residenti nell’area di Lagonegro. I meglio informati sulle possibilità offerte dai finanziamenti europei sono gli uomini, i soggetti di età compresa tra i 35 e i 54 anni, i laureati e i lavoratori. Questi ultimi rappresentano l’unica categoria in cui la notorietà del POR supera il 50%. Si nota, inoltre, che non si registrano particolari differenze tra i lavoratori autonomi e quelli dipendenti. Donne, anziani, soggetti con un basso livello scolare e casalinghe sono invece i segmenti che dispongono del minor numero di informazioni al proposito. Dall’analisi condotta emerge la necessità di incrementare l’informazione su giornali e Tv, un maggiore utilizzo di manifesti, la creazione di una newsletter e di un periodico gratuito regionale, di sportelli informativi e il maggior utilizzo della rete. Scarso il contributo del mezzo radiofonico.

10 Dati riferiti alla giornata dell’11 febbraio 2011, fonte sede RAI Basilicata.

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II parte: i risultati dell’indagine quali-quantitativa

2.1 Il ruolo della UE e dei fondi strutturali

Nel campione intervistato, la percezione dei vantaggi dell’appartenenza alla UE prevale rispetto a chi invece esprime un parere negativo. Infatti, mentre il 35% del campione giudica positivamente gli organismi comunitari, il 23% ne dà un parere negativo. Tale risultato è particolarmente positivo se giudicato nel contesto di recessione economica globale attuale, che ha condotto, secondo le indagini congiunturali di OBI-SRM, verso una generalizzata perdita di fiducia da parte dei cittadini lucani, perdita di fiducia che può naturalmente coinvolgere anche le istituzioni preposte alla promozione dello sviluppo socio economico, come per l’appunto l’Unione Europea. Tra l’altro, la percezione positiva aumenta nei segmenti più istruiti della popolazione (66% di chi ha titolo di studio alto giudica positivamente l’operato della UE), quindi fra chi, mediamente, si informa di più ed è quindi in grado di formarsi una opinione maggiormente consapevole, l’adesione alla Ue è più convinta. Sono i più giovani (63% nella fascia di età 18-24 anni) e coloro che vivono nei centri urbani medio-grandi (con oltre 30.000 abitanti) quelli che esprimono in modo più diffuso un parere positivo. Viceversa, le fasce di età intermedie ed anziane, i titoli di studio più bassi, gli operai ed i lavoratori dipendenti sono fra coloro che giudicano più negativamente la partecipazione alla UE. Non di rado, si tratta dei segmenti sociali più duramente colpiti dalla crisi, e che quindi hanno subito maggiormente la perdita di fiducia verso le istituzioni in generale. Di ciò ovviamente risente anche la fiducia nelle istituzioni comunitarie.

Graf. 1 – Benefici ritratti dalla partecipazione alla Ue

Il paese ha tratto più vantaggi o svantaggi dalla partecipazione alla Comunità Europea?

4%

piu' svantaggi; 23 % piu' vantaggi

35%

vantaggi e svantaggi in

egual misura; 20%

ne' vantaggi ne' svantaggi 21%

Fonte: Elaborazioni Valutatore su dati SWG da indagine demoscopica campionaria

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Più nello specifico, buona risulta la conoscenza delle fonti di finanziamento istituzionale, infatti, il livello d’informazione sulle fonti finanziarie premia soprattutto l’Unione Europea, indicata da più della metà degli intervistati (58%) come la fonte principale dei finanziamenti per i progetti di sviluppo, ma anche la Regione stessa (24%), cui ormai viene assegnato un ruolo pari a quello giocato dallo Stato (23%). Va infatti rilevato che il ruolo delle risorse libere della regione (ottenute soprattutto sotto forma di royalties petrolifere) è diventato, anche in ragione del lungo blocco dei finanziamenti del FAS nazionale, uno strumento finanziario essenziale per mettere in campo importanti politiche direttamente impattanti anche sui cittadini.

Il risultato raggiunto è da attribuire a diversi fattori tra cui la consapevolezza sedimentata grazie alle azioni comunicative messe in atto nella scorsa programmazione e alla partenza, in questo nuovo ciclo, di attività di riconoscimento visuale del nuovo Programma, tra cui la realizzazione del manuale di identità visiva del PO. L´identificazione immediata del programma può avvenire solo tramite un coordinamento visivo coerente e ben strutturato che definisce e rafforza il messaggio istituzionale grazie allo studio e alla cura di ogni elemento visivo: logo, brochure, grafica web, catalogo, cartella stampa ecc. Tutti questi gli elementi concorrono a costituire l’immagine istituzionale.

Per quanto riguarda il tema relativo all’utilità percepita dei fondi europei per tipologia di destinazione, il capitolo di finanziamento maggiormente referenziato (quasi la metà dei lucani), quindi quello sul quale vi è la più matura consapevolezza, è quello relativo ai progetti volti a favorire la crescita occupazionale, seguito con ampio distacco da quelli dedicati allo sviluppo del tessuto imprenditoriale e di quello turistico (29% di citazioni per ciascuno). Ambiente, infrastrutture e cultura vengono invece citati da circa 2 intervistati su 10; mentre solo uno su dieci ritiene che possano ricevere fondi progetti dedicati al rafforzamento della coesione e della solidarietà sociale.

Graf. 2 – utilità dei fondi europei per settore

0

10

20

30

40

50

60

Allo sv iluppo del

tessuto

produttivo

regionale

All'incremento

dell'occupazione

Ad una migliore

coesione e

solidarieta'

sociale

Ad una

valorizzazione

dell'ambiente

Allo sv iluppo

turistico del

territorio

Alla costruzione

di migliori

infrastrutture di

trasporto

Allo sviluppo

culturale ed

artistico

A niente di tutto

cio'

preferisco non

rispondere

Fonte: Elaborazioni Valutatore su dati SWG da indagine demoscopica campionaria

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Il successo di questa tematica è sicuramente dovuto all’impatto emotivo che il tema occupazionale genera nell’opinione pubblica ed è influenzato quindi dalle modalità rispetto alle quali i cittadini lucani si informano, basate su mezzi che privilegiano l’aspetto emozionale del messaggio comunicativo, e meno quello di approfondimento, quali la televisione ecc. Inoltre, nella scorsa programmazione, il numero di interventi relativi alla tematica in oggetto e lo sforzo comunicativo che ha investito il settore dell’occupazione, ma anche quello non meno importante della formazione è stato rilevante, e quindi ha ribaltato sull’attuale programmazione la percezione di un programma essenzialmente destinato alla creazione di occupazione. Va infatti rilevato che, secondo il RFE del POR 2000-2006, detto strumento programmatico ha consentito di evitare una riduzione occupazionale che, in assenza del programma, sarebbe stata superiore al 16% del totale delle unità di lavoro presenti all’inizio del ciclo di programmazione. Tale impatto occupazionale, associato alle importanti azioni formative e di orientamento al lavoro ha alimentato una visione del PO FESR principalmente basata sull’impatto occupazionale, nonostante il fatto che nell’attuale ciclo programmatico il programma operativo più direttamente rivolto alle politiche del lavoro, legato quindi al FSE, sia distinto ed autonomo rispetto al PO FESR.

Relativamente alla sola tematica dell’incremento occupazionale, sono soprattutto le fasce di popolazione che presentano le maggiori necessità di ingresso/reingresso nel mercato del lavoro, o perché inoccupati (studenti, giovani) o perché disoccupati, a sottolineare la rilevanza dei fondi strutturali rispetto all’incremento occupazionale. Evidentemente, vi è un’attenzione particolare alle implicazioni occupazionali degli interventi di sviluppo europei che dipende dalla condizione soggettiva degli intervistati.

Graf. 3 – Categorie di intervistati che sottolineano in misura maggiore la rilevanza della tematica occupazionale fra i possibili settori di utilità dei fondi strutturali

44

46

48

50

52

54

56

58

60

18-34 anni Studenti Casalinghe edisoccupati

Media generale

Fonte: Elaborazioni Valutatore su dati SWG da indagine demoscopica campionaria

Tuttavia, va segnalato come circa un terzo del campione incentri la rilevanza dei fondi strutturali in termini di impatto sul sistema produttivo, una delle finalità istituzionali del FESR, ed anche una delle linee di intervento finanziariamente più importanti (poiché gli interventi sul tessuto produttivo assorbono più del 40% delle risorse del PO FESR). Viceversa, lo scarso collegamento fatto rispetto a settori, pure importanti per lo sviluppo, come quello infrastrutturale, dipendono in larga misura dalla consapevolezza che i programmi per le grandi

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infrastrutture strategiche (quelle cioè deputate a ridurre l’isolamento della regione rispetto al resto del Paese e dell’Europa) vengono finanziati al di fuori dei fondi strutturali ,essenzialmente con risorse e cabine di regia nazionali (ad iniziare dal FAS), mentre il FESR si occupa soprattutto degli interventi più piccoli, per quanto sempre essenziali, di potenziamento delle micro-infrastrutture di rilevanza locale e di collegamento di queste con la rete nazionale.

Con riferimento alla tematica ambientale, probabilmente gioca la “concorrenza” di altri strumenti programmatici, come il PSR, che vengono visti come più direttamente collegati alla tematica stessa, anche se, come del resto per gli altri tematismi, gioca un ruolo il livello culturale e di informazione (strettamente connessi fra loro: in genere, chi ha una scolarità più alta tende anche ad informarsi di più): infatti, l’ambiente viene indicato dal 31% di chi ha una scolarità elevata, e solo dal 20% di chi ce l’ha bassa. Ancora, chi è informato sull’esistenza del POR 2007-2013 indica l’ambiente nel 29% dei casi; chi non ne è informato solo nel 21%.

Infine, lo scarso peso assegnato alla solidarietà e coesione sociale, nonostante gli importanti interventi che l’intero apparato dei fondi strutturali destinano a tale tematica, deriva essenzialmente da scarsa informazione sul programma. Infatti, sono soprattutto gli intervistati con livello di scolarità basso a trascurare tale tematica (citata solo dal 7% degli intervistati di tale segmento, a fronte del 21% degli intervistati con scolarità alta). Chi è a conoscenza circa l’esistenza del POR 2007-2013 indica tale tematismo nel 21% dei casi; chi non ne è informato solo nell’8% delle situazioni.

In generale, quindi, si può affermare che vi è una rilevante differenza nel grado di conoscenza degli ambiti di intervento dei fondi strutturali in funzione del livello di scolarizzazione e del grado di informazione generale sugli strumenti programmatici europei, anche se un ruolo è giocato anche dagli interessi soggettivi degli intervistati, che a seconda delle loro priorità indicano un tema piuttosto che l’altro.

Quindi,con riferimento alla percezione dei cittadini circa l’efficacia dei finanziamenti della Ue in termini di promozione dello sviluppo in generale (a prescindere dai singoli tematismi attraverso i quali lo sviluppo si articola), il livello di informazione diffuso e la percezione dell’efficacia di spesa - incidono in modo significativo sulla prospettiva con cui si guarda all’Unione Europea e al suo ruolo. Inequivocabile, ad esempio, la correlazione positiva esistente tra l’efficacia di impiego dei fondi percepita e la positività con cui si guarda all’ingresso in Europa: la percentuale di lucani convinti che l’Italia ne abbia tratto più vantaggi, infatti, risulta massima tra quanti pensano che in Basilicata i fondi siano stati spesi in modo “molto efficace” (57%), permane elevata tra quanti pensano sia stata “abbastanza efficace” (50%), crolla fino a raggiungere il 25% tra chi la considera del tutto inefficace.

Altrettanto inequivocabile la rilevanza dell’informazione sui programmi di finanziamento comunitari. Ad esempio, tra quanti dichiarano di essere al corrente dell’ottenimento di fondi per lo sviluppo regionale nell’ambito del progetto PO FESR, si rileva un atteggiamento più positivo verso la UE ma anche nei confronti dell’operato della Regione. In questo segmento più informato della popolazione, infatti, risultano più elevate sia la consapevolezza del ruolo della UE nell’erogazione di fondi per lo sviluppo regionale (75% di citazioni), sia dei fronti d’intervento coperti dai fondi (in particolare sul turismo e sulle infrastrutture); torna ad essere chiaramente maggioritaria (54%) la convinzione che l’ingresso in Europa abbia procurato soprattutto vantaggi al Paese; aumenta anche l’apprezzamento verso l’efficacia di impiego dimostrata dalla Regione, che sale al 38%.

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Di conseguenza, i segmenti di popolazione che esprimono i giudizi più positivi sull’efficacia dei fondi comunitari sono quelli più istruiti, i più giovani, coloro che sono già a conoscenza dell’esistenza dei fondi strutturali.

Graf. 4 - Valori % di chi giudica molto o abbastanza efficace l’utilizzo dei fondi Ue in Basilicata per caratteristiche principali

05

101520253035

Totale 18-24 anni Alta scolarità Conosce fondistrutturali

Molto Abbastanza

Fonte: Elaborazioni Valutatore su dati SWG da indagine demoscopica campionaria

2.2 La conoscenza specifica del PO FESR 2007-2013 da parte della

totalità dei cittadini regionali

In questa sede, dopo aver esplorato la percezione generale sulla Ue e sui fondi strutturali nel loro complesso, si procederà ad approfondire la percezione rispetto al singolo strumento, ovvero il PO FESR 2007-2013. La percentuale di lucani (a prescindere dal fatto che siano beneficiari o meno del POR) informata sull’esistenza del programma PO FESR si attesta al 21%.

Graf. 5 - Percentuali di conoscenza del PO FESR

21

78

10

10

20

30

40

50

60

70

80

90

Si No ns/nr

Fonte: Elaborazioni Valutatore su dati SWG da indagine demoscopica campionaria

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I livelli d’informazione maggiori si rilevano tra i laureati (43%), fra i lavoratori autonomi (37%) che evidentemente hanno un interesse specifico ad una conoscenza del programma, in quanto spesso operano come consulenti per i beneficiari, e fra i lavoratori dipendenti (31%) che, dato il peso che la pubblica amministrazione riveste nella struttura occupazionale lucana11, spesso lavorano in enti pubblici, quindi direttamente o indirettamente a contatto con le problematiche dei fondi strutturali.

Generalmente la migliore conoscenza si registra nelle aree urbane di dimensioni più grandi (oltre i 30.000 abitanti) dove si concentrano le quote maggiori di laureati, e nelle aree della Val d’Agri (28%), del Metapontino (25%) e del Vulture Alto Bradano (23%).

2.3 La conoscenza specifica del PO FESR 2007-2013 da parte dei

beneficiari delle misure già attuate

Modalità specifiche di accesso alla conoscenza del PO FESR valgono poi per i beneficiari effettivi degli interventi sino ad ora condotti, ovvero gli enti locali. Per tale categoria specifica, diversa rispetto alla platea generica dei cittadini non necessariamente beneficiari, I Comuni intervistati, relativamente alle modalità di informazione sulle possibilità di finanziamento, individuano due canali diversi attraverso i quali arrivano tali notizie.

Da una parte troviamo il canale formale, quello diretto che li mette in collegamento con la Regione mediante strumenti cartacei o il Bollettino ufficiale. Gli enti locali, e nello specifico gli uffici tecnici, ricevono periodicamente degli avvisi dalla Regione, che li aggiornano sulle novità in materia di finanziamento delle iniziative di ristrutturazione degli edifici pubblici o della realizzazione di opere pubbliche.

Un canale parallelo, e spesso molto più efficace e veloce, è quello di natura politica. Le informazioni che in prima battuta vengono trasmesse a sindaci e amministratori dalla Regione, precedono quelle che utilizzano la via formale. Mentre per alcuni intervistati questa scorciatoia viene considerata naturale e ormai assodata, altri preferirebbero una maggiore formalizzazione del processo informativo. Generalmente i Comuni relativamente più grandi ricevono le informazioni in modalità prevalentemente formale, quelli più piccoli mediante modalità più informali e canali politici. Ecco alcune risposte-tipo di funzionari intervistati negli enti locali regionali: …o arrivano delle comunicazione dalla Regione o sul sito della regione…facciamo una lettura sistematica del BUR…il segretario comunale si occupa dell’analisi del bandi che escono…poi c’è anche la parte politica che viene informata dalla regione sulle opportunità per gli enti…prevale la linea formale…

…credo che (il mio ente) non si informa…normalmente è la parte politica che viene interessata, che tiene le fila…è l’assessore al ramo che magari ha l’interesse a vedere quali sono le fonti di finanziamento che possono essere utili…

…non c’è una vera e propria modalità…il Sindaco viene a conoscenza di queste cose e poi le dice a questo ufficio…

La comunicazione con la Regione tuttavia non è solamente univoca e per così dire “calata dall’alto”, ma in molti casi sono proprio i Comuni che prendono l’iniziativa e fanno delle

11 Le unità di lavoro del settore della pubblica amministrazione e dei pubblici servizi rappresentano il 21,1% del totale in Basilicata, a fronte del 17,9%

medio nazionale (dati Istat 2007).

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richieste specifiche all’ente regionale. Tali domande vengono prese in considerazione dall’Amministrazione Regionale, che le riprende quando si aprono delle possibilità di finanziamento.

…noi facciamo delle richieste ogni anno per gli edifici scolastici, che hanno bisogno di manutenzione e di adeguamento alle norme sismiche, per le barriere architettoniche, sugli impianti, ecc. e candidiamo i nostri progetti. Poi la Regione, nell’ambito dei finanziamenti che ha a disposizione, assegna dei contributi…

…noi ci informiamo tramite la Regione Basilicata…noi facciamo delle richieste per questi immobili monumentali, che sono vincolati, poi è la Regione stessa che ci dà l’input per accedere ai contributi…noi inviamo delle richieste scritte alla Regione…leggiamo anche il BUR e la Gazzetta Ufficiale…ogni tanto facciamo anche degli incontri con la Regione in cui si prospetta che ci possono essere queste possibilità…(non esiste un funzionario che si dedica all’analisi dei bandi) la maggior parte delle cose è vista dall’ufficio tecnico…noi andiamo anche sul sito Basilicata.net e vediamo le opportunità che ci possono essere per attivare dei contributi…

Il sito istituzionale è un canale d’informazione molto utilizzato dagli enti locali, che lo considerano, assieme al BUR ed alla relazione diretta con gli uffici comunali, come si è visto generalmente di iniziativa dei Comuni interessati al finanziamento, lo strumento più efficace.

…(ci informiamo) attraverso il sito della Regione, che indica i bandi che vengono fatti tramite i fondi europei, e quando c’è un bando ti candidi per il finanziamento…monitoriamo il sito e poi c’è anche una relazione con la Regione, sia da parte dell’ufficio che degli amministratori…

…tramite la rete di Basilicata net…questa è la nostra principale fonte di informazione…a volte ci mandano delle comunicazioni, se vogliamo partecipare a questi bandi…la Regione fa abbastanza pubblicità di queste cose…

…sia attraverso la lettura del BUR e attraverso la consultazione quotidiana del sito istituzionale della Regione…

Nonostante i vari strumenti d’informazione a disposizione degli enti locali, il contatto diretto con gli uffici regionali, mediante una linea diretta con il referente regionale oppure incontri d’informazione, viene considerato imprescindibile e dirimente quando ci sono dubbi, perplessità o richieste. Questa prossimità con la Regione viene molto apprezzata dagli intervistati, che si sentono supportati e ascoltati. Spesso, come si evidenzia dall’ultima risposta riportata, la conoscenza tramite rapporto diretto con la Regione si verifica in via preventiva, perché gli stessi Comuni sono chiamati a fornire collaborazione per la preparazione dei bandi stessi (ad es. per stabilire determinate priorità territoriali o di classifica).

…a volte si leggono le pubblicazione sul BUR, spesso sono gli stessi uffici regionali che avvisano il Comune, tramite fax portano il Comune a conoscenza delle novità sui finanziamenti…al 90% avviene tramite gli uffici regionali…

…attraverso il portale della Regione, le comunicazioni della Regione oppure tramite incontri alla Regione con i nostri amministratori…

…sempre attraverso gli atti della giunta regionale, che fa il bando…e noi partecipiamo…molte volte (veniamo a sapere dei bandi) per un passaparola con il sindaco che si muove molto di più nella Regione e viene a conoscenza di questi bandi…

…ci informiamo direttamente dalla Regione Basilicata, ci chiama, nella persona dei vari dirigenti, per l’informazione…e poi riunioni, email e consultazione del sito…

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…in genere leggiamo il BUR e guardiamo le delibere per vedere se la Regione fa dei bandi per concedere i finanziamenti…o anche da incontri che abbiamo con funzionari della Regione…

…abbiamo un rapporto diretto con l’Autorità di gestione…di informazione di scambio di notizie…andiamo lì o attraverso email, fax…poi leggiamo il BUR, guardiamo il sito Basilicatanet, dove escono tempestivamente gli avvisi, le notizie, ecc…più che conoscerli (i bandi) quando escono, noi li sappiamo in via preventiva, perché su alcune misure noi partecipiamo a dare delle indicazioni sulle priorità territoriali, quindi abbiamo un rapporto diretto e preventivo con la Regione Basilicata… Solo due intervistati affermano di aver trovato in prima persona l’opportunità di finanziamento, ed in particolare, mediante la consultazione del sito istituzionale o leggendo le delibere regionali. Questo è un fatto positivo, perché indica che, a prescindere dall’efficacia dei singoli canali informativi (formale/informale, tramite gli organi politici, la Regione stessa, il sito web, il BUR, ecc.) viene generalmente evitata la modalità più pericolosa, ovvero quella dell’assenza di un qualsiasi canale informativo, che poi costringe il singolo funzionario ad informarsi “motu proprio”, con un flusso informativo per progetti di interesse delle comunità locali che verrebbe poi a dipendere in modo cruciale dalla volontà e spirito di iniziativa del singolo, e quindi risulterebbe aleatorio. …sono stato io che ho procacciato questo finanziamento. Ogni tanto vado sul portale e li ho visto il bando…ma è stato un caso… …leggendo le delibere regionali…

2.4. La conoscenza dei singoli ambiti di intervento

L’analisi relativa ai singoli ambiti di intervento del PO FESR non differisce molto da quella, già esaminata, relativa alla percezione degli ambiti di intervento dei fondi strutturali nel loro insieme, e in particolare risente del livello di informazione generale sul Programma. Infatti la percentuale media di informazione sui diversi interventi finanziati – quali gli Obiettivi di Servizio, la promozione turistica, gli interventi infrastrutturali, le politiche di genere, i servizi sociali e scolastici – si aggira intorno al 20% degli intervistati, percentuale analoga a quella di chi conosce il programma nella sua interezza.

Inoltre, fra chi conosce il programma nel suo insieme, la consapevolezza dei vari settori operativi in cui si articola raggiunge valori molto differenziati per livello di scolarità, e quindi propensione ad informarsi. Solo agroalimentare e turismo sono identificati in modo relativamente equilibrato fra chi è dotato di bassa scolarità ed i laureati.

E’ interessante notare come, sia fra chi conosce il PO FESR 2007-2013 che fra chi non lo conosce, la percentuale di conoscenza degli obiettivi di servizio è relativamente alta, grazie ad una campagna informativa autonoma che è stata fatta su tale settore di intervento. Molto alta anche la consapevolezza dell’esistenza di interventi di supporto all’offerta turistica (grazie anche alla specifica e capillare comunicazione fatta in occasione dell’attivazione dei PIOT), il che, ovviamente, rappresenta anche una sfida da saper cogliere per rispondere alle aspettative diffuse sul ruolo che il PO ha in tale settore.

Infine, con riferimento alle pari opportunità, la conoscenza di tale settore di intervento, diffusa anche nel 14% di chi non sa dell’esistenza del PO FESR (ma che è comunque consapevole che i fondi strutturali intervengono anche in tale ambito), può essere attribuita anche alla realizzazione del “Festival al Femminile” e del “Premio Cecilia Salvia”, nell’ambito del quale sono stati organizzati degli incontri tra i mesi di gennaio e ottobre 2010.

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40

Graf. 7 - Percentuali di conoscenza dei diversi settori di intervento del PO FESR in funzione del grado di scolarità dei soggetti intervistati

0

10

20

30

40

50

60

70

agricoltura

ambiente

formazione

infrastrutture

incentivi alle imprese

occupazione

enerigia

turismo

cultura

servizi sociali

ricerca e innovazione

altro

non sa/non ricorda

Scolarità bassa Scolarità alta

Fonte: Elaborazioni Valutatore su dati SWG da indagine demoscopica campionaria

Graf. 8 - Conoscenza dei singoli settori in cui interviene tipicamente il FESR, per conoscenza dell’esistenza del PO

FESR Basilicata 2007-2013

42

47 47

56

40

46

14 1512 12 13 13

0

10

20

30

40

50

60

Pari opportunità Obiettiv i di

serv izio

Rafforzamento

sistemi urbani

Offerta turistica Serv izi scolastici Serv izi sociali

Conosce PO Non Conosce PO

Fonte: Elaborazioni Valutatore su dati SWG da indagine demoscopica campionaria

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2.5. L’impatto percepito del PO FESR

Accanto alla percezione del ruolo generale svolto dai fondi strutturali, ai cittadini viene chiesto qual è l’impatto che il PO FESR 2007-2013 avrà su alcuni fattori fondamentali dello sviluppo della regione. Naturalmente, l’analisi dell’impatto del PO dipende sia da elementi oggettivi, ovvero l’effettiva capacità della spesa di modificare alcuni dei fattori di sviluppo sottostanti, che da elementi soggettivi, ovvie la percezione, largamente influenzata dall’informazione, che i cittadini hanno rispetto all’attuazione del programma. In questa fase, in cui il PO FESR è ancora lontano dall’aver generato impatti misurabili, l’effetto soggettivo indotto dalla comunicazione tende ad essere prevalente. Come è possibile constatare, in un clima di incertezza molto diffuso (chi non risponde oscilla fra il 19 ed il 20%) giustificabile dal fatto che l’attuazione del programma, per quanto migliore rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno, è ancora ad uno stadio relativamente iniziale, e che ancora nessuno studio valutativo, successivo alla valutazione ex ante, è stato prodotto, i giudizi positivi sull’impatto potenziale del PO FESR superano sensibilmente quelli negativi,soprattutto con riferimento alle sue potenzialità di migliorare la qualità della vita, quindi gli aspetti più sociali del suo impatto potenziale.

In particolare, i giudizi positivi provengono soprattutto dai laureati (59% fornisce un giudizio di impatto medio-alto per la qualità della vita, 56% per lo sviluppo economico), da chi conosce il PO FESR (77% di giudizi medio-alti per la qualità della vita e 74% per lo sviluppo economico) ed in particolare da chi ci lavora (ad esempio i lavoratori autonomi, spesso coinvolti in qualità di consulenti nel programma).

Viceversa, chi per sua condizione socio-professionale è più isolato sia dall’acquisizione dell’informazione che dalla partecipazione attiva al programma (titoli di studio bassi, pensionati, disoccupati) è caratterizzato generalmente da una più alta percentuale di non rispondenza alla domanda (che per i titoli di studio più bassi arriva fino al 25% del campione) e da percentuali leggermente più alte della media di giudizi negativi, che però sono influenzati da una scarsa conoscenza generale del programma e dei fondi strutturali (come si ricorderà infatti da quanto detto dianzi, tali categorie non sono fra quelle che evidenziano i maggiori livelli di conoscenza della programmazione dei fondi strutturali, concentrata soprattutto fra lavoratori autonomi e dipendenti, nonché fra i laureati).

Graf. 9 - Giudizio formulato circa l’impatto potenziale del PO FESR su alcuni fattori dello sviluppo, valori %

50

30

20

48

33

19

0

10

20

30

40

50

60

Medio-alto Basso Ns/nr

Qualità della vita Competitività economica

Fonte: Elaborazioni Valutatore su dati SWG da indagine demoscopica campionaria

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2.6. Valutazione dell’efficacia comunicativa del PO FESR ed i fabbisogni informativi dei cittadini

Nel complesso, gli intervistati non sembrano ancora raggiunti in modo capillare delle informazioni fornite circa le opportunità del PO FESR, anche se occorre fare qualche importante precisazione. Infatti, chi conosce l’esistenza del PO (e che spesso è un addetto ai lavori o comunque una persona direttamente interessata a lavorare con il PO, come emerge dall’analisi della conoscenza del programma per categorie professionali fatta dianzi) nel 30% dei casi è soddisfatto del livello di informazioni fornito. Anche categorie professionali spesso direttamente coinvolte nel PO (dipendenti, nel segmento del lavoro pubblico, e lavoratori autonomi) esprimono un livello di soddisfazione sensibilmente superiore alla media.

Sembra quindi che, mentre l’informazione più tecnica, diretta agli addetti ai lavori, ha registrato sin qui un livello di adeguatezza non particolarmente critico, l’informazione più “pubblicitaria”, di livello più divulgativo, per i non addetti ai lavori, abbia ancora dei margini di miglioramento notevoli. A riprova di ciò, vi è che mentre il 19% dei laureati esprime soddisfazione per il livello informativo, tale percentuale scende al 14% per i diplomati ed al 4% per chi ha titoli di studio bassi. Di fatto, chi possiede strumenti culturali in grado di comprendere un’informazione più tecnica riesce ad utilizzarla, mentre per chi non ha tali strumenti, non essendovi un’informazione più divulgativa e di più basso livello, si apre la prospettiva di rimanere tagliato fuori dalle opportunità del PO FESR.

Graf. 10 - Livello di adeguatezza dell’informazione fornita sulle opportunità del PO FESR,

valori %

0

20

40

60

80

100

Totale Laureati Lav. Autonomi Dipendenti Conoscitoridell'esistenzadel PO FESR

Si No Ns/nr

Fonte: Elaborazioni Valutatore su dati SWG da indagine demoscopica campionaria

Dal punto di vista territoriale, vi è una chiara differenza città/campagna nel livello di adeguatezza dell’informazione data ai cittadini. Nelle aree rurali e nei Comuni più piccoli, l’informazione sulle opportunità del programma è meno efficace, mentre lo è di più nelle città capoluogo. Evidentemente tale disparità rischia di tradursi in una sperequazione nelle opportunità di accesso al programma, con tutto svantaggio per le aree rurali ed interne della regione, già penalizzate in termini di sviluppo. e quindi occorre studiare modalità (per esempio da affidare al web) di migliore penetrazione dell’informazione nelle aree più isolate della regione.

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Graf. 11 - Livello di adeguatezza dell’informazione fornita sulle opportunità del PO FESR per dimensione demografica del Comune di residenza, valori %

0

20

40

60

80

100

Meno di 5.000 abitanti oltre 30.000 abitanti

Si No Ns/nr

Fonte: Elaborazioni Valutatore su dati SWG da indagine demoscopica campionaria

I media tradizionali - stampa, televisione, radio - sembrerebbero aver giocato il ruolo maggiore nel passaggio informativo (citati da 4 intervistati al corrente del programma su 10), ma anche il contributo di internet, appare molto significativo, soprattutto tra i laureati e i lavoratori autonomi. Risulta secondario, invece, il ruolo rivestito dal passaparola (14%). Pressoché ininfluenti i cartelloni pubblicitari e il ruolo informativo delle associazioni di categoria.

Parte dell’interpretazione di tale dato riviene dall’analisi di contesto: in quella sede, si è rilevato come l’informazione sia veicolata in modo molto intenso, anche superiore alla media nazionale, dalla televisione, mentre, grazie anche ai notevoli progressi che la regione ha fatto, negli ultimi anni, per colmare il digital divide, il canale informativo via web diviene sempre più importante per target specifici della popolazione, che hanno una propensione ad utilizzare in modo relativamente più intenso Internet per motivi professionali o di svago (per l’appunto, studenti, laureati, lavoratori autonomi).

Tuttavia, anche fra i disoccupati, vi è un 60% di persone che si informano tramite Internet. Si tratta di una percentuale molto significativa, che evidenzia come il web sia un canale informativo accessibile anche a chi ha minori risorse economiche.

Lo scarso effetto di strumenti come la partecipazione ad incontri (che è segnalata dall’11% del campione), d’altra parte, è legato al fatto che tale modalità è generalmente limitata a target specifici di popolazione, che hanno il tempo di parteciparvi (infatti, tale modalità è diffusa soprattutto fra i giovani con meno di 24 anni – 26% - che generalmente hanno più tempo libero da dedicarvi).

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Graf. 12 – Principali canali informativi

Come è venuto a conoscenza di questo/i intervento/i?

29%

25%14%

8%

6%

4%

3%

9%2%

giornali, radio, tv

tramite internet

tramite conoscenti

partecipazione adincontriha visto cartellonilungo la stradatramite associazionidi categoriaattraverso volantini

altro

preferisco non Fonte: Elaborazioni Valutatore su dati SWG da indagine demoscopica campionaria

La televisione e, in misura crescente, Internet sono quindi i mezzi maggiormente referenziati proprio da quanti sono già in possesso di qualche informazione ed hanno già raccolto parte delle proprie cognizioni in materia via web. Nella scala dei desideri su come i cittadini vorrebbero essere informati, d’altro canto, risalta il ruolo fondamentale della televisione e, più in generale, dei media tradizionali (TV, quotidiani, con un ruolo non indifferente della free press, che in un contesto di recessione economica quale quello attuale viene vista anche come un modo per avere informazioni senza spendere, radio).

Circa il 20% degli intervistati però segnala anche un interesse per ricevere informazioni via Internet,e tale quota si annida soprattutto tra giovani, studenti, lavoratori e persone residenti in centri più grandi. Evidentemente, per tali target di popolazione, il web rappresenta un canale di facile accesso, poco dispendioso in termini di tempo necessario ad acquisire le informazioni, mentre altri segmenti della popolazione regionale sono caratterizzati ancora da un digital divide più ampio, che ne pregiudica la preferenza per l’informazione via web.

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Graf. 13 – Strumenti di comunicazione preferiti dai rispondenti, valori %, risposte multiple

0

10

20

30

40

50

60

TV Passaparola

(amici, parenti,

colleghi di

lavoro)

Siti Internet cartelloni quotidiani free press,

ovvero stampa

gratuita

radio Altro Nessuno in

particolare/ non

ha ricevuto

notizie

Non

so/preferisco

non rispondere

Fonte: Elaborazioni Valutatore su dati SWG da indagine demoscopica campionaria

Un approfondimento merita di essere fatto sull’efficacia comunicativa del sito web regionale dedicato al PO FESR (facente parte di un portale più grande, denominato Sportello Europa, che fornisce informazioni su tutti i programmi comunitari 2007-2013 che riguardano la regione).

Prevale una situazione di indeterminatezza delle risposte circa la facilità di accesso e l’adeguatezza del suddetto sito. I rispondenti non sono in grado, nella maggior parte dei casi, di fornire una risposta netta, forse anche perché manca un benchmark con qualche altro sito regionale che illustra le opportunità dei fondi strutturali (ovviamente, per un lucano, un sito di altre regioni generalmente non è interessante, quindi non viene visitato). Su tale indeterminatezza pesa anche il permanere di un digital divide, sia pur molto più ridotto rispetto al passato (cfr. analisi di contesto), che ovviamente allontana una parte della popolazione dalla fruizione del sito web. Va rilevato infatti come, nel campione, il 68% di chi ha titoli di studio bassi, il 71% dei pensionati ed il 56% delle casalinghe dichiara di non connettersi mai ad Internet.

Tuttavia, fra i pochi che forniscono una risposta, prevale un giudizio non del tutto favorevole sulla facilità ed adeguatezza informativa del portale regionale. Ciò può attribuirsi a diversi fattori tra cui:

- la recente reingegnerizzazione del portale istituzionale (regione.basilicata.it) e dei servizi (basilicatanet.it) avvenuta nel mese di luglio 2010 e la migrazione dei contenuti relativi al PO, che potrebbe aver creato confusione in chi era abitauto ad utilizzare il vecchio portale;

- l’esistenza del sito Sportello Europa (http://www.regione.basilicata.it/sportelloeuropa/) che non si sovrappone a livello contenutistico al sito principale, ma che ha comunque ingenerato qualche confusione.

Ancora una volta, i risultati rispetto alle varie categorie di utenti sono molto diversificati fra loro. Ad esempio, coloro che conoscono già il PO FESR forniscono un giudizio largamente favorevole sia sulla facilità che sull’adeguatezza informativa del sito (circa il 60% dei rispondenti di tale categoria fornisce fatti risposte positive). Evidentemente, il segmento del campione che per motivi professionali o comunque di coinvolgimento nel PO ha superato le incertezze iniziali di utilizzo del portale, legate ai fattori sopra richiamati, poi lo trova di facile e comoda fruizione. Quindi, come già richiamato, esiste una forte differenza fra l’efficacia delle

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azioni di comunicazione messe in piedi dalla regione, fra il pubblico degli “addetti ai lavori”, che è destinatario, generalmente, di una informazione più tecnica e specialistica, e che esprime una generale soddisfazione rispetto all’informazione che riceve, ed il pubblico dei non esperti, che invece probabilmente accusa la difficoltà di accesso a strumenti comunicativi di non semplicissima fruibilità (in linea peraltro con la difficoltà tecnica insita nella materia dei fondi strutturali).

Graf. 14- Semplicità dell’accesso all’informazione on-line

Quanto ritiene facile informarsi attraverso il sito regionale dedicato al PO FESR

010203040506070

mol

to

abba

stan

za

Mol

to +

abba

stan

za

poco

per

nien

te

Non

sap

rei

Dato medio

Conoscono il POFESR

Graf. 15- Adeguatezza dell’informazione on-line

Quanto ritiene adeguato sito regionale dedicato al PO FESR rispeto alle esigenze informative?

010203040506070

mol

to

abba

stan

za

Mol

to +

abba

stan

za

poco

per

nien

te

Non

sap

rei

DATO MEDIO

conoscono il POFESR

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2.7. Valutazione dell’efficacia comunicativa del PO FESR ed i fabbisogni informativi dei beneficiari degli interventi già attuati

Un ulteriore approfondimento riguarda quegli enti locali che sono già stati beneficiari di interventi del PO FESR, e che quindi possono esprimere una valutazione sull’efficacia comunicativa più “consapevole” rispetto alla generica platea dei cittadini. Alla richiesta di valutare la comunicazione istituzionale della Regione, rispetto alle opportunità del PO FESR dedicate alle amministrazioni locali, la maggior parte dei rispondenti dà delle valutazioni positive.

Le motivazioni che portano ad esprimere una valutazione così positiva si concentrano sull’accessibilità delle informazioni sui principali canali di comunicazione della Regione (sito internet e BUR) e sulla disponibilità del personale ad offrire supporto nelle fasi di preparazione delle pratiche per il finanziamento.

Oltre a questi aspetti più tecnici, all’Ente Regionale viene attribuito un ruolo collaborativo e partecipativo nei confronti dei Comuni, ma soprattutto l’intenzione di valorizzarli tutti e distribuire in modo equo sul territorio le risorse finanziarie. Di seguito alcuni commenti particolarmente significativi dei funzionari degli enti locali beneficiari del PO, che son ostati intervistati:

…la comunicazione è buona….noi ci troviamo di fronte al sito istituzionale che è molto completo…quindi i bandi sono facilmente reperibili…dopo di che le fasi di comunicazione successive sono molto tempestive da parte della regione…loro di informano passo passo come si sviluppa quel bando…

…direi buona, ottima…ci danno tutte le informazioni, citano anche la fonte normativa…

…penso che sia buona…attraverso i mezzi informatici, a volte fanno anche incontri, inviti per illustrare questi programmi…

…buona perché utilizza i mezzi di informazione in maniera corretta. È chiara nelle informazioni…il sito è abbastanza chiaro, si accede bene e si trova facilmente quello che si cerca…

…è buona…attraverso il portale e le comunicazioni cartacee…siamo abbastanza informati…

…da 1 a 10, do 8…cerca sempre di farci conoscere le possibilità che ci sono…

…la valuto in maniera positiva…

…una buona valutazione perché si cerca di far collaborare un po’ tutti e la Regione ci tiene che il territorio sia omogeneo dal punto di vista dei finanziamenti…

Tuttavia, nel contesto generale caratterizzato da giudizi positivi sulla comunicazione della Regione, emergono alcune voci un po’ più critiche.

In primo luogo, si ripresenta il tema della distinzione tra figure tecniche e politiche, con le prime che si sentono meno coinvolte nel processo decisionale e tenute un po’ ai margini rispetto all’informazione preliminare, che viene trasmessa da parte della Regione. In un caso si paventa anche la possibilità che tale esclusione dal processo informativo possa essere assimilata ad un tentativo di manipolazione da parte dell’Amministrazione regionale, con lo scopo di dirottare i fondi in base a criteri di selezione non equi.

Un’ulteriore critica che viene fatta al flusso di comunicazione proveniente dalla Regione è il livello di informatizzazione, che viene considerato ancora troppo basso. Secondo alcuni

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rispondenti, infatti, la Regione potrebbe sfruttare molto meglio il canale informatico per comunicare con gli altri enti locali.

…io come tecnico la ritengo scarsa, perché alle strutture periferiche non arriva proprio questa informazione, rimane sempre nelle sale dei bottoni, a livello amministrativo…noi veniamo formati poco e anche la comunicazione è molto ridotta…meno sappiamo e meglio è…se c’è carenza di fondi in un territorio come la Basilicata, che è piccolissimo, ma che però ha 140 comuni e la Regione riesce a finanziare soltanto 2 interventi, allora meno gli uffici tecnici sanno e meno possono proporre soluzioni e quindi diventa anche più semplice la selezione e tutta l’istruttoria delle pratiche…spesso si conosce poco, almeno per la vecchia programmazione, mentre la nuova già è partita in maniera diversa…

…discreta, tendente all’insufficienza…perché noi non vediamo informazione: sulle nostre scrivanie, nei nostri uffici non arriva nulla…se abbiamo la fortuna di avere un collegamento internet, uno si collega e prende conoscenza…sui nostri tavoli non arriva il Bollettino, viene tutto bypassato dalla parte politica, dal protocollo…

…le cose arrivano. Siamo informati, anche se dovrebbe informatizzare di più l’informazione…i bollettini cartacei li potremmo ricevere anche in un’altra forma oppure le schede di rendicontazione, le mandiamo via fax…questo tipo di dialogo è ancora un po’ carente. Potrebbe essere più in linea con i nuovi metodi di comunicazione…

Rispetto al passato, buona parte dei rispondenti giudica migliorata la comunicazione istituzionale della Regione sulle opportunità del POR/PO FESR dedicate alle amministrazioni locali, soprattutto grazie all’uso più intensivo e diffuso delle tecnologie informatiche. La comunicazione diventa così più efficace, semplice e immediata.

Un ulteriore elemento che caratterizza il miglioramento della comunicazione regionale è l’affidabilità e la stabilità, che l’Ente trasmette mettendo a disposizione dei Comuni degli interlocutori certi e competenti. L’importanza di avere questo punto di riferimento fisso rappresenta un elemento molto apprezzato dai rispondenti, che lo citano varie volte durante l’intervista.

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La percezione dello slogan “Investiamo nel nostro futuro”

Lo slogan in questione ha rappresentato la base della comunicazione iniziale del PO FESR 2007-2013, nella logica di creare una identificazione fra il ciclo 2007-2013 dei fondi strutturali e il futuro socio economico e le prospettive di sviluppo della regione. La conoscenza e soprattutto la “retention” di tale slogan da parte dei cittadini esposti al messaggio, a diverso tempo dalla conclusione della campagna di promozione, rappresenta quindi un indicatore molto affidabile di efficacia della campagna comunicativa condotta. Da questo punto di vista, la diffusione di tale messaggio ha riscontrato un soddisfacente livello di successo: tenuto conto del fatto che la campagna promozionale è stata condotta diverso tempo fa, ancora più della metà degli intervistati ricorda lo slogan “Investiamo sul nostro futuro”. Particolarmente elevato il livello di retention fra i giovani e gli studenti, i lavoratori dipendenti (ed in misura leggermente minore gli autonomi), i titolari di titoli di studio elevati, chi risiede nei Comuni di maggiori dimensioni demografiche, chi conosce il PO. Ciò, da un lato, evidenzia come il messaggio promozionale abbia consentito di creare elevata correlazione con la conoscenza complessiva del programma, il che è ovviamente un esito comunicativo molto favorevole, ma dall’altro mostra come alcune categorie di potenziali beneficiari (residenti nei Comuni rurali e nelle aree interne, disoccupati, donne collocate fuori dal mercato del lavoro) abbiano ricevuto un impatto comunicativo, da parte della campagna posta in atto dalla Regione, meno importante, il che potrebbe tradursi in una loro esclusione dal programma.

Conoscenza dello slogan “Investiamo nel nostro futuro” per alcune categorie dei rispondenti, valori %

5470 74

6279 74

4630 25

36

1726

0

20

40

60

80

100

Totale 18-24 anni alta scolarità Lavoratoridipendenti

Comuni conoltre 30.000

abitanti

Conoscenzadel PO

si' no

Una spiegazione possibile di tali discrepanze nell’impatto comunicativo risiede anche nelle modalità con le quali lo slogan è stato veicolato. Gran parte della comunicazione è infatti passata per il tramite dei giornali, che ovviamente rappresentano un canale comunicativo utilizzato solo da determinate categorie della popolazione (generalmente a più alto livello culturale, ed inserita attivamente nel mercato del lavoro). Il modesto impatto esercitato da modalità comunicative più “estese”, come Internet, può quindi spiegare la ridotta retention evidenziata da alcune categorie di cittadini.

Modalità di conoscenza dello slogan “Investiamo nel nostro futuro”, valori %

27

41

1720

15

105

1015202530354045

su cartelloniper strada

Su giornali Sul portaleinternet della

RegioneBasilicata

Da altrepersone

altro non saprei

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2.8 Caso di studio: il film “Basilicata Coast to Coast”

La best practice comunicativa è stata scelta, in primo luogo, per l’innovatività dell’approccio: utilizzare un film di larga diffusione cinematografica per diffondere sia una immagine positiva della Basilicata che la conoscenza del POR, che ha cofinanziato la realizzazione del film stesso (che si è avvalso del contributo di un regista ed un cast di attori di livello nazionale). Inoltre, la scelta della best practice è caduta sul film per la buona accoglienza che tale iniziativa ha incontrato presso il pubblico, come meglio si vedrà in seguito. Una parte dell’indagine quantitativa campionaria (cfr. abstract metodologico) è stata infatti dedicata a comprendere l’impatto comunicativo che il film ha avuto sul pubblico lucano. I risultati principali di tale analisi sono di seguito sintetizzati.

Il film Basilicata Coast to Coast di Rocco Papaleo è stato, per i suoi contenuti e per il cast scelto, un film destinato ad un pubblico molto largo, evitando quindi di farne una iniziativa rivolta soltanto ad una nicchia di mercato ristretta. Di conseguenza, anche in Basilicata risulta noto ad oltre due terzi della popolazione ed è stato visto dal 30% dei lucani maggiorenni, con punte che sfiorano il 60% tra i giovani d’età compresa tra i 18 e i 34 anni, tanto da far ritenere che il target di mercato del film sia stato proprio orientato sui giovani. Un successo di pubblico che si è generalmente tradotto anche in un apprezzamento del valore promozionale del film, con quasi 6 spettatori su 10 convinti che possa aver contribuito a migliorare l’immagine della Basilicata in Italia, come meglio si vedrà in seguito.

Nello specifico, il film è stato visto, o comunque è noto, soprattutto ai maschi, ai giovani fra i 18 ed i 34 anni, a chi possiede elevati titoli di studio (e qui forse vi è un limite nell’impatto promozionale del film, nella misura in cui, pur essendo stato configurato per un pubblico molto ampio, non è stato seguito, se non in modo marginale, dagli strati della popolazione con minore livello scolastico, anche se in realtà ciò è attribuibile ad un trend comune a tutto il Paese12), dai residenti in centri medio-grandi (che sono gli unici ad avere sale cinematografiche).

12 Infatti, l’impatto comunicativo di un film si scontra, in Basilicata, con la modesta propensione generale della popolazione ad andare al cinema. Secondo

l’Istat, infatti, solo il 43,2% delle persone di 6 anni e più, nel 2007, si reca al cinema in Basilicata, a fronte del 48,8% medio nazionale e del 47,8% meridionale. Normalmente, anche a livello nazionale, le percentuali più basse di spettatori si riscontrano nelle fasce di scolarizzazione più bassa, (per esempio la percentuale di spettatori fra chi ha al massimo la licenza elementare è del 26,3%), e quindi il notevole abbassamento della partecipazione al film Basilicata Coast to Coast da parte delle fasce di scolarità più basse è da considerarsi un dato fisiologico.

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Graf. 16- Conoscenza del film Basilicata Coast to Coast per alcune caratteristiche principali del campione

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

Totale Maschi 18-34 anni Alta scolarità Residente in centri >

30.000 ab.

Visto Sentito parlare ma non visto Non noto Ns/nr

Fonte: Elaborazioni Valutatore su dati SWG da indagine demoscopica campionaria

I motivi del successo di tale iniziativa sono numerosi. Innanzitutto il mezzo, fornito di caratteristiche visive di forte valenza comunicativa, ma anche luogo pubblico di condivisione delle emozioni. Anche la distribuzione della pellicola ha svolto un ruolo: il film, infatti nel primo week-end di programmazione, è uscito in 202 sale cinematografiche italiane ed, in considerazione del successo riscosso, nel secondo week-end vi è stato un incremento della programmazione che ha coperto 215 sale cinematografiche con oltre 500.000 spettatori. Il film è stato inoltre distribuito anche all’estero e a pochi giorni dall’inizio della programmazione l'APT Basilicata ha realizzato una campagna di promo commercializzazione a sostegno della pellicola.

Il successo dell’azione è da attribuire anche alla sua promozione, attraverso la realizzazione di un progetto di comunicazione consistente nella produzione di un documentario di approfondimento, un libretto-diario del regista, e una Moviemap, una mappa interattiva, dei luoghi del film da distribuire come allegato gratuito al progetto filmico che dal 20/08/2010 viene distribuito nei blockbuster. Tutto il personale della Regione Basilicata, ha ricevuto copia dell'Home Video configurando questa come un’azione di comunicazione interna ad elevata valenza strategica per la socializzazione dell'operato del Programma Operativo FESR Basilicata 2007/2013.

Il lungometraggio, soprattutto da parte di chi ha visto il film, riscontra una opinione generalmente positiva anche rispetto alla sua capacità di migliorare l’immagine della Basilicata, un elemento che va al di là della mera comunicazione del PO FESR: infatti, il 60% degli intervistati che hanno visto il film ritiene che abbia migliorato l’immagine della regione. Anche da parte di chi non ha visto il film, l’opinione (che per tale gruppo di intervistati si riferisce essenzialmente all’utilità generica di un film per promuovere l’immagine di un territorio) è largamente positiva, confermando per questa via la bontà della scelta strategica di affidare una parte importante della comunicazione ad un lungometraggio destinato ad un pubblico largo.

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Graf. 17- Incidenza del film “Basilicata Coast to Coast” sull’immagine della regione

Secondo lei, il film Basilicata Coast to Coast ha m igliorato, molto, poco o per niente l'immagine della regione a livello

nazionale?

010203040506070

mol

to

abba

stan

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Mol

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abba

stan

za

poco

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nte

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re

datomediohannovisto i film

Fonte: Elaborazioni Valutatore su dati SWG da indagine demoscopica campionaria

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Conclusioni e raccomandazioni

In sintesi:

- la Basilicata è una regione dove, in generale, è particolarmente difficile fornire una informazione puntuale e capillare, sia per difficoltà logistiche e orografiche, che possono influire negativamente sulla distribuzione dell’informazione stampata, sia per il permanere di un certo digital divide, nonostante i notevoli progressi registrati, sia infine per una propensione da parte dell’utenza a non utilizzare strumenti informativi in grado di fornire approfondimenti particolari, basandosi invece su una informazione più immediata, ma necessariamente meno approfondita, quale quella televisiva (cfr. capitolo di analisi del contesto);

- vi è uno scarso interesse per la carta stampata, che deriva anche dalle difficoltà di mercato del settore dell’informazione giornalistica, anche in connessione con l’emergere di nuovi media, con tassi di lettura bassi, episodici e concentrati soprattutto sulla popolazione più anziana e su quella con titoli di studio medio-bassi (fra cui, peraltro, è particolarmente diffusa la stampa sportiva e la cronaca locale, e molto meno quella politica);

- tenendo conto di quanto sopra, ed anche di uno stato di avanzamento del PO inferiore al 50%, e che peraltro, al momento dell’indagine, ha coinvolto essenzialmente enti pubblici e non cittadini, il livello generale di consapevolezza dei fondi strutturali, ed anche degli aspetti più specifici, non è disprezzabile;

- ciò dà valore particolare al segno positivo del saldo fra cittadini che giudicano che il PO potrà avere un impatto medio/alto e coloro i quali invece gli assegnano un impatto basso su elementi fondamentali come la qualità della vita e lo sviluppo economico. Il fatto che i più informati (o per livello culturale o per coinvolgimento operativo nel programma) forniscano risposte ampiamente positive sulla loro percezione dell’impatto potenziale del programma significa che, fondamentalmente, il programma ha un’effettiva potenzialità di impattare favorevolmente sulle leve dello sviluppo;

- peraltro, specie fra chi ha livelli di istruzione più alti, fra chi conosce bene il PO, e fra chi risiede nei centri urbani maggiori, è in generale la politica di coesione della Ue ad essere reputata utile per indurre sviluppo nella regione;

- rispetto alle tematiche, risalta l’identificazione del PO con le politiche per l’occupazione, il che è corretto, anche se però tali politiche sono maggiormente appannaggio del PO FSE. Evidentemente, tale tematica è talmente importante nell’immaginario collettivo dei rispondenti, che viene collegata in generale alle politiche di coesione, e quindi anche al PO FESR;

- E’ interessante notare come, sia fra chi conosce il PO FESR 2007-2013 che fra chi non lo conosce, la percentuale di conoscenza degli obiettivi di servizio è relativamente alta, grazie ad una campagna informativa autonoma che è stata fatta su tale settore di intervento;

- Molto alta anche la consapevolezza dell’esistenza di interventi di supporto all’offerta turistica (grazie anche alla specifica e capillare comunicazione sul territorio fatta in occasione dell’attivazione dei PIOT), il che, ovviamente, rappresenta anche una sfida da saper cogliere per rispondere alle aspettative diffuse sul ruolo che il PO ha in tale settore.

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- Infine, con riferimento alle pari opportunità, la conoscenza di tale settore di intervento, diffusa anche nel 14% di chi non sa dell’esistenza del PO FESR (ma che è comunque consapevole che i fondi strutturali intervengono anche in tale ambito), può essere attribuita anche alla realizzazione del “Festival al Femminile” e del “Premio Cecilia Salvia”, nell’ambito del quale sono stati organizzati degli incontri tra i mesi di gennaio e ottobre 2010;

- emerge però una diffusione dell’informazione a “doppio binario”. Chi, per motivi professionali o culturali è più addentro agli aspetti più tecnici e da addetti ai lavori del programma generalmente esprime soddisfazione sulle attività informative svolte. Viceversa, il grande pubblico dei profani della materia, o di chi è in qualche modo lontano dall’attuazione del PO, ha una certa difficoltà anche ad acquisire le informazioni di base utili per avere una sia pur generica conoscenza del programma. Da questo punto di vista, è forse raccomandabile una informativa più semplice nei contenuti e più accessibile negli strumenti, al fine di diffondere una conoscenza di base anche ai non addetti ai lavori;

- questa considerazione generale vale ancor di più, nello specifico, per il portale internet: tale portale riceve una grande quantità di visite, però è ritenuto generalmente poco fruibile e di difficile utilizzo. Mentre la sua fruizione non pone problemi ai tecnici o agli addetti ai lavori, risulta per certi versi ostica ad un pubblico più ampio e meno acculturato;

- accanto ad un differenziale culturale nell’accesso all’informazione rilevante per i fondi strutturali, vi è anche un differenziale territoriale. Generalmente, le aree interne della regione risentono di un gap informativo, rispetto alle città più grandi del territorio (ed in particolare i capoluoghi), nell’accedere all’informazione sulle opportunità del PO, il che potrebbe generare un allargamento del divario di sviluppo fra aree urbane ed aree interne della regione;

- determinate categorie di cittadini (ed in particolare i disoccupati) ricevono una comunicazione, ed hanno una conoscenza del POR, del tutto inadeguata. Si tratta però di un segmento di popolazione per molti versi eleggibile alle azioni del POR, e che quindi richiederebbe un’attenzione particolare.

- i cittadini richiedono un maggiore utilizzo dell’informazione via televisione ed Internet, imponendo quindi il definitivo superamento del digital divide regionale. Poco utilizzati sono invece gli incontri diretti o a tema;

- similmente, poco diffuso è il passaparola, il che è indicativo di una efficacia generale del sistema regionale di comunicazione del PO FESR, che evita il ricorso diffuso ad una modalità informativa estremamente pericolosa e con rischi di sviamento informativo m olto elevati.

Una specifica intervista all’Autorità di Gestione del PO FESR 2007-2013 ha consentito anche di raccogliere le impressioni e le esigenze di miglioramento dal lato del programmatore, e non solo dell’utente del processo di comunicazione. Da un lato, la percezione che l’Adg ha dell’efficacia delle azioni comunicative sin qui condotte è analoga a quella emersa dalla valutazione sull’utenza: un buon livello di soddisfazione per la comunicazione tecnica (tanto che si sottolinea come non vi siano più richieste di informazioni tecniche che vengono diramate all’Adg, come invece era il caso all’inizio del programma), riservata agli addetti ai lavori, una minore soddisfazione per l’informazione più divulgativa e di massa. Un motivo identificato dall’Adg è che i fondi FESR 2007-2013 ancora non sono arrivati a beneficiare il grande pubblico, per cui per il cittadino sono ancora non visibili. La consapevolezza aumenterà

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quando, ad esempio, si realizzeranno le opere pubbliche previste dal PO, oppure si attiveranno gli interventi di aiuto a favore delle imprese.

Il problema sottolineato dall’Adg risiede però in un circuito non del tutto virtuoso dell’informazione, per cui i comunicati stampa, ripresi dai giornali locali, sono spesso generici, hanno un tono procedurale, e non si focalizzano come dovrebbero sui contenuti e nel merito dei bandi o dei provvedimenti emanati tramite il cofinanziamento del FESR. La raccomandazione è quindi quella di rafforzare la qualità, in termini di contenuti, dei soggetti intermedi della comunicazione, ad iniziare dai giornalisti. Ciò potrebbe ottenersi tramite incontri periodici “face to face” per far conoscere ai giornalisti locali ciò che si sta facendo con il PO, oppure migliorando il circuito Adg-ufficio stampa-giornali locali.

Con riferimento all’utilizzabilità del sito, l’Adg suggerisce di condurre campagna informative sul territorio, per far conoscere l’utilizzo del sito e le sue caratteristiche tecniche. Inoltre, occorre integrare maggiormente il sito specifico per i fondi europei (sportello Europa) con il sito istituzionale della regione, Basilicatanet. In questo secondo portale, occorrerebbe pubblicare maggiormente notizie circa i bandi e le opportunità messe in campo dal PO FESR, non limitandole al solo sito specifico e dedicato.

Quanto sopra riguarda il quadro generale dell’analisi. Con specifico riferimento a tre aspetti di maggior dettaglio, ovvero l’efficacia comunicativa dello slogan “Investiamo nel nostro futuro”, l’impatto dell’evento comunicativo transitato per il tramite del film “Basilicata Coast to Coast” e l’opinione dei soggetti che già son risultati beneficiari del PO FESR 2007-2013 (essenzialmente gli enti locali) si rileva quanto segue.

Lo slogan “Investiamo nel nostro futuro” è stato caratterizzato da un livello di retention buono, posto che, dopo diversi mesi dalla conclusione della campagna informativa, il 54% degli intervistati lo ricorda ancora. Tuttavia, ancora una volta, alcuni segmenti di cittadini (disoccupati, residenti in aree rurali) ha un livello di retention molto più basso. Ciò perché gran parte degli intervistati ha conosciuto tale slogan sui giornali, un mezzo di comunicazione che, come si è visto, è caratterizzato da livelli bassi di fruizione in alcuni segmenti della popolazione regionale.

Il film Basilicata Coast to Coast sembra invece aver svolto un utile ruolo di promozione dell’immagine complessiva della Basilicata, per il 60% degli intervistati, ed è noto al 66% della popolazione regionale, mentre il 30% dei lucani maggiorenni lo ha anche visto. Considerando che il film era collegato al PO FESR (che lo ha finanziato) ciò si è riverberato in una migliore conoscenza anche del PO stesso.

L’analisi qualitativa sui soggetti che hanno già beneficiato del PO FESR mostra un livello generale di soddisfazione elevata rispetto alle modalità comunicative adottate dalla Regione, con una particolare preferenza per l’informazione via Internet e per quella ottenibile mediante incontri diretti, “face to face”, sul territorio, modalità considerata insostituibile. Per il resto, il livello di supporto informativo, ed anche tecnico, che la Regione offre agli enti locali è giudicato soddisfacente, anche se emergono alcune criticità, ed in particolare:

- uno scarso coinvolgimento del livello tecnico in fase di interlocuzione fra ente locale e Regione, finalizzata alla costruzione di un bando o di una opportunità. Generalmente, il livello tecnico è anche ricettore secondario della relativa informazione, che arriva per prima al livello politico;

- una informatizzazione che, seppur giudicata in forte miglioramento, potrebbe essere potenziata ulteriormente, e resa più semplice;

- una difficoltà, da parte dei tecnici, a trattare le materie del PO, per una carenza di formazione.

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Alla luce dell’analisi svolta, seppur si deve dare un bilancio globalmente positivo degli interventi di comunicazione, è possibile anche reperire aree di miglioramento, rispetto alle quali fornire alcune raccomandazioni valutative.

1. migliorare l’omogeneità dei risultati della comunicazione. Se determinati segmenti di utenza (disoccupati, persone con titolo di studio inferiore, residenti in aree rurali) presentano un livello di informazione e percezione del PO meno positivo rispetto alla media della popolazione regionale, allora occorre differenziare gli sforzi comunicativi, per colpire maggiormente tali segmenti (ad esempio, dare incarico ai responsabili dei centri per l’impiego, o delle agenzie provinciali di formazione ed orientamento, di gestire programmi informativi, destinati a disoccupati ed inoccupati, sulle opportunità fornite dal PO FESR, e sui bandi, di loro interesse, che man mano vengono emanati);

2. migliorare alcuni strumenti strategici della comunicazione. Stante la difficoltà intrinseca di diffondere una informazione capillare nella regione, risolvere il digital divide (non soltanto in termini di potenziamento delle reti Adsl e della banda larga, ma anche di promozione di un maggiore accesso ad internet da parte di chi oggi, pur avendone la possibilità, rimane fuori) diventa la modalità con cui superare la parzializzazione dell’informazione;

3. semplificare l’informazione sul web, riconfigurando il portale, ricco di informazioni, ma non sempre di facilissimo utilizzo;

4. non rinunciare mai alla modalità dell’incontro tematico territoriale. Il buon livello di conoscenza dei PIOT dipende dallo sforzo di organizzare incontri direttamente nelle comunità locali;

5. sforzarsi sempre di collegare la conoscenza del PO, o di specifiche azioni dello stesso che si intendono promuovere, ad eventi, anche di tipo ludico o comunque legati al tempo libero. Il successo del film per promuovere il PO, il successo del Festival al Femminile o del premio Cecilia Salvia per far conoscere la tematica delle pari opportunità è infatti un esempio;

6. utilizzare sempre il canale di comunicazione più idoneo, nel senso di aderenza al modo con cui i cittadini si informano, per erogare la comunicazione. Se lo slogan “Investiamo sul nostro futuro” fosse stato maggiormente diffuso sulla televisione, forse il suo grado di retention sarebbe anche superiore al buon livello comunque registrato;

7. semplificare il linguaggio con cui si comunica. Se vi è un differenziale di informazione basato fra addetti e non addetti ai lavori del PO (p.es. i liberi professionisti hanno una conoscenza del PO, ed una soddisfazione rispetto alle modalità di informazione messe a disposizione della Regione superiore ai disoccupati, o ai pensionati, ecc.) probabilmente anche il linguaggio che si utilizza nella comunicazione è troppo tecnico.

Con riferimento ai soggetti già beneficiari del PO FESR, ovvero i funzionari degli uffici tecnici, le raccomandazioni che emergono riguardano la formazione. Considerando che il nostro campione è rappresentato da tecnici e che la loro formazione in materia di progetti di finanziamento europei è limitata, emerge la richiesta di insistere maggiormente su questo aspetto, che, in chiave di comunicazione, significa dare strumenti tecnico-culturali atti a comprendere meglio l’informativa tecnica che la Regione fornisce agli enti locali in materia di

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bandi ed azioni a valere sul PO (quindi, anche una formazione sulla terminologia amministrativa relativa alle procedure dei fondi strutturali è di particolare utilità).

Con una maggiore preparazione gli intervistati sono convinti che sarebbero in grado di gestire meglio la parte formale dei progetti. Tra le righe di quello che hanno affermato questi rispondenti trapela la voglia di essere più coinvolti nelle scelte e nelle decisioni, che poi sono chiamati a tradurre nei fatti.

Un ulteriore spazio di miglioramento, che viene proposto, con l’obiettivo di ottimizzare la comunicazione regionale, è l’utilizzo più assiduo degli strumenti informatici. Le linee di intervento proposte in questo ambito riguardano una progressiva sostituzione dello strumento cartaceo con quello informatico, la semplificazione di utilizzo del portale regionale sui fondi strutturali, ritenuto unanimemente troppo complesso da utilizzare e di difficile estraibilità delle informazioni, e la creazione di un canale dedicato agli enti locali nell’ambito del sito istituzionale, o addirittura una sorta di social network fra Regione ed enti locali.

Accanto alla proposta di migliorare l’utilizzo della comunicazione virtuale, la voce di chi continua a preferire quella reale si fa sentire. Le iniziative d’incontro e informazione diretta rimangono una prerogativa del rapporto basato sulla fiducia e rafforzano il ruolo di supervisore che l’Ente regionale dovrebbe continuare a ricoprire, e si chiede quindi alla Regione di riprendere il filo degli incontri tematici sul territorio.